Athame n° 4 - Quaderni di Wicca e Stregoneria

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Athame è la prima rivista italiana dedicata alla Wicca. Pubblicata dall'Associazione Circolo dei Trivi.

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Editoriale La comunità pagana continua a crescere e lo fa attraverso eventi e manifestazioni e attraverso tutti coloro che si impegnano a creare delle occasioni di incontro in cui ritrovarsi e confrontarsi.. Questo numero si apre alla vigilia di due importanti occasioni, il Pagan Pride Day che si terrà a Roma sabato 20 settembre e il II Convegno Nazionale Wiccan che rinnova il suo appuntamento al castello di Massazza a Biella, il 4 e 5 ottobre, e che vede quest’anno la collaborazione della nostra rivista e della mailing list “Le Muse nella Rete” , accanto all’organizzazione del Branco dell’Antica Quercia. Non possiamo che ritenerci soddisfatti degli eventi che vedono allargarsi la rete di collaborazione e di contatti all’interno del movimento neopagano e che ci vedono, consentitemelo, a neanche un anno di distanza dalla nascita della nostra Associazione, tra i protagonisti di questa espansione. In questo numero troverete quindi tutte le indicazioni per partecipare all’uno e all’altro evento e speriamo vivamente che la partecipazione sia davvero ampia perchè gli sforzi di tutti coloro che si sono dedicati a questi momenti di incontro meritano di essere premiati con il consenso. Per venire invece ai contenuti abbiamo cercato, come sempre, di accontentare tutti, spaziando da un argomento all’altro e dedicando uno spazio persino ad una striscia di fumetti nata dalla matita di Circle of Sand. A differenza delle precedenti uscite abbiamo deciso questa volta di porre l’accento su una visione più “istintiva” della Wicca, abbandonando per un attimo alcune tematiche sulla “filosofia” pagana e wiccan che ci sono care, o forse sarebbe meglio dire rivedendole attraverso altri occhi. Con questo non vogliamo affatto rinunciare all’elaborazione di un “pensiero” wiccan perchè restiamo fermamente convinti che ci sia e ci debba essere uno spazio per tutto. Athame è nato proprio per concretizzare questo “spazio” e per dare a tutti la possibilità di farsi sentire. E’ quello che abbiamo cercato di fare e che continueremo a fare, convinti come siamo che la diversità sia un bene inestimabile e che nel calderone delle diverse idee ognuno abbia la possibilità di trovare o di creare la propria strada. Anche per questo, al II Convegno Nazionale Wiccan, abbiamo deciso, di comune accordo, di organizzare dei gruppi di discussione per rendere tutti protagonisti del confronto e della possibilità di portare ad altri la propria esperienza e la propria ispirazione. Non ci resta altro quindi che dirvi arrivederci e naturalmente augurarvi una buona lettura, sicuri che di qui a poco ci incontreremo!

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Athame

Anno II - n°4 VIII/2003

Direttore editoriale Davide Marrè (Cronos)

Redazione Gabrio Andena (Gabriel) Daniele Tronco (Elaphe)

Hanno collaborato Circle of Sand

Falco Lylir

Rosalba da Milano (Mnemosyne)

Upui

Disegno in copertina: Circle of Sand

Informazioni Tel 3201918937

[email protected]

Stampato in proprio presso

“Circolo dei Trivi” Via Medaglie d’Oro 19

Casorate Sempione (VA)

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3° Ufficio Entrate Milano

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Athame è un bollettino interno non a scopo di

lucro

La distribuzione è riservata a soci e

simpatizzanti

Athame non si occupa nè di raccolta, nè di commento e di elaborazione critica di notizie attuali, nè è caratterizzato dalla tempestività di informazione diretta a sollecitare i cittadini, non ha periodicità definita, nè è diretto al pubblico, ma a soci e simpatizzanti dell’Associazione, pertanto secondo l’insegnamento costante della Corte di Cassazione e ai sensi della legge sull’editoria 47/1948 e seguenti , non può essere considerato testata soggetta a registrazione.

Indice

Ora sono a casa Pag 3

“Genere” wiccan

Pag 5 “Pedro meo amor” ed altri rimedi per il cuore

Pag 10 L’iniziazione consapevole

Pag 14

Eko, Eko Pag 17

Equinozio d’autunno

Pag 18

Rantoli di etica magica Pag 20

L’istinto della strega

Pag 23

Il canto delle streghe Pag 26

Il culto della pratica

Pag 27

2° Covegno Nazionale Wiccan

“Dalle guaritrici di campagna alla Wicca moderna” 4 e 5 ottobre 2003

Castello di Massazza (Biella)

A pagina 8 e 9 tutte le indicazione per partecipare all’evento

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Questo, in origine, voleva essere un articolo su che cosa è la Wicca. Nel corso della sua stesura ha preso tuttavia una strada diversa…molte strade diverse. Vi capita mai di avere l’impressione che le parole abbiano una vita propria e i discorsi quasi una volontà loro? Bizzarria e seduzione della scrittura. Alla fine non sono proprio riuscito a riordinare questo gregge disperso di riflessioni e ve lo offro com’è arrivato a me. Chissà che qualcuno di voi non riesca a scorgervi un filo rosso che lega tutto…

Vorrei partire da un piccolo aneddoto d i c a r a t t e r e p e r s o n a l e , p e r m o s t r a r e u n a particolarità della nostra religione.

La mia vocazione è avvenuta con l’appassionata lettura del romanzo Le Nebbie di Avalon, di M.Z. Bradley, una rivisitazione in chiave un po’ storica, molto femminista e pure parecchio pagana della saga di Artù. Ricordo che mentre leggevo fra quelle pagine delle Sacerdotesse con il tatuaggio della luna azzurra, del Dio Cervo e della Triplice Dea m’invase una certa melanconia, direi quasi una nostalgia: “Che bello se qualcosa del genere potesse esserci davvero! Io ci crederei con tutta l’anima…”, pensai. Fra quelle pagine mi sentivo a casa. Beh, dopo averlo pensato subentrò di nuovo il mio raziocinio: “ Sono solo invenzioni…” e mi sentii parecchio deficiente a dire il

vero, per aver pensato e per continuare a pensare, nonostante tutti gli strali del mio intelletto, che in fondo qualcosa di vero in quel romanzo dovesse pur esserci. Scrollai le spalle. Ma ecco che accadde l ’impensabile. Gli Dei amano sorprenderci. Incappai nella pagina di ringraziamenti finali, in cui l’autrice

ammetteva il suo debito nei confronti di alcuni gruppi neopagani (!!!). Rimasi di sasso. Ma come, mi chiesi, esistono dei “neopagani”? Che cosa diamine è un “neopagano”? Mi gettai in un’avventurosa quest per la Rete e lì conobbi per la prima volta la Wicca.

Al di là di tutto ecco perché la nostra religione è diversa da molte altre: è spesso definita una “religione senza convertiti”, perché l’impressione è che nessuno diventi wiccan, ma che tutti tornino ad esserlo. La sensazione di chi s’imbatte nella Wicca e ci si trova bene è di essere “tornato a casa”, in un luogo, probabilmente del

suo cuore, cui è sempre appartenuto e a cui, infine, è ritornato. La prima celebrazione porta con sé l’apertura di un velo che prima teneva nascosta una verità primordiale, incisa nella carne, nelle ossa e nell’anima, più che nello spirito: che i cicli del Sole e i volti della Luna, le stagioni della Terra e gli intrecci delle Stelle hanno

sempre seguito il loro corso e tutti gli uomini e le donne li avvertono nel sangue dalla notte dei tempi, tutto quel che avviene segue il loro ritmo, i sensi e i non-sensi del m o n d o s o n o rispecchiati in quelle spirali. E’ d a v v e r o l a Vecchia Religione, perché celebra il più antico e naturale rapporto col Sacro che

l’umanità abbia mai esperito. Ed è la nostra Vecchia Religione, se mi consentite lo slittamento di significato, di ognuno di noi, perché tutti riscopriamo che quel che in cuor nostro abbiamo sempre creduto, i piccoli riti e le offerte che facevamo da bambini a qualche “spirito” non ben precisato, il nostro sentirci in unità con piante e animali, la certezza dell’esistenza della magia e del mistero, non erano fantasie infantili, ma gli Dei che ci chiamavano.

Sì, spesso gli Dei chiamano i loro figli e le loro figlie e forse li vogliono sempre vicini a sé, da una vita all’altra. Tuttavia non penso proprio

Ora sono a Casa Riflessioni sparse su ritorni e partenze

di Gabriel

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che tutti i wiccan siano stati in qualche vita passata streghe bruciate sul rogo, druidi britannici, sacerdotesse e via dicendo. Allora una questione rimane poco chiara: perché quel senso di ritorno a casa?

Azzardo una risposta in due direzioni.

Primo, perché i simboli e i miti pagani toccano strati così profondi della nostra psiche che per tutti detengono un qualche significato, non necessariamente positivo, ma spesso sacrale. Quindi tutti, in fondo, sentono che gli antichi riti sono parte del nostro retaggio in quanto essere umani e forse in quanto creature viventi partorite e nutrite dalla Madre Terra. Viviamo in ambienti che sono per una gran parte artificiali, tagliati fuori dai cicli stagionali: estate e inverno significano pressappoco caldo/freddo e ferie/lavoro. Celebrando nuovamente i Sabbat e gli Esbat si ristabilisce una connessione che penso tutti, a qualche livello più o meno cosciente, avvertono come mancante e che comporta un flusso costante di energie, creatività, trasformazione. Noi ritroviamo nel tempo e nello spazio, grazie al Cerchio, un senso e una direzione che è l’unica cura per lo smarrimento f rene t i co de l la g r ig ia v i ta metropolitana. Ci riscopriamo come parte di un organismo più vasto, che sempre ci circonda e ci avvolge nel suo abbraccio. Calore, protezione, riposo: una casa.

Seconda considerazione: per alcuni invece è proprio i l carattere schiettamente pagano a colpire e a far presa, quel senso di diversità rispetto a tutte le religioni che non siano vecchie, nel senso in cui lo è la Vecchia Re l ig ione . La Wicca, se non annacquata, presenta un carattere che ha qualcosa di rude, selvaggio, perché vede il Sacro nella Natura, che proprio gentile non è, anche se, talvolta, può esserlo; presenta degli Dei che davvero sono Grandi, più che umani, e non sempl icemente del le proiezioni antropomorfiche, degli Dei che possono essere incontrati faccia a faccia…in incontri che non sempre sono piacevoli, anche se quasi sempre istruttivi.

Ecco che qui arrivo ad un punto che mi preme, nota dolente: quanti credete posssano apprezzare la durezza di questo paganesimo? Quanti sono pagan born, come cantano in una bella canzone gli Inkubus Sukkubus? Quanti hanno il coraggio di essere falciati col grano per poter poi rinascere? Secondo me pochi. E quei pochi, ci nascono. Per

questo diventare wiccan è ritornare alle Antiche Vie. Penso che la Wicca, nel secondo senso sopra riportato, non sia una religione per tutti. Anzi, se vog l iamo ef fe t t ua re que s ta distinzione, come diceva un padre della Chiesa, Clemente Alessandrino, che conosceva i Misteri e la sapeva lunga, ci sono sempre due piani in una religione: il piano pistico (dal greco pistis, credenza), di coloro che credono e l’altro livello, quello gnostico (da gnosis), di coloro che sanno. Anche nella Wicca penso che le cose stiano così: tutti possono celebrare, tutti possono stare bene lanciando i loro incantesimi e pregando il Dio e la Dea; ma c’è chi si spinge più in là perché è chiamato a farlo dagli Dei stessi e, forse, se trova la forza e il coraggio e supera le prove, diviene sacerdote o sacerdotessa, perché…la Dea mi protegga dalle maledizioni che mi verranno scagliate dopo questa frase… non penso che tutti i wiccan lo siano.

L’affermazione che talvolta si legge “tutti sono streghe”, mi va bene se ci si limita ad intendere che tutti possono fare qualche incantesimo o rivolgere qualche preghiera a chi più piace o professare una qualunque visione del mondo. Se si pensa che sia tutto qui, si è ben partiti lontani dalla Wicca, altro che ritorno! Gli Dei scelgono con cura i propri portavoce.

Il nostro giornale è uno spazio aperto pertanto siamo sempre alla ricerca di persone che abbiamo qualcosa da dire sulla Wicca.

Se sei interessato a dire la tua contattaci!

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Chi sono i Wiccan in g e n e r a l e e d , i n particolare, in Italia? Quanti siamo? Esistono differenze tra Wiccan maschietti e Wiccan femminucce? Penso che molti tra noi si siano posti almeno una volta queste domande. E di certo non è semplice dare una risposta. In verità non credo nemmeno sia possibile fornire “una” risposta. Come scrivevo nell ’articolo dedicato al sincretismo sul precedente numero di Athame, la Wicca è un tale amalgama di correnti, credenze, movimenti delle più svariate origini, che risulta davvero difficile riuscire a fornirne una classificazione univoca. Ma alcuni spunti di riflessione certamente sì. Un semplice contributo al conoscerci meglio è il modesto scopo di queste righe. In tempi passati la pratica della s t regone r ia era tenu ta gelosamente segreta, e non solo per evident i necessi tà legate al “privilegio” di far parte di tale “casta”, con la perpetuazione della separazione tra “ in iz iat i ” e “profani”[1] di origine immemore, ma anche e soprattutto per le inevitabili persecuzioni che la dichiarazione di tale pratica comportava. Non dimentichiamo che la civilissima Gran Bretagna abolì la legge contro la stregoneria (Witchcraft Act) soltanto nel 1951 e, pare, perché al Governo fosse giunta voce che la stregoneria era morta[2]. Sic! Per non dire di Szuszanna Budapest, arrestata nel

1975 nella libera e democratica confederazione degli Stati Uniti d’America ‘grazie’ ad una legge contro la divinazione che rimase in

vigore sino al 1985 [praticamente, l’altro ieri!]. Ma i tempi, si sa, cambiano. E nel 1989 Jamie Kellam Dodge, cui venne tolta la carica di consigliere dell’Esercito della Salvezza nel 1987, quando si venne a sapere che apparteneva al culto Wicca, riportò una delle più importanti vittorie legali delle streghe… nel secolo scorso. Il caso fu discusso in tribunale [U.S. District Court of Biloxi, Mississippi] e venne dichiarato che il licenziamento di Jamie ledeva il diritto della libertà di culto. Dunque non solo esistono meno timori

a “mostrarsi” ed a rendere nota l’appartenenza ad un culto, piuttosto che ad un altro. Ma addirittura si assiste al fenomeno di desiderare fortemente di essere riconosciuti come

appartenenti alla religione “Wicca”. Un segno di distinzione dei nuovi tempi! Ma non tutti i Wiccan la pensano così.

E molti continuano a preferire quantomeno la discrezione (se non proprio la segretezza) per quanto riguarda il proprio culto ed il proprio sentire. Così succede che quando qualcuno decide di “contarci” i risultati sono estremamente variabili. Naturalmente in Italia non esistono ancora statistiche in questo senso. E non c’è da stupirsi, considerato che la libertà di culto e religione non è esattamente una delle prime priorità di questo Paese. Ma negli U.S.A. adorano monitorare e contarsi. E navigando in

Internet, moderno pozzo senza fondo di informazioni e scienza, possiamo scoprire che nel 2000 la Covenant of the Goddess (CoG), una delle più rappresentative associazioni di Wiccan d’oltreoceano, ha fatto un censimento di Wiccan e Pagani e ne conta 768.400 circa tra Stati Uniti e Canada. Curioso notare che la maggior parte, com’è prevedibile, risiede in California (12,24%), ma il secondo stato per numero di aderenti è il Texas, con il 7,81% (il povero Bush dovrà rassegnarsi, eheh!). Mentre lo Stato di New York, nonostante la presenza di grandi e

“Genere” Wiccan

di Mnemòsyne

"C'è più differenza all'interno di uno stesso sesso che fra maschi e

femmine." (Ivy Compton-Burnett)

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molto noti attivisti quali Phyllis Curott, ha un quarto posto con un 5,16%, preceduto dalla Florida. La Top Twenty Religions degli U.S.A., invece, pubblica un censimento a cura del The Pew Forum on Religion and Public Life nel 2001 dove, al decimo posto, troviamo la categoria Wiccan / Pagan / Druid che conta 307.000 membri (lo 0,1% della popolazione USA del 2000). Meno della metà rispetto al dato CoG! Chi ha ragione? E’ evidente che non è possibile stabilirlo. E da noi in Italia? Ho tentato un’estrapolazione di dati utilizzando il mio “osservatorio”, ossia la mailing list delle Muse, che esiste nella sezione Paganesimo di Yahoo! dal novembre 2000 e, più in generale, l’intera sezione Paganesimo di Yahoo!, che senz’altro accoglie le mailing lists più rappresentative, in termini di numero, del panorama web nazionale. In totale la sezione Paganesimo conta 142 gruppi, di cui soltanto 7 hanno un numero di aderenti superiore a 100. Di cui, però, la maggior parte presenti in più ML. A grandi linee potrebbe essere possibile ipotizzare un numero di aderenti o simpatizzanti wiccan telematici (ossia che utilizzano I n t e r n e t q u a l e c a n a l e d i comunicazione) intorno a 500/700 individui. Ma le variabili sono davvero troppe e troppo complesse per poter offrire una stima anche solo parzialmente attendibile. Senz’altro più interessante è, però, osservare la percentuale di maschietti

e femminucce. Perché è innegabile che, in questi ultimi 3 anni, si sia assistito ad un forte aumento dell’interesse maschile nei confronti di tali argomenti. Senza arrivare alle percentuali statunitensi (CoG rileva un 71% di donne contro un 29% di uomini; tuttavia si tratta di dati, come dimostrato prima, che non appaiono granché attendibili), ho rilevato che, dall’inizio dell’attività delle Muse, la percentuale di “streghe” di sesso maschile è aumentata dal 10 al 20%. Taluni affermano, addirittura, che in Gran Bretagna il numero di wiccan maschi abbia superato quello delle wiccan femmine, ma a mio avviso la difficoltà nel reperire le informazioni rende tutti questi dati statistici non sempre corretti e significativi. Tuttavia è comunque evidente, non foss’altro come dato empirico, che i signori uomini sono sempre più presenti nel panorama Wiccan internazionale. Più interessante, a questo punto, chiedersi il perché di questo fenomeno. E se effettivamente uomini e donne arrivino alla Wicca con desideri, aspirazioni, ‘sentire’ diversi a seconda del genere cui appartengono. Prima di affrontare il discorso, però, è necessaria una premessa. Avrete notato che utilizzo il termine “genere” in luogo di “sesso”. Questo perché, a mio avviso, esistono due tipi di differenze fra le donne e gli uomini: sesso e genere. Il sesso è determinato dalle diverse fisicità esibite dalle femmine e dai maschi. Il genere è altro. Ha a che fare con le diversità socialmente determinate fra i due sessi: il rapporto fra le donne e gli uomini ed i loro ruoli sociali nelle loro società o comunità.I ruoli di genere risultano dalle differenze socialmente assegnate fra le donne e gli uomini. Possono mutare e variano a seconda della classe sociale, della razza, della casta, dell'origine e t n i c a , d e l l a religione, dell'età ed anche del tempo. Essi i n f l u e n z a n o l a divisione del lavoro,

che rinforza i rapporti di potere esistenti e l'accesso alle risorse, ai benefici, alle informazioni ed alle decisioni. Nel guardare al genere, è cruciale considerare le differenze fra il sesso ed il genere. In questo senso, ed in questo caso, penso sia più appropriato parlare di “genere”. La stragrande maggioranza del genere femminile wiccan ha avuto esperienze di femminismo. O è giunta ad una nuova consapevolezza del proprio essere femminile, reso finalmente sacro e portatore di una d i g n i t à r i c o n o s c i u t a a n c h e spiritualmente grazie alla presenza della Dea, multiforme divinità di sesso ( f i n a l m e n t e ! ) f e m m i n i l e . Particolarmente interessante la presenza di molte studentesse in psicologia o archeologia, tra le più giovani aderenti. E, mi piace aggiungere, la maggior parte dei wiccan, indipendentemente dal genere, ha un livello culturale decisamente medio-alto. Soprattutto nella fascia di età 20-35 anni. Molti gruppi wiccan costituiti da sole donne (non tutti, beninteso!), seppure non dichiaratamente appartenenti a l la corrente cd . “d ianica” , d iment i cano ta lvol ta i l D io , difficilmente utilizzano l’athame rituale nelle loro celebrazioni e pongono decisamente l ’enfasi sull’aspetto femminile della Divinità, pr ivi legiando i l “sentire” , la sensibilità, l’esperienza sensoriale (sesto senso compreso) ed interiore a scapito, talvolta, della base “culturale”, in particolare delle discussioni filosofico-teologiche. Tra appartenenti al genere maschile

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wiccan, invece, se ne t r o v a n o t a l u n i p r o v e n i e n t i d a esperienze di magia cd. “cerimoniale”, dove già in altri tempi la presenza maschile era codificata in ruoli b e n p r e c i s i , s o l i t a m e n t e predominanti rispetto alle partecipanti di genere femminile. Ahimè, esistono casi del genere anche nel movimento wiccan attuale che risentono dell’influenza della concezione sessista presente in buona parte della magia cerimoniale. Un esempio per tutti può essere trovato nel numero 14 della rivista “Mysterium eXoterium - speciale dedicato alla Wicca” (wicca?!?), dove francamente viene da chiedersi a quale Wicca facciano riferimento… per non dire altro! Ma fortunatamente moltissimi altri, soprattutto tra i più giovani, giungono alla Wicca perché realmente desiderosi di sperimentare nuove forme di mascolinità più armoniche, piene e ricche di sensazioni rispetto ai ruoli cd. “maschili” imposti dal patriarcato. Ed in questa straordinaria ricchezza,

di nuove donne più audaci e consapevoli, e di nuovi uomini più aperti ed attenti, credo risieda la vera grande novità ed uno dei motivi del successo di questa nostra “nuova” ed antica religione. Edward C. Whitmont (1912-1998, psicologo junghiano), nel suo stupendo libro “Il sorriso della Leonessa” (ed. Piemme 1999), afferma che “La Dea è la custode dell’interiorità umana. Il patriarcato regolava gli aspetti esteriori del comportamento dell’uomo, ma svalutava l’istinto, il sentimento, l’intuizione dell’individuo e le profondità del femminile, eccetto che in funzione di un servizio alla collettività. E’ significativo il fatto che il termine “effeminato” sia stato coniato con senso

dispregiativo. Nel nuovo o r i e n t am en to ogn i individuo deve scoprire la f o n t e p e r e n n e dell’autentica coscienza e dell’indirizzo spirituale, la divinità che è dentro di lui.”. Auspico che ognuno di noi possa, alfine, s e m p l i c e m e n t e dichiararsi di “genere” wiccan. Nel rispetto reciproco e nella consapevolezza che, forse, ciò che afferma

Ivy Compton Burnett non è poi così provocator io come pot rebbe apparire ad una prima lettura. [ 1 ] I l t e r m i n e p r o f a n o ,

etimologicamente, indica “colui che sta davanti al tempio”, da “fanum = sacello della divinità”, dunque non all’interno di esso [2] lo dichiara Doreen Valiente nella sua conferenza del novembre 1997 di fronte alla Conferenza Nazionale della Pagan Federation

Le Muse nella rete MailingList

http://it.groups.yahoo.com/group/lemusenellarete/

Le Muse, che hanno l’onore e l’orgoglio di accogliere tra i propri membri la grande Phyllis Curott, dialogano di Cultura, magia, Benessere e Gioia di vivere. Bene accetti articoli sulla Wicca, recensioni di film, opere teatrali, libri, di argomento esoterico e non, che arricchiscano il nostro “bagaglio” di viaggiatori sui percorsi magici.

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Per l’iscrizione al convegno potete compilare il form che trovate all’indirizzo www.anticaquercia.com seguendo i link correlati e le relative istruzioni. Per coloro che fossero sprovvisti di accesso a internet potete compilare il form sottostante, versare la quota di 75 € (sono compresi i tre pasti) sul conto corrente postale N° 30589287 intestato a Luigi D’Ambrosio, causale: iscrizione convegno 2004 e inviare via posta prioritaria il form insieme a una copia della ricevuta del versmento a:

Circolo dei Trivi - Segreteria c/o Gabrio Andena

Via Medaglie d'Oro 19 21011 Casorate Sempione (VA)

oppure via fax al n°:

340 1282118

Entro e non oltre il 25-09-2004. L’altra copia della ricevuta servirà come biglietto di ingresso al Convegno La quota sarà rimborsata solamente in caso di annullamento del convegno. La quota non verrà rimborsata in caso di mancata partecipazione dell’iscritto.

Form di iscrizione al III Convegno Nazionale Wiccan “Dalle guaritrici di campagna alla Wicca moderna”

Nome: __________________________________________ Cognome: _______________________________________ Residenza Via: ___________________________________ Città: ___________________________________ CAP: _______ N° Telefonico: ____________________________________ Dove ha saputo del Convegno: __________________________________________________ Da quanto tempo si interessa di Wicca e stregoneria: _______________________________ Che cosa si aspetta dal Convegno: _______________________________________________ Che tipo di alimentazione segue (onnivoro—vegetariano): ___________________________ Con che mezzo arriverà al Convegno? ___________________________________________ Dove pernotterà? _____________________________________________________________ A quale gruppo di discussione o laboratorio intende partecipare? (barrare max 3 preferenze)

□ I luoghi di potere □ Per una Wicca italiana

□ Grounding, Centering e tecniche di mediatzione nella Wicca □ L’etica del Rede […]

□ Invocazioni, canti rituali e magia della voce □ Politeismo, duoteismo, […]

□ La danza degli dei N.B. : I laboratori e i gruppi di discussione si terranno simultaneamente, pertanto sarà possibile partecipare ad una sola delle attività in elenco che comunque non potranno avere più di quindici partecipanti che verranno inseriti secondo l’ordine d’iscrizione al convegno e tenendo conto della/delle preferenze espresse. Gli elenchi degli iscritti alle attività verranno esposti durante il convegno.

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Eccoci qua. Questa volta il ricettario è alla mia cura. Per la prima volta fornisco ricette e spero qualche buon consiglio per agire in prima persona. Premessa: “Fa ciò che vuoi se non nuoce a nessuno” - Mi scusino i puristi o gli invasati, ciò che leggete è stato scritto da un solitario eclettico che ha il piacere di condividere alcune delle proprie ricette. Vi avverto, non tutto e non pronto. La scintilla vitale siete VOI! La prima ricetta che consiglio e garant i sco è un sacchet t i no antropomorfo per un amore che non conoscete ancora, uno di quelli seri, impegnativi, o per un riavvicinamento. Io l’ho chiamato “Pedro meo Amor”, per gli utenti finali dai più svariati generi e gusti è anche disponibile la versione “Rosa meo Amor” Vi prego di leggere, con attenzione, tutti i passi. Cercare di compenetrare il meccanismo messo in atto. Gli ingredienti, i tempi ed i modi sono comunque suggerimenti, sono sicuro che nessuno meglio di ognuno di voi, in prima persona, sa cosa può essere più appropriato ed efficace. Il procedimento si basa sulla magia i m i t a t i v a , q u i n d i so t to l i neo che la preparazione, la scelta dei dettagli e la dedizione garantiscono buona parte di successo. Parliamo in simboli ma è il rito che lega e attiva l’insieme. Cercherò di dare de i p i c co l i suggerimenti, a me molto utili.

Pedro meo Amor Prendete della stoffa, che sia di una vostra federa, di lenzuola o di un pigiama perché sarà la stoffa con cui confezioneremo il sacchettino e lo faremo con “stoffa di sogno”. Mi raccomando di reperire del cotone da cucito bianco ed un ago. Per i meno virtuosi del piccolo punto consiglio un ago con la cruna grande, ma non un ago da lana che disferebbe la trama del tessuto. Io ho cucito la sagoma del sacchettino durante il rituale, ma chi preferisse può preparare il tutto prima

dovendolo poi solo chiudere. Più dettagli anatomici sono riportati più saremo agevolati nella visualizzazione. Per chi non ha molto tempo e dovrà scadenzare i preparativi, consiglio di scegliere un motivo da ascoltare o, per chi preferisce, da cantare. Qualcosa che si colleghi al nostro lavoro, al nostro desiderio o che ci predisponga al meglio. Se il sacchettino in fine dovesse risultare tristemente quadrato, nulla di grave. Che sia stato

confezionato da voi è sempre la cosa migliore, in oltre lo potremo personalizzare con un bel pennarello rosso, come comunque descritto più avanti. La scelta di inserire una spezia, un’erba o un frutto è solo per trovare una corr i spondenza con una qualità/virtù che invocheremo, un ancoraggio alla visualizzazione ed un esplicito impegno di ricerca, cosa e come adoperarlo. Secondo ciò che ho trovato poi ho scritto il rito. Come fonte ho utilizzato L’enciclopedia di S. Cunningham, ma voi potete ricorrere

alle migliaia di siti in rete, che lo hanno copiato. Ecco la lista originale con le motivazioni: Artemisia - sveglia il sentimento Acero ( f o g l i e ) - ricchezza d’amore Carcadè - amore ardente* Cedrina - attira persona Chiodi di garofano - purifica e attira

“Pedro meo amor” ed altri rimedi per il cuore

Breve compendio di consigli e ricette per il cuore, tutte assolutamente pratiche.

di Circle of Sand

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Cotone - trova amore Geranio rosso - amore forte e persistente Ginepro - uomo virile, sessualità** Liquirizia - fedele e passionale (ABBONDATE!!!) Malva - attira l’amore Maggiorana - da forza all’amore Menta (piperita o no) - stimola l’amore Mirto - amore vivo Noce brasiliana - fortuna per amore Oleandro - concretizza l’amore Orchidea (radice) - Amore per eccellenza Orzo - da’ amore Papavero (semi) - stimola l’amore Rosa (rossa) - aiuta l’amore Rosmarino - amore, desiderio*** Tiglio - amore longevo Timo - attrazione irresistibile Tulipano - consacra l’amore Vaniglia - desiderio, sincronia Zafferano - desiderio, felicità Zenzero - sigillo, sicurezza * Il carcadè è un ottimo infuso con un po’ di cannella e qualche chiodo di garofano, zuccherato con miele, servito ben freddo. Incoraggia alle confidenze rinfresca e rallegra lo spirito, specie se servito con qualche

goccia di brandy. ** Se invece di Pedro stiamo cercando una Rosa allora suggerisco della Canna da zucchero o Boccioli di melo, o ciò che più vi ispira: femminile, amabile, dolce, appassionata. ***Una delle erbe da me preferite. Non dimenticatela mai nell’arrosto e nelle zuppe rustiche, i piccoli dettagli di ogni giorno danno i migliori risultati e ci permettono di familiarizzare con l’arte e la natura delle cose. Nel mio caso il sacchettino serviva ad una donna che cerca un uomo, al momento congeniale e con forti e determinate doti caratteriali. Cercando di superare un momento di sfiducia e delusione. Vi sfido quindi ad associare ad ogni passo dell’invocazione che leggerete l’ingrediente ad esso associato e che a in quel momento viene inserito nel sacchettino. Preparo con del semplice filo di rame un cuoricino da inserire come ultimo ingrediente nel sacchettino. Ciò attirerà amore (qualità intrinseca del metallo) e affermerà l’amore cercato come entità. Ho anche preparato una candela rossa con dell’olio di rosa, il classico che non impegna. La data scelta, perché prossima, è assolutamente perfetta: primo quarto che precede il solstizio di primavera in Luna piena! Questo e’ C**O… ops fortuna! Il rituale nel mio caso viene diviso in due momenti, il primo, svolto da me di preparazione ed il secondo dalla diretta interessata. Nulla vieta di unificarli se siete voi stessi anche i diretti interessati. E’ ovvio che ciò che vi descrivo è per far nascere qualcosa, per accrescere un rapporto, quindi consiglio una Luna crescente o piena. Per fugare le incertezze divinate sul momento scelto o fatevene suggerire uno. Per il giorno e l’ora, chi volesse e può scelga ciò che preferisce e ritiene opportuna. Mi preparo con una bella

doccia, un bagno sarebbe per me ideale… ma non ho la vasca. Nulla mi impedisce di mettere dell’olio essenziale nel bagnoschiuma, accendere le mie brave candele e vestirmi nel modo a me più appropriato. Consacro lo spazio, e invoco il cerchio. Invidio sinceramente chi può praticare all’aperto e conforto di cuore chi, come tanti, è in appartamento e magari nella propria camera o peggio nascosto in bagno. Vi prego di scegliere autonomamente ciò che considero i fondamenti del culto. Bandite e chiudete il cerchio, consacrate mentre invocate il cerchio, Angeli o Arcangeli… fate da voi! Trovate ciò che meglio vi accende, soddisfa e vi piace. Scegliete una divinità all’occorrenza, rivolgetevi alla vostra preferita o rivolgetevi solo alla Signora e al Signore. Io o due o tre procedimenti che alterno a seconda i casi. Costruite con la pratica il vostro cerimoniale, è ciò che sento la necessità di consigliarvi. Nel luogo di Perfetta fiducia ed immenso amore, innanzi gli Dei, lavoro il frutto. Purifico, consacro e potenzio tutti gli ingredienti. Cucio il sacchettino e lo riempio, contemporaneamente recito:

“Di stoffa di sogno sei. Ti purifico!

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Amore attiro, risveglio il sentimento… …stimolo amore, stimolo amore!

Accorri in aiuto dell’amore, lo attiro! Si concretizzi!

AMORE SEI, AMORE DAI. Desiderio e sintonia donano armonia, dono forza a questo amore, fortunato

cuore. Irresistibile attira a te il cuore che solo

è. Sei uomo virile e sensuale, fedele e

passionale.” ORA POTRESTE CHIEDERE AGLI ASTRI DI ESSERVI FAVOREVOLI MA VI P R E G O D I S P E C I F I C A R E ASSOLUTAMENTE CHE L’INCANTO NON DANNEGGI NÉ VOI NÉ NESSUN ALTRO. Il sacchetto è ora l’incarnazione dell’Amore che si desidera. Carico il frutto, la candela rossa ed un pennarello rosso nuovo, e mantengo alto il potere se desidero compiere tutto in una cerimonia. In alternativa innalzo, o meglio in questo caso concentro il potere nel frutto, radico e chiudo ringraziando. Il frutto è stato consegnato avvolto in stoffa bianca con la candela ed il pennarello. Allego anche delle is truzioni dettagliate su come procedere. Lavarsi, cercare un momento sereno per se e procedere come segue. Pronunciando ciò qui riportato

segnare con il pennarello i vari tratti somatici. Nessuna paura per gli arte-deficitari. Si parla di associare al buon umore della persona un linea curva che ne rappresenti il sorriso sul pupazzo; un ricciolo che sia l’orecchio se si parla di capacità di ascolto e comprensione e anche gli attributi sessuali (seno, pene… a seconda) sia per le doti fisiche amatoriali, ma anche per dare una polarità all’eventuale poco antropomorfo quadrato di stoffa delle ricamatrici meno felici. Con l’ultima frase prima del ritornello disegnate un cuore sul sacchetto e scriveteci dentro il vostro nome. Mentre arde la candela rossa procedete recitando:

“Io ti chiamo e ti cerco, ASCOLTAMI amor mio! Io ti chiamo e ti cerco, ACCORRI amor mio!

Io ti chiamo e ti cerco, VIENI amor mio!

A mille chilometri senti il mio richiamo. Occhi grandi per vedere, il mio cuore

interpretare.

Io ti chiamo e ti cerco, ASCOLTAMI amor mio!

Io ti

chiamo e ti cerco, ACCORRI amor mio!

Io ti chiamo e ti cerco, VIENI amor mio!

Labbra dolci come il miele sono vere

e sincere. Spirito forte e gioviale con acume mi

fa gioire.

Io ti chiamo e ti cerco, ASCOLTAMI amor mio! Io ti chiamo e ti cerco, ACCORRI amor mio!

Io ti chiamo e ti cerco, VIENI amor mio!

Sicuro e laborioso ci attende un

futuro roseo. Fino d’intelletto amante divino a letto.

Io ti chiamo e ti cerco, ASCOLTAMI amor mio! Io ti chiamo e ti cerco, ACCORRI amor mio!

Io ti chiamo e ti cerco, VIENI amor mio!

Il mio cuore sa conquistare ed il mio

corpo incendiare Fiamma perenne la passione, con

dolcezza e buonumore.

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COSÌ SEI AMOR MIO

Io ti chiamo e ti cerco, ASCOLTAMI amor mio! Io ti chiamo e ti cerco, ACCORRI amor mio!

Io ti chiamo e ti cerco, VIENI amor mio!”

Il sacchettino va portato sempre con se o lasciato sotto il materasso in corrispondenza del cuscino. Tempo stimato 2-3 lunazioni. Mi raccomando servite caldo! Per i riavvicinamenti non rivolgetevi mai al nome dell’amato/a né inserite foto o elementi biologi all’interno del sacchettino. Questo procedimento sarebbe coercitivo e altamente tossico. Ve lo sconsiglio vivamente. Se la persona tornerà a voi era la persona giusta, viceversa guardatevi intorno c’è qualcuno che merita la vostra attenzione. Proprio sull’attenzione e la capacità di catturarla, il fascino si basa. Di questo la seconda ricetta tratta. Per

una serata speciale, per aumentare la fiducia in se stessi, ma soprattutto per essere irresistibili. Chi ci circonda ci vede attraverso i nostri occhi. Vi consiglio di divertirvi più che potete. Per procedere serve una candela rossa o bianca, una rosa anche secca, un pentacolo, ciondolo, da lavoro, disegnato su carta, è indifferente. Vi serve anche un prodotto cosmetico, acqua di rose, una crema idratante o un profumo. Io prediligo la crema idratante da poter passare liberamente su tutto il corpo. Potreste arricchire la crema idratante aggiungendo mirra, rosa e vaniglia. In questo caso una fase lunare vale l’altra, basterà sfruttarne al meglio la valenza. Luna nuova o calante, diminuiamo, nascondiamo il difetto che non ci piace, riduciamo la resistenza ad approcciarci. Luna piena o crescente per esaltare ciò di cui siamo fieri, occhi, bocca, accrescendo il magnetismo. In alcuni casi non ho trovato necessario procedere con lo spazio sacro ed il cerchio, ma se avete tempo per una rilassante abluzione, un incenso speciale e tante candele, regalatavi parte del l ’attenzione che sperate di riscontrare altrui. Vi suggerisco di saltare i preliminari solo dopo un po’ di pratica, quando il cosmetico sia stato già caricato a dovere e la vostra v i sua l i zzazione s ia ch iara ed immediata. Accesa la candela rossa dopo averla

posizionata accanto o sul pentacolo. Sfogliate quattro petali di rosa e bruciate il bocciolo che resta come incenso. Dai fumi che si delineano danzando nell’aria traete ispirazione, vestitevi di un barocco velo, di tribali tatuaggi. Centratevi, abbandonatevi all’abbraccio della Dea, lasciatevi pervadere dal calore del Dio. Potete recitare quanto scritto qui a seguito, è uno stralcio dei segreti di Cleopatra, estratto da una eccellente, mirabolante, assolutamente PERDIBILE edizione della Rebis - serie gatto nero… peccati di curiosità giovanile. Queste poche righe sono state così attraenti da essere state riportate sul grande schermo, in un FILMONE come Giovani Streghe*.

“Questo è per essere, questo è per sentire.

Forma e confine Che ognuno possa gioire”

Non si parla di apparenza ma di cosa essa possa essere fatta. Mentre invocate carezzatevi con la crema. Le tempie, la fronte e gli zigomi. Sentite il respiro della Dea, udite il motivo del Dio. Sorridete. Gioite. Siete IRRESISTIBILI e lo sapete. *Chiaramente, spero per tutti, non è un film wiccan. [email protected]

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Trovandomi a riflettere sulle mie attuali esperienze, è stato molto interessante, per quello che mi riguarda, concludere che queste in ultima analisi possono essere considerate una sorta di “percorso iniziatico “ . Per certi versi la mia potrebbe anche es sere una conclusione piuttosto affrettata, ma io credo che, senza dubbio per la stragrande maggioranza dei lettori, sia avvenuto nello stesso modo cioè in maniera del tutto inconsapevole. Fondamentalmente penso che la Stregoneria sia proprio questo, una sorta di Vocazione che giunge nella Tua vita come se fosse per caso, ma come ho già detto, il caso non c’entra nulla . A mio parere il “Percorso Iniziatico” lo si può riassumere in pochi ma essenziali “passaggi”. Sia chiaro che nell’elaborare questi “passaggi” non mi sto servendo dei soliti libri . Questo è un “Percorso Iniziatico” personale , e probabilmente tutto ciò che descriverò non rientrerà nelle Vostre pratiche e nel Vostro “Sentire” (ma ritengo che vi siano molti aspetti in comune).Ci tengo anche a precisarvi che tutto ciò che “illustrerò” parte anche da presupposti e realtà che ho già affrontato in altra sede. Tutte le mie attuali e s p e r i e n z e s i s o n o sviluppate nel tempo e attraverso una sempre più lucida consapevolezza. Mi sono lasciato “trasportare” dal mio Sentire perché tutto ciò che riesco a

percepire mi riguarda direttamente. Andare nei Boschi e “Danzare” nel “Cerchio” (costruire un Cerchio di pietre) è sempre stato Emozionante per me e tante volte mi sono trovato ad eseguire qualcosa di istintivo che sul momento non comprendevo bene, ma sentivo di doverlo ugualmente fare .Tutto ciò, nel tempo, mi ha portato “all’Incontro “ con il mio “Vero Io personale” e ho compreso il perché di tutto quello che ho vissuto. Non so dove tutto questo mi porterà, ma è interessante , mi si stanno aprendo delle porte verso delle realtà che

intendo capire. Sulla base di tutto quello che mi è accaduto, mi sono sentito in grado di elaborare questi “passaggi iniziatici”

a cui ho dato delle definizioni. Ritengo che siano molto interessanti e che possano fungere da spunto per un’ulteriore riflessione. 1 ) Il “Risveglio” (Sentire una Voce) 2 ) Gli “Strumenti” (Realizzandoli alle volte anche inconsapevolmente) 3 ) La “Presa di Coscienza” (Attraverso Sogni e Visioni) 4 ) La “Danza” ( Realizzazione di un Vero Rituale personale )

Il “Risveglio” ( Sentire una Voce ) Che cosa intendo per “Risveglio”? Io penso che “Iniziazione” stia anche per “Vocazione”. Prima di g i u n g e r e s u q ue s t o “Sentiero” per me è passato veramente molto tempo, a lungo ho fatto parte di realtà che con il mio attuale “percorso” non centrano nulla . E’ stato all’età di 17 anni (attualmente ne ho 34) che io ho cominciato a “Sentire” una Voce nel mio Intimo, e sulla base di quella che è stata la mia educazione in quel periodo ho pensato che la Voce fosse quella di Dio (provenendo da una famiglia cattol ica, mi riferisco al Dio cristiano). Per tornare al discorso della “Voce” e del “Risveglio”, secondo la mia opinione è

fondamentale che nel “percorso iniziatico” vi debba essere un coinvolgimento di tipo Spirituale o Emotivo. Spesse volte mi è capitato di

L’iniziazione consapevole Quando le proprie esperienze possono definirsi un Vero e proprio “ Percorso Iniziatico ”

di Upui

By Upui

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discutere con persone che sostenevano di essere tutto e alla fin fine non erano nulla, potevo “percepire” in queste persone solamente un’interesse di tipo culturale per la Stregoneria o la Wicca senza che vi fosse un Vero coinvolgimento interiore. Nel mio caso si sono sempre manifestati degli strani “flash” che volevano condurmi a qualcosa, e per t r oppo tempo ho r ep re s s o considerandoli come segni del maligno ( per via della mia educazione cattolica ). Un fattore importante per me, nel poter infine considerare tutti questi episodi, è stato il mio allontanamento (volontario) dalla chiesa cattolica . Infatti non essendo più pressato dai concetti cattolici in merito a spiriti e demoni, ho potuto finalmente considerare nella giusta luce tutto quello che mi stava accadendo. Prioritario è stato il potermi finalmente rendere conto che tutto ciò che mi stava accadendo non aveva nulla a che fare coni demoni

“cristiani”. Gli “ Strumenti “ ( Realizzarli alle volte a n c h e inconsapevolmente ) Questo è un aspetto molto interessante d e l “ P e r c o r s o Iniziatico”! Nel punto precedente abbiamo v i s t o c h e è fondamentale al fine di percorrere una Vera “Iniziazione personale” , riuscire a “Sentire” la Voce del Divino che ci chiama appunto a questa scelta. Il s e condo pun to , tornando a ciò che mi riguarda, è stata la realizzazione degli

“S t rument i ” i nd i spensab i l i per “esercitare” l’ARTE ! Per parecchio tempo ho pensato di creare delle semplici opere artistiche, e mai mi aveva s f i o ra to l ’ i dea che ef fe t t i vamente s tavo realizzando dei libri e degli oggetti che mi sarebbero stati utili . Certamente vedevo ed ero cosciente di ciò che stavo creando, ma devo dire che in quei momenti era l’emozione dell’opera che mi colpiva molto e non il significato, che solamente in un secondo momento è cominciato a divenirmi chiaro . Sono sempre stato attratto dal Verde , e dunque mi sono lasciato emozionare dai vari “Spiriti di Natura” che mi spiegavano il metodo di incidere. Le loro parole, “Upui distendi la Tua mano e incidi il

Rame “, le ho sempre percepite come tutto il resto come delle semplici emozioni. Solo con il tempo è cominciato a divenirmi sempre più lampante che stavo facendo un “Percorso Iniziatico”. .

La “Presa di Coscienza” ( ciò avviene tramite Sogni e Visioni )

Altro punto fondamentale e secondo la mia opinione anche il più importante, proprio perché è attraverso una lenta “presa di coscienza” che Noi possiamo capire se effettivamente siamo portati verso la pratica della Stregoneria . Naturalmente qui ritorna il concetto che “Iniziazione sta per Vocazione” . I “praticanti dell’ARTE” ( Stregoneria Wicca ) non nascono dall’oggi al domani, ed effettivamente bisogna veramente essere portati verso queste discipline . Ad ogni modo , ad un certo punto ci accorgiamo che tutte le Nostre precedenti esperienze hanno contribuito molto nella Nostra embrionale “formazione iniziatica”.

“Natura” by Upui

“La Chiave” by Upui

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Ad un certo punto cominciano delle Vere e proprie “tempeste percettive“ fatte da Visioni e Sogni che riguardano Rituali e Cerchi nel Bosco . Tutte queste locuzioni, provengono non dalle Nostre attuali esperienze da “operaio della fiat”, ma da tutto un bagaglio di esperienze che si rifanno a ciò che Noi siamo stati prima della Nostra esistenza attuale . Forse in questo momento starete “rizzando il naso” perché la reincarnazione non è contemplata nel Vostro attuale bagaglio culturale, tuttavia in questo capitolo io sto parlando di “Iniziazione” dal punto di vista della “Vocazione” e nella mia ottica questo è un “Percorso” alla quale bisogna essere predestinati,

non vi si giunge dopo aver letto un libro! Io dovevo fare il prete, invece attualmente mi sto trovando a praticare le Arti Magiche , che mi hanno portato ad acquisire una consapevolezza che non immaginavo . Le mie “prese di coscienza” mi hanno portato a realizzare il fatto che in una mia vita precedente ero una Strega ( una donna ) e di cui ho fatto anche un disegno avendo potuto vedere la sua-mia immagine, insomma Upui è il risultato di questa “locuzione“. Ad ogni modo spero che a questo punto il concetto sia chiaro, bisogna essere portati per questo . Io non credo che sia attraverso dei “corsi” che si possa facilmente giungere alla “padronanza”

dell’ARTE! Penso che tutto stia nel saper “distendere la propria mano” .

La “Danza” ( Realizzazione di un Vero Rituale personale )

Che cosa intendo per “Danza”? Semplicemente parlo del senso finale che hanno tutte le Nostre percezioni e “prese di coscienza”. Quando istintivamente ci rechiamo nel Bosco e cominciamo a praticare dei veri Rituali magici o di ringraziamento alla Dea ( Aradia , la Luna o il Dio o chi volete ) . Quando proviamo a riflettere su tutto ciò, ci possiamo rendere conto di essere sul “sentiero” della Stregoneria . Tutto quello che ho realizzato nel Bosco (mi riferisco al “Cerchio di pietre” e ai vari Rituali ) è stato tutta una conseguenza emotiva delle mie consapevolezze . Ogni volta che vado il mio Rituale non è altro che un continuo ringraziamento al Bosco per tutte le energie che riesce a trasmettermi . L’odore del Bosco e gli Alberi, riescono a generare in me uno stato di trans , e il più delle volte è l’inizio del “Viaggio” (sciamanico). I m ie i R i t ua l i sono sempre accompagnati dal contatto con gli “Spiriti di Natura”, che vengono per ispirarmi nelle mie varie opere .

In conclusione Nei punti che ho “illustrato” sopra non ho la presunzione di voler esporre qualcosa di esaustivo sull’argomento “Iniziazione”. In questo articolo non ho affrontato la questione da un punto di vista sociologico o antropologico, ho evitato di discutere in merito alle molte opinioni che vi possono essere riguardo l’Iniziazione (una questione che lascio ad altri articolisti). Ho voluto parlare di ciò che riguarda me e le mie esperienze perché penso che ad ogni modo l’essere umano abbia spesso le medesime reazioni in contesti simili e forse molti potrebbero utilmente ritrovarsi in questi punti .

“Le quattro chiavi” by Upui

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by Circle of Sand

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Scemano le ore di luce durante la giornata e, in questo giorno, luce e buio tornano ad essere appaiate. Comincia così l ’autunno astronomico… Il Sole comincia a scendere nelle tenebre, diventa anziano e sempre più debole fino a raggiungere a Yule la morte e la rinascita. In tutte le popolazioni antiche Europee questo è il momento del secondo raccolto, nel nostro paese è giunta l’ora di raccogl iere i f rut t i e soprattutto l’uva, che per le antiche popolazioni italiche, e non solo, era uno dei frutti più importanti, quello da cui prendeva forma quell’inebriante nettare che è il vino. Ogni fase della raccolta è una festa, un ringraziamento, dalla semina prima alla vendemmia ora. Ne l me se d i s e t t e mb re s i festeggiavano i misteri Eleusini, dal racconto mitologico di Demetra e Persefone, quest’ultima fu rapita da Ade, signore degli inferi, portandola via dalla madre Demetra. La Dea del grano infuriata per questo iniziò ad impazzire e non fece più crescere nulla sulla Terra, gli uomini erano

ormai alla rovina e chiesero aiuto agli altri Dei, che convinsero Ade a rimandare sulla Terra Persefone, ad un’unica condizione che non avesse mangiato nulla presente nel mondo degli inferi, ma così non fu perché Persefone si era cibata di un frutto, il melograno. A questo punto la mitologia differisce, in alcune tradizioni Persefone mangiò tre chicchi di melograno, così fu obbligata a rimanere negli inferi tre mesi l’anno, in altre invece ne mangiò sei, e i mesi dell’anno in cui deve rimanere negli inferi sono sei, questo è dovuto alle diverse posizioni geografiche in cui il mito venne esportato e crebbe. Nei paesi più caldi, in cui il freddo dura tre mesi ed in cui la Natura si risveglia prima i chicchi furono solo tre, nei paesi più freddi in cui il risveglio della Natura è molto più lento i chicchi divennero sei. Demetra così decise di dare alla Terra l’abbondanza solo per i mesi in cui la figlia le stava accanto, mentre la desolazione sarebbe discesa sul

mondo quando Persefone si trovava negli inferi. Ciò che è stato seminato durante i precedenti mesi, viene ora raccolto. E’ tempo di ringraziare gli Dei per questo raccolto e di propiziare così ciò che sarà la semina del futuro anno. Nella tradizione celtica questa festa è chiamata Mabon, dal nome dello stesso giovane Dio del grano e della fertilità, anch’esso rapito pochi giorni dopo la sua nascita e liberato, secondo alcuni da re Artù, qualche anno più tardi, la

madre anche in questo caso era la Dea della fertilità Modron. Le equivalenze si sprecano e un’analisi comparata delle due mitologie porta ad innumerevoli somiglianze. Per gli antichi era il tempo di raccogliere le scorte per l’inverno, che avrebbero fatto la fortuna o la disgrazia delle varie popolazioni, momento altamente simbolico ed importante, sia dal punto di vista Naturale che magico. Il Sole scende

Equinozio d’autunno Da Mabon ai misteri di Eleusi

di Falco

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nell’abisso del mondo, nelle acque della Terra, perciò inizia il periodo dei misteri, dell’oscurità, da vivere in modo forse terrifico ma con dolcezza e speranza, perché la speranza del mondo e delle varie popolazioni era nel ritorno del Sole e della bella stagione. Questo è il tempo di osservare il nostro anno e cominciare a fare i conti con ciò che abbiamo seminato nel “bene” e nel “male”, una sorta d’esamino di coscienza per tutti, così da poter imparare dai nostri errori e crescere, così da poter gioire per le nostre vittorie e acquistar cognizioni dalle nostre sconfitte. Tempo di vendemmie dicevo, così il vino prende una parte enorme in questa festa, alcuni parlano della nascita di Dioniso - Bacco in questo periodo dell’anno, Dio nato secondo alcune tradizioni mitologiche proprio dall’amore di Ade e di Persefone. La trasformazione dell’uva in vino ha molto a che fare con i passaggi degli iniziati, fino ad arrivare alla perfezione dopo il lungo riposo del vino anche per gli iniziati iniziava il processo di “riposo” dalle impervie prove del loro cammino, per poi divenire maestri. COME CELEBRARE L’EQUINOZIO: Mabon è una festa dal sapore triste, ma nel contempo dolce e allegro, come già detto è tempo di guardarsi indietro e di analizzare il proprio cammino, si consiglia di festeggiare

questa festa passando del tempo a meditare, e a osservare i colori della Natura, che iniziano a mutare e a diventare più intensi e “scuri”. Mettete sul vostro altare delle spighe di grano, come si pensa facessero durante i misteri Eleusini e circondatevi dell’uva appena vendemmiata, ringraziate gli

Dei per quel che vi hanno dato in questi mesi e ringraziate voi stessi per il raccolto che avete fatto. Chiedete agli Dei di donarvi un periodo di tranquillità e di riposo, come accadeva ai nostri avi, e propiziatevi la semina futura, ringraziandoLi di quel che porteranno sulle vostre strade. I d o l c i d i M a b o n s o n o tradizionalmente fatti con i frutti raccolti prima della festa e la bevanda principale è il vino, se siete astemi va benissimo il succo d’uva e se ne avete le possibilità quello di uva appena raccolta, che è infinitamente buono, opinione personale. Che un solo assaggio di questi dolci possa non portarvi mai fame, che un solo sorso di questo succo divino possa evitarvi la sete. Gli Dei Vi benedicano

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Nel 1997 Doreen Valiente provocò un certo turbamento all’interno del mondo (neo)pagano con il suo discorso in occasione dell’assemblea della Pagan Federation o, per meglio dire, lanciò un sasso che in quell’istante ed ancora oggi rotola insidioso sulle ripe delle certezze di molti praticanti Wiccan. “Mamma Doreen”, che prima di d i s t a c c a r s e n e ( e c o n s e g u e n t e m e n t e riconciliarsi) era stata allieva di Gardner e da lui i n i z i a t a , p r o c l a m ò esplicitamente di non credere a quella che per molti sembra essere una verità adamantina, quasi in odore di dogma, di questa religione: la Legge del Tre. Non era, quantomeno sentita con le orecchie odierne, un’affermazione facile: molti di noi sono cresciuti (si spera che così sia avvenuto, perlomeno) nel loro cammino spirituale dando per scontato quel breve precetto che suona più o meno così: Ever Mind The Rule Of Three Three Times Your Acts Return To Thee This Lesson Well Thou Must Learn Thou Only Gets What Thee Dost Earn Ricordati sempre la Legge del Tre Quello che fai tre volte torna a te E’ lezione che devi imparar bene Solo quel che si merita si ottiene La Valiente spiegò la sua presa di posizione affermando che non credeva che le Streghe possedesser­o

uno speciale Karma valido solo per esse, anche se in effetti vista la brevità e la sintesi dell’affermazione poetica le interpretazioni lecite sono molteplici, al riguardo. La legge Karmica si applicherebbe, in ogni caso, al l ’ in terno di un c ic lo reincarnativo, o metempsicotico, mentre la più comune ed accettata

interpretazione della Legge del Tre implicherebbe un “ritorno” (concetto, questo, che non è estraneo alle opere di Magia classica nonostante quanto Doreen ha enunciato in proposito) “hic et nunc”. Ovviamente molto ci sarebbe da dire riguardo a questo aspetto che, più o meno considerato, rimane in ogni caso un argomento di non facile risoluzione, anche perché molti si troveranno comunque schierati dall’una o dall’altra parte ed in ogni caso a ragion veduta. Ciò su cui

vorrei puntare l ’attenzione è l’affermazione successiva della Valiente (utilizzo qui la traduzione di Lupa, che ringrazio): “Perché mai dovremmo supporre che ci sia una speciale Legge del Karma che si applica solo alle streghe? Per l'amor di Dio, davvero ci illudiamo di essere così importanti?”

Per difficile che sia, alle orecchie modernamente educate, in effetti questo è proprio quanto sostengo. Q u a l u n q u e s i a l a definizione da cui ci facciamo ricondurre al concetto di “Magia”, (l’Arte di modificare a piacimento i l proprio stato di cosc ienza, l ’Ar te di modificare il mondo che ci circonda…), è innegabile che una volta che di questa si sia avuto un assaggio ben difficilmente il suo tocco risulterà del tutto indolore. Non nel senso che ogni operazione magica porti con sé la propria nemesi, né che una tale nemesi sia a qualunque effetto necessaria. Ciò di

cui sto qui parlando non è un possibile rivolgimento, contro chi le suscita, o le dirige, delle energie impiegate, non, quindi, di una qualche Volontà che imperscrutabilmente e spietatamente colpisce fisicamente o su qualunque altro piano. Ciò di cui sto parlando è invece un impatto ben più sottile, spesso simile più che altro ad una fredda (e talvolta triste) carezza. Sto parlando della scossa che, in modo inevitabile, percorre l’intero nostro essere nel momento in cui la realtà

Rantoli di etica magica Una personalissima incursione attraverso la stregoneria odierna

di Elaphe

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dell’evento magico si fa manifesta percepibilmente o, per i razionalisti a tutti i costi fra cui chi scrive trova facilmente la propria nicchia, nel momento in cui di quell’evento si rende evidente l ’effetto. Sto p a r l a n d o , i n s o m m a , d i u n rinnovamento, che come tale non può non comportare uno squilibrio ed un conseguente riaggiustamento dei propri valori, a causa della profonda crisi in cui può gettare il sistema su cui questi poggiano. Sicuramente, nella personalissima esperienza di chi scrive, uno dei primi e più importanti rivolgimenti a cui ci si può trovare sottoposti è la percezione stessa di sé. Come ci percepiamo, in senso assoluto, è ovviamente una questione retoricamente oziosa: nel momento in cui un mezzo, sia pure il mio stesso corpo, fa da tramite ad una qualunque sensazione non ho più l’assolutezza dell’unicità. La domanda ha senso invece nell’ottica di un “posizionamento” di sé all’interno dell’ambiente che ci circonda, ossia del “trovare”, o meglio “determinare” il proprio “posto nel mondo”. Relativizzazione, questa, che in realtà può benissimo non essere affatto tale: tutto dipende, direi, da cosa si intenda per “sé” e cosa per “mondo”… Sto, avverto, utilizzando il termine “sé” volutamente al minuscolo ed in assoluta indipendenza (nonché ignoranza) di tutto quanto di Freudiano e Junghiano possa a tale

t e r m i n e e s s e r e applicato. Sapers i co l locare, quindi, sapersi dare un posto, quantomeno nel proprio mondo: impresa che non necessariamente presuppone c i s i confezioni anche un ruolo, ma che ben di rado può disgiungersi d a l l e n e c e s s a r i e autocritiche e dalle altrettanto necessarie ma potenzialmente

(ancora) più amare autovalutazioni. E, da esse, alla trappola insidiosa delle autodefinizioni. In questo senso, la presa di coscienza (per quanto imperfetta, prematura, confusa possa essere) conseguente ad un assaggio di ciò che noi chiamiamo Magia è senz’altro una doccia fredda. La visione del mondo si amplia, fino ad arr i vare ad in tu i re d i f feren t i paradigmi, siano essi racchiusi dentro di noi, siano magari l’ordito su cui le maglie di quella che definiamo realtà si tendono. Come questa percezione cambi è in larga misura dipendente dai principi che sentiamo come nostri, tuttavia lo scivolare attraverso gli stati di coscienza non può che avere una ricaduta anche dal punto di vista delle responsabilità personali, e con esse della visione etica dell’individuo. La Magia, comunque la si voglia intendere, è sempre e comunque Potere. Potere su noi stessi, e sul m o n d o c h e c i c i r c o n d a , comprendendo ovviamente in esso anche gli altri. E proprio perché viviamo immersi in un tessuto sociale determinato e legati ad esso da una ragnatela di relazioni umane, professionali o anche di pura e semplice vicinanza, un maggior potere deve necessariamente portare con sé una maggiore responsabilità. Così è o dovrebbe essere in qualunque caso, ed a maggior ragione quando le norme e l e r e g o l e d i c o n d o t t a

contemporanee della nostra società sono impotenti (in quanto ignare) in materia. Ecco quindi ciò che intendo per responsabilità: prima di tutto la capacità e la volontà di controllare quella melodia divina che ci scorre nel sangue e che può facilmente trasformarsi in acuta dissonanza se selvaggiamente liberata ed incitata. Ma il controllo paradossalmente non è, in questo caso, limitarsi nell’utilizzo di queste potenzialità: la natura assolutamente naturale e vagamente selvaggia della Magia come stregonescamente intesa impedisce tale semplicistico confine. Molti praticanti Wiccan (e non) hanno sperimentato quelle coincidenze che accompagnano e coinvolgono lo svilupparsi del proprio sentiero, fin troppo facili da attribuire alla propria Volontà “viscerale”. Spesso legate ad un repentino sbalzo umorale, proprio queste infiltrazioni “involontarie” (Volontà e Coscienza si intrecciano in danze non sempre adamantine) ci suggeriscono che il primo passo per acquisire controllo su di sé e quindi (potenzialmente) limitare quello sugli altri è proprio il saper riconoscere in sé ed attorno a sé quelle energie, e ovviamente il saperle gestire. Questo presuppone proprio il prendere coscienza delle energie stesse per mezzo di una pratica costante che, anche se non

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volta specificamente a ciò, sintonizza naturalmente il corpo più ancora che la mente con il mistero palese della Natura. Praticare, quindi, manipolando le Energie per acquisire un controllo ed una sicurezza di sé e della propria pra t i ca . Sarebbe del re s to semplicistico pensare che il coltivare le proprie potenzialità non metta di fronte a maggiori opportunità (o c o m e q u a l c u n o p o t r e b b e interpretar le , necess i tà…) d i finalizzarle ed in fin dei conti di utilizzarle anche e soprattutto a fini eminentemente pratici. Ironicamente, quindi, eccoci nuovamente al punto di partenza: la Legge del Tre come (possibile) strumento di misura e di autovalutazione della pratica magica. La Magia, la comunione stessa con gli Dei è potere che ci è proprio e che non tutti potranno mai assaporare. Quindi, per tornare ancora a Doreen: crediamo di essere così importanti, è vero. Il Concilio delle Streghe Americane fu, come è noto, un titanico ed effimero sforzo di far sì che i r a p p r e s e n t a n t i d i c o r r e n t i naturalmente antitetiche, come

d i a n i c h e e i g a r d n e r i a n i , sedessero nella stessa s t a n z a e sottoscrivessero nel 1974 un documento, i Principi del Credo W i c c a n ( u n capolavoro di sintesi degli opposti: riesce a non essere retorico e solo vagamente tautologico…) che riporta fra l’altro: “Noi riconosciamo una profondità di energia molto più grande di quella manifesta alle persone normal i . Poiché è molto più grande dell’ordinario è talvolta chiamata “soprannaturale”, ma per noi questa energia fa parte del potenziale di tutti” (grazie a Cronos , questa vol ta , per la traduzione). Alla luce di quanto finora sostenuto, ed a titolo esclusivamente personale, vorrei sostituire quel generico “riconosciamo”

con un più deciso e meno poli tically correct “conosciamo” o “possediamo” (assolutamente non esclusivo di altri sentieri)… Che nel contempo fa perdere di senso la seconda p a r t e del l ’affermazione “questa energia fa parte del potenziale di tutti”, in armonia con la concezione a s s o l u t a m e n t e elitaria che ho della mia religione. Altro paradosso, quindi: solo così interpretata la Legge del Tre acquisisce un senso, è alla fin fine il suggello della nostra

particolarità ed unicità di Streghe. Tuttavia nella Wicca, non solo quella americana, paiono convivere questi ossimori. Ma noi muoviamo forze che il “babbano” non vede e non sente, o non come noi, ed interferendo con questo vortice sottile ci poniamo necessariamente e pienamente al suo interno, né possiamo illuderci che alzarci in piedi per osservare e magari controllare la tempesta ci lasci intoccati come succede a chi se ne sta accucciato a terra. Nessuno ha mai sostenuto che sia facile, ma prendersi le proprie responsabilità è raramente un gioco. Da quando abbiamo morso la mela, o s e a l b i b l i c o p r e f e r i t e i l cinematografico da quando abbiamo scelto la pil lola rossa della conoscenza del bene e del male (Matrix, per chi non lo avesse capito), non possiamo fingere che nulla sia successo. Siamo cambiati, e nessuna delle mele di quest’albero è dolce, c’è sempre una vena di fiele che affiora. Ma una volta che abbiamo assaporato la verità, come potremmo farne a meno?

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Strega. E’ una parola che mi ha sempre profondamente affascinato, fin da bambina. Le streghe erano coloro che potevano far avverare i desideri (altro che le fate, col loro melenso luccichìo!), erano quelle che “sentivano” il mondo e che avevano Potere. Un potere innato, a volte ereditario, a volte spontaneo, ma sempre e comunque istintivo e radicato in loro stesse. Il mio primo contatto con la stregoneria, in verità, è stato un po’ traumatico. Sbucata dal nulla, una persona appena conosciuta mi disse: “Tu sei una strega!”. Sul momento non capii esattamente cosa questo significasse o che valore avesse, ma col tempo mi sono resa conto che questo non era che il termine più adatto per definire la mia sensibilità. Conosco tante streghe (alcune non sanno neanche di esserlo) e ciascuna di loro mi provoca emozioni differenti. Non ho mai amato riflettere a lungo sulle cose, né sviscerare ogni situazione prima di “viverla”, e il mio potere non fa certo differenza! Noi siamo streghe, è la nostra natura, e, francamente, non mi è mai venuto in mente di studiarla. Non me ne vogliano i miei amici “filosofi e intellettuali”, ma ho sempre pensato che il modo più semplice e veloce per fare morire la nostra Arte fosse quella di rifletterci troppo su. Non ho letto tanti libri né ho mai riflettuto sul fatto che la Wicca potesse derivare da una corrente filosofica piuttosto che da un’altra.

Non mi piace disquisire sul fatto che gli Dei siano uno, due o milioni, così come non mi sono mai documentata sui grandi esoteristi del passato per cercare di capire le ragioni socio-storiche che hanno portato alla diffusione della stregoneria in determinati luoghi e periodi. Se mi rapportassi alla Wicca in questo modo avrei la sensazione di sminuirla e di limitare il mio istinto e la mia capacità di seguire le sensazioni. Ed è proprio questa la questione. I n tut to ques to , non vogl io assolutamente demonizzare chi ritiene che studiare la storia e la pratica Wicca, o stregonesca, sia il modo giusto per affrontarla. C’è chi lo fa per il puro piacere della conoscenza, chi per avere un argomento di conversazione, chi ancora perché così r i t iene di “gest i r la” megl io . Motivazioni valide, ognuno è fatto diversamente, ma io ritengo che non si possa razionalizzare una religione. Perché, se di religione parliamo, allora parliamo di Fede. Se di rel igione parliamo, non sarà studiando Gardner o Doreen Valiente che la sentirò più o meno mia, perché loro erano esseri umani come me. Non sarà leggendo un qualunque

libro che potrò percepire la grandezza della Dea. Questo succederà solo quando mi abbandonerò ad essa e, a quel punto, non avrò bisogno d’altro. E questo vale anche per gli incantesimi e i rituali… certo, g r a nd i s a c e r d o t i o sacerdotesse hanno fatto degli splendidi lavori negli anni passati (penso ad esempio ai Farrar) scrivendo

e, in questo modo, tramandando conoscenze e modi di celebrare. Ciononostante io non riuscirei a leggere un rituale su un libro e a rifarlo. Quello era il LORO rituale ed era giusto in quella determinata situazione. I miei incantesimi sono stati quasi sempre improvvisati, così come le mie invocazioni… quando celebro voglio che il Divino entri in me e non riuscirei a farlo se dovessi pensare a ricordarmi dei tempi o dei movimenti. Nel momento in cui percepisco magia intorno e dentro di me, so che tutto quello che farò o dirò sarà potente ed efficace. Siamo animali, siamo streghe, siamo i prescelti dagli Dei: non possiamo avere paura di noi stessi. Possiamo e dobbiamo conoscere i nostri limiti, ma mai avere paura. Il nostro istinto viene direttamente dal nostro essere vivi, e la Vita è la manifestazione degli Dei, quindi la nostra istintività è una parte di loro. Torniamo agli albori e non cerchiamo di comprendere il Divino, sentiamolo e basta.

L’istinto della strega La wicca, l’irrazionale e il ritorno alle origini

di Lylir

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Il Pagan Pride Project è un progetto senza fini di lucro, i cui scopi sono l' educazione e l' eliminazione dei pregiudizi e delle discriminazioni in base alle fedi religiose.

La nostra missione è di alimentare l' orgoglio nella propria identità pagana attraverso l' educazione, l' attivismo, la carità ed il lavoro comunitario. Il Pagan Pride Project è un progetto senza fini di lucro, i cui scopi sono l' educazione e l' eliminazione dei pregiudizi e delle discriminazioni in base alle fedi religiose

L' Italian Pagan Pride Day Si tiene tradizionalmente il sabato più vicino a Mabon (21 settembre) a Roma, in Villa Pamphili nella

zona antistante il Casino Corsini. Per il 2003 la data prevista è quindi sabato 20 settembre. Gli altri dettagli dell' edizione 2003 saranno comunicati non appena il programma sarà disponibile.

Sulla mappa che segue trovate indicati sia il punto del raduno, raggiungibile facilmente dall' ingresso adiacente a Porta S. Pancrazio (largo 3 giugno 1849), sia le fermate degli autobus più vicine.

Questo è il programma per l' evento 2003. Stiamo trattando la possibilità di eventuali ulteriori iniziative, che saranno rese note appena possibile. 11:30 Arrivo dei partecipanti 12:00 Bevanda di Benvenuto 12:30 Rituale pubblico del Pagan Pride Day 13:30 Pranzo Comune 15:00 Seminari: Area A: Rileggere le Mitologie Area B: Esercizi di Visualizzazione Area C: Introduzione agli Arcani Maggiori Area D: Le Rune 16:30 Drum Circle e Spiral Dance Vi ricordiamo che per la partecipazione all' evento è richiesta una donazione in generi alimentari non deperibili (scatolame, pasta, riso) che verrà devoluta in beneficenza, nonché qualcosa da dividere con gli altri durante il pranzo comune. Ricordiamo altresì che, per ovvie ragioni di ordine pubblico, il Pagan Pride Day è da considerarsi un evento strettamente no blades, per cui vi invitiamo a non portare alcun tipo di lama rituale. Saranno invece molto graditi i vostri tamburi, per creare un grande drum circle collettivo e celebrare la stagione e, se ne avete voglia, anche altri strumenti musicali. Venite numerosi, vi aspettiamo!

Pagan Pride

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Questo è il testo del rituale che terremo al PPD. Ciascuno di voi è libero di stamparlo per poter celebrare con tutti noi la stagione e la nostra spiritualità Preparazione al rituale Concentrazione Trovate il centro dentro di voi, il punto in cui vi sentite concentrati e bilanciati. Sentite che questo punto è connesso con il punto di equilibrio di tutti gli altri e con quello della Terra, dell' Universo. Sappiate che qualunque mezzo utilizzate per sentire ciò è solo uno strumento; è il risultato che conta, questo sentimento di tensione rilassata, di concentrazione bilanciata. E sappiate che il luogo in cui stiamo per entrare è veramente Tra i Mondi. Riunione Prima della cerimonia lasciamo che tutti si riuniscano in circolo e si presentino: cominciamo con il Sacerdote e terminiamo con la Sacerdotessa, e lascamo che tutti gli altri procedano in ordine. Una presentazione appropriata sarebbe Nome magico, città di provenienza e gruppo di appartenenza, se il caso. Benedizione degli Elementi Il Sacerdote prende l' incenso e la Sacerdotessa la coppa con l' acqua salata, ed entrambe procedono lungo il cerchio benedicendo con gli elementi: Vi benediciamo con il fumo delle foglie d' autunno nell' Aria e con il fuoco dei falò autunnali. Vi benediciamo con l'Acqua delle piogge di Settembre e con la Terra che dona il suo ricco raccolto. Creazione dello Spazio Sacro Creazione del Cerchio Sacerdotessa: Dalle quattro direzioni ci riuniamo per unirci in questo cerchio. Dalle nostre molteplici tradizioni chiamiamo insieme coloro che onoriamo. Diversi: nei nomi che chiamiamo, nei modi in cui cerchiamo, nei cammini che percorriamo. Uniti nel nostro onorare: la natura, i cicli della vita, l' ispirazione dentro di noi. Per creare il sacro cerchio ed unire insieme le nostre energie, noi canteremo: TUTTI: Siamo un cerchio, dentro un cerchio, senza inizio e senza fine (ripetere); Invocazione degli Elementi EST: Apritevi a noi Porte dell 'Est Poteridell' Aria e della Mente Corse dei Venti, Brezza tra i capelli Vento d' Autunno, apri le Porte! TUTTI: Anche se molti, anche se diversi, orgogliosi stiamo insieme e gridiamo: Benvenuto all' Oriente! SUD: Apritevi a noi Porte del Sud Poteri del Fuoco e Forza Interiore Fiamme di ceppi, fumo sacro Fuoco d' Autunno, apri le Porte! TUTTI: Anche se molti, anche se diversi, orgogliosi stiamo insieme e gridiamo: Benvenuto al Sud! OVEST: Apritevi a Noi Porte dell' Ovest Poteri dell' Acqua e dell' Intuizione Tempeste e maree, goccia e cascata Acqua d' Autunno, apri le Porte! TUTTI: Anche se molti, anche se diversi, orgogliosi stiamo insieme e gridiamo: Benvenuto all' Occidente! NORD: Apritevi a noi Porte del Nord Poteri della Terra e della Grande Madre Raccolto mauro, fertile suolo Terra d' Autunno, apri le Porte TUTTI: Anche se molti, anche se diversi, orgogliosi stiamo insieme e gridiamo: Benvenuto al Nord! Sacerdote e Sacerdotessa: E così ora il Cerchio è tracciato. E circondati dallo spazio sacro, ci rivolgiamo verso il centro.Accoglienza del Divino Sacerdotessa: Attraverso le ere il Divino è stato chiamato con molti nomi immaginato con molti volti onorato in molti modi. Sacerdote: Oggi noi chiamiamo Antichi Dei in nuove maniere e nuovi Dei in antiche maniere e cerchiamo il Divino in noi stessi e negli altri. Entrambe: Riuniamoci insieme all' Equinozio, punto di equilibrio dell' anno e chiamiamo chiari e forti i Nomi che scegliamo di onorare oggi. Il cerchio inizia un semplice ritmo battendo le mani, e tutti sono liberi di chiamare i nomi di qualunque Dio, Dea o coppia di Dio e Dea desiderino accogliere a questo rituale. Il cerchio risponde 'Benvenuto' ad ogni nome. Esempi: Madre Terra, Padre Cielo... (tutti) benvenuto!

Il Divino in Noi... (tutti) benvenuto! Iside e Osiride... (tutti) benvenuto! Ciò che E'... (tutti) benvenuto! Cernunnos e Aradia... (tutti) benvenuto! Contnuare come appropriato. Quando il chiamare termina: Sacerdotessa: A questi molti nomi e molti volti; Alla Signora del Raccolto, Demetra, iside, Arianrhod, Inanna, Freya; Sacerdote: Al Dio del Grano, Dioniso, Osiride, Cernunnos, Dumuzi, Frey; alla scintilla dentro ciascuno di noi, perché Voi siete Dio e Dea; Sacerdotessa: ed al Divino immanente nell' universo, noi gridiamo: (tutti) BENVENUTO! Celebrazione della Stagione [Spendiamo un momento per bilanciarci e sentire la nostra connessione con la Terra e con tutti gli altri.] Sull' altare c' è un calderone o altro contenitore riempito con semi d' erba. La Sacerdotessa sta di fronte al calderone: Noi siamo molti, come molti sono questi semi. Prendiamo l' aiuto che ci serve dalla comunità intorno a noi, cos come prendiamo questi semi. Ora ciascuno può andare all' altare e prendere una manciata di semi. Dopo di ciò la Sacerdotessa continua: Questo è l' Equinozio d' Autunno, il tempo del raccolto. Come riceviamo ciò di cui abbiamo bisogno dalla comunità Così diamo anche indietro, e dando piantiamo i semi del domani... TUTTI: Siamo uniti, forti e orgogliosi, e raccogliamo i semi della rinascita... (ripetere) Ora, sappiamo che per quanto abbiamo ricevuto, per quanto noi stessi abbiamo creato, comunque noi siamo capaci di molto di più, e che la nostra avventura consiste nel fatto che cose più grandi stanno per arrivare, anche se non possiamo vederle ora. Mentre teniamo in mano i semi, il canto aumenta, e si trasforma nel successivo: TUTTI: Ringraziamo per le ignote benedizioni che stanno per arrivare; Ringraziamo per le ignote benedizioni che stanno per arrivare; Ringraziamo per le ignote benedizioni che stanno per arrivare! (ripetere) Al culmine dell' energia gettiamo i semi in aria, sapendo che diamo questo raccolto per seminare il prossimo! Comunione e Fratellanza Dirigiamo la nostra attenzione ai risultati della nostra raccolta di beneficienza, e benediciamoli insieme con il pane che dividiamo tra di noi: TUTTI: Ariamo i campi e spargiamo Il buon seme nella terra, Ma questo è nutrito e dissetato Dalla Sua mano generosa. Lei manda le nevi in inverno, Il calore per far crescere il grano, Il tempo della semina e quello del raccolto E la gentile pioggia d' estate Tutti i buoni doni intorni a noi Vengono dalla nostra Madre Terra, RingraziamoLa ora, RingraziamoLa, Con amore e gioia e letizia... Noi Ti ringraziamo, o Madre, Per tutte le cose belle e buone, Per la semina e per il raccolto, Per la nostra vita, la nostra salute, il nostro cibo. Tu non chiedi sacrifici, Per tutto ciò che il Tuo amore ci dona, Perché Tu sei la nostra grande Madre, Ed il Tuo amore è nei nostri cuori. Passiamo in cerchio la coppa ed il pane; sentiamo la comunione del pane, e la fratellanza della coppa. "Possa tu non aver mai fame." "Possa tu non aver mai sete." A questo punto, è possibile fare degli annunci, se necessario. Chiusura del Cerchio Sacerdote e Sacerdotessa: Dee e Dei, tutto ed uno, Vi ringraziamo e chiediamo la Vostra benedizione mentre ce ne andiamo, Sapendo che Voi siete sempre con noi. Vi onoriamo e salutiamo, Siate benedetti. EST: Spirito dell' Est, Essenza dell' Aria, Ti ringraziamo per il dono della libertà. Ti onoriamo e salutiamo, Sii Benedetto. SUD: Spirito del Sud, Essenza del Fuoco, Ti ringraziamo per il dono della passione. Ti onoriamo e salutiamo, Sii Benedetto OVEST: Spirito dell' Ovest, Essenza dell' Acqua, Ti ringraziamo per il dono della guarigione. Ti onoriamo e salutiamo, Sii Benedetto NORD: Spirito del Nord, Essenza della Terra, ti ringraziamo per il dono della speranza. Ti onoriamo e salutiamo, Sii Benedetto. TUTTI: Il Cerchio è aperto, ma intatto,. Possa la pace della Dea l' amore del Dio, ed il supporto della nostra comunità rimanere nei nostri cuori.

Estratto del Rito del Pagan Pride Day Per ulteriori informazioni: www.paganpride.it

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L a W i c c a d e l l a n o s t r a generazione si differenzia molto rispetto a quella dei “padri f onda to r i ” (e de l l e “madr i fondatrici”…) per la centralità che ha assunto il concetto di energia. In generale il fare magia è equiparato al manipolare delle energie, come espresso dalla bellissima definizione dell’Arte che dà Starhawk in The Spiral Dance: “To work magic is to weave the unseeen force into form […] Magic is the Craft of shaping – Fare magia è tessere le forze invisibili in una forma, la magia è l’Arte del dare forma.”

Una tecnica che è comunemente utilizzata e ben nota, oltre che veramente efficace, è quella del Cono di Potere. Supponendo che sia eseguita in un gruppo, si deve scegliere una persona che dirigerà le energie evocate. Prima ci si radica (grounding) in modo da utilizzare le

energie della Terra e del Cielo e non consumare più del necessario le proprie; dopodiché s’innalza il potere, danzando, cantando, battendo le mani, suonando dei tamburi o in qualunque altro modo sembri appropriato; si evoca sempre più energia, visualizzandola come un cono di luce che ha la sua base nel Cerchio e sale spiraleggiando sopra il centro, dove c’è il suo vertice: la forma-pensiero o il simbolo che si è scelto per rappresentare l’obiettivo che si vuole ottenere, simbolo che dovrebbe essere deciso prima di iniziare e identico per tutti, in modo da potenziare l’effetto; la persona che dirige il Cono dovrebbe essere allenata e possedere un certo grado di intuizione, in modo da sentire quando l’energia ha raggiunto il suo picco e non può più essere ulteriormente accresciuta: in quel momento dovrebbe gridare “Giù!” e

tutti dovrebbero lasciarsi cadere a terra e, nello stesso tempo, liberare l’energia accumulata, che sarà diretta da chi è stato scelto verso l’obiettivo.

Per accompagnare l’innalzamento di un Cono di Potere si può usare il seguente canto.

Il Canto delle Streghe (Witches’ Rune) fu scritto da Gerald Gardner e Doreen Valiente. La versione riportata qua sotto è una leggera variante dell’originale ed è tratta da A Witches’ Bible dei coniugi Farrar.

Il Canto dovrebbe essere declamato in maniera ritmata, tenendosi per mano e si girando in cerchio. Le quattro righe che iniziano con “Eko, Eko…” vanno ripetute tutte per tre volte all’inizio; vanno ripetute anche alla fine, finché chi dirige il Cono non dà l’alt.

La traduzione italiana in rima è di Cronos.

Il Canto delle streghe Del cono di potere e del canto delle streghe

di Gabriel

Eko, Eko, Azarak, Eko, Eko, Zomelak, Eko, Eko, Cernunnos Eko, Eko, Aradia! (x3 volte) Darksome night and shining moon, East, then South, then West, then North; Hearken to the Witches’ Rune – Here we come to call ye forth! Earth and water, air and fire, Wand and pentacle and sword, Work ye unto our desire, Hearken ye unto our word! Cords and censer, scourge and knife, Powers of the witch’s blade – Waken all ye into life, Come ye as the charm is made! Queen of heaven, Queen of hell, Horned hunter of the night – Lend your power unto the spell, And work our will by magic rite! By all the powerof land and sea, By all the might of moon and sun- As we do will, so mote it be; Chant the spell and be it done! Eko, Eko, Azarak, Eko, Eko, Zomelak, Eko, Eko, Cernunnos Eko, Eko, Aradia! (x3 volte)

Eko, Eko, Azarak, Eko, Eko, Zomelak, Eko, Eko, Cernunnos Eko, Eko, Aradia! (x3 volte) Luna splendente, notte dall’oscuro manto, Est, Sud, Ovest e Settentrione; delle Streghe ascoltate il Canto – Giunte a chiamarvi in quest’occasione! Terra e acqua, aria e fuoco, Pentacolo, spada e bastone, Operate voi per il nostro scopo E udite la nostra invocazione! Corda e incensiere, coltello e frusta, Poteri della lama stregonesca – La nostra magia a nuova vita vi desta, Accorrete affinché l’incantesimo riesca! Regina degli inferi, Regina dei cieli, Della notte cacciatore cornuto, All’incantesimo donate i vostri poteri E per il rito operate ciò che abbiamo voluto! Per tutto il potere della terra e del mare Per tutta la forza della luna e del sole, Come vogliamo, così possa andare; Così sia fatto con queste parole! Eko, Eko, Azarak, Eko, Eko, Zomelak, Eko, Eko, Cernunnos Eko, Eko, Aradia! (x3 volte)

Witches’ Rune

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Si sta sempre più diffondendo in questi anni la concezione che ciò che d i f ferenz ia la Wicca da l la stregoneria tradizionale sia la Rede, quindi l’adottare in sostanza un canone morale: Dea e Rede come carta di identità del wiccan medio... Oltre che ad essere in parte errata, questa convinzione non è mai stata presente in una buona parte degli autori che hanno contr ibuito all’evoluzione della Wicca. Lungi da me sminuire l’importanza del nostro “canone” etico, tuttavia, quando attraverso la pratica si stabilisce una “connessione” con il divino (una connessione reale naturalmente e non semplicemente l ’ e s a l t a z i o n e dell’ossessione), la Rede non è più necessaria, perchè l’esercizio della m a g i a , e q u i n d i l’esercizio del potere, seguono una Volontà superiore che è quella del divino dentro di noi. Essere wiccan quindi non significa semplicemente seguire la Rede, la Wicca è in sostanza la stregoneria moderna e nel l ' i ntendimento di coloro che attuarono questo revival questo tipo di stregoneria è ancorato al paganesimo e ad una concezione pagana del mondo. La Wicca non ha naturalmente il monopolio del termine stregoneria, esistono le streghe di ispirazione satanista e per s i no que l le d i ispirazione cristiana, o

quelle che praticano forme di stregoneria tradizionale (legate più agli aspetti magico operativi). Ma ciò che ci differenzia da queste “altre” stregonerie, è proprio la pratica, una pratica che deriva da una sensibilità fondamentalmente e profondamente p a g a n a e c h e è l e g a t a profondamente alla natura e alla naturalità. Aidan Kelly, un autore wiccan degli anni settanta, scrive: "Nessuno deve credere nulla" e "Non c'è alcuna autorità nella stregoneria al di fuori della coven." In sostanza a differenza che nel cristianesimo, la stregoneria si definisce totalmente nei termini del rituale - in ciò che viene fatto - e non

in ciò che si crede. Naturalmente non esiste solo la coven, non c’è solo il gruppo, esiste anche la pratica solitaria, ma ad ogni modo all’interno di una pratica solitaria o di gruppo non esiste altra autorità del “divino” che è in noi. Questa ovviamente può essere una affermazione pericolosa, perchè la maggior parte delle persone scambiano le “voci” che vengono dal loro basso ventre con la voce del proprio “Sè” superiore, con la voce degli Dei in sostanza... Tuttavia noi abbiamo due sistemi per riconoscere ciò che autenticamente ci viene dagli Dei: la nostra sensibilità e il nostro intelletto. Distinguo questi due termini anche se in realtà devo anche

affermare che questa distinzione, in un “vivere” pagano, non ha alcun senso: se c om e se n s i b i l i t à intendiamo l’apertura alle emozioni che le cose e gli altri ci suscitano, la capacita di empatia, e come intelletto la capacità di attribuire il giusto “s ign if i cato” al le e s p e r i e n z e , u n elemento non può marciare senza l’altro. Intendere intelletto e s e n s i b i l i t à c o m e funzioni nettamente separate è ridicolo quas i quanto i l dualismo tra corpo e spirito, e più ancora tra creato e creatore. Qualsiasi paganesimo deve implicare, come dice Alain De Benoist,

Il culto della “pratica” Per una definizione dell’ “essere” wiccan

di Cronos

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“il rigetto di quelle discontinuità, di quella scissione fondamentale che è la definizione dualista”, per approdare semmai ad una visione che vede negli opposti una natura complementare e non una abisso incolmabile e nella molteplicità non la separazione totale degli enti, ma delle specificità che non possono essere ridotte a meri “pezzi”. Ad ogni modo la dicotomia sensibilità-intelletto è un mezzo indispensabile che ci consente di “capire” la natura e il “potere” delle nostre esperienze e che pos sono davve ro gu ida rc i attraverso i “mari” più burrascosi facendoci evitare le illusioni più “mortali” che sono così comuni lungo qualunque sentiero iniziatico che ci conduca attraverso diversi stati di coscienza e di consapevolezza. Per questo la Wicca deve restare una "una religione di rituale piuttosto che di teologia. Al primo posto il rituale, al secondo il mito. [...] Ciò che fa di una persona una strega è essere passata attraverso certe esperienze, esperienze che accadono su un livello inconscio e che portano a una sorta di trasmutazione.", come affermava Sharon Devlin intervistata da Margot Adler nel lontano 1976. Appunto una strega o uno stregone (chiedo scusa alla sensibilità di coloro che rifacendosi all’inglese utilizzano solo il termine strega) all'interno della Wicca dovrebbero essere coloro che sono in grado di esperire differenti stati di coscienza in un contesto trasformativo. La nostra è una religione di “pratica”, ed è questo in sostanza che “fa” un wiccan, perchè non è lecito, e anzi è perfino assurdo, definirsi wiccan senza praticare, senza celebrare la ruota dell’anno, senza seguire il ciclo della luna. Questa, risepetto al cristianesimo, è una questione fondamentale; non so se ci si possa definire “cristiani non praticanti”, lo fanno in molti peraltro, ma sono sicuro che non ci si può affatto definire wiccan senza praticare la Wicca. Non

ha alcuna importanza se questa pratica è una pratica da solitari o una pratica all’inetrno di una coven, ognuno è libero d i sceg l ie re le modal i tà p i ù appropriate, non ha importanza, almeno all’inizio, neppure come si scelgono di celebrare gli dei, ma la nostra è una religione del fare così come la nostra etica è anch’essa un’etica che deve essere positiva e che deve escludere l’esplicitazione del non fare questo o quello. La questione tuttavia è ancora più complessa, fino ad ora abbiamo visto che colui che segue la via della Wicca si distingue innanzitutto per ciò che fa e non per ciò in cui crede, ma all’interno d i q u e s t ’ a m b i t o s i p o n e immediatamente una questione di qualità. Perchè non c’è alcun dubbio che esiste anche una qualità rispetto a l l a p ra t i c a de l l a Wic ca e naturalmente esiste una buona pratica e una cattiva pratica. E’ difficile stabilire dei confini metodologici in una pratica r i tual is t ica, non s iamo nell’ambito della magia cerimoniale e neppure del cristianesimo dove i rituali, spesso anche nel più piccolo dettaglio

sono estremamente codificati. L’unica cosa che può guidarci in questo senso è il fatto che “funzioni”, ma sorge subito un’altra domanda... per che cosa? Nella mia visione personale un rituale funziona quando ci consente di far scorrere le energie e di sentire la loro forza, ma c’è anche un’altro elemento importante, cioè la nostra interiorità. Un rituale funziona quando fa muovere in noi dei simboli, quando richiama alla coscienza l’esperienza di certi archetipi, in totale, quando queste energie scorrendo tra i simboli e potenziandoli trasformano la nostra psiche. Detto così può sembrare una cosa molto semplice, non lo è affatto, e credo che l’unico metodo per imparare, se di metodo si tratta, sia proprio quello di provare, provare e riprovare finchè non sentiamo o capiamo di aver trovato la strada. Naturalmente quest’Arte, perchè di

altro non si tratta, per alcuni può essere semplicemente una dote acquisita che va solo affinata, per altri invece dovrà emergere a poco a poco magari sotto la guida di qualcuno che ne sa più di noi. Non credo, a dispetto degli elitarismi, che a qualcuno la possibilità di entrare in contatto con certe energie sia preclusa a priori, credo però fermamente che a molti manchi la volontà per percorrere certe strade senza scoraggiarsi, o la fantasia che nel lavoro “magico” all’interno della Wicca è un altro degli ingredienti f ondamen ta l i , o add i r i t t u ra l’autonomia e la responsabilità. Detto questo ognuno di noi può guardare a se stesso e al suo lavoro, m e g l i o , a l s u o c a m m i n o , comprendendo facilmente la “qualità” della strada che ha percorso e, ancora prima, comprendendo dove realmente si trova, perchè sono in molti a credere di trovarsi sul sentiero della Wicca, senza renders i assolutamente conto di avere sbagliato strada.

Page 30: Athame n° 4 - Quaderni di Wicca e Stregoneria

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