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La Wicca.L'inizio del cammino.

Come iniziare questocammino traendo

informazioni da un forum.

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3Introduzione......................................................................... 4

1. Wicca 2. Cos'è la Wicca?.................................................... 5 3. La nascita della Wicca parte 1............................ 11 4. La nascita della Wicca parte 2........................... 18 5. La percezione del divino................................... 25 6. La Dea................................................................ 31 7. Le Dee............................................................... 37 8. Il Dio.................................................................. 46 9. Gli Dei................................................................ 51 10.L'incarico della Dea.......................................... 58 11. Il Rede............................................................... 69 12.La legge del tre.................................................. 78

1. Strumenti e Simboli 2. Introduzione...................................................... 85 3. La Bacchetta...................................................... 88 4. Il Pentacolo........................................................ 95 5. Il Calice............................................................ 103 6. L'Athame......................................................... 108 7. La Scopa........................................................... 114 8. Il Calderone...................................................... 118 9. Il Libro delle ombre......................................... 122 10. La Corda.......................................................... 131 11. Triquetra.......................................................... 134 12. Triskell............................................................ 138

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4Buongiorno, sono Wiccan Matrixil 21/1/2008 ho creato il forum “Il Pentacolo”con l'intento di trovare altri Wiccan e aiutare i neofiti ad iniziare questo cammino.Ora abbiamo molti utenti e tanti di loro sono diventati Wiccan grazie alle nostre informazioni e i nostri consigli.Ho deciso di creare questo libricino che contiene delle nostre discussioni per capire meglio cosa è la Wicca.Il libro è diviso in lezioni, visto che uno dei nostri progetti era la “scuola wiccan”, potrete trovare tutte le “lezioni” nel forum.Non vogliamo apparire come persone che hanno la verità assoluta ma semplicemente, dare delle informazioni a chi si avvicina a questo cammino.

I testi sono stati scritti da:Selene Luna (Wicca)Arianrhod (Strumenti e Simboli)

http://ilpentacolo.forumfree.it/

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5Lezione 1: Introduzione Cos'é la Wicca?

“Pagan witchcraft is a fully developed, independent religion…it is a modern development which deliberately draws upon ancient images and ideas for contemporary needs.”

Professor Ronald Hutton, The Triumph of the Moon: A History of Modern Pagan Witchcraft.

Temi di questa lezione:

- Introduzione alla Wicca- Percezione degli Dei- Perché i wiccan celebrano i cicli naturali- Le leggi della Wicca

La Wicca é una religione pagana nella quale generalmente si venera una Dea e un Dio (1) e rispetta le polarità femminili e maschili. Chiamata anche Vecchia Religione o religione della Dea, é forse la più antica del mondo: esisteva già prima del Cristianesimo, dell'Islam, del Buddismo e dell'Induismo. Ha molto in comune con le tradizioni dei nativi d'America e lo Sciamanesimo, ma la sue origini si perdono nel Neolitico, dove gli uomini e le donne di quel tempo veneravano la Dea nella sua forma di madre fertile e dispensatrice di vita.

La storia della Wicca é la storia della magia naturale, delle tradizioni pagane e della spiritualità celta.

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6Nonostante la sua sia una storia prettamente europea, ciò non significa che la Wicca non abbia un ruolo universale. La sua rinascita nel 20° secolo ebbe luogo in Inghilterra, nella sacra Albion, la patria di Glastonbury, Stonehenge e della leggenda del Sacro Graal. Non si tratta certamente di un caso, poiché nelle antiche tradizioni questi territori erano considerati sacri.

Le importanti "scuole" druidiche si trovavano, durante l'era celtica, in Gran Bretagna e in Irlanda e gli scienziati del medioevo affermavano che la Bretagna era stata data ai loro antenati come dono della Dea Diana. Questo legame con il paganesimo ha fatto sì che in Inghilterra ci fosse una maggiore crescita della stregoneria rispetto ad altri luoghi del resto d'Europa. Un altro fatto che contribuì alla diffusione della Stregoneria fu la distanza che c'era fra l'Inghilterra e Roma. Questo significava che la Gran Bretagna venne cristianizzata più tardi e che con la riforma protestante si allontanò sempre più dalla città del Papa. Il protestantesimo inglese non era così fanatico e non perseguitò le streghe con lo stesso accanimento dei cattolici e protestanti degli altri paesi.

Spesso si pensa che l'Europa é cristiana da 2000 anni e oltre, ma questo non é per niente vero. Ancora dopo migliaia di anni, il cristianesimo e il paganesimo si trovano in conflitto fra loro. Ai margini dell'Europa occidentale perdurarono molte tradizioni pagane che non sarebbero sopravvissute in altri luoghi. La stregoneria e il paganesimo continuarono a esistere nelle campagne e nelle usanze della popolazione rurale come parte integrante dei loro usi, dei loro costumi, delle loro

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7abitudini e della medicina popolare. Questo non significa che gli strati alti della società non erano a conoscenza di queste "credenze popolari", ma le adattarono alla cultura e religione dominante: per esempio, giorni come il primo maggio (Sabbat di Beltane) vennero adattati al calendario cristiano (Festa del lavoro)..

Fu grazie al lavoro compiuto da Gerald Gardner che la Wicca non rimase una religione segreta e clandestina. Fu lui la prima strega del 20° secolo che parlò apertamente della sua fede, prima in forma romanzata, in seguito pubblicando saggi sulla Wicca. I suoi libri più conosciuti, "Witchcraft Today" (1954) (tradotto anche in italiano da Venexia Edizioni) e "The meaning of Witchcraft" (1959), diedero forma a un movimento che si diffuse in tutto il mondo. Di Gardner e degli altri autori che hanno contribuito a rendere conosciuta la Wicca parleremo in maniera più approfondita prossimamente.Nella Wicca, gli Dei sono percepiti come immanenti e si manifestano in particolare attraverso la natura. Per questo, i wiccan celebrano le stagioni - in particolare gli otto Sabbat - e i cicli lunari, per onorare la natura e le sue forze. I cicli naturali rispecchiano la danza di vita, morte e rinascita della Dea e del Dio. Anche di questo avremo modo di parlare in maniera più dettagliata nelle prossime lezione.

Una Strega pratica la magia e onora le divinità, che si manifestano sia all'esterno che all'interno di ciascuno di noi. La Wicca é anche una tradizione misterica e iniziatica, un cammino di evoluzione che riporta alla luce le magiche forze nascoste dell'uomo in modo che egli possa migliorare la sua vita e rendersi conto del magico

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8mondo che lo circonda, armonizzandosi con la natura e seguendo i suoi cicli stagionali e lunari.

I wiccan non credono nella Dea e in Dio, ma si mettono direttamente in contatto con loro tramite la luna, le stelle, il mare, la terra, i fiori, le piante, gli animali, per mezzo delle persone che stanno loro vicine e tramite sé stessi. Per questo, loro non credono, bensì conoscono le Divinità. Poiché gli Dei sono qui e sono in tutti noi. La Terra é la nostra Madre spirituale e noi sentiamo che la divinità non sta "lassù" ma qui fra noi. Il mondo é la manifestazione della Dea e quindi tutto attorno a noi é sacro.

Alcuni wiccan praticano la Wicca in un gruppo, chiamato congrega o coven, spesso seguendo una determinata tradizione, mente altri praticano in solitario e personalizzano alcune pratiche secondo le proprie esigenze. La Wicca non è infatti una religione passiva dove i wiccan sono spettatori, bensì partecipano in maniera attiva ai riti. Spesso, nelle congreghe, quando il training di base viene completato, i wiccan si specializzano in determinate “discipline”, per esempio la divinazione, l’uso delle erbe, l’astrologia, l’uso delle pietre, ecc. Ci sono wiccan che privilegiano la pratica di gruppo, altri preferiscono la pratica solitaria, altri ancora alternano momenti di gruppo con momenti di celebrazione individuale. Si tratta di una scelta personale, tuttavia oggigiorno in Italia é ancora difficile trovare coven aperte e disposte ad ammettere nuovi "membri", per cui molti praticanti operano in maniera solitaria.

Nella Wicca non ci sono regole fisse e predeterminate,

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9ma esistono alcuni principi centrali che molti wiccan condividono (ma non per forza tutti). Il Rede e la Legge del Tre. La prima dice: “Se non nuoce a nessuno, fa ciò che vuoi”. La seconda: “Tutto ciò che fai ti ritornerà indietro moltiplicato per tre”. È necessario precisare che i dibattiti odierni sul Rede e sulla Legge del Tre nel panorama italiano vedono molte posizioni contrastanti. Gran parte dei wiccan praticanti di oggigiorno afferma che non è possibile “non nuocere a nessuno”, perché l’essere umano non é in grado di distinguere cosa per l’altro può essere dannoso e cosa non lo é. Per cui, ognuno agisce secondo ciò che personalmente considera giusto, ma ciò non significa che sia effettivamente considerato giusto anche da altri. Riguardo la legge del Tre, alcuni sostengono che secondo i principi della fisica (azione-reazione), se questa legge fosse reale, ogni azione avrebbe conseguenze che si ripercuoterebbero all’infinito (un’azione provoca una reazione moltiplicata per tre; a quella reazione dovrebbe seguire un’altra reazione moltiplicata per tre; e così via). Di conseguenza, molti wiccan non la ritengono valida.

Voi dovete credere o non credere al Rede e alla Legge del Tre? Ritengo che questa decisione appartenga al singolo. Nelle lezioni che seguiranno avremo modo di parlare in maniera più approfondita di queste due leggi, poi sta a voi scegliere se ritenerle valide o meno.

Spunti di riflessione:

Qui di seguito trovate alcune domande che hanno lo scopo di spronarvi a riflettere sui contenuti di questa

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10lezione. - Come percepite e vivete il rapporto con le Divinità? Percepite il Divino nell’aspetto della Dea, della Dea e del Dio, solo del Dio, o in una molteplicità di dei?- Com’è il vostro rapporto con la natura? Vi relazionate con lei? Se sì in che modo?- Cosa pensate del Rede e della Legge del Tre?

Bibliografia consigliata:

- Dorothy Morrison, L’arte della Strega, Armenia- Scott Cunningham, Wicca, Armenia- Vivianne Crowley, Wicca, Thorsons Element- Pino Longchild, Wicca Revealed: a fist year within The Craft, Lulu.com

(1) Ho usato volontariamente il termine “generalmente”, poiché non tutti i wiccan venerano una Dea e un Dio. Ci sono wiccan che venerano solo (o maggiormente) la Dea, altri solo il Dio, altri ancora una molteplicità di Dei.

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11Lezione 2: La nascita della Wicca, parte 1

Crediti:

Testo di The Khaos (che ringrazio), rivisto a ampliato da Selene. Autori consultati: Cronos e Buckland (a cui pure vanno i ringraziamenti).

Nota bene: la storia della nascita della Wicca potrebbe essere molto più approfondita di quanto non vi propongo qui di seguito e nella prossima lezione. Per non appesantire inutilmente le lezioni, preferisco riportare solo gli elementi più importanti. Per ulteriori informazioni, potete consultare i testi consigliati al termine della lezione

Temi di questa lezione:

- La vita e l’opera di Gerald Gardner- Contributi alla nascita della Wicca

Malgrado l’avanzata del cristianesimo e l’inquisizione medievale, la stregoneria sopravvivrà fino ai nostri giorni come la brace sotto le ceneri del vecchio mondo pagano. La sua rinascita, verso la metà del ‘900, sarà opera di Gerald Brosseau Gardner. Nato il 13 giugno del 1884 a Great Crosby nel Lancashire, vicino a Liverpool, in Inghilterra, giovanissimo sotto la tutela della sua bambinaia, una eccentrica donna irlandese, non ricevette un’educazione formale e visse a lungo in Estremo

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12Oriente.

In oriente Gardner ebbe modo di alimentare i suoi interessi per l’antropologia e l’etnologia. Nel Borneo conobbe i Dayak, dove ebbe modo di venire a conoscenza delle loro usanze e credenze. Nei loro rituali, ai quali partecipò, venivano contattate divinità e spiriti attraverso uno stato di trance indotta, grazie all’uso di lunghe cantilene, in cui le entità si manifestavano per comunicare con i presenti. In seguito entrò in contatto anche con i Sakis, una popolazione poco conosciuta della giungla malese, e scoprì che la magia era parte integrante della loro vita quotidiana. Questi studi antropologici erano amatoriali, ma in seguito ci si riferì a lui come dottor Gardner anche se non pare abbia mai conseguito titoli accademici.

Nel 1936 fece ritorno in Inghilterra, senza tuttavia abbandonare il suo interesse per l’antropologia e l’occulto, che segnarono il resto della sua vita. In Inghilterra, maturò inoltre il suo interesse per il naturismo*, nel quale riconosceva proprietà terapeutiche. Divenne membro della Massoneria, aderì ad un ordine druidico e aveva contatti con quasi tutti i circoli esoterici ed occultisti dell’Inghilterra meridionale.

Entrò in seguito a far parte della società occulta Rosicrucian Order Crotona Fellowship, i cui principi influenzarono la Wicca. In questo gruppo faceva parte anche Edith Woodford Grimes, nota anche come Dafo, che mise Gardner in contatto con Mary Mason e Ernest William Mason, che facevano parte della congrega della New Forest, cioè il gruppo di streghe ereditarie di cui in seguito Gardner parlò nei suoi libri.

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Furono queste persone che lo portarono a conoscere quella che Gardner chiamò “la vecchia Dorothy”, probabilmente Dorothy St. Quintin Clutterbuck, 1880-1951, una ricca signora che viveva presso Bournemouth, nella regione della New Forest. Nel settembre del ’39 poco dopo l’inizio della seconda guerra mondiale, Gardner fu iniziato ai misteri della Wicca (o Wica come egli la definì nei suoi scritti), molto probabilmente da Dafo presso una casa proprietà di Dorothy. Gardner aveva allora 55 anni, tuttavia nasceva il “Maestro” della Wicca, colui che avrebbe diffuso nel mondo quegli insegnamenti delle streghe che lui stesso riteneva fossero stati arsi centinaia di anni prima.

Questo fu possibile oltre che all’iniziativa di Gardner grazie anche al clima che si respirava in Europa e in particolare in Gran Bretagna, fiorivano infatti i gruppi occulti e i personaggi che influenzarono con la loro personalità il mondo dell’occultismo, gli spiritisti con Allan Kardec, la Teosofia di Madame Blavatsky, la Golden Down di Mac Gregor Mathers da cui fuoriuscirono personaggi della levatura di Crowley, Dion Fortune e Israel Regardie.Gardner conobbe nello stesso periodo la dottoressa Margareth Murray, autrice di “The Witch Cult in Western Europe”, Il Culto delle Streghe nell’Europa occidentale (1921). Nel suo libro, la Murray sosteneva che dietro le “insulsaggini” delle testimonianze cristiane vi era una religione precristiana ben organizzata e definita. La Murray ampliò il suo punto di vista nel successivo libro “The God of the Witches”, Il Dio delle Streghe (1931).

I lavori della Murray e quelli di Leland (autore de “Aradia,

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14Il Vangelo delle Streghe”, che dimostrava l’esistenza di un culto pagano nelle tradizioni popolari europee), nonostante le critiche ricevute dagli storici, influenzarono la visione di Gardner, portandolo alla certezza di aver ritrovato nella congrega della New Forest un pezzo della “Vecchia religione”.

Non ci sono informazioni precise su questa parte della vita di Gardner, data la grande segretezza con la quale venivano condotte certe operazioni. Di conseguenza, preoccupato che l’Arte delle streghe andasse perduta, maturò la decisione di divulgare la Wicca e cominciò a pubblicarne i principi sotto forma di romanzo (High Magic’s Aid, 1949).

Tra il 1948 e il 1952 prese forma il “Ye Bok of ye art Magical”, che assumerà in seguito il nome del tanto conosciuto “Book of Shadows” (Libro delle ombre). Una copia di questo testo è custodito a Toronto, in Canada, e contiene una raccolta di rituali in continua evoluzione. I contenuti del suo Libro delle Ombre mostrano l’influenza di tutte le fonti a cui Gardner aveva accesso ai suoi tempi, in particolar modo di Crowley. Al contrario di quanto si è pensato per diverso tempo, il fatto che Crowley abbia influenzato la Wicca non significa che derivi da lui, né che abbia scritto di suo pugno i rituali wiccan su mandato di Gardner (Lawrence Sutin, citato in Cronos, 2007).

Nel 1951 conobbe Cecil Williamson, che nel 1952 aprì sull’Isola di Man a Castletown il primo museo della stregoneria, iniziando a pubblicizzare la Wicca, in seguito acquistato da Gardner stesso. Gli articoli pubblicati dal museo suscitarono l’interesse di alcuni lettori, tra cui

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15Doreen Valiente, che si mise in contatto con Gardner.

Nel 1953 Gardner iniziò Doreen Valiente che divenne una delle sue più strette e valide collaboratrici. La Valiente avrebbe giocato un ruolo di primo piano nell’opera di diffusione della Wicca, anche se nel 1957 decise di allontanarsi da Gardner per l’eccessiva pubblicità creata da lui attorno alla Wicca. Gardner era infatti quasi ossessionato dal fatto che la “Vecchia Religione” (termine che mutò da Leland) potesse morire e quindi cercò di farsi pubblicità ad ogni costo. Nella congrega si formarono due fazioni, una capeggiata da Jack Barcelin (più tardi suo biografo), favorevole alla pubblicità, e l’altra dalla Valiente decisamente contraria.

Nello stesso periodo Gardner pubblicò due importanti saggi: “Witchcraft Today”, Stregoneria oggi (1954) e “The Meaning of Witchcraft”, Il significato della stregoneria (1959). Convinse la stessa Società Etnografica Inglese a riconoscere la fede stregonica sotto la denominazione di “stregoneria contemporanea e sopravvivenza di culti celtici”.

Gardner stilò anche un lungo documento che affermava l’inutilità di un codice di regole, perché esso esisteva già: le Leggi dell’Arte. Nessuno aveva mai sentito parlare di queste leggi, che nel loro linguaggio arcaico minacciavano la maledizione della Dea sui trasgressori. A irritare la Valiente fu l’affermazione in esse contenuta secondo cui ogni Grande Sacerdotessa doveva ritirarsi dal suo ruolo in favore di una donna più giovane affinché la Dea fosse degnamente rappresentata. A far precipitare la situazione fu infine un’intervista rilasciata da Gardner a un giornale popolare che riportava una

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16fotografia di Gardner con una spada cerimoniale. Gardner accusò i suoi editori di aver mandato i giornalisti sull’isola di Man, ma la valiente appurò che ciò non era vero così nel 1957 la congrega si sciolse. Tuttavia proprio da questa diaspora condusse alla creazione di molte altre congreghe, e in ultima analisi alla diffusione della “Vecchia Religione”. Dopo un certo tempo anche Gardner e la Valiente si riconciliarono, ma non operarono mai più insieme.

Gardner morì nel 1964 sulla nave che lo riportava in Inghilterra dal libano dove aveva svernato, fu sepolto nel porto più vicino a Tunisi.

Spunti di riflessione:

Qui di seguito trovate alcune domande che hanno lo scopo di spronarvi a riflettere sui contenuti di questa lezione.

- La storia della Wicca è una storia relativamente recente, nonostante questa religione abbia dei legami con pratiche presenti già nei tempi antichi. Il fatto che la Wicca abbia solo una cinquantina di anni, può far credere che questa religione sia meno legittima di altre, che vantano tradizioni millenarie. Pensate che l’età di una religione ne determina la validità?

Bibliografia consigliata:

- Raymond Buckland, Il Libro delle Streghe, Armenia- Cronos, Wicca – La nuova Era della Vecchia Religione,

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17Aradia Edizioni

* Il naturismo o nudismo è un movimento che si propone di promulgare un contatto con la natura privo di artificiosità e convenzioni sociali, promuovendo il rispetto per le persone, gli animali, e l'ambiente attraverso la nudità sociale in spazi privati o pubblici. Il naturismo non ha nei propri precetti originali componenti erotico-esibizionistiche.(wikipedia)

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18Lezione 3: La nascita della Wicca, parte 2

Crediti: Testo di The Khaos (che ringrazio), rivisto a ampliato da Selene. Autori consultati: Cronos (a cui pure vanno i ringraziamenti).

Temi di questa lezione:

- Il contributo di Doreen Valiente nel rendere la Wicca ciò che conosciamo oggi

Gardner fu sempre molto criticato per aver pubblicizzato la Stregoneria, altri pur considerando la necessità di pubblicizzare la Wicca dubitarono dell’autenticità della versione gardneriana. La sua versione era infatti molto diversa da quella di Margaret Murray (vedi la lezione precedente), egittologa degli anni ’30 e basata su alcuni principi:• Una pacifica religione di Natura che riconosce due principali divinità, il Dio delle Foreste e la Triplice Dea di fertilità, morte e rinascita; focalizzandosi maggiormente sulla divinità femminile.• Congreghe guidate da una Grande Sacerdotessa che si radunano all’interno di un cerchio di nove piedi di diametro e evocano il potere dai loro corpi mediante danze, canti e tecniche meditative• Celebrazione delle otto antiche feste pagane d’Europa• Profonda sintonia con la natura

Critiche durissime gli vennero dallo storico Elliott Rose

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19per cui in definitiva il mito della Dea un’invenzione letteraria di poeti e scrittori del XX secolo come Robert Graves, tuttavia ignorava autori come Bachofen e Leland, nonché il famoso “Asino d’oro” di Apuleio, dove la divinità femminile è centrale nel culto e dove si testimonia la sopravvivenza di tali culti almeno fino al XIX secolo.

Ma senza dubbio le perplessità più forti riguardavano il “Libro delle Ombre”, il libro di rituali copiato da quello della congrega della “Vecchia Dorothy” in cui venne iniziato Gardner. Alcuni misero in dubbio l’esistenza stessa di libri scritti per due semplici motivi:• Il possesso di un tale libro sarebbe stato pericoloso durante l’Epoca dei Roghi;• La Stregoneria sarebbe stata una tradizione orale, perché la maggior parte dei suoi membri erano persone illetterate.Gardner ribatté che allo scopo di preservare il culto, negli ultimi secoli alcuni iniziati avrebbero cominciato a mettere per iscritto i rituali e le tradizioni magiche.Inoltre c’era il precedente di Leland, antropologo di una certa fama, che aveva pubblicato “Aradia: the Gospel of witches” e che affermava di aver ricevuto manoscritto dalle mani di una strega toscana dopo essere stato iniziato a un culto stregonico proprio in Italia. La genuinità e l’arcaicità dei testi presentati nel libro di Leland non lascia alcun dubbio circa la sopravvivenza del culto di Diana ben oltre l’imporsi del cristianesimo. Di fatto molti rituali del libro di Leland passano integralmente nella moderna Wicca, così come l’espressione “Vecchia religione”.

L’esistenza del “Libro delle ombre” risulterebbe

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20plausibile, così come l’esistenza di molti piccoli gruppi presso cui l’Arte si sarebbe conservata. Tuttavia la fraseologia massonica e le citazioni di Aleister Crowley sono indubitabili e questo non depone certo a favore dell’autenticità del libro. Gardner incontrò Crowley quando questi era vecchio e malato e probabilmente ricevette da lui dei documenti dell’estinto O.T.O. (Ordo Templi Orientis, l’ordine fondato da Crowley).

Gardner spiegò alla Valiente di aver ricevuto dalla congrega della New Forest dei rituali frammentari, e di essere stato costretto ad aggiungere ad essi materiale diverso per accrescere la loro efficacia operativa e per riunirli in un insieme coerente. Non era tuttavia pienamente convinto dell’operazione e così incaricò la stessa Valiente di rivedere i rituali del libro, lei lo persuase ad eliminare il più possibile le influenze crowleyane perché il nome di Crowley era legato alla Magia Nera e alla dissolutezza più sfrenata. Doreen riconobbe per esempio che uno dei rituali era ispirato alla “Messa gnostica” di Crowley. Vista la grande quantità di elementi attribuibili a Crowley, la Valiente iniziò a riscriverli, inserendo anche “l’Incarico della Dea” (di cui parleremo in una prossima lezione), oggi una delle principali espressioni della spiritualità Wicca. Assieme a Gardner scrisse anche la “Witches’ Rune”.Bisogna specificare che le idee della Valiente furono influenzate in modo particolare da alcune opere di Dion Fortune, come “The Sea Priestess”, La Sacerdotessa del mare, e “Moon magic”, La magia della luna (due opere che vi consiglio caldamente di leggere, perché stupende!). La famosa frase della Fortune, “Tutti gli dei sono un unico dio e tutte le dee sono un’unica dea e c’è un solo iniziatore”, ha influenzato notevolmente la Wicca

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21e il suo (almeno apparente) duoteismo.Quindi la versione definitiva del libro è quella riveduta dalla Valiente, quella che ha contribuito più di ogni altra cosa a rendere la Wicca quello che è: un culto ben strutturato e capace di adattarsi alle più svariate esigenze spirituali.

L’influenza di Doreen Valiente prima e dopo la sua separazione da Gardner fu quindi di fondamentale importanza, passata nella Terra dell’Estate l’1 settembre 1999. Dopo la sua conoscenza con Gardner, diede un grossissimo contributo alla sua opera senza mettere in discussione nulla di ciò che Gardner affermava essere i principi della “Vecchia Religione”. Tuttavia alla fine oltre che al distacco in termini modali, la Valiente non approvava la pubblicizzazione e la spettacolarizzazione della Wicca, si distaccò da lui anche in termini teorici. Gardner era molto contrario per esempio a persone dello stesso sesso che operassero assieme, specie se erano gay. Infatti per tale motivo li descrisse come “maledetti dalla Dea”. Doreen non vide in seguito nessun valido motivo per credere questo perché riteneva che tutta la storia dell’umanità testimoniava della presenza di uomini e donne omosessuali in ogni tempo per cui si convinse che Madre Natura sapeva quello che stava facendo quando creò persone in quel modo. Essa non concordò con questo pregiudizio contro i gay, né all’interno dell’Arte del Saggio, né al di fuori di essa.

Altra credenza che Doreen mise in discussione fu “La Legge del Tre”, secondo cui qualsiasi cosa viene mandata in stregoneria, la si riceve indietro triplicata, sia nel bene che nel male. Doreen asseriva che non poteva esistere una speciale Legge del Karma che si applicava

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22solo alle streghe, benché molti, in particolare negli U.S.A., considerino ciò un articolo di fede, questa legge non si trova in nessuno dei vecchi libri di magia e probabilmente fu un’invenzione di Gardner.

Inoltre credeva che la stregoneria fosse sopravvissuta in molti gruppetti isolati e che perciò non esistesse una singola tradizione, ma molte congreghe con rituali e tradizioni simili, ma al contempo differenti.

Nel 1960 dopo che smise di lavorare con Gerald, Doreen entrò in contatto con una congrega di cui era magister Rober Cochrane che detestava Gardner e affermava di essere una strega ereditaria. Cochrane respingeva l’idea che fosse necessario lavorare nudi, di qui il suo tipo di congrega è venuto ad essere denominato come “Congrega tunicata” e la corrente derivata dalla sua opera definita “tradizionalista”. I suoi membri indossavano tuniche nere, che rappresentano la notte e la segretezza, perché prima di tutto preferivano operare all’aperto e in secondo luogo argomentavano che, se il potere di una strega non può penetrare uno strato di stoffa, allora deve essere un potere troppo debole per fare alcunché. Cochrane usava molte meno parole di Gardner e Doreen lo riteneva più in armonia con le pratiche degli antenati. Tuttavia venivano osservate le medesime celebrazioni di Gardner: la Luna Piena e i quattro Grandi Sabbat: Imbolc, Beltane, Lammas e Samhain. Celebrava anche gli equinozi e i solstizi, ma dava ad essi minore importanza: Yule, Ostara, Litha e Mabon.

Doreen partecipò infine alla creazione della Pagan Federation britannica, nel 1971, un’organizzazione che

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23ha creato collegamenti fra i gruppi pagani e della Wicca in Gran Bretagna e oggi in tutto il mondo. Potete trovare maggiori informazioni sulla Pagan Federation qui: http://www.paganfed.orgNel 1973 scrisse il suo primo libro, “An ABC of Witchcraft”, a cui seguì “Natural magic” e “Witchcraft for Tomorrow”, dove venne presentata una delle prime forme di auto-iniziazione che contribuì ad espandere i confini della Wicca, non più limitata rigidamente alle tradizioni e alla congreghe.Doreen Valiente resta, insieme a Gardner, la fondatrice di una nuova religione. Oggi infatti la Wicca, grazie anche alla sua opera e alla sua guida, si è diffusa in diverse correnti in tutto il mondo occidentale e soprattutto negli Stati Uniti dove il fenomeno si è enormemente amplificato e dove esistono ormai diverse congregazioni di Wicca con una struttura gerarchica e che hanno perso totalmente il contatto con ciò che realmente la stregoneria era nel passato e ciò che è e dovrebbe essere la Wicca oggi.Tuttavia Doreen, malgrado la consapevolezza delle profonde divergenze tra i gruppi della Wicca, sia a livello di tradizione che di credenze e di pratica, affermò in uno dei suoi ultimi interventi per la Pagan Federation, che se agli iniziati degli antichi misteri si insegnava a dire “Io sono figlio della Terra e del Cielo Stellato e non c’è parte di me che non sia degli Dei”, oggi chi crede a questo ed è genuinamente pagano deve considerare questo insegnamento non solo per noi, ma anche per gli altri.Per concludere con le sue parole questa panoramica: “Come streghe, pagani o in qualsiasi altro modo ci definiamo, le cose che ci uniscono sono più importanti delle cose che ci dividono." (1997)

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Bibliografia consigliata:

- Cronos, Wicca – La nuova Era della Vecchia Religione, Aradia Edizioni- Doreen Valiente, An ABC for Witchcraft, Hale- Janet & Stewart Farrar, A witches’ bible, Phoenix Publishing- Dion Fortune, La Sacerdotessa del mare, Venexia edizioni- Dion Fortune, La Magia della Luna, Venexia edizioni

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25Lezione 4, La percezione del divino

Crediti: College Sacred Mist, Cronos, Raven Grimassi, wikipedia

Contenuti di questa lezione:In questa lezione parleremo di come il Divino viene percepito nella Wicca e vedremo che cosa si intende con i termini Immanenza e Trascendenza.

Prima di parlare della Dea e del Dio, di cui avrete sicuramente già sentito tutti parlare, è opportuno soffermarci sul significato di cosa sia il divino. In merito, Cronos dice:CITAZIONEIl Divino è ciò che appare nel sacro, sia esso lo spazio d’un bosco, oppure un tempio di pietre, o anche quel luogo interiore che ci dischiude il sorriso della persona che amiamo. È il divino in quanto possibilità della manifestazione nel dischiudersi nel sacro che apre sempre uno spazio, assume sempre una forma. E nel momento in cui il divino si rende manifesto, appare la divinità, sia esso un Dio o una Dea.

Ciò significa che in quanto esseri umani, noi percepiamo il divino attraverso la sua manifestazione. E la sua manifestazione per noi wiccan avviene nel sacro. Il sacro è quel luogo che ci consente di ritrovare il divino, il luogo dove gli Dei possono parlare e si lasciano scorgere.

Cosa è dunque sacro? A questa domanda è facile rispondere se pensiamo alla natura, ai boschi, al cielo,

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26alla luna, alle stelle.. è attraverso le manifestazioni della natura che noi wiccan percepiamo la presenza degli dei, la loro bellezza, la loro pienezza, la loro essenza. Per questo, nella Wicca, il divino viene percepito come qualcosa di immanente. E in più, attraverso il rituale, per esempio nella celebrazione dei Sabbat o degli Esbath, noi entriamo ancora più profondamente in contatto con la dimensione sacra, quindi con il divino.

Dice ancora Cronos:CITAZIONEIl divino è il modo in cui gli dei vivono l’essere, mentre l’umano per vivere il divino deve scoprire l’essere che è già in lui e che a lui si è originariamente consegnato, quando questa conoscenza diventa totale, all’umane si dischiude la possibilità di vivere il divino pienamente e costantemente, la possibilità di diventare un dio o una dea. Per questo nella Wicca accade alla fine di un rituale di salutarsi con la frase “Tu sei la dea” oppure “Tu sei un dio”. Perché il momento del rituale, in cui si crea lo spazio sacro che permette l’apparizione degli dei, è anche primariamente un momento di conoscenza del proprio essere, cioè della propria divinità.

Mi rendo conto che il concetto presentato può risultare astratto e incomprensibile per alcuni.. per il momento, vi prego solo di tenere a mente queste parole, che un giorno probabilmente si sveleranno a voi in maniera del tutto inaspettata e vi stupirete di quanto sia semplice vivere queste cose, piuttosto che descriverle..

In particolare, nel caso dei wiccan, il divino viene percepito principalmente attraverso la manifestazione dei

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27poli, quello maschile e femminile, come avviene nella natura. In genere dunque i wiccan vivono il divino attraverso l’idea di una Dea e di un Dio, anche se non mancano eccezioni. Ci sono wiccan che onorano principalmente l’aspetto femminile del divino, altri che prediligono quello maschile. L’idea della Dea e del Dio possono poi essere percepiti in maniera più diversificata a seconda delle caratteristiche individuali: c’è chi percepisce la Dea come un’unica grande entità presente in tutto ciò che ci circonda, c’è chi invece riconosce diversi aspetti della Dea, per esempio distinguendone i nomi. Nel suo considerare il divino, la Wicca è dunque in alcuni casi duoteista, a volte enoteista (cioè tende a considerare e invocare solo uno dei due aspetti) e a volte politeista.Ad ogni modo, il divino viene percepito come immanente. Vediamo più in dettaglio cosa significa.

Immanenza

Il termine “immanente” indica la presenza di un essere o di un potere in altre entità ed è al tempo stesso parte essenziale di quelle entità. Questo termine viene comunemente utilizzato nelle discussioni concernenti il rapporto tra il divino e l’universo. L’idea che il divino sia assolutamente immanente si avvicina al concetto di panteismo (dal greco pan = "tutto", "completo"; theòs = dio/divino; letteralmente significa "tutto è dio/divino"), nonostante nel caso dell’immanenza si intende più precisamente che il divino si manifesta nella realtà che ci circonda ed è parte di essa.Nella visione immanente del divino, l’universo è considerato come autosufficiente e autodeterminato,

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28quindi guidato dalle forze della natura, nelle quali viene riconosciuta la presenza divina. Un’altra visione dell’immanenza vede l’esistenza di una sostanza universale (astratta) che incorpora i principi e le azioni di tutti i livelli della vita. Di conseguenza, tutti gli esseri (umani, animali, del mondo vegetale e no) sono visti come uniti fra loro dalla stessa sostanza.

Trascendenza

In opposizione al concetto di immanenza, troviamo invece il concetto di trascendenza, che implica che il divino non è conoscibile attraverso i sensi e che si trova in un luogo altro dall’universo nel quale viviamo. Un esempio molto comune di divinità trascendente è il dio cristiano ortodosso, che viene percepito come trascendente nella sua essenza.

Nella visione della trascendenza, si crede in una realtà divina non conoscibile ai sensi e all’esperienza e che non può essere compresa dalla ragione umana. In generale, le dottrine trascendentaliste presentano una suddivisione netta della realtà fra mondo dello spirito e mondo materiale.

Il concetto filosofico della trascendenza afferma l’esistenza di un divino assoluto, che si trova al di là della possibilità di descrizione e che può essere conosciuta solo in parte attraverso l’intuito. Dunque, il divino non può essere descritto né compreso in termini legati all’esperienza umana.

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29Il divino come invenzione dell’essere umano?

Per concludere questa lezione, vi propongo una riflessione. Vi siete mai chiesti se gli Dei esistono di per sé, o se sono stati creati da noi esseri umani? Soprattutto nei tempi antichi, per esempio nell’antica Grecia, i fenomeni naturali e non spiegabili (apparentemente) attraverso i metodi razionali, venivano considerati manifestazioni di vicende divine: per esempio, fulmini e lampi potevano essere associati alla rabbia di Zeus, oppure una buona caccia poteva essere considerato come buona influenza di Artemide, il susseguirsi delle stagioni calde e fredde era associato al rapimento di Persefone e dunque la conseguente frustrazione di Demetra, sua madre e Dea dei campi e del raccolto.. Oggi invece la scienza ci fornisce gli strumenti per comprendere questi fenomeni in maniera razionale.

Gli Dei sono dunque invenzioni degli esseri umani?

In merito, Raven Grimassi dice per esempio che gli dei potrebbero essere degli eggregori, vale a dire delle forme pensiero. Una forma pensiero è in parole povere un’entità fatta di energia spirituale e umana, che prendono forma e acquistano potere man mano che l’uomo compie rituali e onora questi dei. Senza l’energia degli esseri umani che onorano le divinità, secondo Grimassi queste non esisterebbero.. eppure allo stesso tempo, la presenza degli dei nella vita dell’essere umano lo supporta e lo aiuta. Si tratta dunque di un rapporto simbiotico, in cui per esistere gli dei hanno bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno di loro.

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30Quale sia la verità, se gli dei sono una nostra invenzione, o se gli dei sono esistiti dall’alba dei tempi, prima che l’uomo facesse la sua comparsa su questa terra… purtroppo non lo potremo sapere mai con certezza!! Questo è uno dei Misteri della Wicca..

Spunti di riflessione:

- Che cosa ritenete sacro nella vostra vita?- Qual’è la vostra opinione in merito alla questione: gli dei sono invenzione degli esseri umani?

Nella prossima lezione:

Parleremo della Dea.

Bibliografia consigliata:

- Cronos, La nuova era della Vecchia religione, Aradia edizioni- Raven Grimassi, Wiccan Mysteries, Llewellyn- Starhawk, La danza a spirale, Macro edizioni

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31Lezione 5, La Dea

Crediti:College Sacred Mist, Phyllis Curott, Raven Grimassi

Dopo aver introdotto il concetto di Divino, ne approfondiremo in questa lezione l’aspetto femminile. Parleremo dunque della Dea, come essa viene percepita nella Wicca.

Innanzitutto, è necessario precisare che il culto della Dea è un culto che risale ai tempi dell’antichità. Sono state infatti ritrovate statuette e icone della Dea nella sua forma di madre risalenti al 6’500 a.c. Queste statuette, generalmente fatte di ossa, pietre, avorio o altri materiali naturali, risaltano il ventre e il seno femminile, mostrando la pienezza della maternità e onorando la capacità femminile di generare la vita.Proprio perché la donna è fonte di vita, per gli esseri umani di quel tempo era più che ragionevole credere che il creatore del mondo dovesse essere una donna, quindi una Dea. Inoltre, poiché siamo esseri umani, tendiamo, oggi come allora, a dare alle Divinità un aspetto e attributi simili ai nostri, quindi umani.Fu lei la patrona della caccia nell’età della pietra, e fu anche lei la prima a fertilizzare la terra con i suoi semi. Sotto la sua guida, le mandrie furono domate, e si scoprirono per la prima volta i poteri curativi delle erbe.

Nel corso dei secoli e nei diversi luoghi del mondo, molti sono stati i nomi utilizzati per chiamarla: Afrodite, Amateratsu, Arianna, Arianrhod, Artemide, Atlanta, Atena, Bast, Baubo, Brigid, Calliope, Callisto, Cerere,

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32Cerridwen, Circe, Cibele, Demetra, Diana, Durga, Estia, Europa, Freya, Gea, Giunone, Galatea, Hathor, Hecate, Hera, Inanna, Ishtar, Iside, Kali, Kuan Yin, Maat, Maya, Minerva, Morrygan, Oya, Persefone, Proserpina, Sekhmet, Shakti, Yemanja, e molti altri ancora.

Oggigiorno, nella Wicca, la Grande Dea è percepita il più delle volte come una Dea triplice, nei suoi aspetti di Fanciulla, Madre e Saggia. Le tre fasi della Dea corrispondono alle fasi lunari: quando la luna è crescente, essa viene associata all’aspetto della Fanciulla, quando è piena è associata all’aspetto di Madre e quando è calante e nera viene associata all’aspetto di Saggia. In alcune tradizioni, viene riconosciuta una quarta fase in corrispondenza con la luna nera, che viene associata all’aspetto di incantatrice-tentatrice della Dea.

L’associazione della Dea alle fasi lunari è avvenuta per diverse ragioni. La più evidente concerne il profondo legame che esiste tra le fasi lunari (crescente e decrescente) e i cicli femminili. Un tempo inoltre il calendario seguiva i cicli lunari (cosa che ancora oggi capita in alcune culture, per esempio orientali), non quelli solari: era più facile osservare il cielo di notte, piuttosto che di giorno, e capire grazie alla forma della luna in quale giorno del “mese” ci si trovava. La luna è anche il simbolo dell’inconscio, dei sacri poteri spirituali che risiedono nella profondità della mente, in cui il Divino vive e agisce senza inibizioni e repressioni.

Tuttavia, la Dea non è solo percepita nella Luna, ma in tutta la natura che ci circonda: se la Luna è il suo volto scintillante, l’oceano è il suo grembo, la terra il suo

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33corpo, l’Universo il suo spirito infinito. E in particolare, come dice Phyllis Curott:

CITAZIONEla Dea vive nel vostro cuore e quando parlate con il cuore, parlate a lei e per suo tramite, e nutrite la sua presenza e la vostra relazione con lei. Noi sperimentiamo la Dea dentro di noi e nel mondo che ci circonda. La Dea è reale quanto l’aria che respiriamo, perché È l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, la terra che ci nutre. Lei È tutto questo e molto di più.

La Dea è dunque associata anche alla terra, e viene dunque chiamata anche Madre Terra. La terra che ha il potere della fecondità, è la fonte di vita che dà alla luce e nutre i suoi figli: piante, animali, esseri umani. La Curott dice ancora:CITAZIONEQuando fate magia nella Natura, vi rendete conto che la Grande Madre Terra è presente in ogni pietra e in ogni scogliera, in ogni boccone di cibo che mangiate, nel legno con cui è costruita la vostra casa, nel petrolio che riscalda la vostra abitazione.

Vediamo ora di approfondire i tre aspetti associati alla Dea: la Fanciulla, la Madre e la Saggia.

La Fanciulla: luna nuova e crescente

La luna crescente è delicata e innocente. Cresce e diventa più luminosa ogni notte che passa, e si alza pian piano sempre più in alto nel cielo notturno fino a

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34raggiungere il suo culmine e la sua pienezza. Questa è l’immagine della fanciulla, giovane, pura, indipendente, energica, spensierata, curiosa ed affamata di esperienze. Spesso è personificata da una Dea degli animali selvatici e della caccia oppure da una Dea guerriera. In questa fase, é conosciuta con i nomi di Artemide, Diana, Kore, Atena, Nimue, Sekhmet, Luna e molti altri. La fanciulla è la vergine, non in termini letterali, ma soprattutto nel significato di donna indipendente e autosufficiente, che è in grado di occuparsi da sola di sé stessa.

A questa fase lunare e a queste Dee sono generalmente associate magie di crescita, libertà, coraggio e del divenire.

La Madre: luna piena

La luminosità, la rotondità e la pienezza della Luna piena sono associate alla Madre Dea. La luna è alta nel cielo, è matura, è il potere attivo della creatività e della creazione, della nascita di nuove cose: un figlio, un lavoro, un’opera d’arte, ecc. La Madre è potente, è creativa, feconda e pregna di vita. Associate a questa fase sono ad esempio Iside, Hathor, Shakti, Yemanjà, Cibele, Demetra e molte altre. La Luna piena rappresenta il potere di una donna matura, capace di creare vita e cultura. Allo stesso tempo simboleggia anche il potere della sessualità femminile.

A questa fase lunare e a queste Dee sono generalmente associate magie di fertilità, realizzazione e sessualità.

La Saggia: luna calante e nera

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Ad un certo punto nella vita di ogni donna, sopraggiunge la menopausa e il ciclo mestruale si arresta. Ciò significa che è passata in una nuova fase della sua vita in cui non potrà più avere figli. La donna un tempo fanciulla e in seguito madre, diventa saggia e anziana. Secondo alcuni, è questa la vera Dea, che tiene per sé e per sempre il suo sangue, quindi tiene dentro di sé un potere enorme, che la rende ancora più potente di prima. Come la luna che decresce, il suo corpo non è più nel fiore degli anni ma inizia a raggrinzirsi, le sue energie diminuiscono pian piano finché alla fine tornerà alla terra e alla morte. È il potere del riposo contemplativo, della creatività interiorizzata. In questa fase, la Dea è saggia, introspettiva, e contiene i poteri della Fanciulla e della Madre. Lei è l’agente del cambiamento e della trasformazione che capisce il mistero della morte, della fine e della capacità di abbandonarsi all’oscurità. Associate a questa fase sono Dea come Ecate, Morrygan, la Donna Ragno e altre ancora.

A questa fase lunare e a queste Dee sono generalmente associate magie di trasformazione, saggezza, allontanamento, di scelte e morte.

Per terminare questa lezione, vi riporto un esercizio proposto da Phyllis Curott per entrare quotidianamente in contatto con la Dea che è presente dentro e fuori di noi. Provate a farlo per una settimana e se volete potete condividere le vostre sensazioni con gli altri studenti di questa scuola.

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36CITAZIONE

Ogni giorno, per una settimana, mettetevi davanti ad uno specchio, incrociate le braccia davanti al petto, guardatevi negli occhi e recitate il seguente incantesimo:

“Grande Dea che vive dentro e fuori di me,Dea della Luna Scintillante e della Fertile Terra,Dea del Cielo Stellato e dal Grembo Infinito,Dea da cui provengono tutte le benedizioni,Benedici tua figlia (tuo figlio)”.

Quando avete finito, chiudete gli occhi, sciogliete le braccia quindi piegatele in modo da portare le mani all’altezza delle spalle, i palmi rivolti verso l’alto: questa è la posizione della Dea, e viene usata quando, durante l’Invocazione della Luna, volete segnalare la sua presenza dentro di voi. Lasciate che la sua sacra presenza vi pervada, all’interno e all’esterno. Ora aprite gli occhi e guardate la luce della Dea da voi, dal vostro volto e dal vostro corpo. Al termine, incrociate nuovamente le braccia e ringraziate.

Bibliografia consigliata:

- Phyllis Curott, L’arte della magia, Sonzogno- Raven Grimassi, Wiccan Mysteries, Llewellyn- Starhawk, La danza a spirale, Macro edizioni

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37Lezione 6, Le Dee

Crediti:Phyllis Curott, Sacred Mists College, Kris Waldherr

Nelle scorse lezioni abbiamo introdotto il concetto di Divino e abbiamo parlato della Dea. Abbiamo anche visto che ci sono diversi modi di percepire il Divino: alcuni wiccan lo vivono attraverso una Grande Dea, alcuni distinguono un aspetto femminile e uno maschile (la Dea e il Dio), altri venerano una molteplicità di Dei. In questa lezione illustreremo le caratteristiche di alcune delle Dee più conosciute al giorno d’oggi. La lezione non intende essere esaustiva, sarebbe impossibile riassumere qui TUTTE le caratteristiche di TUTTE le Dee esistenti nel mondo. Essa ha invece lo scopo di incuriosirvi e spronarvi a cercare maggiori informazioni sulle Dee dalle quali vi sentite attratti e quindi a conoscerle più in profondità.

Qui di seguito trovate una lista di Dee suddivise per le loro caratteristiche distintive. Noterete che alcune Dee rientrano in più categorie poiché possiedono più qualità.

Le Dee dell’amore

Afrodite/Venere: Regina della bellezza, regina dell’amore. Del suo possente regno fanno parte l’estasi e il piacere, croce e delizia dell’amore romantico. Non esiste al mondo un solo esser umano che possa sottrarsi al suo fascino.. Conosciuta dai romani con l’appellativo di Venere, la dea Greca Afrodite è nata dalla schiuma del

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38mare e condotta sulla terraferma all’interno di una conchiglia. Al suo passaggio, spuntano fiori dalla terra per salutare i suoi doni apportatori di giovinezza. Uomini e animali avvertono l’impulso di lasciarsi andare all’amore, garantendo in tal modo il prosieguo della vita.

Era: Nell’antica Grecia, Era veniva idolatrata in quanto dea protettrice del matrimonio. Presiedendo a questo sacro vincolo, essa è responsabile della sua salvaguardia; le sue ire, ogniqualvolta il legame matrimoniale non veniva rispettato, sono leggendarie forse quando la sua relazione difficile e burrascosa con il consorte Zeus. LA sua infedeltà alla Dea era nota quanto la fedeltà che essa al contrario gli dimostrava.

Freya: Freya è la Dea nordica dell’amore, della fertilità, della bellezza. Qualche volta viene identificata anche come Dea delle battaglie e della morte. È anche la dea della fertilità e della creatività, la natura sboccia quando è presente. Inoltre, è Dea dell’aria, governa il regno dell’intelletto e porta la spada dell’illuminazione, la cui lama affilata simboleggia la sua capacità intellettuale di tagliare l’ignoranza e la confusione.

Persefone: L’arcano mito oscuro della Dea greca Persefone costituisce per molti versi la vicenda di una fanciulla iniziata al significato del suo sangue, il sangue mestruale in cui è racchiuso il segreto della maturazione sessuale. Persefone era la figlia adorata di Demetra, Dea del raccolto, ma si è vista costretta a divenire moglie di Plutone, colui che governava l’Ade. Innamoratosi di lei, ha rapito la fanciulla mentre costei si era chinata a raccogliere un narciso su un prato. In seguito alla disperazione della Madre Demetra e al suo errare senza

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39sosta per ritrovarla, Persefone poté ritornare sulla terra, ma avendo mangiato il melograno rimase comunque legata a Plutone, con cui doveva condividere metà dell’anno. Da questa storia nasce il mito del susseguirsi delle stagioni: le stagioni calde corrispondono al periodo in cui Persefone ritorna dalla Madre, quelle fredde corrispondo al periodo in cui ridiscende gli inferi per stare accanto a Plutone.

Le Dee della Cultura e della Saggezza

Atena/Minerva: È adorata come madre della saggezza e dell’arte. Era anche Dea protettrice della filatura e della tessitura, come pure dell’artigianato. A differenza di altre divinità, Atena è nata adulta dalla fronte di Zeus, che per giorni soffriva di un forte mal di testa. Invece di sposarsi, Atena ha scelto di dedicarsi all’arte e alla saggezza, evitando gli intrallazzi romantici di cui si beavano gli altri dei. Atena era anche dea della guerra e della giustizia.

Sarasvati: In India, la benevola Sarasvati veniva onorata per la sua saggezza, nonché per le sue numerose altre virtù. La sua grazia e la sua bellezza si riflettono nel nome, che significa “colei che scorre”; lo stesso appellativo si riferisce al suo duplice aspetto in quanto Dea dell’acqua, che veglia sul fiume che porta il suo nome. A lei viene attribuita la creazione dell’alfabeto sanscrito e della matematica. Non esiste un solo frammento di arte e di creazione culturale che sia escluso dai suoi vastissimi orizzonti. Ella è saggia Dea della musica, del linguaggio e di tutte le forme di arte. Lei è la luce del sapere.

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40Brigid: In tempi remoti, i Celti solevano implorare la Dea Brigid affinché infondesse loro il dono divino dell’ispirazione, affinché anche le parole più semplici potessero trasformarsi in opera d’arte. Ella viene raffigurata anche come un bellissimo cigno bianco, inafferrabile come l’ispirazione stessa. LA leggenda vuole che Brigid fosse una triplice dea: Dea della poesia, Dea della lavorazione dei metalli e del fuoco, Dea della guarigione. Tale è la fame acquistata dalla dea Brigid in virtù dei suoi poteri che tuttora viene venerata dai cristiani come Santa Brigida.

Dee della Magia e della Trasformazione

Ecate: Nell’antica Grecia, Ecate era venerate come l’oscura e misteriosa Dea della luna, che trasmetteva immagini e infondeva conoscenza da quel regno diafano. Tratteggiando l’aspetto saggio e maturo della grande triplice Dea, Ecate simboleggia la luna nera o calante, che segna la fase in cui la luna trattiene la luce prima di prorompere nel cielo notturno in tutto il suo fulgore. È diffusa la credenza secondo cui questa fase arcana simboleggi la luce racchiusa in ogni donna, la luce interiore in grado di illuminare la nostra vita, oltre che quella altrui. In quanto Dea della luna nera, Ecate era associata alle tempeste, ai cani ululanti e ai salici. Il simbolo che la rappresenta è la chiave d’oro che schiude gli scrigni di sconosciute ricchezze in cielo e in terra. Sovente collocate ai crocevia, numerose statue di Ecate la raffigurano come un’anziana signora a tre teste che scruta nelle tre direzioni: passato, futuro e presente. Questa immagine evoca la saggezza, la conoscenza e le gioie che la maturità elargisce a una donna.

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Dee della Creazione

Gaia: Gaia è il nome della dea attraverso cui gli antichi Greci onoravano la Terra. Gaia, fecondo ventre cosmico scaturito dal primordiale spazio interstellare noto come Caos, è esistita prima di qualsiasi altra forma di vita. Gaia ha generato il cielo, da lei battezzato Urano, affinché le tenesse compagnia e facesse l’amore con lei. Gaia è la madre di tutti gli Dei e tutte le Dee dell’antica Grecia.

Hathor: È ritenuta dagli Egizi la madre degli Dei e delle Dee ed era anche dea della fertilità e dell’abbondanza. Nell’antico Egitto, veniva venerata come divinità dorata abbastanza potente da aiutare coloro che l’adoravano a risolvere ogni sorta di cruccio, dall’assenza di prosperità all’amore. Rappresentata anche come vacca divina, aveva la virtù di nutrire il mondo intero.

Donna Ragno: La Donna Ragno è colei che ha creato la ragnatela della vita nella quale tutti gli aspetti del mondo sono legati fra loro. La sua esistenza risale a prima della nascita del mondo. Tessendo e cantando, ella ha creato anche le quattro direzioni: nord, sud, est e ovest. All’interno di questo spazio ha creato le sue figlie, Ut Set e Nau Ut Set. Seguendo le direzioni della madre, le figlie hanno dato poi origine al Sole, alla Luna e alle stelle, allo scopo di cancellare le tenebre dall’universo. Tessendo la sua tela, la Donna Ragno ha creato tutti gli elementi della vita: montagne, laghi, oceani e deserti.

Ishtar: Ishtar è la Dea assira della stella del mattino e

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42della Guerra. Come stella della sera, rappresenta anche l’amore e il piacere dei sensi. Era considerata vergine nonostante amasse le relazioni sessuali, poiché ritrovava la sua verginità ogni volta che si immergeva nel lago dove faceva il bagno.

Dee Guerriere

Atena: vedi prima

Artemide: Artemide è la Dea greca della caccia e della Luna, evidenzia la forza fisica e la fiducia che le donne di qualsiasi latitudine ed estrazione sociale ripongono in loro stesse. La Luna, che governa la notte e gli animali selvatici, oltre al corpo femminile, ci svela l’immensa portata del misterioso regno di Artemide; nella fattispecie, essa veniva associata alla luna della mietitura e al solstizio d’inverno. Nell’antica Roma, Artemide era venerata con l’appellativo di Diana. Indipendente e selvaggia, questa Dea ha scelto di non condividere la sua esistenza con nessun uomo; colui che non avesse rispettato il suo desiderio in tal senso sarebbe stato vittima di una morte atroce.

Kali: In India, questa triplice Dea Hindu è oggetto di grande culto per quanto attiene il suo aspetto distruttivo. Accettare Kali la distruttrice significa riconoscere che la vita non può prescindere dalla morte: distruggere attraverso la passione della rabbia significa creare i presupposti per una nuova crescita che scaturisce dalla passata esperienza.

Sekmet: Impavida Dea egizia dalla testa di leone

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43associata al Sole. Ella è anche una Dea degli inferi, in in quanto tale è la dea della forza, della vendetta e degli incantesimi.

Freya: Vedi prima.

Morrygan: Nella mitologia Celta, era la grande Regina e Dea dei Tuatha Dé Danann. Era una Dea triplice: Dea della fertilità, Dea dell’acqua e della conoscenza e Dea della Guerra e delle Battaglie.

Dee della Terra e della Prosperità e Fertilità

Demetra/Cerere: Demetra è la Dea greca del raccolto, madre di Persefone. Grande era il suo amore per la figlia, le due donne erano praticamente inseparabili. Quando Persefone viene rapita da Plutone, dio dell’Ade, per farne sua sposa, Demetra non trova pace e inizia a vagare da un capo all’altro della terra in cerca della figlia. Rabbia e dolore hanno sopraffatto la Dea. Affinché sulla terra potesse riflettersi il suo tormento, Demetra bloccò anche la fioritura di ogni pianta e la maturazione del grano. Per ammansire l’ira e la disperazione di Demetra, finalmente Zeus acconsentì affinché Persefone facesse ritorno dalla madre. Ma prima di tornare, Persefone aveva mangiato il melograno, suggellando l’accettazione dell’età adulta e della maturazione sessuale. A titolo di compromesso, Persefone venne autorizzata a rimanere sulla terra con sua madre sei mesi all’anno, mentre gli altri sei li avrebbe trascorsi con il consorte.

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Iside: Iside é la grande Dea egizia della fertilità, é rivelatrice della forza di una donna che ama e del potere della sofferenza che tutto trasforma. Una volta raggiunta l’età adulta, Iside è andata in sposa al fratello Osiride. L’armonia che li circondava era tale che tutti ne rimanevano piacevolmente coinvolti. Le loro giornate trascorrevano all’insegna del nutrimento del mondo; i poteri di Iside, associati a quelli di Osiride, facevano sì che il cibo scaturisse a profusione dal ricco suolo egiziano e dal fertile Nilo. Le loro notti erano scandite dall’estati dell’amore; non vi era luna o stella che potesse offuscare la loro passione.

Yemanja: Le acque che nutrono la nuova vita nel grembo materno rappresentano un microcosmo del fertile oceano da cui trae origine l’essere vivente, governato da Yemanja, Sacra Regina del Mare. Questa leggiadra Dea appartenente alla religione cubana della Santeria regna sulla fertilità e sulla maternità; la luna, il mare, la donna, gli eterni cicli della vita, rientrano nel suo dominio. Anche le conchiglie e gli esseri che popolano gli abissi dell’oceano sono governati da lei.

Dee della Giustizia

Maat: Dea Egizia della giustizia. Fate attenzione a chiamarla, poiché se avete commesso delle ingiustizie nella situazione nella quale chiedete il suo aiuto, lei porterà giustizia anche in ciò che avete fatto.

Sehkmet: Vedi prima

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45Ecate: Vedi prima

Kali: Vedi prima

Bibliografia consigliata:

- La Dea Interiore, celebrare la femminilità. Kris Waldherr, Xenia edizioni- Giovani Dee, le cerimonie sacre, il trucco magico e tanti segreti per vivere da Dea. Catherine Wishart, Macro Edizioni- La grande Déesse-Mère, création, feritlité et abondance. Mythes et archétypes féminins. Shahrukh Husain, Sagesses du Monde.

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46Lezione 7, il Dio Il Dio

Crediti :

Phyllis Curott, Dorothy Morrison, Starhawk

Come abbiamo visto nelle precedenti lezioni, gran parte dei wiccan percepisce il Divino attraverso la manifestazione polarizzata della Dea e del Dio. Il Dio è il consorte della Dea, è la sua controparte, la sua metà. Anche il Dio, come la Dea, è la forza che scorre nella creazione, ed è presente ovunque. Dimora dentro di noi e anch’egli come la Dea ha infiniti nomi e volti, poteri e doni.

Nella Wicca, il Dio non è un essere distante e lontano, bensì possiede qualità vicine al mondo degli umani: ci sono dei che sono figli e amanti, che sono presenti in forma animale, che si manifestano attraverso le piante e la natura, ecc. Il Dio wiccan è un Dio danzante, giocoso, divertente. Lavorare con lui significa rientrare in contatto con i propri sentimenti, la sessualità, la spontaneità, la passione, il coraggio e la determinazione.Il Dio wiccan incarna proprio quelle qualità maschili positive e potenti, che hanno un’origine ben più profonda di tutti i vari stereotipi, della violenza e dell’anomalia emotiva degli uomini della nostra società. Se l’uomo fosse stato creato a immagine del Dio wiccan, sarebbe libero di essere selvaggio, senza per questo diventare crudele, di essere irascibile senza essere brutale, passionale senza diventare violento, spirituale senza

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47essere però asessuato, e infine capace veramente di amare.

La Dea è colei che racchiude, è il terreno dell’esistenza; il Dio è colui che nasce da lei, la sua immagine allo specchio, il suo polo opposto. Lei è la terra, Lui il grano. Lei simboleggia il cielo che tutto cinge; Lui il sole, il suo nucleo infuocato. Lei è la ruota, lui il viaggiatore che la percorre. Una caratteristica peculiare del Dio è sacrificare la sua vita perché il ciclo possa continuare. Lei è la Madre e la Distruttrice; lui rappresenta tutto quello che nasce e viene distrutto.

Anche il Dio, come la Dea, è una triplice divinità, e viene comunemente chiamato Giovane signore, Padre (Dio cornuto, Cacciatore) e Anziano. Sotto le sembianze di Giovane signore, è il nuovo Sole dell’inverno (solstizio invernale), la gioia dorata della fanciullezza, i giochi d’amore e i piaceri dell’adolescenza. Come Padre, è il cervo adulto nei boschi, il seme fertile che rende verde la Terra, e il Padre tenero sul quale ci poggiamo. L’Anziano porta la voce della ragione, la forza della conoscenza e il potere dell’esperienza.

Il Dio è la scintilla che accende la forza vitale della Dea e mette in moto il processo della creazione e il susseguirsi del ciclo stagionale. La Ruota dell’anno in questo senso rappresenta la Danza d’amore tra il Dio e la Dea, il loro incontro, la loro unione e la nuova nascita. Ma di questo riparleremo in maniera più approfondita quando ci occuperemo dei Sabbath

Se la Dea viene generalmente associata alle energie lunari, il Dio è associato all’energia calda e diretta del

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48Sole, che subisce diversi cambiamenti durante la giornata e offre al praticante opportunità illimitate di svolgere lavori di magia. Qui di seguito accenniamo brevemente all’utilizzo che potete fare delle energie solari per le vostre magie (per approfondimenti sull’argomento magie e incantesimi fate riferimento alle lezioni della Prof. Morgana).

Alba (Giovane signore/Nuovo sole): L’alba è un ottimo momento per fare incantesimi di purificazione, o per propiziare nuovi progetti o un cambiamento. Fase propizia anche per attività che riguardano un nuovo impiego, un nuovo amore o una nuova direzione nella vita. Da questa energia possono trarre beneficio anche le questioni che implicano il rinnovamento della speranza e della fiducia, la buona salute, o persino la guarigione di un cuore infranto.

Mattino (Giovane signore/Adolescente): Nelle ore del mattino l’energia del Sole diventa forte e attiva, quindi sono favorite le attività magiche che riguardano costruzione, crescita o espansione. Energia perfetta anche per sviluppare gli aspetti positivi della vita, per risolvere situazioni in cui è richiesto coraggio, o per aggiungere calore e armonia alla casa e alle relazioni. Usatela anche per migliorare la situazione economica o per sfruttare il potere delle piante.

Mezzogiorno (Dio cornuto/Il cacciatore): Il potere del Sole è al suo apice a mezzogiorno. Questo è un ottimo momento per attività che hanno a che fare con l’abilità mentale, la salute e l’energia fisica. Momento propizio anche per caricare i cristalli e le pietre, o strumento rituali di metallo come gli athame, gli incensieri e le coppe.

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Pomeriggio (Padre): Nella sua discesa, l’energia del Sole diventa più ricettiva in natura. Per questo motivo, usatela per lavori di magia legati alla professionalità, a questioni commerciali, comunicazione e chiarezza. Momento propizio anche per tutto ciò che riguarda scoperte, esplorazioni o viaggi.

Tramonto (Anziano): Questo è il momento per lavorare su tutto ciò che richiede riduzione o attenuazione. Provate questa energia per rimuovere stress, ansia, confusione, sofferenza e depressione, per svelare un inganno o per eseguire una dieta.

Per terminare questa lezione, vi propongo un esercizio/incantesimo tratto dall’Arte della Magia, di Phyllis Curott, per entrare maggiormente in contatto con le energie del Dio.

Un incantesimo del Dio

Ogni giorno, per sette giorni, mettetevi davanti a uno specchio, le braccia incrociate sul petto (questa viene chiamata “posizione del Dio”), guardatevi negli occhi e recitate questo incantesimo:

“Grande Dio che dimori dentro e intorno a me,Dio del sole splendente e della foresta fertile,Dio delle stelle e del seme della nuova vita,Dio dell’ispirazione,Donami la forza”.

Quando avete finito, chiudete gli occhi e lasciate che la

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50sensazione della sua presenza giunga a voi, dall’interno e dall’esterno. Aprite gli occhi e guardate la luce del Dio che si irradia da voi. Abbassate le braccia e ringraziate.

Se lo volete, potete condividere le vostre sensazioni in merito all’esercizio con tutti gli altri studenti della scuola.Nella prossima lezione vedremo alcune delle caratterizzazioni del Dio, quindi illustreremo i nomi di alcuni degli Dei più conosciuti e le loro qualità.

Bibliografia consigliata:

- L’arte della magia, Phyllis Curott, Sonzogno- L’arte della strega, Dorothy Morrison, Armenia- La danza a spirale, Starhawk, Macro edizioni

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51Lezione n°8, Gli Dei

Crediti:

Arthur Cotterell, Wikipedia e Phyllis Curott

Dopo aver parlato del Dio, in questa lezione vedremo le caratteristiche di alcuni degli Dei più conosciuti. Naturalmente, come nella lezione concernente le Dee, non posso elencare qui TUTTI gli Dei esistenti e TUTTE le loro caratteristiche. Le informazioni che troverete in questa lezione dovrebbero al contrario stuzzicare la vostra curiosità e spronarvi ad andare a ricercare ulteriori informazioni sugli Dei che sentite più vicini a voi. Se lo volete e desiderate, infatti, vi incoraggio a scoprire con quali Dei avete maggiori affinità e con quali magari non vi sentite tanto in sintonia. Questo vi permetterà di avere un contatto più personale con il Divino

Qui di seguito trovate una lista di Dei suddivisi per le loro caratteristiche distintive. Noterete che alcuni Dei rientrano in più categorie poiché possiedono più qualità.

p.s. A proposito, non dovete studiarvi a memoria i nomi degli Dei e le loro caratteristiche

Gli Dei dell’amore

Eros: Nella mitologia greca é il Dio dell'amore. Nelle origini non era considerato divinità, ma pura forza ed attrazione: per Omero infatti rappresentava

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52quell'attrazione irresistibile che due persone sentono uno per l'altro e che può portarli a perdere la ragione o alla distruzione.

Dioniso: Dioniso è il Dio greco del vino e dell’estasi, il cui culto prometteva la salvezza individuale. Fu anche identificato con Bacco, Dio romano del vino. In senso più generale, Dioniso rappresentava quell'energia naturale che, per effetto del calore e dell'umidità, portava i frutti delle piante alla piena maturità. Era dunque visto come una divinità benefica per gli uomini da cui dipendevano i doni che la natura stessa offriva: tra questi, l'agiatezza, la cultura, l'ordine sociale e civile. Ma poiché questa energia tendeva a scomparire durante l'inverno, l'immaginazione degli antichi tendeva a concepire talvolta un Dioniso sofferente e perseguitato.

Osiride: Consorte di Iside, Osiride (detto anche Usiride, Osiris od Osiri o, in egiziano antico, Asar cioè vegetazione) è il dio egiziano della morte e dell’oltretomba. Osiride é il dio egiziano degli inferi, oltre che della fertilità e dell’agricoltura. Fu proprio lui, assieme ad Iside, a civilizzare l'umanità insegnandole l'agricoltura. Il suo culto della fertilità, inizialmente diffuso nel delta, in seguito si espanse in tutto il resto del paese. Nel l’oltretomba, Osiride pesava i cuori dei morti su un piatto della bilancia, mentre sull’altro vi era una piuma. Le anime che pesavano di più a causa dei peccati venivano date in pasto ad Ammit (una creatura mostruosa), mentre quelle che erano abbastanza leggere venivano mandate ad Aaru (la residenza dei defunti).

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53Gli Dei della cultura, della saggezza e della conoscenza

Ganesh: Dio dalla testa di elefante della mitologia indù: rimuove gli ostacoli che si frappongono al successo ed è fonte di saggezza. A lui vengono dedicati riti propiziatori prima di ogni impresa o trattativa d’affari importante. È il Signore del buon auspicio che dona prosperità e fortuna, il Distruttore degli ostacoli di ordine materiale o spirituale.

Ermes: Messaggero degli Dei greci e accompagnatore dei morti nel regno di Ade. Era noto ai romani come Mercurio. È anche il Dio è dei confini e dei viaggiatori, dei pastori e dei mandriani, degli oratori e dei poeti, della letteratura, dell’atletica, dei pesi e delle misure, del commercio e dell’astuzia caratteristica di ladri e bugiardi.

Thoth: Nella mitologia egizia, il divino scriba che annotava il peso delle anime quando esse si presentavano nell’oltretomba. Era anche associato alla luna e venerato come il patrono del sapere e il signore delle invenzioni. È anche il Dio della misura del tempo, della geometria e della matematica.

Odino: Odino è una delle principali divinità del pantheon norreno, e in particolare dio della guerra, della magia, della sapienza e della poesia. Odino aveva un’insaziabile sete di conoscenza. Due corvi, solitamente raffigurati mentre stavano appollaiati sulle sue spalle, gli davano quotidianamente notizie sulle azioni degli dei, dei nani, dei giganti e degli uomini. Donò il suo occhio al gigante Mimir in cambio di un sorso d’acqua di una fonte dentro cui filtrava la conoscenza dell’albero del mondo Yggdrasil. A quest’albero si appese come un cadavere per nove giorni e nove notti. Grazie a questo suo

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54sacrificio, gli vennero rivelati i segreti delle rune.

Gli Dei della guarigione

Apollo: Dio greco protettore delle greggi e degli armenti, fratello di Artemide e figlio di Zeus. Apollo era anche associato alla medicina, alla musica, alla poesia e all’ispirazione profetica. Successivamente Apollo venne anche identificato come dio del Sole, ed in molti casi soppiantò Helios quale portatore di luce ed auriga del cocchio solare.

Asclepio: Dio greco della medicina e della guarigione e figlio di Apollo. È anche un’importante divinità connessa alla profezia e alla divinazione.

Gli Dei della Guerra

Ares/Marte: Dio greco della guerra, in particolare della lotta intesa come sete di sangue, figlio di Zeus ed Era, poi assimilato al romano marte.

Xangò: È una divinità potente, associata al fuoco e al tuono, e ha un ruolo importante anche nei culti afro-americani derivati dalla religione yoruba, come il candomblé e il vudù. Ha un carattere violento e vendicativo, cacciatore e saccheggiatore, virile e coraggioso; è un giustiziere, e castiga i bugiardi, i ladri e malfattori. Per queste caratteristiche, sia epoca coloniale che post-coloniale Xangò è stato frequentemente preso a simbolo della lotta dei neri contro l'oppressione da parte dei bianchi.

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Gli Dei della prosperità

Dioniso: Vedi sopra

Adone/Tammuz: Adone, che significa “signore”, era il titolo attribuito originariamente a Tammuz, dio babilonese soggetto a morte e resurrezione. Quando il culto di Tammuz passò in Grecia, il titolo fu erroneamente interpretato quale nome proprio del Dio. Egli simboleggia la giovanile bellezza maschile ma anche la morte ed il rinnovamento della natura.

Enki: Dio sumero dell’acqua e divinità creatrice che scavò un enorme serbatoio sotterraneo di acqua dolce per riempire i canali d’irrigazione da cui dipendeva la vita urbana antica. Era noto per la sua intelligenza e la sua astuzia, che sono motivo dominante nella mitologia mesopotamica.

Ganesh: Vedi sopra

Dioniso: Vedi sopra

Pan: Dio Greco dei pascoli, Pan proteggeva pecore e capre. Il suo culto ebbe origine in Arcadia, nel centro della Grecia. Figlio di Hermes e prediletto di Dioniso, Pan veniva raffigurato con corna e zampe di capra. Come dio legato alla terra ed alla fertilità dei campi è legato alla Luna, ed alle forze della grande Madre. Ma letteralmente Pan significa tutto, perché secondo la mitologia greca Pan era lo spirito di tutte le creature naturali e questa accezione lo lega alla foresta, all'abisso, al profondo.

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Cernunnos: Cernunnos nel politeismo celtico è lo spirito divinizzato degli animali maschi cornuti, specialmente dei cervi,; è il Dio della natura associato alla riproduzione e alla fertilità. Come "Dio Cornuto", Cernunnos fu una delle numerose divinità simili presenti in molte culture antiche.

Potere/saggezza/Dei del sole

Ra: Dio del sole e membro più importante del pantheon degli antichi egizi. Il suo nome significa probabilmente “creatore”. Nonostante la sua importanza, Ra non aveva tuttavia grandi templi a lui espressamente consacrati, dato che il suo culto era parte integrante di tutti gli altri. I faraoni si ritenevano figli di Ra. A volte, il sole era considerato come un occhio che vedeva tutto e ardeva con giudizio.

Horus: Dio del sole dalla testa di falco di Menfi, in Egitto. Si credeva che Horus presenziasse all’incoronazione dei faraoni, i quali quando erano in vita venivano a lui associati. Dopo la morte, invece, si diceva che lo spirito di ogni regnante venisse accolto dal padre di Horus, il dio dell’oltretomba Osiride.

Elio: Nella mitologia greca, è Dio del sole, figlio del titano Iperione, e di Teia. Al mattino Elio lasciava il suo palazzo a oriente e attraversava il cielo su un carro d’oro tirato da quattro cavalli; la sera, riposava nel suo palazzo d’occidente e di notte ritornava a oriente attraverso il fiume Oceano.

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57Bibliografia consigliata:

- Arthur Cotterel, Grande Enciclopedia dei miti e delle leggende, Rizzoli- Maria Mavromataki, Mitologia greca e culto, Haitalis- Roy Willis (a cura di), Mythologies du Monde, Evergreen

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58Lezione n° 9, L'incarico della Dea

Crediti: Janet e Stewart Farrar, Lorenza Menegoni, Starhawk, Falco, Cronos e Gabriel

Eccoci arrivati all’ultima lezione dedicata alle divinità. In questa nona lezione parleremo dell’Incarico della Dea, un testo poetico molto bello che molti di voi avranno probabilmente già letto o sentito molte volte. Il testo, originale in inglese (Charge of the Goddess), è stato tradotto da diversi autori in Italiano, quindi ne esistono diverse versioni più o meno simili. Qui di seguito riporto la traduzione fatta da Cronos e Gabriel:

Ascoltate le parole della Grande Madre; lei che anticamente era chiamata fra gli uomini Artemide, Astarte, Atena, Dione, Melusine, Afrodite, Cerridwen, Dana, Arianrhod, Iside, Bride e con molti altri nomi ancora.

Quando avrete bisogno di qualcosa, una volta al mese, e meglio se quando la luna è piena, allora voi vi riunirete in qualche luogo segreto e adorerete lo spirito di me che sono la Regina di tutte le streghe. Allora vi riunirete voi che desiderate imparare tutte le arti della stregoneria, e tuttavia non avete ancora raggiunto i suoi segreti più profondi; a voi io insegnerò cose che sono ancora sconosciute. E voi sarete liberi dalla schiavitù; e come segno che siete realmente liberi, sarete nudi nei vostri riti; e danzerete, canterete, banchetterete, suonerete musica e farete l’amore, tutto in mia lode. Perché mia è

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59l’estasi dello spirito, e mia altresì è la gioia sulla terra; perché la mia legge è amore verso tutti gli esseri. Mantenete puro il vostro più alto ideale; tendete sempre verso esso; che nulla vi fermi o vi faccia deviare. Perché mia è la porta segreta che si apre sulla Terra dell’Eterna Giovinezza, e mia è la coppa del vino della vita, e il Calderone di Cerridwen, che è il SantoGraal dell’immortalità. Io sono la graziosa Dea che dona il dono della gioia al cuore dell’uomo. Sulla terra io dono la conoscenza dello spirito eterno; e oltre la morte, io dono la pace, la libertà e la riunione con coloro che sono dipartiti. Né io richiedo sacrifici; perché vedete, io sono la Madre di tutto ciò che vive, e il mio amore si riversa sulla terra.

Ascoltate voi le parole della Dea delle Stelle; lei, nella polvere dei cui piedi danzano gli abitanti dei cieli, lei, il cui corpo abbraccia l’universo intero.Io, che sono la bellezza della terra verdeggiante, e la candida luna fra le stelle, e il mistero delle acque, e il desiderio nel cuore dell’uomo, chiamo le vostre anime. Alzatevi e venite a me. Perché io sono l’anima della natura che dà vita all’universo. Da me tutte le cose procedono e a me tutte le cose devono infine ritornare; e di fronte al mio volto, amato dagli Dei e dagli uomini, lasciate che il vostro io divino più profondo sia avvolto dall’estasi dell’infinito. Che la mia adorazione risieda nel cuore che gioisce; giacché tutti gli atti di amore e piacere sono rituali a me consacrati. E perciò che in voi ci siano bellezza e forza, potere e compassione, onore ed umiltà, gioia e venerazione. E voi che pensate di cercarmi, sappiate che il vostro ricercare e anelare non vi porterà alcun vantaggio se ignorate il mistero: che se ciò che cercate non riuscite a trovarlo dentro di voi, non lo

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60troverete mai fuori da voi. Perché vedete, io sono stata con voi sin dall’inizio; e io sono ciò che è conquistato alla fine del desiderio.

Un testo molto intenso, vero? Vediamo di capire com’è nato e come viene usato oggigiorno all’interno della Wicca. Fu Gardner a stendere una prima stesura dell’Incarico, traendo molto probabilmente spunto dai testi raccolti da Leland nel suo Vangelo delle streghe e includendo al suo interno alcune parti tratta da Aleister Crowley. Tuttavia, Doreen Valiente, trovò quella versione non propriamente adatta alla pratica dell’Arte, così ne scrisse un’altra in versi, mantenendo come riferimento il testo di Leland e l’Asino d’oro di Apuleio. Tuttavia, molte streghe di quei tempi sembravano preferire la versione in prosa, così la Valiente ne fece un’altra versione. Quest’ultima versione, qui riportata, contiene ancora alcuni elementi tratti da Crowley, ma la Valiente riuscì a integrare le diverse parti per fare dell’Incarico uno dei testi oggigiorno più amati della Wicca.

Come viene dunque utilizzata questa invocazione nella pratica wiccan? Solitamente viene pronunciata dall’Alta Sacerdotessa all’interno di un cerchio, in seguito al Drawing Down the Moon (si tratta di una delle fasi del rituale, quella in cui il Sacerdote chiama la Divinità a manifestarsi nella Sacerdotessa; letteralmente significa “tirando giù la Luna”). Per mezzo di questa invocazione, la Sacerdotessa si identifica con la Grande Dea e ne diventa la manifestazione sensibile.

Per capire meglio i contenuti di questa invocazione, vediamo cosa spiegano in merito Starhawk e Falco:

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L’invocazione inizia con una successione di nomi di Dee, riprese da culture diverse. Queste divinità non sono viste come entità separate fra loro, al contrario sono da considerare come diversi aspetti della stessa Entità, che è presente in tutti gli esseri viventi.

La frase “Quando avrete bisogno di qualcosa”, si riferisce sia ai bisogni spirituali che a quelli materiali, poiché nella Stregoneria non c’è distinzione fra le due cose. La Dea si manifesta attraverso il cibo che mangiamo, le persone che amiamo, il lavoro che facciamo e le case in cui viviamo. Non è considerato peccato chiedere i beni o le comodità di cui abbiamo bisogno. Ma quando i bisogni materiali vengono soddisfatti, possono comunque restare i desideri più profondi, che possono essere soddisfatte collegandoci a quelle forze interiori che ci alimentano e ci danno la vita, le forze della Dea.

In seguito, risuonano con maggiore forza tre concetti (Falco):CITAZIONEIl primo “e meglio se quando la luna è piena” riporta lo stato lunare della Dea, sottintende che il giorno del plenilunio è il momento di maggiore forza ed energia, il giorno dedicato alla Dea per antonomasia. Il secondo “voi vi riunirete in qualche luogo segreto” porta alla luce il principio misterico della Wicca, lo status di religione “notturna” e riservata a pochi. Il terzo punto è “lo spirito di me che sono la Regina di tutte le streghe.” Questo deriva ovviamente dal “Aradia, il vangelo delle streghe” la Dea dice di essere Colei che tramanda e “concede” la Stregoneria e i suoi segreti a chi la adora a chi la

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62riconosce come Regina di tutte le Streghe. In questo brano la Dea esprime già tre dei punti chiave della Wicca, lo status di religione lunare, almeno per quanto riguarda il culto nei confronti del principio femminile, il culto misterico ed iniziatico e non ultimo quello che è un concetto aristocratico, è la Dea che sceglie in base a quelle che sono le capacità della persona.

La Dea è la liberatrice, poiché si manifesta nei nostri istinti ed emozioni più profonde, che minacciano sempre di esplodere. Lei è amore e collera, e si rifiuta di adattarsi all’ordine sociale. Un tempo, “esseri liberi dalla schiavitù” significava che tutti nel cerchio erano uguali, sia che fossero contadini, servi o nobili. Oggi la schiavitù può essere sia mentale che emotiva, oltre che fisica: è quella imposta dalle percezioni prestabilite, dalle idee condizionate, dalla fede cieca, dalla paura. Per questo, il testo continua con “sarete nudi nei vostri riti; e danzerete, canterete, banchetterete, suonerete musica e farete l’amore, tutto in mia lode.”

Starhawk spiega che:CITAZIONEIl corpo nudo rappresenta la verità, che va più a fondo delle consuetudini sociali. Le streghe praticano nude per molte ragioni: perché è un modo per stabilire intimità e per far cadere le maschere sociali, perché il potere viene innalzato con maggiore facilità, e perché il corpo stesso è sacro.

Nella realtà odierna, non tutti i wiccan praticano nudi, si tratta di una scelta libera (vi sono inoltre delle limitazioni

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63di forza maggiore, per esempio dovute alle temperature invernali se si pratica all’esterno..).

I rituali sono piacevoli e pieni di gioia. Le streghe, durante un rituale, danzano, fanno festa, cantano e scherzano. La pratica della Wicca è una cosa seria, ma non per questo deve essere solenne. Anzi, molte streghe dicono che se fare magia non fa ridere, allora non è fatta bene.Starhawk continua spiegando che:CITAZIONE”L’estasi dello spirito” non è separato dalla “gioia sulla terra”, e tra le due cose c’è un rapporto di reciproca interdipendenza. La felicità terrena, se non è connessa con il profondo potere della Dea, diventa meccanica e senza senso, trasformandosi in semplici sensazioni, che presto perdono il loro fascino. Ma anche le estasi spirituali che tentano di evadere dai sensi e dal corpo divengono allo stesso modo aride e senza radici, e prosciugano la vitalità invece di alimentarla.

La legge della Dea è l’amore: l’amore appassionato e sessuale, il caldo affetto degli amici, l’amore intenso e protettivo di una madre per il suo bambino, il profondo cameratismo di una congrega. Nella religione della Dea non c’è niente di amorfo o superficiale nell’amore; è sempre specifico, diretto verso degli individui precisi, e non verso un concetto vago di umanità. L’amore include le piante, gli animali, la terra stessa; insomma, tutti gli esseri, non solo gli esseri umani: include noi stessi e le nostre qualità umane, spesso imperfette.

Riguardo alla morte e alla nascita, l’invocazione continua

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64dicendo “Perché mia è la porta segreta che si apre sulla Terra dell’Eterna Giovinezza, e mia è la coppa del vino della vita, e il Calderone di Cerridwen, che è il SantoGraal dell’immortalità. Io sono la graziosa Dea che dona il dono della gioia al cuore dell’uomo. Sulla terra io dono la conoscenza dello spirito eterno; e oltre la morte, io dono la pace, la libertà e la riunione con coloro che sono dipartiti.”In merito Starhawk ci spiega che:CITAZIONEil segreto dell’immortalità è considerare la morte come parte integrante del ciclo vitale. Niente viene sprecato nell’universo: la rinascita può essere vista nella vita stessa, dove ogni fine porta a un nuovo inizio. La maggior parte delle streghe crede in qualche forma di reincarnazione. Non si tratta di una dottrina, quanto di una sensazione interiore, una visione del mondo che considera tutti gli eventi in un processo continuo di trasformazione. La morte non viene considerata la fine, bensì uno stadio della ruota, che gira di continuo. Quando beviamo senza timore e a sazietà dalla “coppa del vino e della vita”, ci rinnoviamo costantemente.

Altro pezzo importante è questo: “Né io richiedo sacrifici; perché vedete, io sono la Madre di tutto ciò che vive, e il mio amore si riversa sulla terra.” A Riguardo, Falco spiega che:CITAZIONELa Dea dice “io sono la Madre di tutto ciò che vive, e il mio amore si riversa sulla terra.” la scintilla che dona la vita, l’aspetto femminile che tutto crea, in unione con il principio maschile, e che tutto è. E per questo motivo

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65non richiede sacrifici, il suo amore cinge tutto e per questo motivo non avrebbe senso richiedere immolazioni, a chi ami non richiedi sacrifici.

L’invocazione continua parlando della natura e del rapporto che noi esseri umani abbiamo con essa: “Io, che sono la bellezza della terra verdeggiante, e la candida luna fra le stelle, e il mistero delle acque, e il desiderio nel cuore dell’uomo, chiamo le vostre anime. Alzatevi e venite a me. Perché io sono l’anima della natura che dà vita all’universo. Da me tutte le cose procedono e a me tutte le cose devono infine ritornare; e di fronte al mio volto, amato dagli Dei e dagli uomini, lasciate che il vostro io divino più profondo sia avvolto dall’estasi dell’infinito.”CITAZIONEEcco che con queste parole la Dea espressamente si presenta nella sua immanenza, mentre prima ne faceva solo intendere la sua reale natura, ora dice “Io, che sono…”

Importante è anche l’ultima parte del brano, dove viene reso nella sua importanza l’unione tra il divino che abbiamo in noi e ciò che ci circonda, il divenire un'unica cosa con la Natura, che non è solo figurata o esclusivo di un vivere in armonia con la natura, ma è uno stato reale e nel contempo differente dalla realtà.

“Che la mia adorazione risieda nel cuore che gioisce; giacché tutti gli atti di amore e piacere sono rituali a me consacrati. E perciò che in voi ci siano bellezza e forza, potere e compassione, onore ed umiltà, gioia e

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66venerazione.”

Ancora Starhawk ci spiega meglio questo passaggio:CITAZIONEOgni atto basato sull’amore e sul piacere è un rituale della Dea. Il suo culto può prendere qualunque forma, e può avvenire ovunque; non ha bisogno di liturgie, di cattedrali o di confessioni. La sua essenza sta nel riconoscere, per mezzo del piacere, quale sia la sua origine più profonda. In questo modo, il sesso non è un’esperienza superficiale, ma diventa una vera e propria espressione della forza vitale; un potere che ci collega con gli altri, e non delle semplici sensazioni che soddisfano i nostri desideri personali.

Ogni virtù può diventare un vizio, se non viene bilanciata dal suo opposto. La bellezza, se non è sorretta dalla forza, è spenta e senza vita. Il potere diventa insopportabile, se non è mitigato dalla compassione. L’onore si trasforma in arroganza, se non viene compensato dall’umiltà; e la gioia diventa superficialità, se non viene arricchita dal rispetto.

Infine, arriva una parte a mio parere davvero toccante e profonda di questa invocazione:

“E voi che pensate di cercarmi, sappiate che il vostro ricercare e anelare non vi porterà alcun vantaggio se ignorate il mistero: che se ciò che cercate non riuscite a trovarlo dentro di voi, non lo troverete mai fuori da voi. Perché vedete, io sono stata con voi sin dall’inizio; e io sono ciò che è conquistato alla fine del desiderio.”

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67CITAZIONESe non riusciamo a trovare la Dea dentro di noi, non la troveremo mai da nessun altra parte. Lei è sia dentro di noi che all’esterno, è solida come una roccia, tuttavia mutevole come l’immagine interiore che abbiamo di Lei. Si manifesta in ciascuno di noi, e allora, dove altro dovremmo cercarla?

La Dea è la fine del desiderio, sua meta e completamento. Il desiderio in sé viene visto come una manifestazione della Dea. Le streghe non cercano di sconfiggere i propri desideri, né di fuggire da essi, bensì di soddisfarli. Il desiderio è la colla che tiene unito l’universo, lega l’elettrone al nucleo, il pianeta al sole; e così facendo crea tutte le forme esistenti, e quindi il mondo. Seguire il desiderio fino al suo totale adempimento, equivale a unirsi con ciò che si desidera di più, e diventare un tutt’uno con esso e con la Dea. Siamo già una cosa sola con la De, perché Lei è con noi fin dall’inizio. È per questo motivo che esaudire i nostri desideri non significa essere troppo indulgenti, al contrario è prendere coscienza di sé.

Se volete condividere le sensazioni e le emozioni che questo brano ha suscitato in voi, potete farlo con gli altri studenti della scuola! O se preferite tenere per voi quello che avete percepito, non c’è problema. Sono certa che, sia che vorrete condividerlo, sia che vorrete tenerlo per voi, questa invocazione non può lasciare indifferenti!

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68Bibliografia consigliata:

- Janet e Stewart Farrar, A Witches’Bible, The complete Witches’ Handbook, Phoenix- Charles G. Leland, ARADIA, Il vangelo delle streghe, Olschki Editore- Starhawk, La danza a spirale, Macro edizioni- Apuleio, Le metamorfosi o l’Asino d’oro.

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69Lezione 10: Il Rede

Crediti: Falco e Kisha di speculumdeorum.net

In questa lezione parleremo del Rede e di cosa esso significhi per un Wiccan. Inizialmente avrei voluto proporvi una mia analisi di questo testo, testo che certamente già conoscerete, ma mi sono resa conto che altri autori hanno già espresso le mie idee in maniera molto più accurata e approfondita. Di conseguenza, ho deciso di affidarmi direttamente all’analisi e alle spiegazioni fornite da Falco e Kisha, del sito speculumdeorum.net, e che vi riporto nei quote.

Ecco dunque la loro traduzione del Rede (in internet ne esistono diverse versioni, tradotte dall’Inglese):

Obbedirai alla Legge Wiccan, in perfetto Amore e perfetta Fiducia,Prenderai e darai in egual misura, vivendo e lasciando vivere,Traccia il Cerchio tre volte, se vorrai tener fuori gli spiriti maligni.Fa che i tuoi incantesimi siano in rima, se vorrai che siano validi.Dolce lo sguardo e leggero il tocco; parla poco, ma ascolta molto.Con la Luna Crescente gira in senso orario, canta e danza la Runa delle Streghe.Gira in senso antiorario quando la Luna starà declinando, e l’ululato del lupo mannaro allontanerà la sventura.Quando la Luna della signora e’ nuova baciale la mano

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70per due volte,Quando la Luna e’ al suo culmine il tuo cuore troverà la serenità cercata.Presta attenzione alla burrascosa potenza dei venti del Nord, chiudi la porta e ammaina la vela.Quando il vento viene dal Sud, l’Amore verrà a baciarti la bocca.Quando il vento soffia da Est, aspettati novità e preparati a festeggiare.Quando il vento dell’Ovest soffia su di te sentirai gli spiriti degli antenati inquieti.Poni nel Calderone nove tipi di legno e bruciali lentamente e velocemente.Il Sambuco e’ l’albero della Signora, non bruciarlo o sarai maledetto.Quando la Ruota dell’Anno inizia a girare, lascia i fuochi di Beltane bruciare.Quando la Ruota sarà giunta a Yule, accendi i ceppi e lascia che Pan regni.Prenditi cura di fiori, arbusti e piante, e verrai Benedetto dalla Signora.Dove vedi le onde incresparsi, getta una pietra, e scorgerai la verità.Quando hai bisogno, non prestare attenzione all’avidità’ degli altri.Non trascorrere il tuo tempo con gli stupidi, se stupido a tua volta non vuoi sembrare.Accogli con gioia e congedati con gioia, rendi splendente il tuo volto e caldo il tuo cuore.Presta attenzione alla legge del 3: tre volte nel male, tre volte nel bene.Quando la sfortuna e’ grande, segna una Stella Blu sulla tua fronte.Sii sempre sincero in Amore, se vuoi che l’Amore sia

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71sincero con te.“Nove” parole devi seguire: "Finché non nuoci a nessuno, fa ciò che vuoi".

Comunemente, si pensa che questa sia la “legge” fondamentale per ciascun wiccan. Molti inoltre pensano che questo testo sia stato scritto da Gardner, o da Doreen Valiente (o da entrambi), e che rappresenti uno dei capisaldi della Wicca stessa. In realtà, il testo è apparso solo in seguito alla nascita della Wicca, e forse non fu nemmeno Gardner l’autore. Vediamo cosa dicono in merito Falco e Kisha:CITAZIONEQuello che è presentato qui sopra è una traduzione del Rede Wicca, ciò che alcuni chiamano la regola della Wicca. Parto col raccontarvi in breve la sa storia, che definirei oscura ai più. Alcuni danno a Doreen Valiente il merito di questo testo, in realtà questo documento appare solo nel 1975 al pubblico, tramite una pubblicazione su una rivista americana, l’autrice di questo articolo è Gwynne Thompson che fa risalire il Rede alla sua tradizione familiare, infatti dice di aver ricevuto da sua nonna la versione lunga del Rede. L’attribuzione ad uno o più autori di questo fondamento della Wicca non è ancora possibile, infatti si susseguono conferimenti vari, ma senza prove a fondamento. L’assegnazione a Doreen Valiente è dovuta principalmente alla versione più breve Della Wicca il Rede è uno: "Fai ciò che vuoi, finché non nuoce a nessuno!", uscito in una pubblicazione successiva a quella della Thompson. Il dato fondamentale è che non è possibile datare il Rede, né tanto meno dare al Poema una origine certa, ma quel che più conta è che entra a far

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72parte delle varie tradizioni Wicca solo dopo il 1975, quando la Stregoneria moderna aveva fatto già la sua comparsa da almeno 26 anni.

È dunque possibile che il Rede non fosse stato scritto nemmeno da Gardner, tuttavia, a prescindere da questo, esso è sicuramente diventato un testo importante e spesso presente nei libri e siti moderni concernenti la Wicca. Come dobbiamo comportarci dunque noi wiccan dell’era moderna? Dobbiamo prendere il Rede come una legge assoluta, oppure dobbiamo rapportarci ad essa in maniera relativa? Ma se il Rede non ha valore assoluto, allora le streghe wiccan non hanno leggi? E se invece il Rede è da considerasi assoluto, allora la Wicca è una religione dogamtica?CITAZIONEMolti definiscono il Rede come l’unica regola della Wicca, valutando erroneamente la base non dogmatica di questa religione, non può e non vuole essere una regola, prima di tutto perché scritta da uomini e poi perché non nasce per essere un semplice consiglio etico e non di più. Il Rede è un consiglio etico, come dicevamo, che chi ha intrapreso il cammino nella Wicca deve tenere in considerazione, ma come molti fanno notare ha alcune contraddizioni con la base stessa della wicca, primo fra tutti il comprendere ciò che è male e ciò che è bene, cosa che, i lettori converranno, spero con me, non è possibile in assoluto.

Il Rede ha un infinità di interpretazioni. Il perché di cotante esposizioni non è difficile da comprendere, dove la Wicca ha preso piede ha inserito nel suo beckground culturale ciò che sono le tradizioni del territorio in cui si

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73sviluppa, così abbiamo più modi di intenderlo per gli italiani, più per gli americani, più per gli inglesi, più per i francesi via via fino all’ultimo paese della Terra, questo perché ogni paese ha la sua storia, la sua cultura sia magica sia religioso-spirituale, e così scendendo nel microcosmo della persona, anch’essa nasce con una cultura, con una storia con un modo di essere dovuto in gran parte alla società in cui vive e, da non dimenticare, alla propria famiglia di origine. Questo comporta che ognuno di noi abbia un proprio modo di interpretare un consiglio, di leggerlo e metterlo in pratica. È seguire il Rede che fa un wica (parola usata da G. B. Gardner)? No, perché così come il Rede ci sono un infinità di detti e filosofie simili, se non identiche, questo vorrebbe dire che anche i cristiani sono wiccan “non fare al prossimo tuo ciò che non vuoi fatto a te stesso” (è solo un esempio). Ma resta evidente che c’è una parte che al giorno d’oggi viene quasi dimenticata del Rede, cioè “Fai ciò che vuoi…”. Questa parte implica prendere atto che siamo noi ad agire, nel bene e nel male, per la nostra vita, e conferisce quindi delle grandi responsabilità, prima che per gli altri, nei nostri confronti.

Mi preme mettere il punto su quanto scritto sopra e dimenticato o tralasciato dai più, il resto lo lascio al lettore che si armerà di buona volontà e cercherà il SUO modo d’interpretarlo, il suo modo di vivere. Molti vedono il Rede come un dictat, o se preferite comandamento imprescindibile, se non segui il Rede non sei Wiccan, ma nessuno si ferma ad analizzare cosa voglia dire il Rede e soprattutto cosa voglia dire seguire il Rede. Purtroppo è facile parlare superficialmente di qualcosa che non si conosce, si esprime un opinione sul concetto “non fare

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74qualcosa che può provocare del male” ed è fatta si ha capito la Wicca e si hanno tirati i paletti che la delimitano.

Capiamo dunque che il nodo centrale del Rede risiede proprio nella sua ultima parte: "Finché non nuoci a nessuno, fa ciò che vuoi". Apparentemente semplice da capire, questa frase si rivela in realtà ben più complessa e difficile da mettere in atto. Falco prosegue spiegando che:CITAZIONE“Fa ciò che vuoi, finché non nuoci a nessuno” sembra di facile analisi, ma assicuro che così non è, personalmente ho rivalutato numerose volte il suo significato, e numerose volte la mia analisi cambierà. Non è un comandamento, che sia chiaro, né tanto meno un dogma universale, è un consiglio etico a cui, chi segue questa religione, si appoggia, senza però farlo diventare un limite per la propria vita.

Purtroppo la moda che permea la Stregoneria e più in particolare la Wicca ha trasformato questa frase in “non nuocere a nessuno, mai!” dimenticando alcuni aspetti che fondano la Stregoneria.La prima frase è “Fa ciò che vuoi” dimenticata quasi da chi si affaccia al mondo della stregoneria, “fare” agire, non aspettare che cada la manna dal cielo, non tutto cade ai nostri piedi se non andiamo a prendercelo, fare, fare e fare senza aver paura.“Ciò che vuoi”, sembra ovvio ed invece lo è meno di quanto appare, ciò che vuoi è tutto quello che ci passa per la testa? O sono le cose necessarie perché la nostra vita, sia veramente nostra e, soprattutto, ci porti ad essere fieri di viverla?

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75La mia risposta di oggi è sicuramente la seconda. Ciò che voglio sono i miei bisogni più profondi e nascosti, ma anche ciò che la vita mi porta a vedere come necessario.

E questa è una sintesi del mio pensiero sulla prima parte del Rede, ma poi c’è la seconda, forse ancor più difficile da decifrare, alcune versioni riportano “finché non fai male a nessuno”, ma che cosa è il male, da che punto di vista lo si può guardare? Tutto ciò che appare come male e sofferenza è dannoso? Per esempio il dolore che una donna prova durante il parto è male, o il risultato è il più grande bene che l’umanità conosca?Ecco perché mi piace di più la versione “finché non NUOCE a nessuno”, a questo punto ci sono da fare alcune riflessioni, comincio da “nuoce”, che cosa nuoce, cosa veramente è dannoso, non ho una risposta che vale per tutto e soprattutto per tutti, è una mia visione ed è parziale, ma per parlarne devo fare un piccolo inciso. Ognuno di noi ha una zona (al nostro interno) che è, e vuole tenere, privata, personale, questa parte di noi è ciò che fa la nostra persona, un cerchio di atteggiamenti pensieri e visioni che gli altri non dovrebbero toccare, questa zona rappresenta la nostra integrità, più si conosce se stessi e più questa zona è controllabile e ha dei limiti visibili. Quando qualcuno s’intromette in questa zona sta cercando di danneggiare la persona, chiunque senza il permesso “entra” in questo luogo “virtuale” produrrà danni. E anche con il permesso dell’interessato a volte ciò può avvenire.

Questo è nuocere, non è facile da comprendere e spesso il limite è labile, talmente labile da confondersi e da confondere.

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76Poi ci sarebbe da analizzare “Nessuno” chi è questo “nessuno”, chi ha la precedenza su tutti gli altri? Questo è il punto più contraddittorio, più difficile da comprendere, ma qui c’è qualcosa che ci viene in contro, la vita! La nostra vita, siamo noi i primi “nessuno” che non dobbiamo danneggiare, siamo noi che non dobbiamo permettere a nessuno di danneggiarci, noi il centro del nostro Universo, il Sole attorno il quale gli altri come pianeti ruotano, noi i primi ad arrivare al traguardo, gli altri una spanna indietro o al massimo al nostro pari, ma mai un passo più avanti.

Questo è il primo punto da intendere, una Strega, o Stregone che sia, non è mai sola perché attorno a se e dentro se ha gli Dei e per questo deve rispettarsi come rispetta gli Dei. Ma il nessuno include anche altri, chi ci circonda, chi vive intorno a noi e con noi, ed è RESPONSABILITÀ della Strega non nuocere loro, finché di difesa non si tratta. Spesso si sceglie la strada più breve e facile, perché è l’unica in cui si riesce a vedere la fine, ma il percorso che si deve attraversare può portare a nuocere chi ci sta accanto, in questo caso è la Strega a dover decidere, prendendosi la responsabilità piena dei propri atti, non c’è un dio a cui chiedere perdono, da cui andare a piangere, gli errori si pagano sempre e comunque.

A volte il “fa ciò che vuoi” entra in conflitto con il “finché non nuoce a nessuno”, cosa si fa? Piatto della bilancia e valutazione dei pro e dei contro. Cosa è più importante? Il rischio di entrare nell’intimo di qualcun altro oppure quello di non coprire un nostro bisogno? Sta alla scelta della persona, non c’è nessun giudice che ti può dire se sei stato cattivo o meno, nessun Minosse che sceglie in

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77quale girone dell’inferno finire. Ad ognuno la sua scelta consapevole degli errori, e sta in questo l’unico concetto fondamentale della Wicca, ovvero sia che:“La Wicca è un cammino di conoscenza, consapevolezza e responsabilità.”Dunque “Fa ciò che vuoi, finché non nuoci a nessuno” un consiglio, proprio un consiglio, perché nessuno potrà mai dire ad un altro cosa vuol dire questa frase, perché ognuno ha un proprio e giustificato modo di vivere il Rede.

L’analisi di Falco termina sostenendo che il Rede è un CONSIGLIO, non una legge.. e questo perché non sempre esso è attuabile e non sempre nel modo che vorremmo e che riteniamo corretto. Alcune streghe wiccan infatti non riconoscono nemmeno la validità del Rede, poiché ritengono che non sia possibile conoscere realmente ciò che può o non può nuocere a qualcuno che non siamo noi stessi. Ciò che per me risulta essere corretto, può al contrario nuocere ad un’altra persona.E voi, come dovete comportarvi nei confronti del Rede?Semplice: come credete sia giusto…!!Siamo dunque arrivati alla fine di questa lezione. Se volete, potete condividere con gli altri studenti le vostre opinioni in merito al Rede Alla prossima!

Bibliografia consigliata:

- “High Magic's Aid”, Gerald B. Gardner (con lo pseudonimo Scire)- “L’arte della Magia”, Phillys Currot, Sonzogno- “Wicca, La nuova era della Vecchia Religione”, Cronos, Aradia Edizioni

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78Lezione 11, La Legge del Tre

Crediti :Phyllis Curott, Falco, Wikipedia

Eccoci finalmente alla lezione in cui parleremo della Legge del Tre. Sicuramente molti di voi sanno già di cosa si tratta, l’avrete già letta su molti siti o libri wiccan. Ciò che vorrei fare in questa lezione è proporvi anche degli spunti per riflettere sulla validità di questa legge. Per molte streghe wiccan, questa legge (assieme al Rede) costituisce una delle poche regole che bisogna seguire ciecamente. Per altri invece, non si tratta d’altro che di un’altra trovata di Gardner, nell’intento di dare una forma rispettabile alla religione Wicca.

Ma andiamo per gradi e vediamo prima di tutto cosa dice questa legge:Tieni presente la Legge del TrePoiché tutto ciò che fai Tre volte tornerà a teQuesta è la lezione che ben devi imparareSolo ciò che hai seminato riuscirai a ricavare

In parole povere, le legge del Tre dice che qualunque cosa noi facciamo, sia in bene che in male, ci tornerà indietro moltiplicata per tre. Di conseguenza, da questa legge si può trarre la conclusione che è meglio agire nel bene, piuttosto che nel male, poiché chi fa del male, soffrirà a sua volta pene tre volte moltiplicate. Dunque, se supponiamo che le streghe wiccan seguano questa

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79legge, è possibile anche supporre che nessuna di esse farà mai del male, perché altrimenti ne soffrirebbero in maniera amplificata (sarebbe da masochisti). Conclusione (apparentemente) logica: le streghe seguono la legge del Tre, quindi fanno solo del bene. Ma è veramente così che vanno le cose? Davvero le streghe non fanno del male per paura che questo male si ritorcerà contro di loro?

Vediamo un po’ di capire quando è nata questa legge e soprattutto il perché:CITAZIONELa legge del tre, fu riportata per la prima volta da Gardner nel 1949 nel suo libro “High Magic's Aid”, egli vedeva questa legge come applicata esclusivamente al mondo magico e di conseguenza solo alle Streghe. Come e dove nacque questa legge non è dato sapersi al momento, probabilmente fu un invenzione di Gerald B. Gardner, che riprese leggi magiche più antiche, come quella del ritorno e le fuse con la Legge Karmica orientale. Con ogni probabilità Gardner invento la “Legge del Tre” e le “old Law” a seguito di una critica mossagli da un suo caro amico via lettera, il quale affermava che non era possibile che una religione non avesse leggi da seguire. Gardner preso coscienza che per l’epoca in cui viveva non sarebbe stato preso sul serio invento qualche regola per dare una base alla propria religione.

La legge del Tre sarebbe dunque nata per un’esigenza di riconoscimento sociale. Gardner infatti temeva che senza leggi da seguire, la Wicca sarebbe parsa una religione poco credibile e che sarebbe risultata una religione volta al male. Ma non tutti i praticanti dei suoi

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80tempi avevano reagito in maniera favorevole a questa nuova legge. Doreen Valiente, che ricordiamo essere una delle prime Sacerdotesse iniziate da Gardner e che si impegnò notevolmente per riportare splendore alla Wicca, ripulendone i rituali dalle influenze di Crowley (vedi lezioni precedenti), nel 1997 affermò:CITAZIONE"Un altro insegnamento di Gerald (Gardner, n.d.t.) che io discuto è il principio religioso popolarmente noto come "Legge del Tre", secondo il quale qualunque cosa noi inviamo in stregoneria, nel bene e nel male, lo riceveremo triplicato.

Bene, io non ci credo! Perché dovremmo ritenere che vi sia una speciale Legge del Karma che si applica solo alle streghe?Per amore della Dea, ci prendiamo davvero in giro, pensando di essere così importanti?Mi si dice che molte persone, soprattutto negli USA, prendono questo come un principio di fede, ma io non l'ho mai visto in alcun vecchio libro di magia e penso che Gerald se lo sia inventato.

Mentre facevo ricerche sulla Legge del Tre, mi sono presa la libertà di contattare alcuni dei primi autori che vi si erano riferiti nei loro testi. Le poche risposte che ho ricevuto si assomigliavano tutte; non sapevano da dove venisse, ma era già nota, perlomeno come tradizione orale, quando loro avevano intrapreso l'arte. Utilizzando le date delle loro iniziazioni speravo di ottenere almeno un punto di partenza per la mia ricerca. In questo caso, poiché Raymond Buckland fu il primo ad essere iniziato fra quegli autori che si erano presi la briga di rispondere, ebbi una data di inizio riconducibile al 1963. Buckland

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81era stato iniziato come Gardneriano da Lady Olwen, l'ultima Alta Sacerdotessa di Gerald Gardner prima della di lui morte nel 1964. Sebbene Buckland ripetesse che il coven di Lady Olwen faceva riferimento alla legge del tre, egli non ricordava alcuna menzione in proposito da parte dello stesso Gardner nel corso della loro corrispondenza.

Per alcune streghe, la Legge del Tre non è altro che una naturale legge del ritorno, simile alla legge Karmica, secondo la quale ogni azione produce una reazione. Il numero 3 indicato da Garnder potrebbe esser stato scelto per il suo particolare significato nelle tradizioni magiche (pensiamo per esempio alla triplice Dea della Wicca), ma in effetti tra coloro che riconoscono la legge del Tre, molti ne mettono in discussione questa quantificazione del ritorno moltiplicato per 3. Per esempio, Janet Farrar e Gavin Bone, sostengono che se il ritorno fosse moltiplicato di 3 volte, a sua volta dovrebbe provocare altri effetti ulteriormente moltiplicati di 3 volte, che di nuovo produrrebbero effetti ancora moltiplicati di 3 volte… Insomma, si creerebbe una catena di eventi che si moltiplicherebbe all’infinito senza mai arrestarsi. Anche secondo Phyllis Curott, questa legge non funziona:CITAZIONESono convinta che la Legge del tre sia un fondamento inappropriato, inadeguato e inaccurato per l’etica Wicca. Non è e non dovrebbe essere la ragione per cui le streghe non lanciano sortilegi negativi. Intendo proporre qualcosa che credo sia di fondamentale importanza per la nostra crescita come movimento spirituale e che spero vi sarà utile quando fate magia. Le streghe non hanno

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82bisogno di regole per praticare la loro arte in modo etico. Abbiamo bisogno di qualcosa di completamente diverso, qualcosa che già possediamo ma che non prendiamo in considerazione a causa della nostra fissazione culturale per le regole.

Il problema principale è che la Legge del Tre è fondamentalmente una teoria di punizione: non mi comporterò male perché altrimenti mi capiterà qualcosa di peggio; quindi mi comporto bene perché non voglio che mi accada niente di brutto.

Ho sempre avuto problemi con la punizione come base per l’etica, perché non è un principio etico – evitare la punizione è semplicemente una questione di tornaconto personale. Il concetto è un lontano parente della moralità, perché si basa soltanto sulla deterrenza. La punizione non rende noi o la nostra magia morali, ci insegna soltanto ad agire guidati dalla paura, e la paura non è una buona cosa. Inoltre, crea uno strano ragionamento: ehi, se posso passarla liscia anche infrangendo una regola, perché no?

Questo è un pensiero che ci viene proposto dalle religioni e dalla cultura in cui siamo cresciuti. Sono vestigia di idee religiose patriarcali sulla punizione, sulla dannazione e sul peccato. È una regola basata sul terrore che nasce dalla convinzione che Dio non sia presente nel mondo. Non proviene dalla cosmologia wicca e non è abbastanza buona.

Ammesso dunque che questa legge non funzioni realmente, la domanda che viene spontanea porsi è: se

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83non abbiamo leggi da seguire, quale dovrebbe essere il cardine della nostra etica? Ce lo spiega ancora Phyllis Curott:CITAZIONELa vera ragione per cui le streghe non fanno e non dovrebbero mai fare del male con la loro magia né dovrebbero usare la magia per dominare gli altri è che sperimentano la divinità immanente. Attraverso le pratiche wiccan imparerete a entrare in comunione con il Divino, e questo vi trasformerà così profondamente che non vi salterà mai in mente di fare del male in qualunque modo. Perché ora sapete che il mondo in cui vivete è sacro e divino. Il nostro comportamento, la nostra magia e la nostra etica nascono dalla rivelazione che il Divino esiste dentro di noi, negli altri e nel mondo. Semplicemente non farete del male a nessuno e non manipolerete nessuno perché riconoscerete gli altri come incarnazioni del Divino. Questo fa parte dell’esperienza mistica dell’Unità, perché ogni cosa è parte ed espressione della Divinità. Ogni cosa è sacra, e tutto ciò che è sacro deve essere trattato come tale.

La magia non è qualcosa che facciamo per manipolare e controllare l’Universo. È comunicazione e cocreazione, è portare i nostro potere sacro alla massima espressione. Le sole persone che cerchiamo di controllare con la magia siamo noi stessi.. La magia, quando è fatta nel modo giusto, vi permette di allinearvi con i poteri dell’universo spirituale. L’energia con cui fate magia è sacra e così il come e il perché fate magia diventa a sua volta sacro.

Le streghe dunque non fanno del male a nessuno non

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84perché abbiano paura delle conseguenze della Legge del Tre (o perlomeno non dovrebbe essere così..), ma perché sanno che ogni cosa è sacra.

Eccoci arrivati alla fine di questa lezione. Per maggiori informazioni e approfondimenti in merito alla Legge del Tre e alla sua validità, vi invito a visitare questo sito: http://www.eclettismo.altervista.org/Etica...e/leggedel3.htm

E termino lasciandovi alcuni spunti di riflessione (tratti da “L’arte della magia”):

- Quando e dove avete sentito parlare per la prima volta della Legge del Tre? Come avete reagito?- Qual’è stata la prima volta che avete pensato di fare una magia che avrebbe potuto manipolare qualcun altro, per esempio un incantesimo d’amore o di vendetta? È stata la legge del Tre a fermarvi?- Avete avuto paura che qualcosa di cattivo potesse accadervi se avreste portato a compimento l’incantesimo? Cosa temevate che potesse succedervi?- Siete stati tentati di proseguire comunque nell’intento perché non credevate alle conseguenze oppure perché eravate pronti ad affrontarle e a pagarne il prezzo? Avete ignorate la Legge del Tre? Se si, cosa è successo?

Bibliografia:- www.speculumdeorum.net- Phyllis Curott, L’arte della Magia, Sonzogno

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85StrumentiLezione #1 - Introduzione

Bene, eccoci qui per la prima lezione a proposito di Strumenti - Simboli - Fai da Te, e come in ogni corso che si rispetti, oggi faremo una breve panoramica degli argomenti che tratteremo nel corso delle varie puntate.

Come potete ben immaginare, illustreremo quali sono gli strumenti e i simboli adoperati dalla strega. Cominceremo con quelli basilari e comuni alla maggior parte delle correnti della stregoneria e del paganesimo moderno, ma tempo permettendo potremo scendere anche nel particolare e affrontarne alcuni forse meno conosciuti e/o specifici di determinate tradizioni. Spiegheremo qual è il loro scopo, la loro storia e tutte le pratiche ad essi relative (nel caso degli strumenti, ad esempio, come purificarli, consacrarli, che esercizi/meditazioni/rituali è possibile fare, ecc.). E, naturalmente, per quanto riguarda la sezione "fai-da-te" ne cureremo la realizzazione pratica - per quanto possibile... vi sfiderei a creare una sfera di cristallo!

Una cosa molto importante da tenere a mente prima di cominciare ad addentrarsi nel Meraviglioso Mondo del Ciarpame di Strega (e vedrete che con il tempo se ne accumulerà parecchio!), è che l'unico, vero, indispensabile strumento siete Voi. Non importa quante centinaia di euro spendiate per poter avere il piacere di brandire uno spadone rituale dall'elsa tempestata di gemme, sarà utile quanto un paio di posate se voi che operate non siete minimamente in grado di dirigere la vostra energia in esso. La stessa cosa dicasi per i

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86simboli: disegnare una runa di protezione su una porta non terrà lontani i guai se non ci mettete sufficiente impegno.Si tratta di mezzi a vostra disposizione per supportare la vostra pratica, per aiutarvi ad entrare nella giusta condizione mentale per operare, per essere concentrati e consci di quello che state facendo. Con l'uso poi gli strumenti assorbiranno una (gran) parte della vostra energia - nel senso che prenderanno la vostra impronta, diciamo, non certo che vi prosciugheranno come sanguisughe - e sarà proprio per questo motivo che sin da subito farete bene a stare attenti che nessuno, a parte voi, li maneggi... ma non faranno mai il lavoro al posto vostro.

E' per questo stesso motivo che trattiamo anche la realizzazione pratica: è cosa largamente condivisa che più energia spendiamo nella fabbricazione o nella personalizzazione del nostro strumento, più lo rendiamo un collaboratore prezioso. Naturalmente sarebbe esagerato pretendere che ogni Strega abbia la manualità e le risorse di un fabbro ferraio o di un falegname, per cui di fatto la maggior parte del nostro equipaggiamento è stata semplicemente acquistata, o reciclata, riadattata a nuovi scopi, o ci è stata regalata (ma a proposito di quest'ultimo punto sarà il caso di fare una riflessione a parte). Vige comunque una vecchia regola, che probabilmente affonda le sue radici nell'ancora aperta discussione sul rapporto tra magia e denaro: mai contrattare sul prezzo quando stiamo comprando un oggetto destinato alla pratica dell'Arte.Per quanto riguarda i regali la questione si fa più complessa. Siamo molto spesso portati a credere che sia in realtà lo strumento a scegliere la Strega, non tanto

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87viceversa. Per questo motivo c'è chi è a favore del regalo, perché di fatto può essere un modo come un altro con cui l'Universo ci fa avere quello di cui abbiamo bisogno, senza contare le circostanze in cui un oggetto magico viene tramandato da una persona ad un'altra; secondo altre correnti di pensiero, soltanto noi possiamo sapere, sentire a pelle qual è lo strumento che fa veramente al caso nostro. In tal caso personalmente credo che un buon compromesso tra le due cose, se se ne verificano le circostanze, sia quello di farsi regalare una cosa precedentemente scelta. Ad ogni modo ognuno è libero di agire come meglio crede, questa è uno di quei frangenti in cui si può andare a istinto

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88Lezione #2 - La Bacchetta

Dietro richiesta, cominciamo il ciclo di lezioni vere e proprie parlando della bacchetta. Una scelta dettata anche da una certa logica di fondo... non solo la bacchetta è senz'altro il primo strumento che viene associato alla magia nell'immaginario collettivo, ma è anche molto facilmente reperibile e quindi spesso e volentieri è la prima cosa di cui si dotano i principianti streghini e streghine. Per quanto per esperienza - personale e altrui - di solito non è lo strumento di cui si sente maggiormente necessità, prima di solito vengono athame, pentacolo e coppa... ma non ha importanza, presto o tardi tratteremo ogni cosa

* Com'è fattaSenza dubbio le bacchette con la storia più lunga sono quelle di legno, ma in magia trovano largo impiego anche quelle di metallo e/o cristalli vari; con il boom della New Age ha cominciato a trovarsi in commercio di tutto. Le dimensioni e il materiale rimangono - come sempre - a discrezione del futuro possessore, tuttavia alcune delle scelte più comuni ricadono su alberi "famosi" (soprattutto per quanto riguarda l'eredità celtica della Wicca e di altre correnti pagane) come quercia, melo, sambuco, ciliegio, nocciolo, salice. C'è chi preferisce orientarsi in base al proprio tema natale arboreo - una bella sfida se siete nati nel mese di Gort, l'edera! - o chi semplicemente aspetta che sia la bacchetta stessa ad arrivare in qualche modo fino a lui.Per quanto riguarda le dimensioni, Cunningham parla di una lunghezza "tradizionale" pari alla distanza tra il polso

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89e la punta del dito medio, Huson suggerisce invece di cominciare a misurare dal gomito, ma praticamente tutti concordano con il dire che dai 20 cm al metro e 80 va bene qualsiasi cosa.Possono essere completamente spoglie, incise, intarsiate, decorate nelle più svariate maniere - un ottimo sistema per nascondere qualche brutto nodo o eventuali piccoli incidenti durante la lavorazione - può essere perfettamente cilindrica o terminare lievemente a punta (cercate solo di avere il buonsenso di capire che non dovete andare a caccia di vampiri, non trasformatela in qualcosa con cui qualcuno potrebbe farsi del male...), può essere dritta come un piolo oppure allegramente ritorta. Molti innestano punte di cristallo sulla sommità - e ovviamente anche per la scelta del cristallo badate alle vostre esigenze - mentre altri, forse più tradizionalisti, la sagomano dandole una forma fallica. Poiché è quello che di fatto è, cioè un simbolo maschile.Non sono un'accanita fan di Harry Potter, ma non è del tutto sbagliato pensare che, quando avrete per le mani la vostra bacchetta, agitarla le farà fare scintille... in un senso ragionevole del termine. A scanso di equivoci (e non ridete, perché ho sentito anche di questo) non ci sarà nessun reale sbrilluccichio o sfrigolio. Ci sono gli accendigas per questo. Però sentiretesenza dubbio il suo potere.Finora ho dato per scontato che ognuno di voi desideri raccogliere fabbricarsi da sé la propria bacchetta, cosa che, come potete ben immaginare, è sempre caldamente consigliata. Tuttavia non si può certo dire che acquistarla sia sbagliato, naturalmente.

* A cosa serveCome accennavo prima, la bacchetta è un simbolo

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90fallico, legato al mascolino e di conseguenza al Dio. O comunque alla parte maschile della Dea, se seguite determinate tradizioni che prevedono questo. Per alcuni è collegata all'est e all'elemento aria, per altri al sud e al fuoco, nessuna delle due soluzioni è meglio dell'altra. Come l'athame, anch'essa serve prevalentemente per dirigere le energie - vale a dire, ad esempio, per tracciare e cancellare il cerchio, per invocare i Guardiani o le Divinità, per infondere potere in altri strumenti o oggetti, tracciare simboli in aria o sul terreno - tuttavia con una sfumatura diversa: l'athame è uno strumento "di comando", la bacchetta è più gentile, indirizza ed incoraggia. Per via di questa sua natura, dunque, la bacchetta va normalmente brandita con la mano proiettiva (destra se siete destrorsi, sinistra per i mancini).

* Breve storiaCerimonia e bacchette vanno quasi sempre di pari passo, basta pensare anche solo agli scettri, che sono una rappresentazione simbolica di potere. Sono state rinvenute raffigurazioni di sagome umane con aste e bastoni persino fra le pitture rupestri dell'Età della Pietra. Nell'Egitto dei Faraoni, assieme agli articoli di toeletta, alle armi e agli amuleti, venivano lasciati nella tomba anche testi magici ed una bacchetta che avrebbe dovuto consentire al ka (l'anima) di adoperarli. Il bastone di Mosè era una bacchetta di nocciolo, come viene raffigurato anche negli affreschi delle catacombe del III e IV secolo. Anche il caduceo di Ermes/Mercurio si può considerare tale. Risalendo ad epoche più recenti troviamo le aste massoniche, lunghe da 1.80 a 2.5 metri, con punte metalliche alle due estremità, portate tradizionalmente durante i rituali dell'Arte. Nella magia

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91cerimoniale bacchette diverse possono avere utilizzi diversi, come ad esempio la Fire Wand e la Lotus Wand (wand=bacchetta) nella Golden Dawn. Per gli Zoroastriani uno strumento simile è il barsom, una sorta di fascio di cavi o aste metallici d'argento o di ottone, lungo circa 20 cm.:: Bacchetta o bastone?Generalmente bacchetta e bastone oggigiorno sono comodamente intercambiabili, il secondo viene visto solo come versione più ingombrante della prima. E' Paul Huson, nel suo "Il Dominio della Magia Nera" (titolo piuttosto fuorviante considerato che la versione originale sarebbe "Mastering Witchcraft") traccia una chiara distinzione, utile a capire per altro la nascita del mito della Strega sulla Scopa:CITAZIONENei loro rituali le streghe impiegano due tipi diversi di bacchette: il bastone da cavalcare - spesso in passato nascosto sotto le spoglie della leggendaria scopa - usato nei riti della fertilità, e la più piccola verga Goetica, detta talvolta verendum o baculum [...] Spesso il bastone da cavalcare sarà intagliato in modo da avere una punta fallica. Di solito il baculum è di composizione più cabalistica, spesso porta incisi nomi divini ebraici.

* Come procurarselaVale lo stesso identico discorso fatto per le erbe: non sono ammessi scempi ai danni degli alberi, perciò se decidete di recidere un ramo ancora vivo fate in modo da non causare gravi danni. Non scegliete alberelli troppo giovani che possono risentirne pesantemente, non portate via un metro e mezzo di legno solo perché vi servono proprio i 30 cm centrali. E soprattutto ricordatevi

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92di lasciare una piccola offerta simbolica alla pianta che vi ha fatto dono di uno strumento così importante.Ad alcune persone, prima di mettersi a recidere e segare, piace cercare di stabilire una sorta di contatto con l'albero prescelto, e per far ciò si prendono un lasso variabile di tempo per stare vicino ad esso, meditare sotto le sue fronde, percepire le sue energie per cercare soprattutto di capire se è effettivamente una buona cosa ricavare la propria bacchetta da quello piuttosto che un altro.In termini wiccan di solito non è molto importante seguire una procedura precisa per la raccolta del ramo destinato a diventare bacchetta/bastone, tuttavia alcune tradizioni sono più cerimonialiste di altre, perciò - diciamo "per sfizio" - vi riporto quale sarebbe la procedura di raccolta secondo i dettami della magia cerimoniale, come riportato da Eliphas Lévi:CITAZIONE...dev'essere un ramo perfettamente diritto di mandorlo o nocciolo, tagliato con un colpo netto da un falcetto d'oro prima che sorga il sole, nel momento in cui la pianta sta per fiorire. Deve poi essere perforato per tutta la sua lunghezza senza spezzarlo infilandovi da un capo all'altro un filo di rame magnetizzato. Ad una delle estremità va adattato un prisma poliedrico, triangolare, e sull'altra una uguale figura in resina nera, al centro della verga vanno collocati due anelli, uno di rame e l'altro di zinco. In seguito bisogna indorare l'estremità di resina e argentare quella prismatica, fino al centro dove si trovano gli anelli...

E sugli anelli andrebbero incide delle parole in ebraico. Ecco, forse dopo essere riusciti a costruirvi un affare del

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93genere, potreste effettivamente pretendere che funzioni con il Vingardium Leviosa.

* Purificazione e ConsacrazionePoiché i rituali di purificazione e consacrazione degli strumenti partono tutti da una base comune - che prevede il contatto dell'oggetto con le energie dei quattro elementi, con quelle divine e con le vostre - tratterò nello specifico questo argomento quando avremo terminato la carrellata degli strumenti principali.Nel frattempo però posso riportare una breve procedura, presa da "Wicca" di Scott Cunningham, per trattare la vostra bacchetta con le erbe:CITAZIONESe la bacchetta è di legno, portatela fuori al tramonto e strofinatela con la lavanda fresca, eucalipto o foglie di menta. Sollevatela in aria, rivolti verso Est (o verso la Luna, se è visibile) e invocate la Dea. All'alba tornate all'aperto, strofinatela con le foglie fresche e profumate, invocate il Dio, mentre la sollevate verso Est.

* Meditazione della BacchettaRadicatevi e centratevi. Tenete la bacchetta nella mano di potere. Respirate profondamente, e percepite il potere del fuoco, dell'energia. Siate coscienti di voi stessi come canali di energia: potete trasformare lo spirito in materia, le idee in realtà, i concetti in forme concrete. Sentite il vostro potere di creare, di fare, di cambiare. Entrate in contatto con la vostra volontà, cioè con il vostro potere di fare quel che deve essere fatto, di prefiggervi un obiettivo, di impegnarvi per raggiungerlo. Lasciate che la vostra volontà scorra nella bacchetta.

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94*Biblio/sitografia di riferimento:- Cunningham S., Wicca- Huson P., Il Dominio della Magia Nera- De Blanchefort J., Magia- www.wikipedia.org

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95Lezione #3 - Il Pentacolo

In questa terza lezione parliamo del pentacolo, come simbolo e come strumento. Molti di noi ne portano uno addosso, al collo o tatuato, cosa che molto spesso viene fraintesa e ci fa passare per adoratori del demonio... ora vediamo di fare chiarezza, così la prossima volta che qualcuno vi chiede qual è il significato della stella a cinque punte, potete dargli una risposta convincente

* Com'è fattoComunemente quando parliamo di "pentacolo" intendiamo la stella a cinque punte inscritta in un cerchio. In realtà la definizione precisa e scolastica di pentacolo è quella di un amuleto (di solito realizzato in metallo, carta o pergamena) su cui sono stati incisi/disegnati i simboli di uno spirito o di un'energia che si intende evocare, oppure simboli di protezione. Nonostante il prefisso penta-, spesso negli antichi testi di magia la parola non ha nessuna relazione particolare con il numero 5, e per farvi capire meglio cosa intendo vi mostro qualche esempio preso dalla Chiave di Salomone:

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96Questo è il Quinto Pentacolo di Saturno (serve per proteggere la casa)

E questo è il Primo Pentacolo di Venere (per l'amicizia)

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97Ce ne sono molti altri, naturalmente, adoperati per svariati altri scopi... ma noi siamo qui per imparare i rudimenti della Stregoneria pagana, perciò ci occuperemo del "nostro" pentacolo, altresì chiamato *pentagramma*, ovvero questo:

Che, come potete notare, è ben diverso dai due precedenti. Eppure sono tutti pentacoli.

Su quasi tutti gli altari di quasi tutte le Streghe ne compare uno: generalmente si tratta di un pezzo piatto di legno, di metallo, di pietra, di creta, anche di cartoncino. Oppure è disegnato direttamente sul piano di lavoro, o sulla tovaglia che usate per coprirlo.

*A cosa serve

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98Nella Wicca il pentacolo, come strumento, è legato all'elemento Terra, così come in molti mazzi di tarocchi lo è il seme dei denari -- o pentacoli appunto. Per questo motivo viene spesso impiegato negli incantesimi per la prosperità e per attirare denaro. E' anche un simbolo di protezione, e viene tracciato, visualizzato o appeso ad esempio sulle porte e sulle finestre. Molti praticanti tracciano un pentacolo in aria (con dito, athame o bacchetta) durante la chiamata e il congedo dei punti cardinali del Cerchio, oppure sopra uno strumento per terminare la procedura di consacrazione. Probabilmente incontrerete queste pratiche nelle lezioni di incantesimi

*Breve Storia e SignificatiOggigiorno il pentacolo è diventato il simbolo della religione Wicca quasi quanto la croce lo è per il Cristianesimo, le sue punte rappresentano i cinque elementi (partendo dall'alto e muovendosi in senso orario abbiamo Spirito, Acqua, Fuoco, Terra e Aria, i quali a loro volta sintetizzano i vari raggruppamenti delle forze ed energie elementali) o, in alcune tradizioni, rappresentano delle "virtù" come Amore, Saggezza, Conoscenza, Legge e Potere.

Il pentacolo pagano oggi è stato scelto in quanto rappresentazione del processo divino della Creazione: partendo dalla punta più in alto, lo Spirito, scendiamo in basso a destra dove troviamo l'Acqua, la fonte di sostentamento primario della vita sul nostro pianeta. Dall'Acqua risaliamo verso sinistra, dove c'è l'Aria, che sta a rappresentare il momento evolutivo in cui la vita ha colonizzato la terraferma, le creature che hanno cominciato a rendersi autonome e hanno preso coscienza di sé. Poi torniamo a destra, verso la Terra,

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99ovvero il culmine dell'evoluzione sopportabile, la quale poi porta necessariamente (per via della sua natura sempre ciclica) ad un decadimento - soprattutto spirituale - che culmina con il vertice del Fuoco, l'apice della degenerazione. Da lì la ripresa, e il ritorno alle origini e al Divino, di nuovo lo Spirito.

Chi ha letto Il Codice da Vinci di Dan Brown saprà già che si tratta di un simbolo associato a Venere e di conseguenza al femminino sacro, alla bellezza e alla sessualità mistica, e il perché ce lo spiega il sito www.symbols.com: "Questo segno può essere definito un simbolo di ricostruzione iconica del pianeta Venere. Questo pianeta è l'unico, nel nostro sistema solare, che possa essere chiaramente identificato da una struttura grafica ricavata da una sintesi dei suoi movimenti astronomici nello spazio", intendendo naturalmente quelli visibili dalla Terra.Oltre che negli antici culti di Venere, quindi, lo ritroviamo anche in Egitto, dove una stella a cinque punte inscritta in un cerchio domina il regno dell'Oltretomba, Duat, dove Osiride con la piuma pesa i cuori dei defunti dandoli eventualmente in pasto ad una mostruosa bestia. Questa relazione tra pentacolo ed inferi sembrerebbe far luce sul perché, molto dopo, con la presa di potere della Chiesa cristiana, questo simbolo sia stato associato al satanismo.C'è una stella a cinque punte in un cerchio anche nel logo della Repubblica Italiana, ci avevate fatto caso?

Il pentacolo del satanismo è capovolto rispetto all'orientamento tradizionale, e ha la punta verso il basso. Questo non ne fa un simbolo "negativo" nel senso di "malvagio", semplicemente anche i suoi significati si

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100capovolgono portando in alto la materia, che prevale sulla spiritualità, e manifestando la ribellione nei confronti del concetto di Dio per la valorizzazione della figura dell'uomo.Esistono anche delle tradizioni neopagane che prevedono, ad un certo punto del percorso di apprendimento, di lavorare su e con il pentacolo rovesciato, secondo il semplice principio di tesi-antitesi-sintesi, ma purtroppo non sono riuscita a recuperare informazioni dettagliate in merito, e non voglio farvi ulteriore confusione.

Altre intepretazioni lo paragonano all'Uomo Vitruviano di Leonardo e, più in generale, ad una figura umana con braccia e gambe divaricate, dove il cerchio intorno starebbe a simboleggiare l'infinito. Ancora, le tre punte superiori rappresentano il triplice aspetto della Dea mentre le due inferiori quello duplice del Dio (signore di fertilità e morte). Considerando gli spazi tra un vertice e l'altro, invece, abbiamo i tre gradi del rito iniziatico (i due spazi in alto, a destra e a sinistra del vertice superiore, e quello tra i due vertici inferiori) più i due laterali per il principio Femminile e quello Maschile.

*Come procurarseloCome abbiamo già visto, per procurarsi un pentacolo non ci sono istruzioni particolari riguardo ai materiali. I ciondoli con la stella a cinque punte sono di facilissima reperibilità, in un'infinita gamma di varianti e, di conseguenza, di prezzi.Parliamo invece della versione più grande, per l'altare. Ovviamente si può comprare anche quella, e in commercio si trovano modelli meravigliosi anche molto elaborati, ma poniamo il caso che al momento non

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101abbiate soldi da spendere e vogliate cimentarvi nella produzione artigianale... dopotutto disegnare un pentacolo da qualche parte è estremamente semplice. Io di solito parto con un cerchio, lo divido in 5 spicchi (armatevi di goniometro e fate 360° diviso 5 ) e in questo modo trovo i vertici della stella, che poi congiungo. Per quanto riguarda i materiali, ognuno ha i suoi pro e i suoi contro: il legno si trova facilmente ed è ottimo per esempio se dovete appoggiarci sopra qualcosa di caldo (ad esempio se a Yule accendete un piccolo fuoco nel calderone), il problema è che se per caso ci versate sopra della cera colorata -- a me è successo con delle candele rosse di scarsa qualità -- rischia di impregnarsi di colorante e restare macchiato; il metallo di solito è difficile da lavorare, e se lo realizzate in carta o cartoncino ricordatevi di plastificarlo in qualche modo, sempre per evitare che si rovini.

*Purificazione e ConsacrazioneCome per la bacchetta, vi riporto il trattamento con le erbe scritto da Cunningham:CITAZIONEPosizionate il pentacolo sulla nuda terra. Spargetevi sopra del prezzemolo secco, del patchouli, del vischio oppure dei fiori di gelsomino o di caprifoglio. Sedetevi innanzi ad esso, rivolti a Nord e rimanete in questa posizione per alcuni istanti, visualizzando il pentacolo che assorbe le energie della Terra. Quindi riprendetelo in mano e spargete le erbe o i fiori nelle quattro direzioni, cominciando e finendo con il Nord.Se siete costretti ad operare al chiuso, riempite un piattino con della terra fresca e posizionateci sopra il pentacolo. Procedete come sopra, conservando le erbe

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102ed i fiori che spargerete all'aperto in un secondo momento.

*Meditazione del PentacoloQuesta meditazione si può praticare in piedi, le braccia si alzano nell'inspirazione e si pongono in linea con le spalle, poi si abbassano nell'espirazione.Si collega il pensiero con il respiro, immaginando di convogliare quest'ultimo in punti del corpo fino a che la persona si trova al centro di una stella a cinque punte. Si immagina il respiro come raggio luminoso.Si parte dalla testa e con il palmo delle mani rivolto in alto si inspira indirizzando il respiro fino al piede destro; poi si abbassano le braccia, il palmo rivolto in basso, e si espira, immaginando il raggio luminoso del respiro che va fino alla mano sinistra; da qui si inspira, le braccia si alzano, il respiro passa lungo le spalle fino ad arrivare alla mano destra; espirando le braccia scendono, il respiro arriva al piede sinistro; infine, inspirando, le braccia si alzano e si ritorna al punto di partenza.

Ora, come sempre, vi rimando alla sezione "domande" per eventuali chiarimenti.

Biblio/sitografia di riferimento:- Cunningham S., Wicca- RavenWolf S., Il Calderone Magiko- www.wikipedia.org- www.symbols.com- http://web.tiscali.it/astrolandiaweb/Meditazione.htm

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103Lezione #4 - Il Calice

Oggi parliamo di un altro strumento che fa la sua comparsa molto presto - di solito! - sugli altari dei novelli praticanti: la Coppa, o Calice. Poiché si tratta di un oggetto molto semplice, e poiché praticamente viene considerato alla stregua di un calderone in miniatura, la trattazione sarà molto semplice. Ci capiterà di approfondire ulteriormente i suoi aspetti di simbolo legato al principio femminile quando parleremo del Calderone.

* Com'è fattoQuesta volta è facile... avete sicuramente tutti presente com'è fatta una coppa Per via dell'associazione con la Dea e di conseguenza con la Luna, tradizionalmente il Calice è d'argento - o smaltato argento - tuttavia, come al solito, il materiale non è veramente importante. Lo stesso dicasi per le dimensioni. Come tutti gli strumenti deve parlare al vostro subconscio, quindi l'importante è che piaccia a voi e che, ovviamente, si presti in modo adeguato alla sua funzione (in poche parole, se deve contenere liquidi non costruitevene una in pasta di sale; se ci dovete bere, fate in modo che non dia alle bevande quello sgradevolissimo sapore metallico - per non dire di peggio: ricordatevi che ottone e rame, se non adeguatamente trattati, a contatto con bevande alcooliche rilasciano sostanze velenose).

*A cosa serveIn generale, dal punto di vista religioso la sua funzione è quella di contenere liquidi che devono essere consumati nel corso di una cerimonia. Nella Wicca il Calice rappresenta il Principio Femminile - come praticamente

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104tutte le cose concave e/o bucate, che richiamano il Grembo della Madre. E' spesso adoperato in combinazione con l'athame (che rappresenta il Principio Maschile) per rappresentare l'atto sessuale, la procreazione e l'energia creatrice dell'universo. Simbolo della Dea, quindi, e simbolo dell'elemento Acqua, direzione Ovest. Significa anche intuizione, gestazione, abilità psichiche e subconscio.

*Breve StoriaTenendo a mente l'associazione che abbiamo fatto prima "forme concave = grembo materno = Dea" potete capire che tracciare una breve storia del Calice e di come di fatto sia entrato a far parte dell'equipaggiamento della Strega moderna è decisamente difficile. Il suo significato è arcaico e molto semplice, per cui non c'è UNA sola "storia della coppa", bensì tante storie quante sono i Calici famosi: dal il Santo Graal, all'Ardagh Chalice, al Calice Fiammeggiante degli Universalisti Unitariani. Salta all'occhio come oggigiorno sia considerato, nella maggior parte dei casi, un simbolo cristiano anche quando sappiamo benissimo che ci sono coppe famose ben più antiche dal momento che era un oggetto in uso nei rituali celtici, egizi, romani e greci.Nell'antica Roma il calix era un recipiente per bere che consisteva in una ciotola fissata su un sostegno, ed era molto comune nei banchetti. Poi con l'avvento della Chiesa ed il ruolo centrale dell'Eucarestia nella liturgia cristiana, ecco che il Calice è stato associato alla figura di Cristo. In realtà se guardate i primi esempi di calici potete notare come assomiglino ancora a grosse ciotole con due maniglie ai lati; è stato con il tempo che hanno pensato bene di diminuire le dimensioni del contenitore e di aumentare quelle della base per avere migliore

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105stabilità, per finire addirittura con dei regolamenti ufficiali della Chiesa a proposito di costruzione, benedizione e custodia delle coppe. In alcune tradizioni religiose ancora è obbligatorio che il calice, almeno il rivestimento interno del bicchiere, sia fatto d'oro.Ai tempi delle persecuzioni, scrive Huson, l'uso della coppa della Strega fu interrotto perché era inevitabile che le autorità ecclesiastiche la considerassero uno strumento per perversioni e alternative blasfeme dell'ufficio della Messa.

*Come procurarseloIn questo caso direi che la soluzione più comune è comprarlo o riciclare qualche bel bicchiere pregiato magari da un vecchio servizio, dopo averlo purificato e consacrato andrà benissimo. Potete anche decidere di decorarlo con i colori da vetro o con decorazioni in pasta modellabile... sbizzarritevi. Mi raccomando tenete a mente sempre quello che si diceva a proposito dei metalli come il rame e l'ottone.Molti hanno anche più di un calice; può capitare infatti che ci sia bisogno di uno per l'acqua e uno per il vino, o che si preferisca avere una coppa di un certo tipo per festeggiare i Sabbat e una di un altro per gli Esbat.

*Purificazione e ConsacrazioneEcco come di consueto cosa propone Scott Cunningham per la consacrazione del Calice:CITAZIONEUngete la base con olio di gardenia, rosa o violetta e riempitela con acqua fresca. Quindi mettete a galleggiare un tralcio d'edera, una piccola rosa, una gardenia fresca o altri fiori appropriati. Osservate la copa e invocate la

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106Dea, affinché le doni la sua benedizione. Potreste anche portarla fuori nella notte, riempita d'acqua, per catturare in essa il riflesso della luna.

E questa volta vi riporto anche il metodo descritto da Paul Huson ne "Il Dominio della Magia Nera". E' più lungo e complesso dell'altro, e non siete obbligati a seguirlo, è solo a scopo esemplificativo.CITAZIONENel periodo del mese in cui la lune cresce fino a diventare piena, prendete dell'acqua salata in una bacinella e buttateci dentro le seguenti erbe tritate: verbena, menta, basilico, rosmarino, issopo, lavanda, salvia, valeriana e finocchio. Spargete un po' di incenso su un carboncino e caricate acqua e fuoco [...] impiegando mentalmente ogni sforzo di volontà, fede e immaginazione, per vedere gli elementi come se risplendessero di una luce vibrante e purificatrice. Una volta fatto ciò, spruzzate la coppa con l'acqua e poi passatela attraverso il fumo dell'incenso, cantando le parole a ciò destinate e visualizzando la luce azzurra purificatrice che si accende e si spegne intorno a voi.

Per l'acqua e per il fuocoIo ti evocoPensiero avverso né ostilitàIn questo cerchio non rimarrà.Presta attenzione alla parola mia!Voglio, comando e posso. Così sia!

Dopo aver fatto ciò, con pennello e colori nuovi, dipingete intorno alla coppa le seguenti rune

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(mi scuso per la qualità dell'immagine, ho dovuto fare una foto alla pagina del libro - NdR)

I colori migliori sono lo smalto bianco o nero, o il nerofumo. Per questo rituale potete anche mescolare al colore un pizzico delle vostre erbe tritate, verbena, ecc.Mentre dipingete ciascuna runa, cantate le seguenti parole, visualizzando i segni che risplendono intanto di luce magica: <<tu sia benedetta coppa di acqua!>>Dopo aver fatto ciò, dipingete intorno alla base della coppa le rune che compongono il vostro nome, pronunciando ogni lettera ad alta voce mentre la dipingete.Quando finite, cantate le parole <<così sia!>> e riponete la coppa in un luogo sicuro per usarla in futuro.

*Biblio/sitografia di riferimento:Cunningham S., WiccaHuson P., Il Dominio della Magia Nerawww.wikipedia.orgwww.puertasdebabel.com

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108Lezione #5 - L'Athame

In questa lezione parleremo dell'Athame (pronunciato indifferentemente àthame o athamè, a meno che non vogliate darvi un tono anglofono e chiamarlo eithemei o eitheimi), il coltello rituale.Viene comunemente considerato il più importante fra gli strumenti dell'Arte, e di solito è quello a cui ci si affeziona di più Alcune streghe a volte adoperano una spada... la funzione è esattamente la stessa. Potete quindi considerare la spada come, semplicemente, un grosso Athame. In molte congreghe c'è l'abitudine di possedere ognuno un proprio coltello, e poi un'unica spada da condividere assieme - spesso anche per via dei costi piuttosto elevati che può avere un oggetto del genere - che ogni membro contribuisce in qualche modo a personalizzare.

* Com'è fattoSi tratta, per l'appunto, di un coltello. Tradizionalmente ha il manico nero o comunque scuro, perché si ritiene che questo colore aiuti ad assorbire l'energia - soprattutto quella negativa - e a riconvertirla in modo da poterla "disperdere nell'ambiente dopo l'uso" in maniera innocua, oppure conservarla per scopi futuri, e la lama doppia, in acciaio. Ci tengo a precisare iltradizionalmente poichè, come al solito, tutto varia da corrente a corrente, e ci sono molti bellissimi athame con la lama da un lato soltanto, o il manico di altri colori. Nella tradizione Frost, per esempio, la lama è d'ottone e a un solo taglio. Le tradizioni che lavorano con i Sidhe, il

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109Popolo Fatato, evitano il ferro perché queste entità lo rifuggono. La foggia, la maggior parte delle volte, è quindi a vostra discrezione.L'Athame, comunque, è pensato per lavorare solamente con le energie, pertanto non deve mai essere adoperato come strumento da taglio; a scanso di equivoci, e per evitare di ferirsi accidentalmente, si preferisce tenerlo smussato. Ci sono alcune tradizioni (come la Kitchen Witchcraft, letteralmente "stregoneria da cucina")che incoraggiano i propri adepti ad usarlo anche per lavori pratici, per acquisire familiarità con esso, tuttavia si tratta di una minoranza veramente esigua.Spesso viene inciso con simboli magici per potenziarne l'azione. A seconda di quello che preferite e con cui vi trovate maggiormente a vostro agio, potete incidervi delle rune o altri segni (presi dalla Chiave di Salomone, ad esempio). Di solito il metodo più semplice è disegnare o incidere il manico, ma potete riuscire anche ad incidere la lama... se la procedura dovesse interessarvi, chiederò Yennand (prof di Erbe) di mettere per iscritto un paio di istruzioni.

*A cosa serveCome dicevamo, lo scopo dell'athame è rituale e quindi non contempla utilizzi pratici. Se avete bisogno di incidere le candele, recidere erbe o corde e cose di questo tipo, è previsto un altro strumento di cui parleremo, il Bolline, detto anche "coltello da lavoro" o "coltello dal manico bianco".Uno degli usi più comuni è la tracciatura del cerchio - operazione su cui non ci soffermeremo per non sconfinare nel campo di altre materie. Se ricordate cosa dicevamo per la Bacchetta, l'Athame è uno strumento di comando per la direzione delle energie. Per questo

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110motivo viene raramente impiegato per invocare gli Dei e/o i Guardiani, dal momento che si tratta di entità che preferiamo "invitare" piuttosto che ordinar loro di presenziare.Si tratta di un simbolo maschile, fallico, legato al Dio e per questo viene spesso posto in relazione con il calice, che come abbiamo visto rappresenta il principio femminile, la Dea, ricordando la combinazione dei due strumenti (il coltello immerso nella coppa) a simboleggiare l'atto sessuale e quindi la creazione. E' in relazione con il fuoco o l'aria, sentirete voi a quale dei due elementi vi sembrerà più affine. Alcuni lo associano al fuoco perché esso, come l'athame, provoca cambiamento, altri all'aria - come nei semi dei tarocchi si fa con le spade.

*Breve StoriaIl termine "athame" è stato fatto derivare - attraverso una serie di distorsioni - dal latino "artavus", per lo meno da quanto attestano i manoscritti più antichi della Chiave di Salomone, nei quali viene definito "Cultellus acuendis calamis scriptorii" ovvero un coltello per affilare le penne degli scribi. Artavus era una parola poco comune nel latino del medioevo, ed è probabilmente per questo motivo che molto spesso è stata lasciata intradotta in molti testi italiani e francesi: artavo, artavus, arthana, artanus, arthany o arthame. In questo caso, l'etimologia della parola viene fatta risalire ad arto, artas che significata "restringere".Secondo Idries Shah, segretaria personale e grande amica di Gerald Gardner, un'alternativa viene dall'arabo al-dhammé, "lettera sanguigna", che si ritiene fosse il nome del coltello rituale in un culto magico medievale presente in Marocco e in Andalusia. Robert

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111Graves suggerisce un'altra derivazione, sempre araba, da al thame (o adh-dhame) che traduce come "la freccia".In una versione latina manoscritta della Chiave di Salomone c'è un'illustrazione raffigurante un oggetto simile ad un falcetto, chiamato Artavo. Si pensa che Gardner sviluppò il suo concetto di Athame partendo da versioni più moderne della Chiave, in lingua francese, perché Grillot de Givry, nel suo "Stregoneria, Magia e Alchemia" male interpretò il termine associandolo al coltello rituale principale, che chiamò "arthane" o "arthame".

*Come procurarseloLa maggior parte dei praticanti di solito non ha le capacità o i mezzi per fabbricare da sé il proprio Athame, perciò lo acquista. Noi abbiamo la "fortuna" di avere il prof di Erbe che occasionalmente si cimenta nel fai-da-te e proprio di recente s'è affacciato sul mondo della coltelleria... quindi rimando a lui eventuali spiegazioni su come fabbricare un Athame posterà al più presto un breve intervento a seguito di questa lezione.

*Purificazione e ConsacrazioneCome al solito, cominciamo con il paragrafo che Scott Cunningham dedica a questa operazioneCITAZIONEStrofinate la lama con basilico fresco, rosmarino o foglie di quercia, all'alba, all'aperto, in un luogo dove potete lavorare indisturbati e lontani da sguardi indiscreti.Ponete la spada o il coltello sul terreno, con la punta rivolta a Sud. Camminateci attorno, in senso orario, per tre volte, spargendovi sopra foglie di alloro

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112(possibilmente fresco). Prendete in mano la spada o il coltello, mettetevi in piedi rivolgendovi verso Est e puntando lo strumento verso l'alto, ma con le braccia più in basso, invocate il Dio per infondere la vostra spada o il coltello con la Sua forza. Puntatelo al cielo, invocando la Dea per caricare la vostra lama con il Suo amore e potere.Avvolgete la vostra spada o il coltello in un panno rosso e portatelo a casa. Se lo desiderate, potete continuare a conservare lo strumento nello stesso panno.

Moltissimi rituali di consacrazione dell'Athame prevedono che esso debba rimanere per un periodo variabile di tempo (dipende dal rito) con la lama affondata nel terreno. In questo modo, come fa notare Buckland, esso viene 1) agitato nell'aria, 2) riscaldato con il fuoco e 3) immerso nell'acqua (durante le operazioni di forgiatura) e infine 4) infilato nella Terra.

La Questione del SangueVolevo soffermarmi un momento su una questione che so che può risultare controversa per via delle opinioni contrastanti in merito: si può o non si può usare una goccia del proprio sangue per consacrare l'Athame?Praticamente tutti concordano con il ritenere che nel momento in cui la lama dell'Athame incide la carne o viene adoperato per estrarre sangue, esso perde ogni suo valore e dev'essere gettato via. Alcuni sostengono, più in generale, che il coltello rituale non debba in nessun caso venire a contatto con il sangue, anche se si tratta di una ferita che ci siamo procurati con un altro strumento o (questo nel caso delle femminucce) se si sta usando del sangue mestruale. Alcuni invece, nei loro riti

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113di consacrazione (e Paul Huson è uno di questi) includono una goccia di sangue, meglio se del possessore dell'oggetto, in modo da "personalizzarlo".Io personalmente concordo con il pensiero di Cunningham, secondo cui l'Athame (come tutti gli strumenti del resto) prende la nostra impronta mano a mano che lo adoperiamo, non necessariamente con il sangue. Ritengo che una cosa fisica, concreta e materiale come il sangue sia poco adatta ad uno strumento pensato per modellare l'energia, che possiede tutt'altra natura. Sentitevi liberi di fare come meglio credete.*MeditazioneRadicatevi e centratevi. Tenete l'athame o la spada nella mano di potere. Respirate profondamente e assorbite dentro di voi il potere dell'Aria, il potere della mente, che è saper giudicare, tracciare delle linee, porre dei limiti, fare delle scelte e portarle avanti. Ricordatevi le scelte che avete fatto e portato fino in fondo, nonostante le difficoltà. Percepite il potere che ha la vostra mente di influenzare gli altri, e la forza che deve avere la responsabilità per non usare tale capacità nel modo sbagliato. Avete la capacità di agire in modo etico, secondo ciò che credete giusto. Lasciate che il potere della vostra intelligenza, della vostra conoscenza e del vostro coraggio morale scorrano nel vostro strumento.*Biblio/sitografia di riferimento:Cunningham S., WiccaHuson P., Il Dominio della Magia NeraBuckland R., Il Libro delle Streghewww.wikipedia.org

http://www.streghemoderne.it/meditazioni.htm#spada

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114Lezione #6 - La Scopa

Questa settimana parliamo della Scopa. Qualche cosa è già stata accennata nella lezione a proposito della Bacchetta, quindi eventualmente per alcune cose (soprattutto sulle origini della Scopa come strumento da Strega) fate riferimento a quella

*Com'è fattaQuando parliamo di "scopa" intendiamo solitamente la ramazza di saggina, non tanto un modello tipo Tonkita o la Scopagomma Meliconi. La formula tradizionale prevede che il manico sia di frassino, le fibre (ovvero le setole, quelle che devono spazzare) in betulla, il tutto legato con dei ramoscelli di salice; questo perché il frassino ha delle virtù protettive, la betulla purificatorie e il salice è uno degli alberi sacri alla Dea. Doreen Valiente suggerisce di scartare le scope con la testa piatta, preferendo quelle con forma arrotondata.

*A cosa serveLa Scopa è un oggetto sacro tanto alla Dea quanto al Dio, perché unisce un elemento maschile e fallico - il manico - ad uno femminile - le frasche di betulla. Si tratta di uno strumento potente contro maledizioni, fatture e altre operazioni di magia nera, ed appesa sopra la soglia di casa protegge l'abitazione e coloro che ci vivono, mentre posta sotto il cuscino si dice che favorisca i sogni piacevoli e vegli sui dormienti.Nella Wicca, serve per ripulire lo spazio rituale dove si intende operare, sia fisicamente - perché polvere, sporcizia e disordine comportano comunque accumuli di negatività - sia energicamente, per purificare,

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115visualizzando la Scopa che disperde ogni tipo di sporcizia energetica. Questa sua funzione purificatrice la associa automaticamente all'elemento Acqua, e di conseguenza la rende appropriata anche per i relativi ncantesimi, oltre che per quelli d'amore e per le pratiche psichiche.

*Breve StoriaQuesto oggetto non è certo una prerogativa della Stregoneria: presso gli Aztechi la dea Tlazolteotl (dea, tra le altre cose, della sporcizia ma anche della purificazione) veniva rappresentata spesso nuda a cavallo di una scopa. Anche presso i Cinesi si venerava una sorta di Dea-Scopa che si invocava nei periodi di maltempo affinché riportasse il sole.La pratica del "salto della scopa" è molto comune all'interno delle cerimonie nuziali di tantissime tradizioni diverse, da quelle degli schiavi americani a quelle degli zingari, e anche oggi in numerosi matrimoni pagani, è di buon auspicio come il salto del falò.C'è un famoso modo di dire, soprattutto negli Stati Uniti, che si traduce praticamente come stare nello sgabuzzino delle scope(o, in caso, uscire dallo sgabuzzino delle scope) che indica la condizione di chi pratica la stregoneria in segretezza (o decide di uscire allo scoperto, nel secondo caso); si fa risalire al periodo delle persecuzioni delle streghe, quando effettivamente è nata la concezione di scopa come strumento di magia e atti collegati al demonio. Come avrete potuto leggere nella lezione sulla Bacchetta, fabbricare una ramazza era il modo più semplice ed efficace di nascondere il bastone magico usato nei riti per la fertilità, e poiché si trattava di un attrezzo (la scopa s'intende) presente in tutte le case, durante i processi non poteva essere usata come prova

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116per sostenere l'accusa di stregoneria.

*Come procurarselaAbbiamo già specificato quali sono i materiali necessari. Naturalmente non è indispensabile adoperare il frassino, la betulla e il salice, ma dovreste comunque scegliere dei tipi di legno maschili e femminili per poter rispettare il simbolismo di questo strumento. Al posto del frassino, ad esempio, potete usare la quercia; al posto della betulla, potete servirvi di erbe dai fusti robusti e legnosi come il timo o l'artemisia. Invece dei ramoscelli di salice potete adoperare semplicemente della corda o del grosso spago.Le fascine devono essere ammorbidite, per potersi piegare. Quindi lasciatele in ammollo in acqua calda (o acqua e sale) per tutta la notte. Le dimensioni della scopa devono renderla funzionale allo scopo: se disponete di molto spazio dove celebrare i rituali e dovete spazzarlo, sarà meglio che la vostra ramazza sia di grandi dimensioni; viceversa, se dovete ripulire pochi metri quadrati o anche solo il ripiano del vostro altare, vi basterà una scopettina piccola.Ammettiamo comunque che il manico della vostra scopa sia lungo circa 120 cm. Appoggiatelo su una superficie orizzontale e allineate le fascine a circa 10 cm dal fondo, in maniera che la loro sommità sia rivolta verso la fine del manico - cioè apparentemente al contrario di come dovrebbero stare. Questo perché, dopo averle legate in questo modo, le dovete ripiegare su sé stesse, e di nuovo fermare con lo spago o i rametti di salice attorno al fusto. Ad ogni nodo che fate, concentratevi su quale sarà lo scopo del vostro strumento.Una volta terminato il lavoro, eventualmente attendete che le setole si asciughino bene, poi procedete alla

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117consacrazione.

*Purificazione e ConsacrazioneSempre da "Wicca" di Scott Cunningham:[/quote]Spazzolate la scopa con rametti o steli di camomilla, salice, melissa, sambuco, malva, quindi seppelliteli con la dovuta solennità. Potreste anche incidere sul suo manico una Luna crescente.[/quote]

*Biblio/sitografia di riferimento:Cunningham S., Wiccawww.wikipedia.orghttp://paganwiccan.about.com/od/shoppingan...es/ss/Besom.htm

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118Lezione #7- Il Calderone

Questa settimana (con un po' di ritardo ) parliamo del Calderone. Molte cose riguardo il suo simbolismo sono già state dette nella lezione a proposito della Coppa, perciò se credete di non aver capito qualcosa - oltre a fare domande - provate a dare un'occhiata anche a quella.

* Com'è fattoIdealmente dovrebbe essere fatto di ferro, ma anche peltro, rame o ottone vanno benissimo. Ovviamente vale lo stesso discorso della Coppa: se dovete versarci dentro delle bevande che poi intendete consumare, state attenti al tipo di metallo con cui vengono a contatto. E' piuttosto difficile al giorno d'oggi riuscire a procurarselo a prezzi abbordabili, in più - per quanto non ci siano precise disposizioni riguardo alla grandezza - generalmente è un oggetto piuttosto ingombrante e sugli altari se ne vedono ben pochi. Sarebbe meglio che avesse dei piedini per sorreggerlo, soprattutto perché se ci bruciate qualcosa dentro dovete avere qualcosa sotto (magari un sottopentola) che lo isoli dalla superficie su cui è appoggiato, perché non bruci.

*A cosa serveNella Wicca il Calderone è, come la Coppa, un simbolo della Dea e una manifestazione di femminilità e potere creatore, pensate al grande Calderone dell'Abbondanza del Dagda o quello della Saggezza di Cerridwen, e a quando tradizionalmente a Yule viene acceso un fuoco al suo interno per rappresentare il Dio rinato nel grembo della Madre. Simboleggia anche l'elemento Acqua, la

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119reincarnazione e l'ispirazione.Durante i rituali primaverili spesso si riempie appunto con acqua e vi si mettono a galleggiare dei fiori.E' anche uno strumento molto usato nelle pratiche di scrying, un tipo di divinazione in cui scruta nell'acqua, o negli specchi neri, o nelle sfere di cristallo. Funziona bene per lo più con i calderoni grandi, sempre pieni d'acqua, se hanno l'interno scuro.Oggigiorno non c'è quasi più nessuno che lo adopera ancora per cucinare intrugli e pozioni... è molto più semplice usare delle normali pentole .

*Breve StoriaIl Calderone associato alla strega è molto popolare all'interno della cultura occidentale, anche grazie alla massiccia pubblicità che gli viene fatta, a partire dal Macbeth di Shakespeare alla fattucchiera Amelia della Disney. Ma non dimentichiamo che nel folklore irlandese c'è sempre la mitica pentolona d'oro custodita dai Leprecauni, presumibilmente alla fine dell'arcobaleno La mitologia celtica abbonda di calderoni: in Irlanda, uno dei quattro tesori dei Tuatha de Danaan era il Calderone del Dagda, che non si svuotava mai e poteva saziare chiunque, e veniva anche usato -- riempito di sangue -- per contenere la Lancia di Lugh. In Galles, la Dea Cerridwen custodiva nell'oltretomba un calderone della conoscenza e dell'ispirazione; Gwion Bach, un ragazzino che ella aveva incaricato per rimestare la pozione che vi stava cucinando dentro, fu colpito su un dito da tre gocce della magica mistura e divenne Taliesin, il più grande fra i poeti gallesi. Sul calderone di Gundestrup (un oggetto ritrovato in Danimarca, risalente al I o II secolo a.C.) pare sia raffigurata una scena in cui i corpi dei guerrieri morti in battaglia vengono depositati in un pentolone da cui

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120riemergono vivi ma incapaci di parlare.A ben vedere, anche la fiamma olimpica durante i giochi arde in un calderone

*Come procurarseloPurtroppo qui il Fai-da-Te non può venirci in aiuto... per quanto ci siano dei validissimi artigiani che sanno battere a mano le pentole in rame, non saprei proprio cosa consigliare a chi volesse cimentarsi. Il ripiego sul calderone acquistato è quasi d'obbligo, anche se, come già detto, la reperibilità non è facilissima. Spulciate i mercatini e i negozi di antiquariato, e fate caso anche nelle fiorerie: molto spesso alcune piantine vengono vendute all'interno di vasettini di rame che sono perfetti come piccoli calderoni!

*Purificazione e ConsacrazioneSempre tratto da Wicca di Scott Cunningham:

CITAZIONEPortate il calderone nelle vicinanze di un ruscello, un fiume, un lago o il mare. Raccogliete le foglie delle piante che crescono nei paraggi (se siete al mare potreste utilizzare delle alghe), immergete il calderone nell'acqua per riempirlo, mettete le foglie nel calderone e posizionatelo quindi sulla riva, in modo che si venga a trovare immerso nell'acqua ma appoggiato sul fondale. Stendete le mani sul calderone e dedicatelo alla Dea, con le parole che preferite.Svuotate ed asciugate il calderone e tornate a casa. La consacrazione è stata così compiuta.Se volete praticarla in casa, immergete il calderone in un largo recipiente pieno d'acqua o nella vasca da bagno, in

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121una stanza illuminata dalla luce delle candele. Aggiungete un po' di sale all'acqua , che dovrebbe essere fredda. Procedete come sopra.L'acqua salata corrode il metallo. Sciacquate accuratamente il calderone, dopo averlo immerso nel mare o nell'acqua salata

*Biblio/sitografia di riferimento:Cunningham S., Wiccawww.wikipedia.orghttp://en.wikipedia.org/wiki/The_Dagda%27s_Cauldronhttp://paganwiccan.about.com/od/godsandgod...p/Cerridwen.htm

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122Lezione #8 - il Libro delle Ombre

Parliamo finalmente anche del Libro delle Ombre, più spesso abbreviato in LdO o BoS (dall'inglese Book of Shadows, che è la traduzione letterale).

* Com'è fattoIl Libro delle Ombre è pensato per essere una raccolta di tutto il materiale che può servire alla Strega nella pratica della sua Arte, e per questo viene aggiornato, arricchito o sfoltito in continuazione. La soluzione più pratica oggigiorno è senza dubbio quella di confezionarlo partendo da un quadernone ad anelli, o comunque con un sistema simile che permetta di aggiungere, togliere o spostare i fogli. Senza contare che questo vi permette di inserire le pagine nelle buste plastificate, proteggendole dalla caduta accidentale di qualche goccia di cera.Molte streghe moderne si sono affidate alla tecnologia ed ora tengono tutto il loro materiale debitamente ordinato sotto forma di files e cartelle nei loro computer, pronti da stampare all'occasione, anche se per alcuni la cosa perde gran parte dell'antico fascino che possiede.Tradizionalmente nel BoS si scriveva e si scrive a mano soprattutto per infondere energia in ogni brano ed essere sicuri di aver letto e compreso ogni parola del vostro lavoro, adesso in realtà molto spesso le pagine sono fotocopiate o stampate per ragioni di comodità. La cosa importante che dovete tenere a mente è che molto probabilmente vi capiterà di doverlo sfogliare durante un rito alla luce delle candele, perciò prima di ogni vezzo o estro artistico assicuratevi che il materiale sia scritto in maniera comodamente leggibile Naturalmente con l'andar del tempo e della pratica può

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123darsi che il vostro BoS raggiunga dimensioni considerevoli. C'è chi ne ha addirittura più di uno, oppure tiene un raccoglitore a parte per ogni categoria: uno per gli incantesimi, uno per le ricette, uno per i rituali e via dicendo.

*A cosa serveE' un manuale, esso contiene solitamente invocazioni, rituali, incantesimi, poesie, regole e dettami che governano teoria e pratica del credo della strega, sta al gusto e alla necessità personale stabilire che genere di materiale debba contenere.Alcuni BoS vengono tramandati da persona a persona al momento dell'iniziazione, moltissimi altri compilati dai singoli individui nel momento in cui cominciano a percorrere questo cammino spirituale. Alcuni sono rimasti invariati nel tempo, altri invece vengono rivisti ed ampliati da ogni nuovo proprietario, ci sono Libri delle Ombre di esclusiva proprietà di una Strega e altri ancora che vengono condivisi e sfruttati dall'intera congrega.Non ne esiste uno "originale" o in qualche modo "migliore" degli altri, sono tutti più o meno differenti gli uni dagli altri a seconda di chi li ha redatti, e tutti ugualmente validi. In alcune tradizioni in cui predomina la pratica di gruppo, ogni membro crea il suo BoS copiandolo da quello del proprio Sommo Sacerdote (o Somma Sacerdotessa), il quale a sua volta lo ha copiato dal proprio iniziatore e così via. In altre vige la pratica di due Libri, uno che contiene il nucleo originale dei rituali e che viene ricopiato da ogni iniziato, e un altro ad uso rituale che differisce da gruppo a gruppo e che può contenere anche molto materiale aggiuntivo.

Nelle forme più attuali di stregoneria eclettica il Libro

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124delle Ombre si è trasformato quasi in una sorta di diario magico in cui il praticante annota anche le sue impressioni e i suoi progressi, ricoprendo così anche il ruolo del "Libro Specchio" (Book of Mirrors o BoM, dove annotare le esperienze personali). In effetti lo stesso Gardner considerava il proprio BoS come un diario, piuttosto che come un testo sacro - come viene spesso considerato al giorno d'oggi.

*Breve StoriaIl primo Book of Shadows conosciuto è appartenuto a Gerald Gardner, il cosiddetto "padre della Wicca moderna" e originariamente il suo nome era Ye Bok of Ye Art Magickal. Gardner insegnò ai suoi primi discepoli, la Bricket Wood Coven, che il Libro delle Ombre doveva essere una specie di ricettario in cui il proprietario avrebbe dovuto annotare gli incantesimi che avevano avuto successo, e che loro avrebbero potuto cominciare copiando dal suo e successivamente togliendo o aggiungendo materiale come più ritenevano opportuno. Dal canto suo, egli compose il proprio con l'aiuto di Doreen Valiente e avvalendosi di materiale come il Vangelo delle Streghe di Leland o gli scritti di Aleister Crowley, aggiungendo in più una sezione redatta in stile più arcaico (o presunto tale) che conteneva delle avvertenze per quelle streghe che fossero finite sotto processo e torturate. Secondo quanto dichiarato da Gardner stesso (ma smentito poi da studi più recenti) si trattava di brani originali di derivazione storica e che prima di allora alle streghe non era permesso di alterare il proprio libro, per evitare di essere incriminate; successivamente poi la modifica veniva ammessa ma doveva essere eseguita in modo che il testo risultasse comunque incomprensibile ai non-iniziati.

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In Witchcraft Today, infatti, egli fa risalire la pratica della redazione del BoS ai periodi della caccia alle streghe, quando il culto si trasformò praticamente in una società segreta di famiglia e furono tagliati tutti i ponti fra le varie coven. Si cominciarono a tenere i rituali al chiuso e molto andò perduto a causa della scarsità degli individui che potevano essere coinvolti. Non c'era più un sacerdozio regolare e riconosciuto, i riti si officiavano sempre più raramente e quindi le streghe cominciarono ad annotarli affinché non venissero completamente dimenticati.Le avvertenze a cui abbiamo accennato prima, di solito vergate bene in vista sulle prime pagine, raccomandavano ad esempio di redigere il proprio Libro sempre con la propria scrittura di modo che, qualora fosse stato disgraziatamente rinvenuto dagli ispettori dei tribunali, non fosse possibile risalire ad altre persone dalle loro calligrafie. Ognuno doveva custodire i propri scritti e distruggerli se il pericolo fosse stato incombente - per questo motivo si incoraggiavano tutti gli iniziati ad imparare a memoria quanto più possibile, perché il Libro potesse essere riscritto in seguito. Ancora, si raccomandava di sbarazzarsi anche dei BoS di coloro che morivano senza aver tempo di disfarsene, poiché "la strega non è mai sola" ed il ritrovamento poteva incriminare anche tutte le persone che avevano contatti con il defunto. Se il Libro veniva scoperto e portato in tribunale, bisognava asserire di aver avuto brutti sogni e di averlo scritto sotto costrizione del demonio.

In seguito, Gerald Gardner istruì i suoi tre lignaggi iniziatori affinché copiassero i loro Libri delle Ombre parola per parola, ed è per questo motivo che i wiccan il cui lignaggio discende da Eleanor Bone, Patricia

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126Crowther e Monique Wilson sono stati a lungo convinti che il testo di loro proprietà avesse radici antichissime.

*Come procurarseloSe vogliamo guardare, nello specifico, la pura e semplice realizzazione pratica, ci sono un'infinità di maniere in cui potete costruire pezzo per pezzo il vostro BoS; tuttavia trattare passo per passo la creazione della copertina, la rilegatura manuale dei fogli e la rifinitura richiederebbe praticamente una lezione a sé - quindi magari approfondiremo quando ci dedicheremo al Fai-da-Te vero e proprio (che per ora sto lasciando da parte per trattare meglio gli argomenti di base).Dal momento che la stragrande maggioranza delle streghe parte con un quaderno o un raccoglitore - limitandosi poi tutt'al più a personalizzarlo decorando la copertina - in questa sezione tratteremo piuttosto i contenuti, ovvero cosa non dovrebbe mancare nel vostro Libro delle Ombre. Vi aiuterà anche a stabilire un punto di partenza da dove cominciare a raccogliere il materiale.

1 - Il titolo. Normalmente sulla prima pagina campeggia il titolo che reca il vostro nome, o quello della vostra Congrega; di solito si tratta di una formula semplice come "Libro delle Ombre di [nome]".Piccola nota sui contenuti: potrebbe sembrarvi molto furbo nonché sicuramente pittoresco trascrivere tutto il vostro materiale in qualche alfabeto particolare, magari con le rune o i caratteri tebani. Ma tenete conto che, a meno che non abbiate sviluppato una dimestichezza con questa scrittura pari a quella della vostra lingua madre, uno stratagemma simile alla fine vi risulterà davvero poco pratico. Se avete paura che qualcuno sbirci i vostri segreti, meglio spendere cinque minuti in più pensando

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127ad un buon nascondiglio per il Libro piuttosto che perderne dieci cercando di decifrare quello che avete scritto.

2 - Le regole della vostra Congrega o tradizione. Che ci crediate o meno, la magia HA delle regole. Possono variare da gruppo a gruppo e da tradizione a tradizione, ma è bene trascriverle nelle prime pagine del vostro BoS come promemoria di cosa che viene considerato accettabile e che cosa no. Se siete streghe solitarie o eclettiche e non avete un corpus di regole ufficiali, stabilite quali sono le vostre norme di comportamento personali. Se siete wiccan, questa sezione potrebbe includere anche una versione della Rede.

3 - Una dedica. Se siete stati iniziati all'interno di una congrega, potreste aver voglia di includere a questo punto una copia della vostra cerimonia di iniziazione. Tuttavia molti pagani si votano ad un Dio o una Dea particolare anche molto prima di entrare a far parte di un gruppo, e questa può essere un'occasione per mettere nero su bianco a chi vi siete dedicati e perché; potrebbe risultare sottoforma di un lungo saggio, oppure semplicemente di una frase come "Io, [nome], voto me stessa alla Dea oggi, 1 maggio 2001".

4 - Divinità. A seconda del pantheon o della tradizione che seguite, potreste avere un solo Dio ed una sola Dea, o diversi. Il vostro Libro delle Ombre è un buon posto dove raccogliere miti, leggende e rappresentazioni delle vostre divinità. Se siete eclettici e la vostra pratica consiste in un miscuglio

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128 di sentieri spirituali diversi, può essere una buona idea riportarlo.

5 - Tabelle delle Corrispondenze. Quando create i vostri incantesimi, le tabelle delle corrispondenze diventano il vostro strumento più importante. Le fasi della luna, le erbe, le pietre/cristalli e i colori - ogni cosa ha un suo significato e uno scopo. Assicuratevi di avere delle liste di questo tipo nel vostro BoS in modo da tenerle a portata di mano quando ne avete bisogno.

6 - Rituali per i Sabbat. La Ruota dell'Anno comprende otto festività per quasi tutti i pagani anche se alcune tradizioni scelgono di non celebrarle tutte. Il vostro BoS può comprendere dei rituali per ogni Sabbat.

7 - Rituali per altre Occasioni. Se di solito festeggiate ad ogni plenilunio, includete i riti per gli Esbat, sia che usiate lo stesso ogni mese sia che ne creiate di differenti per ogni periodo dell'anno. Potete anche includere delle sezioni riguardo alla tracciatura del Cerchio, al Far Scendere la Luna o all'invocare la Dea in occasione della luna piena. Mettete anche qualsiasi incantesimo o rito abbiate creato per la guarigione, la prosperità, la protezione o altri scopi.

8 - Erbe. L'erboristeria è considerata il cuore della pratica magica perché le piante sono un ingrediente che la gente ha usato per letteralmente migliaia di anni. Preparate quindi una sezione per le erbe e i loro usi.

9 - Divinazione. Se vi state impratichendo con i tarocchi, lo scrying, l'astrologia o altre forme di divinazione, riportate qui le informazioni che reperite. Quando

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129sperimentate qualcosa di nuovo, registrate quello che fate e i risultati che ottenete.

10 - Testi sacri. E' sicuramente divertente collezionare un sacco di libri di Wicca e Paganesimo nuovi fiammanti, ma spesso è bello anche avere delle informazioni che siano un tantino più sedimentate. Se c'è qualche brano che vi affascina, come la Chiamata della Dea, o qualche vecchia preghiera in qualche lingua arcaica o qualche altro canto che vi ispira, includetelo qui.

11 - Ricette. C'è sempre un sacco da scrivere per la "stregoneria da cucina" perché per molte persone la cucina è il centro della casa. Trascrivete nel vostro BoS le ricette per gli oli, gli incensi e le misture delle erbe. Potete anche preparare una sezione di ricette per piatti veri e propri da consumare durante le celebrazioni per i Sabbat.

12 - Incantesimi. Qualcuno preferisce tenere i propri incantesimi in un libro a parte chiamato Grimorio, ma potete includerli anche nel vostro Libro delle Ombre. E' più facile organizzarli dividendoli per scopo: prosperità, protezione, guarigione ecc. Per ogni incantesimo magari lasciate anche spazio dove aggiungere ulteriori informazioni su come l'operazione è stata compiuta e qual è stato il risultato.

*Purificazione e ConsacrazioneDa "Wicca", di S. Cunningham:CITAZIONECucite all'interno della copertina del Libro foglie di erbe sacre, quali verbena, ruta, alloro, salice o altre se lo

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130desiderate. Dovranno essere essiccate bene ed esposte segretamente alla luce della Luna. La copertina del Libro delle Ombre, a questo scopo, dovrebbe essere ricoperta da un panno.

*Biblio/sitografia di riferimento:Gardner, G., Stregoneria OggiCunningham S., Wiccawww.wikipedia.orghttp://paganwiccan.about.com/od/wiccaandpa...sics/ht/BOS.htm

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131Lezione #9 - la Corda

Dopo aver affrontato gli strumenti principali e più conosciuti, passiamo ad esaminarne altri, forse un po' meno comuni, e questa settimana parliamo della Corda.

* Com'è fattaSi tratta di un cordone lungo, per tradizione, 9 piedi -- nove perché è "tre volte tre" -- che convertiti in metri sono qualcosa come 2.74, per cui potete capire che chi ha più familiarità con il sistema decimale si serve direttamente di una corda di 3 metri. Il colore di solito è il rosso, ma in alcune tradizioni (in cui il colore della corda indica i gradi di iniziazione) può essere anche nera (o blu) e bianca.

*A cosa serveIl suo scopo principale è quello di misurare il raggio o il diametro del vostro cerchio magico, quando lo tracciate, usandola come un compasso. Altri usi frequenti comprendono:

* la magia della corda (incantesimi in cui si fanno e si disfano dei nodi in un cordone per focalizzare l'energia sullo scopo desiderato)* i legamenti (incantesimi, spesso di magia "rossa" e "nera", in cui l'obiettivo o la vittima, rappresentata da un oggetto-testimone, viene ad esempio fasciata con la corda per impedirle di fare qualcosa o legata per vincolarla ad un'altra persona)* i rituali di iniziazione (in cui l'iniziando viene legato e poi liberato a rappresentare la sua condizione di libertà e rinascita)

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Nelle tradizioni accennate prima, dove il colore della corda è associato al grado iniziatico, la Strega la indossa assieme alla veste rituale come una cintura. Alcuni portano solo quella del colore del proprio grado, altri invece le intrecciano assieme.Se non la indossate, ricordate comunque di riporla con cura - come fareste con qualsiasi altro strumento magico - magari in un panno bianco.

La Corda viene usata anche durante la danza per innalzare il potere: ogni membro del Cerchio intreccia la propria corda a quella della persona che ha di fronte, così invece di danzare tenendosi per mano, i componenti della congrega sono uniti mediante le cordicelle come i raggi di una ruota.

*Breve StoriaCome scrive Buckland nel suo Libro delle Streghe, la tradizione di vincolare le energie degli incantesimi ai nodi è molto antica. Sono state rinvenute incisioni medievali che raffigurano streghe nell'atto di vendere delle corde intrecciate ai marinai in procinto di salpare, poiché la credenza era che nei nodi fossero legati i venti, e che sciogliendoli uno dopo l'altro si sarebbe potuta ottenere la spinta necessaria alla navigazione.

*Come procurarseloAnche qui vale il vecchio adagio chi fa da sé fa per tre, perciò la cosa migliore sarebbe creare da voi la vostra Corda intrecciando assieme tre cordoni rossi (che, presumibilmente, sarete comunque costretti a comprare), scegliendo del materiale naturale come la seta o la lana. Naturalmente tenete a mente che se tagliate i cordoni a

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1333 metri di lunghezza, il risultato finale della treccia sarà un po' più corto, per cui meglio abbondare e poi aggiustare la lunghezza della corda una volta finita.Intrecciarla vi permetterà di infondere in essa le vostre energie, facendone uno Strumento dell'Arte a tutti gli effetti; e, di conseguenza, come per tutti gli strumenti non dovrete permettere a nessuno di maneggiarla.

*Purificazione e ConsacrazioneNon disponendo di precise indicazioni su come consacrare la Corda con le erbe (come era successo per gli strumenti precedenti), vi rimando ai rituali più generici per la consacrazione degli strumenti. Se non sapete proprio che pesci prendere, scrivetemi nella sezione domande e vedrò di darvi qualche indicazione generale, ricordate comunque che purificare e consacrare uno strumento vuol dire esporlo alle energie dei quattro elementi e del Divino, e dichiarare il nostro intento di voler adoperare quell'oggetto nella pratica magica. Nel caso della Corda, potreste recitare il seguente ritornello (tratto da Il Dominio della Magia Nera di Paul Huson) mentre la intrecciate:Corda intrecciataper misurare nataper legare strettatu sia benedettaQuando avrete finito, chiudete la treccia con un nodo e annunciate "Così sia".*Biblio/sitografia di riferimento:Buckland, R. Il Libro delle StregheHuson, P. Il Dominio della Magia Nerahttp://www.crookedpath.orghttp://www.geocities.com/shattered_cross/Definitions.html

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134Lezione #14 - la Triquetra

Buon lunedì a tutti Dopo aver "divagato" un pochino con il fai-da-te di Imbolc, ritorniamo a trattare qualche argomento di carattere un po' più generale e addentriamoci nella categoria Simboli: la lezione di oggi è sulla triquetra.

image courtesy of wikipedia.org

Sicuramente uno dei simboli più conosciuti in ambito wiccan, portato alle luci della ribalta dal telefilm "Streghe" con il nome, non proprio preciso, di triscele. In realtà, triquetra è una parola latina composta da tri (tre) e quetrus (con angoli), che originariamente indicava semplicemente una forma triangolare e si adoperava in riferimento a svariati simboli che comprendevano tre angoli. Oggi giorno invece chiamiamo così questa figura

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135particolare, composta da tre vesicae piscis (la forma a mandorla) intrecciate fra loro, che abbiano o meno il cerchio attorno.

Storia e SignificatiRune con la triquetra sono state rinvenute nel nord Europa, incise sulle prime monete germaniche. In Svezia, a Funbo, è stato rinvenuto un masso inciso risalente all'XI secolo che ne ha una incisa sopra, in rosso; sebbene sia stato scoperto nel 1875 nel muro di un monastero francescano, comunque, è improbabile che fosse stata associata al cristianesimo, in quel contesto, dal momento che all'epoca suddetta religione in quella parte di Svezia non si era ancora diffusa. Si presume comunque che già allora questo simbolo avesse un significato religioso (pagano, di conseguenza) ed è stato associato al Valknut, un altro simbolo, legato al Dio Odino.Senz'altro però l'impiego più largo è stato fatto dai Celti: compare specialmente nell'arte delle tribù delle isole, soprattutto nelle opere in metallo e come decoro in libri manoscritti - come il famoso Book of Kells. Il fatto che molto raramente la triquetra compaia da sola nell'arte medievale celtica, ha sollevato dei dubbi a proposito del suo uso come simbolo di potere; in quasi tutti i contesti in cui si trova, infatti, è usata principalmente come riempimento o ornamento, inclusa in una serie di composizioni ben più complesse. Sappiamo però che l'arte celtica rivive tutt'oggi all'interno di una tradizione dal folklore ricchissimo, e questo tipo di nodo è largamente conosciuto anche ai giorni nostri; rappresenta molte cose e persone che hanno triplice aspetto - Anziana, Madre e Figlia, o Passato, Presente e Futuro, il Sè, il Fratello e la Sorella - in special modo la Santissima Trinità, Padre,

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136Figlio e Spirito Santo.Parlando della Croce di Brighid abbiamo già visto come la Chiesa cristiana sia riuscita ad incorporare i propri significati nei vecchi simboli della religione che l'ha preceduta.Il cerchio - che non in tutte le versioni è presente - enfatizza l'unità che si viene a creare dalla combinazione delle tre singole parti.

Nel neopaganesimo moderno la triquetra è comune a molte tradizioni diverse. I gruppi che si rifanno alle tradizioni germaniche e nordiche ne fanno uso in virtù dei ritrovamenti che abbiamo accennato prima. Per i ricostruzionisti celtici invece rappresenta alcune delle molteplici triadi della loro cosmologia e mitologia (la tripartizione del mondo nei regni di Terra, Mare e Cielo, le tre caratteristiche fondamentali Conoscenza, Forza, Creatività, le triplici Dee come Brighid e la Morrigan, ecc.). Nella Wicca e nella New Age rappresenta sia i tre aspetti della Dea, sia le tre parti interconnesse della nostra esistenza (Mente, Corpo e Anima), sia tutta un'altra - lunga! - serie di cose che possono adattarsi a questa visione dei tre elementi che si fondono in uno.

Uso MagicoCome abbiamo visto, la triquetra è principalmente una "rappresentazione" di qualcosa; vale un po' lo stesso discorso fatto per la stella a cinque punte, che moltissimi di noi portano al collo come segno di appartenenza alla religione pagana/wicca. Ciononostante, in magia è anche questo un simbolo di protezione: chi di voi ha letto Vita da Strega di Scott Cunningham ne avrà notata una nell'elenco delle rune protettive. E chi ha visto il film Constantine probabilmente avrà fatto caso che

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137anche in quelle circostanze un ciondolo con una triquetra è impiegato come amuleto proprio per questo scopo.

Biblio/Sitografia di riferimentoCunningham, S. Vita da Stregahttp://en.wikipedia.org/wiki/Triquetrahttp://www.tattoosymbol.com/celtic/triquetra.htmlhttp://www.museumoftalkingboards.com/tri.htmlhttp://www.bottegadeimonili.com/celtico/testi_celtici5.htmhttp://www.symbols.com/encyclopedia/32/3218.html

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138Lezione #15 - Triskell

Dopo aver parlato di Pentacolo e Triquetra, affrontiamo oggi un altro fra i simboli più famosi in ambito neopagano: il Triskell... altresì detto triskel, triskèle, trisquelle, triscèle o triskellion. E' sempre lui; l'origine del nome deriva infatti dalla parola greca "τρισκελης", "triskélès", che significa "con tre gambe". Si tratta di un simbolo antichissimo che nell'immaginario collettivo oggigiorno è comunemente associato alla cultura celtica, ma in realtà è presente in moltissime società diverse in tutta Europa - continente di cui molto probabilmente è originario.Questa è la sua raffigurazione più comune:

Vengono comunque classificati come "triskell" tutti i simboli composti da tre segmenti uguali, arcuati o a spirale, con un'estremità in comune, che suggeriscono un movimento rotatorio su un asse centrale - sia che sia diretto verso destra, sia verso sinistra. Anche il simbolo sulla bandiera della regione Sicilia, ad esempio, è un triskell.

Si tratta probabilmente di una rielaborazione della figura della spirale, simbolo diffusissimo sul nostro continente

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139sin dall'epoca neolitica. Quale sia il suo significato principale è tutt'ora oggetto di studio, sappiamo in ogni modo che - soprattutto presso le popolazioni celtiche - compare, orientato in modo da girare verso destra, come rappresentazione stilizzata del movimento del sole, ed associato al Dio Dagda. Non troppo differente, quindi, dalla svastica indoeuropea.

E' la sua natura "triplice" che lo ha reso il simbolo principale della cultura dei Celti, che, come abbiamo già visto nella lezione sulla triquetra, è abbondantemente costruita sul numero 3.

Se lo orientiamo verso sinistra il suo significato si capovolge, un po' come accade in generale quando consideriamo il movimento orario (deosil) e antiorario (widdershins) nella pratica della stregoneria wiccan; diventa a quel punto un potente talismano per allontanare fatture e malocchio.Tuttavia la questione delle direzioni è perlopiù considerata di scarsa importanza, poiché il triskell è, prima di tutto, un indicatore di equilibrio - nelle triadi tutti gli elementi che le compongono hanno uguale importanza.

Questo simbolo comunica forza. Prendiamo ad esempio la trinacria la rappresentazione che abbiamo già menzionato prima, che si trova sulla bandiera siciliana: si vedono gambe piegate al ginocchio, come erano raffigurate anche sugli scudi dei guerrieri spartani; e consideriamo il dinamismo del disegno... dopotutto è una ruota in movimento, è - in poche parole - Energia.Ragionamento curioso: il simbolo cosiddetto del "Biohazard", il rischio da radiazioni... è un triskell.

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140Nessuna pretesa di rappresentare qualche cosa di triplice, stavolta, bensì una Forza invisibile in grado di agire tramite organismi e parti di organismi: batteri, virus, cose che si rigenerano, agiscono, a volte contaminano.Ci sono addirittura delle molecole proteiniche, nel nostro corpo - le clatrine - che hanno la forma di un triskell.Si tratta, anche sotto un punto di vista puramente estetico, di un simbolo molto bello; non a caso se ne fa larghissimo uso come decorazione in gioielli, incisioni, iscrizioni, persino in architettura.

Fermiamoci un attimo ancora, prima di concludere, per spendere due parole su quella che potrebbe essere definita la "versione orientale" del triskell. Eccola qui:

E' il simbolo di una casta di Samurai di Okinawa, ripreso e riproposto poi da circoli di arti marziali, da gruppi dell'area buddista, persino impresso al centro di alcune monete nepalesi fino al diciassettesimo secolo. I tre punti all'interno delle aree si ispirano allo Yin e Yang, e rappresentano l'unità del vortice energetico, il continuo fluire e ricollocarsi degli impulsi.

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141Questo stesso disegno è divenuto, molto più di recente, anche il simbolo delle pratiche sessuali sadomasochiste (BDSM). Dopotutto ricordiamoci che il sesso è l'aspetto creatore per eccellenza.

Sitografia di riferimentohttp://www.bibrax.org/celti_arte/triskel.htmhttp://rici86.altervista.org/simboli_triskell.htmlhttp://www.fuocosacro.com/pagine/1/Triskell.htm

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