ASTRO DEL IEL Tu he i vati da lungi sognar, · - enedetto sei Tu, Signore Dio, he nella verginità...

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32 ASTRO DEL CIEL Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor. Tu che i va da lungi sognar, Tu che angeliche voci annunziar: Luce dona alle men, pace infondi nei cuor. (2 volte) Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor. Tu di srpe regale decor, Tu virgineo misco fior: Luce dona alle men, pace infondi nei cuor. (2v) TU SCENDI DALLE STELLE Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una groa al freddo e al gelo. (2 volte) O Bambino mio divino, io vedo qui a tremar; o Dio beato ! Ah, quanto costò l'avermi amato ! (2 volte) A te, che sei del mondo il Creatore, mancano panni e fuoco, o mio Signore. (2 volte) Caro eleo pargoleo, quanto questa povertà più m'innamora, giacché fece amor povero ancora. (2 volte)

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ASTRO DEL CIEL Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor. Tu che i vati da lungi sognar, Tu che angeliche voci annunziar: Luce dona alle menti, pace infondi nei cuor. (2 volte) Astro del ciel, pargol divin, mite agnello redentor. Tu di stirpe regale decor, Tu virgineo mistico fior: Luce dona alle menti, pace infondi nei cuor. (2v) TU SCENDI DALLE STELLE Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo. (2 volte) O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar; o Dio beato ! Ah, quanto ti costò l'avermi amato ! (2 volte) A te, che sei del mondo il Creatore, mancano panni e fuoco, o mio Signore. (2 volte) Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà più m'innamora, giacché ti fece amor povero ancora. (2 volte)

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CELEBRAZIONE DELLA NOVENA

CANTO

Saluto del celebrante e dialogo introduttivo

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Amen.

Il Signore, Dio del cielo, ricco di misericordia, che ha assunto la nostra carne mortale e ha posto la sua tenda in mezzo agli uomini, sia con tutti voi. E con il tuo spirito.

Signore, hai promesso di costruire la tua casa in mezzo a noi, per rendere stabile e visibile il tuo Regno. Riconosciamo la tua misericordia per noi nella presenza del tuo Figlio Gesù.

O Dio, il germoglio dal tronco di Iesse, annunciato da Isaia, è divenuto un grande albero alla cui ombra tutti gli uomini possono rifugiarsi. Anche noi partecipiamo al grande banchetto insieme con il tuo Figlio Gesù che lo Spirito del Signore ci ha rivelato come liberatore dell’uomo.

Signore che hai donato la tua immensa misericordia a tutta l’umanità, nonostante i suoi tradimenti, Noi riconosciamo il prolungarsi del tuo amore misericordioso nell’Emmanuele, il Dio con noi.

O Dio, a Maria, piena di grazia, hai promesso che sarebbe diventata la madre del Figlio dell’Altissimo Noi ci rallegriamo insieme con lei della tua promessa e ci affrettiamo ad accogliere il tuo dono, Gesù.

PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA DI DIO (alla pagina del giorno)

RACCONTO

Con Maria lodiamo il Signore [Antifona del giorno]

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CANTI TU QUANDO VERRAI Tu, quando verrai, Signore Gesù, quel giorno sarai un sole per noi. Un libero canto da noi nascerà e come una danza il cielo sarà.

Tu, quando verrai, Signore Gesù, insieme vorrai far festa con noi. E senza tramonto la festa sarà, perché finalmente saremo con te.

Tu, quando verrai, Signore Gesù, per sempre dirai: “Gioite con me!”. Noi ora sappiamo che il Regno verrà: nel breve passaggio viviamo di te. VENITE FEDELI Venite, fedeli, l'angelo c'invita venite, venite a Betlemme. Nasce per noi, Cristo Salvatore. Venite adoriamo, venite adoriamo. Venite adoriamo, il Signore Gesù. La luce del mondo, brilla in una grotta: la fede ci guida a Betlemme. Nasce per noi, Cristo Salvatore. Venite adoriamo, venite adoriamo. Venite adoriamo, il Signore Gesù.

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O Signore Gesù, che hai vinto le tenebre del mondo con la luce della tua venuta, guarda a noi con volto sereno: vieni e potremo cantare la gloria del Natale, del tuo Natale. INTERCESSIONI Rit. Il Verbo si è fatto carne. Alleluia - Benedetto sei Tu, Signore Dio, che nella verginità feconda di Maria hai portato a compimento l’attesa dei poveri. Preghiamo

- Concedi a noi con la stessa fede della Vergine Madre di riconoscere il tuo Figlio presente nei fratelli. Preghiamo

- Confermaci nel tuo servizio perché diventiamo segno della tua provvi-denza per i poveri del mondo. Preghiamo PADRE NOSTRO… ORAZIONE Padre Santo, nell’incarnazione del Verbo un bambino è nato per noi, un figlio ci è stato donato: aiutaci a non chiuderci in noi stessi, ma ad aprirci agli altri, aiutaci ad AMARE, come segno dell’incontro con il tuo Verbo che è venuto a condividere la nostra condizione umana. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

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Canto del Magnificat L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.

[Ripetizione dell’Antifona]

INTERCESSIONI; PADRE NOSTRO

BENEDIZIONE Il Signore ci benedica e ci protegga. Amen. Faccia risplendere il suo volto su di noi e ci doni la sua misericordia. Amen. Rivolga su di noi il suo sguardo e ci doni la sua pace. Amen. C. Dio, sorgente di ogni benedizione, disponga il nostro cammino all’in-contro del suo Figlio. Nel nome del Padre + e del Figlio e dello Spirito San-to. Amen.

CANTO

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Aperti alla Misericordia di Dio… come MARIA che ci insegna ad ACCOGLIERE PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA

Dal Vangelo secondo Luca (2,1-6) In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si faces-se il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andava-no a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Da-vide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Maria è stata la prima ad ACCOGLIERE Ge-sù nella sua vita… addirittura l’ha portato fisicamente dentro di sé! Che cosa fa Ma-ria presso la greppia? Accudisce il bambino venuto alla luce. Se ne prende cura e si ral-legra della vita appena nata. Nonostante gli imprevisti, le fatiche e le difficoltà, la vita è bella. È dono di Dio. È bella perché dono di un Padre buono!

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RACCONTO La ragione dell'asino Una volta gli animali fecero una riunione. La volpe chiese allo scoiattolo:"Che cos'è per te Natale?" Lo scoiattolo rispose: "Per me è un bell'albero con tante luci e tanti dolci da sgranocchiare appesi ai rami". La volpe continuò: "Per me naturalmente è un fragrante arrosto d'o-ca. Se non c'è un bell'arrosto d'oca non c'è Natale". L'orso l'interruppe: "Panettone! Per me Natale è un enorme profu-mato panettone!". La gazza intervenne: "Io direi gioielli sfavillanti e gingilli luccicanti. Il Natale è una cosa brillante!". Anche il bue volle dire la sua: "E' lo spumante che fa il Natale! Me ne scolerei anche un paio di bottiglie". L'asino prese la parola con foga: "Bue sei impazzito? E' il Bambino Gesù la cosa più importante del Natale. Te lo sei dimenticato?". Vergognandosi, il bue abbassò la grossa testa e disse: "Ma questo gli uomini lo sanno?".

Solo l'asino conosce la risposta giusta alla domanda fondamentale: «Ma che cosa si festeggia a Natale?». Anche noi oggi, al termine di questi giorni di Novena, vogliamo chiederci: "Qual e l'elemento essenziale del Natale?" Ognuno può fare come gli animali che abbiamo appena sentito e dire la sua, ma tutti oggi possiamo dire che l’elemento più impor-tante del Natale e Dio che spalanca le sue braccia, facendosi picco-lo come un bambino per camminare accanto a noi, ci insegna ad AMARE, donandoci la sua misericordia.

Ti sei

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Aperti alla Misericordia di Dio… come GESÙ che ci insegna ad AMARE!!!

PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dal Vangelo secondo Giovanni (1,9-14)

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non l’ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credo-no nel suo nome, i qua-li, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pie-no di grazia e di verità. Un bambino appena nato ha bisogno di tutto; da so-lo, abbandonato a se stesso, muore. Un bambino appena nato protende le braccia: ha bisogno di es-sere custodito! In quel bambino, nato nella nostra storia, Dio, l'infinitamente grande, si fa uomo, infini-tamente piccolo, per mettersi al nostro fianco, ed insegnarci ad AMARE.

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RACCONTO

Uno strano locandiere

C’era una volta una locanda famosa per il fatto che non aveva mai ospitato nessuno. Il locandiere, infatti, era un uomo molto burbero e diceva sempre di non avere posto per nessuno.

Un giorno andò a fare un viaggio molto lontano ed era molto tardi, quasi notte fonda, quando giunse in un villaggio. Subito andò alla ricerca di un ostello o di un albergo per poter tra-scorrervi la notte. Ma in nessun posto trovò la possibilità di alloggia-re. Il locandiere trascorse tutta la notte fuori, al freddo, avvolto in una coperta. Durante quella interminabile notte pensò a tutte quelle volte che anche lui aveva rifiutato qualcuno, gli scorsero nella mente i volti dispiaciuti di tutta quella gente che non aveva accolto nella sua lo-canda. Ora sapeva anche lui cosa significava non essere accolti. Sicché, dal mattino seguente non solo decise di iniziare ad accogliere gente nella sua locanda, ma, forte di una grossa eredità che gli aveva lasciato un suo vecchio zio, fece costruire una serie di alberghi disse-minati in diverse città con l’impegno di ospitare gratuitamente la gente più povera. Inoltre, comprò un camper, in modo da avere sempre la possibilità di ospitare qualcuno, ovunque fosse andato. Anche noi siamo spesso come quell’albergo, creati apposta per ospitare ed ACCOGLIERE gli altri, ma incapaci di farlo. Tutte quelle volte che lasceremo spadroneggiare l’egoismo nella nostra vita, non avremo mai posto per nessuno.

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O sposo di Sion, agnello immolato, senza macchia, splendida stella del mattino, inizio e fine di tutte le cose. vieni presto, non tardare: vestita per la festa ti attende la sposa.

CANTO DEL MAGNIFICAT INTERCESSIONI Rit. Vieni, Signore Gesù - Signore, tu che ci accogli nel tuo cuore come fratelli, facci scoprire la bel-lezza di accogliere il nostro prossimo. Preghiamo

- Signore, tu che accogli ognuno di noi con il tuo amore, insegnaci a impa-rare l’arte dell’accogliere sull’esempio di Maria, tua e nostra mamma. Pre-ghiamo

- Signore, tu che con la tua grazia doni anche a noi la capacità di accoglie-re, rendi il nostro cuore simile al tuo. Preghiamo. PADRE NOSTRO… ORAZIONE Il tuo aiuto, o Padre, ci renda perseveranti nel bene in attesa del Cristo tuo Figlio; quando egli verrà e busserà alla porta, ci trovi vigilanti nella pre-ghiera, operosi nella carità fraterna, pronti ad ACCOGLIERE la sua Parola esultanti nella lode. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O Emmanuele nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio! INTERCESSIONI Rit. Andiamo con gioia incontro al Signore - Signore Gesù, accendi il nostro cuore perché possa accogliere gli esclusi, guardando oltre le apparenze, aiutare chi è nel bisogno, sorridere con tutti. Perché possa portare la luce del tuo amore. Preghiamo

- Signore Gesù, aiutaci a cambiare il male in bene. Se nel nostro cuore c’è odio, tu indicaci la strada del perdono. Se è in tempesta, insegnaci la pace e l’amore. Preghiamo

- Signore Gesù salvatore, accendi nel nostro cuore e nella nostra vita la speranza; insegnaci la gioia di vivere e la fiducia contro ogni paura. Pre-ghiamo PADRE NOSTRO… ORAZIONE Padre d’immensa misericordia, insegnaci a GUARDARE OLTRE le apparen-ze, ad aprire bene i nostri occhi verso le situazioni di difficoltà che ci pas-sano accanto, pulisci il nostro cuore cieco, affinché possiamo avere un cuore misericordioso verso le necessità dei fratelli. Per Cristo nostro Si-gnore. Amen.

Gesù …

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RACCONTO Le lenzuola sporche

Una coppia di sposi novelli andò ad abitare in una bella zona molto tranquilla della città. Una mattina, mentre bevevano il caffè insieme, il giovane marito si accorse, guardando attraverso la finestra aperta, che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria dal terrazzo e disse: "Ma guarda com'è sporca la biancheria di quella vicina! Non è capace di lavare? O forse, ha la lavatrice vecchia che non funziona bene? Oppure dovrebbe cambiare detersivo!... Ma qualcuno do-vrebbe dirle di lavare meglio! O dovrebbe insegnarli come si lavano i panni!". La giovane moglie guardò e rimase zitta. La stessa scena e lo stesso commento si ripeterono varie volte, men-tre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento perché si asciu-gasse. Dopo qualche tempo, una mattina l'uomo si meravigliò nel vedere che la vicina stendeva la sua biancheria pulitissima e disse alla giova-ne moglie: "Guarda, la nostra vicina ha imparato a fare il bucato! Chi le avrà detto come si fa?". La giovane moglie gli rispose: "Caro, nessuno le ha detto e le ha fatto vedere, semplicemente questa mattina, io mi sono alzata presto co-me sempre per prepararti la colazione e ho preso i tuoi occhiali e ho pulito le lenti!". ...Ed è proprio così anche nella vita... Tutto dipende dalla pulizia delle "lenti dei tuoi occhiali" attraverso cui si osservano i fatti. Pri-ma di criticare, sarebbe meglio guardare bene se il nostro cuore e la nostra coscienza sono "pulite" per vedere meglio. Allora vedre-mo più nitidamente la pulizia del cuore del vicino e… impareremo a GUARDARE oltre le apparenze.

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Aperti alla Misericordia di Dio… come GIUSEPPE che ci insegna a METTERCI AL SERVIZIO

PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dal Vangelo secondo Matteo (1,18.20b-21.24-25) Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò in-cinta per opera dello Spirito Santo. (A Giuseppe) apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non te-mere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi pecca-ti". Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordina-to l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Giuseppe ha accolto Gesù nella propria famiglia e se n’è preso cura ancor prima della sua nasci-ta! Non sarà certo stato facile per lui aderire a un progetto di Dio così inaspettato, ma si è fida-to delle parole dell’angelo e ha detto subito il suo “sì”! Nella grotta, Giuseppe sta un passo in-dietro: ci insegna a METTERCI AL SERVIZIO con umiltà, con la presenza silenziosa, a “prendersi cura” non a parole, ma coi fatti. Non si mette in mostra, ma Gesù e Maria sanno di poter conta-re su di lui.

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RACCONTO Un’asta di ferro

C’era una volta, nel deposito di un vecchio magazzino, un’asta di ferro ab-bandonata in un angolino insieme ad altri pezzi di scarto, in balia del fred-do e soprattutto dell’umidità. Il ferro, abbandonato lì da tanti anni, si sentiva sempre più arrugginito ed inutile. Spesso ricordava i grandi sogni che lo avevano accompagnato durante la sua giovinezza: diventare parte di una costruzione importante, o un’opera d’arte famosa di qualche bravo artista, o… ma niente di tutto questo. L’asta di ferro ricordava con grande tristezza anche il giorno in cui fu buttata via perché considerata uno scarto. Ormai era avvolta da uno strato di ruggine che la scoraggiava e le spegne-va ogni barlume di speranza. Un giorno, però, passò da quelle parti un abile fabbro a cui serviva un’asta di ferro proprio di quella misura. Dopo averla prelevata la portò subito alla sua bottega. All’asta di ferro non sembrava vero tutto questo. Il fabbro la osservò attentamente e le disse che le avrebbe dato una for-ma, ma che ciò sarebbe costato fatica e sacrificio. Sicché subito il fabbro cominciò a lavorarci su infilandola prima nel fuoco ardente, poi dandole molti colpi di martello, in seguito immergendola nell’acqua e così via di nuovo, fino a quando, dopo tanto lavoro, il fabbro disse: “Ecco, ora hai una forma”. L’asta di ferro era diventata un elegante passamano. Da quel giorno divenne utile a tanta gente; molti si appoggiarono a quel passamano per salire e scendere le scale. Spesso anche noi ci sentiamo arrugginiti ed inutili, ma basta lasciarci for-mare e trasformare dall’incontro con Cristo per sentirci di nuovo utili e METTERCI AL SERVIZIO degli altri.

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Aperti alla Misericordia di Dio… come I MAGI che ci insegnano a GUARDARE OLTRE

PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dal Vangelo secondo Matteo (2,1-2.11) Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spunta-re la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo ado-rarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, in-censo e mirra. La tradizione, a loro riguardo, si è sbizzarrita: ha dato loro dei nomi (Gaspare, Melchiorre e Baldassarre), a volte vi ha aggiun-to dei compagni, li ha dipinti con età e carnagioni diverse, ri-marcando così il significato che as-sumono in Matteo di rappresentanti di tutte le genti. I Magi vedono, si mettono in viag-gio, trovano, credono e, con i loro doni, proclamano che Gesù è il Si-gnore, imparando a GUARDARE OL-TRE le apparenze.

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, pietra angolare che riunisci i popoli in uno, vieni, e salva l’uomo che hai formato dalla terra. INTERCESSIONI Rit. O Emmanuele, Dio con noi, ascoltaci - Signore,insegnaci a metterci in cammino per trovarti nei fratelli. Preghia-mo

- Signore, fa’ che sulla guida della stella, sappiamo iniziare il nostro viaggio sulla strada giusta. Preghiamo

- Signore, insegnaci a non fermarci dove siamo, ma donaci la capacità di metterci in movimento per venire ad adorarti. Preghiamo PADRE NOSTRO… ORAZIONE O Dio, principio e sorgente di ogni benedizione, ricevi il ringraziamento e la supplica di questa comunità IN CAMMINO verso l’incontro con il tuo Figlio nel giorno della sua venuta: concedici il perdono e la grazia di com-piere sempre la tua volontà, disponi per noi opere e giorni nella tua pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavità e forza: vieni, insegnaci la via della saggezza. INTERCESSIONI Rit. Gloria a Te, Signore Gesù - Signore, che ti sei fatto nostro compagno di viaggio, insegnaci a formare il nostro cuore. Preghiamo

- Signore, che ti sei fatto nostro compagno di viaggio, rendi le nostre mani capaci di servire . Preghiamo

- Signore, che ti sei fatto nostro compagno di viaggio, rendi i nostri piedi capaci di andare verso gli altri. Preghiamo PADRE NOSTRO… ORAZIONE Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, Dio della salvezza, compi ancora oggi le tue meraviglie, perché nel deserto del mondo fiorisca il germoglio del tuo amore e noi sappiamo METTERCI AL SERVIZIO del prossimo con la forza del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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Aperti alla Misericordia di Dio… come GLI ANGELI che ci insegnano ad ESSERE TESTIMONI

PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dal vangelo secondo Luca (2,8-14) C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aper-to, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li av-volse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salva-tore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lo-dava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama". A Natale, gli angeli vengono a darci la notizia più bella del mondo: «Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». An-gelo significa inviato, messaggero. Ec-co il Vangelo, la buona novella! Qual-cosa di nuovo si profila all'orizzonte: un grandissimo dono da ac-cogliere e di cui ESSERE TESTIMONI nel nostro cammino.

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RACCONTO Il bambino dell’oasi Un’antica leggenda narra che tanti anni fa, alla fine di un immenso deserto, esisteva una bellissima oasi al centro della quale viveva un bambino prodigio-so. La leggenda narra che chiunque l’avesse incontrato e gli si fosse prostrato innanzi, adorandolo, avrebbe ricevuto in cambio il segreto della vita. L’unica condizione per incontrarlo, però, era quella di attraversare tutto il de-serto senza scoraggiarsi. Tanti uomini tentarono di incontrare questo bambino, ma nessuno di essi riuscì mai a trovarlo. Molti si arresero di fronte al problema della sete, sicchè, fermandosi vicino ai primi pozzi che incontravano non continuavano più il cammino per paura di non trovare più acqua. Altri si lasciarono intimorire dal forte sole del deserto e, inseguendo i miraggi, dimenticarono il motivo del loro cammino. Altri ancora si scoraggiarono di fronte all’immensità del deserto e alle grandi distanze che avrebbero dovuto ancora percorrere. Tra tutti, un solo giovane ci riuscì perché, nell’attraversare il deserto, il suo sguardo era attratto dalla bellezza degli sconfinati spazi e si perdeva all’oriz-zonte, tra le dune di sabbia indorate dal sole, ma il suo pensiero era fisso alla meta da raggiungere. Anche i pozzi d’acqua non riuscivano a fermarlo perché era convinto che in quell’oasi avrebbe trovato acqua migliore. Fu così che il giovane giunse all’oasi e, incontrato il bambino, gli si prostrò innanzi. Dopo questo gesto di adorazione il bambino gli disse: “Il segreto della vita consiste nell’avere una meta e nel ricordarsela sempre, perché solo chi ha un traguardo da raggiungere nella vita impara a vivere con serenità e a percorrere,anche i tratti di strada più difficili, senza mai perdersi o fermarsi”. Gesù è quel bambino prodigioso. Il segreto della vita consiste nel METTERCI IN CAMMINO, avendo Lui come meta, consiste nell’incontrarlo e adorarlo. Solo in un cammino caratterizza-to dalla forte speranza che conduce a lui, impareremo a non scoraggiarci e ad essere sereni, anche quando sperimenteremo l’aridità del deserto.

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Aperti alla Misericordia di Dio… come LA STELLA COMETA che ci insegna a METTERCI IN CAMMINO

PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dal Vangelo secondo Matteo (2,9-10) Udito il re, (i Magi) partirono. Ed ecco, la stella, che avevano vi-sto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luo-go dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Nell'antichità, per dire di qualcuno che era un re, davanti al suo nome disegnavano una stella (noi, oggi, faremmo una piccola corona). Ecco il primo significato della stella di Natale: essa indi-ca un re. Siccome, però, prima di fer-marsi sulla grotta di Betlemme si muove nel cielo, la stella indica an-che la ricerca, il desiderio di scoprire. La stella del presepe, insomma, ci invita a METTERCI IN CAMMINO per cercare il nostro re: «Chi, o che cosa, comanda la nostra vita?»; «Per che cosa viviamo, per cosa saremmo disposti a morire?». Ci invita a cercarlo... e ce lo indica.

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RACCONTO Una penna disobbediente

C’era una volta un grande e bravissimo poeta che nessuno conosceva per-ché nessuno aveva mai letto le sue poesie. Il poeta, fin da piccolo, si era affezionato ad una sola ed unica penna e non ne aveva mai utilizzate altre. Questa penna, però, si era sempre rifiutata di scrivere per paura di finire il suo inchiostro: perciò nessuno conosceva le bellissime poesie del poeta. Un giorno il poeta si recò presso una biblioteca e portò con sé anche la sua penna. Fu lì che la penna conobbe tante altre penne come lei e vide che tutte scri-vevano, senza farsi troppi problemi. C’era lì anche una penna appoggiata su una scrivania che sembrava molto anziana, perché aveva quasi terminato tutto il suo inchiostro. Dopo averle rivolto il saluto, la penna del poeta le parlò delle sue resisten-ze a scrivere. Ma l’anziana penna, che aveva scritto tanto, le disse: “Guarda intorno quanti libri. Tanta gente può venire qui a leggere ed im-parare cose nuove proprio perché delle penne come noi sono state utili ai loro padroni. Non serve a nulla e a nessuno tenere per sé ciò che loro ci dicono. Noi abbiamo il grande compito di manifestare agli altri il loro pensiero, le loro idee, cioè di scrivere ciò che di più profondo c’è in loro utilizzando ciò che di più profondo c’è in noi, cioè l’inchiostro. Questo ci rende utili e fa crescere la gente”. La penna del poeta ringraziò di cuore l’anziana penna e da quel giorno ini-ziò a scrivere tutte le poesie che il poeta recitava. Il poeta fu apprezzato e conosciuto da molti perché da quel giorno tanta gente poté leggere le sue splendide poesie.

Anche noi siamo come quella penna, non siamo utili a nessuno e non ser-ve a nessuno se incontriamo Gesù Cristo e non raccontiamo agli altri questa splendida avventura. Come per la penna costa inchiostro scrivere, anche per noi costa corag-gio testimoniare. Se lo faremo, però, saremo contenti perché aiuteremo il Signore a non restare anonimo e sconosciuto, ma impareremo ad ESSERE TESTIMONI di Lui verso chi ancora fa fatica a riconoscerlo.

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O Signore, guida della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto, e sul monte Sinai gli hai dato la legge: vieni a liberarci con braccio potente!. INTERCESSIONI Rit. Venga il tuo Regno, Signore - Signore Gesù, che sei venuto a rivelarci l’amore del Padre, insegnaci a essere testimoni dell’amore verso i fratelli . Preghiamo.

- Signore Gesù, che sei venuto ad annunciare la volontà di Dio su ognuno di noi, insegnaci ad annunciare la buona novella. Preghiamo

- Signore Gesù, che sei venuto a donare la tua vita per noi, rendici capaci di scrivere con coraggio una vita buona . Preghiamo.

PADRE NOSTRO…

ORAZIONE

O Dio, Padre di Misericordia, che per ridonarci la vita, hai voluto che il tuo Figlio rivestisse la nostra umanità, sostieni il nostro cammino incontro a Lui e fa che attendiamo con cuore libero e ardente la venuta del Cristo nella Gloria per TESTIMONIARE con GIOIA il tuo infinito amore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte. INTERCESSIONI Rit. Vieni, Signore Gesù - Gesù, aiutaci ad essere persone umili, capaci di ringraziare e di accogliere tutto ciò che abbiamo come dono, preghiamo - Signore Gesù, fa’ che possiamo riconoscere la venuta in mezzo a noi co-me il dono più grande che Dio ci fa’ in questo Natale, preghiamo - Signore, fa’ che possiamo meravigliarci sempre di fronte al tuo amore che ogni giorno ci viene incontro nella nostra vita, preghiamo PADRE NOSTRO… ORAZIONE O Dio, che hai voluto entrare nel mondo scegliendo di vivere in una fami-glia umana, ti affidiamo tutte le nostre famiglie perché siano sempre pron-te ad accogliere la Parola di Dio, sappiano ESSERE UMILI e piene d’amore, e con il suo aiuto siano sempre pronte alla testimonianza cristiana. Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

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RACCONTO

L'asino e il bue

Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti ad aiutare la Santa Fa-miglia nella stalla.

Per primo, naturalmente, si presentò il leone. "Solo un re è degno di servire il Re del mondo - ruggì - io mi piazzerò all'entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!". "Sei troppo vio-lento" disse l'angelo.

Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente, insinuò: "Io sono l'animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!". "Sei troppo disonesta", disse l'angelo.

Tronfio e splendente arrivò il pavone. Sciorinò la sua magnifica ruota color dell'iride: "Io trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone!". "Sei troppo vanitoso", disse l'angelo.

Passarono, uno dopo l'altro, tanti animali ciascuno magnificando il suo dono. Invano. L'angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene. Vide però che l'asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bas-sa, nel campo di un contadino, nei pressi della grotta.

L'angelo li chiamò: "E voi non avete niente da offrire?". "Niente - rispo-se l'asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie - noi non abbiamo imparato niente oltre all'umiltà e alla pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate!".

Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: "Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code".

L'angelo finalmente sorrise: "Voi siete quelli giusti!".

L’asino e il bue, con il loro atteggiamento, dicono a noi che e possibile servire Gesù nelle piccole cose. Ci insegnano a ESSERE UMILI, non a crederci grandi, superiori agli altri, ma a servire i fratelli con umiltà e animo generoso.

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Aperti alla Misericordia di Dio… come I PASTORI che ci insegnano a VIVERE LA GIOIA PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dal vangelo secondo Luca (2,15-20) Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: "Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorifi-cando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Gesù, fin da subito, è circondato dalla mansuetudine degli agnelli e delle pe-corelle: ci preannuncia che non ci sal-verà con le armi e con gli eserciti, ma come agnello di Dio che prende su di sé i nostri peccati. I pastori sono i poveri dal cuore aper-to e dall'anima in attesa. Vegliavano le pecore, aspettavano l'aurora, erano pronti a incamminarsi, disponibili. Sono i poveri, gli affamati, gli assetati e i perseguitati di cui parlano le beatitudini evangeliche. Che belli questi pastori che, dopo l’annuncio degli angeli, corrono ad annunciare agli altri il dono di Dio e a VIVERE LA GIOIA.

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RACCONTO Un giovane zampognaro

C’era una volta un giovane che era sempre triste e non sorrideva quasi mai. A chi gli chiedeva: “Perché non sorridi?”, lui rispondeva: “Perché non c’è motivo!”. Quel giovane era triste perché non riusciva a trovare un motivo per essere contento. Un giorno, mentre camminava tutto sconsolato verso la periferia del suo paesino, sentì una bellissima musica viaggiare in un tenero vento che gli accarezzava dolcemente il volto. Il giovane iniziò a provare nel profondo del suo cuore una strana gioia. Strana perché, pur continuando a non avere motivi per essere contento, era contento. Spinto dalla curiosità, decise di scoprire da dove provenisse quella musica, così continuò a proseguire il suo cammino fino a quando giunse all’ultima casa del paese. Era una stalla con dentro delle lampade accese e davanti alla porta alcuni pastori e zampognari che suonavano quella splendida musica. Dopo essersi accostato vide un bambino in una mangiatoia e seppe da quella gente che la musica e la festa era tutta per la nascita di quel bambi-no. Il giovane aveva trovato finalmente un motivo per essere contento. La sua gioia però fu così grande da non riuscire a trattenerla; così, sapen-do anche lui suonare, corse a casa, prese la sua zampogna e iniziò a suo-narla per le strade del paesino. Tanta gente, lasciandosi trasportare dalla bellezza di quel suono e dalla gioia che trasmetteva, uscì fuori e, vedendo delle persone davanti a quell’ultima casa, si diresse in quel luogo. Tutti, da quel giorno, avevano trovato un motivo per essere sempre con-tenti: era nato il Figlio di Dio nella loro vita. Gesù Cristo e l’unico grande motivo della nostra gioia. Facciamoci anche noi portatori di Gesù e insegniamo agli altri a VIVERE LA GIOIA.

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Aperti alla Misericordia di Dio… come L’ASINO E IL BUE che ci insegnano a ESSERE UMILI

PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dal libro del profeta Isaia (1,2-3) Udite, o cieli, ascolta, o terra, così parla il Signore: «Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende». L'asino e il bue non compaiono nei Vangeli, ma Isaia fa l'elogio di questi due animali. Il bue e l'asino, infatti, riconoscono il loro proprietario, colui che dà loro da mangiare; sono in grado di ca-pire da chi dipende la loro vita. Noi uomini non ne siamo sem-pre capaci. Siamo buoi e asini, dunque, che, nella notte santa, si FANNO UMILI e riconoscono nella mangiatoia il loro Signore, oppure lo disprezziamo come Erode, i dotti e i sapienti di Gerusalemme?

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O Chiave di Davide, scettro della casa d’Israele, che apri, e nessuno può chiudere, chiudi, e nessuno può aprire: vieni, libera l’uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte. INTERCESSIONI Rit. Dio, che sei l’Amore, ascoltaci - Signore, che sei venuto a riscaldare i nostri cuori, insegna anche a noi a donare calore agli altri, Preghiamo.

- Signore, che sei venuto a donarci l’affetto del Padre, rendici capaci di offrire vicinanza al nostro prossimo, preghiamo

- Signore, che sei venuto a donarci il fuoco dello Spirito, rendici capaci di infiammare il mondo con il calore del tuo amore, preghiamo PADRE NOSTRO…

ORAZIONE Fa’, o Signore, che la Chiesa, in mezzo a tutte le nazioni della terra, sappia DONARE CALORE, come la mangiatoia, come una casa capace di offrire sostegno e protezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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ANTIFONA AL MAGNIFICAT O Radice di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli: tacciono davanti a te i re della terra, e le nazioni t’invocano: vieni a liberarci, non tardare. INTERCESSIONI Rit. Vieni nei nostri cuori - Signore Gesù, vera gioia per il cuore che ti accoglie

- Signore Gesù, vera gioia per il cuore che ti ascolta

- Signore Gesù, gioia eterna per il cuore che ti segue PADRE NOSTRO… ORAZIONE Grazie, Padre buono, per averci riuniti nella tua casa insieme con il Signore Gesù, tuo Figlio. Veglia su tutti noi perché procediamo con la forza del tuo Spirito, nel VIVERE, come i pastori, LA GIOIA del tuo Regno. Per Cristo no-stro Signore. Amen.

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Aperti alla Misericordia di Dio… come LA MANGIATOIA che ci insegna a DONARE CALORE

PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA Dal Vangelo secondo Luca (2,7) (Maria) diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fa-sce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio. Gli angeli annunciano ai pastori una grande gioia e dicono loro dove cercarla: «Troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». Dove cercare la gioia, dunque? Presso un bambino, delle fasce, una mangiatoia. Insieme sono il segno di una grande privazione e, al tempo stesso, di amorevole cura, dolce attenzione, tenerezza immen-sa, di CALORE... Sì, il Signore si fa incontrare là dove riusciamo a tenere insieme povertà e amore. Questo, indica il Vangelo, è il luogo della gioia, il luogo che più di tutti insegna anche a noi a DONARE CALORE.

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RACCONTO Il medico che curò senza medicine

C’era una volta un medico che ebbe in eredità una fattoria ed un pezzo di terreno in cui vi era un fitto bosco. Il medico era molto contento per la fattoria, ma un po’ meno per il fitto bosco perché non poteva coltivarlo. Tuttavia, dopo essere andato in pensione e dopo aver sistemato tutte le sue cose in città, andò ad abi-tare nella fattoria. Durante l’estate andò tutto bene, quel luogo si presentava incantevole, un angolo di paradiso. I problemi, però, giunsero durante l’inverno. Quel luogo divenne im-pervio e pericoloso per i lupi, ma soprattutto per il grande freddo. Un giorno, facendo un giro per le fattorie della zona, si rese conto che la gente si era ammalata per il gran freddo. Essendo un medico, cercò di curare tutti con delle medicine ma, a di-stanza di una settimana, le cose sembravano peggiorare. Sicché, non sapendo più cosa fare, decise di tagliare un po’ di legna dal suo fitto bosco e di distribuirla per le fattorie perché potessero almeno riscal-darsi. Il giorno successivo, nel suo consueto giro, il medico notò dei migliora-menti e capì che quella gente, più delle medicine, aveva bisogno di ca-lore. Fu così che tornò nel bosco a tagliare altra legna per tutti. Grazie a quel bosco che sembrava così inutile, ma che d’inverno era l’unico rimedio per sopravvivere, tutta la gente del luogo guarì. Da quel giorno ognuno si preoccupò che il vicino di casa avesse sempre un po’ di legna per riscaldarsi. Come il bosco per il dottore, anche noi abbiamo spesso dei doni che riteniamo inutili. Ogni dono, invece, e prezioso: metterlo a disposizione riscalda il no-stro cuore e DONA CALORE agli altri. Pertanto, ognuno di noi dovreb-be sempre preoccuparsi di non far mancare mai a chi gli e accanto una buona scorta di calore.