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ASSUNTI DAVVERO LICENZIAMO LA PRECARIETÀ “STABILIZZAZIONE, ATTRAVERSO LA STIPULA DI CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO, DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI CON CONTRATTO DI LAVORO ATIPICO, A TERMINE, ASSEGNI DI RICERCA O SIMILARI, LSU E DIPENDENTI DELLE DITTE E COOPERATIVE APPALTATRICI DEI SERVIZI PUBBLICI, OPERANTI NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI” A cura della FEDERAZIONE NAZIONALE delle RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE con la collaborazione del Centro studi CESTES-PROTEO 0-Fronte 11-05-2006 11:17 Pagina 1

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ASSUNTI DAVVEROLICENZIAMO LA PRECARIETÀ

“STABILIZZAZIONE, ATTRAVERSO LA STIPULA DI CONTRATTI A TEMPOINDETERMINATO, DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI CON CONTRATTODI LAVORO ATIPICO, A TERMINE, ASSEGNI DI RICERCA O SIMILARI, LSU E

DIPENDENTI DELLE DITTE E COOPERATIVE APPALTATRICI DEI SERVIZIPUBBLICI, OPERANTI NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI”

A cura dellaFEDERAZIONE NAZIONALE delle RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASE

CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASEcon la collaborazione del Centro studi CESTES-PROTEO

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Stampato dalla E-Print nel mese di Maggio 2006Supplemento a PROTEO 2/06 • Iscr. Trib. Roma n° 468/98

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PROPOSTA DI LEGGE PER LA STABILIZZAZIONEDEI PRECARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

PREMESSA: NUOVA FASE DI ORGANIZZAZIONE ECONOMICOPRODUTTIVA E DEL LAVORO.

LE VERE MOTIVAZIONI DELLA FLESSIBILITÀ

A CURA DELLAFEDERAZIONENAZIONALE DELLERAPPRESENTANZESINDACALI DI BASE

CONFEDERAZIONEUNITARIA DI BASE

CON LA COLLABORAZIONE DELCENTRO STUDICESTES-PROTEO

1. Generalità

Ci troviamo in una fase di transizione dal fordismo al postfordismo, dalla produzione-consumo di massa di sistemi di produzione alla distribuzione flessibile. Il concetto di fles-sibilità del lavoro, l’idea che occorre abbandonare il modello del “posto fisso”, sono ormaientrati nel nostro quotidiano e molti economisti e studiosi si affannano a dichiarare chesolo con un veloce interscambio dei posti e luoghi di lavoro sarà possibile adattarsi allenuove regole che la “globalizzazione neoliberista” e il nuovo paradigma socio-economico-produttivo impongono, come si è già spiegato in vari lavori e inchieste del Centro StudiCestes-Proteo.

Il processo che ha caratterizzato lo sviluppo industriale degli ultimi 25 anni nei paesi acapitalismo maturo è stato, infatti, contraddistinto quasi sempre e, anche se in modo diver-sificato, ovunque da un forte aumento della produttività del lavoro, cui è corrisposto unrisparmio di lavoro che eccede decisamente la creazione di nuove opportunità occupa-zionali. In effetti, gli incrementi massicci di produttività, dovuta ad intensi processi di inno-vazione tecnologica e ad una conseguente ridefinizione del mercato del lavoro, hannofatto sì che tali incrementi si traducessero esclusivamente in aumenti vertiginosi dei profit-ti e delle varie forme di remunerazione del fattore produttivo capitale. Il fattore lavoro nonha avuto alcun tipo di beneficio in termini di redistribuzione reale di tali incrementi diproduttività. Infatti, non si è realizzato incremento occupazionale, né corrispondenti incre-menti nell’andamento dei salari reali, né tanto meno relativi andamenti decrescenti nell’o-rario di lavoro ed, infine, neppure il mantenimento dei precedenti livelli di salario indiret-to quantificabili attraverso la spesa sociale complessiva.

Questo anche perché, molte imprese, per ridurre il peso degli oneri sociali e ridurre ilcosto del lavoro utilizzano sempre più il cosiddetto “outsourcing”, ossia l’esternalizzazio-ne di fasi e di interi processi produttivi per accrescere l’efficienza e la produttività dell’im-presa e diminuire i costi. Domina la “produzione snella” che permette di realizzare subitoalti profitti. Per far essere questo sistema sempre più efficace le imprese si organizzano contecniche e tecnologie nuove che incrementano la parte del ciclo produttivo che vienedecentrato all’esterno dando così risposta in tempi sempre più brevi alle oscillazioni delladomanda, delle richieste dei clienti-consumatori.

Tutto ciò porta anche ad un altro importante cambiamento; nel sistema fordista, i dirit-ti sociali dei lavoratori avevano una validità universale e venivano protetti da leggi, mentrein quello postfordista, questi diritti sembrano scomparire. Questo perché quando sono leleggi del mercato a ordinare, ad imporre qualità e quantità in tempo reale, il lavoro divie-ne sempre più costrittivo, destinato all’obbedienza e alla fedeltà.

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La nuova organizzazione capitalistica del lavoro si caratterizza sempre più con l’esplo-sione della precarietà, della flessibilità, della deregolamentazione, sotto forme senzaprecedenti per i salariati in attività. È il disagio del lavoro, con la paura di perdere il proprioimpiego, di non avere più una vita sociale, anzi di impiegarla tutta al e per il lavoro, conl’angoscia legata alla consapevolezza di un’evoluzione tecnologica che non risolve i biso-gni sociali. È la precarizzazione dell’intero vivere sociale.

La flessibilizzazione non è una soluzione per aumentare l’occupazione ma un’imposi-zione alla forza-lavoro per l’accettazione di salari reali più bassi e di peggiori condizioni dilavoro: negli anni tra il 1997 ed il 2000 in Italia a fronte di una crescita dell’occupazione del4,3% complessiva si è avuto un aumento dell’occupazione standard dell’1%. Il 2002 indicaun modesto aumento dell’occupazione complessiva (1,5%) con una crescita dell’occupa-zione standard dell’1,7% e un aumento dell’occupazione temporanea del +3,2%. Questatendenza è confermata dalla rilevazione Istat sulle forze di lavoro riferita anche a questiultimi anni.

2. L’andamento del mercato del lavoro e lo sviluppo delle tipologie dilavoro precario/flessibile

I lavoratori autonomi qualificati come collaboratori coordinati e continuativi(Co.Co.Co.), continuano a crescere arrivando ormai a quasi 2.400.000.

Il lavoro interinale, è stato introdotto con il Pacchetto Treu; nel 1998 erano autorizzate34 società, nel 2000 sono arrivate a 52 unità, attualmente sono 69, con un totale di 2.114filiali distribuite nel territorio nazionale. Le imprese che si servono del lavoro interinale sitrovano soprattutto nel Nord del Paese, (più del 40% nel Nord Ovest). Va ricordato chel’utilizzo del lavoro interinale non è appannaggio delle imprese maggiori, ma anzi è moltodiffuso tra le imprese di piccola e media dimensione. I lavoratori interinali sono di solitogiovani, in quanto risulta da dati del Ministero del Lavoro che il 30,7% è al di sotto dei 25anni e il 30,8% ha un’età compresa tra i 25 e i 29 anni.

La presenza di tutte queste nuove forme di lavoro non si è accompagnata alla determi-nazione di nuove risorse economiche e nuovi investimenti produttivi tendenti a diminuirela disoccupazione né tanto meno a una nuova politica di welfare, in grado di assicurareadeguate coperture a tutti i lavoratori caratterizzati da lavoro discontinuo, precario e che sitrovano quindi in una situazione di estremo disagio e di incertezza.

Va considerato che in 10 anni il lavoro atipico sul totale del lavoro dipendente e’ passa-to da una percentuale del 9,1% del 1993 ad una del 16,5% del 2003 e le donne rappresen-tano la percentuale più alta di lavoro atipico (63,5%).

3. I dati ufficiali del lavoro atipico negli ultimi anni*

Nel 2003 prosegue una tendenza ormai consolidata nel mercato del lavoro italiano sindalla metà degli anni Novanta: l’incremento del lavoro atipico nelle sue molteplici formecontrattuali.

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* Nel seguito del lavoro si farà principalmente riferimento ai dati e ad alcune considerazioni contenute in: Istat,Contabilità nazionale e Rilevazione su occupazione, retribuzioni e oneri sociali; Ministero del Lavoro e delle poli-tiche sociali, Rapporto di monitoraggio sulle politiche occupazionali e del lavoro; Ragioneria Generale delloStato, Conto annuale; Eurispes, Rapporto Italia; Vasapollo Luciano e Arriola Palomares Joaquìn, L’Uomo precarioNel disordine globale.

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Dati statistici raffrontati tra loro ci confermano la crescita delle posizioni di lavorodipendente nei settori di attività economica considerati. Tra il 2002 e il 2003, infatti, ilnumero totale delle posizioni di lavoro dipendente aumenta del 3,0 per cento, a fronte diuna crescita media annua del 2,5 per cento nel periodo 1996-2003. L’incremento, ancorauna volta, è influenzato dalle posizioni di lavoro atipico (5,3 per cento), sebbene su livel-li di crescita inferiori rispetto al passato (6,4 per cento nel periodo 1996-2003, vedi tabelle1, 2 a pag. 12).

In riferimento all’anno 2003, le tipologie che è stato possibile quantificare in base allafonte Oros-Inps sono: lavoro interinale, lavoro a domicilio, solidarietà esterna, part-time,contratti a tempo determinato, contratti di formazione e lavoro, apprendistato, piani diinserimento professionale, collaboratori coordinati e continuativi, lavori di pubblica utilitàe socialmente utili. Relativamente alle nuove tipologie contrattuali previste dalla recentenormativa, utilizzando la stessa fonte è stata effettuata una prima quantificazione deicontratti di inserimento, introdotti dal decreto legislativo n. 276 del 10 settembre 2003,applicativo della legge 30 del 14 febbraio 2003. Risulta invece impossibile distinguere lenuove tipologie contrattuali in regime di somministrazione (interinali e staff-leasing) daquelle già esistenti (interinali) per l’attuale assenza di codici occupazione distinti per lacompilazione dei moduli di dichiarazione contributiva (DM10).

Per completare il quadro del lavoro atipico, rimane fondamentale la determinazionedei livelli occupazionali sottostanti le posizioni relative ai collaboratori coordinati e conti-nuativi, la cui quantificazione è possibile con riferimento al 2001 e pari a circa 540 mila(fonte Censimento generale dell’industria e dei servizi del 2001).

Rispetto al contratto a tempo indeterminato, preso come base di riferimento, la ridu-zione salariale oraria per un contratto a termine è, infatti, pari a -10,5 per cento; quella diun contratto di formazione e lavoro si riduce di circa il 12,9 per cento e quella per gliapprendisti si contrae fino al 22,1 per cento.

Forme di lavoro diverse dal contratto standard a tempo indeterminato consentonoquindi un notevole risparmio per le imprese in termini di retribuzione dei lavoratori.

Anche in questo caso, più fattori spiegano i decrementi. Se per l’apprendistato unaretribuzione inferiore è prevista dalla legge, per i lavoratori con contratto di formazione elavoro e per coloro che hanno contratti a tempo determinato gioca un ruolo determinantel’inquadramento, prevalentemente, in livelli professionali bassi.

I lavoratori non a tempo indeterminato, inoltre, registrano mediamente una presenzasul posto del lavoro superiore a quella dei lavoratori con contratto standard, con una quotamaggiore di ore lavorate rispetto a quelle retribuite, da cui consegue una diminuzionedella retribuzione per ora lavorata. Le ragioni della maggiore presenza sono, probabil-mente, da ricercare nella precarietà del contratto che fa desistere i lavoratori non standarddall’utilizzo di congedi o permessi per malattia e/o maternità.

Fatte queste premesse, sulla base di analisi di dati statistici ufficiali e di altre elabora-zioni e inchieste del Centro Studi Cestes Proteo, diventa evidente quanto in questi anniquello dell’occupazione e della stabilità del rapporto di lavoro sia il principale problemadel nostro Paese, altro che vanto il fatto che l’Italia sia diventato il paese più flessibile d’Eu-ropa!

La disciplina rigida è sostituita ormai dalla “flessibilità” d’impresa che si sviluppa inmodo disordinato, segmentato e senza regole, tagliando il costo del lavoro e le garanzie.Al voluto, intenso e traumatico sviluppo in chiave di efficienza aziendalistica dei lavoriatipici non ha corrisposto una altrettanto rapida legislazione in quanto si è in presenza diuna difficoltà, sicuramente voluta, nella collocazione e monitoraggio del lavoro atipico;anzi con vari decreti attuativi si è causata una drammatica e violenta destrutturazione del

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lavoro, nella forma e nella sostanza dell’incremento di sfruttamento e dell’aumento delrischio di incidenti sul lavoro e di malattie professionali per i lavoratori atipici non essen-do sufficientemente tutelati, anche su questo aspetto.

Tutto ciò porta alla diversa impostazione dei diritti sociali dei lavoratori che nel sistemafordista avevano una validità universale e venivano protetti da leggi, mentre nel sistemapostfordista sono le leggi del mercato a comandare, ad imporre qualità e quantità in temporeale e il lavoro diventa sempre più costrittivo e senza garanzie. Oggi i lavori si svolgonosempre più nell’ambito delle relazioni interpersonali.

Ci sembra utile riportare quanto scrive Bennet Harrison nel suo libro “Agile e Snella”(1998) “Tutto ciò determina un inasprimento delle sperequazioni, poiché due persone chelavorano fianco a fianco possono avere eguale competenza, ma una otterrà un lavoro atempo pieno, mentre l’altra passerà da un lavoro precario all’altro”.

4. Una Proposta di legge di sanatoria del precariato

Il lavoro flessibile è oggi un aspetto caratterizzante del mondo del Lavoro con risvolticomplessi che incidono non solo sulla condizione materiale dei più di 5 milioni di lavora-tori che lavorano con contratti atipici, ma che ha anche risvolti sociali rilevanti. Infatti, laflessibilità dei contratti, con il carico di minori diritti e bassi redditi comporta una precariz-zazione delle condizioni di vita di un vasto settore della società.

Su questo fenomeno esistono dati ufficiali, per quanto non sufficientemente recenti, mautili per evidenziare la rilevanza del fenomeno sia nel settore privato che nel settore delpubblico impiego.

Secondo l’ultimo rapporto Istat, come abbiamo visto, in Italia sono 650 mila i collabo-ratori, 150 mila i lavoratori in somministrazione e 110 mila le prestazioni d’opera occasio-nali. A questi lavoratori vanno aggiunti almeno 170.000 nuovi iscritti del 2004, anche sesottostimati. Si arriva così ad almeno 3 milioni di iscritti al fondo Inps parasubordinati e acirca 1.900.000 posizioni attive, senza considerare gli associati in partecipazione (circa400.000 da stime Inail) lavoratori che dal 2004 sono confluiti nel fondo di gestione sepa-rata dell’Inps. I dati dell’Istituto si spiegano solo ricorrendo a un calcolo virtuoso: se siconsiderano complessivamente tutti i contratti a termine dei lavoratori in somministrazio-ne e si dividono per contratti a tempo pieno di 12 mesi, si ottengono circa 150 mila contrat-ti ipotetici.

Ne emerge che i lavoratori precari in Italia sono oltre 2,5 milioni: collaboratori coordi-nati e continuativi e a progetto (1.177.000), collaboratori occasionali (106.000), collabora-tori con partita iva (311.000), persone assunte con contratto di somministrazione (ex inte-rinali 502.000), associati in partecipazione (400.000). Se si aggiungono quelli con contrattia tempo determinato (1.599.000), il numero dei lavoratori precari raggiunge addirittura i 4milioni.

Inoltre una recente indagine dell’Eurispes (Rapporto Italia) mostra, d’altro canto unquadro preoccupante per i risvolti sociali di questo fenomeno; l’indagine coinvolge uncampione rappresentativo di 446 lavoratori atipici di età compresa tra i 18 e i 39 anni, lavo-ratori - cioè - che si trovano nella fase della maturità anagrafica durante la quale general-mente si compiono scelte di vita importanti e rilevanti anche su un piano sociale più gene-rale. Dall’indagine emerge che oltre 3/5 degli intervistati affermano di aver sempre lavora-to con contratti atipici; quindi tale forma contrattuale non rappresenta un’opportunità diprimo inserimento lavorativo e che risultano aver sempre lavorato con contratti atipici nonsolo la maggior parte dei lavoratori più giovani (tra i diciotto e i venticinque anni) ma

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anche e soprattutto gli intervistati che hanno raggiunto la piena maturità anagrafica: il66,9% di quanti hanno un’età compresa tra i 26 e i 32 anni e il 67,8% di quanti hanno tra i33 e i 39 anni e per i quali l’atipicità ha assunto un carattere permanente.

I dati dimostrano quindi l’esistenza di un precariato diffuso del settore privato, doveincomincia a farsi strada l’applicazione della legge 30, con l’attivazione di forme contrat-tuali completamente pensate sulla base della fluidità del mercato e sulla necessità di farericadere i costi dell’attuale sistema di produzione solo sul Lavoratore, facendo sempre ecomunque salve le sole esigenze aziendali. Una “riforma” che ha portato alle estremeconseguenze quanto già contenuto nel c.d. “pacchetto Treu” allargando le tipologie possi-bili di contratti che, di fatto, sembrano essersi attestate, in termini di maggiore ricorrenzasia numerica che temporale, in 7/8 tipologie ben definite: collaboratori coordinati e conti-nuativi e a progetto, collaboratori occasionali, collaboratori con partita IVA, personeassunte con contratto di somministrazione (ex interinali), associati in partecipazione,contratti a tempo determinato e lsu.

Contratti atipici e a termine non sono solo il presente del settore privato, ma hannonegli ultimi anni rappresentato la forma privilegiata, se non esclusiva, di accesso al lavo-ro pubblico e i lavoratori precari nella P.A. negli ultimi cinque anni, aggiungendosi aiLSU precari cronici più che storici, rappresentano una realtà consolidata e in crescitacontinua.

Riteniamo che proprio dalla punta di diamante del lavoro precario pubblico si possaavanzare una proposta di sanatoria generalizzata e assunzione programmata nelle pubbli-che amministrazioni che evidenzi il senso profondo del ricorso al lavoro precario comeattacco al salario e ai diritti dei lavoratori e rimetta radicalmente in discussione i processidi esternalizzazione dei servizi pubblici per un ritorno al ruolo occupatore e moderatoredello Stato e della P.A. nel mercato del lavoro senza che questo debba necessariamentevoler dire assistenzialismo ma solo difesa dei diritti dei Lavoratori, del ruolo del serviziopubblico, moderazione sia dei costi che delle tariffe e qualità del servizio all’utenza.

A nostro avviso, infatti, l’attuale situazione di precariato diffuso anche nella P.A. si ècreata per una precisa volontà politica volta non a rendere più efficiente ed economicala P.A. ma, come gli stessi dati ufficiali (Istat e Conto Economico) attestano, a renderepiù ricattabile la forza lavoro e a spostare ingenti risorse pubbliche verso il capitaleprivato.

Infatti, la politica italiana sulla P.A. è stata incentrata negli ultimi anni da un lato sullariduzione dei costi dall’altro sulla esternalizzazione di servizi. Dietro la scusa della ridu-zione della spesa pubblica si sono operate sia una riduzione dei servizi resi dalla P.A., siauna riorganizzazione interna alle pubbliche amministrazioni tesa alla riduzione dei costi intermini di riduzione delle piante organiche di diritto, di aumento generalizzato dei carichidi lavoro a fronte di un blocco generalizzato delle carriere e con un misconoscimentoeconomico delle mansioni superiori di fatto, di blocco delle assunzioni di personale. Inrealtà la riduzione dei costi si dimostra, da un lato, come un’operazione di “finanza creati-va” tesa a spostare ingenti quantità di risorse dal pubblico al privato - attraverso le ester-nalizzazioni dei servizi operate in questi anni- dall’altro, come un’operazione di generaliz-zata precarizzazione del lavoro pubblico; questo sia attraverso la trasformazione delrapporto di lavoro in senso privatistico (vedi leggi Bassanini ecc.), sia attraverso l’introdu-zione massiccia di forme contrattuali precarie e atipiche, ormai diventate le uniche formedi entrata di nuova forza lavoro nel pubblico impiego. Le previsioni delle leggi finanziariedegli ultimi cinque anni in materia di personale delle Pubbliche Amministrazioni rendonochiaro il quadro dell’orientamento politico-economico di fondo in materia di pubblicoimpiego e di rapporto tra servizio pubblico e privato dei servizi.

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Precarietà, stretta sul personale e esternalizzazioni sono i tre cardini su cui si sta rior-ganizzando il sistema dei servizi pubblici e del pubblico impiego, con conseguenze chevanno ben al di là di ogni pudore di risparmio di spesa, poiché si traducono semplice-mente in una riduzione della quantità e qualità dei pubblici servizi e dello Stato sociale chesi accompagna a un forte attacco a un pezzo significativo e trainante del mondo del lavo-ro in Italia. In tal modo si realizza il consolidamento della logica della precarizzazione, fles-sibilizzazione del mondo del lavoro, accompagnata alla riduzione del potere di acquistodei salari e a rinnovi contrattuali sempre più al ribasso in termini economici e di diritti deilavoratori, che fa da contro altare all’aumento delle rendite dei capitali finanziari e dellegrandi holding dei servizi.

Basta guardare i dati ufficiali più recenti per rendersi conto dell’entità del fenome-no.Dal Conto Economico Annuale pubblicato dalla Ragioneria dello Stato, i cui dati risal-gono al 2003 e sono stati resi noti solo nel 2005 emerge un dato numerico complessivo di152.592 unità di Lavoratori precari divise in 5 tipologie contrattuali (96.029 Tempo deter-minato, 45.969 LSU, 7.343 Interinali, 3.035 Formazione Lavoro, 216 Telelavoro) a cui vasommato il dato di 97.995 lavoratori Co.Co.Co. per un TOTALE GENERALE di 250.587lavoratori precari a vario titolo nei 9.833 Enti pubblici rilevati.

Raffrontando i dati del 2003 al biennio precedente emerge una variazione percentualepari a: +11,9% flessibili; +107% lavoro interinale; -15% LSU; +29% Co.Co.Co. (vedi tabellen. 3 e 4 pag. 13).

Questo dato, già di per sé significativo, assume un ulteriore rilievo se si considera cheil tasso di assunzione del personale a tempo indeterminato ha avuto il seguente anda-mento:

2001= al 4,5% 2002=al 2,29% 2003=al 1,38%A fronte di un tasso di cessazioni così definito:2001= al 2,9% 2002= al 2,73% 2003= al 2,65%Ci attestiamo a quando dichiarato nella stessa premessa illustrativa del Conto che così

spiega:“I tassi di assunzione e cessazione, relativi al solo personale a tempo indeterminato,

sono influenzati dalle politiche occupazionali restrittive degli ultimi anni e dalle modifichedell’età pensionabile. Significativo l’anno 2003 che a fronte di un più esteso blocco delleassunzioni, introdotto con la legge finanziaria, presenta il tasso di assunzione più bassodegli ultimi anni (+1,38%). Il personale con rapporto di lavoro flessibile non è considera-to nei tassi di turn over. Considerando anche l’andamento di tale personale i tassi di assun-zione e cessazione si mantengono sostanzialmente invariati.” (tratto da “Conto annuale2001-2002-2003” della Ragioneria Generale dello Stato).

Partendo da questi dati è facile prevedere che i prossimi dati relativi al biennio 2004/05segneranno un ulteriore allargamento dell’utilizzo di lavoro precario, in virtù del bloccodelle assunzioni stabilito nelle relative finanziarie e accompagnato da una tendenziale erilevante previsione della riduzione della spesa proprio sul personale.

La variazione percentuale del personale in servizio al 31 dicembre degli anni 2001-2002-2003 risulta pertanto di segno negativo:

2001/2002= - 0,02% 2002/2003= - 0,90%Dato facilmente raffrontabile con le percentuali a segno positivo del personale preca-

rio sopra riportate.Pertanto si può affermare che il numero dei precari nelle Amministrazioni pubbliche

conosce un aumento esponenziale con differenze vistose rispetto ai lavoratori con contrat-ti a tempo indeterminato e ripercussioni in termini di diritti, di salario e di condizioni lavo-rative pur contribuendo al funzionamento della macchina amministrativa dello stato e

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degli enti locali alla stregua dei T.I. ma, di fatto, senza tutele o certezze di durata o, comenel caso degli lsu, a nero e senza contributi.

Se a questi dati affianchiamo quelli relativi ai costi ne viene fuori il quadro di cui allatabella 5 pag. 13 con una variazione del costo complessivo del personale della P.A. pari a:

2002/2001= +3,9% 2003/2002= +4,4%Si evidenzia, così, che a fronte della riduzione del personale stabile non si è avuta una

riduzione della spesa complessiva del personale; un trend che viene confermato se pren-diamo il dato relativo all’andamento del costo del personale a tempo determinato e informazione lavoro, che aumenta in percentuale secondo questo andamento:

2002/2001= +4,7% 2003/2002= +23,5%e se analizziamo l’andamento della spesa nel triennio 2001/2003, raffrontato all’anda-

mento del numero delle unità di personale nello stesso periodo.Questa tendenza è, del resto, confermata anche dal raffronto con i recenti dati

(2004/2005) relativi alla spesa per il personale delle Pubbliche Amministrazioni e si evin-ce, anche, da un raffronto più generale sull’andamento dei redditi da lavoro dipendenterelativi al personale della P.A. dal ‘99 al 3° trimestre 2005.

Quanto premesso, leggendo i dati ufficiali, evidenzia che l’attuale utilizzo delle formedi lavoro nelle P.A., e il numero e durata del fenomeno, crescente e consolidato nel medioperiodo, non trova giustificazione in merito a picchi gestionali e non corrisponde ad unanecessità di copertura di carenze di organico temporanee ma ad una copertura di carenzestrutturali e non eliminabili rispetto alle funzioni proprie degli enti pubblici.

I dati statistici ufficiali ci danno un quadro, per quanto non sufficientemente aggiorna-to, che richiede l’adozione di precisi provvedimenti legislativi volti a ridurre drasticamen-te le forme contrattuali stipulabili per legge e a sanare quelle situazioni lavorative di preca-riato che hanno assunto carattere di stabilità nel tempo e che sopperiscono a carenze diorganico stabili nel tempo.

Infatti, la stragrande maggioranza dei contratti stipulati in questi anni sono stati stipu-lati non per esigenze temporanee e contingenti ma per effetto dei blocchi di finanziaria,dei meccanismi di non incentivazione all’assunzione nel pubblico (assenza di agevolazio-ni fiscali) con corrispondente e contrario investimento di risorse dirette (incentivi) e indi-rette(sgravi) alle assunzioni nel privato, con passaggio di risorse pubbliche in mano aiprivati finanziati direttamente per la gestione di servizi che costano almeno il 10% (utiled’impresa) in più.

A nostro avviso, quello delle esternalizzazioni è un altro dei meccanismi messi inatto dalla P.A. per rendere ulteriormente precario il lavoro e flessibile rispetto agli anda-menti dei bilanci statali e delle operazioni di adeguamento ai parametri di Maastricht,poiché consente di mettere fuori bilancio le spese per il personale pur comportando, difatto, un aumento della spesa complessivo legato alla consistenza stessa del meccani-smo dell’appalto, che lo rende utile solo alle aziende appaltatrici che possono usufrui-re di forme contrattuali privatistiche e di un costo del lavoro più basso, dovuto soprat-tutto al beneficiare di sgravi pagati dalla collettività, offrendo comunque sevizi dai costipiù altri (per effetto del differenziale dovuto all’utile d’impresa) e dalla qualità piùbassa.

L’aspetto delle risorse non è, quindi secondario. Effettuando un calcolo sul costo annuomedio per il personale a tempo indeterminato pari a euro 38929,97201 e moltiplicandoloper il numero complessivo di personale/contratti annui di unità precarie pari a 3.710.063,occorrerebbe reperire risorse pari a euro 144.432.648.745, all’incirca, e considerando laspesa complessiva del personale in tutte le forme contrattuali per il 2003 pari a euro140.260.388.160, questo significherebbe incrementare l’attuale spesa di circa

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4.172.260.574, 47, per trasformare a tempo indeterminato i contratti attualmente precari,vedi tabella 6 pag. 12.

Tali risorse andrebbero incrementate con quelle occorrenti alla copertura del 50% deiposti messi a concorso e riservati agli interni, in termini di maggiori oneri derivanti dagliincrementi di spesa necessari per gli incrementi di livello.

Riteniamo che le fonti di copertura della spesa contenute nella proposta di legge sianoindividuate in maniera certa e non casuale poiché vanno a individuare quelle voci di costodello stato che, a nostro avviso, andrebbero comunque eliminate come le spese militari perle missioni così dette di pace, per la “professionalizzazione” delle Forze Armate e il finan-ziamento di nuovi sistemi d’arma; nonché forme di reperimento di risorse aggiuntive (diportata comunque residuale rispetto quelle summenzionate, che basterebbero di per sé acoprire i costi della proposta di legge) tramite la tassazione delle transazioni internaziona-li di capitale finanziario a carattere speculativo.

Per quanto attiene, invece, le previsioni relative al personale dipendente delle ditteappaltarici, riteniamo che i costi oggi sostenuti dalle Pubbliche Amministrazioni per l’ester-nalizzazione dei servizi pubblici siano tali da eccedere quelli che sarebbero i costi che lestesse pubbliche amministrazioni sosterrebbero con una gestione diretta dei servizi. Sicu-ramente vi è un dieci per cento di utili di azienda in più, compreso nei costi di appalto, euna serie di incentivi e sgravi di cui godono le aziende e che ricadono direttamente o indi-rettamente sulla collettività.

Pertanto riteniamo che i costi della stabilizzazione dei lavoratori esternalizzati dipen-denti delle ditte e cooperative appaltatrici dei servizi pubblici e reinternalizzati potrebbe-ro essere sicuramente coperti con una diversa finalizzazione della spesa già attualmentesostenuta per la fornitura dei servizi in regine di appalto o similare.

Il fenomeno va inquadrato anche da un versante giuridico, ed in particolare in meritoall’emergere di tendenze del diritto pratico che più volte hanno messo in evidenzacontraddizioni profonde tra lo schema negoziale adottato dal legislatore per giustificare ilavori precari e flessibili e la verità materiale degli stessi, rivisitati nello specifico rapportolavorativo di fatto. La giurisprudenza (in particolare della Corte di Cassazione) ha più volteaffermato che non sarebbe consentito negare la subordinazione nei rapporti di lavoro cheoggettivamente presentino tale natura e ciò per dare attuazione ai principi, alle garanzieed ai diritti dettati dalla Costituzione a tutela del lavoro subordinato. Tale orientamento èstato cristallizzato dalla stessa Corte Costituzionale che ha stabilito, inoltre, la discreziona-lità del giudice di poter effettuare un sindacato di fatto sulla concretezza del rapporto dilavoro e, in caso di discordanza tra la forma e la sostanza, ricondurre la realtà del rappor-to nell’ambito della subordinazione.

In tal senso sono identificabili tutti quei contratti di lavoro, quelli cioè al centro dellanostra iniziativa di proposta di legge, paragonabili al lavoro subordinato, ma soggettiva-mente collocati per fini economico/politici al di fuori di un riconoscimento contrattualeadeguato.

In merito all’esatta definizione della natura giuridica di detti rapporti di lavoro, la scien-za giuridica, sorretta da una giurisprudenza non certamente isolata, ha ritenuto che neldiritto del lavoro non è la qualificazione del regolamento voluto dalle parti a stabilire lanatura del contratto, ma è la qualificazione in base alla natura obiettiva del rapporto amodellare la volontà delle parti entro uno schema contrattuale tassativo. Di conseguenza,è identificabile un rapporto subordinato ogni qual volta il prestatore di lavoro svolge un’at-tività continuativa alle dipendenze in base alle direttive e sotto il controllo di un ente dato-riale. D’altronde, i caratteri essenziali richiesti per il lavoro dipendente, risultano essere lasubordinazione e la collaborazione.

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Nella pratica, alla qualificazione del rapporto si perviene il più delle volte partendo nontanto dalla rilevazione della volontà manifestata dalle parti (espressa in via ufficiale nel tipodi contratto di lavoro stipulato), quanto dalla situazione di fatto determinatasi cioè dalrapporto considerato nella fase della sua attuazione. Il c.d. nomen iuris adottato dalle partirisulta prioritario per la ricostruzione della volontà negoziale, ma non - di fatto - l’elemen-to dotato di valore assoluto, è suscettibile di verifiche così come le modalità di svolgimen-to dell’attività lavorativa, e quello che conta, anche ai fini giuridici sono gli effetti negozia-li obiettivamente realizzati dalle parti.

Ed è del tutto evidente che, nella maggior parte dei casi, il nome dato al contratto noncorrisponde agli effettivi rapporti che lo regolano sul posto di lavoro, per cui i tanti contrat-ti definiti come LSU-LPU, Co.Co.Co., contratti a progetto, interinali, tempo determinato,assegni di ricerca alle dipendenze delle Università e degli Enti pubblici di ricerca non sonoche nomi “giuridici” diversi che nascondono una forma di lavoro subordinato di fatto chenon tollera ulteriori mascheramenti.

Pertanto riteniamo indispensabile una sanatoria di tutte le attuali posizioni lavorative difatto a carattere subordinato e riteniamo che la forma del concorso a soli titoli non solo nonsia in contrasto con le norme costituzionali ma che trovi, paradossalmente, legittimazionedi fatto nella Sentenza della Corte costituzionale n.89 del 27 Marzo 2003 nonché nell’esi-genza di porre fine ad una situazione di illegittimità di fatto di centinaia di migliaia dicontratti nel P.i. nonché di spreco di risorse nella gestione all’esterno di funzioni propriedelle Pubbliche amministrazioni.

Nel frattempo si avanzano proposte di legge sul tema del precariato che sono, a nostroavviso, insufficienti perché non vanno ad incidere sui meccanismi fondamentali dell’intro-duzione e ricorso al lavoro precario e comunque portano ad una riduzione dei contrattima non ad un’eliminazione del fenomeno. Un esempio su tutti può essere quello fornitodalla proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal nidil CGIL e da Stefano Rodotàche opera solo nel senso di una riduzione del numero dei contratti atipici previsti dallalegge 30, con una sua parziale abrogazione, ma facendo salve le seguenti tipologie contrat-tuali: lavoro indeterminato, lavoro a termine, lavoro autonomo e parasubordinato, lavorointerinale, somministrazione lavoro, apprendistato e contratto di inserimento; e seppureprevede, con particolar riferimento al contratto a tempo determinato, meccanismi perevitare che le tipologie contrattuali flessibili vengano utilizzate per coprire carenze orga-niche strutturali, tuttavia non coglie il fulcro della questione. Anche gli articolati che preve-dono una specie di sanatoria del precariato nelle pubbliche amministrazioni si limitano aduna delega al Governo “a definire norme di riforma del sistema di reclutamento per titolied esami nelle pubbliche amministrazioni, nel rispetto dell’art.97 della Costituzione”rinviando alla concertazione tra le parti la definizione di modalità e numeri per l’avvio diuna concreta immissione di contingenti già storicamente precari.

Riteniamo quindi che la presente proposta di legge possa offrire uno strumento di sana-toria delle situazioni di precariato attuale nel P.I. ma anche l’avvio ad una più generalemessa in discussione di tutta la normativa, sia pacchetto Treu sia legge 30, che ha intro-dotto le forme di lavoro precario e flessibile nel pubblico impiego come in ambito priva-to.

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etàTab. 3 - Variazione totale del personale con rapporto di lavoro flessibile

2003-2002: + 11,9%2002-2001: + 2,8%

(*) Le “unità annue” si ottengono sommando (distintamente per categoria e sesso) i mesilavorati dal personale che presta attività lavorativa a termine (tempo determinato, contrattidi formazione-lavoro, lavori interinali, lavori socialmente utili) e dividendo il totale per 12 (imesi lavorati da una singola unità di personale)

Variazione Lavor Interinale Variazione LSU2003-2002: + 107% 2003-2002: -15%2002-2001: +55% 2002-2001: -12%

(*) Le “unità annue” si ottengono sommando (distintamente per categoria e sesso) i mesilavorati dal personale che presta attività lavorativa a termine (tempo determinato, contrattidi formazione-lavoro, lavori interinali, lavori socialmente utili) e dividendo il totale per 12 (imesi lavorati da una singola unità di personale)

Tab. 4 - Contratti di collaborazione coordinata e continuativaanni 2002-2003• I dati sui contratti co.co.co. relativi al biennio 2002-2003 riportano il numero di contratti stipulati.

Pertanto non sono raffrontabili, né possono essere aggregati, con i dati relativi al personale conrapporto di lavoro flessibile rilevato in unità annue(*).

• Il ricorso alle collaborazioni presenta una crescita da correlare anche alla necessità dell’apporto dispecifiche professionalità non ancora presenti nella pubblica amministrazione.

Comparto Numero di contratti di Collaborazione Variazionicoordinata e continuativa percentualiDato 2001 non disponibile 2003-20022002 2003

Servizio sanitario Nazionale 7.015 8.195 17%Regioni ed Autonomie Locali 38.749 46.266 19%Altri comparti 30.370 43.534 43,3%Totale 76.134 97.995 29%Costo annuo lordo (milioni di euro) 676,3 796,8 17,8%(*) Le “unità annue” si ottengono sommando (distintamente per categoria e sesso) i mesi lavorati dal personale che presta attività la-vorativa a termine (tempo determinato, contratti di formazione-lavoro, lavori interinali, lavori socialmente utili) e dividendo il totale per12 (i mesi lavorati da una singola unità di personale)

Nota: Tabelle e grafici tratti dal “conto annuale” della Ragioneria Generale dello Stato.

Tab. 5 - Conto annuale 2001-2002-2003TIPOLOGIE DI LAVORO 2001 2002 2003Personale a tempo indeterminato 3.382.040 3.381.198 3.350.692Lavoratori dipendenti con contratti flessibili 85.821 88.719 99.064Lavoratori estranei all’amministrazione 64.829 59.432 57.312Totale* 3.532.690 3.529.349 3.507.068Totale costi personale dipendente ed 129.358.091.898 134.398.992.201 140.260.388.160estraneo all’amministrazione (in euro)**(*) Nel totale non è compreso il personale volontario, allievo, ausiliario e di truppa delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia. Tale contin-gente, compreso nei costi, è stabile nei tre anni e mediamente pari a circa 109.000 unità.(**) Le spese comprendono anche voci diverse dalle retribuzioni e dagli oneri sociali, come ad esempio quelle per la formazione, le men-se, gli assegni per il nucleo familiare, le missioni, l’IRAP, nonché quelle relative alle supplenze brevi del comparto Scuola per le quali nonè disponibile il dato realtivo alle corrispondenti unità annue.

Nota: Tabelle e grafici tratti dal “conto annuale” della Ragioneria Generale dello Stato.

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Art. 1Finalità ed ambito di applicazione -

Definizioni

1. Le disposizioni della presente leggehanno la finalità di regolamentare le procedureper la stabilizzazione, attraverso la stipula dicontratti a tempo indeterminato, dei lavoratoricon contratto non a tempo indeterminato, LSU edipendenti delle ditte e cooperative appaltatricidei servizi pubblici internalizzati, operanti nellePubbliche Amministrazioni, tenuto conto anchedelle Autonomie locali e di quelle delle Regionie delle Province autonome, nel rispetto dell’ar-ticolo 97 della Costituzione. Inoltre la presentelegge si propone di realizzare la migliore utiliz-zazione delle risorse umane presenti nellePubbliche Amministrazioni e garantendo pariopportunità alle lavoratrici ed ai lavoratori siacon contratti precari che con contratti a tempoindeterminato.

2. Ai fini e agli effetti delle disposizioni dicui alla presente legge per Pubbliche Ammini-strazioni di seguito denominate “P.A.” si inten-dono tutte le amministrazioni dello Stato, ivicompresi gli istituti e scuole di ogni ordine egrado e le istituzioni educative, le aziende edamministrazioni dello Stato ad ordinamentoautonomo, le agenzie, le università e gli enti diricerca, il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco,le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunitàmontane e loro consorzi e associazioni, le istitu-zioni universitarie, gli Istituti autonomi casepopolari, le Camere di commercio, industria,artigianato e agricoltura e loro associazioni, tuttigli enti pubblici non economici nazionali, regio-nali e locali, le amministrazioni, le aziende e glienti del Servizio sanitario nazionale. Con la dici-tura riportata nel testo della legge P.A. si inten-de la Pubblica Amministrazione di cui al presen-te comma.

3. Ai fini e agli effetti delle disposizioni dicui alla presente legge per lavoratori concontratti precari o esterni si intendono i Lavora-

tori LSU e con contratto non a tempo indetermi-nato, afferenti alle seguenti categorie:

a) LSU-LPU;b) Co.Co.Co.;c) contratto a progetto;d) interinali;e) tempo determinato;f) titolari di assegni di ricerca o similari

alle dipendenze delle Università o degli Entipubblici di ricerca;

g) cantieristi

4. Ai fini e agli effetti delle disposizioni di cuialla presente legge per lavoratori dipendentiesternalizzati delle ditte e cooperative appaltatricidei servizi pubblici e reinternalizzati si intendonoi dipendenti di ditte e coop. che hanno contrattipubblici di servizi, sia di importo superiore cheinferiore alla soglia comunitaria gestiscono ohanno gestito servizi pubblici a prescindere dallaformula adottata dalle stesse per l’individuazionedella soc. o coop. affidataria del servizio.

5. Le disposizioni del presente decreto costi-tuiscono principi fondamentali ai sensi dell’arti-colo 117 della Costituzione. Le Regioni a statutoordinario si attengono ad esse tenendo contodell’autonomia di cui godono per leggi statali oper effetto dei rispettivi ordinamenti. Costitui-scono altresì, per le Regioni a statuto speciale eper le province autonome di Trento e di Bolza-no, norme fondamentali di riforma economico-sociale della Repubblica. Le aziende e gli enti dicui al comma 4 dell’art. 70 del decreto legislati-vo n. 165 (leggi 26 dicembre 1936, n. 2174, esuccessive modificazioni ed integrazioni, 13luglio 1984 n. 312, 30 maggio 1988 n.l86, 11luglio 1988 n. 266, 31 gennaio 1992 n. 138, legge30 dicembre 1986 n. 936, decreto legislativo 25luglio 1997 n. 250) adeguano i propri ordina-menti ai principi di cui alla presente legge.

Art. 2Ricognizione dell’organico della P.A.

1. Ogni singola P.A. entro quindici giorni

PROPOSTA DI LEGGEStabilizzazione, attraverso la stipula di contratti a tempo indeterminato, dei

lavoratori con contratto di lavoro atipico, a termine, assegni di ricerca o similari,LSU e dipendenti delle ditte e cooperative appaltatrici dei servizi pubblici,

operanti nelle pubbliche amministrazioni.

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dall’entrata in vigore della presente legge, effet-tua un’esatta ricognizione dell’organico di fattoesistente presso le pubbliche amministrazioni alfine di verificare la dotazione organica,comprensiva delle unità lavorative con contrattiprecari o esterni in servizio nei sei mesi prece-denti il 31 dicembre 2005 al fine di individuareil reale fabbisogno organico della P.A. All’esitodi detta procedura è disposta l’esatta individua-zione dei dipendenti occorrenti per l’espleta-mento delle attività istituzionali della P.A. anchein incremento alle dotazioni organiche esistentie in deroga alla riduzione delle stesse, rispettoalle previsioni in atto al 31dicembre1997, e alleriduzioni relative alla spesa del personale previ-ste nelle finanziarie successive.

2. Ogni singola P.A. ridetermina, conproprio atto deliberativo, il proprio fabbisognoorganico, su base annuale e triennale, in rela-zione al numero dei dipendenti occorrenti perl’espletamento delle attività istituzionali dell’am-ministrazione e dell’Ente comprensivo delleunità di lavoratori con contratti precari o esternial fine di stabilire una diretta correlazione tradotazione e reale fabbisogno organico dell’Ente.

3. Le stesse P.A. forniscono entro trentagiorni un conto economico della spesacomplessiva per i lavoratori con contratti preca-ri o esterni in forza nei sei mesi precedenti al 31dicembre 2005; analogo quadro economico èfornito con riferimento al costo dei servizi ester-nalizzati divisi per tipologia e con distinta delnumero dei lavoratori dipendenti impegnatinelle aziende appaltatrici degli stessi.

Art. 3Rilevazione delle carenze organiche nella A.P.

1. Sono istituite “commissioni regionali perla rilevazione delle carenze di organico nell’am-bito delle amministrazioni pubbliche”, con lapartecipazione delle confederazioni sindacalimaggiormente rappresentative a piano naziona-le, attraverso la disposizione di organismi pari-tetici in ogni Ente e Amministrazione.

2. Tali organismi paritetici trasmettono allacommissione regionale, entro il termine disessanta giorni dall’entrata in vigore dellapresente legge, i dati relativi alle carenze delsingolo Ente e dell’Amministrazione.

Art. 4Procedure per la stabilizzazione dei lavoratoricon contratti precari o esterni e la coperturadelle carenze di organico. Concorsi a titoli

1. Al fine di stabilizzare i lavoratori di cuiall’art. 1 della presente legge operanti nelle P.A.,in applicazione di quanto disposto agli articoliprecedenti, acquisiti i dati di cui all’art. 2 dellapresente legge e della dotazione organica ride-terminata e potenziata con le caratteristiche emodalità di cui ai precedenti articoli e sulla basedel reale fabbisogno organico della A.P., ilGoverno dispone l’avvio di procedure concor-suali per soli titoli per la copertura con contrattia tempo indeterminato del numero dei postirisultanti dalla rideterminazione vacanti perchécoperti con contratti precari o esterni o flessibi-li dai lavoratori con contratti precari o esternicosì come definiti all’art. 1.

2. Per tale finalità il governo è delegato,sentite le competenti commissioni parlamentari,entro novanta giorni dall’entrata in vigore dellapresente legge, a:

a) emanare appositi DPCM al fine diautorizzare le assunzioni necessarie alla totalecopertura dei fabbisogni organici delle P.A. perl’anno di emanazione della presente legge e perla successiva copertura delle residuali o ulterio-ri carenze determinatesi a seguito delle prece-denti procedure concorsuali

b) definire le opportune modifiche allenorme finanziarie e di reclutamento, anche inderoga ad eventuali limiti di età, delle P.A. nelrispetto della possibilità derogatoria normativaprevista dall’art. 97 della Costituzione al fine diconsentire l’emanazione di bandi di concorsoper soli titoli per la totale copertura dei postirisultanti dal fabbisogno organico del personalecome stimato ai precedenti articoli della presen-te legge.

3. Con legge delega la Presidenza del Consi-glio, in modifica del art. 2 del DPR n 487/94 edell’art. 35 del decreto legislativo n. 165/01 affe-rente i requisiti generali di accesso e le modalitàconcorsuali, autorizza le singole Amministrazio-ni Pubbliche e gli enti dotati di autonomia aduniformare e a modificare i propri regolamentiincompatibili con le procedure di selezionepreviste dalla presente legge.

4. Nel rispetto dell’art. 97 della Costituzione,

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la Presidenza del Consiglio, in parziale modificadi quanto statuito dall’art. 35 del decreto legisla-tivo n. 165/01 e dall’ art. 2 del DPR n 487/94, aifini dell’assunzione nelle pubbliche amministra-zioni, parifica a tutti gli effetti le procedure selet-tive esterne a quelle interne, ritenendo i requisi-ti di cui all’articolo precedente meccanismioggettivi idonei e trasparenti al fine di verificareattitudini e professionalità richieste in relazionealle posizioni da ricoprire.

5. Le P.A., di concerto con le organizzazionisindacali maggiormente rappresentative a livel-lo nazionale e nel quadro della presente legge,definiscono le modalità per bandire detticoncorsi nel termine massimo di centoventigiorni dall’emanazione della presente legge perla stabilizzazione dei lavoratori di cui al pream-bolo e per la certificazione del servizio utile perl’accesso al concorso.

6. I concorsi per soli titoli culturali e di servi-zio sono banditi dalle singole P.A. nel rispettodelle seguenti modalità:

a) Concorso per soli titoli di servizio eculturali per il numero e i profili attinenti aiposti risultanti vacanti e soprannumerari;

b) 50% riservato ai dipendenti interni inpossesso dei titoli culturali e attestati di servizioper mansioni superiori rispetto al profilo posse-duto, 50% ai lavoratori con contratti precari oesterni che siano in possesso dei titoli di servi-zio e culturali richiesti per l’accesso dall’esternoal concorso medesimo e modulando il punteg-gio di servizio così da valorizzare la maggioredurata complessiva del servizio prestato;

c) Validità triennale delle graduatorie ascorrimento per le assunzioni su posti che sidovessero rendere vacanti anche negli annisuccessivi per lo stesso profilo per cui è statobandito il concorso;

d) Laddove la riserva a favore degli inter-ni non fosse ricoperta i posti sono resi disponi-bili a scorrimento della graduatoria degli idoneirelativa a coloro che, in possesso dei titoli cultu-rali o di servizio richiesti, hanno concorso per iposti riservati agli esterni;

e) Annualmente e nel corso di validitàdelle graduatorie formatesi in seguito ai suddet-ti concorsi, le Amministrazioni bandiscono ulte-riori concorsi per titoli relativamente ai profiliprofessionali inferiori, a copertura delle ulterio-ri vacanze createsi in seguito all’espletamentodei concorsi per i profili professionali superiori,

con le stesse modalità di cui alla presente legge.Le graduatorie risultanti da tali ulteriori proce-dure concorsuali avranno esse stesse validitàtriennale così come previsto alle lettere c) e d)del presente articolo;

7. Sono considerati titoli di servizio validiper l’accesso dall’esterno al concorso:

a) Il servizio presso le P.A. effettuato aseguito di precedenti procedure concorsuali oavviamenti a selezione, anche attraverso proget-ti lsu/lpu, per un minimo di tre mesi consecuti-vi o frazionati nell’arco del quinquennio prece-dente al 31 dicembre 2005;

b) Il servizio presso le P.A. effettuatosulla base di specifiche Deliberazioni/determi-nazioni delle P.A. o in osservanza di normecontrattuali o di regolamentazione interna rela-tive all’assegnazione di incarichi di ricerca esimilari o all’utilizzo di contratti di lavoro subor-dinato, a termine, parasubordinato e interinaleper una durata complessiva di dodici mesiconsecutivi o frazionati nell’arco del quinquen-nio precedente al 31 dicembre 2005;

8. Non sono considerati titoli validi per l’ac-cesso dall’esterno ai concorsi i servizi resi inbase alle disposizioni di cui al D.P.R. 18 - 4 -1994 n. 338 e per le funzioni dirigenziali di cuiagli Articoli 19, 28 e 29 del Decreto legislativo 30marzo 2001, n. 165 e ss.g. modificazioni. Nonsono considerati, altresì, titoli validi per l’acces-so dall’esterno al concorso i servizi resi in baseagli art. 90,97,107,108 e 109 del Decreto Legisla-tivo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delleleggi sull’ordinamento degli enti locali”.

Art. 5Procedure per la stabilizzazione dei lavoratori

dipendenti esternalizzati delle ditte ecooperative appaltatrici dei servizi pubblici.Concorsi a titoli e graduatorie permanenti

1. Al fine di stabilizzare i lavoratori di cui alcomma 4 dell’art. 1 della presente legge operan-ti nelle P.A., in applicazione di quanto dispostoagli articoli precedenti, acquisiti i dati di cui alcomma 3 dell’art. 2 della presente legge conriferimento al quadro economico del costo deiservizi esternalizzati divisi per tipologia e condistinta del numero dei lavoratori dipendentiimpegnati nelle ditte e coop. che hanno contrat-ti pubblici di servizi, sia di importo superiore

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che inferiore alla soglia comunitaria, gestisconoo hanno gestito servizi pubblici a prescinderedalla formula adottata dalle stesse per l’indivi-duazione della soc. o coop. affidataria del servi-zio, il Governo è delegato a definire con proprioprovvedimento legislativo entro 90 gg. dalladata di emanazione della presente legge leopportune modifiche alle norme finanziarie e direclutamento, anche in deroga ad eventualilimiti di età, delle P.A., e nel rispetto della possi-bilità derogatoria normativa prevista dall’art. 97della Costituzione al fine di consentire l’avvio diprocedure concorsuali per soli titoli per laformulazione di graduatorie permanenti dallequali attingere per le assunzioni a tempo inde-terminato sui posti che si rendano vacanti aseguito di processi di reinternalizzazione deiservizi già oggetto di appalto.

2. Le P.A., di concerto con le organizzazionisindacali maggiormente rappresentative a livel-lo nazionale e nel quadro della presente legge,definiranno:

a) le modalità per bandire, entro 60 gior-ni dall’emanazione del provvedimento legislati-vo di cui al precedente comma, i concorsi persoli titoli di servizio e culturali per la formula-zione di graduatorie permanenti per profiloprofessionale dalle quali attingere per le assun-zioni a tempo indeterminato in seguito aprocessi reinternalizzazione o di non rinnovodei contratti dei servizi già oggetto di appaltidelle attività istituzionali della stessa P.A., sia diimporto superiore che inferiore alla sogliacomunitaria e a prescindere dalla formula adot-tata dalle stesse per l’individuazione della soc. ocoop. affidataria degli stessi;

b) le modalità di certificazione dei titolidi servizio necessari all’accesso al concorso e aifini della formulazione delle graduatorie;

c) le tabelle di corrispondenza dei profiliprofessionali occorrenti con quelli nei quali si èprestato il servizio da certificare.

3. I concorsi per soli titoli culturali e di servi-zio saranno banditi dalle singole P.A. nel rispet-to delle seguenti modalità:

a) Sarà considerato titolo di servizio vali-do per l’accesso al concorso il servizio prestatonel corrispondente profilo professionale peruna durata complessiva di 24 mesi consecutivi ofrazionati nell’arco del quinquennio precedenteal 31 dicembre 2005 presso ditte e coop. titolaridi contratti pubblici di servizi, sia di importosuperiore che inferiore alla soglia comunitaria, a

prescindere dalla formula adottata dalle stesseper l’individuazione della soc. o coop. affidata-ria del servizio.

b) la formulazione della graduatoriaavverrà modulando il punteggio sulla base delladurata complessiva del servizio prestato.

c) nella formulazione della graduatoriasarà assegnato un punteggio suppletivo a colo-ro che certificheranno il servizio effettuato pres-so le P.A. in progetti lsu/lpu nell’arco di diecianni antecedenti al bando di concorso per laformulazione delle suddette graduatorie.

4. Ogni singola P.A. ridetermina e potenzia,con proprio atto deliberativo, il proprio fabbiso-gno organico, su base annuale e triennale, inrelazione al numero dei dipendenti occorrentiper l’espletamento diretto a seguito di processidi reinternalizzazione o di non rinnovo deicontratti dei servizi già oggetto di appalti delleattività istituzionali della stessa P.A. al fine distabilire una diretta correlazione tra dotazione ereale fabbisogno organico dell’Ente a seguito ditali processi.

Sulla base di tale rideterminazione le P.A.dispongono l’assunzione di un numero pari alleunità necessarie alla sostituzione delle unitàlavorative attingendo a copertura delle nuovevacanze esclusivamente dalle suddette gradua-torie

Art. 6Proroga dei contratti per i lavoratori precari o

esterni e adeguamento del trattamentoeconomico e normativo

1. Nelle more dell’emanazione dellapresente legge, dell’attuazione delle previsionidi cui agli art. 2, 3 e 4 della presente legge edello svolgimento dei concorsi a titoli i contrat-ti e i rapporti di lavoro di cui al comma 3, art. 1della presente legge, in essere o scaduti al 31dicembre 2005, sono prorogati fino al terminedi validità delle graduatorie di cui ai suddetticoncorsi e il trattamento economico e normati-vo dei lavoratori con contratti precari o esterniè adeguato, sulla base delle mansioni effettiva-mente espletate, al trattamento cui hanno dirit-to i pubblici dipendenti appartenenti alle quali-fiche funzionali corrispondenti (ciò con riguar-do alle previsioni contenute nei CCNL dicomparto e dalle disposizioni comunque invigore).

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2. Alla data di entrata in vigore della presen-te legge, le P.A. non potranno procedere adulteriori esternalizzazioni di servizi pubblici siadi importo superiore che inferiore alla sogliacomunitaria. Alla scadenza naturale dei contrat-ti dei servizi in appalto delle P.A., a prescinderedalla formula adottata dalle stesse P.A. per l’in-dividuazione della soc. o coop. affidataria dellostesso e in essere alla data di entrata in vigoredella presente legge, non saranno banditenuove gare.

Saranno possibili proroghe per un periodopari a quello consentito dalle norme comunita-rie in materia, comunque non oltre i termini perl’espletamento delle procedure di cui all’art. 5.

Le P.A. non potranno, in ogni caso e fino anuova disposizione, procedere ad ulterioriesternalizzazioni dei servizi.

Art. 7Particolari disposizioni per le Amministrazioniregionali, degli Enti locali di cui all’articolo 2,commi 1 e 2, del testo unico di cui al decretolegislativo 18 agosto 2000, n. 267, e gli enti

del Servizio Sanitario Nazionale

1. Il Governo è delegato, in sede di confe-renza unificata Stato, Regioni, Autonomie Loca-li e sentite le organizzazioni sindacali piùrappresentative a livello nazionale, a emanare ilD.p.c.m. di autorizzazione delle assunzioni perle Regioni, gli enti appartenenti al Servizio Sani-tario Nazionale, Province, Comuni e altri Entilocali in linea con il perseguimento delle finalitàdi cui all’art. 1.

2. Ai fini di una migliore razionalizzazionedella P.A. e del suo fabbisogno organico, con lapresente legge si statuisce che, per ciò checoncerne la concorrenza al risanamento deldeficit della finanza pubblica, nella legge finan-ziaria sia prevista una maggiorazione del finan-ziamento statale per tutte le P.A. e gli Enti dota-ti di autonomia che procederanno ad uniforma-re e a modificare i propri regolamenti incompa-tibili con le procedure di selezione previstedalla presente legge.

3. Alle P.A. e agli Enti dotati di autonomiache non procederanno ad applicare quantoprevisto al comma precedente sarà prevista unadiminuzione del pubblico finanziamento stata-le.

Art. 8Benefici pensionistici

1. All’atto di stabilizzazione in pianta orga-nica nella P.A. dei lavoratori di cui all’art. 1della presente legge i periodi lavorati per leP.A. sono considerati utili ai fini del riconosci-mento del diritto e della determinazione dellamisura della pensione a carico dell’assicurazio-ne generale obbligatoria di cui al regio decreto-legge 4 ottobre 1935, n. 1827, e successivemodifiche ed integrazioni, nonché a carico dienti, fondi, casse e gestioni per forme obbliga-torie di previdenza sostitutive della assicurazio-ne predetta, o che ne comportino comunquel’esonero.

2. Le P.A. provvederanno alla coperturadegli oneri previdenziali pregressi fino aconcorrenza della misura prevista dalla norma-tiva vigente per i dipendenti a tempo indetermi-nato e fino ad un massimo di cinque anni.

Art. 9Sospensioni e abrogazioni

Con la presente legge e in attuazione diquanto disposto agli articoli precedenti, sidispone:

a) le P.A., fino ad esaurimento delle listedi cui all’art. 4 e 5 della presente legge, nonpotranno avvalersi di quanto disposto al comma1 art. 36 d.lgs 165/01 e delle disposizioni conte-nute nei CCNL in applicazione di tale norma.

b) l’abrogazione del comma 2, art 36d.lgs 165/01 e delle norme che statuiscono l’ini-bitoria dell’esecutività delle sentenze dei giudi-cati relativi all’inquadramento per mansionisuperiori e alla trasformazione di contratti affe-renti assunzioni e nuovi inquadramenti.

c) tutte le norme in contrasto con lapresente legge si intendono modificate o abro-gate.

Art. 10Oneri derivanti dalla presente legge.

Per gli oneri derivanti dalle disposizioni dicui ai precedenti articoli della presente leggederivanti dalla stabilizzazione in pianta organicadi tutti i lavoratori con rapporto di lsu,Co.co.co., contratto a progetto, contratto interi-nale, contratto a tempo determinato, titolari di

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assegni di ricerca alle dipendenze delle Univer-sità e degli Enti pubblici di ricerca, dei dipen-denti appaltati ed internalizzati nella A.P., ilGoverno è delegato ad emettere, con appositodecreto, un provvedimento per lo stanziamentodelle seguenti risorse:

a) Agli oneri derivanti dall’attuazionedella presente legge, pari complessivamente aeuro..................... per l’anno 2006, si provvedemediante corrispondente riduzione dell’autoriz-zazione di spesa recata dall’articolo 1, comma97, della legge 23 dicembre 2005, n. 266. (pari amille milioni di euro) nonché riduzione deicapitoli di bilancio dello Stato di previsione delMinistero della Difesa relativi a disposizioni peril finanziamento di missioni di “pace” all’esteroe professionalizzazione delle Forze Armate e anuovi sistemi d’arma

b) Agli oneri derivanti dall’attuazionedella presente legge, pari complessivamente aeuro..................... per l’anno 2006, si provvedemediante corrispondente riduzione del fondoper l’occupazione di cui all’articolo 1, comma 7,del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148,convertito, con modificazioni dalla legge 19luglio 1993, n. 236, è rifinanziato per l’anno2006 per un importo pari a 49 milioni di europer l’anno 2006. Al relativo onere si provvedemediante riduzione per l’importo di 150 milionidi euro, per l’anno 2006, del fondo per le areesottoutilizzate di cui all’articolo 61 della legge 27dicembre 2002, n. 289 in misura proporzionalee comunque adeguata alla stabilizzazione deimedesimi lavoratori LSU/ LPU.

c) Agli oneri derivanti dall’attuazionedella presente legge, pari complessivamente aeuro..................... per l’anno 2006, si provvedemediante una manovra di finalizzazione dellaspesa del bilancio pubblico dello Stato relativoalla copertura dei costi per il personale esternoe con contratti flessibili;

d) Al fine di provvedere all’integralecopertura degli oneri derivanti dalla presentelegge, il governo è delegato ad emettere, conapposito decreto, un provvedimento finalizzatoalla tassazione di trasferimenti di capitali all’e-stero riguardante tutte le transazioni internazio-nali di capitale finanziario a carattere speculati-vo. Con apposita aliquota del 6% con riferimen-

to alle operazioni aventi durata non superiore asette giorni, di un’aliquota sino al 5% per leoperazioni aventi una durata non superiore ai30 giorni e sino al 4% per operazioni di duratasuperiore a 30 giorni;

e) Il governo è delegato, inoltre, adaccompagnare ed integrare la succitata fontefinanziaria, con successive altre risorse, stabi-lendo con decreto, l’aumento dell’impostaindiretta (IVA) sino al 2% sui beni finali di inve-stimento e introducendo una tassazione sull’in-novazione tecnologica che produce decremen-to occupazionale, consistente in un’addiziona-le IVA del 3% su tali immobilizzazioni tecni-che.

Il Ministro dell’economia e delle finanze e’autorizzato ad apportare, con propri decreti,l’occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 11Sanzioni e responsabilità dirigenziale

1. Il mancato rispetto delle previsioni dellapresente legge, con le scadenze temporali emodalità dalla stessa previste, da parte delleP.A. interessate sarà valutato ai fini della alloca-zione e ripartizione annuale delle risorse allestesse e sarà considerato elemento valutativodelle posizioni e delle prestazioni della dirigen-za e nella definizione di un meccanismo dideterminazione del trattamento di risultato,nonché ai fini delle previsioni di cui agli art. 21,22 e 24 del decreto legislativo n.165/01 esuccessive modificazioni.

Art. 12Entrata in vigore

...............................................................

a cura dellaFederazione Nazionale delle Rappresentanze

Sindacali di BaseConfederazione Unitaria di Base

con la collaborazionedel Centro studi di Cestes-Proteo

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A L L E G A T I

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RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASEFEDERAZIONE DEL PUBBLICO IMPIEGO, SERVIZI, INDUSTRIA E SETTORE PRIVATOADERENTE ALLA CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE (C.U.B.)

00175 ROMA - VIA DELL’AEROPORTO, 129 - TEL. 06/762821 centr. - FAX 06/7628233www.rdbcub.it - e-mail: [email protected] C.F. 96138470586

CHIEDIAMO:

• Incremento delle piante organiche di tutte le pubbliche amministrazioni per ilriconoscimento dei posti realmente vacanti e ricoperti da anni da precari eesterni a vario titolo:

a) LSU-LPU;b) CoCoCo;c) contratto a progetto;d) interinali;e) tempo determinato;f) titolari di assegni di ricerca o similari alle dipendenze delle Università o degli

Enti pubblici di ricerca;g) cantieristi

• concorsi a soli titoli culturali e di servizio riservati ai lavoratori con contrattiprecari o esterni per una stabilizzazione generalizzata e programmata

• Proroga generalizzata e rinnovo dei contratti scaduti ai lavoratori precari eesterni fino al completamento delle procedure di conversione dei contratti atempo indeterminato

• adeguamento salariale e previdenziale

• Reinternalizzazione e assunzione nella Pubblica Aamministrazione dei lavora-tori delle cooperative e delle ditte appaltatrici dei servizi pubblici esternalizza-ti; per la gestione diretta dei servizi e il blocco generalizzato delle esternalizza-zioni e contro lo sperpero di denaro pubblico a favore di imprese che nondanno garanzie ai lavoratori e qualità del servizio agli utenti.

• Blocco generalizzato ad ulteriore precariato nelle P.A.

• Riconoscimento delle professionalità acquisite e progressione di carriera pertutti i dipendenti pubblici

• Tagli alle spese militari e maggiori risorse per dare stabilità ai contratti precarie incrementare la spesa per i servizi pubblici

PER INFO:

FEDERAZIONE NAZIONALE RDB/CUB - TEL. 067628211; WWW.RDBCUB.IT;

[email protected]

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RACCOLTA FIRMEFIRMA ANCHE TU A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DI LEGGE:

“Stabilizzazione, attraverso la stipula di contratti a tempo indeterminato, dei lavoratoricon contratto di lavoro atipico, a termine, assegni di ricerca o similari, LSU e dipendenti

delle ditte e cooperative appaltatrici dei servizi pubblici, operanti nelle pubblicheamministrazioni.”

COGNOME NOME INDIRIZZO TEL/FAX e-mail FIRMA

Il/La sottoscritto/a acquisite le informazioni fornite dal titolare del trattamento ai sensi dell’art. 13 de D.lgs. n° 196/2003, e consa-pevole, in particolare, che il trattamento non riguarderà i dati “sensibili” di cui all’art. 4 comma 1 lett. D), nonché art. 26 del D.lgs.196/2003, presta il suo consenso per il trattamento dei dati necessari allo svolgimento della raccolta delle firme.

a cura della Federazione Nazionale delle Rappresentanze Sindacali di BaseConfederazione Unitaria di Base

con la collaborazione del Centro studi di Cestes-Proteo

RAPPRESENTANZE SINDACALI DI BASEFEDERAZIONE DEL PUBBLICO IMPIEGO, SERVIZI, INDUSTRIA E SETTORE PRIVATOADERENTE ALLA CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE (C.U.B.)

00175 ROMA - VIA DELL’AEROPORTO, 129 - TEL. 06/762821 centr. - FAX 06/7628233www.rdbcub.it - e-mail: [email protected] C.F. 96138470586

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