Soluzioni per reagire contro precarietà, sciame sismico ... · Il quindicennio di lotte intestine,...

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Gubbio oggi - Mensile - Anno XXIII - n. 7 - Sped. A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Perugia - € 2,50 SETTEMBRE 2013 Questo mese all'interno: - L’importanza di chiamarsi Francesco - Gubbio risolverà i problemi di Berlusconi (e della Lorenzetti) - Ciclismo, Calcio, Basket e GubbioFaCentro Piano inclinato Soluzioni per reagire contro precarietà, sciame sismico, crisi economica, degrado

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Gubbio oggi - Mensile - Anno XXIII - n. 7 - Sped. A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 Filiale di Perugia - € 2,50

SETTEMBRE 2013

Questo mese all'interno: - L’importanza di chiamarsi Francesco- Gubbio risolverà i problemi di Berlusconi (e della Lorenzetti)- Ciclismo, Calcio, Basket e GubbioFaCentro

Piano inclinatoSoluzioni per reagire contro precarietà,

sciame sismico, crisi economica, degrado

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Mensile indipendente di informazione della città di Gubbio Editoriale Dal vuoto politico ai vuoti...di memoria 4

Inchiesta Benevenuti nell'era della spiritualità 6

La solidarietà combatte l'incertezza del lavoro 8

Puc 2, il sogno svanito 9

Attualità Sanità a rischio? 10

E' suonata la campanella 11

Sfarzi pirotecnici in tempo di crisi 13

Un ponte unisce, un muro divide 14

Ikuvium,finegloriosa... 16

Dimenticato la password? 18

Costume Perugia o Urbino? Mejo faccia roscia... 22

Lutto per il mondo culturale

e delle tradizioni eugubine 23

Sport Notte Bianca, un successo senza precedenti 24 Un Trofeo Fagioli nel segno dei record 25 Basket Gubbio, si riparte dai giovani 26 Gubbio Ciclismo Mocaiana, estate al massimo 27 Longobardi, Bucchi ha il suo bomber 28 Le eugubine alla conquista dell'Umbria 29

Gubbio oggi più Comunità 30

Vita di frazione 31

I fatti del mese 32

Pagina Rosa 34

La Satira 37

Gubbio ieri 38

CONTENUTI

SETTEMBRE 2013

Mensile indipendente di informazione della città di Gubbio

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Design: Venerucci Comunicazione - GubbioStampa: Tipografa G. Donati - GubbioDir. Resp. : A. PatrunoChiuso in redazione il 17 Settembre 2013

Mensile indipendente di informazione cittadina Aut. Trib. PG N. 37/91 del 28-11-1991

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Una città senza governo, senza assise consiliare, sen-za possibilità di progettare il futuro. In due parole, una città senza voce. E con il rischio di ritrovarsi an-

che senza memoria. Caso mai qualcuno avesse scordato gli ultimi 15 anni di vita eugubina, ci ha pensato indiret-tamente la Presidente della Regione, Catiuscia Marini, a rinfrescare la meningi al termine del suo incontro con il Commissario D’Alessandro a Palazzo Pretorio.“A Gubbio non si programma e non si decide da troppo tem-po” ha dichiarato testualmente la Governatrice umbra, re-spingendo al mittente non solo presunte responsabilità re-gionali sulla situazione attuale ma anche insinuazioni che volevano coinvolgere Palazzo Donini nella strana e ancora oggi subdola vicenda della fuga di “Don Matteo” a Spoleto.Gubbio Cenerentola? No, più che altro una Gubbio da Ber-toldo.Unacittàchehafinitopergiocaresulpropriodesti-no prima con un decennio improntato prevalentemente ad una “politica del consenso”, poi con un biennio gravido di conflittiecontraddizioni–primafratuttel’abbandonodeltimoniere da parte delle truppe che lo avevano sostenuto.Quella stampata dalla Presidente regionale non è solo una fotografiadell'attualità, somigliapiùadunoschiaffopolitico alla classe dirigente di questa città (del suo par-tito e non solo). Il quindicennio di lotte intestine, alleanze trasversali, conflittieconomici,battagliedisputate supiùfronti, non solo politici, ha lasciato molte macerie. Il risulta-to?Unacittàchesièautoesclusadallageografiadellapro-grammazione regionale. Una comunità senza più bussole.Gubbioèl’unicocomuneinUmbria–harivelatolaMarini-anon aver presentato il cosiddetto Qsv (documento sul qua-dro strategico di valorizzazione del centro storico), perdendo così l’opportunità di attingere a risorse economiche che di questi tempi sarebbero tanto preziose per quanto sono rare.

L’ultimo decennio, al di là di alcuni interventi, la città ha partorito due mega progetti (Puc 1 a San Pietro e Puc 2 nell’ex ospedale) che dovevano rappresentare una svolta epocale per il centro storico. Entrambi hanno vegetato pri-ma ed ora restano in incubatrice, con il parcheggio a San Pietro che ha qualche chance in più di vedere la luce (se non altro per far sparire l’eco-mostro attuale) e con l’ex ospedale che invece si candida a diventare “cattedrale nel deserto”, con l’aggravante di aver fatto trascorrere quasi 10 anni (dalla firmaper il nuovo ospedale di Branca ri-salente all’anno 2000 all’inaugurazione del marzo 2008) senza un progetto di credibile fattibilità.Piangersiaddosso,aquestopunto,èesercizioperfinobef-fardo, oltre che dannoso. Non potrà essere il Commissario del resto ad usare la bacchetta magica e risolvere d’in-canto i problemi: sarà un mezzo miracolo già far tornare i conti, dopo il taglio “brutale” di circa 4 milioni dei fondi provenienti dal Governo, che imporranno una manovra ri-gorosa e inevitabilmente pesante.C’è un vuoto politico, che faticosamente da alcune spon-de,politicheeciviche,sicercadiaffrontareconqualcheprimo timido dibattito. L’attualità e l’emergenza richiama-no anche la cittadinanza ad un maggiore impegno e ad una partecipazione diretta senza precedenti. Lo stesso appello del Commissario alle associazioni locali, a farsi arteficidellagestionedialcuneareepergarantirneunapiù decorosa manutenzione, va colto come stimolo ad una fase nuova di responsabilità da parte dei cittadini.Anche se, la responsabilità più importante resterà comun-que, tra meno di 12 mesi, quella delle urne. Sarà pure pre-maturo,maèbeneauspicarefind’oracheseilvuotopoli-tico sarà colmato dalla campagna elettorale, non siano poi i“vuotidimemoria”afareladifferenza.

Dal vuoto politico ai vuoti...di memoria

L’editoriale di:Giacomo Marinelli Andreoli

http://giacomo-marinelli.blogspot.comhttp://twitter.com/giacomomarinel1

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INCHIESTA

Benevenuti nell'era della spiritualità

di Valentina Santucci

Sarà forse per il carisma dell’imprevedibile Papa Francesco che ha stravolto

le perentorie ed immutabili regole della Chiesa ed infuso una nuova fiducianelfuturo;saràforseperlacrisi economica, sociale e di valori che stiamo vivendo che ci spinge a voltare lo sguardo altrove per trovare la forza necessaria per af-frontare le piccole e grandi diffi-coltà di ogni giorno. Fatto sta che nell’aria si respira una rinnovata spiritualità come risposta al senso di precarietà del mondo contemporaneo, un’anco-ra di salvezza a cui aggrapparsi con forza quando alle difficoltàsembra non esserci via d’uscita. Un vero e proprio terremoto spi-rituale - anche se non ha niente a che vedere con il sisma, quel-lo vero, che continua sommessa-mente a disturbare il sonno degli eugubini, come a ricordarci, se ce ne fosse bisogno, il clima di incer-tezza, di instabilità e di paura del futuro dei nostri giorni - che va ol-tre il concetto di fede e che riesce ad abbattere anche le apparente-mente insormontabili barriere di chi la Chiesa dice di non frequen-tarla o addirittura di detestarla. Ne sono una dimostrazione i nu-meri dell’ultima edizione del Sen-tiero francescano, il pellegrinaggio sulle orme del Poverello di Assisi che si è svolto all’inizio di settem-

bre: 620 sono stati i partecipanti totali, di cui 200 hanno sog-giornato lungo il sen-tiero, tra accoglienza povera e agrituristico –alberghiera.Persone normali, non solo religiosi ma an-che non praticanti, venute anche da mol-to lontano, da ogni parte d’Italia (Reggio Calabria, Cosenza, Salerno, Firenze, Pisa, Crema, Mi-lano) e dall’estero, dalla Germania e dal Brasile, spinte dai motivi più vari: ristabilire un contatto con se stessi nella natura, festeggiare il proprio compleanno, imparare da pellegrino i bisogni di chi cammi-na, riconciliarsi con il mondo. Quella riconciliazione a cui è de-dicato il Premio “Lupo di Gubbio” che ricorda il famoso episodio dell’ammansimento della bestia avvenuto nell’area della Vittorina che ha fatto della città di pietra la seconda patria di San Francesco: quest’anno il riconoscimento è stato assegnato al gruppo Nova-mont, cheguida lafilieraprodut-tiva del Mater-Bi, un’innovativa fa-miglia di plastiche biodegradabili a impatto zero, e all’Enpa, l’ente nazionale impegnato nella prote-zione degli animali. Quella riconciliazione che Papa

Francesco ha invitato a ritrovare, lanciando la Giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, nel Medio Oriente e nel mondo inte-ro, alla quale la comunità eugubi-na ha partecipato con entusiasmo. Il 7 settembre scorso alla Chiesa di San Francesco è stata celebra-ta la santa messa terminata con l’omelia del vescovo monsignor Mario Ceccobelli, a cui è seguita la processione dei fedeli diretta ver-so la chiesa di Santa Maria della Vittorina, quella chiesetta che 800 anni fa ha ospitato la prima frater-nità francescana di Gubbio, im-mersa in quello che proprio in oc-casione della giornata conclusiva della quinta edizione del Sentiero Francescano, ha assunto il nome di “Parco della Riconciliazione”. Ed ora la comunità eugubina si prepara per un altro grande even-to, l’arrivo ad Assisi il 4 ottobre

Negli ultimi tempi si sta assistendo ad un massiccio ritorno al senso del sacro come risposta alla precarietà del mondo contemporaneo.

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INCHIESTA

prossimo, giorno di San Francesco patrono d’Italia, di Papa Bergoglio, un evento unico per l’intera regio-ne Umbria, che racchiude nelle sue città, nei suoi borghi e nel-le sue colline un profondo senso del sacro e che per questo è meta prediletta di quel turismo religioso che sembra non conoscere crisi. Per l’occasione tra Gubbio e Scheg-gia si terrà un evento organizza-to dall’associazione Civiltà Etica e pensato proprio per celebrare San Francesco in un anno che, con l’e-lezione del Papa, ha riportato all'at-tenzione del mondo il santo più amato di tutta la liturgia cristiana. Dal 3 al 6 ottobre sono in program-ma concerti, spazi gioco per bam-bini, esibizione di artisti di strada, spettacoli, seminari, momenti di riflessionee confronto,maanche“tende del silenzio”, dove racco-gliersi in preghiera e meditazione insieme a rappresentanti di altre religioni, per ritrovare l’essenza spirituale comune a tutti gli uomi-ni. Ma il segno tangibile di questa ritrovata spiritualità è sicuramente la costruzione della nuova chiesa di Madonna del Ponte. Di chiese non se ne fanno più mol-te e quando questo accade si assi-ste ad un evento unico attorno al quale una comunità si stringe e si riconosce come tale. L’8 settembre scorso, in occasio-ne della festa parrocchiale della frazione eugubina, è stata posata la prima pietra dell’opera pensata per far fronte al numero crescente di fedeli, vuoi per la continua mi-grazione degli eugubini dal cen-tro storico all’immediata periferia, vuoi per questo rinnovato senso del sacro che ha investito anche la città di Sant’Ubaldo.

I lavori prevedono la realizzazione di una chiesa con una capienza di 600 posti, una casa canonica, un salone parrocchiale e dodici aule perlacatechesi:l’opera,finanziatadalla Conferenza Episcopale Italia-na grazie ai fondi dell’otto per mil-le destinati alla nuova edilizia di culto, sarà completata in due anni. Questa rinnovata spiritualità poi non ha solo spinto molti giovani ad avvicinarsi alla Chiesa, ma ha anche determinato un incremento del nu-mero degli ingressi in seminario. Come affermato infatti dal padrespirituale del Seminario regionale don Mauro Salciarini, quest’anno si raggiungerà il numero più alto di tutti i tempi visto che saranno circa 50 gli iscritti al seminario e al corso propedeutico.Le vocazioni quindi, sebbene con-tinuino ad essere merce rara, non sono ancora una razza in estinzio-ne. E anche all’interno della Dio-cesi di Gubbio c’è chi ha deciso di avvicinarsi alla Chiesa, anche se risale al 2009 l’ultima ordinazione sacerdotale, quella di don Stefano

Bocciolesi, oggi rettore, insieme a mons.FaustoPanfili,dellaBasilicadi Sant’Ubaldo. Sono infatti tre i ragazzi che quest’anno entreranno in semina-rio mentre almeno due sarebbe-ro intenzionati a intraprendere il cammino verso il sacerdozio. “In questo periodo abbiamo assisti-to ad un risveglio della spiritualità – ha spiegato don Mauro Salcia-rini – il merito è di sicuro di Papa Francesco che ha dato una nuova energia e una nuova spinta alla Chiesa, anche se è ancora presto per apprezzarne i frutti, ma anche dell’interso lavoro delle Pastorali giovanili e della Giornata mondia-le della Gioventù che hanno saputo avvicinare o riavvicinare molti gio-vani alla Chiesa e alla fede in Dio. La storia infatti ci ha insegnato che è nei periodi delle grandi persecu-zioni che la Chiesa è riuscita a ritro-vare l’unità perduta e a rafforzarsi e questo può valere anche oggi: il ri-torno alla spiritualità è la risposta ai contrasti e ai dissidi del mondo contemporaneo”.

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INCHIESTA

La solidarietà combatte l'incertezza del lavoro

di Valentina Santucci

“Non c’è dignità senza lavoro” è uno degli slogan della Comunità di Capodarco dell’Umbria, pre-sente a Gubbio già nel 1974 con lo scopo di combattere l’emargi-nazione dei più deboli, favorendo lo sviluppo della persona, il suo inserimento nella società e l’ef-fettiva partecipazione alla vita democratica. Ma questi che stia-mo vivendo sono tempi duri per il lavoro, che diventano addirittura durissimi per i diversamente abili. E’ per questo che è sceso in cam-po don Angelo Maria Fanucci, presidente e “anima” della Co-munità di Capodarco dell’Um-bria di Gubbio, che ha proposto all’Itis “Maria Letizia Cassata” tre progetti scuola-lavoro finalizzatiad inserire nel mondo lavorativo i suoi ragazzi. I progetti riguar-dano l’informatizzazione degli archivi, la riproduzione di im-magini in quadri d’argento e la produzione di carta a mano. Del progetto di informatizzazio-ne degli archivi si era parlato già da tempo quando nella sede del-la Comunità di Capodarco di Cor-so Garibaldi erano stato installa-ti otto computer in rete, mentre nella sede di San Marco ci sono una pressa e circa cinquecento clichets, realizzati in materiale

speciale, che ripro-ducono paesaggi, immagini della cit-tà e opere d’arte: in questo caso l’idea è quella di realizzare piccoli quadri in ar-gento, attività che potrebbe diventare molto redditizia.

Così come l’officina per la pro-duzione della carta a mano di cui dispone la Comunità: dota-ta delle macchine più moderne, conserva tuttavia la fisionomiadel laboratorio artigianale che per secoli ha fabbricato manual-mente la carta richiesta dai vari utenti che oggi sono soprattutto fotografieaziendecheproduco-no articoli cartacei di alta qualità. Parte sempre dal mondo del vo-lontariato e dell’associazionismo un altro progetto volto a combat-tere la disoccupazione, specie quella giovanile. Si tratta dell’iniziativa lancia-ta dall’associazione Civiltà Etica, fondata nel 2001 da Gianluca De Gennaro, e basata sul principio dell’economia della condivisione nella convinzione che l’economia può ripartire soltanto se prima si ricostruisce la base sociale. In pratica l’associazione riuscirà ad offrire8contrattidi lavoroadal-trettanti giovani di Gubbio e del comprensorio grazie alle donazio-

ni di tanta gente comune che ha accolto l’appello di Civiltà Etica. La sottoscrizione dei cosiddetti “certificati d’impegno”, del valo-re di 50 euro l’uno, è in corso e chiunque vi può partecipare: ad oggi l’associazione può contare su circa900certificatima l’obbietti-vo è di raggiungere i 4.000 per po-ter avere a disposizione le risorse necessarie per dare vita ai primi 8 contratti di lavoro che prevedo-no una retribuzione di mille euro mensili per la durata di un anno. Che lavoro svolgeranno gli 8 gio-vani? Quello dei loro sogni, per-ché l’obbiettivo di Civiltà Etica ènonsolooffrirelavoromaan-che riscoprire la gioia di lavora-re, così ecco che ognuno degli 8 giovani potrà svolgere la man-sione preferita, come coltivare la terra od occuparsi dei bambini, e grazie, alla retribuzione garantita per un anno, avrà a disposizione le risorse e il tempo necessari per imparare a camminare sulle proprie gambe.

La Comunità di Capodarco dell'Umbria e l'associazione

Civiltà Etica in campo per sconfiggere la disoccupazione

giovanile.

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Puc 2, il sogno svanito di Valentina Santucci

INCHIESTA

Quando si pensa alla preca-rietà tra le prime cose che saltano in mente ci sono

senza dubbio le opere pubbliche.Lavori interrotti, lavori promessi e mai partiti, lavori in continuo ritardo, è quello con cui hanno a che fare quotidianamente i citta-dini costretti a subire disagi per consentire la realizzazione di opere che sembrano non vedere mai la luce. E questo succede an-che a Gubbio. Precaria è la situazione del se-condo tratto della nuova Pian D’Assino, quello che dovrebbe collegare Mocaiana e Camporeg-giano, consentendo ladefinitivamessa in sicurezza del vecchio tracciato della SS 219. Se infatti il tratto Madonna del Ponte – Mocaiana è giunto allafase conclusiva e a breve verrà consegnato alla città, il comple-tamento è ancora molto incerto. Nonostante infatti la Regione ab-bia inserito l’ultimo tratto della variante alla Pian D’Assino nel pro-gramma delle opere pubbliche, soltanto se l’Anas restituirà i soldi anticipati dall’Ente regionale per

la realizzazione del primo tratto, si potrà iniziare a pensare ai lavori. Ma la strada è ancora più tortuo-sa perché, anche avendo a dispo-sizione quelle risorse, sul piatto ci sarebbero soltanto 27 milioni di euro e all’appello ne manche-rebberoalmenoaltri100.Efinoa che non verranno reperite le risorse necessarie non si potrà procedere con la Conferenza dei servizi e il secondo tratto della 219 resterà soltanto un sogno. Precario, o meglio in stand by, è il processo di revisione del Piano Regolatore Generale, il cui iter si è interrotto con la caduta del Go-verno Guerrini. E, senza una semplificazionedelle norme ed uno snellimen-to delle procedure, il Prg reste-rà poco attuabile. Precaria, anzi disastrosa, è la situazione del Puc 2, il progetto milionario che avrebbe dovuto trasformare l’ex ospedale cittadino di piazza Quaranta Martiri in un mega polo turistico-ricettivo con un albergo di lusso dotato di 60 camere e centro benessere, spazi per le at-tività commerciali ed artigianali,

oltre ad appartamenti a canone concordato e alla cittadella della salute, al quale la Regione aveva destinato 6,5 milioni di euro a valere su fondi comunitari. Ma i tempi per l’attuazione del progetto sono oramai giunti al capolinea e sembra sempre più un miraggio che si possa dare il via all’intervento che ha un costo complessivo pari a 26 milioni di euro, di cui 6,5 finanziati dallaRegione, 7 dal Comune di Gub-bio, 3 dall’Asl 1, 900mila dall’A-ter Umbria e i restanti da soggetti privati. Il commissario Maria Lu-isa D’Alessandro avrebbe infatti comunicato alla Regione l’inten-zionedirestituireilfinanziamen-to per l’impossibilità di attuarlo, almeno per ora. Unica consolazione, l’assicura-zione da parte della presidente Catiuscia Marini che, anche se si dovesse procedere ad una revoca del finanziamento, la Giunta re-gionale adotterà un atto formale con il quale si impegnerà a garan-tire al Comune di Gubbio la stes-sa cifra nell'ambito della nuova programmazione comunitaria.

Tramonta (per ora) il progetto di riqualificazione dell'ex ospedale. Ma non è l'unica opera in bilico...

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Sanità a rischio?di Valentina Santucci

Era nato per essere un polo d’eccellenza ma rischia di essere depauperato e di

non avere più garanzie di soprav-vivenza, anche a fronte di una qualità che va diminuendo di giorno in giorno. E’ l’allarme lanciato dalla Cisl Fp in merito all’ospedale di Gubbio- Gualdo Tadino che, a cinque anni dalla sua apertura, sembra non attirare più pazienti. I ricoveri infatti, dice la Cisl, sono in calo mentre numerosi sono i trasfe-rimenti volontari del personale medico, con conseguente man-canza di certezze per servizi e reparti. Tale stato di precarietà è stato ben condensato in un documen-to di 14 punti che il sindacato ha sottoposto all’attenzione delle Istituzioniecheèfinitosultavo-lo del direttore generale dell’Asl 1 Giuseppe Legato.

Che ha rassicurato: l’ospedale di Branca non sarà depotenziato an-che se la fusione delle vecchie Asl 1 e Asl 2 in un’unica azienda e le minori risorse a disposizione potrebbero determinare qualche cambiamento nell’organizzazione. Questo quanto emerso nel cor-so dell’incontro tra i sindaci del comprensorio e la direzione dell'Asl 1 che ha confermato la continuità di un percorso pro-gressivo di potenziamento e con-solidamento delle prestazioni e dellaqualitàdell’offertasanitariadell’ospedale. Ingenerale,affermal’Asl,gliindi-catori del primo semestre 2013 testimoniano un trend di miglio-ramento dell’ospedale: il fattu-rato complessivo è in aumento e sale anche il tasso di utilizzo dell’ospedale che dall’81,48% è passato all’89,04%. Gli interventi chirurgici in regime di ricovero ordinario sono saliti da 3.556 a 3.862 e, dalle proie-zioni, sembra essere in aumen-to anche l’attività di Ortopedia. In crescita anche i parti, in con-trotendenza rispetto alla media aziendale,regionaleenazionale;in questo caso ben l’84% delle donne dell’Alto Chiascio decide didarealla luce ilpropriofiglio

all’ospedale di Branca. Tra le criticità sottolineate inve-ce la spesa farmaceutica che è la più alta di tutta l’azienda e le liste di attesa, che, per quanto riguarda le prestazioni non pro-grammabili, a volte superano i 180 giorni massimi previsti dalla legge, ma questo è un fatto pur-troppodiffuso in tutta l’Asl e intutta la Regione. Niente da fare nemmeno per l’emodinamica: nonostante il nosocomio comprensoriale fos-se stato pensato come un polo d’eccellenza cardiovascolare, ad oggi il decreto Balduzzi obbliga a ridurre a due centri in Umbria, a Perugia e a Terni. Inoltre, in seguito alla fusione delle due Asl, alcuni medici han-no iniziato a prestare servizio anche in altre strutture ospeda-liere con la conseguente riduzio-ne della loro presenza a Branca, senza però incidere, dice Legato, sulle prestazioni agli utenti. “Nessuno vuole depauperare la sanitàdiquest’area–harassicu-rato il direttore generale dell’Asl 1 - ma solamente razionalizzare e ottimizzare le risorse disponi-bilialfinedigarantireunfuturoall'ospedale e ai servizi sanitari dell'Eugubino-gualdese".

La Cisl Fp lancia l'allarme ma l'Asl rassicura:"L'ospedale di Branca non verrà depotenziato".

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E' suonata la campanelladi Valentina Santucci

E' finalizzato a contrastare, al-meno in parte, la precarietà che da sempre caratterizza il

mondo della scuola il decreto legge recentemente approvato dal Gover-no che ha messo sul piatto 400 mi-lioni di euro per l'istruzione. Tra le misure previste c'è infatti la stabilizzazione nell'immediato di 27mila insegnanti di sostegno, per un totale di 69mila docenti in tre anni, e assunzioni sono in arrivo an-che per il personale Ata. Una piccola inversione di tendenza, dopo anni di continui tagli, che fa ben sperare. Anche se per il mon-do dell'istruzione il futuro resta in-certo. La scure dei tagli è sempre in agguato e le scuole, anche quelle eugubine, hanno oramai imparato a vivere alla giornata. Così ecco che c'è la dirigente che si trasferisce in ripostiglio per con-sentire la realizzazione di un labo-ratorio di informatica e la segretaria che trascorre l'estate a tinteggiare l'ufficio. Riforme e tagli a parte, lescuole eugubine sembrano tutta-via avere inaugurato il nuovo anno senza troppi intoppi. Nessuna delle tre Direzioni didatti-che ha avuto problemi nell'attivare classi e sezioni dell'infanzia e della

primaria, anche se è aumentato il numero di alunni per classe, che potrebbe incidere sulla qua-lità della didattica. All'Aldo Moro ad esempio sono cinque le classi con 29 alunni, il numero massimo previsto per legge che scende a 20 se è pre-sente un portatore di handicap.Tuttavia esistono ancoramini –classi, come la sezione di scuo-la dell'infanzia di Scritto che conta solo 10 bambini, conseguenza del-le deroghe previste per i Comuni cosiddetti montani che però sono destinate a scomparire con il ri-schio di un eccessivo accentramen-to di studenti nei plessi cittadini. Poi ogni anno c'è il risiko della no-mina dei docenti, un continuo via-via di insegnanti che, non essendo di ruolo, sono costretti a cambiare plesso ogni anno o addirittura più volte nel corso dello stesso anno. E come sempre, quando la campa-nella suona, l'organico non è mai al completo.La più grande novità di quest'anno scolastico è però l'accorpamento delle scuole medie Mastro Giorgio e Ottaviano Nelli, dovuto al fatto che nessuna delle due raggiungeva il numero minimo di 400 alunni previ-

stoperlescuolemontane;lafusionenon ha comportato una contrazione dei plessi ma soltanto l'istituzione di uno staff unico e una razionalizza-zione delle risorse che non potran-no che avere effetti benefici sullaqualità dei servizi erogati. Lo stesso problema riguarda l'Istitu-to Gattapone il cui numero di iscritti si ferma qualche decina sotto la so-gliadei400;perquest'annoèstatoassegnato in reggenza al dirigente scolastico dell'Itis, poi si vedrà. Proprio all'Itis è stato invece atti-vato il nuovo indirizzo “Turismo” in sostituzione del vecchio linguistico-aziendale, cancellato dalla riforma Gelmini. Riguarderà infine tutte lescuole l'attivazione del registro elet-tronico, che consentirà ai genitori di conoscere in tempo reale l'andamen-toscolasticodelpropriofiglio.

Gli studenti eugubini sono tornati sui banchi tra le mille incertezze che da sempre caratterizzano la scuola.

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Sfarzi pirotecnici in tempo di crisiLa Redazione

ATTUALITA'

E’ una tranquilla serata estiva, sei appena rientrato da una pas-seggiata, i bambini sono a dor-

mire, quando improvvisamente una se-rie di boati irrompono nel tuo salotto. I cani cominciano ad abbaiare, l’allar-me di qualche auto inizia a suonare e tu mezzo appisolato, sobbalzi sul divano gridando: “…il terremoto … la guerra mondiale …”. Un attimo per ri-prenderti e capisci che è l’ennesima festa di frazione o sagra che chiude i battenti e va in scena il visto e rivisto, fritto e rifritto ottocentesco spettaco-lodeifuochiartificiali.Ora, scongiurati gli scenari peggiori, ci affacciamo un attimo al terrazzodi casa per capire da dove arrivano i “botti” e magari riusciamo anche ad intravederli, sempre belli se di qualità, è vero, ma intanto proviamo a ragionarci un po’ su. Per carità, la festaèfestaevasempresantificataanche e soprattutto in tempi di crisi come questo, ma un po’ di sobrie-tà forse non guasterebbe. O meglio,

la domanda che ci ripetiamo men-tre siamo li in terrazzo è: “ma sono proprio necessari?” Anche perché oramai quasi tutte le settimane, da maggio a settembre, si ripete lo stes-so copione, e allora che festa è, che attrazioneèvedereifuochidiartifi-cio nel 2013? Ma soprattutto, senza voler esser moralisti o moralizzatori, ci chiediamo se valga la pena man-dare in fumo, è proprio il caso dirlo, decine e decine di migliaia di euro. Perché se si sommano le voci di spe-sa per gli spettacoli pirotecnici di tutte la varie feste del territorio è di queste cifre che parliamo. In totale circa una quindicina fra feste di fra-zione, sagre e ricorrenze dei Santi delle varie parrocchie, che coprono tutto il territorio eugubino da est a ovest e da nord a sud senza soluzio-ne di continuità.Proviamo ad essere propositivi: que-sti soldi potrebbero essere destinati per esempio, a garantire la soprav-vivenza della festa stessa per le edi-

zioni future, visto che a volte si chie-dono sponsorizzazioni alle aziende del territorio (non propriamente in salute) o si attinge a fondi pubblici (e anche qua si salvi chi può). Oppu-re potrebbero essere impiegati in un fondo di solidarietà per famiglie in difficoltà,aiutiapersonechehannopersoil lavoro,donazionibenefiche,progetti sociali di vario tipo, ovvero tutte quelle iniziative che faticano oggi a trovare risorse e che rendereb-bero ancora più bello il senso della festa e magari porterebbero anche più partecipazione. Tale ragionamento vuol essere solo uno spunto di riflessione propositivosenza criticare o giudicare nessuno, ma anzi per cercare di valorizzare l’impe-gno e il lavoro di tutte quelle persone che con i loro sforzi danno continuità a queste feste, che rappresentano mo-menti importantissimi per il tessuto sociale del nostro territorio, che for-tunatamente è ancora in grado di far sopravvivere questi appuntamenti.

Si possono usare diversamente i soldi destinati ai fuochi d’artificio nelle varie feste e sagre del territorio?

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2013Si sono conclusi in Piemonte a

Mongrando, nei pressi di Biel-la, i campionati del mondo dei

cercatori d’oro, detti anche Mondia-li di Batea dal nome della “padella” chevieneutilizzatanelfiumedachisa abilmente separare sassi e sabbia da pepite e preziose pagliuzze. L’Umbria era rappresentata da Goldlake, la società eugubina lea-der mondiale nella produzione di oro etico, che attraverso la presen-za della squadra dell’Honduras ha ottenuto il 7° posto alla sua prima partecipazione nella categoria 3x3. Goldlake, infatti, opera anche in Honduras attraverso proprie inizia-tive minerarie e ha quindi permesso alla selezione locale di competere ai mondiali.

Un ottimo risultato per essere la prima partecipazione in uno sport che vede migliaia di appassionati

nel mondo con, ai primi posti, Ger-mania, Finlandia, Svezia e anche Italia.

Gubbio settima ai mondiali dei cercatori d’oro

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di Simone Zaccagni

Un ponte unisce, un muro divide

Nei giorni afosi di questa estate ormai finita, comemolti Eugu-bini, ho cercato refrigerio nel

luogo più freddo di Gubbio: il ponte di San Martino. Anche quando il termometro sfiorai35°, puoi stare sicuro che lì trovi una brezza che ti spettina e ti rinfresca. La gola che hai di fronte è un ventilatore naturale. E, come ogni volta che mi tro-vo sopra un ponte, mi viene in mente la canzone di Simon & Garfunkel “Like a bridge over troubled waters”. Come un ponte su acque agitate. Di ac-quanelcasospecificocen’erabenpoca,ma il senso di protezione ed al contem-po di precarietà che provi nel guardare inbassoilfiumechescorre,indifferen-te ed ostinato (nel quale, come insegna Eraclito,nonticipuoituffareduevolte),è fortemente evocativo.

Ogni ponte che ho attraversato, dai più celebri a quelli sconosciuti, da quelli storici a quelli moderni, da quelli lun-ghissimi a quelli corti, mi ha dato belle sensazioni e forti emozioni. Rialto e quello dei sospiri a Venezia, che deve il suo nome al fatto che i condannati a morte della Serenissima dovevano attraversarlo per andare dal carcere al patibolo, percorrendo su di essoiloroultimipassidellalorovita;il ponte sul Paranà a metà fra Brasile ed Argentina, Ponte Carlo a Praga, una incredibile enciclopedia di pietra sulla Moldava, con le statue di santi, impe-ratori,filosofiere,chesisusseguonoogni tre metri e che virtualmente rac-contanolelorostorieaisecoli;itantipontisullaSenna;quellicheunisconoBuda e Pest sul Danubio e addirittura i lunghi viadotti sul Bosforo, che ti fan-no ammirare Istanbul nel suo splen-dore, mettendo in comunicazione due Continenti… ognuno ha la sua storia

e il suo fascino, perfino quello sullostretto di Messina, un ponte che non esiste, se non negli utopici e propa-gandistici progetti di qualcuno. Ogni ponte racconta una storia e le intenzioni di chi l’ha costruito: la ric-chezza di Firenze è nel suo Ponte Vec-chio, con i suoi orefici,mentre la se-renità ed il misticismo della Birmania sono tracciati dall’umile ponte U Bein, a Mandalay, il più antico e lungo ponte di legno nel mondo, con ortolani, frut-tivendoli,venditoridipesceeperfinocartomanti, oltre ai tanti monaci che meditano e si specchiano nelle acque del lago Taunghtaman. Un ponte unisce, un muro divide, si diceva ai tempi della caduta del muro di Berlino: era il 9 novembre 1989 ed esattamente quattro anni dopo, il 9 novembre 1993, la stessa frase ven-ne ripetuta quando fu bombardato il ponte di Mostar, simbolo della guerra etnica nei Balcani.

Il Ponte sul Paranà. I colori delle bandiere delimitano i confini di Brasile ed Argentina. Foto Zaccagni

Ponte Carlo a Praga. Foto Zaccagni

Precarietà: quella dei ponti, monumenti simbolo della creatività e della capacita di superare gli ostacoli dell'uomo.

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Come la dissoluzione della cortina di ferro, le cannonate dei militari cro-ati che spezzarono in due la capitale dell’Erzegovinasegnaronolafinediunmondo, di un sistema di valori fondato sulla coesistenza delle diversità che, su scala più ampia, era lo stesso che teneva insieme la Jugoslavia di Tito. Con quella data comune che, per uno strano caso del destino, unisce simbo-licamente due importanti eventi stori-ci del secolo scorso. Fino all’esplosio-nedelconflitto,aMostarmusulmaniecristiani avevano convissuto tranquil-lamente. I primi occupavano la parte a est dello Stari Most (“vecchio ponte”, da cui prende il nome la città), i se-condi quella a ovest. Una separazio-nepacifica,checonlaguerrasarebbediventata una frattura dolorosa. Ag-grediti dai Serbi, gli abitanti di Mostar iniziarono a combattersi tra di loro, in casa propria, nei luoghi che avevano condiviso per tanto tempo.

Nella zona occidentale si trovava l’unico ac-cesso all’acqua pota-

bile: quando i soldati del comandante Slobodan Praljak lo abbatterono, in-trappolarono 55 mila musulmani, per lo più donne e bambini. IlpontesulfiumeNeretva,finoadal-lora attraversato di notte e di corsa per sfuggire ai cecchini, si trasformò in un muro invalicabile, come era quello di Berlino. Il ponte, una volta ricostruito, ha significato la pace, ha simboleg-giato la nuova unione fra due culture, due razze, due religioni.Da un continente all’altro: gli Stati Uni-ti ti accolgono con un ponte celebre, quello di Brooklyn, li attraversi con la Route 66, ideale ponte d’asfalto fra i due oceani, lambendo sterminati campi di granturco, motel, montagne, riserve indiane, praterie, deserti, can-yons, valli infuocate, fino ad arrivaread un altro ponte, il Golden Gate, sul-la baia di San Francisco, dal quale si apre l’immenso Pacifico e l’occhio siperde all’orizzonte: allora immagini le

disteseinfinite,sognilalibertà,comeavranno fatto tanti detenuti del carce-re di Alcatraz, isoletta proprio davanti il Golden Gate Bridge, sostituendo con queste evasioni della mente quelle impossibili del corpo.Il ponte significa condivisione, comu-nità: tanto è vero che la moneta che ac-comuna gli Stati dell’Europa presenta, sul retro delle loro banconote, proprio tale soggetto nelle forme architettoni-che succedutesi nelle varie epoche. Non ci avevate mai fatto caso, vero? I 5 euro arte classica, i 10 romanica, i 20 gotica, i 50 rinascimentale, i 100 ba-rocca, i 200 un ponte in ferro e vetro edinfineilbigliettoda500euro(esi-ste: l’ho avuto in mano una volta!) è in arte moderna. Il ponte è un simbolo universale, una creazione fenomena-le,larispostadell’uomoalledifficoltàdella Natura, metafora della vita: sta-bile ma sospeso allo stesso momento, luogo di passaggio e non di sosta. Un proverbio arabo lo paragona alla vita e dice: “attraversalo, ma non costruirci mai una casa sopra”.

Il Ponte di Brooklyn (dietro si intravede il Manhattan Bridge). Foto Zaccagni

Il ponte U Bein a Mandalay, Birmania. Foto Zaccagni

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Precarietà: quella di una scuola, chiusa lo scorso anno, o di una squadra di calcio, che termina la sua attività. Sarà che sto diventando grande...

Ikuvium, fine gloriosa...di Simone Zaccagni

100 mila lire. Una banconota con Caravaggio e si poteva cominciare. Questa è stata la

cifra pagata da ogni ragazzo che, all’alba del millennio, voleva ini-ziare un sogno, voleva giocare a pallone. Ho usato pagata, ma sa-rebbe più esatto dire investita, dal momento che quelle 100 mila lire negli anni hanno fruttato (a livel-lo prettamente umano) meglio dei BOT degli anni ’80. Con quei 2 milioni di lire rac-colti si riuscì a pagare l’iscrizio-ne al campionato di III categoria 2000/2001. Intanto questo, poi per il resto si sarebbe provveduto. La squadra più o meno c’era, ovve-ro la juniores dell’anno preceden-te e qualche innesto più esperto. La prima partita fu sul campo del Dream Team Spello e fu una scon-fitta per 3 a 1. Quel campionatonon riservò tante soddisfazioni ai rossoblu (colori adottati in omag-gio alla squadra della città), ma fu il seme che generò, negli anni se-guenti, una piantina prima, ed un albero robusto poi. L’anno successivo arrivarono alcu-ni giocatori dalle categorie supe-riori, che rinunciarono a qualche rimborso spese e a palcoscenici

più ambiti, pur di sposare un’idea di sport pura, basata sul divertimento, pur di giocare sen-za pensieri, come quando erano bam-bini, con gli amici nella piazzetta. Così l’anno seguen-te si riuscì subito a salire di categoria. In realtà non è di vittorie, pareggi o sconfitte, che vi voglio parlare;ma semplicemente di un gruppo di amici, di quello zoccolo duro che si venne a formare nei primi anni del-la squadra, che poi avrebbe tirato avanti per altri dieci anni. Qualcuno era presente nelle prima formazio-ne e lo è stato anche nell’ultima, qualcuno è arrivato quasi a 400 presenze, qualcuno ne ha fatte 90 consecutive senza mai fermarsi. Ma ricordo con piacere anche tutti quelli che sono passati come me-teore nel cielo rossoblu, che han-no giocato un solo anno, una sola partita, o anche solo 10 minuti… La piantina cresceva bene, con lo scrupolo di esperti contadini è stataannaffiata,curata,sonostatipotati i rami secchi.

Gli sforzi sono stati tanti, anche perché non avendo una frazione alle spalle che ti spinge e sorreg-ge, né un campo di proprietà, né un magnate che si prendesse a cuore la causa, ogni anno trova-re i soldi per pagare le spese di un’intera stagione era un rompica-po. I pochi sponsor davano quel-lo che potevano, ma l’arma in più dell’Ikuvium fu lo spirito di squa-dra anche fuori dal campo. I calciatori, oltre a giocare, pensa-vano all’amministrazione, ai rap-porti con la federazione, a lavare le magliette, a cercare qualche be-nefattore che ci offrisse un com-pletino o i palloni per allenarci. Il tutto senza prendere il minimo rimborso spese, pagandosi addi-rittura anche le visite mediche. Ma lo stipendio era in sentimenti, emozioni, sensazioni, era quell’o-dore di olio canforato prima della partita, era togliersi il fango sotto la doccia e dire qualche battuta per sdrammatizzareunasconfittao cantare a squarciagola per cele-brare una vittoria. Le cose si facevano anche bene, grazie ad un’organizzazione, nono-stante i pochi mezzi, impeccabile:

La prim

a storica formazione dell'Ikuvium

(allora Calcio G

ubbio CSI)

Lo storico mister Vinti parla prima della partita.

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INCHIESTA

un preparatore atletico di prim’or-dine, allenatori sempre in gamba, l’addetto stampa, una dirigenza at-tenta ed innovativa (www.ikuvium.it è sorto molto prima del sito uf-ficialedell’ASGubbio…),contanteiniziative simpatiche e geniali che spesso hanno catalizzato l’atten-zione di TV e giornali anche a livel-lo nazionale. Questa autogestione è andata bene per tanti anni, ma poi varie situazioni hanno reso sempre più difficile continuare: iragazzi del 2000 sono diventati gli adulti del 2013, con qualche anno edacciaccosulgroppone,configlie meno tempo a disposizione; ilsorgere di tante altre squadre nel comprensorio ha reso sempre più difficiletrovarenuovicalciatoridainnestare e, come si dice in gergo, ringiovanire il gruppo. Ma soprattutto, le spese di gestio-ne erano sempre maggiori (iscri-zione, materiale da allenamento, affitto campi), mentre diminuiva-no visibilmente le risorse che riu-scivamo a racimolare. La crisi economica, oltre che posti di lavoro, ha tagliato anche altro. Insomma, l’albero è stato colpito da una siccità che lo ha seccato, spolpato, abbattuto. L’Ikuvium,

dopo 13 anni di esemplare com-portamento, non si è iscritta al campionato. Il 28 aprile 2013, con uno 0 a 0 in casa del Resina, sul campo di Pon-te Felcino, si è conclusa questa av-ventura,questomagnificoviaggio.Forse di quell’albero fra un po’ si vedranno solo i rami scheletrici, il troncocavoeleradiciaffioran-ti. Ma forse ha disperso per terra qualche seme…Di sicuro rimarrà lo spirito di grup-po, rimarranno gli amici che hai seguito nel loro personale percor-so: li hai visti studiare, ubriacarsi, disperarsi per amore, fidanzarsi,laurearsi, trovare lavoro, sposarsi, averedeifigli.Eravamo sempre uniti, come una famiglia allargata: quanti matri-moni, battesimi abbiamo vissuto insieme! Purtroppo anche qual-che funerale, ma è la vita… Una squadra che andava al di là del terreno di gioco… Da Spoleto a Ponte Felcino, quanta strada si è fatta sui campi dell’Um-bria,delleMarcheeperfinodellaToscana (la leggendaria vittoria a Pieve Santo Stefano)! Quanti km percorsi in auto la do-menica quando il resto del mondo

si appresta a pranzi abbondanti, e quanti km percorsi in campo dietro ad un pallone! Ma di queste stagio-ni ci resteranno i sorrisi, gli sguar-di d’intesa, le battute agli allena-menti, la passione messa in ogni momento, gli scoramenti delle sconfitte, le litigate con arbitri edavversari, le botte date e ricevute, gli abbracci dopo le reti, la stret-tadimanoaltriplicefischioconilmediano che ti ha malmenato tutta la partita, gli appelli con i cognomi pronunciati male, le scaramanzie ed i rituali apotropaici del prepar-tita, l’esultanza pazza per una rete decisiva allo scadere, gli infortu-ni che ti tengono fuori dal campo come una tigre in gabbia, la pacca sulla spalla dopo un rigore sbaglia-to o il compagno che anziché cor-rere lontano dopo che ha segnato ti viene ad abbracciare in panchi-na, per consolarti del fatto che non hai giocato, per far sentire anche te parte integrante della vittoria. Il fango, le pozzanghere, l’odore dell’erba, la polvere che si alzava sui campi in terra, l’abrasione sulla coscia dopo una scivolata, che fos-se sull’antica breccia o sul moder-no sintetico, il sole che ti costringe ad attendere il rinvio del portiere con una mano sulla fronte, il caldo che ti disidrata e ti fa sospirare il primo intervallo di gioco per po-ter bere, i crampi, il freddo che ti fa rimpiangere la stufa di casa, la pioggia o la neve che ti sferzano come in un girone dantesco…

Passione pura…

Questo è il calcio, signori….

L'Ikuvium esulta dopo una rete (foto M. Signoretti)

L'ultima formazione scesa in campo lo scorso 28 aprile.

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Dimenticato la password? Precarietà: quella dei nostri preziosi e riservati dati on line, difesi da semplici codici alfanumerici...

di Simone Zaccagni

Quando da piccoli, di fron-te al videogame di turno nel bar della spiaggia, si esalava l’ultimo respiro,

o si veniva sconfitti dalla squa-dra avversaria, dopo canzonatoria musichetta elettronica, appariva, intermittente nella sua sarcastica laconicità, la scritta “insert coin”.Insomma, vedere moneta, dare cammello. Adesso quel piccolo obolo si è trasformato in una cosa gratis, apparentemente più intima, mainrealtàinfidaeperfidamentepericolosa: la password. Difficile da scrivere, facile da di-menticare. Difficile perché ades-so non si accontentano del nome del cane o della squadra del cuo-re, ma richiedono alTeRnANza di maiuscolo e minuscolo, caratteri $p€cia£i, almeno 2 cifre ed 8 let-tere. Insomma, va a finire che bi-sogna cliccare sul famigerato “hai dimenticato la password” e farsene dare una nuova con tutta la relativa trafilainformatica.Conilfattocheadesso qualsiasi documento, dal CUDallatesseradellabocciofila,siottiene solo on line, si è costretti a registrarsi a diversi siti ed ognuno ha regole diverse per le password, alcuni chiedono addirittura di cam-biarle ogni tre mesi almeno.

Fatto sta che in un primo tempo le scrivevo su vari post it che at-taccavo sulla fiancata del PC, poi,per evitare quell’eccesso di colori fluorescenti che stava invadendoil mio studio, ho deciso di inserirli tutti in un unico documento, spe-rando che nessun male intenzio-nato ne venga mai in possesso. Li ho contati e sono ben 14 login, di-stribuiti fra esigenze di lavoro, tipo quello per accedere ad istruzione.it per CUD e varie beghe scolasti-che, a quelle ricreative, come ti-cketone per i biglietti di eventi e venere.com (non pensate male, è un sito per prenotare voli ed hotel). Ma sono abbastanza moderato: facendo una piccola ipotesi, nem-meno tanto forzata, si potrebbe avere bisogno di 24 password al giorno: una per ogni ora. Ecco la giornata tipo dell’ho-mo technologicus, derivazione dell’homo televisivus. Si sveglia ed ancora con le cispe agli occhi manda in avanscoperta la mano sul comodino che, a mo’ di sensibile proboscide elefanti-na, prende lo smartphone e con un gesto automatico, compiuto fra il sonno e la veglia, sblocca con opportuno codice l’apparecchio.Poi se magari ha anche l’iPad e

vuole controllare le ultime notizie, ci vogliono due PIN, uno per il ta-blet, l’altro per accedere alla rete wi-fidicasa.Ilcervellosièappenaattivato e già ha dovuto ricordare tre combinazioni, possibilmente diverse e fantasiose, come sugge-riscono gli esperti sulla sicurezza informatica. Per fortuna il caffè lo tira un po’su, ma ancora con il suo sapore in bocca deve declinare il codice d’accesso di fronte al bancomat, per ottenere da quella slot ma-chine, che stranamente fa vincere sempre, il contante necessario. L’Essere Tecnologico, che per co-modità d’ora in poi chiamerò ET (sperando che Spielberg non mi accusi di plagio), lavora come tanti suoisimiliinunufficioedutilizzaun computer che pretende la chia-veperaccederealrelativoprofilo.Poi ET vuole controllare la mail, sia quella del lavoro che quella per-sonale, quindi altre due password. ET dopo un po’ si rompe e fa una pausa di lavoro, rilassandosi con i social network: Facebook, Twitter e Linkedin ed allora altre tre paro-

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le d’ordine che vanno digitate con religiosa devozione. ET, prima di riprendere il lavoro, vuole sapere se sua madre gli ha già stirato la camicia per la serata, ma non dice più “telefono casa”: no, adesso c’è Skype, tutto gratis, a patto di eseguire il login. Ora di pranzo, invita una collega piacente e per fare lo “sborone” la porta in lussuoso ristorante: ET offreepaga con cartadi credito,per la quale è necessario digitare il PIN al sorridente gestore, che lo congeda con un caloroso “volete un limoncello?”. ETtornatristeinufficio,nonaven-do ottenuto le grazie della collega, e temendo di aver fatto il passo più lungo della gamba vuole con-trollare la situazione del suo con-to corrente on line: altra password. Poi deve entrare nel sito del co-mune, per controllare alcune pra-tiche lavorative che sta seguendo, e nel sito dell’INPS per situazioni personali che lo interessano. Basta, troppo stress, c’è bisogno di un viaggio, da organizzare rigoro-samente on line: ecco che servono tre password, una per la bigliette-ria ferroviaria, uno per l’aereo ed uno per sfruttare la tessera fedel-tà. Ma il lavoro per oggi può basta-re, si torna a casa. ET ovviamente non si fa mancare nulla a livello di tecnologia, ed al-lora deve ricordarsi la combinazio-ne del satellitare dell’auto, quella per aprire il portone del garage e quella per disattivare l’allarme. Ma

adesso, una volta rientrato nella sua abitazione, l’at-tenzione è tutta rivolta ver-so la piacente collega del pranzo, alla quale vuole fare un bel regalo, stavolta senza esagerare però. Allora cerca qualcosa di carino su Ebay (user name più password): lo trova e paga, visto che il con-to corrente è quasi arido, con pay pal (altro codice). Conclusione: ET, in una normale giornata si è do-vuto ricordare 24 fra codi-ci, combinazioni e PIN. L’uomo contemporaneo vive connesso ma è schiavo delle sue password. Per poter utilizzare i suoi strumenti tecnologici, i suoi dispositivi digitali ed i comuni ser-vizioffertidallarete,devetenerea mente una lunga serie di lettere e numeri. Un po’ come chi ha nu-merosiuffici,auto,motoecaseedeve girare con un mazzo di chiavi tipo san Pietro. Ecco, è così: le password sono le chiavi del III millennio, non a caso una sua traduzione italiana è “parola chiave”. Non potendo ri-volgersi al ferramenta, in caso di smarrimento virtuale, c’è chi, stan-co di tale sforzo mnemonico, deci-de per il classico “12345678” o il suo nome o cognome, rasentando il livello di sicurezza di una chia-ve lasciata nel cruscotto dell’auto parcheggiata di fronte al peggior bar di Caracas.

Il problema si sta rivelando nel-la sua tecnologica drammatici-tà, pertanto i colossi mondiali di informatica e tecnologia stanno lavorando per progettare la pas-sword unica, quella perfetta, sicu-ra e facile da usare. Addirittura si stanno sperimentan-do sistemi alternativi, come il rico-noscimento del battito del cuore o la voce dell’utente, salvo poi non poter accedere in caso di aritmie cardiache o afonia. Apple vuole far uscire un iPhone che riconosca le impronte digitali, Google pensa invece all’iride. Ma nel frattempo attrezzatevi con foglietti, promemoria o affidatevialle meningi. Oppure ci sono dei software appositi, che in massima sicurezza gestiscono tutto il car-net di codici segreti. Ovviamente per usarli serve una password…

"La sua password di accesso al PC è ER567t$. La scriva e veda di non perdelra più!"

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COSTUME

Perugia o Urbino? Mejo faccia roscia...

Mejo faccia roscia che trip-pa moscia. E’ un notissimo proverbio utilizzato anche

a Gubbio, ma di chiara provenien-za marchigiana e che tutti sanno significa“nontivergognaresenehai bisogno”. E va detto che proprio non si è vergognato Nicola Aloia dei Socia-listi di Gubbio quanto ha gettato il guantodisfidaaPerugia tenden-do la mano a Urbino. Di cosa stia-mo parlando? Andiamo per ordine. Dal 1985 una città dell'Unione eu-ropea diventa capitale della cultu-ra per un anno, durante il quale ha la possibilità di manifestare la sua vita e il suo sviluppo culturale. No-tevoli i vantaggi in termini socio-culturali ed economici. In Italia si sta lavorando alle candi-dature per il 2019. Da 1985 in poi 32 città sono state elette, di anno in anno, capitali europee della cul-tura con l'obiettivo di valorizzare la ricchezza, la diversità culturale e i tratti comuni, migliorare la co-noscenza che i cittadini hanno gli uni degli altri e favorire la presa di coscienza dell'appartenenza ad una medesima comunità europea.A oggi l'iniziativa è uno dei pro-grammi culturali europei di mag-gior successo per il crescente interesse che attira ogni anno re-sponsabili politici, accademici e media. Il titolo viene assegnato ad una città per un determinato anno e le candidate hanno la possibili-tà di associare al loro programma un territorio regionale, così come hanno fatto Lussemburgo ed Essen rispettivamente nel 2007 e 2010. Una città non viene investita di tale ruolo unicamente per ciò che ha fatto ma soprattutto per il pro-

gramma di eventi culturali partico-lari che propone di organizzare nel corso dell'anno di candidatura. Per questo motivo, la città è invitata a sfruttare le sue particolarità e a dar dimostrazione di una grande crea-tività che dovrà fornire al program-ma il carattere di eccezionalità. I criteri che deve soddisfare il pro-gramma di una città candidata sono fondamentalmente due: la dimen-sione europea e la città e i cittadini.

Per quanto concerne la dimensio-ne europea, il programma deve rafforzare la cooperazione fra glioperatori culturali, gli artisti e le città degli Stati membri interessa-ti nonché degli altri Stati membri qualora vi fosse collaborazione;deve fare emergere la ricchezza della diversità culturale in Europa e mettere in evidenza gli aspetti comuni delle culture europee. Il premio per chi si aggiudica il titolo consiste nell’erogazione di 1,5 mi-lioni di euro. Le capitali europee del 2011 sono Turku, in Finlandia, città univer-sitaria di quasi 300 mila abitanti, che il 15 gennaio inaugurerà una serie di iniziative epr tuttoil 2011, e Tallinn, capitale dell'Estonia, che

mantiene totalmente intatto il suo fascino di città medievale, con il centro storico ben conservato e i suoi tetti a punta rossi. Il 2019 sarà appunto l'anno dell'I-talia e della Bulgaria. Ebbene proprio in queste ore si stanno chiudendo le iscrizioni e la lista delle concorrenti si annuncia ricca: Amalfi, Aosta, Bergamo, Caserta,Catanzaro, L'Aquila, - Lecce, Man-tova, Matera, Palermo 2019, Pe-rugia-Assisi, Pisa, Ravenna, Siena, Siracusa, Taranto, Torino, Urbino, Venezia. Sorpresa quindi… Gubbio si trova perfettamente accerchiata a Nord e Sud-Ovest… Urbino con-tro Perugia (che però a dispetto del tempo dei Comuni si è furbe-scamente alleata con Assisi).Quindi, in un perfetto scenario medievale, forse la strategia mi-gliore sarebbe starsene buoni buoni, vedere come va la guerra e poi allearsi col vincitore (se vinci-tore ci sarà perché certamente re-altà come Venezia o Siena, tanto per citarne due, non staranno cer-to a guardare). L’alternativa è in-dubbiamente gettare il guanto di sfidaeprenderelepartidiunodeicontendenti… Stiamo con Perugia e Assisi? Stiamo con Urbino? La re-altà è che la scadenza è arrivata e i tempi tecnici per accodarsi o ac-cordarsi non ci sono più. Non resta che attendere l’esito e tifare sicuramente per Perugia e Assisi, ma sicuramente anche per Urbino e se una pioggia di turisti assetati di cultura inonderà que-ste città nel 2019, grazie a questa sorta di “Olimpiadi della cultura”, Gubbiononpotràchebeneficiar-ne (è proprio il caso di dirlo: Mejo faccia roscia che trippa moscia).

La Redazione

In queste ore scadono i termini per concorrere alla Capitale Europea della Cultura: Gubbio da che parte sta?

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COSTUME - Ricordo

La Redazione

Lutto per il mondo culturale e delle tradizioni eugubineÈ morto all'età di 89 anni il dr. Dante Ambrogi. Medico, studioso e poeta, figura di spicco della Gubbio fortemente impegnata nella valorizzazione delle proprie tradizioni.

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Il dottor Dante Ambrogi, fi-gura storica della città di Gubbio e del popolare

Quartiere di San Martino, era co-nosciuto, stimato e apprezzato dall'intera comunità. La sua carica di simpatia e la sua innegabile professionalità lo hanno reso popolare non solo fra i suoi numerosi assistiti, ma fra tutti coloro che lo conoscevano e vi si rivolgevano, sapendo di tro-vare anche un conforto. Proprio per questi motivi era mol-to inserito nel tessuto cittadino e viveva intensamente tutte le tra-

dizioni della città a partire dalla Festa dei Ceri, attivo membro del-la Famiglia dei Sangiorgiari, della Confraternita di Santa Croce, della Società Operaia, del Rotary Club, dell’Associazione Amici del Cuore, del Partito Socialista Italiano. Tutti lo conoscevano anche per il suo amore per la poesia e ci piace riportare alcuni suoi signi-ficativiversi: "La vita, è la sinte-si di un’ombra che vola verso un mattino di sole, ultima speranza… Quando l’eterno mi accoglierà nel suo regno, saprò che perfino la morte è bella per gli eletti, per-

ché ove passano va il soffio della vita ed il fuoco del sole. Allora an-che le pietre del sepolcro candide risplenderanno". Il funerale ha visto una chiesa di san Domenico strapiena, a testi-monianza del bene che la cittadi-nanza gli voleva, contraccambia-to, come si evince da questa sua poesia che riassume il suo amore per la nostra città:

Gubbio di seraSono tegole forti sbiadite nel tempo

tetti con lucerna aperti al cielocomignoli dei tetti anneriti dal tempo

strade consunte dai passi.

Ho vissuto tranquillotra le tue mura Gubbio

ruvide dal peso della storiaguardo talvolta i cipressi

essi vigilano e difendono il tuo colorecatturando i raggi del sole fino al tramonto.

Il torrente attraversa la tua pianurala tua città mentre ora le prime foschie della sera

contrastano con le braccia delle gru.Tutti sono intenti a ricostruire il tuo passato

mentre sotto le volte degli stretti passaggisenti i fruscii dei piccioni

e vedi l'ultimo concittadinoattraversare il tempo del futuro.

Dante Ambrogi

SPORT - Eventi

Notte Bianca, un successo senza precedentidi Roberto Barbacci

Richiamare perso-ne una sera per un solo evento.

Non è il 15 maggio, è una normale serata di inizio settembre, ma la popola-zione eugubina di colpo è raddoppiata. Merito della Notte Bian-ca dello Sport, un evento che come nessun’altro è riuscito a catalizzare at-tenzione, interesse e quel “movimento” di cui ormai si sente cronicamente la mancanza nel centro sto-rico cittadino. È la confer-

ma di un progetto che giunto al terzo anno di vita ha trovato rapidamente una propria dimensione, facendo di Gubbio un polo d’attrazione unico nel suo ge-nere. “Sono numeri che gratificano ma che ci spingono ad andare ancora oltre”, spiega Roberto Camilloni in rappresen-

tanza dell’Associazione Leukos, prima promotrice della manifestazione assie-me a GubbioFaCentro. “La cosa che più inorgoglisce – ha aggiunto GiancarloFiorucci – è l’aver constatato non solo una grande presenza di pubblico, ma an-che una partecipazione attiva all’evento con oltre 1.500 persone che hanno deci-so di provare le discipline proposte, che si sommano ai 90 braccialetti “blu” di co-loro che hanno voluto provare l’ebbrezza del tuffo col bungee jumping. È stato un successo reso possibile anche soprattutto dai tanti volontari che hanno sposato l’i-niziativa dando un contributo fattivo per la sua realizzazione. È chiaro che in un simile contesto non possiamo che augu-rarci di cuore di rilanciare già l’invito per l’edizione 2014, tanto che ci siamo già messi al lavoro”.La Notte Bianca dello Sport ha dimo-strato come con ordine, idee e forza di volontà si possa riuscire a costruire dal nulla qualcosa che racchiude e accomu-

na45realtàsportivedifferenti,oltre30inserzionisti, 150 esercenti e numerose categorie, le quali da subito hanno ade-rito con entusiasmo al progetto. “Penso a Metal Mart –riprendeCamilloni–che ha offerto gratuitamente l’utilizzo della gru per il bungee, o a un marchio come Go & Fun che ha apprezzato moltissimo il lavoro svolto. Il nostro plauso va a tutta la città di Gubbio e ai commercianti per tut-to il supporto dato. La riuscita dell’evento ha ripagato certamente tutti gli sforzi”.

RUN FOR YOUIntanto il comitato che fa capo alla Not-te Bianca ha accolto l’invito del Rotary Club Gubbio, in collaborazione della Gubbio Runners, aderendo domenica 29 settembre alla gara podistica non competitivadibeneficienzadenominataRun For You, il cui ricavato verrà donato all’ospedale di Branca per l’acquisto di materiale di intrattenimento e arreda-mento per i degenti della struttura.

La kermesse dedicata allo sport eugubino ha fatto il pieno popolando il centro storico come solo la Festa dei Ceri riesce a fare.

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SPORT - Ciclismo

Un Trofeo Fagioli nel segno dei recordGubbio Ciclismo Mocaiana

Come ogni anno s’è consumato lungo i tornanti della Gola del Bottaccione lo spettacolo senza

eguali del Trofeo “Luigi Fagioli”, la gara valevole per il Campionato Italiano Velocità Montagna inserita nel calen-dario delle corse del girone Nord, ul-timoappuntamentoprimadellefinaliper l’assegnazione del titolo tricolore. Un successo di pubblico (nonostante l’ormai “cronica” e infausta inclemen-za del tempo) e soprattutto di prota-gonisti, tanto che anche nel 2013 la gara eugubina s’è confermata al primo posto per numero di partecipanti (ol-tre180vettureverificate).Il successo del pluricampione fio-rentino Simone Faggioli, che ha pure stabilito il nuovo record del tracciato scendendo per la prima volta sotto il muro dell’1’34’’, non ha sorpreso molti adifferenzadiquantohasaputofareiltrentinoChristianMerli,chefinoall’ul-timo ha conteso la vittoria finale a

Faggioli, giunto al nono successo nel-la gara eugubina (e il prossimo anno punterà dichiaratamente alla doppia cifra) e laureatosi poche settimane dopo campione europeo.Ma Merli potrebbe prendersi presto una bella rivincita: quando al termine del campionato manca una sola gara (la Pedavena-Croce d’Aune in program-mail29settembre)nellaclassificadelCIVM precede Faggioli di una manciata di punti, complice il ritiro di quest’ul-timo alla Rieti-Terminillo in occasione dellaprimadelletrefinali(s’èpoirifat-to vincendo la Coppa Nissena). Saràdunqueunfinalethrillingdicam-pionato, con Gubbio che dopo l’en-nesimo successo organizzativo spera legittimamente di poter entrare nel lottodellegarefinali(allequalipren-dono parte tutti i piloti dei gironi Nord e Sud), tenuto conto di un appeal e numeri di partecipanti decisamente sopra la media nazionale.

Un desiderio di cui il CECA spera ven-ga tenuto conto nelle prossime riunioni dell’ACI Sport, anche se come spesso ca-pita in questi casi è la politica a farla da padrone. Tornando al “Fagioli”, il migliore dei piloti di casa è stato Luca Bazzucchi che ha chiuso al 15esimo posto assolu-to, imponendosi però nel proprio gruppo (E2M 2000) nonostante l’insidiosa piog-gia che nella seconda manche di gara l’ha rallentato e non poco. Ottimo risulta-to di squadra anche per la Scuderia Team Racing Gubbio, bene anche i portacolori della Speed Motor Gubbio.

Altra edizione da ricordare per la gara eugubina: nessuna gara del CIVM ha radunato tanti piloti in una sola volta. E ora si punta a diventare finale.

Simone Faggioli

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SPORT - Basket

Basket Gubbio, si riparte dai giovanidi Roberto Barbacci

Si riparte da zero, e non perché in atto ci sia una vera e propria smobilitazione o chissà che.

Semplicemente in casa Basket Gubbio, dove i soldi (come dappertutto) sono sempre di meno, la nuova stagione rap-presenta un nuovo incipit di una storia che continua ad appassionare e a tene-re alto il nome della pallacanestro eu-gubinafuoridaiconfiniregionali.“Affronteremo per il terzo anno di fila la DNC, non è certo una cosa da poco”, s’af-fretta a ricordare Paolo Pierotti. Il coach non c’ha pensato su un attimo quando s’è visto chiedere dalla dirigenza se volesse restare o meno al proprio posto. “Certo cambieranno molte cose, a cominciare dagli uomini e, di conseguenza, dal modo in cui dovremo giocare. Ma la prospettiva non mi spaventa, anzi penso che ci sia una base importante sulla quale poter lavorare con fiducia anche in prospettiva”.Largo ai giovani, allora, con le partenze (a malincuore) di elementi come Martina,

PuleoeGabrielli,sacrificatisull’altarediun budget giocoforza inferiore rispetto al passato. “Ma è arrivato Gianfrancesco Mariucci, un ragazzo che conosco sin dal-la più tenere età per averlo visto giocare prima con la Pontevecchio e poi con Valdi-ceppo, che sicuramente saprà rivelarsi un valore aggiunto per tutto il roster”.“Joffry”, c’è stato ribattezzatodai com-pagni,haoriginifilippineeproprionelsuo paese d’origine aveva deciso di tor-nare per provare ad entrare in un college seguendo la passione per la palla a spic-chi, che nelle Filippine è sport nazionale. Le strade della vita l’hanno ricondotto in Umbria e a Gubbio vuol provare a fare grande i biancoazzurri, destinati co-munque a trovare pane per i loro denti in un girone decisamente tosto (l’esor-dio il 5 ottobre con Pesaro). “Sappiamo che le difficoltà aumenteran-no rispetto alla passata stagione, ma ab-biamo la consapevolezza di potercela an-dare a giocare senza timori. Il girone con

toscane e marchigiane non è mai sempli-ce, ma venderemo cara la pelle”.Intanto è di pochi giorni fa la notizia di un accordo ormai in dirittura d’arrivo in ottica settore giovanile con l’ASD Ba-sket Gualdo ’96: “Metteremo assieme le competenze per creare un serbatoio di assoluto valore. Molti pensano sia solo un modo per risparmiare, che comunque ha sempre la sua rilevanza, ma in realtà è un progetto mirato a far crescere talenti in un contesto di cooperazione e grande attenzione. È un tassello fondamentale per il futuro del nostro movimento”.

Budget ridotto ma tanto entusiasmo: coach Pierotti è pronto a raccogliere la sfida, forte dell'innesto dell'italo-filippino Mariucci.

Basket Gubbio al lavoro durante la preparazione.

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Parte 5^: termini inizianti con la lettere L, M, O e PLETTO CALDO: piccola superficie di terreno protetto che si utilizza per la semina con un letto di letame e terriccio. Il calore sviluppato dai pro-cessi fermentativi del letame consente una rapida germinazione dei semi. LOTTA BIOLOGICA: moderno metodo di difesa dai parassiti delle piante. Sfrutta la vitali-tà (antagonismo) naturale tra organismi viventi, così da controllare i parassiti di una coltura senza distruggerli totalmente ma limitandone lo svilup-po al di sotto della soglia del danno economico. MARGOTTA: metodo di moltiplicazione che sfrutta la capacità delle piante di emettere radici anche da una zona di ramo o fusto ancora unito alla pianta madre, qualora venga messo a contat-to con un substrato idoneo. MICROELEMENTI: elementi minerali sempli-ci presenti nel suolo in concentrazioni inferiori a un grammo per chilogrammo di terreno. La loro equilibrata presenza permette lo sviluppo ottima-le delle foglie e dell’apparato radicale oltre ad age-volare il processo della fotosintesi clorofilliana. OFFICINALE: specie che trova utilizzo nelle of-ficinae, cioè nei laboratori quali possono essere

quelli erboristici o in cu-cina. Il gruppo delle pian-te officinali comprende le piante medicinali e le piante aromatiche. En-trambe hanno tra i loro composti di pregio gli oli essenziali. PACCIAMATURA: co-pertura della superficie del terreno con materiali che ostacolano la crescita delle erbe infestanti. PH: il grado di acidità o di alcalinità di un terre-no. Il punto neutro è 7, valori inferiori a 7 indi-cano acidità, valori superiori a 7 indicano invece alcalinità (o basicità). PICCIOLO: parte che unisce il frutto o la fo-glia del ramo. Si usa il termine PEDUNCOLO quando si vuole indicare il gambo del fiore. PRODOTTO DI SINTESI: sostanza, pre-sente o meno in natura, prodotta con processi pilotati dall’uomo. La prossima parte tratterà i termini inizianti con le lettere R e S.

Se è vero che il contadino DOC diventa sempre più raro, per contro aumentano gli appassionati che, anche part-time, amano coltivare il loro pezzettino di terreno, le loro piante in vaso poste sul terraz-zo o sul balcone e magari, in alcuni casi, assaporare i frutti in tal modo ottenuti. Per chi si riconosce in tale descrizione, o più semplicemente ama l'agri-coltura amatoriale gestita “in piccolo”, ecco uno strumento che si pone a metà tra il ma-nuale ed il vocabolario e che ha l’ambizione, con lo scor-rere delle puntate ciò saranno dedicate, di spiegare molti dei termini legati a questa sana e modernissima passione.

SPORT - Ciclismo

Gubbio Ciclismo Mocaiana, estate al massimoGubbio Ciclismo Mocaiana

L’estate trascorsa è stata ancora una volta foriera di soddisfazio-ni per la Gubbio Ciclismo Moca-

iana, impegnata su più fronti ma capa-ce di portare a casa risultati importanti sia in ambito regionale che fuori dai confiniumbri.Con la ciliegina sulla torta rappresen-tata dalla conquista del titolo provin-ciale Juniores da parte di Francesco Consigli, conquistando durante il GP di Mocaiana disputato in una splendida cornice di pubblico lo scorso 18 ago-sto. Sempre in gran spolvero Michele Lupini, giunto secondo anche nel 4° Trofeo “La Buletta” nel senese nell’ul-tima gara disputata a metà settembre, mentre per Pawel Poljanksi, corrido-re della categoria elite dell’Acqua & Sapone Team Mocaiana, è arrivata la chiamata per uno stage nei professio-nisticonlamagliadellaSaxo-Tinkoff.Ma settembre ha portato anche la do-lorosa scomparsa dello storico diesse

Renato Amantini, colonna portante per tanti anni del sodalizio eugubino. QuestoilricordoaffettuosodellaGub-bio Ciclismo Mocaiana. “Ciao Renato. Grazie di tutto ciò che ci hai insegnato in quei splendidi anni. Nel tuo nome si racchiude gran par-te del ciclismo umbro”. Oppure “Ciao Renato, sei stato il mio grande allena-tore”. Questi sono solo due dei diver-si messaggi apparsi la scorsa settima-na su Facebook poco dopo che si era sparsa la notizia della morte di Renato Amantini. Messaggi nei quali è racchiu-sa la vera essenza di ciò che questo piccolo grande uomo ha rappresentato per il mondo delle due ruote umbre.Una persona discreta, che non amava i contrasti e cercava sempre la media-zione, ma che era rispettato e sapeva farsi rispettare con la sua saggezza e pacatezza. Un uomo che ha dato gran-di insegnamenti, umani e sportivi, a generazioni di ciclisti e dirigenti um-

bri. Noi della Gubbio Ciclismo Mocaiana abbiamo avuto la fortuna di conoscer-lo e di diventare suoi amici prima degli anni ‘90. Renato è stato poi per 12 anni direttore sportivo delle nostre formazioni Juniores, periodo durante il quale abbiamo avuto modo di co-noscere e apprezzare ancora meglio le sue alte doti umane e di stringere un bel rapporto anche con la famiglia. Per questo lo vogliamo ricordare così, come una persona tutta d’un pezzo, che voleva un ciclismo pulito e che te-neva ai ragazzi sopra ogni altra cosa. Quante volte l’abbiamo visto gioire o rammaricarsi insieme a loro. Questo Un grande uomo, che è stato importante protagonista della storia del ciclismo della nostra regione.

Soddisfazione per il titolo provinciale di Consigli tra gli Juniores, bene Lupini. La società ricorda anche lo storico diesse Renato Amantini.

Foto d'archivio del diesse Renato Am

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La Gubbio Cultura e Multiservizi Srl, società totalmente partecipata dal Comune di Gubbio, gestisce tra i vari settori anche la scuola Comunale di Musica.La scuola di musica è un punto di riferimento per l’intera collettività eugubina che vanta una storia di oltre 34 anni.Era infatti l’anno 1979 quando la scuola comunale di mu-sica venne fondata, con l’obiettivo non solo di formare mu-sicisti ma di avere un forte ruolo sociale.Migliaia i giovani provetti musicisti che nel corso di questi anni si sono susseguiti ed hanno imparato l’amore per la mu-sica oltre che le nozioni per suonare i vari strumenti insegnati.L’inizio delle lezioni è fissato per il giorno lunedì 30 settem-bre 2013 e termineranno il 31 maggio 2014.Le lezioni si svolgeranno, anche quest’anno, presso i locali della scuola media Ottaviano Nelli.

Gli strumenti che saranno insegnati dai vari professori sono:Chitarra Jaz, Batteria, Tromba, Canto Moderno, Ottoni, Clarinetto / Sax, Violoncello, Fisarmonica, Tastiere, Prope-deutica, Pianoforte, Canto Lirico, Chitarra, Arpa, Violino, Flauto, Laboratorio.Una delle novità di quest’anno sarà la classe di “Musica d’insieme” a cui potrà partecipare anche chi non è iscritto all’insegnamento di uno strumento.Una seconda novità è la nomina del Prof. Giordano Ghigi a referente per il servizio di scuola di Musica.Per tutti coloro che intendano avere informazioni sulle mo-dalità di iscrizione, regolamento della scuola e rette di fre-quenza, forniamo i recapiti telefonici della segreteria della scuola, sita in Gubbio Piazza San Giovanni, telefono: 075 9278044, mail: [email protected]

Scuola Comunale di musica:Inizio anno scolastico

a cura di Gubbio Cultura Multiservizi

www.gubbiooggi.it

SPORT - Calcio

Longobardi, Bucchi ha il suo bomberdi Roberto Barbacci

Adesso che il bomber è ar-rivato, Cristian Bucchi può davvero dire di avere tutta

la rosa al gran completo. “Diciamo che questo era il no-stro obiettivo sin dall’inizio della fase di preparazione, per cui non posso che ritenermi soddisfatto”, ha commentato il giovane tec-nico rossoblù. Che di anni in più rispetto a Cristian Longobardi ne ha appena 4, ma che dall’ex ariete di Rimini, San Marino e Bassano si aspetta tanto. Almeno quei gol necessari per spedire il Gubbio nella parte si-nistradellaclassifica,cheinvirtùdi un campionato un po’ pazzoide dove non esiste più la parola re-trocessione automaticamente fa-rebberimaconplay-off.Un obiettivo, almeno per quanto visto nelle prime giornate, ampia-mente alla portata della compa-gine rossoblù. Longobardi, come detto, è l’ultimo tassello sbarcato alla corte eugubina. Un arrivo legato al mancato ritor-no di quel Marotta che per 45’ ap-pena ha vestito di nuovo la maglia rossoblùinunacalda(ebeffarda)nottedifineestate.Questione di secondi, intesi come

quelli di ritardo accumulati per la consegnadelcontrattoappenafir-mato. E dove la tecnologia non è arrivata in aiuto di Giammarioli e più in generale della società eu-gubinaèarrivata lafirma,questasi, paziente e senza fretta, dell’at-taccante di Pomigliano d’Arco, vo-glioso di mettersi al servizio della squadra e desideroso di ripren-dere quota a suon di gol dopo un biennio trascorso a Bassano un po’ in chiaroscuro. “So che Gubbio rappresenta per me una grande opportunità e sono contentodiaveravutofinalmentela possibilità di vestire questa ma-glia. Non era la prima volta che le nostre strade si incrociavano, però stavoltal’affareèandatoinportoe questo mi rende felice. Cosa mi aspetto da questa av-ventura? Gubbio è una piazza di grandi tradizioni, e non solo per ciò che ha raccontato il passato recente. La base è molto buona, il tecnico è giovane e preparato e soprattutto motivato. Non sono un tipo che si lascia andare a facili promesse e non m’importa nem-meno quanti gol arriverò a fare. Mi basta pensare che quelli che faròsarannosufficientipergaran-

tire alla squadra il raggiungimento dell’obiettivo che s’è prefissata.Se facessi 20 gol e non riuscissi-moaconquistareiplay-offacosasarebbero servite tutte quelle reti? Non ne faccio un problema di numeri, solo di “sostanza”. In mezzo a un uomo di esperienza come Longobardi il nuovo corso rossoblù sta rapidamente affac-ciando alla ribalta gente giovane e di grande prospettiva. E se Malaccari ormai non è più una sorpresa, poiché già nella secon-da parte della passata stagione aveva lasciato intravedere di che pasta era fatto, gli exploit di Mo-roni e Ferrari hanno ribadito a tutti quanto Bucchi abbia intenzione di puntare forte sui giovani. Un mix che funziona e che pro-mette bene: se il buongiorno si vede dal mattino, la sensazione è che ci sarà da divertirsi. E pure tanto.

L'esperto attaccante campano è l'ultimo colpo di mercato di un Gubbio nel quale i giovani si stanno già ritagliando uno spazio importante.

Foto Gavirati

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16 SETTEMBRE IVA MENSILE RATEIZZAZIONE UNICO 2013 INPS DIPEND IRPEF DIP E LAVORO AUTONOMO20 SETTEMBRE MODELLO 770/2013 SEMPLIFICATO

E ORDINARIO30 SETTEMBRE PRESENTAZIONE UNICO PF-SC-IRAP-2013

RATEIZZAZIONE UNICO 2013 SOGGETTI PRIVATI

SCADENZE DI SETTEMBRE

[email protected]

SPORT - Calcio

Le eugubine alla conquista dell'Umbriadi Roberto Barbacci

Settembre è per vocazione il mese nel quale lo sport rivede la luce dopo la lunga pausa estiva. Soprat-

tutto per quel che riguarda gli sport di squadra, col calcio che come sempre la fa da padrone, Il contingente eugubino nei campionati dilettantistici ha perso due rappresentanti rispetto alla passata stagione, dal momento che il Casamor-cia e l’Ikuvium hanno cessato la loro at-tività (per l’Ikuvium in realtà si tratta di una riconversione ai tornei amatoriali CSI, decisamente più economici rispet-to a quelli organizzati dal CRU). Ma in compenso ha guadagnato due rappresentanti nel torneo di Prima Ca-tegoria, poiché le domande di ripescag-gio di Padule e Fontanelle-Branca sono state accolte dai vertici regionali. Con loro, ma nel torneo di Seconda Catego-ria, Ponte d’Assi, Real Padule, San Marco e Mencarelli Group, rinominata Eugubi-na Calcio. Mentre nella tanto bistratta-

ta Terza, sempre più ridotta all’osso (si va verso una formula con tre soli gironi regionali, per la prima volta dopo tante stagioni non ci sarà alcuna rappresen-tante eugubina. Specchio dei tempi. PRIMA CATEGORIA Il Padule, reduce da un buon campiona-to di Seconda, ha deciso di proseguire nel solco già tracciato nella precedente stagione. In panchina è rimasto Fabrizio Pedini, prima bandiera sul campo, ora divenuto non solo un riferimento come allenatore ma anche come fuori dal campo per tutto l’ambiente amaranto. Anche la squadra ricalca in buona so-stanza il collettivo della passata sta-gione, traendo linfa vitale dagli innesti provenienti dalla Juniores che peraltro quest’anno ha accolto anche diversi elementi usciti dagli Allievi A2 dell’At-letico Gubbio della passata stagione. L’obiettivo dichiarato è una salvezza tranquilla, ciò al quale ambisce anche

il Fontanelle-Branca, sempre affidatoad Alvaro Passeri, che pure non ha na-scosto l’intenzione di volersi inserire nel discorso di vertice. Con una base societaria e tecnica ampliata rispetto al passato, e forte dei ritorni di elementi come Lisarelli, Ghirelli e Lauri, i bianco-azzurri si candidano autorevolmente al ruolo di mina vagante del torneo. SECONDA CATEGORIAReduce dall’ottimo terzo posto della passata stagione, il Ponte d’Assi ripar-te dalle certezze acquisite con Lorenzo Billi in panca e una squadra largamente confermata. Il San Marco, salutato Bic-chieri,haaffidato laguidadelgruppoa Massimo Cerbella, completando l’ar-senale offensivo con l’esperto EdisonHoxha. È l’entusiasmo la molla sui cui i neroverdi intendono far presa, un po’ come l’Eugubina del giovanissimo pre-sidente Pietro Allegrucci che ha con-fermato Guerrino Mischianti al timone affidandogliunorganicodiassolutoli-vello, con l’ex rossoblù Matteo Galassi nuovo faro dell’attacco. Infine il Real Padule, reduce da unagrande seconda parte della passata stagione,haaffidatolasquadraaClau-dio Martelli, che certo col suo buonu-more e la sua competenza non troverà difficoltàacalarsinell’allegroambientegialloblù.

Ripartono i campionati dilettantistici: prospettive e speranze delle 6 formazioni locali ai nastri di partenza dei tornei di Prima e Seconda Categoria.

Il San Marco che ha affrontato in amichevole il Benevento la socrsa estate.

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GUBBIO OGGI PIÙ - Comunità

Al via l'anno giubilare francescanodi Roberto Barbacci

L’attesa per visita di Papa Fran-cesco ad Assisi si fa sempre più pressante, con la Diocesi di Gub-

bio in prima linea in virtù anche di un legame fortissimo tra le due realtà, rap-presentato dal culto di San Francesco e dalla presenza in città dei francescani. Due città simili nella forma e nella sostanza, tanto che quella eugubina è considerata a ragione una sorta di “secondaAssisi”.Unlegamerafforzatodurante i numerosi eventi legati pro-prio al santo poverello di cui la Diocesi eugubina s’è fatta partecipe, a comin-ciare dal pellegrinaggio di tre giorni lungo il sentiero francescano che ha richiamato oltre 600 fedeli, che dal 1° al 3 settembre hanno percorso i quasi 40 km che separano Assisi da Gubbio. Nei giorni scorsi s’è aperto anche il ciclo di incontri dal titolo “Le radici francescane a Gubbio”, promosso in occasione del via delle celebrazioni per l’ottavo centenario della consegna della Chiesa di Santa Maria della Vit-

torina dai benedettini a San Francesco. Il Vescovo Mario Ceccobelli ha inaugu-rato l’anno giubilare consegnando alla città la sua nuova lettera pastorale, consueto documento annuale che ha preceduto di qualche giorno l’assem-blea diocesana. “Questo centenario –hascrittoMons.Ceccobelli–s’inquadra in quella che possiamo definire la radi-ce storica, culturale, religiosa propria della gente eugubina. È un evento che rappresenta per tutti un’autentica op-portunità di crescita umana e spirituale, che ci sollecita a riappropriarci di quei valori di cui l’uomo di oggi avverte l’ur-gente bisogno per orientarsi nel difficile contesto etico-sociale in cui si trova a vi-vere ed operare. Valori dell’accoglienza e dell’umiltà, della condivisione e della pace, che hanno fatto di Francesco un Vangelo vivente e che anche il nostro Patrono sant’Ubaldo aveva cercato di trasmettere ai suoi fedeli praticando co-stantemente la virtù della misericordia. È come se una santa staffetta avesse vo-

luto assicurare agli eugubini la custodia di un prezioso patrimonio spirituale".Intanto fervono i preparativi per la spedizione eugubina che presenzierà all’incontro con Papa Francesco in pro-gramma ad Assisi il prossimo 4 ottobre. Sono stati allestiti dei punti raccolta adesioni in tutte le zone cittadine, col programma che prevede al mattino l’in-gresso dei giovani alla spianata di San-ta Maria per la messa e le testimonian-ze prima dell’incontro col Pontefice,previsto a metà pomeriggio (maggiori info alla pagina Facebook della Pasto-rale Giovanile Diocesi Gubbio).

Aperte le celebrazioni per l'ottavo anniversario della consegna della Chiesetta della Vittoria ai francescani. E sale l'attesa per l'incontro col Papa.

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(FOTO PRESS NEWS)

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GUBBIO OGGI PIÙ - Vita di frazione

di Roberto Barbacci

La nuova Chiesa di Madonna del Ponte

Una periferia in costante espan-sione richiede strutture adegua-te e al passo coi tempi.

E a Madonna del Ponte, dove fino a30 anni fa non esisteva nemmeno una parrocchia (è attiva ufficialmente daldicembre del 1983), i tempi sono or-mai maturi per la realizzazione di una chiesa che possa rispondere alle esi-genze della comunità. Ci vorranno non meno di 3-4 anni, ma intanto la prima pietra “simbolica” è già stata posta a conclusione dei tradi-zionali festeggiamenti annuali in onore della Beata Vergine Maria. In una ceri-monia semplice e composta, presiedu-ta dal Mons. Ceccobelli, la comunità di Madonna del Ponte ha potuto inaugu-rareufficialmentel’aperturadelcantie-re in attesa del via dei lavori, previsto tra pochi mesi non appena saranno ar-rivate tutte le autorizzazioni del caso.“Per noi questo è un momento parti-colarmente emozionante e foriero di buoni propositi”, ha spiegato don Ga-

briele Pauletto, il canonico regolare lateranense che dal 2012 ha ereditato la carica di parroco della comunità da don Pietro Benozzi (presente alla ceri-monia). “Sulla pietra che abbia posato c’è scritto: “Cristo pietra viva, noi pie-tre vive”, e questo passo della lettera di Pietro rende l’idea del cammino che ci attende. Siamo noi le pietre vive sul-le quali fondare questa nuova chiesa, consapevoli che una volta “fatta” ma-terialmente la chiesa dovremo “fare” i parrocchiani e costruire una comunità attorno ad essa”. Il progetto, realizzato dall’architetto Augusto Solano, verrà realizzato grazie afinanziamenticheperil75%sarannodi competenza della CEI, mentre il re-stante 25% verrà raccolto tramite do-nazioni o altre forme private. La nuova chiesa sorgerà in una zona periferica in espansione accanto alla pista polivalente e arriverà a contare 600 posti. La sua forma ricorderà quel-la di una nave, chiaro riferimento alla

volontà di mettersi in viaggio verso Dio,eletrevetraterivolteaEstraffigu-reranno tre momenti della vita di Maria, poiché il complesso verrà dedicato alla “Madre del Salvatore”. La struttura si comporrà inoltre di un chiostro costituito da 12 aule per la catechesi, un appartamento e una sala parrocchiale da 100 posti, inserita in un’area adibita ad ogni esigenza anche per ciò che riguarda la viabilità. L’auspicio è che la nuova chiesa pos-sa essere inaugurata tra il 2016-2017, così come da programma. Un’attesa che la comunità di Madonna del Ponte auspica possa consumarsi in fretta.

Posata la prima pietra "simbolica" del nuovo complesso parrocchiale che vedrà la luce nel giro di 3-4 anni. I lavori al via entro la fine del 2013.

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UN TORNEO BASKET PER RICCARDOSi è svolto presso la Polivalente il primo Torneo “Insieme per Riccardo”, promosso dal “Basket Gubbio” per ricordare il giovane scomparso due anni fa. Il torneo, al quale hanno partecipato, oltre ai padroni di casa, il Valdiceppo Basket, la Vigor Matelica e il Loreto Basket Pe-saro 1965, ha visto anche l’assegnazio-ne del premio “Me-morial Riccardo Mo-nacelli” al miglior giovane under 19, in ricordo del giova-ne eugubino appas-sionato di basket che ha lasciato trop-po presto la sua fa-miglia e i suoi amici.

81 CONTRIBUTI PER LA FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’E’ salito a 81 il numero dei contributi deliberati dal Fondo del progetto “Sostegno alle situazioni di povertà nel comu-nediGubbio”per lefamiglie indifficoltà. IlFondo,attivodal primo giugno scorso e sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Comune di Gubbio, Caritas dioce-sana di Gubbio e Cesvol di Perugia, ha elargito alle famiglie in crisi 23.389,10 euro, che, sommati ai contributi versati finoadoggi,portanoa59.735,91eurolasommacomples-sivadedicataachifafaticaapagarebollette,affitto,utenze.

IL SALUTO DI PAPA BENEDETTO CONSERVATO NELLA BASILICA DI SANT’UBALDOE’ stato consegnato alla storia, e precisamente alla Basilica di Sant’Ubaldo dove verrà conservato, il manoscritto che ri-porta inciso il testo del saluto che papa Benedetto XVI ha indirizzato al comitato Albero di Natale più grande del mon-do e alla comunità eugubina in occasione della cerimonia di accensione del 7 dicembre 2011. Tale manoscritto, cal-ligrafato e miniato con decori manuali e con capolettera in fogliad’orosucartaartigianaleinfibradicotonenaturale,èstato realizzato grazie alla collaborazione dell’associazione “Onord’Agobbioperl’ArtedelLibro–Unaluna”edellaFe-derico Venerucci Comunicazione

VISIT ALTO CHIASCIOUn vero e proprio “pacchetto” formativo per acquisire competenze strategiche per la promozione turistica del territorio eugubino-gualdese. E’ il progetto di formazione, completamente gratuito, “Visit Alto Chiascio” promosso dal Centro studi superiori sul turismo e da Rosatinet srl, agen-ziaformativadiGubbio.L’iniziativa-co-finanziatadalFon-do sociale europeo - si rivolge ai cittadini con età compresa tra i 25 e i 64 anni, residenti nella provincia di Perugia. Do-diciicorsipensatiperoffrireopportunitàdiformazioneeaggiornamento in un territorio a forte vocazione turistica, dal marketing alla programmazione turistica, dal business english alla lingua tedesca.

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I FATTI DEL MESE

SUCCESSO INTERNAZIONALE PER KATIA GHIGI E AGNESE GATTO

Importante riconoscimento inter-nazionale per la violinista eugubina Katia Ghigi e la pianista Agnese Gat-to che si sono esibite a San Pietro-burgo, in Russia, presso lo stupendo Pavlovsk Palace, riscuotendo un grandissimo successo. Le due mu-siciste eugubine hanno eseguito un

programma impegnativo e ricco di suggestioni musicali, pro-prio durante lo svolgimento del G 20, suonando brani di Ve-racini, Mozart, Schubert, Brahms,Vitali, Rachmaninov e Bartók.

IL CAPITANO IANNICCA SALUTA GUBBIOIl capitano Pierangelo Iannicca ha salutato la città di Gubbio. Il comandante della Compa-gnia carabinieri di Gubbio ha infatti lasciato la città di pietra, dopo 4 anni di intenso lavo-ro, per prendere servizio a Casoria. “Ha dato sicurezza al tessuto cittadino, calandosi tra la gente.–èstatoilsalutodelcommissarioprefettizioMariaLuisa D’Alessandro - Mi dispiace perdere un professionista chestaperaffrontareun'avventuralavorativainacquepro-fondamente agitate”. Al suo posto arriverà il tenente Pier Giuseppe Zago, attualmente in missione in Libano.

FABIO STIRATI DIPLOMATO IN PIANOFORTE CON 10 E LODESi è diplomato al Conservatorio Morlacchi di Perugia con 10 e lode, il massimo dei voti, caso raro per il corso di Pianofor-te. Fabio Stirati è nato a Gubbio il 20 novembre del 1988 e dopo aver conseguito la maturità classica nella sua città, ha ottenuto la Laurea triennale in Lettere Classiche presso l'U-niversità degli Studi di Perugia con il massimo dei voti e sta frequentando i corsi magistrali presso la medesima facoltà. Ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Musi-ca di Perugia, con la Prof.ssa Patrizia Romano, diplomandosi

con la votazione di 10 e lode. Il programma presentato pre-vedeva l'esecuzione di brani di Beethoven, Chopin, Debussy e Franck. Nel curriculum di Fabio Stirati ci sono alcune esibizioni pubbliche nella sua città natale, a Perugia e a Roma.

RAPPORTO DI SOSTENIBILITA' PER COLACEM22 milioni di euro investiti in soli 5 anni per la protezione e ilmonitoraggiodell’ambiente;8,8%l’utilizzodicombustibilialternativiinluogodiquellifossilie5,7%ilrecuperodirifiu-ti in sostituzione di materie prime naturali nel 2012. 5.000 piante autoctone rimesse in dimora per il riambientamento dei siti estrattivi e quasi 12.000 ore di formazione sommini-strate ai propri dipendenti. Questi sono solo alcuni dei nu-meri contenuti nel Rapporto di Sostenibilità Colacem 2012, “Forte.Sostenibile” che ha ottenuto per il terzo anno consecu-tivo il livello massimo A+, secondo la versione del GRI, G3.1. Il Rapporto di Sostenibilità è uno strumento nelle mani di chi vuol sapere, approfondire e conoscere per dialogare consa-pevolmente, caratteristica peculiare di Colacem, da sempre aperta al confronto, anche attraverso una rinnovata presenza sulla rete internet e sui Social Network, il nuovo packaging che contiene notizie aggiornate sui progetti sostenibili imple-mentati da Colacem e la politica degli “stabilimenti sempre aperti” che richiama ogni anno circa 1.000 persone.

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Il prurito del cane Quali sono le possibili fonti di prurito nel cane?a cura del dr. Giacomo Monacelli

Gli stimoli in grado di causare prurito nel cane di solito derivano da ar-tropodi parassiti, batteri, lieviti, componenti della dieta e aeroallergeni.Artropodi parassitiInsetti, pulci e pidocchi, e acari, Otodectes cynotis, Cheyletiella spp., Sarcoptes scabiei, Demodex spp.e larve di Trombidi, possono causare prurito. La maggior parte degli artropodi parassiti inducono prurito sia mediante meccanismi immunologici (reazione di ipersensibilità nei confronti di allergeni di loro derivazione) che per azione pro-in-fiammatoriadirettadellesostanzecheinoculanonellacute.Clinica-menteèpressochéimpossibiledifferenziareiduemeccanismi.Batteri e lievitiLacolonizzazione"eccessiva"dellasuperficiecutaneadapartedibatteri (la cosiddetta sovracrescita batterica) così come le infezioni cutanee causate da Staphylococcus spp. (piodermiti) e la sovracre-scita di lieviti (in particolare di Malassezia pachydermatis) sono asso-

ciate nel cane a prurito di in-tensità variabile. Sia batteri che lieviti possono provoca-re prurito mediante reazioni immunologiche o per azione pro-infiammatoriadiretta.

Componenti della dietaIn questo caso, come nei precedenti, i componenti della dieta sem-brano essere in grado di causare prurito in conseguenza di reazioni immunomediate (allergia alimentare) e non (intolleranza alimenta-re). Dal momento che i due processi sono clinicamente indistingui-bili si parla comunemente di reazione avversa agli alimenti (RAA). AeroallergeniNumerosi allergeni presenti nell'ambiente (acari della polvere di casa e delle derrate alimentari, pollini di erbe infestanti, di gramina-ceeedialberi,muffe...)sonoconsideratiimportantiperl'insorgenzadei segni clinici in cani con dermatite atopica. Si tratta di sostanze "innocue",noningradodicausareinfiammazioneinsoggetti"nor-mali",quindi l'unicomeccanismopatogeneticodell'infiammazionecutaneainquestocasoèimmunomediato.Siverificainfattiunare-azione di ipersensibilità caratterizzata dalla presenza di livelli circo-lantielevatidiIgEspecificheneiconfrontidegliaeroallergeni.Quali lesioni cutanee si riscontrano in un cane con prurito?Grattarsi, leccarsi, mordicchiarsi, strapparsi il pelo e scuotere la te-sta sono alcune modalità con cui si manifesta il prurito nel cane. A seconda della durata e dell'intensità del problema e, in parte, della modalità con cui si manifesta il prurito, le lesioni cutanee auto

GUBBIO OGGI PIÙ - GUBBIOrosa

Auguri fratellone per i tuoi 5 anni! Anche se me ne combini di tutti i colori, ti voglio un mondo di bene! La tua sorellina Dalila

Sara MariottiFrancesco MasseiChiesa di S. Maria al Corso(Ars Fotografica)

Federica GrandisAndrea GiacomettiChiesa di S. Agostino(Ars Fotografica)

Arianna PiccottiLorenzo Mazzilli Chiesa di S. Marziale

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Annalisa Brugnoni

Leonardo Bianconi

Chiesa di Madonna del Prato

(Ars Fotografica)

Alessia CamilliAlessandro BellucciChiesa di S. Maria della Piaggiola

(Dal video di Studio Sannipoli)

Elisa AlunnoMarco MartelliChiesa di S. Ubaldo(Dal video di Studio Sannipoli)

GUBBIO OGGI PIÙ - GUBBIOrosa

Ben arrivato Gabriele! Un augurio speciale dalla mamma Pamela, dal babbo Andrea e dalla sorellina Chiara.

Tanti auguri Federico, nuovo arri-

vato in famiglia! da Lorenzo e dai

genitori Barbara e Gabriele. Mattia Fioriti presenta il fratellino Francesco nato il 26 agosto. Auguri ai genitori Francesca e Pao-lo dai nonni, gli zii e i cugini.

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Auguri vivissimi per l'arrivo di Martina Minelli, nata il 18 luglio. Tanti auguri da mamma Angela e papà Cesare.Anche quest’anno la famiglia Monacelli si è riunita numerosa e da tutto il

mondo sono venuti per ritrovarsi e festeggiare insieme con allegria.

GUBBIO OGGI PIÙ - Varie

Numeri UtiliEmergenza sanitaria ..............................118

Centralino Ospedale ..............075 9270801

Pronto Soccorso Ospedale ......075 9270744

Guardia Medica (fest./nott) ....075 9239468

A.C.I. (Soccorso Stradale)........ 075 9274162

Acquedotto ............................. 075 5009474

Ass. Maggio Eugubino ............ 075 9273912

Azienda Prom. Turistica ........... 075 9220693

Biblioteca Sperelliana .............. 075 9237632

Cimitero ................................. 075 9237690

075 9237637-638-639

Comunità M. Alta Umbria ...... 075 9274604

Curia Vescovile ........................ 075 9273980

Difensore civico ...................... 075 9237628

Funivia Colle Eletto ................ 075 9273881

Guardia Finanza ...................... 075 9273789

Gubbio Oggi ........................... 075 9297553

Municipio (Centralino) ............... 075 92371

Piscina Comunale.................... 075 9276887

Polisportivo S. Biagio .............. 075 9275452

Pretura .................................... 075 9272148

Servizio Forestale Compr ......... 075 9273946

TAXI ....................................... 075 9273800

Teatro Comunale .................... 075 9275551

Tele Radio Gubbio (Centralino) 075 9235011

Civico Cimitero (1° aprile - 30 settembre):feriali: 7.00-19.00 - festivi: 8.00-18.00Gli uffici sono aperti anche il sabato mattina 7.00-13.00

Farmacie di turno

Orario SS. MesseS. Francesco 7.30 / 10.00 / 11.30 / 18.30

S. Antonio 8.00 S. Secondo 8.00 / 11.00

Cappuccine 8.30 Madonna del Ponte 8.30 / 11.00Astenotrofio Mosca 10.00

Cimitero 9.00 S. Domenico 9.00 / 11.00

S. Ubaldo 9.00 / 11.00 / 17.00 S. Agostino 9.30 / 11.15 / 18.30

S. Pietro 10.00S. Biagio 10.00

Madonna del Prato 10.00 / 11.30 S. Giovanni 11.00 / 19.00

Duomo 11.15S. Maria al Corso 12.00

Vittorina 17.00

Biblioteca Comunale Sperelliana:Orario: da martedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Lunedì chiuso.

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Festivi di Settembre:Dom 15 .......ComunaleDom 22 .......Pierotti

Festivi di Ottobre:Dom 6 ........CeccarelliDom 13 .......Luconi

Notturni di Settembre: 20 24 28 .......... Luconi 21 25 29 ..........Ceccarelli 22 26 30 ..........Pierotti 23 27 ..........Comunale

Notturni di Ottobre: 1 5 9 13..........Comunale 2 6 10 14..........Luconi 3 7 11 15..........Ceccarelli 4 8 12 16 ..........Pierotti

[email protected]

GUBBIO OGGI PIÙ - La Satira

Lo Zi’ Baldinotel-dico-io-du-stà-barognola

GUBBIO S’INTERROGA

I grandi sondaggi

de lo Zi’ Baldino

Cosa ne pensa della “gaffe” di Aurelie

Filippetti ministro francese con nonno

gualdese che proprio a Gualdo ha detto:

«Questa è la mia città e la mia terra. Sono

davvero felice di essere qui a Gubbio!»?

Solo a Gubbio

- You Tube -

Parcheggio del Seminario dopo il maltempo - Gubbio

«...con le pinne ,fucile ed occhiali...».

Giovedi

dovria

sta mejo!

(Nostradamus)

Co’ vuj!? 0,2%

Te parrà! 0,1%

Senti oh! ma con tutta la gente che c’è no!? proprio ta me... 0,4%

Je piacerebbe éhhhhh! 0,3%

Ma adesso rompite i cojoni anche co’ sto freddo? 0,5%

Filippetti chi? nna parente del Fula? 0,7%

Gubbio sarà sempre Gubbio e gualdo solo gualdo... 0,9%

Lasceme gi’ che ciò da fa’! 96,9%

Le rivincite EugubineDicevano che Era basso!!!Al povero Guerrini non l’hanno mai considerato e adesso lui e Marco Vinicio (no quello de la Funivia ndr) je fanno la festa!La bionda pensava che Gubbio era sulle dolomiti e ce veniva solo per ballà con Pepolo il giorno dei Ceri e la Marini e inutile che adesso viene tutti i giorni a Gubbio a raccomandasse ta Sant’Ubaldo e tal Commissario…

Ora è lui l’unico uomo che può salvare BerlusconiPer il nostro Nicola tornato alla casa natia Socialista, sentitosi tradito dopo lungo peregrinare in varie terre Berlusconiane, è giunto il momento di prendersi la sua bella rivincita. Glielo aveva detto al Cavaliere: “m’arcercherai!!”. Nicola Aloia infatti dopo la proposta di candidare Gubbio insieme ad Urbino a Capitale Europea della Cultura, pare stia promuovendo un referendum per l’autonomia della libera Repubblica di Burano, dove Berlusconi sarebbe nominato Presidente e Guerrini Primo Ministro. Grande Nicola, in un colpo solo ce risolvi ‘na serie de problemi da niente.

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Festa di pensionamento maestri (1975)Finisce l’estate e si ritorna a scuola. Ma non per quei pochi, fortunati, soprattutto di questi tempi, che vengono posti a riposo. Evento che ancora oggi (come anni fa) si festeggia con i colleghi. Nelle foto, una festa di pensionamento a pochi giorni dalla ripresa della scuola, che in quegli anni ripartiva il 1° ottobre. Negli scatti, che per la precisione recano la data 11 ottobre 1975, si riconoscono tanti storici insegnanti della classe magistrale eugubina, che prima posano per la foto di rito presso le scale della Basilica e poi condividono momenti di spensieratezza nel ristorante. (dall’archivio di Celeste Zenobi Ceccarelli)

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