Assonautica di Ancona: Home - Fotografare una regatatava il Socio di maggioranza, ha proposto la...

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Periodico di informazione Anno 15 - Numero 44 luglio 2012 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. postale - 70% - DCB Ancona Fotografare una regata Corrosione galvanica Crociera scuola in Grecia Novità sul porto Crociera scuola in Grecia Novità sul porto Fotografare una regata Corrosione galvanica

Transcript of Assonautica di Ancona: Home - Fotografare una regatatava il Socio di maggioranza, ha proposto la...

  • Periodico di informazioneAnno 15 - Numero 44

    luglio 2012

    Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. postale - 70% - DCB Ancona

    Fotografare una regataCorrosione galvanica

    Crociera scuola in GreciaNovità sul portoCrociera scuola in GreciaNovità sul porto

    Fotografare una regataCorrosione galvanica

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    n° 44

    Assonautica Provincialedi AnconaSede legale:

    60123 Ancona, Piazza XXIV Maggio n. 1,

    Base nautica e segreteria:60125 Ancona, via Giancarlo Mascino, 3/htel. e fax 071/20.74.731 - cell. 340/1422005

    Editore: FRUITS S.r.l.Periodicità: trimestrale

    Aut. Tribunale n. 8 del 25/2/1985Direttore responsabile:

    Giovanni MaggiRedazione

    G. Iacobone, F. Profili, C. PolaccoAmministrazione pubblicità:

    Segreteria [email protected]

    Luogo e data pubblicazione:Ancona, luglio 2012

    Impaginazione e stampa:Aniballi Grafiche srl (An)

    Stampato in 800 copie

    Editoriale 3

    Il punto sul porto 5

    Una gita scolastica particolare 7

    Crociera - scuola 8

    Vela con i ragazzi Bielorussi 12

    Nazionale Europa 13

    Conerissimo 14

    La regata di primavera 15

    Corso sulla corrosione 16

    Fotografare una regata 17

    Lavori in barca fai da te 19

    Come ormeggiare 21

    Notizie 22

    questo periodico lo potete sfogliare anchesu Internet all’interno del nostro sito

    Aspettiamo una vostra foto per il prossimonumero del giornale

    Editoriale

    Ecosì tutti i tasselli del mosaico che dovrà governare Marina Doricaper i prossimi tre anni sono andati al loro posto. Tutti meno uno, ve-dremo quale. Noto tra i nostri Soci poca attenzione alla “governance” del Consorzio Van-vitelli e di Marina Dorica, e mi sembra un atteggiamento sbagliato. È veroche altri sono i problemi di oggi, però se poi il porto non funziona è inutile in-dignarsi, se non si sta attenti prima a come si forma la catena delle respon-sabilità. La catena comincia, per i diportisti di Ancona, dalle elezioni dei Di-rettivi e dei Presidenti dei Circoli. Questi poi determinano la composizionedel Consorzio Vanvitelli, che per larga parte determina il Consiglio di Ammi-nistrazione di Marina Dorica, e vigila sul suo operato. Non date per sconta-to che questo percorso sia normale: nessun Marina in Italia è governato co-sì; di solito una Società esterna è titolare della concessione, e amministra ilporto in totale autonomia rispetto agli utenti. Questo privilegio di noi anco-netani è ormai diventato abitudine, è dato per scontato e, come per la de-mocrazia, non viene valorizzato ed esercitato. Salvo poi arrabbiarsi se ilproprio particolare problema non viene risolto, o il proprio interesse viene aporsi in contrasto con l’interesse degli altri utenti.Cominciamo dal Consorzio Vanvitelli; il nostro Paolo Manarini ha con-cluso la sua presidenza portando a conclusione due importanti operazio-ni: l’aumento di capitale della Società e una revisione dello statuto. Con laprima i Circoli hanno “stabilizzato” i loro conferimenti del 1999 legandolialla Società in modo irreversibile (prima erano, in parte importante, finan-ziamenti in attesa di restituzione). La Società ne esce rafforzata, in vistadel previsto aumento di capitale di Marina Dorica. La seconda operazioneha adeguato lo statuto (che era nato prima che si realizzasse il Marina) elo ha reso funzionale alla situazione attuale. Il rinnovo dei quindici membridel CdA del Consorzio, tra i quali il Presidente, è stato deliberato all’una-nimità tra i Circoli, e vede Silverio Dorsi (AYC) alla presidenza. Sempre perl’AYC sono entrati Ennio Molinelli, Alberto Rossi e Carlo Mancini. Per l’As-sonautica Iacobone, Barigelletti e Manarini. Per la Stamura Pauri e Flami-ni. Per la LNI Basti e Casaccia. E poi Scolpati (ADM), Maceratesi (DLF), DiCosmo (Bolina) e Igino Ferri (APS), che è stato anche nominato Vice-Pre-sidente. Tutti i Circoli sono rappresentati, in proporzione alle loro quote.Tutti i Presidenti di Circolo (tranne la Stamura) sono rientrati in Consorzio,e questo è un segnale importante perché implica la volontà di fare delConsorzio un reale punto di sintesi, di proposta e di controllo nei confron-ti di Marina Dorica. Per favorire questo collegamento tra le due società siè anche voluto che almeno due Consiglieri di Marina Dorica (Rossi e Bari-gelletti) fossero anche Consiglieri del Consorzio. In passato questa coin-cidenza di cariche (che era stata molto praticata) era stata criticata, finoad arrivare ad una completa separazione. Ma è stato un errore, che haportato ad uno scollamento tra le due società. Ora abbiamo rimediato, econtiamo che il maggiore coinvolgimento del Consorzio porti risultati.Marina Dorica ha approvato il suo bilancio (con un utile di 83.800 euro,che ripiana in parte perdite pregresse) e concluso il ciclo triennale del suoCdA, che è andato anch’esso a rinnovo. Il Consorzio deve esprimere quat-tro componenti su sette (uno Nautiservice e due il Comune, tra i quali ilpresidente). All’unanimità sono stati indicati Alberto Rossi (che provienedall’AYC), Roberto Romagnoli (LNI) e Michele Pietrucci (Stamura) e a mag-gioranza Flavio Barigelletti per Assonautica. Due commenti: il primo è chea prescindere dal Circolo di appartenenza queste persone sono nominate

    di Gianfranco Iacobone

    Grecia 2012: l’equipaggio “bianco”fissa la cima a terra

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    dal Consorzio e lo rappresentano per intero; anche se oggi provengono dai quattro Circoli maggiori nulla impedi-sce che possano provenire anche dagli altri tre, cosa in passato avvenuta e che può ripetersi in futuro. Il secondoriguarda il nostro candidato: non voglio nascondere che la sua nomina è stata contrastata. Per noi era giusto so-stenerlo, perché aveva lavorato bene e ci dava garanzie di lavorare bene e disinteressatamente in futuro, e di met-tere la sua competenza legale al servizio di Marina Dorica. Il nostro non era un sostegno per il nostro interesse, maper quello di Marina Dorica. Alcuni hanno condiviso questa valutazione, e l’hanno appoggiata col voto favorevoleo con l’astensione, e li ringraziamo. Speriamo che chi non è stato convinto oggi si possa convincere più avanti.Comunque la mancanza di unanimità, quando si tratta di scelte importanti, non è un dramma: è normale eserciziodella democrazia. Il Consiglio è completato da Sandro Cagnoni per Nautiservice. Il Comune di Ancona non è sta-to in grado di presentare i suoi candidati alla Assemblea dei Soci, per cui opportunamente Dorsi, che rappresen-tava il Socio di maggioranza, ha proposto la rinomina di Virgilio Rossi e di Enrico Giampieretti, già Consigliere ePresidente per indicazione del Comune. Si tratta di nomine effettive, accettate dal Comune, per cui se in futuro ilComune prenderà una decisione diversa potrebbe accadere che si “auspichino” dimissioni per avvicendamento.Insomma, la componente pubblica è un po’ in affanno, specchio dei problemi dell’Amministrazione Comunale,ma essendo già ben inserita in Marina Dorica potrà comunque essere operativa. Nel complesso il nuovo CdA pre-senta professionalità di valore e, credo, potrà operare concordemente e al meglio.I problemi che hanno davanti i nuovi CdA del Consorzio e di Marina Dorica sono importanti: l’aumento di capi-tale di Marina Dorica, il Mondiale ORC 2013 (che deve riuscire bene e non costare agli utenti di Marina Dorica),lo sviluppo di nuovi ormeggi nella darsena est (che, anche questi, devono portare nuove risorse a Marina Dori-ca, e non costi), la realizzazione di posti barca per il transito, l’acquisizione dell’immobile ex-Perticaroli e la suautilizzazione, i dragaggi, l’assetto definitivo dell’area carenaggi, solo per citare i maggiori. Fortunatamente alme-no un problema si è intanto risolto: i gommoni sono ottimamente sistemati, e questo servizio comincerà ad es-sere una risorsa piuttosto che un costo e un problema; con qualche accortezza e tante barriere verdi non sarànemmeno una soluzione sgradevole da vedere.Una buona estate nautica a tutti.

    Area gommoni durante i lavori

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    Scegliamo le questioni più at-tuali su Marina Dorica pervedere quale é lo stato dellecose e quali sono i progetti.La novità che salta agli occhi è lanuova area gommoni. Mentre an-diamo in stampa è stata appenaattivata, con pochissimo ritardo ri-spetto alle previsioni. Ora si dovràprovvedere al “contorno” (recinzio-ne, cancelli, barriere verdi, opere amare per favorire l’accosto) mal’essenziale era essere operativi alpiù presto. Quest’opera mette finea una storia infinita, e per fortuna siè trovata la capacità di decidereper una soluzione funzionale e de-finitiva. Però è importante che gliinteressati sappiano che la cosanon riguarda solo loro, ma tutti gliutenti di Marina Dorica. Cominciodalla cosa più visibile: il decoro. Senel vecchio piazzale si poteva la-sciar correre su qualche “peciona-ta”, ora qui siamo sotto gli occhi ditutti, per cui teloni strappati, ogget-ti abbandonati o non autorizzati,barche in stato di abbandono nonci potranno più essere, come nonci possono essere sui pontili. Maveniamo alla cosa più delicata, iltraffico: sono state date specificheindicazioni, ma qui devo rivolgermianche ai diportisti “a mare”. Le re-

    gole di navigazione valgono pertutti, e ora con 260 barche in piùdentro il bacino devono essere os-servate con più attenzione. Credoche i problemi si porranno solo neifine settimana d’estate, ma stiamoattenti: limite di tre nodi, tenere ladestra, non uscire dai canali latera-li senza guardare chi passa nel ca-nale principale, non iniziare la ma-novra di uscita dal posto barca sec’è chi arriva lungo il canale, tenereconto (da parte dei gommoni) chele barche grandi non manovranocome loro, specie se c’è vento, edevono allargarsi (andando un po’anche contromano) per entrare euscire dal posto. La bocca del por-to in certi momenti sarà un’auto-strada: dobbiamo metterci in cor-sia, non sorpassare e tenere unavelocità media di tre nodi senza af-faccendarci a tirare su rande, ten-dalini o fare altre cose, zigzagando.Potrei continuare, ma siamo tuttipiù o meno marinai, il buon senso el’attenzione valgono più delle rego-le, e ora dobbiamo usarne dosimaggiori di prima.Il pescaggio comincia ad essereun problema anche per noi, dopododici anni di fortuna. Non riguar-da il bacino, tranne alcuni postidella serie N (lungo la diga ester-

    Il punto sul portona) che hanno dei “soffioni” disabbia che passano sotto la sco-gliera, bensì l’imboccatura. Qui,per lo stesso fenomeno che haportato all’abbandono della darse-na gommoni, c’è un avanzamentoa falce della sabbia, portata dallacorrente dominante che viene lun-go costa da NW. La “falce” oralambisce l’imboccatura, per cui lasituazione non potrà che peggio-rare. Tutti i porti adriatici hannoquesto problema, peggio di noi,ma non è una consolazione. At-tualmente siamo a 2,5 metri a me-dio mare tra il pennello esterno el’imboccatura, per cui ci sono giàalcune barche a vela che passanosolo con alta marea. Per il Mondia-le 2013 saranno molte le barcheche allo stato attuale non potrannopassare, cosa della quale parleròpiù avanti. Gli insabbiamenti si ri-solvono con i dragaggi, ma i mate-riali sono sempre più difficili dasmaltire se presentano difformitàanche minime rispetto alla purez-za. Se le norme attuali in vigoresiano giuste o auto-lesive e se sia-no applicate con la giusta dose dirigore non sta a me dirlo, ma que-ste sono. Per cui Marina Doricanon può che fare domande di au-torizzazione al dragaggio, pagare

    le analisi, sperare inbuoni risultati (quelliche permettono dispostare la sabbiafuori del porto, nelposto da cui è venuta)e se i risultati non so-no ottimali trasportareil materiale a 200-300chilometri di distanza,dove c’è una “vascadi colmata” funzio-nante. Vasche che so-no costosissime dafare, valgono oro, percui le Regioni che lefanno hanno già iconferimenti prenotatisul loro territorio. I co-sti di trasporto a di-stanza del materiale(con camion stagni) e

    di G. I.

    Progetto nuova darsena giugno 2006

  • stoccaggio sono esorbi-tanti. La nuova vasca diAncona dovrebbe esse-re pronta nel 2014 (ed ègià quasi piena di… pre-notazioni da tutte leMarche). Per cui l’insab-biamento va prevenuto,a lungo termine. Noi ab-biamo un porto incom-piuto, per cui l’attualebocca è provvisoria; nondoveva essere così ma ècosì perché si attendevala seconda darsena.Quella che non si farà.Per questo il ConsorzioVanvitelli nell’ultima se-duta ha invitato MD adare incarico a tecniciqualificati perché si co-minci a studiare unamodifica dell’accesso alporto che prevenga gliinsabbiamenti. Megliocominciare a muoversi,dati i tempi che queste

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    cose richiedono.E veniamo al Mondiale ORC 2013e allo sviluppo di Marina Doricaverso la darsena Est. Non poten-do crescere ad Ovest, data la frana(o meglio la “frana” di documentitecnici ambigui) l’interesse si èspostato ad est, dove esiste giàuna darsena con fondale di 5 metriche non si insabbia (già, anche lavecchia darsena dove stavamo pri-ma era a 4 metri fissi e non si in-sabbiava, ci si poteva almeno fareil porto peschereccio, ma forse co-sì era troppo facile…). L’interesseper quest’area, come è ovvio, c’èanche nei Cantieri (CNR e ISA) chelì lavorano, per cui Marina Doricaha chiesto e ottenuto la concessio-ne per la fascia di mare a ridossodella diga esterna, con l’idea di va-lorizzare quello specchio d’acquache comunque ha come unico ac-cesso da terra Marina Dorica. Oltrea questo aspetto, Marina Dorica hatre esigenze: predisporre ormeggiper il Mondiale 2013, su fondalielevati; aumentare la sua dotazionedi posti barca per il transito, peradeguarsi alle normative; realizzareun certo numero di ormeggi pernavi da diporto (oltre 24 metri) chetroverebbero nei Cantieri tutta l’as-sistenza per lavori e refittings e da-rebbero una ricaduta economica digrande rilievo per Marina Dorica equindi per tutti i suoi soci e utenti.Considerati questi aspetti il Con-sorzio Vanvitelli (che come socio dimaggioranza ha pieno titolo peresprimersi su questioni strategi-che) ha dato parere favorevole adandare avanti con la progettazionee la realizzazione, nell’ambito diuna previsione di spesa che è stataritenuta di ragionevole sicurezza. Inostri Amministratori in Marina Do-rica terranno aggiornato il Consor-zio sugli sviluppi, che verranno se-guiti con attenzione.

    La darsena est

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    Una gita scolastica particolare

    La gita scolastica deve esseredivertente ma anche formati-va? Bene, questa volta l’Istitu-to Cuppari di Jesi ha pensato cheinvece di monumenti lontani si po-teva utilizzare una risorsa vicina: ilmare. E noi ci siamo prestati volen-tieri, per una giornata di iniziazionealla vela. Il 21 aprile una ventina diragazzi di 16 anni, con alcuni Inse-gnanti, sono arrivati in Marina Dori-ca e dopo una chiacchierata sullavela e il mare, e su come si sta inbarca, sono partiti con i magnificisette: Australia di Balducci, Sere-nissima di Regini, Shorty di Scia-ratta, Corallo di Mastantuono(mente dell’evento), Laura di Ga-sparoni (Nando), Sunny Side di Ga-lassi (il nostro Web Master) e natu-ralmente Hirondelle. Giornata sere-na e ventosa, molto più delle previ-sioni. Dicevamo “andrà a calà, nonsbagliano mai…”; invece qualche

    volta sbagliano, per cui 15 e anche20 nodi di libeccio non ce li ha toltinessuno. I ragazzi? Qualche “ca-gnolo”, qualche rientro sanitario,qualche faccia un po’ spaurita, maanche tanto divertimento. Arrivatiquasi al Trave e poi, a fatica, ritor-

    nati, attacco ai panini e ai dolci e fi-ne della giornata. Secondo noiqualcuno sarà rimasto bene im-pressionato dalla vela, e per chi in-vece no…sono giovani, forse ci ri-penseranno. Il mare è fatto così,mica solo sole e ombrellone!

    Su Australia

    Su Hirondelle

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    Dopo la bella e divertenteesperienza dell’anno scorso,partecipo alla nuova crocieranelle isole del mar Ionio che l’Asso-nautica ha organizzato anche que-st’anno. Come al solito, alla partenza ci tro-viamo alla Marina Dorica. Que-st’anno il gruppo di “studenti” è piùampio e ci saranno due equipaggi:uno, con skipper il commodoro Au-gusto, denominato barca azzurrain onore della squadra del Napoli, el’altro, con skipper Aldo e Gian-franco, denominato barca bianca.Con due barche ci sarà la possibili-tà di sfidarci in regate (o pseudo ta-li). Faccio parte dell’equipaggiodella barca bianca, composta dapartecipanti alle scorse edizioni eche quindi si conoscono bene. Lanovità è Sara, giovane provenienteda precedenti corsi in Assonautica.Provvederà ad abbassare l’età me-dia. Lo skipper è Aldo, ben cono-sciuto per le sue urla quali ‘ndo vaioooohhhh! C’è Gianfranco, presi-dente dell’Assonautica e noto car-diochirurgo, che gode della gratitu-dine della mia famiglia per averoperato con successo mio fratelloquando è stato colpito da infarto.Ci sono Andrea e Bruno, conosciu-tisi nella crociera del 2010 e che

    Crociera - scuola nelle isole dellaGrecia Ionica (22 Giugno - 1° Luglio 2012)

    ora formano una coppia molto af-fiatata da ricordare il Gatto e la Vol-pe di collodiana memoria. Luciano,Giuseppe e Manuela completanola barca bianca. L’equipaggio dellabarca azzurra comprende oltre Au-gusto e Fiorella, Anna Rita che vie-ne da Perugia, Alessandra da Co-mo, Claudio, Gianluca e Giuliano,esperti di mare e presenti nelle ma-nifestazioni a Marina Dorica, ed ilgiovane vegetariano Tao. Si parteintorno alle diciannove con arrivo aIgoumenitsa nel primo pomeriggio.Sul traghetto ci si trova nelle salecomuni per conoscere i nuovi arri-vati. In poco tempo si raggiungel’affiatamento tanto che è difficileparlare di due gruppi: in realtà si ècostituito un gruppo più esteso delsolito. Dopo la cena i più giovani siesibiscono in discoteca con la mu-sica scelta dal disc-jockey dellacompagnia di navigazione.All’arrivo, completate le operazionidi sbarco, si parte in direzione diLefkas per il ritiro della barca. Sicena a bordo, con Luciano cheprepara un sugo all’arrabbiata epoi si parte per la traversata in not-turna del canale fino a raggiungereAyos Nikolaos nell’isola di Zante.La navigazione in notturna è la no-vità di quest’anno e rappresenta un

    altro tassello della crociera-scuola.Si fanno turni in modo da esserepresenti almeno in due nel pozzet-to. La notte è limpida e senza luna,per cui si gode di un cielo stellatoluminoso e palpitante, incredibileper chi è abituato a vivere in città.Mi ha dato le stesse sensazioniprovate nei deserti della Nigeria edel Rajsthan. Al mattino si arriva adAyos Nikolaos e, dopo aver ormeg-giato, si procede ad una colazione“alla spicciolata”. I turni notturnihanno lasciato il segno ed oggi lagiornata è a disposizione per ripo-sarsi e prepararsi alla partita seraleche vede l’Italia affrontare l’Inghil-terra. Una ricerca importante èquella di trovare un ristorante contelevisore disponibile. La sera citroviamo vicino ad un tavolo di turi-sti inglesi, e quando nel primoquarto d’ora Buffon respinge a ma-no aperta, come fa nella pubblicitàdell’acqua minerale, un tiro a colposicuro di un attaccante inglese, sicapisce che la partita potrà avere

    di Giulio Canalini

    Barca bianca

    Percorso della crociera

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    un esito positivo. Ed infatti si arrivaai rigori, con l’irridente cucchiaio diPirlo e la parata di Buffon ad aprircila strada alle semifinali. Gli inglesisi sono eclissati alla chetichella…Il mattino seguente si parte per lacircumnavigazione dell’isola diZante. E’ una navigazione che cipermette di visitare le Blue Cave esoprattutto di sostare alla WreckBay, fantastica baia di acqua tur-chese che più turchese non sipuò. Sulla bianca spiaggia giace ilrelitto di una nave da carico, percui è conosciuta anche come labaia del relitto. Le montagne lacircondano con pareti verticali diun chiarore abbagliante e constratificazioni che testimonianotutta la storia passata. Il bagno inqueste acque è obbligatorio. Si fapoi rotta verso Zante con arrivo inserata. Durante il trasferimento siapprezzano i miglioramenti di Ma-nuela nel manovrare la barca. Ri-spetto all’anno scorso ha acquisi-to competenza e sicurezza, è di-ventata una velista completa. An-che Sara, che vediamo all’operaper la prima volta, si dimostra abi-le e competente. Gli insegnamentiappresi nei corsi all’Assonautica

    sono stati ben assimilati. L’arrivo a Zante riporta alla menteUgo Foscolo: “Zacinto mia, che tespecchi nell’onde / del greco marda cui vergine nacque / Venere, efea quelle isole feconde / col suoprimo sorriso…. “ Il giorno seguente si va a Poros.La traversata è impegnativa, convento forte. Prima di partire Aldoha comperato gamberi, scampi epannocchie per fare il sugo perun’ottima pastasciutta. La sera,un giro per un gelato ci fa scopri-re uno scoglio che, grazie adun’adeguata illuminazione, asso-miglia ad una testa di ciclope, aguardia della spiaggia e dellapasseggiata a mare.Il mattino, approfittando di condi-zioni favorevoli, iniziamo con un’e-sercitazione di ormeggio. A turnoeseguiamo tutto quello che si devefare quando si arriva in un nuovoposto. E’ un’esercitazione interes-sante e serve anche per memoriz-zare i tempi d’ormeggio. Finita lalezione ci dirigiamo, su suggeri-mento di Sara, verso Andisamos,splendida baia dove facciamo unricco bagno. In questa baia è statogirato il film “Il mandolino del cap.

    Corelli” con Nicolas Cage, e ve-dendola si capisce perché è statascelta. Le capre, in cerca di fogliecon salgemma, si spingono su pa-reti a picco sul mare con un’abilitàda provetti alpinisti. La giornatacontinua con una grande veleggia-ta. Il vento è costante sui 18 nodi ela coppia Andrea – Bruno ci fa di-vertire al timone di una barca cheva veloce tutta sbandata su un la-to. Arriviamo alla baia di Kalimia,sull’isola di Itaca, dove si ormeggiaalla fonda. Questa sera è in pro-gramma una grigliata sulla spiag-gia, tutti insieme. L’organizzazioneè migliore rispetto all’anno scorso:le graticole sono più grandi e c’è lacarbonella per fare la brace. Pur-troppo ci sono forti raffiche di ven-to, che mancavano l’anno passato.I vini sono di grande qualità, comesempre, e servono per sostenere ildivertimento. Luciano e Sara han-no portato vino di visciole fatto incasa, che è stato molto apprezzatocon i cantuccini. Quello di Sara erastato preparato dalla nonna: agrande richiesta la si deve convo-care in Assonautica per una lezio-ne sulla preparazione. Prima di partire Aldo va a pescacon il fucile e ritorna con una cer-nia ed una mugella: a pranzo avre-mo pasta al sugo di pesce fresco!Ci dirigiamo verso One House Bayper il bagno ed il pranzo. Durantela navigazione Gianfranco ci fa unalezione sull’uso del GPS, strumen-to fondamentale per chi va per ma-re. Dopo pranzo si fa rotta versoVathi: questa sera c’è Italia-Ger-mania e dobbiamo trovare un risto-rante con televisore! Durante la na-vigazione, con un buon vento, in-gaggiamo una gara con la barcaazzurra. Si va di pari passo, conAndrea al timone della barca bian-ca che è in lieve vantaggio. Proprioquando Augusto sta rimontandosuccede qualcosa di strano che lofa precipitare in un buco di vento,perdendo così la “competizione”.A terra ci dirà che si era distrattoper parlare con il suo gruppo e nonsi era accorto del cambiamento.Anche questa è una lezione, ci diceche l’attenzione deve essere sem-pre massima, senza distrazioni. La sera è dedicata alla partita, cheappartiene a Ballottelli. Dopo il se-condo gol, quando si toglie la ma-

    A Parga

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    glia mostrando un fisico scultoreo,l’impietosa telecamera inquadrauna tifosa tedesca che non riesce atrattenere le lacrime, forse pensan-do alla pancia flaccida e gonfia dibirra del suo uomo. Quando poi,ad inizio secondo tempo, sangigi-buffon alza sopra la traversa un tirodi punizione battuto magistralmen-te, anche Tao, che è di origine te-desca e sostiene la sua nazionale,ha capito che la partita era finita.

    Al mattino si parte per far cola-zione e bagno nella baia di Skoi-nos e poi verso Nord per Kioni.All’una, con vento di maestrale a10 nodi, la barca bianca si dirigeverso il salto di Saffo a Lefkas,con bordeggio a vela. La decisio-ne è stata ottima perché si è vistoun panorama di spettacolare bel-lezza, con montagne dalle paretiripide che sprofondano in mare eche mostrano le stratificazioni

    geologiche di vario colore costi-tuenti la loro storia. L’acqua è diun turchese simile a Wreck Bay. Apranzo mangiamo fusilli con sugodi melanzane. Andrea partecipaalla preparazione con molto inte-resse. Certo che se si sparge lavoce in Assonautica che oltre alsavoir faire e ad essere un ottimovelista, è anche uno chef, ci saràla fila di giovani signore che vor-ranno partire con lui. Se poi chia-ma Bruno come co-skipper, la filadiventa una folla! Il ritorno versoSpatokori prosegue con lezioni diandatura al gran lasco e con velea farfalla. La sera ceniamo al ristorante, lostesso dell’anno scorso: è l’ultimasera ed il menu prevede pesce,questa volta un eccellente sarago.Lo spumante portato dall’Italia ser-ve per il brindisi finale. E’ l’ultimo giorno ed anticipiamo lasveglia: la barca deve essere resti-tuita prima delle nove. Da Spartoko-ri rientriamo a Lefkas e provvedia-mo alla restituzione senza problemi.Ci trasferiamo quindi a Parga: unaparte di noi opta per giornata inspiaggia, un’altra per la visita allafortezza veneziana ed alla città. So-no le ultime ore di una bella vacan-

    Barca azzurra

    Pancia in dentro...

  • chi deve ancora imparare. Aspet-tiamo commenti e suggerimenti.

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    za. Sul traghetto di ritorno mangia-mo le rimanenze della cambusa,apprezzando in particolare il capo-collo portato da Anna Rita, che ri-corda i sapori dell’infanzia quandogli insaccati si facevano in casa.Rileggendo quanto ho scritto mi èsorto un dubbio: si tratta di unacrociera scuola di vela o di grandeabbuffata?? In attesa di una rispo-sta concludo che sia soprattuttoscuola di vita, con qualcosa da ap-prendere a qualsiasi età.

    Commento redazionale:Giulio è ormai un “veterano” deinostri corsi, pacato, assiduo esempre disponibile, insomma ilcompagno di barca che ognunovorrebbe avere. Quindi il suo rac-conto è il punto di vista di un buo-no. Nel prossimo numero sentire-mo Augusto, il Commodoro, che èmeno indulgente e ci darà la suaversione.Una anticipazione e una propostavenuta fuori dai partecipanti: per-ché non cambiare mare? L’idea peril prossimo anno è la Turchia (la co-sta di Marmaris, Fethiye e Bo-

    drum), con barca “Masters” per so-ci già esperti, e barca “scuola” per

    Aldo pescatore

    Le grotte di Zante

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    Anche quest’anno gli amicidell’Associazione DilettaONLUS, che ospita d’estatei ragazzi bielorussi, ci hanno dato ilpretesto per una “iniziazione” allavela. Alcuni di questo ragazzi vivo-no molto distanti dal mare, e lohanno visto per la prima volta. Ungrazie ai soci che hanno messo adisposizione otto barche per unabella veleggiata, con 10 nodi di le-vante, lungo la costa del Passetto:Graziosi, Pasqualini, Guazzotti,Barigelletti, Scandali, Bucciarelli,Cesini e Moretti.

    Vela con i ragazzi Bielorussi

  • Il 14 e 15 aprile, nelle acque anti-stanti il Marina Dorica, si è svolta laregata nazionale della classe Euro-pa organizzata dalla nostra ASD. E’ ilsecondo anno che ospitiamo questoevento che apre, insieme alla Luca’sDays Meteor Cup, la nostra stagioneregatistica. Come l’anno scorso ab-biamo accolto con vero piacere i gio-vani e capaci atleti di questa classe. Purtroppo le condizioni meteo inquesta occasione non sono statedelle più favorevoli. Il passaggio diuna forte e veloce perturbazione me-teorologica ha messo a dura prova,prima l’organizzazione e poi i rega-tanti. Questi, tutti giovani dai 15 ai 25anni, sono scesi comunque tutti tran-quillamente in mare presentandosicompatti alla linea di partenza del pri-mo start. Contemporaneamente, bar-che tirate d’altura che si sarebberodovute allenare per il concomitanteinizio di un loro campionato, hanno ri-nunciato all’allenamento stesso perle avverse condizioni meteo. Si sono svolte quindi regolarmentetutte e sei le prove previste dal pro-gramma della nazionale, nelle duegiornate della competizione. Devo personalmente ringraziare tuttii nostri soci che si sono prestati conpiacere a dare una mano nell’orga-nizzazione a terra e nell’assistenza inmare. Ringrazio particolarmente ilPresidente del comitato di regataing. Alessandro Turchetto, (è ancheun valente regatante della classeFinn), che con notevole capacità hacondotto l’organizzazione in mareposizionando il campo di regata inmodo che potesse reggere alle av-

    verse condimeteo. Il sabato infatti,quando il vento è soffiato sempre so-pra ai 10 m/s ed in presenza di sensi-bile onda, ha posto le boe di percor-so sottovento alla nuova diga delporto, riuscendo nello spazio a di-sposizione a stendere il campo cor-rettamente al vento, e ottenendo unalunghezza del percorso di regataconcorde con le regole di classe.La domenica, con la perturbazioneleggermente attenuata, ci si è spo-stati nell’area assegnata e quindi inmare aperto, concludendo le provecome da programma.E’ stato uno spettacolo veramenteemozionante. Non poche sono statele ‘scuffie’ nelle strambate alle boe dipoppa e di lasco. Vedere questi picco-li gusci saltare e cavalcare, con note-vole maestria marinaresca, le ondecon la loro grande vela ci ha fatto sen-tire un poco ‘piccoli’ pensando aquando, con le nostre grosse barched’altura, ci è capitato di riparare fretto-losamente e timorosi in porto trovan-doci in analoghe condizioni meteo.

    Due parole sulla classe Europa.Il numero dei partecipanti è stato,anche quest’anno, esiguo. E’ un veropeccato. A me particolarmente di-spiace registrare questo costante econtinuo declino nel numero degli a-tleti che regatano con questa barca.Io ho iniziato a conoscere e frequen-tare questa classe già dagli anni ’90quando una nazionale non contavamai meno di 50 iscritti. Ora restanopoche ‘enclave’ di ‘europeisti’ sulterritorio nazionale: tra Fano e Pesa-ro, in Veneto nella zona di Chioggia e

    qua e là sul lagodi Garda. Perché? Spes-so me lo sonochiesto. Eppurel’Europa è unabarca estrema-mente tecnicache prepara co-me nessun’altrai giovani velistiusciti dall’opti-mist. E questodeclino non tro-va riscontro nel-le altre nazionieuropee. Basta

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    Nazionale Europa 2012leggere i resoconti del meeting delGarda che tutti gli anni si svolge aTorbole. Si contano sempre più dicento iscritti, mentre gli italiani sonosempre di meno. Allora perché?,continuo a domandarmi. E le risposte sono varie, ascoltando ipareri degli addetti. Perché da alcuni anni non è più clas-se olimpica, essendo stata sostituitacon altre derive sorrette da sponsorai quali non si può dire di no? Perché in federazione a qualcuno,per ignoti motivi, non piace questaclasse?Perché essendo molto tecnica nontrova facilmente istruttori all’altezza?Perché è colpa di una gestione pocoavveduta dei dirigenti della classestessa?Non lo so. Credo che la verità, comesempre, sia nelle pieghe di questi in-terrogativi che, per quanto mi riguar-da, commento così:- mi sembra veramente strano esciocco, allontanarsi da questa clas-se perché così poi ‘non posso anda-re alle olimpiadi’…: ce ne va unoogni quattro anni, se si classifica, e siparla esclusivamente di professioni-sti …;- in federazione, è vero, a qualche di-rigente non piace questa classe esenza il sostegno della federazione èdifficile lavorare;- in effetti i tecnici scarseggiano (èuna delle colpe della federazione). Lamaggioranza di quelli che ci sonosuggeriscono, agli ex optimisti incerca di nuove derive sulle quali pro-seguire l’apprendimento della vela,soluzioni che per gli allenatori stessirisultano meno impegnative e più co-mode;- infine se una classe perde iscritti èsicuramente anche colpa dei suoi di-rigenti, specie quando questi non av-vertono per tempo i cambiamenti erestano ancorati a tanto nobili quan-to inadeguati e obsoleti regolamenti.Sinceramente mi dispiace molto tut-to ciò e mentre scrivo questi pensierimi viene il sospetto che queste righepossano essere, aimè, una specie diinvolontario necrologio “ante mor-tem”. Mi auguro proprio di no! Noil’anno prossimo inviteremo nuova-mente la classe Europa ad assegnar-ci una sua nazionale.

    di Augusto Abbate

    Foto Profili

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    Domenica 3 giugno 2012, si èsvolta la 16° edizione della‘Conerissimo’, la nostra rega-ta di ‘punta’.Come per le passate edizioni la par-tecipazione dei regatanti è stata nu-merosa dando così sostanza all’e-vento e gratificazione alla nostra or-ganizzazione. La ‘Conerissimo’ rappresenta ormaiun appuntamento fisso ed atteso perla marineria velica marchigiana e nonsolo, così come racconta l’elencodegli iscritti. Cinquantasei partecipanti di cuiquindici non dorici hanno dato gran-de spettacolo lungo la costa sud cheda Ancona porta a Numana.Partenza in perfetto orario, come daprogramma alle undici, davanti al‘Passetto’ e primo lato di bolina finoa raggiungere la boa numero uno,posizionata poco a sud di Portono-vo e prima delle ‘Due Sorelle’. Poi,dopo aver superato una secondaboa posta al largo della precedente,ritorno al ‘Passetto’ sotto spi o gen-naker, favoriti da condizioni meteoideali: vento di scirocco in partenzasui dieci nodi ed intorno ai quattor-dici all’arrivo. “Regata entusiasmante in uno scena-rio incredibile!” questo il commentopiù ascoltato non solo tra i parteci-panti alla regata, ma anche tra quellidel pubblico che, numeroso, ha assi-

    stito con interesse alle fasi sempreconcitate della partenza ed a quellespettacolari dell’arrivo sotto spi.Prima assoluta della classifica gene-rale è risultata l’imbarcazione faneseSALINIGI dell’armatore AndreaniPaolo che ha impiegato poco menodi un’ora e mezzo a percorrere le 12miglia del percorso, tagliando il tra-guardo alle 12,26. L’hanno seguita al secondo postoKIXXME di Tommaso Ronconi dellanostra Assonautica ed al terzo, sem-pre della classifica generale in temporeale, BELLEROFONTE dell’armato-re Francesco Romitelli della SEF Sta-mura di Ancona.Tutte le imbarcazioni sono state di-vise in nove classi: dai 7,5 mt. dilunghezza massima della prima, fi-no alla nona, quella per barche su-periori ai 15 mt. Questa edizione è stata interamen-te sostenuta ed organizzata dallanostra associazione. E per questoringraziamo tutti quei soci che congrande disponibilità hanno datouna mano.Abbiamo di proposito tralasciato leattività di contorno a terra, che sono ilgiusto corollario di altre manifestazio-ni supportate da adeguati sponsor.Noi abbiamo voluto utilizzare le no-stre energie e risorse nel cercare diportare qualità alla manifestazione;per questo abbiamo puntato su una

    giuria all’altezza del compito che nonha lesinato di rispondere alle moltedomande fatte al briefing sul regola-mento di regata, e su una serie diesempi di ‘ingaggi’ alle boe. Abbiamo inoltre voluto una assisten-za in mare sicura e affidabile. Vogliamo far crescere la manifesta-zione: l’obbiettivo è quello di portaresempre più iscritti alla Conerissimo.Vogliamo sì le barche spinte degli ar-matori locali e di quelli delle altre ma-rinerie, ma vogliamo anche coinvol-gere sempre di più gli armatori dellebarche ‘normali’; quegli stessi arma-tori cioè, che tutte le domeniche ve-diamo numerosi andare con le fami-glie al Trave o a Portonovo, ed ingag-giare all’andata e al ritorno la solita emai dichiarata regata con la barcadell’amico vicino di posto. Ecco,quegli armatori se prima o poi saran-no tra gli iscritti della Conerissimo,potranno misurare la propria bravuradi velisti e potranno saperne molto dipiù sulle qualità veliche della lorobarca. Vorremmo che la Conerissimo e leveleggiate in genere, fossero anchequesto: l’occasione per misurarsi emisurare le proprie e le altrui capaci-tà, rendendole pubbliche e non soloe non più relegate soltanto agli infini-ti discorsi di banchina. Al prossimo anno dunque e semprepiù numerosi!

    Conerissimo 2012di Augusto Abbate

    Foto Profili

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    Secondo copione, questa gior-nata primaverile è stata prece-duta e seguita da maltempo,ma ci ha regalato uno scirocco tra 8 e12 nodi con mare calmo che ha con-sentito ottime velocità e molto diver-timento. Il percorso di 10miglia (duegiri del triangolo previsto) è statocompletato dalle 35 barche concor-renti in poco più di due ore ma il piùveloce, il pesarese Stardust di Lette-rio Morabito (LNI PS), è arrivato in 1he 51’, seguito a 11 secondi dal Kusiadi Giorgio Pesaresi (Assonautica), mi-gliore dei nostri in campo. Nel gruppoche si è anche confrontato in ORC ilmigliore è stato Joist di Giacomo To-massetti (LNI AN). Nelle vele biancheprimo assoluto è il Bellatrix di ClaudioMercurio (Assonautica). Il Meteor so-ciale, ben portato, è arrivato a soli 5’dal penultimo, insomma pur essendoil più piccolo non si è fatto aspettare,e se avesse corso con spi avrebbefatto ancora meglio. Qualche “con-tatto” per fortuna senza conseguen-

    ze ha vivacizzato la regata, anche secon qualche accorgimento che pur-troppo ci è sfuggito (tipo mettere laboa di disimpegno più lontana) tuttosarebbe andato meglio.L’AIL (l’Associazione Italiana per lalotta alla leucemie) ci è stata vicinaanche questa volta, mettendo a di-

    sposizione il bellissimo trofeo e deli-ziandoci con i buonissimi dolci pre-parati di persona dalle Volontarie.Un sentito grazie va, oltre che a lo-ro, a tutti quelli che si sono impe-gnati nell’evento.Le classifiche complete sono sul sitowww.assonautica.an.it

    La regata di primavera

    Bellavigna per l’ “AIL” premia il primo assoluto

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    Lo scorso gennaio presso la se-de dell’Assonautica, distribuitosu due giornate, si è svolto ilcorso sulla corrosione in acqua dimare. Si è improvvisato docente ilnostro socio Ugo Marinelli, aiutatoalla “consolle” dalla dott.ssa ElisaBarbaresi. Entrambi sono espertidell’argomento in quanto nel loroambito lavorativo studiano sistemi erimedi contro la corrosione, siadi piccole realtà che per i grossi im-pianti industriali.Un corso sulla corrosione non era maistato presentato nella nostra sede e,a nostra memoria, neanche presso al-tri circoli nautici. E’ stato quindi unesperimento per saggiare l’interessesull’argomento.Ben dieci prodi si sono lanciati a vo-lerne capire di più sulle problematichedella corrosione a bordo delle nostrebarche. Un piccolo rammarico per lapresenza di un solo cantiere nautico,tra tutti quelli invitati (di Civitanova!).L’argomento si è subito rivelato moltoampio. Dopo una primainfarinata teorica sul perché i mate-riali si corrodono, le tematiche si so-no dipanate su cosa sono gli anodi,perché e come si consumano,quali materiali sono più “delicati” ecome mai tendono a danneggiarsipiù degli altri. Poi il discorso è andatosulla corrosione dovuta agli accop-

    piamenti galvanici e come evitarliquando dannosi, e come sfruttarli anostro vantaggio. Discussione anchesu cosa sono le famigerate correntivaganti, di cui tutti parlano quandonon capiscono un fenomeno, ma chenessuno sa davvero cosa siano.Un veloce excursus e’ stato fatto an-che mostrando varie diapositivecon tipologie differenti di corrosioni edei relativi cedimenti che esse pro-vocano.Come ulteriore approfondimento,Ugo ed Elisa non ci hanno fatto man-

    care neanche la dimostrazione prati-ca. Armati di un acquario adibitoa laboratorio portatile, anodi, alimen-tatori e strumentazione varia,hanno mostrato come velocementesi possano creare danni con impiantielettrici mal realizzati o mal collegati.Che dire, i partecipanti alla fine sonosembrati soddisfatti, ma forse ancheun tantino preoccupati. Sicuramentesaranno andati in giro per le loro bar-che a controllare che non ci fosserosegni di ossidazioni o coppie galva-niche indesiderate…

    Corso sulla Corrosione inacqua di mare

    di Ugo Marinelli

    Il laboratorio pratico

    Il corso al completo

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    Vento e onde, barche e vele,gesti e colori, sono gli elemen-ti fondamentali che animano ilcampo di regata e sono la gioia delfotografo che può inseguirli senzatregua, alla ricerca degli scatti buoni.Naturalmente è il vento che coman-da, e il fotografo si troverà di fronte asituazioni molto diverse che condi-zioneranno profondamente la suaazione di ripresa.In presenza di mare calmo e pocovento, dobbiamo rassegnarci a scat-tare foto poco dinamiche e povere dieventi; in compenso avremo più tem-po per osservare, riflettere e cercarequalche soggetto interessante oppu-re qualche inquadratura insolita.Le cose cambiano completamentequando si alza il vento, compaionoonde, creste bianche e giochi d’ac-qua sulle murate, le barche sonosbandate e gli uomini si muovono sul-le coperte inclinate. In queste condi-zioni è tutto più interessante, veloce e

    l’azione di ripresa diventa più rapida eistintiva, si ha poco tempo per com-porre l’immagine e soprattutto il movi-mento dell’imbarcazione che ci ospitarende inevitabilmente più difficile in-quadrare i soggetti, metterli a fuoco eallineare l’orizzonte.Le considerazioni fatte servono a far-si un’idea di quali siano i problemi daaffrontare per documentare fotogra-ficamente una regata, ora vediamoquale attrezzatura può essere utiliz-zata per questo genere di riprese.Innanzitutto deve essere ben chiaroquale sarà l’utilizzo delle nostre foto:se desideriamo delle foto da pubbli-care sul WEB o da stampare in pic-colo formato, una fotocamera com-patta sarà sufficiente, se invece vo-gliamo partecipare ad un concorsofotografico o desideriamo otteneredelle stampe di grande formato,avremo bisogno di una fotocamerareflex per i vantaggi che ci offre:-- immagini più definite a ragione del

    suo sensore di maggiori dimensionie maggiore qualità- obiettivi intercambiabili per ottene-re le inquadrature che vogliamo conmaggiore qualità- maggiore efficienza e rapidità dimessa a fuoco- visione migliore attraverso il mirinoreflex- costruzione più solida per resiste-re all’umidità e al salino.Immaginiamo ora di essere imbar-cati su di un mezzo nautico, la re-gata è appena iniziata ed abbiamoin mano la nostra amata fotocame-ra … cosa fare?Molto schematicamente descriveròle regole di base per evitare errori:- non intralciare in nessun modo leimbarcazioni che partecipano allaregata (chi non ha esperienza diqueste manifestazioni sportive, èbene che chieda informazioni e con-sigli al comitato organizzatore)- posizionare la borsa (possibilmente

    Fotografare una regatadi Franco Profili

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    impermeabile) con l’attrezzaturafotografica a riparo dagli urti, dalsole, dalla pioggia e dagli spruzzi ese le condizioni meteo sono difficili èconsigliabile usare una protezione inplastica per la fotocamera.- scegliere l’obiettivo appropriatoalle nostre esigenze cercando di li-mitare il più possibile l’esposizionedella fotocamera “aperta” alla salse-dine; è consigliabile proteggere lalente frontale dell’obiettivo con unfiltro UV. Controllare spesso la lentefrontale per vedere se ci sono goc-cioline ed eventualmente rimuoverle.L’obiettivo che io preferisco per que-ste riprese è lo zoom 70 – 200 e unteleobiettivo da 300 mm per andareal dettaglio; mettiamo nella borsaanche un grandangolare che in certe

    situazioni può rivelarsi utile.- scegliere dei tempi di posa brevis-simi specialmente se il mare è mossoe se stiamo usando una focale lunga(sarebbe preferibile non scenderesotto 1/1000 di secondo); una foto-grafia mossa sarà inutilizzabile equindi bisogna fare molta attenzione.Fin qui abbiamo parlato di questionitecniche e ora cerchiamo di fareconsiderazioni sui soggetti da ri-prendere. Anche in questo caso tut-to dipende dal fine che vogliamoraggiungere:- se abbiamo in mente un reporta-ge per documentare l’evento nellesue diverse fasi, scatteremo unagrande quantità di foto di diversogenere, dai primissimi piani alle fotodi gruppo, dalle fasi pre-gara alle pre-

    miazioni, imbarcazioni in gruppo osingole, ecc.- se invece stiamo cercando di otte-nere delle foto “da copertina” di bar-che in regata, allora è preferibileconcentrarsi solo su alcune imbar-cazioni con caratteristiche di nostrogradimento e seguirle per catturare ilmomento magico; è comunque be-ne guardarsi sempre attorno perchél’evento interessante può semprepresentarsi e dobbiamo esserepronti a coglierlo. - se vogliamo invece concentrarcisull’uomo in azione allora tutto cam-bia perché dovremo essere più vicinialle barche e dovremo cercare diprevedere gli accadimenti per esse-re nel posto giusto al momento giu-sto; per questo genere può rivelarsiindispensabile un teleobiettivo da300 mm usando tempi di scatto bre-vissimi.Quando si trattano questi argomenti,alla fine inevitabilmente ci si domanda:ma come si fa ad ottenere delle“buone foto”?- L’immagine (così come il linguag-gio) ha le sue regole ed è indispen-sabile conoscerle anche se poi nonsi è obbligati a rispettarle;- È importante studiare le immaginidegli altri e soprattutto dei fotografi“bravi”, non per copiare ma per ca-pire le ragioni del successo; poi èimportante studiare, criticare e farcriticare le proprie fotografie;- Infine è essenziale fare tante ses-sioni fotografiche, tanti scatti e ma-turare la capacità di selezionare lefoto valide contro quelle che conten-gono errori o che sono poco signifi-cative.Buoni scatti a tutti !

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    Finita la primavera, arriva l’estate.Bene nulla da dire: è un fatto na-turale. E’ anche naturale in que-sto tempo, per noi armatori di barche,iniziare i controlli e le verifiche per ri-mettere al meglio lo strumento del no-stro secondo gioco preferito. Prestoinizieranno le uscite domenicali conmoglie, figli ed amici, e non vogliamofare brutta figura. Per questo deve es-sere pulita e splendente e, come ègiusto che sia, sicura ed efficiente.Quindi passiamo in rassegna la nostraamata galleggiante per lustrarla e ri-portarla al massimo dell’efficienza.Facciamo l’inventario di quello chec’è da fare e di ciò che in economiapossiamo affrontare da soli. Per fareda soli occorre un poco di manualità,essere un poco idraulici, un pocoelettricisti, un poco falegnami, unpoco meccanici,… ed avere tantapazienza. Altrimenti deleghiamo adaltri, a quelli che fanno per mestiere,queste attività. Però così perdiamo ilgusto del fai da te e perdiamo nonpochi ‘soldarelli’, come dice Gian-franco. Per noi maschietti armatori,in fondo, la barca è un po’ come lanostra donna e quindi vorremmo es-sere solo noi a toccarla. Così, quan-do la laviamo e lucidiamo per benino(la nostra barca), e poi gli montiamo,sempre da soli, lo strumento elettro-nico più moderno, alla fine siamosoddisfatti e contenti. Anche io, tra questa fine di primaverae questo inizio di estate, che tarda adarrivare, ho fatto la solita rassegna. Sìdevo controllare la girante e poi,.. epoi aimè c’è da manutenere il w.c.!Quest’anno mi tocca e bisogna farlo,se no si blocca in crociera e poi sono‘uccelli senza zuccheri’. Avrei già dovuto smontarla l’annoscorso la tazza del water. Non l’hofatto. ‘La barca è nuova’ mi sono det-to, ha solo tre anni, ed ho rimandatol’appuntamento all’anno dopo. Poiperò in vacanza ogni tanto si blocca-va il pistone che butta fuori quella ro-ba lì ed ho temuto il peggio. Va beneallora adesso occorre farlo. Prima dimettersi all’opera è però buona nor-ma studiare e così ho fatto: mi sonportato a casa il manuale e le istru-zioni per la manutenzione del mio‘Jabsco w.c.’. Me lo son letto la seraprima di addormentarmi ed ho credu-to di aver capito.Adesso sono qui, è sabato mattina, è

    una bella giornata e mi devo sbrigareperché tra poco arriva mia moglie,con il pranzo già preparato che così siva a Portonovo a fare il bagno. Ieri erafresco oggi è caldo da matti: sarà unacombinazione? Metto su il tendalinoper avere un po’ di fresco in coperta esotto: così potrò lavorare meglio miauguro. Per prima cosa l’organizza-zione: il manuale a portata di mano, ela cassetta degli attrezzi. La mia è for-nitissima ed in ordine (quasi sempre..).Preparo in bella vista ciò che mi serve:la chiave a stella e quella a tubo, lepinze, il cacciavite a croce, ma anchequello a taglio è bene tenerlo vicino.Sarei pronto ad iniziare: i guanti no,non li metto perché fa caldo e mi su-derebbero le mani. Iniziamo. Cerco laposizione migliore: in ginocchio da-vanti alla tazza. Per fortuna sono dasolo perché il quadretto non è di quel-li più eleganti: sembro uno che sa chetra un po’ deve vomitare. Niente ditutto ciò, sto solamente accingendomia manutenere professionalmente ilw.c. di Musetta. Tutti gli oblò sonoaperti ma non c’è vento e qui sotto sisoffre il caldo. Ok. Prima chiudere be-ne le prese a mare. Fatto. No devo ri-aprire quella di espulsione per buttarefuori l’acqua che c’è in modo che do-po non mi vada in giro nella sentina.Riapro, faccio su giù con il pistone, èduro, in effetti il lavoro di manutenzio-ne va fatto; ora sembra non ci siano

    più liquidi e quindi richiudo la valvolaed inizio a mollare le fascette. Vogliosmontare tutto il gruppo pompa perportarlo in banchina e lì pulirlo come sideve. Le viti sono dure e faccio forzacercando di non rovinare le teste.Sento dolore al ginocchio destro. Inbarca c’è sempre uno spigolo di trop-po e dove meno te lo aspetti. Provo asistemarmi meglio. Sulla fronte c’è unraduno consistente di gocce di sudo-re. Finché stanno lì non danno fasti-dio. Il fatto è che però piano piano, lepiù ardite, prendono la via del naso edincominciano a percorrerlo discen-dendolo fino alla punta, come le ar-mate austriache nella prima guerramondiale venendo giù dalle Alpi. In-tanto ho smontato il tubo grande checongiunge il fondo della tazza con l’a-spirazione della pompa. Il tubo èsporco e contiene una crosta di calca-re che ne fascia l’ interno. Devo pulirloe lo faccio prima dolcemente con ilcacciavite piatto e poi con le dita. Leinfilo sempre più dentro e scrosto ilcalcare. Ora ho dentro tre dita con-temporaneamente. Sono perplesso:Sto pensando a ciò che normalmentetransita da queste parti.. Mi viene unpo’ di nausea.. Poi riflettendo so che ilnostro bagno è stato visitato solo danoi, da noi di famiglia dico e quindi..Però la nausea rimane perché, sem-pre di quella roba lì, si tratta, anche sedi famiglia... Intanto fa sempre più cal-do ed io sono zuppo. Il naso sembraun rubinetto che perde.. La punta mipizzica ma non voglio e non possograttarmi perché non mi fido dellemani che ho appena infilato lì sotto.Scrollo la testa con decisione e mi li-bero di una bella quantità di gocce disudore. Ma il sollievo è di breve dura-ta. Sì perché le gocce volate via la-sciano spazio a quelle che sono sutra i capelli e queste con la strada li-bera davanti si buttano giù a capofit-to, invadendo la fronte e mettendosi,come quelle di prima, in fila lungo ilnaso che riprende a gocciolare. Iltempo passa e devo affrettarmi.Squilla il telefono. L’androide è lì aportata di mano (ero stato previden-te). La mano sinistra aiutava la destranel tentativo di mollare uno dei quat-tro perni del basamento della pompa.Ho lasciato la chiave ed ho liberatosinistra e destra. Sposto le ginocchiadoloranti e il sollievo si sente. Mi puli-sco con lo scottex e rispondo. ‘Tra

    Lavori in barca fai da te: che felicitàdi Augusto Abbate

    Da E. Riboldi - Bolina (part.)

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    Il nostro Maurizio Melappioni noncessa di stupire: novello Marconi, ilsuo Tatanka-Elettra era stato finoraadibito a centrale per ponti radio,sperimentazione di apparati meteo,oscure ricerche energetiche, insom-ma tutto fuorchè navigare. Ma nonaveva fatto i conti con l’intelligenzadegli animali, che hanno notato que-sto galleggiante immobile ed hannoiniziato a colonizzarlo. Già lo scorsoanno un pesce aveva messo casanel condotto di raffreddamento delmotore, ma il povero animale erastato sfrattato dal meccanico incari-cato di vedere perché l’acqua noncircolasse più durante il rito dellamanutenzione annuale. Ma questaprimavera è accaduto l’inverosimile.Abbiamo dovuto studiare la cosa suWikipedia ma alla fine abbiamo capi-to: “durante la sciamatura – si legge– l’ape regina e alcune migliaia dioperaie cercano una nuova casa intronchi cavi e anfratti abbandonati”dice l’esperto. Dunque, lo sciame siè istallato sulla barca del Nostro, si-curo di poter costruire un alveare.

    Tanto, avranno detto, qui di sicuronon c’è mai nessuno! Il resto è cro-naca: allarme sul pontile, interventodell’esperto, che con pazienza ha

    convinto le api ad entrare nell’arnia,anche perché, informate, si erano ri-fiutate di pagare la tassa di staziona-mento.

    Maurì ma che combini?

    poco arrivo e usciamo, oggi si muoredal caldo’. E’ mia moglie. “Ok tran-quilla, vieni pure”, le rispondo impo-stando la voce che altrimenti uscireb-be tremolante. Sono stanco, sudato epuzzolente e già da un po’ so che og-gi fa caldo. Riprendo con maggior le-na il lavoro. Ho raschiato le incrosta-zioni dalle guarnizioni; ho ripulito e lu-brificato con l’olio di vasellina tutti iraccordi e le parti della pompa; possorimontare tutto. L’ordine delle cose dafare è lo stesso di prima ma cronologi-camente inverso. E’ tutto sparso lì nelpoco spazio che ho intorno. Mi sem-bra tanta roba e mi sfugge da dovedevo iniziare. Le ginocchia riprendonoa lamentarsi e son costretto a spo-

    starmi continuamente an-che se di poco per trovarequalche momentaneo sollie-vo. Lo spazio è poco si sa:in barca tutto è piccolo estretto. Nella mia particolar-mente. Dò uno sguardo alleistruzioni cercando, come ascuola, un suggerimento.Convengo di aver sbagliatoa leggere il manuale primadi addormentarmi la sera a

    casa. Ora forse non avrei i dubbi cheinvece ho. Mi metto d’impegno a ri-cordare meglio. Ecco ci siamo. Risi-stemo tutte le guarnizioni al loro po-sto. Rimonto il basamento della pom-pa. Preparo i tubi e le fascette. Serrotutto. Ogni tanto scuoto la testa e, co-me un labrador che esce dall’acqua,le gocce di sudore schizzano via. Lepareti del bagno ne portano semprepiù i segni. Incredibile mi sembra diaver finito. Adesso non resta che ri-aprire le valvole e provare a spompet-tare, sperando che niente perda. Pro-vo. Il pistone scivola preciso e senzaresistenze. Guardo e controllo tuttol’impianto. Non c’è una perdita e pareche tutto funzioni. Sono sorpreso di

    me stesso. Bravo!“More mi dai una mano?” E’ arrivatamia moglie. E’ sul finger con più bor-se. Giusto in tempo. Scuoto la testa espruzzo per l’ennesima volta le paratieche mi sono intorno, mi libero le mani,le punto e faccio forza sulle ginocchiache ora scricchiolano sinistramente.Mi metto in piedi ed esco. Salgo inpozzetto. “Era ora” mi fa lei, mi guardain viso ed esplode: ”Ma che cavolo haifatto” non ho un bell’aspetto, assomi-glio ad un lottatore di sumo giappone-se alla fine di un violento combatti-mento. “Ho riparato il wc” replico.“Perché era rotto e chi l’ha rotto?” ri-sponde, “ma no l’ho solo smontatoper fargli manutenzione” replico;scende la scaletta e strabuzza al di-sordine che trova in giro, “ma propriooggi dovevi farlo?, ma me lo fai per di-spetto! Ed io che ho preparato il pran-zo in fretta per uscire presto. E vatti afare una doccia che puzzi!”. Ho fatto la doccia, siamo usciti ed ar-rivati a Portonovo. Facciamo il bagnoe pranziamo. Poi lei usa il wc. Esce misorride e “ Grazie, adesso funzionabene, scusami per prima” mi dice. Sono felice.

    L’apicoltore cattura lo sciame

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    Come ormeggiare

    La burrasca da maestrale del 16maggio scorso (vedi foto) è statauna delle più grosse da NW chericordiamo. Sappiamo che quello è ilvento che colpisce più direttamenteMarina Dorica, e siccome le previsio-ni erano state precise, i più prudentiavevano rinforzato gli ormeggi e poisono andati a vedere quando il mareera alla massima forza. Per cui, unpo’ aiutandosi tra amici, ma soprat-tutto per merito degli operatori di Ma-rina Dorica e di Leonardo Zuccaro,che non si sono risparmiati, cosegrosse non sono successe. Però pic-coli danni si, e l’impressione generaleè stata che troppe barche erano or-meggiate male.Da noi in caso di mare agitato l’ondanon entra mai (apparentemente), masi crea un movimento di va e vienidelle barche, sempre più elevato,che è tanto più grande quanto più lebarche non sono trattenute da or-meggi stretti. Ci sono barche con lecime troppo lasche, che camminanoavanti e indietro anche di un metro, ead ogni movimento subiscono unbrusco arresto quando le cime van-no in tensione. È questo che rompe

    bitte, passacavi e a volte le stesse ci-me, che alcuni tengono anche sottodimensionate.Siamo abituati a considerare MarinaDorica un porto molto sicuro, e lo è.Ma gli eventi estremi arrivano, e allo-ra vengono fuori i problemi.Perciò diamo retta a Zuccaro, che haripetuto queste cose in tutti i modi:1.le cime devono essere ben dimen-sionate e sostituite se consumate2.alle bitte del pontile non devonoessere applicati maniglioni metallicio grilli, che le segano3.i cavi vanno protetti nei punti disfregamento sui passacavi4.se si mettono ammortizzatori (digomma o a molla: sono necessarisulle barche oltre 8-10 m) deve es-serci una sicura che lavora in caso dirottura dell’ammortizzatore5.la barca deve essere tenuta cazza-ta e aderente al finger, non deve po-tersi muovere. E questa è la cosa piùimportante.6.lo “spring” o traversino, insommala cima che trattiene la barca dall’an-dare in pontile, deve essere regolatoin modo da tenere la barca ben di-scosta dal pontile (non con l’ancora

    e il pulpito a raso opeggio sul pontile),anche perché chipassa sul pontilenon deve andarci asbattere e chiedercii danni; per le bar-che molto pesantiuno spring solo nonbasta, ne occorro-no due soprattuttose la barca sta al la-to verso mare delpontile (lato mae-strale).7.bisogna ricordareche per lavorareuna cima deve ave-re una angolazioneadeguata: si vedono alti motoscaficon la cima che scende verticalmen-te sulla bitta. Quella cima impediràalla barca di prendere il volo comeuna mongolfiera, ma non è quelloche ci serve.Infine, bisogna avere l’umiltà di chie-dere consigli a chi è più esperto e se-guire le indicazioni che ci vengonodate. Così un bel giorno i consigli lipotremo dare anche noi.

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    Notizie

    Sicurezza in mareLo scorso 15 giugno la Capitaneria di Ancona hapromosso un incontro con tutti i diportisti di Mari-na Dorica, ospitato nella nostra sede. Era presen-te l’Ammiraglio Pettorino con tutto il suo staff, e imessaggi principali si possono riassumere così:La CP non effettuerà controlli “vessatori” ma èpreoccupata di garantire soprattutto la sicurezzadelle persone in mare. Questo, in estate, vuol direbagnanti e subacquei, quindi rispetto dei limiti dinavigazione dalla costa (100 metri dal Cantiere alTrave, 300 metri dal Trave alla chiesetta di Porto-novo, poi ancora 100 dalla chiesetta ai sassi neri;come pure 300 metri dalle coste sabbiose), della velocità (10 nodi entro un miglio dalla costa) edei segnali dei sub (100 metri dalla bandierina).Questi ed altri argomenti sono stati approfonditi in un’ampia serie di domande e risposte che haoccupato la maggior parte dell’incontro. Sono seguite dimostrazioni pratiche di apertura di unazattera e di attivazione di razzi e fuochi, molto seguite dal folto pubblico presente.Come diportisti vogliamo ringraziare la Capitaneria non solo per l’utilità dell’iniziativa, ma ancheper lo stile amichevole e aperto con il quale è stata condotta.

    Libri da condividereQuesta è l’idea che ci è venuta: abbiamo già la “biblioteca delmare”, con oltre 400 volumi, ma è una biblioteca a tema, il mare.Però ognuno di noi ama leggere anche altre cose, compriamolibri e le nostre case potrebbero avere gli scaffali pieni, e magarinon sappiamo dove metterli ma ci dispiace separarcene. Alloraperché non portarli in sede? Non tutti, certo, solo quelli in buonostato e che possono interessare tutti (romanzi, diciamo, o altro).L’Assonautica mette a disposizione un armadio, i soci guardanoquello che c’è, prendono (o aggiungono: potete anche scrivercisopra il vostro nome, se volete), portano a casa, leggono e rimet-tono a posto. Tutto auto-gestito, senza registri, controlli o regolerigide. Lo fanno già tanti alberghetti sparsi in giro per il mondo,può funzionare anche da noi. Ok? Fatevi avanti!

    In memoria del Prof. Manlio CaucciLo scorso 24 aprile, alla bella età di 97 anni, è mancato il Prof.Caucci. Una vita lunghissima, nella quale è passato un secolo distoria di Ancona, eppure quelli che gli volevano bene (e noi sia-mo tra questi) avrebbero voluto che durasse ancora, perchéCaucci era un “grande”, una bella persona, ricca di vita interiore,fino all’ultimo, e capace come pochi di capire le persone e le si-tuazioni. Era uno dei “padri” della nostra Assonautica (fondatore,consigliere e poi vice-presidente) e molte volte aveva trovato lasoluzione giusta, o aveva semplicemente sdrammatizzato i con-trasti, aiutandoci a crescere. Lo scorso anno avevamo presenta-to su questo periodico il suo libro di memorie “Dio, io e l’altro”:chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo e vuole farlo ora, puòtrovarlo nella nostra biblioteca.

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