Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

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Come imparo a fotografare Consigli dell' Il a EDIZIONE AGGIORNATA IN BASE AGLI ULTIMI PROGRESSI REALIZZATI NELLA TECNICA DELLA FOTOGRAFIA

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Come

imparo a

fotografare

C o n s i g l i d e l l '

I l a EDIZIONE AGGIORNATA IN BASE AGLI ULTIMI PROGRESSI R E A L I Z Z A T I N E L L A T E C N I C A D E L L A F O T O G R A F I A

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Negativo su pellicola Isopan Agfa

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La fotografia

valorizza la vita !

... perchè chi fotografa fissa i ricordi delle più belle ore,

i momenti culminanti della vita e conserva il presente per il

futuro.

Ecco perchè ognuno dovrebbe fotografare! E chiunque

può farlo poiché tutto è così semplice che basta premere lo

scatto per prendere una bella immagine.

Però per fotografare con uno scopo ben determinato è

importante conoscere alcuni concetti di fototecnica e sapere

quello che succede quando si fa una fotografia, a che cosa

serve un filtro giallo, perchè l'Agra produce una così grande

varietà di pellicole e di carte, e così via.

Tutto ciò è spiegato in questo libretto, in una forma molto

elementare, a tutti gli amici della fotografia, con parole, quadri

e disegni.

Non intendiamo fare del lettore uno scienziato della fo­

tografia bensì dargli i concetti fondamentali per aiutarlo ad

aumentare i suoi successi.

Ed ora all'opera !

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Negativo su pellicola Isopan Agfa

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Fotografare vuol dire:

«Scrivere con la luce» Una volta si arrivava a questo proiettando un profilo sopra

un piano bianco e segnando i contorni con la matita. A quel­

l'epoca non esisteva un materiale sensibile alla luce, il quale,

sostituito al piano bianco, potesse registrare le differenze fra

chiaro e scuro. Con una precisione relativa e con fatica

si disegnavano o

si ritagliavano le

siluette poiché la

pellicola Isochrom

e la macchina Billy

Agfa non erano

ancora inventate.

La scoperta di sostanze chimiche sensibili

alla luce fu la base per ottenere delle imma­

gini per via automatica. Spalmando sulla carta

certe sostanze sensibili alla luce si può avere

un immagine fotografica anche senza usare una

macchina ; basta mettere su un foglio di carta

sensibile — per esempio di carta Lupex —

un oggetto piano, stando in una camera oscura, e poi esporre

tutto alla luce per un momento. Durante il successivo sviluppo

il foglio Lupex si annerirà nei punti nei quali non era coperto

dall oggetto in modo che la sagoma di questo spiccherà in bianco

sul fondo nero. Naturalmente per questo scopo si può prendere

soltanto un oggetto piatto : una penna, un merletto, una la­

miera traforata e simili. Per la vera fotografia, oltre al materiale

sensibile, è necessario un apparecchio, la « macchina ».

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La «macchina fotografica». consiste, nella sua forma primitiva, in una scatola che porta,

sulla sua parete frontale, una piccola apertura. Attraverso

questo foro i raggi luminosi penetrano nell interno della scatola

e formano, sulla parete opposta, un immagine rovesciata del­

l'oggetto che si trova all'esterno, davanti al foro.

Con questo apparecchio molto semplice si può fotogra­

fare, ma bisogna esporre molto tempo a causa della piccola

apertura. Inoltre I immagine non ha contorni nitidi perchè

attraverso il foro, nonostante la sua piccolezza, passano più raggi

di quanti sono necessari per formare l'immagine stessa. Se

nell apertura si dispone una lente si riesce ad ordinare I anda­

mento irregolare dei raggi e si ottengono immagini nitide.

Inoltre sulla faccia posteriore della scatola è necessario un

dispositivo che permetta di mettervi, alla luce del giorno, il

materiale sensibile (il rullo Agfa), di farlo avanzare dopo ogni

presa, al riparo della luce, e di poterlo togliere, sempre alla

luce, dopo aver fatto tutte le pose. Un apparecchio simile, col

quale si possono fare delle belle fotografie nel formato 6 x 9 cm.,

su rullo di pellicola è la

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Naturalmente è più comoda e maneggevole una ma

china che si possa piegare. Alle pareti rigide della scatola

sostituisce il soffietto e la parete anteriore si fa mobile in moc

da poterla spingere, dopo la posa, nel corpo della macchin

Nella serie delle macchine Billy Agfa vi sono due tipi n

quali questo movimento è diversamente risolto. Nel la Bil

Clack Agfa quattro braccia snodate a cerniera permettor

di allungare il soffietto portando l'obiettivo in posizione di prese

e basta premere un bottone! Tutte le altre macchine Billy sor

del tipo pieghevole nel quale I obiettivo si porta nella posizior

giusta aprendo a cerniera una parete della macchina sulla qua

è imperniato ii porta obiettivo stesso. Questo movimento de

funzionare con una estrema precisione altrimenti I immagine ne

risulta nitida. Ma a questo pensa la fabbrica di macchine Agf

L'esperienza di decenni, le maestranze praticissime ed i contro

opportunamente disposti garantiscono la perfetta continuità nec

apparecchi Agfa per quanto riguarda precisione, qualità

perfezione. Per scegliere una ma

china Agfa non è importante soli

mente il formato, ma bisogna pensa

anche a quanto si vuol richiede

all'obiettivo, all'otturatore ed a tut

la costruzione in generale. Si de^

tener presente che la Billy più ser

plice non solo ha un prezzo più bass

ma è anche più facile da adop'

rare, mentre i modelli più cari c

frono possibilità sempre maggiori.

Billy Clack

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Nella serie apparecchi Agfa ognuno trova la macchina adatta!

N O M E Formato Luminosità

BILLY CLACK 4 . 5 x 6 6 x 9

f : 8,8 f : 11

la macchina per il bel tempo a buon mercato - leggera - ma­

neggevole

BILLY RECORD 6 x 9 6 x 9 6 x 9

f : 8,8 f : 7,7* f : 6.3*

la macchina tipo per fotografie normali

si fornisce cromata

con intermedio 4 . 5 x 6 6 x 9 6 x 9

f : 6,3 f : 4,5 istantanea da 1 a 1 / 1 5 0 di sec. col

Prontor II munito di autoscatto

BILLY COMPUR 6 x 9 f : 4,5 la macchina per il conoscitore elevata luminosità e otturatore Compurda 1 a 1/250 e 1/400 di sec. Costruzione altamente curata dall'Agfa

ISOLETTE 6 x 6 j 4,5 x 6 ]

f : 6,3 f : 4,5

la macchina sempre pronta con doppio formato

KARAT 2,4 x 3,6 2.4 x 3,6 2,4 x r 3,6

f : 6,3 f : 4,5 f : 3,5

la macchina di piccolo formato e di grande valore alla por­tata di tutti

Tutte |e macchine, eccettuate le Billy Clack e la Billy Record f : 8,8, hanno il bottone di scatto riportato sul corpo

dell'apparecchio.

Con la macchina Agfa ci vuole

naturalmente, il rullo Agfa perchè

entrambi seguono un unico con­

cetto e si completano I'un I'altro.

Rulli, vedi a pag. 21

Karat Agfa

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L ' o b i e t t i v o è I occhio della macchina ed ha il compito di regolare il

cammino dei raggi, vale a dire di portare sullo strato sensibile

della pellicola o della lastra un'immagine assolutamente nitida.

È naturale che a questa parte tanto importante della mac-

china si deve dedicare la maggior cura della fabbricazione.

Ogni obiettivo dell'Agfa è costruito con qualità di vetro di

composizione dettata dalie più recenti ricerche ed in base all'e-

sperienza di molti anni e di calcoli continuamente rifatti. Non

basta eseguire con la massima precisione le singole lenti; la ri­

uscita dipende dalla disposizione dell'insieme. Il montaggio dell'ob­

biettivo rappresenta quindi un

notevole lavoro di meccanica di

precisione.

Dal menisco della Box fino al-

I anastigmatico perfezionato, con

tre o quattro lenti, delle macchine

a rulli di gran valore, ogni presa

dà una negativa nitida, In ogni

caso la nitidezza basta per in­

grandimenti fino al formato car­

tolina, con gli anastigmatici fino

alla misura di un quadro da

parete, senza che si osservi una

perdita nei particolari.

Ecco la lista degli obiettivi Agfa, ordinati secondo la loro luminosità :

B I L I N A R A G F A

I G E N A R A G F A

I G E S T A R A G F A

periscopico a due lenti

acromatico a due lenti

anastigmatici a tre lenti

A P O T A R A G F A

OPPAR A G F A

S O L I N A R A G F A anastigmatici a quattro lenti

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Che cosa significa f: 6,3 ? Questa notazione, come le altre della tabella precedente,

indica con precisione la luminosità dell obiettivo. Tali numeri,

s'intende, non sono scelti a caso ma indicano il rapporto che

passa fra il diametro dell apertura o diaframma massimo del-

I obiettivo e la distanza che separa I obiettivo dal piano della

superficie sensibile quando la macchina è pronta per fotogra­

fare un oggetto molto lontano (all'infinito). Questa distanza in­

dicata con « f » si dice lunghezza focale dell obiettivo ed è

importante notare che quanto più la cifra del divisore è piccola

tanto maggiore è la luminosità dell obiettivo. Così il Solinar

Agfa f : 3,5 è I obiettivo più luminoso della lista precedente,

mentre il Bilinar f: 11 è il meno luminoso. Quanto più luminoso

è I obiettivo tanto meglio si sfrutta la luce della quale si dispone.

Gl i anastigmatici luminosi rendono possibili delle istantanee in

condizioni sfavorevoli sia all'aperto con tempo brutto, sia in casa

con luce artificiale.

Con gli obiettivi luminosi non è sempre necessario usare

la massima apertura. D estate con tempo bello, per esempio,

giungerebbe troppa luce sulla pel­

licola sensibile, quindi in tal caso

si impicciolisce tale apertura « dia­

frammando ».

Questo compito è affidato ap­

punto al diaframma che riduce

l'apertura effettiva dell'obiettivo e

permette quindi, per mezzo di una

levetta, di regolare I entrata della

luce. I numeri dei diaframmi sono

scelti in modo che I apertura mag­

giore corrisponde alla luminosità

dell'obiettivo. Le aperture successive

e minori sono generalmente scelte in

modo che ognuna richiede un tempo

di posa doppio della precedente.

Poca luce «Offuscato» diaframma apertof:&3

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La messa a fuoco per le diverse distanze

è una specie di rompicapo per il principiante che adopera

macchine molto luminose. Con la Box Agfa e la Billy Clock

la cosa è molto semplice perchè non è nemmeno necessaria

una precisa messa a fuoco. Infatti le macchine di scarsa lu­

minosità come f : 1 1 ed f : 8 ,8 hanno una grande - profon­

dità di fuoco ». Soggetto e fondo, quando la macchina è

messa su « l'infinito » riescono ugualmente nitidi. Solamente

per fotografare soggetti molto vicini si mette la macchina su

«vicino». Però si possono prendere dei ritratti senza avvicinarsi

troppo al soggetto perchè I Agfa fornisce delle lenti addizionali

che aumentano la lunghezza focale dell obiettivo e quindi si

ottengono immagini proporzionatamente più grandi.

Con gli obiettivi di maggior luminosità la zona nitida

(profondità di fuoco) diventa minore, così che la messa a

fuoco deve essere precisa.

Quando le condizioni di luce sfavorevoli non costringano a

lavorare con l'apertura massima è conveniente ridurre questa per

aumentare appunto la profondità di fuoco. Come si nota dai

disegni schematici la estensione della nitidezza in profondità

avviene in maggior misura verso il fondo.

Il diaframma ha quindi due funzioni ; varia la luminosità del-I obiettivo e la profondità di

I fuoco a piacere.

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L'otturatore è importante come il diaframma e la messa a fuoco. Anche

per questo la Box Agfa presenta una soluzione molto semplice

con un unico tempo di esposizione per le istantanee ed una

sola posizione per le pose lunghe. L otturatore automatico Agfa

che ha, per regolare le velocità dello scatto, un freno a molla

d'orologio (il quale garantisce un funzionamento regolare a tutte

le temperature) ha invece la possibilità di fare delle istantanee

di 1 / 2 5 , 1 / 5 0 e 1 / 1 0 0 di secondo, oltre alle pose « Zeit » e

«Ba l l» . L'otturatore Compur ha una vastissima scala di tempi

d'esposizione. È spesso opportuno poter esporre esattamente per

1 , 1 / 2 , 1 / 5 , 1 / 1 0 , 1 / 2 5 , 1 / 5 0 , 1 / 1 0 0 e 1 / 2 5 0 d i secondo.

Specialmente per soggetti in movimento è importante poter

esporre solo per brevissimo tempo, mentre d'altra parte, con

condizioni sfavorevoli di luce, sono spesso indispensabili le pose

più lunghe.

Le fotografie con la macchina a mano libera

non si devono, possibilmente, posare più a lungo di 1 / 2 5 di

secondo altrimenti è facile avere una immagine «mossa», sdop­

piata. Tale fotografia mostra i contorni doppi e appare poco

nitida. Consigliamo quindi, per le pose più lunghe di 1 / 2 5 ,

di appoggiare la macchina sopra un sostegno fisso oppure di

avvitarla sopra un treppiede. Se inoltre si adopera il comando

flessibile per lo scatto con molta dolcezza si esclude ogni

pericolo di muovere la macchina durante l'esposizione.

Se volete restare voi stessi nella fotografia

attaccate al comando flessibile un cosidetto «scatto automatico»

che fa muovere l'otturatore dopo un certo tempo. É però pre­

feribile spendere qualche cosa di più nel momento dell acquisto

della macchina Agfa per avere addirittura questa con I autoscatto

montato sull otturatore.

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Negativo su pellicola Isochrom Agfa - Ingrandimento su carta Brovira

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Il mater ia le sens ib i le a l la luce

In tutto il mondo la pellicola si è imposta come materiale

da presa. E veramente un rullo è molto comodo mentre è fa­

cile e semplice da adoperare; inoltre oramai si trova ovunque

la pellicola adatta alla propria macchina, sia Isochrom, sia

Isopan, due prodotti di qualità sempre costante e di una eccel­

lente gradazione di toni, che danno risultati brillanti e senza

velature anche dopo anni. Queste pellicole offrono la massima

sicurezza e non danno mai preoccupazioni.

La fabbrica di pellicole Agfa, che è la più grande

d'Europa, lavora continuamente per provvedere tale materiale

da presa a tutto il mondo. La preparazione delle pellicole si

compie in quattro tempi ; prima si produce il supporto, poi si

prepara I emulsione sensibile, questa viene stesa sul supporto e

finalmente nella confezionatura si finisce la pellicola sino alla

spedizione. Tutte queste operazioni avvengono con la più meti­

colosa precisione e cura, dovunque regna la massima pulizia

con l'unico scopo di mettere a disposizione del consumatore un

prodotto di qualità sempre costante e che offra tutte le innova­

zioni tecniche.

Si prepara anche la pellicola per i piccoli formati in molte

variate confezioni, come pure i filmpack per le macchine a

lastre. Ma la vecchia lastra ha sempre i suoi seguaci che

preferiscono, per i lavori accurati, le lastre Agfa. L'uso di queste

rappresenta una maggior fatica in confronto alla fotografia su

pellicola a rulli o di piccolo formato, ma si ha in ricompensa

una notevole ricchezza di particolari e di passaggi di toni che

resistono ad ogni ingrandimento. Tuttavia il negativo grande

offre degli effetti bellissimi anche nella stampa per contatto in

modo che si può risparmiare l'ingrandimento.

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Quanto è opportuno sapere della pellicola

Che cosa cè in una pellicola? Uno strato sensibile ed uno

di celluloide. Questo è quanto appare se si osserva, non ingran­

dito, un pezzo di pellicola Agfa.

Però la cosa è assai diversa se si osserva una sezione di

pellicola Agfa al microscopio. Vi sono infatti 4 a 5 strati che

si distinguono chiaramente.

1. - Uno strato di protezione di

gelatina; la «corazza» che pro­

tegge lo strato sensibile da possibili

ferite. .

2. - 1 a 2 strati sensibili (emul-

Ingrand. al microscopio di sione), una sezione di pellicola con 2 strati sensibili (Isopan I S S )

3. - Il supporto di celluloide.

4. - Uno strato posteriore di gelatina che ha il

doppio compito di impedire I incurvamento della pelli­

cola durante il suo trattamento e quello di evitare le

diffusioni di luce (aloni) grazie ad una sua speciale

colorazione.

Abbiamo così cominciato a conoscere un rullo di pellicola

sebbene ci manchino diverse sue qualità eccezionali che vedremo

subito e che sono : Sensibilità generale, sensibilità ai colori, lati­

tudine di posa, antialonicità.

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La sens ib i l i t à genera le

di una emulsione o strato fotografico significa la sensibilità di

questa alla luce bianca e si misura con unità determinate.

Mentre una volta, ed in alcune nazioni ancor oggi, si adope­

rano i gradi « Scheiner », oggi la sensibilità si valuta coi

gradi « D I N ».

Per chiarire come la emulsione fotografica « vede » gli

oggetti durante la posa, facciamo un confronto col nostro occhio.

In questo sono i bastoncini che trasmettono le sensazioni visive;

invece nello strato fotografico vi sono dei granuli di bromuro

d argento che registrano le impressioni luminose. Bastoncini e

granuli sono entrambi di una finezza microscopica e sensibili

alle minime impressioni luminose.

Mentre però la sensibilità dell occhio

è data dalla natura ed è invariabile, la

sensibilità dell'emulsione fotografica si è spinta

sempre di più grazie alle ricerche di alcuni

decenni.

La sensibilità della pellicola Agfa sod­

disfa a tutte le richieste poiché, dopo lunghe

esperienze e I applicazione di mezzi tecnici

grandiosi si è potuto esaltare al massimo

questa qualità. Le pellicole Isochrom ed isopan

rappresentano un vero primato sotto questo

punto di vista.

oezione microscopica di

occhio e di emulsione

fotografica.

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La sensibilità ai colori Il confronto col nostro occhio ci servirà ancora per chiarire

il concetto di sensibilità ai colori.

L'occhio possiede una determinata sensibilità per ogni colore

mentre lo strato di bromuro d argento per sua natura non è

sensibile che ali azzurro. Tale strato quindi riproduce i colori

— in confronto al nostro occhio — con toni errati. Si comprende

come ogni fotografo desideri poter avvicinare la curva di sen­

sibilità dello strato di bromuro d'argento a quella del nostro

occhio.

Le più recenti ricerche nei laboratori scientifici dell'Agfa

hanno portato a trovare dei coloranti sensibilizzatori brevettati

i quali soddisfano largamente questo desiderio.

Secondo la sensibilizzazione si distinguono oggi due tipi

di pellicole, le ortocromatiche e pancromatiche.

Al primo gruppo appartengono tutte le lastre e pellicole

Isochrom. Queste si distinguono, oltre che per una elevata

sensibilità generale, per un buon rapporto

fra la sensibilità ali azzurro e quella al

giallo ed al verde. In altri termini i

colori predominanti in natura, azzurro,

giallo e verde sono riprodotti coi loro

giusti valori di chiaroscuro.

Al secondo gruppo, quello pan­

cromatico, appartengono tutte le lastre

e pellicole Isopan Agfa le quali sono

specialmente sensibili ai raggi rossi di

grande lunghezza d onda. In questo caso

il tecnico esperto parla di sensibilizza­

zione orto-pancromatica massima. In

altri termini si può dire che la serie

Isopan sensibilizzata per dare giusti toni

r , , , . . . di tutti i colori offre, oltre alla mas-Uurve della sensibilità i i n i i cromatica dell'occhio e s ' m a sensibilità alla luce diurna, anche

delle pellicole. la massima sensibilità alla luce artificiale.

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Q u a n d o I s o c h r o m ? Q u a n d o I s o p a n ?

Generalmente la pellicola ortocromatica Isochrom, partico­

larmente nelle mani del principiante, rende ottimi servigi. Tuttavia

chi si occupa dell arte fotografica con uno scopo definito tro­

verà, in molti casi, preziosa la pellicola pancromatica Isopan.

Si può particolarmente apprezzare l'utilità della pellicola Isopan Agfa :

1. - Nella fotografia di ritratti per visi bruni oppure arrossati,

per fotografie contro luce e ritratti sulla spiaggia,

per ritratti alla luce artificiale.

2- • Nella fotografia di paesaggi e di architetture per fotografie col sole al tramonto,

per fotografie di piante e di fiori, specialmente

per staccare i fiori rossi dai contorni verdi,

per le fotografie di architettura coi tetti rossi, mat­

toni o intonachi rossi.

3. - Nella riproduzione di natura morta se il tono locale tende verso il bruno oppure

predominano colori rossi.

A- - Nella fotografia in casa per tutte ie pose con la luce artificiale poiché

data la sensi bilità

al rosso questa i l lu­

minazione è com­

pletamente sfruttata.

Malgrado il medesimo numero

di gradi di sensibilità, con la luce artificiale la pellicola pancromatica,

sfruttando anche i raggi rossi, è spesse

volte superiore del doppio — in sensi­

bilità — alla pellicola ortocromatica,

quindi con la luce artificiale dare R a p p r e s e n t a z i o n e schematica della soltanto la metà del tempo di pOSQ. sensibilità ai colori delle peli. Iso­

chrom a grana fine, Isopan a

grana fine ed Isopan ISS.

Page 20: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Perchè si filtra la luce? Le pellicole Agfa danno direttamente, cioè senza alcun mezzo ausiliario,

una riproduzione abbastanza esatta dei colori. Però tutte le emulsioni fotogra­

fiche hanno una sensibilità prevalente per I raggi azzurri e quindi riproducono

questo colore con un tono grigio più chiaro di quello corrispondente all'im­

pressione visiva. In linea generale questo fatto non ha importanza, tuttavia in

certi casi nei quali interessa avere una resa più scura dei toni azzurri bisogna

diminuire la sensibilità a questo colore, cosa che si ottiene facilmente dispo­

nendo un filtro giallo davanti ali obiettivo.

I filtri gialli dell Agfa danno quindi in particolare dei risultati migliori

per le fotografie di :

paesaggio con resa perfetta dei toni e de l le nuvole

panorami con una resa d is t in ta dei lon tan i

r i t ra t t i con una forte accentuaz ione de l la som ig l i anza

natura morta \

oggetti colorat i > con una resa esatta del le s fumature dei color i

costumi ecc. J

Generalmente basterà un filtro giallo leggero, soltanto in casi speciali si

usano i filtri forti. Si deve tener presente che quanto più azzurra è la luce

tanto più forte deve essere il filtro per assorbire le radiazioni azzurre eccessive.

Vi sono inoltre i filtri verdi e rossi adoperati specialmente per il materiale

pancromatico. Il filtro verde Agfa serve ad accentuare, con begli effetti, i toni

verdi, smorzando nello stesso tempo i valori rossi. Il filtro rosso Agfa invece

serve per fotografie di soggetti lontani e per schiarire molto i toni rossi.

Secondo l'intensità del filtro bisogna aumentare il tempo di posa.

Ecco i coefficienti di tali aumenti:

Materiale filtro giallo 0 1 2 3 4 5 (arancione) Isochrom À g f a a grana f ine 1.5 1.8 2 3 3 , 5 4

Isopan A g f a * 1.4 1.6 1.8 2 , 2 , 2 2 . 5

Isopan Àg fa I 5 S 1.4 1.6 1,8 2 2 , 2 2 . 5

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Page 21: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Latitudine di posa

La più grande preoccupazione del fotografo nel momento

della presa è di calcolare il giusto tempo di posa. Le pellicole

Agfa, entro certi limiti, compensano automaticamente eventuali

errori nel tempo di esposizione in modo che anche sbagliando

si ha quasi sempre una fotografia discreta. La caratteristica della

pellicola è di compensare meglio le pose troppo lunghe che

non quelle troppo brevi ; quindi nei casi dubbi è opportuno

scegliere sempre il tempo calcolato più lungo.

L'esempio che mostra tre fotografie, le quali, a parità di

ogni altro dato, sono state eseguite in immediata successione

con tre pose assai diverse — 1 / 2 0 0 , 1 / 5 0 e 2 secondi — è

la chiara prova che praticamente ogni presa deve dare una

buona fotografia.

1 200 di secondo 1/50 di secondo 2 secondi

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Page 22: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

A n t i a l o n i c i t à Per le fotografie contro luce è particolarmente necessario

il materiale sensibile antialonico poiché le diffusioni di luce e

gli aloni possono rovinare le più belle fotografie.

Chi lavora con la pellicola Agfa non ha preoccupazioni

nemmeno a questo riguardo perchè tali pellicole hanno uno

strato « antialo » la cui colorazione assorbe la luce riflessa, cioè

tutti i raggi rimandati dal supporto. La scelta di queste colorazioni

deve essere fatta con la massima cura giacché devono avere

una composizione spettrale ben definita. Devono assorbire tutte le

radiazioni nocive e devono sparire con qualsiasi sviluppatore.

A questi requisiti rispondono pienamente i coloranti Agfa che si

adoperano anche per le lastre Agfa, sia in uno strato posteriore,

sia in uno strato intermedio fra emulsione e supporto.

Nel fotografare contro luce bisogna fare attenzione che i

raggi del sole non colpiscano direttamente I obiettivo poiché

potrebbero provocare dei riflessi sul diaframma o sulle lenti. In

questi casi si può proteggere I obiettivo con un « parasole • o,

meglio ancora, scegliere una posizione ombreggiata da foglie,

rami, colonne od altro.

Page 23: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Rulli e filmpack A g f a e quello che se ne deve sapere

N o m e

<

generale

jensibilità

ai colori Applicazioni

D IN

Isochrom a grana fine 1 8 a / 1 0 al tamente

or tocromat ica

or tocromat ica di uso

un ive rsa le

Isopan a grana fine 1 7 ° / 1 0 al tamente

or topancromat ica

pancromat ica di uso

un ive rsa le

Isopan I.S.S. 21°/10 al tamente

or topancromat ica

foto g io rna l i s t i che con

luce a r t i f i c ia le

Lastre A g f a e loro elevate proprietà

N o m e

e

generale

>ensibilità

ai colori Applicazioni

D IN

Chromo Isorapid 13°/10 forte

or tocromat ismo

uso genera le

Chromo-lsolar 11°/10 forte

or tocromat ismo

paesaggi con cont ras t i ,

an ima l i e piante

Ultra Special 1 8 ° / 1 0 forte

or tocromat ismo

per r i t ra t t i

Isochrom 18°/10 elevato

or tocromat ismo

un ive rsa le

Isopan 17°/10 elevato or topancro-

mat ismo

un i ve rsa le

Isopan I.S.S. 20 , J/10 elevato or topancto-

mat ismo

g i o r n a l i s m o con luce

ar t i f i c ia le

Materiale speciale Lastre e pellicole diapositive Agfa

per p ro iez ion i , s tereoscopie, d ia fon ie .

Lastre e pellicole Normal Agfa per r i p roduz ion i di o r i g i n a l i monocromi a mezza t inta con t inua e per dup l ica t i di negat iv i .

Lastre e pellicole Contrast Agfa per r i p roduz ion i di o r i g i n a l i monocromi a t rat t i , e p repa raz ione di d iapos i t i v i co r r i sponden t i .

E per il ritrattista Pellicola rigida Isochrom (18'/10 DIN) Pellicola rigida Isopan (21 /10 DIN)

mater ia le con le stesse prerogat ive de l le cor r ispondent i las t re sopra r icordate, però leqgero

ed i n f r ang ib i l e .

Page 24: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Dal piccolo al grande ! Ecco la formula magica che domina l'intero campo della fotografia di

piccolo formato. Ogni presa mostra il miracolo di un negativo delle dimensioni

di un francobollo che diviene il germe di una copia grande come un quadro.

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Page 25: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Per il dilettante del piccolo formato

Cè voluto molto tempo prima che le fotografie fatte su

pellicola cinematografica normale, perforata, potessero dare dei

risultati sicuri.

Dopo molte fatiche si sono stabilite le caratteristiche che

devono avere le pellicole di piccolo formato di buona qualità.

E siccome chi lavora col piccolo formato vuol dominare tutto il

campo della fotografia, ha bisogno di parecchie specie di pel­

licole sia per quanto riguarda la sensibilità generale come quella

ai colori, inoltre la pellicola di piccolo formato deve avere speciali

qualità richieste dal negativo così piccolo, qualità che non

hanno grande importanza per i rulli e le lastre comuni.

I negativi fatti su rulli e su lastre generalmente si stampano

per contatto mentre il piccolo negativo deve essere molto in­

grandito quando si vuole l'effetto di un quadro. In questo caso

appare la struttura del negativo - la grana — che nella stampa

per contatto rimane invisibile.

Page 26: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

I granellini e gli agglomerati di granellini d'argento che

formano I immagine negativa diventano, nel forte ingrandimento,

specialmente visibili nelle zone uniformi di tono medio, con I ap­

parenza di un mosaico irrequieto di punti chiari e scuri, mentre

le linee di contorno che prima sembravano tagliate appariscono

spezzettate e poco nitide sull'ingrandimento. Ora la grana, questo

nemico N. 1 della fotografia di piccolo formato si può com­

battere soltanto in parte coi metodi di sviluppo. Invece è efficace

e di sicuro esito I usare emulsioni a grana fine, cioè delle emul­

sioni che non si possono sviluppare con grana grossa, mentre

hanno una buona sensibilità generale ed ai colori.

In generale, la pellicola, sia vergine come sviluppata, non

deve, possibilmente essere toccata sul lato dell emulsione. Un dito

umido che venga a contatto con l'emulsione può produrre dei

danni irreparabili. Sui formati grandi, che si stampano sempli­

cemente, le lesioni piccole del negativo generalmente non ap­

pariscono. Col forte rapporto d'ingrandimento dal piccolo formato

anche le minime lesioni meccaniche subite dall' emulsione si vedono

chiaramente e possono guastare la fotografia. Si raccomanda

quindi la massima attenzione e pulizia nei lavori e di non toccare

possibilmente la pellicola — specialmente durante il trattamento

umido — dalla parte dell emulsione.

Nei caricatori e nei rotolini adoperabili alla luce, la pel­

licola è assolutamente protetta ; soltanto in camera oscura, per

il trattamento del negativo, viene, nel vero senso della parola,

«fra le mani» dell operatore. Non è cosi invece per la pellicola

venduta sciolta. In questi casi bisogna fare attenzione già nell' av­

volgerla sul rocchetto ; si può guidare bene facendola scorrere

coi bordi fra pollice e indice.

Page 27: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

per is tantanee a l l a luce d iu rna in

ogni occasione usate la pellicola

a grana fine Isochrom F

per is tantanee a l l a luce a r t i f i c ia le

In pellicola Isopan Super Special I .S .S. è i l mater ia le sens ib i l e più adatto!

Caratteristiche delle pellicole Agfa per piccolo formato

Tipo di pellicola c

generale

ensibilità

ai colori Grana

D I N

Isochrom F a grana fine

1 7 ° / 1 0 massimo

or tocromat ismo molto f ine

Isopan F a grana fine

1 7 ° / 1 0 massimo or topancro­

mat ismo mol to f ine

Isopan FF a grana finissima

1 0 / 1 0 massimo or topancro -

mat ismo mass ima f i n e z z a

Isopan I.S-S Super Special di grande sensibilità

2 1 ° / 1 0 massimo or topancro-

mat ismo f ine

Isopan Ultra di massima sensibilità

2 3 ° / 1 0 massimo or topancro-

mat ismo normale

Àgfàcolor (per luce diurna) per fotografare al ta luce del g i o rno a co lor i na tu ra l i s e n z a I impiego dì a lcun f i l t ro .

Agfacolor (per luce artificiale) pel l i co la spec ia le per fotografare a co lor i na tu ra l i a l l a luce a r t i f i c ia le s e n z a I impiego di

alcun f i l t ro .

Le varie confezioni delle pellicole Agfa di piccolo formato Caricatori Agfa (usabili alla luce diurna)

( l a pe l l i co la deve essere r iavvo l ta i nd i e t r o )

per Le ica , Con tax , Ret ina , R o l l e i k i n . l u n g h e z z a m. 1.00.

Bobina Agfa caricabile alla luce diurna per Contax , R o l l e i k i n ( n o n per L e i c a ) , l u n g h e z z a m. 1.60.

Strisce singole Agfa l unghezza m. 1 ,60, pronta per car icare le cassette in camera oscura .

Caricatori Agfa Karat per la macchina di piccolo formato Kara t A g f a , per 12 prese (non si fo rn iscono con la pe l ­

l icola Isopan F F 1 0 ° / 1 0 D i n ) .

Pellicole in grossi rulli da tag l iare e car icare in camera o s c u r a ; r u l l i da m. 5, 10. 10 e 2 5 ,

Tu t te queste pe l l ico le por tano la numeraz ione del le immag in i .

Page 28: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Ed ora fotografiamo

Abbiamo detto quanto è importante circa la macchina ed il materiale

sensibile negativo, passiamo ora alla pratica della presa. Tutto è molto sem­

plice e, se si osservano alcune regole, ogni " colpo „ deve raggiungere il ber­

saglio.

Prima di tutto bisogna ricordarsi di tenere lo macchina ferma e diritta

durante la posa per evitare che la presa risulti "mossa" e che il quadro

venga storto. Nelle fotografie di architettura, se non si segue questa seconda

regola si hanno risultati poco soddisfacenti, ma su questo argomento torne­

remo più tardi.

Nelle prime fotografie è bene procedere con precisione meticolosa per

dimenticare nulla e per non sbagliare. Le poche operazioni necessarie diven­

gono rapidamente abituali in modo che si finisce col fare tutto automatica­

mente o con l'essere pronti in pochi secondi. Le prime volte naturalmente

bisogna stare attenti.

1. - Giudicare un motivo — decidersi a fotografarlo

2. - aprire la macchina

3. - mettere a fuoco

4. - misurare o valutare l'illuminazione

5. - regolare il diaframma

ó. - regolare e caricare l'otturatore

7. - eseguire la posa 8. - se si è fatta una foto da vicino rimettere l'obiettivo sull'infinito

9. - far avanzare la pellicola per una nuova posa

10. - chiudere la macchina.

Tutto questo s'intende per le macchine a rulli. Chi adopera lastre o

filmpack non dimentichi mai di aprire l'antina della cassetta porta lastre o

filmpack e rinchiuderla immediatamente dopo. Tenere sempre le cassette usate

distinte da quelle vergini per evitare di impressionare due volte la stessa

lastra.

Page 29: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

La fotografia di paesaggio

è generalmente la più coltivata dal dilettante. Vi sono due tipi di fotografia.

In uno si bada sopratutto alla rappresentazione obiettiva ottenendo quadri

che possono appartenere al campo della fotografia geografica-documentaria

o a quella folcloristica. Neil altro il carattere della fotografia è di importanza

secondaria, mentre il taglio ben indovinato e la resa dell'impressione generale

attraverso la concezione personale danno il maggior peso al risultato che è

un impressione soggettiva.

Qualunque sia lo scopo perseguito è sempre importante adoperare il

miglior materiale ortocromatico e, possibilmente, anche il filtro giallo. Si ha poi

la facoltà di cambiare, con un filtro forte, l'aspetto di una giornata estiva

fino a farla apparire con cielo scuro, temporalesco, o di ottenere, con

lo stesso filtro forte i lontani ben disegnati. Negli altri casi, col materiale

Isochrom basta un filtro giallo chiaro (Agfa N. 1 ), che permette di fare delle

brevi istantanee e rende esatta la tonalità dell'azzurro e del giallo.

Page 30: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Fotografie di persone all'aperto

Quasi sempre il dilettante trova i primi soggetti per la sua

attività in famiglia o fra gli amici in occasione di una gita

eseguendo fotografie di gruppi ali aperto. Per evitare cattivi

risultati è opportuno tener presenti le seguenti regole:

1. - Non disporre mai le persone o i gruppi in pieno sole,

ma ali ombra o sotto il cielo coperto, altrimenti gli occhi

semichiusi per I abbagliamento danno un espressione di

sofferenza.

2. - Evitare i cortili stretti o altri luoghi che ricevano la luce

soltanto dall alto, perchè le ombre forti sotto gli occhi

danno ai visi un espressione cupa.

3. - La luce deve, possibilmente, arrivare di fianco e, nello stesso

tempo, dal davanti.

4. - Le persone si devono disporre senza un ordine obbligato,

mai Luna di fianco all'altra. Si ottengono buoni effetti con

gruppi apparentemente occupati in qualche lavoro o in

movimento perchè così si evitano posizioni artificiose e le

famose « facce da fotografia ».

5. - Non tutte le persone devono guardare nella macchina.

Il quadro anzi sarà più naturale e più vivo se gli sguardi

sono diretti in punti diversi.

6. - Si devono evitare fondi irrequieti o almeno tenerli fuori

fuoco (e quindi poco nitidi e non accentuati) usando una

grande apertura di diaframma e mettendo a fuoco esatta­

mente le persone.

7. - Il dilettante accorto fa qualche osservazione scherzosa prima

di fotografare in modo da sviare l'attenzione e da eseguire

la presa senza che i soggetti se ne accorgano.

Page 31: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Fotografie di architettura

Queste son più semplici poiché il soggetto è immobile; si

può riflettere con tutta calma prima di stabilire il punto di vista

e di inquadrare la veduta.

È molto importante considerare bene la posizione del sole

il quale deve trovarsi di fianco al soggetto e un pò dietro al

fotografo per avere un'immagine con molto rilievo come è op­

portuno per I architettura.

Molto spesso vi sono edifici cosi alti che non si possono

prendere interi se non inclinando la macchina. Questa soluzione

non è sempre consigliabile poiché I inclinazione della macchina

dà una fotografia nella quale gli edifici sembrano cadere l'uno

contro l'altro. È preferibile allontanarsi quanto è necessario ed

ingrandire poi la parte interessante.

Del resto non sempre la fotografia dell'insieme sarà la

migliore; converrà studiare bene l'architettura e prendere alcuni

particolari distinti.

Le fotografie di architettura possono spesso sembrare fredde

e vuote. Ma con una buona composizione si possono migliorare

molto. Qualche albero, un arco od un portale possono inquadrare

bene la fotografia; sono piccoli e facili trucchi che portano

grandi effetti.

Quando si deve inclinare la macchina è bene inclinarla

molto e con accorgimento. Le linee verticali verranno allora con­

vergenti in alto, ma questo effetto non è sempre dannoso; se il

punto di vista è ben scelto l'effetto si avvicina alla vera im­

pressione che si prova osservando dal basso una torre o un

edificio molto alto.

Page 32: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Fotografie di bambini

È un campo straordinariamente vasto e dà facilmente buoni

risultati. Il fotografare i bambini non significa far loro dei ritratti

come il professionista, ma coglierli di sorpresa nel loro ambiente

naturale, in casa e fuori.

Dal primo giorno il dilettante segue lo sviluppo del suo

bimbo con la macchina fotografica e fissa per il proprio piacere

tutte le belle scenette che non torneranno più. Così si crea

anche per l'attore un documento di valore inestimablile : la sua

vita di bimbo.

Per fotografare i bambini biso­

gna agire con la massima rapidità

poiché le scene più belle sono quasi

sempre le più brevi. Non si può

dire : « Un momento ! Voglio fare

una foto » Tutto è già passato e

la foto non si fa più. Le foto­

grafie di bimbi sono belle e naturali

quando il soggetto non sa di essere

preso di mira. Bisogna dunque « spa­

rare » queste istantanee nel momento

giusto e senza farsi osservare.

30

Page 33: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Fotografia istantanea Non si dà forse troppa importanza alla fotografia istan­

tanea ? Non si esagera forse? Se veramente il dilettante vuol

« sentire » e vedere la vita con la sua macchina, come gli si

presenta, deve nella maggior parte dei casi, limitarsi a fare le

fotografie a mano libera.

Vi sono anche certi dilettanti che sono contrari, per prin­

cipio, ad ogni dinamismo ; le istantanee non sono adatte per

costoro. Perà tutto dipende dai risu Itati e si può dire che I istan­

tanea è l'ideale quando il fotografo la conosce bene e non fa

dei buchi nell acqua.

Ci sono ancora delle opinioni errate sull'uso dei diaframmi

e sui tempi di posa, altrimenti la gran massa dei fotografi di­

namici dovrebbe conseguire gli stessi buoni risultati che sono

naturali per i flemmatici con la loro apparente superiorità dovuta

al « treppiede ».

Bisogna allenarsi per non muovere la macchina durante

la posa e chi non è sicuro farà bene in principio a non usare

tempi più lunghi di 1 / 1 0 0 di secondo. Con I abitudine verrà

poi. piano, piano, anche la sicurezza che è indispensabile per

avere buoni risultati.

L istantanea non deve l i ­

mitarsi alle scene della strada

ma si può estendere a molti

rami della fotografia. Ci sem­

bra pertanto importante ri­

portare una tabella con le

profondità di campo corrispon­

denti alle diverse aperture.

Infatti la precisa messa a fuoco

rappresenta la maggior pre­

occupazione per chi fa delle

istantanee. La tabella ha lo

scopo di togliergli o alleviargli

questa preoccupazione.

Page 34: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Messa a fuoco per la massima profondità di campo nelle istantanee

Questa tabella fornisce gli elementi per ottenere immagini

nitide tenendo conto delle lunghezze focali degli obiettivi, dei

diaframmi necessari e delle distanze dei soggetti.

Diaframma

Messa a

fuoco

m.

Profondità di campo da a

m.

1. Billy Record 7,7

e 8,8

1 :7 ,7

e f : 8.8

Vicino

Lontano

2 - 5

5 - oc

2. Billy-Record 6,3 f :Ó,3 Vicino

Media

Lontano

2 - 3

3 - 9

9 - co

3. Billy-Record 4,5

e Billy-Compur

co 2

3

6

12

1,7 - 2,4

2.4 - 3,8

4,2 - 10,5

6.5 - oc

3. Billy-Record 4,5

e Billy-Compur

f : 11 2

4

10

(12)

1,7 - 2,5

2,9 - 6,5

5 - oc

(5,5 - oc)

Il soggetto viene nitido se si trova nel campo compreso

fra le distanze dell'ultima colonna; risulta invece tanto meno

nitido quanto più ne è lontano.

Page 35: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

La fotografia sportiva offre buoni risultati al bravo tecnico dell istantanea. Infatti è

essenziale cogliere i rapidi movimenti sportivi nel momento più

caratteristico.

Lo sport è movimento, quindi bisogna tralasciare le pose

volute. Inoltre bisogna tener presente che i movimenti sportivi

sono straordinariamente rapidi e pertanto si dovrà usare sempre

I istantanea assai breve e la pellicola Isochrom o la Isopan più

sensibile.

Chi non dispone di 1 / 5 0 0 o 1 / 1 0 0 0 di secondo dovrà

limitarsi a prendere i movimenti soltanto nell istante del loro punto

morto, per esempio quando I atleta è nel momento culminante

del suo esercizio, momento che è rappresentato da un istante di

quiete. Altrimenti la velocità del movimento è troppo grande per

il tempo di posa relativamente lungo e la fotografia risulta «mossa».

Page 36: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Le fotografie mosse si possono evitare esponendo con un tempo di posa opportunamente breve.

Questo dipende non soltanto dalla distanza del soggetto in movimento e

dalla sua velocità, ma anche dall'angolo che la sua traiettoria fa coll'asse

dell'obiettivo. Quanto più acuto è quest'angolo tanto più a lungo si può

esporre; mentre una traiettoria normale doli asse dell'obiettivo richiede un'e­

sposizione assai più breve per avere la stessa nitidezza.

La seguente tabella coi tempi minimi di posa rappresenta un punto di

partenza per evitare errori in questo senso.

Tempi di posa minimi per istantanee dì soggetti in movimento :

Scene della strada secondi lontane 1/25

vicine 1/50-1/100

con movimenti vivaci . . . . . . 1/100

Bambini i n giuochi tranquilli . . . . . . 1/25

con movimenti vivaci (gruppi) . . . . . 1,50-1 100

Veicoli carri con cavalli . . . . . . . 1 / 50

automobili, tram . . . . . . . 1/100

Scene sportive con movimenti lenti . . . . . . 1 /50-1 /100

con movimenti rapidi . . . . . 1 /100-1,1000

È utile spostare la macchina nello stesso senso del movimento del sog­

getto che passa veloce (seguirlo), specialmente quando si tratta di automobili,

motocicli, biciclette, ecc. Per esempio, per fotografare un ciclista si può pro­

cedere nel modo seguente: si comincia a seguirlo da lontano girando con

la macchina in modo da averlo sempre nel centro del mirino. Nel momento

in cui il ciclista passa nella zona sulla quale si è, in precedenza, messa a

fuoco la macchina, si scatta. Il movimento della macchina deve però sempre

seguire — anche durante l'istantanea — quello del ciclista. Con 1/100 di

secondo si avranno nitidi il ciclista ed il telaio della bicicletta, mentre man­

cheranno di nitidezza i raggi delle ruote ed il fondo.

Page 37: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Ritratti È un campo difficile ! Ma

ognuno deve tentarlo. Ecco alcune

osservazioni in proposito :

All'aperto i ritratti si devono

fare soltanto all'ombra. Per effetti

speciali però si può anche non

osservare questa regola. Un muro

0 un cespuglio fitto che non lasci

passare la luce danno buoni risul­

tati come sfondi.

In casa può servire come

sfondo una parete liberata dai qua­

dri, per non disturbare la figura.

La luce dovrebbe arrivare da due parti per dare un maggior rilievo

con gradazioni fini e con particolari anche nell'ombra. La luce che arriva da

una sola parte, per es. da una sola finestra, illumina soltanto un lato e rende

1 immagine dura e poco bella. Si possono avere risultati migliori combinando la

luce di fianco con quella dall alto. Si possono anche mettere le persone vicine

alla finestra in modo che la luce le colpisca di fianco e di fronte mentre la

parte in ombra si rischiara con un lenzuolo teso o con un foglio grande di

cartoncino bianco che riflette la luce.

La messa a fuoco si fa sugli occhi della persona. Fino a che punto

si debba estendere la profondità di fuoco limitando l'apertura del diaframma

e quale grandezza si debba dare a questa perchè il fondo resti sfocato, si

vedrà caso per caso e dipende dal gusto dell operatore.

La distanza è molto importante quando si avvicina la macchina, con

obiettivo di breve focale, alla persona, perchè si possono creare delle

deformazioni grottesche. È sempre bene lavorare ad una distanza di dieci

volte il diametro del soggetto ; vale a dire che per il ritratto, essendo

la punta del naso a 20 centimetri dall'orecchio, bisognerà stare a

10 x 20 cm. — 2 metri.

Page 38: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Fotografia con la luce artificiale Il dilettante moderno che dispone di obiettivi luminosi e della pellicola

Isopan può lavorare non soltanto con la luce diurna, ma anche di sera. Adoperando la pellicola Isopan I.S.S. si può fotografare con qualsiasi illu­

minazione artificiale. La lampada Nitraphot e la luce lampo Agfa sono sorgenti luminose costanti in modo che è quasi impossibile sbagliare i tempi di posa.

La luce lampo Agfa Senza bisogno di energia elettrica la luce lampo Agfo si può accendere

rapidamente e con sicurezza ovunque, con un nastro di carta nitrato o con la lampada Agfa speciale. Un altro vantaggio della polvere lampo Agfa è il suo mite prezzo e questo la rende adatta per tutte le fotografie di occasione e di ricordo.

Invece del tempo di posa, si trova in ogni pacchetto l'indicazione del diaframma che si deve usare in base ad una data distanza della sorgente luminosa, olla sensibilità del materiale che si adopera ed alla quantità di polvere lampo contenuta nel sacchetto Halox o nella capsula Agfa.

Anche in questo caso la luce deve venire di fronte ed obliquamente per non avere ombre pesanti. La

Fotografia alla luce artificiale con Isopan Agfa (distanza fra sorgente luminosa esoggetto)

V, gr. M O T I V O polvere

lampo

Box Agfa metri Ritratti . . . . 2 »U Gruppi . . . . CO

Gruppi a tavola . 3 Bimbi che giuocano

in camera chiara 3 ' / o

Natura morta . 3 "/ Camera con tap­

pezzeria scura 3

Bilìy Record f : 8,8 metri Ritratti . . . . Co

Gruppi a tavola 4 Gruppi 4 <;3 Bimbi che giuocano

4 7., in camera chiara 4 7., Natura morta . 4 Vi Camera con tap­

pezzeria scura 4

polvere lampe si metterà di fianco o dietro alla macchina fotografica per evitare delle velature dovute al " con­troluce La polvere lampo Agfa dà la massima quantità di luce co! mi­nimo sviluppo di fumo, inoltre brucia così rapidamente che si evitano le im­magini poco nitide dovute a movi­menti dei soggetti durante la posa.

Page 39: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Fotografie di siluette Si possono fare con qualsiasi luce artificiale, particolarmente

con la polvere lampo che ha una sorgente luminosa puntiforme.

Fra gli stipiti di una porta si stende un lenzuolo o della

carta velina senza pieghe. Il soggetto si dispone a circa mezzo

metro da questo schermo, di profilo; dall'altra parte del soggetto

si mette la macchina. L illuminazione deve avvenire dall altro lato

dello schermo.

La messa a fuoco si fa sul soggetto, poi si spegne la luce

nella camera in cui si trovano soggetto e macchina, lasciando

accesa soltanto quella dall altro lato dello schermo.

Sono piacevoli anche intere scene di siluette. Si possono

aggiungere delle decorazioni, usando carta velina o pergamenata,

che si dipingono con nero a olio o con carboncino da disegno.

Bisogna fare attenzione che la sorgente luminosa sia coperta

dal soggetto o da una «quinta» opaca.

Per la fotografia conviene adoperare la pellicola Isochrom

a grana fina o Isopan a grana fina che assicurano entrambe

un immagine senza aloni.

Page 40: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Con obiettivi luminosi

uniti al materiale Isopan sensibile al massimo alla luce artificiale

è possibile fare delle istantanee con la illuminazione normale

degli ambienti.

Nel le strade e piazze illuminate bene si possono cogliere

momenti di vita notturna su Isopan, posando 1 / 1 0 di secondo

con I apertura f : 4 ,5 e talvolta anche 1 / 2 5 di secondo special­

mente quando il suolo è bagnato dalla pioggia o coperto di

neve che riflettono la luce.

Anche sul palcoscenico del varietà sotto la luce dei riflet­

tori o nel maneggio del circo equestre si possono prendere, du­

rante gli spettacoli, delle fotografie molto naturali.

Si può dire per il fotografo bene attrezzato e che sa usare

bene le sue macchine le pellicole Agfa abbiano eliminato ogni

ostacolo.

Se per queste fotografie con poca luce vi sono ancora

delle difficoltà il dilettante non deve spaventarsi di qualche

insuccesso che non si può evitare, ma deve continuare a pro­

vare per farsi un esperienza. Spesso gli amici esigono una foto­

grafia buona anche con le condizioni di luce più difficili perchè

hanno una fede illimitata nell'abilità del dilettante, ma questa

fede deve essere giustificata !

Ed ora la pellicola è esposta, il filmpack contiene dodici

prese sicuramente riuscite, come su ogni lastra vi è un imma­

gine latente. A questo punto molti dilettanti fanno fare tutto il

resto da altri benché lo sviluppo in casa sia divertente e così pure

la stampa e l'ingrandimento. Ne parliamo nel prossimo capitolo,

Page 41: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare
Page 42: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

lavoro nella camera oscura

Le dimensioni della camera oscura del dilettante dipendono dalle condi­

zioni del suo appartamento. Basta uno sgabuzzino purché si possa oscurare

bene. E però meglio avere a disposizione uno stanzino con acqua corrente,

che può essere anche il bagno. Basta un tavolino per i lavori, è però bene

proteggerlo dalle macchie con un pezzo di tela cerata o di cartone.

Gli attrezzi essenziali sono alcune bacinelle, una provetta di vetro graduata

per la misura dei volumi e alcune pinze per attaccare le pellicole per l'essic­

camento. Chi lavora con le lastre, invece delle pinze, deve avere un portalastre

di legno. Tutto questo costa poco. Lo sviluppo delle pellicole ó x ó e 6 x 9

oppure di quelle di piccolo formato (35 mm) è molto facile se si usano le

rispettive vaschette " Rondinax . per lo sviluppo alla luce diurna che rende

superflua persino la camera oscura.

L illuminazione della camera oscura deve essere rossa per le pellicole

Isochrom, verde per le Isopan. Non sempre la luce della lampadina elettrica

è sicura per impedire la formazione di velature sui negativi. Invece la lampada

Àgfa per camera oscura coi filtri speciali Agfa dà una garanzia assoluta.

Questi filtri si possono cambiare facilmente secondo le necessità. I più im­

portanti per le operazioni che riguardano i negativi, sono :

Filtro Agfa di protezione per camera oscura N. 107 (rosso) per tutte le emulsioni ortocromatiche (Isochrom).

Filtro Agfa di protezione per camera oscura N. 103 (verde opaco) per tutte le emulsioni pancromatiche ed ortopancromatiche (Isopan).

Per tutti i lavori in camera oscura è assolutamente necessaria la massima

pulizìa e una scrupolosa attenzione alle indicazioni date. Soltanto così i risultati

saranno completamente soddisfacenti in tutti i casi.

Ognuno sa che per avere buone fotografie non è affatto indifferente la

Page 43: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

scelta de! materiale da presa. Ma non è altrettanto noto che anche la scelta

dei prodotti per lo sviluppo ha la stessa importanza.

Perciò adottate i prodotti e gli sviluppatori Agfa che sono controllati

con la massima cura dai chimici. I tecnici delle emulsioni ed i chimici della

fabbrica di sviluppatori Agfa lavorano di pari passo per accordare nel modo

migliore l'emulsione allo sviluppatore e viceversa.

Dei diversi sviluppatori per negativi — che in parte servono per scopi

specialissimi — ricordiamo qui soltanto i più importanti per il dilettante. Uno

sviluppatore universale è il " Rodinal „ che si fornisce in soluzione molto con­

centrata. Per usarlo si allunga con 20 a 30 parti di acqua. Una diluizione

più forte dà uno sviluppo dolce (per pose sottoesposte), una diluizione più

debole invece dà uno sviluppo più duro (per pose sovraesposte).

Un altro sviluppatore per negativi, liquido, è il Metol-ldrochinone Agfa,

che è molto rapido e lavora energicamente dando negativi più ricchi di

contrasti che non il Rodinal.

La fotografia di piccolo formato richiede uno sviluppo speciale per grana

fine per diminuire, all'atto dell'ingrandimento, i disturbi della grana dell imma­

gine. Si sceglie in tal caso uno "sviluppatore per grana fine,,: fra questi sono

specialmente raccomandabili lo " sviluppatore per grana fine " Final Agfa e

lo " sviluppatore per grana finisssima " Atomal Agfa,, Quest ultimo, che contiene

delle sostanze sviluppatrici del tutto nuove dà, anche con le emulsioni di

massima sensibilità, una grana molto fine che permette gli ingrandimenti più

forti. Entrambi questi sviluppatori si forniscono in polvere che si scioglie

comodamente e rapidamente.

Per il fissaggio si prende il sale fissatore Agfa facilmente solubile nel­

l'acqua, o meglio il sale fissatore acido Agfa.

Page 44: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare
Page 45: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Il trattamento del negativo Le varie operazioni cui si sottopone il negativo sono chia­

ramente indicate nella figura qui contro. Prima di estrarre dal-

I involucro che li protegge dalla luce, il rullo od il filmpack

bisogna preparare tutto in modo che ogni bacinella si trovi in

ordine al suo posto.

Prima si misura lo sviluppatore Rodinal e lo si diluisce con

la voluta quantità di acqua. Nell'altra bacinella si scioglie in

acqua il sale fissatore. I due bagni devono essere bene agitati

ed avere la giusta temperatura (18° C ) . Altre due bacinelle si

riempiono di acqua.

Il rullo, il filmpack o la cassetta con la lastra si mettono

quindi sul tavolo, per esempio sul bordo sinistro che dovrebbe

rimanere sempre asciutto. In seguito si mettono le bacinelle, da

sinistra a destra, in questo ordine: sviluppatore, acqua, fissatore,

acqua. In questo modo sono evitati tutti gli equivoci ed ogni

passaggio di sviluppatore nel fissaggio o viceversa.

Spenta la luce bianca ed accesa quella della camera

oscura si toglie la striscia di pellicola dal rullo (oppure si apre

il filmpack o la cassetta della lastra). La pellicola o la lastra

si immerge prima nello sviluppo dove anneriscono i punti colpiti

dalla luce; il negativo appare lentamente, la durata dello svi­

luppo varia secondo le indicazioni unite ai prodotti. A sviluppo

ultimato il negativo si toglie dal bagno e si porta nella baci­

nella con I acqua per un breve lavaggio intermedio.

Dopo questo lavaggio si passa nel bagno fissatore il quale

scioglie il bromuro d argento rimasto non esposto, e quindi gial­

lognolo e non annerito. La durata di questo bagno deve essere

almeno doppia del tempo necessario per far sparire I aspetto

lattiginoso del negativo.

Il negativo non è ancora finito ; tuttavia a questo punto si

può accendere la luce bianca. Un lavaggio finale prolungato

per mezzora — possibilmente in acqua corrente — finisce il

processo.

Page 46: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

La pellicola si appende allora per farla asciugare, se si

tratta di una lastra si mette sul portalastre. Non bisogna mai

asciugare vicino alla stufa o al calorifero o al sole poiché si

potrebbe facilmente fondere lo strato umido di gelatina.

In principio non sempre i risultati soddisferanno completa­

mente. In modo speciale daranno noia sovra e sottoesposizioni

non compensate completamente dallo sviluppatore, inoltre anche

lo sviluppo troppo breve o troppo lungo può dare risultati

non voluti.

Per lo più si tratta di piccoli difetti che non danno fa­

stidio e si possono eliminare completamente nella esecuzione

del positivo.

I negativi sottoesposti o sviluppati troppo poco si possono

correggere col rinforzatore Agfa. Tanto il • rinforzatore liquido

Agfa » come quello • al rame Agfa » si diluiscono con 9 parti

d acqua. Entrambi sono molto efficaci.

Per indebolire i negativi sovraesposti o quelli troppo svi­

luppati si adopera « l'indebolitore Agfa ». Anche gli annerimenti

più forti che rendono difficile la stampa e quasi impossibile l'in­

grandimento si rischiarano fino al punto voluto coll'indebolitore

Agfa. Le istruzioni unite contengono tutti i dati necessari.

Page 47: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Dov'è l'errore ?

Anche gli errori hanno un'utilità poiché si impara ad evitarli nel

futuro. In moltissimi casi, anzi, con un trattamento speciale si può sal­

vare il negativo. La tabella seguente serve per aiutare nei casi di errori.

Lista degli errori

Aspetto Causa Rimedio

Negativo troppo traspa­rente (leggero) ma con le ombre disegnate

sviluppo troppo breve rinforzare con rinforzatore Agfa

Negativo troppo intenso in tutte le gradazioni

sviluppo troppo lungo indebolire con l'indeboli­to re Agfa

Negativo velato ha preso luce nella mac­china o nella camera oscu­ra : sviluppo troppo lungo o troppo caldo

possibile talvolta coll'inde-bolitore Agfa

Velatura gialla sviluppatore alterato : sale fissatore nello sviluppo o viceversa

bagno di 5 minuti in per­manganato di potassio a!l'1 per mille del negativo ben fissato e lavato ; lavaggio e bagno in bisoifato di sodio al 10 per cento che lo chiarifica

Velatura rossa (velo di­croico)

sviluppatore contenente fis­saggio o viceversa

bagno di 5 minuti in per­manganato di potassio a!l'1 per mille del negativo ben fissato e lavato ; lavaggio e bagno in bisoifato di sodio al 10 per cento che lo chiarifica

Piccole macchie chiare, ton­de, di varia grandezza

bollicine d aria aderenti ali emulsione hanno impe­dito 1 azione dello sviluppo

si può. talvolta, smacchiare col ritocco. Evitare la for­mazione delle bollicine passando un batuffolo di bambagia sull emulsione subito dopo la immersione nello sviluppo

Intensità irregolare del ne­gativo

azione irregolare dello svi­luppo, parti del negativo non bagnate in principio

rimedio impossibile ; usare sempre bagni in quantità sufficiente per coprire su­bito tutto il negativo

Page 48: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

La pellicola o la lastra finita mostra I immagine in nega­

tivo, vale a dire che tutti i punti chiari del soggetto sono an­

neriti e le ombre chiare e trasparenti. In altri termini tutto quello

che in natura è chiaro, sul negativo è scuro e viceversa.

Attraverso il processo di stampa o di ingrandimento si

ottiene il positivo che riproduce in giusti rapporti di chiarezza,

in toni bianchi e neri, tutti i colori della natura.

La stampa è il punto finale della fotografia perciò anche

per questa bisogna scegliere il miglior materiale.

È interessante sapere con quanta cura si fabbricano le

carte Agfa nella « casa al buio » nella quale tutti lavorano alla

luce rossa e dove uno stato maggiore di collaboratori armato

dei migliori mezzi sorveglia tutte le operazioni. Con questa or­

ganizzazione e coli impiego delle migliori macchine più moderne

è possibile fabbricare delle carte fotografiche che conservano

sempre costantemente elevata la loro qualità. Le carte Agfa

— adoperate in tutto il mondo — rendono piacevoli i lavori di

stampa e di ingrandimento.

Page 49: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Le carte Agfa a luce artificiale si fabbricano in diverse gradazioni di

contrasto che sono indicate come dolci, normali, dure, extradure, ecc.

Un paragone faciliterà la comprensione di questo. Si possono immagi­

nare le gradazioni come scale di altezza totale uguale, ma con gradini di

altezza differente. Il gradino più basso corrisponde all'annerimento più debole

sviluppabile dell emulsione, il gradino più alto all'annerimento più forte. Il

grigio chiaro ed il nero più forte sono uguali in tutte le gradazioni, ma fra

questi estremi vi è un numero tanto maggiore di gradini — di valori — inter­

medi, quanto più dolce è la gradazione.

Anche i negativi si possono classificare con gradazioni analoghe in dolci,

normali e duri, come la carta. Un negativo normale richiede una carta

normale, poiché adoperando una carta dura o dolce si avrebbe una mancanza

o un eccesso di valori, cioè si avrebbe un'immagine troppo contrastata o

troppo morbida. Se nel negativo vi sono piccoli contrasti, se è dolce, si possono

adoperare per la stampa soltanto carte a grandi contrasti, quindi molto dure,

per avere copie normali.

Perciò se nel negativo ci sono alti gradini (differenze di annerimento),

cioè se il negativo è duro, si deve scegliere la carta con molti e piccoli

gradini (dolce) e viceversa.

47

Page 50: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Le diverse qualità di carta

devono essere note al dilettante perchè possa scegliere bene. La diversità delle appltj

cazioni richiede alle carte fotografiche vari pregi, quindi il disporre di una vasta scelti

permette di soddisfare ogni desiderio per ogni scopo.

Il tipo di carta universale per la stampa, con una grande latitudine di posa e

di sviluppo, è la Lupex Agfa con le sue sette gradazioni.

Il tipo di carta universale per l'ingrandimento è la Brovira Agfa che si fornisce

in sei gradazioni in modo che è possibile valorizzare qualsiasi negativo.

La carta Portriga Rapid Agfa è particolarmente adatta per ritratti e si fornisce

in [tre gradazioni, È un clorobromuro sensibile quanto il bromuro, si presta quindi

egregiamente per ingrandimenti a toni caldi.

Qual i tà e superfici delle Lupex Agfa

Super f i c i e E x t r a

M o r b i d o M o r b i d a Spec ia l N o r m a l D u r a

Ex t ra

D u r a

U l t ra

Dura

Car ta bianco luc ido L E W 1 L W 1 L S 1 L N 1 L H 1 L E H 1 L U H 1

b ianco semimatt - L W 2 L S 2 L N 2 L H 2 L E H 2 -bianco matt . . . . - L W 3 L S 3 L N 3 L H 3 L E H 3 _ charnois luc ido L E W 21 L W 21 L S 21 L N 21 L H 21 L E H 21 L U H 21

chamois semimatt . L E W 2 2 L W 2 2 L S 2 2 L N 2 2 L H 2 2 L E H 2 2 -charnois ve l lu to (velvet) . L E W 2 2 a L W 2 2 a L S 2 2 a L N 2 2 a L H 2 2 a L E H 2 2 a -

Cartoncino bianco luc ido

bianco semimatt

charnois semimatt . L E W 1 2 2

L W 111

L W 112

L W 122

L S 111

L S 112

L S 122

L N 111

L N 112

L N 122

L H 111

L H 112

L H 122

L E H 111

L E H 112

L E H 122

-

Portriga - Rapid Agfa

Super f i c i e M o r b i d a N o r m a l e D u r a

Cartoncino bianco semimatt . . . . . P R W 112 P R N 112 P R K 112

bianco matt . . . . . . P R W 113 P R N 113 P R K 113

bianco F i l i g r a n . . . . . . P R W 118 P R N 118 P R K 118

chamois semimatt . . . . . P R W 122 P R N 122 P R K 122

chamois matt . . . . . . P R W 1 2 3 P R N 1 2 3 P R K 123

chamois F i l i g r a n . . . . . P R W 128 P R N 1 2 8 P R K 128

s tud io bianco avor io . . . . . P R W 134 P R N 134 P R K 134

Page 51: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

La varietà delle superfici delle carte offre la possibilità di scegliere per ogni motivo il tipo di maggior effetto.

Il carattere della fotografia è molto influenzato dalla superficie, se questa è lucida, semiopaca, velluto od opaca. La scelta della superficie dipende essenzialmente dal motivo e dal formato della fotografia, ma, in fondo, è una quistione di gusto personale. Per le fotografie piccole si deve preferire una superficie lucida perchè col suo disegno nitido permette di scorgere anche i più minuti particolari. Le superfici granose si adattano meglio per i grandi formati nei quali l'effetto dell'insieme è spesso aumentato dai contorni non precisamente nitidi della parte meno importante dell'immagine.

Per queste ragioni la carta Brovira Agfa si fornisce con ung grande quantità di superfici. L'assortimento Brovira Agfa, con i suoi pregi di adattamento, offre al più esigente compratore tali vaste possibilità che le hanno procurato una diffusione enorme ed in continuo aumento.

È stata portata ultimamente sul mercato anche la Brovira chamois bruna. Maggiori dettagli sono contenuti nell'opuscolo "Le carte fotografiche Agfa ed il loro trattamento, che verrà inviato a richiesta.

carte e cartoline fotografiche A g f a Brovira Agfa

Super f i c i e D e n o m i n a z i o n e Ex t ra

morb ida M o r b i d a S p e c i a l • D u r a Ext ra dura

Car la bianco luc ido B r i l l a n t B E W 1 B W ! B S 1 B N 1 B H 1 B E H 1

bianco semimatt S a t i n o - B W 2 B S 2 B N 2 B H 2 B E H 2

bianco vel luto (velvet) Ve lu to - BtM 2a - B N 2 a B H 2 a B E H 2 a

bianco matt Ma t t . - m 3 - B N 3 B H 3 B E H 3

bianco matt g ranoso . S t u d i o - B W 4 - B N 4 B H 4 -chamois luc ido . B r i l l a n t chamois . - B W 21 B S 21 B N 2 1 B H 21 B E H 21

chamois semimatt S a t i n o chamois - B W 2 2 B S 2 2 B N 2 2 B H 2 2 B E H 2 2

chamois ve l lu to (velvet) Ve lu to chamois . - m 2 2 a B S 2 2 a B N 2 2 a B H 2 2 a B E H 2 2 a

Cartoncino bianco luc ido B r i l l a n t B E W 111 BlrM 111 B S 111 B N 111 B H 111 B E H 111

bianco semimatt S a t i n o B W 112 B S 112 B N 112 B H 112 B E H 112

bianco ve l lu to (velvet) Ve lu to B W 112a - B N 112a B H 112a B E H 112a

bianco matt M a t t . - B W 1 1 3 - B N 113 B H 113 B E H 113

bianco matt g ranoso . S t u d i o - BVN114 B N 114 B H 1 1 4 -bianco royal - ve l lu to . R o y a l . - B W 115 B S 115 B N 115 B H 115 B E H 115

bianco mi l le punt i S i l t e x . - BIA1117 - B N 117 B H 117 -bianco f i l i g r a n a F i l i g r a n - B W 1 1 8 B S 118 B N 118 B H 1 1 8 B E H 118

chamois semimatt S a t i n o chamois . - B W 1 2 2 B S 122 B N 122 B H 122 B E H 122

chamois ve l lu to (velvet) Ve lu to chamois - B W 1 2 2 a B S 122a B N 122a B H 122a B E H 122a

chamois matt M a t t chamois - B W 1 2 3 - B N 1 2 3 B H 1 2 3 B E H 1 2 3

chamois matt g ranoso S t u d i o chamois . - B W 1 2 4 - B N 124 B H 1 2 4

chamois royal ve l lu to . Royal chamois - B W 1 2 5 - B N 1 2 5 B H 1 2 5 B E H 1 2 5

chamois f i l i g rana F i l i g r a n chamois . - B W 128 B S 128 B N 128 B H 1 2 8 B E H 128

b ianco avor io postel i . Pos te l i - BVM 134a - B N 134a B H 134a

avor io royal - ve l lu to . Royal avor io - B I A / 1 3 5 B N 1 3 5 B H 1 3 5 B E H 1 3 5

b ianco av. mi l le punte S i l t e x . - B W 1 3 7 B N 137 B H 1 3 7

Page 52: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Dal negativo alla copia su Lupex ed all' ingrandimento su Brovira

S t a m p a I n g r a n d i m e n t o

Page 53: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

La stampa e l'ingrandimento

sono lavori che danno molta soddisfazione e che non sono

difficili da imparare specialmente quando si è scelta la grada­

zione di carta necessaria.

Il dilettante serio che desidera avere delle copie fotografi­

che belle e durature le eseguisce su carta Lupex.

La Lupex Agfa si può considerare come una carta foto­

grafica universale poiché permette di ottenere delle stampe uti­

lizzabili anche dal negativo più infelice.

Il modo di adoperare questa carta si trova nell'istruzione

unita ad ogni busta.

Per l'illuminazione della camera oscura si adopera luce

gialla ; usando la lampada Agfa si prenderà :

il filtro N. 112 giallo smerigliato per la carta Lupex od altra della stessa sensibilità ;

il filtro N. 113 A giallo verde smerigliato (adoperando I illuminazione indiretta) ;

il filtro N. 113 B giallo verde smerigliato (adoperando l'illuminazione diretta) per la carta Brovira od

altra della stessa sensibilità.

La stampa si eseguisce col "torchietto"; I' ingrandimento si

fa con I apposito apparecchio. Il tempo di esposizione si può

trovare facilmente e rapidamente con una striscia di prova.

La durata dello sviluppo con esposizione giusta va normal­

mente da circa 1 minuto a 1 minuto e mezzo con la carta

Lupex e da 1 minuto e mezzo a 2 con la carta Brovira.

Prima del fissaggio le carte si devono sciacquare breve­

mente in acqua pura o passare semplicemente in un bagno

d arresto formato con una soluzione dall 1 al 2% di acido

acetico. Al fissaggio segue il lavaggio finale in acqua corrente,

infine I'asciugamento chiude il processo positivo,

Page 54: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

La scelta dello sviluppatore per i positivi

dipende in primo luogo dalla qualità della carta che si adopera. Inoltre si

deve tener conto del tono da dare alla stampa. In generale però si può

dire che tutti gli sviluppatori Agfa per carta assicurano ottime copie le quali,

coi caratteri speciali delle carte Agfa, hanno una loro particolare armonia.

Lo sviluppatore « Neutol» Agfa dà toni neri neutri, è fornito in polvere e

lavora in modo energico e brillante. Lo si può considerare come lo sviluppa­

tore universale per tutte le carte. Lo sviluppatore «Eikonal» fornito in soluzione

concentrata produce un tono nero più caldo; lavora più dolcemente de!

«Neutol» ed è quindi più adatto per le carte chamois e per quelle da

ritratto.

Anche lo sviluppatore per negativi Metol-ldrochinone al quale abbiamo

accennato prima è adatto per le stampe e gli ingrandimenti, dando un tono

nero neutro.

Uno speciale sviluppatore per la corta Lupex bianca è il « Blautol »

Agfa che dà toni intensamente bluastri. Invece l'« Igetol » Agfa si adopera

quando si desiderano toni bluastri meno accentuati. Questi due sviluppatori

che si forniscono in polvere si preparano facilmente e rapidamente scioglien­

doli in acqua.

La scelta dello sviluppatore influenza il tono. Altre possibilità sono date

dai processi di intonazione che in molti casi producono dei begli effetti.

Page 55: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

L intonazione più usata è quella in bruno che si adatta per fotografie

brillanti e per tutti i motivi che devono avere degli effetti dolci, soleggiati

ed intimi.

Due intonatori in bruno — «Coradon» Agfa e «Viradon» Agfa — si

accordano specialmente con le carte Brovira. Mentre col «Coradon» si ot­

tengono toni di un bruno freddo col «Viradon» si hanno toni di un bel

bruno caldo. La Lupex chamois si può intonare direttamente mentre la Lupex

bianca e la Brovira si devono prima imbiancare.

Per I intonazione diretta il positivo, ben fissato e lavato a fondo, si mette

in un bagno di :

500 ce. di acqua e

10 ce. di intonatore bruno.

La fotografia resta in questo bagno finché si sia ottenuto il tono deside­

rato, quindi si lava ancora per venti minuti.

Per l'intonazione indiretta invece i positivi, ben fissati e molto ben lavati

devono prima essere sbiancati nel seguente bagno :

400 ce. di acquo

5 0 0 ce. di soluzione di prussiato rosso al 10 /0

100 ce. di soluzione di bromuro di potassio al 1 0 u , 0

Dopo l'imbiancamento si lava bene la fotografia finché i bianchi ab­

biano perduta la tinta giallina, quindi si intona nel bagno seguente :

1000 ce. di acqua

10 ce. di intonatore bruno.

L'immagine riappare rapidamente e si lascia nel bagno finché il tono

non cambia più. Segue un lavaggio di circa venti minuti.

Page 56: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Dov'è l'errore? Un insuccesso nella stampa o nell'ingrandimento non è affatto tragico.

Non conviene correggere, è meglio rifare il lavoro evitando la causa dell er­

rore. Ma dov'è l'errore? È necessario saperlo per evitare spreco di materiale.

La seguente tabella spiega le cause degli errori più comuni.

Aspetto d. fotografia Causa Come si rimedia

Sbiadita e grigia gradazione troppo mor­bida della carta . sviluppo troppo caldo sviluppo esaurito molto sovraesposta e poco sviluppata

gradazione più dura

sviluppo a 18° C. rinnovare lo sviluppo esposizione più breve sviluppo più lungo

Scura senza disegno gradaz. troppo dura sviluppo troppo fred­do molto sottoesposta e sviluppata troppo .

gradazione più dolce sviluppo a 18° C. esposizione più lunga sviluppo normale

Macchie giallo brune fissatore esaurito fissatore non acidulato lavaggio interm. insuf. copia esposta alla luce prima della fine del

fissaggio copia non interamente coperta dal fissaggio .

rinnovare il fissaggio usare fissaggio acido buon lavaggio interm. con aggiunta ac. acet. durata del fissatore 10 min. in camera oscura agitare la copia nel bagno

Veìaturegiallee brune sviluppo troppo lungo sviluppatore esaurito

esporre più a lungo rinnovare il bagno

Annerimento irreg. Aspetto « nuvoloso -

sviluppo troppo breve _._ sviluppo non rimesco­

lato

sviluppo normale rimescolare e agitare la copia

Punti chiari bollicine d'aria che im­pediscono l'azione del bagno

allontanare le bolli­cine

54

Page 57: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Così siamo arrivati alla fotografia finita che ha lo scopo di darci una

gioia facendoci rivivere le belle ore passate. Naturalmente questo compito è

bene assolto soltanto quando la fotografia è eseguita con ogni cura.

Bisogna cercare il giusto taglio o inquadratura. Con due squadre di

cartoncino, disposte sulla copia o sull'ingrandimento si può facilmente trovare

|a migliore inquadratura.

La stampa deve, possibilmente, avere un piccolo bordo bianco e soltanto

quando è completa con tutti questi piccoli lavori passa nell'albo. Ma non si

deve attaccare con una colla qualsiasi. Le colle acide intaccano le fotografie.

L'Àgfacoll invece è assolutamente innocua e attacca rapidamente e sicuramente.

Gli ingrandimenti si possono fare con o senza bordo, secondo il proprio

gusto. Se la fotografia è destinata a figurare da sola è opportuno incollarla

su cartone. Per avere un passaggio dal tono dell'ingrandimento a quello del

cartone si può disporre, fra questo e quello un foglio di carta un po più

grande dell immagine.

Un metodo semplice e rapido di finire la fotografia con distinzione è

quello di disporla nelle inquadrature che si trovano in vendita nei vari formati.

Telaio mobile per inquadrare la fotografia

Page 58: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

F o t o g r a f i a m o a c o l o r i !

Lo scopo più elevato della fotografia è la produzione di

immagini fedeli della natura nei colori naturali.

Oggi possiamo disporre della nuova pellicola Àgfàcolor che

supera tutti gli altri processi a colori per semplicità e bellezza

di tinte.

Tre strati, sovrapposti ed impressionabili alla luce, sono

sensibilizzati in modo che reagiscono nelle tre diverse zone dello

spettro, rossa, azzurra, verde. In un primo sviluppo si ottiene un

negativo in bianco e nero che per il momento non è affatto

diverso dai comuni negativi.

Dopo aver fortemente illuminato questo negativo segue un

secondo sviluppo con un bagno speciale che ha la proprietà di

formare delle materie coloranti ben stabilite e diverse, in ognuno

dei tre strati di emulsione sovrapposti, con sostanze inattive fino

a quel momento. In questo modo, con l'annerimento di tutto

I argento, si forma in ogni strato un immagine colorata e preci­

samente • gialla nello strato superiore sensibile ali azzurro, rosso

porpora nello strato medio sensibile al verde e verdazzurra nel­

l'ultimo strato sensibile al rosso.

Dopo la soluzione di tutto I argento annerito nel primo e

nel secondo sviluppo rimane un immagine di colori perfetti, na­

turali, molto bella e trasparente. Si ha così un diapositiva, per

proiettare il quale non occorrono apparecchi differenti nè più

luminosi di quelli comuni che si usano per proiettare diapositivi

56

Page 59: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Schema del processo Agfacolor

Page 60: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

in bianco e nero. Per ora l'Agfa produce soltanto pellicole Àgfà­

color per il piccolo formato ( 3 5 mm.) che sono fornite in cari­

catori soliti per 36 pose 24 x 36 mm. ed in caricatori speciali

per la Karat, per 12 pose.

La pellicola Agfacolor si prepara in due tipi, uno per la

luce diurna ed uno per quella artificiale. La pellicola per luce

diurna si deve esporre come un materiale negativo di 15° /10

Din, quindi è di notevole sensibilità.

Attualmente lo sviluppo ed il seguente trattamento delle

pellicole esposte si fa nei Laboratori speciali dell'Agfa che si

trovano nelle varie nazioni.

In linea generale, lavorando alla luce diurna con la pelli­

cola Agfacolor destinate a tale luce, non occorre alcun filtro ;

soltanto per vedute di lontani, senza primo piano, specialmente

in montagna, si può adoperare il filtro Agfa N. K 29 C. Con

la luce diurna rossiccia dei crepuscoli, se si vuole avere la resa

dei colori come nelle ore normali del giorno si può adoperare

il filtro N. K 2 8 .

Le fotografie alla luce artificiale, lavorando con la pellicola

Agfacolor destinata a tale illuminazione, si eseguisce senza

alcun filtro quando la luce è data dalle comuni lampadine

elettriche, dalle lampade Nitraphot e dalla luce lampo Halox

Agfa. Quando invece la luce provenga dalle capsule lampo

Agfa, dalle Vacublitz Osram e dalle lampade Nitraphot del

tipo S, che danno una luce leggermente fredda, è necessario

adoperare i seguenti filtri ; per le capsule lampo Agfa il filtro

K 3 1 , per la Vacublitz Osram e la lampada Nitraphot tipo S

il filtro K 32 ,

Page 61: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Indice A l f a b e t i c o

Pagina

Agfacolor . . 5 6 - 5 8

Agfafacoll 55

Antialonicità 20

Apotar 8

Architettura . . . . . . . . 2 9

Asciugamento . . . . . . . 4 4

Atomal (sviluppatore a grana fine) . . . 4 1

B Bilinar 8

Blautol (sviluppatore per carte) . . . . 5 2

Brovira (carta) 49

c Camera

Camera oscura . . . . . . . 4 0

Capsula luce lampo . . . . . . 3 6

Caricatori (per piccolo formato) . . . . 2 4 - 2 5

Carta d a stampa . . . . . . 4 7

Carta d a stampa alla luce diurna . . . 4 8

Carta per ingrandimenti . . . . . 4 8 - 4 9

Carta per ritratti . . . . . . . 4 8

Carte fotografiche 4 7 - 4 9

Colla per fotografie . . . . . . . 55

Coradon (intonatore) . . . . . . 5 3

D Diaframma . . . . . . . . 9

Diapositivi (materiale per) . . . . . 2 1

Page 62: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

E Pagina

Eikonal (sviluppatore per carte) . . . . 5 2

Errori nei negativi . . . . . . 4 5

Errori nei positivi 54

F

Filtri 1 8 - 2 7

Filtri per camera oscura . . . . . 4 0

Final (sviluppatore a grana fine) . . . . 4 1

Fissaggio . ' . . . . . . 4 1 - 4 3

Fotografie a colori . 5 6 - 5 8

Fotografie controluce . . . . . . 2 0

Fotografie di bimbi 30

Fotografie d i persone . . . . . . 2 8

Fotografie d i siluette . . . . . . 3 7

Fotografie mosse . 34

Fotografie notturne . . . . . . 3 8

G Gradazioni delle carte Agfa . . . . . 4 7

Grana fine . . . . . . . . 2 3

Grossezze della grana . . . . . . 2 3

H

Halox (polvere lampo) . . . . . 3 6

I

Igenar . . . . . . . . 8

Igestar . . . . . . . . 8

Igetol 52

Indebolitore . 44

Ingrandimenti . . . . . . 5 0 - 5 1 - 5 5

Inquadratura . . . . . . . 5 5

Intonazioni . . . . . . . . 5 3

60

Page 63: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

61

Pagina

Isochrom 1 '

Isosopan 1 ' ¥ Httantanee . 3 1 - 3 4

L

I Lastre 21

Latitudine di posa

Leica (pellicole per) . . . . . . 2 5

Luce artificiale . . . . • • . 3 6 - 3 8

Luce lampo 36

Luminosità degli obiettivi . . . . .

Lupex (carta) . . . . . . . 4 8

M

Macchine Billy . . . . . . . " 7

Macchine fotografiche . . . . • • 5 - 6

Macchine Isolette . . . . . .

Macchine Karat . . . . . . . ~~l

Materiale sensibile . . . • • . 1 3 - 2 1

Messa a fuoco . . . . •. • . 10 - 32

Metol-idrochinone (sviluppatore) . . , . 4 1 - 5 2

. N i [^Negativo . . . . . . . . 4 6

Neutol (sviluppatore per carte) . . . . 5 2

o t K O b i e t t i v i 8

Ortocromatismo . . . . . . 1 6

| É Otturatore 1 1

P \ ^Paesaggio 27

Pancromatismo . . . . . . . 1 6

Pellicole 1 4 - 2 1 - 2 5

Page 64: Pellicola - [AGFA 1939] - Come Imparo a Fotografare

Pagina

Piccolo formato . . . . . . . 23

Portriga Rapid (carta) 4 8 - 4 9

Profondità di fuoco e di campo . 10 - 32

R Rinforzatore . . . , . . . 44

Ritratti 35

Rodinal (sviluppatore) . . . . . . 4 1

Rulli . . . . . . . . . . 2 1

S Scatto automatico . . . . . . 1 1

* Sensibilità . . . . . . . . 15.

Sensibilità ai colori 16

Sensibilità dell occhio umano ai colori . 16

Sensibilità generale . . - . . . 15

Sensibilizzazione . 16

Siluette 37

Sport . . . . . . . . . . 3 3

Superficie delle carte . : 4 4 - 4 8

Sviluppatori * . 4 1 - 4 3 - 5 2

Sviluppatori per carte . . . - . . 52

Sviluppo dei negativi . . . . . . 4 3

Sviluppo per negativi . . . . . . 4 1

T Tecnica d i presa . . . . . . . . 26 - 38

Telaio per inquadrare . . . . . . 5 5

Tempi di posa . . . . . . . 11

Tempi di posa minimi . . . . . 34

V Viradon (intonatore) . . . . . . 5 3

Stabilimento Tipografico Miglietta, Milano & C. - Casale Monferrato - 1939-XVII