Associazione Turistica Pro Loco - Luigi Ladu€¦ · 1 Comune di Bortigali – Assessorato alla...
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Comune di Bortigali – Assessorato alla Cultura Associazione Turistica Pro Loco
Premio Biennale
di Poesia in Lingua Sarda
“A pes de Santu Padre”
- BORTIGALI -
2^ Edizione - Anno 2011
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Tue de sa Musa amante
custa giamada as intesu, ca de su coro as cumpresu
su faeddu prùs galante.
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INTRODUZIONE
iamo orgogliosi di annoverare anche nella nostra comunità un
concorso biennale di poesia in lingua sarda. È con grande
piacere che l’Amministrazione comunale di Bortigali organizza,
con il prezioso e insostituibile impegno ed entusiasmo di
Giangavino Vasco, promotore e anima organizzativa del concorso
senza il quale tale iniziativa non avrebbe avuto vita, la seconda
edizione del Premio.
L’iniziativa si inserisce in un progetto più ampio di
valorizzazione della conoscenza e della cultura che pone al centro
dell’attività la ricerca dei propri valori identitari e le molteplici
espressioni culturali che la comunità di Bortigali ha espresso nel
tempo; da circa trent’anni questo è l’impegno tenuto vivo dalle
diverse amministrazioni comunali che si sono succedute, grazie
anche all’attività della biblioteca comunale.
La riscoperta e la valorizzazione dell’identità locale e’
stata il motore trainante del programma che questa
Amministrazione ha promosso e portato avanti fin dal suo
insediamento.
Anche quest’anno, come nella edizione precedente, sono
pervenute opere di grande qualità poetica e letteraria, riconosciute
tali da una giuria di indubbia preparazione e competenza.
Alla giuria, composta da Paolo Pillonca, Tonino Mario Rubattu,
Gianni Pititu, Attilio Loche, Giuseppe Tirotto e Antonio Pes, va
tutto il nostro ringraziamento per la preziosa collaborazione
profusa e per aver creduto e dato lustro con la loro presenza al
Premio di poesia bortigalese.
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Un ringraziamento affettuoso ai 108 partecipanti, che da
ogni parte dell’isola, hanno risposto ed aderito con entusiamo
all’inziativa, inviando opere di grande valenza poetica.
Il nostro auspicio è che l’iniziativa si mantenga viva anche negli
anni a venire e divenga mezzo di espressione di persone sempre
più giovani , affinche’ la lingua sarda torni ad essere veicolo di
comunicazione.
L’Amministrazione comunale
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uando con la cerimonia finale del 20 marzo 2010 si portò
felicemente a compimento la prima edizione del Premio di
poesia "A pes de Santu padre" (partita nel 2009), la soddisfazione
per il successo ottenuto fu grande. All'impegno profuso per il
buon andamento del Concorso era seguita una gratificante
partecipazione sia da parte dei poeti che da parte degli altri
appassionati e simpatizzanti. La numerosa presenza anche di
bortigalesi alla cerimonia fu oltre ogni aspettativa e alto fu il
grado di soddisfazione da parte di tutti i presenti, partecipanti e
spettatori, per l'andamento della cerimonia stessa.
Tutto questo ha fatto sì che anche per questa seconda
edizione l'impegno organizzativo fosse alto, con l'intenzione di
ripetere il successo ottenuto in precedenza e, soprattutto, per
mandare avanti quel programma culturale da cui potrà continuare
a trarre giovamento sia la lingua sarda, attraverso la nobile
espressione poetica, sia la comunità di Bortigali, paese che, come
tanti altri, vive da tempo un periodo difficile per un insieme di
problemi, fra i quali, non ultimi, il decremento demografico e la
crisi economica.
L'Amministrazione comunale ha confermato la propria
disponibilità nel finanziare l'evento, anche se l'importo stanziato è
stato quest'anno inferiore (non di poco) a quello dell'edizione
precedente, essendo purtroppo le risorse a disposizione degli enti
pubblici sempre minori. Ma la voglia di andare avanti è stata
grande, così come grande è stato l'impegno per cercare di
mantenere la manifestazione su un livello apprezzabile. Questo
grazie anche alla conferma della valida collaborazione della
bibliotecaria dottoressa Antonella Mureddu (responsabile del
settore Cultura) e grazie all'impegno dei componenti
l'Associazione Pro Loco, che ponendo a disposizione una parte
della già esigua disponibilità economica, ha dato un grande
contributo organizzando e gestendo la fase finale della
manifestazione, nel momento in cui, a premiazioni concluse, si ha
occasione di trascorrere insieme un momento di rilassamento e di
scambio di opinioni.
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In questa seconda edizione, i poeti che hanno risposto
all'appello sono stati 108 (compresi 6 della sezione riservata agli
autori locali), un numero che conferma l'alto interesse per il
Premio di Bortigali. Le opere, di un livello qualitativo
mediamente elevato, sono pervenute da ogni parte dell'isola e
anche dalla penisola, con testimonianze delle diverse varianti
espressive della nostra isola.
Svariati i temi affrontati nelle poesie: da eventi di storia
contemporanea a problemi civili e morali, dalla sofferenza
all'amicizia, dalla famiglia all'amore e tanti altri, tutti attualmente
validi, espressi o con scorrevoli rime o con la musicalità di versi
liberi o sciolti. E' stata inoltre confermata (come del resto si è già
avuto modo di riscontrare in diversi altri concorsi di poesia di
questi ultimi anni) una certa evoluzione sia tematica che
espressiva della nostra poesia "in limba", che sta infatti
riscuotendo un notevole successo anche nei concorsi a livello
nazionale.
E' pertanto doveroso ringraziare calorosamente tutti i
partecipanti, che sono i veri sostenitori del Premio di poesia.
Senza il loro contributo o con una loro presenza esigua il concorso
non avrebbe avuto quasi senso.
La Giuria, la cui alta competenza (visti i componenti)
penso sia fuori discussione, ha indirizzato la scelta verso le poesie
non solo più espressive e toccanti, ma anche più corrette
grammaticalmente (nei limiti, io penso, delle non poche incertezze
ancora presenti relativamente ad alcune regole grafiche) e,
soprattutto per le poesie in rima, con una metrica esatta. Non
sempre, purtroppo, i due requisiti si riscontrano entrambi nella
stessa opera e può pertanto succedere, come in effetti è successo,
che qualche composizione (in rima) che avrebbe potuto meritare,
sotto altri aspetti, le prime posizioni, è stata appunto penalizzata
dalla presenza di elementari errori di metrica. La Giuria ha avuto
quindi un arduo compito nel selezionare, in mezzo a tante, le
opere da premiare. Ai giurati va pertanto il ringraziamento da
parte di tutti, per aver messo a disposizione, oltre al loro tempo, la
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loro esperienza e capacità di giudizio. La loro stessa presenza è
stata per noi motivo di orgoglio, anche per la maggior credibilità e
il più alto livello conferiti al nostro Premio di poesia.
Oltre alle poesie selezionate dalla Giuria, l'organizzazione
ha ritenuto doveroso e opportuno attribuire anche due
riconoscimenti speciali, non previsti nel Bando: uno riguardante
il partecipante più giovane e l'altro la miglior opera dedicata alla
poetessa Anna Maria Falchi Massidda.
Il primo riconoscimento è stato conferito al giovane di
Macomer Marino Porcu, di soli 22 anni, che ha presentato la
poesia in rima "Macumere", opera degna di attenzione sia per la
forma espressiva che per la perfezione metrica.
Destinatario del secondo riconoscimento è invece il poeta
di Santu Lussurgiu Giovanni Andrea Migheli, autore
dell'apprezzabile "deghina glossa" dal titolo "Po Anna Maria
Falchi Massidda", poesia scritta con sentimento, nella struttura
cara alla poetessa commemorata.
Prima di concludere, vorrei ricordare che il trofeo Anna
Maria Falchi Massidda, assegnato al vincitore della sezione poesia
in rima, non essendo stato possibile risalire a parenti anche lontani
della poetessa, è stato gentilmente offerto dalla Ditta F.lli Milia di
Bortigali.
Un ringraziamento va inoltre al nostro Parroco don
Vincenzo Ledda, per la confermata disponibilità della chiesa
parrocchiale, la cui scelta come sede per la scorsa edizione del
Premio, inizialmente derivata dalla mancanza di una struttura
adeguata e di una certa capienza, si è poi rivelata più che idonea e
consona al tipo di manifestazione, dando alla stessa un tocco di
solennità.
Per finire, un caloroso grazie a tutti i bortigalesi che hanno
sostenuto moralmente il Premio, credendo nel suo nobile scopo.
Dandovi appuntamento alla prossima edizione del 2013,
porgo a tutti un caro saluto.
Il Segretario
Giangavino Vasco
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- Bortigali -
Scorcio panoramico da Nord-Ovest
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Breve biografia di
ANNA MARIA FALCHI MASSIDDA
uest’anno il concorso è dedicato alla poetessa Anna Maria
Falchi Massidda, scoperta grazie a una raccolta di manoscritti
posseduti da Vittorio Mura di Santulussurgiu e a un articolo
citato nella bibliografia sarda di Raffale Ciasca, che riportava
una nota del Giornale d’Italia del 16 aprile del 1925 a firma di
Nichita Ordioni Siotto in cui l’autore parlava della scrittrice
bortigalese e della poesia considerata la più bella della sua
raccolta “Lenta sonat sa campana”. Nel 1989 l’Amministrazione
comunale pubblicò la raccolta delle poesie della scrittrice, alla
quale venne dato il titolo di “Glossas”, affidandone l’introduzione
e lo studio critico alla prof.ssa Giovanna Cerina (purtroppo
scomparsa qualche anno fa) e al prof.
Maurizio Virdis. Donna Anna Maria
Falchi nacque a Bortigali nell’agosto
del 1824, da Don Efisio Falchi e
Donna Maria Giuseppa Passino.
Appartenendo ad una nobile famiglia,
tale condizione di privilegio le
consentì, cosa assai rara per una
donna di quei tempi, un buon livello
di istruzione, con una conoscenza
approfondita della lingua italiana, del
latino e degli autori classici. Nel 1843
aveva sposato Don Pietro Paolo
Massidda di Santulussurgiu, dal quale
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ebbe tre figli: Efisio, Battista e Giomaria. Donna Anna Maria
mori’ il 25 dicembre 1873, a quarantanove anni.
Prima della pubblicazione di “Glossas” la poetessa era
sconosciuta alla comunità bortigalese, anche se alcuni anziani ne
conoscevano i versi attribuendone la paternità ad un poeta. Era
conosciuta invece come “buona improvvisatrice“nell’antologia di
poesia sarda :“Sardegna, terra di poesia” a cura e con prefazione
di R.Carta Raspi. Nel Giornale d’Italia del 16 aprile 1925 Nichita
Ordioni Siotto così definisce la poetessa: “le poesie che
possediamo sono invero di rara e genuina bellezza… ogni dolore,
ogni bellezza, ogni caso umano si riflettevano in lei come in uno
specchio lucentissimo, e ivi subivano la lirica trasformazione”.
Ed ancora: “ madre, sposa e amica inimitabile, la rivela
intellettualmente superiore la sua poesia del tutto originale, che
ora commuove per la viva pittura delle tristezze e delle gioie, dei
dubbi e delle speranze “…
Le parole di Giovanna Cerina, nell’introduzione all’opera
“Glossas”, ci danno una immagine originale e intensa di questa
scrittrice, un quadro sintetico del suo valore letterario che noi
intendiamo riconoscere e tramandare.
“Le poesie di questa raccolta si presentano al lettore come
l’occasione di un incontro con una poetessa quasi sconosciuta,
Anna Maria Falchi Massidda, la cui voce, affievolitasi nel tempo,
ci giunge da lontano”.
“Nel leggerle ci sorprendono gli accenti di una sensibilita’
moderna e la singolarità di valenze letterarie insospettate, una
esperienza culturale condivisa con altri poeti bortigalesi
presumibilmente legati alla Massidda da rapporti parentali come
il cavalier Domenico Fois Passino e Donna Placida Passino,
signora istruita e di molto spirito”.
La biblioteca comunale
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Lenta sonat sa campana (Campanas a mortu)
di Anna Maria Falchi
Lenta sonat sa campana,
tristu de morte un'ispiru,
sonat de dantza unu giru
una chitarra profana.
Sa chitarra armoniosa
dat pro su ballu trasportu,
nos avvisat chi ch'at mortu
sa campana lamentosa
e, sonende luttuosa,
mustrat ch'ogni pompa est vana;
ca cando si crêt lontana
sa morte messat in giru,
gia chi de morte un'ispiru
lenta sonat sa campana.
Fusu e a cordas filadu,
unu e àtteru est metallu,
unu at sonadu unu ballu
s'àtteru a morte at toccadu;
su coro meu affannadu,
ch'appena traet respiru,
non pius de dantza in su giru
dêt sigundare su pe',
ma dêt sonare pro me
tristu de morte un'ispiru.
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Chissà, Su chi at formadu
s'unu e s'àtteru sonu,
s'in cuss'ora su perdonu
m'at a dare s'appo erradu,
cando su coro, portadu
de giovanile regiru,
de su ballu in su deliru
curriat s'ora festosa,
ca sa chitarra briosa
sonât de danza unu giru.
Ca cando in sa gioventude
sas festas nos faghen corte,
non si pensat a sa morte,
non si curat sa salude;
bi cheret troppu virtude
e fortza pius che umana,
pro chi sa trista campana
sa morte a pensare ispingat,
cando su coro lusingat
una chitarra profana.
Lenta suona la campana
Lenta suona la campana / triste di morte un sospiro, / suona di danza un giro /
una chitarra profana. //
La chitarra armoniosa / dona al ballo trasporto, / e ci avvisa che c'è un morto /
la campana lamentosa / e, suonando luttuosa, / mostra che ogni fasto è vano; /
perchè quando si crede lontana / la morte miete in giro, / giacchè di morte un
sospiro / lenta suona la campana. //
Sia fuso che a corde filato, / l'uno e l'altro è metallo, / uno ha suonato un ballo, /
l'altro a morte ha rintoccato; / il mio cuore affannato, / che a stento trae respiro,
/ non più nel giro di danza / asseconderà il piede, / ma suonerà per me / triste di
morte un sospiro. //
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Chissà, Chi ha formato / l'uno e l'altro suono, / se in quell'ora il perdono / mi
darà se ho peccato, / quando il cuore, trasportato / da follia giovanile, / nel delirio del ballo / seguiva l'ora festosa, / perchè la chitarra briosa / suonava di
danza un giro.//
Perchè quando in gioventù / le feste ci fanno la corte, / non si pensa alla morte,
/ non si cura la salute; / ci vuole troppa virtù / e forza sovrumana / affinchè la
triste campana / spinga a pensare alla morte, / quando lusinga il cuore / una
chitarra profana.
S'igerru di Anna Maria Falchi
Igerru, unu tristu velu
bettas in terra de nou,
ma piùs de su gelu tou
su coro meu est de gelu.
Tue a sa campagna tottu
bettas de brina unu mantu,
su riu est geladu tantu
ch'est fintzas privu de motu.
Faghen sos pastores votu
e promissas a su chelu,
ma cun inutile zelu
chircan pro s'ama pastura,
ch'as bettadu a sa natura,
igerru, unu tristu velu.
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Tardu a cumparrer, su sole
faghet in presse partida,
ne nos mandat a s'essida
unu raju chi console'.
Non ch'at puzone chi 'ole',
ne chi cantet como a prou;
solu su rigore tou
regnat fissu notte e die,
e largas faldas de nie
bettas in terra de nou.
Càndidu, lughidu tantu
pares a gala bestidu,
però tottu as destruidu
sutta s'ispléndidu mantu.
Ma non ti crettas ch'ispantu
mi fettat su frittu tou,
e pro chi fiocches a prou
de m'iscaldire non tento,
ca gelu in su coro sento
ch'est piùs de su gelu tou.
Gelada m'ant sos affannos,
gelada sos patimentos,
gelada m'ant sos turmentos
meda piùs chi non sos annos.
Sutzessivos disingannos
m'ant postu a sos gustos velu;
solu connoschet su chelu
cales sunt sas penas mias,
che morta in mesu sas bias
su coro meu est de gelu.
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L'inverno
Inverno, un triste velo / getti di nuovo sulla terra, / ma più del tuo gelo / è
freddo il mio cuore. //
Tu alla campagna tutta / stendi un manto di brina, / il torrente è talmente gelato
/ che è privo di movimento. / I pastori fanno voto / e promesse al cielo, / ma
con inutile zelo / cercano pascolo per il gregge, / perchè hai steso alla natura, /
inverno, un triste velo. //
Tardo a comparire, il sole / in fretta tramonta, / nè ci manda andando via / un
raggio che consoli. / Non c'è un uccello che voli, / nè che faccia prova del suo
canto; / solo il tuo rigore / regna fisso notte e giorno, / e larghe falde di neve /
stendi nuovamente sulla terra. //
Candido, tanto lucente / sembri vestito a festa, / però tutto hai distrutto, sotto lo
splendido manto. / Ma non credere che meraviglia / mi faccia il tuo freddo, / e
per quanto fiocchi abbondante / non tento di riscaldarmi, / perchè sento un gelo
nel cuore / che del tuo gelo è maggiore. //
Mi hanno gelato gli affanni, / mi hanno gelato i patimenti, / gelato mi hanno i
tormenti / molto più dei miei anni. / Successivi disinganni / mi hanno velato i
piaceri; / solo il cielo sa / quali siano le mie pene, / come una morta tra i vivi / il
mio cuore è di gelo.
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VERBALE DELLA
GIURIA
Il giorno venerdì 10 giugno dell’anno 2011, in Bortigali,
nei locali della Biblioteca Comunale, alle ore 9,30, si è riunita la
giuria esaminatrice delle opere partecipanti alla 2a edizione del
Premio biennale di poesia in lingua sarda “A pes de Santu Padre”,
giuria così composta:
GIANNI PITITU - Presidente
ATTILIO LOCHE - Componente
ANTONIO PES - Componente
PAOLO PILLONCA - Componente
TONINO MARIO RUBATTU - Componente
GIUSEPPE TIROTTO - Componente
Segretario: GIANGAVINO VASCO
Al concorso hanno partecipato 108 autori con altrettante
opere, così suddivise:
- nr. 63 opere per la Sezione A (poesia in rima);
- nr. 39 opere per la Sezione B (poesia in versi sciolti);
- nr. 6 opere per la Sezione C (riservata agli autori locali).
Ciascun giurato, già in possesso, da diversi giorni, di una
copia di tutte le opere pervenute (debitamente siglate con la lettera
corrispondente alla sezione seguita dal numero progressivo), ha
illustrato la propria selezione delle poesie ritenute più meritevoli,
comprendente mediamente (per ogni giurato) dieci opere per
ciascuna delle sezioni A e B e due opere della sezione C.
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Dopo un’attenta lettura di ciascuna delle suddette opere,
seguita da approfonditi giudizi e commenti, si è unanimemente
concordata la graduatoria finale per ciascuna sezione.
Si è quindi proceduto all’apertura delle buste contenenti i
dati degli autori delle opere premiate, con il seguente risultato:
1° premio: “Bisos” di Giovanni Pira (Orgosolo)
2° premio: “Amantiosa” di Giovanni Chessa (Torpè)
3° premio: “Disterrados” di Salvatore Murgia (Macomer)
Menzioni d’onore (a pari merito): -“Sa fide” di Antonio Longu (Macomer)
-“Ma tue bi ses ancora” di Santino Marteddu (Siniscola)
-“Teggjia sulitaria” di Domenico Mela (Castelsardo)
-“Sas Janas mias” di Franco Piga (Loiri)
-“Bae amigu” di Antonio Maria Pinna
(Pozzomaggiore)
SEZIONE A – Poesia in rima
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1° premio: “Isula” di Gianfranco Garrucciu (Tempio)
2° premio: “Temporal” di Anna Cinzia Paolucci (Alghero)
3° premio ex aequo: “I firi di l'alburi di Ghjuda” di Domenico Battaglia (La Maddalena)
3° premio ex aequo: “Versos”
di Gonario Carta Brocca (Dorgali)
Menzioni d’onore (a pari merito):
-“Incanidu” di Giuseppe Delogu (Nuoro)
-“Naddari” di Aldo Salis (Sassari)
-“Su strintu” di Giancarlo Secci (Quartu S.Elena)
-“Mari firutu” di Maddalena Spano Sartor (Sassari)
Poesia premiata:
“Pro s'àinu meu” di Albino Mura (Bortigali)
________________ I lavori della Giuria si sono conclusi alle ore 13.15.
SEZIONE B – Poesia in versi
liberi o sciolti
SEZIONE C – Autori locali
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- Bortigali -
Ruderi della Chiesa di S.Martino
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Sezione A
Poesie premiate
I testi delle motivazioni delle poesie premiate in questa sezione
sono stati gentilmente redatti da Paolo Pillonca.
Le traduzioni (dove riportate) sono state fornite
dagli stessi autori.
Sezione A
Poesia in rima
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- Sezione A -
1° Premio
Bisos di Giovanni Pira – Orgosolo
MOTIVAZIONE (di Paolo Pillonca)
Paret una pintura sighida, custa poesia de
muta frisca, in tema de visiones diferentes, a
bortas tristas e a bortas durches, inue su poeta
contat sos sónnios suos nàschidos dae
esperiéntzias de vida. Jambat su sentidu de
s’ànima segundu sas diferéntzias de su chi isse mirat in bisu. Sa
congruida est resinnada a su cumandu de su tempus chi ghiat su caminu
de s’ómine in sa terra. Sa limba impitada mustrat una sabidoria manna
in su jogu literàriu e una validoria poética de calidade distinta.
Istracu a bortas, da su sonnu afrantu,
chene lu cherrer, gai, a s'improvisu
m'agato totu in intro de su bisu,
ch'est totu imbentzion' e fantasia.
A bortas, totu giogu e allegria,
àteras, de tristura e de piantu.
Una 'orta mi biso pastoreddu,
in passivales e tancas amenas,
murghende late da titas pienas,
su gazau in paritzos lapiolos.
Magasinos, chi mancu Sos Chiolos (*)
nd'aian a sos tempos de manneddu.
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O mi biso massaju e aradore
bidatones in ùmidos atunzos,
su semen isparghende chin sos punzos,
e a farche messande sas ispigas,
chene lis dare importu a sas fadigas,
finas a s'ossu infustu de suore.
O ferreri mi biso, in su fraìle,
chin su fodde sulande sa fogatza.
A manos nudas e chene tenatza,
colpande cando ferru e cando incùdine.
In tantu iscuriore e solitudine,
cantende mutos chin boghe deghìle.
A bortas, chin istranos individos,
mi biso puru d'esser in biazu,
chin valizas e bértulas a trazu,
in carchi trenu, o carchi bastimentu,
chene motore, ispintu da su bentu,
pro aprodare in logos mai bidos.
Ma cando mi che ischido, in beridade,
mi nde cuntento si su bisu est feu.
Ma si est bellu, de s'istadu meu,
resto galu prus tristu e prus delusu,
ca m'abizo chi non poto piusu
fagher su chi cheria, in realtade.
Ma ca nissunu galu est resessìdu
a firmare su tempus, so cuntentu
si cando dormo biso carchi eventu
chi non resesso fagher sende ischidu!
(*) Sos Chiolos: grandi proprietari di bestiame di un paese della Barbagia nei primi decenni del secolo scorso, citati da Sebastiano Satta. "Patriarca d'....... padrone / di cento armati servi... "
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Sezione A -
2° Premio
Amantiosa di Giovanni Chessa – Torpè
MOTIVAZIONE (di Paolo Pillonca)
Càntigu de istima dìliga e in su matessi tempus
cussiente de s’istrina intregada a su poeta dae
s’amorada sua in milli durcuras chi resessin a
abbrandare calesisiat anneu. Non b’at móida de
manos o chinnida de oju de sa cumpanza chi non
li mustret calchi andera de vida, in tretos de
lughe e finas in chizones de iscuru. Galanos meda sun puru su séberu de
sos assimizos e s’impitu de sa limba.
Frinas e chiddighia intr'astrau
m'ammóddigas in coro addolimadu,
m'addurchis s'abba in s'ogru allambriadu
ch'agra sulcat massidda e tristas laras,
e sentidu ch'at oje chentu caras
l'isolves in frischesas de palau.
Mudas s'ànima mea corriata
in pedde ammoddigada dae frisa,
mi l'addescas de nuscos d'archimisa,
cun àmbulos l'allentas e l'ifriscas,
non b'at cozolu 'e corpus chi non l'iscas
infunder de chereu in donzi ata.
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L'arvatas cun arvada bundorosa
e de benes n-de prenas sas intragnas,
sinnos sighis in àndala 'e campagnas
intr'urpile padente 'e corpus meu,
messas frores, n-d'isparghes bonu leu,
cun brunda ispiga tènnera e donosa.
Amantiosa e posa de sentidu,
de tramas cust'ordidu colorizas,
cun nodos fioridos lu manizas
a piga e lassa gumpris d-onzi lizu,
mentis filu cun agu pizu a pizu
in orizos de làuru(*)
dechidu...
e batèndemi in cussu pradu 'e frores
mi ch'intancas in nuscos e pinturas,
pibios e carignos los adduras
cun didos chi s'intritzin mesu 'e pilos,
mustrèndemi de vida sos afilos,
s'àspidu e dulche, amores e dolores,
cumpanza... amantiosa ses amante.
(*): Su Làuru: elaborata lavorazione eseguita con ago e filo sul collo della camicia del costume maschile e femminile, che contorna "S'Istramadu". Sulla camicia maschile il filo de "Su Làuru"
è nero e fa risaltare il candido lavoro de S'Istramadu
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Dolcemente amante
- Lenisci dentro il cuore / venti e brina ghiacciata, / addolcisci l'acqua delle lacrime /
che acida solca guance e labbra, / e questo caleidoscopio del mio sentire / sciogli in
dissetanti fresche acque. //
- Muti questa anima indurita / ammorbidendone la pelle con essenze, / la sfami con
profumi di lavanda / tra infusi l'addolcisci e rinfreschi, / ogni angolo, che riconosci, /
cospargi d'acqua di rose. //
- La solchi col vomere fecondo / del bene la semini in profondità, / come in campagna
ne segui i percorsi / tra i paurosi boschi del mio corpo, / fai messi di fiori, che
spandono nettare, / e bionde piacevoli tenere spighe. //
- Dolcemente amante... deposito del sentire, / dipingi questo mio ordito di colorate
trame, / lavori con nodi i fiori / li lasci e li riprendi nell'eseguire i gigli, / passi ago e
filo tra sottili strati / nel tessere l'orlo col lauro... //
- nel portarmi tra i fiori del prato / mi rinchiudi nelle profumate pitture, / continui le
tue moine e carezze / nell'intrecciare le dita tra i capelli, / mi mostri le vie della vita, /
l'aspro e il dolce, l'amore e il dolore, //
- compagna... dolcemente sei amante.
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- Bortigali -
Finestra aragonese
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- Sezione A -
3° Premio
Disterrados di Salvatore Murgia – Macomer
MOTIVAZIONE (di Paolo Pillonca)
In s’istrofe pius sarda de totucantas,
s’undighina, su poeta dat importu de vida e
alenu de poesia a una piae noa subra sas
carenas nostras: su disterru fortzadu de
pitzinnos de su tertzu mundu chi dae s’Africa
chircan in Europa trabagliu e paghe. Custos 44 versos cumproan, torra,
sa dignidade de sa poesia in sa denùntzia de una sotziedade malàida e de
unu mundu galu in chirca de libertade e de justìssia. Sa limba curret che
abba de trainu.
Da ue sempre in gherra
sun in su terzu mundu
a mizas fuen in chirca 'e fortuna.
Sos ch'arrivan a terra e non ruen in fundu
de mare, agattan gherra un'ater'una.
Nemos lis dat amparu,
tenen solu riparu
suta s'ala 'e su sole e de sa luna.
Viven cun fele in coro
peus de cando fun in logu insoro.
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Sos ch'impiegu agatan
no an paga sigura,
pro una die an su tantu 'e un'ora;
epuru, issos s'adatan
a dogni congiuntura
pro non torrare a sa etza dimora.
Sos chi non si piegan
a trabagliu, s'aggregan
a sas màfias nostras e de fora.
In chirca 'e paghe fuen
e sena curpa in s'inferru che ruen.
De custos disterrados
no intenden sos ois,
de mamas e de fizos no an pena!
Si sun ismentigados
de cando andamis nois
a chircare su pane in terr'anzena.
In dogni continente
b'at italica zente,
s'Europa e s'America nd'est prena.
E non cheren innoghe
de zente furistera intender boghe.
Sos bòias de inie
da sos meres istranzos
remunerados sun pro los trattenner.
Però non s'ischit chie
de-i cussos balanzos
sa parte pius manna l'at a tenner.
Ma sa zente famida,
arriscande sa vida,
a Lampedusa prosighit a benner,
e sos chi nde los giampan
non los arrestan, sa giustiscia trampan.
30
Sezione A Menzione d’onore
Sa fide di Antonio Longu - Macomer
Si cres tue in calchi cosa,
lèadi sa fide in manos
ca b'agatas sa salvesa.
Est che boghe armoniosa
chi s'isparghet sos manzanos
d'innossente cuntentesa.
Est peràula minore
ma est mannu su misteru
si l'inserras in su coro.
No hat forma ne colore
ma ch'importat est abberu
ca de s'ìntimu est tesoro.
L'has a bider che miràculu
s'ispuntare 'e s'aurora
chi t'illùminat sa via.
Si supèrat dogni ostàculu
cando in tegus hat dimora
pro ti fagher cumpagnia.
Sias fora o intro 'e domo
non ses mai timorosu
cando tenes fide manna.
Deo in giaru la fentomo
ca su male non dat gosu
ma non times sa cundanna.
31
E nd'has haer meda azudu
si ti faghet achistare
bellos bìcculos de vida.
Ca mancari t'istes mudu
t'has a bider ispuntare
sempr' un' istella a guida.
Deo lu cheria narrer
in totue a boghe isparta
cant'est bellu su vivire.
Pro chi a bortas potat parrer
chi sa post' in giogu est arta
mentres est pagu s'ischire.
Bastat de tenner presente
su ch'hat Cristos cumandadu
pro leare su seguru.
Su caminu est trasparente
cun istellas est tracciadu
non s'addurat a s'iscuru.
32
Sezione A Menzione d’onore
Ma tue bi ses ancora... di Santino Marteddu - Siniscola
Sos annos bellos de sa pitzinnia,
ricos de sonnos mannos e isperas,
jerros fritos, durches primaveras,
impresse sun bolados, ma in s'atunzu
de custa vida, mancari a murrunzu,
tue bi ses ancora, prenda mia!
Mama chin babbu si che sun andados
e babbu tuo e tantos frades caros,
e cantos, cantos caliches amaros
paris amus bufadu fin'a fundu,
contrariu nos pariat chelu e mundu,
ma 'sende paris nos semus sarbados.
Cando sa manu santa 'e su chi est mortu (*)
(*): Prof.Ricchi del Brotzu
m'at abertu su coro in s'ospidale
pro mi cosire a nou "sa mitrale",
in su deliriu mannu, a lampaluche,
che mama premurosa, a pes a ruche
'idio a tie dàndemi acunnortu.
E cando sas duas prendas de su coro
nos an lassadu bestidos a pannos
de isposos, a caddu 'e sonnos mannos,
in sa mudesa 'e sa domo intristada,
tue solu chin mecus ses restada
e non m'est grae sa mancantza issoro.
33
In tempos chi est papilu istratzuladu
donzi promissa zurada in s'altare
e d'est usanza, como, a irbolatzare
dae frore in frore che apes de mele,
tue m'as dadu, sicura e fidele,
barant'annos de amore ismisuradu.
E fintzas como chi 'entos de astraore
focos de passione an istutadu,
oe chi fortza e brios mi an lassadu,
ah, cantu est bellu ancora a caminare,
a manu tenta, fiancos a pare,
finas a cando cheret su Sennore!
34
Sezione A Menzione d’onore
Teggjia sulitaria di Domenico Mela - Castelsardo
Stagjìami di casa a muru apparu
cun chissu vecchiareddhu rultuccioni,
cantava in caltiddhanu li canzoni
pusaddu i la teggjia, a lu riparu.
Pa lu paesi è staddu un pezzu raru
vuluddu bè da tutti li passoni.
N'iscjìa beddhu roltu da cugina
fummendi lu zigarr'a fogu in drentu,
parìa sfidendi mari e ventu
candu si prisintav'a sirintina.
Spunìa sempr'innantu a la cuddina
spolti e siddhoni e fascji di salmentu.
Pa iscjì in campagna, haìa l'aineddhu
chi l'alloggiava drent'a lu barraccu,
la sera n'intragìa sempr'iltraccu
passend'i li carreri di Calteddhu.
Frutti e ua n'intrava un cugnoleddhu
cun elba e missaddura drent'a un saccu.
La so muglieri brava e mariola
si lu tinìa conto e ben puliddu,
lu pani li cugìa sauriddu
cun trigu bonu di la so agliola.
Candu è moltu, ch'è imbaradda sola,
di luttu ni l'ha fatt'a lu mariddu.
35
In vidda soia s'arrangiav'a tuttu
e la campagna era lu so regnu,
parìa d'essè fattu di bon legnu
v'iscjìa l'invirradda e in temp'asciuttu.
Di fangu e sudori sempri bruttu
ma la faddigga era lu so impegnu.
In chissi casi vecchi trilti e soli
vi so imbaraddi solu quattru muri
so tiltimogni a chissi tempi duri
chi v'è lu pingu in tutti li cugioli,
so abitaddi da umbè zirrioli
v'hani li nidi in chissi calpidduri.
Ne soli ne luna più s'arreggji
pari da inghì vi manchia cosa manna,
sarradda è pa sempri la so jianna
v'è un pusadogjiu solu in chissi teggji.
Roccia solitaria
- Stavam di casa con muro confinante / con quel vecchierello brontolone, / cantava in
castellanese le canzoni / seduto al riparo in quella roccia. / Per il paese era un pezzo
raro / benvoluto da tutte le persone. //
- Usciva ben prospero dalla sua cucina / fumando il sigaro con fuoco dentro, / pareva
sfidare mare e vento / quando si presentava in serata. / Poneva sempre sopra quella
roccia / sporte e basto e fasce di tralci. //
- Per uscire in campagna, aveva l'asinello / che alloggiava dentro la capanna, / la sera
rientrava sempre stanco / passando per le vie di Castelsardo. / Frutti ed uva ne portava
un cestino / con erbe falciate dentro un sacco. //
- Sua moglie, brava ed affettuosa, / premurosa lo teneva ben pulito, / il pane gli
cuoceva saporito / con grano buono del suo campo. / Quando è morto ed è rimasta
sola / tanto lutto ha fatto a suo marito. //
36
- In vita sua s'arrangiava a tutto / e la campagna era il suo regno, / pareva d'esser fatto
di buon legno / usciva d'inverno e in tempo asciutto, / di fango e di sudore sempre
sporco / ma la fatica era il suo impegno. //
- In quelle case vecchie tristi e sole / sono rimaste solo quattro mura / testimonianza di
quei tempi duri / c'è la sporcizia in tutti gli angoli, / sono abitate da molti pipistrelli /
che fanno i nidi in ogni fessura. //
- Nè sole nè luna più si ferma / pare che lì manchi cosa grande, / chiusa è per sempre
quella porta / c'è un gradino solo... in quella roccia.
37
- Bortigali -
Complesso nuragico
"Carrarzu iddia"
38
Sezione A Menzione d’onore
Sas Janas mias di Franco Piga – Romana (res. a Loiri)
Non las bido piùs sas Janas mias
pro cantu mire atentu in ogni logu;
sas chi tenia amigas in su jogu,
padronas de ispantos e majias.
Ne las intendo lèbias passende
in carrelas chi mudas difendian,
e finas in su sonnu mi sighian,
bisos cun fantasias carignende.
E fin in sas timòrias salvesa
che pungas chi su male respinghian,
e in tretos de chelu mi giughian
mustrende de sa vida ogni bellesa.
Oh! Janas caras, cantu mi mancades
da-e cando partidas sezis totu,
sa criadura, sa ch'azis connotu,
da-e meda, pius non consolades.
Che tando non b'est cudda fantasia
chi cun bois pariat realtade,
su tempus si l'at giuta, cun s'edade
ch'a mesapare, cun bois tenia.
39
E paren isbaidas sas richesas
ch'in su coro m'aizis assentadu,
e como chi su tempus ch'est coladu
sun torrende disizos e pretesas.
Sas matessi chi sempre azis connotu
e puru dulchemente incoragidu;
su coragiu, chi tando m'azis bidu,
como est pagu, o negadu m'est in totu.
Si non disturbat, si pagu est s'isfadu,
mirade si podides cumbinare,
faghide chi mi potat agatare
ca cuntrastare chelzo de su fadu.
E si podides, e in cumpagnia,
torrade! Chi faghides cosa 'ona.
Ite bellu a bos bider in pessona
umpare cun sa mia pitzinnia.
Non lassedas chi perda o chi s'istudet
cust'incantu chi sempre m'azis dadu,
deo bos apo sempre fentomadu
pro ch'in bene e in giustu totu mudet.
40
Sezione A Menzione d’onore
Bae amigu di Antonio Maria Pinna – Pozzomaggiore
E tando ses abberu chi bi proas
a lassare s'amena joventura
pro ti fagher su nidu in cudd'altura
intéssidu cun filos de amore?
Bae amigu e mai su dolore
lamentosu ti ballet in sas coas!
Ma ti ballet su sole cun sa luna
su ballittu ch'intregat a su coro
pàsidas oras, e lugan che oro
sas dies de sa vida ch'atraessas,
e che massaju 'onu, cando messas
messes mannas doradas de fortuna.
Sa fortuna chi lessat sas istigas
in sos janniles de sa vida 'eninde,
chi beneigat sos fizos suinde
su latte caldu in sinu de sa mama,
e tue, a boghe calda che fiama,
ninnes e cantes cantones amigas!...
Bae in bon'ura, chi su tempus siet
un'andera de vida luminosa,
currinde a manu tenta cun s'isposa
in sas carrelas che sole passizes
41
e che babbu diciosu ti nd'abizes
ch'a sos chent'annos s'amore ti riet.
Bae, non timas: s' isposa t'adorat
e tue l'amas, l'amas e pro issa
t'imbenujas e faghes sa promissa
de l'amare che samben in sas venas.
Bae, non timas, non timas sas penas
chi su tempus intregat e isporat!
Bos unides e oe sizigliades
a manos juntas cun su juramentu
de bos amare contr'a d-ogni 'entu
e temporadas chi faghen minetta.
Bazi ca sa 'oghe 'e unu poeta
bos cantat cuss'amore chi ninnades!
42
- Bortigali -
Nuraghe "Tintirriolos"
43
Sezione A
Poesie premiate
I testi delle motivazioni delle poesie premiate in questa sezione
sono stati gentilmente redatti da Gianni Pititu.
Le traduzioni (dove riportate) sono state fornite
dagli stessi autori.
Sezione B
Poesia in versi sciolti
44
- Sezione B -
1° Premio
Isula di Gianfranco Garrucciu
-Tempio Pausania -
MOTIVAZIONE (di Gianni Pititu)
Un inno alla Sardegna, struggente,
commosso. Il poeta esprime la sua
ammirazione, il suo affetto, il suo stupore, la
sua dedizione all’Isola che lo ha ospitato
durante la vita che volge al declino.
L’esaltazione di questi stati d’animo è
espressa attraverso paragoni di pura luce
poetica: essi sono la notte che accende le stelle, il braciere che chiama
attorno a sé i bambini ad ascoltare le favole, il sentiero nel bosco che ti
indica la via verso il sole, la dea che traccia il destino di ognuno.
Un’elegia insomma che rapisce per l’intensità emotiva che guida il
poeta e che dovrebbe essere l’emozione di tutti noi al cospetto di
quest’isola amata sì ma anche tradita, dimenticata, oltraggiata nelle sue
bellezze da tanti che, al contrario del poeta, non riconoscono quanto di
grande e di sublime essa ci ha sempre donato.
Eri
comu sunniata notti
chi cu li stelli incendi
l'umbri soi
e lu 'ultulà di 'enti polta
a risciarassi l'aria
e lu respiru.
Eri
comu la coppa in gjiru
45
a lu brasgieri
chi middi steddi ha accoltu
in celti seri
a ascultà li conti e li maii
e chiddu nuscu dulci
dilicatu
d'un cucchjarinu di zuccaru
lampatu illu calboni 'iu
ancora accesu.
Eri
com'una sèmita noa
chi nétita illa silva
t'accumpagna
e in campu abbaltu
ti polta
undi lu soli scioddi
a li so rai
dugna lisiata duda
e li pauri.
Eri la dea
chi pinta lu distinu
e lu caminu ingjitta
a la so' gjenti
eri comu suprana menti
chi d'esistenzia
ni dissigna un traggju
eri lu me' rigori
lu curaggju
la mamma chi ni suffri
e più t'allea
lu me' spamentu
e poi la me' chimera
solti bramata
d'una 'ita intrea.
46
Isola
- Eri / come sognata notte / che con le stelle accende / le sue ombre / e il girare dei
venti porta / a ripulirsi l'aria / e il respiro.
- Eri / come la pedana che, in giro, tiene / il braciere / che mille bimbi ha raccolto / in
certe sere / ascoltando le favole e le magie / e quel profumo dolce / delicato / di un
cucchiaino di zucchero / gettato sul carbone vivo / ancora acceso.
- Eri / come un sentiero nuovo / che intatto nel bosco / t'accompagna / e in campo
aperto / ti porta / dove il sole scioglie / con i suoi raggi / ogni irragionevole dubbio / e
ogni paura.
- Eri la dea / che dipinge il destino / e insegna la strada / alla sua gente / eri come
sovrana mente / che dell'esistenza / ne decide il senso / eri il mio rigore / il mio
coraggio / la mamma che ne soffre / e ancor più ti alleva / la mia meraviglia / e poi la
mia chimera / sorte bramata / di una vita intera.
47
- Bortigali -
48
località "Burgusada"
ponte in legno verso l 'antico mulino
- Sezione B -
2° Premio
Temporal di Anna Cinzia Paolucci
– Alghero -
MOTIVAZIONE (di Gianni Pititu)
Un temporale che scuote l’animo,
una cascata d’acqua che ti coglie
impreparato e tuttavia stupefatto.
Perché il poeta ama la pioggia, le
nuvole, il vento, la tempesta, il lampo e anche il tuono pur nel suo
effetto da elettroshock. E così la pioggia è come un’arpa, le nuvole
disegnano il cielo, il vento canta, la tempesta rompe il silenzio, il lampo
illumina ogni cosa, il tuono quasi spaventa ma rigenera. Versi di alta
levatura, quasi pascoliani pur nel loro evocare, più di questo aedo,
quanto di selvaggio, di potente, di inquieto c’è nello scatenarsi d’un
repentino sconvolgimento del cielo.
Estimo la pluja
que arpeja dins l'aire
sobre acords d'inquietud.
Els núvols que
guixen el cel
amb esquitxos de follia.
La veu rogallosa del vent
que regala la passió
del seu cant selvatge.
La tempesta que turmenta
49
el silenci de la monotonia.
El llampec que tenyeix
de vermell resplendor
el cel deprimit.
I l'afany dins el pit
d'un respir curt
a l'espera de l'oblit infernal...
després l'electroxoc del tro.
Temporale Amo la pioggia / che arpeggia nell'aria / su accordi di inquietudine. / Le nuvole che /
scarabocchiano il cielo / con schizzi di follia. / La voce rauca del vento / che regala la
passione / del suo canto selvaggio. / La tempesta che tormenta / il silenzio della
monotonia. / Il lampo che tinge di / rosso bagliore / il cielo depresso. / E l'affanno nel
petto / d'un respiro corto / nell'attesa dell'oblio infernale... / poi l'elettroshock del
tuono.
50
- Sezione B -
3° Premio ex aequo
I fióri di l'arburi di Ghjuda di Domenico Battaglia – La Maddalena
MOTIVAZIONE (di Gianni Pititu)
Giuda il traditore, gli alberi di Giuda che in
primavera si tingono d’un soave colore rosa.
Due motivi cari al poeta, tanto da porli al
centro della sua invenzione. Il primo è
sottinteso nei trenta denari di illusioni che
dispensa la vita, i secondi nel lungo e triste
viale del tramonto esistenziale. Pur se accanto ad essi c’è tutto un fiorire
di cespugli di ginestre, le foglie si perdono per la strada, staccate dai
rami come gli anni dalla vita. Il poeta è smarrito, si perde nei suoi dubbi
e penzola nel tempo. Ma forse nel suo perdersi incontrerà il giorno, la
luce rigenerante, anche se sarà soltanto un sogno. Stupenda intuizione
poetica riflettente il disagio del vivere ma anche la forza di interrogare
ancora il domani.
Macchji gialli
di ginestri in fióri
pintaini a campagna,
di verdi smiraldu e di turchési
si riflittìa und'i me occhji u mari,
pó l'ingannu de' prufummi du mondu
e trenta dinari d'illusioni in manu,
tra l'umbri d'un paesi senza sóli
e óri chi nun passini mai.
51
Pianta arrancata
a' farza chéti du giardinu
a me vita,
i fóddi pirduti pe' via
cume lagrimi di vedru
mi firiscini i pédi
unde l'incertu camminu,
cu a menti sarrata
und'i dilicati armunii
de lenti vóli de' gabbiani
e u sognu di vulà
supra apparecchji di carta
drintu i silenzi di l'alba
... a incuntrà u ghjornu.
Ristà...
o mullà all'abbracciu du ritornu?
In tristi surrisi e und'a séra chi móri,
smarritu, mi perdu pe' longhi e fridi viali
chi vani verzu u tramontu;
ai bordi,
russi,
i fióri di l'arburi di Ghjuda
interroghigghjini u dumani
... ghjé, appésu ai me dubbi,
pinduligghjiu und'u tempu...
52
I fiori degli alberi di Giuda
- Cespugli gialli / di ginestre in fiore / dipingevano la campagna, / di verde smeraldo e
di turchese / si rifletteva nei miei occhi il mare, / poi l'inganno dei profumi del mondo/
e trenta denari d'illusioni in mano, / tra le ombre di un paese senza sole / e ore che non
trascorrono mai.
- Pianta estirpata / alla falsa quiete del giardino / la mia vita, / le foglie smarrite per
via/ come lacrime di vetro / mi feriscono i piedi / nell'incerto cammino, / con la mente
serrata / nelle delicate armonie / dei voli lenti dei gabbiani / e il sogno di volare / su
aeroplani di carta / dentro i silenzi dell'alba / ... a incontrare il giorno.
- Restare / ... o cedere all'abbraccio del ritorno?
- In tristi sorrisi e nella sera morente, / smarrito, mi perdo per lunghi e freddi viali / che
tendono verso il tramonto; / ai margini, / rossi, / i fiori degli alberi di Giuda /
interrogano il domani / ... io, appeso ai miei dubbi, / penzolo nel tempo...
53
- Bortigali -
Panorama negli anni '40
54
- Sezione B -
3° Premio ex aequo
Versos di Gonario Carta Brocca – Dorgali
MOTIVAZIONE (di Gianni Pititu)
Immane sforzo quello del poeta a
verseggiare, a cercare le parole più adatte a
raccontare la vita, tanto da far passare la notte
oscura e accendere una speranza. Lui ci
prova, anche se gli manca la voce e il vigore.
Ci prova, magari trovando il verso immortale
oppure versetti di sole, sbriciolati, ma attesi sempre, come una manna
dal cielo. E’ il percorso della poesia che ogni volta che lo intraprendi
fiacca le forze. Ma sei da esso dipendente, non puoi non percorrerlo,
anche a costo di stremarti, come stremata è la sera in cui lo cerchi.
Interpretazione solenne e fiera del bisogno di poetare da parte di chi,
come questo poeta, cerca paziente e perseverante la malia del verso
come antidoto alla fatica del vivere.
Irfattu est su sero sa lantia mortura
e zeo
unu versu so chircande...
su versu mai iscrittu
immortale
su versu de su bene e de su male!
Ma fortzis...
su bene chin su male
sone solu s'imbentu
d'antigos benduleris de paràulas.
55
Unu versu so chircande
de iscrier in sa pira de su pane
in coro 'e sos amigos
in manzanos de sentidos
in cara de sa vida e de sa morte.
Unu versu che leppa
po truncare sos lovros de sa notte
cand' ómines mantenet presoneris.
Sos versos de eris
sos versos de crasa
po fraicare carreras de poesia.
Versos de chidériu...
versos animosos
versos imbriagos d'illusione
chi 'olen in s'aera
a inchèndere isteddos de ispera.
Versos
mancari a frighinitas
che carignos dae corvos pittulados
versos bramados
chi sas janas cantadu nos aian.
Versos che campanas in festa
po istrajare lampizos
de astros ierriles chi amuinan
chin tùnchios canudos d'astraore.
Intreverau de versos
che a mimi chen'asore e chene 'oghe
colo 'alu sas nottes semenande
versigheddos de sole.
56
Versi
- Stremata è la sera / fioco il lume / ed io / un verso sto cercando... / il verso mai
scritto/ immortale / il verso del bene e del male! / Ma forse / il bene con il male / sono
solo l'invenzione / d'antichi venditori di parole.
- Un verso sto cercando / da scrivere sul pane d'ogni giorno / sul cuore degli amici / in
albe di passioni / sul volto della vita e della morte.
- Un verso affilato / per recidere i lacci della notte / quando uomini tiene prigionieri. / I
versi di ieri / i versi di domani / per costruire percorsi di poesia. / Versi strillati... / versi
audaci / versi inebriati d'illusione / che volteggino in alto / ad accendere stelle di
speranza.
- Versi / magari sbriciolati / come carezze beccate dai corvi / versi aspettati / come
quelli bisbigliati dalle fate. / Versi come campane in festa / per scacciare bagliori / di
invernali astri che molestano / con gemiti di gelo imbiancati.
- Dipendente dai versi / come me senza voce nè vigore / passo ancora le notti
seminando / versetti di sole.
57
- Bortigali -
Pellegrinaggio al santuario di
"Santa Maria de Sauccu"
58
Sezione B Menzione d’onore
Incanidu di Giuseppe Delogu – Nuoro
Incanidu
de disingannos e peleas
so torradu a "Cuccureteti",
ub'estasiadu
una borta
tra iscrareas in frore
a su munnu
pro prim' ap' apertu
sos ocros pizzinnos
sutta duas lunas
ch'iscìan luchentes
dae su mar' 'e Durgali.
Pérdidu
in gutturinos e carreras
tra muros biaittos
de zimentu
chirco de badas
sas erbeches paschenne
de ziu "Balentinu"
e mudrecos e prunazzas
ub'annidaban
gardulitteddas e prantaitthas
a su settatthar' 'e sor grillos
de s'istadiale.
59
S'intrighinada
mi còllit
in "arjola-cudinattha"
gal'urminanne
imprentas irbiadidas
de sa pizzinnìa mea
passizzera.
E a su lenu drinnire
de campanas serenas
intr'unu bolu lastimosu
de pìchidas corrancas
a nobu mi battizzo
in-d-un'abbasanteri
de làgrimas cubadas
lamentanne
sor dannos de su tempus
ei sas ingannìas
de s'amment' aularju
e de s'olvidu.
60
Sezione B Menzione d’onore
Naddari di Aldo Salis – Sassari
Eppuru mi l'aggiu dittu
zèntu vósthi mi l'aggiu, zèntu vósthi:
"nò débi di pignì a Naddari".
Ma ruffiani sò li canzòni,
ruffianu lu córi,
ruffianu l'ammèntu
di la véccia prighièra a Déu
pa mantinizzi tutti sani.
E mi tòrra puru
un Bambinu di ghisgiu
e chidda mamma tristha
chi zi imparthìa lu baccaglià frissu
ancóra tróppu sariddu.
Tandu
l'unicu disizu éra di fuggì;
tandu
lu córi éra insarraddu
cumènti in prisgiunìa.
E la casthagna sècca
arribbadda in busciàccara
nò m'éra di cunsóru.
E accó chi ti vèni gana di pignì.
61
Lu zéru si chi éra méu,
lu zéru di Cappuzzini,
lu zéru di l'Eba Ciara,
lu zéru
a indì s'appiccarinàbani li sònii
e da indì n'isthrampàbani l'illusiòni.
Eppuru mi l'aggiu dittu
zèntu vósthi mi l'aggiu, zèntu vósthi:
"no débi di pignì a Naddari
pagòsa un vécciu chi piègni
fazi a ridì".
Natale
Eppure me l'ho detto! / cento volte me l'ho detto, cento volte: / "a Natale non
devi piangere". / Ma ruffiane sono le canzoni, / ruffiano il cuore, / ruffiano il
ricordo / della vecchia preghiera a Dio / perchè ci conservasse tutti sani. / E mi
sovviene anche / un Bambinello di gesso / e quella mamma triste / che ci
divideva il baccalà fritto / ancora troppo salato. / Allora / l'unico desiderio era
fuggire; / allora / il cuore era rinchiuso / come in prigionia. / E le castagne
secche / nascoste nella tasca / non mi erano di consolazione. / Ed ecco che ti
viene voglia di piangere. /
Il cielo sì che era mio, / il cielo di Cappuccini, / il cielo di l'Elba Ciara, / il
cielo/ verso il quale si arrampicavano i sogni / e dal quale precipitavano le
illusioni. / Eppure me l'ho detto! / cento volte me l'ho detto, cento volte: / "a
Natale non devi piangere, / perchè un vecchio che piange / fa ridere".
62
Sezione B Menzione d’onore
Su strintu di Giancarlo Secci – Quartu S.Elena
Fragu
de pall' 'e mari
Fragu
de arroba sprata
mòvia de su 'entu
Boxis de pipius
In su liminaxu
su soli
morit a mengianu
Proit cracina
de is murus frusiaus
Arretumbat su passu
in s'imperdau
Unu cruculleu
si ndi prenit su coru
e si pesat a bolai.
63
Il vicolo
- Profumo / di alghe.
- Profumo / di panni stesi / mossi dal vento.
-Voci di bimbi.
- Sull'uscio di casa / il sole / muore al mattino.
- Piove calce / dai muri frementi.
- Rimbomba il passo / sul selciato.
- Un passero / si riempie il cuore / e si leva in volo.
64
Sezione B Menzione d’onore
Mari firutu di Maddalena Spano Sartor – Sassari
Com'un 'jocu
l'undi di lu mari
s'abbracciani, una
accjappa l'alta e
un'alta ancora nasci
undi l'alta mori.
Mari maistosu,
impunenti e suberanu,
mari di bragia 'ilata.
Fatti di focu, di farru
e di fritu spinosu:
uruliggja lu to' feli!
So' attuschendi li to'
fundali e l'azzi toi
ìnniti,
so' bistrascendi li to' curaddi
e la to' 'eldi trasparenzia
smeraldina.
Dammi dui calici
di parauli di lama
e diintaraggju la to' boci
firuta e gjabbosa
oppuru palsuasiva e suai,
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che nìzzulu di steddu
appena natu,
cu l'ugni rosa,
chi rigala dulciura
illa carigna.
Vinciarà l'agnulu
o lu dimoniu?
Mare ferito
Come un gioco / le onde del mare / s'avviluppano, una / acchiappa l'altra e / un'altra
ancora nasce / dove l'altra muore. / Mare maestoso, / imponente e sovrano, / mare di
brace gelata. / Fatti di fuoco, di ferro / e di freddo spinoso: / urla la tua rabbia! / Stanno
inquinando i tuoi / fondali e le tue sponde / incontaminate, / stanno distruggendo i tuoi
coralli / e la tua verde trasparenza / smeraldina. / Dammi due calici / di parole di rovo /
e diventerò la tua voce / ferita e minacciosa / oppure persuasiva e soave, / come
gemito di bambino / appena nato, / con le unghie rosa, / che regala dolcezza / nella
carezza. / Vincerà l'angelo / o il demonio?
66
- Bortigali -
Chiesa di Padrumannu
67
Sezione A
Poesia premiata
e altre opere presentate
Il testo della motivazione della poesia premiata è stato
gentilmente redatto da Gianni Pititu.
Sezione C
Autori locali
68
- Sezione C -
Poesia premiata
Pro s'àinu meu di Albino Mura – Bortigali
MOTIVAZIONE (di Gianni Pititu)
Anche l’asino, che assicura un
lavoro indispensabile per il contadino,
merita la sua razione di lode e di
riconoscenza. Animale mansueto,
chiamato alle fatiche più pesanti, se si lamenta fa un torto a chi soffre
più di lui. In fondo, il suo padrone gli vuol bene. Quando non sarà più
utile, non verrà meno il ricordo del compito che diligentemente e
pazientemente ha svolto. Poesia umile ma toccante nella semplicità di
un legame anche affettivo, nella complicità di due esistenze diverse ma
entrambe votate al lavoro.
Cantas dies passas angustiosas
cun su coro pienu de amargura,
gosu non tenes e mancu riposas,
paret chi tottu ti fettat paura.
Cando ti sappis cantu tristu sese
paret ti nde ruat su mundu susu,
chi sa terra ti manchet sutt' 'e pese
po che calare a fundu sempre prusu.
Afficcu non tenes dae manzanu
cando paret chi tottu andet'a dortu,
dae tottus recusas una manu
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ischinde chi ti l'offrin po cunfortu.
Franghìndedi da tottu e a sa sola
chircas motivu a tantu malistare,
giras in tundu che pegu in sa mola
isperande un'essida 'e l'agattare.
Ma s'iscultas in fundu 'e su sentidu
intendes una 'oghe, unu turmentu
chi narat de atzettare cant'as bidu
po appretzare sa vida onzi momentu.
E cand'agattas ite peleare
non ti disperes, passat cussu puru,
a bentu malu tuccat de parare
sas palas, e agguantas de siguru.
Si cun saludu in paghe ti mantenes
prima o poi nde bies su sinnale,
non t'iscoragges prus, non t'avvelenes,
onzi momentu 'e vida est ispeciale.
Pensa a cuddu ch' istat peus de a tie
chi vivet arrimadu e sufferente,
ringraziande a Deus donzi die
po chi adduret in vida solamente.
Sa vida chi natura t'at donadu
chirca e proa de la viver serena,
faghe chi siat donu rispettadu
rispettande sa tua che s'anzena.
Donzi minutu est obbligu ammentare
chi a custu mundu ancora appartenimos
e chi sa vida sempr'at addurare
70
sa cosa piùs bella chi tenimos!
Sezione C Altre opere presentate
Santu Padre di Angelino Deriu – Bortigali
Santu Padre in su Màrghine famosu
Bortigale lu tenes a cabitta,
in s'istòria antiga b'est iscritta
chi fit dimora 'e Santu Bàrnaba gloriosu.
S'istòria narat de unu monasteriu
dimora de padres eremitas,
de Camaldolesos, Gesuitas,
o padres Cistercenses de Iberiu.
A milletrinta metros b'est sa rughe,
deo l'appo 'ida illuminada,
fit de faru po tottu sa cuntrada,
po donzi viandante amena lughe.
Dae innoghe si osservas, bies de fronte
sa punta Gennargentu e Mont’Ispada
de Peppinu Mereu bies sa fada
sa chi custodit su poeticu monte.
Si tirat una frina de libecciu
ch'est lìmpida s’ària matutina
si biet de Bosa sa marina ei sa punta acuminada e Montibecciu.
71
Si giras sa car’a s’Alghereu
bies de Monte Minerva sa pianura
si pensas a padre Luca de Gaddhura
sa punta 'e su Limbara ' ies attesu.
Si biet de Mularza s’istradone
cun caddhos birdes currinde a festa,
unu contu ch'in s’antiga mente resta
mi l’at'iscrittu s’antigu strabone.
Bies chiaru s’abitadu de Ortigale
chi podes chircare d’onzi via
ue est nachida Falqui Anna Maria
insigne poetessa dialetale.
Si abbaidas a Fenosu suta e’ costa
a ube andhain’a frinughu sas femminas
in beranu bi paschen sas bacc’albinas
paret unu quadru fattu aposta.
Bi faghet sa buada su sirbone
in sa malesa 'e mudregu e martigusa
bi regnat sa perdighe, sa pupusa,
s’erittu, su conigliu, su mazzone.
Santu Padre chi t’amiro d’onzi die
che unu donu perenne 'e sa natura
ma ses pius amabile figura
si cobertu ses dae unu mantu de nie.
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Sezione C Altre opere presentate
A nebodeddu meu di Giulio Fara – Bortigali (res. a Oristano)
S'abba est arribada, appustis de sa siccagna,
a ristorare e allegrare sas campagnas.
Su nie at ammuntadu àlbures e montagnas
pro preparare sa terra a sa naschìda.
Unu flore prima, e milli appoi,
han ricamadu sas campagnas in beranu.
Su sole, cun rajos risplendentes, illuminadu hat s'istiu.
Luna prena in notte silente,
istella lughente a s'albeschìda,
unu pizzinnu s'affaciat a sa vida,
allegru e fieru de comintzare su caminu,
cun babbu e mamma chi lu tenen a sa manu,
cun giagios disizosos de li narrer de sa vida,
pro chi sa vida siat a issu un'iscommissa inchìda.
73
- Bortigali -
Nuraghe "Carrarzu Iddia"
74
Sezione C Altre opere presentate
Meraviza mia di Andrea Ledda – Bortigali
Dae cando su manzanu faghet die
deo penso sempre a una cosa ebbia
non b'hat ispantu oh pitzinna mia
ca tenzo in coro e mente sol'a tie.
E ca de onzi bellesa ses piena,
de Vènere pares tue sa prima fiza,
a paris de incantu ses a Elèna,
onzunu chi ti biet si meravizat.
Luna ses in d-una notte serena
e lughes piùs de isteddos chentumiza.
Non b'at paràulas po pregiare a tie
e po narrer cantu sia incantadu,
ti prego cun su coro innamoradu
de ' istare, po vida, cun a mie.
75
Sezione C Altre opere presentate
Duos de abrile 2005 di Peppino Ledda Murgia – Bortigali (res. a Nuoro)
Paba Giuanne Paulu Sigundu
primu atleta de Deus Soberanu,
oe hat abbandonadu custu mundu.
Da su soliu terrenu in Vaticanu
boladu ch'est derettu a su chelu;
su rosàriu istrintu in d-una manu
e in s'àtera giughet su Vangelu.
Cristos subitu invocat a Deu:
"Karol vicinu a mie ponendelu
c'attraessande su mundu intreu
s'est presentadu a s'umanidade
a rughe in palas a su postu meu".
Pregande sa Divina Podestade
si presentat sa Virgine Maria,
mama 'e tottus e mama de bontade:
"In sa terra in custòdia lu tenia,
happo paradu manu a s'aggressore;
como dimando una cosa ebbia:
dabilu de sos altares s'onore
ca servìndedi non s'est risparmiadu
teraccu 'onu 'e su Bonu Pastore".
E nois como chi si ch'est andadu
l' invocamos e pregamos che Santu;
sos giovanos chi sempre hat chircadu
arrivan a fiottos; onzi tantu
cun boghe velada de tristura
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po saludu intonan unu cantu.
Ammentande: "Non abbiate paura".
Sezione C Altre opere presentate
Pensare est creare di Marcello Salaris – Bortigali
Ammenta tue caru lettore
chi sese solamente un'isprigu,
si mandas pensieros de amore
regolles abbundanzia de oro e trigu.
Ma a s'imbesse funzionada s'isprigu
e si de àstiu as prenu su core,
torrat insegus ne oro ne trigu
ma mancanzias e donzi dolore.
Si gentilesa mandas cun su core
s'universu ti dat sa ricumpensa;
che calamida attiras amore,
de gioias ti prenas sa dispensa.
Ma si s'òdiu lassas fermentare
e de issu ti prenas sa mente,
sa vida tottu s'at a boluzare
e as a fagher sa vida 'e pezzente.
Augura sempre salude infinida
a tottus sos amigos e ignotos,
sa tua incunza at' esser longa vida
rispettadu e amadu fra sos dottos.
77
Ma si 'ies solu infermidades
e ti rallegras de sos altrui malannos
attiras a tie calamidades
e vives peleande milli dannos.
Unu sorrisu non fettas mai mancare
a sos chi attoppas e a donzi criatura,
t'at a prenare su coro da iscoppiare
de làgrimas t'at a infunder sa figura.
Ma non ti 'enzada de giudicare
ne personas ne fattos ne cosas,
osserva su mundu e làssalu andare
po non regoller ispinas dae rosas.
Azzua su bisonzosu cun piaghere
senza ricumpensa aspettare
e una die as a prenare su carniere
a deghe 'oltas su ch'as lassadu andare.
Ma si lassas bìncher sa bramosia
de tottu su chi 'ies accuccurrare
una ebbia at a essere sa ia
in sa cosa, solu e meschinu, soffocare!
Ti lasso como amigu dilettu
tènelu in vista e no a sa cua
ca tottu cussu chi innoghe as lettu
pènsalu sempre cun sa conca tua.
78
Altare conciliare
nel santuario di "S. Maria de Sauccu"
79
Sezione A
Riconoscimenti
speciali
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Riconoscimento speciale al partecipante più giovane
Macumere di Marino Porcu – Macomer
(di anni 22)
Ses Macumere in mesu 'e duos montes
posta a livellu de metros seschentos,
inue daghi si moven sos bentos
t'asan da totas bator orizzontes.
Da oriente su Monte Manai
a ti porrer su sole est sempre prontu,
e Pitzulu ti nd'atit su tramontu
ca su ciclu 'e su tempus est de gai.
Ses ondrada de fértiles terrinos
pro pàsculos, pro 'inzas e laores,
massajos, binzateris e pastores
ti dan casu bundante, trigu e binos.
Su Padru 'e bassu a car'a mesudie
paret regnu de Fadas e columbas.
In Tamuli ue bétiles e tumbas
sun postas, si ch'iscùrigat sa die.
De Campeda s'istesa pianura
81
tantos nuraghes possedit in sinu.
In su canale 'e s'Adde su caminu
fut, pro giumpar' 'e Màrghine s'altura.
Duos Santos ti faghen mannu onore:
unu est Pantaleo su patronu,
méigu e de miràculos padronu
ch'est de totu sa idda protettore.
Mentras Antoni in su mont' 'e sas coas
lu festas ca sa crèsia est inie,
e in prozzessione andat sa die
sa zente 'e fide pro li dare proas.
Ses mama de Murenu e de Caria,
e de su grande Murgia Sarbadore,
sa fama insoro ti faghet onore
e tue la mantenzas semper bia.
Sos abitantes tuos cun corazu
trabàgliana in dogni atividade,
zente fiera, ricca d'onestade,
si zente mala ch'at, est de passazu.
Ringràzio eo a mama e sa fortuna
d'aer àpidu inoghe sa nadia
e poto narrer chi, che bidda mia
non nd'esistit in mundu un'ater'una.
82
Riconoscimento speciale alla miglior poesia in memoria di
Anna Maria Falchi Massidda
Po Anna Maria Falchi Massidda di Giovanni Andrea Migheli – Santu Lussurgiu
Amentos de pitzinnia
chi mi torrades in mente
cando cantait sa zente
versos de Annamaria.
Reina de sas reinas
totus ti veneraian
cando totus cantaian
sas rimas tuas divinas,
illitzinde sas fainas
tenian cussa mania
de cantare in armonia
sentimentu e passione,
parides in bisione
amentos de pitzinnia.
Surdos s'intenden in ziru
sos toccos d'una campana,
s'accordu d'una profana
chitarra, ch'est un'ammiru,
a chie sonat s'ispiru
forsis de calch'innotzente,
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e a chie allegramente
'ettat a tonu su pe',
caros amentos po me
chi mi torrades in mente.
Sa campagna dat sa vida
chi che s'oro est pretziosa,
da poi sa delitziosa
àlbure bella e fozida
e pois sighis dechìda
sa vera impatziente,
su lentore lentamente
in notte calma falàda
e fit sa ' idda fadada
cando cantait sa zente.
Fis delicada, serena
e cun ardore amaias,
in totus sas poesias
calmais s'ànima in pena,
sufrinde sa pena anzena
dolos de ogni zenia,
ca tue fis lugh' e ghia
de chie at sentimentu,
e cantàna ogni momentu
versos de Annamaria.
84
- Bortigali -
Panorama esteso ELENCO DEI PARTECIPANTI
N. COGNOME E NOME PROVENIENZA SEZIONE
1 Angeli Gigi Palau B
2 Arangini Violetta Lanusei B
3 Ardu Angelo Maria Flussio A
4 Arru Stefano Sassari A
5 Battaglia Domenico La Maddalena B
6 Bazzu Antonello Sassari B
7 Bellisai Giovanni Selargius B
8 Biggio Mariatina Battistina Cagliari B
9 Boccoli Giovanni Posada A
10 Brundu Antonio Orani A
11 Brundu Nanni Usini A
12 Calzaghe Vittoria Laerru A
13 Carta Brocca Gonario Dorgali B
14 Chessa Francesco Nuoro A
15 Chessa Giovanni Torpè A
16 Chiappori Sandro Cagliari B
17 Cois Pasquale Selargius A
18 Columbu Francesco Oliena A
19 Costanzo Angela Sassari A
20 Curreli Gesuino Oliena A
85
21 De Cortis Filippo Torregrande B
22 Delogu Giuseppe Nuoro B
23 Deriu Angelino Bortigali C
24 Desole Salvatore Trieste B
25 Erriu Dante Silius A
26 Fadda Domenico Angelo Thiesi A
27 Fadda Nino Sassari A
28 Falchi Vittorio Roma A
29 Fancello Tonino Dorgali A
30 Fara Giulio Oristano (di Bortigali) C
31 Fenu Bardilio Gaetano Galtellì A
32 Fiori Maria Banari A
33 Fiori Maria Gioconda Usini B
N. COGNOME E NOME PROVENIENZA SEZIONE
34 Fois Giuseppe Lorenzo Noragugume A
35 Frau Salvatore Cagliari A
36 Garrucciu Gianfranco Tempio Pausania B
37 Giordano Enzo Ozieri B
38 Ladu Salvatore Mamoiada A
39 Lampis Antonio Arbus B
40 Ledda Andrea Bortigali C
41 Ledda Murgia Peppino Nuoro (di Bortigali) C
42 Longu Antonio Macomer A
43 Longu Bachisio Macomer A
44 Maicu Mimiu Santu Lussurgiu A
45 Marceddu Salvatore Oniferi A
46 Marras Mario Lucio Sassari B
47 Marrocu Quintino Cagliari A
48 Marteddu Santino Siniscola A
49 Masala Fedelina Sassari B
50 Masones Luigina Oristano B
51 Mela Domenico Castelsardo A
52 Mela Giovanni Maria Badesi A
53 Melas Giovanni Battista Bonorva A
54 Melis Ferdinando Villasimius A
55 Migheli Giovanni Andrea Santu Lussurgiu A
86
56 Molinero Nanni Santu Lussurgiu A
57 Mura Albino Bortigali C
58 Murgia Salvatore Macomer A
59 Murru Gesuino Quartucciu B
60 Murtas Nanni Santu Lussurgiu A
61 Nurchis Mario Sassari B
62 Pala Giovanni Maria Tempio Pausania A
63 Paolucci Anna Cinzia Alghero B
64 Pascal Pablo Cagliari B
65 Peigottu Pietro Sassari A
66 Pessei Giovanni Oliena A
67 Piga Francesco Santu Lussurgiu A
68 Piga Franco Loiri (di Romana) A
N. COGNOME E NOME PROVENIENZA SEZIONE
69 Pileri Maria Bortigiadas A
70 Pinna Antonio Maria Pozzomaggiore A
71 Pinna Pinuccio Usini A
72 Pinna Salvatore Nuoro A
73 Pintore Salvatore Sassari A
74 Pira Giovanni Orgosolo A
75 Piras Angelica Elmas B
76 Piras Antonio Scano Montiferro A
77 Piras Raffaele Quartucciu B
78 Piredda Paoloni Teresa Perugia (di Escolca) B
79 Piroddi Giambernardo Sassari B
80 Piu Gigi Magomadas A
81 Piu Vincenzo Cagliari A
82 Podda Michele Cagliari B
83 Podda Rosanna Cagliari B
84 Porcheddu Angelo Banari A
85 Porcheddu Antonio Bonorva A
86 Porcu Marino Macomer A
87 Portas Mario Sassari B
88 Puddu Antonio Ulassai A
89 Puliga Giuseppe Nughedu S.Vittoria B
90 Salaris Marcello Bortigali C
87
91 Sale Sebastiano Valledoria B
92 Salis Aldo Sassari B
93 Sanna Costantino Sassari A
94 Sanna Mariano Cagliari B
95 Sanna Mario Nuoro A
96 Sanna Paolo Sassari B
97 Schirru Giuseppina Sassari A
98 Secci Giancarlo Quartu S.Elena B
99 Sedda Pierpaolo Gavoi A
100 Sella Vittorio Siniscola B
101 Serra Anna Maria Atzara B
102 Soggiu Giovanni Alghero A
103 Sotgia Pietro Dorgali A
N. COGNOME E NOME PROVENIENZA SEZIONE
104 Spano Sartor Maddalena Sassari B
105 Stacconeddu Paolo S.Teresa di Gallura A
106 Tedde Nino Nulvi B
107 Vacca Andrea Cagliari A
108 Vargiu Mario Narbolia A
88
89
- Bortigali -
Porta in bronzo Parrocchia di S.Maria degli Angeli (scultore
Pietro Longu)
90
INDICE
91
pag.
INTRODUZIONE:
Introduzione dell'Amministrazione comunale ............................ 4
Introduzione del segretario Giangavino Vasco ............................6
BREVE BIOGRAFIA di Anna Maria Falchi Massidda ...........10
“Lenta sonat sa campana” di Anna Maria Falchi Massidda ......12
“S'igerru” di Anna Maria Falchi Massidda .................................14
VERBALE della GIURIA .......................................................... 17
POESIE PREMIATE:
Sezione A – Poesia in rima
1°premio: “Bisos" di Giovanni Pira ........................................... 22
2°premio: “Amantiosa” di Giovanni Chessa ..... ....................... 24
3°premio: “Disterrados” di Salvatore Murgia ................. ......... 28
- Menzioni d’onore:
“Sa fide” di Antonio Longu ........................................................ 30
“Ma tue bi ses ancora” di Santino Marteddu . ........................... 32
“Teggjia sulitaria” di Domenico Mela ........................................ 34
“Sas Janas mias” di Franco Piga ................................................. 38
“Bae amigu” di Antonio Maria Pinna ......................................... 40
92
Sezione B – Poesia in versi sciolti
pag.
1°premio: “Isula” di Gianfranco Garrucciu ................................ 44
2°premio: “Temporal” di Anna Cinzia Paolucci ....................... 48
3°premio ex aequo:“ I fióri di l'arburi di Ghjuda" di Domenico
Battaglia .....................................................................................50
3°premio ex aequo: “Versos" di Gonario Carta Brocca .............54
- Menzioni d’onore:
“Incanidu” di Giuseppe Delogu .................................................. 58
“Naddari” di Aldo Salis ............................................................... 60
“Su strintu” di Giancarlo Secci ................................................... 62
“Mari firutu” di Maddalena Spano Sartor ...................................64
Sezione C – Autori locali
Poesia Premiata:
“Pro s'àinu meu” di Albino Mura ................................................68
- Altre Opere Presentate:
“Santu Padre” di Angelino Deriu ............................................... 70
“A nebodeddu meu” di Giulio Fara .......................................... 72
“Meraviza mia” di Andrea Ledda ............................................... 74
“Duos de abrile 2005” di Peppino Ledda Murgia ...................... 75
“Pensare est creare” di Marcello Salaris ..................................... 76
93
Riconoscimenti speciali
pag.
"Macumere" di Marino Porcu ......................................................80
"Po Anna Maria Falchi Massidda" di Giovanni Andrea
Migheli ..........................................................................................82
Elenco dei partecipanti ..................................................................84.
94
Torrade, amigos mios,
ca piaghere mannu nos azis fattu ocannu
cun custos versos bios.
95
96
97
Il presente libro è stato curato da Giangavino Vasco.
Le foto riportate sono state in parte liberamente tratte da vari siti Internet
Finito di stampare nel mese di luglio 2011
presso la Tipografia Centro Grafica
08011 BOLOTANA (NU)
Tel. 0785 42480