Edito dalla PRO-LOCO

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In questo numero di “Frintinu me…” vogliamo ricordare a tutta la cittadinanza quattro giovani vite stroncate nei primi giorni del 2005. Il dolore nelle famiglie, come in tut- to il nostro centro, è ancora forte- mente sentito. Due tragedie hanno colpito con- temporaneamente la nostra città. Venerdì 21 gennaio 2005. Le notizie nei telegiornali delle tv na- zionali riportano la tragica uccisione, a Nassiriya in Iraq, di un giovane mi- litare italiano, SIMONE COLA, nato a Tivoli e sposato a Ferentino con la nostra concittadina Alessandra Celli- ni. (Servizio a parte). Alle prime luci dell’alba di do- menica 23 gennaio, la città è sveglia- ta da un’altra sciagurata notizia, che sconvolge tutta la comunità ferenti- nate. In un tragico incidente stradale, avvenuto nella notte sulla superstra- da Sora-Frosinone, hanno perso la vita due giovanissime ragazze di 19 anni, ALESSANDRA GABRIELLI e SARA SALVATORI, un terzo di 20 anni, FABIO COLLALTI, è decedu- to dopo aver trascorso dieci giorni in sala di rianimazione, ed altri due gio- vani, anche loro di Ferentino, sono rimasti gravemente feriti. Un’altra “strage del sabato se- ra”, come siamo tristemente abituati a chiamare questi fatti. Queste conti- nue tragedie sulle nostre strade sono inaccettabili. Gettano nello sconfor- to, ma dopo generano un moto di rabbia. Come si può piangere i nostri figli per questi tragici avvenimenti e rimanere impassibili, senza cercare di fare qualcosa, cercare di capire, ri- flettere su ciò che è successo e sulle gravi conseguenze. Bisogna cercare dei rimedi per risolvere questo gra- ve problema, o perlomeno tentare di limitarlo. La vita dei giovani deve sorride- re a lungo accanto ai propri cari ed in compagnia dei tanti amici. Cari giovani, mi rivolgo a voi, attraverso questo nostro periodico, per un accorato appello e per espri- mere qualche considerazione. Voi, che siete nel fiore degli an- ni, dovere dire “SI’ ALLA VITA”, è un vostro diritto, ma anche un vostro dovere: avete voglia di divertirvi e dovete farlo, è il vostro tempo, ma sempre con la coscienza di ciò che fate. Quando siete alla guida di un auto, o di una moto, cercate di esse- re consapevoli dei pericoli; sulle strade basta un niente, una piccola distrazione e si rischia di mettere a repentaglio la propria incolumità e l’altrui. Correre, poi, non ci consente sempre di arrivare prima o d’essere più bravi e più forti. Cari ragazzi e ragazze, cercate di avere ben salda la testa sulle spal- le, pensate sempre a quello che state facendo, considerate tutte le even- tualità, valutate le situazioni, soprat- tutto, quando sono coinvolte altre persone. Abbiamo assistito in passa- to, purtroppo, a tanti atteggiamenti imprudenti da parte dei ragazzi poco consapevoli della pericolosità di cer- ti comportamenti. Troppo spesso, in certi casi, il labile confine tra spaval- deria ed insicurezza, tra euforia e tra- gedia, è oltrepassato. Certo, siamo diventati dipendenti dei mezzi mec- canici, spesso non possiamo farne a meno, ma tante volte scegliamo la comodità dell’auto piuttosto che per- correre cento metri a piedi, e lo fac- ciamo con il massimo della disinvol- tura e con tanta superficialità: non mettiamo le cinture di sicurezza, usiamo il telefonino, teniamo il volu- me della radio alta per non parlare della poca attenzione ai segnali stra- dali, poi si corre freneticamente e senza una vera necessità, così che anche un piccolo insetto dentro l‘au- to potrebbe diventare un pericolo mi- cidiale. I segnali stradali sono diventati, per tanti ormai, un corollario quasi fastidioso, non li guardiamo, non ce ne accorgiamo più, ma questi sono importanti perché stanno lì ad avver- tirci di un eventuale pericolo. Dob- biamo diventare più rispettosi delle regole stradali, non sono una restri- zione della nostra libertà personale, come qualcuno può erroneamente pensare, ma sono necessari per non creare situazioni di pericolo. ANNO XXVIII N. 1 MARZO 2005 Edito dalla PRO-LOCO Ferentino Tariffa Associazioni senza fini di lucro: “Poste Italiane Spa – Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2 DBC Frosinone”. C.C. postale n. 10340032 www.proloco.ferentino.fr.it [email protected] nun pò murì PERIODICO TRIMESTRALE Autorizzazione n. 132 del Trib. di Frosinone del 4.10.1978. Direttore Responsabile: Aldo Affinati - Proprietà Associazione Pro Loco - P.zza Mazzini - Tel.Fax 0775/245775 - Ferentino - Stampa a cura di: “Servizi Grafici Giovannetti” - Roma Finito di stampare marzo 2005 Ferentino piange i suoi giovani Tragico inizio del 2005 Giornate di lutto hanno sconvolto la nostra città Il dolore della moglie Alessandra e della figlia Giorgia La morte del maresciallo Cola Prezzo troppo alto per Ferentino e Tivoli Cinque giorni di lutto. Venerdì 21 gennaio 2005, Ferentino è sconvol- ta dall’uccisione, a Nassiriya, in Iraq, del 32enne Simone Cola, nati- vo di Tivoli, maresciallo dell’eser- cito e marito della giovane Alessandra Cellini di Ferentino. La città viene assalita da cameramen e giornalisti; soffocata da forze del- l’ordine e politici. Simone lascia la figlia Giorgia, dieci mesi compiuti nel lutto. L’aveva vista una sola volta, prima di partire per l’Iraq. Il sindaco di Ferentino Piergianni Fiorletta proclama il lutto cittadino. Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, decreta i funerali di Stato per il maresciallo Cola. Il rito funebre si terrà, su richiesta di Alessandra, nel Duomo di Ferentino, dove lei e Simone si erano sposati tre anni prima. La salma del maresciallo torna in Italia il 23 gennaio a Ciampino. Ad attenderla, oltre ai familiari, Ciampi con le massime autorità dello Stato. Il giorno seguente, il feretro viene trasportato a Tivoli, città natale di Simone; poi la salma arriva a Ferentino in Piazza Duomo, dove ad accoglierla c’è una schiera di “baschi blu” e due ali di folla, composta e silenziosa, che sfida il freddo pungente della sera- ta. La bara, portata a spalla dai mili- tari, entra nell’episcopio del Vescovado, dove nel salone è stata allestita la camera ardente. Oltre cinquemila persone sfilano davanti al feretro per rendere omag- gio al caduto, mentre i “baschi blu” dell’aviazione-esercito vegliano la salma fino al mattino. La mattina dei funerali, martedì 25 gennaio, il Duomo romanico dedi- cato ai SS. Giovanni e Paolo era pieno: baschi blu, forze dell’ordine, Alessandra con i genitori di Simone, papà Bruno, mamma Cenzina, il fratello Gianluca, i parenti delle famiglie Cellini e Cola. Ad attendere il feretro, il presidente Ciampi con la consorte Franca, il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, il vice presidente del Consiglio Marco Follini, il leader dei DS Piero Fassino, il ministro della Difesa Antonio Martino, il ministro degli italiani nel mondo Mirko Tremaglia, il segretario dell’Udeur Clemente Mastella, il presidente dei DS Luciano Violante, il vice presidente del Senato Domenico Fisichella, il pre- sidente della Regione Lazio Francesco Storace, l’on. Antonio Tajani, l’on. Alessandro Foglietta e tantissimi altri rappresentanti politi- ci, civili e militari; presenti ovvia- mente il presidente della provincia Francesco Scalia, il sindaco Piergianni Fiorletta, il prefetto Aurelio Cozzani, il questore Salvatore Margherito e tanti altri. Al termine del rito funebre, officia- to dai monsignori don Angelo Bagnasco, ordinario militare per l’Italia e dal vescovo diocesano don Salvatore Boccaccio, la bara viene portata a spalla in piazza Duomo dove ad attenderla c’è il picchetto d’onore per rendere l’estremo omaggio militare al maresciallo Cola. Prima che la bara venisse spinta dentro il furgone mortuario, alla presenza di Alessandra, dei genito- ri, del Capo dello Stato, i colleghi di Simone Cola, con un attentissimo e certosino rito ripiega- no la bandie- ra italiana che avvolge la bara e con minuziosa cura la con- segnano all’affranta Alessandra che la bacia stringendola al petto. Da sottoli- neare il com- portamento molto affettuoso e com- mosso del Capo dello Stato e della signora Franca in questa tragica vicenda; dapprima all’aeroporto di Ciampino, poi durante i funerali di Stato il loro atteggiamento verso la vedova ed i familiari è stato molto apprezzato da coloro che erano pre- senti a queste giornate, ma anche da chi, attraverso le immagini trasmes- se dalle varie televisioni, ha potuto assistere e partecipare a queste tristi giornate di grande dolore. Ora la salma di SIMONE, riposa nel cimitero di Ferentino, dove tanti, passando davanti alla sua tomba, possono salutarlo e pregare per la sua giovane vita strappata ai familiari, ad Alessandra ed alla pic- cola Giorgia. Diana Isabelli Alessandra Cola con il Presidente Ciampi – Segue a pag. 2 Ringraziamento Il presidente e il Consiglio Direttivo della Pro Loco di Feren- tino ringraziano l’onorevole Ales- sandro Foglietta per l’impegno profuso ancora una volta a favore della nostra volontaristica Asso- ciazione, in particolare per aver fatto inserire nel bilancio regio- nale 2005, un contributo alla ma- nifestazione “Palio di San Cele- stino”, che quest’anno si svolgerà sabato 21 maggio p.v. E’ il terzo anno che, grazie all’on. Foglietta, la Giunta Re- gionale del Lazio, presieduta dal- l’onorevole Storace, accrediterà alla Pro Loco un finanziamento di 10mila euro da impegnare esclu- sivamente per la realizzazione della manifestazione sopra citata. Giornate del F F .A.I. .A.I. di primavera La Provincia di Frosinone ha festeggiato, all’inizio del me- se di febbraio 2005, la nascita della Delegazione provinciale del Fondo Ambiente Italiano, con se- de in Via del Plebiscito n. 51; mentre in campo nazionale il F.A.I. si appresta quest’anno a celebrare il trentesimo della sua fondazione. Il F.A.I. è una fondazione a carattere nazionale senza scopo di lucro, nata con il preciso inten- to di tutela e salvaguardia dell'i- nistimabile patrimonio artistico e naturalistico del nostro paese; La Delegazione di Frosino- ne é retta dal nostro cittadino Pio Roffi Isabelli, nella sua qualità di presidente e capo delegazione; fin dalla sua costituzione, tutta la delegazione provinciale, in parti- colare i componenti il Consiglio Direttivo, è impegnato ad orga- nizzare, in cinque centri della no- stra provincia, l’appuntamento più importante dell’anno, ossia la “13 a giornata F.A.I. di Primave- ra” che si terrà il 19 e 20 marzo 2005. A questo importante ap- puntamento è stata inserita anche la città di Ferentino ed è stata co- involta la Pro Loco, che dovrà consentire ai graditi ospiti visita- re i più importanti monumenti della nostra città, per l’occasione sarà possibile ammirare anche l’imponente edificio della “Villa Tani”, ex residenza dei marchesi Tani, gentilmente messo a dispo- sizione dei nuovi proprietari, la famiglia Concutelli proprietari anche del noto Hotel ristorante. La famiglia Tani si stabilì a Ferentino nell’anno 1560, con Giovanni Battista, rettore della provincia era quegli anni il cardi- nale Francesco Gonzaga. Nella villa è annessa una cappella Palatina dedicata ai SS. Giovanni Battista e Filippo Neri, e fu consacrata nel 1607, negli vasti ambienti vi era una grande pinacoteca e diverse statue, oltre ai preziosi mobili. Estintasi la famiglia, la mar- chesa Virginia, per salvaguardare la villa ed il nome del casato, ce- dette la villa all’Ente Orfani figli dei Postelegrafonici. La Pro Loco di Ferentino La Direzione di “Frintinu me…” Il Comitato U.N.P.L.I. di Frosinone augurano a tutti Buona Pasqua

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Page 1: Edito dalla PRO-LOCO

In questo numero di “Frintinume…” vogliamo ricordare a tutta lacittadinanza quattro giovani vitestroncate nei primi giorni del 2005.Il dolore nelle famiglie, come in tut-to il nostro centro, è ancora forte-mente sentito.

Due tragedie hanno colpito con-temporaneamente la nostra città.

Venerdì 21 gennaio 2005. Lenotizie nei telegiornali delle tv na-zionali riportano la tragica uccisione,a Nassiriya in Iraq, di un giovane mi-litare italiano, SIMONE COLA, natoa Tivoli e sposato a Ferentino con lanostra concittadina Alessandra Celli-ni. (Servizio a parte).

Alle prime luci dell’alba di do-menica 23 gennaio, la città è sveglia-ta da un’altra sciagurata notizia, chesconvolge tutta la comunità ferenti-nate. In un tragico incidente stradale,avvenuto nella notte sulla superstra-da Sora-Frosinone, hanno perso lavita due giovanissime ragazze di 19anni, ALESSANDRA GABRIELLIe SARA SALVATORI, un terzo di 20anni, FABIO COLLALTI, è decedu-to dopo aver trascorso dieci giorni insala di rianimazione, ed altri due gio-vani, anche loro di Ferentino, sonorimasti gravemente feriti.

Un’altra “strage del sabato se-ra”, come siamo tristemente abituatia chiamare questi fatti. Queste conti-nue tragedie sulle nostre strade sonoinaccettabili. Gettano nello sconfor-to, ma dopo generano un moto dirabbia. Come si può piangere i nostrifigli per questi tragici avvenimenti erimanere impassibili, senza cercaredi fare qualcosa, cercare di capire, ri-flettere su ciò che è successo e sullegravi conseguenze. Bisogna cercaredei rimedi per risolvere questo gra-ve problema, o perlomeno tentare dilimitarlo.

La vita dei giovani deve sorride-re a lungo accanto ai propri cari ed incompagnia dei tanti amici.

Cari giovani, mi rivolgo a voi,attraverso questo nostro periodico,per un accorato appello e per espri-mere qualche considerazione.

Voi, che siete nel fiore degli an-ni, dovere dire “SI’ ALLA VITA”, èun vostro diritto, ma anche un vostrodovere: avete voglia di divertirvi edovete farlo, è il vostro tempo, masempre con la coscienza di ciò chefate. Quando siete alla guida di unauto, o di una moto, cercate di esse-re consapevoli dei pericoli; sullestrade basta un niente, una piccoladistrazione e si rischia di mettere arepentaglio la propria incolumità el’altrui. Correre, poi, non ci consentesempre di arrivare prima o d’esserepiù bravi e più forti.

Cari ragazzi e ragazze, cercatedi avere ben salda la testa sulle spal-le, pensate sempre a quello che statefacendo, considerate tutte le even-tualità, valutate le situazioni, soprat-tutto, quando sono coinvolte altrepersone. Abbiamo assistito in passa-to, purtroppo, a tanti atteggiamentiimprudenti da parte dei ragazzi pococonsapevoli della pericolosità di cer-ti comportamenti. Troppo spesso, incerti casi, il labile confine tra spaval-deria ed insicurezza, tra euforia e tra-gedia, è oltrepassato. Certo, siamodiventati dipendenti dei mezzi mec-canici, spesso non possiamo farne a

meno, ma tante volte scegliamo lacomodità dell’auto piuttosto che per-correre cento metri a piedi, e lo fac-ciamo con il massimo della disinvol-

tura e con tanta superficialità: nonmettiamo le cinture di sicurezza,usiamo il telefonino, teniamo il volu-me della radio alta per non parlare

della poca attenzione ai segnali stra-dali, poi si corre freneticamente esenza una vera necessità, così cheanche un piccolo insetto dentro l‘au-to potrebbe diventare un pericolo mi-cidiale.

I segnali stradali sono diventati,per tanti ormai, un corollario quasifastidioso, non li guardiamo, non cene accorgiamo più, ma questi sonoimportanti perché stanno lì ad avver-tirci di un eventuale pericolo. Dob-biamo diventare più rispettosi delleregole stradali, non sono una restri-zione della nostra libertà personale,come qualcuno può erroneamente

pensare, ma sono necessari per noncreare situazioni di pericolo.

ANNO XXVIII N. 1MARZO 2005

Edito dallaPRO-LOCO Ferentino

Tariffa Associazioni senza fini di lucro: “PosteItaliane Spa – Spedizione in abbonamentoPostale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004n. 46) Art. 1, comma 2 DBC Frosinone”.

C.C. postale n. 10340032www.proloco.ferentino.fr.itinfo@proloco.ferentino.fr.itnun pò murìPERIODICO TRIMESTRALE

Autorizzazione n. 132 del Trib. di Frosinone del 4.10.1978. Direttore Responsabile: Aldo Affinati - Proprietà Associazione Pro Loco - P.zza Mazzini - Tel.Fax 0775/245775 - Ferentino - Stampa a cura di: “Servizi Grafici Giovannetti” - Roma

Finito di stampare marzo 2005

Ferentino piange i suoi giovani

Tragico inizio del 2005Giornate di lutto hanno sconvolto la nostra città

Il dolore della moglie Alessandra e della figlia Giorgia

La morte delmaresciallo Cola

Prezzo troppo altoper Ferentino e Tivoli

Cinque giorni di lutto. Venerdì 21gennaio 2005, Ferentino è sconvol-ta dall’uccisione, a Nassiriya, inIraq, del 32enne Simone Cola, nati-vo di Tivoli, maresciallo dell’eser-cito e marito della giovaneAlessandra Cellini di Ferentino. Lacittà viene assalita da cameramen egiornalisti; soffocata da forze del-l’ordine e politici. Simone lascia lafiglia Giorgia, dieci mesi compiutinel lutto. L’aveva vista una solavolta, prima di partire per l’Iraq.Il sindaco di Ferentino PiergianniFiorletta proclama il lutto cittadino.Il presidente della Repubblica,Carlo Azeglio Ciampi, decreta ifunerali di Stato per il marescialloCola.Il rito funebre si terrà, su richiestadi Alessandra, nel Duomo diFerentino, dove lei e Simone sierano sposati tre anni prima. Lasalma del maresciallo torna in Italiail 23 gennaio a Ciampino. Ad attenderla, oltre ai familiari,Ciampi con le massime autoritàdello Stato. Il giorno seguente, ilferetro viene trasportato a Tivoli,città natale di Simone; poi la salmaarriva a Ferentino in PiazzaDuomo, dove ad accoglierla c’è unaschiera di “baschi blu” e due ali difolla, composta e silenziosa, chesfida il freddo pungente della sera-ta. La bara, portata a spalla dai mili-tari, entra nell’episcopio delVescovado, dove nel salone è stataallestita la camera ardente.Oltre cinquemila persone sfilanodavanti al feretro per rendere omag-gio al caduto, mentre i “baschi blu”

dell’aviazione-esercito vegliano lasalma fino al mattino.La mattina dei funerali, martedì 25gennaio, il Duomo romanico dedi-cato ai SS. Giovanni e Paolo erapieno: baschi blu, forze dell’ordine,Alessandra con i genitori diSimone, papà Bruno, mammaCenzina, il fratello Gianluca, iparenti delle famiglie Cellini eCola. Ad attendere il feretro, il presidenteCiampi con la consorte Franca, ilministro degli Esteri GianfrancoFini, il vice presidente delConsiglio Marco Follini, il leaderdei DS Piero Fassino, il ministrodella Difesa Antonio Martino, ilministro degli italiani nel mondo

Mirko Tremaglia, il segretariodell’Udeur Clemente Mastella, ilpresidente dei DS LucianoViolante, il vice presidente delSenato Domenico Fisichella, il pre-sidente della Regione LazioFrancesco Storace, l’on. AntonioTajani, l’on. Alessandro Foglietta etantissimi altri rappresentanti politi-ci, civili e militari; presenti ovvia-

mente il presidente della provinciaFrancesco Scalia, il sindacoPiergianni Fiorletta, il prefettoAurelio Cozzani, il questoreSalvatore Margherito e tanti altri. Al termine del rito funebre, officia-to dai monsignori don AngeloBagnasco, ordinario militare perl’Italia e dal vescovo diocesano donSalvatore Boccaccio, la bara vieneportata a spalla in piazza Duomodove ad attenderla c’è il picchettod’onore per rendere l’estremoomaggio militare al marescialloCola.Prima che la bara venisse spintadentro il furgone mortuario, allapresenza di Alessandra, dei genito-ri, del Capo dello Stato, i colleghi di

S i m o n eCola, con unattentissimoe certosinorito ripiega-no la bandie-ra italianache avvolgela bara e conm i n u z i o s acura la con-s e g n a n oall’affrantaAlessandrache la baciastringendolaal petto.Da sottoli-neare il com-

portamento molto affettuoso e com-mosso del Capo dello Stato e dellasignora Franca in questa tragicavicenda; dapprima all’aeroporto diCiampino, poi durante i funerali diStato il loro atteggiamento verso lavedova ed i familiari è stato moltoapprezzato da coloro che erano pre-senti a queste giornate, ma anche dachi, attraverso le immagini trasmes-se dalle varie televisioni, ha potutoassistere e partecipare a queste tristigiornate di grande dolore. Ora la salma di SIMONE, riposanel cimitero di Ferentino, dovetanti, passando davanti alla suatomba, possono salutarlo e pregareper la sua giovane vita strappata aifamiliari, ad Alessandra ed alla pic-cola Giorgia.

Diana Isabelli

Alessandra Cola con il Presidente Ciampi

– Segue a pag. 2

RingraziamentoIl presidente e il Consiglio

Direttivo della Pro Loco di Feren-tino ringraziano l’onorevole Ales-sandro Foglietta per l’impegnoprofuso ancora una volta a favoredella nostra volontaristica Asso-ciazione, in particolare per averfatto inserire nel bilancio regio-nale 2005, un contributo alla ma-nifestazione “Palio di San Cele-stino”, che quest’anno si svolgeràsabato 21 maggio p.v.

E’ il terzo anno che, grazieall’on. Foglietta, la Giunta Re-gionale del Lazio, presieduta dal-l’onorevole Storace, accrediteràalla Pro Loco un finanziamento di10mila euro da impegnare esclu-sivamente per la realizzazionedella manifestazione sopra citata.

Giornate delFF.A.I..A.I.

di primaveraLa Provincia di Frosinone

ha festeggiato, all’inizio del me-se di febbraio 2005, la nascitadella Delegazione provinciale delFondo Ambiente Italiano, con se-de in Via del Plebiscito n. 51;mentre in campo nazionale ilF.A.I. si appresta quest’anno acelebrare il trentesimo della suafondazione.

Il F.A.I. è una fondazione acarattere nazionale senza scopodi lucro, nata con il preciso inten-to di tutela e salvaguardia dell'i-nistimabile patrimonio artistico enaturalistico del nostro paese;

La Delegazione di Frosino-ne é retta dal nostro cittadino PioRoffi Isabelli, nella sua qualità dipresidente e capo delegazione;fin dalla sua costituzione, tutta ladelegazione provinciale, in parti-colare i componenti il ConsiglioDirettivo, è impegnato ad orga-nizzare, in cinque centri della no-stra provincia, l’appuntamentopiù importante dell’anno, ossia la“13a giornata F.A.I. di Primave-ra” che si terrà il 19 e 20 marzo2005. A questo importante ap-puntamento è stata inserita anchela città di Ferentino ed è stata co-involta la Pro Loco, che dovràconsentire ai graditi ospiti visita-re i più importanti monumentidella nostra città, per l’occasionesarà possibile ammirare anchel’imponente edificio della “VillaTani”, ex residenza dei marchesiTani, gentilmente messo a dispo-sizione dei nuovi proprietari, lafamiglia Concutelli proprietarianche del noto Hotel ristorante.

La famiglia Tani si stabilì aFerentino nell’anno 1560, conGiovanni Battista, rettore dellaprovincia era quegli anni il cardi-nale Francesco Gonzaga.

Nella villa è annessa unacappella Palatina dedicata ai SS.Giovanni Battista e Filippo Neri,e fu consacrata nel 1607, neglivasti ambienti vi era una grandepinacoteca e diverse statue, oltreai preziosi mobili.

Estintasi la famiglia, la mar-chesa Virginia, per salvaguardarela villa ed il nome del casato, ce-dette la villa all’Ente Orfani figlidei Postelegrafonici.

La Pro Loco di FerentinoLa Direzione di “Frintinu me…”

Il Comitato U.N.P.L.I. di Frosinone

augurano a tutti

Buona Pasqua

Page 2: Edito dalla PRO-LOCO

CITYCITY OFOF ROCKFORD, ILLINOIS ROCKFORD, ILLINOIS OFFICE OF THE MAYOR

425 EAST STATE STREET

DOUGLAS P. SCOTTMAYOR

Rockford, 24 gennaio 2005

Onorevole Dottor Piergianni FiorlettaSindaco di Ferentino, Italia

Egregio Signor Sindaco,

E’ con grande piacere che accetto il suo invito a creare un rap-porto di gemellaggio con il comune di Ferentino, provincia di Frosi-none, Italia. Accetto l’invito anche a nome dei tanti cittadini dellanostra comunità che hanno avuto modo di conoscere e di apprezza-re la città di Ferentino e che, pertanto, ci hanno invitato a promuo-vere questa iniziativa.

Tramite questo nostro scambio epistolare ci apprestiamo a rico-noscere, in maniera ufficiale, il rapporto tra le due cittadinanze che,come lei afferma nella sua lettera, esiste di fatto da oltre cento anni.Vi sono, e vi sono state, in questa nostra grande città eminenti per-sonalità il cui retaggio culturale e umane risale alla città di Ferenti-no. Attendiamo quindi con ansia lo svilupparsi di questo rapporto digemellaggio e siamo pronti a collaborare con la Pro Loco.

Ci auspichiamo che questo rapporto conduca, nel futuro, ad unamaggiore consapevolezza e reciproca stima fra le due popolazioni eculture. Speriamo inoltre che questa collaborazione continui permolte generazioni e che possa promuovere scambi economici, cultu-rali e professionali. Crediamo fermamente nelle infinite possibilitàche possono derivare dal gemellaggio fra i due comuni.

Sebbene sia necessario fondare questo gemellaggio su basi uffi-ciali e governative, ci rendiamo conto che un rapporto duraturo tro-va forza e vitalità soprattutto nella partecipazione attiva e volonta-ria dei nostri cittadini. Abbiamo designato, a tale scopo, un comitatodi uomini e donne; questi avranno il compito di allocare e impiega-re sostegni volontari all’interno della nostra comunità. Suggeriamoche si formi un simile comitato anche a Ferentino.

Esprimo ancora una volta la nostra sincera gratitudine per l’in-vito e guardiamo con ansia ad un futuro di notevoli opportunità perle nostre rispettive comunità.

Distinti saluti.Doug ScottSindaco

Ho letto e più volte sentito fa-re riferimento, fra l’altro, a duemomenti importanti della vita didon Lello. Al momento legato al-l’esperienza del Gruppo “Populo-rum Progressio” e a quello dellaPro Civitate Christiana, senza peròche si sia fornita, al riguardo, qual-che idea specifica. La conseguenzaè che chi non ha vissuto quelleesperienze con don Lello, non sanemmeno di che cosa si sia tratta-to. Essendo stato uno dei pochi avivere, in buona parte, quei duemomenti, ne vorrei parlare, nonsolo per far conoscere il passato,ma soprattutto per far comprende-re l’attualità di alcune cose che donLello ci ha lasciato.

Inizio l’esperienza della “Po-pulorum Progressio”. Eravamo nel1967, a pochissimi anni dalla chiu-sura del Concilio Vaticano II,quando don Lello fondò un gruppo(extraparrocchiale), che prese ilnome dall’enciclica di Paolo VI,“Populorum Progressio” (26 mar-zo 1967). La scelta di questa deno-minazione esprimeva qualcosa dimolto importante e impegnativoper noi, perché aveva l’ambizionedi assumere i contenuti del mes-saggio profetico di Paolo VI, chein quell’enciclica denunciava co-raggiosamente il divario sempre

più crescente e insostituibile, nelmondo, tra ricchi e poveri.

Il circolo “Popularum Pro-gressio”, formato da giovani chesuperavano di poco i venti anni edi diverso orientamento culturale,aveva sede presso il Collegio Mar-tino Filetico. Fu subito etichettatocome un gruppo di intellettuali eper questo anche criticato. Dalleparrocchie, era visto con un certosospetto. Ma andò avanti, fin versogli inizi degli anni settanta.

In quella sede, don Lello pro-mosse, con noi giovani, tutte le at-tività che caratterizzarono la vitadel nostro gruppo. Dalla stampadel giornalino, dal titolo “Il calvo”,all’inchiesta sulla politica locale;dall’attività di cineforum cittadino,all’organizzazione di dibattiti cul-turali e agli incontri di formazioneteologica. Ricordo i corsi tenuti daun teologo dell’istituto TeologicoLeoniano di Anagni sui documenticonciliari Gaudium et Spes, Lu-men Gentium e Dei Verbum.

Ricordo che nel ‘68, il gruppoorganizzò una manifestazione cit-tadina contro l’invasione sovieticadella Cecoslovacchia.

Con don Lello, non ci incon-travamo solo nella sede del Colle-gio Martino Filetico, ma moltospesso anche a casa sua, per scri-vere gli articoli del giornalino osemplicemente per discutere o in-contrarci. Lui, ci parlava spessodella politica, dell’importanza del-la politica per un cristiano e delcattolicesimo popolare, dell’unitàpolitica dei cattolici; ma sempredella politica alta, intesa come ca-rità. Si intuiva che lui contava sul-le nostre forze per contribuire alrinnovamento della politica locale.

Era molto innamorato dellaChiesa e, forse per questo, nonamava tanto parlare dei suoi difet-ti. Con don Lello abbiamo orga-nizzato numerose gite culturali efeste da ballo, attraverso le quali ilnostro gruppo rafforzava i suoi le-gami di amicizia.

Nascevano e si moltiplicavanosimpatie reciproche.

Prima e durante l’esperienzadel gruppo della “Populorum Pro-gressio”, don Lello ci ha fatto co-noscere la Pro Civitate Christianadi Assisi. La Pro Civitate Christia-na ha rappresentato per me un altroimportante momento della mia vi-ta, perché qui, partecipando aiCorsi annuali di Studi cristiani, hoconosciuto uomini e donne di cul-ture e religioni diverse. Qui, ho fat-to le prime esperienze di ecumeni-smo. Qui, ho vissuto l’incontrofecondo ed emozionante tra cri-stiani e marxisti. Ricordo, in parti-colare, il dibattito che ci fu tra pa-dre Ernesto Balducci e il filosofoRoger Garaudy. Qui, inoltre, hoavuto la possibilità di conoscerepiù a fondo il messaggio di pace edi non violenza di San Francesco.Ricordo, il Corso di Studi Cristianisul tema: “Francesco, un pazzo daslegare”. Indimenticabile, poi, èstato l’altro Corso di Studi Cristia-ni su un altro tema, di cui oggi siparla spesso: “Salviamo la terra”.Ma la Pro Civitate Christiana ci hafatto conoscere anche i suoi libri ela sua Rivista “Rocca” e le nume-

rose attività culturali che si svolge-vano durante l’anno.

Indimendicabile è stato perme anche il momento in cui donLello - essendo direttore del setti-manale religioso sociale “La Vo-ce”- mi conferì l’incarico di gior-nalista sportivo. Ogni domenica mitoccava seguire la nostra squadradi calcio. Mi firmavo con lo pseu-donimo “Tri (Tribioli Luigi). Hoconservato la tessera di giornalista,con la sua firma, che mi consenti-va di entrare, gratuitamente allostadio.

Come non ricordare, poi, ilsuo decisivo invito a farmi iscrive-re, in quegli anni, alla scuola qua-driennale di teologia per laici, pro-mossa dall'Istituto Ut Unum Sintcon l’Università Lateranense. Erala prima scuola che, in Italia, orga-nizzava, dopo il concilio, un corsodel genere. E’ grazie a don Lelloche ho avuto la possibilità di farevolvere il senso della fede. Comeavrei potuto conoscere, altrimenti,la teologia della liberazione, che,pure, ci ha portato ad avere opi-nioni diverse?

Cosa rimane di don Lello a di-stanza di tanti anni da quelle espe-rienze? Direi, quasi tutto. Innanzitutto, il valore dell’amicizia, unodei valori seriamente in crisi nellasocietà contemporanea centrataprevalentemente sull’avere. Poi,l’importanza della teologia per ilnutrimento della fede; la necessitàdi conoscere il Concilio VaticanoII; l’importanza di coniugare fedee politica; il valore del cattolicesi-mo popolare, democratico; il valo-re della cultura e della libertà.

Non ho retto, invece la provadei fatti, la sua idea dell’unità poli-tica dei cattolici e il principio dellanon riformabilità della Chiesa cat-tolica. La Chiesa, nel tempo, hadovuto, infatti, comprendere che,per essere sempre più fedele alVangelo e alle necessità dei poverie degli umili, ha bisogno di rinno-vare le proprie strutture e la pro-pria mentalità.

Luigi Tribioli

Pag. 2

TRAGICO INIZIO del 2005

– segue da pag. 1

E’ anche vero il fatto che glienti preposti a far rispettare il Co-dice della Strada spesso non han-no i mezzi per farlo ed in tante si-tuazioni sono impotenti, peròanche loro dovrebbero cercare difare qualcosa. A mio parere a Fe-rentino, per fare un esempio bana-le si pensa a multare un parcheg-giatore che ha superato il limite disosta da cinque minuti piuttostoche i numerosi motorini chesfrecciano per strade strette con ilrischio di investire qualche bimboo una persona anziana; non si faneanche caso ad un sorpasso az-zardato nelle strade un poco piùlarghe.

Per terminare vorrei espri-mere alcuni accorgimenti che, amio modesto parere, potrebbe es-sere adottati e li rimando agli entipreposti per una valutazione piùappropriata.

Innanzi tutto occorrerebbepromuovere in modo più incisivoe costante la sicurezza sulle stradeindicando e suggerendo i compor-tamenti più consoni da adottare incircostanze particolari. Illustrarein modo esauriente i rischi chedeterminati comportamenti po-trebbero generare, in modo da sa-perli prevedere, evitando, così dimettere a repentaglio la nostra edanche l'incolumità degli altri. Al-l’errore umano dobbiamo con-trapporre la coscienza della ragio-ne. E poi, perché non s’istalla unlimitatore di velocità sulle auto?E motori meno potenti per i gio-vani? Ed una fascia catarifrangen-te posteriore per rendere ancorpiù visibile l’auto che procedenelle ore notturne? Un’ultima do-manda: considerato che da poco èstata varata la riforma della Scuo-la Italiana, non si può introdurrelo studio del Codice della Strada edel Comportamento Stradale ne-gli ultimi anni della Scuola MediaSuperiore?

Luigi Sonni

In ricordo diIn ricordo di

don LelloUna testimonianza

Riceviamo e pubblichiamo

Come è consuetudine, anche quest’anno, con una sobria ceri-monia religiosa, abbiamo festeggiato il nostro Santo Patrono S. Se-bastiano presso la Chiesa di S. Valentino.

La S. Messa è stata officiata da S.E. monsignor vescovo Salva-tore Boccaccio che nell’omelia, ha sottolineato l’aspetto deontologi-co dell’attività della Polizia Municipale, volta al servizio della col-lettività e, parimenti esortava la cittadinanza ad avere rispetto ecomprensione verso chi ha il dovere di vigilare sull’osservanza del-le regole sociali; un pensiero breve e sostanziale che condensa tuttele problematiche del rapporto tra comunità-utente ed ente erogatoredi servizi.

Un rapporto che troppo spesso diventa complesso per chi non sipone nella giusta posizione: la “buona volontà” e la “ragionevolez-za” hanno la forza di superare ogni dissidio ed ogni conflittualità.

Il nostro Corpo di P.M. è sempre stato orientato in tale dimen-sione ed oggi cogliamo l’opportunità di chiedere scusa se qualchevolta, involontariamente, abbiamo deluso la generale aspettativa del-l’utenza.

Ricorrenza diS. Sebastiano Martire(Patrono della Polizia Municipale)

RINNOVO COMITATO DI ZONASabato 29 gennaio 2005, i residenti del “Quartiere Ponte Gran-

de”, riunitisi in assemblea, hanno proceduto al rinnovo delle carichesociali per il biennio 2005/2006.

Il Consiglio Direttivo è così composto: presidente Mauro Bonac-quisti, vice presidente Aurelio Forlivesi, cassiere Luigi Petrilli, segre-tario Mario Mancini, consiglieri Giancarlo Cantagallo - Mariano Ma-si, Maurizio Fiaschetti, Luigi Tonnari e Marcello Noce.

Del Collegio dei Probiviri fanno parte, Luciano Fontecchia, An-tonino Celi e Vincenzo Romano; mentre per i Revisori dei Conti so-no stati nominati: Angelo Colonna, presidente; Alberto Marinelli ePietro Rinaldi, membri.

Al presidente e a tutti i componenti del rinnovato Comitato, laPro Loco augura buon lavoro.

Page 3: Edito dalla PRO-LOCO

LXXIXDELLA PENA DELLA DONNA CHE

FA IN MODO DI ABORTIRE

Similmente, stabiliamo che, seuna donna avrà fatto in modo diabortire oppure avrà ucciso o sof-focato la creatura nata, o avrà fattoin modo o procurato che si facesse-ro tali cose, tanto colei che le avràfatte, quanto la persona che l’aves-se istruita a compiere tali cose siabruciata col fuoco, in modo taleche muoia.

LXXXDELLA PENA DELLA DONNA

CHE SI ATTRIBUISCE IL PARTODI UN’ALTRA

Similmente, stabiliamo che, seuna donna si sarà attribuita il partodi un’altra o avrà procurato che ef-fettivamente le fosse attribuito (aquesto fine, affinché la stessa ere-dità non vada al legittimo erede deldefunto, o perché l’ultima volontàdel testatore, che deve essere osser-vata per legge, sia infranta e annul-lata) o, qualunque altra persona,che si sarà sostituita ad un’altrapersona che vuole celebrare il ma-trimonio o stipulare un contratto ouno strumento di matrimonio, siapunita con la pena di morte. E che,ciò non ostante, l’eredità vada aquello o a quelli ai quali spetta perlegge, tolta di mezzo tale personache si era sostituita. Con la medesi-ma pena sia punita la persona cheavrà prestato aiuto, consigli o ap-poggio a fare le predette cose. Lacuria abbia libero potere di proce-dere contro le predette persone, perinchiesta, denuncia o accusa, e (diprocedere) alla tortura per prece-denti presunzioni o indizi sulle det-te cose, come è contenuto nello sta-tuto sugli interrogatori e torture.Ma che in altri (casi), colui, che sisarà sostituito con frode o con in-ganno ad un altro, sia punito con lapena del falso.

LXXXI DI COLORO CHE METTONO DAVAN-TI ALLA CASA DI QUALCUNO CADA-VERI O CORNA OD ALTRA LORDURA

Similmente, stabiliamo che, sequalcuno avrà messo o appeso da-vanti alla casa di qualcuno le testedi un cadavere o di un animalemorto o corna o lordure, sia punitocon cento libbre di denari e che senon fosse solvibile, sia bastonatoattraverso l a città, dopo esser pri-ma stato posto in catena, per tregiorni. Vogliamo, tuttavia, che se lesupposizioni o l’indizio su dettoreato portassero a qualcuno, (que-sti) possa essere sottoposto alla tor-tura, fino a che non si ottenga da luila verità. Che, se avrà messo o get-tato qualche lordura offensiva ac-canto alle lamie di qualcuno o den-tro le porte, sia punito con la penadi trenta libbre. Qualora, invece,questa non sia offensiva, sia punitoad arbitrio del podestà e degli offi-ciali “in capite”.

LXXXIICHE SIA CONDONATA LA QUAR-TA PARTE DELLA PENA A COLO-RO CHE CONFESSANO IL REATO

Similmente, stabiliamo che, intutti i reati, se qualcuno spontanea-mente avrà confessato, prima che ilprocesso sia reso pubblico, gli siacondonata la quarta parte della pe-na da pagare, e un’altra quarta par-te, se avrà pagato prima della sen-tenza, o, dopo, entro dieci giorni,tranne che in caso di furto. Se, in-vece, qualcuno avrà negato e saràdimostrato colpevole, a norma dilegge, oltre alla pena dello statuto,gli sia aggiunta un’altra quarta par-te della pena. Similmente, aggiun-giamo che, quando l’offesa arrivas-se al sangue, se, durante tutto quelgiorno, fino alla risposta sul pro-cesso, sarà stata raggiunta la pacecon l’offeso, sia diminuita all’of-fensore la quarta parte della pena, equesto, se risulterà negli atti della

curia da un pubblico strumento oda testimoni delle predette cose de-gni di fede. A colui che confessa,dunque, e a colui che sta in pace siacondonata metà pena, come sopradetto. Se, invece, qualcuno saràstato bandito per contumacia o percondanna, a causa di qualche delit-to od offesa, e questo tale, libera-mente, non perché arrestato dallacuria né perché diversamente con-dotto alla stessa curia, avrà volutoeffettivamente pagare la pena do-vuta per il delitto, secondo la nor-ma dello statuto, gli sia condonata,dalla curia di Ferentino, la penanella quale sarà incorso, soltantoper la contumacia. Ma che non glisia affatto condonata la condannaalle pene o condanne inflitte dalconsiglio, o dal parlamento, o dal-l’adunanza popolare, o per gli stru-menti, o per le ricevute regolar-mente stipulate tra le parti, falsaticon aggiunte ed aumenti.

LXXXIIICHE L’OFFESO QUANDO SI PROCE-

DE PER INCHIESTA CONTROQUALCHE REATO NON POSSA AVERE

NESSUNA PARTE

Similmente stabiliamo che laparte offesa non abbia nessuna par-te delle pene inflitte per reati con-tro i quali sarà stato proceduto dal-la curia per inchiesta, se nonquando dalla curia sarà stato accer-tato che anche l’accusato avesse

voluto essere garantito da coloroche lo vogliono accusare, e questorisulti a norma di legge, nel qualecaso, ciò non ostante, (l’offeso) sesarà risultata persona idonea ad ac-cusare, chieda la parte, come seavesse accusato. E che il podestà egli officiali “in capite” facciano os-servare questo capitolo, sotto il de-bito del prestato giuramento. Deci-diamo sulla permanenza in vigoredelle pene per l’omicidio e per lepersone che producono ferite conspargimento di sangue. E che dettopodestà o rettore o qualunque altroofficiale della curia, che si rifiutas-se di risarcire l’accusa, sia obbliga-to a pagare la stessa somma di de-naro, dovuta al Comune, che ebbe

colui che voleva che si accusasse,come sopra detto.

LXXXIVCHE SIA AMMESSO COLUI CHE VO-LESSE MUOVER CAUSA AL COMUNE

SOLAMENTE PER L’INFAMIA

Similmente, stabiliamo che, sequalcuno, condannato per qualchereato, avrà pagato la condanna alComune, e avrà voluto muover cau-sa allo stesso Comune per quantoriguarda l’infamia e proseguire lastessa causa dell’infamia, per la li-berazione dalla medesima, gli siaconcesso fare ciò senza pena, nonostante qualsiasi lunghezza di tem-po o che siano scorsi i tempi “I Fa-tali” e, non ostate che, prima dellasentenza della condanna, abbia ri-nunziato all’appello, per evitare lamoltitudine della consegna dei pe-gni. Ma che il sindaco del Comunesia tenuto e debba assistere i nostricittadini e tollerare, come sopra det-to, la vittoria a favore di colui chemuove causa al Comune.

LXXXVCHE L’ACCUSATORE SIA

TENUTO A DARE LA CAUZIONEDI RESTITUIRE LA PARTE SE IL

CONDANNATO SI SARÀAPPELLATO

Similmente, stabiliamo che, sequalcuno avrà ricevuto una parte di

qualche condanna, che gli sarà toc-cata di avere, secondo la normadello statuto, e sarà stato fatto ap-pello contro la stessa condanna,quel tale, che ha ricevuto la partedella condanna, sia tenuto a dareun’idonea cauzione di restituirequella parte della condanna cheavrà ricevuta, se, nella causa di ap-pello, il sindaco del Comune soc-combesse e l’appellante si sarà fat-to valere, salvo che sia consentito acolui, che l’ha ricevuta in tal modo,di difendere la parte, insieme conlo stesso sindaco, nella stessa cau-sa, contro detto appellante.

LXXXVI DI COLORO CHE OCCUPANO E

INVADONO IL PODERE DIQUALCUNO COSTITUITO DALLA

CURIA DI FERENTINO

Similmente, stabiliamo chechiunque che sa che dalla curia diFerentino è stato fatto contro di luiun atto di immissione in un podere,e l’avrà infranto o avrà invaso odoccupato un podere costituito divolontà propria dalla stessa curia, afavore di qualcuno, sia punito consessanta libbre di denari, a menoche non fossero selve o sterpeti,dove, per errore, avrà occupato unpodere per un altro, nei quali casi,vogliamo stare al giuramento del-l’accusatore; ma che i poderi, inva-si od occupati illecitamente, debba-no essere restituiti, pacificamente equietamente, al medesimo accusa-tore, entro tre giorni, dopo che saràstata sporta la denunzia. Nei qualicasi, vogliamo che l’accusato siatenuto alla pena sopra detta, qualo-ra restituisca il podere, come è sta-to detto, oppure sia pronto a resti-tuirlo, e subito, nello spazio di tregiorni, dopo che, contro di lui, saràstata sporta denuncia; tuttavia, nonostante ciò, sia punito, per la suatemerità, con la pena di cento soldi,da corrispondere all’amministra-zione del Comune di Ferentino.

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STATUTUM CIVITATIS

F E R E N T I N IContinuiamo la pubblicazione integrale dei Capitoli LXXIX, LXXX,LXXXI, LXXXII, LXXXIII, LXXXIV, LXXXV, LXXXVI del Libro 2°,tradotti dal prof. Cesare Bianchi e contenuti nel manoscritto 532, chetrovasi a Roma nell’Archivio di Stato (reparto Statuti)

Nelle notizie biografiche sulpatriota risorgimentale AlessandroAngelini raccolte alcuni anni orsono da Giuseppe Coppotelli per iln. 7 dei “Quaderni di storia”, si èmolto insistito sui ventuno anni diesilio in terra straniera, precisa-mente a Smirne, nell’allora imperoOttomano, che il medico di Feren-tino fu costretto a soffrire per lasua attiva partecipazione alle vi-cende della Repubblica Romanadel 1849. Soltanto nel 1870 - cosìlegge anche in un verbale di unConsiglio comunale dell’ultimodopoguerra - l’esule poté final-mente far ritorno in patria. Se per“patria” si voleva intendere Feren-tino, nulla da eccepire: la veritàstorica è rispettata. Ma se per pa-tria si considerava l’Italia – e cosìindubbiamente doveva pensarla ilmazziniano Angelini –, gli anni diesilio scendono, sulla scorta di unnuovo dato, da ventuno a non piùdi diciassette-diciotto.

E’ documentata, infatti, lapresenza del Nostro almeno fin dal1867 a Livorno, il porto in cui eraforse sbarcato di ritorno dall’AsiaMinore. In quell’anno il suo nomecompare nella lista dei membri diuna loggia massonica locale – dalcui titolo distintivo di “Amici veridei virtuosi” – nella quale l’An-gelini aveva conseguito i primi tregradi rituali. Era, questa, una log-gia esistente fin dagli ultimi anni‘50 del secolo sotto tutela francesee poi passata al Grande Oriented’Italia, frequentata (cosa normaleper una città portuale) da non po-chi elementi stranieri, oltre che danumerosi cittadini livornesi di ori-gine israeliana. Una composizionenon dissimile dalle logge esistentia Smirne – fra le altre, anche laMassoneria italiana ne aveva una

alle sue dipendenze, la “Stella Jo-nia”, fondata nel 1864 – alle qualil’Angelini avrebbe già potuto ade-

rire negli anni del suo esilio. Nonlo fece, suppongo, perché, attri-buendo alla Massoneria una fun-zione educatrice e di lotta politica(come tantissimi repubblicani edemocratici a lui conterranei), egliriteneva che la sua attività in senoa questa istituzione, dovesse svol-gersi nella sua terra, per conquista-re l’auspicata, completa unifica-zione nazionale. Da qui la suaadesione, forse pochissimo tempodopo il definitivo rientro in Italia.

(Una breve disgressione, masempre relativa al nostro territorioed a quanto abbiamo finora accen-nato: un altro esule ciociaro, il ve-rolano Domenico Diamanti – chedurante la breve parentesi repub-blicana del’ 49 era stato eletto, co-me l’Angelini, rappresentante delpopolo nell’Assemblea Nazionale

Romana per la provincia di Frosi-none – dirigeva, nel 1866, la log-gia massonica italiana “Nuova

Pompeja” di Alessandria d’Egitto, con la carica di Maestro Venera-bile).

Fu probabilmente proprio du-rante questo soggiorno toscanoche l’Angelini poté riprendere icontatti con altri elementi demo-cratici: penso, in particolare, adAchille Giorgi, in quel tempo a Fi-renze, dove si era stabilito dopo lamancata annessione del circonda-rio di Frosinone al Regno d’Italia(come risulta dalla sua breve bio-grafia, curata da Biancamaria Va-leri, nel già citato numero dei“Quaderni di storia”). Ed è certa-mente grazie a questi rinnovatirapporti che troviamo i due, insie-me, a Ferentino, il 20 settembre1870, nella fatidica giornata chevedeva realizzarsi il comune so-gno di Roma capitale e della cadu-

ta del potere temporale dei papi. Non sappiamo quale seguito

ebbe l’esperienza livornese diAlessandro Angelini ed in propo-sito possono essere soltanto for-mulate ipotesi più o meno valide.Di sicuro egli non trovò, al suo ri-entro a Ferentino, alcuna possibili-tà di riprendere contatti in tal sen-so, mancando sia in città che neidintorni qualsiasi traccia di attivitàmassonica. In ogni caso, Roma,era troppo lontana per una fre-quentazione regolare e a Frosino-ne una loggia, oltretutto di vitapiuttosto breve – la Luigi Angeloni–, avrebbe visto la luce soltantonel 1885, pochi mesi dopo la mor-te del sessantacinquenne patriota.

Al di là, comunque, di quellasua adesione “settaria”, l’Angelinifu consapevole che l’ambiente chelo circondava non poteva aderire –vuoi per calcolo, vuoi per un atavi-co rifiuto del nuovo (e quindi diqualsiasi forma di progresso mora-le e civile) – alle sue idee politi-che, per l’epoca ritenute rivoluzio-narie. Egli visse, quindi, gli ultimiquindici anni da “esule in patria”:così è stato ben definito dal Cop-potelli nel capitolo della sua bio-grafia in cui è crudamente delinea-to, senza mai indulgere alcampanilismo, il desolante qua-dro-politico della Ferentino post-umanitaria.

Per le notizie sulla Massoneria esull’appartenenza ad essa dei perso-naggi citati, mi sono avvalso dellaconsultazione dell’Archivio Storico –ricco di quasi centosettemila nomina-tivi a partire dal XVIII secolo – cu-rato da Alfredo Spaccamonti, che quicordialmente ringrazio.

Guglielmo Lützenkirchen

Una nota per la biografia di Alessandro Angelini

Epigrafe commemorativa del 50° anniversario dell’istituzione inFerentino della Società Operaia di Mutuo Soccorso [Ferentino, Palazzogià De Cesaris ora Consolare].

Page 4: Edito dalla PRO-LOCO

“Per quanto tutti conosconoqual’arduo compito sia, il volersiaccingere a dettare una vera ecompleta storia Municipale; ed iocertamente avrei dovuto desisteredal tentarlo, se un accorato ordi-namento di notizie e lungo studio,pazienti ricerche di documenti econsultazioni necessarie, non miavessero guidato ad un risultatoalmeno soddisfacente, così si ènell’intendimento di narrare lastoria di Ferentino, ma facendocapo e tesoro di ogni qualunquefutile e pregevole attributo deimoderni studi.

Poche sono le città e paesi co-me Ferentino e della stessa regio-ne che vantano l’impronta tutt’orapalpabile della veneranda età prei-storica, rispetto alle reliquie delleportentose mura ciclopiche; così,poche pur sono le opere scritte daaltri sul tal riguardo, per poternefare affidamento sulla reciprocasintesi di storia antica, special-mente per l’origine, tra questa no-stra città, con altre rispettabilissi-me ad essa vicine.

Pur tuttavia, sebbene è di ne-cessità, ritenere difficile studio ilseguire Ferentino nella sua origi-ne, perché esso, come tutte le altrecose antiche è straordinario, vienea smarrirsi nell’oscurità della leg-genda, così è ovvio osservarlonella leggenda stessa, da dove sor-ge il principio della sua storia.

Ed ora, prima di parlare con irisultati almeno soddisfacenti cir-ca l’origine della nostra patria, edei nostri progenitori, ed onde nonurtare nei pareri della scuola bibli-ca,della celtica e di tante altre…

Sebbene per la verità, ma tut-te velate dalla leggenda, dalla mi-tologia, dalla favola, trovo espe-diente scrutare senz’altro lememorie sull’origine di Ferentino,redatte in manoscritti nei decorsisecoli da Carlo Stefani, Ambro-gio Cialino, Francesco Simbolottie Arcangelo da Cori; molto piùperché notorio, che altri scrittoriimprendendo a far cenni storici diquesta nostra città, tutti più omeno si sono riscontrati coinvoltied impressionati nella stessa cre-denza dei fatti sull’origine di Fe-rentino.

Si comprende ed è pur vero,che tali scrittori, rovistando nel-l’oscurità interminabile di tempo ifasti di età remotissime, ed anchemaggiormente confusi dal fasci-no, che esercitarono nelle mentimedioevali tutte le cose straordi-narie, non deve recar meravigliase nei loro scritti leggendari pri-meggia seriamente la mitologia,per indi dedurre, che la favola hasteso il suo fitto velo anche sull’o-rigine di Ferentino.

Però con giustizia devo asse-rire, che se tali manoscritti, pervarie cause e per varie parti si ri-scontrano censurabili in difetto di

tali colpe, è pure una verità il do-verli dire imparziali e competentiin materia, nei tanti altri fatti sto-riografati; che anzi quasi per inte-ro è dovuto alla diligenza e co-stanza dello studio dei loro autori,il poter oggi basare definitivamen-te per la compilazione di una isto-ria.

Intanto ora seguiamo con or-dine la leggenda dei due primiscrittori, Stefani e Cialino, perquanto è in loro credenza circa iprimi popoli e fondazione di que-sta nostra città, che pur anche inmezzo al favoloso, possono averequalcosa di interessante e di vero.

Nel suo cenno storico, il Cia-lino facendo seguito agli scritti diCarlo Stefani, viene a trattare diFerentino situato nella quarta re-gione d’Italia denominata antica-mente Lazio, ora Campagna diRoma. (A fine pagina è riportato:“I manoscritti originali dei citatiscrittori si conservano nella Tipo-grafia Bono. Esistono pure dellecopie presso le varie famiglie del-la città, ma tutte o incomplete otravisate”).

Dopo aver fatto le lodi perl’ubertosità, per l’estensione edettagliata la divisione della pro-vincia, ci dice, che questa provin-cia prese il nome della prima cittàedificata da Saturno Lazio, in me-moria della fuga, che egli fece

dall’Armenia per scampare dallemani di Nembrot o Delo eNino:indi coll’autorità di IsidoroVescovo Sepralenza, Papia, conSaga ed altri, ingiunge, che il La-zio così chiamato da esso Saturnodal suo nascondimento, per deri-vazione del verbo latet, latebat,che sta per nascondersi.

Detta provincia per qualchetempo fu pure chiamata Saturnia,da un’altra città quivi edificata daSaturno. Come pure è parere ditaluni autori, che questo nome diLazio lo prendesse da Latino Re, eche indi in poi i popoli Aborigenifossero nominati latini.

Coll’autorità del Chircheri, diClemente Aless. Di Cornelio a La-pide, del Beroso, di S. Agostino edel S. Genesi, ci spiega la divisio-ne fatta da Noè ai suoi figli, la per-versità di Cham, non ché la neces-sità di esso genitore diallontanarlo, per venire nella re-gione d’Italia, dagli Ebrei chiama-ti Kittin, e dai latini latium. Ci di-ce pure, che la prima cittàedificata da Noè nel Lazio fu Gia-nicolo dal nome di esso Noè, de-nominato Giano, per l’uso del vi-no, che egli ritrovò dalla voceebraica Jaia o Caldea Jaino: chealtri lo nominarono Enotrio daOenotrum l’istesso che Janug: al-tri Saturno ossia propagatore delgenere umano. Infine i nipoti e

tutti i discendenti da lui, e gli stes-si coabitanti furono nomati Giani-coli, i quali dopo qualche tempofurono detti Sicani dal duce Se-gan.

Che in seguito dalla Caldeavennero gli Umbri tutti dipenden-ti dai figli di Noè, chiamati dallafavola Ab imbribus, perché solirestarono immuni dal diluvio: ov-vero col Beroso, dalla regione Im-bri dove abitarono. Dopo gli Um-bri furono nel Lazio gli Entri, cosìdetti da Entro ovvero perché di-scesero da Noè, oppure con Dio-nisio Alicarnasso così chiamati,da Entro figliolo di Licaone, ilquale condussegli dall’Arcadia,da quella parte detta Acaja, nelLazio, circa la sesta decima etàdella distribuzione di Troia. DettiArcadi o Entri vennero chiamatiAborigeni, idest’aberrantes, et va-gantes: con altri autori così chia-mati ab origine quorum posterum,per essere eglino stati l’origine deipopoli d’Italia.

Abitarono questi aborrigininel Lazio coi Sicani ed Umbri,tutti comunemente chiamati Gia-nicoli; anzi, come alcuni voglio-no, fossero un sol popolo: che sor-tissero tal diversità di nomi dalloro duce. Questi uomini viveva-no circa l’anno del mondo 2400, edopo il diluvio 170. Che infine es-si discacciarono i Sicani e gli Um-bri dal Lazio, ritenendo il dominioed il nome di Aborrigini fino altempo di Latino Re del Lazio, e daesso furono chiamati latini.

Ci far pur comprendere Ciali-no, coll’autorità del Beroso, cheun tal Sabazio Saga detto Saturno,perseguitato da Nino figlio di Be-lo venne in Italia, e che esso Sa-turno fosse lo stesso Jafet figlio diNoè. Che anzi quanto si è narratodi Noè chiamato Jano, Enotro eSaturno; di Jafet, detto anche Sa-turno di Cham nomato Giove Egi-ziaco; di Belo similmente, GioveArmeno, ha dato occasione aglistorici di gran confusione equivo-cazione ed oscurità nei loro nomi,prendendo talora l’un per l’altro,come è stato più a proposito loronell’istoria ed ai poeti molta l’i-bertà e licenza nel fingere; don-d’anche e nata la falsa progeniedegli Dei.

Indi, da questo che si è dettodel parere di Beroso, che SabazioSaga detto Saturno fuggendo lapersecuzione di Nino, se ne venis-se in Italia, ove fu ricevuto da suopadre Giano, si deduce evidente-mente, che esso Beroso tenesseopinione, che Noè oltre i tre fi-glioli Sem, Cham, Jafet, generatiavanti il diluvio ne generasserodopo, degli altri, e tra essi fossequesto Sabazio Saga.

Che in questo anche il P. Ter-mine nel lib:2 nar: 21, è dell’istes-so stessa opinione, mentre dice,che Crano figlio di Noè succedes-

se Re nell’Italia, dopo la morte diesso Noè suo padre. Però, il Ciali-no ingiunge, che questo è control’autorità del sacro Genesi c.g.ove dicesi, che evant ergo filj NoèSem, Cham, Jafet: tres isti filijsunt Noè, et ab his disseminatumest omne genus hominum superuniversam terram. Così, che seNoè non ebbe altri figlioli cheSem, Cham, Jafet, si deve neces-sariamente affermare, che quelSabazio Saga, detto Saturno, ilquale a detta del Beroso venne inItalia, e quel Crano secondo il P.Termine, che successe al suo pa-dre Noè nel regno d’Italia, fossenon altri che Jafet.

Finalmente il detto scrittorenelle sue memorie manoscritte, ri-epilogando e confortando con in-diziarie e fantastiche assertive laveridicità delle prime due cittàedificate di Lazio e Saturnia, con-clude, che Jafet detto Sabazio Sa-ga o Saturno edificasse la terzacittà denominandola Ferentino,Ferentinum, secondo la sua etimo-logia aferendo fertilitatem; essen-do il suo territorio molto fertile,fecondo ed abbondante di frumen-ti, biade, frutti ed ogn’altra cosanecessaria al vivere umano.

Quindi fu data alla città di Fe-rentino, forse dallo stesso Saturno,per impresa, o arma un giglio, peressere questo fiore geroglificodella fertilità ed abbondanza, pro-ducendo nella radice cinquantagermogli, come dice Plinio li. 2: c.5: nichel fecuordinj una radicequinquegenos prilleus bulbos: op-pure gli diede per impresa il giglioper alludere alla superiorità, pre-minenza, ed eccellenza, che tene-va allora la città di Ferentino, so-pra le altre città, siccome la tieneil giglio sopra gli altri fiori: comedisse il med.mo Plinio = Nulli fo-rum excelsitas super greditur om-nes =.

Così, descrivendola edificatavicino la strada latina, ingiunge;che fu popolata di 12.000 abitanti:ne enumera i tanti privilegi godutiper l’amenità del sito, per l’indu-stria, per il commercio, per il pro-gresso, per la gloria delle arminella dominazione dei Pelasgi,degli Etruschi, dei Volsci, degliErnici, dei Latini e dei Romani:non che infine, viene pure ad enu-merare e descrivere le tante fatali-tà ed eccidi incorsi che la ridusse-ro allo stato deplorevole cui oradetta città si rimira.

Fin qui, la memoria leggen-daria del Cialino, facendo seguitoagli scritti del dottor Carlo Stefa-ni, circa l’origine di Ferentino edei suoi primi abitatori.

Gli altri due scrittori, Simbo-lotti e Da Cori, sul più e sul menoconcordano con i primi, nelle ri-cerche e pareri della scuola bibli-ca, ma si ritrovano ribelli e ripu-gnanti nel dover ammettere lafavolosa credenza di Noè per il ReJiano, e Jafet per Sabazio Saga oSaturno. Essi confutando ciò, siinducono e limitano a pronostica-re coll’autorità di Plinio che un talFalerno fosse il fondatore di Fe-rentino, adducendo il testo deld. ° autore, che al capo 5 del terzolibro, dopo di aver detto che daDardano Troiano sono nati Cora-li e certi altri popoli, soggiunge,che da Falerno i Frosinati e Fe-rentinati, i Frigellani i Frignati, iFabraterni ed altri, onde par, cheegli venga con ciò a denotare cheda Falerno è derivato il popolo ela città di Ferentino, però chi fus-se questo Falerno non viene di-chiarato ne da Plinio ne da altriscrittori.

PARTE PRIMA

Capitolo I

Origine leggendaria di Ferentino

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Nella primavera del 1985, venti anni orsono, la Pro Loco di Ferentino richiese ed ottenne dalla Biblioteca Apostoli-ca Vaticana una copia di un manoscritto sulla storia di Ferentino, “illustrata e narrata” da Giacomo Bono. In questi gior-ni mi è capitato tra le mani questo pregevole lavoro, ritengo di fare cosa gradita ai nostri appassionati lettori proporne, apuntate, il suo prezioso contenuto.

Il Presidente Luigi Sonni

Un aspetto delle portentose mura ciclopiche [Porta Pentagonale]

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Indi passando alla derivazio-ne del nome di Ferentino, il DaCori concorde con il Simbolotti,dopo aver ragionato sulla costan-te invariabilità del nome di Fe-rentinum, perché così semprechiamato da Livio, Strabone,Marco Ponzio Catone, Beroso,Cajo Sempronio, Quinto FabioPretore, Senofonte, Silvio, Sveto-nio, Biondo, Ugelli, Clavelli, fi-nalmente conclude salvaguardan-do ogni dubio con il seguentecenno: = il nome di Ferentino vo-gliono alcuni scrittori, che pren-desse questa città dalla fertilità edall’abbondanza che suole appor-tare il suo territorio, onde secon-do loro Ferentino vien detta “Fe-rendo fertilitatem”. = Circa lafondazione varie cose si trovanodette da autori meno accreditati:imperocché, chi ha detto che lacittà di Ferentino la fondasse Gia-fetto, figliuolo di Noè, chi, la fab-bricasse Sabazio Saba nominatoSaturno per esser Sacerdote: maqueste opinioni hanno del favolo-so: perocché suppongono cheNoè venisse in Italia e ne fosse ilprimo Re detto Giano e che di poivenisse Giafetto, e divenisse se-condo Re nominato Saturno. Nel-la piccola storia intitolata “Origi-ne della gente romana”, raccoltada vari autori antichi ed aggiuntaal I tomo di Dionisio Alicarnasso,dell’Egidi di Lippi: del 1691 silegge, non vi ha dubbio, che ilprimo Re d’Italia fosse Giano,benché per l’Italia si debba inten-dere quella parte che fu detta La-zio, il secondo Saturno, il terzoPico, il quarto Fauno, il quintoLatino a cui successe EusebioCesariense nel suo Cronico lib: 1:p. 19 e lib: 2 p. 93, non fu più di150 anni circa prima della distru-zione di Troia, che accadde se-condo il calcolo dello stesso Eu-sebio 1730 anni circa dopo ildiluvio = .

Tale l’origine leggendaria diFerentino lasciataci dal citatiscrittori. Riguardo al nome di Fe-rentino ed all’insegna del giglio,tratteremo in apposito capitolo,l’opinione basata per lomeno allapiù soddisfacente versione.

Rispetto alla critica è super-fluo qui ricordare, per quanto daimoderni siano state vagliate taliasserzioni favolose: soltanto bastinotare, che la verità è di doverlecredere, il parto di erudizione diautori, i quali non fanno capo daoltre il decorso secolo. Pregevo-lissimi scrittori oggi, escludendoe riandando su tali credenze, ap-pena si limitano a chiamarle anti-che tradizioni.

Lo stesso valga per la leg-genda del biblico Saturno che co-me si è visto, dal Cialino, Simbo-lotti, e Da Cori, si ritenne per ilfondatore di Ferentino e di altrecittà. Certamente essi, facendoseguito alle gratuite assertive ditanti autori, loro contemporaneicome il Clavelli, il Tauleri, il Co-ronelli, il Beroso, il Tauli ed altritanti, tutti intenti nel XVIII seco-lo a propagare e far prevalere unasimile opinione. Anzi nella metàdel corrente secolo, venne purel’illustre scrittrice M. Dionigi, adare maggiore diffusione col li-bro illustrato delle “città fondateda Re Saturno”.

Trovo inutile qui fermarsi aconfutare l’ipotesi, perché oramaiaccertata la sua falsità. I risultatiottenuti oggi dagli studio etno-grafici, stanno a far ragione ditanto.

(segue nel prossimo numero)

Quest’anno la nostra glorio-sa scuola ha avuto la brillanteidea di pubblicare un calendario.A differenza degli altri in circo-lazione, però, questo non presen-ta nudi “artistici”, ma la riprodu-zione di una medaglia coniataper celebrare un nostro illustreconcittadino: Martino Filetico(XV secolo). E’ proprio lui: Mar-tino Filetico, il titolare della no-stra scuola, rappresentato nelmomento più alto della sua vita,quando fu incoronato poeta inCampidoglio. Ora che abbiamovisto la sua effigie, Martino nonè più soltanto un nome! Poi ab-biamo anche saputo la sua storiae per l’opera da lui svolta deverappresentare ancora oggi un ra-ro e prezioso esempio di altrui-smo e dedizione verso la propriaterra d’origine. Fu, infatti, fonda-tore a proprie spese di una glo-riosa e antichissima istituzionescolastica a Ferentino (nel 1483),

a vantaggio dei ragazzi poveri,che altrimenti non si sarebberopotuti permettere una adeguataistruzione. Martino Filetico fu in-signe umanista e letterato; comeistitutore o insegnante fu chia-mato un po’ in tutta Italia. Ebberapporti e relazioni di studio contutti i grandi umanisti del suotempo e fu primo insegnante dilatino e greco allo Studium Urbisdi Roma.

Stabilì per testamento chegran parte delle rendite derivantidai suoi beni dovevano servire almantenimento della scuola di Fe-rentino. Martino Filetico con lasua liberalità può ben assomi-gliare al pellicano che dà le suecarni in cibo ai figli, così come sivede nel recto della medagliacommemorativa. Un vero Mae-stro dona la vita ai suoi discepolie li nutre con il suo sapere.

L’altro simbolo presente sulcalendario 2005 è il “giglio” o

per meglio dire in linguag-gio araldico il giaggiolo diFerentino, stemma del Co-mune. La sua origine è adoggi ignota: forse è legataper analogia all’assonanzadel nome Ferentino con“Fiorentino”; forse può es-sere stato introdotto a Fe-rentino nel 1100 dalla nobi-le famiglia Montelongo(parenti di Innocenzo III).

Il colore dello stemma,a dispetto degli striscioniultrà che vediamo allo sta-dio, non è amaranto, bensìrosso cremisi. Il colore cre-misi è un rosso vivissimocome quello delle mozzettedei cardinali.

Un semplicissimo ca-lendario ci ha fatto fare tante ri-flessioni e ci ha fatto conosceremeglio la storia del nostro paese.Abbiamo preso, poi, insegna-mento dal motto che accompa-

gna lo stemma: Det tibi florereChristi potentia vere. Così ci sen-

tiamo impegnati a “fiorire” robu-sti nella forza, nell’impegno enella virtù.

Luca Addesse, Giuseppe PatriziClasse I A

Dal giornale studentesco dell’Istituto Istruzione Superiore “Martino Filetico” Ferentino 10 gennaio 2005 numero 4 riportiano:

IL CALENDARIO DI

Martino Filetico

Sabato 29 gennaio 2005 èstata inaugurata la sede dellaC.R.I. FERENTINO, sita in ViaIerone, tel. 0775395645 - fax0775240401.

L’impegno e la costanza nelvoler avere anche a Ferentino unaunità della Croce Rossa Italianahanno premiato finalmente i 10volontari del soccorso, ed in par-ticolar modo l’Ispettore Provin-

ciale dei Volontari Stefano Sistiche con la sua tenacia è riuscitonell’intento durante l’anno 2001.

I componenti il gruppo di Fe-rentino già costituito sono: AnnaAntonucci (Anagni) – AlbertoAuricchio (Frosinone) – FabioCervini (Frosinone) – e DanielaCaliciotti, Sandrina D’Agostini,Vincenzo Fortunato, Oscar Isopi,Federico Piras, Fiorenza Signoree Pietro Valeri, questi ultimi tuttidi Ferentino.

L’ispettore Stefano Sisti allacostituzione del gruppo di Feren-tino, in attesa di arrivare alle ele-zioni dell’ispettore del gruppo,nominò provvisoriamente il re-sponsabile nella persona di PietroValeri, il quale è rimasto in caricafino al 30 giugno 2002 quando fueletto in data 1 luglio 2002 l’i-spettore del gruppo volontari delSoccorso Vincenzo Fortunato, ri-

confermato poi in data 1 luglio2004 e tutt’ora in carica.

Il 12 aprile 2002 iniziò uncorso di reclutamento di volonta-ri del Soccorso che fu svoltopresso la sala riunioni della par-rocchia di Santa Maria Maggiore,cortesemente messa a disposizio-ne dal parroco don Luigi De Ca-stris; il gruppo dei volontari in-crementò il numero dei sociarrivando a quota 55.

Dal mese di luglio 2003 il

gruppo di Ferentino ha in dota-zione una ambulanza messa a dis-posizione dal Comitato di Frosi-none. Oggi, dopo che il Comuneha assegnato i locali e con l’im-pegno dei Volontari e dei tantisponsor che hanno collaboratoper la sistemazione, ha anche unasede operativa.

Attualmente il gruppo contauna presenza di 50 soci, ma tanti

cittadini, visto i servizi che sivanno a svolgere chiedono cosabisogna fare per entrare in CroceRossa. Pertanto subito dopo l’i-naugurazione della nuova sede, eprecisamente entro il mese dimarzo 2005 avrà inizio un nuovocorso di reclutamento, al qualepotranno iscriversi i cittadini in-teressati a diventare Volontari diCroce Rossa Italiana.

Le principali attività che ivolontari della C.R.I. andranno a

svolgere saranno le seguenti: – prestare la propria assistenza al-le fascie più deboli della popola-zione; – servizio socio-assistenziali; – trasporto infermi; – protezione civile.

Si prefigge per il futuro an-che l’eventuale collaborazionecon il servizio 118 locale in casodi emergenze.

Un ringraziamento va ai me-dici locali che, oltre a svolgere lelezioni per il corso di reclutamen-to, hanno anche aderito in qualitàdi volontari del soccorso all’unitàCRI di Ferentino ed in particolarmodo al dr. Gabriele Neroni ed aldr. Antonino Ruta; un particolareringraziamento è dovuto al dr.Umberto Marsecane, anch’egli diFerentino, ma che per motivi dilavoro collabora con il gruppo deiVolontari del Soccorso del Co-mune di Paliano e che per il cor-so svolto dell’anno 2002 a Feren-tino fu nominato direttore delCorso.

Un grazie di cuore anche aimonitori di Frosinone, anche lorohanno tanto contributo alla cre-scita di questo gruppo; è dovero-so ringraziare tutti gli sponsor,senza il loro contributo forse nonsaremmo riusciti nell’intento.

Doveroso ringraziamento al-le autorità intervenute alla gior-nata inaugurale e ai commercian-ti che hanno offerto i prodotti peril rinfresco e l’abbellimento dellasede.

Croce Rossa ItalianaL’Ispettore di Gruppo

di FerentinoVincenzo Fortunato

CCROCEROCE RROSSAOSSA IITALIANATALIANA

Lisippo, Medaglia di Martino Filetico(Hill, N° 789)

CROCE ROSSA ITALIANA — Volontari del soccorso

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La Pro Loco di Ferentino,che ormai da anni si occupadell’apertura dei monumentidella nostra città, vuol far co-noscere ai lettori dell’afflussodi turisti nel corso dell’anno2004.

I monumenti di riferimen-to sono la “suggestiva” Chiesadi Santa Maria Maggiore,l’“affascinante” Duomo intito-lato ai Santi Giovanni e Paoloe l’“imponente” Mercato Ro-mano Coperto; questi sono treemblemi della città, nonché ri-conosciuti Monumenti Nazio-nali, come si può riscontrare suqualsiasi guida.

Oltre ai tre monumenti diriferimento i turisti hanno po-tuto ammirare le numerose te-stimonianze storiche di Feren-tino, e le Chiese di SantaLucia, San Pancrazio e il Crip-toportico (meglio conosciutocome Carceri di Sant’Ambro-gio).

Comunque il monumentopiù gettonato è stato il Duomo.Un complimento è dovuto alleragazze che se ne sono occupa-te e che hanno lavorato moltobene, anche fuori i periodi e gliorari previsti, dando così allaPro Loco la possibilità di regi-strare un maggior numero dicontatti.

Con la collaborazione divolontari e dei ragazzi del Ser-vizio Civile Nazionale, la ProLoco è riuscita a dare la possi-bilità a circa 9.300 turisti di vi-sitare questi preziosi tesori,

senza considerare tutte le per-sone che non sono state regi-strate, perché venute fuori del-l’orario d’apertura oaddirittura in periodi in cui imonumenti erano del tuttochiusi.

I volontari fanno del loromeglio, ma non riescono anco-ra a coprire tutto l’anno, sia permotivi climatici, sia per motivifinanziari; i ragazzi ricevono,in cambio del loro tempo, unpiccolissimo rimborso spese.

La nostra città ha accoltopersone provenienti dai postipiù disparati: grandi città e re-lative province, dal Lazio (cir-ca 2.500 presenze) e dal restod’Italia (circa 6.100), ma an-che un buona parte dall’estero(circa 700).

Quel che meraviglia eonora la città è che Roma, lacapitale, risulta la città più in-teressata a Ferentino, con piùdi 1.500 presenze, senza consi-derare la provincia romana.

E’ proprio sul turismo lo-cale che si sta puntando a livel-lo provinciale, quindi siamoorgogliosi di rispondere a que-sta aspettativa.

Un augurio che il 2005 ciporti ancora più persone e cifaccia conoscere in tutto ilmondo.

Buon lavoro alla Pro Locoe soprattutto allo staff addettoall’apertura dei monumenti.

Viviana Liberatori del Servizio Civile

Nazionale di Volontariato

Monitoraggio delflusso turistico

nel 20042004

TOTALE CONTATTIPROVENIENZA ESTERO PROVENIENZA LAZIO PROVENIENZA RESTO d’ITALIA

MERCATO

3.620177723

2.720

DUOMO

7.342572

2.0894.681

S. MARIA M.

2.935221677

2.037

REALI CONTATTI RICAVATI DAL CONFRONTO DEI TRE MONUMENTITOTALE CONTATTIPROVENIENZA ESTERO PROVENIENZA LAZIO PROVENIENZA RESTO D’ITALIA

9.208621

2.4496.138

Erano oltre trecento gli an-ziani che domenica 6 febbraio2005 hanno partecipato allaGiornata che annual-mente dedica loro la ProLoco, e che si svolgenell’immenso salonedel Ristorante “Il Giar-dino”.

Una presenza mas-siccia che per il diciot-tesimo anno consecuti-vo, ha dato la possibilitàagli “over 65” di tra-scorrere una intera gior-nata in compagnia deivecchi amici, quelli chenon si incontravano piùda tanti anni, e di nuoveconoscenze alle qualidare appuntamento, ma-gari per il prossimo an-no.

Tante storie e ricor-di rievocati dai nonni diFerentino, soddisfatti di una fe-sta che li rende assoluti protago-

nisti per il giorno. L’iniziativa, alla sua XVIII

edizione, è stata come sempre

promossa dalla Pro Loco e dalComune di Ferentino con il pa-

trocinio della Regione Lazio,della Amministrazione Provin-ciale, dell’Azienda di Promozio-

ne Turistica e dal ComitatoU.N.P.L.I. di Frosinone.

Numerosi partners per unafesta che vuole dare agli anzianil’opportunità di riscoprirsi utili eattivati nella società.

Erano presenti alla giornata,oltre agli invitati, il sindaco Pier-gianni Fiorletta, il vice sindacoAnna Coppotelli e l’assessoreprovinciale alle Politiche Socia-li, Francesco Giorgi, il presiden-te e il vice presidente della ProLoco, Sonni e Ludovici, i consi-glieri Virgili, Bruscoli, Marinellie Affinati, infine il presidenteonorario A. Tribioli.

Al termine della messa, offi-ciata da monsignor Nino Di Ste-fano, rettore del Seminario Ve-scovile e parroco di SanValentino, la folta compagnia siè sistemata a tavola per gustare ilconsueto pranzo, in cui si sonoalternati piatti tipici della tradi-zione locale.

“Ogni anno riceviamo dal-l’entusiasmo dei partecipanti laprova di quanto questo appunta-mento sia atteso dagli anziani –ha commentato il presidente del-la Pro Loco Luigi Sonni – gli in-viti spediti quest’anno sono stati650 per 1200 persone, ed hannoraggiunto ben 67 tra strade, vi-coli e piazze della città, perchél’intenzione è quella di estende-re questa iniziativa a tutti gli ul-tra sessantacinquenni del nostrocomune”.

Successo confermato, dun-que, e come ormai da tradizionedella Giornata dell’Anziano, nelcorso della giornata sono statiassegnati gli attestati di matri-monio e le medaglie d’oro a trecoppie di concittadini che que-st’anno festeggiano un “record”di anni trascorsi assieme: CesareCaliciotti e Pia Valeri, con i loro63 anni di matrimonio, GiuseppeMarocco e Giuseppa Pennac-chia, Guerino Marra e TeresaCellitti che tagliano il traguardodi 64 anni di matrimonio.

Cristina Iori

Grande Festa degli AnzianiUn appuntamento che si ripete da anni

Ninna . . . NannaPizz’ttìgli begli d’mamma

fàtt’ la ninna, fatt’ la nanna, fàtt’ la ninna, fatt’ la tù

mamma t’accàtta, gli zù-cu-tu-zù-Gli zù-cu-tu-zu. Ch’i i ciùfalitt,’

Fàtt’la nanna, begli cillitt’-Sì ttù t’addormi, t’ fa, la ninna…Mamma, d’apo’, t’ dà la zinna,

it’lla dà, sènza brùuoggna mamma, sunà, t’ fà la zàmpoggna -

Mamma, gl’abbràccia, mamma gl’allìscia, mamma gli bbàcia’ndo’ fa lla pìscia; mamma gli bbàcia ‘ndo’ fà la cacca,

mamma gli tè ‘n’ figli d’uàcca - Zitt’,n’n piàgni, sù, fa gli bràu,

Sìnno’ uè jècch’gli bàu bàu, i tt’ ss’ màggna cù nn’ uoccòn’

sì n’n t’addormi, figliùcci bbon’ - * * *

Pizz’ttìgli begli d’mammaFàtt’ la ninna, fàtt’ la nanna,

fàtt’ la ninna, fattélla, sù,mamm’a ‘ndrùntàtt’ nci lla fà più -

Ninna ho - Ninna ho, sì mo n’t’addormi t’ dònch’ … tòttò! … tò-ttò!

Giuseppe Palombo Ferentino

FESTA DEGLI ANZIANI

Lettori, indovinate dove siamo ?…Questa foto denuncia lo stato di abbandono della nostra città.Purtroppo questo è l’ingresso di Ferentino, zona San Nicola,

presso il civico 280 della strada Casilina.Da oltre cinquant’anni la “Macèra” di contenimento del terreno

è tutta “sbracata” e nessuna delle Amministrazioni Comunali, succe-dutesi al governo della nostra città, ha mai richiamato i proprietaridei terreni soprastanti affinché ponessero riparo a questo spettacoloindecente…

l’Ulivo della Pace“Voi avete ancora biso-

gno di me. Di poco di me,ma ne avete bisogno.

D’un rametto appena,forse, ma che evochi in

voi il salvataggio inextremis, per cui siete

scampati al nulla, al BigBang, come oggi dite, cheavrebbe annullato, prima

ancora che esistesse, laintera realtà creata dalCreatore per l’uomo”.

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Nastro celeste in casa Danilo Mastrangeli e PatriziaFrezza per l’arrivo del primogenito PIETRO EMA-NUEL, un vispo bimbo venuto a rallegrare la casa perl’infinita felicità dei genitori e dei nonni, Vittorio Ma-strangeli e Iole Musa, sostenitrice di “Frintinu me…” diPietro Frezza e Teresa Rosa.

A tutti giungano le infinite felicitazioni della nostraAssociazione e un caldo benvenuto tra di noi al piccoloPietro Emanuel.

Grande gioia nella casa di Catia Nalci e Franco Car-darilli per l’arrivo della cicogna che ha portato una bel-la bimba dal nome EMANUELA.

All’immensa felicità dei genitori si è aggiunta quelladei nonni, di Luciano Nalci, sostenitore di questo perio-dico, di sua moglie Lidia Musa, di Luigi Cardarilli eMaria Emanuele, mentre tantissima gioia è stata ester-nata dalla bisnonna Domenica Polletta di 84 anni, che havisto arrivare quasi contemporaneamente due pronipo-ti, prima con Pietro Emanuel e poi con Emanuela.

Ai genitori, ai nonni ed alla bisnonna giungano le fe-licitazioni della nostra Associazione che da anche il ben-venuto ad Emanuela.

La cicogna ha portato un bel bimbo, dal nomeEDOARDO, a rallegrare la casa di Mirko Incelli e PaolaTonachella con grande gioia anche da parte dei nonni,Bruno Incelli ed Angela Affinati, del nostro socio MarioTonacella ed Anna Maria Pignatelli.

Ai raggianti genitori ed ai nonni vanno le felicitazio-ni della nostra Associazione, mentre la Pro Loco e la Di-rezione di “Frintinu me…” danno il benvenuto tra di noiad Edoardo.

Dopo il nastro rosa è arrivato quello celeste anche incasa di Giancarlo Cialone e Roberta Reali, infatti la cico-gna ha portato un bel maschietto chiamato GUGLIEL-MO, venuto a rallegrare e fare compagnia alla piccolasorellina Ludovica.

All’infinita gioia dei genitori si è unita anche quelladei nonni, dei nostri soci Gugliemo Cialone e GiulianaTribioli, di Paolo Reali e Fiorella Fiorelli nonché quellaparticolare dei bisnonni, del nostro Presidente OnorarioAlberto Triboli e dei coniugi Roberto e Italia Fiorelli.

La Pro Loco e la direzione di “Frintinu me“ invianovivissimi auguri ai raggianti genitori, ai nonni e bisnon-ni mentre al piccolo Guglielmo va un particolare salutodi benvenuto tra di noi.

La cicogna è arrivata anche in casa di Alessandro DeCesaris e Fiorella Cellitti, e ha portato una graziosa bim-ba dal nome REBECCA e tantissima felicità ai genitori.Anche i nonni, Maurizio De Cesaris e Clara Tofarelli, ilnostro socio Filippo e Bianca Cellitti, hanno festeggiatol’arrivo della nipotina.

Ai genitori e ai nonni, la Pro Loco e la direzione di“Frintinu me…” inviano tanti auguri, mentre a Rebeccava un caloroso benvenuto tra di noi.

L’intimità della casa di Mauro Polletta e Laura Pro-feta è stata allietata dall’arrivo della cicogna che ha por-tato una vispa e bella bambina dal nome MARTA.

Alla tantissima gioia dei raggianti genitori si è unitaanche quella dei nonni, dei nostri soci Pietro e Lucia Pol-letta, Vittorio e Ada Profeta.

A tutti giungano le infinite felicitazioni della Pro Lo-co e della direzione di “Frintinu me…”, con un caldobenvenuto tra di noi alla piccola Marta.

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Nozze

Sabato 15 gennaio2005, nella Chiesa diSant’Antonio Abate,che fu primo sepolcrodi Papa Celestino V,don Fabio Fanisio haunito in matrimonioMarco DATTI e Micae-la CRISTOFANILLI.

Testimoni delle noz-ze sono stati, OresteDatti, fratello dello spo-so e nostro socio, Gio-vanni Mastrangeli eFrancesco Noce per losposo, mentre per lasposa, Monia Cristofa-nilli, Samantha Coppo-telli e Laura De Ale-scandr i s . I gen i tor idella sposa sono Vin-cenzo Cristofanilli eGiuseppina Ludovici,mentre Pietro Datti è ilpadre dello sposo. Aglisposi, ai loro genitori,giungano le felicitazio-ni della nostra Associa-zione.

Lauree

Presso l’Università degliStudi di Roma “Tor Vergata”,nella facoltà di Ingegneria si èbrillantemente laureato il gio-vane Alessandro CANINIamato figliolo dello scompar-so Luigi e di Maria Di Mario.Questa la sua tesi di Laurea inIngegneria delle Telecomuni-cazioni: “Verifica sperimenta-le della validità di meccanismiper il controllo della FairnessTPC in reti Wlan”, relatore ilProf. Nicola Blefari Melazzi,correlatore l’ing. AlessandroOrdine. Alle grandi felicita-zioni della madre, della sorel-la e dei parenti, si aggiungonoper Alessandro i complimentivivissimi della nostra associa-zione.

Presso l’Università “LaSapienza” di Roma, ha conse-guito la laurea in Giurispru-denza con il voto 91/110, ilgiovane Alfredo BIZZARRI,nipote della nostra iscritta IoleSisti, e figlio di MarialisaLembo. Il neo dottore ha dis-cusso una tesi di laurea moltoimpegnativa dal titolo: “Bica-

meralismo e Stato Federale”,relatore il prof. GiovanniBianco, correlatore il prof.Augusto Cerri.

Il giovane inoltre ha volu-to dedicare la fine dei suoi stu-di a tutta la famiglia, dalla pic-cola nipotina Asia, alcompianto e mai dimenticatopapà Lillo.

Alla grande gioia dellamadre, della nonna e dei pa-renti, partecipa anche la nostraAssociazione, con l’invio difelicitazioni ad Alfredo.

Presso l’Università “LaSapienza” di Roma, si è bril-lantemente laureata in Econo-mia e Commercio, la giovaneStefania ANGELISANTI,che ha discusso la tesi in“Scienze delle Finanze” otte-nendo la votazione 110/110.Relatore il chiar.mo prof. Ma-rio Leccisotti.

I genitori Mario e PinaCiuffarella sostenitori di que-sto periodico, la sorella ed ilfidanzato esprimono la lorogrande soddisfazione. Anchela Pro Loco e la direzione di“Frintinu me…” si compli-mentano vivamente con la neodottoressa Stefania.

* * *

* * *

Si è svolta brillantemente la“Serata Dialettale Ciociara”giunta alla XV edizione, orga-nizzata come sempre dalla ProLoco in collaborazione con ilComune, sotto il patrocinio del-la Regione Lazio, dell’Ammini-strazione Provinciale, dell’A-zienda di Promozione Turisticae dell’UNPLI Comitato Provin-ciale di Frosinone.

Martedì 28 dicembre 2004,l’Aula consiliare del Comune diFerentino ancora una volta èstata salutata dalle “VOCI” tra-dizionali ancora in uso nei cen-tri della Ciociara. A farle ri-echeggiare sono stati i cultoridel vernacolo ciociaro, i qualihanno declamato due liriche“pro capite” tra gli applausi e lagioia del numeroso pubblicopresente. Il via alla serata è sta-to dato dal presidente della ProLoco cittadina, nonché presi-dente provinciale e vice presi-dente delle Pro Loco del Lazio,Luigi Sonni, il quale tra l’altroha posto in evidenza la recenteLegge del Consiglio della Re-gione Lazio a “Tutela e valoriz-zazione dei dialetti di Roma edel Lazio”. A seguire, dopo unminuto di raccoglimento in me-moria del poeta sorano, RoccoTOLLIS recentemente scom-parso e delle vittime del disastroche ha colpito l’Asia, hannopreso la parola il sindaco di Fe-rentino dr. Piergianni Fiorletta,il direttore dell’A.P.T. di Frosi-none, dr. Luigi Russo, l’assesso-

re alla Cultura avv. AntonioPompeo. Tutti al tavolo dellapresidenza unitamente al vicepresidente Vincenzo Ludovici,ed ai soci onorari della Pro Lo-co, il dr. Paride Quadrozzi, ilprof. Tommaso Cecilia e il prof.Gioacchino Giammaria.

Concluso il rito dei saluti edei ricordi, chiamati a voce dalpresidente Sonni che ha dato

inizio alla “serata” con una liri-ca di Rocco Tollis, si sono avvi-cendati ai microfoni i seguentipoeti: Orazio Di Resta da S. An-drea del Garigliano, EraldoLombardi da Ceprano, Arman-do Mimini da Anagni, BenitaAntonucci, Luciana Pignatelli,Elvira Pignatelli, Giuseppe Pa-lombo e Maria Gattullo di Fe-rentino, Raimondo Rotondi eNisia Bianchi di Arpino, LelloPagano di Monte S. Giovanni

Campano, Porfirio Grazioli diTrevi nel Lazio, Maria Luffarel-li di Boville Ernica, GiovanniPizzutelli di Frosinone, AlfredoBarbati di Isola del Liri, DonatoMosticone di Sora, Antonio Pe-lagalli di Aquino. Diverse le as-senze fra gli abituali partecipan-ti alla serata a causa delleinclementi condizioni meteoro-logiche.

Applauditi gli interventi ca-nori delle liriche di Tollis, inter-pretate da Giorgio Fiorletta.

Emozionante l’atto di dona-zione di una targa ricordo allavedova signora Liliana Bigan-zoli. Nel corso della serata ilpresidente Sonni ha ricordato loscomparso amico ROCCO conla declamazione di alcune tra lesue più belle poesie in dialettosorano.

Pielle

SSerata dialettale CCiociara

Il sindaco Fiorletta mentre consegna la targa alla sig.a Tollis

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La Pro Loco ringrazia La Pro Loco porge un vivo ringraziamento alle sottoelen-

cate persone che, nell’occasione della pubblicazione del nume-ro scorso di questo giornale, hanno inviato all’Associazionecospicui contributi di denaro, intendendo con ciò il loro plau-so per tale iniziativa.

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Addesse Lorenzo – Valencia, VenezuelaAffinati Elpidio – FerentinoAngelisanti Mario – Ferentino Appetecchia Picchi Aurora – Ferentino Bar Franca – Ferentino Bassani Vinicio – Ferentino Bastoni Giuseppina – Roma Bellusci Ugo – Ferentino Bondatti Enzo x Belmonte Egidio – CanadaBottini Angelo – Bedford, G.B.Bottini Giuseppe, CirconvallazioneCarbone Marco – Ferentino Catracchia Pietro – Ferentino Cedrone Franco – Roma Cellitti Ambrogio – Ferentino Cellitti Americo – Latina Cellitti Luis – SpagnaCellitti Vittoria – Ferentino Ciocchetti Antonio – MessinaCiuffarella Luigi – Ferentino Ciuffarella Virgilio – Ferentino Colella Liala in Tosatti – Roma Colella Vincenzo – Ferentino Coppotelli Oreste e Luigi – Rockford Ill. USACoppotelli Rosa – Martinez, Argentina Cuppini Anna – Queen Villaene, N.Y. USAD’Ascani mons. Angelo – Ferentino De Castris don Luigi – Ferentino De Castris Luigi – Via Aia S. FrancescoDelle Chiaie Mario – Ferentino Dell’Orco Eduardo – Florida, B.A. Argentina De Santis Rosaia Anna Maria – La Spezia Di Stefano Igino – Latina Ferentino’s Pizzeria – Lake Foster Ill. USAFerraguti Franco – Gwynedd Valley, Pa. USAFiorini J. Albert – Wyomissing, Pa. USAFiorini Ottorino – North Lake Ill. USAFoglietta Giovanna – Roma Frasca Valentina – Cormano Gabrielli Luisa – Frosinone Galassi Rosa – Ferentino Giorgi Nicola – Ferentino Giorgi Valentina – Ferentino Giovannetti Tiziana – Roma Gobbo Elena – Ferentino Incelli Esterino – Ferentino Incelli padre Giuseppe – Palermo La Marra Angelomaria – Ferentino Liberati Paluzzi Lidia – Ferentino Liberatori Antonio – Casic Elmas, CagliariLuchetti Thomas – Rockford Ill. USAMancini Mario – Ferentino Mangiapelo Angelo – Ferentino Marchini Italia – Rock Fall Ill. USAMartini Basilio – Ferentino Mastrangeli Francesco – Roma Mastrangeli Luigi – Ferentino Mastrangeli Riccardo – Frosinone Mastrosanti Elpidia – MilanoMizzoni Donatella – Milano Nalci Luciano – Ferentino Onorati Ottorino – RomaPalombo Angelo – Ferentino Palombo Adriana – Ferentino Palombo Giorgio – Roma Palombo Roberto – Ferentino Picchi Gaetano – Ferentino Picchi Luciano – Ferentino Picchi Luigi – Roma Picchi Mario – Ferentino Pinelli Ennio – Ferentino Pinelli Gilda – FerentinoPodagrosi Antonia – Ferentino Podagrosi Giovanni – Marino Podagrosi Luisa – PadovaPodagrosi Ruggero – Ferentino Pompeo Tarquinio – Ferentino Pro Barbara – Pearland TX, USARiggi Glauco – Caledonia, N.Y. USARossi Giuseppe in memoria di Ubaldo e Raniero Salvatore Misonti Concetta –´Bottmingen, Bl. SuisseSalvatori Silvana – Rock Fall Ill. USASantoro Emo – Roma Santoro Potito – Roma Santurro Lelio – Velletri Savelloni Giuseppe – Velletri Savelloni Juan Franco – Rafael Castello, ArgentinaScascitelli Anna – Dynnyrne Hobart Australia Schiavi GioBatta – Ferentino Schietroma Francesco – Ferentino Segneri Palma – Ferentino Serrani Cataldi Anna – Roma Sordi Romano – Ferentino Sorteni Giulio – CartieraTiribocchi Michele – Ferentino Vivarelli Lisa – Rock Falls, Ill. USAZaccari Filomena, in memoria del marito – Ferentino

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Anno 1953 – “Gli mmascuri du ‘na vota”Savina Pro, Vittorina Segneri, Gioia Marinelli, Vanda Vittori, Anna Maria Celardi, Claudio Cellitti, CarlaSavelloni, Anna Savelloni, Rita Vittori, Maria …… Musa, Iole Musa, Maurizio Pro, Regina Pro, LucianoSegneri, Rita Ferri, Giannina Zaccari, Giuliana Savelloni, Amalia Savelloni, D’Agostini Ornella, Anna MariaD’Agostini, Adele Quattrociocchi, Lina Zaccari, Segneri Graziella, Marcella Quattrociocchi

La notizia ci è giunta con mol-to ritardo e ce ne scusiamo con gliinteressati.

Il 9 agosto 2004 è deceduto ilnostro socio Giuseppe BONDAT-TI di 74 anni, alla moglie AnnaCiavardini, al figlio Mario, nostroiscritto, alla nuora ai nipoti e pa-renti tutti giungano le condoglian-ze della nostra Associazione.

Il 20 novembre 2004 all’età di90 anni è scomparsa Rosa CAR-BONE. Ai figli Guerrino sosteni-tore di questo periodico, a Raffae-le, nostro socio, a Maria alle nuoreAntonietta e Adriana, ai nipoti eparenti, la Pro Loco e la direzionedi “Frintinu me…” formulano sen-tite condoglianze.

Il giorno 12 dicembre 2004, aCastel del Piano (PG) , dove risie-deva con la famiglia, è venuto amancare ai suoi cari FrancescoPODAGROSI sostenitore di que-sto periodico.

Alla moglie Clara Barlozzini,ai figli Paolo e Noemi, al genero edalla nuora, alla sorella Maria, aifratelli Pino nostro socio, ed Iginogiungano le sentite condoglianzedella nostra Associazione.

Il giorno 9 gennaio 2005 all’e-tà di 71 anni, è venuta a mancareall’affetto dei suoi cari MariaBIANCHI, per 38 anni stimatissi-ma dipendente presso gli uffici po-stali della Ciociaria ed in particola-re di quello di Ferentino, sua città.

Al marito Paolo Salvatori, no-stro socio, alle figlie Graziella eCarla, ai nipoti e parenti giunganole infinite condoglianze della ProLoco e della direzione di “Frintinume…”.

Lunedì 10 gennaio scorso inoccasione del 2° anniversario dellascomparsa di Giovanni Dell’O-MO, la consorte Rosa Galassi, so-stenitrice di questo nostro periodi-co, insieme ai parenti, lo ha volutoricordare con una Santa Messa aquanti lo hanno conosciuto ed ap-prezzato nella vita terrena.

L’11 gennaio 2005, all’età di96 anni è deceduta Carmela ZAC-CARI vedova Fontecchia.

Alle figlie, dott.ssa CarolinaFontecchia, della Direzione Gene-rale del personale del Ministero diGrazia e Giustizia, a Rita e MariaLilia, ai figli Gino e Luciano Fon-tecchia, nostro iscritto, ai nipoti, ilnotaio Andrea Fontecchia, DanieleGiocondi nostro socio, ai parentitutti giungano le condoglianze del-la nostra Associazione.

Il giorno 13 gennaio 2005presso l’Ospedale di Bergamo èvenuta a mancare alla giovanissi-ma età di 15 anni Giulia GRAVA-GNO, amata figliola del nostro so-cio Saro.

All’affranto padre, ad Olga,alla nonna Luisa Di Torrice, ai pa-renti tutti giungano le sentitissimecondoglianze della Pro Loco e del-la direzione di “Frintinu me…”.

* * *(Pubblichiamo un prezioso pensie-ro di un nostro socio).

Per un fiore…Era tenero,

meraviglioso e profumatoma dalla terra è stato estirpato.

Per tanto tempo, ma invano ha combattuto

con tutte le forze alla terra si è aggrap-pato

ma alla fine stremato, al male ha ceduto

e sul nero giaciglio si è addormentato.Al freddo ed al gelo per poco è rimasto

una mano pietosa or l’ha raccoltocon amore l’ha baciato ed accarezzatoe con sé, su nel cielo ora l’ha portato.

Nell’immenso firmamento potrai ora riposare,

non dovrai più soffrire ma aiutare, proteggere ed incoraggiare

chi sulla terra oggi ti sta piangendo.

All’età di 91 anni, lunedì 24gennaio 2005 è scomparsa EldaZACCARI vedova Baldelli.

Ai figli Giuseppe nostro socio,a Maria Lidia, a Roberto e Mauri-zio, al genero e alla nuora, ai nipo-ti e parenti, la Pro Loco e la dire-

zione di “Frintinu me…” formula-no sentite condoglianze.

Martedì 1° febbraio scorso èdeceduto, all’età di 73 anni il so-stenitore di questo periodico Fer-nando CELARDI.

Ai figli Annarosa e Piernatale,alle sorelle Maria e Lina, ai nipotie parenti giungano le condoglianzedella nostro Associazione.

La Pro Loco e la direzione di“Frintinu me…” partecipano lascomparsa del socio Ezio D’A-SCANI, di anni 75, avvenuta mar-tedì 1 febbraio 2005.

Alla moglie Filomena Zaccari,al figlio Domenico, alla figlia Ro-berta, alla nuora, al genero e nipo-ti, al fratello, alla sorella, ai paren-ti tutti giungano le condoglianzedella nostra Associazione.

Mercoledì 2 febbraio 2005 aRoma è deceduto Oliviero FRAN-CESCHINI.

Alla moglie Angela Cataldi,sostenitrice di questo periodico, al-le figlie Catia e Cristina, al generoai nipoti e parenti tutti, la Pro Locoe la direzione di “Frintinu me…”formulano sentite condoglianze.

Domenica 6 febbraio scorsopresso l’ospedale civile di Frosino-ne è venuta a mancare all’affettodei suoi cari Laurina DE MAR-CHIS in Pecci.

Al marito Francesco, alle fi-glie Marisa e Stefania, ai figli donGianguido, parroco in Anitrella, eGiancarlo, ai fratelli Giuseppe, no-stro iscritto, e Leandro, ai nipoti eparenti tutti giungano le sentitecondoglianze della nostra Associa-zione.

Mercoledì 9 febbraio 2005 èdeceduta all’età di 91 anni Barba-ra PARIS vedova Cataldi. Alla fi-glia Anna, al genero Roberto An-drelli, ai nipoti Alessandro eGabriele, tutti nostri soci, ai paren-ti tutti, giungano le condoglianzedella Pro Loco e della direzione di“Frintinu me…”.