Assistenza pastorale in ospedale: un revisione della letteratura.

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 L’INTERVENTO SPIRITUALE IN OSPEDALE. UNA REVIEW DELLA LETTERATURA. Tullio Proserpio° , Claudia Piccinelli*, Carlo Alfredo Clerici* ° Cappellania ospedaliera, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori, Milano * Sezione di Psicologia, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Milano (e-mail per corrispondenza: [email protected] ) Bozza in lingua italiana da cui è derivato l’articolo, indicizzato su Medline: Proserpio T, Piccinelli C, Clerici CA. Pastoral care in hospitals: a literature review. Tumori, 97:686-691, 2011. Abstract Obiettivi: Lo scopo di questa revisione d ella letteratura è in dagare il possibile contributo che le cure spirituali possono fornire nel contesto ospedaliero, ad opera del cappellano ospedaliero, in una visione integrata, particolarmente nei contesti di cura delle malattie gravi. Metodi: Si è eseguita una ricerca con il database Medline relativamente agli ultimi 10 anni. Risultati: Sono stati esaminati 98 articoli riguardanti il rapporto e le principali  procedure e pratiche del moderno cappellano ospedaliero: rapporti con il mondo scientifico, con altre figure religiose all'interno della comunità, con altre fedi o confessioni religiose, con altri professionisti e operatori della sanità, con i colleghi in associazione e formazione, con l'intera organizzazione; attività di valutazione e supporto spirituale/religioso esteso anche alla famiglia del paziente. Conclusioni: Al fine di conseguire la professionalizzazione della cura spirituale in ospedale e la modernizzazione della figura del cappellano ospedaliero è necessario un miglioramento su più fronti: dialogo del cappellano moderno con l'organizzazione ospedaliera e con il mondo scientifico, maggiore attenzione alla scientificità e verifica dell'efficacia degli interventi di cura pastorale, chiarezza nella esplicitazione delle finalità, metodologie e procedure, definizione di protocolli e di importanti questioni etiche, rispetto delle diverse fedi, delle diverse culture e tradizioni religiose e non religiose o secolarizzate, miglioramento della collaborazione nei team multidisciplinari di cui il cappellano ospedaliero è parte integrante, integrazione con le figure sanitarie e collaborazione con le professioni psico-sociali, formazione specifica in cura pastorale, certificazione professionale del cappellano, definizione di codici etici professionali condivisi. Key words: cura spirituale, cappellano, cappellania ospedaliera, cura pastorale, integrazione bio-psico-sociale-spirituale.

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Articolo di Tullio Proserpio, Claudia Piccinelli e Carlo Alfredo Clerici. Bozza in lingua italiana da cui è derivato l’articolo, indicizzato su Medline: Proserpio T, Piccinelli C, Clerici CA. Pastoral care in hospitals: a literature review. Tumori, 97:686-691, 2011. Tags: hospital, ospedale, sacerdote, preghiera, ospedali, cappella, diacono, pastoral care, assistenza spirituale, malattia, sofferenza, confessione, assistenza pastorale, cappellania ospedaliera, cappellano, cappellani, servizio spirituale, estrema unzione, unzione, infermi, infermità, pastorale sanitaria, chiesa, oncologia, tumori, religione, spiritualità, fede

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L’INTERVENTO SPIRITUALE IN OSPEDALE. UNA REVIEW DELLA

LETTERATURA.

Tullio Proserpio° , Claudia Piccinelli*, Carlo Alfredo Clerici*

° Cappellania ospedaliera, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori, Milano

* Sezione di Psicologia, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche, Facoltàdi Medicina, Università degli Studi di Milano

(e-mail per corrispondenza: [email protected] )

Bozza in lingua italiana da cui è derivato l’articolo, indicizzato su Medline:

Proserpio T, Piccinelli C, Clerici CA. Pastoral care in hospitals: a literature

review. Tumori, 97:686-691, 2011.

Abstract

Obiettivi: Lo scopo di questa revisione della letteratura è indagare il possibilecontributo che le cure spirituali possono fornire nel contesto ospedaliero, ad opera delcappellano ospedaliero, in una visione integrata, particolarmente nei contesti di curadelle malattie gravi.Metodi: Si è eseguita una ricerca con il database Medline relativamente agli ultimi 10anni.Risultati: Sono stati esaminati 98 articoli riguardanti il rapporto e le principali  procedure e pratiche del moderno cappellano ospedaliero: rapporti con il mondo

scientifico, con altre figure religiose all'interno della comunità, con altre fedi oconfessioni religiose, con altri professionisti e operatori della sanità, con i colleghi inassociazione e formazione, con l'intera organizzazione; attività di valutazione esupporto spirituale/religioso esteso anche alla famiglia del paziente.Conclusioni:Al fine di conseguire la professionalizzazione della cura spirituale in ospedale e lamodernizzazione della figura del cappellano ospedaliero è necessario unmiglioramento su più fronti: dialogo del cappellano moderno con l'organizzazioneospedaliera e con il mondo scientifico, maggiore attenzione alla scientificità e

verifica dell'efficacia degli interventi di cura pastorale, chiarezza nella esplicitazionedelle finalità, metodologie e procedure, definizione di protocolli e di importantiquestioni etiche, rispetto delle diverse fedi, delle diverse culture e tradizioni religiosee non religiose o secolarizzate, miglioramento della collaborazione nei teammultidisciplinari di cui il cappellano ospedaliero è parte integrante, integrazione conle figure sanitarie e collaborazione con le professioni psico-sociali, formazionespecifica in cura pastorale, certificazione professionale del cappellano, definizione dicodici etici professionali condivisi.

Key words: cura spirituale, cappellano, cappellania ospedaliera, cura pastorale,integrazione bio-psico-sociale-spirituale.

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INTRODUZIONE:

L'umanizzazione delle cure mediche nei contesti sanitari più evoluti, implicaun’integrazione degli aspetti biologici, psicologici e sociali.In questa prospettiva sono contenuti anche gli aspetti spirituali e/o religiosi dei

 pazienti e del loro contesto.Fenomeni emergenti quali la multiculturalità e la necessità di fondare le praticheassistenziali su evidenze scientifiche, rendono necessaria una migliore conoscenzadel possibile contributo che l’attenzione alle cure spirituali può fornire nel contestoospedaliero in particolare se dedicato alla cura di malattie gravi.  Nel presente studio è svolta una revisione della letteratura medico scientificasull’attività svolta dal lavoro pastorale in ospedale nelle sue dimensioni relazionali,organizzative e operative.

MATERIALI E METODI:Il materiale utilizzato in questo lavoro di revisione è composto da articoli reperiti neldatabase MEDLINE negli ultimi 10 anni. Come chiavi di ricerca sono state utilizzatele parole: cura spirituale, cappellano, cappellania ospedaliera, cura pastorale.Delle 288 referenze ottenute sono stati esaminati 98 articoli, tutti in lingua inglese,ritenuti di utilità ai fini della trattazione.I 98 articoli a disposizione, sono classificabili per tipologia qualitativo/quantitativa.Soltanto una ventina sono gli studi quantitativi. In questa tipologia sono statiindividuati: studi di confronto tra gruppi (1-7), che riportano un certo livello dielaborazione statistica, sia pure elementare; inchieste svolte su fasce di popolazioni avario titolo individuale (8-17); ricerche su argomenti specifici (18-20); revisionidella letteratura (21, 22).I rimanenti articoli, la maggioranza, sono studi di tipo qualitativo e riportano dati ditipo descrittivo, anche sotto le forme di case report, lettere al direttore, editoriali edisegni di studio.Gli USA risultano il paese più attivo nella produzione degli articoli presi inconsiderazione (63 articoli), seguiti dalla Gran Bretagna (17 articoli), e dall’Australia(7 articoli).Di seguito sono riportati i risultati emersi, ponendo in evidenza quegli aspetti che,

alla luce dell’attuale esigenza d’integrazione degli aspetti spirituali e multiculturalinel percorso di cura, possono essere considerate maggiormente significativi.

RISULTATI:

Rapporti con il mondo scientifico

Più di un terzo degli articoli esaminati riguarda l'efficacia della pratica e lascientificità dell'intervento del cappellano (5, 6, 9-11, 13, 19, 23-37, 49).In questi studi è generalmente evidenziata la necessità di pubblicare ricerche,revisioni e studi di qualità, documentare l'efficacia della pratica, misurare i risultati,

validare strumenti, valutare la qualità dell'intervento e la soddisfazione del pazientein ordine al lavoro del cappellano, pena la sua marginalizzazione dal contestosanitario.

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Dalla letteratura emerge il dibattito se il cappellano debba o meno avere un approccioscientifico. Coloro che non sono favorevoli a questo approccio sostengono che lascientificità mina la specificità della cura pastorale, portando riduzionismo. Alcontrario i sostenitori della necessità di un approccio più scientifico ritengono che ilcappellano si muove in ambito di cura medica su un terreno che per sua natura è

 basato sull'evidenza scientifica, pertanto anche la sua attività non può essere avulsadal dimostrare l'efficacia dell'intervento. Una prospettiva scientifica potrebbecontribuire a chiarire alcune priorità: come integrare la spiritualità nella cura dellasalute, possedere strumenti di ricerca e metodi di valutazione più adeguati, validarestrumenti di indagine dei bisogni spirituali e di come essi vengono soddisfatti,descrivere la natura delle cure spirituali e individuare i meccanismi biologici diazione della spiritualità sulla salute.Tra le soluzioni che orientano verso una maggiore scientificità vi è quella dellaformazione dei futuri professionisti, attraverso un arricchimento dei curricula

formativi, la costituzione di gruppi di ricerca ampliati e il favorire il dialogo tracolleghi in merito alla ricerca.

Rapporti e relazioni con altre figure religiose presenti nella comunità

In più del 90% degli articoli esaminati, la figura di operatore spirituale ospedalierooggetto d’indagine è il cappellano ospedaliero/assistente spirituale. In un articolo suquattro, oltre al cappellano deputato alla cura pastorale in ambito ospedaliero, si fariferimento ad altre figure religiose: preti, sacerdoti, clero di comunità locale, ministridi culto e religiosi in generale (8, 10, 11, 13, 14, 17, 19, 21, 25, 32, 37-40); questodato induce a considerare la relazione del cappellano ospedaliero con le altre figurereligiose di riferimento per i pazienti al di fuori dell'ospedale.Il cappellano ospedaliero mantiene i rapporti con i leader religiosi locali, collabora econdivide le responsabilità con i colleghi di altre strutture ospedaliere (ad esempio fraospedale e hospice ove le diverse strutture non coincidano), collabora con lacomunità religiosa locale per permettere accessi nell’ambito della struttura sanitaria emantiene buoni rapporti con le diverse confessioni locali. Quando il cappellano ècristiano – e questo è il caso più frequente, probabilmente per la provenienzaculturale delle riviste considerate – svolge la funzione di collegamento con il clerolocale e interagisce con i laici disponibili ad una collaborazione in questo ambito.

Il rapporto con altre fedi

La cura spirituale/religiosa è stata considerata nella prospettiva della molteplicitàdelle fedi e delle confessioni religiose.Circa venti articoli fanno riferimento a differenti confessioni religiose degli operatoriospedalieri (3, 4, 8, 9, 11, 13, 14, 16-18, 21, 23, 24, 29, 31, 37-39, 41, 42, 44, 48).Solo un numero limitato fa riferimento a cappellani multilingue e cappellaniemultireligiose (18, 24, 29, 37-39, 42).Le esigenze attuali propongono il superamento di un modello di cappellano

tradizionale, rivolto in modo pressoché esclusivo ai fedeli della medesima religione,in favore di un modello in grado di accogliere persone orientate verso fedi e cultidiversi, così come verso credenze senza fondamento religioso.

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È considerato importante il rispetto della diversità di sesso, cultura, religione, nonchéla libertà di culto e la possibilità di svolgere rituali ritenuti importanti per il paziente.Molti sono i temi di cui si discute su questo argomento. Si parla di linee guidagenerali in ambito interconfessionale, che prevedano una valutazione relativa al credoreligioso del paziente, ai costumi religiosi (abbigliamento, rituali, dieta ecc.)., dei

luoghi più appropriati per l'esercizio del culto, sale interconfessionali accanto acappelle tradizionali come punto focale della cura pastorale.E' presente un notevole fermento di idee, spesso a livello filosofico o sociologico, sulmodo migliore per evitare il pericolo di divisioni basate sul credo religioso e  pervenire a una logica di integrazione. Ad esempio: talvolta viene sollevatal’opportunità di superare le cappellanie a prevalenza cristiana, in favore di un teaminterconfessionale aperto ai rappresentanti di tutte le fedi riconosciute che abbianoesperienza e qualifica educativa necessaria per operare in tale ambito (38), oppure sisollevano timori legati a preoccupazioni sulla possibilità effettiva di accesso alle cure

spirituali anche per persone appartenenti ad altri culti, con una possibile restrizionedella libertà di culto. (9).In una società multiculturale occorrono meccanismi e protocolli volti ad assicurarecure spirituali multireligiose e interconfessionali.

Con quell’attenzione e rispetto già contemplata, tra l’altro, nella Dichiarazione  Nostra Aetate del Concilio Vaticano II in merito alla relazione della Chiesa con lereligioni non cristiane (cfr Concilio Vaticano II, Nostra aetate, 1965).

Per affrontare questa realtà sempre più complessa ed articolata, viene pertantoindicata la strada della maggiore formazione dei cappellani e dei diversi ministri a

queste tematiche.

La relazione con altri professionisti e operatori sanitari.

Riguarda la relazione del cappellano con lo staff e le equipe ospedaliere a vari livelli,individuale, interdisciplinare, multidisciplinare, formativo/educativo e operativo.In particolare sono trattate le seguenti tematiche interprofessionali:-il rapporto con le infermiere è trattato nel 25 % degli articoli considerati (8, 23, 41,43, 44).-infermiere più religiose più invianti (1, 23, 41, 44).

-il rapporto medico cappellano soddisfacente (16, 23, 45).-il rapporto medico cappellano (16, 17, 28, 41, 44, 45, 47).-convinzioni religiose del medico e rapporto con il cappellano (trattato in 1, 16, 17,44, 45).-preparazione del medico alla spiritualità del paziente e rapporto con il cappellano(12, 16, 27, 28, 30, 45).-rapporto con medico trattato nel 34 % degli articoli.-cappellano membro dell'equipe è trattato nel 40 % degli articoli (7, 10, 13, 14, 17,22-24, 26, 28, 30, 32, 36, 39, 43, 45-47, 49).

Risulta generalmente soddisfacente il rapporto cappellano/personale infermieristico.Il personale infermieristico, per tradizione e formazione, è quello maggiormentecollaborante con il cappellano, per molte ragioni: per questioni di curriculum o

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 preparazione, perché in alcuni casi appartenente a comunità religiose, per un fatto distoria della professione infermieristica tradizionalmente orientata alla religiosità espiritualità. È coinvolto nella valutazione e soddisfazione dei bisogni spirituali del  paziente, segnalazione e invio dei pazienti che esprimono un bisogno di curaspirituale (dalla raccolta informale del bisogno del paziente alla valutazione spirituale

con questionari specifici).La valutazione spirituale a carico dell'equipe infermieristica presenta il vantaggio di poter contribuire ad una continuità della cura e la collaborazione nell'equipe curante.In generale la sensibilità alla spiritualità o la religiosità del personale ha un ruolonell'invio di pazienti al cappellano; vi è una differenza fra le diverse professioni e neigeneri relativamente a questi aspetti, con effetti sul numero di invii fatti al cappellanoda parte delle diverse figure sanitarie (le infermiere sono in prevalenza donne e piùreligiose di altri professionisti della salute e sono più invianti dei medici).È evidente l’opportunità di un confronto con lo staff rispetto alle modalità d’invio dei

  pazienti al cappellano in ordine ai bisogni spirituali. È opportuna l’elaborazione di protocolli e di standard di invio al cappellano.Il tema della scarsità di invii da parte di alcune figure sanitarie si collega a quello delriconoscimento e considerazione del ruolo del cappellano da parte di altri professionisti e dei direttori responsabili delle diverse discipline ospedaliere.Sono segnalate differenze nelle valutazioni dell’importanza del ruolo del cappellanoanche tra i primari di diverse discipline: per i primari di discipline mediche il ruolodel cappellano è riferito di minore importanza rispetto a quanto rilevato dai direttoridi altre discipline. Il ruolo del cappellano viene spesso considerato piùtradizionalmente (celebrazione di riti religiosi), soprattutto negli ospedali con bassonumero di posti letto. E' scarsa la conoscenza del ruolo del cappellano, anche a livellogerarchico elevato: talvolta non si conosce, ad esempio, che il cappellano ha unaformazione e una certificazione e si sottostima la preparazione in cura pastorale,oppure non si considera il cappellano parte dell'equipe curante o interlocutore neldialogo interdisciplinare. Una possibile soluzione a questo problema è favorire lacomunicazione e l'informazione chiara e completa da parte del cappellano agli altri professionisti su quali siano le sue competenze, la sua formazione e il suo ruolo. Ciò  può avvenire attraverso la partecipazione al dialogo o alla educazione/formazionedegli altri specialisti della salute (10).

La mancata integrazione nell’equipe e il mancato riconoscimento della professionalità del cappellano può ripercuotersi in una mancanza di invio dei pazientiaventi problematiche di tipo spirituale, con la conseguenza che il bisogno del pazienterimane insoddisfatto.Il lavoro del cappellano non include solo la cura spirituale del paziente e della suafamiglia, ma può estendersi anche al supporto per lo staff in ambito di tematichespirituali che possano interessare il lavoro di altri operatori della salute.  Nonostante le carenze evidenziate sul fronte del riconoscimento, il cappellano puòconfigurarsi in quanto membro dell'equipe multidisciplinare, quale consulente,

garante dell’umanizzazione della cura e del rispetto della dignità umana nel contestodella cura medica, membro di equipe etica nel dialogo interdisciplinare (si trovadescritta una vasta gamma di situazioni: cure terminali, cure che prolungano la vita,

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demenze, stati vegetativi, eutanasia, suicidio assistito), intermediario, promotore diistanze da parte dei pazienti.Può inoltre avere un ruolo nel contemperare questioni etiche e di fede o svolgerefunzione di mediazione o di ponte nella comunicazione tra paziente/famiglia e medici(13).

Viene evidenziato che il cappellano non deve sostituirsi ad altri professionisti dellasalute, essere di ostacolo ai medici o invadere campi di altre professioni. E'necessario il rispetto dei confini con le altre discipline: il cappellano deve saperefornire descrizione dell'estensione del proprio operato e rispettare i limiti del suointervento.In nessuno degli articoli esaminati è preso in considerazione il rapporto tra la figuradel cappellano e quella dello psicologo, forse per la provenienza dell’area medica deilavori analizzati.Pertanto risulta poco chiara la separazione di competenze in presenza di articoli che

riferiscono di invii al cappellano per disagi di ordine emozionale laddove non sia presente un servizio di psicologia o invii motivati da problematiche di tipo ansioso-depressivo. Assume a questo proposito una certa rilevanza la possibilità di rendereesplicita la differenziazione tra sofferenze psicologiche e spirituali (44).

Procedure e pratiche.

Valutazione o assessment, cartella clinica

In un terzo circa degli articoli esaminati si fa riferimento alla rilevazione/valutazionedelle preferenze del paziente per il supporto religioso e/o alla registrazione in cartellaclinica delle rilevazioni (5-8, 11, 13, 14, 17, 18, 23, 25, 33, 34, 37, 39, 44-46 ).Dopo il 1997 le disposizioni JCAHO hanno prodotto ricadute positive in termini dicura globale rivolta al paziente come persona. La funzione del cappellano ha avutouna maggiore integrazione nel team multidisciplinare e svolge un ruolo divalutazione, intervento e documentazione presso il paziente. I ricoveri sono più breviche in passato e il cappellano si trova a gestire il paziente in tempi più ristretti, in  poche e brevi visite, in cui deve eseguire una valutazione spirituale, riconoscere le paure e le speranze, le risorse spirituali che il paziente ha a disposizione sia a livello personale così come e a livello della sua comunità.Le attività principali svolte dal cappellano in ambiente ospedaliero dipendono dunque

dal contesto sanitario e riguardano la rilevazione/valutazione dei bisogni del paziente(richieste spirituali, religiose e culturali del paziente, le preferenze dettate dal credo edai costumi religiosi) e le sue aspettative in relazione a vari fattori (ad esempio aseconda dell'età e del genere il paziente si aspetta una visita spontanea da parte delcappellano o preferisce che la visita sia su richiesta oppure desidera sapere comerichiedere una visita in caso di necessità). Si fa riferimento ai documenti prodotti dalcappellano nella comunicazione con il pubblico, pubblicazioni illustrative dei serviziofferti in materia di cura spirituale, le linee guida generali e i protocolli per operare inambiti interconfessionali. Per quanto riguarda la valutazione si discute su quale sia il

momento migliore per effettuare la rilevazione, se all'ammissione o durante ilricovero quando si è già stabilita una relazione terapeutica e quali debbano essere lealtre figure professionali coinvolte nella rilevazione.

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Dalla questione se il cappellano sia o meno parte dell'equipe curante, dipende ladomanda se sia lecito il suo accesso alle cartelle cliniche e in quali termini e modidebba avvenire (presa di conoscenza, registrazione, compilazione di documenti paralleli, ecc.).Si discute dei vari aspetti della valutazione, degli strumenti (questionari predisposti

  più o meno approfonditi, o annotazioni informali da accludere o meno alla storia personale e sociale), di chi la esegue, se debba essere a cura del cappellano o di altro  personale. Si tratta di un argomento ampiamente dibattuto per il quale vengonosollevate questioni di privacy, di diritto alla riservatezza e circa il diritto del pazientead esprimere un consenso in fatto di cura spirituale.

Descrizione della pratica: supporto esteso alla famiglia del paziente

Più del 30% degli articoli fanno riferimento al supporto alla famiglia del paziente(3, 4, 10, 11, 14, 17, 18, 23, 24, 26, 28, 30, 40, 41, 44, 47, 48).

L'intervento del cappellano non è rivolto solo al paziente, ma è esteso anche alla suafamiglia, in ordine ad un miglioramento della qualità di vita dell'intero sistemafamigliare. A tal proposito assumono importanza le problematiche che insorgonoquando, ad esempio, il familiare rifiuta di riferire al paziente la verità sulla diagnosiche lo riguarda, oppure insorgono questioni etiche relative all'accanimentoterapeutico richiesto dalla famiglia. L'intervento del cappellano può essere d'aiutoquando i familiari del paziente devono prepararsi ad accettare la morte del congiuntoo i medici devono comunicare al paziente e ai familiari notizie infauste.La cura spirituale comprende pertanto anche la famiglia del paziente. Da qui sorgono problematiche relative alla disponibilità di risorse utilizzabili, alla frequenza e duratadelle visite ai familiari.Assumono rilievo argomenti relativi agli strumenti di valutazione e di interventoverso i familiari, con particolare riferimento alle famiglie in lutto e alla durata degliinterventi a seguito della perdita del congiunto.

Il rapporto con l’organizzazione

In merito al rapporto della figura del cappellano con l'organizzazione (4, 5, 8, 12, 14,15, 19, 20, 23, 24, 26, 30, 31, 37, 39, 48, 49) si rilevano alcuni argomenti trattatifrequentemente :

Bisogni non soddisfatti di spiritualità (6, 9, 11, 13, 19, 23, 25, 29, 38, 42, 45).Risorse esigue per spiritualità (8, 11, 45).Cappellano volontario (6, 8, 14, 15, 17, 41, 42).Supporto allo staff curante nelle questioni etiche:rianimare o feedback nella gestionedel dolore (4, 10, 13, 14, 17, 20, 26, 30, 37, 39, 47).Cappellano part-time (6, 8, 15, 17, 41). Numero di cappellani per paziente (3-5, 8, 12, 13, 15, 19, 24, 49).Durata delle visite (3, 4, 41).Cappellani ufficiali più efficaci di cappellani volontari nel supporto allo staff 

nell'affrontare questioni di sospensione di supporto vitale (14, 17).Il riconoscimento dei bisogni di spiritualità del paziente da parte di agenzie prepostealla valutazione degli standard sanitari, implica che anche il cappellano debba

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rispondere a standard qualitativi e di certificazione. Compito del cappellano èconoscere le dinamiche dell'organizzazione nella quale opera.La competenza del cappellano deve includere tematiche tipiche delle moderneorganizzazioni, quali ad esempio la valutazione del rischio, l'intervento sulla crisi,l'appoggio o mediazione in favore del paziente presso l'organizzazione, la patient

satisfaction, la produttività, l'efficienza e l'efficacia.Il paziente ha assunto pieno diritto alla scelta in prima persona e il cappellano puòavere un ruolo nel supportare queste scelte nella sua veste di consulente etico, nellesfide che insorgono dai mutati contesti medici, come quello relativo alla decisione disospensione del supporto vitale, sicché agli interventi più tradizionali del ministero  pastorale (rito, preghiere, benedizioni, funerali, unzioni), si aggiungono quelli piùmoderni di consulenza etica nell'ambito della donazione di organi, decision making,supporto allo staff, partecipazione a comitati etici multidisciplinari.Il cappellano professionista gioca un ruolo fondamentale nella capacità

dell'organizzazione di incontrare bisogni spirituali ed emozionali dei pazienti e delleloro famiglie. Inoltre, attraverso il supporto religioso e spirituale, è possibilemigliorare il benessere dello staff e si aiuta l'organizzazione nell'aumentare lasoddisfazione del paziente e del personale.Molte sono le variabili da considerare al fine di organizzare adeguatamente unservizio di cappellania: analizzare in profondità gli obiettivi e la missiondell'organizzazione, la presenza di unità di cura intensiva o di hospice, istituzionidedicate esclusivamente alla cura di patologie oncologiche. Viene sollevatal'importanza di esaminare a fondo i criteri di misurazione della produttività el'organigramma della struttura. Infatti le moderne amministrazioni chiedono anche alcappellano di giustificare il suo operato. Assumono importanza tematiche riguardantiil dimensionamento e la strutturazione della figura del cappellano, ovvero il numerodi cappellani in relazione al numero di pazienti, alla dimensione degli ospedali, alladimensione dell'area urbana di riferimento, all'affiliazione religiosa dell'istituzione,alla presenza di un servizio di oncologia e alla localizzazione dell'ospedale.Assume importanza il livello professionale del cappellano, la presenza di un contrattodi impiego professionale piuttosto che l'esercizio su base volontaria con conseguentiminori esigenze in fatto di formazione.Altre questioni notevoli sono i criteri di definizione della produttività e a quali figure

gerarchiche professionali, amministrative, religiose, interne o esterne alla struttura ilcappellano debba riferire o dipendere funzionalmente.

Relazioni con colleghi in associazione e formazione

L'argomento relativo alla formazione del cappellano e alla certificazione di cappellaniopportunamente formati è prioritario, in quanto formazione e certificazione sono vistecome gli strumenti fondamentali per operare in contesti ad elevata complessità in cuisono richieste competenze di alto livello. Una formazione adeguata è spesso indicatacome soluzione a molti problemi incontrati nella pratica del cappellano.

Il 50% degli articoli fa riferimento alla formazione del cappellano(3, 4, 8-10, 14, 15, 17, 21-26, 29, 30, 31, 36-39, 42, 47-49).Mentre il 37% fa riferimento alle associazioni di cappellani professionisti (6, 8, 12-

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15, 22-26, 30-32, 37, 39, 46, 49).Il moderno cappellano si contrappone a quello della tradizione che prestavavolontariamente la sua opera e non aveva formazione specifica.Esistono varie associazioni di cappellani accreditati/certificati che basanol'appartenenza su criteri educativi, formativi, teorici e relativi alla dimostrata

competenza nella pratica clinica. Così al supporto spirituale, emozionale e teologicosolitamente si affianca un codice etico finalizzato a garantire i pazienti nel rispettodella dignità personale e del segreto professionale, esteso anche alla corretta custodiadella documentazione raccolta. Il codice etico assicura la protezione dallediscriminazioni delle diversità di genere, cultura, religione, dal proselitismo,dall'imposizione di dottrine personali o da altri errori della pratica.Gli standards per l'iscrizione in associazioni richiedono un certo numero di ore di partecipazione a programmi educativi accreditati per la formazione e per la praticaclinica supervisionata da membri a questo scopo autorizzati.

Il cappellano oltre alle abilità tipiche delle relazioni di aiuto, non deve avere qualescopo l'evangelizzazione, non deve sostituirsi o essere di ostacolo ai medicidiscutendo diagnosi e trattamenti.La professione del cappellano, come professione di cura riconosciuta, si basa sulmiglioramento della qualità, dove la strada per la professionalizzazione è quella dellaformazione, del training, dell'acquisizione di competenze e conoscenze. Leassociazioni promuovono altresì la collaborazione e la certificazione in difesa della  professione come del resto accade per altri ordini professionali. Favoriscono icollegamenti e il dialogo nella comunità dei cappellani in congressi e mediante  pubblicazioni di articoli in letteratura. Vengono inoltre giudicate importanti lacompilazione di archivi di professionisti certificati e le iniziative volte almantenimento della certificazione in ordine all'aggiornamento professionale.Tra gli obiettivi della formazione ne sono indicati diversi su vasta gamma: curriculaformativi, aspetti teologici, ministero, abilità di ascolto, abilità interpersonali,confronto con i colleghi, gestione della conflittualità, conoscenza di scienzecomportamentali, teologia, spiritualità, conoscenza di teorie sulla salute, di psicologiadella salute, antropologia medica, di scienze sociali, sul managment delleorganizzazioni, capacità di guida e di leadership, capacità di operare in ambitointerconfessionale ecc.

Il cappellano si occupa inoltre di formazione ed educazione in ambito di cure pastorali ed ha un ruolo importante anche nella formazione di altri specialisti dellasalute in tema di cura spirituale.

CONCLUSIONI

La letteratura scientifica analizzata, evidenzia l’esigenza di un ruolo del cappellanoospedaliero che integri pratiche operative tradizionali e moderne (consulenza etica,supporto emozionale, capacità di ascolto, individuazione di senso e significato nellamalattia, attività di formazione), nell’ambito dei rapporti e relazioni con il mondo

scientifico, l’organizzazione ospedaliera e le diverse confessioni religiose.Alcune criticità emergono dalla letteratura analizzata. Una difficoltà riguarda il tipodi approccio dei cappellani. Il contesto evidence-based della cura medica, in cui il

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cappellano ospedaliero opera, spinge nella direzione di una verifica dell'efficacia ditutti gli interventi, ivi compreso quello della cura pastorale, con particolareriferimento agli aspetti di qualità della vita e di soddisfazione dei bisogni del paziente.L'orientamento principale, anche se non esclusivo, è quello di un lavoro pastorale

configurato come un intervento con finalità chiara, metodologia comprensibile e procedure condivise. Compito dei percorsi educativi moderni sarà la preparazione dioperatori religiosi formati anche alla ricerca scientifica.Un tema ampiamente trattato è quello dei rapporti tra diverse culture e fedi religiose,tipici del mondo contemporaneo caratterizzato dai fenomeni migratori e dallaglobalizzazione. Si impone la necessità di fondare discorsi spirituali così da poter dialogare con tutte le persone, indipendentemente dall’appartenenza confessionale,nonché il rispetto delle libertà di culto, la libertà di accesso all’assistenza religiosa ela necessità di scongiurare pericolose divisioni e contrapposizioni sulla base del

credo.  Nonostante sia questo un argomento sentito poche sono le soluzioni concrete proposte per un reale progresso. Il concetto di spiritualità e di cura spirituale, con lasua connotazione di universalità e di apertura a tutte le fedi e credenze, ivi compresequelle secolarizzate, sembra essere un buon punto di partenza per una logica inclusivae di reciproco rispetto.Gran parte della letteratura esaminata riguarda la relazione con gli operatori sanitari:il cappellano in una prospettiva moderna è sempre più identificato come parte delteam multidisciplinare. Tuttavia l'effettiva collaborazione del cappellano con altrefigure professionali ospedaliere e la sua partecipazione a equipe interdisciplinari/multidisciplinari, trova alcune barriere.Fra i fattori limitanti vi è la scarsa conoscenza nel contesto ospedaliero dellaformazione specifica del cappellano ospedaliero che lo abilita ad operare in ospedale.Un maggior dialogo con le altre figure sanitarie potrebbe portare notevoli vantaggi intermini di collaborazione, rendendo chiare e comprensibili le conoscenze e lemetodologie che sono a fondamento della cura spirituale.Per favorire una integrazione multidisciplinare del ruolo dell’assistente spiritualenell’èquipe è probabilmente necessario migliorare la formazione scientificaaccrescendo le pubblicazioni nella letteratura scientifica, nonché la partecipazione a

convegni, l'istituzione di corsi di cura spirituale nell'educazione del personalesanitario e l'impegno dei cappellani nella formazione degli altri professionisti dellasalute. Nella letteratura considerata mancano non sono contenuti riferimenti in merito allacollaborazione e integrazione del cappellano con la figura dello psicologo.Questo potrebbe essere una conseguenza dell’integrazione ancora incompleta degliaspetti psico-sociali e spirituali in ambito medico. Potrebbe essere utile in futurodelineare la relazione esistente tra cura psicologica e cura spirituale.Il lavoro del cappellano è diversamente documentato a seconda delle nazioni. Gli

studi più numerosi sono pubblicati dagli USA e nei paesi anglosassoni; mentre sonoassenti, all'interno delle riviste con impact factor di area medica esaminate, studi sullarealtà italiana. In ambito nazionale sono quindi meritevoli approfondimenti e

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ricerche.Il moderno ospedale che cerca di offrire risposte alle molteplici e articolate domande poste dai pazienti, potrebbe trovare nella figura del moderno cappellano ospedaliero,una ulteriore risorsa.Ci sembra si possa affermare che la scientificità dell'approccio, la formazione e la

regolamentazione, sia dal punto di visto etico, sia dal punto di vista delle procedure,costituiscono le vie principali su cui procede il cammino di modernizzazione e professionalizzazione del cappellano ospedaliero.Esempi di integrazione della figura del cappellano nella realtà ospedaliera straniere ein contesti complessi, quale curiosamente l’esercito USA in cui esiste persino unField Manual sull’assistenza religiosa, offrono importanti prospettive di riflessione.

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