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Assessorato alle Politiche per la Salute P.A.T.
Servizio programmazione e ricerca sanitaria 2006 Vittorio Curzel - Trento
Comunicazione pubblicae Marketing sociale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro
Vittorio Curzel
Direttore progetto comunicazione per la saluteProvincia Autonoma di Trento
Bologna, 7 marzo 2006
Assessorato alle Politiche per la Salute P.A.T.
Servizio programmazione e ricerca sanitaria 2006 Vittorio Curzel - Trento 1
Le azioni di comunicazione per la promozione della salute si propongono di facilitare l’adozione di stili di vita favorevoli al benessere fisico e psicologico dei cittadini.
Nella comunicazione per la SSL l’obiettivo è migliorare la sicurezza negli ambienti di lavoro e lo stato di salute dei lavoratori.
Due sono i contenuti di carattere generale da trasmettere:
• la sicurezza non è solo adempimento burocratico e prevenzione, ma anche un obiettivo di qualità della vita e del lavoro;
• attenzione alla sottovalutazione del rischio.
Obiettivi comunicazione per la SSL
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Marketing sociale per la SSL
Il marketing e la comunicazione sociale sono strumenti utili per migliorare la sicurezza negli ambienti di lavoro e lo stato di salute dei lavoratori, poiché possono promuovere la modifica di atteggiamenti e comportamenti.
Nel marketing e nella comunicazione sociale oggetto dell’offerta non sono i prodotti (beni o servizi) ma le idee.
La concorrenza con cui ci si confronta non è dunque una marca o un prodotto, ma piuttosto un’opinione, un atteggiamento, un comportamento che si vogliono modificare.
Nel caso della SSL si tratterà di contrastare opinioni e comportamenti a rischio di incidente o di malattia professionale.
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Obiettivi del marketing sociale
cambiamento cognitivo per favorire, attraverso una maggiore conoscenza del problema e delle sue possibili soluzioni, l’adozione di un determinato comportamento;
cambiamento d’azione incentivando determinate scelte a scapito di altre;
cambiamento di comportamento inducendo l’abbandono di abitudini pericolose e l’assunzione di comportamenti sani;
cambiamento di valori creando un atteggiamento favorevole della popolazione verso un disegno legislativo oppure del management e delle maestranze di un’azienda verso una nuova procedura o processo produttivo più sicuro
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Definizione
Il marketing sociale è la progettazione, la
realizzazione e il controllo di programmi per
aumentare l’accettabilità di un’idea.
Utilizza i concetti della segmentazione, della facilitazione, degli incentivi e
della teoria dello scambio per massimizzare la risposta del gruppo
obiettivo.
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Tipologia e finalità dell’offerta
La tipologia dell’offerta:i prodotti che si offrono come oggetto di scambio sono idee, valori, atteggiamenti e comportamenti (talvolta associati a beni e/o servizi, offerti per facilitare l’adozione di quella data idea, o atteggiamento, o comportamento, come potrebbe essere uno sportello informativo, ma anche un nuovo dispositivo di protezione);
La finalità dell’offerta:l’obiettivo principale di una campagna è risolvere un problema di interesse collettivo attraverso il cambiamento di comportamenti individuali e/o di gruppo, sia prospettando benefici individuali di interesse collettivo (p.es. la salute dei singoli lavoratori) che benefici sociali derivanti da comportamenti individuali (p.es. la riduzione della spesa sanitaria e dei costi sociali e delle imprese derivanti da incidenti e malattie professionali).
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Azioni per il cambiamento
Per ottenere un cambiamento sono possibili vari approcci:
“normativo”interventi legislativi o regolamentari di restrizione o incentivazione, attività ispettive e di controllo;
“tecnologico” innovazioni tecnologiche che possono aumentare la sicurezza;
“economico” politiche di riduzione dei costi, di defiscalizzazione, di disincentivazione o
di incentivazione;
“informativo-educativo”elaborazione e diffusione di messaggi sui danni legati a un comportamento o sui benefici del cambiamento.
Il “Piano operativo per la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro” della P.A.T. tiene conto di tutti questi approcci. Una campagna di marketing e comunicazione sociale fa riferimento all’approccio di tipo “informativo-educativo”.
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Pianificazione di marketing: I fase
1. Analisi del macro e micro-ambiente
riguardo a conoscenze, atteggiamenti e comportamenti in materia di sicurezza sul lavoro attualmente presenti nel mondo del lavoro, al contesto socio-economico, culturale e tecnologico nel quale agiscono le forze che sostengono le idee e i comportamenti considerati favorevoli, le forze contrarie e i diversi tipi di opinioni ostili, alleati o neutrali, la situazione della domanda di sicurezza.
L’attività di ricerca potrà essere sia primaria, con raccolta diretta dei dati, che
secondaria, con l’analisi dei risultati di ricerche precedenti, sia quantitativa che qualitativa, e potrà fornire elementi utili
per il processo decisionale, consentendo di definire il problema a cui si intende
dare una soluzione, di individuare bisogni, opinioni e atteggiamenti
preesistenti, di segmentare il pubblico in target –groups.
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Pianificazione di marketing: II fase
2. Sviluppo del piano
Definizione degli obiettivi della campagna, sulla base dei risultati dell’analisi del macro e micro-ambiente; segmentazione della popolazionee individuazione dei gruppi-obiettivo, elaborazione delle strategie e dei programmi operativi
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Pianificazione di marketing: III - IV fase
3. Attuazione
4. Controllo e valutazione dell’efficacia
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La segmentazione
Segmentazione: suddivisione della popolazione in gruppi
omogenei (per date caratteristiche prescelte)
Sono utilizzate variabili (anche in combinazione fra loro):
geografiche (luogo di residenza e sue caratteristiche climatiche e ambientali)
demografiche (età, sesso, reddito, istruzione, religione, razza, gruppo famigliare),
psicografiche (classe sociale, stili di vita, interessi, opinioni)
comportamentali (benefici ricercati, utilizzo di un bene o servizio e atteggiamento
verso lo stesso, costi percepiti).
I dati inerenti le due ultime variabili sono i più difficili da raccogliere ma possono aiutare a comprendere perché, quando e a quali condizioni un gruppo accetterà lo scambio di marketing proposto (cioè nel nostro caso accetterà di adottare un comportamento più sicuro e favorevole alla salute).
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I target group
Alla segmentazione seguirà
l’eventuale scelta di rivolgere
l’azione solo ad alcuni gruppi
(target group), ritenuti più
bisognosi o più interessati
all’intervento (per es. i lavoratori di
un dato comparto produttivo,
di una data fascia d’età, etc.) e la
definizione di programmi specifici.
Una strategia di marketing indifferenziato
consente maggiori economie ma dà buoni
risultati se vi è omogeneità di bisogni.
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Il posizionamento del “prodotto”
Dopo aver selezionato i gruppi-obiettivo si procede al posizionamento del
prodotto ( idea / comportamento ) offerto all’interno di ogni segmento,
individuando i vantaggi competitivi in relazione ai bisogni, per poter
comunicare al target group il valore dell’offerta in rapporto a prodotti (idee e
comportamenti) concorrenti.
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La pianificazione: 4 domande
Segmentazione, target groups e posizionamento del prodotto la definizione degli elementi del marketing mix (prodotto, prezzo, promozione e distribuzione).
Nella definizione dei programmi d’azione per attuare la strategia che è stata individuata sulla base dei bisogni e della segmentazione del mercato si dovrà rispondere a quattro domande:
Che cosa fare?
Quando?
Chi lo fa?
Quanto costa?
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Marketing mix : il prodotto
Un’idea che viene offerta per suscitare un cambiamento, talvolta associata a un prodotto tangibile o a un servizio per facilitare l’abbandono di un dato comportamento e l’adozione di un altro, rendendo l’offerta più attraente.
(Nella gestione di questi prodotti tangibili si applicheranno i concetti e le tecniche tradizionali del marketing d’impresa (posizionamento, analisi del ciclo di vita del prodotto, definizione del nome di marca, packaging,etc.).
Nella gestione di prodotti/ideesi potrà far leva su alcuni aspetti che consentono la comparazione.
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La comparazione dei prodotti
vantaggio relativo: in termini economici, di soddisfazione, di prestigio e di approvazione;
compatibilità con il sistema dei valori prevalente:un’idea compatibile sarà accettata più facilmente e velocemente
complessità:la facilità di comprensione e di applicazione ne faciliterà l’adozione;
sperimentabilità:poter provare per un tempo e/o in uno spazio limitato e la reversibilità della scelta ne facilita l’adozione;
visibilità dei risultati:effetti positivi facilmente osservabili in tempi brevi favoriscono l’adozione di nuovi comportamenti.
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Nome di marca e ciclo di vita
La presenza di un nome di marca che accompagna un’idea o una
proposta di cambiamento, consente la riconoscibilità e l’attribuzione
di tale proposta a un soggetto autorevole, rafforza la credibilità e la
memorizzazione, contribuisce alla sua adozione e diffusione. E’
molto importante curare l’immagine istituzionale.
Nel ciclo di vita di un’idea si riconoscono le stesse fasi evolutive
dei prodotti tangibili (introduzione, crescita, maturità, declino).
Ognuna di queste fasi comporta problemi e opportunità diversi con
approcci, strategie e tattiche di marketing differenziati.
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Ciclo di vita di un “ prodotto - idea”
Norman RockwellCopertina di “Post”, 26.5.1928 (sopra)
Copertina di Post “ 26.5.1945 (a sn.)
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Ciclo di vita di un “ prodotto - idea”
Franco Gremignani - Guiglia di Modena, 1959: A scuola con la carrucola da “L’Illustrazione italiana”
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Marketing mix: il prezzo ...
E’ rappresentato dai costi economici, psicologici e fisici e da
qualunque altro effetto legato allo scambio e percepito come
negativo (perdita di tempo, cambio di abitudini, fatica, timore di
effetti spiacevoli).
Altri costi percepiti, come il timore di rischi o di possibili
conseguenze negative per l’utente, possono essere bilanciati
con l’introduzione di ricompense, rinforzi psicologici, prove
gratuite e informazioni rassicuranti da parte di fonti autorevoli.
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Marketing mix: la distribuzione...
Nel marketing sociale vari enti hanno la funzione di distributori, poiché i prodotti intangibili, come idee, richiedono una rete distributiva costituita essenzialmente dai canali di comunicazione interpersonali e mass-mediatici.
E’ utile la collaborazione di soggetti pubblici estranei al servizio sanitario (ass.datoriali e sindacati, enti previdenza e assistenza, CFP, scuole, biblioteche, etc.), di imprese e soggetti privati (aziende, esercizi pubblici, consulenti, formatori, etc.) per “distribuire” un prodotto/idea.
Si dovrà curare un’azione coordinata fra i vari canali e intermediari utilizzati, evitando conflitti per la presenza di obiettivi e/o interessi contrastanti.
Un’attenzione particolare sarà rivolta agli “intermediari finali” (responsabili SSL, formatori, sindacalisti, etc.).
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Marketing mix: la promozione
L’obiettivo primo di una campagna è informare e sensibilizzare su un dato problema per costruire i presupposti cognitivi utili alla modifica di idee e comportamenti.
Differenza con il marketing d’impresa: il consumatore conosce già i benefici e i vantaggi del prodotto, limitandosi a scegliere una marca o modello.
Si dovranno sottolineare i maggiori benefici derivanti dall’abbandono di una abitudine dannosa per la salute a fronte dei costi da affrontare per adottare un nuovo comportamento.
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La valutazione
La complessità della valutazione dell’efficienza (costi/benefici) e dell’efficacia (raggiungimento del risultato) di una campagna di marketing sociale dipende dal tipo di offerta (prodotto, servizio, idea/comportamento) e dagli obiettivi (cambiamento cognitivo, di atteggiamento, comportamentale).
L’attività di valutazione è un processo continuativo, di particolare importanza nella definizione del piano e nella misurazione dei risultati.
prima: fissare obiettivi quantificabili durante: pre-test e controlli periodici per eventuali correzionidopo: rilevazioni approfondite e su larga scala per misurare l’efficacia del piano.
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La valutazione - difficoltà
Il grado di attenzione e di sensibilizzazione della popolazione influisce direttamente sull’impatto di una campagna e sui suoi risultati (anche per le idee vi sono delle “tendenze di mercato”).
L’applicazione del marketing ai problemi sociali è più complessa di quella del marketing di un’impresa commerciale.
E’ difficile:
•misurare le modifiche cognitive, affettive e comportamentali, anche perché i cambiamenti possono essere facilitati/ostacolati da altri fattori esterni; •identificare i processi psicologici individuali e/o sociali cheinfluiscono sull’efficacia di una iniziativa di marketing sociale.
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Problemi e limiti del marketing
strategie di comunicazione: difficoltà nel promuovere un nuovo comportamento a causa delle numerose informazioni che bisogna fornire a un pubblico con conoscenze pregresse scarse o eterogenee; difficoltà di rappresentare benefici (individuali o sociali) intangibili; costi elevati dell’utilizzo dei mass media;
valutazione: difficoltà nell’individuare indicatori efficaci e nel misurare cambiamenti di comportamento (tanto più quando questi sono a lungo termine); difficoltà nello stimare l’effettivo contributo della campagna al raggiungimento dell’obiettivo.
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In conclusione
• E’ importante:
• non sviluppare aspettative esagerate;
• promuovere competenze ed esperienze professionali specifiche e adeguate per la progettazione, la realizzazione e la valutazione di campagne di marketing per la SSL.
Fine della presentazione