Aspetti industriali della produzione di ammendante ... · Determinazione. Valori. U.M. Umidità ≤...

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Relatore: Dott. Stefano Alberti Aspetti industriali della produzione di ammendante compostato misto e del suo impiego agronomico

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Relatore: Dott. Stefano Alberti

Aspetti industriali della produzionedi ammendante compostato mistoe del suo impiego agronomico

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Premessa

La produzione e l’utilizzo di compost in agricoltura derivante da rifiuti organici sono in grado di fornire una

soluzione congiunta a due ordini di problemi e di esigenze:

• Da un lato la necessità di privilegiare quelle forme di gestione dei rifiuti che contemplano il recupero di

materia e di energia e che consentono di limitare l’impatto ambientale;

• Dall’altro lato l’esigenza di apportare fertilizzanti organici al terreno per sopperire alla crescente carenza di

sostanza organica (il 50% dei terreni italiani è ormai classificabile come povero di sostanza organica) oltre

che per conservare la fertilità dei terreni agrari e preservare gli equilibri ambientali.

Questi principi sono chiaramente ribaditi dalla legislazione comunitaria, nazionale e regionale, unitamente alla

necessità di diminuire drasticamente la quantità di rifiuti organici destinati allo smaltimento in discarica,

separando la frazione organica dai rifiuti già in fase di raccolta ed avviandola al recupero.

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Cos’è il compost?

Il compost è un materiale organico risultante dalla decomposizione naturale di scarti organici raccolti in modo selettivo, trattati secondo norme di igiene e di sicurezza e nel rispetto delle normative italiane in materia di fertilizzanti.

La normativa di riferimento per il compost è legata all’applicazione del D. Lgs. del 29 Aprile 2006 n. 217 e al D. Lgs. 75/2010. La validità agronomica dei compost di qualità è comunque già certa da molto tempo e testimoniata dall’inserimento tra i prodotti liberamente utilizzabili come fertilizzanti.

Il compost è dunque definito dalla legislazione (D. Lgs. 75/2010) un ammendante e come tale un materiale da aggiungere al suolo in situ principalmente per conservarne o migliorarne le caratteristiche fisiche e per migliorarne le caratteristiche o le attività chimiche e/o biologicheNella fattispecie, la legislazione individua tra gli ammendanti i seguenti prodotti:

Ammendante compostato verde (ACV):

prodotto ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti organici che possono essere costituiti da scarti della manutenzione del verde ornamentale, residui delle colture, altri rifiuti di origine vegetale con esclusione di alghe e altre piante marine.

Ammendante compostato misto (ACM):prodotto ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizzazione controllato di rifiuti organici che possono essere costituiti dalla frazione organica degli RSU proveniente da raccolta differenziata, da rifiuti di origine animale compresi liquami zootecnici, da rifiuti di attività agro-industriali e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati, da reflui e fanghi, nonché dalle matrici previste per l’ammendante compostato verde.

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Ammendante compostato misto prodotto da AISA Impianti SpA

L’ammendante compostato misto – prodotto da AISA Impianti Spa –è in grado di garantire, oltre all’apporto di sostanza organica umificata (funzione ammendante), anche un cospicuo apporto concimante. E’ caratterizzato da un medio-basso rapporto C/N.

La matrice organica di provenienza è rappresentata per circa il 30% da scarti della manutenzione del verde ornamentale e per il restante 70% circa dalla frazione organica dei RSU provenienti dalla raccolta differenziata. Talvolta può essere presente nella matrice organica una minima percentuale di scarti provenienti da attività agroalimentare.

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L’allegato 2 del D.Lgs.n.75/2010 definisce i limiti degli ammendanti compostati misti.I valori riportati nell’etichetta dell’ammendante compostato misto prodotto da AISA Impianti S.p.a. sono in linea con quanto previsto dall’allegato stesso

Determinazione Valori U.M.Umidità ≤ 50 %

Ph 6-8,5 -

Carbonio organico ≥ 20 % S.S.

Carbonio umico e fulvico ≥ 7 % S.S.

Azoto organico [N] ≥ 80 % S.S. Di N tot.

Rapporto carbonio-azoto [C/N] ≤ 50 -

5Analisi ammendante compostato misto AISA Impianti SpA

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6Analisi ammendante compostato misto AISA Impianti SpA

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L’agricoltura biologica e l’ammendante compostato misto

Un settore di applicazione molto vocato per l’ammendante compostato misto risulta essere l’agricoltura biologica.Le pratiche biologiche prevedono il solo ricorso alla concimazione organica, la cui ricchezza fitonutritiva diventa un fattore essenziale della gestione agroecologica ed equilibrata dell’ordinamento colturale aziendale.L’ammendante compostato misto rispetto alla torba ad esempio rispetta il principio della sostenibilità delle risorse in quanto evita l’impiego di materiali organici non rinnovabili come per l’appunto le torbe.Nel Reg. CE 889/2008 relativo alle produzioni biologiche e all’etichettatura dei prodotti biologici sono riportati all’Allegato 1 (v. scheda seguente) concimi, ammendanti e nutrienti ammessi in agricoltura biologica tra cui i prodotti sottoposti a compostaggio derivati da rifiuti domestici separati alla fonte e da miscela di materiale vegetale.I parametri più restrittivi si hanno solo nel caso di prodotto ottenuto dai soli rifiuti domestici compostati.Nel D. Lgs. n. 75/2010, che riordina e revisiona la disciplina in materia di fertilizzanti, si fa riferimento anche agli ammendanti compostati misti che per essere definiti tali devono rientrare in parametri ben definiti riportati nell’allegato 2.L’allegato 13 di detto decreto (v. scheda seguente) stabilisce i requisiti per l’ammissibilità in agricoltura biologica ai sensi della normativa comunitaria e nazionale anche per l’ammendante compostato misto.

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8Allegato 1 del regolamento CE 889/2008

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9Allegato 13 D. Lgs. N 75/2010

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10Il processo di compostaggio

Il compostaggio della frazione organica dei RSU può intendersi come un processo microbiologico bioossidativo caratterizzato da una fase termofila a carico di sostanze organiche fermentescibili. I microrganismi, presenti naturalmente nelle matrici organiche di rifiuto, devono essere posti nelle migliori condizioni per poter trasformare adeguatamente la sostanza organica e contemporaneamente riprodursi.I fattori che maggiormente influenzano l’attività metabolica dei microrganismi sono i seguenti:

Ossigeno

necessario per la realizzazione del metabolismo aerobico. E’ importante dunque che nel cumulo si mantengano nel tempo le condizioni di aerobiosi che consentono le trasformazioni ossidative.

Umidità

fondamentale per l’attività microbica, ma che deve essere contenuta entro certi limiti per evitare che si instaurino condizioni di anossia.

Contenuto di carbonio organico fermentescibile

grazie ad un equilibrato rapporto C/N che favorisca lo sviluppo e la moltiplicazione dei microrganismi senza comportare una volatilizzazione, sotto forma di ammoniaca, dell’azoto in eccesso con produzione di odori sgradevoli e perdita di elementi nutritivi.

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11Il processo di compostaggio

Il processo di compostaggio all’interno dell’impianto di San Zeno comprende una prima fase di bioossidazione di carattere termofilo in cui avviene la digestione aerobica della frazione putrescibile.

Questa avviene in una zona coperta di biostabilizzazione in cumulo dove, in condizioni ottimali di umidità, con aerazione forzata e sistema automatico di rivoltamento meccanizzato della biomassa, si realizza il processo di metabolizzazione della sostanza organica, con produzione di compost, la cui fase di maturazione, con progressiva diminuzione della temperatura e del fabbisogno di ossigeno, avviene in circa 90-100 giorni.

L’impianto di compostaggio è dotato di un sistema di biofiltrazione delle emissioni gassose e di una linea di raffinazione del compost maturo, costituita da dispositivi di vagliatura e di selezione gravimetrica e pneumatica per la raffinazione del compost grezzo dagli inerti indesiderabili.

L’impianto di San Zeno produce circa 1000 tonnellate all’anno di ammendante compostato misto.

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L’impiego di ammendante compostato misto in agricoltura

Proprietà fisiche

migliora e stabilizza la struttura fisica del terreno, in quanto agisce sulla porosità e quindi sul grado di aerazione e sulla capacità di ritenzione idrica. In altre parole, contribuisce a migliorare il rapporto tra aria, acqua e suolo, creando le condizioni ottimali per la vita vegetale e animale. Rende i terreni argillosi più porosi e più facilmente lavorabili, mentre migliora la capacità di ritenzione idrica dei terreni sabbiosi

Proprietà chimicherappresenta una fonte importante di elementi nutritivi e li rende disponibili in modo graduale, ottimizzandone l’efficienza di utilizzazione;

Proprietà biologicheincrementa lo sviluppo della flora microbica e della micro e meso-fauna, innestando i cicli biologici di demolizione e di sintesi a favore di una migliore crescita vegetale

Per definire, almeno nelle linee essenziali un criterio di impiego degli ammendanti secondo i principi della buona pratica agricola, è opportuno ribadire il concetto secondo cui il risultato del trattamento di compostaggio di una miscela eterogenea di scarti organici è un prodotto classificato come “ammendante” perché contiene, e quindi apporta, sostanza organica stabilizzata. Nel terreno la sostanza organica, anche se presente in quantità basse (2-4%) rappresenta la più importante forma di energia immagazzinata e a disposizione per gli organismi viventi presenti nel terreno stesso. La sostanza organica svolge nel terreno agrario una triplice azione:

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3Affinché le funzioni descritte siano esercitate in modo ottimale, la sostanza organica apportata al terreno agrario deve essere in forma “stabile”, cioè maturata al punto da non andare più soggetta a trasformazioni intense e repentine; in altre parole deve avere subito una profonda riorganizzazione ed un’umificazione più o meno spinta.

Come noto, infatti, l’humus rappresenta il perno della fertilità agraria, in quanto costituisce la componente della sostanza organica che è in grado di esercitare al massimo livello le funzioni benefiche appena descritte.

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Dotazione sostanza organica nei terreniOrmai tutti concordano nel ritenere il terreno un organismo vivente e come tale soggetto a uno stato di salute variabile. Il calo di sostanza organica, ormai chiaramente documentato in molte realtà agricole, è forse la causa più importante perché può innescare un pericoloso processo di degradazione complessiva della qualità del terreno agrario.

Nella tabella seguente sono riportate le dosi annuali (t/ha.anno) di somministrazione di compost a terreni con differenti dotazioni di sostanza organica ed in funzione del contenuto di sostanza organica del compost (% s.s.). Tali dosi sono da considerarsi “dosi di mantenimento”.I dati riportati nella tabella sono riferiti alla situazione media rilevata nei terreni italiani e le dosi di restituzione di S.O. sono calcolate secondo una quota di mineralizzazione tipica del contesto pedoclimatico italiano.

Le dosi riportate in tabella sono quelle necessarie a mantenere costante il contenuto di sostanza organica dei terreni agrari e valide per ricarichi periodici (2-4 anni) di ammendante al suolo; desiderando invece accrescere il contenuto di sostanza organica dei terreni scarsamente dotati (contenuto SO<1.5%) il piano di reintegro della sostanza organica dovrà essere necessariamente diverso e le dosi dovranno essere accresciute.In pratiche di apporti massicci di S.O. (per es. da compost) è buona norma verificare il carico massimo di nutrienti al suolo; ci si riferisce soprattutto all’N la cui componente minerale può, se non assorbita dai vegetali, essere lisciviata nel sottosuolo.

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Fonte: Scuola Agraria del Parco di Monza – Gruppo di studio sul compostaggio - 2007

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Caratteristiche agronomiche di base di alcuni fertilizzanti organici

Gli Ammendanti Compostati Verdi (ACV) prodotti dagli scarti della manutenzione del verde ornamentale, dai residui delle colture, etc., presentano caratteristiche fisiche e idrologiche apprezzabili ed una limitata salinità rispetto ad altri ammendanti. Quindi risulta più facile la possibilità di collocazione nel settore florovivaistico, per l’utenza hobbistica e per la costituzione di substrati in miscela a componenti torbosi. Di contro, specie se prodotto da matrici ad elevata componente legnosa, presenta bassi valori in elementi nutritivi (N, P, K). La loro funzione è essenzialmente quella di apportare sostanza organica umificata in grado di migliorare le caratteristiche fisico-strutturali.

Gli ammendanti compostati misti (ACM), provenienti dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata, da scarti della manutenzione del verde ornamentale, etc. è in grado di garantire, oltre all’apporto della sostanza organica umificata (funzione ammendante), anche un equilibrato apporto concimante (N.P.K. e microelementi). La concimazione organica tramite gli ACM garantisce elevate produzioni in particolare nelle attività specializzate come l’orticoltura, ma anche in sistemi estensivi, come le colture da rinnovo e nei reimpianti in viticoltura e frutticoltura, dove è noto l’elevato consumo in sostanza organica.Per contro, il contenuto piuttosto elevato in sali solubili (espressi dalla conducibilità elettrica specifica) degli ACM, limita la loro possibilità di impiego massiccio nella attività florovivaistica dove la coltivazione avviene in contenitore.

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CRPA Centro Ricerche Produzioni Animali. Annuario 2006/2007 compost di qualità

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Criterio di utilizzo agronomico del compostIn generale, per un corretto impiego secondo le buone pratiche agricole, il compost deve essere inserito nel piano di fertilizzazione dell’azienda come ammendante organico allo scopo di considerare, oltre agli effetti sulla struttura del terreno, anche l’effetto nutrizionale della sostanza organica distribuita, per non eccedere con la concimazione minerale.

L’azoto apportato con gli ammendanti compostati è presente in forma organica e come tale si può considerare che almeno il 20-30% di azoto sia reso disponibile nell’anno di somministrazione, mentre gli altri elementi (potassio e fosforo) sono presenti in quantità disponibile tale da coprire, da subito, i fabbisogni delle colture. E’ importante questa cessione graduale nel tempo di azoto in quanto, se non assorbita dai vegetali la sua componente minerale, l’azoto può essere lisciviato nel sottosuolo e creare problemi di inquinamento della falda sottostante (le acque sotterranee costituiscono l’85% delle risorse idriche destinate al consumo umano in Italia).

Nel caso quindi in cui ci si trovi ad operare in zone ove non è ammesso superare la dose di azoto pari a 170 kg./ha all’anno (es. ZVN), la quota di azoto da ammendante organico da inserire nella sommatoria degli apporti è quella mineralizzata nell’anno di somministrazione e non il totale somministrato.

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L’impiego di ammendante compostato misto nelle varie colture

E’ noto come le colture erbacee da rinnovo più diffuse (mais, sorgo, girasole, barbabietola) ad elevata produttività siano molto esigenti dal punto di vista nutrizionale. La concimazione organica risulta ino0ltre essere meglio sfruttata dalle colture a ciclo primaverile-estivo. Queste infatti si sviluppano maggiormente nel periodo che corrisponde a condizioni di temperatura elevate e con scarse precipitazioni, elementi che concorrono ad un basso rischio di lisciviazione dell’azoto e ad una elevata efficienza di assorbimento del flusso di nitrati mineralizzazione) che si produce nel terreno. La dose media consigliata è di 20-30 tonnellate di compost da distribuire in presemina all’atto della lavorazione principale.

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Colture erbacee da rinnovoIl frumento e l’orzo possiedono una minor propensione all’utilizzo di ammendante organici; il fabbisogno di azoto non è così elevato come per le colture da rinnovo e gli eccessi possono provocare problemi di allettamento. La disponibilità di azoto, che è diluita nel tempo, non riesce tra l’altro a soddisfare tra l’altro il picco di necessità che si viene a realizzare nella fase di levata. I cereali a paglia risultano più idonei quindi a sfruttare la fertilità residua lasciata nel terreno dalle colture da rinnovo e comunque, nel momento in cui si ricorre all’ammendamento con il compost, è opportuno non superare 10-15 tonn./ha.

Cereali autunno-vernini

Autori vari. Annuario Compost di Qualità 2006/2007

Autori vari. Annuario Compost di Qualità 2006/2007

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Colture orticole di pieno campo

Tra le orticole di pieno campo il pomodoro da industria risulta essere tra le colture dovela preparazione del terreno richiede particolare attenzione e dove le alte rese si giovanodi un sostanzioso apporto di sostanza organica. Da interrare a fine estate con un’araturaprofonda, la sostanza organica può essere apportata attraverso l’impiego diammendanti in dosi di circa 20-30 t/ha. Anche la patata necessita di un suolo benpreparato e con un’ottima struttura, pertanto le dosi di compost da utilizzare sempre infase di impianto sono di circa 15-25 t/ha, valore quest’ultimo applicabile anche allamaggior parte delle altre orticole considerate minori (carota, radicchi, zucchino, etc.).

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Autori vari. Annuario Compost di Qualità 2006/2007

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In questo settore l’impiego del compost può essere previsto sia in pre-impianto che, successivamente, in copertura. Nel primo caso sono consigliate dosi di 30-40 t/ha di ammendante di cui l’85-90% su tutta la superficie prima delle lavorazioni profonde (scasso, aratura) e il 10-15% restante mescolato con il terreno e localizzato nelle buche della messa a dimora delle piante. Negli anni successivi l’ammendante può essere usato come pacciamante per limitare lo sviluppo di erbe infestanti. A tale scopo il compost può avere una pezzatura non eccessivamente fine ma un buon grado di stabilità (maturità). Si distribuiscono 8-10 cm. di prodotto alla base della pianta o sulla fila, apportando così quantitativi di nutrienti e di sostanza organica variabili in relazione alle dosi impiegate

Colture arboreefrutticole e viticole

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Nel contesto vivaistico l’ammendante compostato è utilizzato sia come componente dei terricci destinati alle colture in contenitore, sia per impianti di nuovi vivai in peno campo. In questo secondo caso l’impiego più frequente e indicato nel compost è nella fase di pre-impianto.

Vivaismo

Per quanto concerne il vivaismo in contenitore è di fondamentale importanza valutare il pHe la salinità. Come si evince infatti dal confronto con torbe e terricci per impieghi ortoflorovivaistici gli ammendanti compostati, in particolare quello misto, presentano valori di pHpiù elevati. Per l’impiego in contenitore è pertanto necessaria un’azione correttiva od una sua limitazione di impiego.

Il compost di sole matrici lignocellulosiche (ACV) può essere impiegato in dosi maggiori (fino al 50%). Di contro, i prodotti compostati a base di matrici organiche più “ricche” dal punto di vista fitonutritivo (ACM) hanno un maggiore livello di salinità (conducibilità elettrica specifica) per cui ne determinano un ridotto impiego in miscela con torbe e altro.

Al fine di valutare la percentuale di compost da inserire nel substrato, è opportuno prendere in considerazione alcune variabili qui di seguito specificate:

• specie vegetale coltivata (arborea, arbustiva, etc.)• fase fenologica interessata (substrato di semina, ripicchettamento, etc.)• durata del ciclo colturale• dimensioni del contenitore• caratteristiche fisico-chimiche del compost• caratteristiche fisico-chimiche dei materiali complementari (materiali organici come

le torbe o inorganici come la pomice, perlite, etc.)• tecnica colturale adottata

Centemero M. – Rossi L. - Gli impieghi del compost in agricoltura e nel florovivaismo 2003

Centemero M. - Il compost nei terricci per il florovivaismo 2006

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La pratica del compostaggio può trovare a pieno titolo accoglienza in un’agricoltura dalla spiccate caratteristiche di sostenibilità. Infatti l’uso del compost:Rispetta il principio della sostenibilità dell’impiego delle risorse in quanto evita l’impiego di materiali organici non rinnovabili (es. torbe) e di elevate quantità di energia (necessarie per il trattamento dei rifiuti, per la produzione di fertilizzanti di sintesi, etc.)Rispetta il principio della sostenibilità della salute umana: l’uso del compost evita ai residui organici un destino improprio con effetti indiretti positivi sulla società nel suo complessoRispetta i principi di sostenibilità economica per i bassi costi di produzione. I vantaggi che ne derivano sono a favore sia dell’agricoltore sia della società nel suo complesso, la quale non deve affrontare costose soluzioni differenti per eliminare i rifiuti

L’uso del compost è da considerarsi un cardine essenziale per l’agricoltura sostenibile, in quanto consente di far ritornare al suolo tutto ciò che dal suolo deriva senza interrompere il ciclo biogeochimico degli elementi nutritivi

Il compostnell’agricoltura sostenibile

L’orto ricettivo come strumentodi monitoraggio ambientale

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PremessaAll’interno dell’impianto integrato di smaltimento rifiuti di AISA Impianti Spa

è stato individuato un terreno di circa 400 metri quadrati, ove verranno

coltivate in rotazione le specie ortive più comuni e diffuse sul territorio

aretino.

Tale spazio è stato delimitato da una recinzione in pali di castagno e da una

cornice di arbusti fruttiferi.

Il progetto che intende mettere in atto AISA Impianti Spa si propone di

ricreare le condizioni che comunemente riscontriamo negli orti familiari e

quindi nell’esercizio quotidiano delle pratiche ortive che nel nostro caso

peraltro non si esauriscono nel volgere del solo periodo primaverile-estivo,

ma che si estendono anche alla stagione invernale fino a coprire l’intera

annata.

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Finalità del progettoLa finalità del progetto è quella di ricercare e verificare se le colture praticate sul terreno possano contenere eventuali inquinanti prodotti dalla combustione di rifiuti solidi urbani, pertanto sulla produzione edibile giunta a maturazione sia delle specie ortive sia degli arbusti fruttiferi sia delle specie arboree da frutto - oltreché sul terreno coltivato - saranno effettuate mirate analisi chimiche.

Si è ritenuto inoltre utile oltreché opportuno “arricchire” il progetto di una connotazione di particolare interesse rappresentata dall’installazione nei pressi dell’orto, per tutto il periodo della fioritura, di alcune arnie per l’allevamento di una colonia di api, che potranno ricavare polline dai fiori dei vicini arbusti fruttiferi (corbezzolo, rovo, lampone, etc.). Le api dunque fungeranno da “sentinelle ambientali” e la produzione di miele verrà sottoposta, al pari delle produzioni vegetali, ad analisi chimica.

Gli arbusti da frutto messi a dimora hanno la funzione sia di elemento di decoro della zona perimetrale dell’area, sia di barriera frangivento per le specie ortive coltivate, sia di monitoraggio della eventuale presenza nei frutti di sostanze inquinanti derivanti dalla combustione di rifiuti.

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Lo schema adottato

Come già riferito in premessa, l’orto è stato realizzato all’interno di un’area situata in prossimità dell’impianto di superficie pari a 400 mq.

All’esterno della recinzione sarà posizionata prossimamente una piccola rimessa attrezzi ed una tettoia di modeste dimensioni quale deposito per mezzi tecnici (terriccio, fertilizzante, ammendante, etc.).L’orto, all’interno della recinzione, è stato suddiviso in quattro moduli a ferro di cavallo al fine di agevolare il passaggio e quindi le varie operazioni colturali da entrambi i lati delle singole parcelle.

Per ogni specie ortiva ed arbustiva e fruttifera è stata predisposta e posizionata ben visibile una targa corredata di relativa didascalia.

Naturalmente, a seconda delle specie e delle varietà coltivate, nonché della fase stagionale, la superficie delle colture all’interno dei moduli potrà essere soggetta a variazioni.

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1.Melograno (Punica granatum)2.Corbezzolo (Arbutus unedo)3.Rovo senza spine (Rubus canadensis)4.Lampone (Rubus idaeus)5.Nocciolo (Corylus avellana)6.Mirtillo (Vaccinium myrtillus)7.Ribes (Ribes s.p.p.)8.Uva spina (Ribes uva crispa)9.Arnia10* Aglio (Allium sativum)

Bietola (Beta vulgaris)Carciofo (Cynara cardunculus scolymus)Carota (Daucus carota)Cavolfiore (Brassica oleracea – var. botrytis)Cavolino di Bruxelles (Brassica oleracea – var. gemmifera)Cavolo broccolo (Brassica oleracea – var. italica)Cavolo cappuccio (Brassica oleracea – var. capitata)Cavolo nero (Brassica oleracea – var. acephala)Cavolo verza (Brassica oleracea – var. sabauda)Cetriolo (Cucumis sativus)

Cicoria (Cichorium intybus)Cipolla (Allium cepa)Fagiolino (Phaseolus vulgaris)Fagiolo (Phaseolus vulgaris)Fava (Vicia faba)Finocchio (Foeniculum vulgare)Indivia (Cichorium endivia)Lattuga (Lactuga sativa)Melanzana (Solanum melongena)Patata (Solanum tuberosum)

Peperone (Capsicum annuum)Pisello (Pisum sativum)Pomodoro (Lycopersicon esculentum)Porro (Allium porrum)Radicchio (Cichorium intybus)Rapa (Brassica rapa)Ravanello (Raphanus sativus)Rucola (Eruca sativa)Sedano (Apium graveolens)Spinacio (Spinacia oleracea)

Valerianella (Valerianella locusta)Zucchino (Cucurbita pepo)

*Ortaggi presenti stagionalmente ed a rotazione

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Scelta delle specie ortiveLa scelta delle orticole da coltivare è molto ampia, in considerazione dei normali avvicendamenti colturali ed in funzione delle varie stagioni che si susseguono a cui corrispondono tipologie di specie e varietà diverse in termini di esigenze climatiche e ambientali.

Sarà predisposto come riportato in premessa in modo ben visibile davanti alla singola parcella coltivata un modulo divulgativo ed informativo sulla specie ortiva coltivata.

• Aglio (Allium sativum) • Bietola (Beta vulgaris)• Carciofo (Cynara scolymus)• Carota (Daucus carota)• Cavolfiore (Brassica oleracea – var. botrytis)• Cavolini di Bruxelles (Brassica oleracea – var. gemmifera)• Cavolo broccolo (Brassica oleracea – var. botrytis,)• Cavolo cappuccio (Brassica oleracea – var. capitata)• Cavolo nero (Brassica oleracea – var. acephala)• Cavolo verza (Brassica oleracea – var. sabauda)• Cetriolo (Cucumis sativus)• Cicoria radicchio (Cichorium intybus)• Radicchio (Cichorium intybus) • Cipolla (Allium cepa)• Fagiolino (Phaseolus vulgaris)• Fagiolo (Phaseolus vulgaris)• Fava (Vicia faba)

• Fragola (Fragaria spp.)• Finocchio (Foeniculum vulgare)• Indivia (Cichorium endivia)• Valerianella (Valerianella locusta)• Rucola (Eruca sativa)• Lattuga (Lactuca sativa)• Melanzana (Solanum melongena)• Patata (Solanum tuberosum)• Peperone (Capsicum annuum)• Pisello (Pisum sativum)• Pomodoro (Lycopersicon esculentum)• Porro (Allium porrum)• Rapa (Brassica rapa)• Ravanello (Raphanus sativus)• Sedano (Apium graveolens)• Spinacio (Spinacia oleracea)• Zucchino (Cucurbita pepo)

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Scelta delle specie arbustiveda frutto

Come riferito in premessa, all’interno cella recinzione in pali di castagno che delimita l’orto, sono state create delle siepi di piante arbustive da frutto che trovano buona diffusione nel nostro territorio.

Le specie arbustive hanno una valenza sia ornamentale, sia di barriera frangivento per le specie ortive coltivate, sia di monitoraggio del livello di eventuali inquinanti nei frutti prodotti.

Qui di seguito si riporta l’elenco delle specie arbustive fruttifere che saranno coltivate nella porzione perimetrale del terreno destinato alla coltivazione delle ortive.

• Corbezzolo - Arbutus unedo L.• Lampone - Rubus spp.• Melograno - Punica granatum L.• Mirtillo - Vaccinium spp• Nocciolo - Corylus avellana L.• Ribes - Ribes spp.• Rovo senza spine - Rubus canadensis• Uva spina - Ribes uva crispa L.

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Scelta delle specie fruttifere

Al di fuori della recinzione che delimita l’orto, sono state messe a dimora un congruo numero di piante da frutto.Anch’esse fungeranno da elemento di monitoraggio del livello di eventuali inquinanti nei frutti prodotti.Qui di seguito si riporta l’elenco delle specie fruttifere che saranno coltivate.

• Ciliegio (Prunus avium)• Nespolo del Giappone (Eriobotrya Japonica)• Nespolo comune (Mespilus germanica) • Kaki (Diospyros kaki) • Cotogno (Cydonia oblonga) • Sorbo domestico (Sorbus domestica) • Mandorlo (Prunus amygdalus)• Susino Regina Claudia (Prunus domestica)• Susino President (Prunus domestica)

• Susino Coscia di Monaca (Prunus insititia)• Susino Sangue di Drago (Prunus salicina)• Vite uva da tavola (Vitis vinifera)• Vite uva da tavola Italia (Vitis vinifera)• Vite uva da tavola La Valle (Vitis vinifera)• Vite uva da tavola Regina dei Vigneti (Vitis vinifera)• Vite uva da tavola Cardinale (Vitis vinifera)• Vite uva da tavola Black Magic (Vitis vinifera)

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28Analisi chimica su ortive

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29Analisi chimica su ortive

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30Analisi chimica su ortive

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31Analisi chimica su ortive

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