Aspetti ambientali nell'attività estrattiva

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SEMINARIO ASPETTI AMBIENTALI NELL’ATTIVITÀ ESTRATTIVA: normativa e valutazione degli impatti ASPETTI AMBIENTALI NELL’ ATTIVITA’ ESTRATTIVA 22 giugno 2012

Transcript of Aspetti ambientali nell'attività estrattiva

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SEMINARIO

ASPETTI AMBIENTALI NELL’ATTIVITÀESTRATTIVA:

normativa e valutazione degli impatti

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22 giugno 2012

Page 2: Aspetti ambientali nell'attività estrattiva

Riferimenti normativi in materia ambientale: normativa nazionale e regionale

Le autorizzazioni ambientali per l’attività estrattiva: i procedimenti e gli enti competenti

Le principali problematiche ambientali:•Emissioni in atmosfera: le polveri diffuse e il rumore

•Sistema acque: interferenze con le acque superficiali e sotterranee

•Flora, fauna ed ecosistemi

•Paesaggio

•Popolazione ed aspetti socio-economici

•La produzione e la gestione dei rifiuti

Metodologie per la valutazione degli impatti ambientali

Il procedimento di valutazione degli impatti ambientali

Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette. La valutazione di incidenza.

Il ripristino ambientale best practice

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Riferimenti normativi in materia ambientale: normativa nazionale e regionale

Le autorizzazioni ambientali per l’attività estrattiva: i procedimenti e gli enti competenti

Le principali problematiche ambientali:•Emissioni in atmosfera: le polveri diffuse e il rumore

•Sistema acque: interferenze con le acque superficiali e sotterranee

•Flora, fauna ed ecosistemi

•Paesaggio

•Popolazione ed aspetti socio-economici

•La produzione e la gestione dei rifiuti

Metodologie per la valutazione degli impatti ambientali

Il procedimento di valutazione degli impatti ambientali

Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette. La valutazione di incidenza.

Il ripristino ambientale best practice

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Regio Decreto n. 1443 del 29 luglio

1927, “Norme di carattere legislativo

per disciplinare la ricerca e la

coltivazione delle miniere nel Regno” e

modificato dal Regio Decreto 7

novembre 1941, n. 1360.

Tale normativa costituisce la base dell’ordinamento italiano in materia di

attività estrattiva, poiché viene precisata la distinzione fra le due

categorie di lavorazioni: miniere e cave

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A livello regionale il riferimento normativo è costituito

dalla L.R. n. 78 del 3 novembre 1998, ”Testo unico in

materia di cave, torbiere, miniere, recupero di aree

escavate e riutilizzo di residui recuperabili” e modificata,

all’art. 15, dalla L.R. n. 4 del 27 gennaio del 2004.

D.G.R. n. 138 dell’11 febbraio 2002“Istruzioni tecniche per la formulazione delle domande di

autorizzazione all’ esercizio dell’attività estrattiva e per la

redazione degli elaborati di corredo (ai sensi dell`art. 12,

comma 4 della L.R. 78/1998) e per la comunicazione del

trasferimento dell`autorizzazione (ai sensi dell`art. 14,

comma 3 della L.R. 78/1998)”

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il P.R.A.E.R. “Piano regionale delle attività estrattive,

di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei

residui recuperabili” approvato con D.C.R. n.27 del 27

febbraio 2007.

D.P.G.R. n. 10/R del 23-02-2007 regolamento recante istruzioni tecniche per la

redazione degli strumenti della pianificazione

provinciale e comunale in materia di cave e torbiere,

di recupero di cave dismesse o in abbandono e di

riutilizzo dei materiali assimilabili

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Riferimenti normativi in materia ambientale: normativa nazionale e regionale

Le autorizzazioni ambientali per l’attività estrattiva: i procedimenti e gli enti competenti

Le principali problematiche ambientali:•Emissioni in atmosfera: le polveri diffuse e il rumore

•Sistema acque: interferenze con le acque superficiali e sotterranee

•Flora, fauna ed ecosistemi

•Paesaggio

•Popolazione ed aspetti socio-economici

•La produzione e la gestione dei rifiuti

Metodologie per la valutazione degli impatti ambientali

Il procedimento di valutazione degli impatti ambientali

Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette. La valutazione di incidenza.

Il ripristino ambientale best practice

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Le attività estrattive in quanto attività produttive ed interferendo con

differenti matrici ambientali sono sottoposte ad una serie di

autorizzazioni collegate al procedimento autorizzativo o da esso

indipendenti dovute alla presenza di vincoli sull’area

vincoli paesaggistici

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vincolo idrogeologico

Tutti i terreni coperti da boschi e quelli

ricompresi nelle zone determinate ai

sensi del R.D. 3267/1923 e della L.R.

n.39/2000 e s.m.i.. (Legge forestale

Toscana)

Studio idrogeologico di dettaglio che

evidenzi tutte le interferenze e le

criticità delle attività di cava con il

sistema delle acque superficiali e

sotterranee, uno studio vegetazionale

e un documento relativo alla

risistemazione dei luoghi (regimazione

delle acque, stabilità finale delle aree,

rinverdimenti, ecc…).

Autorizzazione, si rende necessaria

l’autorizzazione paesaggistica per la

verifica di compatibilità degli

interventi proposti su aree a vincolo

paesaggistico.

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Autorizzazione delle emissioni diffuse in atmosferaD.Lgs. n.152/06 art. 281 comma 2

Relazione nella quale sono descritte:

•le lavorazioni che avvengono nell’area di cava, l’eventuale

presenza di punti di emissione convogliate in atmosfera

•le zone dalle quali possono generarsi emissioni di tipo diffuso

dovute all’estrazione, al trasporto, alla movimentazione, alla

lavorazione del materiale e dai macchinari (vagli, mulini, frantoi,

ecc..) nonché i relativi inquinanti rilasciati

•In fase di autorizzazione devo essere inoltre descritte le

metodologie adottate per ridurre la produzione e la diffusione

delle emissioni di polveri

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Stima delle emissioni diffuse

“Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti”Elaborate da ARPAT propongono metodi di stima delle emissioni

di polveri principalmente basati su dati e modelli dell’Agenzia di

protezione ambientale degli Stati Uniti (US-EPA: AP-42

“Compilation of Air Pollutant Emission Factors”).

Nell’Allegato alle Linee Guida sono riportate le “Istruzioni

specifiche per il calcolo delle emissioni di PM10 in attività di

trattamento di materiali polverulenti” elaborate per facilitare

l’applicazione dei metodi di stima delle emissioni proposti.

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Autorizzazione degli scarichi

Se dal ciclo produttivo dell’attività

estrattiva sono prodotti scarichi di

acque reflue. Per esempio servizi

igienici, impianti di lavorazione

D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. L.R. 20/ e s.m.i.

Relazione tecnica nella quale sono evidenziate:

•le lavorazioni

• le caratteristiche (qualitative e quantitative) degli scarichi prodotti

•le modalità di trattamento e l’esistenza di impianti di riciclo

•le modalità di scarico finale delle acque reflue e qualora lo scarico non

avvenisse in fognatura pubblica è necessario caratterizzare i recettori (suolo

o corpo idrico) dal punto di vista ambientale, idrologico, idrogeologico,

geologico e pedologico

Evidenziare tutte le possibili interferenze dello scarico in relazione alla vulnerabilità degli acquiferi ed alla risorsa

acqua (presenza di pozzi o di aree di rispetto)

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Le acque meteoriche dilavanti (A.M.D.)

Contestualmente al progetto

deve essere elaborato un

piano di gestione delle acque meteoriche dilavanti (A.M.D.)

D.P.G.R. n. 46/R del 2008 “Regolamento di attuazione

della legge regionale 31 maggio 2006, n. 20 - Norme

per la tutela delle acque dall'inquinamento”

Il problema della separazione delle acque meteoriche dilavanti e delle acque di prima pioggia

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Il problema della separazione delle acque meteoriche dilavanti e delle acque di prima pioggia

Nel caso delle cave di pietra ornamentale, per l’ambiente di lavoro, la

tipologia della cava e le modalità di lavorazione, esiste un’oggettiva

difficoltà nel gestire le A.M.D. e soprattutto di separare e trattare le

acque meteoriche di prima pioggia (A.M.P.P.)

Questa difficoltà è sottintesa nel contenuto dell’art. 40 c. 9 dove infatti si

afferma che per le cave di materiali da taglio le norme di gestione delle

acque dilavanti previste devono essere applicate per quanto possibile in

relazione alle necessità di privilegiare quegli interventi che conseguono il

miglior rapporto tra costi sostenuti e benefici ambientali ottenuti

tenendo presente i criteri di:

•effettivo rischio di ruscellamento di solidi sospesi ed altri inquinanti

nelle A.M.D.

• l’oggettiva realizzabilità delle opere e la possibilità di realizzare in tutto

o in parte la separazione delle AMD dalle AMPP e del riciclo delle acque

recuperate, anche per mezzo di apprestamenti provvisionali in relazione

alle condizioni di coltivazione.

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Riferimenti normativi in materia ambientale: normativa nazionale e regionale

Le autorizzazioni ambientali per l’attività estrattiva: i procedimenti e gli enti competenti

LE PRINCIPALI PROBLEMATICHE AMBIENTALI:

•Emissioni in atmosfera: le polveri diffuse e il rumore

•Sistema acque: interferenze con le acque superficiali e

sotterranee

•Flora, fauna ed ecosistemi

•Paesaggio

•Popolazione ed aspetti socio-economici

•La produzione e la gestione dei rifiuti

Metodologie per la valutazione degli impatti ambientaliIl procedimento di valutazione degli impatti ambientaliGli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette. La valutazione di incidenza.Il ripristino ambientale best practice

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Emissioni in atmosfera

Le emissioni in atmosfera dovute all’attività di cava sono

riconducibili a:

•emissioni di polveri

•emissioni gassose dovute ai mezzi impiegati

•emissioni sonore

Emissioni di polveriMolto difficile una descrizione definita del

tipo e soprattutto della distribuzione

spaziale delle sorgenti � variabilità del

layout di cantiere

In una situazione operativa a regime le

polveri sono prodotte dalle operazioni di

taglio e perforazione e dalla

movimentazione del materiale nell’area di

cava.

Le polveri (PM10 e PTS) possono provocare un’alterazione della qualità dell’aria rispetto alla salvaguardia della salute umana, possono

avere alcune ripercussioni negative sulla fauna terrestre (effetto

disturbo) e sulla vegetazione (inibizione del processo fotosintetico e

della traspirazione).

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Emissioni sonore (rumore)

Per quanto riguarda il rumore, le sorgenti possono essere classificate

come:

•continue (impianti di trattamento, generatori, nastri trasportatori, ecc…)

•discontinue (brillamento di esplosivi, operazioni di perforazione,

avviamento)

Dal punto di vista ambientale

le emissioni di sonore

prodotte dalle attività di

cava possono generare

criticità sulla componente

fauna nonché nei confronti

di recettori sensibili presenti

nell’intorno dell’area e una

non conformità rispetto alla

zonazione acustica.

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Emissioni in atmosfera - Mitigazioni

PolveriCostituite tipicamente dalla bagnatura dei piazzali e della viabilità

interna, dalla realizzazione di impianti di lavaggio delle ruote

degli automezzi e dalla realizzazione di barriere verdi

RumorePertanto, al fine di ridurre gli eventuali impatti indotti devono

essere adottate opportune misure di mitigazione costituite dalla

corretta scelta dei macchinari e della loro insonorizzazione,

nonché dall’utilizzo di barriere antirumore nel caso siano presenti

impianti per la lavorazione dei materiali, da limitazioni gestionali

di orario nell’utilizzo dei macchinari più rumorosi e per il

brillamento delle volate

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Sistema acque

Le acque potenzialmente presenti in un

insediamento di attività estrattiva possono essere di

tre tipi:

•sotterranee

•superficiali

•di lavorazione

Il livello dell’impatto su tale matrice

ambientale può essere molto variabile

in funzione delle contesto naturale:

•geomorfologia

• idrologia

•vulnerabilità degli acquiferi

e di una serie di condizioni al contorno:

•tipologia di materiale coltivato

•metodi di coltivazione

•lavorazioni successive e non da ultimo

dal layout del cantiere.

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Fabbisogno di risorsa idrica

� prelievo di acque superficiali o sotterranee (pozzi)

Valutazione di fonti di approvvigionamento alternative costituite

principalmente da un adeguato sistema di raccolta delle acque meteoriche, prevedendo, per quanto tecnicamente possibile, la

separazione delle acque dilavanti non contaminate da quelle contaminate, nonché la riduzione dei consumi di risorsa attraverso il

riciclo delle acque di processo

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Acque prodotte durante le lavorazioni

� la coltivazione di pietre ornamentali generalmente non è fonte di

rilascio significativo di sostanze pericolose

l problema degli scarichi interessa l’alterazione delle caratteristiche

fisiche dell’acqua.

Le acque provenienti dalle lavorazioni di cava, infatti, sono caratterizzate

da elevate concentrazioni di solidi sospesi, provenienti sostanzialmente

dalle operazioni di taglio, tali da rendere impossibile il rilascio finale in

corpi idrici senza un preventivo trattamento.

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Acque prodotte durante le lavorazioni

Non sono da trascurare le

possibili interferenze delle

acque provenienti dai piazzali

con il sistema delle acque

sotterranee, soprattutto nel

caso di:

•ammassi rocciosi fratturati

•in presenza di carsismo

•di falda superficiale

•di sorgenti nei dintorni

dell’area d’interesse.

Le lavorazioni di cava non prevedono la produzione di sostanze

inquinanti, tuttavia durante la manutenzione dei mezzi o le operazioni

di rifornimento possono verificarsi sversamenti accidentali di

idrocarburi od olii.

Al fine di circoscrivere la sorgente inquinante, scongiurando eventuali

contaminazioni delle acque e del sottosuolo, è necessario disporre di

procedure di emergenza da attivare nel caso in cui si verifichi l’evento.

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Flora, fauna ed ecosistemi

La sensibilità collettiva identifica spesso le cave di materiale

ornamentale come una sorta di ‘vuoto ecologico e naturalistico’ in cui

le attività antropiche legate alla coltivazione si sostituiscono

interamente ad habitat, flora e fauna che in tali ambiti non trovano

più spazio.

Quest’immagine non appare del tutto corretta se si pensa che in tutte le aree estrattive s’insediano habitat sinantropici

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Flora

Emissioni di sostanze gassose e

polveri in atmosfera con effetti di

tipo diretto ed indiretto sulla

vegetazione

Sottrazione di superficie forestale o

altre cenosi vegetali eventualmente

caratterizzata da specie floristiche o

fitoconsociazioni d’interesse

Danni alla vegetazione presente

provocati nell’ambito delle attività e

dei mezzi in azione

In ambiti ricchi di endemismi e

specie rare come le Alpi

Apuane, le Colline Metallifere

o i rilievi dell’Isola d’Elba,

specie rupicole di notevole

interesse conservazionistico le

quali s’insediano proprio nelle

piccole ‘tasche’ di terra che si

formano nelle fessurazioni

delle rocce dando vita ad

habitat di estremo valore

naturalistico

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Fauna

Emissione di sostanze gassose e di polveri

nell’atmosfera con possibili ripercussioni come

alterazioni delle capacità metaboliche e respiratorie a

carico dell’invertebratofauna terrestre (es. lepidotteri

ed odonati)

Perdita di habitat che costituiscono rifugio e/o luogo

di riproduzione per la fauna

Occasionali eventi di mortalità per collisione dovuti

all’attività dei mezzi (tale fattore d’impatto ha

incidenza maggiore sulla piccola fauna)

Disturbo acustico e vibrazioni possono interferire con

le comunicazioni vocali a livello intraspecifico,

alterando la fitness riproduttiva, possibili scompensi

nell’equilibrio predatore-preda a scapito di entrambi

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Paesaggio

L’evoluzione storica della

percezione delle attività

estrattive ha condotto ad

un nuovo significato

paesaggistico in cui le cave non appaiono piùsoltanto come ‘ferite’ o alterazioni del territorio naturale

Le attività estrattive appaiono come

un oggetto sociale, antropologico e

culturale che necessita di politiche

programmatiche attente e mirate in

un’ottica di tutela del patrimonio

culturale e paesaggistico

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Paesaggio

Particolare attenzione deve dunque essere posta allo studio dell’intervisibilità dei cantieri estrattivi mediante opportune analisi

paesaggistiche in grado di evidenziare, secondo l’ubicazione

dell’osservatore, quanto della cava sia effettivamente visibile e di

conseguenza il paesaggio perturbato

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Paesaggio

Quadro conoscitivo

1) descrizione dei caratteri strutturali identificativi del

paesaggio

2) analisi visive organizzate nelle seguenti fasi:

• individuazione di piani visivi e skyline;

• ricerca degli elementi singolari naturali ed antropici che

emergono da ciascun piano visivo;

• descrizione degli elementi di qualità paesaggistica o di

disturbo estetico-percettivo.

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Popolazione ed aspetti socio-sanitari

Gli impatti ambientali generati dall’attività estrattiva possono influire

sull’assetto socio-sanitario della popolazione residente nel territorio

circostante la cava:

•nuove fonti di esposizione dovute a rumori, vibrazioni, polveri che

rappresentano potenziali pericoli o danni per la salute, o un fattore di

decadimento della qualità della vita

•l’attività estrattiva, soprattutto se si sviluppa in contesti rurali e montani,

comporta delle significative ricadute positive sul piano economico ed

occupazionale

Occorre prevedere fin dal

principio delle strategie di

riuso dell’area anche ai fini

della restituzione alla

popolazione locale di un

nuova opportunità

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La produzione e la gestione dei rifiuti

Le tipologie di rifiuti prodotti dall’attività di cava sono costituiti da:

•Olii e lubrificanti esausti derivanti dalla manutenzione dei mezzi di cava

•Pneumatici

•Parti meccaniche, idrauliche, batterie dei mezzi di cava

•Imballaggi di varia natura

•Fanghi provenienti dal trattamento delle acque (di lavorazione e dilavanti)

Il deposito temporaneo

nell’area di cava è consentito

nel rispetto della normativa

vigente

(D.Lgs. 152/06 e s.m.i. art. 183)

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I rifiuti di estrazione

Piano di gestione dei rifiuti di estrazione

prevenire e/o a ridurre la produzione di rifiuti

di estrazione e la loro pericolosità,

incentivarne il recupero ed il riciclaggio, il

riutilizzo o la bonifica, assicurarne lo

smaltimento sicuro a breve e a lungo termine.

D.Lgs. n.117/2008

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I rifiuti di estrazione

Nel piano di gestione saranno descritte:

• le caratteristiche del rifiuto prodotto (proprietà fisiche e chimiche) con

particolare riferimento alla loro stabilità alle condizioni

atmosferiche/meteorologiche

•le operazioni che generano il rifiuto, l’eventuale introduzione di sostanze

esterne durante le lavorazioni

•le caratteristiche della struttura di deposito (geologiche, idrogeologiche

e geotecniche)

Dal punto di vista degli

impatti ambientali prodotti

dai rifiuti dovranno essere

valutati, sulla base di uno

screening, gli eventuali effetti

negativi sull'ambiente ed

eventuali misure preventive e

di mitigazione da adottare, le

procedure di controllo e di monitoraggio.

Page 32: Aspetti ambientali nell'attività estrattiva

Riferimenti normativi in materia ambientale: normativa nazionale e regionale

Le autorizzazioni ambientali per l’attività estrattiva: i procedimenti e gli enti competentiLe principali problematiche ambientali:•Emissioni in atmosfera: le polveri diffuse e il rumore

•Sistema acque: interferenze con le acque superficiali e sotterranee

•Flora, fauna ed ecosistemi

•Paesaggio

•Popolazione ed aspetti socio-economici

•La produzione e la gestione dei rifiuti

METODOLOGIE PER LA VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI

AMBIENTALI

Il procedimento di valutazione degli impatti ambientaliGli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette. La valutazione di incidenza.Il ripristino ambientale best practice

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Esistono numerosi approcci metodologici per la fase di individuazione e

valutazione degli impatti purché il risultato conseguito sia un giudizio quali - quantitativo sul progetto e sulle possibili alternative il più

possibile oggettivo allo scopo di fornire un supporto tecnico valido in

fase decisionale sull’ammissibilità di un intervento.

Liste di controllo

Le check list

comprendono una

elencazione dei singoli

impatti che l’attività

può generare. Le liste

di controllo sono un

buon metodo per

focalizzare

l’attenzione sugli

elementi più rilevanti

del progetto.

Analisi qualitativa

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Elaborazione di mappe tematiche che rilevino le singole

caratteristiche ambientali ed evidenzino gli impatti localizzandoli e

fornendone l’entità (scala cromatica)

Cartografia ambientale

L'analisi quantitativa ha lo scopo di ottenere valori confrontabili tra

loro e quindi prevede l’individuazione e la stima di ciascun elemento

della matrice. Questo può essere effettuato attraverso un indice di qualità ambientale (IQA)

Analisi quantitativa

Nella pratica metodologica ogni componente ambientale (aria, acqua,

flora, fauna, ecc…) ha un possibile range di IQA da 0 a 1.

Secondo le situazioni specifiche, vi sono componenti ambientali che

hanno maggiore importanza (peso statistico) rispetto ad altre.

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Metodo delle griglie di valutazione

Sono prese in considerazione le componenti ambientali che

interferiscono con l’attività estrattiva e per ciascun parametro che

caratterizzano la componente viene attribuito un valore in relazione

all’impatto generato.

All’attività valutata viene attribruito un punteggio finale significativo

degli impatti complessivi.

Punteggio finale basso: impatto ridotto

Punteggio finale alto: impatto elevato

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Metodo matriciale

La matrice semplice è una tabella a doppia entrata in cui nelle righe

compaiono le variabili costitutive del sistema ambientale (componenti

ambientali), e nelle colonne le attività che la realizzazione del progetto

implica (azioni), normalmente divise per fasi (costruzione, esercizio, ecc.).

Gli impatti risultano dall’interazione tra azioni e componenti ambientali

Analisi delle componenti ambientali: Risorsa rara/comune;

rinnovabile/non rinnovabile;

strategica/non strategica;

capacità di carico superata / non superata

Gli impatti significativi sono classificati secondo i criteri seguenti:il loro segno, in positivi e negativi;

la loro dimensione, in lievi, rilevanti, molto rilevanti

la loro dimensione temporale, in reversibili a breve termine, reversibili a

lungo termine, irreversibili

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Metodo matriciale

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Riferimenti normativi in materia ambientale: normativa nazionale e regionale

Le autorizzazioni ambientali per l’attività estrattiva: i procedimenti e gli enti competentiLe principali problematiche ambientali:•Emissioni in atmosfera: le polveri diffuse e il rumore

•Sistema acque: interferenze con le acque superficiali e sotterranee

•Flora, fauna ed ecosistemi

•Paesaggio

•Popolazione ed aspetti socio-economici

•La produzione e la gestione dei rifiuti

Metodologie per la valutazione degli impatti ambientali

IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI

Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette. La valutazione di incidenza.Il ripristino ambientale best practice

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Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale

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-La Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale è

una procedura alla quale sono sottoposti piani e progetti per i quali si

rende necessario stabilire se vi siano o meno impatti rilevanti sull’ambiente e quindi se si debba attivare una procedura di valutazione

approfondita dei medesimi (V.I.A.).

La procedura si sviluppa attraverso un primo esame ex ante dei possibili

effetti ambientali.

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Valutazione di Impatto Ambientale

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-La Valutazione di Impatto

Ambientale (V.I.A.) è una

procedura alla quale sono

sottoposti piani e progetti di

opere che, potenzialmente,

possono comportare rilevanti

modifiche sulle diverse

componenti della matrice

ambientale nonché sulla

salute e sul benessere umano.

Essa prevede un’analisi

particolareggiata in merito

alle interferenze che il piano o

progetto proposto presenta

nei confronti dell’ambiente,

anche alla luce della presenza

di misure di mitigazione e

controllo volte a ridurre o

contenerne gli impatti.

Page 41: Aspetti ambientali nell'attività estrattiva

Riferimenti normativi in materia ambientale: normativa nazionale e regionale

Le autorizzazioni ambientali per l’attività estrattiva: i procedimenti e gli enti competentiLe principali problematiche ambientali:•Emissioni in atmosfera: le polveri diffuse e il rumore

•Sistema acque: interferenze con le acque superficiali e sotterranee

•Flora, fauna ed ecosistemi

•Paesaggio

•Popolazione ed aspetti socio-economici

•La produzione e la gestione dei rifiuti

Metodologie per la valutazione degli impatti ambientali

Il procedimento di valutazione degli impatti ambientali

GLI IMPATTI DELL’ATTIVITÀ DI CAVA IN AREE NATURALI PROTETTE. LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA.Il ripristino ambientale best practice

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Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette e siti

Rete Natura 2000

Nel 1992 l’Unione Europea attraverso

la Direttiva 92/43/CEE “Habitat”,

relativa alla conservazione degli habitat

naturali e seminaturali e della flora e

della fauna selvatiche per garantire la

tutela della biodiversità, ha previsto la

costituzione di una rete ecologica

europea denominata Rete Natura 2000che comprende aree di particolare

pregio naturalistico come i siti di

importanza comunitaria (SIC) previsti

dalla già citata Direttiva Habitat, e le

zone di protezione speciale (ZPS)

istituite con la Direttiva sulla

conservazione degli uccelli selvatici.

Page 43: Aspetti ambientali nell'attività estrattiva

Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette e siti

Rete Natura 2000

Dal 1996 la Regione Toscana ha avviato la costruzione sul proprio

territorio di una vera e propria rete ecologica regionale denominata

Bioitaly

Legge regionale n. 56/2000La Toscana ha definito la propria rete ecologia regionale composta

dall’insieme dei SIC, delle ZPS e di nuove aree chiamate SIR (siti di

interesse regionale).

Accanto alla rete ecologica, la tutela di specie

e habitat è garantita dalla rete di Aree Naturali

Protette

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Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette e siti

Rete Natura 2000

La presenza negli ambiti territoriali in cui

sono localizzate le attività estrattive di

valenze naturalistico-paesaggistiche e

l’eventuale sovrapposizione di forme di

tutela rispondenti a diversi ordinamenti

giuridici (aree parco, siti natura 2000, ecc.) determina senza dubbio l’adozione

di specifiche misure di tutela in relazione

non solo alle quantità estratte ma anche

e soprattutto alle modalità di coltivazione

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Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette e siti

Rete Natura 2000

Tra le indicazioni che è possibile fornire per le modalità di coltivazione

al fine della tutela e della conservazione di habitat e specie floristiche

e faunistiche d’interesse conservazionistico, vi sono le seguenti:

� prestare particolare attenzione nella scelta delle epoche idonee

alla messa in opera delle attività maggiormente impattanti, al fine di

arrecare il minor disturbo possibile nei periodo critici del ciclo vitale

delle specie faunistiche presenti;

� impiego di mezzi omologati e silenziati a norma CE;

� fatta eccezione per particolari questioni legate alla sicurezza,

limitare il ricorso a fonti luminose artificiali nell’intera area di cava,

privilegiando lampade a bassa emissione di UV;

� qualora siano previste vasche di raccolta e sedimentazione

dell'acqua proveniente dalla regimazione dell'area di cava, in territori

potenzialmente vocati alla presenza di fauna minore appare

opportuno improntare un monitoraggio della stessa allo scopo di

verificarne la presenza ed attivare misure di tutela.

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Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette e siti

Rete Natura 2000

La valutazione di incidenzaPer ottenere l’autorizzazione alla coltivazione, infatti, le cave che si

trovano all’interno della Rete Natura 2000 (oppure localizzate

esternamente ma suscettibili di produrre interferenze negative su tali

siti) necessitano di valutazione d’incidenza

Sono sottoposti ad una

procedura valutativa finalizzata

ad indagare quante e quali

interferenze possa provocare la

presenza dell’attività estrattiva

e le relative opere accessorie

(viabilità, cantieri temporanei,

ecc.) sullo stato di

conservazione degli habitat e

delle specie d’interesse

conservazionistico presenti.

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Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette e siti

Rete Natura 2000

Per valutare, invece, la suscettibilità di produrre interferenze

negative con le valenze naturalistiche di un territorio posto al di fuori

della Rete Natura 2000, è possibile fare riferimento ai seguenti

elementi d’indagine:

•appartenenza delle cave alla rete ecologica regionale contiguità con

zone umide

•interferenza con corsi d'acqua appartenenti allo stesso bacino

imbrifero in cui si trovano siti Rete Natura 2000

•interferenza con ambiti ad alta biodiversità

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Riferimenti normativi in materia ambientale: normativa nazionale e regionale

Le autorizzazioni ambientali per l’attività estrattiva: i procedimenti e gli enti competenti

Le principali problematiche ambientali:•Emissioni in atmosfera: le polveri diffuse e il rumore

•Sistema acque: interferenze con le acque superficiali e sotterranee

•Flora, fauna ed ecosistemi

•Paesaggio

•Popolazione ed aspetti socio-economici

•La produzione e la gestione dei rifiuti

Metodologie per la valutazione degli impatti ambientali

Il procedimento di valutazione degli impatti ambientali

Gli impatti dell’attività di cava in aree naturali protette. La valutazione di incidenza.

Il ripristino ambientale e le best practice

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Recupero, ripristino o riuso?

Il recupero di una cava è quel complesso d’interventi finalizzati a garantire

che, al termine delle attività di coltivazione, il sito possa essere

adeguatamente reinserito nel sistema territoriale e nel contesto

ambientale e paesaggistico esistenti nel rispetto delle esigenze dei fruitori

e delle risorse disponibili. Per sua natura il recupero richiede un approccio

interdisciplinare e può essere considerato un'attività che riguarda il

miglior uso delle risorse territoriali e paesaggistiche.

Il ripristino di una cava prevede azioni finalizzate al recupero dell’assetto

originario del territorio e delle primitive destinazioni d’uso. In questo caso

gli interventi sono pertanto finalizzati all’ottenimento di un ambito avente

caratteristiche il più possibile simili a quelle originarie.

Il riuso è frutto di una nuova concezione di recupero ambientale che sta

via via evolvendo da un modello concettuale di ristrutturazione del

territorio, finalizzato per lo più a mascherare le ‘ferite’ prodotte sul

paesaggio, verso una rilettura del paesaggio in un’ottica di rinnovato

utilizzo e valorizzazione storico-culturale oltre che morfologica del

territorio.

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La ‘ristrutturazione’ del territorio

Principi fondamentali per il recupero

ambientale delle cave di pietre

ornamentali:

non possono essere organizzati secondo

linee guida di validità generale poiché le

scelte più corrette non risultano

identificabili in modo univoco.

Gli elementi che devono essere considerati

per effettuare tali scelte, infatti, possono

essere di diversa natura secondo le

caratteristiche del sito e delle aree

circostanti (aspetti geologici, morfologici,

idraulici, biologici, paesaggistici,

economici, sociali, ecc.) ma anche secondo

le aspettative del della collettività, le

esigenze delle amministrazioni

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Recupero ambientale

Gli interventi dovrebbero essere condotti in modo il più possibile

progressivo con le fasi di coltivazione, subordinatamente ai vincoli di

natura climatica dettati dalla stagionalità delle piantumazioni.

In generale, gli interventi di

recupero possono essere

classificati e descritti in

alcune importanti categorie:

•stabilizzazione e

mitigazione delle pareti

verticali (fronti);

•sistemazione delle superfici

orizzontali (pedate e

piazzali);

•recupero di rampe, pendii,

ecc.

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Fronti di cava

L’assetto verticale o sub-verticale dei fronti di cava rappresenta una delle

maggiori criticità per gli interventi di ristrutturazione paesaggistica ed

ambientale

La riprofilatura anche parziale dei fronti costituisce una possibile soluzione

a tale criticità per la cui messa in opera si prevede il reimpiego di parte del

materiale di sfrido non utilizzabile a fini ornamentali.

Non necessariamente tali interventi

debbono avere lo scopo di

‘mascherare’ completamente le

pareti di roccia le quali, nel tempo,

attraverso l’insediamento di

vegetazione rupicola pioniera e

fenomeni fisico-chimici superficiali

che si evidenziano con cambiamenti

di colorazione, tenderanno ad

assumere gradualmente un aspetto

più naturale.

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Fronti di cava

Al fine di evitare forme dei fronti troppo regolari e geometriche

difficilmente mitigabili è possibile prevedere di ridurre localmente la

pendenza del profilo mediante la realizzazione di nicchie, piazzole o gradini

che consentendo l’accumulo di piccole quantità di suolo sufficienti

all’attecchimento di specie pioniere, possano fin da subito ricreare habitat

idonei alla ricolonizzazione.

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Pedate e piazzali

Per quanto riguarda le superfici pianeggianti, possono essere previsti

interventi di rinaturalizzazione e ripristino ambientale mediante la messa a

dimora di fitoconsociazioni arboreo-arbustive e la semina di essenze

erbacee, previo ripristino dello strato edafico necessario al corretto

attecchimento della vegetazione.

Operazione preliminare agli interventi di messa a dimora della vegetazione

in pedate e piazzali è la realizzazione di opere per la regimazione delle

acque superficiali, allo scopo di controllare gli effetti erosivi delle

precipitazioni meteoriche.

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Rampe e pendii

L’attecchimento del manto erboso è reso problematico a causa

dell’erosione superficiale attiva, in parte ovviabile con interventi di

sistemazione e con l’idrosemina

Per evitare fenomeni di erosione, è possibile prevedere la messa in opera

di fascinate su almeno 50 - 75% della superficie

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Best practice: gli orientamenti della riflessione contemporanea

L’orientamento sempre più diffuso è quello della realizzazione d’interventi

di riqualificazione e valorizzazione che portino al riuso per scopi ricreativi,

turistici, naturalistici e paesaggistici in un’ottica di piena sostenibilità

ambientale e sociale di ciascuna scelta operata

Una riflessione importante va fatta in merito al fatto che l’asportazione

dei materiali modifica le potenzialità (oltre che la percezione) dei siti e

rende in pratica quasi sempre impossibile il ripristino delle condizioni originali.

Il progetto di riqualificazione, dunque, potrà

individuare soluzioni non direttamente connesse allo stato di fatto precedente

l’apertura della cava ma conseguenziali alla

presenza della nuova situazione

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Best practice: gli orientamenti della riflessione contemporanea

La riqualificazione può, ad esempio, generare:

• zone di verde urbano

•realizzazione di aree umide

•parchi tematici, strutture sportive o iniziative espositive temporanee.

Qualora, invece, la cava sia localizzata in un ambito dotato di privilegio

paesaggistico e panoramico, è possibile pensare a riutilizzi finalizzati

all’insediamento commerciale, residenziale o alberghiero.

Esistono poi una serie di recuperi di tipo ‘culturale’ in cui le aree

recuperate si possono trasformare in centri di attrazione culturale come

orti botanici, musei, esposizioni, parchi archeologici, ecc.

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Best practice: gli orientamenti della riflessione contemporanea

La riqualificazione può, ad esempio, generare:

• zone di verde urbano

•realizzazione di aree umide

•parchi tematici, strutture sportive o iniziative espositive temporanee.

Qualora, invece, la cava sia localizzata in un ambito dotato di privilegio

paesaggistico e panoramico, è possibile pensare a riutilizzi finalizzati

all’insediamento commerciale, residenziale o alberghiero.

Esistono poi una serie di recuperi di tipo ‘culturale’ in cui le aree

recuperate si possono trasformare in centri di attrazione culturale come

orti botanici, musei, esposizioni, parchi archeologici, ecc.

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Il parco di Buttes-Chaumont

Oggi uno dei più bei parchi di Parigi, fin dagli inizi del XIX secolo era una cava

di calcare a cielo aperto ed in sotterraneo, il cui sfruttamento era

particolarmente intensivo. Il gesso estratto era utilizzato per la costruzione

di numerosi edifici della capitale. Nel 1860 Napoleone III decise di dotare la

città di un parco attraverso la sistemazione di questo luogo che, grazie alla

particolare morfologia del suolo ed all’intuizione di Alphand, dell’architetto

Davoud e dell’orticultore Barillet-Deschamps, ha dato vita ad un paesaggio

montagnoso di straordinario impatto estetico-percettivo.

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Il parco di Buttes-Chaumont

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Les Baux de Provence

Cava di bauxite di pianura il cui sfruttamento procedeva in galleria, nel 1977

è stato trasformato in uno spazio ricreativo-culturale di grande richiamo

turistico dalla progettista Anne Plécy. Lo scavo principale si è straformato in

un suggestivo spazio per esposizioni, proiezioni, eventi culturali che vengono

valorizzati dal contesto scenografico della cava

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Il parco regionale della Plage Bleue

Situato alla periferia della cittadina di Valenton, il parco urbano di 40 ettari

nasce su un sito estrattivo di sabbia e ghiaia. Il progetto è stato coordinato

da Gilles Ollier, paesaggista, ed è stato terminato nel 1994. Il parco propone

una sorta di ‘promenade’ alla scoperta di giardini che rappresentano diversi

milieux ecologici, soprattutto giardini d’acqua.

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Teatro all’aperto di Valderice

Il teatro all’aperto è stato realizzato nel 1985 su progetto dell’arch. Cristiano

Toraldo di Francia laddove un tempo vi era una cava di pietra ‘misca’, sito

estrattivo di monte a mezzacosta. Le gradonate sono intervallate da siepi di

bosso ed alloro, mentre al centro il cerchio dell’orchestra fa da palcoscenico.

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Fossar de la Pedrera

Giardino contemplativo-simbolico nato su una cava di pietra di monte a

mezzacosta a Barcellona. Su progetto dell’arch. Beth Galì, l’area verde viene

realizzata nel 1986. In questo spazio sono custoditi in una fossa comune i

corpi delle vittime fucilate nel 1939 in difesa della libertà catalana. Grandi

blocchi di pietra consolidano il fronte della cava, mentre un ampio prato

simile ad un lago copre l’area della fossa comune circoscritta da una serie

continua di panchine di pietra bianca

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Cave del Verbano Cusio Ossola

La provincia del Verbano Cusio Ossola dispone di un ragguardevole

patrimonio ambientale e storico in cui graniti, marmi, beole, serizzi e pietre

di ogni colore e forma definiscono il paesaggio modellando pendii e pareti a

strapiombo di particolare impatto.

In questo contesto nel 2007 nasce l’idea di utilizzare le cave come luoghi per

ospitare eventi artistici attraverso una strategia di sviluppo e di

valorizzazione ambientale e culturale trasformarsi in veri e propri "teatri di

pietra".

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L’ ATTENZIONE