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Unioncamere Basilicata Artigianato/artigianati in regione Basilicata Rapporto 2002 dell’Osservatorio Regionale sull’Artigianato Marzo 2003 — pp. 1

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Unioncamere Basilicata

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Rapporto 2002 dell’Osservatorio Regionale sull’Artigianato

Marzo 2003

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Il presente Rapporto è stato curato dal Centro Studi Unioncamere Basilicata (coordinatore Franco Bitetti) in collaborazione con il CERTeT (Centro di Economia Regionale, Trasporti e Turismo) dell’Università Bocconi di Milano.

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Indice

CAPITOLO 1 Introduzione

1.1 Obiettivi e articolazione del rapporto 1.2 Precisazioni metodologiche

CAPITOLO 2 L’artigianato lucano: una visione d’insieme

2.1 Il ruolo dell’artigianato lucano 2.2 La distribuzione dell’artigianato lucano 2.3 La diffusione dell’artigianato sul territorio regionale 2.4 L’incrocio settore–territorio 2.5 In sintesi

CAPITOLO 3 L’artigianato manifatturiero

3.1 Una visione d’insieme 3.2 L’incrocio settore–territorio dell’artigianato manifatturiero 3.3 In breve

CAPITOLO 4 L’artigianato tradizionale

4.1 La distribuzione territoriale dell’artigianato tradizionale 4.2 Le specificità territoriali 4.3 In breve

CAPITOLO 5 L’artigianato edile

5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile 5.2 In breve

CAPITOLO 6 L’artigianato di servizio

6.1 L’artigianato di servizio per il sistema produttivo 6.2 L’artigianato di servizio per le famiglie 6.3 L’artigianato di servizio di rete 6.4 Le relazioni tra servizi 6.5 In breve

567

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31

3750

54555865

666981

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CAPITOLO 7 Le relazioni tra i settori

7.1 Le relazioni tra i settori artigiani in Basilicata 7.2 Ulteriori osservazioni dalla disaggregazione dei servizi 7.3 Verso una classificazione del SLL

104104.108113

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CAPITOLO 8 Conclusioni

8.1 Artigianato, tradizione e piccola dimensione: un potenziale freno alla crescita o un ponte verso lo sviluppo? 115

8.2 Artigianato, tradizioni e territorio: alcune attenzioni per le politiche di intervento

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CAPITOLO 1

Introduzione Da molti anni la regione Basilicata ha dedicato grande attenzione ai temi dello sviluppo economico del proprio territorio e alla crescita delle Piccole e Medie Imprese (PMI), con specifico riguardo al mondo artigiano, supportata nelle proprie politiche dalle possibilità offerte dai Fondi Strutturali Europei; diverse sono infatti le misure dei due passati Piani Operativi Regionali che hanno interessato le PMI e le imprese artigiane.

Il mondo artigiano risulta peraltro estremamente complesso e riccamente articolato: la sua definizione, contenuta nella legislazione vigente, ponendo l’accento sulla piccola dimensione dell’attività e sulla presenza di un significativo contributo lavorativo diretto dell’imprenditore artigiano, risulta economicamente insoddisfacente. L’artigianato finisce così per accomunare attività le più svariate, in settori profondamente diversi (nel manifatturiero come nei servizi), con dimensioni che possono arrivare fino ai 15 addetti, e in alcuni casi anche superiori, in presenza di sfide competitive e problematiche gestionali anche profondamente diversificate.

Quando si approfondisce la conoscenza del comparto ci si scontra così con la necessità di identificare appropriati sottoinsiemi artigiani (più omogenei al loro interno) per i quali le analisi risultino maggiormente significative, consentendo di meglio comprendere la complessità artigiana: ecco dunque l’attenzione per gli “artigianati”, al plurale.

Vi è una certa concordanza, in termini di politiche, circa il fatto che interventi generalizzati sul comparto artigiano, oltre che difficoltosi visti i grandi numeri di imprese potenzialmente coinvolte, siano poco efficaci e, in alcuni casi, rischino addirittura di essere controproducenti: azioni indirizzate alle attività artigiane manifatturiere, per esempio, possono risultare non appropriate o inutili nei confronti di attività di servizio.

Alla base di politiche più specifiche, declinate sulle particolari esigenze dei differenti mondi che compongono l’universo artigiano, sta necessariamente una conoscenza più approfondita di questa realtà produttiva e della sua articolazione sul territorio.

Grazie alla collaborazione con Unioncamere Basilicata la Regione si è ormai dotata di uno strumento conoscitivo e di analisi – le monografie sull’artigianato realizzate in collaborazione con il CERTeT – finalizzate all’approfondimento di specifiche tematiche relative all’artigianato e all’indirizzo degli interventi operativi nei confronti della realtà locale.

La presente monografia, in forte continuità con l’attività avviata all’interno dell’Osservatorio, intende offrire un contributo conoscitivo importante alla declinazione degli “artigianati” lucani, andando ad approfondire gli aspetti settoriali e territoriali della struttura produttiva artigiana regionale.

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1.1 Obiettivi e articolazione del rapporto

La precedente monografia dell’Osservatorio evidenziava innanzitutto il significativo ruolo dell’artigianato nell’ambito dell’economia regionale; ruolo peraltro confermato anche dai dati più aggiornati: a novembre 2002 le imprese artigiane attive, iscritte alle Camere di Commercio delle due province, erano infatti 12.327, pari al 37,2% del totale delle imprese attive. Si rilevava inoltre la presenza di alcune “vocazioni” settoriali dell’artigianato lucano: nel manifatturiero – in particolare nell’Industria del legno, nella Fabbricazione degli apparecchi medicali e di precisione e nella Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo –; nell’edilizia; nelle riparazioni e nei servizi; mentre a livello territoriale erano state evidenziate alcune differenze di comportamento del mondo artigiano delle due province.

Il rapporto poneva infine l’accento sulla presenza di due mondi artigiani, uno dinamico e in evoluzione ed un altro più debole e marginale ed offriva alcuni suggerimenti per la programmazione di interventi più consapevoli delle differenze esistenti all’interno del complesso sistema dell’artigianato.

Il presente rapporto ha inteso realizzare un “Atlante delle imprese artigiane” lucane che, fotografando la situazione più aggiornata possibile, evidenzi le differenze esistenti sia a livello territoriale “fine”, sia a livello settoriale. Il percorso conoscitivo ed interpretativo offre così un ulteriore strumento per la programmazione regionale degli interventi a favore del comparto.

Viene dunque presentata la struttura produttiva artigiana a novembre 2002; si è scelto di non considerare l’evoluzione temporale di tale struttura, in quanto già discussa nel precedente rapporto, mentre l’attenzione si è focalizzata sull’analisi settoriale e territoriale. L’idea guida dell’analisi è che dall’incrocio settore-territorio sia possibile evidenziare alcune specificità dell’artigianato lucano, identificando così appropriati insiemi su cui intervenire con progetti più mirati.

Per quanto riguarda le disaggregazioni settoriali e territoriali la semplice codificazione ATECO91 dei settori dell’ISTAT è sembrata poco sintetica quando si scendeva nella disaggregazione e poco funzionale agli obiettivi di differenziazione quando si mantenevano aggregati i settori; sono state pertanto identificate alcune aggregazioni che, oltre ad offrire un buon livello di dettaglio dell’informazione pur senza eccedere nei particolari, permettessero di svolgere alcuni ragionamenti economici più completi.

All’interno del manifatturiero, in particolare, si è focalizzata l’attenzione su un insieme di settori in grado di ritagliare l’artigianato tradizionale-artistico, mentre nei servizi sono stati distinti tre macro comparti, rispettivamente dedicati ai servizi per il mondo produttivo, ai servizi alle famiglie e ai servizi di rete.

I successivi paragrafi metodologici offriranno in proposito alcuni chiarimenti.

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Analogamente, a questo stadio della conoscenza dell’artigianato

lucano, una disaggregazione a livello territoriale basata sulle semplici ripartizioni amministrative provinciali è apparsa povera d’informazione, mentre il dettaglio comunale risultava eccessivo senza aggiungere una reale informazione; si è invece optato per alcune aggregazioni territoriali che avessero un significato dal punto di vista economico e da quello della programmazione regionale; le analisi territoriali si basano quindi su tre tipi di aggregazioni, i sistemi locali del lavoro, i PIT e i sistemi produttivi locali (cfr. § 1.2.3).

Gli aspetti metodologici relativi alle aggregazioni territoriali e settoriali, così come quelli relativi alle fonti informative utilizzate saranno discussi nel prossimo paragrafo, che chiude questo capitolo introduttivo (Cap.1).

Il capitolo successivo (Cap. 2) offrirà una descrizione delle imprese artigiane lucane nel loro insieme, oltre che per aggiornare l’informazione dello scorso rapporto, per mettere in luce il peso del comparto rispetto al resto dell’economia, vederne la distribuzione territoriale e per rami di attività, e confrontarne il comportamento rispetto a quanto avviene nel Mezzogiorno e in Italia.

Nei capitoli seguenti si analizzerà la distribuzione territoriale e settoriale delle imprese artigiane nei principali rami di attività, nel Manifatturiero (Cap. 3), con un approfondimento sull’artigianato tradizionale e artistico (Cap. 4), nell’Edilizia (Cap. 5) e nei Servizi (Cap. 6); il capitolo successivo offre alcune considerazioni circa le relazioni tra i differenti settori analizzati (Cap. 7), mentre il quello finale (Cap. 8) vengono riprese le principali conclusioni dell’intera analisi.

1.2 Precisazioni metodologiche 1.2.1 Le fonti informative

L’ISTAT ha recentemente reso pubblici i primi risultati del Censimento

2001, tuttavia i dati necessari per lo svolgimento del lavoro che sta alla base di questo rapporto non sono ancora disponibili; la fonte informativa più aggiornata, e alla quale questo rapporto fa riferimento, è una banca dati amministrativa, in particolare quella dell’Albo artigiani; implicitamente, dunque, si è accettata una definizione di impresa artigiana basata sull’iscrizione all’Albo Artigiani presso la Camera di Commercio. Più precisamente si è fatto ricorso all’archivio Movimprese, relativo alla totalità delle imprese, e all’archivio relativo all’Albo Artigiani

I due archivi forniscono il numero delle imprese operative iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio disaggregate per classi di attività economica e forma giuridica; mancano, invece, informazioni complete e attendibili sull'aspetto occupazionale.

La classificazione delle attività economiche nell'Archivio è stata uniformata alla codifica ATECO 91 utilizzata dall’ISTAT per il Censimento 1991.

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Nel Rapporto si fa riferimento non alle imprese registrate bensì a

quelle “attive”, vale a dire in condizioni di normale funzionamento. È stato utilizzato soltanto l’archivio relativo ai dati di novembre 2002.

Si è potuto disporre, in particolare, dei dati dell’archivio Movimprese con due modalità differenti: nel primo caso, il numero di imprese risulta disaggregato per comune e con un livello di dettaglio settoriale che arriva alle categorie (5 digit) della classificazione ATECO 1991; nel secondo caso, i dati sono nominativi, con la descrizione delle attività delle imprese dei soli settori Manifatturiero ed Edilizia. I due insiemi di dati, acquisiti in due momenti differenti, fotografano la realtà lucana a meno di trenta giorni l’uno dall’altro, rispettivamente all’inizio e alla fine del mese di novembre; tra le due banche dati, relativamente ai soli settori Manifatturiero ed Edilizia, si è pertanto riscontrata una differenza di circa 70 imprese, differenza marginale se rapportata alle 7.366 imprese complessive.

Analogamente sono riscontrabili alcune differenze tra il dato complessivo registrato a novembre relativo a 12.327 imprese ed il dato annuale di Movimprese pari a 12.400 imprese, ma anche in questo caso si tratta di differenze poco significative. 1.2.2 Le aggregazioni settoriali

L’analisi è stata condotta su sei aggregazioni settoriali: Il settore manifatturiero nel suo insieme; Il settore edile; Il comparto tradizionale-artistico; I servizi al sistema produttivo; I servizi alle famiglie; I servizi di rete.

Se le prime due aggregazioni (Manifatturiero ed edilizia) non necessitano di particolari spiegazione, alcuni chiarimenti sono invece appropriati in relazione alle successive quattro aggregazioni.

Il comparto tradizionale artistico è un sottoinsieme significativo del più vasto universo dell’artigianato di prodotto. Ai sensi del Parere relativo alla lettera c), comma 1, art. 4 della L. 443/1985), vengono individuate quali lavorazioni artistiche le:

«creazioni, produzioni e opere di elevato valore estetico o ispirate a forme, modelli, decori, stili e tecniche, che costituiscono gli elementi tipici del patrimonio storico e culturale, anche con riferimento a zone di affermata ed intensa produzione artistica […]. Dette attività sono svolte prevalentemente con tecniche di lavorazione manuale, ad alto livello tecnico professionale, anche con l’ausilio di apparecchiature, ad esclusione dei processi di lavorazione completamente in serie […]» La definizione legislativa risulta però di difficile applicazione pratica se

non inserita in uno schema metodologico più specifico, capace di agire come filtro selettivo sul numeroso universo di piccole imprese che caratterizzano l’economia della Regione.

Il primo passaggio di tale metodologia consiste nel lavorare criticamente sulla classificazione ATECO91, tenendo opportunamente conto di alcuni aspetti sui quali insiste la normativa, in particolare le

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tecniche di lavorazione manuale, sia pure con l’ausilio di apparecchiature, e l’esclusione dei processi di lavorazione completamente in serie. È così possibile identificare, in via preliminare, un certo numero di categorie all’interno delle quali è più probabile che operino botteghe artigiane classificabili come artigianato tradizionale e artistico.

La classificazione statistica così individuata è ancora decisamente grezza, ma rappresenta comunque un primo passo che, per approssimazioni successive, porta all’obiettivo indicato.

Sono state così estratte quelle che si possono definire come “categorie sensibili”, all’interno delle quali sono presenti aziende artigiane del comparto artistico tradizionale.

Tabella 1.1 – Categorie “sensibili” per l’artigianato artistico ATECO91 BREVE DESCRIZIONE

DA1 ALIMENTARE E BEVANDE TESSILI E AFFINI

17.2 Tessitura di filati tipo lana cardata 17.4 Confezionamento biancheria da letto, da tavola e per l’arredamento 17.5 Fabbricazione di tappeti e moquettes 17.5 Fabbricazione di tulli, pizzi, merletti 17.5 Fabbricazione di ricami

ABBIGLIAMENTO 18.2 Confezione su miura di vestiario 18.2 Confezione di cappelli 18.2 Altre attività collegate all’industria dell’abbigliamento 18.3 Preparazione e tintura di pellicce, confezione di articoli in pelliccia 20.5 Preparazione di articoli di paglia e di materiali da intreccio

CUOIO, PELLI E AFFINI 19.0 Fabbricazione di articoli da viaggio, borse, articoli da correggiaio e selleria 19.3 Fabbricazione di calzature non in gomma

CARTA E AFFINI 21.2 Fabbricazione di prodotti cartotecnici 21.2 Fabbricazione di altri articoli di carta e cartone

EDITORIA E AFFINI 22.2 Altre stampe di arti grafiche 22.2 Composizione e fotoincisione

CERAMICA 26.2 Fabbricazione di prodotti in ceramica per usi domestici ed ornamentali

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VETRO

26.1 Lavorazione e trasformazione del vetro piano 26.1 Fabbricazione di vetro cavo 26.1 Lavorazione di vetro a mano e a soffio

MARMO E PEITRE AFFINI 26.7 Lavorazione artistica del marmo e di altre pietre affini; lavori in mosaico

FERRO E AFFINI 28.6 Fabbricazione di utensileria a mano 28.7 Fabbricazione di oggetti in ferro, rame ed altri metalli e relativi lavori di riparazione

LEGNO E MOBILI 20.5 Laboratori di corniciai 36.0 Fabbricazione di strumenti musicali 36.1 Fabbricazione di mbili 36.1 Fabbricazione di sedie e sedili 36.1 Fabbricazione di poltrone e divani 36.1 Fabbricazione di altri mobili 36.1 Fabbricazione di altri mobili in legno 36.1 Fabbricazione di mobili in giunco, vimini e altro materiale simile

OREFICERIA E AFFINI 36.2 Coniazione di monete e medaglie 36.2 Fabbricazione di oggetti di gioielleria e articoli connessi 36.2 Fabbricazione di oggetti di gioielleria e oreficeria di metalli preziosi 36.2 Lavorazione di pietre preziose e semipreziose per gioielleria 36.6 Fabbricazione di oggetti di bigiotteria 52.7 Riparazione di orologi e di gioelli

FOTOGRAFIA 74.8 Studi fotografici

Il passaggio successivo, è stato quello di esaminare e valutare l’effettiva artisticità/tradizione dell’attività condotta da ciascuna delle imprese appartenenti a questo primo insieme selezionato, lavorando sui semplici descrittori dell’attività, così come depositati in Camera di Commercio all’atto dell’iscrizione dell’impresa artigiana.

Purtroppo le descrizioni delle attività sono risultate abbastanza vaghe, più di quanto sia accaduto in altri studi recenti; è stato comunque possibile selezionare con un grado ragionevole di certezza e completezza un “artigianato tradizionale”, all’interno del quale opera sicuramente anche un “artigianato artistico”, che non è stato però possibile quantificare con precisione ed in modo esaustivo.

Un’analisi più completa del comportamento, dell’evoluzione e delle sfide dell’artigianato artistico non potrà quindi essere condotta sulla base di dati quantitativi, ma dovrà passare necessariamente attraverso un’indagine qualitativa con domande dirette ad un ampio campione di imprese artigiane.

Il settore dei servizi è stato disaggregato in tre comparti, ciascuno dei quali contiene al suo interno un certo numero di classi di attività individuate secondo la codifica ATECO91 dell’ISTAT.

La metodologia seguita è quella individuata dall’ISCOM1 nel 1988 con la quale il vasto mondo dei servizi è stato disaggregato non in base alla tipologia di processo produttivo – metodologia sottostante la classificazione ATECO – ma la destinazione dell’output prodotto.

1AA.VV.: Il sistema terziario in Italia, Quaderni di Politica Commerciale e Turistica dell’ISCOM, n.7/8/9

agosto-ottobre 1988.

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Le categorie elementari della classificazione ATECO81 sono state

quindi raccolte dall’ISCOM in quattro gruppi omogenei rispetto alla destinazione del prodotto: i servizi per il sistema produttivo, destinati all’impiego intermedio delle

imprese agricole, industriali o terziarie (ad esempio il commercio all’ingrosso);

i servizi per le famiglie, destinati all’impiego finale da parte delle famiglie (ad esempio il commercio al dettaglio);

i servizi di rete, orientati sia all’impiego finale sia a quello intermedio (ad esempio trasporti, assicurazioni e credito);

i servizi a destinazione collettiva, per i quali non è possibile distinguere tra impiego finale e intermedio; si tratta di servizi non destinabili alla vendita rivolti alla collettività in generale, i cui fruitori non sono quindi individuabili (ad esempio l’Amministrazione centrale o periferica). Dovendo compiere un’analisi del comparto artigiano, si è centrata

l’attenzione sui primi tre raggruppamenti. Poiché la metodologia ISCOM era basata sulla classificazione

ATECO81, è stato possibile raggruppare le categorie secondo questo schema logico solo dopo aver convertito le singole categorie nella più recente classificazione ATECO91, operazione compiuta seguendo le tabelle di conversione predisposte dall’ISTAT.

Tabella 1.2 – Una classificazione funzionale dei servizi

SERVIZI PER LE FAMIGLIE

G 52 commercio al dettaglio, escluso quello di autoveicoli e di motocicli; riparazione di beni personali e per la casa

H 55 alberghi e ristoranti M 80 istruzione N 85 sanita' e altri servizi sociali O 92 attivita' ricreative, culturali e sportive O 93 altre attivita' dei servizi P 95 servizi domestici presso famiglie e convivenze

SERVIZI DI RETE

G 50 commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli; vendita al dettaglio di carburante per autotrazione

G 51511 Commercio all'ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti G 51512 Commercio all'ingrosso di combustibili solidi

I 60 trasporti terrestri; trasporti mediante condotte J 65 intermediazione monetaria e finanziaria (escluse le assicurazioni e i fondi pensione) J 66 assicurazioni e fondi pensione, escluse le assicurazioni sociali obbligatorie J 67 attivita' ausiliarie della intermediazione finanziaria K 70 attivita' immobiliari K 71 noleggio di macchinari e attrezzature senza operatore e di beni per uso personale e domestico K 713 noleggio di altri macchinari ed attrezzature K 7134 noleggio di altri macchinari e attrezzature n c a

K 713401 noleggio di macchine distributrici e giochi elettromeccanici K 714 noleggio di beni per uso personale e domestico n c a K 732 ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze K 747 servizi di pulizia e disinfestazione O 90 smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico

SERVIZI PER IL SISTEMA PRODUTTIVO

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G 51 commercio all'ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi G 511 Intermediari del commercio G 512 commercio all'ingrosso di materie prime agricole e di animali vivi G 513 commercio all'ingrosso di prodotti alimentari, bevande e tabacco G 514 commercio all'ingrosso di altri beni di consumo finale G 515 commercio all'ingrosso di prodotti intermedi non agricoli, di rottami e cascami G 5151 commercio all'ingrosso di combustibili solidi, liquidi, gassosi e di prodotti derivati G 51513 commercio all'ingrosso despecializzato di combustibili solidi, liquidi, gassosi e di prodotti derivati

(inclusi oli e grassi lubrificanti) G 5152 commercio all'ingrosso di metalli e di minerali metalliferi G 5153 commercio all'ingrosso di legname e di materiali da costruzione, vetro piano, vernici e colori G 5154 commercio all'ingrosso di articoli in ferro, di apparecchi e accessori per impianti idraulici e di

riscaldamento G 5155 commercio all'ingrosso di prodotti chimici G 5156 commercio all'ingrosso di altri prodotti intermedi

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(segue Tabella 1.2)

G 5157 commercio all'ingrosso di rottami e cascami G 516 commercio all'ingrosso di macchinari e attrezzature G 517 commercio all'ingrosso di altri prodotti K 7131 noleggio di macchinari e attrezzature agricole K 7132 noleggio di macchinari e di attrezzature per lavori edili e di genio civile K 7133 noleggio di macchinari e attrezzature per ufficio, inclusi gli elaboratori

K 713402 noleggio di altri macchinari e attrezzature n c a K 72 informatica e attivita' connesse K 73 ricerca e sviluppo K 731 ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell'ingegneria K 74 altre attivita' professionali ed imprenditoriali K 741 attivita' legali, contabilita', tenuta di libri contabili; consulenza in materia fiscale; studi di mercato

e sondaggi di opinione; consulenza commerciale e di gestione; holding K 742 attivita' in materia di architettura, di ingegneria ed altre attivita' tecniche K 743 collaudi e analisi tecniche K 744 pubblicita' K 745 servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale K 746 servizi di investigazione e vigilanza K 748 altre attivita' di tipo professionale ed imprenditoriale n c a

1.2.3 Le aggregazioni territoriali A livello territoriale, le disaggregazioni proposte sono tre: i sistemi locali del lavoro, così come individuati dall’ISTAT; le circoscrizioni geografiche individuate per l’attuazione dei PIT

(Progetti integrati territoriali); i sistemi produttivi locali.

I sistemi locali del lavoro possono essere definiti come entità socio- economiche formate da più comuni con caratteristiche omogenee, dove si concentrano attività produttive e servizi in quantità tali da offrire opportunità di lavoro e residenziali alla maggior parte della popolazione insediata.

Ogni sistema locale viene identificato con il comune che funge da polo di attrazione (cioè che fornisce più posti di lavoro) nei confronti dei comuni circostanti.

Sulla base dei dati del Censimento 1991, il territorio nazionale è stato ripartito in 784 sistemi locali del lavoro, di questi 25 sono normalmente attribuiti alla Basilicata, in quanto il comune polo di attrazione è localizzato nella regione. Restano però così esclusi alcuni comuni lucani facenti parte di sistemi locali del lavoro che ruotano intorno a comuni localizzati al di fuori del territorio regionale, in particolare: Rapone, appartenente al sistema locale di Calitri (Sistema Locale n.

449); Irsina, che gravita nel sistema di Gravina in Puglia (Sistema locale n.

535) Banzi, Forenza, Genzano di Lucania, Montemilone e Palazzo San

Gervasio del sistema locale di Spinazzola (Sistema locale n. 537) Castelluccio Inferiore e Castestelluccio Superiore, che fanno parte del

sistema di Mormanno (Sistema locale n.592)

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Maratea e Trecchina del sistema locale di Praia a Mare (Sistema locale

n.594) Questi sistemi sono stati anch’essi considerati nell’analisi, pur facendo

riferimento solamente ai comuni lucani; analogamente, per il Sistema locale di Pescopagano (n. 560), di cui solo il comune polo di attrazione è incluso nel territorio regionale, si è fatto riferimento unicamente alle imprese localizzate in questo comune, ignorando quelle con sede legale nei limitrofi comuni della Campania.

Utilizzando i Sistemi locali del lavoro è possibile dunque includere nell’analisi l’intero territorio regionale mantenendo un maggiore livello di dettaglio e di informazione sulla struttura produttiva artigiana rispetto ad una disaggregazione provinciale senza eccedere e disperdere l’informazione come accadrebbe analizzando il livello comunale.

I sistemi locali del lavoro hanno inoltre il pregio di costituire delle unità economiche e sociali, e non solo amministrative, all’interno delle quali le popolazioni condividono tradizioni, culture, modi di vivere e, spesso, di produrre: il lavoratore vive e lavora all’interno del sistema locale, mentre, se si fosse considerato il comune, il lavoratore potrebbe lavorare al di fuori dei confini amministrativi e l’unità da noi considerata, l’impresa, sarebbe molto meno significativa nel rappresentare la realtà economica locale e l’importanza dell’artigianato sul territorio.

Nell’ambito del POR Basilicata 2000-2006 è stata istituita la Partnership Locale Istituzionale, con il compito di sovrintendere all’intero processo di concertazione da sviluppare sul territorio, e di individuare dei Progetti Integrati Territoriali (PIT) da realizzare.

Per ciascuna Partnership/PIT è stata assunta una circoscrizione geografica relativa ad un insieme di comuni; l’insieme delle circoscrizioni individuate è riportato nella tabella seguente.

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PIT Comuni aderenti VULTURE Acerenza, Atella, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra,

Lavello, Maschito, Melfi, Montemilione, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Rapolla, Rapone, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo del Monte, San Chirico Nuovo, San Fele, Tolve, Venosa

MARMO-MELANDRO Balvano, Baragiano, Bella, Brienza, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano, Picerno, Ruoti, Sant'Angelo le Fratte, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Savoia di Lucania, Tito, Vietri di Potenza

VAL D'AGRI Armento, Corleto Perticara, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Roccanuova, San Chirico Raparo, San Martino d'Agri, Sant'Arcangelo, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano

LAGONEGRESE-POLLINO Calvera, Carbone, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelsaraceno, Castronuovo di Sant'Andrea, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia, Fardella, Francavilla in Sinni, Lagonegro, Latronico, Lauria, Maratea, Nemoli, Noepoli, Rivello, Rotonda, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Senise, Severino Lucano, Teana, Terranova di Pollino, Trecchina, Viaggianello

ALTO BASENTO Abriola, Albano di Lucania, Anzi, Avigliano, Brindisi Montagna, Calvello, Campomaggiore, Cancellara, Castelmezzano, Filiano, Laurenzana, Pietragalla, Pietrapertosa, Pignola, Trivigno, Vaglio Basilicata

MONTAGNA MATERANA Aliano, Calciano, Cirigliano, Craco, Ferrandina, Garaguso, Gorgoglione, Oliveto Lucano, Accettura, Salandra, San Mauro Forte, Stigliano, Tricarico

MATERANO Grassano, Grottole, Irsina, Miglionico, Montescaglioso, Pomarico METAPONTINO Bernalda, Colobraro, Montalbano Jonico, Nova Siri, Pisticci, Policoro,

Rotondella, San Giorgio Lucano, Scanzano Jonico, Tursi, Valsinni

Tabella 1.3 – Composizione comunale delle aree PIT Tra le misure ed azioni del POR 2000-2006 per le quali devono essere

attivati i Progetti Integrati alcune riguardano lo sviluppo locale e le imprese, artigiane e non artigiane; ricordiamo, a titolo di esempio, ed in modo non esaustivo: a) III.1.D.1: Sviluppo della formazione continua, della flessibilità del

mercato del lavoro, e della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle PMI;

b) III.1.D.3 Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità ed emersione del lavoro irregolare;

c) IV.1 Miglioramento della dotazione infrastrutturale per industria, artigianato e servizi;

d) IV.2 Politiche per il “mercato” a favore delle imprese industriali, artigianali, commerciali e dei servizi;

e) IV.3 Sostegno alla creazione di nuove imprese;

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f) IV.4 Aiuti ai servizi alle imprese; g) IV.9 Diversificazione dell’attività industriale.

Analoghe sono le motivazioni nella scelta di considerare un altro livello di aggregazione territoriale, anch’esso non esaustivo rispetto all’intero territorio regionale: i sistemi produttivi locali.

Questi ultimi corrispondono a quei Sistemi locali del lavoro che soddisfano due condizioni: la specializzazione nel settore manifatturiero (misurata in termini di occupazione manifatturiera) e la concentrazione di piccole imprese.

I sistemi produttivi locali così individuati sono sette, corrispondenti ai sistemi locali del lavoro di Bella, Melfi, Pescopagano, Rionero in Vulture, Sant’Angelo Le Fratte, Matera e Pisticci.

I sistemi produttivi locali sono stati introdotti dall’Amministrazione Regionale al fine di individuare delle aree dove realizzare politiche economiche territoriali, volte cioè a creare condizioni ambientali favorevoli ad attivare e/o consolidare processi di sviluppo locale.

Si ritiene dunque utile, a sostegno della programmazione delle politiche territoriali, evidenziare le caratteristiche dell’artigianato anche in queste aree.

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CAPITOLO 2

L’artigianato lucano: una visione d’insieme 2.1 Il ruolo dell’artigianato lucano Tra le regioni meridionali, la Basilicata si distingue per l’importante ruolo svolto dall’artigianato nell’ambito dell’economia regionale. Le 12.327 imprese artigiane attive iscritte alle due Camere di Commercio della regione rappresentano infatti ben il 37,4% delle imprese complessivamente presenti sul territorio regionale; questo dato è superiore non solo rispetto a quello medio riscontrabile nel Mezzogiorno (30,1%), ma anche rispetto a quello nazionale (36%).

Graf. 2.1 - Il peso dell'artigianato, 2002% su totale economia

36,0

30,1

37,4

64,0

69,9

62,6

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Italia

Mezzogiorno

Basilicata

Imprese artigiane

Altre imprese

Per incidenza dell’artigianato sul totale dell’economia, la Basilicata è

dunque, dopo la Sardegna, la prima tra le regioni meridionali, mentre resta a livelli inferiori rispetto alla gran parte delle regioni centrali e settentrionali.

L’importanza del ruolo svolto dall’artigianato nella regione è confermato dal dato sulla “densità” delle imprese: sono infatti presenti, in Basilicata, 20,7 imprese artigiane ogni 1.000 abitanti, rispetto alle 17,4 imprese mediamente rilevate nel Mezzogiorno (cfr. Grafico 2.3); la densità delle imprese artigiane lucane risulta invece inferiore alla media nazionale, sulla quale incidono le aree di tradizionale presenza della piccola impresa, quali quelle dell’Italia centrale e di alcune aree del Nord est.

La lettura congiunta dei due indicatori (incidenza dell’artigianato e densità) fa ritenere che a parità di diffusione delle imprese, l’imprenditoria lucana esprima una netta preferenza per la forma giuridica dell’impresa artigiana.

La questione che si pone è se la preferenza per la forma artigiana sia dovuta al tentativo di sfruttare al meglio ed in termini di vantaggio competitivo le opportunità che essa offre, per esempio la flessibilità –

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come molte imprese manifatturiere del Nord e del Centro Italia hanno saputo fare – o sia conseguenza delle caratteristiche e peculiarità dei settori economici in cui si opera.

Graf. 2.2 - Peso dell'artigianato sull'economia regionale, 2002% imprese artigiane su totale imprese attive

0,0 20,0 40,0

Campania

Calabria

Lazio

Sicilia

Puglia

Italia

Liguria

Lombardia

Basilicata

Abruzzo

Friuli- V.G.

Toscana

Sardegna

Trentino - A.A.

Molise

Piemonte

Val d'Aosta

Umbria

Veneto

Emilia-R.

Marche

Fermo restando che una risposta esaustiva a tale questione richiederebbe un’analisi di tipo più qualitativo, che indaghi più in profondità all’interno di un ampio campione di aziende con appositi questionari, si possono comunque ottenere alcune indicazioni osservando, via via con un livello di dettaglio crescente, la distribuzione settoriale dell’artigianato lucano.

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Graf. 2.3 - La diffusione dell'artigianato, 2002Numero di imprese per 1.000 abitanti

24,2

17,4

20,7

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

Italia Mezzogiorno Basilicata

Imprese artigiane

2.2 La distribuzione dell’artigianato lucano La distribuzione per rami di attività delle imprese evidenzia l’importanza

del ramo delle costruzioni (32,1%); all’interno del Mezzogiorno, si tratta di una peculiarità della Basilicata, mentre risulta essere in linea, con quanto avviene a livello nazionale.

La similitudine con il dato nazionale è in realtà solo apparente, come si evidenzia dalla lettura congiunta con un altro indicatore, la percentuale delle imprese artigiane sul totale delle imprese di ciascun settore: in Basilicata l’elevata percentuale delle imprese edili sul totale dell’artigianato lucano riflette un peso generalmente elevato di questo settore sul totale dell’economia regionale; a livello nazionale, al contrario, riflette il peso che l’artigianato ha in questo specifico settore.

Il contrario accade nel manifatturiero: pur rappresentando nell’ambito dell’artigianato lucano il ramo di attività più importante per numero di unità produttive e peso relativo sul totale delle imprese, il suo ruolo è decisamente inferiore a quello ricoperto nel resto del Paese; inoltre l’elevato numero di imprese del manifatturiero non è da attribuirsi tanto alla rilevanza di questo ramo sull’economia regionale, quanto alla preferenza espressa dalle imprese manifatturiere lucane per la forma giuridica artigiana (73,9% delle imprese manifatturiere).

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n° imprese % su tot. % su tot. % su tot.artigiane economia economia economia

Energia, gas, acqua ed estrattive 25 0,2 30,5 0,1 20,3 0,1 20,1Manifatturiero 3.601 29,2 73,9 32,5 67,8 32,0 69,0Costruzioni 3.956 32,1 65,2 28,2 56,5 33,8 73,8Commercio, alberghi 657 5,3 4,9 4,4 3,0 3,2 3,0Riparazioni 1.232 10,0 64,3 10,3 57,0 6,9 56,8Trasporti e comunicazioni 1.025 8,3 63,7 6,9 48,2 8,6 64,4Altri servizi 1.831 14,9 36,8 17,5 34,7 15,5 27,2

e 12.327 100,0 37,5 100,0 30,5 100,0 35,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

nota bene: il totale imprese del totale economia include il commercio e i servizi alle impreseNon ha dunque senso confrontare le distribuzioni percentuali tra artigianato e totale economia

% % %

Tab. 2.1 - Imprese artigiane per settore. 2002

Basilicata Mezzogiorno Italia

Total

Analoga a quella del manifatturiero è la valutazione che si può dare al

ramo “Altri servizi”: si tratta rispettivamente del terzo ramo di attività per importanza nell’artigianato lucano, ma ha un peso inferiore a quello risultato nel resto del paese; è inoltre attribuibile più alla preferenza per la forma artigiana che al ruolo del ramo nell’economia regionale.

Il settore delle “Riparazioni” è il quarto per incidenza sull’artigianato lucano, e il peso dell’artigianato sul totale delle imprese del settore risulta elevato se confrontato con il Mezzogiorno e con l’Italia.

Significativa, se comparata con le altre regioni italiane, è anche la presenza dell’artigianato nei rimanenti rami di attività (“Trasporti” e “Commercio e alberghi”2): qui si concentra una discreta percentuale delle imprese artigiane lucane, ed una buona parte delle imprese che vi operano ha preferito assumere lo status di impresa artigiana.

Questi due rami di attività sono inoltre gli unici per i quali la presenza di imprese artigiane per 1.000 abitanti è superiore alla media nazionale; negli altri rami il numero di imprese artigiane lucane si posiziona a livello intermedio tra il Mezzogiorno e l’Italia, con l’unica eccezione del ramo degli “Altri servizi”, nel quale la Basilicata risulta allineata con il resto del Mezzogiorno (cfr. Grafico 2.4).

Poco significativo per il comparto dell’artigianato è il ramo dell’energia, gas acqua ed attività estrattive, in Basilicata come nel resto del Paese, e da ora in poi non sarà più tenuto in considerazione.

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2A causa dell’importanza relativamente contenuta nell’ambito dell’artigianato, e per facilitare l’esposizione

e la sintesi nel rapporto, sono stati unificati in un solo ramo di attività quelli che nella classificazione ATECO91 dell’ISTAT sono normalmente i settori G51 (Commercio all’ingrosso), G52 (Commercio al dettaglio) e H. Per ragioni opposte, vale a dire la forte rilevanza del settore nel comparto artigiano, si è invece osservata separatamente dal ramo G del Commercio la distribuzione delle imprese delle “Riparazioni” (G50).

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Graf. 2.4 - La diffusione dell'artigianato per settore, 2002Numero di imprese per 1.000 abitanti

0,01,02,03,04,05,06,07,08,09,0

Manifa

tturie

ro

Costr

uzion

i

Commer

cio, a

lberg

hi

Ripar

azion

i

Tras

porti

e co

munica

...

Servi

zi

Italia

Mezzogiorno

Basilicata

2.3 La diffusione dell’artigianato sul territorio regionale

Una prima analisi sulla diffusione territoriale dell’artigianato può essere

condotta facendo riferimento ai Sistemi Locali del Lavoro (SLL). Un terzo delle imprese artigiane è localizzato nei due ampi SLL di

Potenza e Matera, che ospitano rispettivamente 2.656 e 1.352 aziende. Ciò nonostante queste due aree non si caratterizzano per una forte

presenza artigiana: sono infatti localizzate solamente 19,2 imprese per 1.000 abitanti a Potenza e 20,1 a Matera, valori al disotto, sia pur di poco, della media regionale.

La varianza nella diffusione delle imprese a livello territoriale è abbastanza elevata e va da un minimo di 17,6 imprese per 1.000 abitanti (SLL di Rotonda) ad un massimo di 27,9 imprese (Francavilla in Sinni).

Un vero e proprio “polo artigiano”, con 45,6 imprese artigiane per 1.000 abitanti, risulta essere il comune di Mormanno, che fa però parte di un SLL esterno alla regione.

A “vocazione artigiana” possono essere considerati i SLL di Marsicotevere (25,9 imprese), Latronico (24,4) e Senise (24,3) e il comune di Calitri, con una densità di imprese artigiane significativamente superiori alla media regionale.

Al contrario, la presenza di imprese artigiane risulta particolarmente contenuta nei SLL di Salandra (18,4 imprese), Pisticci e Tricarico (19,2) oltre al già citato SLL di Rotonda.

I SLL identificati come sistemi produttivi locali e come distretti industriali presentano valori di diffusione dell’artigianato nel suo insieme di poco superiori alla media regionale, con l’unica eccezione del distretto di Sant’Angelo Le Fratte; il distretto di Matera e il sistema produttivo locale di Pisticci, come si è visto, assumono valori addirittura inferiori al dato regionale.

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n° imprese imprese artigianeartigiane per 1.000 abitanti

Acerenza 148 1,2 21,4Bella 267 2,2 20,1Francavilla in Sinni 170 1,4 27,9Latronico 165 1,3 24,4Lauria 576 4,7 22,0Marsicovetere 563 4,6 25,9Melfi 745 6,1 22,0Moliterno 251 2,0 19,9Muro Lucano 166 1,3 22,6Pescopagano 45 0,4 21,0Potenza 2.656 21,6 19,2Rionero in Vulture 576 4,7 20,7Rotonda 130 1,1 17,6Sant'Angelo Le Fratte 230 1,9 23,0Sant'Arcangelo 260 2,1 23,1Senise 327 2,7 24,3Venosa 314 2,6 22,3Matera 1.352 11,0 20,1Pisticci 902 7,3 19,2Policoro 777 6,3 20,2Rotondella 191 1,6 19,8Salandra 105 0,9 18,4San Giorgio Lucano 131 1,1 20,1Stigliano 256 2,1 20,4Tricarico 270 2,2 19,2Calitri 31 0,3 25,8Gravina in Puglia 115 0,9 20,1Spinazzola 351 2,9 20,4Mormanno 152 1,2 45,6Praia a Mare 80 0,7 10,3

Totale 12.302 100,0 20,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

%

Tab. 2.2 - Imprese artigiane per Sistemi Locali del Lavoro. 2002

Basilicata

Altre informazioni relative alla distribuzione territoriale delle imprese artigiane si possono ottenere dall’analisi dei territori coinvolti dai Progetti Integrati Territoriali (da ora in poi denominati PIT).

Sono localizzate in queste aree 9.889 imprese artigiane, l’80% quindi del totale dell’artigianato lucano; di queste il 55% si concentra in tre soli PIT, quello di Vulture (2.252 imprese), di Lagonegrese-Pollino (1.684 imprese) e di Metapontino (1.557 imprese).

La concentrazione di imprese qui rilevata è da attribuirsi in parte alle dimensioni relative dei territori, ed in parte ad una maggiore presenza di aziende artigiane per 1.000 abitanti; solo nel caso del Metapontino la densità risulta inferiore alla media regionale e dei PIT (21,1).

Risultano inoltre a scarsa diffusione di imprese artigiane i PIT dell’Alto Basento (18,6 imprese per 1.000 abitanti) e del Materano (19,9 imprese) mentre il PIT a più elevata densità è quello della Val d’Agri (23,6 imprese) che ospita l’11% delle imprese artigiane delle aree PIT.

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n° imprese imprese artigianeartigiane per 1.000 abitanti

Vulture 2.252 22,8 21,2Marmo - Melandro 1.082 10,9 22,1Val d'Agri 1.135 11,5 23,6Lagonegrese - Pollino 1.684 17,0 22,3Alto Basento 817 8,3 18,6Montagna Materana 739 7,5 20,9Materano 623 6,3 19,9Metapontino 1.557 15,7 19,6

Totale 9.889 100,0 21,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 2.3 - Imprese artigiane nei PIT. 2002

Basilicata

%

2.4 L’incrocio settore-territorio

La distribuzione delle imprese artigiane tra i diversi rami di attività riscontrata a livello regionale si ripete in quasi tutti i SSL; fanno eccezione i SLL di Francavilla in Sinni, Latronico, Venosa, Matera, il distretto di Sant’Angelo Le Fratte, il sistema produttivo locale di Pisticci, e i comuni di Calitri, Gravina in Puglia e Spinazzola, dove è possibile osservare una presenza di imprese manifatturiere superiore a quella delle imprese edili.

Tra questi SLL, quelli di Francavilla in Sinni e Latronico in particolare si distinguono per l’elevata densità di imprese manifatturiere (rispettivamente 10,2 e 8,6 per 1.000 abitanti), ma nelle rispettive economie assumono un ruolo superiore alla media anche altri rami di attività, quali l’edilizia e le riparazioni a Francavilla in Sinni e “commercio e alberghi” a Latronico.

Nell’economia dei SLL di Muro Lucano, di Salandra e di Stigliano prevale il ramo delle “Costruzioni”, sia per densità di imprese che per ruolo ricoperto all’interno dell’economia locale: nel sistema di Muro Lucano, in particolare, quasi un’impresa artigiana su due opera nel ramo delle costruzioni, con una densità di 11 imprese edili per 1.000 abitanti, contro una media regionale di 6,6.

I SLL di Potenza e Matera si caratterizzano per l’importanza degli “Altri servizi”: è l’unico ramo in cui i due SLL presentano un numero di imprese per 1000 abitanti ed una percentuale di imprese artigiane significativamente più elevati rispetto agli altri SLL.

Gli “Altri servizi” rappresentano un ramo importante dell’economia locale anche nel sistema produttivo locale di Melfi, dove prevale tuttavia il ruolo dell’edilizia e del manifatturiero, e nei SLL di Lauria e di Rotondella.

I servizi delle “Riparazioni” sono fortemente presenti nelle economie dei SLL di Senise e Policoro; in questo ramo operano infatti più del 12% delle imprese artigiane locali. L’importanza dei servizi a Senise è ribadita anche dall’importanza del ramo “Commercio e alberghi”.

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Il distretto di Sant’Angelo le Fratte si distingue per un’elevata

presenza di imprese artigiane operanti nei “Trasporti” (3,2 imprese per 1.000 abitanti, contro una media regionale di 1,7), ramo che riveste un importante ruolo nell’economia locale: pur trattandosi di un distretto manifatturiero, le imprese artigiane del ramo dei trasporti rappresentano infatti il 13,9% della struttura produttiva artigiana del territorio.

Se come disaggregazione territoriale si prendono in considerazione i PIT, si osserva innanzitutto una generale prevalenza del ramo delle “Costruzioni” sui comparti artigiani locali; la percentuale di imprese in questo ramo può variare dal 31,3% del Metapontino al 38,9 del PIT di Marmo-Melandro, area, quest’ultima, in cui sono localizzate quasi 9 imprese edili per 1.000 abitanti.

La Val d’Agri e il Materano sono caratterizzati da un’incidenza dei rami “Manifatturiero” (rispettivamente 29,4% e 32,1%) e “Trasporti” sull’economia locale e da una diffusione delle imprese di questi due rami superiori a quella degli altri PIT.

Anche nel Lagonegrese-Pollino l’incidenza del manifatturiero sul complesso delle imprese artigiane è particolarmente elevata (31,1%), con una buona diffusione delle imprese artigiane manifatturiere sul territorio.

I PIT del Metapontino e del Vulture vedono invece una significativa incidenza del ramo “Altri servizi” sull’economia locale (16,6% e 14,2% delle imprese artigiane delle rispettive aree), ed elevata, rispetto alla media regionale, è anche la diffusione sul territorio delle imprese artigiane di questo ramo.

I rami “Commercio e alberghi” hanno un incidenza relativamente contenuta, in termini di numero di imprese artigiane, nell’economia di tutti i PIT; presentano valori significativamente superiori alla media nei territori del Vulture e del Lagonegrese-Pollino.

L’Alto Basento si caratterizza infine per una distribuzione delle imprese artigiane più in linea con la media regionale, con una leggera prevalenza dei rami “Costruzioni”, “Commercio e alberghi” e “Trasporti” a danno delle “Riparazioni” e degli “Altri servizi”.

2.5 In sintesi Il peso dell’artigianato sull’economia regionale è rilevante: più di un

terzo delle imprese lucane sono artigiane, per un totale di12.327 unità produttive attive iscritte alle Camere di Commercio della regione.

Dal confronto della realtà artigiana con il resto del Paese risulta evidente la preferenza da parte degli imprenditori lucani per la forma giuridica dell’impresa artigiana; si pone il problema di capire quanto questa preferenza sia determinata dalle caratteristiche dei settori in cui le aziende lucane si specializzano, e quanto è invece determinato dalla volontà di sfruttare al meglio ed in termini di vantaggio competitivo la dimensione artigiana; l’analisi successiva cercherà di dare un contributo, sia pure parziale e ancora approssimativo, a questo tema di indagine.

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A livello settoriale è risultata evidente la prevalenza per numero di

imprese dei rami di attività delle “Costruzioni” e del “Manifatturiero”, in linea con quanto avviene in Italia; in realtà sussistono alcune differenze: in particolare, nel ramo delle “Costruzioni”, l’elevato numero delle imprese artigiane è conseguenza del notevole peso di questo ramo di attività sull’economia regionale, notevolmente superiore alla media nazionale; nel ramo “Manifatturiero”, al contrario, la presenza elevata di imprese artigiane va attribuita non al peso del ramo sull’economia regionale, ma alla preferenza per la forma giuridica artigiana, e si torna quindi al problema esposto al punto precedente.

Rilevanti per l’artigianato in generale, e per la Basilicata in particolare, sono risultati i rami degli “Altri servizi” e delle “Riparazioni”.

L’analisi della distribuzione territoriale dell’artigianato ha permesso di evidenziare una forte concentrazione delle imprese artigiane sul territorio: due soli SLL (Potenza e Matera), ospitano più di un terzo delle imprese artigiane, rispettivamente 2.656 e 1.352 aziende; analogamente, a livello di PIT il 55% delle aziende artigiane si concentra nei tre PIT di Vulture (2.252 imprese), di Lagonegrese-Pollino (1.684 imprese) e di Metapontino (1.557 imprese). Si tratta di una concentrazione dovuta però non ad una specifica vocazione artigiana, quanto alle ampie dimensioni di questi territori.

Risultano a “vocazione” artigiana i SLL del Marsicotevere (con 25,9 imprese artigiane per 1.000 abitanti), di Latronico (24,4) e Senise (24,3), i comuni di Mormanno e Calitri, e il PIT di Val d’Agri (23,6 imprese).

La presenza di imprese artigiane risulta invece scarsa nei SLL di Rotonda (17,6 imprese per 1.000 abitanti) di Tricarico (19,2) e Salandra (18,4), e nel sistema produttivo locale di Pisticci.

È infine osservabile la maggiore rilevanza, rispetto alla media regionale, di specifici rami di attività in alcuni territori: il “Manifatturiero” nei SLL di Francavilla in Sinni, Latronico, Venosa, Matera, nel distretto di Sant’Angelo Le Fratte, nel sistema produttivo locale di Pisticci, e nei comuni di Calitri, Gravina in Puglia e Spinazzola; le Costruzioni nei SLL Muro Lucano, di Salandra e di Stigliano; gli “Altri servizi” nei SLL di Potenza, Matera, di Lauria e di Rotondella e nel distretto industriale di Melfi; le “Riparazioni” nei SLL di Senise e Policoro; “Commercio e alberghi” ancora a Senise e i “Trasporti” nel distretto di Sant’Angelo le Fratte.

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Acerenza 43 63 13 7 8 14 148Bella 78 98 22 11 19 39 267Francavilla in Sinni 62 53 15 8 15 17 170Latronico 58 49 13 12 10 23 165Lauria 156 190 57 41 36 96 576Marsicovetere 165 188 54 23 59 74 563Melfi 218 249 73 31 58 116 745Moliterno 66 95 28 6 19 37 251Muro Lucano 40 81 14 11 6 14 166Pescopagano 14 20 4 1 4 2 45Potenza 754 807 254 168 223 450 2.656Rionero in Vulture 149 195 59 47 48 78 576Rotonda 41 48 11 6 6 18 130Sant'Angelo Le Fratte 71 70 21 11 32 25 230Sant'Arcangelo 77 81 28 13 29 32 260Senise 104 106 42 21 21 33 327Venosa 101 93 37 17 25 41 314Matera 415 361 128 72 137 239 1.352Pisticci 285 269 100 39 71 138 902Policoro 193 249 108 37 62 128 777Rotondella 44 68 22 11 14 32 191Salandra 30 46 6 2 7 14 105San Giorgio Lucano 46 48 11 7 10 9 131Stigliano 64 105 19 9 26 33 256Tricarico 82 87 30 13 27 31 270Calitri 9 9 3 4 2 4 31Gravina in Puglia 40 33 12 5 16 9 115Spinazzola 122 112 32 18 18 49 351Mormanno 47 51 11 3 13 27 152Praia a Mare 27 32 5 3 4 9 80

Totale 3.601 3.956 1.232 657 1.025 1.831 12.302

* Energia, gas ed acqua esclusi

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 2.4 - Imprese artigiane nei Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori assoluti

Rami di attività

Manifatturiero Edilizia RiparazioniCommercio e

AlberghiTrasporti Altri servizi Totale*

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Acerenza 29,1 42,6 8,8 4,7 5,4 9,5 100,0Bella 29,2 36,7 8,2 4,1 7,1 14,6 100,0Francavilla in Sinni 36,5 31,2 8,8 4,7 8,8 10,0 100,0Latronico 35,2 29,7 7,9 7,3 6,1 13,9 100,0Lauria 27,1 33,0 9,9 7,1 6,3 16,7 100,0Marsicovetere 29,3 33,4 9,6 4,1 10,5 13,1 100,0Melfi 29,3 33,4 9,8 4,2 7,8 15,6 100,0Moliterno 26,3 37,8 11,2 2,4 7,6 14,7 100,0Muro Lucano 24,1 48,8 8,4 6,6 3,6 8,4 100,0Pescopagano 31,1 44,4 8,9 2,2 8,9 4,4 100,0Potenza 28,4 30,4 9,6 6,3 8,4 16,9 100,0Rionero in Vulture 25,9 33,9 10,2 8,2 8,3 13,5 100,0Rotonda 31,5 36,9 8,5 4,6 4,6 13,8 100,0Sant'Angelo Le Fratte 30,9 30,4 9,1 4,8 13,9 10,9 100,0Sant'Arcangelo 29,6 31,2 10,8 5,0 11,2 12,3 100,0Senise 31,8 32,4 12,8 6,4 6,4 10,1 100,0Venosa 32,2 29,6 11,8 5,4 8,0 13,1 100,0Matera 30,7 26,7 9,5 5,3 10,1 17,7 100,0Pisticci 31,6 29,8 11,1 4,3 7,9 15,3 100,0Policoro 24,8 32,0 13,9 4,8 8,0 16,5 100,0Rotondella 23,0 35,6 11,5 5,8 7,3 16,8 100,0Salandra 28,6 43,8 5,7 1,9 6,7 13,3 100,0San Giorgio Lucano 35,1 36,6 8,4 5,3 7,6 6,9 100,0Stigliano 25,0 41,0 7,4 3,5 10,2 12,9 100,0Tricarico 30,4 32,2 11,1 4,8 10,0 11,5 100,0Calitri 29,0 29,0 9,7 12,9 6,5 12,9 100,0Gravina in Puglia 34,8 28,7 10,4 4,3 13,9 7,8 100,0Spinazzola 34,8 31,9 9,1 5,1 5,1 14,0 100,0Mormanno 30,9 33,6 7,2 2,0 8,6 17,8 100,0Praia a Mare 33,8 40,0 6,3 3,8 5,0 11,3 100,0

Totale 29,3 32,2 10,0 5,3 8,3 14,9 100,0

* Energia, gas ed acqua esclusi

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 2.5 - Imprese artigiane nei Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori %

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— pp. 27 —

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Acerenza 6,2 9,1 1,9 1,0 1,2 2,0Bella 5,9 7,4 1,7 0,8 1,4 2,9Francavilla in Sinni 10,2 8,7 2,5 1,3 2,5 2,8Latronico 8,6 7,2 1,9 1,8 1,5 3,4Lauria 6,0 7,3 2,2 1,6 1,4 3,7Marsicovetere 7,6 8,6 2,5 1,1 2,7 3,4Melfi 6,4 7,3 2,2 0,9 1,7 3,4Moliterno 5,2 7,5 2,2 0,5 1,5 2,9Muro Lucano 5,5 11,0 1,9 1,5 0,8 1,9Pescopagano 6,5 9,3 1,9 0,5 1,9 0,9Potenza 5,4 5,8 1,8 1,2 1,6 3,3Rionero in Vulture 5,3 7,0 2,1 1,7 1,7 2,8Rotonda 5,6 6,5 1,5 0,8 0,8 2,4Sant'Angelo Le Fratte 7,1 7,0 2,1 1,1 3,2 2,5Sant'Arcangelo 6,8 7,2 2,5 1,2 2,6 2,8Senise 7,7 7,9 3,1 1,6 1,6 2,5Venosa 7,2 6,6 2,6 1,2 1,8 2,9Matera 6,2 5,4 1,9 1,1 2,0 3,6Pisticci 6,1 5,7 2,1 0,8 1,5 2,9Policoro 5,0 6,5 2,8 1,0 1,6 3,3Rotondella 4,6 7,0 2,3 1,1 1,5 3,3Salandra 5,2 8,0 1,0 0,3 1,2 2,4San Giorgio Lucano 7,1 7,4 1,7 1,1 1,5 1,4Stigliano 5,1 8,4 1,5 0,7 2,1 2,6Tricarico 5,8 6,2 2,1 0,9 1,9 2,2Calitri 7,5 7,5 2,5 3,3 1,7 3,3Gravina in Puglia 7,0 5,8 2,1 0,9 2,8 1,6Spinazzola 7,1 6,5 1,9 1,0 1,0 2,8Mormanno 14,1 15,3 3,3 0,9 3,9 8,1Praia a Mare 3,5 4,1 0,6 0,4 0,5 1,2

Totale 6,0 6,6 2,1 1,1 1,7 3,1

* Energia, gas ed acqua esclusi

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 2.5bis - Imprese artigiane nei Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Imprese per 1.000 abitanti

Rami di attività

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— pp. 28 —

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Vulture 668 751 224 129 161 319 2.252Marmo - Melandro 306 421 89 46 92 128 1.082Val d'Agri 334 370 123 43 116 149 1.135Lagonegrese - Pollino 524 564 164 100 106 226 1.684Alto Basento 239 299 58 42 71 108 817Montagna Materana 209 270 66 30 70 94 739Materano 200 215 57 23 58 70 623Metapontino 419 488 199 73 120 258 1.557

Totale 2.899 3.378 980 486 794 1.352 9.889

* Energia, gas ed acqua esclusi

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 2.6 - Imprese artigiane nei PIT. 2002

Rami di attività

EdiliziaManifatturiero RiparazioniCommercio e

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I

Vulture 6,3 7,1 2,1 1,2 1,5 3,0 21,2Marmo - Melandro 6,3 8,6 1,8 0,9 1,9 2,6 22,1Val d'Agri 6,9 7,7 2,6 0,9 2,4 3,1 23,6Lagonegrese - Pollino 6,9 7,5 2,2 1,3 1,4 3,0 22,3Alto Basento 5,4 6,8 1,3 1,0 1,6 2,5 18,6Montagna Materana 5,9 7,6 1,9 0,8 2,0 2,7 20,9Materano 6,4 6,9 1,8 0,7 1,9 2,2 19,9Metapontino 5,3 6,2 2,5 0,9 1,5 3,3 19,6

Totale 6,2 7,2 2,1 1,0 1,7 2,9 21,1

* Energia, gas ed acqua esclusi

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 2.7bis - Imprese artigiane nei P T. 2002 - Imprese per 1.000 abitanti

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CAPITOLO 3 L’artigianato manifatturiero

3.1 Una visione d’insieme

L’artigianato Manifatturiero è costituito in Basilicata da 3.601 imprese,

pari, come si è visto a poco meno del 30% dell’artigianato nel suo complesso.

Il ruolo dell’artigianato nell’ambito del Manifatturiero risulta evidente se si considera che quasi tre imprese manifatturiere su quattro sono artigiane, un ruolo, dunque, più rilevante di quello che si può riscontrare nel resto del Paese.

Graf. 3.1 - Il peso dell'artigianato nel manifatturiero, 2002% su totale economia

69,0

67,8

73,9

31,0

32,2

26,1

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Italia

Mezzogiorno

Basilicata

Imprese artigiane

Altre imprese

Come già accennato, questo fatto può avere una valenza positiva se è conseguenza di una visione strategica precisa che fa della dimensione artigiana e della flessibilità un punto di forza per preservare la propria capacità competitiva. Può invece avere una valenza neutra dal punto di vista della singola azienda, ma potenzialmente negativa a livello aggregato, se deriva dalle caratteristiche proprie dei settori di appartenenza (per esempio la produzione di pasticceria fresca rivolta ad un mercato strettamente locale); la negatività deriverebbe da un’eccessiva concentrazione di imprese operanti in mercati strettamente locali e a scarsa concorrenza. Può infine avere una valenza negativa anche a livello

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di singola impresa, qualora sia conseguenza di uno stato di debolezza e/o marginalità da parte delle aziende: vale per quei casi in cui la dimensione artigiana è conseguenza dell’incapacità di crescere e svilupparsi.

Alcune informazioni su questo argomento si possono trarre osservando la disaggregazione settoriale dell’artigianato manifatturiero.

Il 66,7% delle imprese manifatturiere si concentra in quattro settori: le Industrie alimentari e delle bevande (25,4% delle imprese artigiane manifatturiere), la Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo (18,6%) e l’Industria del legno e fabbricazioni in paglia (13,9%); seguono, ma con un peso sul manifatturiero decisamente inferiore (8,8%) le imprese del settore Confezione articoli di vestiario; preparazione pellicce.

In tutti e quattro questi settori la percentuale di imprese artigiane sul totale delle imprese è significativamente superiore ai valori che si possono osservare sia nel Mezzogiorno che in tutta Italia.

La forte presenza artigiana in questi settori, dunque, può essere considerata non più un dato strutturale legato a dinamiche settoriali, ma una caratteristica della struttura produttiva regionale.

DA15 Industrie alimentari e delle bevande 913 25,4 76,7 23,9 69,7 15,3 74,5DA16 Industria del tabacco 0 0,0 0,0 0,0 1,4 0,0 0,8DB17 Industrie tessili 96 2,7 72,2 3,1 67,8 5,0 66,9DB18 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce 318 8,8 77,8 8,3 61,9 7,8 68,8DC19 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio 23 0,6 74,2 2,2 46,5 3,8 65,6DD20 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia 502 13,9 88,4 13,0 84,7 10,6 86,8DE21 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 9 0,2 33,3 0,3 37,1 0,5 44,0DE22 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 149 4,1 65,6 3,6 53,4 3,3 47,6DF23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0 0,0 0,0 0,0 5,4 0,0 8,2DG24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 17 0,5 39,5 0,5 33,0 0,5 28,4DH25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 18 0,5 24,0 0,7 38,1 1,4 47,5DI26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 227 6,3 68,2 6,6 66,1 4,5 66,7DJ27 Produzione di metalli e loro leghe 16 0,4 48,5 0,4 43,7 0,5 41,6DJ28 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 669 18,6 79,9 15,3 73,2 18,4 73,8DK29 Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 157 4,4 65,7 3,6 60,6 6,1 57,5DL30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 18 0,5 62,1 0,4 52,0 0,3 39,7DL31 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 51 1,4 54,8 1,9 58,0 2,9 61,2DL32 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 21 0,6 60,0 1,1 68,3 1,2 63,1DL33 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 172 4,8 92,5 5,1 86,2 5,2 81,0DM34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 6 0,2 21,4 0,1 27,3 0,2 36,6DM35 Fabbric.di altri mezzi di trasporto 3 0,1 37,5 0,6 41,3 0,7 53,9DN36 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturiere 211 5,9 66,1 8,9 76,1 11,6 77,4DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 5 0,1 38,5 0,2 30,3 0,2 42,4

D Totale 3.601 100,0 73,9 100,0 67,8 100,0 69,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

% su tot. economia

%% su tot. economia

n° imprese artigiane

%% su tot. economia

%

Basilicata Mezzogiorno Italia

Tab. 3.1 - Imprese artigiane manifatturiere. 2002

— pp. 32 —

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Simile è il comportamento di alcuni altri settori, tra i quali Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati Fabbricazione di macchine per uffici ed elaboratori e Lavorazione dei minerali non metalliferi.

Per un secondo gruppo di settori, al contrario, si osserva in Basilicata una presenza ridotta dell’artigianato, inferiore a quella che si riscontra sia nel Mezzogiorno che in Italia: è il caso dei settori Produzione di carta, Articoli in gomma e di materie plastiche, Macchine ed apparecchi elettrici, Apparecchi radiotelevisivi e per comunicazione, Fabbricazione di autoveicoli e rimorchi e Fabbricazione di altri mezzi di trasporto, Mobili e altre industrie manifatturiere, Recupero e riciclaggio.

La causa della minore presenza artigiana in questi settori va ricercata non tanto nel minore peso del settore nell’economia regionale, quanto alla preferenza delle imprese che vi operano per altre forme giuridiche o agli scarsi spazi di mercato a livello regionale per imprese di piccola dimensione: in questi settori, infatti, la percentuale di imprese artigiane sul totale delle imprese è infatti inferiore ai valori osservabili in tutta Italia.

Una terza categoria di settori manifatturieri si caratterizza infine per una scarsa presenza di imprese artigiane, inferiore al ruolo normalmente ricoperto nel resto del Paese, dovuta alla scarsa consistenza del settore nel suo insieme nell’economia regionale: infatti, nonostante il peso delle imprese di questi settori sul totale artigiano sia inferiore alla media nazionale, la presenza delle imprese artigiane sul totale è superiore a quanto avviene nel resto d’Italia. Fanno parte di questo gruppo i settori delle Industrie tessili, della Preparazione e concia del cuoio, Prodotti chimici e fibre sintetiche, Produzione di metalli e loro leghe, Macchine e apparecchiature meccaniche e Apparecchi medicali, strumenti di precisione e strumenti ottici.

Si osserva infine la totale assenza di imprese artigiane nei settori dell’Industria del tabacco e Fabbricazione coke, raffinerie, combustibili nucleari, per cui questi settori non saranno più presi in considerazione.

Il passaggio successivo è quello di un’analisi più in profondità dei settori manifatturieri più rilevanti per l’artigianato lucano, in particolare dei le Industrie alimentari e delle bevande, la Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo e l’Industria del legno e fabbricazioni in paglia.

Le Industrie alimentari e delle bevande contano 913 imprese artigiane, la maggioranza delle quali (697 imprese, pari al 76% del settore) è costituita dalle imprese che operano nella Fabbricazione di altri prodotti alimentari. Una discreta importanza assumono anche le classi Industrie lattiero-casearie (82 imprese) e Industrie di fabbricazione di oli e grassi (63 aziende), classi di attività che contano comunque meno del 10% delle imprese artigiane del settore alimentare.

Se si approfondisce ulteriormente l’analisi si osserva che delle 697 imprese della classe Fabbricazione di altri prodotti alimentari, 547 riguardano i Prodotti di panetteria e pasticceria fresca.

— pp. 33 —

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DA151 Lavorazione e conservazione della carne 19 2,1 0,3DA152 Lavorazione e conservazione del pesce 1 0,1 0,0DA153 Lavoraz. conservazione frutta e ortaggi 3 0,3DA154 Fabbricazione oli e

0,1grassi 63 6,9 1,1

DA155 Industria lattiero - casearia 82 9,0 1,4DA156 Lavorazione delle granaglie e amidacei 39 4,3 0,7DA157 Prodotti per l'alimentazione degli animali 1 0,1 0,0DA158 Fabbricazione di altri prodotti alimentari 697 76,3 11,7DA159 Industria delle bevande 8 0,9 0,1

DA15 Totale manifatturiero alimentare 913 100,0 15,3

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

n° imprese *10.000 abitanti

n° imprese artigiane

%

Tab. 3.2 - Imprese artigiane manifatturiere alimentari. 2002

Basilicata

Ciò significa, in breve, che circa il 60% delle imprese artigiane del settore più importante del manifatturiero lucano, quello alimentare, si rivolgono per lo più al mercato locale, con possibilità di crescita limitate nel tempo e nello spazio, che possono al contrario risentire pesantemente della concorrenza derivante da un improvviso arrivo sul mercato della Grande Distribuzione; naturalmente, ci sarà all’interno di questo comparto una componente di produttori dotati di forti capacità imprenditoriali e capaci di mantenere standard qualitativi di elevato livello, ma dal punto di vista dell’economia regionale non possono essere considerati una risorsa strategica per la crescita e lo sviluppo.

DA1581 Prodotti di panetteria e pasticceria 547 78,5 9,2DA1582 Prodotti di pasticceria conservati 43 6,2 0,7DA1583 Fabbricazione di zucchero - - -DA1584 Fabbr. cacao, cioccolato e caramelle 1 0,1 0,0DA1585 Fabbr. paste alimentari, cuscus, farinacei 40 5,7 0,7DA1586 Lavorazione del tè e del caffè 9 1,3 0,2DA1587 Fabbricazione condimenti e spezie - - -DA1588 Prodotti omogeneizzati e dietetici - - -DA1589 Altri prodotti alimentari n.c.a. 18 2,6 0,3

Imprese non classificate 39 5,6 0,7

DA158 Totale altri prodotti alimentari 697 100,0 11,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.3 - Imprese artigiane manifatturiere alimentari - Altri prodotti. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

%n° imprese

*10.000 abitanti

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Maggiori opportunità potrebbero provenire dalle Industrie lattiero-casearie e dalle Industrie di fabbricazione di oli e grassi, qualora legati a circuiti di produzione ed esportazione di prodotti “tipici”.

Gli altri due settori rilevanti per numero di imprese artigiane sono, come si è visto la Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo e l’Industria del legno e fabbricazioni in paglia.

Un approfondimento sulla realtà produttiva di entrambi i settori evidenzia il loro legame e la dipendenza da un altro ramo dell’economia, quello dell’edilizia.

DD201 Taglio, piallatura e trattamento del legno 19 3,8 0,3DD202 Fogli da impiallacciatura, compensato 1 0,2 0,0DD203 Carpenteria e falegnameria per edilizia 428 85,3 7,2DD204 Fabbricazione di imballaggi in legno 3 0,6 0,1DD205 Altri prodotti in legno, sughero, paglia 46 9,2 0,8

Imprese non classificate 5 1,0 0,1

DD20 Totale industria del legno (escluso mobili) 502 100,0 8,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.4 - Imprese artigiane manifatturiere del legno. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

%n° imprese

*10.000 abitanti

Nel settore del legno, la classe di attività più consistente è quella relativa alla carpenteria e falegnameria per edilizia; essa consta di 428 imprese con un peso dell’85% sul totale delle industrie artigianali del legno ed una densità di 7,2 imprese per 10.000 abitanti (cfr. Tabella 3.4).

Altra voce rilevante è quella degli “Altri prodotti in legno, sughero e paglia”, nel quale lavorano poco più del 9% delle imprese artigiane del legno.

Per quel che riguarda invece le imprese di lavorazione dei prodotti in metallo, una fetta consistente è rappresentata dalla Fabbricazione di elementi da costruzione in metallo, classe di attività che coinvolge il 46% delle imprese artigiane del settore, e dalla Fabbricazione di altri prodotti metallici (42%).

La prima di queste due classi è in realtà composta da imprese che operano principalmente in due categorie di attività (Strutture metalliche e parti di strutture e Porte e finestre in metallo) strettamente legate al ramo delle “Costruzioni”.

La classe di attività Fabbricazione di altri prodotti in metallo è composta in Basilicata solamente dalle imprese che operano nella categoria Fabbricazione di altri prodotti metallici non classificati altrimenti, attività di

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produzione e lavorazione varia, spesso in subfornitura, probabilmente dipendente dai già citati settori.

DJ281 Fabbr. elem. da costruzione in metallo, di cui: 301 46,2 5,1DJ2811 Strutture metalliche e parti di strutture 133 20,4 2,2DJ2812 Porte e finestre in metallo 150 23,0 2,5DJ282 Cisterne e contenitori in metallo 3 0,5 0,1DJ283 Generatori di vapore escluso caldaie 0 0,0 0,0DJ284 Fucinat., imbutitura, stampag. e profilatura 13 2,0 0,2DJ285 Trattamento metalli, meccanica generale 59 9,1 1,0DJ286 Articoli di coltelleria e utensileria 6 0,9 0,1DJ287 Fabbr. di altri prodotti metallici, di cui: 272 41,8 4,6

Non classificate 15 2,3 0,3

DJ28 Totale manifatturiero prodotti in metallo 651 146,2 10,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.5 - Imprese artigiane manifatturiere della lavorazione dei prodotti in metallo. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

%n° imprese

*10.000 abitanti

Questa struttura produttiva, che vede un’impresa artigiana manifatturiera su tre legata all’edilizia, si spiega facilmente con l’importante ruolo che questo ramo di attività ha rivestito sull’economia regionale negli anni passati, ruolo superiore a quello ricoperto nel resto dell’economia nazionale3.

La dipendenza di un’importante componente del manifatturiero dal ramo delle “Costruzioni” potrebbe però trasformarsi, allo stato attuale, in elemento di debolezza dell’artigianato lucano.

Se in passato la dipendenza dal settore delle costruzioni può infatti avere aiutato la crescita economica della regione, sfruttando al meglio e non disperdendo all’esterno della regione l’impatto indotto da un’intensa politica edilizia, l’attuale processo di ristrutturazione e di ridimensionamento della struttura produttiva che l’edilizia lucana sta attraversando potrebbe riflettersi negativamente su un’ampia quota di imprese artigiane manifatturiere.

Maggiori potenzialità per l’artigianato lucano potrebbero derivare da altri settori di attività, dove peraltro il comparto è già presente in modo

3Un recente rapporto del Centro Studi Unioncamere Basilicata ha evidenziato come il 13% degli addetti e

il 18,2% delle imprese operino in Basilicata nel settore delle Costruzioni, contro l’8,1% degli addetti e il 15,4% delle imprese in Italia. A queste percentuali l’edilizia lucana è arrivata dopo una profonda ristrutturazione del settore produttivo, che ha visto una contrazione degli addetti superiore al 9% nell’arco di cinque anni, a fronte di una crescita del 4% nel resto del paese (cfr. Osservatorio Economico della Basilicata (a cura di) Il settore delle costruzioni – Unioncamere Basilicata, Potenza, 2002).

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consistente: dal meccanico, in cui già oggi operano 157 imprese artigiane, il mobile (211 aziende) o il tessile e abbigliamento (per un totale di 414 imprese) o la lavorazione di minerali non metalliferi (227 imprese artigiane); sono settori per il momento ancora molto legati ai mercati locali – nel meccanico, per esempio, gran parte degli artigiani opera nel mercato delle riparazioni, così come nel settore della lavorazione di minerali non metalliferi c’è molta lavorazione del vetro per l’edilizia – ma che offrono ampie possibilità di inserimento in catene di fornitura e subfornitura su scala nazionale, come il recente sviluppo di alcuni settori (mobilio nel Materano o la corsetteria di Lavello) hanno mostrato.

3.2 L’incrocio settore-territorio dell’artigianato manifatturiero

La distribuzione territoriale dell’artigianato manifatturiero è stata già discussa nel precedente capitolo e non sarà qui ripresentata; può essere però utile ricordare brevemente che le aree territoriali maggiormente interessate dalla presenza dell’artigianato manifatturiero erano risultate i SLL di Francavilla in Sinni, di Latronico, di Venosa e di Matera, il distretto di Sant’Angelo Le Fratte, il sistema produttivo locale di Pisticci, e i comuni di Calitri, Gravina in Puglia e Spinazzola.

Dalla disaggregazione settoriale del manifatturiero in ciascun SLL/PIT è possibile capire se gli elementi di debolezza e le potenzialità individuate interessano in modo particolare alcune aree geografiche o sono ugualmente diffuse su tutto il territorio.

Da questo punto di vista i SLL possono essere raggruppati in tre categorie a seconda del grado di “sbilanciamento” nei tre settori potenzialmente “deboli” del manifatturiero.

Tra i SLL la cui struttura produttiva dell’artigianato manifatturiero risulta fortemente sbilanciati verso questi settori (più del 70% delle imprese artigiane manifatturiere o più di 50 imprese complessive che vi operano per 10.000 abitanti) compaiono Acerenza, Francavilla in Sinni, Latronico, Moliterno, Sant’Arcangelo, Senise, Salandra e San Giorgio Lucano, il distretto industriale di Sant’Angelo Le Fratte, il PIT dell’Alto Basento .

Un secondo gruppo di SLL godono di una struttura produttiva solo parzialmente sbilanciata, dal momento che in altri settori, in particolare nell’Abbigliamento, opera una percentuale di imprese artigiane superiore a quella del settore della Lavorazione del legno o della Lavorazione dei metalli: si tratta dei SLL di Melfi, Muro Lucano, Stigliano, nei distretti di Pescopagano e Matera (in quest’ultimo prevale il settore della Fabbricazione di mobili e altre attività manifatturiere) ed infine nel PIT di Vulture.

I rimanenti SLL e PIT presentano infine un grado di sbilanciamento della struttura produttiva in linea con la media regionale.

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La distribuzione territoriale delle imprese manifatturiere delle categorie di attività “deboli” o più esposti nel lungo periodo mette in luce le aree geografiche con una potenziale debolezza di lungo periodo del comparto artigiano.

Le aree in cui le imprese artigiane di questi settori costituiscono più del 50% dell’artigianato manifatturiero sono i distretti di Sant'Angelo Le Fratte e Pescopagano, i SLL di Moliterno, Acerenza, Rotondella, San Giorgio Lucano, Sant'Arcangelo, Salandra, Bella, Rotonda, Francavilla in Sinni e Senise, il PIT dell’Alto Basento e i comuni di Calitri, Mormanno e Spinazzola; i casi di Pescopagano e Calitri4 fanno però riferimento ad un numero ristretto di imprese.

Vi sono invece aree geografiche in cui lo sbilanciamento è più contenuto della media regionale, aree, cioè, in cui la diversificazione produttiva appare più elevata: si tratta del SLL di Marsicovetere, Muro Lucano, Venosa e Policoro, del comune di Gravina in Puglia, dei sistemi produttivi locali di Pisticci e Melfi, dei distretti industriali di Rionero in Vulture e Matera e dei PIT di Vulture, Montagna Materane e Metapontino.

Gli altri territori si pongono in una posizione intermedia, superiore comunque alla media regionale.

4Nei comuni di Pescopagano e Calitri il dato riguarda in realtà una realtà artigiana manifatturiera poco

sviluppata: è infatti ragionevole che in un comune vi sia almeno un panettiere, che su una realtà di 9 aziende che complessivamente operano nel manifatturiero pesa però per l’11%. Più sbilanciata appare invece la realtà produttiva nelle altre aree citate.

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Acerenza 14 1 0 0 9 3 0 4 0 10 0 0 2 0 0 0Bella 17 2 2 1 13 2 0 6 0 18 9 2 4 0 2 0Francavilla in Sinni 12 3 5 0 12 1 0 5 1 13 2 0 5 0 3 0Latronico 9 2 8 0 9 0 0 7 0 16 1 3 0 0 3 0Lauria 36 9 8 1 23 11 0 9 0 40 3 2 7 1 6 0Marsicovetere 34 2 20 0 25 5 0 9 2 41 3 3 14 0 6 1Melfi 43 8 52 0 26 10 2 13 3 24 17 6 6 0 8 0Moliterno 14 1 1 1 10 1 0 6 1 23 3 0 2 0 3 0Muro Lucano 10 1 6 2 5 1 2 2 0 8 2 0 0 0 1 0Pescopagano 3 0 2 0 1 1 0 0 0 6 0 0 0 0 1 0Potenza 201 16 53 4 105 42 7 36 2 131 34 20 49 4 49 1Rionero in Vulture 36 3 16 0 18 6 1 16 0 30 5 2 4 1 11 0Rotonda 8 0 1 0 9 1 1 2 0 10 2 0 5 0 2 0Sant'Angelo Le Fratte 18 0 2 1 14 0 0 7 0 26 2 0 0 0 1 0Sant'Arcangelo 29 1 8 1 13 1 0 2 0 12 1 4 4 0 1 0Senise 30 2 8 0 24 3 1 4 1 20 3 0 5 0 3 0Venosa 27 3 10 0 13 2 0 10 1 18 4 2 5 0 6 0Matera 77 10 26 3 34 29 9 34 1 66 17 10 33 3 62 1Pisticci 85 17 24 3 31 19 4 14 0 45 8 4 19 0 11 1Policoro 56 5 21 0 21 10 3 14 1 25 11 5 14 0 7 0Rotondella 15 0 6 0 8 3 1 0 0 7 0 1 3 0 0 0Salandra 8 1 3 0 7 0 1 3 0 6 1 0 0 0 0 0San Giorgio Lucano 15 0 3 0 11 1 0 0 0 6 4 1 0 0 5 0Stigliano 23 2 10 0 5 0 0 4 0 15 3 0 1 0 1 0Tricarico 32 0 2 1 14 1 1 2 1 8 4 1 6 0 9 0Calitri 1 1 0 0 3 0 0 1 0 2 1 0 0 0 0 0Gravina in Puglia 13 0 0 1 6 1 0 2 0 7 5 0 2 0 3 0Spinazzola 26 3 16 0 21 2 2 10 1 26 9 3 0 0 2 1Mormanno 4 2 2 0 4 2 0 3 1 7 0 0 1 0 1 0Praia a Mare 17 1 3 4 8 0 0 2 0 3 3 0 2 0 4 0

Totale 913 96 318 23 502 158 35 227 16 669 157 69 193 9 211 5

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

DM34, DM35

DN36 DN37DJ28 DK29DL30, DL31

DL32, DL33

Tab. 3.6 - Imprese artigiane manifatturiere per classi e Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori assoluti

DA15 DB17 DB18 DC19 DD20DE21, DE22

DG24, DH25

DI26 DJ27

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Acerenza 32,6 2,3 0,0 0,0 20,9 7,0 0,0 9,3 0,0 23,3 0,0 0,0 4,7 0,0 0,0 0,0Bella 21,8 2,6 2,6 1,3 16,7 2,6 0,0 7,7 0,0 23,1 11,5 2,6 5,1 0,0 2,6 0,0Francavilla in Sinni 19,4 4,8 8,1 0,0 19,4 1,6 0,0 8,1 1,6 21,0 3,2 0,0 8,1 0,0 4,8 0,0Latronico 15,5 3,4 13,8 0,0 15,5 0,0 0,0 12,1 0,0 27,6 1,7 5,2 0,0 0,0 5,2 0,0Lauria 23,1 5,8 5,1 0,6 14,7 7,1 0,0 5,8 0,0 25,6 1,9 1,3 4,5 0,6 3,8 0,0Marsicovetere 20,6 1,2 12,1 0,0 15,2 3,0 0,0 5,5 1,2 24,8 1,8 1,8 8,5 0,0 3,6 0,6Melfi 19,7 3,7 23,9 0,0 11,9 4,6 0,9 6,0 1,4 11,0 7,8 2,8 2,8 0,0 3,7 0,0Moliterno 21,2 1,5 1,5 1,5 15,2 1,5 0,0 9,1 1,5 34,8 4,5 0,0 3,0 0,0 4,5 0,0Muro Lucano 25,0 2,5 15,0 5,0 12,5 2,5 5,0 5,0 0,0 20,0 5,0 0,0 0,0 0,0 2,5 0,0Pescopagano 21,4 0,0 14,3 0,0 7,1 7,1 0,0 0,0 0,0 42,9 0,0 0,0 0,0 0,0 7,1 0,0Potenza 26,7 2,1 7,0 0,5 13,9 5,6 0,9 4,8 0,3 17,4 4,5 2,7 6,5 0,5 6,5 0,1Rionero in Vulture 24,2 2,0 10,7 0,0 12,1 4,0 0,7 10,7 0,0 20,1 3,4 1,3 2,7 0,7 7,4 0,0Rotonda 19,5 0,0 2,4 0,0 22,0 2,4 2,4 4,9 0,0 24,4 4,9 0,0 12,2 0,0 4,9 0,0Sant'Angelo Le Fratte 25,4 0,0 2,8 1,4 19,7 0,0 0,0 9,9 0,0 36,6 2,8 0,0 0,0 0,0 1,4 0,0Sant'Arcangelo 37,7 1,3 10,4 1,3 16,9 1,3 0,0 2,6 0,0 15,6 1,3 5,2 5,2 0,0 1,3 0,0Senise 28,8 1,9 7,7 0,0 23,1 2,9 1,0 3,8 1,0 19,2 2,9 0,0 4,8 0,0 2,9 0,0Venosa 26,7 3,0 9,9 0,0 12,9 2,0 0,0 9,9 1,0 17,8 4,0 2,0 5,0 0,0 5,9 0,0Matera 18,6 2,4 6,3 0,7 8,2 7,0 2,2 8,2 0,2 15,9 4,1 2,4 8,0 0,7 14,9 0,2Pisticci 29,8 6,0 8,4 1,1 10,9 6,7 1,4 4,9 0,0 15,8 2,8 1,4 6,7 0,0 3,9 0,4Policoro 29,0 2,6 10,9 0,0 10,9 5,2 1,6 7,3 0,5 13,0 5,7 2,6 7,3 0,0 3,6 0,0Rotondella 34,1 0,0 13,6 0,0 18,2 6,8 2,3 0,0 0,0 15,9 0,0 2,3 6,8 0,0 0,0 0,0Salandra 26,7 3,3 10,0 0,0 23,3 0,0 3,3 10,0 0,0 20,0 3,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0San Giorgio Lucano 32,6 0,0 6,5 0,0 23,9 2,2 0,0 0,0 0,0 13,0 8,7 2,2 0,0 0,0 10,9 0,0Stigliano 35,9 3,1 15,6 0,0 7,8 0,0 0,0 6,3 0,0 23,4 4,7 0,0 1,6 0,0 1,6 0,0Tricarico 39,0 0,0 2,4 1,2 17,1 1,2 1,2 2,4 1,2 9,8 4,9 1,2 7,3 0,0 11,0 0,0Calitri 11,1 11,1 0,0 0,0 33,3 0,0 0,0 11,1 0,0 22,2 11,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0Gravina in Puglia 32,5 0,0 0,0 2,5 15,0 2,5 0,0 5,0 0,0 17,5 12,5 0,0 5,0 0,0 7,5 0,0Spinazzola 21,3 2,5 13,1 0,0 17,2 1,6 1,6 8,2 0,8 21,3 7,4 2,5 0,0 0,0 1,6 0,8Mormanno 14,8 7,4 7,4 0,0 14,8 7,4 0,0 11,1 3,7 25,9 0,0 0,0 3,7 0,0 3,7 0,0Praia a Mare 36,2 2,1 6,4 8,5 17,0 0,0 0,0 4,3 0,0 6,4 6,4 0,0 4,3 0,0 8,5 0,0

Totale 25,4 2,7 8,8 0,6 13,9 4,4 1,0 6,3 0,4 18,6 4,4 1,9 5,4 0,2 5,9 0,1

DM34, DM35

DN36 DN37DJ28 DK29DL30, DL31

DL32, DL33

Tab. 3.7 - Imprese artigiane manifatturiere per classi e Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori %

DA15 DB17 DB18 DC19 DD20DE21, DE22

DG24, DH25

DI26 DJ27

— pp. 40 —

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Acerenza 20,3 1,4 0,0 0,0 13,0 4,3 0,0 5,8 0,0 14,5 0,0 0,0 2,9 0,0 0,0 0,0Bella 12,8 1,5 1,5 0,8 9,8 1,5 0,0 4,5 0,0 13,5 6,8 1,5 3,0 0,0 1,5 0,0Francavilla in Sinni 19,7 4,9 8,2 0,0 19,7 1,6 0,0 8,2 1,6 21,3 3,3 0,0 8,2 0,0 4,9 0,0Latronico 13,3 3,0 11,8 0,0 13,3 0,0 0,0 10,3 0,0 23,6 1,5 4,4 0,0 0,0 4,4 0,0Lauria 13,7 3,4 3,1 0,4 8,8 4,2 0,0 3,4 0,0 15,3 1,1 0,8 2,7 0,4 2,3 0,0Marsicovetere 15,6 0,9 9,2 0,0 11,5 2,3 0,0 4,1 0,9 18,8 1,4 1,4 6,4 0,0 2,8 0,5Melfi 12,7 2,4 15,3 0,0 7,7 2,9 0,6 3,8 0,9 7,1 5,0 1,8 1,8 0,0 2,4 0,0Moliterno 11,1 0,8 0,8 0,8 7,9 0,8 0,0 4,8 0,8 18,2 2,4 0,0 1,6 0,0 2,4 0,0Muro Lucano 13,6 1,4 8,2 2,7 6,8 1,4 2,7 2,7 0,0 10,9 2,7 0,0 0,0 0,0 1,4 0,0Pescopagano 14,0 0,0 9,3 0,0 4,7 4,7 0,0 0,0 0,0 28,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,7 0,0Potenza 14,5 1,2 3,8 0,3 7,6 3,0 0,5 2,6 0,1 9,5 2,5 1,4 3,5 0,3 3,5 0,1Rionero in Vulture 12,9 1,1 5,7 0,0 6,5 2,2 0,4 5,7 0,0 10,8 1,8 0,7 1,4 0,4 3,9 0,0Rotonda 10,8 0,0 1,4 0,0 12,2 1,4 1,4 2,7 0,0 13,6 2,7 0,0 6,8 0,0 2,7 0,0Sant'Angelo Le Fratte 18,0 0,0 2,0 1,0 14,0 0,0 0,0 7,0 0,0 26,0 2,0 0,0 0,0 0,0 1,0 0,0Sant'Arcangelo 25,8 0,9 7,1 0,9 11,5 0,9 0,0 1,8 0,0 10,7 0,9 3,6 3,6 0,0 0,9 0,0Senise 22,3 1,5 5,9 0,0 17,8 2,2 0,7 3,0 0,7 14,9 2,2 0,0 3,7 0,0 2,2 0,0Venosa 19,2 2,1 7,1 0,0 9,3 1,4 0,0 7,1 0,7 12,8 2,8 1,4 3,6 0,0 4,3 0,0Matera 11,5 1,5 3,9 0,4 5,1 4,3 1,3 5,1 0,1 9,8 2,5 1,5 4,9 0,4 9,2 0,1Pisticci 18,1 3,6 5,1 0,6 6,6 4,0 0,9 3,0 0,0 9,6 1,7 0,9 4,0 0,0 2,3 0,2Policoro 14,6 1,3 5,5 0,0 5,5 2,6 0,8 3,6 0,3 6,5 2,9 1,3 3,6 0,0 1,8 0,0Rotondella 15,5 0,0 6,2 0,0 8,3 3,1 1,0 0,0 0,0 7,3 0,0 1,0 3,1 0,0 0,0 0,0Salandra 14,0 1,7 5,2 0,0 12,2 0,0 1,7 5,2 0,0 10,5 1,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0San Giorgio Lucano 23,1 0,0 4,6 0,0 16,9 1,5 0,0 0,0 0,0 9,2 6,1 1,5 0,0 0,0 7,7 0,0Stigliano 18,3 1,6 8,0 0,0 4,0 0,0 0,0 3,2 0,0 11,9 2,4 0,0 0,8 0,0 0,8 0,0Tricarico 22,7 0,0 1,4 0,7 9,9 0,7 0,7 1,4 0,7 5,7 2,8 0,7 4,3 0,0 6,4 0,0Calitri 8,3 8,3 0,0 0,0 24,9 0,0 0,0 8,3 0,0 16,6 8,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0Gravina in Puglia 22,7 0,0 0,0 1,7 10,5 1,7 0,0 3,5 0,0 12,2 8,7 0,0 3,5 0,0 5,2 0,0Spinazzola 15,1 1,7 9,3 0,0 12,2 1,2 1,2 5,8 0,6 15,1 5,2 1,7 0,0 0,0 1,2 0,6Mormanno 12,0 6,0 6,0 0,0 12,0 6,0 0,0 9,0 3,0 21,0 0,0 0,0 3,0 0,0 3,0 0,0Praia a Mare 22,0 1,3 3,9 5,2 10,3 0,0 0,0 2,6 0,0 3,9 3,9 0,0 2,6 0,0 5,2 0,0

Totale 15,3 1,6 5,3 0,4 8,4 2,7 0,6 3,8 0,3 11,2 2,6 1,2 3,2 0,2 3,5 0,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

DM34, DM35

DN36 DN37DJ28 DK29DL30, DL31

DL32, DL33

Tab. 3.8 - Imprese artigiane manifatturiere per classi e Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Imprese per 10.000 abitanti

DA15 DB17 DB18 DC19 DD20DE21, DE22

DG24, DH25

DI26 DJ27

— pp. 41 —

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Vulture 157 19 97 0 94 23 5 57 5 114 36 13 18 1 28 1Marmo - Melandro 80 5 17 4 48 8 2 22 0 75 19 6 8 2 9 1Val d'Agri 83 4 29 3 56 7 1 20 3 82 8 7 20 0 10 1Lagonegrese - Pollino 126 19 36 5 98 19 2 32 3 112 15 5 25 1 26 0Alto Basento 77 2 18 0 46 7 3 9 1 51 7 4 9 0 5 0Montagna Materana 78 5 22 1 27 7 2 8 1 29 7 2 8 0 11 1Materano 58 16 10 2 30 6 2 8 0 35 8 4 10 0 11 0Metapontino 121 7 42 2 48 24 7 26 1 69 20 7 32 0 13 0

Totale 780 77 271 17 447 101 24 182 14 567 120 48 130 4 113 4

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

DM34, DM35

DN36 DN37DJ28 DK29DL30, DL31

DL32, DL33

Tab. 3.9 - Imprese artigiane manifatturiere per classi e PIT. 2002 - Valori assoluti

DA15 DB17 DB18 DC19 DD20DE21, DE22

DG24, DH25

DI26 DJ27

— pp. 42 —

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Vulture 23,5 2,8 14,5 0,0 14,1 3,4 0,7 8,5 0,7 17,1 5,4 1,9 2,7 0,1 4,2 0,1Marmo - Melandro 26,1 1,6 5,6 1,3 15,7 2,6 0,7 7,2 0,0 24,5 6,2 2,0 2,6 0,7 2,9 0,3Val d'Agri 24,9 1,2 8,7 0,9 16,8 2,1 0,3 6,0 0,9 24,6 2,4 2,1 6,0 0,0 3,0 0,3Lagonegrese - Pollino 24,0 3,6 6,9 1,0 18,7 3,6 0,4 6,1 0,6 21,4 2,9 1,0 4,8 0,2 5,0 0,0Alto Basento 32,2 0,8 7,5 0,0 19,2 2,9 1,3 3,8 0,4 21,3 2,9 1,7 3,8 0,0 2,1 0,0Montagna Materana 37,3 2,4 10,5 0,5 12,9 3,3 1,0 3,8 0,5 13,9 3,3 1,0 3,8 0,0 5,3 0,5Materano 29,0 8,0 5,0 1,0 15,0 3,0 1,0 4,0 0,0 17,5 4,0 2,0 5,0 0,0 5,5 0,0Metapontino 28,9 1,7 10,0 0,5 11,5 5,7 1,7 6,2 0,2 16,5 4,8 1,7 7,6 0,0 3,1 0,0

Totale 26,9 2,7 9,3 0,6 15,4 3,5 0,8 6,3 0,5 19,6 4,1 1,7 4,5 0,1 3,9 0,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

DM34, DM35

DN36 DN37DJ28 DK29DL30, DL31

DL32, DL33

Tab. 3.10 - Imprese artigiane manifatturiere per classi e PIT. 2002 - Valori %

DA15 DB17 DB18 DC19 DD20DE21, DE22

DG24, DH25

DI26 DJ27

— pp. 43 —

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Vulture 14,8 1,8 9,1 0,0 8,8 2,2 0,5 5,4 0,5 10,7 3,4 1,2 1,7 0,1 2,6 0,1Marmo - Melandro 16,4 1,0 3,5 0,8 9,8 1,6 0,4 4,5 0,0 15,3 3,9 1,2 1,6 0,4 1,8 0,2Val d'Agri 17,2 0,8 6,0 0,6 11,6 1,5 0,2 4,2 0,6 17,0 1,7 1,5 4,2 0,0 2,1 0,2Lagonegrese - Pollino 16,7 2,5 4,8 0,7 13,0 2,5 0,3 4,2 0,4 14,8 2,0 0,7 3,3 0,1 3,4 0,0Alto Basento 17,5 0,5 4,1 0,0 10,5 1,6 0,7 2,1 0,2 11,6 1,6 0,9 2,1 0,0 1,1 0,0Montagna Materana 22,1 1,4 6,2 0,3 7,6 2,0 0,6 2,3 0,3 8,2 2,0 0,6 2,3 0,0 3,1 0,3Materano 18,5 5,1 3,2 0,6 9,6 1,9 0,6 2,6 0,0 11,2 2,6 1,3 3,2 0,0 3,5 0,0Metapontino 15,3 0,9 5,3 0,3 6,1 3,0 0,9 3,3 0,1 8,7 2,5 0,9 4,0 0,0 1,6 0,0

Totale 16,6 1,6 5,8 0,4 9,5 2,2 0,5 3,9 0,3 12,1 2,6 1,0 2,8 0,1 2,4 0,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

DM34, DM35

DN36 DN37DJ28 DK29DL30, DL31

DL32, DL33

Tab. 3.11 - Imprese artigiane manifatturiere per classi e PIT. 2002 - Imprese per 10.000 abitanti

DA15 DB17 DB18 DC19 DD20DE21, DE22

DG24, DH25

DI26 DJ27

— pp. 44 —

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Acerenza 8 1 9 3 1Bella 13 0 13 4 8Francavilla in Sinni 7 1 11 4 3 6Latronico 6 0 7 2 4Lauria 15 6 19 9 10 18Marsicovetere 19 1 22 8 10 12Melfi 21 5 18 3 6Moliterno 10 1 9 5 6Muro Lucano 5 0 5 1 1Pescopagan

46

10

7115

o 2 0 1 2 1Potenza 126 7 88 29 29Rionero in Vulture 22 0 16 3 6Rotonda 5 0 8 3 2Sant'Angelo Le Fratte 11 0 13 7 4 11Sant'Arcangelo 20 2 11 4 2Senise 17 0 22 2 2 10Venosa 14 5 11 0 8Matera 52 2 25 13 13Pisticci 46 2 22 9 17 9Policoro 32 2 17 5 2 11Rotondella 11 2 7 1 3Salandra 5 0 7 1 2San Giorgio Lucano 11 0 11 2 0 3Stigliano 14 0 5 2 2

354135

6

428

22

9Tricarico 16 2 13 0 1 6Calitri 1 0 3 0 0 2Gravina in Puglia 9 0 5 0 1 1Spinazzola 17 0 19 8 4 15Mormanno 3 0 8 1 1 1Praia a Mare 9 4 3 2 0 4

Totale 547 43 428 133 149 278

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.12 - Imprese artigiane delle categorie manifatturiere più rilevanti

DJ2812

Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori assoluti

DA1581 DA1582 DD203 DJ2811 DJ287

— pp. 45 —

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Acerenza 18,6 2,3 20,9 7,0 2,3 9,3Bella 16,7 0,0 16,7 5,1 10,3 7,7Francavilla in Sinni 11,3 1,6 17,7 6,5 4,8 9,7Latronico 10,3 0,0 12,1 3,4 6,9 17,2Lauria 9,6 3,8 12,2 5,8 6,4 11,5Marsicovetere 11,5 0,6 13,3 4,8 6,1 7,3Melfi 9,6 2,3 8,3 1,4 2,8 3,2Moliterno 15,2 1,5 13,6 7,6 9,1 16,7Muro Lucano 12,5 0,0 12,5 2,5 2,5 12,5Pescopagano 14,3 0,0 7,1 14,3 7,1 21,4Potenza 16,7 0,9 11,7 3,8 3,8 7,2Rionero in Vulture 14,8 0,0 10,7 2,0 4,0 8,7Rotonda 12,2 0,0 19,5 7,3 4,9 12,2Sant'Angelo Le Fratte 15,5 0,0 18,3 9,9 5,6 15,5Sant'Arcangelo 26,0 2,6 14,3 5,2 2,6 7,8Senise 16,3 0,0 21,2 1,9 1,9 9,6Venosa 13,9 5,0 10,9 0,0 7,9 4,0Matera 12,5 0,5 6,0 3,1 3,1 6,7Pisticci 16,1 0,7 7,7 3,2 6,0 3,2Policoro 16,6 1,0 8,8 2,6 1,0 5,7Rotondella 25,0 4,5 15,9 2,3 6,8 4,5Salandra 16,7 0,0 23,3 3,3 6,7 6,7San Giorgio Lucano 23,9 0,0 23,9 4,3 0,0 6,5Stigliano 21,9 0,0 7,8 3,1 3,1 14,1Tricarico 19,5 2,4 15,9 0,0 1,2 7,3Calitri 11,1 0,0 33,3 0,0 0,0 22,2Gravina in Puglia 22,5 0,0 12,5 0,0 2,5 2,5Spinazzola 13,9 0,0 15,6 6,6 3,3 12,3Mormanno 11,1 0,0 29,6 3,7 3,7 3,7Praia a Mare 19,1 8,5 6,4 4,3 0,0 8,5

Totale 15,2 1,2 11,9 3,7 4,1 7,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.13 - Imprese artigiane delle categorie manifatturiere più rilevantiSistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori % su totale manifatturiero

DA1581 DA1582 DD203 DJ2811 DJ2812 DJ287

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Acerenza 11,6 1,4 13,0 4,3 1,4 5,8Bella 9,8 0,0 9,8 3,0 6,0 4,5Francavilla in Sinni 11,5 1,6 18,0 6,6 4,9 9,8Latronico 8,9 0,0 10,3 3,0 5,9 14,8Lauria 5,7 2,3 7,3 3,4 3,8 6,9Marsicovetere 8,7 0,5 10,1 3,7 4,6 5,5Melfi 6,2 1,5 5,3 0,9 1,8 2,1Moliterno 7,9 0,8 7,1 4,0 4,8 8,7Muro Lucano 6,8 0,0 6,8 1,4 1,4 6,8Pescopagano 9,3 0,0 4,7 9,3 4,7 14,0Potenza 9,1 0,5 6,4 2,1 2,1 3,9Rionero in Vulture 7,9 0,0 5,7 1,1 2,2 4,7Rotonda 6,8 0,0 10,8 4,1 2,7 6,8Sant'Angelo Le Fratte 11,0 0,0 13,0 7,0 4,0 11,0Sant'Arcangelo 17,8 1,8 9,8 3,6 1,8 5,3Senise 12,6 0,0 16,3 1,5 1,5 7,4Venosa 10,0 3,6 7,8 0,0 5,7 2,8Matera 7,7 0,3 3,7 1,9 1,9 4,2Pisticci 9,8 0,4 4,7 1,9 3,6 1,9Policoro 8,3 0,5 4,4 1,3 0,5 2,9Rotondella 11,4 2,1 7,3 1,0 3,1 2,1Salandra 8,7 0,0 12,2 1,7 3,5 3,5San Giorgio Lucano 16,9 0,0 16,9 3,1 0,0 4,6Stigliano 11,1 0,0 4,0 1,6 1,6 7,2Tricarico 11,4 1,4 9,2 0,0 0,7 4,3Calitri 8,3 0,0 24,9 0,0 0,0 16,6Gravina in Puglia 15,7 0,0 8,7 0,0 1,7 1,7Spinazzola 9,9 0,0 11,0 4,6 2,3 8,7Mormanno 9,0 0,0 24,0 3,0 3,0 3,0Praia a Mare 11,6 5,2 3,9 2,6 0,0 5,2

Totale 9,2 0,7 7,2 2,2 2,5 4,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.14 - Imprese artigiane delle categorie manifatturiere più rilevantiSistemi Locali del Lavoro. 2002 - Numero di imprese per 10.000 abitanti

DA1581 DA1582 DD203 DJ2811 DJ2812 DJ287

— pp. 47 —

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Vulture 91 11 79 8 12Marmo - Melandro 47 0 45 19 19 2Val d'Agri 53 6 49 18 18 3Lagonegrese - Pollino 71 11 87 25 23 54Alto Basento 46 2 42 11 9 21Montagna Materana 41 0 24 5 6 15Materano 38 2 26 4 8 11Metapontino 69 6 36 13 16 23

4183

Totale 456 38 388 103 111 226

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.15 - Imprese artigiane delle categorie manifatturiere più rilevantiPIT. 2002 - Valori assoluti

DA1581 DA1582 DD203 DJ2811 DJ2812 DJ287

Vulture 13,6 1,6 11,8 1,2 1,8 6,1Marmo - Melandro 15,4 0,0 14,7 6,2 6,2 9,2Val d'Agri 15,9 1,8 14,7 5,4 5,4 9,9Lagonegrese - Pollino 13,5 2,1 16,6 4,8 4,4 10,3Alto Basento 19,2 0,8 17,6 4,6 3,8 8,8Montagna Materana 19,6 0,0 11,5 2,4 2,9 7,2Materano 19,0 1,0 13,0 2,0 4,0 5,5Metapontino 16,5 1,4 8,6 3,1 3,8 5,5

Totale 15,7 1,3 13,4 3,6 3,8 7,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.16 - Imprese artigiane delle categorie manifatturiere più rilevantiPIT. 2002 - Valori % su totale manifatturiero

DA1581 DA1582 DD203 DJ2811 DJ2812 DJ287

— pp. 48 —

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Vulture 8,6 1,0 7,4 0,8 1,1 3,9Marmo - Melandro 9,6 0,0 9,2 3,9 3,9 5,7Val d'Agri 11,0 1,2 10,2 3,7 3,7 6,9Lagonegrese - Pollino 9,4 1,5 11,5 3,3 3,0 7,2Alto Basento 10,5 0,5 9,6 2,5 2,1 4,8Montagna Materana 11,6 0,0 6,8 1,4 1,7 4,2Materano 12,1 0,6 8,3 1,3 2,6 3,5Metapontino 8,7 0,8 4,5 1,6 2,0 2,9

Totale 9,7 0,8 8,3 2,2 2,4 4,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 3.17 - Imprese artigiane delle categorie manifatturiere più rilevantiPIT. 2002 - Numero di imprese per 10.000 abitanti

DA1581 DA1582 DD203 DJ2811 DJ2812 DJ287

3.2.1 Le specializzazioni produttive

Un ultimo aspetto relativo all’incrocio settore-territorio riguarda il grado di specializzazione produttiva di ciascuna area, vale a dire il grado di concentrazione su un territorio di una determinata attività manifatturiera, misurata con i tradizionali Quozienti di Localizzazione (QL)5.

Il quoziente di Localizzazione raffronta il grado di specializzazione di un’area con quello medio della regione di riferimento: se assume un valore maggiore di 1, il peso relativo di un settore nell’area è superiore a quello medio regionale.

È opportuno ricordare che in questo caso non si misura la reale specializzazione produttiva di un’area, ma la sola specializzazione artigiana. Può quindi capitare, come effettivamente avviene, che Melfi presenti un grado di specializzazione nel settore della produzione degli autoveicoli inferiore a 1.

Trattandosi di quozienti è ovvio che laddove il numero di imprese manifatturiere è particolarmente contenuto, una sola impresa può produrre valori del quoziente di localizzazione molto elevati; la tabella 3.18 riporta i quozienti di localizzazione risultati superiori a 1, con la condizione che nell’area vi operino almeno tre imprese artigiane del settore considerato.

5Essendo: A: il numero di imprese artigiane; a: l’indice dell’area analizzata (SLL o PIT); R: l’indice dell’area di riferimento, in questo caso la regione Basilicata; i: l’indice settoriale, riferito all’i-esimo settore di attività; t: l’indice del totale delle attività produttive (somma dei settori di attività); Il quoziente di localizzazione è calcolato come: QLi = (Aai/Aat) : (ARi/ARt).

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Alcune aree geografiche segnalano pochi valori significativamente maggiori di 1: è il caso dei SLL di Acerenza, Lauria, Marsicovetere, Moliterno, Senise, Rotondella, Stigliano e Salandra, dei distretti di Sant’Angelo Le Fratte e di Rionero in Vulture, che presentano valori superiori a 1 al massimo in quattro o cinque settori di attività; nessuno di questi valori risulta però essere il più significativo nel medesimo settore (esistono cioè sempre altre aree più specializzate in quella produzione).

Alcune aree presentano risultano fortemente specializzate in un nucleo di attività: è il caso del distretto di Matera, che registra le specializzazioni più elevate nelle filiere carta-editoria, chimica-plastica-gomma e nel mobilio, di Melfi nell’abbigliamento e di Sant’Arcangelo nella fabbricazione di macchine per ufficio, elaboratori e sistemi informatici, specializzazioni che trovano riscontro nei dati sul numero di imprese per 10.000 abitanti.

Muro Lucano e Pescopagano sono i soli SLL con un’unica specializzazione produttiva, rispettivamente l’abbigliamento e la lavorazione dei prodotti in metallo.

A maggiore diversificazione e ricchezza di mix produttivo possono essere considerate le altre aree geografiche, in particolare Potenza, Venosa, Pisticci e Tricarico, oltre che, naturalmente il distretto di Matera.

I PIT, facendo riferimento ad aree geograficamente molto più ampie, presentano generalmente una pluralità di specializzazioni, con l’unica eccezione dell’Alto Basento, che presenta solo quattro settori di specializzazione: alimentare, legno, chimico-plastico e la lavorazione dei prodotti in metallo. Di particolare rilievo risultano il tessile nel Materano, e la produzione di metalli e loro leghe nella Val d’Agri.

3.3 In breve

Il 60% delle 3.601 imprese artigiane del manifatturiero si concentra in 3 settori: l’alimentare, la lavorazione del legno, la lavorazione dei metalli.

Un’analisi settoriale più approfondita ha messo in rilievo una posizione di potenziale debolezza di lungo periodo per più di un terzo delle imprese manifatturiere lucane: la debolezza deriva loro dal fatto di operare in un mercato strettamente locale, con poche possibilità di crescita e sviluppo o addirittura in stato di forte dipendenza dall’andamento di un altro settore, quale quello delle Costruzioni, che sta attraversando un processo di ristrutturazione e ridimensionamento.

Al contrario esistono potenzialità di sviluppo nel lungo periodo dalle altre imprese artigiane manifatturiere, quali quelle operanti in attività facilmente inseribili nell’ambito di circuiti fornitura e subfornitura nazionali o di produzione ed esportazione di prodotti tipici.

A livello territoriale le potenzialità dell’artigianato in ogni area geografica dipendono dal grado di specializzazione in attività

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potenzialmente deboli o meno: possono essere considerate aree maggiormente a rischio i distretti di Pescopagano e di Sant'Angelo Le Fratte, i SLL di Moliterno, Acerenza, Rotondella, San Giorgio Lucano, Sant'Arcangelo, Salandra, Bella, Rotonda, Francavilla in Sinni e Senise, il PIT dell’Alto Basento e i comuni di Calitri, Mormanno e Spinazzola.

Al contrario, aree in cui la diversa specializzazione produttiva può favorire l’artigianato nel lungo periodo sono il SLL di Muro Lucano, Marsicovetere, Stigliano, i sistemi produttivi di Melfi, e Pisticci, il distretto di Matera ed infine i PIT di Vulture, Montagne Materane e Metapontino.

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Acerenza 1,26 1,47 1,45 1,23Bella 1,20 1,22 1,24 2,65Francavilla in Sinni 1,14 1,73 1,60 1,41 1,88Latronico 1,87 1,33 2,29 1,78Lauria 2,00 1,48 1,27Marsicovetere 1,38 1,09 1,34 1,59Melfi 1,38 2,70 1,05 1,79 1,44Moliterno 1,30 1,69Muro Lucano 1,39Pescopagano 2,46Potenza 1,02 1,23 1,00 1,34 1,18 2,06 1,08Rionero in Vulture 1,07 1,50 1,11Rotonda 1,70 1,42 2,46Sant'Angelo Le Fratte 1,05 1,49 1,65 2,07Sant'Arcangelo 1,51 1,19 1,23 2,75Senise 1,24 1,80 1,13Venosa 1,16 1,23 1,02 1,73 1,06 1,00 1,02 1,12Matera 1,67 2,34 1,36 1,32 1,55 2,67Pisticci 1,27 2,42 1,03 1,64 1,56 1,34Policoro 1,05 1,00 1,11 1,15 1,15Rotondella 1,06 1,22 1,03Salandra 1,03 1,64 1,05San Giorgio Lucano 1,55 2,06 2,40 2,23Stigliano 1,21 1,51 1,08Tricarico 1,60 1,27 1,16 1,42 1,95CalitriGravina in Puglia 1,53 1,28 1,12 3,41Spinazzola 1,76 1,46 1,54 1,36 2,01Mormanno 1,21 1,59Praia a Mare 1,51 14,10 1,29 1,54

Totale 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

DM34, DM35

DN36 DN37DJ28 DK29DL30, DL31

DL32, DL33

Tab. 3.18 - Imprese artigiane manifatturiere per classi e Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Quozienti di localizzazione (solo QL>1 e n° imprese artgiane>3)

DA15 DB17 DB18 DC19 DD20DE21, DE22

DG24, DH25

DI26 DJ27

— pp. 52 —

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Vulture 1,08 1,66 1,02 1,37 1,71 1,25 1,03Marmo - Melandro 1,98 1,09 1,10 1,27 1,38Val d'Agri 1,42 1,21 2,04 1,33 1,10 1,13Lagonegrese - Pollino 1,01 1,44 1,59 1,42 1,03 1,37 1,22Alto Basento 1,27 1,38 1,29 1,15Montagna Materana 1,43 1,15Materano 1,25 3,28 1,18 1,03 1,00 1,14 1,02 1,03Metapontino 1,05 1,05 1,20 1,58 1,01 1,31

Totale 1,06 1,06 1,11 1,09 1,05

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

DM34, DM35

DN36 DN37DJ28 DK29DL30, DL31

DL32, DL33

Tab. 3.19 - Imprese artigiane manifatturiere per classi e PIT. 2002 - Quozienti di localizzazione (solo QL>1 e n° imprese artgiane>3)

DA15 DB17 DB18 DC19 DD20DE21, DE22

DG24, DH25

DI26 DJ27

— pp. 53 —

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CAPITOLO 4 L’artigianato tradizionale

Un’accurata analisi delle descrizioni delle attività artigiane – così come dichiarate all’atto dell’iscrizione e risultanti dagli albi artigiani presso le Camere di Commercio, ha permesso di identificare, all’interno del più vasto settore manifatturiero, 1.754 imprese del comparto “artigianato tradizionale”.

Questo comparto conta al suo interno diverse componenti: una più tradizionale, collocata – dal punto di vista economico – a metà strada tra l’artigianato e il commercio (il gelataio, il panettiere, l’idraulico), nella quale convivono casi di elevata capacità imprenditoriale – documentata nella scelta della specializzazione, nella localizzazione, nella capacità di valorizzare i propri punti di forza e di differenziarsi dal concorrente – ed attività più marginali, che nascondono fenomeni di sottoccupazione, che sopravvivono grazie ad una ancora scarsa concorrenza sul mercato e che ricorrono ad una continua limatura dei propri margini; una seconda componente, che definiremmo a più alto potenziale di sviluppo, legata all’artigianato artistico (l’orefice, il vetraio artistico), per il momento – salvo eccezioni – ancora legata al mercato locale e al turismo, ma che in futuro potrebbe espandersi in nuovi mercati; ed una terza componente, nella quale si situano una serie di lavorazioni tradizionali, a volte rivolte direttamente al consumatore, a volte ad imprese di produzione o edili (il falegname, il fabbro, il carpentiere).

L’artigianato tradizionale non può dunque essere confuso con le attività produttive marginali; è possibile che al suo interno operino imprese marginali, destinate a cessare l’attività, ma ve ne sono anche di competitive e ben affrancate sui mercati.

Non si tratta neanche, peraltro, di distinguere tra un artigianato “tradizionale” – produttivo ed efficiente – e un artigianato “residuale”, più somigliante alle piccole attività industriali, dove la produzione in serie (sia pure per piccoli lotti) è frequente, e dove l’artigiano è più coinvolto dall’attività imprenditoriale e gestionale che non in quella produttiva.

Occorre piuttosto cogliere le specificità di questo sottoinsieme importante del mondo artigiano (tradizionale) per potenziarne gli aspetti di pregio in essi contenuti.

La “prossimità” al consumatore finale, ad esempio, non è un elemento di poco conto: quando è necessaria, essa può costituire un freno alla crescita e allo sviluppo dell’azienda; richiede, come per il commerciante, la capacità del sistema locale di attrarre “movimento” intorno alla sede

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dell’attività dell’artigiano oppure implica la capacità commerciale di interagire con clienti fisicamente lontani, cosa che non sempre le caratteristiche del prodotto e della domanda permettono. Ecco allora che le politiche di promozione del territorio devono essere dinamicamente accoppiate a quelle di supporto dell’artigianato tradizionale.

Se, differentemente, la prossimità risulta meno rilevante si può ricorrere a strategie distributive differenti, vendere tramite grossisti ed agenti e gli spazi di crescita possono sono in questo caso risultare superiori.

Alla separazione logica tra i due mondi artigiani (tradizionale e non tradizionale) corrispondono dunque alcune differenze sostanziali e diventa importante analizzare quale sia, a livello territoriale, il peso relativo dei due comparti.

n° imprese imprese artigianeartigiane per 1.000 abitanti

Alimentare 806 46,0 13,5Tessile, abbigliamento, cuoio e pelli 218 12,4 3,7Carta, editoria e fotografia 136 7,8 2,3Ceramica, vetro, marmo e pietre 102 5,8 1,7Ferro e affini 288 16,4 4,8Legno e mobili 142 8,1 2,4Oreficeria e affini 62 3,5 1,0

Totale 1.754 100,0 29,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 4.1 - Imprese artigiane tradizionali per settore di attività. 2002

Basilicata

%

Ricostruito secondo il percorso metodologico presentato, l’artigianato tradizionale costituisce dunque una componente molto significativa dell’artigianato manifatturiero (poco meno del 49%) e dell’artigianato lucano più in generale (14,3%).

La specializzazione più rilevante è sicuramente quella alimentare (806 imprese) nell’ambito della quale operano il 46% delle imprese “tradizionali”; le caratteristiche del prodotto, della domanda e del mercato potenziale fanno sì che esse siano anche le più diffuse sul territorio.

Gli altri due comparti numericamente significativi sono il tessile, abbigliamento e cuoio (218 imprese) e la lavorazione del ferro (288).

4.1 La distribuzione territoriale dell’artigianato tradizionale

La diffusione sul territorio dell’artigianato tradizionale e la sua importanza relativa rispetto al più vasto comparto manifatturiero possono

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modificarsi notevolmente a seconda delle aree considerate; coniderando solamente i SLL, la densità delle imprese, per esempio, può variare dalle 13,6 imprese ogni 10.000 abitanti di Rotonda alle 45,8 di Latronico. Allo stesso modo, la percentuale delle imprese tradizionali sul totale manifatturiero va da un minimo del 24,4% di Rotonda al 58,5% di Tricarico.

Incrociando questi due indicatori (peso dell’artigianato tradizionale sul settore manifatturiero e sua diffusione sul territorio) la geografia artigiana lucana appare caratterizzata da quattro tipologie. Le aree “tradizionali”: sono quelle aree con una presenza numerosa di

imprese artigiane tradizionali (misurata in termini di imprese per 10.000 abitanti) ed un elevato peso dell’artigianato tradizionale sul totale manifatturiero; fanno parte di questo gruppo i SLL di Venosa, Sant'Arcangelo, Lauria, San Giorgio Lucano, Latronico, Tricarico i distretti industriali di Pescopagano, Matera, i comuni di Praia a Mare e Calitri, ed il PIT di Montagna Materana.

Le aree “a vocazione industriale”, nelle quali al contrario, le imprese artigiane tradizionali sono poche e contano poco sul comparto manifatturiero: le aree interessate sono i SLL di Rotonda, Acerenza, Moliterno, Muro Lucano, i sistemi produttivi locali di Bella, Melfi e Pisticci, il comune di Spinazzola ed i PIT di Vulture e Marmo Melandro.

Le aree “non manifatturiere”, in cui ci operano poche imprese tradizionali, ma queste ultime costituiscono una quota rilevante dell’artigianato manifatturiero: sono i SLL di Policoro, Salandra, Stigliano, Potenza, Rotondella, il distretto di Rionero in Vulture, i PIT dell’Alto Basento e del Metapontino.

Le aree “fortemente manifatturiere“, nelle quali la densità delle imprese tradizionali è elevata, ma la quota sul manifatturiero è comunque inferiore alla media regionale. Fanno parte di questo gruppo i territori di Francavilla in Sinni, Marsicovetere, Senise, il distretto di Sant’Angelo Le Fratte, i comuni di Mormanno e Gravina in Puglia ed i PIT del Materano, Val d’Agri e Lagonegrese-Pollino.

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Acerenza 16 0,9 37,2 23,2Bella 28 1,6 35,9 21,1Francavilla in Sinni 25 1,4 40,3 41,0Latronico 31 1,8 53,4 45,8Lauria 80 4,6 51,3 30,6Marsicovetere 74 4,2 44,8 34,0Melfi 86 4,9 39,4 25,4Moliterno 27 1,5 40,9 21,4Muro Lucano 18 1,0 45,0 24,5Pescopagano 8 0,5 57,1 37,3Potenza 387 22,1 51,3 28,0Rionero in Vulture 78 4,4 52,3 28,0Rotonda 10 0,6 24,4 13,6Sant'Angelo Le Fratte 34 1,9 47,9 34,0Sant'Arcangelo 39 2,2 50,6 34,6Senise 46 2,6 44,2 34,2Venosa 51 2,9 50,5 36,3Matera 239 13,6 57,6 35,6Pisticci 127 7,2 44,6 27,0Policoro 96 5,5 49,7 25,0Rotondella 25 1,4 56,8 25,9Salandra 15 0,9 50,0 26,2San Giorgio Lucano 24 1,4 52,2 36,9Stigliano 32 1,8 50,0 25,5Tricarico 48 2,7 58,5 34,1Calitri 5 0,3 55,6 41,6Gravina in Puglia 17 1,0 42,5 29,7Spinazzola 49 2,8 40,2 28,4Mormanno 13 0,7 27,7 39,0Praia a Mare 26 1,5 96,3 33,6

Totale 1.754 100,0 48,7 29,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 4.2 - Imprese artigiane tradizionali per Sistemi Locali del Lavoro. 2002

Basilicata

%% su imprese

artigiane manifatturiere

imprese artigiane* 10.000 abitanti

n° imprese artigiane

tradizionali

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Vulture 302 45,2 28,4Marmo - Melandro 132 43,1 27,0Val d'Agri 153 45,8 31,8Lagonegrese - Pollino 247 47,1 32,7Alto Basento 123 51,5 28,0Montagna Materana 109 52,2 30,8Materano 92 46,0 29,4Metapontino 204 48,7 25,7

Totale 1.362 47,0 29,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 4.3 - Imprese artigiane tradizionali per PIT. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

tradizionali

% su imprese artigiane

manifatturiere

imprese artigiane* 10.000 abitanti

4.2 Le specificità territoriali

La distribuzione settoriale dell’artigianato tradizionale presentata per la regione Basilicata nel suo insieme si riproduce in modo simile in tutte le aree.

L’analisi territoriale porta comunque ad evidenziare alcune specificità, più facilmente rilevabili utilizzando congiuntamente i due indicatori relativi alla percentuale di ciascun settore sul totale dell’artigianato tradizionale e al numero di imprese per 10.000 abitanti.

L’alimentare è sicuramente il settore tradizionale più importante in tutte le aree geografiche, ma nei SLL di Sant'Arcangelo, San Giorgio Lucano, Tricarico, nei PIT di Montagna Materana e Val d’Agri, nonché nei comuni di Gravina in Puglia (un caso di “sconfinamento” geografico dei fenomeni economici) e Praia a Mare, i due indicatori assumono i valori più elevati.

Al contrario il ruolo dell’alimentare si ridimensiona notevolmente nei distretti di Rionero in Vulture, Pescopagano e Matera, nel sistema produttivo locale di Bella, nei SLL di Latronico, Lauria, Moliterno, Salandra, Rotonda e nel comune di Calitri, pur restando il settore con il più elevato numero di imprese per 10.000 abitanti anche in queste aree.

L’altro settore tradizionale forte in Basilicata è quello della lavorazione del ferro, che conferma la sua importanza in quasi tutti i territori; sono particolarmente interessati dalla presenza di imprese artigiane di questo settore il SLL di Latronico, i distretti di Pescopagano e Sant'Angelo Le Fratte, i PIT di Val d’Agri e Lagonegrese-Pollino, i comuni di Mormanno e Calitri; viceversa, le imprese di questo settore sono meno presenti nei SLL

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di Rotonda e Policoro, nei sistemi produttivi locali di Pisticci e Melfi, nei comuni di Gravina in Puglia e Praia a Mare.

Il settore tessile tradizionale si è sviluppato per lo più nei SLL di Latronico, Francavilla in Sinni, Marsicovetere e San Giorgio Lucano, nei PIT di Val d’Agri e Lagonegrese-Pollino e nei comuni di Praia a Mare, Mormanno e Spinazzola, così come la carta-editoria assume maggiore rilievo nei distretti di Matera e Pescopagano, nel SLL di Rotondella, nei PIT Metapontino e Lagonegrese-Pollino e nel comune di Mormanno.

Le imprese artigiane che lavorano nei settori della ceramica, vetro, marmo e pietre si sono diffuse soprattutto nei SLL di Salandra, Venosa e Latronico, nel distretto di Sant'Angelo Le Fratte, nei PIT di Marmo Melandro e del Metapontino e nel comune di Calitri.

La lavorazione del legno risulta molto diffusa, oltre, naturalmente che nel PIT del Materano e nel distretto di Matera, nel distretto di Pescopagano e nei SLL di Salandra e Tricarico, mentre se ne osserva la totale assenza nei SLL di Moliterno, Muro Lucano, Stigliano e Rotondella e nei comuni di Praia a Mare, Calitri e Mormanno

Le imprese artigiane che operano nell’ambito dell’oreficeria (peraltro numericamente più esigue), infine, si concentrano soprattutto nei grandi centri – Matera e Potenza –, nei comuni di Mormanno e Gravina in Puglia, e nei SLL di San Giorgio Lucano, Senise e Latronico.

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Acerenza 9 0 1 1 4 1 0 16Bella 15 0 2 2 7 2 0 28Francavilla in Sinni 9 5 1 2 6 2 0 25Latronico 8 6 1 3 10 2 1 31Lauria 29 12 10 3 20 3 3 80Marsicovetere 33 14 5 2 16 3 1 74Melfi 41 12 8 5 6 13 1 86Moliterno 12 1 1 0 12 0 1 27Muro Lucano 9 2 1 0 6 0 0 18Pescopagano 2 1 1 0 3 1 0 8Potenza 176 52 32 21 55 27 24 387Rionero in Vulture 33 12 5 2 16 6 4 78Rotonda 4 0 1 1 2 1 1 10Sant'Angelo Le Fratte 16 1 0 4 12 1 0 34Sant'Arcangelo 25 4 1 1 5 3 0 39Senise 23 5 4 0 10 2 2 46Venosa 25 6 2 7 5 4 2 51Matera 78 27 27 23 31 42 11 239Pisticci 69 15 15 4 11 10 3 127Policoro 51 12 7 11 9 5 1 96Rotondella 15 3 4 0 3 0 0 25Salandra 5 2 0 3 2 3 0 15San Giorgio Lucano 14 4 1 0 3 1 1 24Stigliano 18 2 0 2 9 0 1 32Tricarico 29 2 1 1 7 6 2 48Calitri 1 0 0 1 3 0 0 5Gravina in Puglia 12 1 1 0 1 1 1 17Spinazzola 25 9 2 1 9 3 0 49Mormanno 4 2 2 0 4 0 1 13Praia a Mare 16 6 0 2 1 0 1 26

Totale 806 218 136 102 288 142 62 1754

Totale

Tab. 4.4 - Imprese artigiane manifatturiere tradizionali per Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori assoluti

AlimentareTessile, cuoio e

pelli, abbigliamento,Carta, editoria e

fotografiaCeramica, vetro, marmo e pietre

Ferro e affiniLegno e mobili

Oreficeria e affini

— pp. 60 —

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Page 61: Artigianato/artigianati in regione Basilicata · 2010. 12. 2. · L’artigianato edile 5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile 5.2 In breve CAPITOLO 6 L’artigianato

Ace 0Bel 0Francavi 0Latr 0Lau 0Ma 0Me 0Mo 0Mu 0Pe

renza 56,3 0,0 6,3 6,3 25,0 6,3 0,0 100,la 53,6 0,0 7,1 7,1 25,0 7,1 0,0 100,

lla in Sinni 36,0 20,0 4,0 8,0 24,0 8,0 0,0 100,onico 25,8 19,4 3,2 9,7 32,3 6,5 3,2 100,ria 36,3 15,0 12,5 3,8 25,0 3,8 3,8 100,rsicovetere 44,6 18,9 6,8 2,7 21,6 4,1 1,4 100,lfi 47,7 14,0 9,3 5,8 7,0 15,1 1,2 100,literno 44,4 3,7 3,7 0,0 44,4 0,0 3,7 100,ro Lucano 50,0 11,1 5,6 0,0 33,3 0,0 0,0 100,scopagano 25,0 12,5 12,5 0,0 37,5 12,5 0,0 100,enza 45,5 13,4 8,3 5,4 14,2 7,0 6,2 100,ero in Vulture 42,3 15,4 6,4 2,6 20,5 7,7 5,1 100,

onda 40,0 0,0 10,0 10,0 20,0 10,0 10,0 100,t'An

0Pot 0Rion 0Rot 0San gelo Le Fratte 47,1 2,9 0,0 11,8 35,3 2,9 0,0 100,

t'Arcan0

San gelo 64,1 10,3 2,6 2,6 12,8 7,7 0,0 100,ise 50,0 10,9 8,7 0,0 21,7 4,3 4,3 100,

0Sen 0Venos 0Ma 0Pist 0Pol 0Rot 0Sal 0San

a 49,0 11,8 3,9 13,7 9,8 7,8 3,9 100,tera 32,6 11,3 11,3 9,6 13,0 17,6 4,6 100,icci 54,3 11,8 11,8 3,1 8,7 7,9 2,4 100,icoro 53,1 12,5 7,3 11,5 9,4 5,2 1,0 100,ondella 60,0 12,0 16,0 0,0 12,0 0,0 0,0 100,andra 33,3 13,3 0,0 20,0 13,3 20,0 0,0 100, Giorgio Lucano 58,3 16,7 4,2 0,0 12,5 4,2 4,2 100,0

Stigliano 56,3 6,3 0,0 6,3 28,1 0,0 3,1 100,arico 60,4 4,2 2,1 2,1 14,6 12,5 4,2 100,

litri 20,0 0,0 0,0 20,0 60,0 0,0 0,0 100,avina in Pu

0Tric 0Ca 0Gr glia 70,6 5,9 5,9 0,0 5,9 5,9 5,9 100,

inazzol0

Sp a 51,0 18,4 4,1 2,0 18,4 6,1 0,0 100,rmann

0Mo o 30,8 15,4 15,4 0,0 30,8 0,0 7,7 100,

a a Mar0

Prai e 61,5 23,1 0,0 7,7 3,8 0,0 3,8 100,0

Totale 46,0 12,4 7,8 5,8 16,4 8,1 3,5 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 4.5 - Imprese artigiane manifatturiere tradizionali per Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Distribuzione %

AlimentareTessile, cuoio e pelli,

abbigliamento,Carta, editoria

e fotografiaCeramica, vetro, marmo e pietre

Ferro e affini Legno e mobiliOreficeria e

affiniTotale

— pp. 61 —

Page 62: Artigianato/artigianati in regione Basilicata · 2010. 12. 2. · L’artigianato edile 5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile 5.2 In breve CAPITOLO 6 L’artigianato

Acerenza 13,0 0,0 1,4 1,4 5,8 1,4 0,0 23,2Bella 11,3 0,0 1,5 1,5 5,3 1,5 0,0 21,1Francavilla in Sinni 14,7 8,2 1,6 3,3 9,8 3,3 0,0 41,0Latronico 11,8 8,9 1,5 4,4 14,8 3,0 1,5 45,8Lauria 11,1 4,6 3,8 1,1 7,6 1,1 1,1 30,6Marsicovetere 15,2 6,4 2,3 0,9 7,3 1,4 0,5 34,0Melfi 12,1 3,5 2,4 1,5 1,8 3,8 0,3 25,4Moliterno 9,5 0,8 0,8 0,0 9,5 0,0 0,8 21,4Muro Lucano 12,3 2,7 1,4 0,0 8,2 0,0 0,0 24,5Pescopagano 9,3 4,7 4,7 0,0 14,0 4,7 0,0 37,3Potenza 12,7 3,8 2,3 1,5 4,0 2,0 1,7 28,0Rionero in Vulture 11,8 4,3 1,8 0,7 5,7 2,2 1,4 28,0Rotonda 5,4 0,0 1,4 1,4 2,7 1,4 1,4 13,6Sant'Angelo Le Fratte 16,0 1,0 0,0 4,0 12,0 1,0 0,0 34,0Sant'Arcangelo 22,2 3,6 0,9 0,9 4,4 2,7 0,0 34,6Senise 17,1 3,7 3,0 0,0 7,4 1,5 1,5 34,2Venosa 17,8 4,3 1,4 5,0 3,6 2,8 1,4 36,3Matera 11,6 4,0 4,0 3,4 4,6 6,3 1,6 35,6Pisticci 14,7 3,2 3,2 0,9 2,3 2,1 0,6 27,0Policoro 13,3 3,1 1,8 2,9 2,3 1,3 0,3 25,0Rotondella 15,5 3,1 4,1 0,0 3,1 0,0 0,0 25,9Salandra 8,7 3,5 0,0 5,2 3,5 5,2 0,0 26,2San Giorgio Lucano 21,5 6,1 1,5 0,0 4,6 1,5 1,5 36,9Stigliano 14,3 1,6 0,0 1,6 7,2 0,0 0,8 25,5Tricarico 20,6 1,4 0,7 0,7 5,0 4,3 1,4 34,1Calitri 8,3 0,0 0,0 8,3 24,9 0,0 0,0 41,6Gravina in Puglia 21,0 1,7 1,7 0,0 1,7 1,7 1,7 29,7Spinazzola 14,5 5,2 1,2 0,6 5,2 1,7 0,0 28,4Mormanno 12,0 6,0 6,0 0,0 12,0 0,0 3,0 39,0Praia a Mare 20,7 7,8 0,0 2,6 1,3 0,0 1,3 33,6

Totale 420,1 107,2 56,4 53,8 201,8 57,9 23,9 921,2

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 4.6 - Imprese artigiane manifatturiere tradizionali per Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - N. di imprese per 10.000 abitanti

AlimentareTessile, cuoio e pelli,

abbigliamentoCarta, editoria e fotografia

Ceramica, vetro, marmo e pietre

Ferro e affini Legno e mobiliOreficeria e

affiniTotale

— pp. 62 —

Page 63: Artigianato/artigianati in regione Basilicata · 2010. 12. 2. · L’artigianato edile 5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile 5.2 In breve CAPITOLO 6 L’artigianato

Vulture 145 40 17 18 46 28 8 302Marmo - Melandro 69 9 6 9 32 6 1 132Val d'Agri 76 20 7 3 37 7 3 153Lagonegrese - Pollino 105 37 20 11 53 11 10 247Alto Basento 66 15 6 5 24 4 3 123Montagna Materana 63 11 5 4 15 8 3 109Materano 50 8 5 4 13 10 2 92Metapontino 105 26 22 14 24 11 2 204

Totale 679 166 88 68 244 85 32 1362

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 4.7 - Imprese artigiane manifatturiere tradizionali per PIT. 2002 - Valori assoluti

AlimentareTessile, cuoio e pelli,

abbigliamentoCarta, editoria e

fotografiaCeramica, vetro, marmo e pietre

Ferro e affini Legno e mobiliOreficeria e

affiniTotale

— pp. 63 —

Page 64: Artigianato/artigianati in regione Basilicata · 2010. 12. 2. · L’artigianato edile 5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile 5.2 In breve CAPITOLO 6 L’artigianato

Vulture 13,6 3,8 1,6 1,7 4,3 2,6 0,8 28,4Marmo - Melandro 14,1 1,8 1,2 1,8 6,5 1,2 0,2 27,0Val d'Agri 15,8 4,2 1,5 0,6 7,7 1,5 0,6 31,8Lagonegrese - Pollino 13,9 4,9 2,7 1,5 7,0 1,5 1,3 32,7Alto Basento 15,0 3,4 1,4 1,1 5,5 0,9 0,7 28,0Montagna Materana 17,8 3,1 1,4 1,1 4,2 2,3 0,8 30,8Materano 16,0 2,6 1,6 1,3 4,2 3,2 0,6 29,4Metapontino 13,2 3,3 2,8 1,8 3,0 1,4 0,3 25,7

Totale 14,5 3,5 1,9 1,5 5,2 1,8 0,7 29,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 4.8 - Imprese artigiane manifatturiere tradizionali per PIT. 2002 - N. di imprese per 10.000 abitanti

AlimentareTessile, cuoio e pelli,

abbigliamentoCarta, editoria e

fotografiaCeramica, vetro, marmo e pietre

Ferro e affini Legno e mobiliOreficeria e

affiniTotale

— pp. 64 —

Page 65: Artigianato/artigianati in regione Basilicata · 2010. 12. 2. · L’artigianato edile 5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile 5.2 In breve CAPITOLO 6 L’artigianato

4.3 In breve

All’interno del settore manifatturiero sono state identificate 1.754 imprese artigiane “tradizionali”, pari al 14% dell’artigianato lucano complessivo e al 49% dell’artigianato manifatturiero.

L’impresa artigiana tradizionale non va confusa con l’impresa “marginale”; il concetto di “tradizionale” viene qui usato per fare riferimento ad un’impresa artigiana all’interno della quale è maggiore l’impegno diretto dell’imprenditore nella produzione, che avviene normalmente attraverso processi produttivi non di serie, e dove assume spesso significato la “prossimità” e il rapporto diretto col cliente finale. Un sottoinsieme importante dell’artigianato tradizionale è rappresentato dall’artigianato artistico.

All’artigianato tradizionale si contrappone un artigianato produttivo, che raramente dialoga direttamente con il consumatore finale interagendo invece prevalentemente con il mondo della produzione. All’interno di entrambi i mondi artigiani convivono, accanto a imprese vitali e produttive, unità marginali e fenomeni di sottoccupazione.

È possibile classificare le diverse aree geografiche del territorio regionale a seconda della maggiore presenza di una forma di artigianato (quello tradizionale) o dell’altro (quello produttivo) e della diffusione delle imprese tradizionali.

Analogamente è possibile identificare alcune specificità territoriali nella distribuzione geografica delle imprese artigiane tradizionali.

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CAPITOLO 5 L’artigianato edile

Le imprese artigiane che in Basilicata operano nel settore delle “Costruzioni” sono ben 3.596, poco meno di un terzo delle imprese artigiane totali (32,1%).

La componente artigiana costituisce una parte importante del settore in Basilicata (due imprese edili su tre sono artigiane), sebbene il peso complessivo dell’artigianato sul settore sia inferiore a quello osservabile sul dato medio italiano.

Graf. 5.1 - Il peso dell'artigianato nell'edilizia, 2002

% su totale delle imprese edili

73,8

56,5

65,2

26,2

43,5

34,8

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Italia

Mezzogiorno

Basilicata

Imprese artigiane

Altre imprese

Questo dato riflette il processo di ristrutturazione che l’edilizia lucana ha subito alla fine degli anni 90. Caratterizzato da una struttura produttiva fortemente basata sulla piccola impresa e sull’impresa artigiana – favorita in passato dal positivo andamento della domanda interna – il settore delle costruzioni lucano ha dovuto affrontare nella seconda metà degli anni 90 una profonda crisi in seguito al crollo della stessa domanda interna. La crisi è stata pagata principalmente dalle piccole e medie imprese: le sole imprese con meno di 5 dipendenti si sono infatti ridotte tra il 1995 ed il 1998 del 5,9%.

Il processo di selezione delle imprese si è accompagnato a quello di rafforzamento e consolidamento delle sopravvissute, che si sono orientate anche verso nuovi mercati, geograficamente più lontani e con maggiori esigenze: le imprese con forma giuridica societaria sono infatti aumentate

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tra il 1995 ed il 2000 del 10,6% rispetto ad un aumento medio nazionale del 3,9%, così come sono cresciute le imprese di maggiore dimensione.

Una conseguenza di questi processi di ristrutturazione del comparto è stata la diminuzione anche statistica riscontrabile nei dati presentati.

Dal punto di vista territoriale la crisi ha colpito soprattutto la provincia di Matera: è infatti in questa provincia che sono visti emersi i maggiori effetti in termini di mutamento della struttura produttiva del settore.

La reazione alla crisi del mercato di questa provincia, che ha visto la realizzazione di ingenti investimenti in opere pubbliche, in particolare nell’ambito dell’edilizia sociale e pubblica, ha accentuato la necessità di una maggiore crescita e strutturazione delle imprese dell’area, riducendo ulteriormente gli spazi per le piccole unità produttive e per le imprese artigiane.

Le caratteristiche della struttura produttiva dell’artigianato lucano dal punto di vista settoriale e territoriale riflettono i mutamenti avvenuti in seno alla domanda che si è espressa sul mercato nell’ultimo decennio.

Secondo la classificazione ATECO91, il ramo di attività delle Costruzioni può essere disaggregato in cinque settori.

Il 70,5% delle imprese artigiane edili si concentra nei settori dei Lavori di costruzione (completa o parziale) di edifici (1.764 imprese) e dei Lavori di completamento degli edifici (1.025 imprese). L’elevata presenza di imprese di questi due settori rispetto alla popolazione ne conferma la rilevanza.

Un altro congruo numero di imprese (859 imprese, pari al 21,6% delle imprese artigiane edili) opera nel settore dell’Installazione di servizi in un fabbricato. Questo settore merita un’attenzione particolare, dal momento che viene normalmente considerato come quello a maggiore potenzialità di sviluppo: in un mercato ormai prossimo ai livelli di saturazione, l’installazione di servizi moderni (si pensi al cablaggio, impianti satellitari ecc.) offre ancora notevoli spazi di crescita.

Un maggiore livello di dettaglio permette di osservare che delle 1.764 imprese artigiane del primo settore, la gran parte (il 93,7%) si concentra nella classe Lavori generali di costruzioni, mentre è scarso il numero di imprese artigiane che opera nelle altre classi. Le possibili ragioni risiedono in parte nell’andamento della domanda a livello locale – fatta 100 la spesa in opere pubbliche per trasporti e comunicazioni nel 1991, nel 1998 il valore era pari a 36 – e in parte nelle maggiori possibilità che le imprese artigiane hanno di accedere al mercato dell’edilizia abitativa piuttosto che a quello delle opere pubbliche, mercato per lo più riservato ad imprese più strutturate.

Per lo stesso motivo la seconda attività su cui si concentrano le imprese artigiane edili è quella dei Lavori di completamento degli edifici; al suo interno operano imprese con un maggiore livello di specializzazione in fasi specifiche del processo produttivo, per esempio quelle che operano

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nelle classi di attività Tinteggiatura e posa in opera di vetrate” (312 imprese), Rivestimento di pavimenti e muri (108 imprese) e Altri lavori di completamento, in cui sono impegnate 505 imprese.

L’artigianato edile lucano è quindi fortemente indirizzato al mercato dell’edilizia abitativa piuttosto che a quello delle opere pubbliche.

F451 Preparazione del cantiere edile 268 6,8 4,5F452 Costruzione completa o parziale di edifici 1.764 44,6 29,6F453 Installazione di servizi in un fabbricato 856 21,6 14,4F454 Lavori di completamento degli edifici 1.025 25,9 17,2F455 Noleggio attrezzature per costruzione 5 0,1 0,1

Non classificate 38 1,0 0,6

F45 Totale edilizia 3.956 100,0 66,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.1 - Imprese artigiane dell'edilizia. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

%n° imprese *

10.000 abitanti

F452 Costruzione completa o parziale di edifici 1.764 100,0 29,6F4521 Lavori generali di costruzione 1.653 93,7 27,7F4522 Posa in opera di coperture e tetti 24 1,4 0,4F4523 Costruzione di autostrade e strade 22 1,2 0,4F4524 Costruzione di opere idrauliche 7 0,4 0,1F4525 Altri lavori di costruzione 51 2,9 0,9

- Altre non classificate 7 0,4 0,1F454 Lavori di completamento degli edifici 1.025 100,0 17,2F4541 Intonacatura 41 4,0 0,7F4542 Posa in opera di infissi 34 3,3 0,6F4543 Rivestimento di pavimenti e muri 108 10,5 1,8F4544 Tinteggiatura e posa in opera di vetrate 312 30,4 5,2F4545 Altri lavori di completamento 505 49,3 8,5

- Altre non classificate 25 2,4 0,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.2 - Imprese artigiane nei settori edili più importanti. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

%n° imprese *

10.000 abitanti

Questa connotazione spiega, come si vedrà più avanti, la maggiore presenza di imprese artigiane edili nella provincia di Potenza, dove questi mercati sono stati più attivi negli ultimi anni, che in quella di Matera, dove, al contrario, il mercato è stato per lo più “trainato” dalle opere pubbliche, e

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si riscontra una minore presenza di imprese artigiane edili, compensata da un peso relativamente maggiore delle imprese più grandi e più strutturate. 5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile

Il 63,4% del totale delle imprese dell’artigianato edile si localizza in soli

sette SLL, più precisamente, oltre naturalmente ai due capoluoghi di provincia, quelli di Pisticci, Policoro, Melfi, Lauria, Marsicovetere, e Rionero in Vulture. Di questi sette solo i SLL di Matera, Pisticci e Policoro risultano sono parte della provincia di Matera.

Nel solo SLL di Potenza si concentrano 807 imprese edili artigiane (il 20% del totale) mentre in quello di Matera risultano attive 361 imprese. Il diverso peso dei due SLL dei capoluoghi è per lo più attribuibile alle diverse dimensioni dei due bacini considerati, ma è in parte anche conseguenza della diversa presenza di imprese del settore: 5,4 imprese per 1.000 abitanti a Matera contro le 5,8 di Potenza.

Anche i SLL di Pisticci e Policoro rientrano tra i primi sette più per l’ampiezza del proprio bacino che per la effettiva diffusione delle imprese del settore, abbondantemente inferiore alla media regionale.

Al contrario, negli altri SLL considerati, l’elevato numero di imprese edili è da attribuirsi principalmente alla loro elevata diffusione (variabile dalle 7 alle 8,6 imprese per 1.000 abitanti).

Realtà edili artigiane rilevanti risultano essere anche quelle di Senise (106 imprese ed una densità di 7,9 imprese) Stigliano (105 imprese, 8,4 ogni 1.000 abitanti), mentre Muro Lucano, con le sue 81 imprese, si caratterizza per l’elevata densità di imprese artigiane del settore (11 imprese per 1.000 abitanti).

Approfondendo l’analisi con un maggiore dettaglio a livello settoriale si osserva che la distribuzione media delle imprese tra i settori si ripete in quasi tutte le aree geografiche. Fanno eccezione il distretto di Matera, e i SLL di Pisticci e Policoro, dove è possibile osservare una presenza di imprese dedite all’attività di Installazione di servizi in un fabbricato superiore a quella delle imprese di Costruzione degli edifici; e i SLL di Lauria e Venosa dove il primo settore per numero di imprese è quello dei Lavori di completamento di edifici.

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n° imprese imprese artigianeartigiane edili

edili per 1.000 abitanti

Acerenza 63 1,6 9,1Bella 98 2,5 7,4Francavilla in Sinni 53 1,3 8,7Latronico 49 1,2 7,2Lauria 190 4,8 7,3Marsicovetere 188 4,8 8,6Melfi 249 6,3 7,3Moliterno 95 2,4 7,5Muro Lucano 81 2,0 11,0Pescopagano 20 0,5 9,3Potenza 807 20,4 5,8Rionero in Vulture 195 4,9 7,0Rotonda 48 1,2 6,5Sant'Angelo Le Fratte 70 1,8 7,0Sant'Arcangelo 81 2,0 7,2Senise 106 2,7 7,9Venosa 93 2,4 6,6Matera 361 9,1 5,4Pisticci 269 6,8 5,7Policoro 249 6,3 6,5Rotondella 68 1,7 7,0Salandra 46 1,2 8,0San Giorgio Lucano 48 1,2 7,4Stigliano 105 2,7 8,4Tricarico 87 2,2 6,2Calitri 9 0,2Gravina in Pugli

7,5a 33 0,8 5,8

Spinazzola 112 2,8 6,5Mormanno 32 0,8 9,6Praia a Mare 51 1,3 6,6

Totale 3.956 100,0 6,6

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.3 - Imprese artigiane edili per Sistemi Locali del Lavoro. 2002

Basilicata

%

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n° imprese imprese artigianeartigiane edili

edili per 1.000 abitanti

Vulture 751 22,2 7,1Marmo - Melandro 421 12,5 8,6Val d'Agri 370 11,0 7,7Lagonegrese - Pollino 564 16,7 7,5Alto Basento 299 8,9 6,8Montagna Materana 270 8,0 7,6Materano 215 6,4 6,9Metapontino 488 14,4 6,2

Totale 3.378 100,0 7,2

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.4 - Imprese artigiane edili nei PIT. 2002

Basilicata

%

Studiando le aree a maggiore diffusione di imprese artigiane, il peso di ciascun settore all’interno del ramo delle Costruzioni e gli indici di specializzazione dei singoli territori si può osservare: per il settore della Preparazione del cantiere edile una maggiore

specializzazione delle aree Rotondella, Policoro, Acerenza e Tricarico, del sistema produttivo di Pisticci, dei PIT di Vulture e Marmo Melandro, nonché dei comuni di Spinazzola e Praia a Mare; da rilevare invece la totale assenza del settore nel SLL di Latronico;

nel settore più importante dell’artigianato edile – Costruzione parziale o completa di edifici – risultano specializzati i SLL di San Giorgio Lucano, dove il 75% delle imprese artigiane edili svolgono tale attività, con una densità di 55,3 imprese per 1.000 abitanti, significativamente superiore alla media regionale di 29 imprese. Altre territori in cui la struttura produttiva delle imprese edili risulta fortemente specializzata in questo settore sono il SLL di Sant’Arcangelo, il distretto di Sant’Angelo Le Fratte, i PIT di Marmo Melandro, Montagna Materana e Materano. Si osserva infine che le sole aree con indici di specializzazione inferiori a 1 in questo settore sono i SLL dei capoluoghi di provincia e quelli di Lauria, Marsicovetere, Rionero in Vulture, Venosa, Tricarico, i comuni di Spinazzola e Praia a Mare;

i territori con un maggiore livello di specializzazione nel settore Installazione di servizi in un fabbricato sono i SLL di Acerenza, Potenza e Senise, i distretti di Pescopagano e di Matera e il PIT Montagna Materna;

altre specializzazioni significative sono quelle relative al settore Lavori di completamento degli edifici, nei SLL di Venosa, Muro Lucano, Lauria e Marsicoveteree nel PIT della Val d’Agri.

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Page 72: Artigianato/artigianati in regione Basilicata · 2010. 12. 2. · L’artigianato edile 5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile 5.2 In breve CAPITOLO 6 L’artigianato

Acerenza 6 28 14 14 0 1 63Bella 9 53 16 19 0 1 98Francavilla in Sinni 3 26 9 15 0 0 53Latronico 0 28 6 15 0 0 49Lauria 11 65 36 77 1 0 190Marsicovetere 15 72 30 69 0 2 188Melfi 16 114 51 66 1 1 249Moliterno 6 51 10 28 0 0 95Muro Lucano 3 35 15 27 0 1 81Pescopagano 1 10 5 4 0 0 20Potenza 45 303 199 248 2 10 807Rionero in Vulture 7 81 42 64 0 1 195Rotonda 1 26 7 13 0 1 48Sant'Angelo Le Fratte 5 47 9 8 0 1 70Sant'Arcangelo 3 49 12 16 0 1 81Senise 4 51 25 26 0 0 106Venosa 6 22 14 51 0 0 93Matera 23 146 118 72 0 2 361Pisticci 27 135 60 46 0 1 269Policoro 28 122 58 34 0 7 249Rotondella 10 32 13 11 0 2 68Salandra 1 31 7 7 0 0 46San Giorgio Lucano 3 36 3 6 0 0 48Stigliano 5 54 20 21 1 4 105Tricarico 9 37 19 20 0 2 87Calitri 0 5 4 0 0 0 9Gravina in Puglia 1 19 9 4 0 0 33Spinazzola 12 48 28 24 0 0 112Mormanno 2 17 9 4 0 0 32Praia a Mare 6 21 8 16 0 0 51

Totale 268 1.764 856 1.025 5 38 3956

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.5 - Imprese artigiane edili per settori e per Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori assoluti

F451 F452 F453 F454 F455 TotaleNon

classificate

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Acerenza 9,5 44,4 22,2 22,2 0,0 1,6 100,0Bella 9,2 54,1 16,3 19,4 0,0 1,0 100,0Francavilla in Sinni 5,7 49,1 17,0 28,3 0,0 0,0 100,0Latronico 0,0 57,1 12,2 30,6 0,0 0,0 100,0Lauria 5,8 34,2 18,9 40,5 0,5 0,0 100,0Marsicovetere 8,0 38,3 16,0 36,7 0,0 1,1 100,0Melfi 6,4 45,8 20,5 26,5 0,4 0,4 100,0Moliterno 6,3 53,7 10,5 29,5 0,0 0,0 100,0Muro Lucano 3,7 43,2 18,5 33,3 0,0 1,2 100,0Pescopagano 5,0 50,0 25,0 20,0 0,0 0,0 100,0Potenza 5,6 37,5 24,7 30,7 0,2 1,2 100,0Rionero in Vulture 3,6 41,5 21,5 32,8 0,0 0,5 100,0Rotonda 2,1 54,2 14,6 27,1 0,0 2,1 100,0Sant'Angelo Le Fratte 7,1 67,1 12,9 11,4 0,0 1,4 100,0Sant'Arcangelo 3,7 60,5 14,8 19,8 0,0 1,2 100,0Senise 3,8 48,1 23,6 24,5 0,0 0,0 100,0Venosa 6,5 23,7 15,1 54,8 0,0 0,0 100,0Matera 6,4 40,4 32,7 19,9 0,0 0,6 100,0Pisticci 10,0 50,2 22,3 17,1 0,0 0,4 100,0Policoro 11,2 49,0 23,3 13,7 0,0 2,8 100,0Rotondella 14,7 47,1 19,1 16,2 0,0 2,9 100,0Salandra 2,2 67,4 15,2 15,2 0,0 0,0 100,0San Giorgio Lucano 6,3 75,0 6,3 12,5 0,0 0,0 100,0Stigliano 4,8 51,4 19,0 20,0 1,0 3,8 100,0Tricarico 10,3 42,5 21,8 23,0 0,0 2,3 100,0Calitri 0,0 55,6 44,4 0,0 0,0 0,0 100,0Gravina in Puglia 3,0 57,6 27,3 12,1 0,0 0,0 100,0Spinazzola 10,7 42,9 25,0 21,4 0,0 0,0 100,0Mormanno 6,3 53,1 28,1 12,5 0,0 0,0 100,0Praia a Mare 11,8 41,2 15,7 31,4 0,0 0,0 100,0

Totale 6,8 44,6 21,6 25,9 0,1 1,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.6 - Imprese artigiane edili per settori e per Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori %

F451 F452 F453 F454 F455 TotaleNon

classificate

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Acerenza 8,7 40,5 20,3 20,3 0,0 1,4 91,2Bella 6,8 39,8 12,0 14,3 0,0 0,8 73,7Francavilla in Sinni 4,9 42,6 14,7 24,6 0,0 0,0 86,8Latronico 0,0 41,4 8,9 22,2 0,0 0,0 72,4Lauria 4,2 24,8 13,7 29,4 0,4 0,0 72,6Marsicovetere 6,9 33,1 13,8 31,7 0,0 0,9 86,3Melfi 4,7 33,6 15,0 19,5 0,3 0,3 73,4Moliterno 4,8 40,4 7,9 22,2 0,0 0,0 75,2Muro Lucano 4,1 47,7 20,4 36,8 0,0 1,4 110,4Pescopagano 4,7 46,6 23,3 18,6 0,0 0,0 93,2Potenza 3,3 21,9 14,4 17,9 0,1 0,7 58,3Rionero in Vulture 2,5 29,1 15,1 23,0 0,0 0,4 70,0Rotonda 1,4 35,2 9,5 17,6 0,0 1,4 65,0Sant'Angelo Le Fratte 5,0 47,1 9,0 8,0 0,0 1,0 70,1Sant'Arcangelo 2,7 43,5 10,7 14,2 0,0 0,9 72,0Senise 3,0 37,9 18,6 19,3 0,0 0,0 78,8Venosa 4,3 15,7 10,0 36,3 0,0 0,0 66,2Matera 3,4 21,7 17,6 10,7 0,0 0,3 53,7Pisticci 5,7 28,7 12,8 9,8 0,0 0,2 57,3Policoro 7,3 31,8 15,1 8,9 0,0 1,8 64,8Rotondella 10,4 33,2 13,5 11,4 0,0 2,1 70,5Salandra 1,7 54,2 12,2 12,2 0,0 0,0 80,5San Giorgio Lucano 4,6 55,3 4,6 9,2 0,0 0,0 73,8Stigliano 4,0 43,0 15,9 16,7 0,8 3,2 83,5Tricarico 6,4 26,3 13,5 14,2 0,0 1,4 61,8Calitri 0,0 41,6 33,3 0,0 0,0 0,0 74,8Gravina in Puglia 1,7 33,2 15,7 7,0 0,0 0,0 57,6Spinazzola 7,0 27,9 16,3 13,9 0,0 0,0 65,0Mormanno 6,0 51,0 27,0 12,0 0,0 0,0 96,0Praia a Mare 7,8 27,1 10,3 20,7 0,0 0,0 65,9

Totale 4,5 29,6 14,4 17,2 0,1 0,6 66,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.7 - Imprese artigiane edili per settori e per Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Imprese per 10.000 abitanti

F451 F452 F453 F454 F455 TotaleNon

classificate

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F451 F452 F453 F454 F455

Acerenza 1,8 1,3 1,3 1,1Bella 1,6 1,4Francavilla in Sinni 1,1 1,1Latronico 1,2 1,1Lauria 1,6Marsicovetere 1,2 1,5Melfi 1,1 1,1Moliterno 1,1 1,4 1,3Muro Lucano 1,5 1,3 1,9Pescopagano 1,6 1,6 1,1Potenza 1,1 1,1Rionero in Vulture 1,0 1,3Rotonda 1,4 1,2Sant'Angelo Le Fratte 1,4Sant'Arcangelo 1,3Senise 1,1 1,1Venosa 2,0Matera 1,3Pisticci 1,4 1,0Policoro 1,7 1,1 1,1Rotondella 2,4 1,2Salandra 2,1San Giorgio Lucano 1,1 1,9Stigliano 1,5 1,1Tricarico 1,5 1,0Calitri 1,1 1,9Gravina in Puglia 1,2 1,1Spinazzola 1,6 1,1Mormanno 1,5 1,6Praia a Mare 1,8 1,3

Totale 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.8 - Imprese artigiane edili per settori e per Sistemi Locali del Lavoro. 2002Quozienti di localizzazione (solo QL>1)

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Vulture 53 311 157 226 1 3 751Marmo - Melandro 27 220 66 102 0 6 421Val d'Agri 25 166 58 119 0 2 370Lagonegrese - Pollino 28 264 101 169 1 1 564Alto Basento 20 124 59 90 2 4 299Montagna Materana 17 144 59 43 1 6 270Materano 13 120 44 37 0 1 215Metapontino 59 235 104 80 0 10 488

Totale 242 1.584 648 866 5 33 3.378

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.9 - Imprese artigiane edili per settori e per PIT. 2002 - Valori assoluti

F451 F452 F453 F454 F455 TotaleNon

classificate

Vulture 7,1 41,4 20,9 30,1 0,1 0,4 100,0Marmo - Melandro 6,4 52,3 15,7 24,2 0,0 1,4 100,0Val d'Agri 6,8 44,9 15,7 32,2 0,0 0,5 100,0Lagonegrese - Pollino 5,0 46,8 17,9 30,0 0,2 0,2 100,0Alto Basento 6,7 41,5 19,7 30,1 0,7 1,3 100,0Montagna Materana 6,3 53,3 21,9 15,9 0,4 2,2 100,0Materano 6,0 55,8 20,5 17,2 0,0 0,5 100,0Metapontino 12,1 48,2 21,3 16,4 0,0 2,0 100,0

Totale 7,2 46,9 19,2 25,6 0,1 1,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.10 - Imprese artigiane edili per settori e per PIT. 2002 - Valori %

F451 F452 F453 F454 F455 TotaleNon

classificate

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er P

Vulture 5,0 29,2 14,8 21,2 0,1 0,3 70,6Marmo - Melandro 5,5 45,0 13,5 20,8 0,0 1,2 86,1Val d'Agri 5,2 34,5 12,0 24,7 0,0 0,4 76,8Lagonegrese - Pollino 3,7 35,0 13,4 22,4 0,1 0,1 74,8Alto Basento 4,6 28,2 13,4 20,5 0,5 0,9 68,1Montagna Materana 4,8 40,7 16,7 12,2 0,3 1,7 76,3Materano 4,2 38,3 14,1 11,8 0,0 0,3 68,7Metapontino 7,4 29,6 13,1 10,1 0,0 1,3 61,5

Totale 5,2 33,8 13,8 18,5 0,1 0,7 72,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.11 - Imprese artigiane edili per settori e p IT. 2002 - Impreseartigiane per 10.000 abitanti

F451 F452 F453 F454 F455 TotaleNon classificate

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Vulture 1,08 1,00 1,20Marmo - Melandro 1,15 1,42 1,13Val d'Agri 1,01 1,02 1,26Lagonegrese - Pollino 1,09 1,20Alto Basento 1,12 1,06 1,04 1,32Montagna Materana 1,06 1,36 1,15Materano 1,34 1,01Metapontino 1,74 1,05

Totale 1,12 1,12 0,94 1,05 1,24

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 12 - Imprese artigiane edili per settori e per PIT. 2002Quozienti di localizzazione (solo QL>1)

F451 F452 F453 F454 F455

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Se si focalizza infine l’attenzione sulle classi di attività all’interno del settore Costruzione completa o parziale di edifici si può rilevare come in quasi tutte le aree le imprese artigiane operano in più dell’80% dei casi nelle due classi di attività Lavori generali di costruzione e Altri lavori di completamento degli edifici; solamente nei SLL dei capoluoghi di provincia, di Venosa, Rionero in Vulture e Marsicovetere, nonché nel PIT del Lagonegrese-Pollino si è costituito un numero più congruo di imprese delle classi di attività Rivestimento di pavimenti e di muri e Tinteggiatura e posa in opera di vetrate.

F4521 F4543 F4544 F4545

Acerenza 28 3 1 10Bella 49 5 4 9Francavilla in Sinni 25 1 4 9Latronico 28 2 7 6Lauria 64 7 31 3Marsicovetere 66 2 15 47Melfi 100 6 14 4Moliterno 46 0 6 21Muro Lucano 33 1 9 15Pescopagan

6

3

o 10 0 1 3Potenza 288 28 85 120Rionero in Vulture 76 7 20 33Rotonda 23 0 0 11Sant'Angelo Le Fratte 44 1 3 3Sant'Arcangelo 48 4 2 8Senise 50 4 8 11Venosa 21 5 12 1Matera 133 11 30 22Pisticci 122 6 16 1Policoro 116 3 12 1Rotondella 30 8 1 2Salandra 28 0 5 1San Giorgio Lucano 36 0 2 2Stigliano 52 3 6 9

5

33

Tricarico 34 0 6 10Calitri 5 0 0 0Gravina in Puglia 15 0 0 4Spinazzola 45 0 6 17Mormanno 17 0 3 0Praia a Mare 21 1 3 12

Totale 1653 108 312 505

Tab. 5.13 - Imprese artigiane edili dei settori rilevantiper Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Valori assoluti

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F4521 F4543 F4544 F4545

Acerenza 40,5 4,3 1,4 14,5Bella 36,8 3,8 3,0 6,8Francavilla in Sinni 41,0 1,6 6,6 14,7Latronico 41,4 3,0 10,3 8,9Lauria 24,4 2,7 11,8 13,7Marsicovetere 30,3 0,9 6,9 21,6Melfi 29,5 1,8 4,1 12,7Moliterno 36,4 0,0 4,8 16,6Muro Lucano 45,0 1,4 12,3 20,4Pescopagano 46,6 0,0 4,7 14,0Potenza 20,8 2,0 6,1 8,7Rionero in Vulture 27,3 2,5 7,2 11,8Rotonda 31,2 0,0 0,0 14,9Sant'Angelo Le Fratte 44,1 1,0 3,0 3,0Sant'Arcangelo 42,6 3,6 1,8 7,1Senise 37,1 3,0 5,9 8,2Venosa 14,9 3,6 8,5 10,7Matera 19,8 1,6 4,5 3,3Pisticci 26,0 1,3 3,4 2,8Policoro 30,2 0,8 3,1 3,4Rotondella 31,1 8,3 1,0 2,1Salandra 49,0 0,0 8,7 1,7San Giorgio Lucano 55,3 0,0 3,1 3,1Stigliano 41,4 2,4 4,8 7,2Tricarico 24,2 0,0 4,3 7,1Calitri 41,6 0,0 0,0 0,0Gravina in Puglia 26,2 0,0 0,0 7,0Spinazzola 26,1 0,0 3,5 9,9Mormanno 51,0 0,0 9,0 0,0Praia a Mare 27,1 1,3 3,9 15,5

Totale 27,7 1,8 5,2 8,5

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.14 - Imprese artigiane edili dei settori rilevantiper Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - Imprese per 10.000 abitanti

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Vulture 288 21 53 125Marmo - Melandro 209 14 32 5Val d'Agri 154 6 24 81Lagonegrese - Pollino 258 15 57 86Alto Basento 116 8 29 4Montagna Materana 138 4 16 18Materano 106 2 12 13Metapontino 219 15 25 28

0

9

Totale 1488 85 248 450

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.15 - Imprese artigiane edili dei settori rilevantiper PIT. 2002 - Valori assoluti

F4521 F4543 F4544 F4545

Vulture 27,1 2,0 5,0 11,7Marmo - Melandro 42,7 2,9 6,5 10,2Val d'Agri 32,0 1,2 5,0 16,8Lagonegrese - Pollino 34,2 2,0 7,6 11,4Alto Basento 26,4 1,8 6,6 11,2Montagna Materana 39,0 1,1 4,5 5,1Materano 33,9 0,6 3,8 4,2Metapontino 27,6 1,9 3,2 3,5

Totale 31,7 1,8 5,3 9,6

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 5.16 - Imprese artigiane edili dei settori rilevanti per PIT. 2002 - Imprese per 10.000 abitanti

F4521 F4543 F4544 F4545

5.2 In breve

Il settore edilizio risulta particolarmente sviluppato anche nella

componente artigiana che svolge un ruolo importante: i due terzi delle imprese edili in Basilicata (65,2% del totale) sono infatti artigiane, per un totale di 3.956 imprese.

L’analisi per settori mostra come la struttura produttiva delle imprese artigiane sia fortemente orientata a soddisfare alcuni segmenti del

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mercato, quali, in particolare, l’edilizia residenziale e quella non abitativa (1.764 imprese operano nel settore Lavori di costruzione completa o parziale di edifici, 1.025 imprese in quello dei Lavori di completamento degli edifici) mentre presentano difficoltà ad inserirsi nel mercato delle opere pubbliche, e di quelle dei trasporti in particolare.

La struttura produttiva del settore è risultata molto sensibile all’evoluzione della domanda; in particolare, hanno reagito con poca efficacia ai momenti di crisi dell’edilizia abitativa in determinate aree, e poche imprese hanno saputo approfittare dell’opportunità offerta dalle politiche di opere pubbliche, con la conseguente contrazione del settore;

le aree geografiche in cui l’edilizia ha conosciuto maggiori problemi nel passato e si è contratta maggiormente corrispondono, grosso modo, ad una larga parte della provincia di Matera.

A livello territoriale il settore è distribuito in modo abbastanza concentrato (in 8 SLL si concentra il 63% delle imprese), con minore densità nelle aree dei capoluoghi di provincia. Esistono infine alcune aree di specializzazione in settori specifici dell’edilizia, e si tratta, per ciascun settore, di un numero limitato di territori.

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CAPITOLO 6 L’artigianato di servizio

L’ampio aggregato dell’artigianato di servizio comprende al suo interno i rami del Commercio e Alberghi, Riparazioni, Trasporti e Altri servizi.

Sono qui raccolte 4.745 imprese, un numero pari al 38,5% del totale delle imprese artigiane lucane; si tratta di un mondo variegato – ben differenziato da quello sin qui analizzato (manifatturiero, tradizionale ed edilizia) – che conserva al suo interno una pluralità di artigianati, riconoscibili innanzitutto per il destinatario della loro produzione.

Prima di passare all’analisi specifica dei tre comparti identificati – servizi al sistema produttivo, servizi alle famiglie e servizi di rete –alcune considerazioni sul loro insieme risultano opportune.

Le imprese artigiane rappresentano in Basilicata il 37,2% dell’intero settore dei servizi, una percentuale superiore a quella osservabile nel Mezzogiorno e in Italia (35,%).

Graf. 6.1 - Il peso dell'artigianato nei servizi, 2002

% su totale economia

35,5

30,1

37,2

64,5

69,9

62,8

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Italia

Mezzogiorno

Basilicata

Imprese artigiane

Altre imprese

A livello territoriale, il 35% delle imprese è localizzato nel SLL di Potenza (1.095 imprese) e nel distretto di Matera (576 imprese); mentre nel primo caso l’elevato numero di imprese è da attribuirsi alle dimensioni del bacino considerato, nel secondo è invece conseguenza anche dell’alta densità di aziende artigiane dei servizi, densità superiore alla media regionale.

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Il rimanente 75% dell’artigianato dei servizi si distribuisce sul territorio con densità che possono variare da un minimo di 5,1 imprese per 1.000 residenti nel SLL di Salandra, ai valori massimi di 9,6 nel SLL di Marsicovetere e 10,8 nel comune di Calitri.

n° imprese imprese artigianeartigiane per 1.000 abitanti

Acerenza 42 0,9 6,1Bella 91 1,9 6,8Francavilla in Sinni 55 1,2 9,0Latronico 58 1,2 8,6Lauria 230 4,8 8,8Marsicovetere 210 4,4 9,6Melfi 278 5,9 8,2Moliterno 90 1,9 7,1Muro Lucano 45 0,9 6,1Pescopagano 11 0,2 5,1Potenza 1.095 23,1 7,9Rionero in Vulture 232 4,9 8,3Rotonda 41 0,9 5,6Sant'Angelo Le Fratte 89 1,9 8,9Sant'Arcangelo 102 2,1 9,1Senise 117 2,5 8,7Venosa 120 2,5 8,5Matera 576 12,1 8,6Pisticci 348 7,3 7,4Policoro 335 7,1 8,7Rotondella 79 1,7 8,2Salandra 29 0,6 5,1San Giorgio Lucano 37 0,8 5,7Stigliano 87 1,8 6,9Tricarico 101 2,1 7,2Calitri 13 0,3 10,8Gravina in Puglia 42 0,9 7,3Spinazzola 117 2,5 6,8Mormanno 54 1,1 16,2Praia a Mare 21 0,4 2,7

Totale 4.745 100,0 8,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.1 - Imprese artigiane dei servizi per Sistemi Locali del Lavoro. 2002

Basilicata

%

Degne di nota sono le concentrazioni territoriali nei SLL di Policoro con 335 imprese e una densità di 8,7 imprese, Melfi, con 278 aziende complessive e 8,2 imprese per 1.000 abitanti, e Rionero in Vulture, con 232 imprese e una densità di 8,3 imprese.

I servizi sono al contrario poco presenti nei SLL di Salandra, San Giorgio Lucano e Muro Lucano.

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Nei territori dei PIT è localizzato il 76,1% del totale delle imprese artigiane dei servizi (3.612 imprese). Di queste, nel PIT del Vulture se ne concentra il 23%, nel Lagonegrese-Pollino il 16,5% e nella Val d’Agri l’11,9%, conseguenza di una diffusione delle imprese sul territorio superiore alla media regionale.

n° imprese imprese artigianeartigiane per 1.000 abitanti

Vulture 833 23,1 7,8Marmo - Melandro 355 9,8 7,3Val d'Agri 431 11,9 8,9Lagonegrese - Pollino 596 16,5 7,9Alto Basento 279 7,7 6,4Montagna Materana 260 7,2 7,4Materano 208 5,8 6,6Metapontino 650 18,0 8,2

Totale 3.612 100,0 -

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.2 - Imprese artigiane dei servizi nei PIT. 2002

Basilicata

%

Graf. 6.2 - Imprese artigiane per tipologia di serviziBailicata, 2002 9%

40%51%

Servizi per la produzione

Servizi alle famiglie

Servizi di rete

La ripartizione dell’insieme dei servizi nelle tre categorie dei servizi alla produzione, alle famiglie e di rete evidenzia il prevalere di quest’ultima per numero di imprese: i servizi di rete raccolgono infatti il 51% delle imprese dei servizi, seguiti da quelli alla famiglia (40%). L’ultima categoria, il cui output è diretto al mondo produttivo, è la meno sviluppata dell’artigianato dei servizi (9%).

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6.1 L’artigianato di servizio per il sistema produttivo

L’artigianato di servizio per il sistema produttivo è composto da 410 imprese, che si concentrano per lo più in due settori: il 56,1% delle imprese di questa categoria opera nel settore delle Altre attività professionali e imprenditoriali, mentre un altro 31,7% trova spazio in quello dell’informatica e attività connesse; la quota rimanente delle imprese è sostanzialmente impegnata nelle attività di Commercio all’ingrosso e intermediazione.

G51 Commercio all'ingrosso e intermediari 49 12,0 0,8K7132 Noleggio macchinari per edilizia 1 0,2 0,0K72 Informatica e attività connesse 130 31,7 2,2K74 Altre attività professionali e imprenditoriali 230 56,1 3,9

Totale servizi per la produzione 410 100,0 6,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.3 - Imprese artigiane dei servizi per la produzione. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

%n° imprese *

10.000 abitanti

La distribuzione territoriale di questo sottoinsieme artigiano ne evidenzia la scarsa diffusione: se si escludono 8 SLL (Potenza, Matera, Pisticci, Policoro, Melfi, Marsicovetere, Lauria, Rionero in Vulture), che accolgono complessivamente l’80% di queste aziende, in tutti gli altri ci sono meno di 10 imprese; e nel SLL di S.Giorgio Lucano risultano addirittura assenti.

Le aree con la maggiore diffusione di queste imprese, come è d’altra parte lecito aspettarsi, sono quelle dei capoluoghi di provincia, con 10,4 imprese per 1.000 abitanti a Matera e 8,2 a Potenza, ma buoni livelli di densità si raggiungono anche a Marsicovetere, Policoro e Rotondella, nel sistema produttivo locale di Melfi e nei PIT del Metapontino e di Vald’Agri.

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n° impreseartigiane

Acerenza 2 0,5 2,9Bella 6 1,5 4,5Francavilla in Sinni 3 0,7 4,9Latronico 3 0,7 4,4Lauria 18 4,4 6,9Marsicovetere 21 5,1 9,6Melfi 27 6,6 8,0Moliterno 8 2,0 6,3Muro Lucano 4 1,0 5,5Pescopagano 1 0,2Potenza 113 27,6 8,2Rionero in Vulture 17 4,1 6,1Rotonda 2 0,5 2,7Sant'Angelo Le Fratte 3 0,7 3,0Sant'Arcangelo 1 0,2 0,9Senise 9 2,2 6,7Venosa 4 1,0 2,8Matera 70 17,1 10,4Pisticci 31 7,6 6,6Policoro 29 7,1 7,6Rotondella 7 1,7 7,3Salandra 2 0,5 3,5San Giorgio Lucano 0 0,0 0,0Stigliano 7 1,7 5,6

4,7

Tricarico 6 1,5 4,3Calitri 1 0,2Gravina in Pugli

8,3a 2 0,5

Spinazzol3,5

a 8 2,0Mormann

4,6o 3 0,7

Praia a Mar9,0

e 2 0,5 2,6

Totale 410 100,0 6,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Distribuzione per Sistemi Locali del Lavoro, 2002

Basilicata

%

Tab. 6.4 - Imprese artigiane dei servizi per la produzione

n° imprese * 10.000 abitanti

— pp. 87 —

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n° impreseartigiane

Vulture 65 23,4 6,1Marmo - Melandro 25 9,0 5,1Val d'Agri 31 11,2 6,4Lagonegrese - Pollino 40 14,4 5,3Alto Basento 27 9,7 6,2Montagna Materana 21 7,6 5,9Materano 15 5,4 4,8Metapontino 54 19,4 6,8

Totale 278 100,0 5,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.5 - Imprese artigiane dei servizi per la produzioneDistribuzione per PIT, 2002

Basilicata

%n° imprese * 10.000

abitanti

K72 K74 K72 K74

Acerenza 0 1 0,0 1,4Bella 0 5 0,0 3,8Francavilla in Sinni 2 1 3,3 1,6Latronico 2 1 3,0 1,5Lauria 7 10 2,7 3,8Marsicovetere 10 7 4,6 3,2Melfi 8 15 2,4 4,4Moliterno 2 6 1,6 4,8Muro Lucano 1 2 1,4 2,7Pescopagano 0 1 0,0Potenza 32 64 2,3 4,6Rionero in Vulture 8 8 2,9 2,9Rotonda 1 1 1,4 1,4Sant'An

4,7

gelo Le Fratte 2 1 2,0 1,0Sant'Arcangelo 0 1 0,0 0,9Senise 3 4 2,2 3,0Venosa 1 3 0,7 2,1Matera 17 47 2,5 7,0Pisticci 10 17 2,1 3,6Policoro 11 13 2,9 3,4Rotondella 3 4 3,1 4,1Salandra 1 1 1,7 1,7San Giorgio Lucano 0 0 0,0 0,0Stigliano 2 5 1,6 4,0Tricarico 2 3 1,4 2,1Calitri 0 1 0,0Gravina in Pu

8,3glia 0 2 0,0

Spinazzol3,5

a 4 3 2,3Mormann

1,7o 1 2 3,0

Praia a Mar6,0

e 0 1 0,0 1,3

Totale 130 230 2,2 3,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Numero di imprese Imprese per 10.000 abitanti

Tab. 6.6 - Classi rilevanti dei servizi alla produzione per Sistemi Locali del Lavoro. 2002

— pp. 88 —

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Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle imprese artigiane dei due settori più rilevanti, si osserva solamente: l’elevata diffusione di imprese nelle Altre attività professionali e

imprenditoriali nei distretti di Matera e Rionero in Vulture, nel sistema produttivo locale di Melfi, nel SLL di Potenza e Rotondella e nei PIT dell’Alto Basento e Montagna Materana.

Le imprese dell’Informatica con le attività connesse presentano i più elevati livelli di diffusione nel distretto di Rionero in Vulture, nei SLL di Marsicovetere, Policoro e Rotondella e nei PIT della Vald’Agri e del Metapontino; non sono stati considerati, ovviamente quei territori che presentano elevati gradi di diffusione pur riferendosi ad una sola impresa artigiana.

K72 K74 K72 K74

Vulture 24 34 2,3 3,2Marmo - Melandro 7 13 1,4 2,7Val d'Agri 12 15 2,5 3,1Lagonegrese - Pollino 16 20 2,1 2,7Alto Basento 5 17 1,1 3,9Montagna Materana 6 13 1,7 3,7Materano 4 8 1,3 2,6Metapontino 21 27 2,6 3,4

Totale 95 147 2,0 3,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Numero di imprese Imprese per 10.000 abitanti

Tab. 6.7 - Imprese artigiane delle classi rilevanti dei servizi alla produzione per PIT. 2002

6.2 L’artigianato di servizio per le famiglie

L’artigianato di servizio per le famiglie è composto da 1.907 imprese artigiane, il 93,4% delle quali si concentra nei due settori del Commercio al dettaglio (545 imprese) e Altri servizi (1.236 imprese).

Quest’ultimo settore è composta per lo più da parrucchieri e istituti di bellezza (1.026 imprese) che costituiscono la categoria più numerosa (53%) dell’artigianato di servizi alla famiglia.

— pp. 89 —

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G52 Commercio al dettaglio 545 28,6 9,1H55 Alberghi e ristoranti 59 3,1 1,0M80 Istruzione (autoscuole, ecc…) 34 1,8 0,6N85 Sanità e altri servizi sociali 3 0,2 0,1O92 Attività ricreative, culturali e sportive, di cui: 30 1,6 0,5O9211 - Produzioni cinematografiche e di video 10 33,3 0,2O9231 - Creazioni e interpretazioni artistiche e letterarie 12 40,0 0,2O93 Altre attività dei servizi, di cui: 1.236 64,8 20,7O9301 - Servizi di lavanderia, pulitura a secco 186 15,0 3,1O9302 - Saloni di parrucchiere e istituti di bellezza 1.026 83,0 17,2O9303 - Servizi di pompe funebri e attività connesse 20 1,6 0,3

Totale servizi per la famiglia 1.907 100,0 32,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.8 - Imprese artigiane dei servizi per la famiglia. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

%n° imprese *

10.000 abitanti

L’analisi della distribuzione per area geografica delle imprese artigiane

dei servizi per la famiglia evidenzia anche per questa categoria alcune specificità territoriali.

Nei due SLL dei capoluoghi di provincia se ne concentrano solamente poco più di un terzo, con una densità simile a quella media regionale; nelle altre aree la percentuale di imprese presenti muta non solo per effetto delle diverse dimensioni dei bacini di riferimento, ma anche e soprattutto in funzione della densità delle aziende artigiane sul territorio.

Proprio la densità presenta un’elevata variabilità, passando da un minimo di 9,3 a Pescopagano ad un massimo di 58,2 imprese ogni 10.000 abitanti nel comune di Calitri.

Si possono così identificare alcune aree di ampia diffusione dei servizi alla famiglia nei SLL di Latronico e Lauria, nel distretto di Rionero in Vulture e nel PIT del Lagonegrese-Pollino.

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n° impreseartigiane

Acerenza 18 0,9 26,1Bella 40 2,1 30,1Francavilla in Sinni 21 1,1 34,4Latronico 31 1,6 45,8Lauria 115 6,0 43,9Marsicovetere 69 3,6 31,7Melfi 108 5,7 31,9Moliterno 33 1,7 26,1Muro Lucano 21 1,1 28,6Pescopagano 2 0,1Potenza 441 23,1 31,9Rionero in Vulture 105 5,5 37,7Rotonda 20 1,0 27,1Sant'An

9,3

gelo Le Fratte 31 1,6 31,0Sant'Arcangelo 40 2,1 35,5Senise 44 2,3 32,7Venosa 50 2,6 35,6Matera 216 11,3 32,2Pisticci 140 7,3 29,8Policoro 125 6,6 32,5Rotondella 35 1,8 36,3Salandra 14 0,7 24,5San Giorgio Lucano 14 0,7 21,5Stigliano 31 1,6 24,7Tricarico 33 1,7 23,4Calitri 7 0,4 58,2Gravina in Puglia 12 0,6 21,0Spinazzola 57 3,0 33,1Mormanno 25 1,3 75,0Praia a Mare 9 0,5 11,6

Totale 1.907 100,0 32,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.9 - Imprese artigiane dei servizi per la famigliaDistribuzione per Sistemi Locali del Lavoro, 2002

Basilicata

%n° imprese * 10.000

abitanti

n° im preseartig iane

Vulture 360 24,7 33,8M arm o - M elandro 140 9,6 28,6Val d 'Agri 148 10,1 30,7Lagonegrese - Pollino 274 18,8 36,3Alto Basento 109 7,5 24,8M ontagna M aterana 92 6,3 26,0M aterano 76 5,2 24,3M etapontino 260 17,8 32,8

Totale 1.459 100,0 31,1

Fonte: ns. elaborazion i su dati A lbo artig iani

Tab. 6.10 - Im prese artigiane dei servizi per la fam igliaD istribuzione per PIT, 2002

Basilicata

%n° im prese * 10.000

ab itanti

— pp. 91 —

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6.3 L’artigianato di servizio di rete

L’artigianato dei servizi di rete comprende i servizi orientati sia alle famiglie che alle imprese. In Basilicata questa categoria consta di 2.428 imprese artigiane, che rappresentano una quota pari quasi al 20% dell’artigianato lucano.

Al suo interno il settore più importante è quello della Manutenzione e riparazione degli autoveicoli che da solo coinvolge più della metà delle imprese artigiane dei servizi di rete; il secondo settore per numerosità delle imprese è quello dei Trasporti terrestri e mediante condotte (41,6%), la gran parte delle quali operano in realtà nella classe del Trasporto di merci su strada.

L’erogazione degli altri servizi di questa categoria poco si presta in realtà alla dimensione artigiana, con l’unica eccezione della classe di attività Servizi di pulizia e disinfestazione, che conta infatti un gruppo di 134 aziende.

G50 Manutenzione e riparazione autoveicoli 1.236 50,9 20,7I60 Trasporti terrestri e mediante condotte, di cui: 1.011 41,6 17,0I6025 Trasporto di merci su strada 901 89,1 15,1I63 Attività di supporto e ausiliarie dei trasporti 13 0,5 0,2I64 Poste e telecomunicazioni 1 0,0 0,0J65 Intermediazione monetaria e finanziaria 1 0,0 0,0J66 Assicurazione e fondi pensione 1 0,0 0,0J67 Attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria 2 0,1 0,0K71 Noleggio macchinari e attrezzature 14 0,6 0,2K747 Servizi di pulizia e disinfestazione 134 5,5 2,2O90 Smaltimento rifiuti solidi, acque di scarico e simili 15 0,6 0,3

Totale servizi di rete 2.428 100,0 40,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.15 - Imprese artigiane dei servizi di rete. 2002

Basilicata

n° imprese artigiane

%n° imprese *

10.000 abitanti

Anche in questo caso il grado di diffusione dei servizi sul territorio può variare in modo significativo, andando da un minimo di 22,7 imprese per 10.000 abitanti nel SLL di Salandra ad un massimo di 55,1 imprese nel SLL di Marsicovetere e nel distretto di Sant’Angelo Le Fratte.

I due SLL dei capoluoghi di provincia presentano un grado di diffusione prossimo alla media regionale (leggermente inferiore il SLL di Potenza, di poco superiore il distretto di Matera).

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Un altro SLL che si distingue per un’elevata diffusione delle imprese artigiane dei servizi di rete è quello di Sant’Arcangelo, così come il PIT della Val d’Agri.

In particolare per quanto riguarda i Trasporti, le aree con maggiore diffusione di imprese artigiane risultano essere le stesse appena citate: Marsicovetere, Sant’Angelo Le Fratte, Sant’Arcangelo e il PIT della Val d’Agri.

n° impreseartigiane

Acerenza 22 0,9 31,9Bella 45 1,9 33,8Francavilla in Sinni 31 1,3 50,8Latronico 24 1,0 35,4Lauria 97 4,0 37,0Marsicovetere 120 4,9 55,1Melfi 143 5,9 42,2Moliterno 49 2,0 38,8Muro Lucano 20 0,8 27,3Pescopagano 8 0,3 37,3Potenza 541 22,3 39,1Rionero in Vulture 110 4,5 39,5Rotonda 19 0,8 25,7Sant'Angelo Le Fratte 55 2,3 55,1Sant'Arcangelo 61 2,5 54,2Senise 64 2,6 47,5Venosa 66 2,7 47,0Matera 290 11,9 43,2Pisticci 177 7,3 37,7Policoro 181 7,5 47,1Rotondella 37 1,5 38,4Salandra 13 0,5 22,7San Giorgio Lucano 23 0,9 35,4Stigliano 49 2,0 39,0Tricarico 62 2,6 44,0Calitri 5 0,2 41,6Gravina in Puglia 28 1,2 48,9Spinazzola 52 2,1 30,2Mormanno 26 1,1 78,0Praia a Mare 10 0,4 12,9

Totale 2.428 100,0 40,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.16 - Imprese artigiane dei servizi di reteDistribuzione per Sistemi Locali del Lavoro, 2002

Basilicata

%n° imprese * 10.000

abitanti

— pp. 93 —

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n° impreseartigiane

Vulture 408 21,8 38,3Marmo - Melandro 190 10,1 38,8Val d'Agri 252 13,4 52,3Lagonegrese - Pollino 282 15,0 37,4Alto Basento 143 7,6 32,6Montagna Materana 147 7,8 41,6Materano 117 6,2 37,4Metapontino 336 17,9 42,4

Totale 1.875 100,0 40,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.17 - Imprese artigiane dei servizi di reteDistribuzione per PIT, 2002

Basilicata

%n° imprese * 10.000

abitanti

G50 I60 K747 G50 I60 K747

Acerenza 13 8 1 18,8 11,6 1,4Bella 22 19 4 16,5 14,3 3,0Francavilla in Sinni 15 14 1 24,6 22,9 1,6Latronico 13 10 0 19,2 14,8 0,0Lauria 57 36 4 21,8 13,7 1,5Marsicovetere 54 59 6 24,8 27,1 2,8Melfi 73 58 11 21,5 17,1 3,2Moliterno 28 19 1 22,2 15,0 0,8Muro Lucano 14 6 0 19,1 8,2 0,0Pescopagano 4 4 0 18,6 18,6 0,0Potenza 254 221 54 18,4 16,0 3,9Rionero in Vulture 59 47 1 21,2 16,9 0,4Rotonda 13 6 0 17,6 8,1 0,0Sant'Angelo Le Fratte 21 32 2 21,0 32,0 2,0Sant'Arcangelo 28 29 4 24,9 25,8 3,6Senise 42 21 1 31,2 15,6 0,7Venosa 38 25 3 27,0 17,8 2,1Matera 128 132 23 19,1 19,7 3,4Pisticci 101 69 4 21,5 14,7 0,9Policoro 108 61 5 28,1 15,9 1,3Rotondella 22 14 1 22,8 14,5 1,0Salandra 6 7 0 10,5 12,2 0,0San Giorgio Lucano 11 10 1 16,9 15,4 1,5Stigliano 19 25 2 15,1 19,9 1,6Tricarico 30 27 2 21,3 19,2 1,4Calitri 3 2 0 24,9 16,6 0,0Gravina in Puglia 12 16 0 21,0 27,9 0,0Spinazzola 32 18 1 18,6 10,4 0,6Mormanno 11 12 1 33,0 36,0 3,0Praia a Mare 5 4 1 6,5 5,2 1,3

Totale 1236 1011 134 20,7 17,0 2,2

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.18 - Imprese artigiane delle classi rilevanti dei servizi di rete

Numero di imprese Imprese per 10.000 abitanti

per Sistemi Locali del Lavoro. 2002

— pp. 94 —

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G50 I60 K747 G50 I60 K747

Vulture 225 160 18 21,1 15,0 1,7Marmo - Melandro 89 92 9 18,2 18,8 1,8Val d'Agri 123 116 11 25,5 24,1 2,3Lagonegrese - Pollino 166 104 8 22,0 13,8 1,1Alto Basento 58 70 13 13,2 15,9Monta

3,0gna Materana 66 69 5 18,7 19,5 1,4

Materano 57 55 2 18,2 17,6 0,6Metapontino 200 117 9 25,2 14,8 1,1

Totale 984 783 75 21,0 16,7 1,6

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Numero di imprese Imprese per 10.000 abitanti

Tab. 6.19 - Imprese artigiane delle classi rilevanti dei servizi di rete per PIT. 2002

6.4 Le relazioni tra i servizi

L’analisi fin qui condotta porta a chiedersi se e che tipo di relazioni esistano tra le tre categorie di servizi in termini di struttura produttiva: è possibile infatti che lo sviluppo di servizi più avanzati – quali, ad esempio, quelli alle imprese – in un territorio richieda il precedente affermarsi dei servizi di rete, oppure che la crescita dei servizi alle famiglie richieda ex-ante uno sviluppo del reddito e quindi dell’economia nel suo insieme, e così via.

Evidentemente le interazioni economiche sottostanti sono molto complesse, l’analisi qui condotta non aspira pertanto ad offrire una spiegazione delle relazioni di causa–effetto, si limita invece a cogliere una correlazione tra i fenomeni di diffusione sul territorio dei diversi servizi.

Utilizzando dei grafici di dispersione sono stati comparati i numeri di imprese per 10.000 abitanti delle tre categorie dei servizi relativi ai SLL; gli assi si intersecano in corrispondenza del valore medio regionale delle variabili considerate.

Le tre tipologie di servizi appaiono a due a due, parzialmente correlate. I servizi alla famiglia risultano mediamente elevati solo in presenza di

un livello medio-alto di servizi alle imprese e quasi del tutto assenti se i secondi sono solo a livelli medio-bassi. La relazione non è però biunivoca, dal momento che si possono osservare elevati livelli di servizi alle famiglie anche in presenza di livelli molto bassi di servizi alle imprese (Graf. 7.10).

— pp. 95 —

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Gr af. 7 .1 0 - Relazio n e t ra S er v iz i a lla f amig lia e a lle imp res e n eg li S LL(n° imp res e p er 100 0 a bit ant i)

34

5

6

9

10

1314

16

18

2021

22

25

29

30

1

2

7

8

11

12

15

17

19

23

24

26

27

28

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00

Servizi alla famiglia

Serv

izi a

lle im

pres

e

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8

Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

Il confronto tra i servizi alla famiglia e quelli di rete evidenzia una sorta di indipendenza dei secondi dai primi: i servizi di rete possono risultare poco o molto diffusi indipendentemente dal livello di diffusione dei servizi alle famiglie. Sembra invece esserci una leggera dipendenza dei servizi alle famiglie da quelli di rete: i servizi alle famiglie risultano infatti più diffusi in quei territori dove sono più sviluppati anche i servizi di rete

— pp. 96 —

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Gr af. 7 .1 1 - Relazio n e t ra S er v iz i a lla f amig lia e d i r et e n eg li S L L(n° impres e per 100 0 a bitant i)

1

3

45

6

8

9

1011

13

18

19 21

22

23

25

27

29

302

7

12

14 15

161720

24

26

28

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

5,50

6,00

0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00

Servizi alla famiglia

Serv

izi d

i ret

e

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8

Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

L’elemento però forse più interessante si desume dall’analisi della

relazione esistente tra i servizi alle imprese e quelli di rete: l’osservazione dei dati (Graf. 7.12) suggerisce, infatti, che i servizi alle imprese non riescano ad “attecchire” e a svilupparsi in un contesto economico-territoriale caratterizzato dallo scarso sviluppo dei servizi di rete. Le cause potrebbero essere molteplici, a cominciare dalla semplice assenza di una domanda: in quelle aree in cui la domanda non è stata sufficiente a fare avviare attività artigiane di servizi di rete, è possibile che non si crei una domanda neppure per i servizi alle imprese.

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Oppure l’assenza di imprese artigiane dei servizi di rete potrebbe essere legata a deficit infrastrutturali del sistema di trasporto e di comunicazioni della Regione e scoraggiare quindi lo sviluppo di attività del terziario per le imprese.

Graf . 7 .1 2 - R elazio n e t ra S erv izi a lle imp res e e d i ret e n eg li S L L(n ° imprese pe r 1000 abit anti)

1

3

4

6

8

9

10

11

13

14

16

18

20

21

22

23

25

26

27

29

2

5

7

12

15

17

19

24

28

30

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

5,50

6,00

0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20

Servizi a lle im prese

Serv

izi d

i ret

e

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8

Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

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Altre relazioni possono comunque essere significative e, prima tra tutte, la compresenza dell’artigianato di servizio e di quello di produzione. Questa relazione sarà indagata nel prossimo capitolo.

6.5 In breve

L’artigianato dei servizi, che raggruppa in Basilicata 4.745 imprese artigiane, rappresenta una componente importante del settore dei servizi in generale: il peso dell’artigianato sul settore a livello regionale è infatti del 37,2%.

Classificando i servizi sulla base del destinatario dell’output prodotto, è possibile distinguere tre categorie di artigianato dei servizi. La categoria più consistente è rappresentata dai servizi di rete (51%), cui segue in ordine di importanza l’artigianato dei servizi alla famiglia (40%). Ancora in fase di sviluppo pare l’ultima categoria, l’artigianato dei servizi al sistema produttivo, che conta solo il 9% delle imprese artigiane dei servizi.

All’interno dei servizi alla produzione le componenti più importanti sono quelle dei settori Informatica e attività connesse e Altre attività professionali e imprenditoriali; i servizi alla famiglia sono per lo più composti da imprese del commercio al dettaglio e da parrucchieri e istituti di bellezza; nella terza categoria, le imprese artigiane più numerose sono quelle dei settori Trasporti merci su strada e Riparazioni e manutenzione degli autoveicoli.

Le imprese di servizio non si sono diffuse in modo omogeneo sul territorio, neanche nel caso dei servizi alla famiglia; la densità nei SLL dei capoluoghi di provincia non è generalmente elevata, anche se in queste aree si concentrano generalmente una significativa percentuale delle imprese artigiane regionali.

Diversi sono i territori che si caratterizzano per la maggiore diffusione delle imprese dei servizi; per i servizi alla produzione, l’80% dei quali si concentra in 8 aree (Potenza, Matera, Pisticci, Policoro, Melfi, Marsicovetere, Lauria, Rionero in Vulture) ricordiamo le aree di Matera, Potenza, Marsicovetere, Policoro e Rotondella, il sistema produttivo locale di Melfi e i PIT del Metapontino e di Vald’Agri; per i servizi alla famiglia le aree di Latronico e Lauria, il distretto di Rionero in Vulture e il PIT del Lagonegrese-Pollino; per i servizi di rete i SLL di Marsicovetere e Sant’Arcangelo, il distretto di Sant’Angelo Le Fratte, e il PIT della Val d’Agri.

un breve esercizio di confronto dei territori sulla base degli indicatori di densità delle imprese artigiane dei diversi servizi ha mostrato: a) una parziale correlazione positiva tra la presenza di servizi alle

imprese e servizi alle famiglie: i servizi sono più presenti in quei

— pp. 99 —

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territori dove c’è maggiore diffusione dei servizi alle famiglie, mentre sembra non valere la relazione opposta;

b) l’indipendenza della diffusione dei servizi di rete da quelli alla famiglia, mentre pare più forte la relazione inversa;

c) una parziale correlazione positiva tra la presenza di servizi alle imprese e servizi di rete; i primi sono più diffusi laddove è più elevata la densità dei secondi, mentre non vale la relazione contraria.

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K72 K74 G52 H55 M80 N85 O92 O93 G50 I60 K747

AcerenzaBella 1,00 1,08 1,38Francavilla in Sinni 1,00Latronico 1,50 1,14Lauria 1,15 1,56 1,22Marsicovetere 1,68 1,28Melfi 1,02 1,08 1,12 1,06 1,36Moliterno 1,28 1,03 1,11Muro Lucano 1,08Pescopagano 1,08Potenza 1,14 1,29 1,17 1,02 1,06 1,01 1,87Rionero in Vulture 1,31 1,60 1,80 1,02Rotonda 1,23Sant'Angelo Le Fratte 2,71 1,69Sant'Arcangelo 1,13 1,07 1,36 1,42Senise 1,31 1,28Venosa 2,00 1,05 1,21Matera 1,19 1,86 1,02 1,60 2,42 1,19 1,56Pisticci 1,05 1,01 2,08 1,61 1,37 1,08 1,12Policoro 1,34 3,27 1,08 1,39Rotondella 1,49 1,12 1,18 1,20 1,15Salandra 1,14San Giorgio Lucano 1,21Stigliano 1,05 4,25 1,19Tricarico 1,11 1,22Calitri 2,92Gravina in Puglia 1,04 1,70Spinazzola 1,08 1,10Mormanno 15,22 2,34 1,35 1,81Praia a Mare

Totale 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.20 - Quozienti di localizzazione per le classi rilevanti dei servizi per Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - (solo QL>1 e n° imprese artigiane >3)

Servizi per la produzione Servizi per le famiglie Servizi di rete

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K72 K74 G52 H55 M80 N85 O92 O93 G50 I60 K747

AcerenzaBella 1,00 1,08 1,38Francavilla in Sinni 1,00Latronico 1,50 1,14Lauria 1,15 1,56 1,22Marsicovetere 1,68 1,28Melfi 1,02 1,08 1,12 1,06 1,36Moliterno 1,28 1,03 1,11Muro Lucano 1,08Pescopagano 1,08Potenza 1,14 1,29 1,17 1,02 1,06 1,01 1,87Rionero in Vulture 1,31 1,60 1,80 1,02Rotonda 1,23Sant'Angelo Le Fratte 2,71 1,69Sant'Arcangelo 1,13 1,07 1,36 1,42Senise 1,31 1,28Venosa 2,00 1,05 1,21Matera 1,19 1,86 1,02 1,60 2,42 1,19 1,56Pisticci 1,05 1,01 2,08 1,61 1,37 1,08 1,12Policoro 1,34 3,27 1,08 1,39Rotondella 1,49 1,12 1,18 1,20 1,15Salandra 1,14San Giorgio Lucano 1,21Stigliano 1,05 4,25 1,19Tricarico 1,11 1,22Calitri 2,92Gravina in Puglia 1,04 1,70Spinazzola 1,08 1,10Mormanno 15,22 2,34 1,35 1,81Praia a Mare

Totale 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.20 - Quozienti di localizzazione per le classi rilevanti dei servizi per Sistemi Locali del Lavoro. 2002 - (solo QL>1 e n° imprese artigiane >3)

Servizi per la produzione Servizi per le famiglie Servizi di rete

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t

K72 K74 G52 H55 M80 N85 O92 O93 G50 I60 K747

Vulture 1,01 1,06 1,39 1,03Marmo - Melandro 1,35 1,03Val d'Agri 1,00 1,08 1,25Lagonegrese - Pollino 1,22 1,46 1,01Alto Basento 1,11 1,04 1,46Montagna Materana 1,70 1,96 1,14Materano 1,07Metapontino 1,28 2,79 1,32 1,13 1,28

Totale 0,91 0,80 0,92 0,95 1,02 0,00 0,83 0,97 0,99 0,96 0,70

Fonte: ns. elaborazioni su dati Albo artigiani

Tab. 6.21 - Quozienti di localizzazione nelle classi rilevan i dei servizi per PIt. 2002 - (solo QL>1 e n° imprese>3)

Servizi alla produzione Servizi alle famiglie Servizi di rete

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CAPITOLO 7 Le relazioni tra i settori

Nei precedenti capitoli è stata offerta una fotografia aggiornata della distribuzione territoriale e settoriale dell’artigianato lucano.

L’artigianato manifatturiero, dell’edilizia e dei servizi è stato studiato in profondità ma senza prendere in considerazione il rapporto con gli altri settori. L’obiettivo principale era infatti quello di identificare alcune specificità territoriali per ciascun settore.

Date le caratteristiche settoriali e la distribuzione dei settori sui territori sono state sin qui avanzate delle valutazioni sullo stato di fatto dell’artigianato lucano, sui territori in cui l’artigianato è più robusto e su quelli in cui le imprese artigiane esprimono maggiore debolezza.

L’esercizio che segue serve invece a raccogliere in forma sintetica informazioni aggiuntive che lo studio dei diversi settori in forma congiunta, da una parte, e il territorio, dall’altra, possono offrire.

Un modo sintetico per dare conto dei risultati a cui si perviene è quello di classificare i SLL a seconda dei diversi livelli di diffusione dell’artigianato dei vari settori.

L’emergere di una differenziazione territoriale porterà ad alcuni ragionamenti conclusivi circa le politiche di intervento in favore dell’artigianato.

7.1 Le relazioni tra i settori artigiani in Basilicata Con una metodologia analoga a quella adottata per l’analisi dei soli

servizi, sono stati incrociati su grafici a dispersione i dati sulla diffusione delle imprese artigiane per 1.000 abitanti dei diversi settori (Manifatturiero, Edilizia e Servizi).

Il principale risultato è relativo alla relazione generale che sembra legare i tre settori considerati.

Il grafico 7.1 confronta la diffusione delle imprese artigiane manifatturiere con quelle dell’edilizia: i due settori mostrano una parziale correlazione positiva; fermo restando la possibilità dello sviluppo di un settore anche in presenza di valori di diffusione dell’altro molto contenuti (primo e terzo quadrante del grafico identificati in senso orario), è evidente che quando una elevata diffusione del manifatturiero si accompagna a una analoga diffusione dell’edilizia.

— pp. 104 —

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Graf . 7 .1 - R elazio n e t r a M an if at t u ra ed Ed ilizia n eg li S L L (n° impre se ogni 1000 abit anti)

1

3

45

6

8

9

10

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1819

20

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29

30

2 712

15

1728

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

10,00

11,00

12,00

4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00

M anifattura

Edili

zia

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8

Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

Le ragioni possono essere diverse: laddove il manifatturiero è forte, il

reddito prodotto attiva una domanda di costruzioni; viceversa, il settore edile opera da traino nei confronti del settore manifatturiero, ipotesi alquanto verosimile se si considera la composizione settoriale di quest’ultimo, nel quale, come si è visto, prevalgono i settori legati all’edilizia residenziale6; inoltre nei comuni in cui c’è poca presenza del settore edile è poco presente anche il settore manifatturiero (quarto

6Alcuni esercizi di regressione condotti hanno evidenziato valori dell’R2 molto contenuti (tra il 18 e il 20%

della varianza spiegata). Valori più elevati si ottengono ponendo come variabile dipendente il numero di imprese manifatturiere, il che farebbe propendere per la seconda ipotesi, anche se, trattandosi di realtà locali diverse, prevarrà ora una ora l’altra ipotesi a seconda dell’area geografica considerata.

— pp. 105 —

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quadrante), mentre non è vero il contrario (primo quadrante).La seconda relazione studiata è stata quella tra gli indici di densità delle imprese manifatturiere e quelle dei servizi nel loro aggregato più ampio.

Graf . 7 .2 - R e lazio n e t r a M an if a t t u ra e S e r v iz i n e g li S L L(n° imprese ogni 1000 ab it ant i)

1

3

45

6

8

9

10

11

13

141618

19

20

21

22

23

24

26

27

29

302

712

15

17

25

28

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

10,00

11,00

12,00

4 ,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9 ,00 10,00 11 ,00

M anifat tura

Serv

izi

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8

Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

In questo caso la dipendenza dei servizi dal manifatturiero è emersa in

modo più netto7: le imprese dei servizi sono più numerose lì dove le imprese manifatturiere sono a loro volta più diffuse, ma non dominanti

7Il calcolo della regressione lineare che poneva i servizi come variabile dipendente ha portato ad un

risultato pari a R2 = 0.39.

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(punti 26, 6, 15 e 14 del Graf. 7.2, corrispondenti al comune di Calitri, ai SLL di Marsicovetere e Sant’Arcangelo e al distretto di Sant’Angelo Le Fratte). I servizi sono d’altro canto poco presenti in realtà come quella di Salandra (22), Stigliano (24) o Rotonda (13), solo per citare alcuni casi, in cui si osserva una bassa presenza della manifattura

Graf. 7 . 3 - R elaz io n e t ra Ed ilizia e S er v iz i n eg li S L L(n° impres e ogni 1000 abit anti)

1

3

45

6

8

9

10

11

13

141618

21

22

23

2425

26

29

30 2

712

15

17

19

20

27

28

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

10,00

11,00

12,00

4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00 12,00

Edilizia

Serv

izi

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8

Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

Il terzo grafico evidenzia una relazione inversa tra servizi ed edilizia:

laddove l’edilizia è più sviluppata i servizi appaiono più deboli, con i casi estremi di nel caso di Acerenza (1), Pescopagano (10), Mormanno (29), Muro Lucano (9) e altri casi simili.

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La lettura congiunta dei tre grafici permette di affermare che lo sviluppo dell’artigianato di servizio si accompagna a quello manifatturiero, a condizione che l’artigianato edile svolga nell’area un ruolo contenuto.

Un’interpretazione possibile di questo fenomeno è che quando la presenza del settore edilizio diventa relativamente meno importante rispetto a quella del manifatturiero, aumentano le imprese appartenenti a quest’ultimo settore e a quello dei servizi; il che significherebbe che la dominanza del settore edile sull’economia locale sia da leggere come il risultato di uno sviluppo economico dell’area non ancora compiuto, con un settore manifatturiero e dei servizi non ancora abbastanza consistenti: è il caso dei SLL di Muro Lucano, Salandra e Stigliano.

Naturale corollario è che le imprese che operano nei servizi non aumentano a causa della minore presenza dell’edilizia, ma per effetto dell’aumentata presenza della manifattura; lo dimostrano i casi dei SLL di Tricarico (25) e Rotonda (13), nei quali, nonostante un basso livello del settore edilizio, la diffusione dell’artigianato di servizio resta limitata, a causa della bassa diffusione della manifattura.

Laddove lo sviluppo è stato più omogeneo, con un manifatturiero che accompagna l’edilizia – come nei casi di Francavilla in Sinni (3), Latronico (4) e Calitri (26), solo per citarne alcuni – la diffusione delle imprese artigiane risulta elevata per tutti e tre i settori.

7.2 Ulteriori osservazioni dalla disaggregazione dei servizi Si è detto precedentemente che il settore dei servizi appare

positivamente influenzato da una presenza sufficientemente forte di imprese manifatturiere, mentre appare debole o quasi assente in quegli SLL caratterizzati da un rapporto tra settore manifatturiero ed edilizio sbilanciato verso quest’ultimo.

Questa osservazione, tuttavia, genera naturalmente una domanda: il legame di correlazione evidenziato è valido per tutte e tre le tipologie di servizi?

L’osservazione dei grafici 7.4, 7.5, 7.6 e 7.7 suggerisce una risposta negativa a questa domanda.

Una prima importante considerazione può essere fatta con riferimento al legame esistente tra manifattura e servizi alle imprese, che, data la natura di questi ultimi (commercio all’ingrosso, noleggio di attrezzature, servizi informatici, ecc.), dovrebbe essere relativamente forte. Il grafico 7.4, mostra, a sorpresa, l’assenza di una relazione robusta: le due variabili appaiono addirittura quasi indipendenti, con SLL che hanno sviluppato servizi alle imprese anche in presenza di un artigianato manifatturiero debole (primo quadrante) e SLL con un artigianato manifatturiero forte pur in presenza di una bassa presenza di artigianato dei servizi alle imprese.

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Tuttavia l’indipendenza tra le due variabili potrebbe essere solo apparente, dal momento che potrebbero essersi sviluppati, nei rispettivi casi appena citati, un settore manifatturiero e dei servizi alle imprese non artigiani.

Gr . 7 5 - Re lazio n e t ra M an ifat t u r a e S erv izi a lle im p rese n eg li S L L

(n° imprese per 100 0 a bitant i)

1

34

5

6

9

10

11

13

16

18

19

2021

22

23

24

26

27

29

30

2

7

812

14

15

17

2528

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

1,40

4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00

M anifattura

Serv

izi a

lle im

pres

e

af .Graf. 7.4

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8 Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

Il legame debole tra servizi artigiani alla produzione e sistema

produttivo, naturalmente, appare ancora più evidente nel caso di SLL a bassa presenza di imprese manifatturiere e ad alta presenza di imprese edili (Graf. 7.5).

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In questo caso si vede in modo accentuato che, salvo alcune eccezioni, anche laddove la diffusione delle imprese edili è elevata le imprese artigiane dei servizi alla produzione sono poco numerose.

raf. 7 . 8 - R e laz io n i t r a Ed ilizia e S erv izi a lle imp res e n eg li S L L(n° imprese per 1 000)

1

3

6

8

10

11

14

16

18

19

20

22

24

25

26

27

29

30

2

4

5

7

12

13

15

17

21

23

28

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00

Ediliza

Serv

izi a

lle im

pres

e

GGraf. 7.5

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8 Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

Dinamica opposta presentano i servizi alla famiglia, che appaiono

particolarmente forti in presenza di un consistente settore manifatturiero (Graf. 7.6) e nel già citato caso degli SLL con un tessuto economico globalmente solido (Francavilla in Sinni, Latronico, e altri) mentre mostrano una sostanziale indifferenza alla presenza di un robusto settore edilizio e anzi, qualora la forte presenza del settore edilizio sia

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accompagnata da una scarsa presenza dell’artigianato manifatturiero, tali servizi diminuiscono il proprio peso, come nel caso di Stigliano e Moliterno (Graf. 7.7) .

raf . 7 .4 - R e lazio ne t r a M an if at t u ra e S er v iz i a lla f amig lia n eg li S L L(n° impre se ogni 1000 abit ant i)

1

3

45

89

10

13

21

25

26

29

2 6711

12

14

15

1617

18

19

20

222324

27

2830

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00

M anifattu ra

Serv

izi a

lla fa

mig

lia

GGraf. 7.6

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8 Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

Questo risultato fa pensare che lo sviluppo di questi settori sia

fortemente determinato dall’effetto reddito delle famiglie: solo in presenza di un’economia più sviluppata e complessa, di cui la presenza del manifatturiero sarebbe un indicatore, si attiva una domanda da parte delle famiglie in grado di promuovere la creazione di nuove attività artigiane di servizi.

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Graf . 7. 7 - R elazio n e t ra Ed ilizia e S erv izi a lle fam ig lie n eg li S L L(n° impres e per 100 0 a bitant i)

1

3

45

8

10

13

16

19

23

2425

26

27

292

6711

12

14

1517

1820

21

22

2830

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00

Edilizia

Serv

izi a

lla fa

mig

lia

1 Acerenza; 2 Bella; 3 Francavilla in Sinni; 4 Latronico; 5 Lauria; 6 Marsicovetere; 7 Melfi; 8

Moliterno; 9 Muro Lucano; 10 Pescopagano; 11 Potenza; 12 Rionero in Vulture; 13 Rotonda; 14 Sant'Angelo Le Fratte; 15 ant'Arcangelo; 16 Senise; 17 Venosa; 18 Matera; 19 Pisticci; 20 Policoro; 21 Rotondella; 22 Salandra; 23 San Giorgio Lucano; 24 Stigliano; 25 Tricarico; 26 Calitri; 27 Gravina in Puglia; 28 Spinazzola; 29 Mormanno; 30 Praia a Mare;

Analoghe riflessioni possono essere compiute relativamente ai servizi

di rete; in questo caso è risultata confermata la relazione positiva e di dipendenza tra i servizi di rete e il manifatturiero e quello negativo con il settore edile.

La prima relazione può essere interpretata come effetto congiunto della domanda attivata dalle imprese di produzione (ricordiamo che il 42% delle imprese artigiane di questi servizi operano nel settore dei Trasporti terrestri e mediante condotte) e, per l’effetto reddito, dalle famiglie insieme alle imprese (un altro 51% opera nel settore delle Riparazioni e

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manutenzione degli autoveicoli e il 5,5% nei Servizi di pulizia e disinfestazione).

La relazione negativa tra servizi di rete ed edilizia viene ancora interpretata come effetto del minore stato di sviluppo dell’economia locale, solo in minima parte compensato dalla domanda delle imprese (il settore edile può esprimere una domanda locale di trasporto merci minore rispetto a quella del manifatturiero).

7.3 Verso una classificazione dei SLL Le considerazioni analitico-interpretative sin qui avanzate possono

essere sintetizzata attraverso una classificazione delle aree geografiche studiate sulla base degli indicatori di densità delle imprese artigiane fin qui utilizzati.

Occorre ricordare che le “etichette” che vengono assegnate fanno riferimento unicamente alla realtà artigiana; è possibile che alcune aree a una limitata struttura produttiva godano della presenza di qualche media o grande impresa, possibilità certamente limitata ma qui non approfondita.

Il risultato dell’esercizio classificatorio qui condotto si è tradotto nell’individuazione e nella caratterizzazione di 6 diversi territori. Le aree di eccellenza artigiana. Si tratta di quei Sistemi Locali del

Lavoro, più volte citati nel corso dell’analisi, che mostrano un’alta presenza di imprese in ciascuno dei tre settori artigiani esaminati, segno di un’economia che ha raggiunto un livello più avanzato di articolazione produttiva. Si tratta di: Francavilla in Sinni, Latronico, Senise, Marsicovetere, Sant’Arcangelo, il distretto di Sant’angelo Le Fratte, il sistema produttivo locale di Melfi e il comune di Calitri.

Le aree a specializzazione manifatturiera. Sono i SLL che presentano una composizione del tessuto artigiano più sbilanciata a favore del settore manifatturiero e del settore dei servizi, con una presenza invece relativamente ridotta di quello edilizio. Si tratta del SLL: Venosa, e dei comuni di Gravina in Puglia e Spinazzola.

Le aree a specializzazione edile caratterizzati da un tessuto economico con una prevalenza di imprese edili e da una corrispondente minore importanza della manifattura e dei servizi. In questo caso ci si riferisce ai SLL di, Muro Lucano, Salandra, Moliterno, Stigliano, San Giorgio Lucano, Acerenza, al distretto di Pescopagano (si ricorda che è qui considerato solo il comune capoluogo), il sistema produttivo locale di Bella e il comune di Mormanno.

Le aree orientate ai servizi, che sembrano affrontare, seppur in termini solo preliminari, una terziarizzazione del proprio tessuto economico, ovvero una consistente diminuzione del peso del settore manifatturiero e di quello edilizio, accompagnata da una corrispondente cospicua

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crescita delle imprese operanti nei servizi, con qualche differenziazione, all’interno di questi ultimi, a seconda della maggiore rilevanza assunta alternativamente da quelli alla famiglia, alle imprese o di rete. In questa categoria troviamo i SLL di Potenza, Policoro e Lauria e il distretto di Matera.

Le aree a scarsa presenza di imprese artigiane che presentano un basso numero di imprese artigiane per 1.000 abitanti, sempre rispetto alla media della Basilicata, in tutti e tre i settori considerati. Si tratta dei SLL di Tricarico e di Rotonda.

Le aree a media presenza di imprese artigiane L’ultimo gruppo di Sistemi Locali potrebbe, ad una prima impressione, apparire come residuale rispetto agli altri; in realtà, esso è composto da tutti quegli SLL “medi”, che presentano, cioè, valori del numero di imprese per 1.000 abitanti in ciascun settore assolutamente allineati alla media della Basilicata. Parliamo, in questo caso, dei SLL di Pisticci, e Rotondella, del distretto di Rionero in Vulture, del comune di Praia a Mare. Un’ultima attenzione va rivolta al fatto che anche le aree con elevata

diffusione delle imprese artigiane manifatturiere non sono da considerare automaticamente in una posizione favorevole sul lungo periodo: anche qui infatti possono emergere aree di crisi settoriale. Quei territori, ad esempio, che contano su una presenza eccessiva di imprese legate all’edilizia potrebbero in un prossimo futuro dovere riorientare la propria produzione o ampliare significativamente i mercati geografici di riferimento.

Le aree vanno quindi considerate caso per caso, analizzando nel dettaglio la distribuzione settoriale della struttura produttiva artigiana.

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CAPITOLO 8 Conclusioni

8.1 Artigianato, tradizione e piccola dimensione: un potenziale freno alla crescita o un ponte verso lo sviluppo?

Negli ultimi mesi del 2002 risultavano iscritte alle Camere di Commercio della Basilicata 12.327 unità artigiane attive. Dal confronto con il resto del Paese la realtà artigiana lucana risulta particolarmente sviluppata: circa un terzo delle imprese lucane sono infatti imprese artigiane.

La prima questione che sorge è capire se il forte sviluppo dell’artigianato possa costituire un potenziale vantaggio competitivo per l’economia della regione, basato sulla piccola dimensione e la flessibilità, o, al contrario, se l’attuale struttura produttiva possa mostrarsi nel più lungo periodo di freno allo sviluppo.

Una seconda questione, strettamente correlata alla prima, riguarda le prospettive di sviluppo dell’attuale struttura produttiva artigiana.

Risposte a questioni così complesse e impegnative richiedono naturalmente altre metodologie di analisi e ulteriori e più approfondite indagini, tuttavia alcune indicazioni preliminari si possono trarre dall’analisi della distribuzione settoriale delle imprese.

La struttura produttiva artigiana lucana è composta principalmente da imprese edili (32,1%) e manifatturiere (29%) mentre la restante parte si distribuisce nelle varie voci dei servizi, in particolare Riparazioni (10%), Commercio e Alberghi (5,6%), Trasporti (8,3) e Altre attività di servizi (14,9%).

Comparata con la struttura produttiva artigiana nazionale, quella lucana risulta sbilanciata su alcune attività di servizio (Commercio e alberghi e Riparazioni), con un minore peso del manifatturiero e dell’edilizia; questi due settori peraltro vedono una percentuale di imprese artigiane superiore rispetto a quanto avviene a livello nazionale, sono dunque settori la cui struttura produttiva è principalmente di piccolissima impresa.

Il 60% delle 3.601 imprese artigiane del manifatturiero si concentra in 3 settori: l’alimentare, la lavorazione del legno, la lavorazione dei metalli.

Un’analisi più approfondita di questi settori ha evidenziato che nell’alimentare il 60% delle imprese artigiane operano nella classe di attività Prodotti di panetteria e pasticceria fresca, su un mercato, quindi, strettamente locale, con possibilità di crescita, a livello aggregato, limitate nel lungo periodo ed in gran parte isolate dai circuiti commerciali extra-regionali.

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Le imprese degli altri due settori scontano invece uno stato di dipendenza dal settore delle costruzioni, trattandosi per lo più di produttori di infissi e finestre o altre componenti e lavorazioni per l’edilizia; dati i processi di ristrutturazione di lungo periodo in atto nel settore delle costruzioni, le imprese manifatturiere da esso dipendenti si trovano su un mercato la cui domanda potenziale ha più probabilità di ridursi che di crescere.

Un terzo delle imprese artigiane, dunque, opera su mercati deboli e con poche prospettive di sviluppo a livello aggregato; se ciò non esclude la possibilità di singoli percorsi di eccellenza occorre guardare con attenzione a questa articolazione.

Al contempo, esistono potenzialità di sviluppo nel lungo periodo per le altre imprese artigiane manifatturiere, quali quelle operanti in attività facilmente inseribili nell’ambito di circuiti fornitura e subfornitura nazionali o di produzione ed esportazione di prodotti tipici: occorre però che siano stimolate e guidate nel percorso di apprendimento ed evoluzione verso nuovi approcci a nuovi mercati. La stessa Basilicata vanta al suo interno casi di successo che vanno in questa direzione, quali quelli del distretto del mobile di Matera e del sistema produttivo locale – in senso economico – della corsetteria di Lavello.

In assenza di interventi appropriati un possibile scenario, fortemente negativo, è quello di un forte ridimensionamento dell’artigianato in seguito a shock endogeni ed esogeni al sistema regionale: forte crisi del settore delle costruzioni, maggiore penetrazione della GDO nel territorio regionale e conseguente piazzamento sia delle attività commerciali tradizionali, sia dei loro fornitori artigiani.

All’interno del settore manifatturiero, la componente “tradizionale” rappresenta circa il 50% della struttura produttiva artigiana del settore. È una quota importante del settore manifatturiero, che offre opportunità di crescita e sviluppo alle singole aziende e quindi all’economia regionale nel suo insieme con alcuni aspetti da valorizzare, quale, ad esempio, l’artigianato artistico.

Anche in questo caso si possono ipotizzare due scenari: il primo, positivo, in cui le imprese riescono a valorizzare e “aggiornare” la propria produzione e ad allargare il mercato, in cui l’artigianato artistico si sviluppa anche nuovi mercati extra-regionali o attraendo maggiore clientela attraverso il potenziamento dei circuiti turistici e l’organizzazione di eventi in grado di creare “movimento” intorno alle realtà produttive artigiane. Il secondo scenario, negativo, in cui le imprese tradizionali subiscono la modernizzazione, non innovano il prodotto, e si accontentano del mercato locale, con una continua, inesorabile erosione delle quote di mercato e dei margini di redditività, fino alla potenziale cessazione dell’attività imprenditoriale. In questo secondo scenario, il forte peso dell’artigianato

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tradizionale sull’insieme del manifatturiero potrebbe risultare una zavorra pesante per il rilancio dell’economia regionale.

All’elevata percentuale di artigianato tradizionale si accompagna un moderno artigianato produttivo, complementare a quello tradizionale, ma ancora non sufficientemente sviluppato.

Ugualmente, le imprese artigiane dei servizi operano principalmente nell’ambito del commercio, delle riparazioni e dei trasporti (tutte attività potenzialmente a rischio), mentre sono ancora poco sviluppati i servizi alle imprese.

Anche in questo caso esistono ampi spazi per allargare la base produttiva in settori in crescita, mentre si pone il problema di una modernizzazione e/o trasformazione delle aziende che operano nei settori più tradizionali.

Le imprese artigiane dell’edilizia, infine, devono inevitabilmente passare attraverso il momento di ristrutturazione del settore a livello regionale, ma possono essere accompagnate in processi di crescita e aggregazione per affacciarsi su nuovi mercati.

In conclusione, il settore artigiano ha davanti a sé alcune possibilità di sviluppo: molti settori di attività in espansione sono ancora oggi poco sfruttati e si tratta di aggredire nuovi mercati prima che arrivino operatori dall’esterno; allo stesso tempo si rende necessario accompagnare (e sollecitare) le imprese più “mature” verso processi di trasformazione e crescita e la ricerca di nuove opportunità di business.

8.2 Artigianato, tradizione e territorio: alcune attenzioni per le politiche di intervento

Il rapporto ha messo in luce, da una parte, diverse vocazioni produttive

e artigiane delle aree geografiche considerate (Sistemi Locali del Lavoro, PIT, sistemi produttivi locali e distretti industriali) e, dall’altra, ha rivelato forti disomogeneità territoriali per quanto riguarda la diffusione dell’artigianato e dei diversi settori.

I SLL sono stati classificati a seconda della diffusione sul loro territorio delle imprese artigiane dei diversi settori (Manifatturiero, Costruzioni e Servizi); il territorio regionale che ne esce è così un mosaico composito, ogni tessera del quale presenta proprie specificità produttive e si distingue per diversi percorsi possibili di sviluppo. La sfida che si pone al legislatore regionale è quella di assecondare i percorsi virtuosi, da una parte, e riorientare quelli più lenti e incoerenti, dall’altra.

Quando peraltro la realtà su cui si interviene è complessa, risulta fuorviante una ricetta unica che si adatti a tutti i settori e ad ogni territorio.

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Page 118: Artigianato/artigianati in regione Basilicata · 2010. 12. 2. · L’artigianato edile 5.1 Le specializzazioni territoriali dell’artigianato edile 5.2 In breve CAPITOLO 6 L’artigianato

Il rapporto ha fortemente stressato come anche una regione di limitate dimensioni territoriali come la Basilicata richieda interventi specifici (di settore e di territorio).

Una misura, ad esempio, indirizzata all’artigianato dei servizi per il sistema produttivo non può che risultare territorialmente concentrato dal momento che in 8 SLL si concentra l’80% di quelle specifiche attività artigiane. Allo stesso modo, interventi per l’artigianato manifatturiero lasceranno insoddisfatti quei territori la cui economia artigiana poggia principalmente sull’edilizia.

Né è pensabile che un intervento per l’artigianato nel suo complesso sia più equo dal punto di vista territoriale, dal momento che la presenza di questo comparto può variare notevolmente ed essere in alcune aree poco significativa.

Il problema, allora, non è innanzitutto quello di quale politica attuare, nel rispetto dell’equità territoriale, ma prendere coscienza degli effetti redistributivi degli interventi da una parte e, soprattutto, del diverso grado di incisività che un intervento può avere su realtà produttive locali tra loro differenti.

Per programmare lo sviluppo di un territorio diviene imprescindibile utilizzare anche una griglia “fine” di lettura settoriale delle realtà produttive e avviare così una riflessione sui diversi possibili percorsi di crescita e sviluppo locale.

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