Artemedica_14

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Un paio di articoli da sfogliare, dal numero 14 della rivista

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ARTEMEDICA NEWSLETTER ANTROPOSOFIA OGGI

N°.14 Estate 2009

Iscritta al tribunale di Milano al n. 773

registro stampa, il 12.10.2005

Direttore responsabileLuisa Abbà

Direzione culturalePaulette Prouse

Coordinamento e comunicazioneMassimo Silvano Galli

RedazioneAnna Chiello

Copertina Photo by Tristanbrand

TraduzioniTeresa Buccheri

Giuseppina Quattrocchi

Hanno collaboratoCristiano Abbadessa

Daniela Abravanel

Jens Heisterkamp

Rüdiger Iwan

Angelica Ludwih-Huber

Marco Mocenigo

Anna Prouse

Paulette Prouse

Christoph Quarch

Gottfried Richter

Martina Maria Sam

Thomas Stöckli

Elisabeth Wiederckehr

Tiratura6000 copie

DistribuzioneArteMedica raggiunge una media di 21.500 lettori a

numero. Ogni numero è distribuito per 4000 copie ad

abbonati, mentre 2000 copie sono diffuse presso i mag-

giori centri, scuole e associazioni di antroposofia, negozi

biologici, erboristerie, centri artistici e ricreativi.

StampatoreTipografia Cartalpe - via Pesaro 11 - Milano

Sommario

Sarebbe ragionevole morireun ricordo di Giovanni Prouse

FOCUSIl disagio giovanile nella scuolaintervista ad Angelica Ludwig-Huber

PEDAGOGIAOrientamento radicale verso il bambinointervista a Remo Largo

Discesa agli inferi e Ascensionetratto da Emil Bock

La libertà è anche molto scomodaintervista a Wolfgang Gerhardt

TESTIMONIANZEIncontro con la medicina antroposoficadi Marco Mocenigo

Inserto Libri

Burnout, espressione del nostro disagio animicointervista a Hansueli Albonico

Parola ai lettori

Non senza l’uomo

Dio risuona come una sinfoniaintervista a Pir Zia Inayat Khan

Vaccinazione: una scelta responsabiledi Cristiano Abbadessa

ESERCIZIDalla memoria che ricorda alla memoria che osservadi Martina Maria Sam

Decisione Apocalitticadi Gottfried Richter

Cabalà e guarigionedi Daniela Abravanel

LA PUBBLICITÀ SU ARTEMEDICA È ECONOMICA E EFFICACE

unico concessionario per la pubblicità

EDITRICE NOVALISVia Angera 3 (angolo Belgirate 15) - 20125 Milano

tel. 02 66984677 - fax 02 67116222www.librerianovalis.it

PER INFORMAZIONI

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Ogni anno in primavera e in estate si ripete questa sorta di miraco-lo, di magia che ci offre la natura con la sua lussureggiante fiorituraquale simbolo del ritorno alla vita. In questo momento dell’anno ilpensiero della morte ci dovrebbe apparire estraneo, fuori luogo.Eppure ricordi ed esperienze presenti fra vivi e defunti sembranointrecciarsi più che mai. Molte persone che si avvicinano alla fine delloro percorso sulla Terra percepiscono già l’aldilà che irrompe a trat-ti nella loro vita terrena, come se le due sfere si toccassero. È possibi-le che le anime, sia quelle dei defunti che quelle dei loro amici rima-sti sulla Terra, si espandano e si sfiorino maggiormente aiutate dallafioritura estiva? Non è probabilmente un caso se ai morti piacciono ifiori. Può essere che la fioritura dilati l’anima dei defunti ma anchequella dei vivi? Dal calendario dell’anima di Rudolf Steiner ci vieneincontro una dimensione di spazio-tempo modificata in estate rispet-to all’inverno. Un fenomeno di dilatazione rende l’anima più ricetti-va e aperta ad una percezione più ampia.

Il disagio giovanile, che sta spesso alla base del bullismo a scuola, èun fenomeno molto diffuso. Di chi è la colpa, se di colpa si può par-lare? La scuola e la famiglia hanno creato una forma in cui il bam-bino non viene riconosciuto, in cui gli è impossibile manifestare le suecapacità: è come se non potesse guardare con rispetto in alto versogli adulti. D’altronde il mobbing praticato dagli adulti negli uffici, suiposti di lavoro non è un fenomeno raro. Non è dunque sorprendenteche la mancanza di rispetto verso gli adulti e la violenza nei confron-ti di un compagno di scuola più debole faccia parte del generale tra-collo di una forma sociale che fa acqua da tutte le parti, perché nonadeguata ai nostri tempi, forse troppo vecchia?La redazione ha già in programma di tornare sull’argomento scuolanel prossimo numero autunnale della nostra Newsletter.

L’articolo “La libertà è anche molto scomoda” richiama la nostraattenzione su quanto è facile barare col concetto di responsabilità:c’è la diffusa tendenza di puntare sempre il dito sugli altri; se poi sipuò addossare la colpa agli uomini politici è ancora più facile perchéci si può arrabbiare e insultare senza doversi confrontare direttamen-te con nessuno.

Quando Il maestro Sufi parla della sofferenza e del grido della Terra,che senza la partecipazione dell’uomo non si può salvare, e definisceil cuore come organo di percezione, non è poi così lontano da Steinerquando parla del pensiero che deve accendere le forze del cuore. IlSufismo è un’emanazione del Manicheismo (vedi Newsletter n. 10).

Rudolf Steiner ha dato molta importanza all’esercizio di ripercorrerela giornata a ritroso, perché nei mondi superiori tutto decorre dallafine all’inizio. Anche dopo la morte, l’uomo nel kamaloka rivive leesperienze della vita appena trascorsa dalla morte fino alla nascita.Il processo della retrospettiva, oltre a rafforzare la memoria, mira apenetrare sotto la soglia della coscienza.

Editoriale

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Ci troviamo davanti a un momento storico di svolta pedagogica.Dobbiamo sperare che la voce di Remo Largo venga ascoltata dal-l'opinione pubblica e dai responsabili dell'educazione, per il bene

dei bambini. È la voce di una difesa del bambino, per un'umanità, all'inter-no della nostra società, che non si lasci conquistare da interessi economici eda una formazione politica miope. È una sfida a ripensare e sviluppare lapedagogia e ogni educazione a partire dal bambino.

R e m oLargo, negli ultimi tempi sui mediaLei ha difeso un insegnamento indivi-dualistico. Perché?Oggi nella nostra società si è imposta, aragione, l'idea che i bambini siano moltodiversi fra loro. In passato la scuola nonha mai realmente considerato le diffe-renze, se non quelle di rendimento. Peruna serie di motivi al giorno d'oggi ci tro-viamo davanti alla necessità di occupar-ci dell'individualizzazione dell'insegna-mento, perché le differenze di talentisono enormi. Per far ciò sono necessariepiccole classi e insegnanti che ai bambininon insegnino solo le “materie”.

Quanta importanza dà all'altra fac-cia della medaglia, la socializzazione?Penso che la problematica centrale dellasocializzazione in realtà sia il rapportofra educatore e bambino. Purtroppo, ciòoggi non è più un argomento dellapedagogia, nonostante questo rapporto sia la base dell'insegnamento. Dobbiamo di nuovo tornare a esserecoscienti delle basi su cui vogliamo fondare un rapporto col bambino che sia alla sua misura. Proprio su taletema le scuole steineriane hanno degli aspetti positivi, perché privilegiano una grande continuità con le per-sone di riferimento. Nelle scuole pubbliche purtroppo non è così, già nella scuola elementare abbiamo fino asei docenti e anche più! Così tanti insegnanti, secondo il mio parere, non rendono possibile la costruzione di unrapporto di fiducia, che è il presupposto fondamentale per la predisposizione a imparare del bambino. Nellascuola elementare sono vantaggiose da due a tre persone di riferimento, non di più.

SOLIDARIETÀ DEGNA DELL'UOMOCome vede lo sviluppo di una solidarietà fra così tante individualità?Solidarietà e individualizzazione non si escludono a vicenda. Al giorno d'oggi i bambini vanno a scuola dalledieci alle quindici mila ore circa e devono quindi socializzare forzatamente. La questione è solo questa: chestrada deve prendere la socializzazione affinché si crei una solidarietà degna dell'uomo per l'età adulta? Seprestazione e competizione decidono la gerarchia fra bambini e giovani, se al centro dell'attenzione non è piùl'uomo come persona ma solamente la sua capacità di prestazione, allora per me non è più possibile lo svi-luppo verso un pensare e agire comune.

di Thomas Stöckli

Orientamento radicale verso il bambinoIntervista al pediatra

zurighese Remo Largo,

famoso in tutto il mondo per

il suo manuale Babyjahrein cui esprime un giudizio

molto radicale sul sistema

educativo contemporaneo.

(da Das Goetheanum)

PEDAGOGIA

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Come vede il rapporto fra la tematica della soli-darietà e la questione della violenza?Se una parte dei giovani viene spinta ai marginiallora la scuola ha fallito. Garantire l'integrazionesociale di ogni bambino è uno dei suoi compiti.L'esclusione è in rapporto diretto con la disponibili-tà alla violenza o meglio con la prevenzione dellaviolenza. Ci sono altri ambiti dell'integrazione: i rapporti fragli insegnanti e il rapporto fra scuola e genitori. Lascuola steineriana ha in questo senso un approcciointegrativo, molto più che le scuole pubbliche.

Viviamo in una società che soffre di stress. Questoha spesso a che vedere con le paure. Come possonoinsegnanti e genitori liberarsi da queste paure?Si può fare solo avendo fiducia nel bambino: ogni

bambino vuoleimparare e svilupparsi. Se non abbiamo fiducia nel bambino ci assumiamo una responsabilitànel luogo sbagliato. Cos'è quindi la nostra responsa-bilità? A mio avviso consiste nel creare le condizionigenerali perché il bambino possa imparare a ognietà; per questo dobbiamo sapere di cosa necessita ilbambino in ogni età. Questo non ha niente a che vede-re con le necessità dell'economia, è piuttosto una peda-gogia orientata verso il bambino.

Lei è pediatra. Fino a che punto la pedagogiainfluisce sulla salute dei bambini?Sono stato formato dalla mia attività scientifica, che hapoco a che fare con la medicina. Abbiamo curato eseguito centinaia di bambini sani e sviluppati normal-mente in tutta la loro infanzia, perché volevamo sape-re: come si sviluppano i bambini.La base è il rapporto. Il rapporto fra bambino emaestro non è superficiale. Sono del parere che i

bambini si leganoall'insegnantecome ai proprigenitori. I bambinidesiderano sentirsiprotetti e accolti dailoro maestri. Se questoviene loro negato vengonodisturbati a livello emozio-nale e la loro disponibilitàa imparare diminuisce. Èimportante una stima indi-pendente dalla prestazione, equesta condizione spesso nonviene adempiuta. A ciòaggiungiamo:

cosa vuol dire "svi-lupparsi" e che necessità hail bambino? Le materie scolasti-che purtroppo venivano e vengonotuttora definite ancora in gran partedall'economia e dalla società.Parliamo, ad esempio, della motrici-tà: i bambini fra sette e nove annisono i più attivi a livello motorio. I bambini che si comportano in modoattivo, oggi vengono subito definitiiperattivi! Invece di tranquillizzarli condei medicinali dovremmo pensare acome occuparli a livello motorio inmodo sensato.

Quali sono i punti di forza e quali ledebolezze delle scuole steineriane?Ciò che mi ha convinto è che RudolfSteiner si era impegnato sincera-mente a capire i bisogni dei bam-bini nei diversi periodi di età e siera domandato come si dovessecreare un ambiente che vi corri-

Se una parte dei giovani vienespinta ai margini allora la scuo-la ha fallito. Garantire l'integra-zione sociale di ogni bambino èuno dei suoi compiti.

[PHOTO BY: EDDIE~S]

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spondesse: la soluzione individuata rispondeva albisogno molto meglio delle scuole pubbliche.Ancora oggi nelle scuole steineriane è così, e ciò miha convinto; credo che quel metodo sia ancora amisura di bambino. Il grosso pericolo che si corre è quello di far degene-rare a dogmatica l'insegnamento di Rudolf Steiner.Un altro pericolo è che siamo poco pronti a occu-parci delle differenze fra i bambini e delle loro indi-vidualità.

Ma la quotidianità pedagogica in una scuola stei-neriana è costruita in modo che ci vuole veramenteparecchio perché un bambino vada a finire male.Comunque bisognerebbe abbandonare l'idea che ibambini della stessa età abbiano la stessa capacitàdi comprensione e abbiano bisogno delle stessesostanze. Anche la scuola steineriana si dovrebbeliberare da questo tipo di concetti normativi. Trovomolto positivo, invece, il fatto che non vi sia presen-te la pressione dei voti e la competizione che que-sta comporta.

LA SCUOLA PARTENDO DAL BAMBINO

Le scuole steineriane esistono da più di ottan-t'anni. Perché non hanno avuto più influenzasul sistema scolastico pubblico?L'influenza è indiretta. Lentamente i deficit nellescuole pubbliche sono stati colmati prendendo "pre-stiti" da Steiner, Montessori e altri, soprattutto nel-l'ambito della metodologia didattica. Adesso la sfida è globale. Secondo me ciò che devesuccedere nelle scuole è qualcosa di radicale.Dobbiamo riconsiderare afondo la scuola che abbiamoavuto negli ultimi centocin-quanta anni. Molte cose oggivengono messe troppo poco indiscussione. Verso cosa ci orien-tiamo? Da fuori arrivano moltee forti influenze come la globalizzazione, l'econo-mia e i cambiamenti sociali. Io sono propenso apartire dal bambino. Il bambino dovrebbe essere

considerato nella sua totalità e successivamente intutte le sfere particolari che dobbiamo coprire, nonal contrario. Dov'è la competenza della scuola inquesto? Questo dibattito non viene gestito in modosufficientemente a misura di bambino.

Ha delle tesi precise sulla direzione da prendere?La cosa migliore che possiamo fare è sostenere l'indi-viduo nel diventare sé stesso e realizzare le sue forze.Poi direi che per la società come totalità la cosa

migliore sia che ogniindividuo si possa rea-lizzare nel modo mi-gliore. Questo presup-pone però un sistemavasto e differenziato,non una monocultura.Esistono, ad esempio,delle persone che nonsono adatte per unasocietà che presta ser-vizi.Dovremmo allora ave-re un sistema formati-

vo che possa realizzare le forze individuali anche neimestieri manuali, nello sport, nell'arte e in altro. Cosìla società avrebbe da sostenere anche meno personeche per tutta una vita non hanno trovato il loroposto. Quando, come in Germania, ci sono delle per-sone che non hanno lavorato per un'intera vita, allo-ra la società ha fallito. Dovremmo stimolare le forze, e invece cerchiamoancora di colmare i deficit.

Quale sarebbe quindi la Sua proposta principale?Da una parte abbiamo il bambino come individuo edall'altra i concetti delle regole della società. Se ciorientassimo verso l'individuo otterremmo unasocietà forte; ne avremmo una debole se ci compor-tassimo secondo le regole, perché non porteremmoalla luce il potenziale di sviluppo degli uomini. Ibambini che governiamo con i nostri concetti diregole corrono il pericolo di diventare un peso socia-le da adulti perché non si faranno mai integrare.Perciò penso che la cosa più importante sia quella

di orientarci completamenteverso il bambino. Per questo ènecessaria una lobby per ilbambino, con persone che nonrappresentino nessun interessedi legame, nessuna intenzionepolitica e nessuna direzioneideologica, ma che invece

vogliano essere difensori del bambino e che voglia-no capire e garantire il suo sviluppo. �

[PHOTO BY: DERRICKT]

Dovremmo stimolare leforze, e invece cerchiamoancora di colmare i deficit.

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di CristianoAbbadessa Vaccinazione:

una scelta responsabile

Quando si tratta di vaccinazioni, il medico deve diventare uno chepensa con pari diritto, un interlocutore allo stesso livello di chi devefare la scelta. Può solo spiegare i collegamenti nella misura in cui ne

è capace, cosa già abbastanza complicata, e deve coinvolgere completa-mente i genitori nelle molte questioni e nei problemi irrisolti esistenti. Nonpuò evitare di farlo solo in forza del fatto che indossa un camice bianco.”Questo è l'atteggiamento più corretto di fronte alla ‘punturina dalle grandi

conseguenze’, ovvero la vaccinazione, secondoil dottor Christoph Tautz, primario del repartodi pediatria dell'ospedale di Herdecke, diret-tore di un centro emato-oncologico e autore dinumerose pubblicazioni sulla diagnosticaoncologica e l'oncologia pediatrica.Secondo il dottor Tautz è indispensabile inter-rogarsi a fondo, e senza preconcetti, sullareale utilità (secondo alcuni, addirittura, lanecessità) delle vaccinazioni.

Una riflessione che deve considerare moltepli-ci aspetti, valutare i pro e i contro, non sotta-cere i rischi connessi e non schivare quei dubbiche troppo spesso vengono messi a taceresenza alcuna valida motivazione. Tutte que-stioni che il dottor Tautz, invece, affronta conl'onestà intellettuale del ricercatore.Tanto per cominciare, ricorda Tautz, "I bam-bini non vaccinati non sono certo più malatidei bambini vaccinati. Per esperienza indivi-duale posso ben dire che i bambini vaccinatisoffrono più di frequente di malattie ‘banali’

di quanto non accada a coloro che hanno fatto poche o addirittura nessuna vaccinazione. Si sono anche osser-vate famiglie con molti figli e le si sono confrontate tra loro: si è studiato quante volte si sono ammalati i primifigli che hanno fatto tutte le possibili vaccinazioni e quante i figli nati dopo che sono stati vaccinati di menoe si è constatato che questi ultimi sono decisamente più sani dei loro fratelli vaccinati; esiste un'intera serie disimili studi familiari che lo documentano".In secondo luogo non si può affermare con perentoria sicu-rezza che le vaccinazioni di massa siano state decisive perdebellare alcune malattie, come spesso viene fatto. "Peresempio - ricorda Tautz - nessuno è in grado di dire qualesarebbe stato il decorso del vaiolo se non avessimo procedu-to a vaccinare. Nel caso della tubercolosi la cosa è più facilmente osservabile e si sostiene che, grazie allo svi-luppo dei vaccini, si è contribuito a debellarla quasi, ma questo non è proprio del tutto vero. Grazie allemigliorate condizioni igieniche, quando si è scoperto il bacillo della tubercolosi essa era già regredita del 50%;a quell'epoca naturalmente non esisteva ancora nessun vaccino e prima che questo venisse sviluppato la dif-fusione della malattia continuò massicciamente a diminuire. Fatti analoghi sono stati osservati anche nel casodi altre malattie".Senza contare che i vaccini possono sì causare la scomparsa di determinati agenti patogeni, ma possono nellostesso tempo favorirne la trasformazione. È il fenomeno detto del replacement, che si è verificato, per esem-

[PHOTO BY: I WOZ ERE]

Alcune riflessioni del Dottor

Christoph Tautz tratte

dall'intervista "La vaccinazione:

una punturina dalle grandi

conseguenze" realizzata da

Matthias Klaussner e pubblicata

nel libro Forze di guarigione,

Editrice Novalis, collana

Quaderni di Flensburg.

I bambini non vaccinati nonsono certo più malati deibambini vaccinati

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possano venirgli imputate". Il problema, sottolineaTautz, è che manca qualsiasi volontà di approfon-dire le ricerche in questa direzioneAl contrario, la tendenza in atto è quella di impor-re la vaccinazione come una prevenzione necessa-ria e risolutiva contro qualsiasi patologia. Si tratta,secondo Tautz, di una scelta politica ed economica,perché le vaccinazioni di massa si traducono in unaffare redditizio. Di conseguenza, instillare nelle

persone il terrore della malattia è il metodo piùsemplice e sicuro perindurle a quella cheritengono una drasti-ca scelta preventiva. "La Germania - spiegaTautz - si è impegnataa partecipare allaratificazione del pro-gramma della Orga-nizzazione Mondialedella Sanità, ma hatuttora una percen-tuale di vaccinazionitroppo bassa. Occorrequindi sfruttare qual-siasi opportunità sioffra per spaventare.Bisogna far pauraalla gente, altrimentinon la si induce a vac-cinarsi e non si alzanole percentuali. Si descrive quindi unamalattia più grave diquel che è, per farpaura, in modo che

poi la gente corra a farsi vaccinare". E cita ad esem-pio il caso della vaccinazione contro il cancro del-l'utero, che viene ora caldamente consigliata alle

adolescenti fra i dodici e idiciassette anni, per la qualemanca qualunque seria ricer-ca che ne attesti l'effettivaefficacia e che dimostri unaminore insorgenza del tumo-re tra le donne vaccinaterispetto a quelle non vacci-nate.

Da medico antroposofo (ha studiato alla liberascuola Waldorf di Stoccarda fino al diploma dimaturità, prima di cominciare a frequentare i circo-li di medicina antroposofica all'epoca degli studiuniversitari compiuti a Marburgo), Tautz non puòfare a meno di considerare altri scompensi all'equili-

pio, nella patologia della meningite: la vaccinazio-ne HIB (emo-influenza B) ha debellato le meningi-ti batteriche dovute all'infiammazione dell'epiglot-tide, ma il germe dell'HIB è stato sostituito daglipneumococchi e il numero complessivo delle menin-giti è rimasto invariato.Secondo una casistica non sufficientemente studia-ta, le vaccinazioni non sono soltanto inutili in molticasi, ma possono addirittura essere rischiose: vi sonoepisodi non isolati di rigetto, o addirittura casi in cuiproprio il vaccino hacontribuito a far svi-luppare la patologiache, in teoria, avrebbedovuto combattere. E su alcuni effetti dellevaccinazioni manca,tuttora, una ricercaseria e attendibile. "Sisuppone, a buonaragione, che l'idrossidodi alluminio contenu-to nei vaccini inducaun notevole ritardodella maturazionenervosa o un disturbodella maturazionenervosa - spiega peresempio il dottorTautz - L'idrossido dialluminio è presentein tutti i vaccini iniet-tabili come una sortadi componente ritar-dante, per evitare chela sostanza attiva vengaliberata troppo in fretta; non solo non è dimostratoche sia necessario, ma esso è presente in una quan-tità tale che già una sola vaccinazione supera lapercentuale che potrebbevenir considerata tollerabileda una persona. L'idrossidodi alluminio impedisce, oquanto meno disturba, lamaturazione dei nervi in unamisura tale da provocare unpeggior sviluppo delle guai-ne mieliniche necessarie ainervi come alimento: ne con-segue che i nervi subiscono un'alterazione della lorofunzione o addirittura del loro sviluppo. In questocontesto ci si chiede se le patologie neurodegenera-tive quali la sclerosi multipla, l'Alzheimer, l'autismoo i disturbi dei rendimenti parziali e persino l'ADHS(sindrome da deficit di concentrazione, ndr) non

[PHOTO BY: Y]

Si descrive quindi unamalattia più grave di quelche è, per far paura, inmodo che poi la gente corraa farsi vaccinare.

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brio individuale causati dal ricorso alle vaccinazioni:

“Il corpo eterico viene indurito dalle vaccinazioni e

gli vengono portate via delle opportunità evolutive

che avrebbe acquisito grazie a una malattia. Sotto

forma di vaccino si introduce una sostanza dal-

l'esterno e si costringe l'organismo a reagire ad essa:

così facendo gli si sottrae però l'opportunità di fare

un passo evolutivo al momento in cui avrebbe

dovuto venire fatto. Se una malattia è karmica, ciò

che mi sono proposto karmicamente avviene nel

momento in cui io riesco a realizzarlo con le forze

del destino. Attraverso la vaccinazione si introduce

un arbitrio, che può provocare una sclerotizzazione

che come primo effetto impedisce, per un po', la

manifestazione efficace delle forze spirituali". Tautz concede che questa sclerotizzazione non èirreversibile: "Attraverso un'adeguata educazionespirituale si può sciogliere di nuovo l'indurimentodel corpo eterico, rendendolo cioè di nuovo accessi-bile al suo destino e quindi all'effetto del mondospirituale". Tuttavia fa anche notare un altro aspet-to che lo inquieta: "Ora le vaccinazioni vengonotutte iniettate e così arrivano nell'organismo peruna via che di fatto non è naturale. Il nostro con-fronto col mondo, infatti, non avviene attraversouna profonda iniezione ma attraverso una superfi-cie: può essere una superficie sensoriale, la pelle o iltratto gastro-intestinale, la sfera respiratoria. Ma sitratta sempre di superfici: tutti i confronti naturalicol mondo hanno una qualità diversa da quellaprodotta da un'iniezione".Il dottor Tautz riflette anche sul fatto che la "vacci-nazione facile", compiuta a cuor leggero e senzaponderazione, può anche essere il sintomo di quellache Rudolf Steiner chiama "evoluzione arimanica"dell'essere umano. "Un'educazione arimanica -osserva Tautz - è molto orientata sugli aspettimateriali. In tal senso anche un orientamento edu-cativo del genere porterà a considerare il bambinoin base a semplici principi di causa ed effetto, adesempio a confrontare il bambino molto presto colcomputer perché ormai condiziona molto precoce-mente la vita. Questa sarebbe una direttrice molto materiale che sipotrebbe conferire all'educazione, come di fattoavviene spesso, favorendo l'inserimento molto pre-coce di computer ed elettronica nell'evoluzioneinfantile. Ma si tratta di una forma educativa adindirizzo materialistico, che rende sempre meno pos-sibili fantasia, flessibilità e osservazione artistica delmondo. Così tutto ciò che concerne la vitalità del-l'eterico o del corpo eterico viene quasi paralizzato otrasformato in formula astratta, di produttività,invece che in un processo creativo.

Questo indirizzo, per tornare alle vaccinazioni, èriduttivo in quanto considera la malattia solo dal-l'esterno: colui che si ammala è una vittima e c'è unagente estraneo che va eliminato. In tal senso lamalattia viene considerata solo come qualcosa cheviene prodotta nell'essere umano dall'esterno, e laproblematica della malattia viene ridotta a unasostanziale e semplice causalità; ma così non sirende giustizia all'effettiva dimensione che unamalattia può anche avere".

Tutte questioni da tener presenti al momento dellascelta di un'eventuale vaccinazione. Soprattuttoquando la scelta è compiuta dai genitori di unbambino che non può ancora decidere autonoma-mente. Questione che, da pediatra, sta particolar-mente a cuore al dottor Tautz. Il quale non puòfare a meno di ricordare con passione che si trattadi una decisione personale che va presa con moltaresponsabilità. "Il programma di vaccinazioniattualmente in vigore penetra talmente a fondonell'evoluzione infantile da non consentire unavalutazione delle conseguenze a lungo termine diquesto intervento - fa notare Tautz in conclusione -In tal senso non si può fare altro che affrontare coigenitori tutti questi nessi e appellarsi all'autodeter-minazione e alla responsabilità personale; spoglian-dosi anche un po' del camice bianco, visto che spes-so il medico influenza la decisione con la sua auto-rità. In questo caso, invece, ciò che conta è proprioil contrario: non si deve fare quel che dice il medico,bensì ciò che si può comprendere in base alle pro-prie conoscenze e alla propria coscienza. Ognunodovrebbe agire così per responsabilità personale e ilmedico dovrebbe sostenerlo in questa scelta". �