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Speciale: Speciale: pressare pressare hashish hashish Tradizioni Tradizioni e novità e novità Arte psichedelica! Arte psichedelica! dai Rock Posters verso dai Rock Posters verso l’elevazione spirituale l’elevazione spirituale Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi – Numero 3 - 2006 GRATIS Buddha’s Sister Foto dei lettori Foto dei lettori Growing for Dummies Growing for Dummies Cannabis Tipo Forte di Bologna Cannabis Tipo Forte di Bologna Intervista spericolata: Intervista spericolata: Contromano! Contromano! Music for Stoney Ears Music for Stoney Ears e moltissimo altro... e moltissimo altro... Raccolti mega Raccolti mega Tecniche e metodi Tecniche e metodi Intervista a Intervista a Marco Perduca Marco Perduca Segretario Lega Segretario Lega Internazionale Internazionale Antiproibizionista Antiproibizionista

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Dopo un lungo e freddo inverno la stagione outdoor 2006 è ormai alle porte, ed è tempo di organizzarsi. I “guerrilla-growers” più incalliti iniziano le prime esplorazioni in cerca di nuovi angoli di natura dove poter piantare, mentre chi coltiva sul proprio terreno comincia a preparare vasi, mescolare la terra e decidere a quali genetiche dedicarsi, e quali precauzioni prendere per mantenere la propria sicurezza ed il proprio anonimato.

Da un punto di vista pratico, si nota a mio avviso che uno degli involontari effetti della legge Fini sulle droghe è stato quello di convincere molti a coltivare le proprie piante invece che comprare hashish o erba nelle strade e piazze d’Italia. Le pene per chi coltiva 5 o 10 piante sono infatti equiparabili alle pene infliggibili a chi viene trovato a comprare 10-20 grammi di fumo o erba. A questo punto, molti scelgono di rischiare per avere della buona erba di qualità e autoprodotta, invece che di rischiare la stessa pena per finanziare la criminalità organizzata e trovarsi con un prodotto di scarsa o incontrollabile qualità.

Chi sceglie la via dell’autoproduzione libera se stesso (e spesso il proprio cerchio di strette amicizie) dalla schiavitù del traffico di strada. Dopotutto non è un segreto che la maggior parte dei fumatori abituali di hashish italiani preferirebbero fumare erba, o hashish autoprodotto, se fossero reperibili con la stessa facilità e correndo il medesimo rischio.

La situazione dell’autoproduzione in Italia sta facendo, ormai da qualche anno, passi da gigante. Grazie alla diffusione dell’informazione sono ogni giorno di più i fumatori che decidono di controllare in proprio il loro fabbisogno di cannabis. La comunità dell’autoproduzione diviene una sottocultura nella sottocultura, uno strato sociale di persone che, seppur considerate criminali dalla legge e da gran parte della società, si ribella e assume pieno controllo delle proprie responsabilità di cittadini. Chi deciderà di piantare cannabis per il proprio consumo (... e non per fini di lucro) dimostrerà un elevato senso di responsabilità sociale.

La scelta di piantare cannabis diviene un gesto che, quantunque illegale, libera il cittadino dalla dipendenza dalla criminalità organizzata. Autoproduzione diviene sinonimo di lotta contro la criminalità; un modo per dire NO a chi utilizza il denaro guadagnato vendendo cannabis per fini socialmente pericolosi e realmente criminali. Senza autoproduzione, il consumatore di cannabis si rende partecipe di una spirale di criminalità, denaro sporco e violenza inevitabilmente alimentata dalla demonizzazione stessa della cannabis e di chi la usa. Scegliendo di autoprodurre, il consumatore di cannabis diviene uno strumento nella lotta all’illegalità e alla criminalità. Prima della legge Fini sulla droga, tale scelta avrebbe significato assumersi rischi di pene molto maggiori se paragonate alle pene rischiate comprando cannabis sui mercati della criminalità organizzata. Dopo la legge Fini, la stessa scelta di autoprodurre diviene più facile e più logica. E anche meno rischiosa.

Nella follia e nell’illogicità della politica di repressione contro la cannabis, paradossalmente è proprio la legge che dovrebbe spaventare il consumatore a indicargli la via.

Nel 1999 le Nazioni Unite dichiararono che uno degli obiettivi da raggiungere prima del 2010 in materia di droghe è la completa eliminazione della pianta di cannabis dalla faccia della terra. Sono passati 7 anni da allora, e restano solo 4 anni al 2010. E ogni anno, grazie all’amore per la cannabis e al coraggio di piantare un seme, ci appare sempre più evidente il completo fallimento delle Nazioni Unite nel raggiungere questo obbiettivo anti-cannabis. Piantare un seme, uno dei gesti più semplici che ha accompagnato l’umanità per migliaia e migliaia di anni, si conferma ancora oggi uno dei più importanti, cruciali e decisivi. E allora: PIANTATELA!

Franco Lojacono

In tempi incerti e irrequieti, abbiamo la Peacemaker per far sì che la situazione si calmi. Condividi la Peacemaker con amici o nemici, e ci sarà unione. Non sono in molti ad aver avuto il privilegio di assaggiare questa pianta di marijuana, eppure è famigerata per la sua potenza di proporzioni inaudite. Quando avrai provato la Peacemaker vorrai poterla avere sempre a disposizione, ovunque.

Vincitrice di ben 3 Cannabis Cup!

Tipo: Brazilian Super Skunk e South Indian White Widow Fioritura indoor: 56 - 70 giorni. Resa indoor: fino a 450 grammi per m2. Periodo di fioritura outdoor: Da maggio/giugno fino a ottobre. Dritte: è famigerata per il suo potentissimo effettoSapore/Profumo: fruttata.

Selezione originale: De Sjamaan Seeds // Foto di Bertrand & Magali, France

La bimba dipagina 3

Soft Secrets 3

INDICEEditoriale 3La bimba di pagina 3 3Flash prodotti Italia 4Flash prodotti internazionali 6Caro Soft Secrets 9Le meraviglie di Weckels (indoor) 14Speciale Varietà: El Niño 17Fai da te: germinare i semi 18Million Marijana March a Roma 18Come aumentare il raccolto 20Pressare l’hashish 22Le meraviglie di Weckels (outdoor) 26Jorge Cervantes 30Guida Highlife 31Coltivazione per principianti 33Fumetto Cans ‘n‘ roses 35Fili d’Erba 36Cavo 36Lega internazionale antiproibizionista 38Psichedelia e Arte Psichedelica 39Processo a Mariuana.it 40 Rubrica Giuridica 41Antiproibizionisti.it 42Nasce Critical Grass 42Music for Stoney Ears 43Poster 44Intervista ai Contromano 45Cronaca vera: un log del forum di mari.it 46Indice pubblicità 46Colofon 46

Editoriale

Peacemaker

Piantatela!

Sapevate che le piante Afgane sono davvero facilissime da riconoscere? Queste varietà sono spesso coperte di fogliame verde molto intenso che emana un odore pesante altrettanto riconoscibile.

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4 Soft Secrets

Flash Prodotti

Ultime novità da Indoorline Il nuovissimo riflettore raffreddato ad aria: Daystar. Questo innovativo prodotto permette di coltivare su una superfice di 2mq, grazie al profilo ad ala di gabbiano, il suo funzionamento è analogo a quello di un cooltube ma con risultati notevolmente superiori.

Adatto a funzionare con lampade da 250W fino a 1000W, il nuovo Daystar è eccellente per lavorare in luoghi caldi e non troppo alti, inoltre il vetro pirex protegge la lampada e garantisce il deflusso dell’aria attraverso l’accesso laterale per l’aspirazione. Il foro per la ventilazione è di 150mm e permette inoltre di collegare tra diloro più Daystar.

Altro nuovo arrivo: il Gearbox, il più sicuro ed efficiente sistema d’accensione presente sul mercato. Gli innesti plug-in garantiscono un sicuro e rapido cablaggio e la scatola di metallo verniciata con pittura epossidica protegge il sistema da schizzi d’acqua, umidità e temperatura. Disponibile nelle versioni 400W, 600W e 1000W.

www.indoorline.com

GuanoKalongAncora una novità che potrete trovare anche presso i migliori growshop o direttamente sul sito www.indoorline.com, è il nuovo guano di pipistrello “GuanoKalong”.

Disponibile in due versioni; in polvere (1kg o 25kg) e liquido (1lt), il GuanoKalong, organico al 100%, contiene una combinazione ricca e unica di macro e micro elementi ed enzimi, rappresenta la componente ideale per una perfetta fioritura. Questo tipo di fertilizzante rilascia lentamente minerali e nutrimenti in modo tale da non danneggiare le radici. La composizione del GuanoKalong in polvere è NPK 2-15-2, Ca-Mg 15, mg/kg Cu 15, Zn 20 C 100; mentre quella della versione liquida, adatta alle colture in terra, cocco e idroponica, è: NPK 2-0,5-2.

Il GuanoKalong è adatto alle colture sia indoor che outdoor, rinforza le piante contro malattie e piaghe, garantisce una crescita compatta dei vegetali e diminuisce la quantità di fertilizzanti da somministrare durante tutta la vita della pianta.

Indoorline sceglie sempre il meglio per i propri clienti, prodotti di qualità e garantiti, sinonimo di efficienza e sicurezza. Non a caso da più di 5 anni al vostro servizio.

Distributo in Italia da: Indoorline s.r.l. - via statuto 16 – Volvera (TO) - Italy www.indoorline.com

Nuovo catalogo Indoorline 2006 È uscito il nuovo Catalogo Indoorline 2006, ricco di nuovi prodotti e informazioni tecniche. Distributori dei migliori marchi, sul nuovo catalogo troverete le linee complete di: Canna, BioCanna, BioBizz, Bio Nova, GHE, Nutriculture e svariate novità, tra cui il nuovo marchio d’abbigliamento street wear GroWear.

Richedilo al tuo growshop di fiducia o sul sito www.indoorline.com

Indoorline Team augura a tutti i growers un buono e fiorito 2006.

Venite a trovarci presso il nostro stand alle prossime fiere:EUROFLORA 2006 dal 21 aprile al 1 maggio a Genova – Padiglione C Stand F29Cannabis Tipo Forte dal 2 al 4 giugno a Bologna

Biomagno, fertilizzanti dal gusto tutto italiano

Biomagno.com è un progetto nato dall’esperienza di persone che negli anni hanno compreso l’importanza di poter utilizzare, per la coltivazione, un prodotto che rispetti certi parametri qualitativi.

Quello che più ci ha motivato è stata la scarsa

efficacia delle soluzioni offerte dal mercato, costituite da prodotti che non rispettano in modo soddisfacente le esigenze delle nostre piante, e che provengono soprattutto dall’estero, fattore non trascurabile visto l’aumento del costo dei trasporti e del crescente inquinamento.

Ci siamo chiesti se, avendo la disponibilità di prodotti italiani e qualitativamente migliori, fosse giusto continuare ad acquistare dall’estero i vari fertilizzanti e terricci attualmente in commercio.

Per questo pensiamo di aver fatto la scelta giusta proponendo delle risorse efficaci per la riconquista di sapori, aromi e consistenza perduti con l’uso di sostanze di sintesi.

La nostra linea punta a proporre la più ampia gamma di soluzioni innovative e originali per agricoltura biologica ed integrata organico- minerale; accompagnate da una valida assistenza data anche dalla facilità di comunicazione e dalla reperibilità.

Siamo certi che la completezza, la semplicità di utilizzo e la professionalità dei nostri prodotti saranno l’arma vincente di una nuova generazione di coltivatori con un forte orientamento eco- compatibile: persone coscienti degli straordinari risultati che non si ottengono con l’ausilio forzato della chimica moderna, ma attraverso la diretta interazione tra uomo e natura.

www.biomagno.com

il Canapaio di Alberto Frosio Alberto Frosio lancia la propria attività partecipando a feste di piazza e vari eventi come Canapaio ambulante: Mondiali antirazzisti, Scandellara Rock, Fara Rock, Rototom, compleanno Bloom a Cascina Monluè e a varie feste e mercatini locali.

Il suo lavoro parte dalla volontà di essere attivo come antiproibizionista, pur mantenendosi libero, senza subire imposizioni dal frammentato mondo antipro e non, mantenendo la propria indipendenza economica. Inoltre c’è anche il desiderio di fornire ai propri clienti prodotti aventi il giusto rapporto qualità/prezzi, cercando di privilegiare produttori italiani ove possibile.

Dopo aver cercato di rilevare un negozio di una grande città italiana - tentativo non riusciuto a causa dell’agire truffaldino della titolare del negozio che, dopo aver incassato gli acconti, è scappata con il malloppo... costringendo Alberto a reinventarsi il progetto senza la disponibilità economica iniziale - a settembre si ripresenta la necessità di creare un punto di riferimento invernale.

Si profila l’occasione di prendere in affitto un negozio a Brescia, in corso Cavour 33... a 50 metri dal tribunale! Quale migliore occasione per portare avanti la lotta antiproibizionista, sotto gli occhi di tutti? Così, il 3 novembre apre il negozio.

Nel negozio, che si occupa solo ed unicamente di canapa, potrete trovare:- semi della Femaleseeds, Hemcy, KCBrains e Crazy Seeds sempre disponibili; su richiesta anche semi delle altre seedsbank.- Concimi di Biomagno, Bionova, Biobizz, Plagron sempre disponibili; su richiesta anche altre marche.- Kit luce, ricambi, accessori per growers.- Articoli per fumatori: agente per l’italia della Near Dark, vaporizzatori, bongs, cartine in canapa, chylum romano e, chylum nati su progettazione propria, numerati, pezzi unici!- Derivati dalla canapa: Verdesativa (saponi e cosmetici certificati dalla lega antivivisezione e dal progetto vivere vegano, di alta qualità, provenienti da coltivazione biologica),- Pure, ossia borse, zaini, accessori in canapa e cotone; Ecolution: la cara vecchia borsa della spesa, vestiti ed accessori in canapa (quest’ultimi solo su ordinazione), inoltre grazie alla collaborazione con un laboratorio di sartoria, si possono fare confezionare capi in canapa su misura.

E ultimi, ma importanti, i libri... un vasto assortimento di libri sulla canapa e dintorni.

Il negozio di Alberto è un canapaio, non uno smartshop: non ci troverete smartdrugs, energizzanti e simili, per scelta. È già difficile occuparsi di canapa in questo periodo storico e, per convinzione personale, per vendere qualcosa bisogna conoscere a fondo il prodotto!

È possibile fare acquisti direttamente sul web, all’indirizzo www.sensimilla.it

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6 Soft Secrets

Prodotti

Coltivazione circolare con il Pi Rack Lo stand di Pi-Technics era indubbiamente uno dei più visitati alla scorsa fiera Highlife. Per l’azienda, presente per la prima volta, venire alla fiera è stato un colpo vincente, visto che si è aggiudicata il primo premio nella categoria Migliore Prodotto. Il nome del sistema fa riferimento al numero Pi ( ),circa 3,14, indicante il rapporto fra la circonferenza e il diametro di un cerchio. La superficie di questo sistema per coltivare delle meraviglie spaziali corrisponde proprio a esattamente 3,14 m2. Il Pi

Rack è una versione raffinata del principio su cui si basano i fusti da coltivazione, ma risolve, secondo i produttori, tutti gli inconvenienti di tali sistemi a fusto, quali quelli legati alla circolazione della soluzione nutritiva e il flusso di aria. La base di questo nuovo modello è costituita dal Pi Rack stesso, che può ospitare 382 vasi da 3.5 litri, a cui perviene l’acqua da un astuto impianto di irrigazione.

Per chi possiede già alcune componenti dell’attrezzatura necessaria, esiste anche la possibilità di completare selettivamente il Pi Rack con vari moduli, al fine di mettere in funzione la rastrelliera: si tratta dei pacchetti Pi Grow, Pi Dose e Pi Control. Il pacchetto Pi Grow è per l’illuminazione e consiste in tre lampade da 600 Watt montate in verticale con dei cool tubes, ed è completo di tutte le componenti di controllo e degli interruttori. Usando il Pi Dose si può somministrare alle piante una dose misurata di CO2, che usato insieme alle circostanze giuste consente di ottenere risultati incredibili. Infine, il Pi Control è un calcolatore per le sostanze nutritive e per il clima che funge da completamento al ciclo di coltivazione . Il Pi Rack e tutte le parti connesse sono consegnati (discretamente, se si desidera) come un pacchetto assemblabile da sé rapidamente (o già montato) decisamente leggero, se si considerano le sue dimensioni finali, una volta eretto.

Informazioni: Pi-Technics; www.pi-technics.com

Umidificatore per ambienti che fa respiri profondi, assemblabile liberamente

Gli umidificatori per ambienti – soprattutto nei primi giorni, quando le piante sono ancora piccole – sono di importanza capitale. Per chi coltiva su grande scala, il mercato propone effettivamente delle soluzioni (costose), però fino a poco tempo fa chi coltiva su piccola e media scala si doveva accontentare di umidificatori progettati essenzialmente per essere impieghi domestici. Questo stiloso Fog Dispensor A05 rappresenta l’alternativa per eccellenza agli stitici umidificatori domestici, dai serbatoi d’acqua troppo piccoli. La macchina crea una nebbiolina molto fine (che non condensa) tramite un elemento vaporizzatore a ultrasuoni e un ventilatore incorporato. Il vantaggio principale di questa macchina è che la si può collegare a serbatoi

d’acqua di qualsiasi volume. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, sono stati rimossi tutti i tappi, al fine di ottenere più affidabilità rispetto ai modelli domestici; le sue componenti avanzate sono di qualità industriale. Il bello è che questo giovanotto può essere montato sul muro e si può inoltre sistemare il tubo nebulizzatore esattamente all’altezza desiderata. Si possono collegare varie macchine allo stesso serbatoio d’acqua, per cui il sistema risulta utile anche in contesti di coltivazione su scala maggiore. Una singola unità A05 è sufficiente per uno spazio con tre lampade da 400 Watt. La macchina ha vinto un meritatissimo Secondo Premio nella categoria Migliore Prodotto alla scorsa premiazione della Highlife.

Info: Shenro Trading; Tel: +31 (0) 162 671 195; mail to:[email protected]

Atami presenta la nuova B’cuzz Premium Plant Powder

I nutrienti liquidi vengono somministrati perlopiù come componenti A e B. Uno degli ingredienti fondamentali di qualsiasi alimento è il calcio. Tale sostanza non può essere assolutamente contenuta nello stesso recipiente degli altri ingredienti, per cui si usa la forma A + B. Secondo la stessa logica, il componente 1 dei nutrimenti per terra non contiene calcio: ciò è possibile solamente poiché i

substrati a base di terra contengono calcio a sufficienza per la pianta. Mentre quando si coltiva in idro o in cocco, la storia è diversa. L’aspetto unico di questa polvere B’cuzz Premium Plant Powder è che, grazie a una certa tecnica (la chelatura delle materie prime), può contenere calcio. Tutte le materie prime, calcio compreso, sono proposte in un unico pacchetto sotto forma di polvere (A + B = PPP). Questa nuova linea esclusiva B’cuzz Premium Plant Powder è disponibile in tre varietà: Hydro, Coco e Soil, ossia Idro, Cocco e Terra. Oltre ai vantaggi summenzionati, il prodotto offre tutta una serie di punti forti supplementari. Grazie all’uso di chelato di ferro EDDHA, la pianta può fare un uso ottimale ed efficace dei nutrimenti, sia con livelli di pH elevati che bassi. Ideale per i coltivatori a cui non piace misurare! Grazie a un equilibrio ottimale fra i microelementi, l’assimilazione di (per esempio) ferro e manganese da parte della pianta risulta ora più agevole. Contiene inoltre dei microrganismi in polvere che vengono attivati nel momento in cui entano in contatto con l’acqua: servono per assicurare un’ottimale vita sotterranea e inoltre aggiungono

ossigeno al substrato mentre avviene la digestione, per esempio, dei resti di radici morte. Tutto ciò va a vantaggio della crescita della pianta. Il tipo di confezione è oltretutto pratico da trasportare, con un volume e un peso modesti. La confezione vuota può essere semplicemente sbattuta nell’immondizia. La pianta resterà sana e le infiorescenze si svilupperanno più rapidamente, con più cellule dei fiori. In breve: più peso, e questo conta, dato che pesare significa sapere!

Informazioni: Atami;Tel: +31 (0) 73 522 3256; Fax: +31 (0) 73 521 3259; www.atami.com

IGS, tutto ciò che ti occorre per la prevenzione

In questi tempi folli per l’industria della cannabis, fa piacere notare che ci sono società quali IGS, che prendono molto sul serio la sicurezza antincendio del grower e del suo ambiente. Secondo al capo di IGS, John, una percentuale significativa degli incendi scaturiti nei Paesi Bassi oggigiorno provengono da qualche piantagione di canapa. Ovviamente questo dato non gioca affatto a favore della reputazione già insudiciata del grower casalingo. IGS ha già scritto un capitolo di storia con il suo impianto di sicurezza antincendio FirePro, approvato da TNO (porta il marchio Kite), installato in dotazione standard in tutti gli armadi da coltivazione prodotti da questa società. Adesso però pure i growers che operano in una camera da

coltivazione hanno capito che si possono proteggere da soli dal peggiore incubo di tutti i coltivatori domestici. Grazie al portafusibili in acciaio lanciato da IGS alla Fiera Highlife, praticamente si elimina ogni rischio che scoppi un incendio in una grow room. Quasi sempre, quando scoppia un incendio in un impianto da coltivazione, comincia dai regolatori di corrente delle lampade, scaturendo più precisamente da uno dei condensatori al loro interno. La cassa portafusibili in acciaio coi regolatori di corrente (fino a 10 per cassa) fornita da IGS è dotata del sistema di estinzione incendi FirePro, in grado di domare qualsiasi incendio; al contempo garantisce che non vadano persi tutti i tuoi altri regolatori di corrente. Per cui non lesinare sulle cose sbagliate, dato che lo sai: la sicurezza innanzitutto!

Info: Inventive Grow Systems; Tel: +31 (0) 499 496 090; Fax: +31 (0) 499 496 091; www.igrow.nl

B’cuzz Bloom & Root Stimulator Saranno presto commercializzati gli stimolatori B’cuzz Bloom e Root con tappo a sigillo. Ciò comporta una maggiore sicurezza per il consumatore e un miglioramento qualitativo del prodotto. B’cuzz Root e Bloom Stimulator sono di gran lunga i prodotti Atami più noti e maggiormente venduti. Il B’cuzz Root Stimulator assicura la crescita delle radici e riduce il rischio di malattie delle radici. Lo stimolatore per fioritura B’cuzz Bloom stimulator ti regalerà dei boccioli pieni, enormi e compatti. Stimola la crescita delle cellule dei fiori, aumenta la produzione di molecole di zucchero e ne favorisce il transito nella pianta.

Informazioni: Atami; Tel: +31 (0) 73 522 3256; Fax: +31 (0) 73 521 3259; www.atami.com

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Soft Secrets 7

Palla delle meraviglie orientale mette fine a tutti gli olezziUna delle sorprese più piacevoli alla Fiera erano i misteriosi Air Revitalisators luminosi proposti da D-Real. Questi oggetti a forma di bulbo servono a neutralizzare gli odori indesiderati e, quando si tratta di soffocare i fetori, ha delle applicazioni estremamente vaste. Rilasciando un odore fresco (vi sono svariate profumazioni naturali, tutte ottenute da ingredienti disponibili in natura),

riesce a porre fine in fretta agli odori di cucina, ai gas gastrici in subbuglio, altanfo di fogna, al fumo di tabacco... e al puzzo di ganja. Sono disponibili vari modelli, compreso uno allacciabile all’accendisigari dell’automobile. Data la severità crescente dei controlli stradali oggigiorno, è comodo avercelo se stai viaggiando con un pacchetto sospetto... E come se non bastasse, questa palla delle meraviglie contrasta anche – anche in questo caso tramite degli aromi (quindi in un modo ecologico) – i ragnetti rossi, i batteri dannosi e le muffe. Perdipiù, il bonus della palla ammazza odori è l’effetto miracoloso che a sui problemi dovuti ad allergie e ai disturbi delle vie respiratorie sulle persone nelle sue vicinanze. E dunque, applicazioni multiple su tanti fronti.

Informazioni: R-eal; www.r-eal.nl; www.growtradecentre.nl

Essiccare presto e senza odori, con il Klikquick Alla fiera abbiamo potuto ammirare degli eccezionali armadietti da coltivazione. Il Klikquick Dryhigh ha una capacità di carico di circa otto metri quadrati. L’armadietto da coltivazione è inoltre dotato di due filtri incorporati e di un ventilatore, per riuscire sempre a essiccare in modo rapido e inodore, ovunque vuoi e in qualsiasi momento. Questa creazione innovativa può essere smontata facilmente, è compatta e per ricomporla bastano cinque minuti soli. Poi inserisci la spina nella presa di corrente e si comincia a essiccare.

Per informazioni: www.klikquick.nl

Armadio da coltivazione camaleontico Uno degli armadietti da coltivazione dal look più incisivo che abbiamo visto arriva da Hi-Tech Grow Systems, che lo produce in vari modelli. A nostro parere la società, per questi suoi armadietti perfettamente camuffati da eleganti oggetti di mobilio vero, merita le più alte lodi. Sono disponibili vari modelli con una somiglianza talmente incredibile con gli armadietti veri, che li si potrebbe ammirare a una fiera del mobile. Gli sportellini e i casetti sulle antine a vento dei mobiletti sono realizzati con tale maestria, che è sbalorditivo scoprire che non si tratta esattamente di ciò che ti

aspettavi, se provi a tirare uno dei cassetti per aprirlo. Gli armadietti, silenziosi come un soffio, sono disponibili su consultazione in una gamma di soluzioni (rapidissime da assemblare) adattabili su misura, per soddisfare ogni capriccio del cliente. I prodotti di Hi-tech Grow Systems possono essere ordinati su internet, per telefono e presso diversi growshop. Sul sito internet si può anche vedere un filmato Flash con quale facilità si possa assemblare un armadietto del genere.

Info: Hi-tech Grow Systems; Tel: +31 (0) 6 5267 5543 / +31 (0) 6 2461 3788; www.hi-techgrowsystems.com

Elf Electro lo sistema per te! Uno dei prodotti più innovativi alla fiera era la centralina di controllo EPES per pannelli comandi proposta da Elf Electronics. Da uno splendido modello aperto, esposto alla fiera, sono state dimostrate con chiarezza le numerose impostazioni possibili, cosa che non capita di vedere spesso quando si ha a che fare con certi tipi di componenti per kit talmente complessi. Le unità EPES comandano da quattro, fino a un massimo di 2000 lamade

in modo intelligente e programmabile. Si possono quindi impostare le lampade in modo che si accendano e si spengano in base a quanto serve alle tue piante, in varie combinazioni. All’inizio del ciclo di coltura, quando i cloni sono ancora delicati, è meglio non tenerli sotto la piena potenza delle lampade, mentre conviene far sì che i loro raggi li illuminino a rotazione. Per ottenere un’illuminazione uniforme di tutto il campicello di piante saranno necessari dei periodi diversi (tempo impostabile) in base a ciascun singolo caso. Il controllo della temperatura durante l’estate è un’altro ambito in cui emerge il valore della centralina: se la temperatura si alza talmente tanto che non basta nemmeno più il compressore per tenerla sotto controllo, il computer spegne alcune lampade, per il tempo necessario affinché la temperatura ritorni entro limiti accettabili. Se la temperatura dovesse salire di nuovo, allora vengono spente altre lampade, cosicché le piante non soffrano eccessive variazioni dei livelli di luce. Qualora una delle fasi su cui poggia l’estrattore a compressione dovesse cadere a terra per qualsiasi motivo, allora la centralina sposta automaticamente il compressore per l’estrazione dell’aria sulla fase di una delle lampade. Meglio una lampada in meno, piuttosto che restare senza estrazione dell’aria. L’impianto può anche essere dotato di una sicurezza antincendio, che spegne tutto l’impianto elettrico in caso si raggiunga una temperatura massima prestabilita. Per parecchi grower, quest’unità di controllo rappresenta un’aggiunta molto interessante – e soprattutto, un aumento di sicurezza - alla gamma di sistemi di comando in commercio.

Info: Elf Electro; Tel: +31 (0) 36 537 1870; Fax: +31 (0) 36 532 7520 www.elf-electro.nl

Bio Ibo pensa ai piccoli dettagliBio Ibo ha sempre avuto un occhio notevole per i dettagli. Oltre all’enorme Hummer nero, allo stand di questo grossista con sede a Gorkum, si potevano vedere anche moltissime cose discrete e senza pretese, quali le scatole di cartone per i filtri ai carboni attivi che abbiamo mostato sul numero precedente di Soft Secrets. Un altro aggeggio intelligente, anch’esso realizzato in cartone, è la scatola per

cloni di Bio Ibo, una sorta di unità a torre di grande statura per cloni, nella quale puoi distribuire discretamente una sfilza di cloni, in supporti di plastica su vari “piani”.

Per informazioni: Bio Ibo; Tel: +31 (0) 184 654 466;Fax: +31 (0) 184 654 191; www.bioibo.nl

Nuovo sistema di comando per ventilatori Da quando è iniziata la collaborazione fra le società Blackfeet BV e Hollands Glorie, è stato un continuo susseguirsi di novità. Questa volta, è stato il turno del nuovo strumento di controllo

per ventilatori BF11T. Con questo regolatore per ventilatori sicuro puoi impostare varie velocità minime e massime come predefinite. Come tutti gli altri prodotti di questo grossista di elettrotecnica, è tutto quanto pienamente coperto da garanzia.

Informazioni: Hollands Glorie; Tel: +31 (0) 320 260 868; Fax: +31 (0) 320 262 052www.hollands-glorie.net

Strippers, per una cimatura fatta con precisione svizzera

Alla Fiera della Canapa ci siamo imbattuti nello stand di Growside Maastricht, dove facevano la dimostrazione delle meravigliose cimatura Strippers. L’azienda di Maastricht importa e distriubuisce queste macchineda cimatura di qualità svizzera. Sono tutte disponibili in tre formati, ossia piccole, medie e grandi. Chiunque provi queste macchine da cimatura sarà immediatamente colpito dalla loro efficienza, velocità

e dall’ottima qualità dei boccioli cimati. Questi tre modelli sono realizzati con materiali durevoli (plastica, acciaio inossidabile e alluminio) e consentono di “pulire” rispettivamente otto (i modelli piccoli), 14 (modelli medium) e 20 volte (grandi) che a mano. In breve, per che motivo uno dovrebbe fare la cimatura ancora a mano?

Info: Growside Maastricht; Tel: +31 (0) 43 362 7990; Fax: +31 (0) 43 362 7651; www.growside.com; www.strippers.ch

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Soft Secrets 9Lettere-foto dai lettori

Caro Soft SecretsSoft Secrets Italia, PoBox 17250, 1001 JG, Amsterdam, Paesi Bassi - [email protected]

Attenzione coltivatori da assalto!Ti piacerebbe ricevere GRATIS una confezione di semi di High Quality Seeds? Allora mandaci una fotografia del tuo giardino con una copia visibilie di Soft Secrets Italia e noi ti spediremo i semi. Se nel tuo giardino sarà ritratta in topless la tua ragazza, o tua moglie, ti manderemo addirittura 1 confezione dei pregiatissimi Black Label, la marca dei campioni!Invia le tue lettere e foto a Soft Secrets Italia, PoBox 17250, 1001 JG, Amsterdam, Paesi Bassi o per e-mail a [email protected]

NOTA: Naturalmente, il materiale inviato viene trattato con la massima discrezione. Nomi, lettere e indirizzi vengono cancellati appena i semi sono stati spediti. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci piacciono le foto di piante in stato vegetativo. Vogliamo vedere delle cime grasse!

Le foto pervenute possono essere usate anche sul nostro sito internet.

* Spiacenti, non teniamo corrispondenza sulle foto pervenute.

Salute a tutti. Questa è la mia bimba out, appena raccolta e pulita, cresciuta in balcone e tenuta bassa! Ora vorrei passare all’indoor, magari con una Blueberry per iniziare alla grande... Vi ho mandato una foto durante la fioritura, quella dietro è la mia bellissima ragazza, spero che voi gradiate. Grazie di esistere e di tutti i vostri consigli che frutteranno nelle mie cime.

Caro Soft Secrets, ti mando le foto delle mie bambine, sono il mio ultimo raccolto e mia moglie in mezzo a loro. Grazie perchè sei sempre una guida preziosa e perché hai valorizzato la coltivazione della canapa per le sue qualità terapeutiche, ricreative e per i suoi potenziali usi in campo tessile e come alternativa ai carburanti fossili.

La pianta con lo sfondo della tua dolce metà mostra un perfetto esempio di sdoppiamento della cima centrale. Le altre piante a sinistra della foto sono state vittime della voglia di fumare, private precocemente della preziosa cima apicale.La pazienza è la virtù dei non fumatori..!

Una pianta ben curata, non presenta carenze nutritive e lo sviluppo delle cime tende già a chiudere, nonostante non ci siano ancora segni di maturazione. In questo momento della fioritura è tempo di aumentare il Fosforo e il Potassio e diminuire l’Azoto nel mix di sostanze nutritive, per ottenere più resina e compattezza di cime.

“La vostra Rivista è stata amore a prima vista”: Complimenti! Vi mando le foto delle mie bimbette alla loro 4a settimana di fioritura. Sono delle Wonder Woman di Nirvana. Come potete notare ho usato il metodo dello SCROG per ottenere cime più uniformi. Mi piacerebbe sfruttare il sole della Sicilia quest’anno! Bio4ever

Ottima densità di cime, e nessuna carenza nutritiva! Mantieni temperatura diurna ad almeno 27-28 gradi per aumentare la produzione di resina, e usa una soluzione nutritiva a pH 6.0-6.4 per facilitare l’assorbimento di Mg e K, necessari al buon sviluppo di resina.

Ciao alla redazione e a tutti lettori che leggono questo grande giornale! Vi presento la mia cucciolotta di Orange Bud...Un saluto a tutti i liberi coltivatori!

La tua cucciolotta ha bisogno di più Potassio per chiudere e compattare quelle splendide e dolci cime. Attenzione a non usare fertilizzanti nelle ultime 2 settimane prima del raccolto per non rovinare il gusto dolce e fruttato caratteristico di questa pianta!

Ciao Soft Secrets, è dall’inizio che vi seguo, siete grandi! Ecco le 2 cose che mi appassionano di più... Inizialmente erano 6, ora sono 4 Ice, germinate direttamente in dwc, i primi giorni ho avuto problemi di eccessiva irrigazione dall’alto e ho deciso di eliminarla definitivamente, ma ora vanno alla grande! Sono circa a 30 giorni, le prime 2 sett. sotto neon, ora 250w mh... è la 1° volta che provo il dwc e devo dire che è una bomba!! Sarei felice di vedere le mie foto pubblicate, e magari ricevere una confezione di jack herer o blueberry..intanto aspetto di trovare una buona mammina... peace and love, Crizz

Rimuovi le foglioline più piccole vicino alla base della pianta e non lasciare che nessuna foglia tocchi il medium di coltivo..

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Quando si rimuovono le foglie per l’essiccagione, è importante rimuoverle alla base, non soltanto tagliare ciò che spunta fuori dal profilo delle cime fiorite. Se si lasciano tutte queste foglioline tagliate a metà ma non interamente rimosse, il gusto dell’erba rimane più amaro a causa dell’alto contenuto di clorofilla. Le foglioline rimosse vanno seccate a parte e usate per fare hashish di alta qualità.

Ciao a tutti, vi invio la foto della mia ragazza con il raccolto appena raccolto! Purtroppo non disponevamo di un numero di Soft Secrets, essendo sperduti in un paesino nascosto in cima all’appennino; spero che ci spedirete lo stesso qualcosa per poter ripetere la bellissima esperienza agraria! La pianta nella foto è una Hindu Kush che si è adattata a meraviglia agli oltre mille metri di quota! Complimenti per la rivista e per il sito, continuate così! Free the weed!Complimenti per la rivista e per il sito, continuate così! Free the weed!

10 Soft Secrets

Lettere-foto dai lettor

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Caro Soft Secrets, ecco a voi le mie “bimbe”. Sono Northernlights X Big Bud e Papaya della Nirvana, cresciute in vaso sul balconel’estate scorsa. Come potete vedere le piantine hanno reso parecchio, con una media di 35 rami fioriti ognuna; i fiori qui nella foto erano quasi alla fine, ma sono cresciuti ancora un po’ rispetto alla foto. Il risultato alla fine era strabiliante, soprattutto la Papaya, una bomba. Chris.

Complimenti alla foresta da balcone e alla fata della foresta!! Le tue piante sono ben sviluppate e ben nutrite, sicuramente un gran piacere da raccogliere e da fumare. La fata della foresta saprà sicuramente spiegarti come fare!

Lafoto del mese

Vi ricordate di me? Sono quello della vigilessa, purtroppo non posso mandarvi altre sue foto; in compenso vi mando i frutti ottenuti dai vostri

semi. Che ve ne pare, sono stato bravo? Quest’anno mi piacerebbe poter coltivare qualcosa di africano (tipo una South African Durban Poison x Skunk). Vi faccio i complimenti per vostro lavoro,vi saluto e vi ringrazio (io pianto a maggio). Weedmaker

P.S. un suggerimento: perchè non organizzate una cannabis cup italiana? ma sicuramente ci avete già pensato.

La vigilessa resterà per sempre nei nostri cuori, e per la cannabis cup non resta che aspettare che i tempi (e i grower) siano maturi... In Spagna si è svolta l’ottobre scorso la prima edizione iberica della Highlife Cannabis Cup. Intanto, ci vedremo alla Fiera Cannabis Tipo Forte di Bologna a giugno.

In questa foto c’è la mia ragazza con le cime a collana con Soft Secrets, spero tanto che vi piacciono e che mi aiuterete a fare un ottimo giardino con i vostri semi anche perchè questa era la mia prima volta e spero tanto che la seconda sia migliore è per questo che conto su di voi...

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Soft Secrets 11Lettere-foto dai lettori

Ecco a voi questa bambina molto ben cresciuta in idroponica, mi dispiace che di tutto il raccolto non rimanga molto da fotografare ma ho sentito parlare della vostra rivista da poco, quando ormai avevo gia tagliato tutto! Se mi mandate i semini li pianto subito perché quest’anno faccio tutto al naturale... sole e acqua demineralizzata e basta, quindi non posso piantare a maggio se no poi mi esce una schifezza! Vi stimo :DUn consiglio: mai tenere

piante in idroponica e piante in terra nella stessa stanza di coltivo. Gli enzimi presenti nella terra possono creare seri problemi (in questa foto ben visibili) al delicato equilibrio del medium idroponico.

Inoltre, le piante necessitano delle foglie per la fotosintesi e lo sviluppo di fiori. Ridurre le piante a cime senza foglie comporta seria riduzione nello sviluppo dei cannabinoidi. Magari invece dei semi ti mandiamo un buon libro!

Gran cimone! Peccato siano visibili segni di intossicazione da fertilizzante e carenze di Mg e K. La prossima volta lava il medium alla fine della fioritura!

Ciao a tutta la redazione di Soft Secrets Italia! Complimenti per la vostra rivista è stupenda, ma soprattutto piena di consigli utili. Voglio presentarvi la mia bimba di 3 mesi circa. È la prima volta che faccio crescere una pianta di Maria e credetemi, è stato devastante. Continuate così siete davvero forti. Grazie, ciao da Roma.

Ciao Soft Secrets o per meglio dire “mio faro guida”... e se la mia piccolina potesse parlare direbbe lo stesso. Siete unici diciamo che se non fosse stato per voi i parassiti avrebbero (fumato) loro la mia piantina hi hi hi. Non so dove trovare la rivista quindi la scarico dal vostro sito. Spero di mandarvi nuove foto di altre piantine, ovviamente sempre Skunk, la mia preferita. Ciao siete mitici e grazie per quello che fate per noi lettori, continuate così siete grandi!

La resina quasi gocciola da questa meraviglia di cima. La temperatura fredda notturna ha attivato i pigmenti violacei creando un effetto cromatico veramente notevole sulla tua Skunk. Complimenti e mi raccomando: seccare lentamente, a 16-18 gradi di temperatura, 50-60 % di umidità e buio assoluto. Non te ne pentirai!

Salve amici di Soft Secrets,questa è la mia bimba appenafinita. La varietà non la conosco ma vi garantiscola bontà; vi ringrazioper esserci, a presto, Marco.

Una pianta delledimensioni

della tua necessita di un vaso più grande per poter sviluppare le cime al 100%. Inoltre puoi incrementare il raccolto e ridurre la statura sdoppiando la cima principale in crescita vegetativa (operazione che, se ripetuta 2 o 3 volte, garantisce raccolti record....)

Questa bimba è il frutto della nostra prima coltivazione indoor “biologica” (acqua della cottura di verdure, cenere di “sigarette” e 400Watt). Un sincero ringraziamento ai vostri consigli e alle esperienze dei vostri lettori che ci hanno permesso di ottenere questo risultato. Una domanda: è normale che verso la fine della fioritura le foglie ingialliscano? Che nutrimenti naturali ci consigliate per una fioritura ricca di resina? Saluti dal sud da

Salento&Jonio.

Smitizziamo alcune leggende, caro il mio coltivatore biologico!

La cenere di sigarette è DANNOSA. Contiene innumerevoli tracce di elementi estremamente tossici per la cannabis. La migliore acqua è quella piovana se in zone lontane da pioggie acide (in Italia praticamente nessuna!) o quella del rubinetto filtrata con un filtro al carbonio. Se vuoi coltivare biologico, usa terreno sterilizzato per piante da laboratorio, e usa un fertilizzante organico certificato. Le foglie della tua pianta indicano un alto livello di intossicazione e carenza di N, P e K, I 3 componenti base necessari allo sviluppo di foglie, fiori e soprattutto resina.

Leggi un buon libro sulla coltivazione prima della prossima avventura biologica!

Questa cima ha una forte carenza di Potassio, Fosforo e Magnesio. Il pH non è bilanciato, e la formazione di resina ne risente visibilmente.

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12 Soft Secrets

Lettere-foto dai lettor

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Saluto gli amici di Soft Secrets e i giardinieri nel mondo. Vi mando un bacio e le foto delle mie bambine con la gnometta incontrate davanti al portone. Spero di essermi meritato un premio e aspetto i vostri commenti e consigli sul mio 1° lavoro indoor in idroponica, in particolare si dice che la bambina vada messa a testa in giù quando la gran parte dei peluzzi bianchi diventano ambrati, è vero? Tanti complimenti per la rivista che è davvero unica! Ciao

Ciao raghashis, come va? Qui tutto bene,per essere la prima volta mi sembra eccellente! Verdi Saluti e W Soft Secrets!

Carissima redazione, stima e affetto mi legano a voi già da tempo. Vi invio la foto delle 2 Northern Light sopravvissute e cresciute sul balcone di un’amica desiderosa di apprendere la magia di questa adorata ed emarginata Maria! Con loro c’è la mia dolce maggiorata compagna. Purtroppo il tempo è stato inclemente e la più piccola è stata attaccata da un verme bianco lungo 5 mm con testa marrone, che l’ha sbranata dall’interno del tronco compromettendo la resa. I nutrimenti usati sono tutti Hesi. In indoor è andato tutto discretamente bene: vi prometto fantastiche foto della mia grow. Nel frattempo vi mandiamo un abbraccio e un bacione affettuoso! Vi amo... da voi traggo il mio coraggio e prezioso è il vostro insegnamento. Un eterno grazie. Il vostro Bogart.

Un verde saluto da due fan della “maconha” che ci mandano un’ insolita cartolina dal Brasile... grazie da tutto lo staff di Soft Secrets!

Carissima redazione di Soft Secrets, vi invio le foto del mio ciclo indoor relativo all’estate 2005. Le bimbe che vedete sono 2 Sweet Purple della Paradise Seeds, con due Top 44, due White Widow e tre Northern Lights X Big Bud, tutte di Nirvana Seeds. La foto non è il massimo ma credo renda l’idea delle cime e spero bastino a farmi ricevere le tanto decantate sementi della High Quality Seeds. Saluto voi di Soft Secrets per il vostro indispensabile lavoro e la vostra grandiosa iniziativa, auguro a tutti i lettori nonché coltivatori di tutto il mondo Verdi e Rigogliosi Raccolti! Ciao ;-)

Carissimo Soft Secrets, sono rimasto sorpreso dal vostro giornale. Vi allego la foto di mia figlia, Purple Power. Come noterete dalla foto, ho eliminato il fogliame superfluo, le cime pare abbiano raggiunto dimensioni accettabili. Continuate alla grande, Jacopo.

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Di Weckels

14 Soft Secrets

Indooril meraviglioso

mondo di

Weckels

La Top 44 proviene originariamente dalla città di Arnhem e dintorni, nell’est dell’Olanda, dove i grower la coltivavano con validi risultati: oggigiorno la si può trovare in parecchie grow room.

La Skunk Special era particolarmente apprezzata ad Amsterdam e paraggi, tuttavia è un nome che si trova ancora molto spesso in giro. Ciononostante, la maggioranza dei coltivatori optava (e opta ancora) comunque per la Top 44,

soprattutto perché dà dei raccolti in un tempo decisamente inferiore. Una buona regola empirica per la Skunk Special è che è pronta per essere lavorata di forbice quando raggiunge la soglia delle 9-10 settimane, mentre la Top 44 già freme per essere raccolta entro sette settimane (44 giorni). Tale risparmio in termini di tempo è tutto a vantaggio del grower commerciale, dato che si possono concentrare più raccolti in un anno, in modo da avere la certezza di un portafogli ben guarnito. Ecco per qualeragione storica la Skunk Special si è trovata a svolgere un ruolo secondario rispetto alla Top 44.

CombinazioneFortunatamente ci sono abbastanza grower che si esaltano di passione nello sviluppare una varietà nuova o creare

una forma perfetta di fertilizzazione incrociata. Non c’è voluto moltoquindi, prima che qualcuno pensasse a combinare queste due piante per ottenere una pianta ideale. Il nuovo incrocio, denominato Top 44 x Skunk Special, produceva un’erba in grado di stendere qualsiasi fumatore. Una ganja dal gusto molto dolce e dall’effetto incredibilmente potente: al fumatore con poca esperienza bastano un paio di tiri per un viaggio intestellare garantito – un effetto che in Olandese

è soprannominato l’effetto “hamertje”(martelletto). Per parecchi proprietari di coffeeshop olandesi, l’incrocio potente attirava l’afflusso di sciami di turisti, che si sentivano stesi già nell’aprire la bustina di erba. Questa nuova pianta (Top 44 x Skunk Special) inoltre produce un odore talmente deciso che un pochettino equivale in termine di odore a un’intera piantagione senza dei filtri ai carboni.

Filtri

Per continuare il discorso dei filtri, per coltivare la Top 44 x Skunk Special tanto per cominciare non basta che siano molto spessi, ma ce ne devono essere più che a sufficienza nel locale da coltivazione. Per un locale di 12 metri possiamo usare facilmente otto filtri, posti a un metro di distanza, in modo da ottenere una capacità di

estrazione dell’aria da 8000 metri cubi all’ora. Magari sembra eccessivo, ma tieni presente che ti servirà una capacità notevole per poter aspirare ed espellere all’esterno un odore veramente forte, attraverso dei filtri spessi. Oltretutto, occorrerà anche sostituire i granuli di carbone attivo nei filtri almento due volte all’anno, se vuoi continuare a godere di una vita da grower impunito.

Per quanto riguarda le lampade, ne calcolo 12, ciascuna da 600 Watt, si tratta di un buon investimento per un locale da coltivazione da 12 metri. Con meno lampade il raccolto finale risulterà decisamente inferiore e sarebbe un peccato, anche per chi non coltiva a scopo commerciale.

IrrigazioneLe piante stesse vengono poste su un tavolo, in modo da ottenere un’altezza di lavoro comoda per noi stessi: la schiena te ne sarà grata. Il tavolo dovrebbe essere alto circa 75 cm. Potrebbe sembrare un po’ bassino, però non può essere molto più alto, visto che le cime delle tue piante a un certo punto arriveranno pericolosamente vicine al soffitto. Quando le piante cominciano a svilupparsi a pieno ritmo, molto presto cresceranno notevolmente in altezza e a quel punto diventa sempre più difficile sistemarci sopra le lampade senza bruciare le sommità delle piante.

L’incrocio ideale e le condizioni più favorevoli per coltivarlo

Un notevole vantaggio ulteriore è che coltivando su dei tavoli puoi inclinare leggermente l’allestimento, in modo da controllare facilmente l’acqua di irrigazione superflua, se fuoriesce. La pianta può quindi assorbire dall’acqua soltanto ciò che le serve, senza ritrovarsi con un sottosuolo eccessivamente fangoso, dato che l’acqua in eccesso cola via. Possiamo raccoglierla tramite un tubo di scolo terminante in una vasca di raccolta (prefibilmente di grosse dimensioni), che possiamo dotare di galleggiante. Un galleggiante essenzialmente non è niente più di un sensore (in questo caso) che attiva una pompa se entra in contatto con l’acqua. Quindi il galleggiante viene posto appena sotto l’orlo del serbatoio di raccolta (all’interno) per impedire all’acqua in eccesso di trabordare (dalla vasca di raccolta), azionando per tempo la pompa che estrae acqua dal recipiente. Un galleggiante così è essenziale, certamente se vuoi risciacquare i tubi di irrigazione e i beccucci di sgocciolamento per l’acqua arricchita di enzimi, per pulirli e tenerli sgombri da accumuli di sale. Ai tempi (quando non si usavano galleggianti o sensori) bisognava mettersi ad osservare tutto il processo di pulizia, siccome ogni tanto la vasca di raccolta tracimava (con tutte le orribili conseguenze del caso). Un sensore semplice ma valido (ossia un galleggiante) può quindi evitarti delle lunghe attese.

Questo nuovo incrocio non soltanto produce un odore molto penetrante, ma cominciano a svilupparsi le ghiandole di THC persino sulle foglie grandi durante la fase di fioritura.

Nel presente articolo ci soffermeremo su un incrocio molto interessante, quello fra una Top 44 e una Skunk Special. Questa pianta, ricca di THC, è una varietà che raccomando a ogni grower.

L’uso di filtri ai carboni è importantissimo per coltivare la Top 44 x Skunk Special.

Ecco una delle tantissime cimette adorabili. L’erba è rinomata per il suo sapore dolce, insieme al cosiddetto Effetto Martello.

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modo che soffino a circa 40 cm sopra le piante, di modo che non si creino eccessi di umidità nell’aria. Soprattutto quando si soffia aria secca (contenente poca umidità) sopra le cime, si riesce quasi ad azzerare il rischio che contraggano pericolose muffe. Anche per questo motivo i grower ottengono i raccolti migliori durante i mesi invernali. L’aria in questo periodo dell’anno è particolarmente secca e facilita notevolmente gli sforzi del grower che vuole mantenere l’umidità atmosferica a livelli bassi. La situazione è diversa durante i mesi invernali, soprattutto dopo

Soft Secrets 15

CalceLa superficie del tavolo è rivestita da uno strato di polistirolo, coperto da un telo per rivestire laghetti artificiali. Sul tutto spargiamo uno strato spesso circa 10 cm di miscela di terriccio (cosicché sotto al terriccio vi sia uno strato di telo per stagni idrici, poi il polistirolo, quindi il piano del tavolo). Dunque la miscela di terriccio funge da base dello strato di terra che useremo. Poi arricchiamo la miscela di terriccio aggiungendovi calce, humus di lombrico, del fertilizzante a base di alghe marine e humus secco (in polvere). Aggiungo sempre della calce quando preparo le miscele di terriccio poiché assicura un’assimilazione efficace dei fertilizzanti, inoltre contribuisce a creare un bel pH neutro in tutto il mix. Possiamo usare tranquillamente una grossa quantità di concime di lombrico. Contiene la concentrazione azzeccata delle sostanze fertilizzanti più importanti; le concentrazioni sono difatti talmente giuste che potresti benissimo far crescere le tue piante in una base di solo concime di lombrico. Ciononostante, non consiglio subito di farlo, dato che con la miscela da me descritta otterrete risultati di gran lunga superiori.

RadiciTornando un momento allo strato di polistirolo (sulla superficie del tavolo), esso funge da strato isolante. Se facessimo entrare dell’aria fresca fredda (specialmente d’inverno) dall’esterno, quella risucchiata sotto il tavolo raffredderebbe troppo le radici (senza uno strato di isolamento). In questo modo l’aria fredda può provocare danni notevoli. Una pianta di marijuana odia veramente avere un sottosuolo freddo e quando vi si trova esposta, la crescita ne sarà ritardata enormemente, con conseguenze che noteremmo ben presto. Le radici possono essere gravemente danneggiate dagli sbalzi significativi di temperatura, smettendo di funzionare efficacemente o addirittura morendone addirittura. Nel peggiore dei casi ci si ritrova un suolo pieno di radici morte, che può trasformarsi in un parco divertimenti per infestanti di tutti i tipi fra le piante sopravvissute.

Poco fa ho accennato all’aria che entrando dall’esterno viene trasportata sotto i tavoli. Lo facciamo per assicurare un ricambio di aria , in modo da immetterne di fresca nel locale da coltivazione. Per dare una mano

a questo processo, mettiamo un ventilatore in modo che spinga l’aria verso l’alto, poi ne usiamo alcuni altri, o delle ventole, affinché soffino quest’aria per tutta la grow room. In questo modo siamo certi che la circolazione dell’aria sia buona, dato che è importante per una crescita ottimale e poi un raccolto abbondante.

Per un locale da circa 12 metri, normalmente usiamo tre ventilatori, abbastanza per mantenere l’aria in costante movimento, a ulteriore beneficio delle piante. Facciamo andare i ventilatori in

Quando cominciano a svilupparsi le cime fiorite, è altamente desiderabile un basso livello di umidità atmosferica.

In questa foto il tettuccio di plastica trasparente è già stato asportato. I cordini tesi nella foto servivano per sostenere il telo (di plastica trasparente).

un grande acquazzone, quando bisogna rimboccarsi le maniche per riparare le piante dall’elevata umidità atmosferica.

Tetto di plasticaCiononostante, anche un’umidità atmosferica alta ha la sua funzione nel ciclo di crescita. Durante la crescita o fase vegetativa, un’elevata umidità contribuisce a realizzare le circostanze ideali. È risaputo

che i cloni nati da poco cominceranno a svilupparsi molto più rapidamente dal momento che si trovano con un’umidità atmosferica elevata, dopodiché crescono più rapidamente in un clima umido. I cloni, e una volta maturati, le piante, in circostanze normali devono espellere molta acqua/ liquidi per mantenere un livello alto di umidità nell’ambiente. Se non se ne devono occupare da sole, perché siamo intervenuti dando loro una mano, allora le piante possono dedicare più energie a crescere e a sviluppare l’apparato radicale. Possiamo cominciare fin dall’inizio, realizzando una sorta di tetto sopra i cloni. Per farlo usiamo della plastica trasparente (teli per agricoltura), che a sua volta evita alle piante di dover traspirare, poiché il tettuccio trattiene l’umidità intorno alle piante. Tieni in considerazione la posizione delle lampade e non lasciare che stiano troppo vicine alla plastica, altrimenti con buone probabilità si scioglierà.

Vale la pena di sottolineare, per sicurezza, che ai lati bisogna lasciare aperto, senza plastica che penzola giù. Altrimenti, l’umidità atmosferica può accumularsi fino raggiungere livelli allarmanti e finiresti col creare un effetto palude, che accrescerebbe tantissimo il rischio di infezioni da muffe.

Quando i cloni hanno avuto due o tre settimane per svilupparsi e diventare delle splendide, grandi signore e i boccioli (o i ributti sulle cime) stanno quasi per spingere contro il tettuccio di plastica, lo eliminiamo. Le cime fiorite delle piante a questo punto cominciano a svilupparsi rapidamente, per cui è preferibile un’umidità atmosferica bassa, per mantenere al minimo il rischio che le cime marciscano.

Sopra i cloni realizziamo un tetto di plastica, che serve a offrire loro un

piccolo aiuto.

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Soft Secrets 17speciale varietà

El Niño, la pianta vincitrice della High Times Cannabis Cup nel 1998, è da anni una delle piante più apprezzate dagli intenditori italiani, ma anche una delle meno conosciute. Rimediamo a questo vuoto di informazione con un articolo dedicato a tutti i coltivatori e fumatori di questa meravigliosa varietà di cannabis.

Cominciamo dall’origine della genetica: fa parte della famiglia delle “White”, le piante “bianche” (le più resinose mai prodotte in Olanda). Geneticamente è abbastanza vicina alla White Widow e alla Great White Shark, con cui condivide l’origine da una madre dell’India del Sud. Arjan, fondatore e genetista della Green House Seed Company, ha utilizzato un ibrido selezionato F1 di White Widow (da una brasiliana incrociata con un’indiana del sud) e l’ha incrociato a sua volta con individui eccezionali selezionati di Haze e Skunk, per aumentare aroma, effetto e produttività. Una volta stabilizzata la varietà fino alla F6, i semi sono stati immessi sul mercato internazionale nel 1997. Un anno dopo, anche grazie alla coppa vinta nella categoria Bio alla High Times Cannabis Cup del 1998, la fama era già pari ai suoi predecessori White Widow e Skunk.

La struttura della pianta è quella tipica delle Indica: lo sviluppo dell’internodo è molto ridotto, le foglie sono tozze, spesse e larghe, con tendenza a sovrapporrsi. La pianta ha un aspetto compatto, robusto e cespuglioso, con rami tozzi e corti, pronti a sostenere il peso delle infiorescenze che crescono fuori proporzione. Quando la fioritura volge al termine le cime sono dense, pesanti e coperte di resina.

Il metabolismo della pianta è molto veloce e garantisce crescita rapida e fioritura di 8-9 settimane al massimo, facendone un’ottima varietà per la produzione di alta qualità commerciale sia indoor che in serra. Anche all’aperto la El Niño dà grandi risultati, con un unico accorgimento: bisogna far attenzione alle pioggie in finale di

fioritura perché, a causa delle cime enormi, può essere soggetta a muffe.

Per chi sceglie di coltivare indoor le opzioni sono numerose: in sistemi idroponici la resa aumenta del 10-20% e il tempo di fioritura si accorcia di qualche giorno, terminando all’ottava settimana di fioritura. Coltivando in terra il gusto e il profumo sono imbattibili, ma le piante vanno lasciate maturare fino alla nona settimana di fioritura per ottimizzare la produzione di cannabinoidi e terpeni nella resina. I migliori risultati si ottengono selezionando una pianta madre con caratteri eccezionali tra vari individui ottenuti da semi e utilizzando talee della stessa pianta madre per produrre cannabis di qualità uniforme e costante, raccolto dopo raccolto.

Sia in sistemi idroponici che in terra si consiglia di coltivare da un minimo di 4 piante per metro quadrato (in contenitori da 20 litri con 4 settimane di crescita) fino ad un massimo di 25 piante per metro quadrato (in contenitori da 5 litri con 2 settimane di crescita). I migliori risultati di produttività si ottengono con piante ben sviluppate, iniziando la fioritura dopo 3-4 settimane di crescita vegetativa, quando le piante hanno raggiunto i 50-70 cm di altezza. In finale di fioritura saranno stabili a 130-150 cm di altezza, con rami ben sviluppati che competono con la cima apicale. La produttività in condizioni ottimali supera il grammo per Watt di luce, ben oltre i 600 grammi per metro quadrato.

La El Niño necessita di un fertilizzante specifico di alta qualità contenente molto N (azoto) durante la crescita vegetativa. In terra il pH della soluzione nutritiva deve essere mantenuto tra 5.6 e 5.7 durante la crescita vegetativa e poi gradualmente incrementato tra 5.7 e 6.5 durante la fioritura; si consiglia di utilizzare enzimi per ottimizzare l’assorbimento di sostanze nutritizie.In sistemi idroponici (o aeroponici) il pH della soluzione nutritiva deve

essere mantenuto tra 5.5 e 5.6 in crescita vegetativa e successivamente incrementato tra 5.6 e 6.2 durante la fioritura.

Mantenendo una EC di 1.4-1.6 in crescita vegetativa e aumentando fino a 2.0 durante le prime 4 settimane di fioritura si otterrà il 100% dello sviluppo floreale e della produzione di resina. Si consiglia di ridurre l’EC a 1.6 dopo la quarta settimana di fioritura e a 1.5 dopo la quinta. In finale di fioritura extra P e K assicureranno piante sane e rigogliose fino alla fine. Una pratica essenziale al perfetto sviluppo delle infiorescenze, specialmente in sistemi idroponici, è il “lavare” il medium a intervalli regolari con una soluzione nutritiva molto leggera (pH 5.5 e EC 1.0) in modo da rimuovere residui e sali accumulati che possono causare intossicazioni e malattie della pianta e del sistama radicale. Altrettanto importante è lasciar seccare il medium almeno 2 o tre volte durante il ciclo di fioritura. In questo modo si ottimizza l’assorbimento di sostanze nutritizie e si assicura un sistema radicale sano. Se le radici sono costantemente in ambiente bagnato senza mai assorbire completamente tutta l’acqua disponibile si aumenta il rischio di infezioni, muffe e malattie delle radici e della pianta.

Durante la crescita vegetativa la temperatura dell’aria deve essere mantenuta a 24-28 oC durante il periodo di luce e a 21-22 gradi oC durante il periodo di oscurità. In fioritura si dovrebbe innalzare la temperatura di 2-3 gradi sia durante il periodo di luce che durante quello di oscurità.L’umidità relativa dell’aria deve essere mantenuta sotto il 65% durante la fioritura per evitare problemi di muffe e contaminazioni di spore e funghi.

Per chi sceglie di coltivare all’aperto si consiglia di piantare all’interno o in serra in primavera e di porre le giovani piante all’aperto quando il sistema fogliare e radicale sono già abbastanza sviluppati

per resistere a fattori quali vento, pioggia o insetti. All’esterno le piante si sviluppano fino a 3 metri se non ci sono limiti allo sviluppo delle radici. La fioritura inizia a fine luglio e termina a fine settembre o inizio ottobre, a seconda del fattore climatico, della latitudine e dell’elevazione sul livello del mare.

I risultati migliori sono ottenuti utilizzando terreno misto contenente torba, poca argilla e molti minerali. Tracce di lava e roccia vulcanica sono molto benefiche, così come guano di pipistrello o di altri animali. Il pH ideale è 5.5-6.0.

Generalmente le piante necessitano di molta acqua durante la crescita vegetativa, fino a metà luglio; gradualmente meno durante il periodo di fioritura. Sono molti i fattori che influenzano il fabbisogno di ciascuna pianta e ogni coltivatore dovrebbe mantenere un programma di irrigazione e concimazione specifico per la varietà e il luogo, considerando elementi come disponibilità di acqua in loco, previsioni meteorologiche, etc.

La produttività della El Niño ben sviluppata in condizioni ottimali raggiunge 1 Kg per pianta.

Una volta raccolta, la El Niño merita un’essiccazione lenta, a 18-20 gradi di temperatura e 50-60% di umidità relativa, in ambiente a oscurità totale o quasi. Si consiglia di utilizzare un sistema di estrazione dell’aria regolato da un interruttore a tempo, in modo da cambiare l’intero volume d’aria della stanza di essiccazione ogni 24 ore.

Dopo 15-20 giorni di essiccazione il prodotto finale può essere impacchettato sottovuoto o ulteriormente fermentato a bassa temperatura per aggiungere sapore e incrementare la presenza di CBN e CBG, ottenendo un effetto ancora piú narcotico e rilassante.

L’aroma della El Niño è inconfondibile, dolce ma speziato, molto complesso e bilanciato. Il sapore è decisamente forte, con note che ricordano la White Widow ma piú dolciastro e con un retrogusto di Haze e di Skunk. Una vera raffinatezza per palati e polmoni esigenti, firmata Green House. Per ulteriori informazioni visita www.greenhouseseeds.nl

Green House El Niño: arriva la tempesta di resina!

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18 Soft Secrets

FAI DA TE

Di Bart B.

Perchi non ha esperienza nel coltivare dai semi, il periodo di germinazione può essere uno stress durante il quale si resta ad aspettare col fiato sospeso per vedere quale percentuale dei semi acquistati a caro prezzo finiranno per germinare davvero. Per darti una mano strada facendo, ecco i tre metodi di germinazione più diffusi.

L’ambiente più adatto per far germogliare i semi è un luogo buio e umido, con una temperatura del terreno intorno ai 21-22°C e una temperatura atmosferica che si aggiri intorno ai 23-26 gradi. Umidità e calore sono caratteristiche essenziali di ogni metodo di germinazione riuscito.

Il metodo più vecchio e il meno usato fra i coltivatori principianti è proprio il metodo col quale si pone il seme direttamente nel substrato in cui crescerà. I semi vengono posti in un foro nel terreno, profondo 0.5-1 cm e ben innaffiato (preferibilmente con acqua contenente stimolatore per radici). Soprattutto se hai una quantità di semi enorme, allora ha senso piantarli o seminarli in questo modo. Se però stiamo parlando soltanto di poche decine di semi o meno, non consiglierei di impiegarlo. Questo metodo presenta un problema principale, cioè che bisogna aggiungere acqua per evitare che i semi si secchino, però se li innaffi eccessivamente rischi di farli ammuffire, oppure rischi che ci voglia un’eternità prima che germoglino. Un grower senza esperienza coi semi riuscirà pure a usare efficacemente questo metodo, ma la differenza fra il bagnare il substrato e intriderlo di acqua e mantenerlo adeguatamente umido rappresenta spesso un ostacolo troppo grande e il risultato è che moltissimi semi non hanno mai visto la luce del giorno.

Il “metodo della carta da cucina” è il più diffuso e il più noto per far germogliare i semi e vanta una percentuale di successi molto elevata. I semi vengono appoggiati

su uno strato di carta che ha la capacità di assorbire liquidi, quale il rotolo da cucina (o un batuffolo

di ovatta). La carta assorbente viene inumidita con acqua contenente una dose di stimolatore per radici; i semi assorbono i liquidi e ben presto cominceranno a germogliare.

Con il presente metodo ti conviene spostare il vassoio o la tavola su cui è poggiata la carta in un luogo scuro, con una bella temperatura calda. Il calore è di importanza capitale per far germogliare i semi.

Il periodo ideale per far germinare i semi è durante la primavera e l’estate, quando la temperatura esterna è di circa 22-25 gradi. Se ci pensi, è logico che risulti molto più difficile ottenere una buona percentuale di successo in inverno se non si crea un ambiente caldo nel quale lasciare che si sviluppino i semi. Ho usato questo metodo a lungo, ma devo dire che non mi ha soddisfatto sempre. La sua difficoltà è, ancora una volta, legata al mantenere i semi abbastanza umidi. Se li si bagna troppo, la minuscola radice che spunta dal seme crescerà più lentamente, dunque devi lasciarla asciugare un pochino affinché la radice si allunghi in cerca di altra acqua. Come potrai già intuire, è difficile valutare bene e prima di accorgertene avrai fatto seccare troppo il seme.

Se uso il metodo della carta da cucina, allora lo abbino sempre a un tappetino riscaldante. Questi tappetini forniscono una temperatura costante compresa fra i 21-22 °C, che riscalda l’acqua trattenuta nella carta da cucina, quindi i semi possono godersi il calduccio. Usando un tappetino riscaldante puoi riuscire a far germogliare una maggiore percentuale di semi, ma soprattutto si rivela utile in

caso tu non disponga di un locale caldo. L’effetto scaldante sull’acqua produce lo stesso effetto che si ottiene germinando in una stanza riscaldata. L’umidità ovviamente evaporerà e devi tenere in conto questo aspetto, provvedendo a non far prosciugare i semi (ma al contempo, non lasciare che si bagnino troppo).

Una volta che i semi hanno germinato bene, devono essere piantati e le loro radici delicate possono essere danneggiate facilmente. Molti grower maldestri riescono a causare un incidente di percorso ai loro semenzali e finiscono così col fare falsa partenza.

Per concludere, vi racconto il mio metodo personale, che ho perfezionato ripetutamente: il “metodo del cubetto di lana di roccia’. Ecco, per iniziare ti servono dei cubetti di lana di roccia. Sono i normali blocchetti di lana di roccia usati per far attecchire le talee, ma si prestano benissimo anche allo scopo di germinare i semi.

Per prima cosa, prendo un blocchetto di lana di roccia e lo metto in una miniserra. Le miniserre sono dei contenitori

di plastica nelle quali si può mantenere un’elevata umidità atmosferica. In ciascun cubetto di lana di roccia inserisco un unico seme, spingendolo delicatamente verso il basso con una penna fino al fondo del foro. I cubetti di lana di roccia che uso io sono sempre quelli che compri con i fori già fatti; ce ne sono altri tipi ai quali devi fare i fori da te. Se così fosse, prendi una penna e pratica un foro profondo circa 1.5 cm.

Dopo aver piantato i semi, bagna bene i cubetti di lana di roccia con acqua (arricchita di stimolatore per radici). Controlla che non rimanga troppa acqua sulla base della miniserra. Bisognerebbe cercare di lasciare ancora asciugare lentamente i cubetti di lana di roccia, cosicché la radice del seme sia obbligata a crescere in cerca di altra acqua. Inzuppa i tuoi cubetti una volta e poi non aggiungere acqua.

La miniserra viene posta in una piccola scatola dalle dimensioni di 1.5m x 60 cm, all’interno della quale è buio pesto. In questo piccolo cesto metto uno scaldino

che manterrà l’interno a 25 gradi costanti. Io uso un semplicescaldinoBionaire.Grazie al calore,molti semi germinano

sorprendentemente alla svelta, e con una più alta percentuale di successo rispetto agli altri metodi. Dopo alcuni giorni mi trovo semenzali alti 5 cm, pronti per essere piantati. Il vantaggio dei cubetti di lana di roccia è che offrono un’ottima aerazione e restano umidi, senza bagnarsi eccessivamente; in breve, per i semi sono un luogo ideale in cui poter germinare.

Quando i semenzali sono emersi devi assolutamente dare loro della luce, altrimenti continuerebbero ad allungarsi, sviluppando un gambo esageratamente lungo.

Un altro grande vantaggio nel metodo che uso è che consente di piantare tranquillamentei cubetti di lana di roccia,

lasciando in pace le radici. Pertanto è molto più comodo per i grower maldestri. Inoltre almeno non rimani con una sfilza di vasi pieni di terra con un seme piantato che non spunta mai. Il motivo per cui i semi germinano così rapidamente, a differenza che con il metodo della carta assorbente, le radici posso sbucare immediatamente nel substrato in cui cresceranno, ossia i cubetti di lana di roccia. Con il metodo della carta assorbente, devi controllare regolarmente il livello di liquidi della carta assorbente. Con il metodo del cubetto di lana di roccia non serve prendersi questa briga, basta bagnarli una volta, lasciarli tranquilli e aspettare che spuntino.

E allora, “wash ‘n’ grow”: è facile, veloce e semplice. Ti auguro un’esito totalmentepositivo,quando

scoprirai che il metodo del cubetto di lana di roccia funziona bene anche per te!

Germinazione in tutta la nazioneTre metodi per far germogliare i semi

“Dopo le elezioni tutto sarà diverso”, quanti di noi hanno pensato questo? Ma è una speranza vana, in particolare quando si parla di leggi in materia di droghe.

L’Unione ha scritto sul suo programma a chiare lettere che la legge Fini va cambiata, non possiamo illuderci che sarà fatto nell’immediato, senza una pressione costante dei movimenti antipro sono parole scritte sulla sabbia, dobbiamo costantemente ricordare loro la pericolosità della legge in vigore e gli

impegni presi in campagna elettorale.

La Million Marijuana March è giunta ormai alla nona edizione mondiale si manifesta in oltre 200 città nel mondo su tre punti condivisi in tutto il pianeta:

* Fine delle persecuzioni per consumatori e consumatrici.* Il riconoscimento immediato del diritto all’uso terapeutico per i/le pazienti.* Diritto a coltivare liberamente una pianta che cresce in natura ed è parte

del patrimonio botanico del pianeta che appartiene al genere umano.

Solo in Italia, che con la legge Fini produce la peggiore legge al mondo per la marijuana, criminalizzata nelle tabelle più della cocaina, si andrà in piazza anche per:

* Cancellazione immediata della legge Fini.* Superamento entro il 2006 della 309/90, con la totale depenalizzazione e desanzionamento dei consumi e delle condotte legate al consumo.

Siamo molto preoccupati degli effetti che sta producendo la legge Fini, segnali preoccupanti ci arrivano da tutta l’Italia, nelle realtà provinciali la situazione è difficile ora più che mai, nelle grandi città i danni saranno ugualmente gravi ma di diversa entità, i giovani i soggetti

più colpiti, moltissimi non conoscono ancora i particolari della legge se non quello passato in televisione durante la campagna elettorale. Molti ancora credono che con i famosi 23 spinelli non si subiscano conseguenze, la disinformazione la fa da padrona.

Informiamo e parliamone tutti i giorni con chiunque, dai genitori fino agli amici più scettici, facciamo capire loro la pericolosità sociale di questa legge, che porterà con gli anni a un arresto in ogni famiglia, sgretolando le speranze e i sogni di migliaia di persone.

A cura diMaulucci Gennaro

Million Marijuana March la manifestazione antiproibizionista per eccellenza coinvolge già più di 200 città nel mondo. In Italia, si snoda a Roma il 6 maggio 2006!

Legalise it!

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20 Soft Secrets

1 - TaleeIn questo paragrafo illustreremo come da una pianta di canapa (scelta per il gusto, la produzione e il vigor-ibrido)possiamo salvarne la generazione portandola avanti negli anni anche per molto, molto tempo (senza nulla togliere alle sue caratteristiche originali).

Prima di iniziare il processo della nuova generazione bisognerà considerare i seguenti punti:

A) La cannabis in questione dovrà risultare completamente stabile e di sesso femminile

B) Dobbiamo valutare che tipo di seme è stato usato per quella specifica cannabis dalla quale vogliamo ottenere le talee. Risulterà più stabile difatti, quanto più puri e di prima generazione sono stati i suoi progenitori!

C) Non dovrà in nessun modo presentarsi malata o affetta da parassiti vari, i quali si tramanderebbero di generazione in generazione e nei casi peggiori porterebbero alla morte nel primo periodo germinativo.

D) Sceglietela in base a criteri di bellezza personale, ispirandovi al gusto, alla quantità di fiori e di resina, alla qualitàe al vigor ibrido.

Importante: Tutto il processo per ottenere le talee da una pianta madre deve svolgersi in ambienti chiusi (indoor) e il più possibile puliti.

Quindi viene vivamente sconsigliato di svolgere queste operazioni all’esterno, come di usare una pianta madre che vive fuori casa.

Detto ciò passiamo al lato pratico della questione talee: Prelevate le talee (se possibile) da un grande, sgargiante, stupendo esemplare di pianta madre femmina 100%… rimasta nelle condizioni vegetative (18 ore di luce bianca, come il neon, e 6 di buio) .

2) Fatevi trovare pronti dei vasetti tipo “pot” con dentro della perlite o, meglio ancora, dei cubetti di lana di roccia; di sicuro vi servirà pure un germinatore chiuso (per ottenere il 90% di umidità), riscaldato e con un termostato di sicurezza!

Se non disponete di questa attrezzaturapotete allestire una piccola grow room, un po’ più difficile da realizzarsi, accertandovi che la temperatura rimanga costante a 25° e l’umidità al 90%.

3) Solo quando la vostra pianta madre misurerà 50 cm, circa 3-4 internodi, potrete decidere il da farsi; vale a dire: con l’ausilio di forbici (meglio ancora delle lamette sterili o comunque pulite) vi accingerete a tagliare, in modo deciso ed obliquo a 45°, il fusto della pianta (più precisamente nel punto dove la talearisulterà con 2 o più internodi).

Per tutte queste operazioni è consigliabile usare dei guanti in lattice puliti.

4) Portato a termine il punto sopra citato, senza fare prendere troppa aria alla parte tagliata, prelevate la vostra talea e “pucciatela” (immergetela) nell’ormone radicante.

Se l’ormone è in polvere immergete la talea quel tanto da non creare grumoli, di modo che le radici attecchiscano nelle prime 2 settimane senza problemi. Poi adagiate le piantine nei cubetti di lana di roccia o nei vasetti con la perlite.

5) Successivamente avranno bisogno costante di:- luce bianca (neon-ioduri metallici), 24 ore su 24.- umidità 80-90%.- temperatura 25° fissi.

In conclusione: sono pochi gli insuccessi se seguite punto per punto le indicazioni sopra citate; una viva raccomandazione viene fatta per quel che riguarda il clima, che deve essere attentamente monitorizzato, e gli eventuali parassiti, che a scanso di equivoci non dovrebbero accennare a esistere!

Il decorso delle nostre piccoline migliorerà quando, dopo circa una

settimana, si saranno riprese dallo stress, cambiando aspetto (sicuramente rinvigorite e in forma).

2 - Potature per tenere una pianta bassa

La parte più alta di una pianta presenta quello che scientificamente si chiama “predominanza apicale”. È un po’ come la legge del più forte… il più prepotente schiaccerà tutti gli altri nella competizione per la luce, l’aria, il cibo… Se interveniamo e togliamo colui che la fa da padrone, otteniamo due cime senza predominanza. Ciò si può fare in due modi:

- cimare la giovane pianta all’apice quando è ancore piccola

- potarla quando è già ramificata

Tieni presente che ogni volta che intervieni con potature o cimature, otterrai una biforcazione con conseguente infoltimento, provocherai un’espansione per larghezza e non per lunghezza… in questo modo la pianta risulterà più bassa.

Ciò succede perché cimando un apice asportiamo il “meristema”, tessuto

contenente numerose informazioni, tra cui quelle della fioritura. Niente paura, il meristema si riformerà senza danni, però impiegando circa 10 giorni. Questo è il motivo per cui la cimatura non è molto diffusa nella coltivazione indoor (i tempi ridotti sono una necessità quasi spasmodica).

Nel giardinaggio outdoor invece, possiamo sfruttare tutta la fase vegetativa per effettuare cimature, fermandoci ovviamente con largo anticipo sulla fioritura.

E poi perché non sfruttare il materiale di scarto per un esercizio utile e divertente e imparare a riprodurre le nostre piante più belle per mezzo delle talee?

3 - RivegetazioneA detta di molti la tecnica di rivegetazione (anche detta ringiovanimento), usata in indoor ma anche in outdoor, risulta un ottimo sistema per far fiorire di nuovo, e in tempi notevolmente brevi, la canapa.

In poco più di 1 mese e mezzo la nostra adorata potrà infatti produrre il nuovo quantitativo di fiori da voi richiesto!

Non è raro difatti venire a sapere di qualche “giardiniere” che porta avanti il metodo della rivegetazione anche da 2-3 anni. Questo prova inevitabilmente che la talea (o il seme) se scelta con cura (meglio infatti se di prima generazione F1, pura al 100%) non perderà il proprio vigor-ibrido neanche dopo diversi anni.

Per avvicinarsi alla tecnica e trasporla nella realtà bisogna rifarci ai metodi usati anche per la produzione delle talee; seguire il più che potete i punti sotto elencati affidandovi anche ad una discreta cultura di giardinaggio, che possiedano solo in pochi, e al vostro pollice verde che sicuramente possedete anche voi (convincetevene):

A) L’azione che state per compiere abbisogna di una certa dinamica, prepararla nei dettagli quindi risulterà determinante. Prendete forbici e lamette da barba sterilizzate o il più possibile pulite, con forza potate il fusto della canapa di circa 2/3 della sua altezzaoriginale (esempio se era di 1,50m, una volta tagliata risulterà di soli 50 cm).

A quell’altezza la pianta produce dei rami che si protendono verso l’ alto: ebbene, lasciateli anche per tutta la loro lunghezza, vi forniranno di nuovi fiori

B) Accingetevi ora a togliere, dal pezzo di pianta rimasto, più cime mature di marijuana che potete, cercando questa volta di lasciare varie gemme (giovani fiori non ancora aperti, chiamate bratteeappunto) in ogni ramo che intendete far rifiorire; difatti sarà proprio da questo punto che la cannabis comincierà un nuova ma veloce ricrescita.

Per le coltivazioni indoor invece la canapa necessita di un periodo di crescita vegetativa sotto le vostre belle lampade agro almeno di 2 settimane, per poi riaffrontare il lungo (ma non troppo) periodo della fioritura.

Tecniche e metodi per migliorare e aumentare il raccolto di M.C.G.

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Inutile aggiungere che con queste scelte di coltivazione si forza di parecchio l’immaginario collettivo, che vede la canapa crescere lenta e felice tra i campi sotto la luce del sole cocente.

6 - Come fare ad ottenere più piante di sesso femminile

Dalla letteratura e dalle scoperte delle varie banche dei semi ma pure dalle esperienze personali, risulta che la crescita di una pianta maschio o femmina dipende, oltre che dai cromosomi sessuali, anche da fattori ambientali.

Tali caratteristiche ambientali sono:

1) Una maggiore concentrazione di azoto (N) produrrà più femmine

2) Una maggiore concentrazione di potassio (K) produrrà più maschi

3) Un’umidità elevata produrrà più femmine

4) Una temperatura più bassa produrrà più femmine

5) Maggiore luce blu (neon/ioduri-metallici/luce solare da maggio a luglio ) produrrà più femmine

6) Meno ore di luce produrranno più femmine

7) Maggior numero di piante per m2

(per esempio 64 giovani cloni in un metro quadrato!), inducano la canapa a diventare femmina.

È indispensabile dare inizio a eventuali cambiamenti ambientali al livello di 3 paia di foglie e continuare con le stesse condizioni per 2-3 settimane, prima di ritornare alle normali condizioni (25° di temperatura costante e -65% di umidità).

Soft Secrets 21

Dovranno essere levate le foglie nella parte inferiore e superiore, avendo cura di lasciarle nel mezzo di modo che l’energia che la pianta impiegherà per crescere sarà trasmessa soprattutto ai rami e ai fiori, piuttosto che nelle foglie, utili invece per la ricezione della luce (proprio come i pannelli solari!).

Importante: Con la cannabis da outdoor possiamo anche procedere alla rivegetazione provando a pensare la pianta come se fosse un ulivo o un melo. Si può infatti anche non tagliare i 2/3 della pianta, utilizzandola cioè per intero, sfoltendola solo nei fiori, lasciando qualche gemmettina qua e là.

Aspetteremo poi con trepida impazienza che la natura svolga il suo corso... nuovamente e gratis!

4 - Triplo impianto Il triplo impianto e la SOG vengono spesso accostati insieme, quasi fossero la stessa cosa, ma non risulta proprio così.

Difatti possiamo avvalerci di uno stupendo triplo impianto, magari disposto in un armadio, pur non applicando la tecnica dell’oceano verde.

Abbiamo già elencato le linee generali per iniziare a costruirci la nostra jungla urbana in tutta tranquillità con i vicini, ma soprattutto con se stessi! Qualche volta comunque ci riferiscono ”giardinieri in erba” che è convenuto allestire la camera di coltivazione di modo da ottenere 3 differenti fasi climatiche, di germinazione, di crescita e di fioritura; stiamo parlando deltriplo impianto, cioè un impianto con tre differenti stadi di coltivazione (germinazione, vegetazione, fioritura), che applicati in interni danno la possibilità di raccolti continui, talvolta fino a produrre un quantitativo più che consistente.

Il triplo impianto necessita di alcuni metri quadri ed è - a detta di molti - praticamente impossibile realizzarlo in ambienti angusti quali armadietti, sgabuzzini e sottoscale. Esso consiste infatti nel costruire un ambiente per ogni fase di crescita :

- la stanza della germinazione, dove troveremo le piccole piante nello stato di

incubazione, dalla quale dovranno sortire per diventare talee; si alimenterà di luci a basso wattaggio, con lo spettro azzurro, come i neon; oppure può bastare talvolta solo il teporino dei trasformatori al buio.

- la stanza della crescita vegetativa, ove cresceranno le piante di cannabis sino all’altezza desiderata, illuminate dalle potenti luci agli ioduri.

- la stanza della fioritura costruita con più spazio per alloggiare le basse, ma ingombranti ,cime delle vostre preferite, naturalmente sotto le luci ai vapori di sodio.

Riferiscono sempre gli stessi “giardinieri” di prima, che il triplo impianto, per le caratteristiche sopra evidenziate, richiede una manutenzione illimitata, dando però una coltivazione/soddisfazione pressoché costante nel tempo; vuoi per la qualità che non è aria, vuoi per la quantità che si potrebbe aggirare su qualcosa come 1/2 kilo di marijuana secca ogni mese (per 3 m2 minimi di superficie utile alla coltivazione), in tutti i santi mesi dell’anno però!

Attenzione: Con il triplo impianto si fa strada l’esigenza di porre vicino all’armadio o nella stanza, a causa della concentrazione di materiale esplosivo, un bell’estintore. Non è uno scherzo!

5 – S.O.G: See of GreenL’oceano verde si usa in ambienti estremi, ad esempio quando abbiamo poca altezza, difficoltà di usare lampade al sodio o semplicemente poco spazio.

Il prodotto può apparire di qualità minore, ma alla fine il raccolto è equivalente a piante d’altezza normale.

Si cercano d’ottenere piante molto basse (25-30cm) con poche foglie e praticamente solo fiore.

Che cos’è? È un raccolto in miniatura. Consiste nel coltivare in una minima superficie, per un lasso di tempo relativamente breve, piantine di marijuana non più alte di 25-35cm. Di fatto a prima vista la grow room può sembrare piena di piante basse. Questo dà il nome di oceano verde in quanto le piante risultano tutte della stessa altezza e molto uguali.

Facile, direte voi, ma il problema si fa sentire quando dovrete forzare le vostre piante basse a fiorire, con un brevissimo periodo vegetativo.

I consigli sono:

- Scegliere varietà molto simili tra di loro, che si mantengono basse. Sono sconsigliate le sative da esterno che vengono molto alte.

- Si parte subito dal periodo di fioritura sia in idro, aero, cocco, che terra (12 ore di buio-12 ore di luce).

-Si cercano di utilizzare solamente i nutrienti e i fertilizzanti adatti, ad esempio a base di fosforo e potassio (PK13/14 per la fioritura), escludendo a priori azoto e CO2.

-Si possono attuare le tecniche per bonsai o semplicemente di potatura (vedi par 2 di questo capitolo, pag 105).

-Si cercherà di mantenere un altezza medio bassa, circa 25-30cm.

-La luce dovrà essere giallo-rossa, U.V o del sole, cercando di evitare quella bianco-azzurra dei neon e delle MH che notoriamente conferisce una crescita vegetativa alle nostre amate piante. In questo caso le lampade agro non vanno perché tendono a fare crescere la pianta!

-Con la terra e con il cocco, cercate di creare un mix molto drenante in quanto si riempirà di radici, usate vasi di 5-10cm di profondità.

Perché la tecnica del triplo impianto viene spesso messa insieme all’oceano verde?

1) Abbreviare i tempi della coltivazione

2) Sfruttare gli spazi nel migliore modo possibile

3) Per l’alta resa in un breve lasso di tempo

4) Risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica

In ogni caso, optare per una buona messa in sicurezza dell’impianto sia dal punto elettrico, idraulico, di odori e chi più ne ha più ne metta.

Il presente articolo è tratto da Canapa Libera Tutti, manuale del canapicoltore. Guida completa in italiano di coltivazione indoor e outdoor. Semplice, pratica e divertente. 150 pagine con 145 foto a colori. Nuova edizione! Ancora più completo ma anche più economico!

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22 Soft Secrets

Cultura cannabica

I fumatori più fortunati si ricorderanno dei tempi in cui, prima che arrivasse l’influsso del fumo “tagliato” di bassa qualità,capitava piuttosto spesso di trovare del buon hashish proveniente da ogni angolo del mondo. Alcuni tipi divennero leggendari, al punto che li si trova tuttora in giro. Dei nomi come Libano Rosso, Marca Oro, Temple Ball Nepalese, Nero Afgano e Marocchino Zero Zero, evocano tutti quanti dei ricordi di aromi esotici intensi e di ebbrezze trascendentali, tipiche di ogni ciascun singolo pezzo. Quindi, cos’è che rende un Temple Ball nero e morbido, ma rende uno Zero Zero più pallido e sabbioso? Naturalmente le piante in sé e le condizioni delle zone di provenienza rivestono un ruolo, tuttavia è nel procedimento di preparazione stesso delle ghiandole di THC per poter essere fumate, che si svolge la magia. Quando si sono imparati un po’ di metodi usati nelle varie regioni di produzione dell’hashish, li si può adattare per ricreare a casa propria gli ottimi hashish dal mondo e fare una miriade di tipi di fumo di qualità diverse, di cui andrebbero fieri tutti quanti.

Perché pressare?

Le ghiandole di resina estratte non sono ancora Hashish. Soltanto dopo che la ghiandola ha subìto un processo di lavorazione e preparazione di qualche tipo, diventa un pezzo di hashish. Quando al THC vengono applicati pressione, calore e ossigeno, avvengono dei cambiamenti molecolari. Il nome con cui indichiamo tale trasformazione è fissaggio, sebbene non manchi la tentazione di chiamarla Alchemia.

Applicando con calore e pressione, si spaccano le ghiandole di resina, che ossidandosi a contatto con l’aria si fissano insieme. Questo procedimento è in grado di accrescere la potenza dell’hashish, in quanto attiva delle sostanze psicotrope e dissipa i terpenoidi volatili. Per fare dei tipi di fumo differenti servono dei metodi di pressatura diversi, capaci di rivelarne tutto quanto il potenziale. Mentre i più raffinati si fisseranno con il calore corporeo, esercitando una pressione relativamente alta con i pollici e i palmi delle mani, quelli meno pregiati, contenenti più residui vegetali, richiedono calore e una pressione molto più intensi perché la resina diventi attiva e l’hashish leghi.

Fissaggio

Per legare perfettamente un pezzo di fumo, ci vuole una temperatura ben precisa e una pressione elevata. Se non si applica abbastanza calore, la parte esterna del pezzo potrebbe sembrare nera e fissata, ma all’interno si presenterà pallida e non fissata (i fumatori di hashish avranno presente i pezzi di questo tipo e la maggior parte del fumo marocchino di bassa qualità viene prodotto in questo modo); tuttavia, applicando una temperatura eccessiva, si perdono buona parte dell’aroma e parte della potenza. Si può dire che un pezzo è perfetto quando è omogeneizzato, ossia quando è fissato uniformemente in ogni punto. Un pezzo di hashish pregiato si inscurisce nel corso della preparazione, dato che non viene preparato con il calore, ma piuttosto tramite l’ossidazione del THC che fuoriesce dalle ghiandole che si spaccano. Quando il THC entra a contatto con l’aria, diventa nero. Un pezzo di fumo

lavorato nella mano sarà tutto quanto nero, dato che è entrato tutto in contatto con l’aria, mentre nel caso di un pezzo che è stato premuto a mo’ di lastra o mattoncino, soltanto il THC dello strato esterno sarà stato esposto all’effetto ossidante.

Pressatura a mano

La pressatura manuale può essere fatta sulle ghiandole di resina asciutte, estratte con un Bubblesac o da un Hand Screen; per ottenere buoni risultati, però, questa lavorazione dovrebbe essere riservata alle sostanze più pregiate, effettuandola di volta in volta su quantitativi modesti, nella tradizione tipica del Temple Ball. Si tratta di un metodo che richiede pazienza, basato su una tecnica che può essere appresa esclusivamente tramite la pratica e che prevede tentativi ed errori. Eppure, premere a mano del fumo pregiato è un gesto apprezzato dai veri estimatori, dato che chi fabbrica è a contatto diretto con l’hashish. Come sostiene Robert Connell Clarke, scrittore specializzato in Hashish:“Premere resina fresca a mano e assistere alla sua trasformazione, da mucchietto di polvere dorata in una massa solida, densa e fragrante, è un’esperienza altamente gratificante.” Fumarla regala soddisfazioni ancora maggiori.

Applicare pressione…

In Afghanistan e in Marocco, paesi di provienienza della maggioranza del fumo importato in Inghilterra, la domanda di quantitativi elevati da destinare all’esportazione aveva originato varie soluzioni. Spesso partivano verso l’Inghilterra delle lastre di resina (note fra l’altro col nome di polline) pressate meccanicamente a freddo fino a assumere la forma di una barretta. Ciò significa che veniva fissata meno resina, quindi l’hashish restava asciutto e sabbioso, anziché essere nero e appiccicoso. I produttori locali vendevano la resina non fissata adeguatamente a un prezzo inferiore, data la facilità relativa della pressatura meccanica a freddo, rispetto al vero procedimento di fissaggio. Quando la lavorazione avviene a freddo o con un calore minimo, le ghiandole di resina risultano semplicemente compattate in modo molto fitto, anziché essere ben fissate. Per questa ragione il fumo di questo tipo ha un aspetto sabbioso e granuloso, anziché essere nero e appiccicoso. Come accennavamo, il

fissaggio richiede pressione e anchecalore.

…e calore

In Afghanistan, veniva usato comunemente un metodo di fissaggio nel quale si riempie di polvere un sacco di cellophane, lo si avvolge in un panno o simili e poi lo si pesta con una mazza. I colpi ripetuti agitano le ghiandole di resina e le riscaldano tramite l’attrito, trasformandole in una panetta nera, liscia e ben legata. Altrimenti, si può scaldare delicatamente la resina prima di pressarla, se si vuole ottenere un fissaggio uniforme in tutto il pezzo. Si tratta di un procedimento che consente minor precisione, visto che ogni pezzo di hashish risulta diverso e la quantità di calore richiesto varia. In certi casi viene riscaldata la morsa prima della pressatura, ma di solito (e con esiti migliori) è la resina stessa ad essere riscaldata, con il calore oppure su pietre calde, tolte dal fuoco.

Pressare fumo a casa

Ecco alcuni metodi di fissaggio semplici ed efficaci, riproducibili comodamente a casa propria:

Nota: Per far sì che funzionino correttamente, la maggior parte dei precedimenti descritti richiede del Natural Cellophane. A differenza della pellicola comune, il Natural Cellophane è permeabile all’umidità, per cui è l’ideale per fissare usando il calore del vapore. Un ulteriore vantaggio è che persino l’hashish pregiato e l’olio più appiccicosi non ci restano appiccicati, quindi è praticamente l’unico mezzo per conservare i nostri pezzi; un materiale essenziale per chi fabbrica hashish.

I due procedimenti descritti in seguito sono di origine turca e rappresentano dei metodi di fissaggio semplici ed efficaci per fare in casa del Bubblehash:

Fissaggio nella scarpa

Per i tipi di prima scelta, fate un pacchettino con il Natural Cellophane e riempitelo di ghiandole di resina asciutte. Se le ghiandole sono state estratte usando ghiaccio e acqua, verificate che abbia seccato adeguatamente (NB: per asciugare correttamente, ci dovrebbero da 5 a 10 giorni in un luogo buio e caldo). Basta semplicemente mettersi il pacchettino nella scarpa e camminarci sopra per

qualche buona ora (magari puoi infilare il pacchettino in una bustina per bloccare l’odore sgradevole dei piedi). Controlla il fumo in continuazione. Il calore del fumo abbinato alla pressione spiaccica delicatamente le ghiandole e avviene così il fissaggio.

Fissaggio al vapore

Per qualità meno pregiate, potete fare comunque un pacchetto e riempirlo di resina. Avvolgete il pacchetto in qualche strato di carta di giornale e immergetelo rapidamente in acqua bollente. In seguito, avvolgete il pacchettino bagnato in della carta stagnola e scaldatelo sopra una fiamma o su una superficie calda, badando a girare il pacchetto regolarmente affinché il calore si diffonda omogeneamente. Dopo breve tempo, il pacchetto dovrebbe espandersi, a causa dell’acqua di cui è intriso il giornale, che si mette a bollire liberando vapore. Nel momento in cui il pacchettino comincia a sgonfiarsi, ponetelo su una superficie dura e pressatelo con il piede o con un oggetto pesante. La quantità di forza necessaria dipende dalle dimensioni del pacco e dalla qualità dell’hashish. Lasciatelo raffreddare, poi è pronto da fumare.

Bollire nel sacco

Questa volta il pacchettino di cellophane viene inserito in una bustina a chiusura ermetica che viene posta in acqua caldissima / bollente per un paio di minuti. La quantità di tempo esatta dipende dal tipo di fumo e occorre tenere sotto controllo la busta di plastica ecc. attentamente, per evitare di esagerare. Vi si può applicare una lieve pressione, dopo che è stata estratta dall’acqua. Si capisce che il fumo si è perfettamente fissato quando entrambe le superfici hanno acquisito un aspetto vitreo e riflettente.

Pressare con la morsa

Come accennavamo prima, si possono usare dei martinetti idraulici per applicare all’hashish delle grandi pressioni. Si possono usare tutti i tipi di morsa, dai martinetti idraulici per le auto ai morsetti a G o a vite.

Il presente articolo vi è stato presentato a voi da www.Bubblesac.co.uk Fiondati sul sito, per trovare tutto ciò che ti occorre per fare hashish. Speriamo che l’articolo ti sia piaciuto quanto ti piacerà fabbricare l’hashish più puro che l’umanità conosca!

Come si pressa l’hashish

Pressatura effettuata bollendo Hashish secco ricavato con l’acqua

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Soft Secrets 23

Il sacchetto di hashish viene bollito per 2-3 minuti, finché si ammorbidisce

Hashish fatto a mano in India Hashish avvolto in cellophane naturale

Pressato a calore basso Calore basso Altro hashish ricavato con l’acqua, pressato

Parte legata manualmente Hashish ricavato con l’acqua e pressato Lo stesso hashish, pressato in diversi modi

Una pressa verticale Non fissato Hashish ricavato con l’acqua non pressato

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E47.-

White Rose

E’ un indica pura, una grande produttrice ed è molto adatta alla coltivazione in sistemi idroponici e affini. Questa varietà White, o “bianca” è ricoperta di resina, con un alto contenuto di T.H.C. e un dolcissimo sapore.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa mixEffetto: Forte High Indica FisicoSettimane di Fioritura:8 - 10Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 350 - 450Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E24.-

Original Hawaiian Maui Wowie Skunk

Grossa pianta con spesse foglie arrotondate che mantiene fino alla maturità. Caratteristiche Hawaiiane autentiche, profumo e sapore che ricordano i tropici.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: Forte ma Lucido; High Globale Equilibrato Settimane di Fioritura: 8 - 10Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E18.-

Original Highway Delight

Questa è una delle nostre varietà Outdoor più forti. Può resistere alle temperature più basse. E’ una pianta solida, di bassa statura e con foglie ampie.

Altezza Pianta: Bassa; Prevalentemente IndicaEffetto: High Fisico e Cerebrale Settimane di Fioritura: 6 - 8Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 375 - 475Periodo di Raccolto: Settembre

E24.-

South African Durban Poison x Skunk

Questa varietà è un incrocio F1 originario di Durban, Sud Africa e raggiunge notevoli dimensioni. La pianta ha foglie enormi e molti internodi con lunghe cime appiccicose ricoperte di resina.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: High Sativa; Ottimo Effetto Cerebrale Settimane di Fioritura: 8 - 10Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E27.-

Durban Poison Amazing Special

Questa è una varietà stupendo originario del Swaziland, in prevalenza Sativa. Diventa una pianta grande, con grosse cime. L’ high è più morbido e delicato.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: High Sativa Cerebrale Leggero Settimane di Fioritura:9 - 11Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green):400 - 500Periodo di Raccolto: Ottobre

E27.-

Purple Tops

Questa popolarissima varietà può essere coltivata con successo anche outdoor, in climi particolarmente freddi ed umidi. Una pianta spettacolare ed unica, con cime violacee, sapore dolcissimo e autentico high sativa.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: High Sativa; Effetto CerebraleSettimane di Fioritura: 6 - 8Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Settembre

E34.-

Outsider

Outsider resiste a temperature più fresche. E’ una pianta molto forte e potente che dona un raccolto anticipato. Le grosse cime sono assolutamente deliziose. Vincitore del Highlife Cup.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa MixEffetto: Forte ma Lucido; High Globale EquilibratoSettimane di Fioritura: 6 - 8Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Settembre

VincitoreHighlife cupHigh Times

cup E41.-

White Widow

Questa è la leggenda che si trova ormai in tutti i coffeeshops olandesi. E’ la prima delle varietà della famiglia White o “bianco”, e raggiunge notevoli dimensioni. Questa è una pianta di altissima qualità e vincitrice di innumerevoli premi.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa mixEffetto: Migliore High in assoluto; Effetto Globale EquilibratoSettimane di Fioritura:8 - 10Resa (peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 325 - 425Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

VincitoreHighlife cupHigh Times

cup E30.-

Bob Marley’ Best

Questo classico F1 è un fuoriclasse! E’ una varietà che necessita di particolare attenzione. Il risultato è una grossa pianta con il sapore di haze e un high veramente strabiliante.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: High Sativa; Il Migliore High Cerebrale Settimane di Fioritura:10 - 12Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 300 - 400Periodo di Raccolto: Ottobre

Original Big Bud Super Skunk

Eccezionale ibrido di Skunk, il suo notevole raccolto lo rende uno dei preferiti per i “cultori”. Grandi cime succose con un sapore molto dolce.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa mixEffetto: High Sativa Psichedelico e CerebraleSettimane di Fioritura: 8 - 10Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 450 - 550Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E30.-

E41.-

Early Girl

Essendo altamente resistente alle malattie, Early Girl è una varietà perfetto per i principianti. Piantata in outdoor fiorisce a fine settembre. High piacevole.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa MixEffetto: Forte ma Lucido; Soave High Globale EquilibratoSettimane di Fioritura:6 - 8Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Settembre

Ghandi

Questo incrocio F1 è sviluppato per la coltivazione outdoor, ma dà incredibili risultati anche indoor o in serra. E’ una pianta facile da clonare, resistente alle muffe e ai parassiti.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa MixEffetto: Forte ma Lucido; l’Equilibrio Ideale Settimane di Fioritura: 7 - 9Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E47.-

INTERNO ESTERNO

Per la sped iz ione de i semi e' r i ch ies to i l pagamento ant i c ipato, le poss ib i l i ta ' d i pagamento sono: • Contant i ass ieme a l l ' o rd inaz ione oppure per banca.• Banca: Rabobank Veghel -E rp, numero de l conto: 1148 65 868 in nomi d i Snorke l BV IBAN: NL72Rabo0114 8658 68 SWIFT / BIC: RaboNL24Copiare questo fo rmular io e sped i r lo a: H igh Qual i ty Seeds, Case l la Posta le 362, 5460 AJ VEGHEL, O landaTe lefono. : 0031-(0)73-5479916 Fax: 0031-(0)73-5479732Le nost re spediz ioni d i semi vengono effet tute so lamente in paes i dove non e' i l legale la propr ieta' e la spediz ione.

VARIETA' PREZZO PER PACCHETTO: QUANTITA': PREZZO:

Original Haze x Skunk E 16,-

South India x Skunk E 16,-

Swazi x Skunk E 16,-

Super Thai x Skunk E 16,-

Afghani Hindu Kush E 18,-

Four Way Specials E 18,-

Original Highway Delight E 18,-

Original Californian Orange Skunk E 18,-

Original Hawaiian Maui Wowie Skunk E 24,-

South African Durban Poison x Skunk E 24,-

Northern Light E 24,-

Durban Poison Amazing Special E 27,-

Skunk 3 x a2 E 27,-

Purple Tops E 27,-

Bob Marley’s Best E 30,-

Original Big Bud Super Skunk E 30,-

Outsider E 34,-

White Widow E 41,-

Early Girl E 41,-

White Rose E 47,-

Ghandi E 47,-

Northern Pride (seme femminile)* E 92,-

White Pearl (seme femminile)* E 114,-

Sotto totale

Prezzi di spedizione E 3,-

Totale

Formulario per ordinazioni (11 seme, *10 seme)

Nome:

Indirizzo:

Codice postale:

Citta':

Nazione:

Numero di telefono:

Data:

Possibilita' di pagamento: Contanti Banca

E27.-

Skunk 3 x A2

Skunk 3 x A2 ha un ruolo di spicco tra le moderne varietà sviluppati per la coltivazione indoor. Questa pianta, bassa ma cespugliosa, cresce bene sia indoor che in serra. Profumo inebriante, sapore favoloso.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa MixEffetto: Potente ma Lucido; Cerebrale e FisicoSettimane di Fioritura: 8 - 10Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E18.-

Original Californian Orange Skunk

Questo modello estremamente resistente, non ha bisogno di particolari cure. E’ di facilissima coltivazione nelle condizioni più disparate. Le cime si ricoprono di peli arancioni, ed il sapore è dolce come una caramella.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa MixEffetto: Potente ma Lucido; High Globale EquilibratoSettimane di Fioritura:8 - 10Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E24

Northern Light

Questa varietà dalla struttura solida e bassa produce cime compatte che premiano con ampi raccolti. Abbondante produzione di resina: un ottima’ scelta!

Altezza Pianta: Bassa; Prevalentemente IndicaEffetto: Potente; Piacevole High Indica FisicoSettimane di Fioritura:7 - 9Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 350 - 450Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E16.-

Original Haze x Skunk

Questo ibrido F1 conserva tutte le migiori caratteristiche del Skunk#1. E’ una grossa pianta che produce foglie a 11 o 13 punte, e cime dure e compatte. Il sapore è uno stuzzicante mix di dolce – amaro.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: High Sativa Piacevole Psichedelico Settimane di Fioritura: 10 - 12Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 300 - 400Periodo di Raccolto: Ottobre - Novembre

Four Way Specials

La genetica di Four Way Specials è Indica, Sativa, Ruderalis e Skunk. Cresce facilmente ed è resistente a moltissime malattie. Sapore ed effetto ben bilanciati.

Altezza Pianta: Bassa; Prevalentemente IndicaEffetto: Potente ma Lucido; High Fisico e CerebraleSettimane di Fioritura:7 - 9Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 350 - 450Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E18.- E18.-

Afghani Hindu Kush

Afghani Hindu Kush è una potentissima Indica. Ha cime grosse e compatte ed una fumata corposa. Il suo sapore è quello del hashish più dolce.

Altezza Pianta: Bassa; Prevalentemente IndicaEffetto: Forte; High Indica FisicoSettimane di Fioritura: 7 - 9Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 350 - 450Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E16.-

Super Thai x Skunk

Questa leggendaria sativa proveniente dalla Thailandia ha un effetto sorpendente. E’ una pianta snella e maestosa, con un bel sapore di erbe. E’ molto adatta alla coltivazione outdoor per via della sua fioritura piuttosto precoce.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: Piacevole High Sativa Settimane di Fioritura: 9 - 11Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 350 - 450Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E16.-

Swazi x Skunk

Stupenda varietà originaria del Swaziland, in prevalenza Sativa. Sapore gustoso dell’hashish e un ottimo rapporto cime – foglie, con lunghissime cime ed un effetto assolutamente piacevole.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: Piacevole High Sativa Cerebrale Settimane di Fioritura: 9 - 11Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 400 - 500Periodo di Raccolto: Ottobre

South India x Skunk

South India Skunk produce femmine lunghe, snelle ed affusolate. Per questo motivo possono essere piantate più ravvicinate rispetto alle altre varietà. Il sapore è una goduria.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: High Sativa Soavemente CerebraleSettimane di Fioritura: 9 - 11Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 300 - 400Periodo di Raccolto: Ottobre

E16.-

www.highqualityseeds.nl

Northern Pride

Questo ibrido di Northern Light-Haze è una delle selezioni Northern Light più richieste. Impiega un pò di più, ma i risultati sono favolosi. Effetto intenso.

Altezza Pianta: Alta; Prevalentemente SativaEffetto: High Sativa DivinoSettimane di Fioritura: 10 - 12Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 300 - 400Periodo di Raccolto: Ottobre

99% Feminilizzati

E92.-

White Pearl White Pearl, come la nostra White Rose, è una famosa e ricercata componente della famiglia di varietà White, o “bianca”. Le cime sono letteralmente imbiancate dalle ghiandole di resina, che sono presenti perfino sulle foglie più grandi in prossimità delle cime. Una stupenda variante della White Widow con un high da intenditori.

Altezza Pianta: Media; Indica/Sativa MixEffetto: Forte; Potente High Indica FisicoSettimane di Fioritura: 8 - 10Resa(peso secco in grammi per metro quadro con metodo Sea of Green): 350 - 450Periodo di Raccolto: Settembre - Ottobre

E11 4.-

VincitoreHighlife cupHigh Times

cup

High Quality Seeds, Casella Postale 362, 5460 AJ VEGHEL, OlandaTelefono.: 0031-(0)73-5479916 Fax: 0031-(0)73-5479732

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Testo e foto di Weckels

Crescita outdoor – fioritura indoor (parte 1)Nel presente articolo considereremo una forma completamente nuova di coltivazione combinata outdoor/indoor. La tecnica prevede che le piante di marijuana trascorrano il periodo di crescita fuori all’aria aperta e poi, una volta cresciute completamente, vengano portate dentro per completare la fioritura. Dato che a livello tecnico si riescono così a creare le condizioni ideali, è un metodo valido per crescere delle varietà davvero eccezionali. Ciò che molti grower non apprezzano è che se si lascia alle piante un po’ di crescita preliminare all’esterno, una volta portate all’interno produrranno dell’erba di qualità superiore (le cime saranno rivestite da uno strato spesso di cristalli di THC) e produrranno dunque un raccolto di gran lunga superiore. Ci accingiamo a descrivere come riuscirci, nel presente articolo e nei prossimi.

26 Soft Secrets

Outdoor

Ci sono parecchi grower che si chiedono come mai non possono semplicemente lasciare che le piante abbiano una crescita preliminare al chiuso, visto che è comunque lì che le metteremo nella fase di fioritura, giusto? La risposta sembra scontata. Il clima all’aperto, dove le condizioni di vita sono determinate dalla forte luce solare, oltre che dal vento, rappresenta di gran lunga un clima migliore per selezionare le migliori varietà da indoor. E grazie alla presenza del vento, il gambo di una pianta e i rami laterali annessi possono svilupparsi e raggiungere dimensioni pazzesche. Grazie alle forti folate di vento all’aperto, il gambo principale e i rami sono costretti a sviluppare forza in tutte le direzioni.

Sono questi i momenti in cui il coltivatore outdoor può trovarsi ad osservare con grande apprensione: per via del vigore di certe raffiche di vento, il tessuto delle piante potrebbe benissimo subire delle piccole lacerazioni (particolarmente dove i rami laterali incontrano il gambo principale), che a loro volta stimolano la pianta a produrre del nuovo tessuto per rimarginare le piccole ferite. Si tratta di un processo che difatti avviene durante tutto il ciclo vitale della pianta (sebbene durante il periodo di fioritura le piante saranno al chiuso) ed è grazie a questo processo che una pianta cresciuta fuori può dotarsi di un gambo principale incredibilmente forte e di rami laterali robusti.

Sono proprio questi gli attributi di cui ha bisogno una pianta per poter produrre anche un elevato raccolto di fiori. Il tronco e i rami laterali delle piante, quelle che sono state portate al chiuso

per la fioritura, devono essere in grado di sostenere un peso di cime fiorite altamente superiore, rispetto a quello per cui erano state selezionate come piante indoor originariamente. Quando si coltiva indoor, spesso viene usato un ventilatore che soffia sulle piante, per ottenere un effetto simile, ossia rafforzare il gambo e i rami laterali. Persino con questi ausilii però è impossibile creare le stesse condizioni che si verificano all’aria aperta.

Per tornare all’argomento iniziale, la quantità di luce ideale che si ottiene dalla luce solare: questa enorme quantità di luce proveniente da tutti i lati è ideale per far crescere un’abbondante fogliame. Inoltre, i potenti raggi del sole creano delle energie di riserva altamente superiori, alle quali la pianta può attingere poi, durante la fioritura, per garantire uno sviluppo ottimale delle cime.

I raggi solari creano un effetto per cui le foglie ricevono una quantità di luce solare in continuo aumento. Per dirlo in altri termini, le foglie continuano a ricevere delle cariche di energia, visto che ogni tanto i raggi del sole illuminano vigorosamente le foglie per alcuni minuti (dopo che il sole emerge da dietro una nuvola, per esempio), per poi magari oscurarsi ancora (se il sole sparisce nuovamente dietro una nuvola). I coltivatori indoor provano anche a imitare questo effetto, mettendo le lampade su un apposito binario, lungo il quale la lampada (o le lampade) possono scorrere avanti e indietro. Così facendo, le piante al chiuso ricevono una dose massiccia di luce, seguita da un calo nel livello di luce, mentre la lampada si

allontana lungo il binario per andare a illuminare la pianta seguente. Nonostante esista questo meccanismo ingegnoso e soprattutto costoso, non può competere assolutamente con il sole!

Dando alle piante di marijuana tutti i benefici di una crescita preliminare nella freschezza dell’aria aperta, quando le stesse piante saranno portate dentro per la fioritura ci si possono aspettare alcune sorprese. Per di più, dare la possibilità alle piante di crescere all’esterno ti farà risparmiare moltissima elettricità, rispetto a quando le si coltiva al chiuso. Ed è anche un metodo meno rischioso, poiché quattro o cinque piante ben cresciute e ben sviluppate renderanno spesso più prodotto finale, confronto a un campicello di esemplari meno sviluppati, coltivati al chiuso. Oltretutto, le condizioni all’aperto forniscono il meccanismo di selezione ideale per garantire che solamente le più forti e le più adatte sopravvivano fino al trasloco indoor e saranno ricompensate con una bella fioritura.

Per quanto riguarda la scelta della pianta da coltivare, adesso le opportunità sono sconfinate, dato che non dobbiamo preoccuparci dei tipi di marijuana a fioritura precoce. Dopotutto possiamo adesso scegliere a piacere fra le amatissime varietà da indoor, quelle che siccome fioriscono spesso per undici settimane, producono delle fantastiche cime bianche. Queste varietà non sarebbero mai coltivabili come pure varietà outdoor, poiché non sarebbero pronte per il raccolto prima della fine di Novembre. Dato che le spostiamo al chiuso per tempo, prima che le piante comincino a produrre gli ormoni della

fioritura, non dobbiamo più preoccuparci del freddo e umido autunno. In breve, le piante possono godersi un bel periodo di crescita lungo e poi riparare al chiuso, nei migliori ambienti indoor che possiamo fornire loro. Le piante non solo ce ne saranno grate: ci ricompenseranno anche ampiamente!

Prima però di poter arrivare al punto in cui portiamo dentro le piante, è una buona idea cercare di allestire uno spazio che sia davvero adatto a ospitarle, e ciò non è affatto semplice come molti grower potrebbero pensare. Quando ci impegniamo anche nella coltivazione indoor sotto luce artificiale, ovviamente il problema non si pone. Dobbiamo solamente badare bene all’altezza del soffitto dove porteremo le piante (determina l’altezza finale delle piante), le dimensioni dello spazio da coltivazione e la tabella cronologica. Lo spazio indoor deve anche essere sgombro per tempo quando ti serve e per tutta la durata del soggiorno indoor delle piante.

Se davvero non hai la possibilità di portarle al chiuso e dipendi da amici grower, allora vale la pena di discutere ogni dettaglio e di mettersi d’accordo in anticipo. Il collega coltivatore si trova ad affrontare un certo rischio nel momento in cui le piante vengono trasportate dentro il suo nascondiglio, visto che tutto il vicinato può godersi lo spettacolo. Chiaramente esistono sempre delle alternative e si può ridurre il rischio al minimo; non mi ci addentrerò ora, ma successivamente (in un prossimo articolo) tornerò a parlarne (quando saremo pronti veramente per portare le piante al chiuso). Ad ogni modo, cerca

Prima facciamo crescere i semi preliminarmente in vasi da fiore piccoli (altezza minima da 18 a 20 cm). Controlla che i semenzali siano posti fin dall’inizio in un punto assolato. Il sole favorisce lo sviluppo efficace e una crescita compatta delle piante.

Uno dei semenzali è caduto vittima di un inizio di attacco da parte delle lumache. Fortunatamente, soltanto il ributto più in alto è stato smangiucchiato. Il semenzale sviluppandosi è diventato una pianta a doppia testa.

Lo stesso semenzale un mese dopo. Come puoi vedere, la pianta si è trovata costretta a sviluppare un gambo a doppio apice. Le piante come queste in un momento successivo possono produrre raccolti mega, una volta che le si mettono a fiorire al chiuso!

Pratichiamo qualche foro in più nella base del vaso da fiori. Lo scopo è di garantire un drenaggio ottimale dell’acqua e un’ossigenazione sufficiente nella parte inferiore, dove si troveranno le radici.

il meraviglioso

mondo di

Weckels

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Il numero di piante che decidiamo di coltivare all’aria aperta ovviamente dipende dalle dimensioni dello spazio indoor che sarà a loro disposizione poi, quando le indurremo a fiorire. Prova a immaginare come si presenterà una pianta ben sviluppata, quando è alta circa 1.50 metri e circa altrettanti di diametro, per capire quanto spazio occuperà. Quattro o cinque di queste bellezze pompate saranno più che sufficienti a riempire un locale da coltivazionedi dimensioni accettabili piuttosto comodamente. Alcuni grower avranno a disposizione degli spazi più piccoli, e potrebbero accontentarsi di un’unica pianta ben sviluppata. Ovviamente, ci sono anche tanti coltivatori che si trovano nella posizione di poter andare fuori e riempirci un intero campo, ma quest’ipotesi non è alla portata della maggior parte di noi.

Soft Secrets 27

Avendo fatto abbastanza fori nei vasi, possiamo iniziare i preparativi per fertilizzare il mix di terra.

Versiamo la terra in una grossa vasca. Poi aggiungiamo calce (sotto forma di estratto di alghe marine), humus di lombrico, cenere del legno, perlite, composto ottenuto dai resti delle piante di canapa, e farina di ossa. Poi mescoliamo tutto accuratamente.

Una cariola è un’altra soluzione valida per preparare la miscela di terra e aggiungere i vari fertilizzanti. Dopo averla mescolata per bene, possiamo cominciare a riempirci i vasi.

di assicurarti prima di allora di avere accesso a un locale da coltivazione. Se non riusciamo ad occuparcene, quando si inizia a capire che le piante non potranno essere messe al chiuso per tempo, allora puoi cominciare a prenotarti un posto in prima fila per il tuo primo dramma. Le varietà indoor vere e proprie non forniscono mai dei risultati decenti fuori, dato che la stagione per coltivare all’aperto è di gran lunga troppo breve rispetto al tempo di fioritura di cui hanno bisogno.

Se cerchiamo di capire quale forma di coltivazione sia più adatta alle circostanze, allora la scelta va ovviamente al vaso da fiori da circa 20 litri di capacità. I vasi li scegliamoappositamente un po’ piccoli, in modo da poterli portare al chiuso con relativa

facilità anche una volta che conterranno piante pienamente cresciute. Inoltre, se si usa un vaso piccolo, le piante raggiungeranno dimensioni relativamente limitate. Magari è un bello spettacolo vedere un mega cespuglio alto tre metri, però spesso non è l’ideale da far fiorire in casa. È principalmente grazie alla sua taglia enorme, che trasportarlo risulta quasi impossibile. Perdipiù, ti occorrerebbe anche disporre di un locale da coltivazione col soffitto alto quattro metri, perché dovrai sempre appendere le lampade a una distanza di sicurezza dalle piante.

Nell’ambito del nostro esperimento “crescita outdoor – fioritura indoor”, l’altezza ideale delle piante è al massimo di 1.80 metri. Si tratta anche dell’altezza ideale, grossomodo, se si vuole usare

un grosso furgone da traslochi per il trasporto, ed è poi un’altezza adatta alla maggioranza dei locali da coltivazione. Per quanto riguarda le altre dimensioni, le piante possono essere larghe e frondose quanto ti pare. In effetti, è essenziale che la pianta sia sviluppata così bene, se vuoi ottenere un grande raccolto alla fine.

Una volta che ci siamo accaparrati dei vasi della grandezza giusta, la prima cosa da fare è praticare dei fori supplementari sul fondo dei vasi. In tal modo possiamo garantire alle piante sia un drenaggio ottimale, sia un’ossigenazione sufficiente nella parte inferiore del vaso, dove si concentrano le radici.

Come miscela di terriccio, io scelgo per un mix medio; si tratta di una miscela di terriccio alla quale sono stati aggiunti tutti i tipi di fertilizzante. Aggiungo anche deliberatamente un po’ di perlite extra, dell’uso di lombrico, calce (sotto forma di estratto di alghe), compost ottenuto dai resti delle piante di canapa, cenere di legno e un pizzico di farina di sangue.

Per ogni vaso da 20 litri, aggiungo due cucchiai da dessert (o dei grandi cucchiai da minestra colmi) di calce, un cucchiaio da dessert di farina di sangue di bue, due litri di humus di lombrico, due litri di compost ottenuto dai resti delle piante di canapa, tre litri di perlite e circa due litri di cenere di legno. Miscelo accuratamente gli ingredienti, per esempio dentro a un grosso secchio, oppure dentro una cariola. Ora versiamo la miscela di terra che abbiamo preparato in ciascun vaso per piante (da 20 litri) in modo da riempirli fino a circa 2 cm dall’orlo. Fermandoci qui, lasciamo abbastanza spazio affinché l’acqua coi nutrimenti non trabocchi dal bordo quando annaffiamo.

Prima di riempire il vaso per piante con la miscela di terra, alla quale abbiamo aggiunto e mescolato accuratamente gli addittivi, consigli di dare un’ultima agitata al mix, in modo da renderlo ben areato, per fornire in abbondanza tutte le materie prime che servono alle nostre piante. Questo mescolamento finale riesce al meglio se lo si fa in una cariola o in una vasca ampia.

Adesso che i vasi sono stati riempiti con la miscela di terriccio, possiamo scegliere una varietà di marijuana da coltivarci dentro. Ovviamente basterebbe scegliere la stessa varietà che abbiamo sempre coltivato all’aperto. Anche tali varietà producono rese super, se vengono messe in fioritura al chiuso nelle circostanze ideali. Sarebbe tuttavia un peccato. Dal momento che le piante verranno finite comunque al chiuso, è molto più interessante sperimentare con una varietà indoor. Ecco che possiamo metterci all’opera tranquillamente con una varietà nuova, in alternativa alla varietà solita e fidata alla quale ci siamo abituati. Questo è un ottimo modo per il coltivatore outdoor per imparare a conoscere rapidamente i piaceri delle varietà indoor!

Personalmente, quando ho coltivato in questo modo ho usato la varietà White Shark. Questa pianta prodotta dalla Greenhouse, grazie alle sue meravigliose infiorescenze bianche, (ricche di THC), al suo odore estasiante e all’effetto favoloso, mi ha regalato delle sorprese notevoli.

I primi sei vasi da fiori sono pieni di una miscela di terra riccamente concimata. Adesso possiamo piantarci dentro i semenzali, che sono già leggermente cresciuti.

Un paio di giorni prima di trapiantare diamo alle piante dell’acqua a temperatura ambiente (circa 21°C) con l’aggiunta di un po’ di stimolatore per radici. Poniamo le giovani piante su un piatto, in modo che possano assorbire l’acqua dal basso. Ciò favorisce considerevolmente la crescita delle radici verso l’esterno (fuori dal vaso).

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qualsiasi grower che voglia esplorare alcuni di questi misteri della natura. È tramite esperimenti di questo tipo che possiamo trovare e impiegare le nostre madri migliori, dalle quali ottenere i risultati d’oro che vogliamo.

Siccome non ci servono piante gigantesche, che non sarebbero adatte da far fiorire al chiuso, non occorre cominciare a coltivare a Febbraio o Marzo. Ci conviene aspettare inizio aprile per far germogliare i semi, in modo da poterli invasare a metà aprile. Se a metà aprile dovesse ancora fare troppo freddo, faremmo meglio a mettere i semenzali in vasi più piccoli all’inizio e poggiarli sul davanzale della finestra. Fintanto che le piante trascorrono tre mesi all’aria aperta, e se il sole ha avuto una possibilità decente di fare il suo lavoro, allora le piante non possono che svilupparsi a sufficienza e raggiungere la taglia desiderata (non superiore a 1,80 metri e con una circonferenza ben sviluppata).

Una volte che abbiamo fatto germinare i semi e che li abbiamo inizialmente messi in vasi piccolil, i giovani semenzali possono cominciare a svilupparsi.Questi vasetti dovrebbero essere alti almeno 18 o 20 cm, cosicché il fittone (la radice principale) non sia ostacolata nella crescita.

Naturalmente è importante che le piante siano poste in un punto soleggiato, affinché possano svilupparsi molto più rapidamente. Inoltre, un posto ombreggiato non è adatto per il semplice fatto che non forniamo alle piante quel qualcosa in più, ossia ciò che occorrerà loro poi, quando saranno spostate al chiuso, se vogliamo che producano un raccolto formidabile. I giovani semenzali nel crescere spareranno come razzi in altezza (in cerca di luce), per cui le piante non si svilupperanno mai fino a diventare ben conformate.

Avendo piazzato i vasi in un bel punto soleggiato, i semenzali cominciano a crescere. A questo punto li innaffiamo con poca acqua, per stimolarli a mettersi a cercarla da soli. Questo lieve maltrattamento nei confronti delle piante funziona a meraviglia, a patto di tenere tutto sotto controllo. Se capitasse un aprile particolarmente caldo e il sole batte a picco sui piccoli semenzali, allora dobbiamo per forza dare acqua a sufficienza. Spesso in questo periodo il tempo è ancora umido e piovoso, a vantaggio della copertura fogliare e dello sviluppo delle foglie. Non per niente, chi coltiva la marijuana indoor impiega degli umidificatori professionali per ambienti, in modo da accellerare al massimo la crescita delle piante.

Spero di essere riuscito a fornire un quadro dei vantaggi della coltivazione outdoor coronata da una fioritura indoor. Negli articoli a venire mi occuperò delle varie fasi dell’esperimento. Nel prossimo articolo mi concentrerò soprattutto su come riuscire a coltivare piante madri in modo che raggiungano tutte pressapoco la stessa altezza. Come si fa e perché lo si fa... ecco le ottime cose che troverete sul prossimo numero di Soft Secrets!

sorte genetica potrebbero persino fare sì che ti ritrovi con magari otto piante maschio su dieci. Tenendo presente ciò, normalmente decido di tenere da dieci a quindici piante. Con un numero di piante del genere, possiamo essere certi di ottenere abbastanza piante femmina, riuscendo quindi a compiere pure una selezione fra quelle meglio sviluppate.

Se decidessimo invece di eliminare le piante mashio dopo, non saremmo in grado di rimpiazzarle con delle piante nuove, visto che il seme dovrebbe essere fatto germogliare e avrebbe un enorme svantaggio in termini di età rispetto a quelle che sono già nei vasi. Chiaramente, potremmo prendere dei cloni dalle femmine rimaste, con lo svantaggio che tali cloni avrebbero comunque da recuperare una distanza notevole per raggiungere le madri esistenti cresciute dai semi.

Bisogna aggiungere che è molto più interessante coltivare una serie di madri da varietà di semi diverse e poi farle fiorire, per poter osservare le differenze nell’aspetto delle infiorescenze durante il periodo di fioritura e usare questo criterio di selezione. Una pianta che ha un ottimo aspetto in termini di dimensioni, copertura fogliare e via dicendo, non sempre è sinonimo di una fioritura altrettanto degna, con delle splendide cime bianche. A volte con due piante madri, capita che producano entrambe la stessa erba in termini di gusto e aspetto, ma che una ne produca un fottìo in più rispetto all’atra. Soprattutto siccome è la combinazione di aspetto, odore, effetto e gusto, così come la resa totale e il prezzo che puoi ricavare (se la vendi) che giustificano le fatiche dei grower, allora coltivare e far fiorire un certo numero di piante madri diverse è un modo eccezionale per

Per aggiungere due parole in tema numero, pur avendo deciso di portare al chiuso diciamo quattro piante per la fioritura finale, vale sempre la pena far sì che più di quattro piante possano avere una crescita preliminare all’aperto. Fra le piante coltivate dai semi ci sono infinite differenze e tali variazioni potrebbero renderle più o meno adatte a compiere l’avventura al chiuso. Dunque forse una pianta crescerà più rapidamente di un’altra, mentre un’altra pianta si svilupperà molto di più in diametro in confronto alle altre. Dovremmo anche fare attenzione per tempo al fatto che ci sarà un certo numero di maschi fra le piante che cresciamo. Solitamente è buona precauzione supporre che la metà delle piante nate da seme saranno maschi. Nel dire ciò ovviamente non sto considerando il caso dei semi femmina al 100%. Ma le bizzarrie della

28 Soft Secrets

Per poter trapiantare le giovani piantine, diamo loro una bella innaffiatina appena prima dell’operazione. Poi teniamo il vasetto capovolto e picchiettiamo delicatamente i lati. Ecco che la zolla intera si stacca facilmente.

In questa foto, quasi tutte le piante sono state trapiantate nella loro collocazione finale, ossia un vaso da fiori da circa 20 litri di capacità. Ce ne occupiamo con molta cur, e per questo diventeranno, crescendo, delle bellissime piante compatte.

La miscela di terreno adeguatamente fertilizzata, unita alla luce solare, permetto no alle piante di sviluppare e diventare piante adulte splendide e compatte.

Le piante cominciano a svilupparsi velocemente.

Le stesse piante dopo un paio di settimane. Sposto a rotazione i vasi (con dentro le piante) nel corso della giornata, per fare sì che ricevano luce solare diretta tutto il giorno.

Ecco ancora una volta tutte le piante, in fila. Si notano delle differenze ovvie fra loro, in termini di dimensioni, compattezza e circonferenza. Il motivo è che queste piante di White Shark non sono state coltivate a partire da cloni, ma sono venute al mondo nascendo dai semi.

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30 Soft Secrets

Coltivare con Jorge Ce

rvantes

Scantinato

Il luogo più adatto per una grow room è l’angolo oscuro di uno scantinato, dove si può mantere facilmente una temperatura costante durante tutto l’anno. Gli scantinati restano adeguatamente isolati tramite i muri e il pavimento di cemento. Una grow room in uno scantinato può essere circondata e camuffata con del ciarpame, con un muro doppio, un banco da lavoro o degli scaffali.

Si ottiente una sicurezza ulteriore installando in un armadio una porta finta. La grow room si trova dietro la porta segreta. Un’altra valida postazione, se si trascura il possibile accumulo di calore, è il solaio. Sono in pochi a spingersi fino ad un solaio dall’accesso scomodo. Alcuni grower sistemano i loro giardini dietro una botola coperta da un tappetino.

Le forze dell’ordine non possono avvalersi solamente della bolletta dell’elettricità per giustificare un mandato di perquisizione. Tuttavia, possono usarlo insieme ad altre “prove” quali per esempio gli eventuali residui della coltivazione indoor lasciati in vista all’aperto, le impronte del calore sulle immagini termiche, le testimonianze di spioni, ecc., per procurarsi un mandato di perquisizione. Fintanto che la marijuana coltivata non viene venduta o mostrata a qualche spione, non dovrebbe esservi motivo di sospettare alcunché. . La scienza delle immagini termiche è facile da aggirare. Per confondere i congegni tecnologici, tieni accese le luci durante le ore in cui c’è chiaro fuori. Oppure, raffredda l’aria di scarico ed espellila sotto la casetta da coltivazione, ben isolata, per evitare che lasci una traccia di luce.

Questo spaccato di una grow room in un sotterraneo mostra una soluzione reale. Le piante sul tavolo rimangono più al caldo e sono più gestibili.

I fabbricati annessi, i garage e le rimesse non annesse alle abitazioni sono fra i luoghi meno adatti per coltivare la cannabis. I ladri e le forze dell’ordine spesso non considerano reato irrompere in una rimessa o in un garage, mantre non gli verrebbe in mente di entrare in un’abitazione. La sicurezza è decisamente maggiore quando il giardino è compreso nella casa.

Seppure meno comuni, esistono pure delle grow room su ruote! Certi grower innovativi hanno rimodellato roulottes e furgoni, facendone delle grow room. Una delle mie preferite era in un carrello a rimorchio truccato. Un’altra si trovava in uno yacht a vela lungo 60 piedi (18 m)!

Le dimensioni della grow room determinano la grandezza delle lampade e il loro numero. Le lampade HID (High intensity discharge) che funzionano bene per coltivare marijuana sono disponibili in potenze da 150, 175, 250, 400, 600, 1000, e 1100 Watt. Quelle meno potenti, da 150-400 Watt, sono adatte agli armadi o agli spazi grandi fra i 9-21 piedi quadri (0.8-2 m2) di superficie. Usa delle lampade da 600 Watt e oltre, per spazi più estesi.

I disegni mostrano le planimetrie di varie grow room. Come illustrano le planimetrie, ci sono svariati approcci di fondo alla progettazione e alla realizzazione delle grow room. La maggioranza dei coltivatori inizia coltivando un raccolto in un unico spazio. Dopo aver raccolto, introducono una nuova partita di cloni. Il fotoperiodo viene riportato a 18 ore e il ciclo continua.

Gli allestimenti più produttivi impiegano due stanze. La prima stanza è adibita alla crescita vegetativa , alle piante madri e all’attecchimento dei cloni. Le dimensioni di questa stanza dovrebbero essere circa un quarto della camera di fioritura. Una volta che sono state raccolte le piante nella camera di fioritura, vengono spostate le piante dalla camera di vegetazione a quella di fioritura.

Si raggiungono livelli eccellenti di produttività con una coltura perpetua. Ogni giorno o ogni settimana vengono presi alcuni cloni. E ogni giorno si fa il raccolto di alcune piante. Per ciascuna pianta raccolta, c’è una nuova talea pronta a prendere il suo posto.

Quest’allestimento indoor presenta una grande stanza di fioritura, una per la vegetativa, e una camera per i cloni..

Allestire la grow room passo per passo

Allestisci la grow room prima di introdurvi delle piante. La costruzione richiede spazio e progettazione. Una grow room in fase di costruzione offre un ambiente tremendo per le piante. Quando la grow room è pronta ed è completamente operativa, sarà pronta ad ospitare le piante.

Passo Uno: Scegli un luogo appartato, quasi privo di traffico. Un angolo dello scantinato o una stanza vuota sono perfetti. Una HID da 1000 Watt, installata correttamente, potrà illuminare efficientemente uno spazio grande fino a 6 × 6 piedi (1.8 x 1.8 m). Il soffitto dovrebbe essere alto almento cinque piedi (1.5 m). Tieni presente che le piante nei contenitori sono poste ad almeno un piede (30 cm) di distanza dal terreno, e che serve almeno un piede (30 cm) di spazio dal soffitto (30 cm) per appendere la lampada. Rimangono quindi solamente tre piedi (90 cm) di spazio in cui possono crescere le piante. Se le si dovesse costringere in un solaio o in uno scantinato con un soffitto basso quattro piedi (120 cm), ci sono molte soluzioni per compensare la perdita in altezza, fra le quali figurano il clonare, piegare, potare e usare lampade a wattaggio inferiore.

Passo Due: Chiudi la grow room, se non fosse già separata dal resto. Elimina tutto

chò che non è inerente al giardino. Mobili, teli e tende possono ospitare funghi . Una stanza isolata consente di controllare in modo agevole e semplice tutto ciò che ne entra ed esce, così come tutto chiò che avviene al suo interno. Per la maggior parte dei grower, chiudere la grow room comporta semplicemente imbastire del legno compensato o fabbricare pareti di plastica nello scantinato o in soffitta e dipingere le pareti di bianco. Accertati anche che non trapeli luce all’esterno. Se copri una finestra, cerca di farlo discretamente, non piantarci degli assi in stile assedio. Isola le finestre e i muri, in modo de evitare che ne sfugga una impronta termica traditrice. Le finestre degli scantinati spesso sono dipinte in modo che assomiglino alle fondamenta. Sistema un po’ di cose (libri, effetti personali, oggetti per la casa, ecc) di fronte alla finestra, e costruiscici una scatola intorno, in modo che dall’esterno si possa vedere una scena naturale. Di notte, una fuga di luce intensa proveniente da un’incrinatura di una finestra scoperta sarebbe come un faro che attira vicini curiosi o banditi.

Dedica un momento tranquillo all’allestimento della tua grow room, in modo da sfruttare efficientemente tutto lo spazio.

Un’unica 1000 Watt ad alogenuro metallico basta per coltivare madri, cloni e piante in vegetativa a sufficienza per stare sotto a 4000 Watt di luce HID per la fioritura. Questo tipo di allestimento è progettato in modo da consentire agli odori pungenti di salire verso l’alto prima di essere espulsi tramite degli estrattori sul tetto. Una terza zona nell’attico viene impiegata come cuscinetto termico nei climi caldi.

Questo armadietto adibito a grow room presenta tutto il necessario per coltivare un orticello: luci, ventilatori e cannabis! Una HID da 400-watt HID illumina la camera di fioritura grande 3 × 4 piedi (90 ×120 cm) di sopra, mentre due fluorescenti compatte da 55 in un riflettore illuminano le madri e i cloni, in questo sistema a raccolto continuo.

A proposito di Grow Room

Questo fusto pieno d’acqua dimostra che la cannabis può soltanto crescere in proporzione al suo fattore limitante principale.Il fattore che limita principalemente la crescita in interni è perlopiù la luce.

Aria 20%TemperaturaUmiditàLivelli di CO2 e O2 Luce 20%Spettro (colore)IntensitàFotoperiodo (ore di luce giornaliere)Acqua 20%TemperaturapHECquantità diSostanze nutrienti 20%ComposizionePurezzaSubstrato 20%Contenuto d’ariaTenore di umidità

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nuova Guida Highlife 2006/2007guida gratuita coffeeshop, growshop, smartshop e headshop di tutta EuropaLa nuova edizione della Highife Guide 2006 sta per vedere la luce: in questo almanacco indispensabile sono elencati tutti i punti strategici che si possano trovare girando i vari Paesi d’Europa: il libro infatti elenca con chiarezza i punti vendita al dettaglio e all’ingrosso ed è suddivisa in pagine dai colori diversi, comprendenti smartshops, growshops ed headshops. Ma non è finita qui: la guida è un prezioso aiuto per non perdersi nemmeno fra i coffeeshop di tutta l’Olanda, passando ovviamente per Amsterdam. La Highlife Guide è quindi una risorsa unica per chi vuole reperire i diversi operatori del mondo della canapa e dagli head/smartshop, una vera mappa per quest’industria che sta prendendo terreno anche nel nostro paese, occupando sempre più persone e attività commerciali. La guida è gratuita e per comparirvi come esercizio commerciale basta inviare i dati del vostro negozio a [email protected]

Saranno pubblicati nella nuova Edizione 2006/2007 della Guida Highlife, suddivisi per dettaglio e ingrosso... Quindi affrettatevi a comunicare i dati del vostro esercizio commerciale o eventuali variazioni di indirizzo, all’indirizzo [email protected]

Approfittiamo per comunicarvi che Soft Secrets sarà a Cannabis Tipo Forte al Palanord di Bologna il 2, 3 e 4 giugno 2006: venite a trovarci al nostro stand e fatevi un giro fra mostre, concerti, stand e dibattiti!

Soft Secrets 31

Passo Nove: Leggi fino alla fine: “Installare la Lampada HID” alla fine del Capitolo Due.

Passo Dieci: Porta dentro alla grow room i semenzali e i cloni che hanno attecchito. Disponili fittamente insieme sotto la lampada. Controlla che la HID non sia troppo vicina alle piantine,

un ventilatore di questo tipo, assicurati che sia impostato su una posizione fissa e che non soffi troppo forte sulle piantine tenere. Potrebbe causare irritazioni dovute all’esposizione al vento e far seccare le piante, specialmente i semenzali e i cloni. Se nel locale è presente un riscaldamento a soffio di aria calda, lo si può accendere per ricavarne una fonte extra di calore o di circolazione dell’aria.

Passo Cinque: Man mano che il giardino cresce, avrà bisogno di più acqua. Un giardino da 10 × 10 piedi (3 x 3 m) potrebbe richiedere più di 50 galloni alla settimana (190 L). Trasportare acqua comporta un lavoro faticoso e regolare. Ciascun gallone (3.8 L) di acqua pesa otto libbre (3.6 kg); 50 × 8 = 400 libbre (180 kg) di acqua alla settimana! È molto più facile arrivare con una canna con una valvola aperto/chiuso o installare un rubinetto per l’irrigazione, piuttosto che trascinare acqua di peso. Un braccio innaffiatoio da 90 cm attaccato alla canna dell’acqua con la valvola on/off facilita le operazioni di irrigazione e ti evita di spezzare accidentalmente dei rami mentre innaffi attraverso un fogliame folto. Aggancia la canna a una fonte di acqua fredda e calda, in modo che sia più facile regolare la temperatura.

Passo Sei: L’ideale sarebbe disporre di un pavimento di cemento o di una superficie liscia, completamente pulibile e lavabile. Una canalina di scolo è comodissima. Nelle grow room con la moquette o coi pavimenti in legno, si proteggono i pavimenti dal bagnato con della plastica bianca Visqueen spessa, o stendendo dei teli di protezione per imbianchini. Ponendo dei vassoi sotto ogni contenitore si aggiunge un tocco di protezione e di comodità.

Passo Sette: Monta un gancio forte abbastanza da sostenere 30 libbre (14 kg) per ogni lampada. Attacca una catena regolabile, o una corda con carrucola, fra il gancio sul soffitto e l’apparecchiatura con la lampada. La connessione regolabile consente di mantenere facilmente la lampada a una distanza giusta dalle piante e consente di alzarla per toglierla di torno durante le operazioni di manutenzione.

Passo Otto: Ci sono attrezzi che un giardiniere indoor deve possedere, oltre ad alcuni attrezzi aggiuntivi che aumentano di gran lunga la precisione nell’orticoltura indoor e ne riducono i costi. Gli strumenti extra contribuiscono a ottenere un’efficienza tale nel tuo giardino, che si ripagheranno da soli nel giro di poche settimane. Procurati tutti gli strumenti prima di portare nella stanza le piante. Se gli attrezzi sono presenti quando servono, è capace anche che li si possa utilizzare. Un igrometro è un buon esempio. Se le piante mostrano segni di crescita lenta e sembrano malaticce per via di un’eccessiva, la maggior parte dei grower non riconoscerebbero immediatamente il motivo esatto. Aspetterebbero cercando di indovinare, magari prima dell’attacco di qualche fungo o della morte della pianta. Quando un otricoltore istalla un igrometro prima di portare nel locale da coltivazione le piante, capisce subito quando l’umidità è eccessiva e causa una crescita fiacca.

altrimenti brucerebbe le foglie. Posiziona le lampade da 400 Watt a 18 pollici (45 cm) di altezza sopra i semenzali e i cloni. Se la lampada è da 600 Watt, mettila a 24 pollici (60 cm) di distanza, mentre una lampada da 1000 Watt va messa a 30 pollici di distanza (75 cm). Controlla la distanza tutti i giorni. Appendi dalla cappa un cordino pretagliato per misurare la distanza.

Per accedere a questa grow room si sale in un solaio attraverso una scala retraibile. Il grower usa la cubatura inutilizzata sopra alla stanza per il suo generatore di ozono per scambiare l’aria prima di espellerla.

Passo Tre: Rivesti i muri, il soffitto, il pavimento – tutto quanto – con un materiale altamente riflettente, come la vernice bianca o il telo Mylar. Con una maggiore capacità riflettente, le piante hanno a disposizione più energia luminosa. Se si riesce a riflettere adeguatamente la luce, la capacità di copertura effettiva di una lampada HID aumenta dal 10 al 20 per cento, basta spendere due soldi in vernice per muri. La plastica riflettente bianca Visqueen® è economica e protegge muri e pavimenti.

Passo Quattro: Vedi “Sistemare l’estrattore” al Capitolo Tredici. La circolazione dell’aria e una fonte di aria fresca sono essenziali, ma spesso non bastano. Dovrebbe esserci almeno un’apertura per l’aria fresca in ogni grow room. Per apertura si intendono le porte aperte, le finestre o un tubo con sfogo all’esterno. Con una ventola di estrazione con sfiato all’esterno, oppure estraendo l’aria attraverso una porta aperta, si crea un flusso di aria adeguato. Un ventilatore a oscillazione funziona bene per far circolare l’aria. Quando installi

Il presente brano è tratto

da Marijuana Horticulture:

the Indoor/Outdoor Medical

Grower’s Bible di Jorge

Cervantes, 512 pagine, 1120

fotografie e illustrazioni a

tutto colore, ISBN1-878823-

23-X. Il libro è edito in

inglese e sarà disponibile in

spagnolo, tedesco e italiano

nell’autunno 2006 . Per

ulteriori informazioni, visita:

www.marijuanagrowing.com.

In questa semplice disposizione Sea of Green, ci sono dieci piante in ogni ripiano (80 piante in totale) illuminate con una sola HID da 1000 Watt. Ogni settimana viene raccolto un ripiano con dieci piante, e si avviano dieci nuove piante.

Questa grow room in soffitta è isolata con polistirolo e pellicola riflettente / barriera anti-individuazione, in vendita su www.hysupply.nl, che impedisce che sia visibile l’impronta termica.

Queste piante crescono in vasi da 3 galloni (11 L) con centri distnziati di 6 pollici (15 cm). Le pareti alte 5 piedi (2 m) sono rivestite di plastica bianca Visqueen.

Mantenere il calore all’interno del locale è importante quanto non farne entrare! Il materiale isolante non farà entrare il calore, e il calore generato all’interno del locale sarà controllabile facilmente.

Una ventola per l’estrazione e un ventilatore a oscillazione per far circolare l’aria sono essenziali per mantenere un ambiente salubre.

Questo disegno mostra come si monta un estrattore. Se intorno si aggiungono dei piedini in gomma o un’imbottitura, si smorza il rumore della ventola.

Guida Highlife

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La nutrizione è un fattore che va accresciuto gradualmente, visto che la pianta attraversa delle fasi diverse. Al piccolo semenzale non serve quasi affatto ricevere nutrimenti extra e ti conviene aspettare una settimana e mezza prima di dare loro il primissimo pasto. Poi dovresti usare la metà del dosaggio riportato sul flacone. Il livello di conducibilità (EC) della soluzione nutritiva quindi sarà di circa 1.4 a seconda della marca di fertilizzanti che usi. Una volta che le piante sono cresciute un po’, puoi cominciare ad aumentare il dosaggio. In questo modo continui ad incrementare leggermente la concentrazione delle sostanze nutritive nell’acqua.

Ciò che capita quando si continua a dare la stessa quantità di fertilizzante, è che le piante cominciano a risentire di una carenza, poiché si continua a somministrare la stessa quantità di sostanze nutritive, mentre le piante diventano sempre più grosse e di conseguenza ne utilizzano – o richiedono - di più; tutti i grower dovrebbero badare a questo aspetto. Per questo io non sono un grande sostenitore degli schemi di coltivazione chiavi in mano, siccome ogni spazio da coltivazione è diverso e ogni pianta è diversa. Devi osservare le piante stesse e solo allora puoi decidere cosa conviene loro di più.

Carenze comuni

Le carenze più diffuse che possano capitare sono quella di azoto, di potassio e di fosforo. Soprattutto durante la fase di crescita le piante sono soggette alle carenze di azoto e di potassio. In base alla mia esperienza, di solito si tratta di carenze di potassio. Una carenza di azoto è facile da riconoscere, dalle foglie che iniziano a ingiallire sulle punte e sul picciolo. La pianta risucchia tutto l’azoto da queste foglie poiché non ne ha a sufficienza altrove. Per questo le foglie vecchie vengono prosciugate e tutte le

loro sostanze nutritive vengono trasportate dove si produce il fogliame nuovo.

La carenza di potassio è la carenza più comune che abbia riscontrato e la si riconosce per il fatto che le foglie ingialliscono verso l’interno a partire dall’orlo più esterno, verso la vena principale al centro della foglia. La si distingue facilmente da una carenza di azoto. Talvolta possono subentrare contemporaneamente, per cui la foglia ingiallisce dalle punte e dal bordo esterno contemporaneamente.

Durante la fioritura ci sono le maggiori probabilità di risentire di una carenza di fosforo e/o anche di potassio. Una carenza di fosforo è più complicata da riconoscere, ma le piante svilupperanno un’aspetto scuro violaceo dappertutto. Anche la fioritura resterà interrotta e finiranno col restare più piccole. Ma la cosa più importante da sapere è che tutte queste carenze non danneggiano le piante nell’immediato. Pertanto è davvero facile imparare e applicare quanto occorre per rimediare alle carenze. Somministrando dei fertilizzanti aggiuntivi alle piante potrai vedere che le foglie ingiallite torneranno ancora di un verde delizioso. Si rimpinzano fino ad essere ancora satolle di un carico fresco di azoto, fosforo o potassio. È questo il motivo per cui se sei un grower principiante, è meglio dare troppi pochi fertililzzanti, che esagerare.

In questo modo puoi imparare i limiti della pianta mentre le fai subire qualche breve carestia. Comincia sempre con poche piante e dopo un po’ comincia a incrementare, quando vedi che fino a lì andava bene. E se a quel punto ti capitano dei problemi, di cui non conosci la causa, allora sai che la situazione è un po’ più grave. Se sai riconoscere una certa carenza, allora puoi eliminarla subito e cercare altre possibili cause del problema.

Per questo motivo, quando si comincia a coltivare, è una buona idea prendere una sola pianta con la quale sperimentare, somministandole assolutamente nessun tipo di fertilizzanti in più, per aspettare e osservare le carenze. Se lo si fa, bisogna cercare di capire di che tipo di carenze si tratta, per esempio discutendone in una chat o in un forum su internet, dove si possono chiedere consigli, oppure parlarne con amici o chi altro. Una volta che ti sarai impadronito con certezza di questi concetti, le colture future andranno molto più lisce.

Riconoscere i colori

Ciascun grower principiante può essere bravissimo, fintanto che non è daltonico. Per impadronirti a fondo dell’arte della nutrizione, devi trascorrere del tempo insieme alle piante e osservarle. Tutto qui. Quando le piante dispongono a sufficienza di tutto il necessario, presenteranno un colore verde brillante e tutto il fogliame sarà lucente. Sono questi i segni di una crescita e di una fioritura ottimali, ossia gli obiettivi che ci siamo posti per i nostri interventi.

Soft Secrets 33growing for dummies

Prima di spostare l’attenzione alla fase di fioritura, dobbiamo essere riusciti a coltivare delle bellezze grosse e sane durante un periodo di crescita o vegetativa il più breve possibile. Le dimensioni e la salute delle piante determineranno in gran parte il quantitativo di resa finale.

L’idea di base è che durante il periodo di crescita coltiviamo i semenzali germogliati in modo che diventino il prima possibile dei cespugli vigorosi e robusti. Per fare in modo che sviluppino un gambo robusto, è consigliabile far andare un ventilatore nel locale da coltivazione. Servirà a garantire un clima uniforme, mescolando l’aria fresca con quella più calda, e soffierà sulle tue piante una lieve brezza costante. Quest’ultima stimolerà il rafforzamento del gambo delle piante, e un gambo più grosso può sostenere delle infiorescenze più pesanti e più numerose. Vedrai molto presto che risultati si ottengono usando un ventilatore. La pianta si adatta incredibilmente alla svelta. Prova solo ad accendere il ventilatore, rivolto verso le piante: vedrai che le tue piante si sposteranno come se il soffio d’aria le facesse dondolare.

Dopo un paio di giorni soltanto, non si muoveranno più; le piantine staranno ben salde al loro posto, indifferenti alla brezza. Una dimostrazione sicura che la pianta ha reagito rapidamente, irrigidendo il gambo. Se vuoi, puoi aumentare l’intensità del ventilatore, se ha delle velocità diverse. Riproduci una brezza forte abbastanza da far oscillare avanti e indietro nuovamente le piante. Dopo un po’ di tempo le piante avranno rafforzato il gambo abbastanza da poter cessare ancora lo stress dovuto al “vento”. Alla fine l’esito è che si ottengono delle piante a cespuglio, forti e tornite, anziché smunte ed esili. Predisporre una buona brezza nella fase vegetativa è una tecnica economica per aumentare le rese.

Coltivando sotto le lampade puoi davvero ottenere delle cime poderose; talmente pesanti, in effetti, che i rami laterali delle tue piante rischiano di non essere sufficientemente forti da sostenerle, col rischio che ti vada in malora parte della resa. Come avrai indubbiamente già potuto osservare ormai se hai fatto un raccolto da un tuo giardino, sono solitamente le piante con i gambi più robusti, quelle che producono più infiorescenze, sebbene ovviamente possano esserci sempre eccezioni a questa regola.

Ore pasti

Dopo un po’ dovrai cominciare a dare degli alimenti alle piante per favorirne una crescita rapida sotto le lampade. Migliore è la qualità della terra in cui coltivi (ossia, più sostanze nutritive contiene), e più tempo potrai aspettare prima di dover somministrare il primo supplemento. Tuttavia, è consigliabile fornire ogni tanto un po’ di nutrimento persino alle piantine coltivate in una miscela densamente prefertilizzata. Aggiungendo regolarmente del fertilizzante, eviti che il substrato si esaurisca bruscamente. È come se continuassi a rabboccare il mix.

In circostanze normali, una miscela di terra di buona qualità ha bisogno di essere integrata dopo che ci si coltiva per circa tre settimane però con l’aggiunta regolare di sostanze nutritive ci vorranno da cinque a sei settimane prima che sia esaurita. Inoltre a tal punto sorgerebbero menio problemi dato che se avessi semplicemente lasciato così la miscela di terreno, dovresti cominciare ad aggiungere improvvisamente dei quantitativi considerevoli di fertilizzanti liquidi. Di per sé non è un problema, ma lo può diventare per i grower principianti che non sanno ancora con certezza quanto fertilizzante possa sopportare la pianta, quindi basterebbe pochissimo per ritrovarsi con piante che ingialliscono.

Coltivazione per principianti Parte 7

Imparare a distinguere il SOG dallo SCROG

Settimana 1

Settimana 2

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34 Soft Secrets

Se dopo un breve periodo di osservazione non cominci a incrementare i quantitativi di fertilizzanti, alcune carenze cominceranno a farsi strada. Basta che guardi le foglie delle tue piante, ti accorgerai che presto diventano verde più chiaro. Quando le piante diventano di una tonalità di verde più pallido, è segno che occorrono loro un po’ di nutrimenti extra, quindi se non presti attenzione e aspetti troppo tempo prima di dargliene, le foglie ingialliranno. Come vedi, è davvero semplice accorgersi se qualcosa non sta andando come da copione.

Alcune foglie più vecchie, quelle che non ricevono quasi luce, ingialliranno automaticamente. La pianta non se ne fa più nulla di queste foglie vecchie e toglie tutte le sostanze nutritive ancora presenti in esse. Quindi non saltare alla conclusione che ci sia una carenza alimentare, soltanto perché alcune foglie sono diventate gialle.

Un eccesso di fertilizzanti potrebbe verificarsi ben presto a causa dell’accumulo di sali nella miscela di terra, oppure se la dose di fertilizzanti che dai alle piante è esageratamente alta. I sali possono essere sciacquati via utilizzando un preparato agli enzimi. Questo prodotto assicura l’eliminazione delle parti di radici morte (il che è opportuno, dato che la pianta fabbrica nuove radici continuamente e lascia che quelle vecchie muoiano) oltre a eliminare i sali residui delle sostanze che hai applicato. Tuttavia non basta a eliminare tutti i rischi di intossicazione da fertilizzanti ma serve generalmente a migliorare la salubrità del substrato, con grande gaudio della tua pianta, che avrà una crescita e una fioritura migliori.

Eccesso di fertilizzanti

Quando non riesci a ottenere delle piante esemplari, splendide, scure e verdissime, è arrivato il momento di allarmarsi. Se somministrassi adesso un grande quantitativo di nutrimenti, rischieresti un sovradosaggio da fertilizzanti. Dopo tutto, le piante hanno cibo più che a sufficienza nel piatto. Quindi ti conviene aspettare a dare nuovamente dei fertilizzanti, finché non vedi che le piante cominciano a sviluppare ancora un colore più pallido. Annota quanti giorni ci vogliono prima che succeda: se ci vogliono un paio di giorni, per esempio, annotalo mentalmente, ricomincia a nutrirle e riacquisiranno nuovamente il loro colore verde scuro. Avendo stabilito questo periodo, puoi somministrare loro la soluzione nutritiva ogni due giorni senza pericolo. Dopo tutto, adesso hai sperimentato quanto tempo resistono prima di aver bisogno di ricevere ancora sostanze nutritive. Se non sei sicuro se devi dare fertilizzanti o meno alle piante, è meglio aspettare un pochino ancora.

Per facilitare la vita dei grower esistono aggeggi quali i pHmetri e i misuratori di conducibilità (EC). Il pH indica il livello di acidità nel substrato, che determina con che facilità una pianta riesce ad assorbire certe sostanze, e quindi in che quantità esse possano essere somministrate. Con un misuratore di conducibilità puoi misurare con esattezza il livello di sostanze nutritive che stai per dare alle piante. Grazie ad esso, è più facile incrementare lentamente il dosaggio mentre coltivi. Questi strumenti sono comodi se vuoi che tutto sia fatto alla perfezione, tuttavia non sono affatto indispensabilil. Anche per questo motivo, si raccomanda sempre al grower principiante di cominciare dalla coltivazione in terra, dove tali strumenti non sono necessari. Il terreno agisce da cuscinetto. Una volta che hai fatto tuoi i rudimenti della coltivazione, allora vale la pena prendere dei misuratori di EC e di pH, giusto per semplificarti le cose e coltivare piante ancora migliori.

Stili di coltivazione

I due metodi di coltivazione più comuni sono i cosiddetti sog e scrog. Sog (che credo stia per ‘Sea of Green’) significa mettere molte piante per metro quadro e lasciarle crescere soltanto per pochi giorni, o nessuno affatto, prima di metterle in fioritura. Il risultato è che le piante non producono quasi nessun ramo laterale e limitano la crescita verticale. A quel punto ti trovi una sfilza di cime dalla punta alla base della pianta. Questo metodo è particolarmente apprezzato dai coltivatori commerciali.

Lasciando le piante crescere un pochino più a lungo, le piante hanno tempo per sviluppare dei rami laterali, quindi ottieni piante cespugliose e questo è il metodo

impiegato dalla maggioranza dei grower: Se hai solo poche piante in un metro quadrato, puoi optare per la tecnica scrog. Per “scroggare” intendo che si elimina dalle piante il ributto apicale. In sostanza, è un modo di potare via la cima principale. Il ributto principale si trova al centro della pianta, sul gambo principale. Produce foglie e rami laterali nuovi. Quando stacchiamo questa cima, la pianta smette di crescere in altezza. La pianta può distribuire l’energia verso i rami laterali rimasti. Tutti i rami laterali avranno quindi una crescita rafforzata. In tal modo puoi ottenere una pianta larga, con rami laterali pressapoco alla stessa altezza. La maggior parte dei fiori, a loro volta, si troveranno sul lato superiore, dove batte più luce. La pianta finirà con l’essere più bassa ma larga.

Conviene praticare tutti i tipi di potatura abbastanza presto (dopo due settimane di crescita o almeno una settimana prima della data prevista per la fioritura, se vuoi goderne i benefici. Devi lasciare alla pianta un po’ di tempo per abituarsi al processo. In questo modo, con poche piante puoi ottenere il massimo raccolto possibile.

L’effetto rete

Uno scroggatore esperto metterà una rete sulle piante in modo da guidare i rami laterali affinché rimangano adeguatamente e uniformemente distanziati, massimizzando così il quantitativo di luce che ogni ramo riceve. Una volta iniziata la fioritura, otterrai una fantastica distesa di fiori. Con il metodo sog ti ritroverai con una sola cima enorme e alcune infiorescenze di medie o piccole dimensioni sul resto della pianta. Con il metodo scrog ottieni una grande

quantità di fiori di medie dimensioni, con meno rischi che si sviluppi un’infezione da muffa, dato che vi sono numerose cime piccole, anziché una sola enorme. Quindi se abiti in un ambiente umido o se risenti di un’elevata umidità nel locale da coltivazione, allora lo scrog è un valido metodo per circoscrivere il rischio che marciscano le cime.

La resa di entrambi i metodi di coltivazione è pressapoco equivalente, se li applichi correttamente. Dipende molto dalla varietà della pianta che usi. Ce ne sono alcune che meglio si prestano di altre a un determinato stile di coltivazione. Se usi il metodo sog, fai meglio a scegliere una pianta nota per produrre una cima centrale gigantesca e che formi delle cime oblunghe e pochi rami laterali. Con lo scrog sono auspicabili le varietà che fanno davvero tanti rami laterali e soprattutto che producono su essi davvero moltissime cime e sviluppi un gambo robusto.

Se opti per lo scrog, allora ti consiglio di eliminare i rami inferiori della pianta. Vogliamo assicurarci che la pianta concentri il massimo dell’energia verso i rami più alti, dove cadrà la luce delle lampade. I rami laterali più bassi non ricevono quasi per niente luce e quindi farebbero delle cime a batuffolino. Eliminandole, otterrai un’adeguata circolazione dell’aria sotto le piante, inoltre le energie disponibili saranno tutte inviate alle cime più in alto. Puoi ottenere lo stesso anche con il metodo sog, se noti che la copertura fogliare sta diventando troppo fitta. Eliminando i rami inferiori delle piante coltivate col metodo sog, i rami superiori si svilupperanno maggiormente, allungandosi e avvicinandosi quindi alla fonte di luce, e di conseguenza si appesantiranno.

Ci sono numerose varianti ai metodi descritti, e ovviamente puoi sperimentare con esse. Certi grower staccano via tutti i rami laterali durante al fase di crescita e lasciano sulla pianta solamente i 4-6 rami meglio cresciuti.

Per fare sì che le tue piante si sentano davvero a proprio agio, consiglierei di dare loro sempre dell’acqua tiepida, intorno ai 23 gradi. Per noi, questa temperatura potrebbe sembrare ancora un po’ freddina. Ma l’acqua fredda è uno shock che fa ritrarre le radici delle piante e di conseguenza ne ritarda la crescita e la fioritura.

Concludendo, vorrei aggiungere che il periodo di crescita conta quanto il periodo di fioritura, se non di più. La crescita funge da base per arrivare a una fioritura sana e vigorosa. Migliorando le tue abilità nel coltivare, riuscirai a ottenere in minor tempo delle piante delle dimensioni ideali durante la crescita preliminare, per cui potrai risparmare il tempo che avrebbero dovuto trascorrere nella fase di crescita, risparmiando quindi non solo tempo, ma anche corrente elettrica.

Sul prossimo numero ci dedicheremo all’inizio dell’importantissimo periodo di fioritura.

La presente serie è realizzata in collaborazione con Plagron; visita il loro

sito www.plagron.nl

Prima settimana di fioritura

Seconda settimana di fioritura

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Soft Secrets 35

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Recentemente, per caso, e ci tengo a sottolinearlo, insieme a un amico sono finito in macchina con un giovane pusher di una plaza milanese. Per me, inguaribile segugio da sempre ammiratore delle gesta del celebre padre di tutti noi, quel mitico Hunter Thompson che scrisse incredibili libri come Paura e delirio a Las Vegas e il reportage sugli Hell’s Angels, è iniziato a mia volta un breve reportage sull’argomento droghe leggere e pusher nelle piazze milanesi. Devo dire che è stata una simpatica lezione, prima di tutto, lessicale: il ragazzetto aveva un linguaggio tutto suo che poi è quello che fa sempre capolino nelle piazze della città lombarda. Quel mix astruso di accento meridionale, che poi non è meridionale, e slang locale fatto di bella, oohh, minchia… Il ragazzo ci ha fatto fare il giro di varie piazze di Milano, condendo il tragitto con amene battute e riflessioni, che non sto a raccontarvi, sarebbe meglio sentirle… Ne emerge, almeno ai miei occhi, che il fenomeno del pusher è trasversale alle fasce sociali. È ormai uno status. La cosa che caratterizza tutti è la lingua che adottano. È come se facessero dei corsi di formazione in cui gli dicono dovete parlare così. È un po’ di marketing spicciolo e verbale per entrare nei cuori dei consumatori. Anche il look un po’ li accomuna come tribù sia che siano fighetti o truzzi. Lo so, non c’è niente da ridere. Qui il problema potrebbe essere un po’ più grosso del ragazzetto che parla slangato e ti allunga un po’ di fumo. E va a toccare

settori abbastanza seri (?) come la politica e l’economia… solo il sorriso mi ha evitato che la tristezza scendesse. Perché il piccolo pusher e tutte le piazze sono solo uno specchio rimpicciolente una situazione ben più grave, lontana anni luce dalla tanto cara filosofia dell’autoproduzione.Per proseguire l’indagine e accantonare tristezza e tutto il resto, sono passato dal pusherino di piazza al celebre dealer, figura quanto mai mitica al di là dell’Oceano Atlantico, che si riassume in un pusher oltremodo imprenditoriale, un vero self-made man, che l’acquisto te lo consegna direttamente a casa.Il dealer che ho rimediato è un ragazzo giovane, studente universitario, con il pallino della musica house e delle serate in discoteca. In definitiva un bravo ragazzo, che per arrotondare e permettersi le varie passioni che coltiva ha imbastito per clienti selezionati questo servizio. Diciamolo pure, è uno che in epoca di terziario avanzato, di derive post-industriali e di teorizzazioni di fine del lavoro, si è inventato un servizio comodo e intelligente, anche se esposto ad alcuni rischi, che, complice la giovane età, lui non vede. E che i clienti, per quanto buoni, generosi e altruisti siano, si guardano bene dal farglieli notare, questi rischi. D’altro canto, ogni attività imprenditoriale ha i suoi rischi, e in genere sono calcolati a monte. Quindi, forse, sottovaluto il mio dealer, e pecco di ingenuità sia nei miei confronti e sia nei suoi. Comunque, la prima volta che ho usufruito di questo servizio avanzato, ero imbarazzato e, per usare un termine aulico, molto in voga nelle plaze, in paranoia. Mi chiedevo quale codice cifrato avrei dovuto adottare per comunicare quantità e qualità.

Inizialmente mi immaginavo una conversazione tipo: “Mi servono quelle 50 fotocopie che ti ho prestato”, così, tanto per rimanere in ambito studentesco/universitario e ingannare sagacemente i soliti poliziotti in ascolto dietro l’angolo. Poi pensando alla passione del dealer per la musica e in particolare quella house, mi sono detto: “Ciao bello, mi servirebbe quel pezzo da 50 bpm di Dj Ralph”, dove, per chi non lo sapesse, bpm sta per battute per minuto. Alla fine mi sono deciso e l’ho chiamato.- Ciao D… Come va?- Ah benissimo, bello. Che si dice?E qui mi sono ritrovato a fare il vago: - Ma… il solito. Nulla di nuovo.- Ah, il solito. Chiaro.- Eh…- Riesco a passare da te domani sera. Ciao bello.- Ciao. A domani.Ho riattaccato il telefono, impressionato dall’efficienza, dalla perspicacia e dalla rapidità. Pensavo ci dovessero essere più preamboli, giri di parole, coccole ed effusioni e magari pure qualche discorso sul tempo che fa e sulle sorti della politica e, già che eravamo in ballo, anche sul tanto reclamizzato scandalo Unipol/Ds. Invece nulla di tutto questo. Un paio di battute e l’ordine è partito come per magia. Quasi da solo. Con il pilota automatico. Ho passato il giorno seguente la telefonata domandadomi come accogliere il dealer: offrirgli qualcosa da bere? Farlo accomodare in salotto e proporgli una partita a Tekken 4? Chiedergli come va l’università?E così per documentarmi ho raschiato il fondo della mia memoria in cerca di suggerimenti. E come un lampo mi è venuto

in mente il film di Abel Ferrara, Blackout, dove Matthew Modine fa la parte di un attore tossico che puntualmente usufruisce dei servigi di un dealer specializzato in celebrità. Nel film fila tutto liscio come l’olio: il dealer, un ragazzo di colore in pieno stile hip hop, arriva, scambia un paio di battute in slang, mostra la merce, gliela fa provare, incassa i soldi, saluta e si dilegua. Ammetto: mi è sembrato troppo facile.Allora ho consultato l’ultimo libro di Bret Easton Ellis, Lunar Park, dove anche lì, a un certo punto, fa la sua apparizione un dealer: stessa situazione, stessa solfa: consegna merce, prova della merce, soldi e via. Arriva il mio dealer e anche qui mi sbagliavo a non credere alle mie ricerche. Ho tralasciato il nocciolo della questione: la professionalità condita al solito gergo da pusher anche se il mio uomo, come direbbe Lou Reed, è un dealer. E così arriva mi chiede bello, allora come va?,io annuisco stolido, lui dice ti ho portato il solito standard. Mi stringe la mano, sorride, mi dice che domani c’è Coccoluto che fa una serata in una discoteca della città. Sempre stolido mi lascio uscire dalle labbra cazzo non male Coccoluto. Lui mi ribatte che ormai è un po’ scoppiato ma spacca sempre, se vuoi ho degli inviti. Fammi sapere, bello, se t’interessa. Continuo ad annuire con il pezzo di fumo in mano davanti alla porta di casa aperta.- Ciao bello, dice il mio dealer iniziando a scendere per la tromba delle scale.Io chiudo la porta, scarto il fumo accuratamente incartato nella pellicola trasparente e inizio le solite e ormai chirurgiche operazioni…

Gli ottanta chilometri che separano San Cristobal da Tuxla sono un continuo saliscendi tra le montagne.È ben più di una distanza spaziale, è un vero e proprio salto nel tempo.In poco più di due ore si passa dal sapore antico di una città secolare, ficcata a duemila metri d’altezza nelle foreste del Chiapas, ad una più moderna e qualunque cittadina messicana, presa in mezzo tra il presente rurale e lo sviluppo che comincia a modernizzarne l’anima e gli spazi.La differenza l’ha fatta la costruzione dell’aereoporto.Il mio tassista è un vecchio sdentato e beone, di età indefinibile, che ride a cazzo ogni volta che le gomme della sua scassatissima Opel fischiano affrontando i tornanti a strapiombo sul nulla.Pensa che abbia paura e non sbaglia: qui vicino c’è un picco su un fiume con un salto di ben mille metri, ho letto che la popolazione di un intero villaggio si è suicidata gettandosi da lì all’arrivo dei conquistadores, e lui non sembra certo Alain Prost. Ha passato la vita scarrozzando gente lungo quel tragitto, ride di gusto e continua a parlarmi. Nonostante le poco rassicuranti apparenze, riesce ancora a spremere il taxi, bere, fumare e prendermi per il culo contemporaneamente, senza mai dare l’impressione di essere in affanno.Tenta anche, per tutto il tempo, di

sintonizzare un’ autoradio d’epoca senza riuscirci; su quella strada pochi secondi di ricezione consecutivi sono vissuti come una vittoria, quasi si cambia stazione per noia.La colonna sonora del viaggio è, quindi, il gracchiare costante della radio, il sottofondo di parole incomprensibili del tassista, lo stridere pietoso dei pneumatici e il rumore infernale del motore fuorigiri, amplificato dalla marmitta bucata, io sospetto intenzionalmente, per fare il ganzo con i colleghi al bar.Devo stare due giorni a Tuxla aspettando l’aereo per Città del Messico.Il vecchio mi consiglia un buon albergo sulla via principale, dice che si paga poco e si mangia bene; è gestito da una sua sorella, Carmen, sposata con Ramon, un poliziotto in pensione, una persona rispettabile.Mi lascio convincere subito, non ho voglia di cercarmi da dormire da solo. Fa caldo ed è quasi ora di pranzo.La sorella è una signora sui sessanta, un bel sorriso radioso e modi gentili. L’atmosfera è familiare, suo marito mi mostra la foto della figlia Dolores, che vive nella capitale. Tengo un tono da bravo ragazzo lontano da casa, sgrano gli occhioni blu e me li conquisto da subito.Dopo due mesi in montagna, un po’ di coccole son quel che ci vuole.La donna corre in cucina a prepararmi il pollo al cacao, mentre l’ uomo promette di rianimare la piscina del piccolo solarium.La pensione ha sei stanze, tutte libere, Ramon dice che aspettano una famiglia francese per la sera.La camera non è da sogno, sarà comunque meglio della cassapanca che ho usato come brandina la scorsa notte, nella chiesa di San

Cristobal. C’è anche la tivù.La pala metallica del ventilatore sul soffitto lancia cigolii sinistri e non serve a contrastare la canicola, ma rompe l’aria, come suggerisce il mio ospite.Un’ampia finestra si affaccia sulla strada, il centro della cittadina è all’incirca tre chilometri più su.Apro l’acqua della doccia e tolgo i vestiti. La vita mi sorride.Dopo essermi rinfrescato accendo il televisore e mi butto sul letto.Ci sono solo tre canali, in uno trasmettono una soap opera.Mi appassiono alle vicende di un’umile lavandaia di cui è innamorato, corrisposto, un ricco proprietario terriero. Un amore tribolato.Decido di farmi una canna per meglio apprezzare lo svolgimento della trama.Rovisto nello zaino alla ricerca del mio borsello delle meraviglie, riempito con ogni ben di dio che questa produttiva terra mette a disposizione, a cominciare da una gran quantità di ganja lisergica. Lo cerco e non lo trovo.La tensione sale, vorrei almeno farmi un tiro prima che l’avvenente e malvagia figlia dell’alcalde riesca ad organizzare l’omicidio della giovinetta per sposare il bel latifondista.Rovescio tutto il contenuto in terra e lo spargo a calci sul pavimento.Il borsello è scomparso, perduto chissà dove, con lui tutte le mie droghe.L’umore rotola con lo zaino, adesso anche la lavandaia sembra meno bella e il suo destino meno interessante.Oltretutto, il brutale contadino ingaggiato per assassinarla, dopo aver passato

qualche ora dietro una tenda con tanto di coltellaccio, semplicemente incombendo, prima di passare all’azione si impietosisce, venendo scoperto e disarmato come un fesso qualsiasi. E dire che mi sembrava un pazzo bastardo.Vada per il pranzo allora e, dopo un riposino, mi metterò a caccia di marijuana per le vie della città.Il pollo al cacao di Carmen è fantastico, lo accompagno con un paio di birre ghiacciate. Davanti ad una bottiglia di mezcal, a volte, riesco a diventare simpatico, con una vena arlecchinesca e la tendenza all’iperbole, oggi sono in giornata, i coniugi gradiscono e non si tirano indietro: finiamo a sbilanciarci felici in confessioni quasi intime.Devo però pensare a trovar un po’ di maria, quindi, appena posso, cerco un veloce congedo; comincio a sentir gli effetti dell’alcool e fuori ci sono quaranta gradi, meglio non lasciarsi troppo andare.Carmen chiede il perchè della fretta e io, ancora in pieno clima confidenziale, confesso quali sono i miei progetti.I due confabulano, poi lei mi sorride e dice di fare un tuffo in piscina. Ci penserà Ramon ai miei vizi.Ramon, dall’alto del suo quintale abbondante e del suo sudare a cascata, mi mette in mano la bottiglia del mezcal, assicurando che un po’ d’alcool mi aiuterà a sopportare meglio il caldo. Poi si allontana.Ma non era il peperoncino? Ognuno qui ha la sua ricetta, non starò certo a discutere.Bacio con amore filiale Carmen e mi lancio su per le scale, a prender costume e salvietta.

36 Soft Secrets

Fili d’erba

Fischiettoprima parte

Un’inchiestala rubrica di Cavo

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38 Soft Secrets

intervista

Soft Secrets: Di cosa vi state occupando maggiormente al momento? Consentire la produzione di oppio in Afghanistan a fini farmacologici, distinguere fra la foglia di coca e la cocaina, abolire la legge Fini... qual è il capitolo più importante e urgente, fra le vostre iniziative?

Marco Perduca: Il focus principale della Lega Internazionale Antiproibizionista (LIA) resta la promozione di una radicale riforma delle tre Convenzioni ONU in materia di droga perché senza un cambiamento a livello di diritto internazionale le legislazioni nazionali non potranno mai essere riviste al 100%. Per arrivare all’introduzione di emendamenti alle Convenzioni è necessario trovare almeno uno Stato membro che sia interessato ad avviare il processo formalmente in seno alle Nazioni Unite. Ad oggi l’unico candidato sembra essere la Bolivia di Morales che già alla Commissione Droghe del 2006 ha annunciato di voler rivedere le tabelle della Convenzione del 1961 al fine di escludere la foglia di coca e suoi derivati non stupefacenti, Dalla prima tabella che la proibisce al pari della cocaina. La Bolivia è uno dei paesi più poveri al mondo e il Governo di Morales non ha esperienza a livello internazionale occorrerà quindi seguire da vicino e aiutare per quanto sarà possibile gli sforzi della diplomazia boliviana.

In tutti i Paesi occidentali pare prevalere sempre di più la repressione dei governi nei confronti del mondo della cannabis, ribadita dalla 49esima Commissione Droghe delle Nazioni Unite (CND), tenutasi a Vienna dal 13 al 17 marzo 2006: convinzioni proibizioniste rafforzate e impegno alla lotta alla droga riaffermato. Come si spiega questo accanimento internazionale? Quali effetti produce oggettivamente?

Avendo partecipato alla 49esima sessione (per le cronache da Vienna visitare http://perdukistan.blogspot.com/cnd) mi sono accorto che mai come quest’anno il divario tra dibattito e documenti adottati ha caratterizzato i lavori della Commissione droghe (era evidente). Il giorno in cui i lavori della Commissione verranno pubblicizzati via internet i cittadini non solo potranno avere la conferma dello scollamento tra realtà e circoli diplomatici, ma potranno anche rendersi conto della manipolazione politica delle informazioni e dichiarazioni presentate a porte chiuse. Se il lavoro dell’Agenzia ONU sulle Droghe e il Crimine (UNODC) fosse organizzato su basi scientifiche, cioè non solo sulla promozione di studi tossico-farmacologici in merito alle sostanze, ma anche sulla verifica dei risultati e sulla valutazione dei costi benifici che oggi caratterizzano le politiche proibizioniste, dopo 40 anni di “fallimenti” un minimo di auto-

critica potrebbe essere avviato. Invece, avvenendo tutto all’oscuro ogni qual volta gli Stati son messi di fronte a dati che confermano l’aumento della produzione, consumo e commercio di tutte le sostanze proibite, invece che rivedere le proprie politiche si accaniscono nella riconferma e nel rifinanziamento di tutto l’arsenale legale proibizionista imputando alla mancanza di mezzi e convinzioni nazionali gli scarsi risultati.

Credi che un futuro governo di sinistra manterrà davvero la promessa di abolire la legge sulle droghe introdotte dal governo Berlusconi tramite il Decreto olimpiadi? Come si potrebbe spingere efficacemente per una riclassificazione delle sostanze stupefacenti e poi la legalizzazione della cannabis?

Se anche Rosi Bindi, che non mi pare abbia mai affermato di essere antiproibizionista, arriva a dire che tra i primi provvedimenti di un Governo Prodi ci sarà la cancellazione della Fini-Giovanardi significa che la convinzione della cancellazione di questa legge criminogena è matura e ben distribuita all’interno dell’Unione. La proposta si trova già espressa chiaramente nel programma di Prodi; recentemente Forum Droghe ha lanciato un appello a tutti i candidati dell’Unione affinché sottoscrivessero pubblicamente un appello per l’abrogazione tramite decreto dello “stralcio olimpico” (in poche ore lo abbiamo sottoscritto in 101), infine Marco Pannella ha annunciato per i primi di maggio una grande mobilitazione nazionale contro la legge Fini-Giovanardi affinché si raccolgano in pochi giorni o le firme o il sostegno necessario delle regioni per abrogare la legge per via referendaria.

Per riclassificare basta che il governo modifichi la legislazione con cui ha incorporato le Convenzioni Onu nel proprio ordinamento. Allo stesso tempo, visto che la riclassificazione non equivale alla totale decriminalizzazione, andrebbero anche adottate politiche, come ha fatto per esempio il Regno unito, che non fanno della persecuzione del consumo personale di sostanze sempre “proibite” una priorità per le forze dell’ordine. Indipendentemente dalla riclassificazione, interpretando (magari agli estremi) alcune norme delle Convenzioni si potrebbe anche stabilire per legge che certe piante e loro derivati sono da considerarsi medicine, registrarle in quanto tali e consentirne la distribuzione previa ricetta del medico.

Come vedresti la nascita di un partito della cannabis, già promosso e auspicato da alcuni? Potrebbe riempire un vuoto politico, per tutti i delusi che non si riconoscono pienamente nelle formazioni antiproibizioniste esistenti? Riuscirebbe

a far acquisire un posto al solo alla coltivazione di canapa, da quella industriale a quella ricreativa? Non sarebbe bello produrre una ganja docg?

Francamente il problema mi pare di natura diversa. Ora, se è vero che le piante e/o le varie sostanze subiscono divieti di tutti i tipi e sono demonizzate, non per questo farne l’unica ragione d’azione politica potrebbe consentire a liberarle dalle proibizioni. Quanto bene hanno fatto all’ambiente i politici “verdi”? Non sarebbe forse il caso di sPostare l’accento sulle proibizioni e tentare di promuovere una serie di politiche laiche sulle piante tanto quanto sulle scelte individuali che possano consentire la regolamentazione di comportamenti e scelte umane (purché non arrecanti danno ad altri) piuttosto che imporre modelli di vita e valori? Solo una riforma liberale, anche dell’agricoltura, potrebbe consentire tanto l’importazione senza dazi, quanto l’autoproduzione di piante che possono essere utilizzate in vario modo. L’Italia era uno dei paesi leader nella produzione della canapa fino a tutti gli anni 50, grazie al proibizionismo si è cancellato un settore agricolo e si sono create le condizioni per la promozione di un qualcosa che di per sé non varrebbe molto. Più che un partito della cannabis, ci vorrebbe un partito della libertà di scelta...

Il consumo di droghe è in aumento ovunque, nonostante le politiche repressive, in Italia si fuma più che in Olanda e i Governi si limitano a cercare invano di ridurre l’offerta di droga, col solo effetto di pregiudicarne la qualità, con possibili e incontrollabili rischi per gli assuntori, e di far aumentare i prezzi, con somma gioia del mercato nero.

Sottoscrivo in toto, posso solo azzardare una critica all’uso di “invano”, dopo quarant’anni ripetere le stesse scelte diventa un programma di governo ben preciso.

Cosa credi che possa far accettare lo status della cannabis come sostanza medicinale? Talvolta alcuni gruppi di pressione sembrano dei burattini nelle mani delle case farmaceutiche: favorevoli solo alla commercializzazione dei farmaci a base di cannabis...

Per prima cosa occorre dare la parola agli scienziati consentendo loro di produrre studi sulle proprietà farmacologiche della pianta e i suoi possibili utilizzi in vari tipi di terapie. Allo stesso tempo, ma qui il discorso si farebbe ancora più ampio, andrebbe affrontata la deriva della medicalizzazione di qualsiasi tipo di trattamento medicamentoso, in questo contesto, certificata la terapeuticità della marijuana non si capisce perché la si dovrebbe andare a comprare in farmacia e/o solo dal rivenditore autorizzato, piuttosto che coltivarsela in salotto o in terrazza o prendere quella del vicino. Se poi le grandi case farmaceutiche ne faranno uso, ben venga il loro interessamento purché si eviti la creazione di un sistema oligopolistico di produzione e commercio dei derivati della canapa.

Non pensi che al fine di un’adeguata riflessione sulle droghe occorrerebbe fornire informazioni e strumenti di giudizio di ordine non soltanto giuridico (paura di sanzioni amministrative/penali) ma anche scientifico. Nelle varie culture – la droga vissuta nei riti tribali come cibo per cervello e spirito e mezzo di elevazione e ricerca del divino... Nella nostra cultura dominante invece, la droga è una categora di prodotti tabù, stabilita piuttosto arbitrariamente, e di cui si cerca di eliminare o ignorare l’esistenza.

Bhe, innanzitutto noto che l’eucarestia si basa su una sostanza potenzialmente tossica, quindi anche la “nostra cultura” ha negli stupefacenti elementi simbolici e concreti molto importanti. Col rafforzarsi della Chiesa e delle sue gerarchie si sono anche adottate politiche che volevano proteggere i “valori” della cultura dominante attaccando tutto ciò che era estraneo, selvaggio, barbaro arrivando a proibirlo per legge. Per far questo è entrato in gioco il fratello maggiore del proibizionismo che è l’oscurantismo: mantenere digiuni di conoscenza i cittadini e limitare con imposizioni da stato etico le libertà di ricerca scientifica e circolazione delle idee. Il risultato è stato morte di vite umane e fortissimo indebolimento della certezza dello stato di diritto!

Cosa pensare della chiusura dei siti quali overgrow?

In pura linea con l’attacco alla circolazione delle idee. Io sono contro il reato d’opinione e anche di fronte al negazionismo sull’olocausto ritengo che censurare non possa essere una risposta all’odio e alla sua promozione. Se si ritiene che qualcosa vada contro gli interessi dei cittadini e la loro sicurezza e/o salute (da notare che sempre più spesso, basterebbe pensare alla Fini-Giovanardi, ma anche alla Legge 40 sulla libertà di ricerca scientifica, le leggi non vanno incontro alle esigenze individuali ma piuttosto a quelle confessionali) andrebbero promosse misure di governo di questi fenomeni fondate sul rispetto delle libertà individuali, sulla possibilità di poterle affermare per legge e in un contesto in cui vi sia il massimo di informazione possibile sui “pro” e i “contro” di scelte e prodotti. Overgrow parlava di qualcosa di proibito, ma non necessariamente di pericoloso...

E del caso mariuana.it: dieci mesi di indagini, diverse procure coinvolte in tutta Italia, pensavano di fare chissà che operazione anticrimine avevano montato, i nostri eroi... invece si è rivelato un buco nell’acqua che però, come in altri casi simili, ha comportato un notevole danno morale e materiale alle persone coinvolte, molte delle quali si trovano ancora, nonostante l’evidente flop della polizia, a subire le conseguenze della legge. Come il proprietario di un negozio di l’Aquila, condannato per la vendita di semi NON illegali...(da mariuana.it: http://www.mariuana.it/modules.php?name=News&file=article&sid=313)

Appunto, il proibizionismo non ha niente a che fare col controllo delle droghe, ma moltissimo con quello degli uomini...

Non bisognerebbe impegnarsi per abolire anche i reati di opinione connessi alla coltivazione o al consumo di cannabis? Mi riferisco a tutti quei poveracci che pagano le conseguenze del loro impegno antiproibizionista, accusati di incitare al consumo o alla coltivazione.

Legalizzate le droghe, tutto il resto è retaggio di leggi fasciste e niente più.

Cosa ha in programma la LIA per i cannabinofili speranzosi in tempi migliori?

Nel caso di una vittoria del centro-sinistra la LIA, che molto probabilmente potrebbe veder eletto nelle liste della Rosa nel Pugno il suo Tesoriere Maurizio Turco e il suo coordinatore delle attività parlamentari Marco Cappato, ha in programma una bella rivoluzione. Per informarsi, [email protected]

Soft Secrets ha incontrato Marco Perduca, Segretario della Lega Internazionale Antiproibizionista, attualmente impegnato in prima linea come candidato per le fila della Rosa nel Pugno. Ne è nata una chiaccherata sui temi più verdi della campagna...

LIALega Internazionale Antiproibizionista

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Le origini

Tutto inizia a metà degli anni 50, quando il rock era molto giovane, e la “popular music” era affare della gente di colore.

I poster dei primi periodi (1955-1965), anche se in bianco nero, erano fatti in quello che viene chiamato “boxing style”: le parole-chiave (di solito i nomi dei gruppi) venivano enfatizzate e ingigantite poiché il loro compito era quello di attrarre il più possibile l’attenzione della gente. Non vengono ricordati certamente per la loro bellezza, ma catturano alla perfezione quella evanescente prima era del rock.

I primi poster che riguardavano esclusivamente la musica rock furono veramente rivoluzionari: erano per lo più avvertimenti per fiere, feste, circhi ed altri intrattenimenti del tipo. Molti dei poster fino ai primi anni 60 furono prodotti dalle tipografie che provvedevano agli “streets advertisements”, i primi volantini pubblicitari. Per i tipografi, abituati ad elaborare sempre nuove forme di pubblicità per soddisfare i manager ed i produttori del tempo, fu una cosa abbastanza facile passare ad un nuovo tipo di annuncio da associare al rock, al Rhythm & Blues e alla Soul Music.

Su questi primi manifesti rock c’erano poche parole, ma erano come abbaglianti: messaggio puro, senza alcun abbellimento superfluo. Quando si entrò nei Sixties nessuno avrebbe potuto prevedere gli incredibili

stravolgimenti che sarebbero dovuti accadere di lì a poco tempo.

Ora queste opere hanno raggiunto valutazioni molto alte a causa della loro importanza storica, oltre che per il fatto che, avendo più che altro un fine più funzionale che estetico, non sono molti quelli che si sono conservati integri fino ai giorni nostri.

PSICHEDELIA A SAN FRANCISCO

Il proposito della maggior parte dei poster psichedelici è promuovere concerti organizzati a San Francisco tra il 1966 ed il 1971 da due degli impresari più influenti degli Stati Uniti: Bill Graham, che gestiva il Fillmore Auditorium, e Chet Helms, che ospitava i concerti della Family Dog all’Avalon Ballroom. A loro soprattutto si deve il maggior contributo alla diffusione su scala nazionale del nuovo “San Francisco sound”.

Helms descrive l’atmosfera culturale del periodo come “non molto diversa da quella che si respirava nella Francia del diciannovesimo secolo, ai tempi di Toulouse-Lautrec: anche allora i poster erano nati come pubblicità per eventi o prodotti, e solo in seguito sono diventati una forma d’arte”. Sempre in omaggio al pittore francese, Levon Mosgofian, uno stampatore che produsse molti poster psichedelici, chiamò il suo negozio Tea Lautrec Litho.

Sebbene molti artisti dell’epoca sentissero lo stile di vita dei tempi di Lautrec molto vicino al proprio, nessuna delle immagini che influenzarono i primi poster psichedelici proveniva direttamente da Lautrec.

Molti dei primi poster invece adottavano la sinuosità delle forme di colore e le sensuali figure femminili proprie dell’Art Nouveau. Le influenze erano così evidenti che il primo stile psichedelico venne ribattezzato “Nouveau Frisco” (Time Magazine, 1967) o “Neo Art Nouveau” (Bullettin of the XXV international Congress of History of Art, 1969).

Nella loro personale scelta del “lettering”, gli artisti psichedelici incorporavano molti stili, dalla Vienna di fine diciannovesimo secolo al “block lettering” del vecchio west. E non deve sorprendere che tutte queste connessioni con il passato siano potute accadere in una città così immersa nella storia come San Francisco. San Francisco è sempre stata una città tollerante verso chi ha scelto uno stile di vita alternativo: da ciò deriva che molte subculture vi hanno trovato naturale sviluppo.

Durante gli anni della Seconda guerra Mondiale i “beats” fecero proprie le “coffeehouses” e librerie di North Beach. Quindi, dall’inizio degli anni sessanta vide la luce una nuova generazione di outsiders: gli hippies. La cultura hippie ebbe una breve ma intensa fioritura, tra la fine del 1965 e la metà del 1967, in un quartiere popolare identificato con l’incrocio delle due strade principali, la Haight e la Ashbury.

stati di coscienza superiori

Quello che caratterizzava gli hippies era la sfida alla cultura autoritaria di cui è intrisa l’etica del lavoro, e la diffidenza verso ogni accenno di piacere terreno. Al contrario, gli hippies credevano nel piacere di gustarsi il tempo libero, nel mutuale scambio di aiuti e risorse, e nella vita in comune.

L’elemento più sovversivo dell’etica hippie era il credo in un livello superiore di conoscenza che, se raggiunto metteva in dubbio tutti i valori morali, sociali, economici e politici della cultura americana.

Questo livello di illuminazione può essere raggiunto attraverso vari metodi, quali lo studio della meditazione trascendentale, il buddismo Zen e le pratiche spirituali dei nativi americani.

La chiave più popolare per il raggiungimento dell’illuminazione fu però una nuova droga allucinogena sperimentale, la dietilamide dell’acido lisergico (LSD), sintetizzata nel 1938 dal chimico svizzero Albert Hofmann come possibile cura per l’emicrania.

L’LSD produce uno stato modificato di coscienza, e cambia l’esperienza visuale del “viaggiatore”, che percepisce colori molto intensi, forme distorte, oltre che vivide allucinazioni.

L’interazione tra la reazione mentale e quella visiva all’effetto dell’LSD viene definita “mind expanding” (dilatatrice della mente), che per gli hippies rappresentò subito una nuova frontiera, uno spazio incontaminato ancora tutto da esplorare.

Lo stato mentale alterato dalla droga conosciuto come “esperienza psichedelica” fu l’ispirazione essenziale per gli artisti che crearono i poster psichedelici dell’epoca: la grafica psichedelica non dava solo informazioni riguardo date, luoghi e gruppi ma trasmetteva il movimento dinamico della folla danzante, l’intensità dei light shows, perfino gli alti decibels del San Francisco sound!

esperienze psichedeliche

I primi raduni pubblici per l’esplorazione della mente iniziarono nel 1965, come eventi spontanei improvvisati dallo scrittore Ken Kesey e dai suoi compagni di avventure, i Merry Pranksters (gli Allegri Burloni).

Diedero vita ad una serie di “Acid tests” (acid è un termine slang per LSD), raduni multisensoriali, una esperienza dionisiaca fatta di suoni, luci, musica e movimento. Il fine ultimo di tali eventi era di generare una nuova rivoluzione sociale non violenta. Kesey credeva che se l’LSD avesse “aperto la mente” ad un sempre più considerevole numero di persone, la società e l’intero pianeta sarebbe potuto diventare migliore, e meno ostile.

Il culmine di tutti gli Acid tests fu raggiunto nella tre giorni del Gennaio 1966, chiamata “trips Festival”, tenuta alla Longshoremen’s Hall di San Francisco.

Soft Secrets 39psichedelia

I rock posters hanno iniziato ad esistere insieme alla musica rock, quindi circa 50 anni fa, e la loro evoluzione è direttamente collegata ai vari cambiamenti succedutisi nella musica rock negli ultimi decenni. Molto semplicemente, da quando esiste la musica rock sono esistiti i poster per promuovere i concerti stessi. Considerando come questo tipo di musica rifletta più di 4 decenni di cultura mondiale, i poster possono essere considerati una sorta di storia “visuale” non solo della musica ma anche del mondo che l’ha prodotta (in Europa già alla fine degli anni 30 la “poster art” si rivelò un mezzo molto importante per promuovere “intrattenimenti popolari”, diventando tanto popolare da influenzare in seguito il campo della grafica e della pubblicità).

Soft Secrets vi accompagna nel primo viaggio per esplorare il patrimonio lisergico dei figli dei fiori

arte psichedelica

il “dance-concert” adottava l’idea di un concerto vissuto come una esperienza multisensoriale

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È bene ricordare come gli acid tests fossero attività underground, e che l’LSD rimase totalmente legale fino a 6 ottobre del 1966. Quando la sostanza diventò fuorilegge, molti aspetti della cultura hippie si erano già radicati. Il principale di tutti rimaneva il “dance-concert”, happening nato da una costola del Trips Festival, che adottava l’idea di un concerto vissuto come una esperienza multisensoriale.

Lo stato alterato di coscienza conosciuto come “esperienza psichedelica” fu una delle principali fonti di ispirazione per tutti gli autori di poster psichedelici.

La grafica psichedelica non rivela solo

informazioni riguardanti le bands, il luogo ed il giorno del concerto, ma cercava di comunicare la sensazione di una folla danzante, l’intensità del light show, così come i potenti decibel del San Francisco sound.

I “dance concerts” rimangono uno dei migliori esempi di arte popolare. Segnarono l’inizio della carriera per molte delle più importanti band del San Francisco sound (Grateful Dead, Big Brother & the Holding Company, Quicksilver Messenger Service) oltre che rappresentare happenings durante i quali si perfezionava sempre più l’arte psichedelica del light show.

I poster psichedelici sono l’estensione grafica dell’esperienza della danza hippie, e sono la più viva testimonianza di tali eventi. Attraverso il fluttuare, il contorcersi e il mescolarsi delle loro forme e del loro “lettering” (il tutto irradiato da colori vivissimi) gli artsti dei poster psichedelici immortalarono per sempre la nuova consapevolezza sbocciata negli anni della controcultura hippie.

Le opere degli artisti di San Francisco ruppero radicalmente con il lessico della grafica modernista del ventesimo secolo. La leggibilità e l’ordine furono abbandonati per una nuova tensione grafica, un’arte pulsante che influenzò notevolmente le decadi seguenti, fino ai giorni nostri.

DEFINIZIONE DI “PSICHEDELIA”

Il termine “psichedelico” significa “che espande la mente” o che “rende la mente manifesta”. Venne coniato nel 1957 dallo psichiatra Humphrey Osmond, che utilizzò il nuovo termine in riferimento agli effetti tanto psichici quanto visuali dell’LSD (sostanza che sul finire degli anni ’50 era stata accettata dalla comunità psichiatrica come sostanza dal valore terapeutico.

Quando l’uso di LSD e di altre sostanze quali marijuana, funghi psilocibinici, il pelote e la mescalina divennero popolari all’interno del movimento giovanile degli anni Sessanta, il termine psichedelico venne di fatto esteso a tutte quelle forme d’arte che riproducevano alcuni degli effetti tipici di tali droghe. Spicca soprattutto l’intensa unione di forme e lettere (spesso illeggibili) che,

unitamente alla particolare ispirazione nell’accostamento dei colori, fa sì che le forme sembrino vibrare o deformarsi proprio come accade durante un’esperienza con l’LSD o con la mescalina.

BREVE STORIA DEGLI HIPPIES

A dire il vero, gli hippies generarono ben poco della filosofia e delle caratteristiche che poi li resero famosi nel tempo, caratterizzandone il termine.Lo stesso termine “hippie” venne coniato dagli esponenti della beat generaion come termine denigratorio e dispregiativo nei confronti della nuova generazione.

Dopo tutto i beats hanno preceduto gli hippies nella subcultura di San Francisco, stanziandosi nel quartiere di North Beach fino dai primi anni ’50; molti degli elementi che caratterizzano “ l’etica” degli hippies derivano dallo stile di vita caro ai beats.

Entrambi sono interessati alla musica sperimentale: per i primi c’era il jazz, per gli hippies ci fu il rock psichedelico; furono i beats che iniziarono a “giocare” manipolando le luci e ispirando i successivi “light shows” hippie, così come furono sempre i beats a parlare per primi pubblicamente di esperienze allucinogene, ad interessarsi di buddismo zen e discipline spirituali orientali, furono sempre i beats ad avere una attitudine “permissiva” per quanto riguardava la sfera sessuale.

Gli hippies non furono nemmeno i primi a vestirsi in modo strano per sentirsi diversi dalla società della middle-class, anche se durante il periodo hippie se ne sono viste letteralmente di tutti i (vividissimi) colori....

Quello che distinse gli hippies dai loro predecessori fu innanzitutto il loro grande numero: il fatto che fossero in tanti permise loro di organizzarsi in una vera e propria comunità (che i beats non ebbero mai), senza contare il fatto che mentre i beats apparivano per lo più meditabondi e solitari, i “figli dei fiori” erano esattamente l’opposto, ottimistici e gioiosi.

Di Michele Dagres

La più grande collezione di opere psichedeliche sarà esposta al Palanord di Bologna nel corso della Fiera Cannabistipoforte il 2, 3 e 4 giugno 2006. Sono imperdibili capolavori, riscopertie raccolti per la prima volta... ci auguriamo di accogliervi numerosi alla mostra, sarà una vera rivelazione!

40 Soft Secrets

L’elemento più sovversivo dell’etica hippie era il credo in un livello superiore di conoscenza che, se raggiunto metteva in dubbio tutti i valori morali, sociali, economici e politici della cultura americana.

il processo a mariuana.it25 Maggio Ore 9.00 - Processo al Webmaster - Piccola Manifestazione

Illustrissimi !!!a 8 mesi dalla famigerata Operazione Foglia, dopo aver mosso 500 uomini per 60 perquisizioni, la conferenza stampa, la notizia su Rai2, i titoloni dei Giornali, le misure di custodia cautelare per 4g di Hashish, per esempio nel mio caso, o per 15 piantine di 10cm oppure l’obbligo di firma anche per una foto del 2004 e la Nuova Legge sulla Droga.

Il 25 Maggio alle 9.00, a ... Rovereto (TN), è stata fissata la prima udienza del mio proCESSO.

Data la GRAVITA’ della cosa - in altre parole - vengo Perseguito per avere un sito dedicato alla Marijuana e un’attività economica tutelata dalla Costituzione: i Semi sono Legali e anche tutto il resto ...ci sono voluti solo 2 mesi di tempo a capire è tutto Legale - mentre non vedono questo ... Cerca Duce su Google - ho deciso di comunicarvi tutto il mio pentimento e “festeggiare” insieme a tutti voi.

Per il giorno 25 Maggio chiedo a tutte le persone per le quali il viaggio non è un impegno di venire a Rovereto per aiutarmi a chiarire che non può essere un reato essere Antiproibizionisti e a supportare quanto si cercherà di far presente al Giudice: cioè che la Marijuana è innoqua, che tanti di noi apprezzano la ganja e ritengono il Proibizionismo una politica Sbagliata e che sia un diritto coltivare Marijuana per uso personale.

Intanto i Giudici non capiscono che quello che hanno scritto i Giornali è Falso e che è Diffazione ... che la stessa Polizia a 8 mesi non ha ancora preso Atto che nessuno vendeva Ganja su Internet e che non c’è Nessuna Organizzazione ... Vedi Sito Polizia ma semplicemente ci piace la Marijuana e di noi non dovevano occuparsi perché le Opinioni non sono un Reato appunto da quando hanno messo quest’articolo nella Costituzione, 1946 - Apologia del Fascismo.

Per Ringraziarvi nel pomeriggio verrà organizzato un Concerto e vi verrà offerto un Buon Panino & 1 Birra Turn - vale solo se Prenoti la visita, la prenotazione consiste nel versare 10E [ Panino & Birra per 2 Persone ] che ti verranno restituiti insieme al Panino e alla Birra se verrai alla Manifestazione.

Per chi vorrà pernottare verrà organizzata una serata in Montagna dove sarà possibile piantare la tenda e mangiare un piatto caldo. Naturalmente potete venire senza prenotare ma in questo caso non mi Aiutate nell’organizzazione per piacere Prenotate.

l’LSD rimase totalmente legale fino a 6 ottobre del 1966. Quando la sostanza diventò fuorilegge, molti aspetti della cultura hippie si erano già radicati.

Mentre i beats apparivano per lo più meditabondi e solitari, i “figli dei fiori” erano esattamente l’opposto, ottimistici e gioiosi.

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Soft Secrets 41RUBRICA GIURIDICA

Ci sono riusciti. Con un’abile manovra politico-propagandistica il Governo, a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere, è riuscito a far passare a colpi di fiducia le modifiche al testo unico sugli stupefacenti.

Il testo - La nuova legge prevede la reclusione da 6 a 20 anni e la multa da 26 mila a 260 mila euro per chi “coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa, consegna” sostanze comprese nella Tabella I (nella tabella II ci sono i farmaci), che per l’appunto include tutte le droghe, dall’eroina alla cannabis, dalla cocaina all’Lsd, fino all’ecstasy. La vecchia normativa, la 309, divideva le sostanze in più tabelle, prevedendo sanzioni più leggere per i derivati della cannabis. Le stesse pene, da 6 a 20 anni, sono previste anche per chi acquista o detiene sostanze stupefacenti o psicotrope che per quantità - se superiore ai limiti massimi, che saranno indicati con un successivo decreto del Ministero della salute - o “per modalità di presentazione”o per “altre circostanze” appaiono destinate a un uso non personale. La legge dà al giudice la possibilità di stabilire se si tratti di consumo o di spaccio, alla luce non solo dei limiti quantitativi stabiliti in seguito da decreto, ma anche in considerazione di altri elementi indiziari. L’emendamento prevede poi, come già esiste, l’eventualità che, trattandosi di “fattidi lieve entità”, le pene applicate possano scendere: da uno a sei anni di carcere e dai 3 mila ai 26 mila euro di multa. Il tossicodipendente che ha commesso reati, per i quali è stato condannato a una pena inferiore a 6 anni, può usufruire di misure alternative al carcere, cioè può sottoporsi a un programma terapeutico presso un servizio pubblico o una struttura privata autorizzata. Se l’imputato non intende farlo, il giudice può applicare la pena alternativa del “lavoro di pubblica utilità”,che “può essere disposto anche nelle strutture private autorizzate”. Il lavoro di pubblica utilità, però, “può sostituire la pena per non più di due volte”. Allo stesso modo, in caso di condanna a pena detentiva di una persona tossicodipendente che abbia in corso un programma terapeutico, il giudice può disporre gli arresti domiciliari, controllando che

il programma venga eseguito. Arresti domiciliari anche a un tossicodipendente già in carcere, che intenda sottoporsi a un programma di recupero. Chi detiene un quantitativo di droga nei limiti di quello che sarà definito uso personale, invece, sarà sottoposto a una serie di sanzioni amministrative: quelle immediate sono il ritiro della patente e il fermo del ciclomotore. Ci sono poi sanzioni di media entità, che vanno dalla sospensione della patente, del passaporto o del porto d’armi alla sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo se si tratta di cittadini stranieri extra Ue. In caso di recidività, le sanzioni più gravi: obbligo di presentarsi almeno due volte a settimana presso il locale ufficio della polizia; obbligo di rientrare a casa entro una certa ora e di non uscirne prima di un’altra; obbligo di comparire in un ufficio di polizia negli orari di entrata e di uscita da scuola; divieto di frequentare determinati locali pubblici e di allontanarsi dal Comune di residenza; divieto di condurre qualsiasi veicolo a motore. Il tossicodipendente, inoltre, sarà invitato a seguire un programma terapeutico predisposto da un Sert o da un privato autorizzato: se accetta, e se il programma ha un “esito positivo”, gli potranno essere revocate le sanzioni. Altra novità rispetto alla normativa vigente, è la possibilità, per una persona tossicodipendente, di avere la sospensione della pena se ha concluso con esito positivo un programma terapeutico presso una struttura sanitaria pubblica o privata autorizzata. Inoltre, il tossicodipendente condannato a pena inferiore a 6 anni - e non più 4 come oggi - può chiedere, qualora abbia in corso un programma terapeutico, di essere affidato in prova a un servizio o a una comunità terapeutica per proseguire il trattamento.

CommentoPreliminarmente, non può tacersi il convincimento che il modus operandi del legislatore lasci francamente imbarazzati e sconcertati sul piano strettamente metodologico. Chiunque può agevolmente notare la bizzarria consistente nell’introdurre sostanziali ed importanti modifiche alla regolamentazione della materia degli stupefacenti, ricorrendo ad un maxi-emendamento, inserito, a propria volta, all’interno di una legge di conversione di un decreto-legge riguardante ufficialmente tutt’altra materia (nella fattispecie le Olimpiadi invernali), eliminando totalmente un

doveroso dibattito parlamentare, che avrebbe offerto spunti di riflessione ed arricchimento del complesso normativo. La legge, così promulgata, è un mix di contraddizioni e risulta palesemente ingiusta in taluni fondamentali passaggi. Ciò che maggiormente affligge, però, è la certezza che il legislatore abbia perduto, dimostrando solo miopia normativa e un’immotivata fretta, una seria quanto rara occasione di intervenire in modo da ovviare ad atavici vizi di genericità ed indeterminatezza che affliggevano il T.U. 309/90. Per converso, sono stati introdotti altri e diversi elementi di forte incertezza proprio su quel piano del diritto positivo, che, invece, avrebbe dovuto formare oggetto di norma chiare e comprensibili. La nuova legge reintroduce di fatto quella dose media giornaliera, che il referendum del 1993 aveva abolito, in quanto è palese che tra i fini perseguiti con la novella legislativa vi è quello di recuperare alcune norme abrogate con detto strumento consultivo. Viene posto, infatti, come condizione di punibilità dell’importazione, esportazione, acquisto, ricezione a qualsiasi titolo, nonchè dell’illecita detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, un non meglio identificato criterio quantitativo. La penale rilevanza della condotta si concreta quando la quantità risulti superiore ai limiti massimi, indicati con decreto del Ministro della salute emanato di concerto con il Ministro della giustizia sentita la Presidenza del consiglio dei Ministri – Dipartimento nazionale per le politiche antidroga. In relazione a questa vera e propria restaurazione normativa, si deve riconoscere che ci troviamo dinanzi ad un atto di imperio, tradotto in attività normativa, la cui discutibilità viene amplificata dalla circostanza che essa si orienta in una direzione del tutto opposta alla volontà popolare e, di fatto, che mira a imporre il pensiero di una minoranza. Si deve, poi, sottolineare con forza la circostanza che tutti gli operatori del diritto sono rimasti (giustamente) pesantemente perplessi e sconcertati a fronte della decisione di attribuire a decreto interministeriale l’individuazione della soglia di punibilità di taluni comportamenti. La stessa unificazione del trattamento sanzionatorio per le ipotesi illecite penalmente rilevanti, a prescindere dalla tipologia di stupefacente riferibile al soggetto, contenuta nei commi 1, 1 bis e 5 del novellato art. 73, induce a porre seri e concreti dubbi sulla correttezza dell’opzione normativa adottata. Non

è, infatti, per nulla condivisibile la giustificazione addotta dai sostenitori della riforma, secondo i quali si afferma il principio scientifico che non esistono droghe di serie A o di serie B, e che il comune ed eguale trattamento punitivo adottato troverebbe spiegazione inconfutabile nella circostanza che tutte le sostanze stupefacenti o psicotrope producono effetti negativi e nuociono in maniera indifferenziata e gravemente alla salute. Si tratta di una considerazione naturalisticamente pacifica sul piano etico (il fenomeno droga non è accettabile e le droghe certamente incidono negativamente sull’individuo), ma non altrettanto su quello dell’applicazione della norma penale, in relazione ai concreti effetti psichici e fisici che esse producono sugli assuntori. È indubbio, infatti, che appare ben diversa la reale offensività, per la salute fisica e mentale del soggetto, di una droga quale la cocaina o l’eroina rispetto all’hashish ed alla marijuana.

ConseguenzeSul piano pratico-attuativo è sicuramente prematuro fare considerazioni, giacché trattasi di un provvedimento incompleto, almeno finchè non esce la nuova tabella, e potrebbe volerci più di qualche settimana. Nel frattempo le uniche “certezze” sono che i giudici hanno, in tema di uso personale, per ora, ampia discrezionalità nella valutazione quantitativa delle sostanze, cosa che già avveniva prima, ma, indipendentemente dalla portata penale, si incorrerà in gravi conseguenze amministrative. Non solo le varie sospensioni di patenti e passaporti, ma, per minorenni o per chi non li possiede, l’impossibilità del loro conseguimento durante l’intera procedura. Massima attenzione, invece, devono prestare tutti coloro che hanno il pollice verde: se con la vecchia normativa anche loro, di fatto, potevano giovarsi della discrezionalità del giudice, tenuto a valutare la gravità e l’offensività della condotta, il grado di “maturazione” delle piante..., ora il novellato art. 73 sembra perentorio. Chi coltiva o produce, per il sol fatto di farlo, al di là delle quantità, è punito con pena dai 6 ai 20 anni di reclusione ed una multa da 26.000 a 260.000 euro!!

Cosa posso consigliarvi? Occhi aperti, massima attenzione, un buon avvocato in caso di bisogno e... buon voto a tutti!

(Fonti: ADUC, Altalex, Fuori Luogo)

Legge Fini

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Vorrei proporre un approfondimento politico in merito alla questione della nuova legge italiana sulle droghe. Questa legge rappresenta non solo una pesante sconfitta per tutti quei partiti, movimenti e persone che in questi anni si sono battuti in senso non proibizionista, ma anche un attacco di inaudita ferocia contro la stessa democrazia. Con questa legge vengono lesi i fondamentali principi su cui dovrebbe basarsi la convivenza civile e democratica: è un attacco gravissimo alle libertà individuali. È la firma fascista ai 5 anni bui del governo Berlusconi. È vero che sono riusciti a farla passare col voto di fiducia e che anche il centrodestra ha i suoi problemi interni, ma la legge, comunque, è stata fatta ed è operativa. Il senso della sconfitta, al di là del giudizio di merito, penso stia nel fatto stesso che non abbiano avuto remore a osare tanto; cosa che, per esempio (e fortunatamente), non sono riusciti a fare per l’aborto.

Sulle droghe sapevano che non avrebbero trovato una forte opposizione: durante i 5 anni del loro governo non c’è stata una battaglia, non una presa di posizione. Il centrosinistra è stato sulla difensiva, anche perché aveva già accettato l’impostazione della legge Jervolino, in vigore durante i 5 anni del proprio governo. Questa legge che, in seguito alle modifiche introdotte dal referendum del ‘93, si attesta sull’idea di depenalizzazione del consumo, è anch’essa una pessima legge, e in ogni caso non tiene conto della posizione della canapa e dei suoi estimatori. Dal ‘93 in poi, quante persone sono state private di libertà fondamentali (le chiamano ‘sanzioni amministrative’) come condurre un mezzo o espatriare? Quante persone, con governi di centrodestra e di centrosinistra, si dovranno suicidare ancora in carcere dopo l’arresto per il possesso di qualche piantina di canapa? Ma il centrosinistra, che scrive nel suo programma elettorale di voler abrogare la legge Fini, si limita

poi a riproporre la depenalizzazione, non prendendo minimamente in considerazione una seria e coraggiosa legalizzazione della canapa. Per bene che vada, dunque, dopo le elezioni politiche continueranno a sequestrare patenti e passaporti, e se coltivi, galera. Questo stato di cose deve cambiare.

Milioni di cittadini estimatori della canapa non sono assolutamente rappresentati e tutelati dai partiti. Forse è arrivata l’ora di farsi sentire. Di trovare mezzi e strumenti per far emergere questo pensiero così debole da sembrare inesistente: la canapa è una grande risorsa naturale, boicottata per interessi mafiosi, avversata perché valida concorrente al petrolio e a tanti suoi derivati, perseguitata perché è la droga più sana, economica e naturale che esista.Con la scusa di colpire la canapa hanno criminalizzato e soffocato, negli ultimi 70 anni (1937, Marijuana Tax Act U.S.A.), svariate iniziative innovatrici e rivoluzionarie. Che fare allora?

Forse ci siamo isolati?Innanzitutto, per correggere eventuali errori, occorre analizzare tutto ciò che abbiamo fatto finora: convegni, manifestazioni, street-parade, ecc. Quali sono stati i limiti della nostra azione? Forse ci siamo isolati? Siamo stati sulla difensiva? Abbiamo usato un linguaggio poco comprensibile? Non siamo stati un movimento forte e presente su tutto il territorio nazionale? Non siamo riusciti a porre al centro del dibattito sulle droghe la questione canapa? Non siamo riusciti a far emergere le grandi menzogne del proibizionismo mascherate dietro le pubblicità dell’alcol, dietro i 90.000 morti l’anno in Italia per tabacco, dietro il terribile diffondersi degli psicofarmaci, anche fra i bambini?

Costruiamo una reteForse dovremmo porci queste domande; sicuramente, dobbiamo organizzarci. Usando internet e ogni altro mezzo, costruiamo delle reti regionali e una rete nazionale. Costruiamo una rete in cui vi sia spazio per tutti e che sia finalizzata alla creazione di un movimento forte, autonomo, determinato, aperto al confronto e pacifico. Organizziamo Critical Grass in ogni città capoluogo di regione per incontrarci di persona: un libero appuntamento per fare informazione e per organizzarsi. Critical Grass si ispira a Critical Mass: si tratta semplicemente di decidere la data, l’ora e il luogo dell’appuntamento e di far partire il passaparola. Per esempio: dopo l’11 marzo, a Torino, l’appuntamento è fissato per il 2° sabato di ogni mese, dalle ore 15. Non sarebbe interessante se questo succedesse contemporaneamente in ogni città? Per ora, i punti di riferimento su internet sono www.legalizzala.it e il gruppo canapa su yahoo. La piattaforma intanto sta circolando sempre di più su Internet. Il “contributo per una piattaforma politica del partito della canapa - marzo 2006” è pubblicato integralmente su http://attivopensante.blogspot.com

È urgente!

C’è bisogno della passione e dell’intelligenza di ognuno di noi. Buona lotta a tutti... fino alla vittoria!

Giovanni Foresti, delegato operaio e dirigente torinese del P.C.I. fino al 1988. Da allora si dedica alla ricerca sul clown ed è attore impegnato su tematiche sociali e diritti delle minoranze. “The wind blows round” www.aranciafilm.com e “Il canto dei catari” www.ilcantodeicatari.org sonoi suoi ultimi lavori.

Nel febbraio scorso, come certamente saprete, sono state approvate alcune norme che hanno modificato il D.P.R. 309/90, il testo unico sugli stupefacenti da 16 anni in vigore in Italia. Rispetto all’impianto originale della legge, nota come Jervolino-Vassalli, alcune parti sono state corrette nel corso degli anni. In particolare nel 1993, in seguito al referendum che decretò che il consumo di sostanze stupefacenti non fosse penalmente sanzionabile, venne abrogata la “dose minima giornaliera”.

Le norme recentemente entrate in vigore hanno riportato la 309/90 quasi al suo impianto originale, se possibile addirittura peggiorandolo. Il testo unico così come modificato, infatti, più che una legge contro la droga è una legge contro la libertà, che tende a colpire la persona nella sua solitudine per annientarla. Esso, rafforzando smisuratamente gli ideali (in particolare quelli che, per loro natura, sarebbero più deboli), tende a far soccombere le idee. Per questo rappresenta l’impossibilità della ragione.

Tutto ciò è frutto della paura e, proprio per questo, risulta violento e repressivo. È il colpo di coda di un regime moribondo, che fonda su un paradigma ormai superato il proprio potere (che così diventa, necessariamente, prepotenza).

Questa cosiddetta “nuova legge” è una non-legge, perché nasce in totale spregio dello Stato di diritto. È assolutamente ed evidentemente inapplicabile. Perciò verrà applicata in un modo che non potrà che essere discrezionale e arbitrario. Questa non è una legge, è un’arma. Pronta per essere usata contro il nemico di turno o contro chi, più semplicemente, può rappresentare un fastidio, anche soltanto perché non si adegua. Spacciata come strumento a tutela della vita e della salute (soprattutto dei giovani), questa legge produrrà morte e sofferenza e molti giovani ne saranno vittima.

Nell’approvare un provvedimento normativo come questo, piuttosto che osservare la realtà per regolamentarla, si è scelto di usare lo strumento legislativo come attrezzo per imporre forzatamente una realtà che non esiste. Dei cinque sensi, questa legge non ne usa uno. Non vede il mondo per quello che è, non sente ragioni, non parla ma punisce (anche condotte diffuse e non pericolose). Non conosce la dolcezza e al tempo stesso non è in grado di apprezzare l’amarezza propria di chi sbaglia sapendo di sbagliare. Dura sul morbido e liscia sul ruvido, questa legge non odora: puzza. Questa legge è figlia del sesto senso di coloro che l’hanno partorita e che sanno che il loro tempo è finito.

Eppure gli elettori di questo Paese, anche in momenti difficili come questi, si trovano nell’impossibilità di esprimere un’indicazione precisa su chi dovrà governare la “cosa pubblica”. Solo poche settimane fa ci siamo trovati a dover scegliere tra lo schieramento che ha dato vita a questo scempio legislativo e un altro, non certo alternativo, che a parole si diceva contrario (ma con moderazione, anzi... con pacatezza), senza dare mai la sensazione di voler realizzare qualcosa di diverso. È questo il motivo per cui per molti non è stato possibile accettare di optare per uno dei due contendenti.

Il centrodestra, dopo aver approvato le nuove norme, si è affannato nel tentativo scomposto di confondere le acque, scontentando tutti. Per rifarsi una verginità che non ha mai avuto, ha arruolato chi, da sempre, ha espresso posizioni antitetiche sulla droga. Il riferimento è a Benedetto Della Vedova e ai Riformatori Liberali, di cui fanno parte, tra gli altri, anche Marco Taradash e Carmelo Palma (anch’essi antiproibizionisti di indubbia tradizione).

Nell’Unione, invece, da una parte troviamo i Radicali della e nella Rosa nel Pugno, i Verdi, Rifondazione Comunista (tutti soggetti che formalmente - non sempre in modo costante e determinato, a dire il vero - si sono opposti alle nuove norme, ma che poi, per ragioni diverse, hanno finora dimostrato quantomeno di non essere determinanti nelle scelte

della coalizione di cui fanno parte) e, dall’altra, una vasta componente conservatrice (che comprende lo stesso Romano Prodi, gran parte della Margherita e parte dei Ds) che si è sempre attestata su posizioni decisamente più moderate. Non dimentichiamo, infine, Di Pietro, Arlacchi e l’Italia dei Valori, che sul fronte droga hanno un orientamento politicamente e culturalmente più simile a quello di Alleanza Nazionale che a quello antiproibizionista.

Spesso ci siamo interrogati sull’esigenza di vedere rappresentate le nostre istanze e sulla possibile reazione di un elettore che, recandosi al seggio elettorale, si fosse trovato di fronte a un un simbolo profondamente diverso da tutti gli altri presenti nella scheda: chiaro, esplicito e... verdissimo! Non sappiamo quale potrebbe essere questa reazione. Certo, però, a volte si avverte un grande bisogno di metterci una croce sopra...

“Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformate in azioni”. - Mohandas Karamchand “Mahatma” Gandhi

Marco Contini // Segretario di Antiproibizionisti.it

Andrea de Angelis // Presidente di Antiproibizionisti.it

42 Soft Secrets

antiproibizionisti.it

Se ci mettessimo una croce sopra...

movimento

Dato che a noi grower piace chi si impegna e, oltre a fumarsi delle grandi canne o chillum a seconda dei casi, è attivo per la canapa, anche in questo numero di Soft Secrets diamo voce a chi si alza dal coro (di chi ronfando nella letargia più totale, russa) per difendere la pianta più bella e profumata che ci sia; il tema canapa con i suoi vari aspetti è veramente ampio e coinvolge ormai gruppi sempre più diversi, l’augurio nostro è che dalle svariate e colorate realtà nasca e si sviluppi ovunque una forte coscienza antipro e che nasca forse qualcosa di realmente nuovo, capace di interagire a diversi livelli, politica compresa.

LEGGE FINI-GIOVANARDI: UNA PESANTE SCONFITTAÈ il parere di Critical Grass, un nuovo progetto che parte da Torino per espandersi in tutta Italia.

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Soft Secrets 43

di Christian Zingales

AAVV

American Gigolo II (Gigolo) La International Deejay Gigolo di DJ Hell, o per i fan più accaniti semplicemente Gigolo, con il suo mix di electro e punk, glam e trash, echi Eighties e attitudine 2000, è una delle etichette più eccitanti degli ultimi anni. Mentre è nei negozi anche la nona doppia compilation della label, esce questo secondo volume

della serie “American Gigolo”. Dopo il primo, uscito nel 2002 e supervisionato dal canadese Tiga tocca al newyorchese Abe Duque ora mixare e compilare i suoi

pezzi Gigolo preferiti. Entrata a razzo con l’elevatore The Runner di Richard Bartz e assetto con un radioattivo tunnel underground come Moonraker di Foremost Poets, superclassico di Mr. Johnny Dangerous. Ed è un’esplosione di dirty beats, mixaggio sporco e eccitante, un paio di chicche come gli inediti Abe Duque Acid Mix di ANew Age Of House di Elbee Bad e I Am Amanda Le Pore di Hell, e bombe su bombe, da Blow dei Tiefschwarz a Jack U di P Diddy, dall’Highfish & Zander Rx di World Keeps Turning degli Psychonauts alla cover della marshalljeffersoniana Move Your Body fatta da Jeff Mills, che è pura archeologia Gigolo. Un mixato torbido e intenso che riesce a dire della label tedesca e di Duque, di quanto siano centrali.

Santos

In Giappone, dove ha rotto il ghiaccio al Fuji Rock Festival, e in Inghilterra, dove è di casa in tanti prestigiosi club come al londinese Fabric, è una leggenda. Anni fa Fatboy Slim è venuto in Italia e quando lo ha incontrato una sera ai Magazzini

Generali di Milano si è letteralmente prostrato davanti a lui. Lui si chiama Sante Pucello, è ciociaro, ma per il mondo e per la scena dance è Santos. La sua fama e il rispetto che suscita il suo nome sono figli di anni di gavetta, di lavoro artigianale che lo hanno portato a diventare uno dei produttori più eclettici e più tecnicamente dotati. E dopo aver affinato modalità espressive e metodi lavorativi, oggi Santos è al vertice. A ricordarlo il suo nuovo album “Home Sweet Home”, pubblicato come i predecessori, “R U Shakadelic?” e “Abrasive”, dalla bolognese Mantra Vibes. Un

disco che rappresenta un passo avanti in quella fusione di breakbeat e house di cui negli ultimi anni Santos è diventato un maestro. Da un lato c’è un suono che riesce a essere accattivante e comunicativo, dall’altro l’aerobica da boom neuronale delle strutture dei pezzi del folle ciociaro raggiungono un nuovo livello. Il piede è spinto sull’acceleratore come mai. Ecco quindi che prende forma un disco senza respiro, un’ora e un quarto di pura devastazione da dancefloor che però te la puoi sparare dove meglio credi. Tonanti breakbeats house, detonatori da rave, elevatori sintetici, occasionali vocoder al taglio, un groove incessante che ti prende alla gola. Una maratona spasmodica che parte con l’ipno-bass demenza di I’ve Made Progress e sfila in un’esplosione senza fine in numeri come: il didascalismo esilarante della galoppante Elektro, l’insinuante Stop! What?, l’implosione rocky di Combination,una no-prigionieri production come il mantra post-rave Noizy Horn, perfetto di litania vocale e della sua messa in prospettiva poppy Experiment, lo stacco jazzy di Tromba(con Frank Nemola), un flashback Orbital come Human Decision Required, una lama pneumatica come Nice People, la bass-rumba finale del singolo-tornado Pump It Up!.L’uomo è tornato. Ovvero: Sante Pucello all’attacco.

Music for stoney ears

Pete Namlook & Gaudi

Resonate (Fax)C’era un tempo, all’inizio degli anni ’90, in cui ascoltarsi un disco della tedesca Fax significava automaticamente accompagnare l’esperienza con un chilum. Ambient cosmica l’ordine del giorno, tantissimi i dischi, prodotti o supervisionati dal gran guru della etichetta, Pete Namlook. Oggi la Fax ha più di dieci anni e l’andazzo

è sempre quello, come dimostra questo disco. Gran ambient bagarre nell’incontro tra mastro Namlook e l’italiano trapiantato a Londra Gaudi. The 7th Spirit sono un bel 17 minutini e 50 di calde onde dub lavorate a mano da Gaudi e infarinate dal monarca teutonico, il quale poi apre alla severità cosmica dell’adorabile NAFK, 23 minuti freschi freschi di segnali radio dallo spazio profondo, acquadrones, dubby ghosts, deutsch-voices, per poi scivolare nei balzi quasi poppy e ancora Gaudi-pilotati del gran finale, The Sun Won’t Set. Amiamo, oggi più che mai, un uomo un mito Mr. Namlook e la sua Fax.

Headman

On (Gomma)

Lui si chiama Robi Insinna, è svizzero, e ha già all’attivo un paio di album anche come Manhead. Da sempre è autore di un suono ispirato direttamente dal punk funk newyorchese dei

primi anni ’80, da band underground come i Liquid Liquid ma anche dal lato più dark dei Talking Heads per intenderci. I suoi dischi sono sempre interessanti anche se rimangono un po’ confinati a un manierismo nobile che non riesce a trovare una dimensione totalmente compiuta. Questo “On” conferma sostanzialmente i limiti di Insinna, ma ne valorizza anche i pregi, grazie anche a una serie di canzoni contagiose come le iniziali Suspect! e Roh, con arrangiamenti perfetti ma anche melodie che ti si appiccicano fin dal primo ascolto. Lui si limita a cantare in un pezzo, Do U Feel, e poi lasciare spazio a voci più rodate come quelle di Ed Laliq e Anthony Roman, o di Matt Safer dei Rapture, che canta Balearica.

FOCUS ON

ROLL UP

A.R. Kane

69 (Rough Trade 1988)

Ristampato da poco dalla One Little Indian, “69” è il disco di debutto del progetto A.R. Kane dell’inglese Rudy Tambala, che supervisiona tutto insieme al polistrumentista Alex Ayuli. I due creano un suono pigro e aspro che scatena con gli ascolti una

perversa psichedelia. Psichedelia con quel modernismo tipico di un’epoca, gli ’80, che si avvicinava a un baratro tecnologico e emotivo. “Lsdreaming” ripete Tambala in

Spermwhale Trip Over, con una sinuosità torrida che irradia luce per tutto il disco. Un suono sparso, che un secondo sprizza ondivaghe euforie (Crazy Blue) e subito dopo si avviluppa nei meandri di bollenti labirinti lisergici (The Madonna Is With Child),sciorina suadenti scollamenti pop (Baby Milk Snatcher), gorghi di fatata dissonanza (Sulliday) e stordenti flashback jazz (Dizzy, che cita e riformula l’intelaiatura armonica di “A Love Supreme” di Coltrane). Da questi disegni avrebbero attinto la linea guida band come gli Slowdive e i Bark Psychosis, come dire il meglio dello shoegazing e i prodromi del post-rock, ma a fare la differenza in un disco come “69” è la personalità assoluta del tocco, quella che permette a un quadro sulla carta banalmente calligrafico come The Sun Falls Into The Sea di trasfigurare in un’istantanea di dorata, nuova, indimenticabile psichedelia. Un disco che ancora, a distanza di quasi venti anni, è in un altro pianeta.

SMOKERS’ CHOICE

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Photo: Ron, Amsterdam

POWER PLANT

44 Soft Secrets

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Soft Secrets: Contromano, dei “disturbatori”, dei controcorrente, come dice il nome, oppure vi sentite dei Take That del Quarticciolo? Che ruolo avete nel gioco di società in cui viviamo?

Contromano: noi siamo veri, siamo noi stessi, suoniamo perché ci piace e perché ci fa godere come maiali vedere i pischelli e le pischelle che ai nostri concerti si liberano e vanno fuori di testa...

Non ci prendiamo sul serio, neanche quando avevamo il manager, la produzione e tutte le menate da musicisti, che poi abbiamo lasciato per tornare alla libertà e all’autoproduzione...

È molto più bello suonare per 100 persone che ti amano e credono in quello che dici, piuttosto che per 50.000 che vengono solo perché il tuo grugno è su MTV!

Il nostro ruolo forse è rendere ridicolo il sacro, spernacchiare i potenti, fare ridere su ciò che è troppo serio, liberare chi ci viene a sentire. Non abbiamo niente da perdere se non il buon umore, e quello per togliercelo ce la devi proprio mettere tutta...

Ci piace ai concerti dire sempre la nostra sui diritti d’autore e il copyright, indossando facce serie da circostanza, e tutti ovviamente si aspettano il solito pistolotto: che sono una cosa importante per i musicisti, ecc. ecc. Invece poi parte in coro la nostra filosofia: “A noi dei diritti d’autore non ce ne frega un cazzo! Copiate le nostre canzoni! Piratatele! Masterizzatele! Diffondete il verbo!”

Capisci perché è difficile per noi avere a che fare con manager e etichette?

Ascoltando il singolo Rock’n’Rolla, ci siamo fatti due partitine al videogioco Berluscoids sulla vostra homepage: un sorprendente toccasana per il buonumore.

Eheheh, avete spisciazzato i berluscoids dalla galassia come si deve? D’altronde, il ridicolo lo combatti solo con un ridicolo più potente! E allora giù a spisciazzare i berluscoids! L’umorismo è l’unica arma che questi esseri temono... L’umorismo non ci mette in contrapposizione, ma ci fa ridere, stare bene e assaporare la vita... E questi esseri grigi-proibizionisti-rosiconi-anaffettivi vanno in bestia quando ci vedono essere felici!

Per noi, questi potenti che sbeffeggiamo sono solo occasione di ridere, e questa è la vittoria più grande...

Tornando alla vostra musica...

Rock’n’Rolla è una delle nostre canzoni simbolo, ci accompagna da più di 10 anni e ai concerti capita che la dobbiamo fare 3 volte se no ci menano!

Rock’n’Rolla racconta che c’è chi riesce a passare il tempo godendo di ciò che ha, invece di lamentarsi per ciò che non ha... e allora, anche se quello che hai è una vespetta, una boccia di vino 3 canne e degli amici, sei la persona più ricca del mondo! D’altronde, chi ama il piacere di farsi un bello spinello, un bicchiere e stare in compagnia, non può che essere una persona allegra e amante delle cose belle e vere... e Rock’n’Rolla celebra proprio la felicità! Un po’ cialtrona, un po’ caciarona, un po’ scassata... ma la felicità!

Pensate che oltre alle canzoni ci siano altre forme di espressione o iniziative con cui i musicisti in Italia

possano comunicare col pubblico sulla liberalizzazione della canapa? Voi vi sentite impegnati o solamente caciaroni un po’ provocatori?

Siamo molto impegnati, soprattuto come consumatori! Ahah! La musica è un mezzo potentissimo, però non è l’unico... Crediamo che solo una canzone possa fare poco, se chi la canta non la vive... Non c’è bisogno di fare gli impegnati quando il tuo semplice essere esce dagli schemi. La musica che cantiamo è il prodotto del nostro essere. Le canzoni dei Contromano non potrebbero esistere senza Enrico, Emanuele, Stefano, Fabrizio e Pippo che prendendo capocciate a destra e sinistra esprimono quello che hanno dentro...

E poi se hai la mente, il cuore e gli occhi aperti, come fai oggi a non essere impegnato?

Ai concerti a volte regaliamo blocchetti di filtri Rock’n’Rolla... e quando scherziamo, quando ci mettiamo a rischio, ed esponiamo le nostre facce per creare divertimento, si coinvolgono anche persone che non l’avresti mai detto... quando abbiamo suonato al carcere di Rebibbia, oltre ai detenuti, erano contentissime anche le guardie! Ci crederesti?!? Con noi che cantavamo Sparaje Pino, Mamma non sono più fascista, ecc. Ballavano pure i secondini!

Ci piace anche divertirci con il nostro sito: www.contromano.org, su cui diffondiamo la nostra musica, e con il quale cerchiamo di fare casino...

Come mai questo, ehm, governo (mi vergogno un po’ a definirlo tale) si accanisce tanto con i cannaioli?

Boh... se fossimo al loro posto, cosa alquanto psichedelica e improbabile, avremmo molto di meglio da fare! In molti perseguitano i cannaroli... Ma l’importante è resistere, perché non sono le canne a fargli paura, ma un modo di vivere e di pensare più libero, che ti fa essere meno schiavo dei consumi. Quando sei felice e meno impaurito, non hai bisogno di spendere soldi in tutte le stronzate che ci vogliono convincere a comprare! È questo che li fa tremare...

Loro hanno paura della nostra libertà interiore: noi siamo liberi, e anche se con scarsi mezzi, siamo soddisfatti... loro, con le mercedes e le scarpe di lusso, sono sempre in gara con se stessi! E come potrebbero mai essere felici?

Vedere noi che ce la godiamo e sghignazziamo anche con poco, li fa soffrire! Per questo cercano di cancellarci!

A giudicare da quanto è diffusa la passione degli Italiani per lo spinello, demagogicamente non sarebbe invece un colpo favoloso, proporre la legalizzazione?

Magari! Noi proponiamo sempre la “riduzione del danno alla San Francesco”. Siamo altruisti, quindi ci piacerebbe poterci sacrificare per la riduzione del danno: date a noi tutte le vostre droghe, ce le spacchiamo tutte noi, così il vostro organismo non ne risente!

Non la trovi una proposta politica geniale?

Magari la legalizzazione... ma poi le forze dell’ordine dovrebbero affrontare i criminali veri! Poverette! Quelli sono pericolosi, non i pischelli cannaroli!

E ora parliamo di preferenze: per i Contromano farsi una fumata significa solamente spinello, oppure siete degli amanti dello strumento (chillum, bong, pipa, vaporizer, o vi sbizzarrite con carciofi e simili)? In cucina con Maria ci spentolate mai?

Che domandaccia! È come chiedere quale posizione preferisci quando fai l’amore... e come puoi scegliere? Sono tutte bellissime!

La canna è pratica, discreta, non da nell’occhio... veloce da fare, è un po’ come il primo amore: non si scorda mai.

Il bong è buono perché fumi meno tabacco, ma una volta si è rovesciata l’acqua sul tappeto e ha puzzato di cadavere per un mese!

I carciofi pure spaccano, e fai bella figura quando ne fai uno fatto bene!

Noi siamo pischelli di borgata, e il vaporizer non ci è mai capitato, che è?In cucina io (questo è Pippo, n.d.R.) ci vado cauto, dopo che un frullato di ganja in Thailandia mi ha lasciato a fissare il tetto del bungalow per 48 ore... e un biscottino all’erba a un concerto a Lugano mi ha lasciato incosciente che mi hanno dovuto portare a casa a braccia nella neve! Poveri Contromano! Ho capito che il mio apparato digerente è molto sensibile al THC, forse una fortuna?

Vorrei citare l’introduzione a Rock’n’Rolla: “Qual’è il vero problema della droga? Dove trovarla! Datecela!” E nei quartieracci romani cosa si trova ultimamente? Erba o fumo?

È vero, l’unico grande problema della droga è che è difficile da trovare, soprattutto quella buona! E poi comunque noi chiamiamo “droga” l’erba e il fumo, ma ovviamente per scherzo! Mica è droga quella!

La droga è altro... la droga è la televisione, il potere, i soldi, i macchinoni, la voglia di dominare gli altri, la pubblicità: queste sono droghe pericolossissime.

Mmmmhhh... (smorfie di sospetto) vuoi sapere cosa si trova? magari pure dove? Ma che sei una guardia?!

A Roma si è sempre trovato discretamente tutto; questa è una città contraddittoria, piena di preti e di mafiosi, non è mai stato un posto dove trovi di tutto di più, ma non si rimane mai senza!

E man mano che il fenomeno grow si fa strada, credete che la gente comincerà ad abituarsi bene, data la qualità superiore della ganja e del fumo fatti in casa? L’autoproduzione può sabotare il narcotraffico... alla radice?

Soft Secrets 45intervista

ContromanoAnvedi che pischellacci!

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46 Soft Secrets

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Redazione internazionale: Cliff Cremer

Caporedattrice: Emma Marziali

Redazione: Franco , Jorge Cervantes, Christian Zingales, il dottor Piccinin, Filo, Weckels, Ciro, Bart B, Cavo, Gennaro, Luca, monignor José Maria, le foglioline, Albertoetniko, Fabio Fundoni e tanti altri.

Pubblicità: [email protected]

Traduzioni: Emma Marziali e Valefizz

Si ringraziano antiproibizionisti.it, M.C.G., e tutti coloro che hanno contribuito al presente numero.

Foto di copertina: Buddha’s Sister © Soma Seeds

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Eheheh... beh, noi siamo altruisti e fautori di un mondo felice, per cui lo speriamo proprio, che tutti si abituino a erbe e fumi buonissimi! Per fortuna ogni tanto si trovano queste erbacce malefiche che ti lasciano con i crampi allo stomaco per quanto ridi...

E poi, vogliamo parlare dell’erba salentina? O di quella calabra? E i funghetti del Tirolo? Vere prelibatezze di etno-gastro-drogologia! Questo è il vero made in Italy! Altro che le scarpe di pelle!Cosa hanno in serbo per noi i Contromano?

Molte cose: non ci fermiamo mai, anche se i nostri ritmi di lavoro regolati al thc non sono proprio da cocainomane rampante!

Stiamo preparando delle canzoni nuove, molto taglienti...

Le canzoni di “Storie da li Peggio Quartieri – Musica folk de li Mortacci

Vostra” sono forti, potenti, degli attacchi frontali pieni di umorismo e sana perfidia...

Le nuove sono altrettanto potenti, ma abbiamo raffinato la direzione... si sono aggiunti dei bersagli: non solo i berlusconibushblairfinibossi vari; abbiamo capito che oltre ad attaccare i “cattivi” dobbiamo anche affrontare cio che è dentro di noi, cercare di capire quali sono le nostre debolezze, quali sono le parti di noi con cui i “cattivi” vogliono allearsi... quelle parti di noi che la pubblicità vuole ammaliare...

Quindi, a Spalancate Milano, Mamma non sono più fascista, Vattela a pià nder culo, Rock’nRolla, ecc. Si affiancheranno altri bei pezzi super cattivi!

Sintonizzati sul nostro sito, www.contromano.org,che pubblicheremo lì le novità...vedrai :) anzi, sentirai!

Atami 0031-73-5223256 47

Bio Bizz 0031-50-5414650 2

Campo di Canapa 0039-055-240580 37

Canapaio 37

Cannabis Tipo Forte 29

Female Seeds 0031-78-6132263 29

Fral 0039-0335-5496693 37

Green House Seeds 8

Grow Center Box 0039-346-3216561 5

Hemporium 0039-06-97618522 37

Hesi 0031-45-5690420 48

High Quality Seeds 0031-73-5479916 24-25

Indoorline 0039-011-9850167 37

Jorge Cervantes 16

Katsu 37

La Canna 0031-20-4284482 37

MCK

Bio-Gardening 0039-0586-852877 37

Nirvana 0031-20-3640233 13

Pi Technics 32

Plagron 19

Sensi Seeds 0031-10-4763252 32

Serious Seeds 19

www.procare.nl 32

Indice pubblicitàNome Telefono Pagina

Soft Secrets Italia numero 4 uscirà il

7 luglio 2006

I granelli di perlite sono

un’aggiunta essenziale

nella preparazione di

una miscela di terriccio

maggiormente areata

(affinché le radici possano

assorbire abbastanza

ossigeno). Se è molto

secca però può irritare gli

occhi e le vie respiratorie.

Quindi inumidisci sempre

la perlite leggermente

prima di usarla!

Mentre mariuana.it era infiltrata dalla pula che chattava a manetta, i piedipiatti nel forum lasciavano le testimonianze della loro opera encomiabile di

redentori dei fan della canapa.

Questo è il Livello dell’Inchiesta (estratto dal log del sito mariuana.it): Occhidamerluzzo, uno degli sbirri infiltrati nel forum, dona consigli rinviando gli utenti alle grinfie di Scientology (famigerata setta sanguisuga) e diffonde verità a dir poco strampalate...

Occhidamerluzzo DICE “Ecco uno spinello. È dannoso, può condurti nell’inferno della tossicodipendenza, e può persino ucciderti, ma fa’ pure, è legale”?

OcchidamerluzzoAHAHAHAHAHAHHAHA

Saibaba: e pieno di minchiate simili

Occhidamerluzzo Dunque, gli spinelli nascondono una triste e dura realtà.

Certi individui corrotti, inconsapevoli, o semplicemente ignoranti, cercano di diffondere il messaggio che dice: “Lo spinello non è pericoloso”. Sfortunatamente, molte persone cadono in questa subdola trappola

OcchidamerluzzoAHHAHAHAHAHAHAHAHAH

Saibaba: cazzo

Occhidamerluzzo ma dove le trovi ste minchiate

Saibaba: anche io sono caduto in questa subdola trappola

Occhidamerluzzo figa

Occhidamerluzzo questione di gustiSaibaba: è tremendooooo!!!

Saibaba: sono un tossicodipendente

Occhidamerluzzo : 02 60758001E-Mail: [email protected] Site: www.scientology-milano.org

Saibaba: finirà che mi prostituirò per drogarmi[ ... ]

Occhidamerluzzo Nel 1924, l’uso di hashish fu all’origine di una percentuale tra il 30 e il 60ei casi di pazzia in Egitto.(2)

Occhidamerluzzo Nel 1983, la Spagna autorizzò l’uso libero di droghe. Ciò diede come risultato un netto incremento nella tossicodipendenza e nella criminalità nel paese. Immediatamente, la Spagna ritornò sui suoi passi.

Occhidamerluzzo In Olanda, la marijuana e i suoi derivati sono stati legalizzati fin dal 1976.(2) Sarà solo una coincidenza il fatto che questo sia il paese con il più alto tasso di criminalità in tutta Europa? Occhidamerluzzo La stragrande maggioranza di ex-tossicodipendenti che sono riusciti a fuggire dal mondo infernale della droga dichiara che: “la vendita legale di hashish o di marijuana è una follia!”(8) [ ...]

Che razza di indagini

Il fosforo si trova solitamente nella farina d’ossa, nell’humus di lombrico e nella cenere del legno. Il fosforo svolge una funzione importante nella fioritura della pianta ed è essenziale per avere un buon raccolto.

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