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Crittografia Francesca Benanti Dipartimento di Matematica ed Informatica Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi 34, 90123 Palermo Tel.: 091-23891105 E-mail: [email protected] http://math.unipa.it/~fbenanti/

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Crittografia

Francesca Benanti

Dipartimento di Matematica ed Informatica Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi 34, 90123 Palermo

Tel.: 091-23891105

E-mail: [email protected] http://math.unipa.it/~fbenanti/

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“Il desiderio di svelare segreti è profondamente radicato nella natura umana; la

promessa di partecipare a conoscenze negate ad altri eccita anche la mente meno

curiosa. Qualcuno ha la fortuna di trovare un lavoro che consiste nella soluzione di

misteri, ma la maggior parte di noi è spinta a soddisfare questo desiderio risolvendo

enigmi artificiali ideati per il nostro divertimento. I romanzi polizieschi o i cruciverba

sono rivolti alla maggioranza; la soluzione di codici segreti può essere l’occupazione di

pochi.”

John Chadwick

The Decipherment of Linear B

Introduzione

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La Crittografia tratta delle "scritture nascoste", ovvero dei metodi per rendere un messaggio "offuscato" in modo da non essere comprensibile a persone non autorizzate a leggerlo. Un tale messaggio si chiama comunemente crittogramma.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La crittografia si occupa dei metodi e delle tecniche per rendere sicura la

trasmissione di un messaggio fra due soggetti lungo un canale di comunicazione

potenzialmente non sicuro.

E’ la scienza, ma anche l’arte, di nascondere non il messaggio ma il suo

significato.

Introduzione

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Per migliaia di anni re, regine e generali hanno avuto il bisogno di

comunicazioni efficienti per governare i loro paesi e comandare i loro eserciti. Nel contempo, essi compresero quali conseguenze avrebbe avuto la caduta dei loro messaggi in mano ostili: informazioni preziose sarebbero state a disposizione delle nazioni rivali e degli eserciti nemici. Fu il pericolo dell'intercettazione da parte degli avversari a promuovere lo sviluppo di codici, tecniche di alterazione del messaggio destinate a renderlo comprensibile solo alle persone autorizzate.

Il bisogno di segretezza ha indotto le nazioni ha indotto le nazioni a creare segreterie alle cifre e dipartimenti di crittografia. E’ stato loro compito garantire la sicurezza delle comunicazioni, escogitando e impiegando i migliori sistemi di scrittura segreta. Nello stesso tempo, i decrittatori hanno tentato di far breccia in quei sistemi e carpire i dati che custodivano. Crittografi e decrittatori sono cercatori di significati, alchimisti votati alla trasmutazione di astruse serie di segni in parole dotate di senso.

Introduzione

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La lunga battaglia tra inventori e solutori di codici ha prodotto importanti progressi scientifici. Gli inventori hanno creato codici sempre più resistenti mentre i solutori, per farvi breccia, hanno escogitato metodi sempre più sofisticati. Nello sforzo di tutelare e, rispettivamente, violare la segretezza, gli opposti schieramenti hanno attinto a un’ampia gamma di scienze e specializzazioni, dalla matematica alla linguistica, dalla teoria dell’informazione alla fisica quantistica. A loro volta, inventori e solutori di codici hanno arricchito queste discipline, e il loro lavoro ha accelerato il progresso tecnologico, come è dimostrato nel caso dei calcolatori.

La storia dei codici è la storia dell’antichità, secolare battaglia tra inventori e solutori di scritture segrete; una corsa agli armamenti intellettuale il cui impatto sulle vicende umane è stato profondo.

Introduzione

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Questa disciplina, che fino a tempi relativamente recenti, riguardava principalmente l'ambiente militare e commerciale, con le nuove forme di comunicazione ha incominciato a interessarsi di situazioni in cui facilmente tutti noi ci troviamo coinvolti.

1. telefono cellulare: le comunicazioni viaggiano, almeno in parte, via satellite, e di conseguenza possono essere intercettate facilmente;

2. pay TV: il segnale televisivo viene cifrato, e solo chi ha pagato il canone ha la possibilità di decodificare il segnale;

3. internet: i dati immessi in rete vanno protetti (numero di carta di credito, numero di conti bancari, ecc.), firma digitale e dell’autenticazione dei documenti.

Introduzione

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Scritture Segrete

Lo scopo delle scritture segrete è di nascondere un messaggio; per

questo obbiettivo nella storia si sono succedute molte tecniche, che

ancora oggi continuano ad essere usate.

STEGANOGRAFIA

steganòV = coperto

Grafein = scrivere

coprire la scrittura

CRITTOGRAFIA

kriptòV = nascosto

Grafein = scrivere

nascondere la scrittura

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Esempi di Steganografia

Erodoto narra (libro V delle Storie):

“Istieo voleva dare ad Aristagora l'ordine di ribellarsi,

non aveva alcun altro modo per annunziarglielo con

sicurezza, essendo le strade sorvegliate, fatta rasare la

testa al più fido degli schiavi, vi impresse dei segni, e

aspettò che ricrescessero i capelli. Non appena

ricrebbero, lo spedì a Mileto, non comandandogli

null'altro se non che, quando giungesse a Mileto,

dicesse ad Aristagora di fargli radere i capelli e di

guardare la sua testa: i segni impressi ordinavano,

come già prima ho detto, la rivolta.”

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Esempi di Steganografia

La scritta veniva applicata sul capo rasato di uno schiavo, quindi si attendeva che i capelli ricrescessero e si inviava il

messaggero. All’arrivo

presso il destinatario, questi rasava nuovamente lo schiavo e leggeva il messaggio.

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Esempi di Steganografia

Erodoto (libro VII delle Storie):

“Demarato per avvisare gli Spartani del prossimo

attacco del re persiano Serse alla Grecia prese una

tavoletta doppia, ne raschiò la cera e poi sul legno

della tavoletta scrisse il piano del re. Fatto ciò

versò di nuovo cera liquefatta sullo scritto, in

modo che, venendo portata vuota, la tavoletta non

procurasse nessun fastidio da parte dei custodi

delle strade”

(prima della battaglia di Salamina, 480 a.C.)

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Esempi di Steganografia

CINA:

il messaggio era scritto

su striscioline finissime di

seta, che poi venivano

rioperte di cera (strato

protettivo) e fatte

ingerire a uno schiavo.

Arrivato a destinazione, il

messaggio veniva

espulso dallo schiavo,

scrostato e finalmente …

letto.

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Esempi di Steganografia

INCHIOSTRI SIMPATICI:

da Plinio il Vecchio (I dC) a Umberto Eco (Il Nome della Rosa), si narra di una

metodologia di scrittura

a base di limone o latice

di titimabo, che appaiono invisibili, ma ricompaiono una volta che il testo venga

esposto a una fonte di calore.

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Esempi di Steganografia

ITALIA:

nel XVI secolo un modo

interessante di recapitare

i messaggi era di scriverli

con aceto sul guscio di

un uovo sodo; il guscio,

poroso, permetteva

all’aceto di passare e,

una volta recapitato il

messaggio, era

sufficiente sgusciare

l’uovo per leggerlo!

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Crittografia

La longevità della steganografia dimostra che essa garantisce una certa sicurezza, ma il suo punto debole è evidente: se il latore del messaggio è attentamente perquisito, è probabile che il messaggio sia scoperto.

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Perciò in parallelo con lo sviluppo della steganografia si assisté all'evoluzione della crittografia. La crittografia non mira a nascondere il messaggio in sé, ma il suo significato. Per rendere incomprensibile un testo, lo si altera per mezzo di un procedimento concordato a suo tempo dal mittente e dal destinatario. Il vantaggio della crittografia è che anche se il nemico intercetta il messaggio, esso risulta incomprensibile e quindi inutilizzabile.

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Crittografia

Non tutte le società antiche svilupparono forme di crittografia. La Cina, per esempio, l'unica civiltà antica ad usare una scrittura ideografica, non ne ha mai viste. Le ragioni, a detta degli storici, sono legate alla natura prevalentemente orale delle comunicazioni.

In India, invece, forme di crittografia furono concretamente praticate. In diversi testi sacri sono presenti riferimenti a forme di scritture segrete. Nell'Artha-Sastra, un testo classico sugli affari di stato, si sottolinea l'importanza delle scritture segrete nei servizi di spionaggio. Esempi di scritture segrete sono presenti anche nel Latila-Vistara, un libro che esalta le virtù di Budda.

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Crittografia

Nel Kama-Sutra, invece, tra le 64 arti (yogas) che la donna deve conoscere e praticare c'è l'arte della scrittura segreta. La 44-esima e, in particolare, la 45-esima arte (mlecchita-vikalpa) trattano di regole di trasformazione delle parole basate essenzialmente sulla sostituzione di caratteri del messaggio originale.

Kamasutra Mallanga Vatsyayana Kamasutra, cap. III Delle arti e scienze da coltivare Ecco le arti da studiare assieme col Kamasutra: • Il canto, l'uso di strumenti musicali [. . . ] • Conoscenza di miniere e cave [. . . ] • L'arte di interpretare scritture cifrate e di scrivere parole in modi particolari [. . . ] • Giochi matematici

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Crittografia

Anche nelle scritture cuneiforme sviluppate in Mesopotamia sono stati ritrovati esempi di crittografia. Sia presso gli Assiri che i Babilonesi, le due grosse civiltà sorte sulle sponde del Tigri, è stata rinvenuta l'usanza di sostituire le parti terminali delle parole con elementi corti e stereotipati detti colofoni. In Iraq, nel periodo finale delle scritture cuneiformi, è presente per la prima volta la sostituzione di nomi con numeri.

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Steganografia e Crittografia

Anche se la steganografia e la crittografia sono discipline indipendenti, possono essere impiegate per alterare e occultare il medesimo testo, garantendo un livello di sicurezza molto più alto. Per esempio, il « microdot », cioè la riduzione di uno scritto alle dimensioni di un punto, è una forma di steganografia che ebbe largo impiego durante la seconda guerra mondiale. Tramite un procedimento fotografico, gli agenti tedeschi in America latina trasformavano una pagina scritta, precedentemente crittografata, in una macchia con un diametro inferiore al millimetro, che poteva essere nascosta nel puntino di una « i » in una comunicazione banale. Il primo microdot fu scoperto dall' FBI nel 1941 grazie a una soffiata.

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Che cos’è la crittografia?

E’ la scienza che studia come rendere segreta e sicura la comunicazione tra due persone o entità nascondendo il significato del messaggio

Se Alice e Bob, vogliono scambiarsi un messaggio in maniera sicura, dovranno adottare un linguaggio o un codice noto soltanto a loro, in modo da renderlo incomprensibile ad Eva interessata a intercettare la loro comunicazione.

Bob Alice

Eva

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PER TRASPOSIZIONE

anagramma

PER SOSTITUZIONE

algoritmo

Crittatura

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Esempi di Crittatura per Trasposizione

CRITTATURA A INFERRIATA: si sceglie un numero di righe e si scrive il messaggio alternando una lettera per ogni riga. Per decifrare la frase, il destinatario deve conosce sia il numero di righe scelto.

S C R I V E R E I N C O D I C E

S R V R I C D C C I E E N O I E

S R V R I C D C

C I E E N O I E

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CRITTATURA PER SOSTITUZIONE

ALGORITMO

CIFRATURA CODICE Sostituzione a livello di lettere Sostituzione a livello di parole DECIFRARE DECODIFICARE

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Esempi di Codici

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Algoritmo di crittazione:

sostituire ogni lettera con quella X posti avanti.

Chiave: X=13

Messaggio in chiaro:

VENDERE TUTTI I FONDI OBBLIGAZIONARI.

Messaggio crittato :

IRAQRER GHGGV V SBAQV BOOYVTNMVBANEV.

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Esempi di Cifratura

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M

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RIASSUMENDO …

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Il processo nel quale il messaggio originale detto M o testo in chiaro viene reso incomprensibile ad altri, va sotto il nome di

cifratura

Il processo inverso, che ritrasforma il messaggio C o testo cifrato è detto

decifratura

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CRITTARE/DECRITTARE

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CRITTARE/DECRITTARE

Per realizzare il processo di cifratura e/o decifratura si utilizza una funzione matematica, detta

algoritmo crittografico o cifrario.

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CRITTARE/DECRITTARE

Gli algoritmi crittografici rappresentano soltanto le modalità “generiche” attraverso cui un messaggio M viene crittato in C.

La chiave è ciò che invece definisce le modalità “specifiche”. Mentre spesso l’algoritmo è pubblico (ovvero si conoscono le operazioni “generiche” che svolge per crittografare un’informazione) e analizzabile da tutti, la chiave è personale e deve rimanere segreta

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CRITTARE/DECRITTARE

ALGORITMI SIMMETRICI

Gli algoritmi che utilizzano la stessa chiave per cifrare e decifrare il messaggio sono detti algoritmi simmetrici

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CRITTARE/DECRITTARE

ALGORITMI ASIMMETRICI

Algoritmi che utilizzano chiavi diverse per la cifratura e la decifratura sono detti algoritmi asimmetrici

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Legge di Kerckhoffs

La netta separazione concettuale di chiave e algoritmo è uno

dei saldi principi della crittografia, e fu formulata in modo

definitivo nel 1883 dal linguista olandese Auguste Kerckhoffs

von Nieuwenhof, nel trattato “La Cryptographie Militaire”:

<<Legge di Kerckhoffs: la sicurezza di un crittosistema non

deve dipendere dal tenere celato il critto-algoritmo. La

sicurezza dipenderà solo dal tener celata la chiave>>.

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Sistemi Crittografici

Le più antiche notizie sicure sono probabilmente quelle sulla scitala lacedemonica , data da Plutarco come in uso dai tempi di Licurgo (IX sec a.C.) ma più sicuramente usata ai tempi di Lisandro(verso il 400 a.C.)

Consisteva in un bastone su cui si avvolgeva ad elica un nastro di cuoio; sul nastro si scriveva per colonne parallele all'asse del bastone, lettera per lettera, il testo segreto. Tolto il nastro dal bastone, il testo vi risultava trasposto in modo regolare ma sufficiente per evitare la comprensione senza un secondo bastone uguale al primo. Esempio di crittografia per trasposizione

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Tra il 390 e il 360 a.C. venne compilato da Enea il tattico, generale della lega arcadica, il primo trattato di cifrari il cui XXI capitolo tratta appunto di messaggi segreti. In questo viene descritto un disco sulla zona esterna del quale erano contenuti 24 fori, ciascuno dei quali era contrassegnato da una lettera disposte in ordine alfabetico. Un filo, partendo da un foro centrale, si avvolgeva passando per i fori delle successive lettere del testo. Il destinatario del messaggio svolgeva il filo dal disco segnando le lettere da esso indicate. Il testo si doveva poi leggere a rovescio.

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Sistemi Crittografici

Disco di Enea il tattico

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Fonti preziose di scritture segrete sono i testi sacri. Nel Vecchio Testamento gli storici hanno evidenziato tre tipi di trasformazione: l'Atbash, l'Albam e l'Atbah.

L'Atbash ebraico è una tecnica di trasformazione ad alfabeto capovolto: il primo carattere dell'alfabeto viene sostituito con l'ultimo, il secondo con il penultimo e così via. Infatti la prima lettera dell'alfabeto ebraico (Aleph) viene cifrata con l'ultima (Taw), la seconda (Beth) viene cifrata con la penultima (Shin); da queste quattro lettere è derivato il nome di Atbash (A con T, B con SH) per questo codice. L'Atbash viene utilizzato nel libro del profeta Geremia per cifrare il nome della città di Babilonia.

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Sistemi Crittografici

Il metodo ATBASH

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Usando l'attuale alfabeto ordinario, l'Atbash può essere riassunto con la seguente tabella di cifratura:

Sistemi Crittografici

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

Z Y X W V U T S R Q P O N M L K J I H G F E D C B A

Messaggio in chiaro: IL LIBRO DI GEREMIA. Messaggio crittato : ROORYILWRTVIVNRZ

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Sistemi Crittografici

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L'Albam richiede che l'alfabeto venga diviso in due parti e che ogni lettera venga sostituita con la corrispondente dell'altra metà. Infine, l'Atbah richiede che la sostituzione soddisfi una relazione di tipo numerico. Le prime nove lettere dell'alfabeto vengono sostituite in modo tale che la somma della lettera da sostituire e della lettera sostituente risulti uguale a dieci. Quindi, per esempio, Aleph (prima lettera dell'alfabeto) viene sostituita con Teth (nona lettera dell'alfabeto). Per le restanti lettere dell'alfabeto deve valere una regola simile con somma pari a 28 in decimale (per esempio, la 13-esima lettera viene sostituita con la 15-esima, etc.).

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Sistemi Crittografici

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Il cifrario di Cesare

Svetonio nella Vita dei dodici Cesari racconta che Giulio Cesare usava per le sue corrispondenze riservate un codice di sostituzione molto semplice, nel quale la lettera chiara veniva sostituita dalla lettera che la segue di tre posti nell'alfabeto.

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Sistemi Crittografici

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Il cifrario di Cesare

Esempio: Messaggio in chiaro:

Auguri di buon compleanno

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C

Messaggio crittato : DXJXULGLEXRQFRPSOHDQQR

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E’ possibile generalizzare il sistema di Cesare usando uno spostamento di k posti, anzichè di 3. Ad esempio con k=7

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Generalizzazione del cifrario di Cesare

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G

Messaggio in chiaro:

Auguri di buon compleanno

Messaggio crittato : HBNBYPKPIBVUJVTWSLHUUV

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ESERCIZI: Esercizio 1 Esercizio 2 Esercizio 3 Soluzioni: Esercizio1, Esercizio2, Esercizio3

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Limiti del cifrario di Cesare:

Numero delle chiavi: 26

Se il messaggio è intercettato e si sospetta che l’algoritmo sia la cifratura di Cesare, la decrittazione può essere effettata controllando le possibili chiavi

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Caso Generale

Il caso più generale è quello in cui l’alfabeto cifrato è una permutazione

di quello in chiaro.

In questo caso la chiave è l’alfabeto cifrato.

Esempio:

a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

L P A I Q B C T R J X Z D S E G F H U O N V Y W K M

Testo Chiaro: Et tu brute?

Testo Cifrato: QO ON PHNOQ?

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Sistemi Crittografici

Esistono 26!=403291461126605635584000000 permutazioni

possibili.

Una ricerca esaustiva per trovare la permutazione giusta è

praticamente impossibile

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Vantaggi:

Svantaggi:

La memorizzazione dell’alfabeto cifrante può indurre il mittente

o il destinatario a conservare l’alfabeto cifrante in forma scritta

con il rischio che cada in mani ostili e ogni segretezza sia perduta

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Supponiamo, per esempio, di voler impiegare il nome JULIUS CAESAR come frase chiave. In

primo luogo, si dovranno si dovranno eliminare sia gli spazi sia le lettere ripetute; la sequenza

così ottenuta, JULISCAER, sarà l’inizio dell’alfabeto cifrante , mentre le lettere che non fanno

parte della sequenza verranno aggiunte in ordine alfabetico partendo dall’ultima lettera della

parola chiave.

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Parola chiave

a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

J U L I S C A E R T V W X Y Z B D F G H M N O P Q T

Testo Chiaro:

Testo Cifrato:

Domani attaccheremo

IZXJYR JHHJLLESFSXZ

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Sistemi Crittografici

Memorizzare una parola o una frase è molto più facile che memorizzare una sequenza priva di senso.

Il numero degli alfabeti cifranti generati da una parola o frase chiave è immenso.

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Vantaggi:

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Il cifrario di Polibio

Lo storico greco Polibio (~200-118 a.C.), nelle

sue Storie (Libro X) attribuisce ai suoi

contemporanei Cleoxeno e Democleito

l’introduzione di un sistema di

telecomunicazione basato su un interessante

metodo di cifratura.

L'idea è quella di cifrare una lettera con una

coppia di numeri compresi tra 1 e 5, in base

ad una scacchiera 5x5.

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La traduzione nell’attuale alfabeto si

ottiene "fondendo" k e q, due lettere

rare ma non foneticamente differenti

(nella lingua inglese), nella stessa

casella.

@ 1 2 3 4 5

1 A B C D E

2 F G H I J

3 KQ L M N O

4 P R S T U

5 V W X Y Z

Il cifrario di Polibio

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Ogni lettera può venire quindi

rappresentata da due numeri, guardando

la riga e la colonna in cui la lettera si

trova.

Per esempio, a=11 e r=42.

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Quindi la frase:

“ Attenzione agli scogli “

dopo la cifratura risulterà:

1144441534552435341511223224431335223224

| | | | | | | | | |

A t t e n z i o n e …………………………………

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Sistemi Crittografici

Polibio suggeriva di mandare tanti messaggeri quanti erano i caratteri del messaggio. Questi

portavano nella mano sinistra un numero di torce pari all'indice di riga e nella mano destra un

numero pari all'indice di colonna. In effetti più che di un codice segreto, si tratta di un sistema

di telecomunicazione, di fatto un telegrafo ottico. Telegrafi a torce esistevano da molti secoli ed

erano stati descritti da Enea il tattico intorno al 350 a.C., ma erano basati su un limitato elenco

di messaggi possibili; quello di Polibio si basa invece sulla scomposizione del messaggio nelle

singole lettere ed è quindi in grado di trasmettere qualsiasi messaggio.

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La scacchiera di Polibio ha alcune importanti caratteristiche

riduzione nel numero di caratteri utilizzati

conversione in numeri

riduzione di un simbolo in due parti che sono utilizzabili separatamente

La sua importanza nella storia della crittografia sta nell'essere alla base di altri

codici di cifratura come il Playfair Cipher o il cifrario campale germanico usato

nella prima guerra mondiale.

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La cifratura pigpen (recinto per maiali) era usata dai massoni del Settecento per

proteggere i loro archivi.

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La cifratura pigpen

Per crittare una lettera, si trova la sua posizione in una delle quattro grate, poi si

fa lo schizzo della porzione di grata necessaria a rappresentare la lettera.

a b c

d e f

g h i

j . k. .l

m. n. .o

p. q. .r

s

t u

v

w.

x. .y

.z

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a

b

z .

ciao diventa

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ESERCIZI: Esercizio 1 Esercizio 2 Esercizio 3 Soluzioni: Esercizio1, Esercizio2, Esercizio3

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Cifrari monoalfabetici

I cifrari monoalfabetici sono cifrari di sostituzione: del

testo chiaro si sostituisce ogni carattere con un altro carattere (o

numero o simbolo) secondo una tabella prestabilita, ottenendo

il testo cifrato.

Tutti i cifrari a sostituzione considerati fino ad ora (Cesare,

Polibio, Pigpen, ecc…) sono di tipo monoalfabetico.

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Crittoanalisi

Semplicità ed affidabilità sono i pregi grazie ai quali la cifratura per sostituzione

dominò la crittografia per tutto il primo millennio della nostra era.

Agli arabi va attribuita l’invenzione della crittoanalisi, la scienza

dell’interpretazione di un messaggio di cui si ignora la chiave. Furono i

crittoanalisti arabi a trovare il punto debole della sostituzione monoalfabetica,

un sistema che da secoli resisteva ad ogni assalto.

Il cifrario di Cesare, come la maggior parte dei cifrari monoalfabetici,

può essere facilmente violato utilizzando tecniche statistiche

(crittoanalisi statistica).

Si analizzano le frequenze relative dei caratteri nel testo cifrato e le si

confrontano con quelle di una lingua conosciuta, ad esempio l'italiano.

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Crittoanalisi

Non si sa chi per primo abbia capito

che la diversa frequenza delle lettere

permetteva di decifrare un

crittogramma; di certo, la più antica

descrizione del procedimento si deve

allo studioso arabo del IX secolo Abu

Yusuf ibn Ishaq al-Kindi. La sua più

lunga monografia, ritrovata solo nel

1987, si intitola Sulla decifrazione dei

messaggi crittati.

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Crittoanalisi

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Crittoanalisi

GND ASBLLNIOE PCBCSBVBU BTNTB OBSLESZLE LSN AZMDZ B SN PCBCSZBS. DB IZDDNQGNPZIB GELLN, AZGZLE ZD SBHHEGLE UZ IB’BSQA, PZ BDVE, FBHZE ZD PQEDE UBTBGLZ B DQZ N UZPPN: “MSBG SN, ONS IZDDN N QGB GELLN TZ CE GBSSBLE DN ABTEDN UNZ LNIOZ OBPPBLZ N DN DNMMNGUN UNMDZ BGLZHCZ SN. OEPPE NPPNSN HEPZ BSUZLB UB HCZNUNSN QGABTESN B TEPLSB IBNPLB?”

Z SBHHEGLZ UNDDN IZDDN N QGB GELLN, NOZDEME

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Crittoanalisi di un testo cifrato

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Lett. Occ. %

A 6 2

B 38 12,6

C 7 2,3

D 22 7,3

E 24 8

F 1 0,3

G 16 5,3

H 8 2,6

I 8 2,6

L 22 7,3

Crittoanalisi

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Frequenze Lett. Occ. %

M 6 2

N 40 13,3

O 7 2,3

P 16 5,3

Q 7 2,3

R 0 0

S 22 7,3

T 7 2,3

U 11 3,6

V 2 0,6

Z 31 10,6

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Crittoanalisi

1° IPOTESI cerchiamo le lettere con la frequenza maggiore e sostituiamole:

N = e, B = a, Z = i, E = o

_________________________________________

GeD ASaLLeIOo PCaCSaVaU aTeTa OaSLoSiLo LSe AiMDi a Se PCaCSiaS. Da IiDDeQGePiIa GoLLe, AiGiLo iD SaHHoGLo Ui Ia’aSQA, Pi aDVo, FaHio iD PQoDo UaTaGLi a DQi e UiPPe: “MSaG Se, OeS IiDDe e QGa GoLLe Ti Co GaSSaLo De AaToDe Uei LeIOi OaPPaLi e De DeMMeGUe UeMDi aGLiHCi Se. OoPPo ePPeSe HoPi aSUiLa Ua HCieUeSe QGAaToSe a ToPLSa IaePLa?”

i SaHHoGLi UeDDe IiDDe e QGa GoLLe, eOiDoMo

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Crittoanalisi

2° IPOTESI cerchiamo le lettere con la frequenza minore:

La V è la più rara (ci sarebbe la F ma è solo una).

Può essere o uguale a Q o a Z.

Se fosse V = q, sappiamo che la q è sempre seguita dalla u, scegliamo una

stringa: BDVE, la u ha frequenza del 3%, mentre la E dell’8 %, quindi sarà

V = Z.

Si ottiene

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Crittoanalisi

GeD ASaLLeIOo PCaCSazaU aTeTa OaSLoSiLo LSe AiMDi a Se PCaCSiaS. Da IiDDeQGePiIa GoLLe, AiGiLo iD SaHHoGLo Ui Ia’aSQA, Pi aDzo, FaHio iD PQoDo UaTaGLi a DQi e UiPPe: “MSaG Se, OeS IiDDe e QGa GoLLe Ti Co GaSSaLo De AaToDe Uei LeIOi OaPPaLi e De DeMMeGUe UeMDi aGLiHCi Se. OoPPo ePPeSe HoPi aSUiLa Ua HCieUeSe QGAaToSe a ToPLSa IaePLa?”

i SaHHoGLi UeDDe IiDDe e QGa GoLLe, eOiDoMo

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Crittoanalisi

3° Ipotesi concentriamoci su aDzo:

potrebbe essere alzo, quindi ipotizziamo D = l.

Ora guardiamo le stringhe di due e di tre lettere:

Se, Da, iD, Pi, De, GeD, LSe, QGa, Uei.

Da GeD e QGa si può ipotizzare: G = n e Q = u,

ipotesi anche compatibile con le frequenze.

Si ottiene

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Crittoanalisi

nel ASaLLeIOo PCaCSazaU aTeTa OaSLoSiLo LSe AiMli a

Se PCaCSiaS. la IilleunePiIa noLLe, AiniLo il SaHHonLo Ui

Ia’aSuA, Pi alzo, FaHio il Puolo UaTanLi a lui e UiPPe:

“MSan Se, OeS Iille e una noLLe Ti Co naSSaLo le AaTole

Uei LeIOi OaPPaLi e le leMMenUe UeMli anLiHCi Se.

OoPPo ePPeSe HoPi aSUiLa Ua HCieUeSe unAaToSe a

ToPLSa IaePLa?”

i SaHHonLi Uelle Iille e una noLLe, eOiloMo

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Crittoanalisi

4° ipotesi

“noLLe” potrebbe essere “notte”, ipotizziamo

L = t,

“Puolo” potrebbe essere “suolo”, ipotizziamo

P = s.

le frequenze sono compatibili e ci sono doppie. Si ottiene

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Crittoanalisi

nel ASatteIOo sCaCSazaU aTeTa OaStoSito tSe AiMli a Se

sCaCSiaS. la IilleunesiIa notte, Ainito il SaHHonto Ui

Ia’aSuA, si alzo, FaHio il suolo UaTanti a lui e Uisse:

“MSan Se, OeS Iille e una notte Ti Co naSSato le AaTole

Uei teIOi Oassati e le leMMenUe UeMli antiHCi Se. Oosso

esseSe Hosi aSUita Ua HCieUeSe unAaToSe a TostSa

Iaesta?”

i SaHHonti Uelle Iille e una notte, eOiloMo

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Crittoanalisi

5° ipotesi “Ille”, potrebbe essere “mille”, e quindi I = m.

“SaHHonto” potrebbe essere “racconto”, cioè S = r e H = c.

___________________________________________

nel ArattemOo sCaCrazaU aTeTa Oartorito tre AiMli a re sCaCriar. la milleunesima notte, Ainito il racconto Ui ma’aruA, si alzo, Facio il suolo UaTanti a lui e Uisse: “Mran re, Oer mille e una notte Ti Co narrato le AaTole Uei temOi Oassati e le leMMenUe UeMli anticCi re. Oosso essere cosi arUita Ua cCieUere unAaTore a Tostra maesta?”

i racconti Uelle mille e una notte, eOiloMo

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Crittoanalisi

6° ipotesi “ArattemOo” potrebbe essere “frattempo”, e A = f, O = p.

“Ui”, “Uei”, suggeriscono U = d

___________________________________________

nel frattempo sCaCrazad aTeTa partorito tre fiMli a re sCaCriar. la milleunesima notte, finito il racconto di ma’aruf, si alzo, Facio il suolo daTanti a lui e disse: “Mran re, per mille e una notte Ti Co narrato le faTole dei tempi passati e le leMMende deMli anticCi re. posso essere cosi ardita da cCiedere unfaTore a Tostra maesta?”

i racconti delle mille e una notte, epiloMo

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Crittoanalisi

7° ipotesi

“anticCi” e “cCiedere” suggeriscono C = h.

“aTeTa” e “daTanti” suggeriscono T = v

__________________________________________

nel frattempo shahrazad aveva partorito tre fiMli a re shahriar. la milleunesima notte, finito il racconto di ma’aruf, si alzo, Facio il suolo davanti a lui e disse: “Mran re, per mille e una notte vi ho narrato le favole dei tempi passati e le leMMende deMli antichi re. posso essere cosi ardita da chiedere unfavore a vostra maesta?”

i racconti delle mille e una notte, epiloMo

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Crittoanalisi

8° ipotesi “fiMli” sarà “figli” e “Mran” sarà “Gran” e quindi M = g.

“Facio” sarà “Baciò”, e quindi F = B

nel frattempo shahrazad aveva partorito tre figli a re shahriar. la milleunesima notte, finito il racconto di ma’aruf, si alzo, bacio il suolo davanti a lui e disse: “gran re, per mille e una notte vi ho narrato le favole dei tempi passati e le leggende degli antichi re. posso essere cosi ardita da chiedere un favore a vostra maesta?”

i racconti delle mille e una notte, epilogo

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Alfabeto

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Chiaro a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z

cifrato B ? ? U N A M C Z D I G E O ? S P L ? T V

L’alfabeto cifrante deriva dalla frase chiave: UNAMCZDIGEORSP ottenuta

eliminando spazi e ripetizioni da UNA MANCANZA DI GEORGES PEREC; la

frase è stata inserita in corrispondenza della quarta lettera dell’alfabeto chiaro, e le

lettere non comprese in essa sono state aggiunte da sinistra a destra in ordine

alfabetico, saltando la parte occupata dalla frase chiave.

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Crittoanalisi

ESERCIZI:

Esercizio 1

Esercizio 2

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Sistemi Crittografici

Alla fine di questo esempio di crittoanalisi, il concetto da sottolineare è che:

Ogni lettera ha una sua identità, che consiste sia nella frequenza media, sia nella tendenza a evitare o prediligere la vicinanza di altre lettere.

La debolezza della sostituzione monoalfabetica è che cambia l’abito della lettera ma non la sua identità, un po’ come un uomo che adottasse un travestimento continuando a fare la stessa vita e a frequentare le stesse persone

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Sistemi Crittografici

Il cifrario di L.B. Alberti

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Leon Battista Alberti (Genova, 18 febbraio 1404 – Roma, 20 aprile 1472) è stato un architetto,

scrittore, matematico e umanista italiano; fu inoltre crittografo, linguista, filosofo, musicista e

archeologo: una delle figure artistiche più poliedriche del Rinascimento.

Per secoli, la semplice cifratura per sostituzione

monoalfabetica aveva garantito la segretezza; ma lo sviluppo

dell’analisi delle frequenze, prima in Arabia poi in Europa

con il rinascimento, cancellò quella garanzia.

L’onere di escogitare una cifratura nuova e più resistente

cadde sui crittografi. Anche se essa non prese forma prima

della fine del XVI secolo, le sue origini si possono far

risalire all’ingegno multiforme di un fiorentino del XV

secolo: Leon Battista Alberti

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Sistemi Crittografici

Alberti propose di usare due o più alfabeti cifranti e di sostituirli durante la cifratura

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Il cifrario di L.B. Alberti

Esempio

a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

E U F A V 0 D N P J K H S G T M I L B R Z C X W Y Q

C M U N B I P L O K J V A T G S D R H Q F Z W Y X E

Testo Chiaro:

Testo Cifrato:

Leone

HBTTV

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Sistemi Crittografici

Alberti non riuscì a trasformare la sua idea appena abbozzata in una tecnica

ben definita. Dopo Alberti molti furono i letterati che cercarono di

continuare la sua opera, dall’abate tedesco Johannes Trithemius allo

scienziato italiano Giambattista Della Porta, ma si arrivò ad una

conclusione definitiva solo con il diplomatico francese Blaise de Vigenère.

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Il cifrario di Vigenère

Vigenère prese confidenza con gli scritti di Alberti, Trithemius, e

Della Porta a 26 anni quando fu inviato a Roma per due anni in

missione diplomatica. All’inizio il suo interesse per la crittografia

fu elusivamente pratico e legato alla attività diplomatica.

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Sistemi Crittografici

Il cifrario di Vigenère

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Ma a 39 anni egli giudicò di aver messo da parte

abbastanza denaro per abbandonare l’attività

diplomatica e dedicarsi esclusivamente agli studi.

Così riuscì ad ottenere una tecnica crittografica

nuova, coerente e di grande efficacia. Il suo sistema

inventato nel 1562, si meritò l’appellativo di

“indecifrabile”, data la sua complessità. La forza

della cifratura di Vigenere sta nell’utilizzare non

uno ma 26 alfabeti cifranti per criptare un solo

messaggio.

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Sistemi Crittografici

Il primo passo consiste, in fatti, nella stesura della tavola di Vigenère.

Si tratta di un normale alfabeto chiaro di 26 lettere seguito da 26

alfabeti cifrati ognuno spostato a sinistra di una lettera rispetto al

precedente.

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Il cifrario di Vigenère

Perciò, la riga numero 1 rappresenta un alfabeto cifrante con uno

spostamento di Cesare pari a 1. In modo analogo, la riga 2

rappresenta un alfabeto cifrante con uno spostamento di Cesare pari a

2, e così via.

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A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z

B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A

C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A B

D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A B C

E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A B C D

F G H I L M N O P Q R S T U V Z A B C D E

G H I L M N O P Q R S T U V Z A B C D E F

H I L M N O P Q R S T U V Z A B C D E F G

I L M N O P Q R S T U V Z A B C D E F G H

L M N O P Q R S T U V Z A B C D E F G H I

M N O P Q R S T U V Z A B C D E F G H I L

N O P Q R S T U V Z A B C D E F G H I L M

O P Q R S T U V Z A B C D E F G H I L M N

P Q R S T U V Z A B C D E F G H I L M N O

Q R S T U V Z A B C D E F G H I L M N O P

R S T U V Z A B C D E F G H I L M N O P Q

S T U V Z A B C D E F G H I L M N O P Q R

T U V Z A B C D E F G H I L M N O P Q R S

U V Z A B C D E F G H I L M N O P Q R S T

V Z A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U

Z A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V

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Sistemi Crittografici

Il metodo si può considerare una generalizzazione del codice di Cesare; invece di

spostare sempre dello stesso numero di posti la lettera da cifrare, questa viene

spostata di un numero di posti variabile, determinato in base ad una parola chiave, da

concordarsi tra mittente e destinatario, e da scriversi sotto il messaggio, carattere per

carattere; la parola è detta verme, per il motivo che, essendo in genere molto più

corta del messaggio, deve essere ripetuta molte volte sotto questo.

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La cifratura si effettuerà come in una partita a “battaglia

navale”, ovvero basterà cercare, per ogni lettera del chiaro

la corrispondete cifrata nell’incrocio fra la colonna

individuata dalla lettera in chiaro e la riga della lettera

chiave cioè del verme.

Il cifrario di Vigenère

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Testo chiaro ARRIVANOIRINFORZI Verme VERMEVERMEVERMEVE

Sistemi Crittografici

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Il cifrario di Vigenère

Esempio

Testo cifrato VVLUCVRGUVGRZBVUO

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Sistemi Crittografici

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ESERCIZI:

Esercizio 1

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Osservazione: 1. le prime due lettere del testo cifrato sono due “V” anche se

corrispondono ad una “A” e una “R”,

2. la seconda e la terza lettera del testo in chiaro sono due “R” ma vengono tradotte prima con la “V” e poi con la “L”,

3. Una parola chiave più lunga potrebbe coinvolgere un numero maggiore di righe aumentando la complessità della cifratura,

4. Oltre a resistere all’analisi delle frequenze ammette un numero enorme di chiavi.

Sistemi Crittografici

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Questa come si può notare è la forza del sistema di Vigenère che si basa sulla cifratura poli-alfabetica.

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Cifrari polialfabetici

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I cifrari polialfabetici si differenziano dai monoalfabetici in quanto un dato carattere del testo chiaro (p.es. la A) non viene cifrato sempre con lo stesso carattere, ma con caratteri diversi in base ad una qualche regola, in genere legata ad una parola segreta da concordare. In questo modo la sicurezza del codice dovrebbe aumentare in modo significativo; non è infatti più così semplice individuare le lettere del messaggio in base alla loro frequenza caratteristica in ogni lingua.

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La cifratura di Vigenère non suscitò alcun entusiasmo, e pur priva di punti deboli, fu pressoché ignorata per ben due secoli. La natura polialfabetica è la causa della sua resistenza ma anche della sua scarsa facilità d’uso Nel XVIII secolo, vita la professionalità raggiunta dai loro avversari, i crittografi furono infine costretti ad adottare la cifratura di Vigenère. Oltre all’efficacia della crittoanalisi un altro evento spinse all’adozione di Vigenère: l’invenzione del telegrafo e la conseguente necessità di proteggere i telegrammi dalle intercettazioni.

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La cifratura di Vigenere è potenzialmente indecifrabile: la sua forza risiede nel

decidere una chiave lunga e casuale; tuttavia, per agevolare le operazioni di

criptazione, generalmente si tendeva a utilizzare chiavi non più lunghe di venti

lettere e questo creava dei presupposti per la sua decifrazione

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Uno dei personaggi più interessanti della crittoanalisi del

XIX secolo è Charles Babbage, l'eccentrico e geniale

gentleman noto per aver progettato il precursore degli

elaboratori elettronici. Babbage, nel 1854, riuscì a creare

un metodo per decifrare la “chiffre indéchiffrable” di

Vigenère, basandosi sul fatto che una chiave non molto

lunga crea una struttura ciclica all'interno del

crittogramma, la quale può essere decifrata tramite

l'analisi delle frequenze.

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Babbage non fu l'unico ad arrivare a questa metodologia, in

modo indipendente circa dieci anni dopo Friedrich Wilhelm

Kasiski (un ufficiale in pensione dell'esercito prussiano)

pubblicò “Die Geheimschriften und die Dechiffrir-kunst” (Le

scritture segrete e l'arte della decifrazione). Per diversi motivi

Babbage non divulgò il suo metodo, e così il sistema di

decodifica della cifratura di Vigenère prese il nome di “test di

Kasiski” e il contributo di Babbage fu totalmente negletto.

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Alla fine del XIX secolo, la crittografia era in grave difficoltà: dato che con le

innovazioni di Babbage e Kasiski anche la cifratura di Vigenère poteva essere forzata, ci

si chiedeva se esistesse davvero un sistema crittografico perfetto e immune da ogni

tentativo di crittoanalisi: la risposta arrivò da Vernam nel 1917.

Egli riuscì a dimostrare matematicamente che un sistema crittografico è perfetto (cioè

non decifrabile tramite tecniche di analisi delle frequenze) se basato su un cifrario di

Vigenère con una chiave casuale lunga quanto il messaggio, a patto che durante la

comunicazione le chiavi siano utilizzate una sola volta per ogni messaggio. Questo

sistema, chiamato Cifrario di Vernam, molto bello nella teoria, è praticamente

inutilizzabile nella pratica, in quanto si pongono diversi problemi di non facile

soluzione:

– creazione di una chiave casuale;

– distribuzione sicura delle chiavi di ogni messaggio.

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MACCHINE CIFRANTI

ENIGMA

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Durante la II° guerra mondiale i solutori di codici britannici

prevalsero sugli inventori di codici tedeschi

BOMBE DI TURING ENIGMA

COLOSSUS CIFRATURA DI LORENZ

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COLOSSUS è stato progettato all'inizio del 1943 dal matematico Max Newman e dall'ingegnere Tommy Flowers per la decrittazione della macchina Lorenz usata dagli alti comandi tedeschi.

E’ un calcolatore elettronico con circuiti elettronici a valvole.

E’ il capostipide dei moderni elaboratori.

Per molti anni l'americano ENIAC, costruito nel 1945, è stato considerato il primo computer della storia; oggi questo primato è stato riattribuito a merito all’inglese Colossus.

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Dopo aver contribuito alla nascita del computer, la crittoanalisi continuò nel dopoguerra a impiegare e migliorare la tecnologia informatica per la decodifica di qualsiasi scrittura segreta.

I crittografi sfruttarono a loro volta le risorse dei calcolatori per generare cifrature di enorme complessità (DES).

Dopo il 1945 l’informatica fu la protagonista della battaglia tra inventori e solutori di codici.

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Per quanto forte possa essere in teoria una cifratura, in pratica permane un problema capace di minarne le fondamenta

Anche se i calcolatori hanno profondamente influenzato la codifica dei messaggi, la vera rivoluzione crittografica del xx secolo è consistita nella comparsa di tecniche capaci di superare il problema della distribuzione delle chiavi.

DISTRIBUZIONE DELLE CHIAVI

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Diversi matematici di diverse epoche si sono cimentati sul versante della crittoanalisi, è famoso il caso della violazione della cifratura Enigma, il sistema crittografico usato dall’esercito nazista durante la II guerra mondiale, dovuta, in una prima fase, al matematico polacco Marian Rejewski e completata poi da un gruppo di scienziati inglesi, tra i quali ruolo prominente ebbe il celeberrimo logico Alan Turing.

È però a partire dagli anni ’70 del novecento che l’utilizzo sistematico di

idee matematiche, spesso nate in ambiti del tutto indipendenti, ha rivoluzionato teoria e tecnica della crittografia, con l’introduzione della crittografia a chiave pubblica e di altri simili protocolli.

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Crittografia Moderna

La crittografia moderna nasce nel

1975 quando Diffie, Hellman e

Merkle hanno dimostrato, in

astratto, che è possibile per due

persone comunicare in modo sicuro

senza aver preventivamente

concordato una chiave.

Il protocollo del

“doppio lucchetto”

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Crittografia Moderna

Il protocollo del “doppio lucchetto”

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A mette il suo messaggio per B in una scatola, che chiude con un lucchetto e invia a B.

B mette il suo lucchetto alla scatola e la rispedisce ad A.

A toglie il suo lucchetto e rispedisce la scatola a B.

B toglie il suo lucchetto e legge il messaggio.

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Crittografia Moderna

Il problema della distribuzione delle chiavi sembra risolto.

Tuttavia, la realizzazione pratica di un sistema in cui Alice

critta, Bob ricritta, Alice decritta e Bob decritta urta contro un

grave ostacolo: l’ordine delle cifrature.

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Nel 1976

Metodo Diffie-Hellman-Merkle

Scambio delle Chiavi

Anche se sul piano teorico lo scambio di chiavi, che utilizza

l’aritmetica modulare, era un enorme passo avanti, non era

perfetto e sul piano pratico poteva dar adito a qualche difficoltà .

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Crittografia Moderna

Crittografia a chiave asimmetrica

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Nel 1976 Diffie, Hellman e Merkle introdussero il

concetto di cifratura asimmetrica:

Nella crittografia a chiave asimmetrica ogni utente ha un paio di chiavi di cui una deve essere divulgata, la chiave pubblica, mentre l'altra deve essere custodita segretamente, la chiave privata.

Chiave Pubblica = funzione unidirezionale,per crittare

Chiave Privata = rende bidirezionale, per decrittare

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Crittografia Moderna

In questo sistema ogni utente tiene segreta la chiave privata e

divulga la sua chiave pubblica; un eventuale interlocutore

prenderà la chiave pubblica e tramite questa cripterà il

messaggio. Una volta criptato il messaggio questo potrà essere

decifrato solo dal destinatario tramite la chiave privata (neanche

chi ha codificato il messaggio può più decodificarlo).

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Crittografia Moderna

Per la realizzazione pratica di questi sistemi si ricorre a metodi

matematici basati su funzioni dette a senso unico cioè

facilmente calcolabili in un senso ma difficilmente invertibili, e

che generalmente si basano sul problema di fattorizzare numeri

grandi, oppure sul problema di determinare il logaritmo

discreto nelle forme modulari o nelle curve ellittiche.

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Il punto di forza di questo sistema e che gli utenti non devono

piu scambiarsi le chiavi simmetriche per comunicare, ma

semplicemente cercare la chiave pubblica dell'utente con cui si

vuole avere una comunicazione riservata.

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Crittografia Moderna

L'algoritmo RSA

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Il più conosciuto e utilizzato algoritmo a chiavi asimmetriche è stato proposto da Ron Rivest, Adi Shamir e Leonard Adleman nel 1977 e porta un nome desunto dalle iniziali dei cognomi dei suoi inventori, RSA. L’algoritmo sfrutta l’approccio di Diffie-Hellman-Merkle e si basa sulla fattorizzazione di numeri interi grandi.

N = p x q p,q numeri primi

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Crittografia Moderna

M. Gardner nel 1977 rese nota al pubblico il protocollo RSA e sfidava i lettori con un testo criptato e la chiave:

N = 114.381.625.757.888.867.669.235.779.976.146.612.010.218.296.721.242.362.562.561.842.935.706.935.245.733.897.830.597.123.563.958.705.058.989.075.147.599.290.026.879. 543.541.

Il 26 Aprile 1994 una squadra di 600 volontari annunciarono che i fattori di N sono:

p = 3.490.529.510.847.650.949.147.849.619.903.898.133.417.

764.638.493.387.843.990.820.577.

q = 32.769.132.993.266.709.549.961.988.190.834.461.413.177.

642.967. 992.942.539.798.288.533

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L'algoritmo RSA

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Crittografia Moderna

La Funzione di Eulero

Dato un numero N, si chiama funzione di Eulero di N, e si

indica con φ(N), il numero di interi positivi< N e coprimi con

N,

φ(8) = 4, φ(6) = 2, φ(9) = 6

Se N = p primo, allora φ(N) = p – 1

Se N = pq, p e q primi, φ(N) = (p – 1)(q - 1)

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L'algoritmo RSA

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Crittografia Moderna

Esempio

Fissiamo due primi: p = 5 e q = 11

Calcoliamo: N =pxq= 55 e φ(N) = 40

Prendiamo: E<N e MCD(E, φ(N) )=1, E=7

Calcoliamo: d tale che d x 7 = 1 mod 40, d=23

Chiave pubblica (7, 55)

Chiave privata d = 23

Per spedire m, si spedisce c ≡ m^7 mod(55)

Per decifrare c, m ≡ c^23 mod(55)

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L'algoritmo RSA

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Calcoliamoci il M.C.D.(40, 7) facendo uso dell’algoritmo Euclideo delle divisioni successive:

40 = 7 x 5 + 5

7 = 5 x 1 + 2

5 = 2 x 2 + 1

2 = 2 x 1

Scriviamo 1 come combinazione di 7 e 40:

5 = 40 – 7 x 5

2 = 7 – 5 = 7 – (40 – 7 x 5) = 6 x 7 – 1 x 40

1 = 5 – 2 x 2 = 40 – 7 x 5 – 2 x (6 x 7 – 1 x 40) =

= 3 x 40 – 17 x 7.

Da cui d = - 17 mod 40 = 23

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Crittografia Moderna

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Alice Bob

Chiave pubblica: (7, 55)

Chiave privata: 23

Vuole spedire ad Alice il

Messaggio M = 50

Spedisce:

C=M^7 mod55 =

50^7mod55 = 30

Decodifica C = 30

M=30^23 mod55 = 50.

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50^7 mod55 = (50^2)^3 mod55 x 50 mod55 = (25)^3 mod55 x 50mod55 =

________________________________________________________

50^2 mod55 = 2500 mod55 = 25

2500 = 55 x 45 + 25

________________________________________________________

= 5 x 50 mod55 = 250mod55 = 30

________________________________________________________

25^3 mod55 = 15625 = 284 x 55 + 5

250 = 4 x 55 + 30

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30^23 mod55 = (30^4)^5mod55 x 30^3 mod55 =

_______________________________________________

30^3 mod55 = 27.000 mod55 = 50

27.000 = 490 x 55 + 50

_______________________________________________

= (30^4)^5mod55 x 50 mod55 =

_______________________________________________

30^4 mod55 = (30^3 mod55) (30 mod55) =

= 50x30mod55 = 1500 mod55 = 15

1500 = 27 x 55 + 15

_______________________________________________

= 15^5 mod55 x 50 mod55 = 45 x 50 mod55

= 2250 mod55 = 50

__________________________________________________

15^5 mod55 = 759375 mod55 = 45

759375 = 13806 x 55 + 45

2250 = 40 x 55 +50

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Crittografia Moderna

ESEMPIO

ESERCIZIO

Soluzione Esercizio

LABORATORIO DI CRITTOGRAFIA, PROGETTO LAUREE SCIENTIFICHE, LICEO SCIENTIFICO CEI, a.a. 2011-2012

L'algoritmo RSA