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2/2013 MOBILITÀ PEDONALE Rischi e misure di prevenzione LIDO DI DELÉMONT Sicuro e attrattivo 75 ANNI DI UPI Nuova esposizione sulla prevenzione entusiasma i visitatori La rivista upi per i partner della prevenzione

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La rivista upi per i partner della prevenzione

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2/2013

MOBILITÀ PEDONALE

Rischi e misure di prevenzione

LIDO DI DELÉMONT

Sicuro e attrattivo

75 ANNI DI UPI

Nuova esposizione sulla prevenzione entusiasma i visitatori

La rivista upi per i partner della prevenzione

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Siamo tutti pedoni! Davide e Golia. Pedoni e veicoli a moto - re, due partner della circolazione com-pletamente dissimili, condividono lo spazio stradale nella buona e talvolta nella cattiva sorte. La forte dif fusione dei veicoli a motore negli anni cin-quanta e sessanta ha dato alla luce numerose campagne per la protezione dei pedoni. Slogan come «Attenzione, bambini!» testimoniano tuttora la pre-occupazione di garantire la sicurezza degli utenti più vulnerabili.

Dalla metà degli anni novanta la mobilità lenta riscuote crescente inte-resse, grazie anche al nuovo concetto di «Human Powered Mobility». L’en-trata in vigore nel 2002 della nuova Or-dinanza concernente le zone con limite di velocità massimo di 30 km / h e le zone d’incontro e riuni one ha favorito la creazione di zone a velocità ridotta. Piste pedonali, norme per la sicurezza dei passaggi pedonali e altre misure per migliorare l’infrastruttura hanno aumentato la sicurezza dei pedoni.

Eppure il 20 % dei morti sulle strade svizzere è costituito da pedoni, oltre la metà supera i 65 anni. Se la Svizzera ha notevolmente migliorato la sicurezza dei passeggeri dei veicoli a motore, alli-neandosi a nazioni esemplari come Svezia, Gran Bretagna o Paesi Bassi, per gli utenti più vulnerabili rimane molto da fare. L’upi è impegnato per rendere le strade più sicure per tutti. Questo numero di area sicurezza è in-centrato sulle possibilità di incremen-tare la sicurezza dei pedoni, in parti-colare bambini e anziani, mediante l’infrastruttura e l’educazione. E il tema concerne chiunque, dato che siamo tutti pedoni!

Magali Dubois

Sommario EDITORIALE

ABACOGli sport di montagna, sulla neve e acquatici sono i più mortali 3

DOSSIER MOBILITÀ PEDONALE Reti stradali e limiti di velocità favorevoli ai pedoni 4

L’opinione del Consigliere nazionale Matthias Aebischer: la progettazione trascura troppo spesso i pedoni 7

Castel San Pietro dà il buon esempio 8

PARTNER COMUNI Delegato upi alla sicurezza di Delémont: «Per la sicurezza del lido abbiamo fatto tutto il possibile» 10

PARTNER AZIENDEForza e mobilità anche nella terza età 12

75 ANNI DI UPI Nuova esposizione sulla prevenzione: un autentico successo di pubblico 14

CAMPAGNA Trekking sicuri 16

COLOPhON

Editore: upi – Ufficio prevenzione infortuni, Hodlerstrasse 5a, CH-3011 Berna, [email protected], www.upi.ch, telefono + 41 31 390 22 22

Cambiamenti d’indirizzo: [email protected]

Redazione: Ursula Marti (wortreich gmbh), Magali Dubois (upi), Rolf Moning (upi), Tom Glanzmann (upi)

Indirizzo di redazione: Ursula Marti, wortreich gmbh, Maulbeerstrasse 14, 3011 Berna, [email protected], telefono + 41 31 305 55 66

Traduzione: Francesca Grandi, Riva San Vitale

Correzione: Antonio Cifelli (upi)

Foto: pagine 1, 5, 7, 8, 10, 11, 12, 14, 15: Iris Andermatt; pagina 2: Daniel Rihs; pagina 4: Ruben Wyttenbach; pagine 11 (box), 16: bfu; pagina 13 (box): Glas Trösch

Layout: SRT Kurth & Partner AG, Ittigen Stampa: UD Print AG, Lucerna, stampa ecosostenibile

Tiratura: italiano: 1100, francese: 3300, tedesco 9200 esemplari. Rivista trimestrale.

ISSN 2235-8889 (Print) / ISSN 2235-8897 (PDF)

© Riproduzione degli articoli solamente con l’autorizzazione della redazione e con indicazione completa della fonte

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Secondo una ricerca dell’Osservatorio sport e movimento, quasi tre quarti della popolazione svizzera pratica dello sport, almeno sporadicamente. Gli effetti posi-tivi sulla salute del movimento regolare sono generalmente riconosciuti. Ma c’è anche un rovescio della medaglia: ogni anno nel nostro Paese oltre 300 000 per-sone si feriscono praticando dello sport.

Negli ultimi tredici anni, 183 per-sone hanno addirittura perso la vita, quasi la metà durante escursioni o sca-late in montagna, diverse dozzine prati-cando lo sci fuori pista o nuotando in acque aperte. Purtroppo il numero di morti non fornisce indicazioni sul ri-schio per la vita di un’attività sportiva;

bisognerebbe considerare anche il nu-mero di sportivi attivi e i tempi di espo-sizione. Ma questi dati non sono suffi-

cientemente differenziati per consentire questo tipo di stima.

La percentuale di ospiti stranieri sui decessi annui dipende dal gruppo di di-

scipline sportive, giacché i villeggianti privilegiano determinati svaghi. Ad esempio, sono più numerosi i turisti a praticare trekking rispetto agli sport d’acqua. Da un anno all’altro il numero dei morti varia notevolmente, un dato riconducibile ai periodi di esposizione differenti che per le attività all’aperto come le escursioni in montagna, lo sci o il nuoto dipendono ampiamente dalle condizioni meteorologiche. Un altro dato è lampante: oltre l’80 percento dei morti è di sesso maschile. mor

bfu-Grundlage «Tödliche Sportunfälle in der Schweiz, 2000-2012» (solo in te-desco) disponibile su www.upi.ch.

ABACO

INCIDENTI MORTALI Da una recente analisi dell’upi è emerso che in Svizzera negli ultimi 13 anni 2 383 persone sono decedute per le conseguenze di un infortunio subito durante la pratica di un’attività sportiva. Si tratta mediamente di 183 persone all’anno, fra cui 61 turisti stranieri.

Gli sport di montagna, sulla neve e acquatici sono i più mortali

183

Quando, all’alba del XXI secolo, il Con-

siglio federale si è posto come obiettivo

di dimezzare gli incidenti gravi della cir-

colazione, la sua decisione ha innescato

un’unione di forze che, effettivamente,

ha permesso di ridurre di quasi il 50 per-

cento i morti sulle strade. Contrariamente

all’Ue, attualmente la Svizzera non ha

degli obiettivi politici. Il Forum upi coglie

l’occasione per discutere con esperti e

decisori l’opportunità di formulare un

nuovo obiettivo di riduzione e le cifre aus-

picate. Attualmente la circolazione stra-

dale causa oltre 300 morti, 500 invalidi

e 4 000 feriti gravi ogni anno. Di quale

percentuale desideriamo ridurre queste

cifre nei prossimi dieci anni, ed entro

quando ci prefiggiamo un dimezzamento?

Introdotto dalla relazione di un’esperta

straniera sull’importanza di porsi degli

obiettivi, il Forum che si terrà il 26 novem-

bre a partire dalle 15 presso il centro

Paul Klee di Berna si rivolge come sempre

a politici, autorità e professionisti della

prevenzione e di altri ambiti. Modulo di

adesione su www.upi.ch.

Forum upi 2013: quali i vantaggi di un nuovo obiettivo di sicurezza nella circolazione stradale?

ZOOM

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DOSSIER MOBILITÀ PEDONALE

Reti stradali e limiti di velocità favorevoli ai pedoni RISChI E MISURE DI PREVENZIONE La tendenza positiva che vede una riduzione complessiva degli infortuni non interessa, sfortunatamente, i pedoni. Negli ultimi anni gli incidenti che li coinvolgono non sono purtroppo diminuiti. Occorrono miglioramenti sistematici delle reti pedonali, velocità adeguate e un’educazione al traffico efficace.

Proteggere meglio i pedoni: un articolo di legge nuovo responsabilizza le autorità.

Di recente l’upi ha aggiornato il dossier sicurezza «Traffico pedonale». Pres soché invariate sono, invece, le cifre riguar- danti gli incidenti: ogni anno 68 pedoni perdono la vita e 700 vengono feriti gra-vemente sulle strade svizzere. «Se le cifre degli infortuni sono complessivamente

diminuite, fra i pedoni non c’è purtrop- po nessuna riduzione», constata Esther Walter, psicologa del traffico presso l’upi e autrice del dossier sicurezza. I pedoni corrono ormai un rischio d’infortunio nettamente superiore rispetto ai passeg-geri delle autovetture. Rappresentano il

20 percento di tutte le vittime della cir-colazione stradale.

Ad essere particolarmente esposti sono i bambini e gli anziani. Un terzo circa dei pedoni feriti gravemente e addi rittura la metà di quelli feriti mor-talmente ha più di 65 anni. Una simile

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concentrazione di decessi in una fascia d’età specifica è, secondo Esther Walter, rara – motivo più che sufficiente perché la prevenzione vi dedichi un’attenzione particolare. Lo stesso dicasi per i bam-bini fino ai 9 anni, che con una media di 5 decessi all’anno presentano un ri-schio particolarmente accresciuto.

Infrastrutture e limiti di velocità Osservando le cause degli incidenti salta all’occhio che i limiti di velocità segnalati giocano un ruolo importante. Sono, infatti, in relazione diretta con la percentuale di decessi fra i pedoni: maggiore è la velocità dei veicoli, più frequenti e gravi sono gli incidenti nel traffico pedonale. La maggior parte degli infortuni gravi si verifica durante l’attraversamento di una strada – oltre la metà su passaggi pedonali. Il rischio è particolarmente elevato in inverno, quando le giornate sono brevi e c’è dunque poca luce.

Sulla base di questi ed altri fatti l’upi può definire chiaramente le mi-sure di prevenzione necessarie. «I prov-vedimenti più efficaci interessano l’in-

frastruttura», spiega Esther Walter. Si tratta in primo luogo di pianificare sis- tematicamente le reti stradali, af finché siano in grado di soddisfare le esigenze della mobilità pedonale. Le reti di mar-ciapiedi devono essere ininterrotte e as-sicurare l’attraversamento sicuro della carreggiata. Dal punto di vista dellari-cerca sugli infortuni occorre dare prio-rità anche a una gestione adeguata della velocità. Meno efficace, ma comunque un elemento importante, è la preven-

«I provvedimenti più efficaci interessano

l’infrastruttura.» Esther Walter, psico-

loga del traffico presso l’upi.

Educazione stradaleIl dossier sicurezza dell’upi considera l’educazione stradale dei bambini abbi-nata alla sensibilizzazione dei genitori una misura altamente raccomandabile. Le modalità ottimali sono state analiz-zate ad integrazione del dossier. Da stu- di realizzati in svariati Paesi è emerso che un’educazione stradale prettamente teorica non è molto efficace. Se l’ac-cento viene invece posto sull’apprendi-

mento di capacità attraverso esercizi pratici, l’efficacia è dimostrata già fra i bambini a partire dai 4 – 5 anni. Fino agli 8 anni i bambini dovrebbero però affrontare gli attraversamenti più com-plessi in compagnia di un adulto.

In quest’ambito la Svizzera ha ancora del potenziale di miglioramento: se in alcuni Cantoni buona parte dell’educa-zione stradale prevede esercitazioni nel

traffico reale, in altri Cantoni le lezioni di 1a e 2a elementare sono ancora pura-mente teoriche. Andrebbe migliorato anche il coinvolgimento dei genitori, che dovrebbero essere informati ad esempio in serate loro dedicate e con opuscoli sulle nozioni veicolate nelle lezioni di educazione stradale, affinché possano esercitare e consolidare con i loro bambini le abilità acquisite. um

zione dei comportamenti, ovvero: mi-gliorare la competenza del rischio di pedoni e conducenti. L’upi considera particolarmente imperioso agire a li-vel lo di educazione stradale dei bam-bini (vedi riquadro).

Nuovo articolo di legge Sembra vi siano ottime possibilità di ot-tenere importanti miglioramenti dell’ infrastruttura nel corso dei prossimi anni. A inizio 2013 è infatti entrato

«Il nuovo articolo di legge è un enorme

progresso.» Patrick Eberling, responsa-

bile upi Tecnica del traffico.

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della sezione upi Tecnica del traffico Patrick Eberling si dichiara partico- larmente soddisfatto: «Il nuovo arti-colo di legge è un enorme progresso, poiché obbliga la Confederazione, i Cantoni ei Comuni ad esaminare siste-maticamente le loro reti stradali per indi vi duare i tratti pericolosi e a rischio d’incidente e ad articolarle secondo standard di sicurezza uniformi».

ISSI e addetti alla sicurezza Le autorità competenti non vengono abbandonate a loro stesse, ma dispon-gono di un pacchetto di sei misure volte a garantire la sicurezza dell’infrastrut-tura stradale (Strumenti per la sicu-rezza dell’infrastruttura ISSI). Questi strumenti sono stati elaborati dall’ Ufficio federale delle strade in stretta collaborazione con l’upi e illustrano in maniera pratica le procedure per rea-lizzare analisi della sicurezza stradale, safety audit, ispezioni, analisi degli in-cidenti o pianificazioni del traffico.

Ora Confederazione e Cantoni sono anche tenuti a designare una persona di contatto responsabile della sicurezza stradale il cui compito fondamentale è quello di applicare gli strumenti ISSI e coordinare i relativi progetti. Patrick Eberling è convinto che questa nuova funzione di addetto alla sicurezza con-tribuirà a migliorare la sensibilizza-zione e a moltiplicare le attività: «Gli

addetti alla sicurezza possono accedere alla banca dati nazionale degli inci- denti registrati dalla polizia nel proprio Cantone – con un semplice clic pos-sono vedere i punti ad alta incidentalità e avviare i progetti opportuni.»

Strisce pedonali nel mirino Da questo approccio più globale l’upi si aspetta importanti miglioramenti per la sicurezza del traffico e, in particolare, una protezione migliore dei pedoni. Il nuovo articolo di legge pone un accento particolare sulle strisce pedonali, che attualmente non sempre soddisfano adeguatamente la loro funzione di ausi-lio per un attraversamento sicuro della carreggiata. I passaggi pedonali non sono sempre collocati nei punti più appropriati, ben demarcati e adeguata-mente illuminati; talvolta mancano an-che spazi d’attesa sicuri o isole pedonali. Per tale motivo ora la Confederazione emana prescrizioni riguardanti l’assetto e le caratteristiche dei passaggi pedonali ancorate nella relativa norma.

Non rimane che sperare che le nuove disposizioni legali, gli strumenti ISSI e altre misure di sicurezza consigliabili (vedi riquadro) consentano di ridurre anche gli incidenti che coinvolgono i pedoni – in analogia alla tendenza ge-nerale.

Ursula Marti

Cosa fare

Gli obiettivi principali per miglio-

rare la sicurezza dei pedoni sono:• creare reti di percorsi pedonali

senza lacune mediante una

pianificazione della rete che

tenga conto delle necessità del

traffico pedonale così pure e in

special modo della progettazio-

ne di adeguati elementi infra-

strutturali agli attraversamenti e

idonei al traffico pedonale • colmare le lacune della ricerca

sui fattori d’influsso infrastruttu-

rali agli attraversamenti • ottenere una gestione della

velocità favorevole ai pedoni• ottimizzare i frontali delle auto a

protezione degli altri utenti della

strada• ottimizzare la funzionalità d’illu-

minazione (p. es. la luce di curva

dinamica)• aiutare i conducenti con sistemi

d’assistenza elettronici (p. es.

sistemi di frenata d’emergenza)• promuovere uno stile di guida

previdente, in modo particolare

l’osservanza dell’obbligo di

fermarsi ai passaggi pedonali • incrementare la competenza del

rischio dei pedoni e dei condu-

centi di automobili

Tratto dal dossier sicurezza dell’upi

«Traffico pedonale», disponibile

alla pagina www.upi.ch (Ordina-

zioni / Shop, art. n. 2.109)

Legge federale sulla circolazione stradale: nuovo articolo 6a

1. Nella pianificazione, costruzione,

manutenzione ed esercizio dell’

infrastruttura stradale, la Confede-

razione, i Cantoni e i Comuni ten-

gono adeguatamente conto delle

esigenze legate alla sicurezza della

circolazione.

2. In collaborazione con i Cantoni, la

Confederazione emana prescrizioni

riguardanti l’assetto e le caratteri-

stiche dei passaggi pedonali.

3. La Confederazione, i Cantoni e i

Comuni esaminano la loro rete

stradale per individuare i tratti peri-

colosi e a rischio d’incidente ed

elaborano un piano per il loro risa-

namento.

4. La Confederazione e i Cantoni

nominano una persona di contatto

responsabile della sicurezza stra-

dale (addetto alla sicurezza).

in vigore il nuovo articolo 6a della Legge federale sulla circolazione stra-dale (LCStr), che per la prima volta definisce esplicitamente a livello na-zionale i compiti dei proprietari delle strade per garantire un’infrastruttura stradale sicura.

Il nuovo articolo di legge è un effetto del programma nazionale di sicurez- za stradale Via Sicura. Il responsabile

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La progettazione trascura troppo spesso i pedoniL’OPINIONE di Matthias Aebischer, consigliere nazionale (PS) e presidente di Mobilità pedonale Berna, sulla politica dei trasporti.

La pianificazione della tripla palestra è quasi ultimata. Gli accessi per bici­

clette e automobili sono chiariti. Ci sono parcheggi a sufficienza per due e quattro ruote. Poco lontano dalla struttura c’è una fermata d’autobus. Tutto perfetto. O no? Rispetto alla fermata, l’entrata prin­cipale è situata sul retro dell’edificio. I pedoni devono quindi circuire la tripla palestra. La via più breve attraversa il parcheggio. Alla mia domanda viene risposto che sì, sono previste delle vie pedonali.

Ancora troppo spesso la pianificazione si dimentica della mobilità pedonale. Non è il solo motivo per cui nella mia veste politica difendo gli interessi dei pedoni. In Consiglio nazionale ho ad esempio ottenuto che nella revisione della Legge federale sulla circolazione stradale LCStr confluisse anche la qua­lità dei passaggi pedonali (vedi articolo precedente). Da allora i Cantoni hanno verificato molti dei 50 000 attraversa­menti: le strisce sono collocate nel punto giusto? Sono adeguatamente illuminate? Pedoni e automobilisti hanno una visuale sufficiente? È necessaria un’isola spar­titraffico? Sono tutte questioni che vanno chiarite. È l’unico modo per ridurre il numero dei pedoni feriti e uccisi sulle no­stre strade – portandolo, possibilmente, almeno al livello di altri Paesi europei.

Ma il pericolo non è in agguato sol­tanto sulle strisce pedonali. Trovo che troppo spesso manchi la dovuta empatia già nella fase di progettazione. Una ge­

stione dei f lussi di traffico non meditata a sufficienza può esporre i pedoni a rischi anche gravi. Bastano piccole asperità per creare pericolosi punti d’inciampo per le persone anziane. È dunque importante coinvolgere sin dalle prime fasi della pro­gettazione anche le specialiste e gli spe­cialisti di mobilità pedonale.

Se lo si avesse fatto anche nella piani­ficazione della tripla palestra non ci si sarebbe resi conto a progettazione prati­camente conclusa che i pedoni saranno costretti ad attraversare il parcheggio. Resta ancora molto da fare. E io non ab­basserò sicuramente la guardia. •

Il consigliere nazionale Matthias Aebischer propugna una progettazione

attenta alle esigenze della mobilità pedo-

nale. Su Piazza federale Aebischer non

trova nulla da ridire: è, infatti, un eccel-

lente esempio di zona pedonale. È molto

spaziosa; dalla struttura e dai materiali

impiegati si capisce immediatamente che

l’area non è adatta al traffico motorizza-

to. La piazza non presenta ostacoli ed

è dunque accessibile anche alle persone

a mobilità ridotta. L’unico rischio è quello

di … bagnarsi avvicinandosi troppo allo

specchio d’acqua!

DOSSIER MOBILITÀ PEDONALE

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DOSSIER MOBILITÀ PEDONALE

Castel San Pietro realizza interventi esemplari PASSAGGI PEDONALI Il Comune ticinese di Castel San Pietro ha seguito l’appello dell’upi e ha verificato la sicurezza di tutti i passaggi pedonali. Grazie alle informazioni specialistiche e alla consulenza personale dell’upi è stato possibile trovare rapidamente soluzioni soddisfacenti e avviare misure di risanamento.

Nell’inverno del 2011 la serie nera di gravi incidenti della circolazione su passaggi pedonali in Svizzera ha fatto molto parlare di sé in tutti i media nazionali. L’upi ha reagito immediata-mente esortando i Comuni a verificare la sicurezza dei loro passaggi pedonali, e per facilitare le operazioni di ana- lisi ha messo loro a disposizione la lista di controllo «La sicurezza dei passaggi pedonali»

Molti Cantoni e Comuni hanno preso spunto dai suggerimenti dell’upi e si sono subito attivati. La sezione upi Tecnica del traffico mette a disposi-zione anche altri supporti volti ad otti-mizzare la sicurezza del traffico. Nei casi dubbi o nelle situazioni particolar-mente complesse l’upi offre ai Comuni delle consulenze dirette.

Uno di questi Comuni è Castel San Pietro, situato nel sud del Ticino, che sotto la guida del delegato upi alla sicu-rezza Massimo Cristinelli ha proceduto a una verifica sistematica di tutti i pas-saggi pedonali. Insieme al responsabile della sezione upi Tecnica del traffico Patrick Eberling, Cristinelli ha osser-vato le diverse situazioni di circola-zione e discusso le possibili soluzioni. L’upi ha formulato delle raccomanda-

«Abbiamo dato priorità alla sicurezza e alle preoccu­pazioni della popolazione.»

Massimo Cristinelli davanti a un passaggio pedonale di Castel San Pietro risiste-

mato. Grazie a isola e illuminazione ora è più sicuro attraversare la strada.

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Verifica di tutti i passaggi

pedonali nei Cantoni e nelle

Città

Quasi tutti i Cantoni e quasi tutte

le Città maggiori nonché il Princi-

pato del Liechtenstein hanno ini-

ziato a verificare i loro passaggi

pedonali. In base a un sondaggio

l’upi stima che l’inventario è stato

effettuato per tre quarti circa

di tutti i passaggi pedonali. I dati

rilevati saranno ora paragonati

ai requisiti delle norme VSS e alle

direttive sull’illuminazione per

poter pianificare e realizzare le

eventuali misure di risanamento

necessarie. Questi lavori sono

ancora in corso. In base al son-

daggio effettuato, l’upi stima che

per il 5 – 10 percento dei passaggi

pedonali controllati siano già state

realizzate delle misure.

Il bus turbosiesta fa il giro degli open air

ricordando alle visitatrici e ai visitatori

l’importanza di dormire a sufficienza per

guidare in tutta sicurezza.

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www.turbosiesta.ch.

Le date:

27.6 – 30.06 Openair San Gallo

05.7 – 07.07 Touch the Lake, Zurigo

12.7 – 14.07 Openair Frauenfeld

18.7 – 21.07 Gurtenfestival, Berna

31.7 – 03.08 Estivale, Estavayer-le-Lac

15.8 – 18.08 Openair Gampel

05.9 – 08.09 Electrosanne, Losanna

AGENDA

Turbosiesta on tour

«Abbiamo dato la priorità ai percorsi casa-scuola» Massimo Cristinelli di Castel San Pietro spiega come il suo Comune ha proceduto al risanamento dei passaggi pedonali.

sarea sicurezza: Signor Cristinelli, come è nato il progetto?Massimo Cristinelli: In qualità di dele-gato upi alla sicurezza del Comune di Castel San Pietro sono regolarmente in contatto con il responsabile upi del Cantone. Ero dunque a conoscenza della lista di controllo dell’upi «La sicu-rezza dei passaggi pedonali». Avevamo ricevuto diverse segnalazioni da parte della popolazione; ci è dunque sem-brato opportuno agire.

Secondo quali criteri avete selezionato i passaggi pedonali da risanare? Innanzitutto la sicurezza e le preoc-cupazioni della popolazione. Abbiamo dato priorità assoluta al percorso casa-scuola. Castel San Pietro è uno dei primi comuni del Ticino ad avere adot-tato il Piano di mobilità scolastica (PMS) e cercato soluzioni ottimali per percorsi casa-scuola sicuri.

Ci sono scambi fra i Comuni?Sì, perché siamo dei Comuni piccoli in grado di reagire velocemente e in maniera efficace. Ogni Comune può decidere in perfetta libertà e autono-

mia, basta che rispetti i criteri tecnici dei passaggi pedonali.

Quali misure tecniche avete adottato? Sulle strisce pedonali particolarmente frequentate e con poca visibilità ab-biamo realizziamo un’isola al centro della carreggiata quale misura di sicu-rezza supplementare. Abbiamo anche montato un’illuminazione supplemen-tare. In questo modo i passaggi sono rischiarati anche di notte.

Com’è stata la collaborazione con l’upi? Quale aiuto avete ricevuto? La collaborazione è stata ottima, anche perché sono regolarmente in contatto diretto con il capodelegato upi in Tici - no. Inoltre l’upi organizza un paio di corsi all’anno, perciò ci si conosce bene. Nel caso specifico il nostro Comune ha compilato il modulo dell’upi comple-tando il dossier con foto, piani, schizzi e proposte. Sulla base di queste infor-mazioni l’upi ha potuto effettuare una valutazione ed esprimere dei suggeri-menti per ogni attraversamento – e ciò in tempi molto rapidi. mz

zioni di sicurezza, lasciando al Comune di prendere le decisioni necessarie. E il risultato è notevole: i principali pas-saggi pedonali di Castel San Pietro sono stati risistemati tenendo conto della lista di controllo upi, il risana-mento interessa ora gli ultimi passaggi.

Manuela Zaugg

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LIDO Da luglio 2012 la popolazione di Delémont può crogiolarsi su un lido sicuro – uno dei pochi del Cantone. Situata sull’area del campeggio TCS la struttura, molto apprezzata da grandi e piccini, è il risultato della proficua collaborazione tra vari partner, fra cui il delegato upi alla sicurezza della cittadina Gabriel Meusy.

«Per la sicurezza del lido abbiamo fatto tutto il possibile»

PARTNER COMUNI

Il risultato di una collaborazione di successo: un lido risistemato, dotato di barriere

protettive, salvagente, boe di sicurezza e pannelli informativi.

In passato la Sorne e le sue piene hanno giocato alcuni brutti tiri alla città di Delémont, causando inondazioni an-che gravi. Nel 2007 il Comune ha lan-ciato un progetto di riqualificazione

delle rive volto a facilitare la convivenza con il corso d’acqua. Anche il Camping TCS situato sulle rive del fiume è stato sottoposto a verifica. Dove in prece-denza c’era un piccolo accesso all’acqua si è deciso di creare un lido sicuro.

Secondo il principio TOP Al collaboratore dell’ufficio pianifica-zione, ambiente e lavori pubblici della città nonché delegato upi alla sicurezza Gabriel Meusy è stato chiesto di moni-torare il progetto, assistito dal capo delegato upi alla sicurezza Cédric Esch-mann e da rappresentanti della Soci- età Svizzera di Salvataggio (SSS). «Per ottimizzare la sicurezza abbiamo coin-volto gli ambiti tecnica (T) ed organiz-zazione (O) e le persone direttamente interessate (P)», spiega Gabriel Meusy. In questo senso il progetto segue in maniera esemplare le procedure racco-mandate dall’upi.

A livello delle infrastrutture, ad esem- pio, i progettisti si sono preoccupati di creare zone calme e pianeggianti, evi-

«Per ottimizzare la sicurezza abbiamo coinvolto tutte le parti interessate.»

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tando inclinazioni ripide verso il letto del fiume. In questo modo i bagnanti non hanno brutte sorprese. Si è valu-tato attentamente i punti in cui anco-rare boe di salvataggio per i nuotatori in difficoltà e si è provveduto ad in for-mare il direttore del campeggio, che è solitamente presente durante gli orari d’apertura.

Pannelli con pittogrammi infor-mano gli ospiti sulla profondità dell’ acqua in diversi punti, ribadiscono il divieto d’accesso alla cascata e racco-mandano di tuffarsi soltanto dove l’ac-qua è più profonda. Ci sono anche i numeri di emergenza. Di notte e nella bassa stagione la spiaggia viene chiusa con una barriera di sicurezza.

Un appello alla responsabilità individuale Approvato dall’amministrazione comu-nale fin dalle prime battute, il progetto è stato completato a inizio luglio 2012, giusto in tempo per l’inizio delle va-

canze. Per la gioia di molti: la spiaggia è diventata subito molto popolare. La SSS prevede addirittura di proporre agli insegnanti delle scuole un corso sul comportamento in caso di difficoltà e l’uso delle boe. «Per la sicurezza noi

abbiamo fatto tutto il possibile. Spetta ora ai bagnanti assumere comporta-menti responsabili», conclude Gabriel Meusy.

Magali Dubois

Il delegato per la sicurezza di Delémont Gabriel Meusy (a destra) e il capo delegato upi alla

sicurezza Cédric Eschmann davanti alla cascata sulle rive della Sorne.

Di problemi di alcol si parla troppo

poco – è per lo meno l’opinione dell’

Ufficio federale della sanità pubblica

UFSP e di molte altre organizzazioni, fra

cui l’upi. Una campagna partner lan-

ciata dall’UFSP intende sollevare il velo

da questo argomento tabù. La popola-

zione dovrà essere meglio informata

sull’alcol, convincendosi ad esempio che

«l’alcol riscalda» o «un buon vino non

fa male» sono luoghi comuni privi di

fondamento. Molte le iniziative ad essere

state lanciate durante la settimana

nazionale di dialogo tenutasi a maggio.

Il nostro suggerimento: la nuova app

«After Party», un divertente gioco dove

rincasando da un party bisogna evitare

molti ostacoli per tenere sotto controllo

il livello alcolemico e giungere a casa

sani e salvi. I migliori si assicurano un

posto negli high score!

La campagna:

www.io-parlo-di-alcol.ch

La app:

www.game-afterparty.ch

EUREKA

L’alcol (non) è un gioco

Per gli appassionati di giochi: la app After Party.

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mento. Debolezza muscolare e proble mi di mobilità e di equilibrio sono i fattori di rischio maggiori per le cadute in età avanzata. Con un allenamento mirato

le persone anziane possono però miglio-rare la forma fisica e prevenirle meglio.

Al convegno upi i responsabili della formazione hanno ricevuto il nuovo manuale « Prévention des chutes: exer-cices d’entraînement» elaborato da un

PARTNER AZIENDE

Forza e mobilità anche nella terza età CONVEGNO SULLA PREVENZIONE DELLE CADUTE Le cadute sono la causa d’infortunio più frequente. Gli anziani si infortunano con particolare frequenza e gravità. Con il suo nuovo programma di prevenzione, l’upi forma i responsabili dell’istruzione di organizzazioni per la salute e la terza età.

team interdisciplinare di esperti coor-dinati da Barbara Pfenninger. Dopo una parte teorica con informazioni di fondo, il manuale propone una ricca parte pratica che illustra come i profes-sionisti del settore possono intervenire fra le persone anziane. Il primo passo consiste nel valutare il rischio di caduta della persona attraverso diversi test di equilibrio, mobilità, velocità e forza delle gambe e definire un allenamento individuale. Su questa base le allena-trici e gli allenatori possono poi ela-borare un programma con attività di gruppo ed esercizi individuali.

I blocchi teorici e i workshop pro-posti nella giornata del convegno hanno illustrato ai responsabili della formazione possibili soluzioni di pre-venzione delle cadute. Gli ausili pratici e gli scambi reciproci sono stati estre-mamente motivanti, così che la mag-gior parte dei partecipanti ha concluso la giornata con un’idea precisa di pro-getto da realizzare nella propria istitu-zione. Per Barbara Pfenninger un bel successo: «Gli esercizi di equilibrio e muscolazione delle gambe e del tronco dovrebbero rientrare in ogni offerta di formazione e movimento per persone di una certa età. E le persone che, sulla base del test, sono a rischio di caduta dovrebbero beneficiare di programmi di prevenzione ad hoc». Un importante concetto ben comunicato al convegno.

Ursula Marti

Profondono grande impegno nella prevenzione delle cadute fra le persone anziane:

Reto W. Kressig (Ospedale universitario di Basilea) e Barbara Pfenninger (upi) al

convegno di Berna.

Barbara Pfenninger, responsabile di progetto per il programma prioritario upi Cadute, dà il benvenuto presso il centro di formazione dell’upi di Berna a una cinquantina di responsabili della formazione presso organizzazioni per la salute e la terza età della Svizzera fran-cese e tedesca. Si tratta di importanti moltiplicatori per la prevenzione attiva delle cadute fra le persone anziane. Sono oltre 52 000 le cadute su una superficie piana che coinvolgono ogni anno gli ul-tra 65enni, cui si aggiungono 8 800 ca-dute nelle scale e 8 400 cadute dall’alto. Dato che la popolazione sta invecchi-ando, queste cifre sono in costante au-

«Gli esercizi per prevenire le cadute dovrebbero rientrare nell’offerta di formazione.»

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Mani salve grazie alla protezione montata su questa porta di vetro.

Sviluppato in Austria – ora disponibile

anche in Svizzera: stiamo parlando del

nuovo sistema di protezione «Swiss-

door A2» per porte a vento di vetro,

che impedisce che mani e piedi riman-

gano incastrati quando la porta si

chiude. Sull’anta viene montato unele-

mento supplementare di vetro che in

caso di resistenza reagisce ruotando

in direzione opposta – e impedendo

così la contusione di parti del corpo.

Roberto Jäckle di Glas Trösch AG è

convinto della validità di questo nuovo

prodotto: «Tecnicamente funziona in

maniera ineccepibile, e poiché tutti i

componenti aggiuntivi sono di vetro,

è praticamente invisibile». Il sistema di

protezione si adatta a tutti i tipi di

porte a vento di vetro e può essere

anche montato su porte già esistenti.

È particolarmente indicato negli edifici

pubblici e scolastici, negli alberghi e

nelle strutture per il wellness. «Swiss-

door A2» porta il marchio di sicurezza

dell’upi. Informazioni alla pagina

www.glastroesch.ch. um

EUREKA

Mai più dita incastrate!

Dalla scienza alla pratica Il prof. dott. med. Reto W. Kressig dell’Ospedale universitario di Basilea ha dato un notevole contributo all’elaborazione del manuale. Al convegno Kressig ha presentato i risultati delle sue ricerche.

area sicurezza: Che importanza con- ferisce, professor Kressig, al nuovo manuale ai fini della prevenzione delle cadute in Svizzera? Reto W. Kressig: Il manuale veicola lo stato più attuale delle nostre conoscenze sulle misure più efficaci per prevenire le cadute – su basi scientifiche e consi-derato da un vasto gruppo interdisci-plinare di esperti come efficacemente attuabile nel contesto del nostro Paese. Con questa esigenza di «best practice» il manuale si distingue essenzialmente da altre pubblicazioni scientifiche in materia. Si limita all’essenziale, è redat to in maniera comprensibile ed è illustra - to. I professionisti del movimento e della salute possono attingere ad infor-mazioni pratiche sull’identificazione del rischio di cadute e sulla prevenzione delle cadute. Il manuale permette di off- rire interventi scientificamente fondati, ma nel contempo fattibili e appropriati.

Quali altri passi andrebbero intrapresi? Penso che una diffusione mirata del manuale fra i professionisti del movi-

mento e della salute nell’ambito di brevi perfezionamenti professionali accom-pagnati sia il modo migliore per anco-rare nella pratica le nozioni riunite nella pubblicazione. Un importante passo successivo sarebbe quello di valu-tare scientificamente l’efficacia pratica.

Quali risultati auspica da questo convegno? Il fatto che le misure di prevenzione delle cadute non sono soltanto efficaci, ma anche dilettevoli è un’esperienza posi tiva sia per gli operatori che per le persone anziane. Le nozioni orientate alla pratica consentiranno di struttu-rare in maniera ancora più valida le offerte di prevenzione delle cadute. Per i decisori della sanità pubblica i contenuti veicolati dal manuale poso- no rappresentare una garanzia di qua-lità e successo di nuovi programmi di prevenzione delle cadute destinati alle persone anziane. E, aspetto essenziale, gli anziani ricevono un programma di esercizi efficace che contribuisce alla loro sicurezza! um

Maggiori informazioni

Il manuale upi «Prévention des

chutes: exercices d’entraînement»

(art. n. 2.104) è a disposizione

gratuitamente dei professionisti del

settore. L’upi ha anche pubblicato

un programma di esercizi quotidiani

(art. n. 3.143) e un video che con-

sentono alle persone anziane di

migliorare la forma fisica anche

autonomamente attraverso esercizi

tanto semplici, quanto efficaci.

Tutto questo materiale è disponibile

su www.cadute.upi.ch.

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Nuova esposizione sulla prevenzione: un autentico successo di pubblico LYSSPO «Fortissimo!» Sono le parole di Sandro, 10 anni, mentre si cimenta con Lysspo, la mostra interattiva dell’upi. Ad affascinarlo particolarmente sono i video di Franky Slow Down che scorrono sui tre schermi. Poi, con un movimento della mano passa al tema di prevenzione successivo.

75 ANNI UPI

Nell’ambito dell’anniversario «Altri 75 an ni al tuo fianco» l’upi ha svilup-pato una mostra interattiva. Il cuore dell’esposizione è il dispositivo di con-trollo collegato a una console di gioco. La gestione avviene mediante movimen - ti delle mani. La mostra ruota attorno a sei tematiche: alcol e sonnolenza, di-spositivi di protezione individuale nello sport, al volante, cadute, sicurezza in casa e fuori, nel traffico. «Sono molto stupito che la maggior parte dei visita-tori si cimenti con il tema delle cadute. Una scelta davvero azzeccata, visto e

considerato che le cadute causano un numero elevato di infortuni», spiega Rolf Winkelmann, responsabile per i delegati upi alla sicurezza. «Meno sor-prendente è, invece, la gran quantità di persone desiderosa di giocare al quiz. Le risposte sono divertenti, e in fondo tutti amiamo mettere alla prova le no-stre conoscenze!»

Il pubblico è entusiasta … «Quando c’è qualcosa da vedere o un maxi schermo, il pubblico rimane let-teralmente stregato. Soprattutto se può

interagire attivamente», aggiunge Rolf Winkelmann visibilmente soddisfatto del grande interesse del pubblico per la Lysspo. Il modulo espositivo con questa tecnica all’avanguardia è stato mostra - to per la prima volta a una fiera com-merciale. «Ovviamente gli approcci sono disparati. Le persone più in là con gli anni necessitano di supporto per capire come controllare i comandi re-moti. Ma i giovani, abituati a giocare con le console, imparano in un batter d’occhio. Sono felice di questo enorme successo!» Winkelmann è convinto che

Prenotare l’esposizione

L’esposizione può essere prenotata

alla pagina www.75.upi.ch.

Un’agenda indica quando e dove

le postazioni sono già riservate. Gli

impianti disponibili sono sei, tutti

equipaggiati con i temi alcol e

sonnolenza, dispositivi di prote-

zione individuale nello sport, al

volante, cadute, sicurezza in casa e

fuori, nel traffico. La locazione

deve soddisfare alcune condizioni:

ad esempio, l’impianto va instal-

lato in un ambiente interno, su

una superficie piana, e disporre

possibilmente di una persona in

grado di assistere gli utenti.

Nell’anno dell’anniversario l’upi

mette gli apparecchi a disposizione

gratuitamente dei Comuni, tra-

sporto incluso.I giovani sono generalmente a proprio agio con la tecnica delle console di gioco. Per gli altri

visitatori, c’è Rolf Winkelmann dell’upi che aiuta a navigare con i movimenti delle mani.

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nonostante la forma ludica i contenuti di prevenzione vengano assimilati. «I messaggi sono ad effetto. Una nozione rimane impressa meglio se viene veico-lata con humour invece che alzando l’indice.»

Lo confermano anche i commenti entusiastici del pubblico. Ad una mam - ma che inizialmente faticava a control- lare i movimenti delle mani sono ba-stati pochi minuti per accedere all’isola tematica delle cadute. «È divertente, e il quiz è facilissimo!» ride mentre con un semplice gesto risponde alla domanda successiva. La figlia tredicenne non ha bisogno di istruzioni, per capire il funzionamento le è bastato osservare la madre. «Preferisco guardare i video di Franky Slow Down, è troppo forte!» commenta prima di cancellare dallo schermo l’ottimo risultato ottenuto dalla mamma nel quiz.

… e anche i media! L’interesse dei mass media è grande. Alla Lysspo la direttrice dell’upi Bri-gitte Buhmann viene intervistata da TeleBielingue. La conversazione non ruota soltanto attorno alla nuova espo-sizione, ma interessa anche gli ultimi 75 anni di attività di prevenzione degli infortuni dell’upi, costellati di successi. Già al mattino c’erano vari giornalisti delle due emittenti radio regionali e

della televisione locale. L’esposizione interattiva e l’anniversario hanno però suscitato interesse anche a livello nazio-nale. La radio svizzera SRF ha dedicato loro una puntata della trasmissione «Treffpunkt», che ospitava in studio la direttrice dell’upi Brigitte Buhmann e il membro della Direzione nonché sviluppatore della nuova esposizione Paul Reichardt, ai quali gli ascoltatori hanno potuto porre domande in di-

retta. E anche la trasmissione per i con-sumatori «Espresso» si è occupata dell’ anniversario dell’upi.

Diversi ambiti d’intervento L’esposizione, che comprende tre scher- mi, un sistema audio e un dispositivo di controllo collegato a una console, dove va essere semplice da utilizzare e poter essere montata da una persona sola. Obiettivo centrato! L’impianto non si addice soltanto a fiere e mostre: Rolf Winkelmann ha già fatto un bel po’ di pubblicità anche fra i partner della prevenzione. «Il nostro intento è che il modulo venga utilizzato negli ambiti più disparati – dai delegati upi alla sicurezza agli istruttori del traffico, dai professionisti della sicurezza nelle aziende alle scuole. È uno strumento allettante molto adatto a fare dell’atti-vità di prevenzione ad hoc efficace!» E il successo non fa che dare ragione a Rolf Winkelmann: i sei apparecchi sono infatti già prenotati sino a fine anno.

Vanessa Kuhn

La direttrice dell’upi Brigitte Buhmann intervistata da TeleBielingue.

Da qualche tempo si trovano in com-

mercio accumulatori litio-polimeri, o

LiPo. Le elevate prestazioni a fronte di

un peso comparativamente ridotto li

rendono particolarmente adatti per

alimentare p. es. modellini di aeroplano

e tutta una serie di altri apparecchi. Gli

accumulatori LiPo possono tuttavia

diventare pericolosi se non ci si attiene

alle istruzioni per l’uso, avverte l’upi.

«In caso di utilizzo improprio, durante

la carica o la conservazione l’accumu-

latore può facil mente surriscaldarsi,

causando un’esplosione che può provo-

care ferite e incendi», spiega Robert

Nyffenegger, consulente upi per la sicu-

rezza dei prodotti.

Affinché ciò non accada, l’upi consiglia

di: • leggere attentamente le istruzioni per

l’uso e le raccomandazioni di sicu-

rezza; • utilizzare solamente caricatori adatti

ad accumulatori LiPo; • non ricaricare accumulatori LiPo dan-

neggiati esternamente;• caricare gli accumulatori LiPo nelle

speciali custodie di sicurezza, sorve-

gliando la ricarica; • conservare e trasportare gli accumu-

latori LiPo unicamente nelle tasche

o valigette di sicurezza per la ricarica

e la custodia. um

TEMPO LIBERO

Prudenza con gli accumulatori LiPo!

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16 area sicurezza 2 / 2013

CAMPAGNA

Trekking sicuri

Nei prossimi mesi le appassionate e gli appas-sionati di trekking incontreranno spesso degli espositori gialli con la scritta «In montagna a passo sicuro». Noto a tutti come segnale di avvertimento di pavimenti sdrucciolevoli, lo «slippery sign» trova ora impiego anche per avvertire del rischio di cadute praticando escursioni in montagna. Lo si vedrà presso stazioni delle ferrovie di montagna e in uffici del turismo, su manifesti e leporello. Il mes-saggio della nuova campagna: sui sentieri di montagna esposti (demarcati in bianco-rosso-bianco) le escursioni sono soggette a rischi e occorre una buona preparazione. Con un check rapido (vedi riquadro) e raccomanda-

zioni concrete, agli appassionati di trekking si insegna a scegliere e pianificare l’itinerario appropriato, adottare l’equipaggiamento giu-sto e comportasi con sicurezza in montagna.

La campagna comune realizzata da Sentieri Svizzeri, upi e Funivie Svizzere in collabora-zione con Atupri e Athleticum prenderà il via nel mese di giugno di quest’anno e proseguirà nelle stagioni escursionistiche 2014 e 2015. Lo scopo della campagna è di contribuire a ridurre gli 8 500 infortuni che si verificano ogni anno praticando l’escursionismo di mon-tagna – una quarantina dei quali con esito mortale. Maggiori informazioni alla pagina www.escursionismo-sicuro.ch. um

Per trekking emozionanti senza brutte sorprese:

chi bene pianifica è a metà escursione!

PRONTI PER LA MONTAGNA?INFORMATEVI: ESCURSIONISMO-SICURO.CH

PVEC – il check dell’escursionista

Pianificazione cosa si vuole fare?

Valutazione l’escursione è adeguata

alle proprie capacità?

Equipaggia- avete preso tutto il

mento necessario?

Controllo è ancora tutto ok?