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TESTO UNICO DELLE LEGGI sanitarie Legislazione e Provvedimenti Regionali e Nazionali. Normativa CEE e UE. Sentenze Civili e Penali (Tribunale Ordinario, Appello e Cassazione). Dall’anno 1248 ad Oggi A cura di Ciro Scognamiglio

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TESTO UNICO DELLE

LEGGI sanitarie

Legislazione e Provvedimenti Regionali e Nazionali. Normativa CEE e

UE. Sentenze Civili e Penali (Tribunale Ordinario, Appello e Cassazione).

Dall’anno 1248 ad Oggi

A cura di Ciro Scognamiglio

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LEGENDA

A Atto

A.D. Atto Deliberativo

Acc. Accordo

Ass. Legisl. Assemblea Legislativa

C Circolare

Cass. Civ. Corte di Cassazione Civile

Cass. Pen. Corte di Cassazione Penale

CEE Comunità Economica Europea

CM Circolare Ministeriale

Com. Comunicato

Comun. Comunicazione

Concl. Conclusione

Cons. Reg. Consiglio Regionale

Cons. S. Consiglio di Stato

D. Decreto

D.I. Decreto Interministeriale

D. Lgs. Decreto Legislativo

Det. Determina

D.d.L. Disegno di Legge

D.d.L.D Disegno di Legge Delega

D.E. Direttiva Europea

D.G.R. Decreto Giunta Regionale

D.M. Decreto Ministeriale

D.M.S Decreto del Ministero della Sanità

D.P. Decreto del Presidente

D.P.C.M. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri

D.P.R. Decreto del Presidente della Repubblica

D.R. Decreto Regionale

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Dec. Decisione

Del. Delibera

Del.Cons.R. Deliberazione Consiglio Regionale

Dir. Direttiva

Int. Intesa

Interr. Interrogazione

L Legge

LdC Legge di Conversione

L.R. Legge Regionale

N Norma

Norm. Normativa

Ord. Ordinanza

Par. Parere

PCM Presidenza del Consiglio dei Ministri

Provv. Provvedimento

PSN Piano Sanitario Nazionale

PSR Piano Sanitario Regionale

R Regolamento

R.D. Regio Decreto

Racc. Raccomandazione

Rifor. Riforma

Ris. Risoluzione

S Sentenza

TA Testo Aggiornato

TC Testo Coordinato

Trib. Tribunale

TUSL Testo Unico Sicurezza sul Lavoro

UE Unione Europea

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1. 1248 – In tempi antichi gli ammalati erano soliti dormire nei templi

dedicati a Esculapio, il dio della medicina, per ottenere la guarigione. Con

l’avvento del Cristianesimo, l’usanza di dormire nei luoghi sacri non fu

abbandonata: ancora nel 1248, ai molti malati che pernottavano nella cattedrale

di Notre-Dame, a Parigi, un’ordinanza prescriveva di aspettare la guarigione in

una ben precisa cappella, ossia quella “vicina alla seconda porta”.

2. 1656 – In Santa Maria Nuova (Firenze) sono ricoverati a forza malati,

mendicanti, invalidi, emarginati di ogni tipo. Nell’hospitium trovano alloggio

coatto “cronici” e “incurabili”. La terminologia del tempo usa sovente

l’espressione povertà “colpevole”. Da qui si comprende l’accoppiamento del

ricovero con il lavoro forzato, e l’estendersi di una mentalità per la quale la

miseria è un male da rigettare e allontanare.

3. 1700 – I primi studi della storia della medicina sulle malattie correlate al

lavoro furono condotti dal medico Bernardino Ramazzini (Carpi, 3 novembre

1633 – Padova, 5 novembre 1714), professore di medicina pratica

all’Università di Padova, il quale scrisse e pubblicò per la prima volta nel 1700

un trattato, il De Morbis Artificum Diatriba, considerato l’atto fondante di

quella che oggi è chiamata Medicina del Lavoro. Ramazzini prese in esame

circa 50 occupazioni, analizzando le condizioni di lavoro dei lavoratori e le

malattie professionali da esse derivanti, e descrivendone i possibili rimedi,

nonché le condizioni climatiche in cui questi lavori erano o potevano essere

svolti. La consapevolezza che le malattie professionali costituivano un

fenomeno sociale che doveva essere affrontato in termini legislativi emerse

però solo nei secoli successivi.

4. 1750 – Su una delle facciate laterali della chiesa di San Salvatore in

Piazza delle Coppelle di Roma si può notare una feritoia realizzata in

previsione del Giubileo del 1750. Serviva a denunciare, anche in forma

anonima, la presenza di forestieri ammalati alla Confraternita del Santissimo

Sacramento della Divina Perseveranza che provvedeva a curarli.

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5. 1780 – Costituzione, in Lombardia, del Direttorio medico il cui

responsabile, intorno al 1780, condusse una indagine sullo stato quantitativo e

qualitativo dell’assistenza medica rurale in Lombardia da cui emerse una

distribuzione ineguale delle condotte. Le cause di ciò vennero attribuite alla

scarsa ed incerta remunerazione dei condotti ed alla loro condizione di

subalternità ai rappresentanti dei Comuni, con la relativa precarietà del poso a

seconda degli interessi in gioco.

6. 1847 – Viene costituito il Consiglio Superiore di Sanità con un editto

del Regno Piemontese promulgato da Carlo Alberto.

7. 1859 – Si ravvisavano già le radici di quello che sarà il duplice ruolo

richiesto ai medici condotti dell’Italia post-unitaria e, infatti, con circolare del 3

gennaio 1859, contenente Statuto ed Istruzioni per i medici condotti lombardo-

veneti, si faceva esplicita menzione del loro ruolo di ufficiali sanitari.

8. 1861 – Proclamazione del Regno d’Italia. Nasce la necessità di

“impiantare”, su tutto il territorio nazionale, un servizio di sanità pubblica

come controllo delle epidemie e gestione delle malattie. Si inizia, anche, a

parlare di un “registro pubblico” di anagrafe epidemiologica.

9. 1862 – Legge numero 753 del 3 agosto 1862 (Legge Rattazzi). Il

Parlamento Italiano detta una prima disciplina per le opere che si occupano del

soccorso e dell’assistenza della popolazione più in difficoltà.

10. 1864 – Nascita della Croce Rossa Italiana. Ferdinando Palasciano, il 28

aprile del 1861, enuncia solennemente le sue idee all’Accademia Pontiana di

Napoli, trovando un convinto sostenitore nel cittadino svizzero Henry Dunant.

Nella Conferenza Internazionale di Ginevra del 22 agosto 1864 viene

approvata la prima Convenzione “per il miglioramento della sorte dei feriti e

dei malati nelle forze armate in campo”, e i Comitati di Soccorso scelgono

come simbolo una Croce Rossa su sfondo bianco.

11. 1865 – Trovandosi di fronte ad un incoerente mosaico di leggi,

regolamenti, ordinamenti giudiziari ed amministrativi, nonché di tradizioni

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locali, come logica conseguenza della autonomia degli Stati pre-unitari molti

dei quali di modeste dimensioni, il 20 marzo 1865 venne emanata la Legge

2248 sulla “Unificazione amministrativa del Regno” della quale l’allegato C

stabiliva l’organizzazione della Sanità Pubblica nello Stato Unitario e, nel

giugno successivo, puntualizzata dal regolamento di attuazione. Allegato C.

Sanità Pubblica, Ospedali, ruolo del Ministero degli Interni, Prefetto, Sindaco.

12. 1869 – Regio Decreto del 29 dicembre 1869. Venne istituita una

“Commissione Consultiva del Lavoro e della Previdenza Sociale” per definire i

contenuti di quella che sarebbe stata la prima legge in materia di assicurazione

degli infortuni sul lavoro come la Legge numero 80 del 17 marzo 1898.

13. 1871 – Regio Decreto numero 465 del 2 settembre 1871. Ordinamento

Sifilocomi di Stato.

14. 1871 – Regio Decreto numero 466 del 2 settembre 1871. Ordinamento

Sifilocomi di Stato.

15. 1886 – Nasce a Napoli, aperta da Grace Baxter (caposala del J. Hopkins

Hospital di Baltimora) con il contributo di Amy Turton, la Scuola per

Infermiere sul modello della Nightingale ed è considerata la prima Scuola in

Italia.

16. 1888 – Regio Decreto numero 5332 del 29 marzo 1888. Abrogazione

Sifilocomi di Stato e profilassi e cura malattie veneree.

17. 1888 – Regolamento di Igiene e Polizia Sanitaria del Comune di Napoli

modificato più volte fino al 1953.

18. 1888 – Legge numero 5849 del 21 dicembre 1888 (Legge Crispi-

Pagliani). Legge per la tutela dell’Igiene e della Sanità Pubblica. Pubblicata

sulla Gazzetta Ufficiale numero 301 del 24 dicembre 1888.

19. 1889 – Legge numero 6144 del 30 giugno 1889. Vengono dettate le

norme per il ricovero degli inabili al lavoro.

20. 1890 – Legge numero 6972 del 17 luglio 1890. Legge Crispi.

Costituzione IPAB (Istituto Pubblico Assistenza e Beneficenza). Assistenza

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ospedaliera. Elenco poveri (Comuni). Riforma delle istituzioni pubbliche di

beneficenza (Opere Pie). Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 171 del 22

luglio 1890.

21. 1891 – Regio Decreto numero 605 del 27 ottobre 1891. Regolamento di

attuazione controllo prostituzione.

22. 1896 – Istituzione della Scuola per Infermieri Croce Azzurra presso

l’Ospedale “Gesù e Maria” di Napoli.

23. 1898 – La Legge numero 80 del 17 marzo 1898 che ha introdotto, nel

sistema legislativo italiano, l’obbligatorietà dell’assicurazione contro gli

infortuni sul lavoro, rappresenta la conclusione di un lungo e tormentato

dibattito avviato nel mondo parlamentare, scientifico, culturale e sociale della

seconda metà del secolo scorso e costituisce, contestualmente, l’avvio nel

nostro Paese del sistema di sicurezza sociale i cui cardini (la solidarietà,

l’obbligatorietà, l’intervento economico di sostegno) si mostrano ancora oggi

validi.

24. 1901 – Regio Decreto numero 45 del 3 febbraio 1901. Profilassi e

definizione delle malattie veneree. Approvato il Regolamento di esecuzione

della Legge numero 5849/1888.

25. 1902 – Legge numero 242 del 19 giugno 1902. Disposizioni per

l’assicurazione obbligatoria degli infortuni sul lavoro e delle malattie

professionali. successivamente integrata dalla Legge 818/07. Nel 1908 venne

anche introdotta una regolamentazione del lavoro notturno.

26. 1904 – Legge numero 36 del 14 gennaio 1904. Per l’assistenza agli

infermi di mente.

27. 1904 – Testo Unico numero 51 del 31 gennaio 1904 (con il relativo

regolamento di attuazione approvato con Regio Decreto numero 141 del 13

marzo 1904). Raggruppò e riordinò la normativa in materia di infortuni sul

lavoro ed estese la tutela ad alcune lavorazioni agricole. Sempre in relazione al

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lavoro agricolo intervenne, poi, il Decreto Legge Luogotenenziale numero

1450 del 23 agosto 1917.

28. 1904 – Legge numero 36 del 1904. Istituzione degli Istituti Psichiatrici.

Prima Legge Italiana sull’assistenza psichiatrica in vigore fino al 1968.

Disposizioni e regolamenti sui manicomi e sugli alienati. Legge di ordine

pubblico e non sanitaria (non cura ma protegge la società dagli alienati). Dà

ampi poteri ai medici “alienisti” e sancisce il “ricovero coatto”. Contribuisce

alla diffusione dello stigma negativo sulla malattia mentale.

29. 1905 – Regio Decreto numero 487 del 27 luglio 1905. Definizione delle

malattie veneree.

30. 1906 – Nasce a Roma la Scuola per Infermiere voluta da Pio X sul

modello della Croce Rossa Francese.

31. 1907 – Regio Decreto numero 636 dell’1 agosto 1907. Testo Unico

delle Leggi Sanitarie (Cura e prevenzione pellagra, Manicomi, Assistenza

Sanitaria, Igiene abitato). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 228 del

26 settembre 1907.

32. 1908 – Istituzione della Scuola per Infermieri presso la Casa di Cura

“San Gregorio” di Roma fondata da Anna Potter.

33. 1909 – Regio Decreto numero 315 del 1909, articolo 34. “Nei manicomi

debbono essere aboliti i mezzi di contenzione degli infermi e non possono

essere usati se non con l’autorizzazione scritta del direttore o di un medico

dell’istituto …”. “Tale autorizzazione deve indicare la natura e la durata del

mezzo di coercizione …”.

34. 1909 – Regio Decreto numero 615 del 1909, articolo 60 sull’uso dei

mezzi di coercizione manicomiali.

35. 1910 – Istituzione della Scuola per Infermieri “Regina Elena” presso il

Policlinico “Umberto I” di Roma. La realizzazione fu possibile grazie al

contributo di Dorothy Snell (che giunse da Londra) e all’aiuto di Maria

Guerrieri Gonzaga Maraini, una sua allieva.

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36. 1910 – Istituzione della Scuola per Infermieri “Regina Elena” presso

l’Ospedale Civile di Trieste.

37. 1912 – Istituzione della Scuola per Infermieri “Croce Rossa” a Napoli.

38. 1913 – Istituzione della Scuola per Infermieri “Croce Rossa” presso

l’Ospedale “Principessa Jolanda” di Milano.

39. 1914 – Risale a quest’anno, e negli Stati Uniti, il primo Informed

Consent (caso Schloendorf) in cui un chirurgo che non aveva ritenuto

opportuno chiedere il consenso del paziente per un intervento chirurgico è stato

ritenuto colpevole dalla giustizia USA per aver commesso una violenza

personale nei confronti del paziente in quanto “ogni essere umano adulto e

capace ha il diritto di determinare cosa debba essere fatto con il suo corpo”.

40. 1917 – Decreto Legge Luogotenenziale numero 1450 del 23 agosto

1917. Concernente provvedimenti per l’Assicurazione Obbligatoria contro gli

infortuni sul lavoro in agricoltura. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

218 del 14 settembre 1917 (Testo integrato).

41. 1923 – Regio Decreto numero 692 del 5 marzo 1923. Articolo 3 secondo

cui “è considerato lavoro effettivo ogni lavoro che richieda un’occupazione

assidua e continuativa”. ….. Tale disposizione non preclude che il tempo

impiegato per indossare la divisa sia da considerarsi lavoro effettivo e debba

essere pertanto retribuito.

42. 1923 – Regio Decreto numero 846 del 25 maggio 1923. Regolamento

per la profilassi delle malattie veneree e sifilitiche.

43. 1923 – Regio Decreto numero 2440 del 18 novembre 1923. Nuove

disposizioni sull’amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale

dello Stato.

44. 1923 – Regio Decreto numero 2889 del 30 dicembre 1923. Riforma

degli ordinamenti sanitari. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 12 del

15 gennaio 1924.

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45. 1924 – Regio Decreto numero 827 del 23 maggio 1924. Regolamento

per l’amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato.

46. 1925 – Convenzione OIL numero 18 del 1925. L’intossicazione da

Solfuro di Carbonio (Carbonchio) è riconosciuta come di origine professionale.

47. 1925 – La Cassa INADEL, istituita con R.D.L. numero 1605 del 23

luglio 1925, convertito nella Legge numero 562 del 1926, impone l’iscrizione

al personale degli Enti Locali in virtù dell’indennità di premio servizio prevista

dalla Legge numero 733 del 1930. La Legge numero 152 del 1968 ha inoltre

esteso l’iscrizione all’INADEL anche al personale non di ruolo, stabilendo che

il requisito per l’iscrizione alla Cassa medesima sia almeno un anno

continuativo di servizio.

48. 1925 – Regio Decreto numero 1932 del 15 agosto 1925. Vengono

istituite le scuole-convitto di durata biennale per infermiere e nasce la figura

dell’assistente sanitaria.

49. 1925 – Legge numero 2277 del 10 dicembre 1925. Istituzione dell’Opera

Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI).

50. 1926 – R.D.L. numero 2051 del 5 dicembre 1926. Viene vietato alle

compagnie private di stipulare polizze assicurative contro gli infortuni sul

lavoro.

51. 1927 – Regio Decreto – Legge numero 147 del 9 gennaio 1927. Gas

tossici.

52. 1927 – Viene istituita nel 1927 la Lega Italiana per la lotta contro i

Tumori. Ha il fine di promuovere la costituzione di centri per la diagnosi e la

cura dei tumori, di gestire forme di assistenza a favore dei pazienti neoplastici,

di favorire un’attività di studio/ricerca a livello oncologico. Oggi riveste

particolare importanza nelle opere di prevenzione.

53. 1927 – Nasce in Italia l’AVIS (Associazione Volontari Italiani del

Sangue) ad opera di Vittorio Formentano. Lo scopo è sensibilizzare la

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popolazione sull’importanza di donare gratuitamente il proprio sangue per usi

terapeutici.

54. 1927 – Legge numero 1276 del 23 giugno 1927. Provvedimenti per la

lotta contro la tubercolosi. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 181 del

6 agosto 1927.

55. 1928 – Regio Decreto numero 577 del 1928. Approvazione Testo Unico.

Affidava alle Facoltà Mediche del Regno il compito di promuovere studi di

morfologia e psicologia, ed al Ministero della Pubblica Istruzione l’assistenza e

l’istruzione dei fanciulli con handicap.

56. 1928 – Regio Decreto numero 1297 del 1928. Prevedeva

l’allontanamento definitivo dell’alunno con problemi psichici dalle normali

classi elementari e la conseguente assegnazione a classi differenziali.

57. 1928 – Regio Decreto numero 1334 del 31 maggio 1928. Articolo 1. Arti

ausiliarie delle Professioni Sanitarie. Massaggiatore capo bagnino stabilimenti

idroterapici.

58. 1928 – Regio Decreto numero 1334 del 31 maggio 1928. Articolo 12.

Arti ausiliarie delle Professioni Sanitarie. Ottico.

59. 1928 – Regio Decreto numero 1334 del 31 maggio 1928. Articolo 11.

Arti ausiliarie delle Professioni Sanitarie. Odontotecnico.

60. 1929 – Regio Decreto numero 928 del 13 maggio 1929 entrato in vigore

il 1° gennaio 1934. Venne estesa la tutela dei lavoratori assicurati contro gli

infortuni sul lavoro anche alle malattie professionali nell’industria. In

particolare vennero individuate sei malattie per le quali, in virtù della

correlazione delle stesse a determinate lavorazioni, valeva la presunzione

legale di origine professionale; era, cioè, sufficiente l’esistenza della malattia e

l’insorgenza della stessa in un lavoratore addetto a determinate lavorazioni

perché al lavoratore venisse riconosciuta la tutela, senza necessità alcuna per il

medesimo di fornire la prova della diretta dipendenza della malattia dalla

attività professionale svolta.

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61. 1929 – R.D. numero 2330 (fine anno) come emanazione del Decreto

attuativo del R.D. numero 1932.

62. 1930 – Legge numero 733 del 2 giugno 1930. Modificazioni

all’ordinamento dell’istituto nazionale a favore degli impiegati degli enti locali

e dei loro superstiti non aventi diritto a pensione.

63. 1933 – Istituito con il Regio Decreto numero 264 del 23 marzo 1933

come INFAIL (acronimo di Istituto Nazionale Fascista per l’Assicurazione

contro gli Infortuni sul Lavoro) allo scopo di tutelare, dal punto di vista

assicurativo, le vittime degli infortuni sul lavoro, l’Ente venne rinominato

INAIL dopo la caduta del fascismo.

64. 1934 – Testo Unico numero 383 del 3 marzo 1934, articolo 8. Con la

nuova legge comunale e provinciale si vieta l’attribuzione di nomine presso

uffici di enti territoriali a chi è ricoverato presso ospizi di carità o a chi è,

comunque, a carico di una istituzione assistenziale pubblica.

65. 1934 – Regio Decreto numero 1265 del 27 luglio 1934. Approvazione

del Testo Unico delle Leggi Sanitarie. Riconoscimento dell’assistenza

infermieristica come professione e regolamenta e pone sotto vigilanza

l’esercizio professionale e l’accertamento del titolo. Dispensari malattie

veneree (articolo 307). Assistenza su base assicurativa. Si ufficializza che il

medico è l’esercente una professione intellettuale che può essere ricondotta a

tre figure giuridiche: pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio,

esercente un servizio di pubblica necessità. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 186 del 9 agosto 1934, Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al 15

dicembre 2005.

66. 1935 – Con R.D.L. numero 1827 del 1935 nasce l’INPS

67. 1935 – Legge numero 1250 del 20 giugno 1935. Modificazioni

all’ordinamento dell’istituto nazionale fascista assistenza dipendenti enti locali.

68. 1935 – Regio Decreto numero 1765 del 17 agosto 1935. “Disposizioni

per l’assicurazione obbligatoria degli infortuni sul lavoro e delle malattie

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professionali”. Attuò l’unificazione delle disposizioni relative all’assicurazione

contro gli infortuni e contro le malattie professionali. l’intossicazione da

Solfuro di Carbonio viene prevista come “infortunio sul lavoro”. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 240 (XIII) del 14 ottobre 1935.

69. 1937 – Legge numero 847 del 3 giugno 1937. La denominazione

“congregazione di carità” è sostituita con “ente comunale di assistenza”.

70. 1938 – Riforma Petragnani (Alto Commissario Sanità). Ospedali

(Regionali, Provinciali, Zonali). Elenco poveri. Casse Mutue (1932 INADEL –

1933 INAIL – 1935 INPS – 1943 INAM)

71. 1938 – Regio Decreto 1631 del 1938. Norme generali per l’ordinamento

dei servizi sanitari e del personale sanitario degli ospedali. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 245 del 25 ottobre 1938.

72. 1938 – R. D. numero 1706 del 30 settembre 1938. Regolamento per il

Servizio Farmaceutico.

73. 1939 – Nella Cassa Pensioni Sanitari (CPS), istituita con la Legge

numero 1035 del 1939, affluiscono i contributi dei medici, veterinari e ufficiali

sanitari dei comuni, dei medici chirurghi dello Stato e delle Province, dei

sanitari delle IPAB e degli Enti parastatali di diritto pubblico (enti morali), dei

primari e, con la Legge numero 1593 del 1962, quelli degli assistenti e aiuti

degli istituti ospedalieri. Il D.P.R. numero 761 del 1979 estende inoltre

l’iscrizione obbligatoria ai sanitari e a tutto il personale dipendente delle A.S.I.

(ex USL).

74. 1939 – La gestione ENPDEP, istituita con Legge numero 1436 del 28

luglio 1939, costituisce una forma di assicurazione sociale vita consistente

nell’erogazione di una indennità economica per morte dell’assicurato o di un

suo familiare a carico. L’iscrizione obbligatoria è estesa a tutti i lavoratori

dipendenti da Enti di diritto pubblico. E’ prevista poi una iscrizione di tipo

facoltativa per i lavoratori dipendenti da altri Istituti pubblici ed Enti morali, in

presenza di accordi intrapresi tra le singole amministrazioni e l’INPDAP.

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75. 1940 – R.D. 1310 del 2 maggio 1940. Determina le attribuzioni delle

infermiere professionali (con l’istituzione del primo mansionario) che

rimarranno in vigore fino al DPR numero 225 del 14 marzo 1974 e delinea la

figura dell’infermiere generico.

76. 1940 – Legge numero 1098 del 19 luglio 1940, articolo 13. Si precisa

che la licenza di puericultrice abilita all’assistenza del bambino sano.

77. 1942 – L’ENPAS, istituita con la Legge numero 22 del 19 gennaio

1942, consiste nel fondo di previdenza per i dipendenti dello Stato ai fini della

buonuscita.

78. 1942 – Legge numero 86 del 19 gennaio 1942, articolo 1.

Fisiokinesiterapista. Corsi biennali di formazione specifica.

79. 1943 – I.N.A.M. – Istituito con Legge numero 138 dell’11 gennaio

1943, assunse la denominazione di INAM con il DLCPS numero 435 del 13

maggio 1947. L’assicurazione obbligatoria contro le malattie era estesa alla

categoria dei lavoratori assunti da privati, da società o da enti. L’assistenza

economica a favore dell’assicurato o delle persone viventi a sua carico

consisteva in un sussidio di malattia. Nel 1974 (Legge numero 386 del 1974) è

stato disposto lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione dell’INAM e

negli anni 1977-1978 (Legge numero 883 del 23 dicembre 1978) con

l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, l’ente è stato soppresso e

liquidato a favore delle Unità Sanitarie Locali.

80. 1943 – Regio Decreto numero 23 del 18 gennaio 1943. L’assistenza ai

dipendenti pubblici in servizio all’estero è erogata ai cittadini italiani

dipendenti dello Stato anche se non pubblici dipendenti.

81. 1943 – Legge numero 455 del 12 aprile 1943. Venne introdotta

l’assicurazione obbligatoria contro la silicosi e l’asbestosi. Il Regolamento

attuativo della Legge numero 455 del 12 aprile 1943 (successivamente

modificata dal D.Lgs numero 648 del 20 marzo 1956) è stato approvato solo

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molti anni dopo con il D.P.R. numero 1169 del 21 luglio 1960 pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 263 del 26 ottobre 1960.

82. 1945 – Decreto Legislativo Luogotenenziale numero 388 del 14 giugno

1945. Riguardante il passaggio dell’Associazione Italiana della Croce Rossa

alle dipendenze dei Ministeri dell’Interno e della Guerra.

83. 1945 – Decreto Legislativo numero 417 del 12 luglio 1945. Approvata

l’organizzazione di un Alto Commissariato per l’Igiene e la Sanità Pubblica.

84. 1945 – Decreto Legislativo Luogotenenziale numero 405 del 17 giugno

1945. Riguardante la riorganizzazione del personale dell’Associazione Italiana

della Croce Rossa.

85. 1945 – Decreto Legislativo Luogotenenziale numero 417 del 12 luglio

1945. Relativo all’ordinamento dell’Alto Commissariato per l’Igiene e per la

Sanità Pubblica.

86. 1945 – Decreto Legislativo Luogotenenziale numero 763 del 5 ottobre

1945. Riguardante la riorganizzazione del personale dell’Associazione Italiana

della Croce Rossa.

87. 1946 – Il World Health-Service (WHO) viene istituito nella Conferenza

Mondiale della Sanità tenutasi a New York il 22 luglio 1946 con il fine di

portare tutti I popoli al più alto livello possibile di salute. L’Organisation

Mondiale de la Santè (OMS) ha sede a Ginevra ma esistono anche Uffici

Regionali.

88. 1946 – Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato numero 233

del 13 settembre 1946. Ricostruzione degli Ordini delle Professioni Sanitarie e

per la disciplina dell’esercizio delle professioni stesse. Ripristino degli Ordini

dei Medici Chirurghi, dei Veterinari e dei Farmacisti. Istituzione dei Collegi

delle Ostetriche. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 241 del 23 ottobre

1946 e ratificato con Legge numero 561 del 17 aprile 1956 (Con le modifiche

apportate dalla Legge numero 15 del 5 gennaio 1955, dalla Legge numero

1027 del 21 ottobre 1957, della Legge numero 362 dell’8 novembre 1991 e dal

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Decreto del Presidente della Repubblica numero 1360 del 10 dicembre 1959).

Testo aggiornato al 9 dicembre 2005.

89. 1947 – Costituzione della Repubblica Italiana. Articolo 32. La

Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interessa

della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere

obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di

legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della

persona umana.

90. 1947 – Viene stipulato il primo Contratto Nazionale di Lavoro per i

dipendenti ospedalieri mettendo fine alle enormi disparità di trattamento

economico sul territorio nazionale.

91. 1948 – Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, 10 dicembre

1948. Riferimenti normativi sul consenso informato al trattamento sanitario.

Inoltre “… ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire

la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo

all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, alle cure mediche e ai servizi

sociali necessari”.

92. 1949 – Codice di Norimberga. Riferimenti normativi sul consenso

informato al trattamento sanitario.

93. 1950 – Legge numero 120 del 13 marzo 1950. Norme relative

all’ordinamento dell’Istituto Nazionale di Assistenza per i Dipendenti da Enti

Locali (I.N.A.D.E.L.)

94. 1950 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 221 del 5 aprile

1950. Approvazione del Regolamento per la esecuzione del Decreto

Legislativo numero 233 del 13 settembre 1946 sulla ricostituzione degli Ordini

delle Professioni Sanitarie e per la disciplina dell’esercizio delle Professioni

stesse. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 112 del 16 maggio 1950,

Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

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95. 1950 – Legge numero 1055 del 28 dicembre 1950. Sono dettate norme in

materia di “Tutela sanitaria delle attività sportive” attraverso la Federazione

Medico-Sportiva Italiana.

96. 1950 – Convenzione per la difesa dei diritti dell’uomo. Riferimenti

normativi sul consenso informato al trattamento sanitario.

97. 1952 – Protocollo aggiuntivo Consiglio d’Europa. Riferimenti normativi

sul consenso informato al trattamento sanitario.

98. 1952 – Legge numero 1967 del 15 novembre 1952. Aumentò il numero

delle lavorazioni morbigene nell’industria portandole da 6 a 40, estese il

termine entro il quale la malattia doveva manifestarsi o insorgere dopo

l’abbandono delle lavorazioni (c.d. periodo massimo di indennizzabilità) ed

eliminò l’elencazione tassativa delle manifestazioni morbose coperte dalla

tutela assicurativa prevista dal Regio Decreto numero 1765 del 17 agosto 1935.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 288 del 12 dicembre 1952.

99. 1953 – Legge numero 62 del 10 febbraio 1953. Sulla costituzione e il

funzionamento degli organi regionali.

100. 1954 – Legge numero 1049 del 29 ottobre 1954. Istituzione dei Collegi

delle Infermiere Professionali, delle Assistenti Sanitarie Visitatrici e delle

Vigilatrici d’Infanzia. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 262 del 15

novembre 1954. Testo aggiornato al 7 dicembre 2005.

101. 1955 – Disegno di Legge presentato alla Presidenza della Camera dei

Deputati il 26 marzo 1955. Riforma della legislazione vigente per la profilassi

delle malattie veneree. Atti Parlamentari della Camera dei Deputati numero

1545.

102. 1955 – Decreto del Presidente della Repubblica del 27 aprile 1955

(numero 547) a titolo “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”

(G.U. del 12 luglio 1955, numero 158 suppl. ord.). E’ la Legge Base per la

prevenzione degli infortuni sul lavoro in cui si tratta: degli obblighi dei datori

di lavoro e dei lavoratori; delle norme generali di protezione delle macchine e

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dei motori; delle norme particolari di protezione per determinate macchine

mole abrasive; della macchina di fucinatura e stampaggio per urto; delle

macchine utensili per metalli; delle macchine utensili per legno e materiali

affini; delle presse e cesoie; delle macchine per centrifugare e simili; dei

laminatoi, rullatrici, calandre e cilindri; delle gru, argani, paranchi e simili;

degli impianti ed operazioni di saldatura o taglio ossiacetilenica, ossidrica,

elettrica e simili; degli impianti, macchine e apparecchi elettrici; della

protezione contro il contatto accidentale con conduttori ed elementi in

tensione; della protezione contro le sovratensioni, i sovraccarichi di corrente e

le scariche atmosferiche; delle macchine, trasformatori, condensatori,

accumulatori elettrici; delle installazioni elettriche in luoghi dove esistono

pericoli di esplosione o di incendio; delle materie e prodotti corrosivi o aventi

temperature dannose; dei mezzi personali di protezione e soccorso d’urgenza;

della commissione consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e

per l’igiene del lavoro.

103. 1955 – Nascono i Collegi delle Infermiere Professionali, Vigilatrici

d’Infanzia e Assistenti Sanitarie Visitatrici con un Decreto Governativo

dell’ottobre 1954.

104. 1956 – D.P.R. numero 164 del 7 gennaio 1956. Sicurezza sul lavoro.

Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e nelle costruzioni.

Pubblicato sul S.O.G.U. numero 78 del 31 marzo 1956.

105. 1956 – D.P.R. numero 303 del 19 marzo 1956. Igiene sul lavoro.

Impone obblighi particolari riguardo caratteristiche e condizioni dei locali e

degli impianti. Articolo 21: Concernente la difesa contro le polveri. Abrogato

dal TUSL fatta eccezione dell’articolo 64.

106. 1956 – Legge numero 561 del 17 aprile 1956. Ratifica, ai sensi

dell’articolo 6 del Decreto Legislativo Luogotenenziale numero 98 del 19

marzo 1946, di Decreti Legislativi emanati dal Governo durante il periodo

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della Costituente. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 156 del 25

giugno 1956.

107. 1956 – Legge numero 837 del 25 luglio 1956. Riforma della

legislazione vigente per la profilassi delle malattie veneree.

108. 1957 – Nasce in Italia il principio del dovere del medico di comunicare

al paziente ogni informazione necessaria a formare un consenso consapevole

(caso Salvo; paziente rimasto paralizzato dopo aortografia).

109. 1957 – D.P.R. numero 3 del 10 gennaio 1957. Stato giuridico del

personale civile dello Stato (articolo 60). Valutazione delle cariche

incompatibili con la qualifica di dipendente pubblico.

110. 1957 – D.P.R. numero 3 del 10 gennaio 1957. Stato giuridico del

personale civile dello Stato (articolo 16). Affidare nel turno i ricoverati a

personale insufficiente o non competente, pur in caso di grave carenza di

personale, può comportare una responsabilità penale per i vertici aziendali e in

alcuni casi per il coordinatore infermieristico. E’ necessario che il coordinatore

segnali per iscritto a chi di dovere la situazione “formulando le proposte

opportune per rimuovere le difficoltà”. L’abbandono di persone minori o

incapaci rientra nei dettami dell’articolo 591 del Codice Penale e la pena

prevista è da sei mesi a cinque anni di reclusione.

111. 1957 – Trattato di Roma del 25 marzo 1957. Contiene elementi di

legislazione in materia sanitaria.

112. 1957 – Legge 21 ottobre 1957, numero 1027. Modificazioni al D.P.R. 5

aprile 1950, numero 221.

113. 1957 – Nel 1957 due rappresentanti infermieristiche vengono chiamate,

di diritto, a far parte del Consiglio Superiore della Sanità.

114. 1958 – Legge numero 75 del 20 febbraio 1958 (detta Legge Merlin dal

nome della promotrice nonché prima firmataria). Abolizione del regolamento

sulla prostituzione. Dispone la chiusura delle case di prostituzione e prevede le

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pene per gli sfruttatori. Qualora l’offeso sia una persona con handicap la pena è

aumentata da un terzo alla metà.

115. 1958 – Legge numero 93 del 20 febbraio 1958. Viene introdotta

l’assicurazione obbligatoria dei medici contro le malattie e le lesioni causate

dall’azione dei Raggi X e delle sostanze radioattive; venne poi estesa anche ai

tecnici di radiologia dalla Legge numero 1103 del 4 agosto 1965 e con la

Legge numero 313 del 21 marzo 1958 venne introdotta la tutela delle malattie

professionali in agricoltura, anche se per sole 7 tecnopatie. Il Regolamento di

attuazione della Legge 93/58 è stato approvato con D.P.R. numero 1055 del 4

agosto 1960 e la stessa è stata successivamente modificata dalle Leggi 47/68,

68/75 e 251/82. Oltre ai medici ed ai tecnici esposti all’azione dei Raggi X e

sostanze radioattive, sono tutelati gli odontoiatri che fanno uso di apparecchi

radiografici. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 57 del 6 marzo 1958.

116. 1958 – Legge numero 296 del 13 marzo 1958. Costituzione del

Ministero della Sanità. Consentiva al Ministero della Sanità di acquisire le

funzioni sanitarie del Ministero degli Interni e della Direzione Generale di

Sanità stabilendo rapporti diretti con l’organizzazione sanitaria periferica

rappresentata dai medici provinciali e dagli Ufficiali Sanitari. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 90 del 14 aprile 1958.

117. 1958 – Legge numero 313 del 21 marzo 1958. Estensione della tutela

assicurativa contro le malattie professionali al settore dell’agricoltura e delega

al Governo per l’emanazione delle relative norme. Viene introdotta la tutela

delle malattie professionali in agricoltura, anche se per sole 7 tecnopatie.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 91 del 15 aprile 1958.

118. 1959 – Primo Censimento Nazionale degli iscritti agli Albi Professionali.

119. 1959 – Decreto Ministeriale del 2 dicembre 1959. Modalità e tariffe

esami sierologici per l’identificazione e controllo della Lue.

120. 1959 – D.P.R. 10 dicembre 1959, numero 1360. Modificazioni al D.P.R.

5 aprile 1950, numero 221.

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121. 1960 – In America Virginia Henderson pubblica “Basic Principles of

Nursing” in cui sono elencati i presupposti del Nursing.

122. 1961 – Carta Sociale Europea. Riferimenti normativi sul consenso

informato al trattamento sanitario.

123. 1962 – D.P.R. numero 2056 del 27 ottobre 1962. Regolamento di

attuazione della Legge numero 837 del 25 luglio 1956.

124. 1963 – Decreto Ministero della Sanità del 5 novembre 1963. Sono

attribuiti ai NAS questi compiti: vigilare sulla preparazione, produzione e

commercio delle sostanze alimentari e delle bevande; provvedere ad ispezioni,

ogni qualvolta lo ritengano opportuno, negli stabilimenti, depositi, esercizi,

mezzi di trasporto, ecc.; proporre alle autorità sanitarie, centrali e periferiche,

l’adozione dei provvedimenti di competenza; controllare la produzione, il

commercio, la vendita e la pubblicità dei prodotti chimici usati in medicina

umana e veterinaria, dei preparati farmaceutici e galenici, vaccini, virus, sieri e

tossine nonché dei mangimi.

125. 1964 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 185 del 13

febbraio 1964. Misure precauzionali su radioattività ambientale e controllo

fisico degli operatori.

126. 1964 – Piano di Programmazione Quinquennale. A seguito dei lavori

della Commissione per la Programmazione, conclusi con un rapporto del suo

vicepresidente prof. Saraceno, nei primi mesi del 1964, per iniziativa del primo

governo Moro, il ministero del Bilancio, retto allora dall’onorevole Giolitti

(socialista) dette inizio alla preparazione di un progetto di programma

quinquennale per il periodo 1965-1969.

127. 1964 – Regolamento Dispensari Antivenerei Comunali. Approvato dal

Consiglio Comunale il 2 dicembre 1963 e dalla Giunta Provinciale

Amministrativa il 1°giugno 1964, Divisione terza San. Amm., numero

8820/5556. Raccolta dei Regolamenti Comunali; Città di Torino, Servizio

Centrale Consiglio Comunale.

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128. 1965 – Direttiva del Consiglio delle Comunità Europee 60/65/CEE del

26 gennaio 1965. Ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari

ed amministrative relative alle specialità medicinali. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 22 del 9 febbraio 1965.

129. 1965 – La Federazione dei Collegi IPASVI indice il suo primo

Congresso Nazionale a Roma (al Palazzo degli Uffici dell’EUR, dal 31 maggio

al 2 giugno) con un discorso di apertura dell’allora presidente Laura Sterbini

Gaviglio.

130. 1965 – DPR numero 775 del 1965. Presso l’Università di Stato di Roma

viene istituita la Scuola Diretta a Fini Speciali per Dirigenti dell’Assistenza

Infermieristica.

131. 1965 – D.P.R. numero 1124 del 30 giugno 1965. Approvato il Testo

Unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni

sul lavoro e le malattie professionali (Allegati numero 4 e numero 5) e

dell’elenco delle malattie professionali per le quali i medici hanno l’obbligo di

denuncia, ai sensi dell’articolo 139 del medesimo Testo Unico. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 257, Supplemento Ordinario, del 13 ottobre

1965.

132. 1965 – Legge numero 1103 del 4 agosto 1965. Regolamentazione

giuridica dell’esercizio dell’arte ausiliaria sanitaria di tecnico di radiologia

medica. Assicurazione obbligatoria dei medici contro le malattie e le lesioni

causate dall’azione dei Raggi X e delle sostanze radioattive viene estesa anche

ai tecnici di radiologia. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 247 del 1°

ottobre 1965.

133. 1965 – D.P.R. numero 1156 del 3 settembre 1965. Prevede

esplicitamente la possibilità legale di prelevare la parte da cadavere a scopo di

trapianto.

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134. 1966 – Rapporto numero 347 del 1966 in cui l’OMS fissa, per la prima

volta, la funzione specifica dell’infermiere ed in cui vengono affermati i

principi enunciati dalla teorica Virginia Henderson nel 1955.

135. 1967 – Legge numero 458 del 26 giugno 1967. “Trapianto di rene tra

persone viventi”. Afferma l’articolo 1: “In deroga al divieto di cui all’articolo 5

del Codice Civile, è ammesso disporre a titolo gratuito del rene al fine del

trapianto tra persone viventi. La deroga è consentita ai genitori, ai figli, ai

fratelli germani o non germani del paziente che siano maggiorenni (…). Solo

nel caso che il paziente non abbia i consanguinei di cui al precedente comma o

nessuno di essi sia idoneo o disponibile la deroga può essere consentita anche

per altri parenti e per donatori estranei”.

136. 1967 – Direttiva 67/548/CEE del 27 giugno 1967. DSD (Dangerous

Substances Directive). Prima Direttiva o Direttiva Madre relativa alla

classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose. Verrà abrogata

definitivamente il 1 giugno 2015.

137. 1967 – Legge 584 del 13 luglio 1967. Riconoscimento del diritto a una

giornata di riposo dal lavoro al donatore di sangue dopo il salasso per

trasfusione e la corresponsione della retribuzione.

138. 1967 – Legge 592 del 14 luglio 1967. Raccolta, conservazione e

distribuzione del sangue umano. Abrogata dalla Legge 107/90.

139. 1967 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero

1950 del 25 luglio 1967. Il consenso informato è il presupposto di legittimità

del trattamento medico.

140. 1967 – Legge numero 685 del 27 luglio 1967. Approvato il Piano di

Sviluppo economico per il quinquennio 1966-1970 con un capitolo dedicato ai

problemi della sicurezza sociale.

141. 1967 – A Strasburgo viene siglato l’Accordo Europeo “sull’istruzione e

la formazione delle Infermiere”. L’Italia aderisce apponendo la firma il 15

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settembre 1968 con riserva della ratifica del Parlamento che arriverà nel 1973

con la Legge numero 795.

142. 1967 – D.P.R. numero 1518 del 1967. Caratterizza le funzioni del

medico scolastico in base agli articoli 22 e seguenti.

143. 1968 – Legge numero 132 del 12 febbraio 1968 (Legge Mariotti) –

“Enti ospedalieri e assistenza ospedaliera”. Articolo 39. Attribuisce una

configurazione giuridica uniforme a un insieme eterogeneo di organismi che

gestiscono forme di assistenza ospedaliera. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 68 del 12 marzo 1968.

144. 1968 – Legge numero 108 del 17 febbraio 1968. Norme per la elezione

dei consigli regionali delle Regioni a statuto ordinario e, con la Legge numero

281 del 16 maggio 1970, furono approvati “i provvedimenti finanziari per

l’attuazione delle Regioni a statuto ordinario”. Pubblicato sulla Gazzetta

Ufficiale numero 61 del 6 marzo 1968.

145. 1968 – Decreto Ministeriale del 14 marzo 1968. Rivede il D.P.R.

numero 2056 del 27 ottobre 1962.

146. 1968 – Legge numero 159 del 2 aprile 1968. Conferma la legittimità dei

prelievi di parti di cadavere precisando con maggiori particolari le condizioni.

147. 1968 – Legge 431 del 1968 (Legge Mariotti). Per la prima volta il

“malato di mente” è una persona con una malattia al pari delle altre. Possibilità

di trasformare il ricovero coatto in volontario, previo accertamento del

consenso della persona.

148. 1968 – Legge numero 482 del 2 aprile 1968. Disciplina generale delle

assunzioni obbligatorie presso le Pubbliche Amministrazioni e le Aziende

Private. Su Gazzetta Ufficiale numero 109 del 30 aprile 1968.

149. 1969 – D.P.R. numero 128 del 27 marzo 1969. “ Ordinamento interno

dei servizi ospedalieri “ per il calcolo della necessità di assistenza diretta in cui

si afferma che “la dotazione organica del personale sanitario ausiliario deve

assicurare un tempo minimo di assistenza effettiva per malato nelle 24 ore e

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deve prevedere: 1 caposala, 1 infermiere professionale sempre presente in ogni

sezione nelle 24 ore e, inoltre, un adeguato numero di infermieri professionali e

generici”. Si definisce la posizione gerarchica dell’infermiere dirigente alle

dirette dipendenze del direttore sanitario (art. 44) e della caposala alle

dipendenze del primario (art. 41). Articoli 2 – 41 – 44. Ordinamento sulla

gestione, da parte degli enti ospedalieri, dei dispensari. In particolare l’articolo

14 afferma che “è affidato al medico di guardia il giudizio sulla necessità del

ricovero e sulla destinazione del malato (sesto comma); tuttavia il medesimo

sanitario non può rifiutare il ricovero, qualora ne abbia accertata la necessità

(ottavo comma)” e, quando manchino i posti letto o sia comunque impossibile

il ricovero presso lo stesso ospedale è lo stesso medico di guardia che

“apprestati gli eventuali interventi di urgenza”, deve assicurare “a mezzo di

propria autoambulanza e, se necessario, con adeguata assistenza medica, il

trasporto dell’infermo in altro ospedale (ottavo comma)”. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 104 del 23 aprile 1969, S.O.

150. 1969 – D.P.R. numero 129 del 27 marzo 1969. Ordinamento interno dei

servizi di assistenza delle cliniche e degli istituti universitari di ricovero e cura.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 104 del 23 aprile 1969, S.O.

151. 1969 – D.P.R. numero 130 del 27 marzo 1969. Stato giuridico dei

dipendenti degli enti ospedalieri. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

104 del 23 aprile 1969, Supplemento Ordinario.

152. 1969 – DPR numero 696 del 1969. Decreta l’istituzione della Seconda

Scuola per DAI presso l’Università Cattolica del “Sacro Cuore” a Roma.

153. 1970 – Legge numero 281 del 16 maggio 1970. Assicura alle Regioni il

sostegno finanziario. Si affida al Governo l’obbligo di emanare entro due anni

dei Decreti Delegati per il passaggio di funzioni e personale statali alle

Regioni.

154. 1970 – Legge numero 300 del 20 maggio 1970. Norme per la Tutela

della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività

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sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento (Statuto dei

Lavoratori). In particolare l’articolo 7 cita: “ Le norme disciplinari relative alle

sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna di esse può essere

applicata ed alle procedure di contestazione delle stesse, devono essere portate

a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti.

Esse devono applicare quanto in materia è stabilito da accordi e contratti di

lavoro ove esistano. Il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento

disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente

contestato l’addebito e senza averlo sentito a sua difesa. (…) In ogni caso, i

provvedimenti disciplinari più gravi del rimprovero verbale non possono essere

applicati prima che siano trascorsi cinque giorni dalla contestazione per iscritto

del fatto che vi ha dato causa”. Diritto dei lavoratori di controllare direttamente

l’applicazione delle norme preventive e di promuovere e attuare misure idonee

a tutelare la salute e l’integrità fisica. Testo aggiornato con le modifiche

apportate dalla Legge numero 92 del 28 giugno 2012.

155. 1970 – Il 7 giugno 1970 hanno luogo in Italia le prime elezioni

regionali. Il nuovo ordinamento ha piena attuazione l’1 aprile 1972.

156. 1971 – Legge Quadro numero 118 del 30 marzo 1971. Riconosce

l’esistenza dell’handicap anche in età superiore ai 18 anni (per cause

sopraggiunte, che non siano solo di guerra o di lavoro), e il diritto del disabile a

pensioni e assegni. Identifica il Terapista della riabilitazione.

157. 1971 – Legge 124. Si abolisce l’internato obbligatorio nella Scuola

Convitto e si concede l’accesso al diploma di infermiere anche agli uomini. Si

riduce l’età minima a 17 anni e, dall’Anno Accademico 1973/1974, il livello

culturale per l’ammissione è di 5 anni post-elementare.

158. 1971 – Legge numero 403 del 19 maggio 1971. Massofisioterapista.

Corso triennale di formazione specifica.

159. 1971 – Regolamento (CEE, Euratom) numero 1182/71 del Consiglio del

3 giugno 1971. Norme applicabili ai periodi di tempo, alle date e ai termini.

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160. 1971 – Direttive Ministero della Sanità del 18 giugno 1971. Direttive

tecniche per la determinazione dei requisiti del sangue umano e dei suoi

derivati, dei sieri reattivi emodiagnostici e per le apparecchiature per la

trasfusione.

161. 1971 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 1256 del 24

agosto 1971. Regolamento per l’esecuzione della Legge numero 592 del 14

luglio 1967 concernente la raccolta, conservazione e distribuzione del sangue

umano.

162. 1971 – Legge numero 1099 del 26 ottobre 1971. La tutela sanitaria delle

attività sportive è affidata alle Regioni. Si estende tale protezione (articolo 2) a

“chiunque intende svolgere o svolge attività agonistico-sportive” attraverso

l’accertamento obbligatorio, con visite mediche di selezione e di periodico

controllo dell’idoneità generica e dell’attitudine. Stabilisce la natura e l’illiceità

del “doping” con previsione delle ipotesi delittuose connesse, delle sanzioni

penali, delle modalità relative agli eventuali accertamenti.

163. 1971 – Legge numero 1204 del 30 dicembre 1971. Tutela delle

lavoratrici madri (art. 7 – 16 – 17 – 39 – 41 – 54 e 56 T.U.). Con questa

normativa, da integrare con altre direttive del Parlamento italiano a difesa della

donna e dei fanciulli, vengono approvati vari articoli sulla tutela delle

lavoratrici madri (articolo numero 2, 3, 4, 7 e 10).

164. 1972 – D.P.R. numero 4 del 14 gennaio 1972. Trasferimento alle

Regioni a statuto ordinario delle funzioni amministrative in materia di

assistenza sanitaria ed ospedaliera e dei relativi personali e uffici.

165. 1972 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. I, numero 45 del

19 gennaio 1972. Sull’abuso dei mezzi di contenzione o sui maltrattamenti.

“Non può parlarsi di abuso di mezzi di correzione quando sia stato adoperato

per fine correttivo o disciplinare un mezzo non consentito, sia per la sua natura

che per la sua potenzialità, quale può essere una cinghia di cuoio, i cui violenti

colpi abbiano prodotto al soggetto passivo, pur meritevole di castigo, lesioni

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personali da cui derivò malattia per la durata di giorni 35. In tal caso il fatto

integra il reato di lesioni volontarie”. L’utilizzo dei diversi mezzi e tipi di

contenzione può essere consentito nei casi in cui si prefiguri uno stato di

necessità, come previsto dall’articolo 54 del Codice Penale.

166. 1972 – Direttive Ministero della Sanità del 17 febbraio 1972. Compiti e

funzioni nel Centro Nazionale per la trasfusione di sangue. Pubblicate nella

Gazzetta Ufficiale numero 60 del 3 marzo 1972.

167. 1972 – Decreto Ministero della Sanità del 15 settembre 1972. Disciplina

dell’importazione e dell’esportazione del sangue umano conservato e dei suoi

derivati per uso terapeutico, profilattico e diagnostico. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 258 del 2 ottobre 1972.

168. 1972 – D.P.R. numero 642 del 26 ottobre 1972. Disciplina dell’imposta

di bollo.

169. 1972 – La formazione infermieristica passa dalla competenza statale a

quella regionale in attuazione dell’articolo 117 della Costituzione.

170. 1973 – Decreto Ministeriale numero 17 del 18 aprile 1973. Adottata la

prima tabella di patologie per le quali è obbligatoria la denuncia.

171. 1973 – Legge numero 795 del 15 novembre 1973. Ratifica ed

esecuzione dell’Accordo Europeo sull’istruzione e formazione delle

infermiere, adottato a Strasburgo il 25 ottobre 1967. Recepisce l’accordo di

Strasburgo del 25 ottobre 1967 in cui vengono stabilite le funzioni

dell’infermiere ed il suo standard formativo triennale e, per l’accesso, viene

previsto il decimo anno di scolarità. Quindi la durata del corso viene portata a

tre anni e il titolo è equiparato a livello europeo. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 325 del 19 dicembre 1973. Testo aggiornato al 15 dicembre

2005.

172. 1973 – Sentenza Corte Costituzionale numero 166 del 22-28 novembre

1973. “….. solo la colpa grave e cioè quella derivante da errore inescusabile

….. possa rilevare ai fini della responsabilità penale. Siffatta esenzione o

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limitazione di responsabilità …. Non conduce a dover ammettere che accanto

al minimo di perizia richiesta basti pure un minimo di prudenza e diligenza …..

Mentre nella prima l’indulgenza del giudizio è proporzionata alle difficoltà del

compito, per le altre due forme di colpa ogni giudizio non può che essere

improntato a criteri di normale severità”.

173. 1974 – Decreto del Ministero della Sanità del 10 febbraio 1974 e

normative regionali. Terapista della riabilitazione.

174. 1974 – DPR numero 225 del 14 marzo 1974. Modifica al Regio Decreto

numero 1310 del 2 maggio 1940 sulle mansioni degli infermieri professionali e

infermieri generici (abrogato).

175. 1974 – “Nasce” il “mansionario”, con il D.P.R 225 (228), che modifica

le precedenti norme del 1940 per cui l’infermiere non “esegue” ma

“programma” promuovendo iniziative, non “dipende” ma “coordina”.

Definisce il campo delle attività e delle competenze degli Infermieri e vengono

previste nuove attività quali: l’organizzazione, la promozione e l’attuazione di

piani di lavoro; l’istruzione del personale; la partecipazione a riunioni di

gruppo e alla ricerca. Esso elenca all’articolo 2 le attività consentite

all’infermiere professionale in autonomia o su delega del medico.

176. 1974 – Legge numero 256 del 29 maggio 1974. Classificazione,

etichettatura e imballaggio di sostanze pericolose.

177. 1974 – Decreto Legislativo numero 264 dell’8 luglio 1974 (convertito

nella Legge numero 386 del 17 agosto 1974). Vengono fissate norme per

l’estinzione dei debiti degli Enti mutualistici nei confronti degli Enti

ospedalieri, il finanziamento della spesa ospedaliera e l’avvio della Riforma

Sanitaria.

178. 1974 – Il 31 luglio 1974 il Consiglio dei Ministri approva un primo

schema di Riforma Sanitaria, tenendo conto anche dell’ordinamento regionale.

179. 1974 – Legge numero 386 del 17 agosto 1974. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto Legge numero 264 dell’8 luglio 1974 recante

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norme per l’estinzione dei debiti degli enti mutualistici nei confronti degli enti

ospedalieri, il finanziamento della spesa ospedaliera e l’avvio della riforma

sanitaria. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 225 del 29 agosto 1974.

180. 1974 – DPR numero 878 del 1974. Stabilisce la nascita della Scuola per

DAI presso l’Università di Stato di Milano.

181. 1975 – Legge numero 148 del 18 aprile 1975. Sono emanate direttive in

materia di assunzione del personale sanitario ospedaliero, di tirocinio pratico,

di servizio del personale medico, di dipartimenti.

182. 1975 – Direttiva del Consiglio delle Comunità Europee numero

75/319/CEE del 20 maggio 1975. Ravvicinamento delle disposizioni

legislative, regolamentari ed amministrative relative alle specialità medicinali.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 147 del 9 giugno 1975.

183. 1975 – D.P.R. numero 482 del 9 giugno 1975. Modificazioni e

integrazioni alle tabelle delle malattie professionali nell’industria e

nell’agricoltura allegati numero 4 e 5 al Decreto del Presidente della

Repubblica numero 1124 del 30 giugno 1965. Ha elevato il numero delle

tecnopatie a 49 nel settore industriale e a 21 in quello agricolo (mantenendo

immodificata la struttura delle tabelle di cui alle Leggi numero 1967 del 1952 e

numero 313 del 1958 e confermando implicitamente i principi caratteristici del

sistema, tra i quali in particolare la tassatività della lista). Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 269 del 9 ottobre 1975.

184. 1975 – Legge Regionale numero 88 del 12 giugno 1975.

Regolamentazione delle attività di trattamento profilattico e sintomatico

domiciliare dell’emofiliaco. Pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione

Lombardia, 1° Supplemento al numero 24, Serie Ordinaria del 12 giugno 1975.

185. 1975 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero

2439 del 18 giugno 1975. Il consenso informato è il presupposto di legittimità

del trattamento medico.

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186. 1975 – Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975. Detta la “Disciplina

dell’accesso alle singole attività sportive (età, sesso, visite obbligatorie)”.

187. 1975 – Decreto Ministeriale del 5 luglio 1975. Recante gli “Elenchi

delle sostanze capaci di modificare le energie naturali degli atleti nonché le

modalità di prelievo dei liquidi biologici ed i relativi metodi di analisi”.

188. 1975 – Legge numero 405 del 29 luglio 1975. Istituisce i Consultori

Familiari, tenendo anche conto della precedente esperienza in materia

realizzata dall’OMNI (sciolta con Legge numero 698 del 23 dicembre 1975).

189. 1975 – D.P.R. del 13 ottobre 1975 in cui si modifica l’ordinamento delle

scuole ed i relativi programmi dei corsi portando a conoscenza il processo di

nursing come metodo razionale da utilizzare nell’assistenza e fondato sul

“problem solving”.

190. 1975 – Legge numero 584 dell’11 novembre 1975. Divieto di fumare

nei locali pubblici.

191. 1975 – Legge numero 644 del 2 dicembre 1975. “Disciplina dei prelievi

di parti di cadavere a scopo di trapianto terapeutico e norme sul prelievo

dell’ipofisi da cadavere a scopo di produzione di estratti a scopo terapeutico”.

192. 1975 – Legge numero 685 del 22 dicembre 1975. Disciplina degli

stupefacenti e sostanze psicotrope. Prevenzione, cura e riabilitazione dei

relativi stati di tossicodipendenza. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero

342 del 30 dicembre 1975.

193. 1975 – Legge numero 698 del 23 dicembre 1975. Scioglimento

dell’OMNI.

194. 1976 – DPR numero 1026 del 25 novembre 1976. Regolamento di

attuazione della Legge numero 1204/71 in cui si riportano i lavori pericolosi,

faticosi e insalubri vietati durante la gravidanza e alcuni fino al 7° mese dopo il

parto cosi come nel DPR numero 432/76; del D.Lgs numero 345/99; del

D.Lgs. numero 262/00; del DPR numero 303/56; del D Lgs. numero 277/91;

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del D. Lgs. numero 626/94; DPR numero 1124/65; D. Lgs. numero 336/94; D.

Lgs. numero 230/95; D. Lgs. numero 241/00.

195. 1977 – DPR numero 616 del 24 aprile 1977. Con questo Decreto,

emanato in base alla delega prevista dall’articolo 1 della Legge numero 382 del

22 luglio 1975, si completa il processo di trasferimento delle funzioni

amministrative dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario per settori organici

di materie, insieme agli uffici e al personale, anche con integrazioni ai decreti

emanati in base alla legge finanziaria regionale. Il titolo III del DPR numero

616/1977 è dedicato ai servizi sociali.

196. 1977 – D.P.R. numero 409 del 16 giugno 1977. “Regolamento di

esecuzione della Legge numero 644 del 2 dicembre 1975”. Disciplina dei

prelievi di parti di cadavere. Presso l’Istituto Superiore di Sanità devono

diventare operativi il Centro Nazionale di Riferimento e la Consulta Tecnica

Permanente di cui all’articolo 14 della Legge 644/1975 e all’articolo 13 del

DPR numero 409/1977.

197. 1977 – Sentenza del Tribunale di Napoli del 17 giugno 1977. Le indagini

appurarono che il ricorso al letto di contenzione non era giustificato da alcun

interesse terapeutico o con scopi di tutela del paziente, bensì al solo esclusivo

scopo di garantire sonni tranquilli “ai sanitari e alle vigilatrici”. Spesso tale

pratica era attuata a tutti i pazienti del manicomio durante le ore notturne. Non

era un caso, ovviamente, che di tali trattamenti non rimanesse alcuna traccia

nelle cartelle cliniche.

198. 1977 – Legge numero 349 del 29 giugno 1977. Norme transitorie per il

trasferimento alle Regioni delle funzioni già esercitate dagli enti mutualistici e

per la stipulazione delle convenzioni uniche per il personale sanitario in

relazione alla riforma sanitaria. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 177

del 30 giugno 1977.

199. 1977 – D.P.R. numero 147/77. Classificazione, etichettatura e

imballaggio di sostanze pericolose.

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200. 1977 – Legge numero 517 del 1977. Organizzazione scolastica

201. 1977 – Legge numero 903 del 9 dicembre 1977. Parità di trattamento tra

uomini e donne in materia di lavoro e lavoro notturno (art. 53 T.U.).

202. 1978 – Legge numero 180 del 13 maggio 1978. “Accertamenti e

trattamenti sanitari volontari e obbligatori” più conosciuta come “Legge

Basaglia”. Nuovi criteri d’intervento in tema di salute mentale e chiusura degli

ospedali psichiatrici. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 133 del 16

maggio 1978. In seguito inserita nella Legge numero 833 del 23 dicembre

1978 che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale.

203. 1978 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 11321 del 29 marzo

1978. La responsabilità di mancato consenso informato indipendentemente

dalla riuscita del trattamento. La responsabilità del sanitario e, di riflesso, della

struttura per cui agisce è di natura contrattuale.

204. 1978 – Legge numero 118 del 30 marzo 1978. Gli anziani disabili che si

trovano nella impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un

accompagnatore o che necessitano di un’assistenza continua essendo incapaci

di compiere gli atti quotidiani della vita, a domanda, hanno diritto di percepire

un’indennità economica di accompagnamento.

205. 1978 – Sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere del 9

maggio 1978. Rispondono del reato di violenza privata aggravata il direttore e

gli agenti di custodia di manicomio giudiziario che attraverso l’uso

indiscriminato, da loro disposto, accettato e comunque non impedito di

psicofarmaci nonché del letto di contenzione abbiano, in assenza dei

presupposti previsti espressamente da disposizioni di legge, costretto numerosi

ricoverati a subire la relativa limitazione di libertà.

206. 1978 – Legge numero 194 del 22 maggio 1978. Norme per la tutela

sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza.

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 140 del 22 maggio 1978. E’ la

Legge italiana sulla IVG (generalmente citata come “la 194”) con la quale sono

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venuti a cadere i reati previsti dal titolo X del libro II del Codice Penale con

l’abrogazione degli articoli dal 545 al 555, oltre alle norme di cui alle lettere b)

ed f) dell’articolo 103 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie. La 194 consente

alla donna, nei casi previsti dalla Legge, di poter ricorrere alla IVG in una

struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione

di appartenenza) nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è

possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica.

207. 1978 – I Consultori Familiari nascono, formalmente, con la Legge 405

del 1975 ma sono stati effettivamente istituiti con tempi e modalità diverse

nella varie Regioni. In Sicilia sono stati istituiti dalla Legge Regionale numero

21 del 24 luglio 1978 e regolamentati altresì con tutta una serie di norme

attuative, decreti, circolari e convenzioni che ne determinano concretamente il

funzionamento.

208. 1978 – Dichiarazione di Alma Ata. Sviluppo dell’Assistenza Sanitaria

Primaria. International Conference on Primary Health Care, Alma Ata (1978).

La Dichiarazione ribadisce con forza che la salute è un diritto fondamentale e

riafferma che il maggior livello di salute possibile è un risultato sociale

estremamente importante in tutto il mondo, la cui realizzazione richiede il

contributo di settori diversi: economici e sociali, nonché sanitario. Alma Ata,

URSS. Dal 6 al 12 settembre 1978.

209. 1978 – Legge numero 833 del 23 dicembre 1978. Legge di Riforma

Sanitaria a titolo “Istituzione del Servizio Nazionale”. Riforma Sanitaria

(Comuni titolari delle risorse. Abolizione Enti Ospedalieri. Abolizione delle

Mutue. Tutte le attività sanitarie alle USL. Prevenzione. Cura. Riabilitazione).

Pur in presenza di altre figure professionali operanti nel SSN, il legislatore ha

voluto sottolineare l’importanza del ruolo dell’infermiere nelle varie forme di

promozione e tutela della salute della popolazione. I suoi principi regolano

l’Universalità, la Gratuità, la Globalità, la Volontarietà (TSO), la

Partecipazione. La sua programmazione avviene con il Piano Nazionale, Piano

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Regionale, Piano Locale. Pone, tra i suoi obiettivi, la formazione professionale

e permanente nonché l’aggiornamento scientifico-culturale del personale del

SSN, inoltre contiene una delega per il Governo per emanare un Decreto sullo

stato giuridico del personale. Le associazioni di volontariato possono

concorrere ai fini istituzionali del SSN nei modi e nelle forme stabiliti dalla

presente legge. Con questa normativa, inoltre, è riconosciuto ai cittadini italiani

il diritto di curarsi all’estero. In particolare, ai sensi dell’articolo 6, comma 1,

lettera a), sono riservate allo Stato le funzioni amministrative che riguardano

l’assistenza sanitaria ai cittadini italiani all’estero. Prima della Legge 833/1978

(istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale) la materia era disciplinata (in modo

parziale e improprio) dall’articolo 22 del Regolamento CEE 1408/1971 che

prevedeva soltanto per il lavoratore dipendente o autonomo (il requisito dello

status era essenziale e coerente con il regime mutualistico di quel periodo) il

diritto di ricevere prestazioni dall’istituzione competente nel Paese

comunitario. Ha determinato una nuova disciplina dell’igiene del lavoro e ha

distribuito la relativa competenza tra Stato, Regioni, Province, Comuni e USL.

Votano contrari il Movimento Sociale Italiano e il Partito Liberale; si astiene il

Partito Repubblicano Italiano. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale, S.O., numero

360 del 28 dicembre 1978.

210. 1978 – D.P.R. numero 384 del 1978. Barriere architettoniche.

211. 1978 – Legge numero 845 del 1978. Formazione professionale.

212. 1979 – Legge numero 38 del 9 febbraio 1979 (e successive integrazioni e

modificazioni). L’assistenza ai cittadini italiani all’estero è erogata, inoltre, agli

esperti, ai tecnici e al personale di cui agli articoli 17, 18, 21, 26 e 33 della

Legge, sulla cooperazione con i Paesi in via di sviluppo

213. 1979 – Sentenza del Tribunale di Milano del 4 aprile 1979. Il Giudice

non può prendere posizione in ordine al problema se la contenzione meccanica

dei malati non sia scientificamente ammissibile in alcun caso oppure se, in

alcune limitate evenienze e con tutte le dovute cautele essa possa essere

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praticata come estremo rimedio e come male minore … Non si ritiene infatti

legittimo che un organo dello Stato si pronunci, in ragione esclusiva della

propria autorità, su una discussione ancora aperta tra gli studiosi …”.

214. 1979 – D.P.R. numero 761 del 20 dicembre 1979. “Stato giuridico del

personale delle Unità Sanitarie Locali”. Gli infermieri confluiti nel SSN sono

inseriti in livelli funzionali in base ai loro profili professionali;

l’aggiornamento è ritenuto obbligatorio. Di fatto gli infermieri cessano, per

legge, di essere considerati “personale sanitario ausiliario”. In particolare

l’articolo 26: Disciplina del rapporto, svolgimento di mansioni superiori,

trattamento economico superiore, attribuzione formale dell’incarico, necessità,

mancanza, infondatezza della pretesa di adeguamento economico. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 45 del 15 febbraio 1980, Supplemento

Ordinario. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

215. 1979 – Decreto Legislativo numero 663 del 30 dicembre 1979

(convertito, con modificazioni, in Legge numero 33 del 29 febbraio 1980).

L’assistenza sanitaria di base, inclusa quella che riguarda la tutela sanitaria

delle attività sportive, è assicurata a tutti i cittadini in condizione di uniformità

e di uguaglianza.

216. 1980 – Legge numero 18 dell’11 febbraio 1980. Gli anziani disabili che

si trovano nella impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un

accompagnatore o che necessitano di un’assistenza continua essendo incapaci

di compiere gli atti quotidiani della vita, a domanda, hanno diritto di percepire

un’indennità economica di accompagnamento. L’indennità di

accompagnamento (concessa prima solo a ciechi o a grandi invalidi di guerra)

viene estesa agli inabili definiti “gravissimi”.

217. 1980 – Istituzione USL. (Regione Campania numero 61 USL).

218. 1980 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 5296 del 1980.

Secondo il costante indirizzo giurisprudenziale il valore probatorio di atto

pubblico della cartella clinica va, peraltro, attribuito “alle attività espletate nel

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corso di una terapia o di un intervento”. Nessuno, fatta salva l’ipotesi di

querela di falso, potrà sostenere circostanze non riportate nella cartella clinica.

219. 1980 – Legge Regionale numero 80 del 7 giugno 1980. Costituzione del

Consorzio Regionale Emoderivati. Pubblicata nel Bollettino Ufficiale della

Regione Lombardia, 3° Supplemento Ordinario al numero 24 dell’11 giugno

1980.

220. 1980 – “Accordo Nazionale Unico di lavoro per il personale

ospedaliero” firmato il 24 giugno 1980 (triennio 1 luglio 1979 – 30 giugno

1982).

221. 1980 – D.P.R. numero 681 del 31 luglio 1980. In base al D.P.R. numero

681 l’assistenza sanitaria ai cittadini italiani all’estero, e ai loro familiari, è

garantita dallo Stato (Ministero della Sanità) per l’intero periodo della loro

permanenza fuori dal territorio italiano, anche in Paesi non tutelati da accordi

internazionali di sicurezza sociale.

222. 1980 – Il Ministero della Sanità presenta al Senato il 1° Piano Sanitario

Nazionale 1981 – 1983. Il Piano include il Progetto-Obiettivo: “Tutela della

salute degli anziani”.

223. 1980 – Legge numero 905 del 18 dicembre 1980. Diritto di stabilimento

e libera prestazione dei servizi da parte degli infermieri professionali cittadini

degli Stati membri della Comunità Economica Europea. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 1 del 2 gennaio 1981. Testo aggiornato al 15

dicembre 2005.

224. 1981 – Nel Rapporto del Comitato Consultivo per la Formazione nel

campo dell’Assistenza Infermieristica della CEE (28/29 aprile 1981) sono

definite le funzioni dell’infermiere in cui, tra l’altro, si dice che “è globalmente

responsabile nei confronti del paziente, relativamente alla prestazione delle

cure, alla promozione della salute e dell’educazione sanitaria, alla prevenzione

ed alla identificazione dei bisogni e degli interventi da attuare”.

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225. 1981 – D.P.R. numero 927/81. Classificazione, etichettatura e

imballaggio di sostanze pericolose.

226. 1981 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, del 6 giugno 1981.

“ ….. nel caso del medico specialista, in considerazione della acquisita

specializzazione, si deve richiedere con maggiore severità l’uso della massima

prudenza e diligenza”.

227. 1981 – Legge numero 689 del 24 novembre 1981. Modifiche al Sistema

Penale. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 329 del 30 novembre 1981,

Supplemento Ordinario.

228. 1982 – Bozza di piattaforma della Federazione Unitaria della Sanità per

il contratto di lavoro (triennio 1 gennaio 1982 – 31 dicembre 1984).

229. 1982 – Decreto Ministeriale del 30 gennaio 1982. Normativa

concorsuale del personale delle Usl in applicazione dell’articolo 12 del DPR

numero 761 del 20 dicembre 1979. Sostituito dal DPR numero 220 del 27

marzo 2001 a titolo “Regolamento recante disciplina concorsuale del personale

non dirigenziale del SSN”.

230. 1982 – Decreto Ministeriale del 18 febbraio 1982. Interventi in materia

di tutela sanitaria dell’attività sportiva agonistica.

231. 1982 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 162 del 10

marzo 1982. Terapista della riabilitazione, Tecnico fisioterapista della

riabilitazione e Terapista della riabilitazione dell’apparato motore. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 105 del 17 aprile 1982. Testo aggiornato al 9

dicembre 2005.

232. 1982 – DPR numero 162 del 19 marzo 1982. Riordino delle scuole

dirette ai fini speciali, delle scuole di specializzazione e dei corsi di

perfezionamento. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 105 del 17 aprile

1982. Testo aggiornato al 9 dicembre 2005.

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233. 1982 – Legge numero 164 del 14 aprile 1982. Il Parlamento detta norme

in materia di rettificazione di attribuzione di sesso. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 106 del 19 aprile 1982.

234. 1982 – Decreto Ministeriale del 22 ottobre 1982. Interventi in materia di

tutela sanitaria dei giocatori di calcio.

235. 1983 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. VI, numero 1451

del 16 febbraio 1983. Sull’abuso dei mezzi di contenzione o sui maltrattamenti.

“Per la configurabilità del reato previsto dall’articolo 571 c.p. è necessario che

l’azione posta in essere dal soggetto attivo trascenda i limiti di un potere

correttivo o disciplinare effettivamente spettante al soggetto medesimo”.

236. 1983 – Decreto Ministeriale del 28 febbraio 1983. Interventi in materia

di tutela sanitaria dell’attività sportiva non agonistica.

237. 1983 – In data 24 marzo 1983 il Tribunale Civile e Penale di Torino ha

pronunciato sentenza nella causa penale contro gli infermieri in turno (e per le

loro specifiche responsabilità) perché, in concorso tra loro, cagionavano, per

colpa, cioè per negligenza, imprudenza, imperizia ed inosservanza di leggi,

regolamenti, ordini e discipline, la morte di un paziente, ricoverato presso

l’Istituto di Riposo per la Vecchiaia di Torino, dopo che lo stesso paziente

cadde, nottetempo, entro una fossa esterna all’edificio e corrispondente

all’intercapedine esistente tra l’edificio medesimo ed il giardino dell’istituto.

238. 1983 – Legge Quadro numero 93 del 29 marzo 1983. Pubblico Impiego.

Definizione dei criteri sull’organizzazione del lavoro. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 93 del 6 aprile 1983.

239. 1983 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 4320 del

12 maggio 1983. “ ….. sono sufficienti anche solo poche probabilità di

successo di un immediato o sollecito intervento chirurgico, sussistendo, in

difetto, il nesso di causalità qualora un siffatto intervento non sia stato

possibile a causa dell’incuria del sanitario che ha visitato il paziente”.

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240. 1983 – Circolare numero 57 del 22 giugno 1983 del Ministero della

Sanità “Usi della formaldeide – Rischi connessi alle possibili modalità di

impiego”.

241. 1983 – DPR numero 348 del 25 giugno 1983. “Norme risultanti dalla

disciplina prevista dagli accordi per il trattamento economico del personale

delle Unità Sanitarie Locali”. Note per il primo contratto unico della Sanità. Si

precisa, anche, che il medico reperibile è tenuto a recarsi prontamente presso il

reparto ospedaliero di pertinenza nel momento in cui il sanitario di turno ne

sollecita la presenza, con possibilità, ovviamente anche di optare per una linea

operativa difforme da quella del collega, ma solo con una scelta che è possibile

solo dopo una visita diretta del paziente. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 197 del 20 luglio 1983.

242. 1983 – Decreto Ministeriale del 15 settembre 1983. Interventi in materia

di tutela sanitaria dell’attività dei ciclisti professionisti.

243. 1983 – Sentenza della Corte di Cassazione del 4 novembre-15 dicembre

1983 – Caso in cui un paziente decede in corso di intervento chirurgico perché

risultavano scambiati i tubi che somministravano ossigeno e protossido di

azoto. La Corte di Cassazione ha ritenuto responsabile sia il medico anestesista

che prima dell’intervento è tenuto al controllo ed alla sorveglianza delle

apparecchiature e che non vi siano difetti di funzionamento sia gli infermieri

professionali, anche se non specializzati in anestesia, che erano destinati alle

mansioni specifiche degli specializzati in anestesia (preparazione, controllo e

sorveglianza delle apparecchiature). La Cassazione ha ritenuto la loro

responsabilità in concorso per l’omicidio colposo anche se l’inversione dei tubi

portanti il gas citato era stata materialmente effettuata da altri. In Cassazione

Penale, 1984, pag. 283.

244. 1983 – Legge numero 730 del 27 dicembre 1983, articolo 30

(disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato –

Legge finanziaria 1984). L’articolo 30 precisa: Per l’esercizio delle proprie

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competenze nelle attività di tipo socio-assistenziale, gli enti locali e le Regioni

possono avvalersi, in tutto o in parte, delle Uu.Ss.Ll., facendosi completamente

carico del relativo finanziamento. Sono a carico del Fondo Sanitario Nazionale

gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-

assistenziali. Le Uu.Ss.Ll. tengono separata contabilità per le funzioni di tipo

socio-assistenziale ad esse delegate”. E’ un primo passo verso la realizzazione

dei Progetti-Obiettivi da realizzare anche mediante l’integrazione funzionale e

operativa dei servizi sanitari e dei servizi socio-assistenziali degli enti locali.

245. 1984 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 febbraio

1984. Indirizzi e coordinamento della attività amministrativa delle Regioni in

materia di requisiti minimi di strutturazione, di dotazione strumentale e di

qualificazione funzionale del personale dei Presidi che erogano prestazioni di

diagnostica di laboratorio.

246. 1984 – Decreto Ministeriale del 16 febbraio 1984. Interventi in materia

di tutela sanitaria dell’attività dei pugili professionisti.

247. 1984 – Accordo Santa Sede e Repubblica Italiana del 18 febbraio 1984.

Il 18 febbraio 1984 è siglato tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana un

Accordo che modifica il Concordato Lateranense dell’11 febbraio 1929. In

particolare nell’articolo 11 è specificato che la Repubblica Italiana assicura che

l’appartenenza alle forze armate, alla polizia, o ad altri servizi assimilati, la

degenza in ospedali, case di cura o di assistenza pubbliche, la permanenza

negli istituti di prevenzione e pena non possono dar luogo ad alcun

impedimento nell’esercizio della libertà religiosa e nell’adempimento delle

pratiche di culto dei cattolici.

248. 1984 – Sentenza Pretura di Milano del 16 luglio 1984, Cederna.

L’asbestosi è malattia gravissima e nota, nei suoi effetti, da molto tempo; tant’è

che ad essa una disciplina specifica è dedicata anche nel D.P.R. numero

1124/65; poiché l’articolo 21, D.P.R. 303/56 impone l’adozione dei mezzi

oggettivi di protezione a fronte del rischio generale di aspirazione di polveri di

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qualsiasi specie, è comunque irrilevante l’assunto attinente ad una pretesa

ignoranza circa l’esatta potenzialità lesiva della polvere di amianto;

l’ignoranza, comunque non ammissibile, atterrebbe ad ogni modo al diritto e

non al fatto (fattispecie di omicidio colposo, ndr). (Fonti: Riv. Giur. Lav.,

1984, IV, 486).

249. 1984 – D. P. R. numero 821 del 7 settembre 1984. Attribuzioni del

personale non medico addetto a presidi, servizi e uffici delle Unità Sanitarie

Locali.

250. 1984 – Legge numero 752 dell’8 novembre 1984. Riconoscimento di

titoli abilitanti all’esercizio delle professioni sanitarie ausiliarie, delle arti

ausiliarie delle professioni sanitarie e delle professioni sanitarie tecniche per le

quali non sia richiesta la laurea. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero

311 del 12 novembre 1994. Testo aggiornato al 28 settembre 2005.

251. 1984 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 dicembre

1984. Atto di “Indirizzo e coordinamento dell’attività amministrativa delle

Regioni in materia di requisiti minimi di strutturazione, di dotazione

strumentale e di qualificazione funzionale del personale dei presidi che

erogano prestazioni di diagnostica di laboratorio”.

252. 1984 – Delibera CIPE del 20 dicembre 1984. Linee di indirizzo per le

Regioni per la quantificazione del numero di infermieri per abitante e per

l’attività ospedaliera. Gestione delle Risorse Umane.

253. 1985 – Legge Regionale numero 65 del 30 maggio 1985. Piano

Regionale sangue e plasma per il triennio 1985-1987. BURL numero 22 del 3

giugno 1985, 4° Supplemento Ordinario.

254. 1985 – Legge numero 595 del 23 ottobre 1985. Norme per la

Programmazione Sanitaria e Piano Sanitario Nazionale 1986/1988 in cui viene

disciplinato il numero di posti letto per abitante. L’articolo 2 della Legge

definisce il “Progetto Obiettivo” e “l’Azione Programmata”. Vengono stabiliti

per tutti i cittadini residenti i criteri per essere assistiti in forma indiretta

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all’estero presso centri di altissima specializzazione. Per essere assistiti sono

poste due condizioni: 1) che le prestazioni non siano ottenibili

tempestivamente in Italia; 2) che non siano fornite in forma adeguata alla

particolarità del caso clinico. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 260

del 5 novembre 1985.

255. 1985 – Legge numero 765 dell’ 11 dicembre 1985. Ratifica ed

esecuzione della convenzione delle Nazioni Unite sui contratti di

compravendita internazionale di merci, adottata a Vienna l’11 aprile 1980.

256. 1985 – Circolare Ministero della Sanità numero 52 del 20 dicembre

1985. “Lotta contro le Infezioni Ospedaliere”. Suggerimenti nella scelta del

Sistema di Sorveglianza delle Infezioni Ospedaliere. La Circolare numero

52/85 afferma che in ogni presidio ospedaliero sia istituita una commissione

tecnica responsabile della lotta contro le Infezioni i cui compiti sono: definire

la strategia di lotta contro le Infezioni Ospedaliere; verificare l’effettiva

applicazione dei programmi di sorveglianza, controllo e la loro efficacia;

curare la formazione culturale e tecnica del personale su tale argomento.

257. 1986 – D.P.R. numero 13 dell’1 febbraio 1986. Personale SSN.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 27 del 3 febbraio 1986.

258. 1986 – Legge numero 41 del 1986. Rimozione barriere architettoniche

nelle strutture pubbliche e nel sistema di trasporto ferroviario.

259. 1986 – D.P.R. numero 131 del 26 aprile 1986. Testo unico dell’imposta

di registro.

260. 1986 – Nel 1986 nasce la Società Italiana di Cure Palliative (SICP).

261. 1986 – Decreto Ministeriale del 16 luglio 1986. Riconoscimento di titoli

abilitanti all’esercizio delle professioni sanitarie ausiliarie, delle arti ausiliarie

delle professioni sanitarie e delle professioni sanitarie tecniche per le quali non

sia richiesta la laurea. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 302 del 31

dicembre 1986. Testo aggiornato al 9 dicembre 2005.

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262. 1986 – Carta di Ottawa per la Promozione della Salute. 17-21 novembre

1986. Ottawa Charter for Health Promotion, Ottawa (1986). Emanata durante

la 1^ Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute, questa Carta

vuole stimolare l’azione a favore della Salute per Tutti per l’anno 2000 e oltre,

a partire dal progresso ottenuto grazie alla Dichiarazione sull’Assistenza

Sanitaria Primaria di Alma Ata.

263. 1987 – Decreto Legge numero 166 del 29 aprile 1987. Disposizioni

urgenti in materia sanitaria. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 100 del

2 maggio 1987.

264. 1987 – Sentenza Corte di Cassazione numero 45 del 15 maggio 1987.

Sull’argomento davvero inesauribile della distinzione tra autonomia e

subordinazione; inesauribile soprattutto perché, in ragione dei mutamenti

intervenuti nella realtà organizzativa delle imprese e, più in generale, nella

struttura socio-economica i criteri tradizionali utilizzati dalla giurisprudenza

nel procedimento di qualificazione del rapporto di lavoro sono soggetti ad una

continua revisione, anche perché la stessa summa divisio tra lavoro subordinato

e lavoro autonomo non appare più pienamente idonea a fondare l’impianto

normativo di regolazione dei rapporti di lavoro.

265. 1987 – D.P.R. numero 270 del 20 maggio 1987, articolo 18, Norme

risultanti dalla disciplina prevista dall’accordo sindacale per il triennio 1985-

1987 relative al comparto del personale dipendente del SSN.

266. 1987 – Nei principi dell’European Medical Ethics viene scritto che

”eccetto l’emergenza, il medico spiegherà al paziente gli effetti prevenibili e le

conseguenze del trattamento. Egli otterrà il consenso del paziente soprattutto

quando le azioni proposte comportano seri rischi. Il medico non può sostituire

la sua idea di qualità della vita a quella del Paziente”.

267. 1987 – Atto Unico del 1° luglio 1987. Contiene elementi di legislazione

in materia sanitaria.

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268. 1987 – Decreto Ministeriale del 25 luglio 1987. Tabella dei simboli di

pericolo.

269. 1987 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, del 5

novembre 1987. Grotti. Compito del preposto non è di sorvegliare

ininterrottamente, senza soluzione di continuità, il lavoratore, tanto da doversi

ritenere che il legislatore abbia richiesto l’impiego congiunto di due persone,

cioè il lavoratore e il suo controllore; il preposto deve semplicemente

assicurarsi in modo continuo ed efficace che il lavoratore segua le

disposizioni di sicurezza impartite ed eventualmente utilizzi gli strumenti

di protezione prescritti; egli deve effettuare direttamente, cioè personalmente

e senza intermediazioni di altri, tale controllo; ciò non significa che il preposto

non possa allontanarsi dal luogo nel quale opera il lavoratore, né dedicarsi

anche ad altri compiti di sorveglianza o di lavoro.

270. 1987 – D.M. 21 novembre 1987, n.528, riguardante la “Riformulazione

del regolamento interno per l’organizzazione ed il funzionamento dell’Istituto

Superiore di Sanità”.

271. 1987 – Sentenza della Corte di Cassazione 87/4515. In tema di colpa

professionale il tirocinante infermiere è titolare di una posizione di garanzia in

relazione alle attività personalmente compiute, nell’osservanza delle direttive e

sotto il controllo del tutore che deve verificarne i risultati fermo restando che,

la sua responsabilità, dovrà in concreto essere valutata in rapporto anche allo

stadio nel quale si trovava il suo iter formativo. In tema di colpa professionale

medica, la responsabilità del medico non può che configurarsi nel quadro

della colpa grave richiamata dall’articolo 2226 del Codice Civile, la quale si

riscontra nell’errore inescusabile il quale trova la propria origine o nella

mancata applicazione delle cognizioni generali e fondamentali attinenti alla

professione medica o nel difetto di quel minimo di abilità e perizia tecnica

nell’uso dei mezzi manuali o strumentali che il medico deve essere sicuro di

sapere adottare correttamente o, infine, nella mancanza di prudenza o diligenza

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che non devono mai difettare in chi esercita la professione medica. Pertanto

dovendo la colpa professionale del medico essere valutata dal giudice con

larghezza di vedute e comprensione, l’esclusione della stessa trova il suo limite

nella condotta del professionista incompatibile con quel minimo di cultura ed

esperienza che deve legittimamente pretendersi in colui che sia abilitato

all’esercizio della professione medica. In particolare è necessario sottolineare

che in tema di colpa le norme penali non operano alcuna distinzione

quantificatoria, vale a dire che non viene effettuato alcun distinguo tra colpa

grave, colpa meno grave e colpa lieve a differenza di quanto avviene in sede

civile per la colpa professionale ex articolo 2226 Codice Civile. Dunque

l’esistenza dell’elemento psicologico in sede penale può e anzi deve essere

liberamente valutata dal giudice ma, una volta accertato che il giudice l’abbia

ritenuto esistente, il maggiore o minore grado di essa può avere rilievo solo ai

fini e nell’ambito della disciplina penale e mai quindi con efficacia

discriminante. La colpa del medico, che è una delle cosiddette colpe speciali o

professionali proprie delle attività giuridicamente autorizzate perché

socialmente utili anche se rischiose per loro natura, ha come caratteristica

l’inosservanza di regole di condotta, le leges artis, che hanno per fine la

prevenzione del rischio non consentito, vale a dire dell’aumento del rischio. La

prevedibilità consiste nella possibilità di prevedere l’evento che

conseguirebbe al rischio non consentito e necessita di essere commisurata al

parametro del modello dell’agente, dell’homo eiusdem professioni set

condicionis, arricchito delle eventuali maggiori conoscenze dell’agente.

272. 1988 – Circolare Ministero della Sanità numero 8/1988. Lotta contro le

Infezioni Ospedaliere: la Sorveglianza. La Circolare 8/88 riporta la definizione

di Infezione Ospedaliera e Comunitaria, i criteri di selezione dei pazienti da

arruolare negli studi epidemiologici ed alcune definizioni specifiche per la

diagnosi delle infezioni di più comune riscontro. Delinea inoltre alcuni sistemi

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di sorveglianza, da adottare in base agli obiettivi prefissati dal Comitato ed alle

risorse disponibili.

273. 1988 – Direttive Ministero della Sanità numero 14 del 15 gennaio 1988.

Disposizioni dirette ad escludere il rischio di infezioni da virus HIV, dettate

anche in attuazione di quanto previsto dall’articolo 5, comma 7, del Decreto

Legge 30 ottobre 1987 convertito, con modificazioni, nella Legge numero 531

del 29 dicembre 1987, recante disposizioni urgenti in materia sanitaria.

Pubblicate nella Gazzetta Ufficiale numero 20 del 26 gennaio 1988.

274. 1988 – Circolare Ministeriale del Ministero della Sanità numero 8 del 30

gennaio 1988. Lotta contro le Infezioni Ospedaliere: la Sorveglianza. Tec. Osp.

1988; 9: 144-8.

275. 1988 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 179 del 10 febbraio

1988. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del

sistema di tutela laddove non viene previsto che l’assicurazione (e, quindi,

l’indennizzo) è obbligatoria anche per malattie diverse da quelle comprese

nelle tabelle sempreché si tratti di malattie per le quali sia provata la causa di

lavoro. Con tale pronuncia della Corte si è passati, quindi, da un “sistema

chiuso” ad un “sistema aperto”.

276. 1988 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 206 del 25 febbraio

1988. L’onere della prova circa l’origine professionale della malattia cadrà sul

lavoratore anche nel caso di malattia presente in tabella, ma denunciata oltre il

periodo massimo di indennizzabilità e la cui insorgenza entro i termini tabellari

non risulti documentata. Ha poi dichiarato illegittimo il comma 2 dell’articolo

135 del D.P.R. numero 1124 del 30 giugno 1965 e ha stabilito che la

manifestazione della malattia professionale coincide con la sua effettiva

verificazione e che la denuncia da parte del lavoratore della malattia

professionale ha rilievo esclusivamente ai fini della decorrenza delle

prestazioni non potendo l’eventuale denuncia tardiva, di per se stessa, privare il

lavoratore dell’indennizzo.

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277. 1988 – Adelaide. 2^ Conferenza Internazionale sulla Promozione della

Salute. 5-9 aprile 1988. Adelaide Recommendations on Healthy Public Policy,

Adelaide (1988). Emanate in occasione della 2^ Conferenza Internazionale

sulla Promozione per la Salute, le raccomandazioni individuano come

prioritarie quattro aree chiave di intervento immediato per una politica

pubblica a favore della salute.

278. 1988 – Legge numero 109 dell’8 aprile 1988. Recante misure urgenti per

le dotazioni organiche del personale degli ospedali e per la razionalizzazione

della spesa sanitaria.

279. 1988 – D.P.R. numero 141/88. Classificazione, etichettatura e

imballaggio di sostanze pericolose.

280. 1988 – Legge Finanziaria numero 67 del 1988. Prevista la realizzazione

delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)

281. 1988 – Nel 1988 nasce l’Associazione Europea per le Cure Palliative

(EAPC).

282. 1988 – D.P.R. numero 175 del 17 maggio 1988 (e successive modifiche

e integrazioni). Attività comportanti rischi di incidente rilevante.

283. 1988 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 224 del 24

maggio 1988. Su Gazzetta Ufficiale, Supplemento Ordinario, numero 146 del

23 giugno 1988. Attuazione della Direttiva CEE numero 85/374 relativa al

ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative

degli Stati membri in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi,

ai sensi dell’articolo 15 della Legge numero 183 del 16 aprile 1987.

284. 1988 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 236 del 24

maggio 1988. Su Gazzetta Ufficiale, Supplemento Ordinario, numero 152 del

30 giugno 1988. Attuazione della Direttiva CEE numero 80/778 concernente la

qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell’articolo 15 della

Legge numero 183 del 16 aprile 1987.

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285. 1988 – Decreto Ministero dei Trasporti numero 263 del 23 giugno 1988.

L’articolo 6 afferma che la patente di guida non deve essere rilasciata o

confermata ai candidati o conducenti che si trovino in stato di dipendenza

dall’alcol, mentre invece nel caso di dipendenza pregressa spetta alla

competente commissione medica valutare l’opportunità del rilascio o della

conferma della patente, in base ad accertamenti clinici e di laboratorio. Il

Codice Penale dedica gli articoli: 91, 92, 94, 221, 222, 688, 689, 690, 691.

286. 1988 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 7999 del 6

luglio 1988. Il preposto può essere chi esplica le mansioni di caposquadra. Rif.

ISL, numero 2/2000, pagina 6.

287. 1988 – D.P.R numero 395 del 23 agosto 1988. Aspetti normativi per il

diritto alle 150 ore.

288. 1988 – Decreto del 13 settembre 1988 “Determinazione degli standard

del personale ospedaliero” in cui vengono stabiliti dei parametri su concetti più

moderni quali “l’intensità delle cure”. Articolo 4, punto C, comma 2. Si cita

anche che “è necessario che in ogni presidio ospedaliero, o in aggregati

Ospedali di piccole dimensioni, sia istituita una commissione tecnica

responsabile della lotta contro le Infezioni Ospedaliere”. Successivamente

ritenuto illegittimo con Decisione della Corte Costituzionale del 13 giugno

1989 (Sentenza numero 338/1989 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 21

giugno 1989).

289. 1989 – Legge numero 13 del 1989. Eliminazione delle barriere

architettoniche.

290. 1989 – Sentenza Sezioni Riunite numero 602/a del 25 febbraio 1989. La

sottoposizione a particolari misure carcerarie (letto di contenzione) deve

ritenersi rimedio di natura eccezionale di talché, se protratte oltre i limiti

strettamente indispensabili, si pone in violazione di diritti costituzionalmente

garantiti; e pertanto il medico carcerario che consente il protrarsi di tale misura

di contenzione (senza sostituirla con apposita terapia) e che risultava poi

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pregiudizievole alla salute del detenuto, risponde del relativo danno che

l’amministrazione della giustizia ha dovuto risarcire alla parte lesa.

291. 1989 – Nel 1989 nasce la Scuola Italiana di Medicine Palliative

(SIMPA).

292. 1989 – Documento della Consulta Nazionale della CEI (Conferenza

Episcopale Italiana) per la pastorale della Sanità. Roma, 1989. “La pastorale

della salute nella Chiesa italiana”.

293. 1989 – Direttiva del Consiglio del Consiglio delle Comunità Europee

numero 89/381/CEE del 14 giugno 1989. Direttiva del Consiglio del 14 giugno

1989 che estende il campo di applicazione delle Direttive 65/65/CEE e

75/319/CEE per il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari,

ed amministrative relative alle specialità medicinali e che fissa disposizioni

speciali per i medicinali derivati dal sangue o dal plasma umani. Pubblicata

nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee del 28 giugno 1989, L.

181/44.

294. 1989 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 346 del 14 giugno

1989. Gli anziani disabili che si trovano nella impossibilità di deambulare

senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o che necessitano di

un’assistenza continua essendo incapaci di compiere gli atti quotidiani della

vita, a domanda, hanno diritto di percepire un’indennità economica di

accompagnamento.

295. 1989 – Corte Costituzionale. Sentenza numero 338 del 15 giugno 1989.

Sentenza (13 giugno) 15 giugno 1989 n. 338; Pres. Saja - Red. Baldassarre.

Determinazione degli standards di personale ospedaliero. La Corte

Costituzionale dichiara inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione

sollevati dalle Province autonome di Trento e di Bolzano, e dalle Regioni della

Toscana e dell'Umbria nei confronti dell'art. 1 commi 1 e 2, salvo l'inciso « o in

caso di applicazione non conforme alle norme di cui al presente decreto » e 3,

nonché dell'art. 6 comma 6 d.m. sanità 13 settembre 1988 (Determinazione

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degli standards del personale ospedaliero), in attuazione del d. l. 8 febbraio

1988 n. 27, convertito con modificazioni dalla l. 8 aprile 1988 n. 109 (Misure

urgenti per le dotazioni organiche del personale degli ospedali e per la

razionalizzazione della spesa sanitaria); dichiara che non spetta allo Stato

adottare con il decreto del Ministro della sanità sopra indicato le disposizioni

contenute nell'art. 1 comma 2, limitatamente all'inciso « o in caso di

applicazione non conforme alle norme di cui al presente decreto », nonché

commi 4, 5, 6 e 7; nell'art. 2 commi 1, 2 e 3, limitatamente agli ultimi due

periodi; nell'art. 6 commi 2, 3, 4, 5 e 7; e, conseguentemente, annulla le

suddette disposizioni; dichiara che spetta allo Stato adottare con il d.m. sanità

sopra indicato le disposizioni contenute nell'art. 2 comma 3, limitatamente al

primo periodo; negli artt. 3, 4, 5 e 6 commi 1 e 8. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale del 21 giugno 1989.

296. 1989 – Direttiva Europea 391/89. Direttiva Quadro.

297. 1989 – Direttiva Europea 654/89. Luoghi di lavoro.

298. 1989 – Direttiva Europea 655/89. Attrezzature di lavoro.

299. 1989 – Direttiva Europea 656/89. Dispositivi individuali di protezione.

300. 1989 – D. P. R. numero 94 del 15 settembre 1989. Accordo collettivo

nazionale per la disciplina dei rapporti con le Farmacie.

301. 1989 – Decreto Ministero della Sanità del 3 novembre 1989. Ai criteri

della tempestività e adeguatezza (della Legge 595/1985 sull’assistenza

all’estero), si aggiunge la mancata competenza delle strutture di alta specialità

pubbliche e convenzionate ad erogare le prestazioni richieste. Con Decreto

ogni anno devono essere individuate le prestazioni non erogabili dalle strutture

di alta specialità o quelle di loro competenza (articolo 2, comma 2).

302. 1989 – Circolare del Ministero della Sanità numero 33 del 12 dicembre

1989. La riorganizzazione della materia in esame (assistenza all’estero) è

contenuta nella Circolare ministeriale numero 33 del 12 dicembre 1989 che

riguarda le cure nell’ambito della Comunità Europea (ex articolo 22 del

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Regolamento CEE numero 1408/1971). Vengono estesi i principi e le

procedure vigenti per l’autorizzazione alle prestazioni in forma indiretta

nell’ambito extracomunitario – contenuti nella Legge 595/1985 e nel Decreto

Ministeriale del 3 novembre 1989 – anche all’assistenza nei Paesi CEE.

303. 1990 – Legge numero 8 del 25 gennaio 1990. Per avere diritto

all’assistenza sanitaria convenzionata per cure urgenti durante un soggiorno

temporaneo in un Paese dell’Unione Europea è necessario disporre del modello

E111 che si richiede all’USL (Regolamenti CEE numero 1408/71 e numero

574/72). Il modello E111 si ottiene presentando una domanda all’USL, in cui si

indica il Paese di destinazione, il periodo e il motivo del soggiorno ed esibendo

il tesserino sanitario e un documento d’identità attestante la cittadinanza

italiana. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 21 del 26 gennaio 1990.

304. 1990 – Legge numero 39 del 28 febbraio 1990. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto Legge numero 416 del 30 dicembre 1989,

recante norme urgenti in materia di asilo politico, di ingresso e soggiorno dei

cittadini extracomunitari e di regolarizzazione dei cittadini extracomunitari ed

apolidi già presenti nel territorio dello Stato. Disposizioni in materia di asilo.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 49 del 28 febbraio 1990. Testo

aggiornato al 9 dicembre 2005.

305. 1990 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 2684 del 3 aprile

1990. Ha esteso la presunzione legale anche alle tecnopatie che, pur non

menzionate in tabella, possono al pari di quelle tabellate ritenersi tipiche in

base ai dati offerti dalla scienza medica, qualora presentino un quadro che le

caratterizzi come prodotte da un determinato agente patogeno tabellato.

306. 1990 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, del 4 aprile 1990.

Il delegato può essere anche un lavoratore? No; la Suprema Corte di

Cassazione in diverse occasioni ha affermato che non è ipotizzabile una delega

inerente alla sicurezza in capo alla stessa persona beneficiaria della tutela (il

lavoratore), non avendo senso una delega in questo caso visto che il lavoratore

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è impossibilitato ad essere nel contempo oggetto e soggetto delle cautele

legislative.

307. 1990 – Legge numero 86 del 26 aprile 1990. Ha apportato, con l’articolo

16, una significativa modifica all’articolo 328 c.p. circa la disciplina dei reati di

rifiuto e omissione di atti d’ufficio. Il nuovo articolo 328 c.p., comma 1, recita

testualmente: “ Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un servizio pubblico, che

indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di

sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere

compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei a due anni”. Si tratta

dell’ipotesi di un reato di pericolo, che consiste nel rifiuto di atti qualificati,

cioè atti motivati da ragioni di giustizia, sicurezza pubblica, ordine pubblico,

igiene o sanità, rifiuto che può manifestarsi anche con un mero silenzio, sotto

forma di mancata adozione di un atto dovuto nel termine previsto o nella sua

adozione in tempo non più utile. Il 2° comma dello stesso articolo prevede

invece l’omissione di atti di ufficio, quando il pubblico ufficiale o l’incaricato

di un pubblico servizio, fuori dei casi di cui al precedente comma, non compia

l’atto del suo ufficio e non risponda per esporre le ragioni del ritardo entra

trenta giorni dalla ricezione di una richiesta in forma scritta da parte di chi vi

abbia interesse.

308. 1990 – Legge numero 107 del 4 maggio 1990. Legge sulle trasfusioni ed

emoderivati. “… Il sangue umano ed i suoi derivati non sono fonte di profitto;

la loro distribuzione al ricevente è comunque gratuita ed esclude addebiti

accessori ed oneri fiscali …”. Concede all’infermiere la possibilità di effettuare

il prelievo-salasso per la donazione di sangue in presenza del medico e sotto la

sua responsabilità. Invece la trasfusione di sangue e di emoderivati, la

fleboclisi di soluzioni varie (glucosate, saline, ecc.) e l’iniezione endovenosa

devono tuttora essere eseguite materialmente dal medico. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 108 dell’11 maggio 1990.

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309. 1990 – Legge numero 107 del 4 maggio 1990. Disciplina per le attività

trasfusionali relative al sangue umano ed ai suoi componenti e per la

produzione dei plasma derivati. L’articolo 3 precisa che “il prelievo di sangue

intero è eseguito da un medico o, sotto la sua responsabilità e in sua presenza,

da un Infermiere Professionale”. Non si ritiene che tale disposizione

sopravviva all’ondata abrogatrice delle norme mansionariali in quanto nata,

essa stessa, come deroga al mansionario dati gli angusti limiti riconosciuti

all’Infermiere dal D.P.R. 225/1974. Il prelievo in questione era, ovviamente, da

riferirsi esclusivamente al salasso per la donazione. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 108 dell’11 maggio 1990.

310. 1990 – Legge Regionale numero 61 del 18 maggio 1990. Secondo Piano

Regionale sangue e plasma per gli anni 1990-1992. BURL numero 20 del 18

maggio 1990, estratto dal 4° Supplemento Ordinario.

311. 1990 – Legge 135 del 5 giugno 1990. Programma di interventi urgenti

per la prevenzione e la lotta contro l’AIDS. Finanziamento a regime per il

potenziamento dei presidi multizonali delle MST. In tema di AIDS ha esteso

anche al domicilio del paziente con AIDS una serie di attività prima consentite

all’infermiere solo in ambito ospedaliero. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 132 dell’8 giugno 1990.

312. 1990 – Legge 142 dell’8 giugno 1990 avente per oggetto “Ordinamento

delle autonomie locali”. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 42 del 12

giugno 1990.

313. 1990 – Legge numero 162 del 26 giugno 1990. Con tale Legge, poi

confluita nel Testo Unico emanato con DPR numero 309 del 9 ottobre 1990, il

Parlamento modifica la normativa del 1975 sancendo il principio della

punibilità del possesso e dell’uso do droga per un utilizzo personale e

prevedendo un più accentuato intervento pubblico con finalità di prevenzione e

di recupero sociale degli stati di tossicodipendenza.

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314. 1990 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, numero 10272 del 13

luglio 1990. Il preposto non può limitarsi a disporre ma deve pretendere

l’osservanza delle disposizioni prevenzionistiche avvalendosi di tutti i poteri

coercitivi e disciplinari a sua disposizione (articolo 4, 1° comma, lettera c),

DPR numero 547/1955; articolo 590, 1°, 2°, 3° comma Codice Penale), ad

esempio, per far utilizzare i dispositivi di protezione individuale. Rif. DPL

numero 39/1990.

315. 1990 – D.P.R. numero 384 del 1990. La Cartella Infermieristica viene

riconosciuta come atto pubblico in senso lato, in quanto redatta da incaricato di

pubblico servizio nell’esercizio delle sue funzioni. Profilo/mansioni attribuite

all’OTA.

316. 1990 – Direttiva Europea 269/90. Movimentazione manuale dei carichi.

317. 1990 – Direttiva Europea 270/90. Videoterminali.

318. 1990 – Direttiva Europea 394/90. Agenti cancerogeni.

319. 1990 – Direttiva Europea 679/90. Agenti biologici.

320. 1990 – Legge numero 241 del 7 agosto 1990. Nuove norme in materia di

procedimento amministrativo e diritto di accesso ai documenti amministrativi.

Modificata ed integrata dalla Legge numero 15 dell’11 febbraio 2005.

321. 1990 – Legge numero 198 del 1990. Ha notevolmente esteso la

possibilità di effettuare trapianti di organo.

322. 1990 – Legge numero 232 del 7 agosto 1990 (art. 9 T.U.). Riguardante la

Polizia di Stato.

323. 1990 – Legge numero 241 del 7 agosto 1990. Nuove norme di

procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti

amministrativi. Testo aggiornato con le modifiche apportate dalla Legge

numero 15 dell’11 febbraio 2005. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero

192 del 18 agosto 1990. Testo aggiornato al 7 marzo 2006.

324. 1990 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 285 del 10

settembre 1990. “Regolamento di Polizia Mortuaria”. Articolo 32 (Per il

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trasporto di cui all’articolo 30, nei mesi di aprile, maggio, giugno, luglio,

agosto e settembre, le salme devono essere sottoposte a trattamento

antiputrefattivo mediante l’introduzione nelle cavità corporee di almeno 500

cc. di Formalina EU dopo che sia trascorso l’eventuale periodo di

osservazione. Negli altri mesi dell’anno tale prescrizione si applica solo per le

salme che devono essere trasportate in località che, con il mezzo di trasporto

prescelto, si raggiungono dopo 24 ore di tempo, oppure quando il trasporto

venga eseguito trascorse 48 ore dal decesso. Le prescrizioni del presente

articolo non si applicano ai cadaveri sottoposti ai trattamenti di

imbalsamazione). Articolo 46 (I trattamenti per ottenere l’imbalsamazione del

cadavere devono essere eseguiti, sotto il controllo del coordinatore sanitario

della unità sanitaria locale, da medici legalmente abilitati all’esercizio

professionale e possono essere iniziati solo dopo che sia trascorso il periodo di

osservazione. Per fare seguire su di un cadavere l’imbalsamazione deve essere

richiesta apposita autorizzazione al sindaco, che la rilascia previa presentazione

di : una dichiarazione di un medico incaricato dell’operazione con

l’indicazione del procedimento che intende seguire, del luogo e dell’ora in cui

la effettuerà; distinti certificati del medico curante e del medico necroscopo che

escludono il sospetto che la morte sia dovuta a reato). Articolo 47

(L’imbalsamazione dei cadaveri portatori di radioattività, qualunque sia il

metodo seguito, deve essere effettuata osservando le prescrizioni di leggi

vigenti in materia di controllo della radioattività ambientale e adottando le

misure precauzionali concernenti la sorveglianza fisica degli operatori a norma

degli articoli 6, 69 e 74 del Decreto del Presidente della Repubblica numero

185 del 13 febbraio 1964, in quanto applicabili). Articolo 48 (Il trattamento

antiputrefattivo di cui all’articolo 32 è eseguito dal coordinatore sanitario o da

altro personale tecnico da lui delegato, dopo che sia trascorso il periodo di

osservazione).

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325. 1990 – Decreto Ministeriale del 28 settembre 1990. Norme di

protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie e

assistenziali pubbliche e private. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

235 dell’8 ottobre 1990.

326. 1990 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 309 del 9

ottobre 1990. Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti

e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di

tossicodipendenza. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 255 del 31

ottobre 1990, Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al 13 aprile 2007.

327. 1990 – Sentenza Corte di Assise di Firenze del 18 ottobre 1990 (il c.d.

caso Massimo). Il consenso informato è specifico e vincolante. Risponde di

omicidio preterintenzionale il primario chirurgo ospedaliero il quale, nel

sottoporre un’anziana paziente ad intervento operatorio, anziché realizzare la

programmata asportazione transanale di un adenoma villoso, abbia senza

previo consenso e in assenza di necessità ed urgenza terapeutica proceduto

all’asportazione totale addomino-perineale del retto, provocando a due mesi di

distanza il decesso della donna quale conseguenza dell’intervento

estremamente traumatico e cruento.

328. 1990 – Circolare Ispettorato Medico Centrale del Lavoro del 5 novembre

1990. Elenco dei lavori pregiudizievoli o gravosi in relazione all’avanzato stato

di gravidanza.

329. 1990 – Sentenza Corte di Cassazione Penale numero 144435 del 6

novembre 1990. “….. in tema di colpa professionale si risponde di omicidio

non soltanto quando si cagioni la morte di un soggetto che avvenga

immediatamente ma anche quando si determini la anticipazione dell’evento

letale …..”.

330. 1990 – Legge numero 341 dell’11 novembre 1990. Terapista della

riabilitazione.

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331. 1990 – Legge numero 341 del 19 novembre 1990. Riforma degli

ordinamenti didattici universitari. Prevede la possibilità di istituire corsi per

Diplomi Universitari. Tra i primi ordinamenti ad essere emanati troviamo

quello riguardante il Diploma Universitario in Scienze Infermieristiche.

Vengono, quindi, istituite le lauree brevi. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 274 del 23 novembre 1990. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

332. 1990 – Decreto Ministeriale del 15 dicembre 1990. Nuova definizione

delle malattie infettive sottoposte a denuncia obbligatoria. Sistema informativo

delle malattie infettive e diffusive. Classifica le malattie in quattro classi e

dettaglia le modalità di invio delle notifiche, allegando relativa modulistica.

333. 1990 – Decreto Ministero della Sanità numero 445 del 19 dicembre

1990. In tema di tossicodipendenze, all’articolo 6, afferma che l’assunzione di

farmaci sostitutivi da parte del tossicodipendente può avvenire alla presenza

del medico o dell’infermiere delegato dal medico.

334. 1990 – Decreto del Ministero della Sanità del 27 dicembre 1990.

Caratteristiche e modalità per la donazione del sangue e da emoderivati. Per

quanto riguarda il prelievo per la richiesta di sangue per la determinazione del

gruppo sanguigno e della prova crociata, l’articolo 27 specificava che “il

campione di sangue” … deve essere “firmato dal medico che ha la

responsabilità del prelievo”. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 20 del

24 gennaio 1991.

335. 1991 – Decreto Ministero della Sanità del 15 gennaio 1991. Protocolli

per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue ed emoderivati.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 20 del 24 gennaio 1991.

336. 1991 – Documento ANIPIO del 19 febbraio 1991. “Ruolo, funzioni

dell’Infermiere addetto alla sorveglianza e controllo delle Infezioni

Ospedaliere”.

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337. 1991 – Decreto Legge numero 35 del 6 febbraio 1991. Norme sulla

gestione transitoria delle Unità Sanitarie Locali. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 31 del 6 febbraio 1991.

338. 1991 – Legge numero 111 del 4 aprile 1991. Di conversione del Decreto

Legge numero 35 del 6 febbraio 1991 avente ad oggetto: “Norme sulla

gestione transitoria delle UU.SS.LL”.in pratica, optando per un mini-

riformismo, si riesce a realizzare una separazione tra ruolo politico di indirizzo

generale e attività gestionale.

339. 1991 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. V, numero 5248 del 15

maggio 1991. Rossini. La più autorevole dottrina e la giurisprudenza sono

attualmente concordi, nella sostanza, nel ritenere che il criterio fondamentale al

quale ci si deve ispirare, in materia di nesso di causalità, è quello tradizionale

della conditio sine qua non, basato sul principio della equivalenza delle cause.

340. 1991 – Legge numero 176 del 27 maggio 1991. Ratifica della tutela della

salute del minore in esecuzione della Convenzione di New York del 20

novembre 1989.

341. 1991 – Decreto Legislativo numero 178 del 29 maggio 1991.

Recepimento delle Direttive della Comunità Economica Europea in materia di

specialità medicinali. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 139 del 15

giugno del 1991.

342. 1991 – Legge 381/91. Disciplina sulle Cooperative Sociali.

343. 1991 – Circolare del Ministero della Sanità 100/SRPS numero 5697/91.

Suggerisce alle Aziende Sanitarie iniziative miranti al miglioramento della

Pubblica Amministrazione come il cartellino identificatore, la segnaletica, la

modulistica e l’istituzione di uffici di informazione e di relazioni con il

pubblico.

344. 1991 – D.M. numero 295 del 1991. Profilo/mansioni attribuite all’OTA.

345. 1991 – Circolare del Ministero della Sanità 100/SRPS numero 5697/91.

Suggerisce alle Aziende Sanitarie iniziative miranti al miglioramento della

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Pubblica Amministrazione come il cartellino identificatore, la segnaletica, la

modulistica e l’istituzione di uffici di informazione e di relazione con il

pubblico.

346. 1991 – L’Università apre le porte al “diploma universitario in scienze

infermieristiche”.

347. 1991 – Direttive Ministero della Sanità dell’1 giugno 1991. Direttive

tecniche e promozionali al fine di divulgare le metodologie di riduzione della

trasfusione di sangue omologo.

348. 1991 – Decreto Ministero della Sanità del 7 giugno 1991. Indicazioni

sulle finalità statutarie delle associazioni e federazioni dei donatori di sangue.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 148 del 26 giugno 1991.

349. 1991 – Decreto Ministero della Sanità del 12 giugno 1991. Disposizioni

sull’importazione ed esportazione del sangue umano e dei suoi derivati per uso

terapeutico, profilattico e diagnostico. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 148 del 26 giugno 1991.

350. 1991 – Sundsvall. III Conferenza Internazionale sulla Promozione della

Salute. 9-15 giugno 1991. Sundsvall Statement on Supportive Environments

for Health, Sundsvall (1991). Emanato in occasione della 3^ Conferenza

Internazionale sulla promozione della salute, questo documento identifica

molti esempi e approcci per creare ambienti favorevoli che possono essere

sperimentati da chi definisce le politiche, da chi assume le decisioni operative e

da chi opera nella comunità, nei settori della salute e dell’ambiente.

351. 1991 – Decreto Ministero della Sanità del 18 giugno 1991. Indicazioni

per l’istituzione del Registro Sangue in ciascuna Regione e Provincia

autonoma. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 167 del 18 luglio 1991.

352. 1991 – Legge numero 203 del 12 luglio 1991. Nell’ambito dei

provvedimenti in tema di lotta alla criminalità organizzata e di trasparenza e

buon andamento dell’attività amministrativa, il Parlamento ha convertito il

Decreto Legge numero 152 del 13 maggio 1991 con la Legge numero 203 del

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12 luglio 1991. Si tratta di interventi mirati a sanare ogni forma di disfunzione;

a comporre i conflitti; a garantire le Amministrazioni da infiltrazioni criminali

nelle procedure per l’acquisizione di beni o di servizi.

353. 1991 – Sentenza Corte di Cassazione Penale del luglio 1991. “….. nella

ricerca del nesso di causalità tra la condotta dell’imputato e l’evento, in materia

di responsabilità per colpa professionale sanitaria, al criterio della certezza

degli effetti della condotta si può sostituire quello della probabilità di tali

effetti, anche limitato nel caso di specie al 30% …..”.

354. 1991 – Decreto Ministeriale numero 295 del 26 luglio 1991.

Regolamento dei corsi di qualificazione per l’accesso al profilo professionale

di operatore tecnico addetto all’assistenza in applicazione dell’articolo numero

40, comma 3, del DPR numero 384 del 28 novembre 1990. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 217 del 16 settembre 1991. Testo aggiornato al 15

dicembre 2005.

355. 1991 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 2266 del 30 luglio

1991. La giurisprudenza ha ravvisato la configurazione di tale reato a carico di

alcuni infermieri addetti alla camera mortuaria di un ospedale i quali, violando

i doveri di riservatezza ed imparzialità alla cui osservanza erano tenuti, nella

loro qualità di pubblici impiegati, avevano concordato con determinate imprese

di onoranze funebri di dare a queste ultime, dietro corrispettivo in denaro,

immediata notizia dei decessi.

356. 1991 – Legge Regionale numero 19 del 7 agosto 1991. Disposizioni

attuative del Decreto Legge numero 35 del 6 febbraio 1991 convertito in Legge

numero 111 del 4 aprile 1991. Norme per la gestione transitoria delle USL.

Pubblicata nel B.U.R. numero 32 del 10 agosto 1991, S.O. (Legge abrogata

dall’articolo 1 della Legge Regionale numero 15 del 22 luglio 2002).

357. 1991 – Decreto Legislativo numero 277 del 15 agosto 1991. Attua

specifiche direttive comunitarie relative alla protezione di lavoratori da agenti

inquinanti. Protezione dagli agenti nocivi (abrogato dal TUSL).

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358. 1991 – Decreto del Presidente della Repubblica del 14 settembre 1991.

Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per l’attivazione dei servizi per

il trattamento a domicilio dei soggetti affetti da AIDS e patologie correlate.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 219 del 18 settembre 1991. Testo

aggiornato al 9 dicembre 2005.

359. 1991 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 168/1991.

Attuazione immediata di tutte le Direttive CEE (Bollettino Farmaci, Ministero

della Sanità, 1994, 5: 9-10).

360. 1991 – Decreto Ministero della Sanità del 18 settembre 1991.

Determinazione del prezzo unitario di cessione delle unità di sangue tra servizi

sanitari, uniforme per tutto il territorio nazionale. Determinazione dello

schema-tipo di convenzioni fra Regioni e Associazioni e Federazioni di

donatori volontari di sangue. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 232

del 3 ottobre 1991.

361. 1991 – Decreto del Ministero della Sanità del 7 novembre 1991.

Istituzione dell’osservatorio sui prezzi e sulle tecnologie sanitarie.

362. 1991 – Sentenza della Pretura di Genova del 13 novembre 1991 – nel

caso di morte per arresto cardiaco di un bambino di nove anni, verificatosi nel

corso di un’operazione di appendicectomia eseguita da una équipe medica

ospedaliera, rispondono di omicidio colposo: a) l’anestesista per aver omesso,

durante la fase preparatoria dell’intervento, di intubare il paziente e di

applicargli il monitor dell’elettrocardiogramma, in violazione di regole di

condotta dettate da precisi codici deontologici e dalla miglior letteratura

medica con riguardo agli interventi d’urgenza; b) il primario anestesista,

intervenuto successivamente in via d’ausilio, per aver fatto interrompere anzi

tempo il massaggio cardiaco con una decisione frettolosa ed inconsulta,

quando i segni del decesso erano ancora dubbi; c) i tre chirurghi per aver

omesso, constatatane l’affrettata ed inconsulta desistenza, di sostituirsi ai due

anestesisti non potendo ignorare, alla stregua del necessario corredo

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professionale di ogni medico anche generico, che la pratica rianimatoria del

massaggio cardiaco avrebbe dovuto essere protratta per un tempo non inferiore

alla mezz’ora ed essere accompagnata da idonea terapia farmacologica cardio-

stimolante. In Foro Italiano, 1992, II, 586.

363. 1991 – Legge numero 412 del 30 dicembre 1991. Articolo 4, “Assistenza

sanitaria”. Le Regioni devono ristrutturare la rete ospedaliera operando le

trasformazioni di destinazione, gli accorpamenti e le disattivazioni necessari

per conseguire il raggiungimento di parametri indicati dalla stessa Legge.

364. 1992 – Decreto Ministero della Sanità del 27 gennaio 1992.

Trasferimento dei centri trasfusionali della Croce Rossa Italiana, ivi compreso

il Centro Nazionale Trasfusione Sangue, alle strutture sanitarie indicate dalla

Regione competente. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 10

febbraio 1992.

365. 1992 – Decreto Ministeriale del 28 gennaio 1992. Obbligo schede di

sicurezza (recepimento direttive 88/379/CE e 91/155/CE)

366. 1992 – Legge numero 104 del 5 febbraio 1992. “Legge – quadro per

l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.”. Ai

sensi degli articoli 7 e 34 della Legge gli anziani disabili hanno diritto di

ricevere gratuitamente le protesi e gli ausili di cui hanno bisogno e poi

l’informazione e l’assistenza necessaria al loro uso. Testo vigente dopo le

ultime modifiche introdotte dalla Legge numero 53 dell’8 marzo 2000 e dal

Decreto Legislativo numero 151 del 26 marzo 2001. Pubblicata sulla Gazzetta

Ufficiale numero 39 del 17 febbraio 1992.

367. 1992 – Legge numero 175 del 5 febbraio 1992. Norme in materia di

pubblicità sanitaria e di repressione dell’esercizio abusivo delle professioni

sanitarie. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 50 del 29 febbraio 1992.

Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

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368. 1992 – Il 7 febbraio 1992 viene sottoscritto il Trattato di Maastricht.

Entrerà in vigore il 1° novembre 1993 con specifica competenza in materia di

Sanità Pubblica.

369. 1992 – Decreto Ministeriale del 14 febbraio 1992. Modificazione ai

modelli dei diplomi di infermiere professionale e di assistente sanitario, nonché

del certificato di abilitazione a funzioni direttive nell’assistenza infermieristica.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 95 del 23 aprile 1992. Testo

aggiornato al 9 dicembre 2005.

370. 1992 – Legge numero 210 del 25 febbraio 1992. Indennizzo a favore dei

soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di

vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 55 del 6 marzo 1992. Testo

aggiornato al 16 marzo 2007.

371. 1992 – Legge numero 257 del 27 marzo 1992. Dismissione dell’amianto.

372. 1992 – DPR del 27 marzo 1992. Atto di indirizzo e coordinamento alle

Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza.

Relativo all’organizzazione dei servizi di emergenza che consente

all’infermiere un campo di attività che spazia dalla somministrazione per via

diretta di iniezioni endovenose o di fleboclisi e di manovre atte a salvaguardare

le funzioni vitali sulla base di protocolli precedentemente stabiliti. In

particolare l’articolo 7 stabilisce che “l’Ospedale sede di Pronto Soccorso deve

assicurare oltre agli interventi diagnostico-terapeutici di urgenza compatibili

con le specialità di cui è dotato, almeno il primo accertamento diagnostico,

clinico, strumentale e di laboratorio e gli interventi necessari alla

stabilizzazione del paziente, nonché garantire il trasporto protetto”. E’ a carico

del SSN anche il trasferimento tra sedi ospedaliere disposto da un ospedale

verso un altro in grado di fornire prestazioni specializzate, una volta che il

paziente sia stato sottoposto agli interventi necessari alla sua stabilizzazione,

come previsto nella Carta dei Servizi Pubblici Sanitari del 1996. Viene anche

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introdotto in Italia il numero unico telefonico nazionale – il “118” – per

garantire ai cittadini nelle situazioni di emergenza uno strumento rapido di

assistenza (evitando inutili “giri” tra gli ospedali). Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 76 del 31 marzo 1992. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

373. 1992 – Decreto del Ministro della Sanità del 31 marzo 1992.

Modificazioni al modello di diploma di vigilatrice dell’infanzia e al modello di

certificato di abilitazione a funzioni direttive dell’assistenza all’infanzia.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 85 del 10 aprile 1992. Testo

aggiornato al 3 ottobre 2005.

374. 1992 – Circolare numero 500VII/AG3/6274bis del 10 aprile 1992.

Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo

irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e

somministrazione di emoderivati; Legge numero 210 del 25 febbraio 1992.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 145 del 22 giugno 1992.

375. 1992 – Decreto Ministeriale del 23 aprile 1992. Disposizioni per

l’ammissione ai corsi regionali per l’esercizio delle arti ausiliarie di ottico e di

odontotecnico nonché per la durata e la conclusione dei corsi stessi. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 142 del 18 giugno 1992.

376. 1992 – Sentenza 5639/92, Sez. V, 13 maggio 1992, Tribunale di Firenze

(caso Massimo). La Suprema Corte, confermando la decisione della Corte

d’Assise d’Appello, ribadisce che “ogni regola in tema di trattamento

terapeutico deve soggiacere al principio del libero consenso del paziente non

potendo ignorare il diritto di ciascuno di privilegiare il proprio stato attuale di

salute in base al comma secondo dell’articolo 32 della Costituzione”.

Pubblicata su Cassazione Penale 1993, pagg. 36 e seguenti, con nota di G.

Melillo, “Condotta medica arbitraria e responsabilità penale”; Rivista Penale

1993, pagg. 42 e seguenti, con nota di E. Pastorino, “Ancora sul consenso del

paziente nel trattamento medico-chirurgico”; Il diritto di famiglia e delle

persone 1993, pagg. 441 e seguenti, con nota di A. Scalisi, “Il consenso del

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paziente al trattamento medico”; Rivista Penale 1995, pagg. 1461 e seguenti,

con nota di A. Galanti, “Liceità dell’attività medico-chirurgica: alla ricerca di

un fondamento normativo”.

377. 1992 – Decreto Ministeriale del 15 maggio 1992. Criteri e requisiti per la

codificazione degli interventi di emergenza. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 121 del 25 maggio 1992. Testo aggiornato al 9 dicembre 2005.

378. 1992 – Decreto Ministeriale del 20 maggio 1992. Modificazione ai

modelli dei diplomi di infermiere professionale e di assistente sanitario, nonché

del certificato di abilitazione a funzioni direttive nell’assistenza infermieristica.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 122 del 26 maggio 1992. Testo

aggiornato al 9 dicembre 2005.

379. 1992 – Comitato Nazionale per la Bioetica. Informazione e consenso

all’atto medico. Parere del 20 giugno 1992.

380. 1992 – Circolare Funzione Pubblica numero 90543/7/488 del 26 giugno

1992. Applicazione degli articoli 22 e 33 della Legge Quadro per l’assistenza,

l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate (Legge numero 104

del 5 febbraio 1992). Criteri illustrativi. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 167 del 17 luglio 1992.

381. 1992 – D. P. R. numero 352 del 27 giugno 1992. Regolamento per la

disciplina delle modalità di esercizio dei casi di esclusione del diritto di

accesso ai documenti amministrativi, in attuazione dell’articolo 24, comma 2

della Legge numero 251 del 7 agosto 1990 recante nuove norme in materia di

procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti

amministrativi.

382. 1992 – Sentenza della Pretura di Pordenone del 7 luglio 1992, Virga.

Perché l’omissione dell’azione impeditiva possa essere equiparata alla causa

dell’evento, occorre che la stessa sia conditio sine qua non dell’evento

medesimo e che quest’ultimo sia prevedibile; la verifica si effettua con un

procedimento ex post di eliminazione mentale dell’omissione dagli antecedenti

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dell’evento, per cui il rapporto casuale sussiste qualora la sostituzione

(dell’omissione) con l’azione impeditiva doverosa consenta ragionevolmente

di escludere la verificazione dell’evento lesivo (in applicazione dei predetti

principì è stato, nella specie, escluso il rapporto causale tra l’omissione di

misure atte ad impedire la diffusione di vapori e polveri e il manifestarsi di un

“mesotelioma alla pleura” in un lavoratore esposto all’aspirazione di polvere di

amianto in quantità trascurabile). (Fonte: Foro It., 1992, II, 720).

383. 1992 – Decreto Ministeriale del 20 agosto 1992. Approvazione della

tariffa dell’imposta di bollo Decreto Legislativo numero 502 del 30 dicembre

1992 così come modificato anche dal D. Lgs. Numero 229 del 19 giugno 1999.

Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della

Legge numero 421 del 23 ottobre 1992 (Articolo 3, c, 1 ter). Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 196 del 21 agosto 1992, Supplemento Ordinario

numero 106. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

384. 1992 – Circolare del Ministero della Sanità del 24 agosto 1992 per la

Tutela della Salute e della Sicurezza dei Lavoratori.

385. 1992 – Consiglio di Stato. Sezione V. numero 911 del 30 settembre

1992. “Lo svolgimento da parte di una puericultrice delle mansioni di

infermiere professionale non determina l’acquisizione dello status relativo alla

qualifica superiore della quale si espletano le funzioni”.

386. 1992 – Decreto del Presidente della Regione Lombardia numero 11265

del 15 ottobre 1992. Determinazione rimborso quote associative per donazione

di sangue e plasma alle Associazioni di donatori volontari di sangue.

387. 1992 – D. P. R. del 20 ottobre 1992. Atto di indirizzo e coordinamento

alle Regioni per l’attivazione dei posti di assistenza a ciclo diurno negli

ospedali, articolo 6. Prestazioni specialistiche e farmaci.

388. 1992 – Il sistema dell’emergenza è regolato dal D.P.R. numero 467600

del 1992 che garantisce una centrale operativa cui è collegato il numero

telefonico 118 cui pervengono tutte le richieste di soccorso. In tale contesto gli

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infermieri svolgono un ruolo fondamentale in quanto, essendo preposti alla

ricezione delle chiamate, sono chiamati a valutare velocemente i segni e i

sintomi e predisporre un’azione immediata, coordinando eventualmente e

contemporaneamente la propria equipe. Le decisioni da adottare in base alle

valutazioni delle condizioni del paziente sono: destinazione del malato,

modalità di trasporto e codice di gravità. E’ chiaro che tale attività richiede che

l’infermiere, con specifica preparazione in tale settore, segua il protocollo

deciso dal medico responsabile della centrale operativa ed abbia il supporto di

medici con esperienza nell’emergenza.

389. 1992 – Legge numero 421 del 23 ottobre 1992, articolo 1. Delega al

Governo per la razionalizzazione e la revisione delle discipline in materia di

Sanità, di Pubblico Impiego, di Previdenza e di Finanza Territoriale. Riordino

della disciplina in materia sanitaria. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero

257 del 31 ottobre 1992, Supplemento Ordinario numero 118. Testo aggiornato

al 15 dicembre 2005.

390. 1992 – Decreto Ministeriale del 28 ottobre 1992. Disposizioni per

l’ammissione ai corsi regionali per l’esercizio delle arti ausiliarie di ottico e di

odontotecnico nonché per la durata e la conclusione dei corsi stessi. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 266 del 11 novembre 1992.

391. 1992 – Decreto Legislativo numero 475 del 4 dicembre 1992. Dispositivi

di protezione individuali (DPI) … per l’espletamento “in sicurezza”

dell’attività di varie figure professionali. In attuazione della Direttiva Europea

89/686/CEE del Consiglio del 21 dicembre 1989.

392. 1992 – Decreto Legislativo numero 507 del 14 dicembre 1992 in materia

di “Attuazione della Direttiva 90/385/CEE concernente il ravvicinamento delle

legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi medici impiantabili

attivi”.

393. 1992 – D.P.R. del 24 dicembre 1992. Nel D.P.R. si specifica che i

soggetti assistibili dal Servizio Sanitario Nazionale si suddividono in cittadini

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italiani e cittadini stranieri. Con riferimento agli stranieri è necessario

distinguere tra coloro i cui Paesi sono membri dell’Unione Europea e gli

extracomunitari.

394. 1992 – Decreto Ministeriale del 28 dicembre 1992 e successive

integrazioni. Approvazione del Nomenclatore-Tariffario delle protesi dirette al

recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni fisiche,

psichiche e sensoriali, dipendenti da qualunque causa, revisionato ai sensi

dell’articolo 24 della Legge numero 104 del 5 febbraio 1992.

395. 1992 – Decreto Legislativo numero 502 del 30 dicembre 1992 (e

successive modificazioni), articolo 6, comma 3. La formazione per l’accesso

alle professioni sanitarie è esclusivamente di livello universitario e i corsi

pregressi, non riordinati, devono ritenersi soppressi. Pubblicato nel

Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale numero 305 del 30 dicembre

1992. (Gazzetta Ufficiale numero 137 del 30 dicembre 1992, Supplemento

Ordinario numero 137). Articolo 8 ter, comma 3 e 4. La prevenzione, che ha il

fine ultimo di ridurre al minimo il numero dei pazienti interessati alle Infezioni

Ospedaliere, nonché di abbattere il relativo costo in termini economici spesso

piuttosto ingenti a carico del SSN, costituisce il momento fondamentale.

Elemento di base è rappresentato dagli interventi cosiddetti di tipo

organizzativo che comprendono la sorveglianza, il controllo, il lavaggio delle

mani, nonché il rispetto di taluni criteri architettonici da soddisfare sia nella

costruzione di nuove strutture ospedaliere sia nella ristrutturazione di quelle già

esistenti, in modo tale da ridurre la contaminazione, facilitare la disinfezione e

costituire zone filtro nei percorsi effettuati sia dai materiali che dai pazienti, in

ottemperanza con quanto previsto dalla normativa nazionale anche in tema di

predeterminazione dei requisiti minimi strutturali per l’esercizio delle attività

sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private (cfr. articolo 8 ter, comma

3 e 4 del D. Lgs. 502 del 1992; Legge numero 59 del 15 marzo 1997; D.P.R.

del 14 gennaio 1997; D.P.C.M. del 20 gennaio 2000; D.P.C.M. del 1°

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settembre 2000) e sia dalla normativa europea (ISO 9000), la quale sancisce

una serie di regole che attengono all’organizzazione ed al coordinamento dei

processi aziendali, ormai agevolmente applicabili anche all’ambito sanitario.

Gli interventi umanitari sono previsti dall’articolo 12, comma 2, lettera c),

come modificato dal Decreto Legislativo numero 517 del 7 dicembre 1993.

Prevede una continuità assistenziale per l’intero arco della giornata e per tutti i

giorni della settimana.

396. 1992 – Testo aggiornato del d.lgs. 30 dicembre 1992, numero 502,

estratto articolo 6, recante: “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a

norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421” articolo 6”

(Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 305 del 30 dicembre 1992,

Supplemento Ordinario numero 137), comprensivo delle modifiche ad esso

apportate dal d. lgs. 7 dicembre 1993, n. 517. Rientrano le disposizioni per i

corsi universitari e delega al Ministero della Sanità per l’individuazione dei

profili professionali. Aggiornato con D. Lgs. numero 229 del 19 giugno 1999 a

titolo “Norme per la razionalizzazione del SSN, a norma dell’articolo 1 della

Legge numero 419 del 30 novembre 1998”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 305 del 30 dicembre 1992. Il testo del Decreto Legislativo numero

502/1992 (con integrazioni) trovasi nella Gazzetta Ufficiale numero 3 del 7

gennaio 1994 (Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale numero 4 del 7

gennaio 1994). Testo aggiornato al 9 dicembre 2005.

397. 1992 – Decreto Ministero della Sanità del 30 dicembre 1992. Misure

dirette ad escludere il rischio di infezione da HIV2 da trasfusione di sangue e

somministrazione di emoderivati. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 9

del 13 gennaio 1993.

398. 1993 – D. lgs. numero 29 del 3 febbraio 1993. “Obbligo di ridefinire

l’organico sulla base di criteri relativi alla determinazione dei carichi di

lavoro”. “Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni

pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma

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dell’articolo 2 della Legge numero 421 del 23 ottobre 1992”. Aggiornato con

D. lgs. numero 165 del 30 marzo 2001 a titolo “Norme generali

sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.

In particolare gli articoli 56 e 57: Disciplina del rapporto, svolgimento di

mansioni superiori, trattamento economico superiore, attribuzione formale

dell’incarico, necessità, mancanza, infondatezza della pretesa di adeguamento

economico.

399. 1993 – Decreto Ministero della Sanità del 12 febbraio 1993.

Individuazione dei Centri di produzione di emoderivati autorizzati alla

stipulazione di convenzioni con i centri regionali di coordinamento e

compensazione per la lavorazione di plasma nazionale raccolto in Italia.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 42 del 20 febbraio 1993.

400. 1993 – Decreto Legislativo numero 39 del 12 febbraio 1993. Norme in

materia di sistemi informativi automatizzati delle amministrazioni pubbliche, a

norma dell’articolo 2, comma 1, lettera mm, della Legge numero 421 del 23

ottobre 1992.

401. 1993 – Decreto Ministeriale del 16 febbraio 1993 (Modifica ed integra il

Decreto Ministeriale del 3 dicembre 1985 e del 20 dicembre 1989). Frasi di

rischio e consigli di prudenza.

402. 1993 – Decreto Ministeriale del 4 marzo 1993. Interventi in materia di

tutela sanitaria nella determinazione dei protocolli per la concessione

dell’idoneità alla pratica sportiva agonistica alle persone con handicap.

403. 1993 – Il 18 aprile 1993 il popolo italiano partecipa al referendum

promosso con il fine di abrogare alcune parti del Testo Unico sulle

tossicodipendenze (DPR numero 309/1990). L’obiettivo dei promotori riesce

per cui è abolito l’espresso divieto dell’uso di sostanze stupefacenti o

psicotrope rimanendo le disposizioni che impongono sanzioni amministrative

per la detenzione/acquisto/importazione per uso personale; è abolita la norma

che attribuiva al Ministero della Sanità il potere di stabilire con decreto i limiti

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quantitativi massimi di principio attivo per le dosi medie giornaliere; è abolito

l’obbligo per i medici di segnalare al servizio pubblico la prestazione di cura o

assistenza in favore di persona tossicodipendente (pur rispettando

l’anonimato).

404. 1993 – Circolare della Funzione Pubblica numero 17 del 27 aprile 1993.

Avente ad oggetto l’articolo 12 del Decreto Legislativo numero 29 del 3

febbraio 1993. Istituzione dell’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico e

disciplina dell’attività di comunicazione di pubblica utilità.

405. 1993 – Decreto Legge numero 139 del 14 maggio 1993 recante:

“Disposizioni urgenti relative al trattamento di persone detenute affette da

infezione da Hiv e di tossicodipendenti”.

406. 1993 – Circolare Ministero della Salute numero 24 del 24 giugno 1993.

“Circolare esplicativa regolamento di Polizia Mortuaria” approvato con DPR

numero 285 del 1990.

407. 1993 – D. lgs. numero 266/93, “Riordino del Ministero della Sanità a

norma dell’art. 1, comma 1, lettera -h- della legge 421, 23 ottobre 1992”.

408. 1993 – D. lgs. numero 267/93, “Riordinamento dell’Istituto Superiore di

Sanità, a norma dell’art. 1, comma 1, lettera -h- , della legge 421, 23 ottobre

1992”.

409. 1993 – D. lgs. numero 268/93 (attuato con D.P.R. 441/94),

“Riordinamento dell’Istituto superiore di prevenzione e sicurezza del lavoro, a

norma dell’art. 1, comma 1, lettera -h- della legge 23 ottobre 1992, n. 421”.

410. 1993 – D. lgs. numero 269/93, “Riordinamento degli istituti di ricovero e

cura a carattere scientifico, a norma dell’art. 1, comma 1, lettera -h- , della

legge 23 ottobre 1992, n. 421”.

411. 1993 – D. lgs. numero 270/93, “Riordinamento degli istituti

zooprofilattici sperimentali, a norma dell’art. 1, comma 1, lettera -h- , della

legge 23 ottobre 1992, n. 421”.

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412. 1993 – Legge numero 222 del 14 luglio 1993. Viene ribadito, per i

soggetti tossicodipendenti, il diritto alla terapia, specificando che il servizio

pubblico è comunque tenuto ad accogliere la richiesta dell’interessato di

sottoporsi a programma terapeutico. Ha convertito il Decreto Legge numero

139 del 14 maggio 1993 recante: “Disposizioni urgenti relative al trattamento

di persone detenute affette da infezione da Hiv e di tossicodipendenti”.

413. 1993 – Decreto Ministero della Sanità del 3 agosto 1993. Importante

riferimento normativo nazionale in tema di riabilitazione degli alcolisti.

414. 1993 – Legge numero 301 del 12 agosto 1993. “Norme in materia di

prelievi ed innesti di cornea”.

415. 1993 – Legge numero 271 del 4 agosto 1993. Di conversione Decreto

Legge numero 169 del 5 giugno 1993. Disposizioni urgenti per i lavoratori del

settore dell’amianto.

416. 1993 – Decreto Ministero della Sanità. In base alla Legge Delega

numero 421 del 22 ottobre 1992 sul riordino della Sanità, esonera – lasciandole

alle sole Regioni – la Commissione Centrale, ex Decreto del 3 novembre 1989,

dalle competenze in materia di decisioni su: i presupposti sanitari e la

responsabilità delle spese per le cure all’estero.

417. 1993 – Direttive Ministeriali giugno 1993 dell’1 giugno 1993. Il Buon

Uso del Sangue.

418. 1993 – Con DPR numero 177 del 5 giugno 1993 viene abrogata

parzialmente, a seguito di referendum popolare, la Legge numero 833 del 23

dicembre 1978 (Istituzione del SSN) nella parte in cui affida alle UU.SS.LL. i

controlli in materia ambientale.

419. 1993 – Decreto Legislativo numero 266 del 30 giugno 1993, articolo 5.

Istituzione dell’Agenzia per l’Organizzazione dei Servizi Sanitari Regionali. Il

Ministero della Sanità viene riordinato, a norma di quanto previsto dall’articolo

1, comma I, lettera h), della Legge numero 421 del 23 ottobre 1992.

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420. 1993 – Ai sensi dell’articolo 1 del Decreto Legislativo numero 269 del

30 giugno 1993 gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS)

sono enti nazionali dotati di autonomia organizzativa, amministrativa,

patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica. Perseguono finalità di ricerca nel

campo biomedico ed in quello della organizzazione e gestione dei servizi

sanitari, insieme con prestazioni di ricovero e cura. Hanno personalità giuridica

di diritto pubblico o di diritto privato. Le strutture ed i presidi ospedalieri degli

Istituti sono qualificati ospedali di rilievo nazionale e di alta specializzazione,

assoggettati alla disciplina per questi prevista, compatibilmente con le finalità

peculiari di ciascun Istituto.

421. 1993 – In base all’articolo 1 del Decreto Legislativo numero 270 del 30

giugno 1993 gli Istituti zooprofilattici sperimentali sono dotati di autonomia

amministrativa, gestionale e tecnica. Operano come strumenti tecnico-

scientifici dello Stato, delle Regioni e delle Province autonome, per le materie

di rispettiva competenza e svolgono attività di ricerca scientifica sperimentale

veterinaria e di accertamento dello stato sanitario degli animali e di salubrità

dei prodotti di origine animale.

422. 1993 – Legge numero 259 del 14 luglio 1993. Ratifica ed esecuzione

della Convenzione UNIDROIT sul leasing finanziario internazionale fatta ad

Ottawa il 28 maggio 1988.

423. 1993 – Circolare del Ministero dell’Interno Miacel numero 9 (93).

Certificazione della buona condotta. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 180 del 3 agosto 1993. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

424. 1993 – Legge numero 537/93 “Finanziaria 1994”.

425. 1993 – Piano Sanitario Nazionale (PSN) 1994-1996. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 8 del 12 gennaio 1994.

426. 1993 – Direttiva Europea 88/93. Agenti biologici.

427. 1993 – Decreto Legislativo numero 374 dell’11 agosto 1993. Attuazione

dell’articolo 3, comma 1, lettera f), della Legge numero 421 del 23 ottobre

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1992, recante benefici per le attività usuranti. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 224 del 23 settembre 1993, Supplemento Ordinario. Testo

aggiornato al 5 ottobre 2005.

428. 1993 – Legge Regionale numero 28 del 15 settembre 1993.

Ridefinizione degli ambiti territoriali delle Unità Socio-Sanitarie Locali.

Pubblicata sul BURL numero 37 del 18 settembre 1993, 1° Supplemento

Ordinario.

429. 1993 – Decreto Legge numero 381 del 27 settembre 1993. Modifica

dell’articolo 10, comma 3, della Legge numero 107 del 4 maggio 1990,

concernente disciplina per le attività trasfusionali relative al sangue umano ed

ai suoi componenti e per la produzione di plasma derivati. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 228 del 28 settembre 1993.

430. 1993 – Decreto Ministero della Sanità numero 590 dell’8 ottobre 1993.

Regolamento di Attuazione dell’articolo 19, comma 4, della Legge numero 107

del 4 maggio 1990, recante approvazione della tabella di equiparazione delle

qualifiche e dei livelli funzionali del personale dipendente dei centri

trasfusionali gestiti per convenzione con il SSN dalle Associazioni di

volontariato o da strutture private. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

36 del 14 febbraio 1994.

431. 1993 – Regolamento (CEE) numero 3696/93 del 29 ottobre 1993 del

Consiglio relativo alla Classificazione Statistica dei prodotti associata alle

attività nella Comunità Economica Europea.

432. 1993 – Trattato di Maastricht del 1° novembre 1993. Il Trattato, firmato

il 7 febbraio 1992 ed entrato in vigore il 1° novembre 1993, precisa che

l’Unione Europea si è dotata di una specifica competenza in materia di Sanità

Pubblica.

433. 1993 – Sentenza Corte di Cassazione Penale numero 10437 del 16

novembre 1993. “….. la ricerca del nesso di causalità tra la condotta

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dell’imputato e l’evento è riconducibile ad ….. un sufficiente grado di certezza

…..”.

434. 1993 – Decreto Legislativo numero 470 del 18 novembre 1993.

Disposizioni correttive del Decreto Legislativo numero 29 del 3 febbraio 1993.

435. 1993 – Decreto Ministero della Sanità del 22 novembre 1993.

Aggiornamento del prezzo unitario di cessione delle unità di sangue tra servizi

sanitari, uniforme per tutto il territorio nazionale. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 294 del 16 dicembre 1993.

436. 1993 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero 11503

del 22 novembre 1993. Danni al feto e nascituro. Errore medico e

responsabilità ospedale. Col ricovero della gestante l’ente ospedaliero si

obbliga non soltanto a prestare alla stessa le cure e le attività necessarie al fine

di consentirle il parto ma, altresì, ad effettuare, con la dovuta diligenza e

prudenza, tutte quelle altre prestazioni necessarie al feto (ed al neonato) sì da

garantirne la nascita, evitandogli – nei limiti consentiti dalla scienza (da

valutarsi sotto il profilo della perizia) – qualsiasi possibile danno. La

controparte del contratto rimane sempre la partoriente o, comunque, colui che

lo abbia stipulato ma il terzo, alla cui tutela tende quell’obbligazione

accessoria, non è più il nascituro bensì il nato, anche se le prestazioni debbono

essere assolte, in parte, anteriormente alla nascita. E’ quindi il soggetto che,

con la nascita, acquista la capacità giuridica, che può agire per far valere la

responsabilità contrattuale per l’inadempimento delle obbligazioni accessorie

cui il contraente sia tenuto in forza del contratto stipulato col genitore o con

terzi, a garanzia e protezione di un suo specifico interesse, anche se le

prestazioni debbano essere assolte, in parte, anteriormente alla sua nascita. Né

può obiettarsi – come si è fatto – che il feto è parte del corpo materno sicchè

non potrebbe ipotizzarsene una tutela riflessa. L’affermazione è, anzitutto,

destituita di fondamento giuridico, dacchè le norme prima esaminate

dimostrano che trattasi, sin dal concepimento, di una entità distinta, tutelata

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anche contro gli eventuali attentati che provengano dalla stessa madre (aborto

al di fuori delle ipotesi previste). Da quanto si è detto risulta, soprattutto, che la

tutela riflessa non concerne tanto il feto quanto il nato ed il suo diritto ad essere

e rimanere integro, anche se attraverso le prestazioni da effettuarsi

anteriormente alla nascita.

437. 1993 – Decreto Legge numero 480 del 29 novembre 1993. Modifica

dell’articolo 10, comma 3, della Legge numero 107 del 4 maggio 1990,

concernente disciplina per le attività trasfusionali relative al sangue umano ed

ai suoi componenti e per la produzione di plasma derivati. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 280 del 29 novembre 1993.

438. 1993 – Decreto Legislativo numero 517 del 7 dicembre 1993. Abolisce il

DPR 128 del 27 marzo 1969 (art. 4 comma 10). Modificazioni al Decreto

Legislativo numero 502 del 30 dicembre 1992 recante riordino della disciplina

in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della Legge numero 421 del 23

ottobre 1992. Normativa che prevede il caso di extracomunitario che venga in

Italia per cure nell’ambito dei programmi applicati dalle Regioni ai sensi

dell’articolo 32, comma 15, della Legge numero 449 del 27 dicembre 1997.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 293 del 15 dicembre 1993,

Supplemento Ordinario.

439. 1993 – Decreto Legislativo numero 546 del 23 dicembre 1993.

Disposizioni correttive del Decreto Legislativo numero 517 del 7 dicembre

1993.

440. 1993 – Legge numero 548 del 23 dicembre 1993. Disposizioni per la

prevenzione e la cura della Fibrosi Cistica (articolo 3 – Obblighi delle Regioni;

articolo 5 – Assistenza Ospedaliera e Domiciliare).

441. 1993 – Legge numero 537 del 24 dicembre 1993. “Interventi correttivi di

finanza pubblica”. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 303,

Supplemento Ordinario, del 28 dicembre 1993

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442. 1993 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 58/93. Attribuzione

alle Regioni e alle Aziende Sanitarie le competenze in materia di controlli di

carattere sanitario di cui alla Legge 1204/71.

443. 1993 – L’Istituto Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Dipendenti

dell’Amministrazione Pubblica (INPDAP) era un Ente Pubblico non

economico istituito, a seguito della delega conferita al governo con la Legge

numero 537 del 24 dicembre 1993, dal Decreto Legislativo numero 479 del 30

giugno 1994. Il Decreto Legge numero 201 del 6 dicembre 2011 (cosiddetto

Salva ITALIA), convertito con la Legge numero 214 del 24 dicembre 2011 ha

disposto la soppressione dell’INPDAP trasferendo all’INPS le relative

funzioni.

444. 1993 – Legge numero 578 del 29 dicembre 1993. Norme per

l’accertamento e la certificazione di morte. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale

numero 5 del 8 gennaio 1994. Testo aggiornato al 5 ottobre 2005.

445. 1994 – Testo Aggiornato del Decreto Legislativo. Testo Aggiornato del

Decreto Legislativo numero 502 del 30 dicembre 1992, recante “Riordino della

disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della Legge numero 421

del 23 ottobre 1992”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 4 del 7

gennaio 1994, Serie Generale.

446. 1994 – Decreto Legge numero 8 del 7 gennaio 1994. Disposizioni

urgenti in materia sanitaria. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 5

dell’8 gennaio 1994.

447. 1994 – Provvedimento della Commissione Unica del Farmaco del 12

gennaio 1994. Proroga della dispensazione in farmacia dei medicinali per i

quali il Provvedimento del 30 dicembre 1993 prevede l’uso ospedaliero o la

dispensazione tramite strutture pubbliche. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 10 del 14 gennaio 1994.

448. 1994 – Legge numero 61 del 21 gennaio 1994. Dopo il referendum

popolare che ha abrogato la normativa che affidava alle UU.SS.LL. i controlli

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in materia ambientale, il Parlamento Italiano, con Legge numero 61 del 21

gennaio 1994 (di Conversione del Decreto Legge numero 496 del 4 dicembre

1993), ha istituito l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente

(ANPA).

449. 1994 – Legge numero 82 del 25 gennaio 1994. Disciplina delle attività di

pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione.

450. 1994 – Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio

1994. Principi sull’erogazione dei servizi pubblici. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 43 del 22 febbraio 1994. Testo aggiornato al 15 dicembre

2005.

451. 1994 – Testo Coordinato. Testo del Decreto Legge numero 480 del 29

novembre 1993 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 280 del 29

novembre 1993, Serie Generale), coordinato con la Legge di Conversione

numero 63 del 28 gennaio 1994 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 22

del 28 gennaio 1994, Serie Generale), recante “Modifica dell’articolo 10,

comma 3, della Legge numero 107 del 4 maggio 1990, concernente disciplina

per le attività trasfusionali relative al sangue umano ed ai suoi componenti e

per la produzione di plasma derivati. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 22 del 28 gennaio 1994.

452. 1994 – Legge 63 del 28 gennaio 1994. Conversione in Legge, con

modificazioni, del Decreto Legge numero 480 del 29 novembre 1993, recante

modifica dell’articolo 10, comma 3, della Legge numero 107 del 4 maggio

1990, concernente disciplina per le attività trasfusionali relative al sangue

umano ed ai suoi componenti e per la produzione di plasma derivati.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 22 del 28 gennaio 1994.

453. 1994 – Provvedimento del Ministero della Sanità-Commissione Unica

del farmaco del 21 febbraio 1994. Disposizioni sulla vendita di alcuni farmaci

indicati nel Provvedimento di riclassificazione del 30 dicembre 1993, come

ospedalieri o come destinati alla distribuzione o dispensazione da parte di

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strutture pubbliche. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 45 del 24

febbraio 1994.

454. 1994 – Decreto numero 233 del 22 febbraio 1994. Regolamento

dell’Agenzia per l’Organizzazione dei Servizi Sanitari Regionali adottato dal

Ministero della Sanità in concerto con il Ministro per la Funzione Pubblica.

455. 1994 – Decreto Legge numero 137 del 28 febbraio 1994. Disposizioni

urgenti in materia di farmaci. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 49

dell’1 marzo 1994.

456. 1994 – D.M. numero 233/94, “Regolamento per la organizzazione, il

funzionamento e la disciplina delle attività della Agenzia per i servizi sanitari

regionali”.

457. 1994 – Decreto del Presidente della Repubblica del 1° marzo 1994.

Approvazione del Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1994-1996.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 171 del 23 luglio 1994,

Supplemento Ordinario.

458. 1994 – D.P.R. 1 marzo 1994, Atto di intesa tra Stato e Regioni per la

definizione del Piano Sanitario Nazionale relativo al triennio 1994-1996.

459. 1994 – Regione Emilia Romagna, Assessorato Sanità e Servizi Sociali,

Linee Guida delle direttive regionali di attuazione del modello aziendale di

Unità Sanitaria Locale previsto dalla legge di riordino del Servizio Sanitario

Regionale approvato dal Consiglio Regionale il 17 III 1994, (bozza), Bologna,

aprile 1994.

460. 1994 – Circolare Dipartimento della Funzione Pubblica numero 6 del 23

marzo 1994 “Carichi di lavoro delle amministrazioni pubbliche e dotazioni

organiche delle amministrazioni dello Stato”. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 77 del 2 aprile 1994, S.O. numero 54. Testo aggiornato al 15

aprile 2005.

461. 1994 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, del 23 marzo

1994. Il delegato può essere anche un lavoratore? No; la Suprema Corte di

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Cassazione in diverse occasioni ha affermato che non è ipotizzabile una delega

inerente alla sicurezza in capo alla stessa persona beneficiaria della tutela (il

lavoratore), non avendo senso una delega in questo caso visto che il lavoratore

è impossibilitato ad essere nel contempo oggetto e soggetto delle cautele

legislative.

462. 1994 – D.P.R. del 7 aprile 1994. Progetto Obiettivo AIDS 1994-1996

(lettera f). pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 93 del 22 aprile 1994.

463. 1994 – Decreto Presidente della Repubblica del 7 aprile 1994.

Approvazione del Piano per la Razionalizzazione del Sistema Trasfusionale

Italiano per il triennio 1994-1996. Piano Sangue-Plasma Nazionale per il

triennio 1994-1996. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 93 del 22

aprile 1994.

464. 1994 – Decreto Presidente della Repubblica del 7 aprile 1994. Progetto

Obiettivo “Tutela della salute mentale”.

465. 1994 – Il Piano Sanitario Nazionale presentato il 10 dicembre 1980

comincia a diventare realtà operativa solo a partire dal triennio 1994-1996

(Formazione degli operatori, interventi curativi e riabilitativi domiciliari, rete

di servizi). Questo Piano è approvato con DPR del 7 aprile 1994. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 107 del 23 luglio 1994.

466. 1994 – D.P.R. numero 336 del 13 aprile 1994. Regolamento recante

nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura. Il

numero delle tecnopatie è salito a 58 nel settore industriale e a 27 nel settore

agricolo ed è stata adottata una nuova articolazione delle voci delle tabelle,

suddivise in sottovoci il più possibile specifiche, per permettere una più precisa

rilevazione statistica delle malattie e dei loro agenti causali, e per potenziare

quindi il valore delle tabelle stesse ai fini della prevenzione. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 131 del 7 giugno 1994.

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467. 1994 – D.M. 15 aprile 1994, “Determinazione dei criteri generali per la

fissazione delle tariffe delle prestazioni di assistenza specialistica, riabilitativa

ed ospedaliera”.

468. 1994 – Circolare del Ministro della Sanità numero 9 del 29 aprile 1994.

“Revisione della definizione di caso di AIDS ai fini della sorveglianza

epidemiologica”. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 110 del 13

maggio 1994.

469. 1994 – D. Lgs. 353 del 2 maggio 1994. Attuazione delle Direttive

numero 89/594/CEE del Consiglio del 30 ottobre 1989, numero 89/595/CEE

del Consiglio del 10 ottobre 1989 e numero 90/658/CEE del Consiglio del 4

dicembre 1990 in materia di riconoscimento dei diplomi e svolgimento di

attività di medico, odontoiatra, veterinario, infermiere e ostetrica (Articoli 5 e

6). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 134 del 10 giugno 1994,

Supplemento Ordinario numero 54. Testo aggiornato al 29 novembre 2005.

470. 1994 – D.P.R. numero 487 del 9 maggio 1994. Regolamento recante

norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità

di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzioni

nei pubblici impieghi. Su Gazzetta Ufficiale numero 185, supplemento

ordinario, del 9 agosto 1994.

471. 1994 – DPR numero 542 del 1994 sulla Tutela della Salute e della

Sicurezza dei Lavoratori.

472. 1994 – Sentenza del Tribunale di Bologna dell’11 maggio 1994,

Buonamici e altri. E’ ravvisabile il reato di omicidio colposo a carico del

preposto e del legale rappresentante di una società, i quali abbiano omesso di

adottare tutte le misure idonee a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori

contribuendo così a cagionare la prematura morte di un dipendente, dovuta ad

esposizione ad amianto. (Fonte: Riv. Pen., 1994, 1025 nota di Palladino).

473. 1994 – Legge Regionale 12 maggio 1994, n. 19, “Norme per il riordino

ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, modificato dal

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decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517”. Atto di intesa tra Stato e Regioni

per la definizione del Piano Sanitario Nazionale relativo al triennio 1994-1995.

474. 1994 – Legge Regionale numero 2 del 1994. Calcolo del fabbisogno del

personale di assistenza.

475. 1994 – Circolare INAIL dell’8 giugno 1994. Nuove tabelle delle malattie

professionali nell’industria e nell’agricoltura.

URL:http://normativo.inail.it/bdninternet/1994/ci1994019.htm

476. 1994 – Decreto Legislativo numero 479 del 30 giugno 1994. Attuazione

della delega conferita dall’articolo 1, comma 32, della Legge numero 537 del

24 dicembre 1993 in materia di riordino e soppressione di enti pubblici di

previdenza e assistenza. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 178, Serie

Generale, dell’ 1 agosto 1994. Entrata in vigore del Decreto: 16 agosto 1994.

477. 1994 – Il 1° luglio 1994 per le vie di Roma sfilano 50.000 lavoratori

della Sanità (in prevalenza Infermieri) per rivendicare i nuovi profili

professionali.

478. 1994 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 6464

dell’8 luglio 1994. Il medico risponde dei danni conseguenti alla violazione per

negligenza del dovere di una completa informazione. La disposizione

dell’articolo 2236 del c.c., che nei casi di prestazioni che implichino la

soluzione di problemi tecnici particolarmente difficili, limita la responsabilità

del professionista ai soli casi di dolo o colpa grave, non trova applicazione per

i danni ricollegabili a negligenza o imprudenza, dei quali il professionista,

conseguentemente, risponde anche solo per colpa lieve. Pertanto il medico

risponde dei danni conseguenti alla violazione, per negligenza, del dovere di

informazione del paziente sui possibili esiti dell’intervento chirurgico, al quale

egli è tenuto in ogni caso, e in special modo in quello di interruzione volontaria

della gravidanza, in cui il diritto della paziente all’informazione è

espressamente sancito dall’articolo 14 della Legge numero 194 del 1978 (il

medico ospedaliero non aveva informato la paziente, sottoposta a intervento

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abortivo, del possibile esito negativo dell’intervento e della conseguente

necessità di un controllo istologico per l’accertamento di tale esito,

determinando il disinteresse della paziente che solo quando l’intervento

abortivo non poteva essere più ripetuto si è accorta dell’insuccesso e si è

trovata nella necessità di portare a termine la gravidanza indesiderata).

479. 1994 – Sentenza Corte di Cassazione Civile numero 8836 del 1994. Ha

rilevato che l’omissione da parte della Pubblica Amministrazione di qualunque

iniziativa funzionale alla realizzazione dello scopo per il quale l’ordinamento

attribuisce il potere (qui concernente la tutela della salute pubblica) la espone a

responsabilità extracontrattuale quando dalla violazione del vincolo interno

costituito dal dovere di vigilanza nell’interesse pubblico, il quale è strumentale

ed accessorio a quel potere, siano derivate violazioni dei diritti soggettivi dei

terzi …..

480. 1994 – Regione Emilia Romagna, Assessorato Sanità e Servizi Sociali,

Prime direttive in materia di organizzazione e funzionamento delle Aziende

Unità Sanitarie Locali, ai sensi della L.R. 12 maggio 1994, n. 19, Bologna, 28

luglio 1994.

481. 1994 – Decreto Ministero della Sanità numero 582 del 22 agosto 1994,

articolo 1. Regolamento recante le modalità per l’accertamento e la

certificazione di morte in cui si cita che “in conformità all’articolo 2, comma 1,

della Legge numero 578 del 29 dicembre 1993, l’accertamento della morte per

arresto cardiaco può essere effettuato da un medico con il rilievo grafico

continuo dell’elettrocardiogramma protratto per non meno di venti minuti

primi”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 245 del 19 ottobre 1994.

Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

482. 1994 – Decreto Legge numero 512 del 27 agosto 1994, convertito dalla

Legge numero 590 del 17 ottobre 1994, senza necessità di valutazioni

comparative. Requisiti per la nomina dei direttori generali delle aziende

Uu.Ss.Ll. e delle aziende ospedaliere di cui all’articolo 1 del citato Decreto.

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483. 1994 – D. Lgs. numero 566 del 9 settembre 1994. Modifica e aggiorna il

sistema sanzionatorio in materia delle lavoratrici madri.

484. 1994 – Il Decreto Ministeriale del 14 settembre 1994, numero 739, è un

“regolamento” concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo

professionale dell’infermiere e lo definisce “responsabile dell’assistenza

generale infermieristica” quindi riconosce l’infermiere responsabile

dell’assistenza generale infermieristica e precisa la natura dei suoi interventi,

gli ambiti operativi, la metodologia di lavoro e le interrelazioni con gli altri

operatori. Riconosce le cinque aree della formazione specialistica (Sanità

Pubblica, Area Pediatrica, Salute Mentale/Psichiatrica, Geriatria, Area Critica).

Il profilo disegnato dal Decreto è quello di un professionista intellettuale,

competente, autonomo e responsabile. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 6 del 9 gennaio 1995. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

485. 1994 – D.P.R. 754/94, “Regolamento concernente l’organizzazione ed il

funzionamento dell’Istituto Superiore di Sanità”.

486. 1994 – Decreto del Ministero della Sanità numero 739 del 14 settembre

1994. Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo

profilo professionale dell’infermiere in cui si “individua le principali funzioni

attinenti all’assistenza infermieristica nella prevenzione delle malattie,

nell’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e nell’educazione

sanitaria”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 6 del 9 gennaio 1995.

Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

487. 1994 – Decreto del Ministero della Sanità numero 739 del 14 settembre

1994, articolo 2 (profilo dell’infermiere). “L’assistenza infermieristica

preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale,

educativa …”. Il Ministero della Sanità ha adottato il Regolamento

concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale

dell’infermiere. Inoltre, si precisa che “gli Infermiere sono i responsabili della

corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche-terapeutiche”. Pubblicato

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nella Gazzetta Ufficiale numero 6 del 9 gennaio 1995. Testo aggiornato al 15

dicembre 2005.

488. 1994 – Decreto del Ministero della Sanità numero 741 del 14 settembre

1994. Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo

profilo professionale del fisioterapista. Su Gazzetta Ufficiale numero 6 del 9

gennaio 1995.

489. 1994 – Legge Regionale Veneto numero 56 del 14 settembre 1994.

Norme e principi per il riordino del Servizio Sanitario Regionale in attuazione

del Decreto Legislativo numero 502 del 30 dicembre 1992 “Riordino della

disciplina in materia sanitaria”, così come modificato dal Decreto Legislativo

numero 517 del 7 dicembre 1993.

490. 1994 – Decreto Ministeriale numero 657 del 16 settembre 1994.

Regolamento concernente la disciplina delle caratteristiche estetiche delle

targhe, insegne e inserzioni per la pubblicità sanitaria. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 280 del 30 novembre 1994. Testo aggiornato al 15

dicembre 2005.

491. 1994 – Legge 626 del 19 settembre 1994. Misure per la tutela della

salute e per la sicurezza dei lavoratori durante il lavoro in tutti i settori di

attività privati o pubblici. Sostituisce l’art. 14 (locali di riposo) del DPR

303/56. Attuazione delle Direttive CEE (89/391/CEE – 89/654/CEE –

89/655/CEE – 89/656/CEE – 90/269/CEE – 90/270/CEE – 90/394/CEE –

90/679/CEE – 93/88/CEE – 95/63/CE – 97/42 – 98/24 e 99/38) riguardanti il

miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

Successive modificazioni dal Decreto Legislativo numero 242 del 19 settembre

1996. Disposizioni modificative dei Decreti Presidenziali 547/1995 sulla

prevenzione degli infortuni e 303/1956 sull’igiene del lavoro. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 265 del 12 novembre 1994, Supplemento Ordinario

numero 141. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

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492. 1994 – Circolare Ministero della Sanità numero 20 del 30 settembre

1994. Il Ministero ha presentato le Linee Guida per il trattamento della

tossicodipendenza da oppiacei con farmaci sostitutivi. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 241 del 14 ottobre 1994.

493. 1994 – Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 ottobre

1994. Principi per l’istituzione ed il funzionamento degli uffici per le relazioni

con il pubblico.

494. 1994 – Decreto del Ministero del Tesoro 20 ottobre 1994, “Schema di

bilancio delle aziende sanitarie ed ospedaliera”.

495. 1994 – Decreto Legge numero 603 del 29 ottobre 1994. Disposizioni

urgenti in materia di assistenza farmaceutica e di Sanità. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 254 del 29 ottobre 1994.

496. 1994 – Sentenza Corte di Cassazione Civile numero 8836 del 1994. La

responsabilità del Ministero della Salute per danni da contagio trasfusionale

rientra nell’ambito dell’articolo 2043 C.C., escludendola in relazione

all’articolo 2050 C.C., in quanto se la produzione, la commercializzazione e la

distribuzione del sangue possono essere in effetti attività intrinsecamente

pericolose, non altrettanto può dirsi dell’attività esercitata rispetto ad esse dal

Ministero che ricopre gli ambiti di supervisione e di controllo e quindi più

propriamente riconducibili nel più consono ambito del neminem laedere,

fissato dall’articolo 2043 C.C.

497. 1994 – Legge Regionale numero 32 del 3 novembre 1994. Unità

Operativa di Relazioni con il Pubblico ed Integrazioni con il Sociale.

498. 1994 – D.M. 14 dicembre 1994, “Tariffe delle prestazioni di assistenza

ospedaliera”.

499. 1994 – Comunicazione della Commissione-Commissione delle

Comunità Europee. Comunicazione della Commissione relativa alla sicurezza

ed all’autosufficienza del sangue nella Comunità Europea. Pubblicata in COM

(94) 652 final Brussels, 21 dicembre 1994, 23 pp.

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500. 1994 – Legge 23 dicembre 1994, n. 724, “Misure di razionalizzazione

della finanza pubblica”, Finanziaria 1995. Sono state emanate una serie di

norme di carattere generale al fine di delineare un nuovo assetto organizzativo

e funzionale del sistema sanitario.

501. 1994 – Provvedimento del Ministero della Sanità-Commissione Unica

del Farmaco del 28 dicembre 1994. Aggiornamento delle “Note” riportate nel

Provvedimento del 30 dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali, e

successive modificazioni. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 32 dell’8

febbraio 1995.

502. 1994 – Giunta della Regione Emilia Romagna, Istituzione dei distretti;

verifica di conformità ai sensi della L.R. 19/94 di riordino del Servizio

Sanitario Regionale, Bologna, Delibera del 7 marzo 1995.

503. 1994 – UNI 10384-1:1994 – Norma, esclusivamente italiana, relativa

alla sterilizzazione dei rifiuti ospedalieri. Impianti e processi di sterilizzazione

dei rifiuti ospedalieri. Requisiti generali.

504. 1995 – Decreto Legislativo numero 100 del 1995. Emanate una serie di

norme di carattere generale al fine di delineare un nuovo assetto organizzativo

e funzionale del sistema sanitario.

505. 1995 – Deliberazione della Giunta Regionale numero 5/63117 del 24

gennaio 1995. Approvazione del documento “Raccomandazioni per le strutture

trasfusionali nell’accettazione della donazione di sangue dedicata”. Pubblicata

nel BURL numero 20 del 16 maggio 1995, 1° Supplemento Ordinario.

506. 1995 – Sentenza Pretura di Torino del 9 febbraio 1995 (depositata il 5

maggio 1995), Barbotto Beraud e altri. Posto che la individuazione dei

destinatari degli obblighi posti dalle norme sulla prevenzione degli infortuni

sul lavoro e sull’igiene del lavoro, deve fondarsi sull’effettivo svolgimento di

compiti organizzativi e logistici o sulla competenza a gestire l’impresa, a

prescindere dal ruolo sociale svolto all’interno della stessa e dalla relativa

denominazione, nel caso di morte di un proprio dipendente, avvenuta per

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mesotelioma pleurico dopo circa 25 anni dall’esposizione ad amianto, sussiste

la responsabilità per omicidio colposo del datore di lavoro il quale abbia

omesso di adottare tutte le misure tecniche, organizzative e procedurali

necessarie a eliminare o almeno ridurre lo sviluppo e la diffusione, con

conseguente aerodispersione, delle polveri, nonché di curare l’effettivo

impiego di idonei mezzi personali di protezione. ( Fonti: Riv. It. Dir. E Proc.

Pen., 1997, 1447 nota di Piergallini; Foro It., 1996, II, 107). Ancora, si

configura la responsabilità del datore di lavoro, quale garante della tutela della

salute del lavoratore, deceduto a causa di tumore contratto sul luogo di lavoro

per assorbimento di amianto, in caso della mancata adozione di idonee misure

di prevenzione. (Fonte: Riv. Critica Dir. Lav., 1995, 1059 nota di Mariani).

507. 1995 – Decreto Ministeriale del 10 febbraio 1995. Viene costituita la

Commissione per la definizione medico-scientifica del ruolo delle cure termali

nell’ambito delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.

508. 1995 – Decreto Ministeriale del 6 marzo 1995. Tutela della gravidanza e

della maternità anche per le cittadine straniere. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 87 del 13 aprile 1995.

509. 1995 – Decreto Ministeriale del 13 marzo 1995. Interventi in materia di

tutela sanitaria degli sportivi professionisti.

510. 1995 – Decreto Ministeriale numero 183 del 15 marzo 1995.

Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo

professionale del tecnico di neuro fisiopatologia. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 116 del 20 maggio 1995. Testo aggiornato al 15 dicembre

2005.

511. 1995 – D. Lgs. numero 230 del 17 marzo 1995. Attuazione delle

direttive Euratom ….. in materia di ionizzanti (art. 8 T.U.).

512. 1995 – Decreto Legislativo numero 230 del 17 marzo 1995. Tutela

sanitaria rispetto alle radiazioni ionizzanti.

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513. 1995 – Legge Regionale numero 15 del 6 aprile 1995. Attuazione della

Legge numero 107 del 4 maggio 1990 di riordino del servizio trasfusionale e

terzo Piano Regionale sangue e plasma per il triennio 1995-1997 della Regione

Lombardia (PRSP 1995-1997). Raggiungimento dell’autosufficienza regionale

di farmaci plasma derivati. Pubblicata nel BURL numero 15 del 10 aprile

1995, 1° Supplemento Ordinario.

514. 1995 – Delibera numero 2254 dell’11 aprile 1995. Atto d’indirizzo alle

AaSsLl per l’attuazione della Legge Regionale 32/94 Area Generale di

Coordinamento Piano Sanitario Regionale: il Servizio e l’Unità Operativa

Relazioni con il Pubblico ed Integrazioni con il Sociale.

515. 1995 – Ministero della Sanità, Circolare << Linee di Guida n. 1/95:

Applicazione del D.M. 14 dicembre 1994 relativo alle “Tariffe delle

prestazioni di assistenza ospedaliera”, con riferimento alla riorganizzazione

della rete ospedaliera ed alle sue relazioni con i presidi e servizi extra-

ospedalieri >> , 12 aprile 1995.

516. 1995 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 maggio

1995 in esecuzione del Decreto Legge numero 163 del 15 maggio 1995

convertito in Legge numero 273/95, che prevede la periodica acquisizione della

valutazione dell’utente circa la qualità del servizio e lo schema generale di

riferimento della Carta dei Servizi Pubblici Sanitari.

517. 1995 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale numero 4385 del

1995. L’infermiere di sala con mansioni di ausilio per l’anestesista deve infatti

verificare il corretto funzionamento dei dispositivi utilizzati per l’intervento

chirurgico e verificare la sterilità dei macchinari. In proposito la Corte di

Cassazione ha ritenuto colpevoli gli infermieri professionali coinvolti in un

caso di “somministrazione nel corso di intervento chirurgico di protossido di

azoto anziché di ossigeno a causa dell’inversione di innesto di tubi portanti i

detti gas, anche se l’inversione è stata fatta materialmente da altri”.

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518. 1995 – Provvedimento della Commissione Unica del Farmaco del 29

maggio 1995. Aggiornamento delle “Note” riportate nel Provvedimento del 30

dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali, e successive modificazioni.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 128 del 3 giugno 1995.

519. 1995 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 416 del 1995.

Vengono stabiliti alcuni principi con riferimento al sistema di accreditamento.

520. 1995 – Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea numero

95/C164/01 del 2 giugno 1995. Sicurezza delle trasfusioni e l’autosufficienza

di sangue nella Comunità Europea. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle

Comunità Europee N.C. 164/1 del 30 giugno 1995.

521. 1995 – Sentenza del Tribunale di Monza del 7 giugno 1995. “Sul piano

dell’elemento psicologico-normativo della colpa l’ospedale dovrebbe

dimostrare l’esistenza di un fatto positivo determinante in via esclusiva quel

tipo di decorso degli eventi, ovvero di aver usato tutte le cautele necessarie per

evitare il prodursi dello stesso evento …..”.

522. 1995 – Circolare del Ministro della Sanità numero 16 dell’8 giugno

1995. “Revisione della scheda per la notifica dei casi di AIDS in adulti”.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 161 del 12 luglio 1995.

523. 1995 – Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 luglio 1995. Sulla

sicurezza del sangue nell’Unione Europea.

524. 1995 – Decreto Legge numero 263 del 24 luglio 1995. “Contenuti e

modalità di utilizzo degli indicatori di efficienza e di qualità nel Servizio

Sanitario Nazionale”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 263 del 10

novembre 1995.

525. 1995 – Direttiva Europea 63/95. Attrezzature di lavoro.

526. 1995 – Decreto Legge numero 362 del 28 agosto 1995. Disposizioni

urgenti in materia di assistenza farmaceutica e di Sanità. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 202 del 30 agosto 1995.

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527. 1995 – Decreto Ministero della Sanità dell’1 settembre 1995. Schema

tipo di convenzione tra le Regioni e le imprese produttrici di dispositivi

emodiagnostici per la cessione di sangue umano ed emocomponenti.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 240 del 13 ottobre 1995.

528. 1995 – Decreto Ministero della Sanità dell’1 settembre 1995.

Costituzione e compiti dei Comitati per il buon uso del sangue presso i presidi

ospedalieri. Disciplina dei rapporti tra le strutture pubbliche provviste di

servizi trasfusionali e quelle pubbliche e private, accreditate e non accreditate,

dotate di frigo emoteche. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 240 del

13 ottobre 1995. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

529. 1995 – Decreto Ministero della Sanità dell’1 settembre 1995. Linee

Guida per lo svolgimento di attività mirate di informazione e promozione della

donazione di sangue nelle Regioni che non hanno conseguito l’autosufficienza.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 240 del 13 ottobre 1995.

530. 1995 – Decreto Ministero della Sanità dell’1 settembre 1995.

Costituzione e compiti dei comitati per il buon uso del sangue presso i presidi

ospedalieri. Disciplina dei rapporti tra le strutture pubbliche provviste di

servizi trasfusionali e quelle pubbliche e private, accreditate e non accreditate,

dotate di frigoemoteche. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 240 del 13

ottobre 1995.

531. 1995 – Decreto Legislativo numero 489 del 1995. Diritto di assistenza

anche ai cittadini extracomunitari.

532. 1995 – Sentenza Corte di Cassazione Penale numero 9493 dell’8

settembre 1995. Viene rigettato il ricorso contro la condanna per il reato di cui

all’articolo 328 c.p. del medico, di turno presso un Pronto Soccorso, che aveva

visitato un paziente a seguito di infortunio e, senza sottoporlo ad esami

diagnostici pur in presenza di sintomi molto significativi di trauma cranico

complicato, aveva consigliato alla moglie di condurlo con mezzi propri presso

altro ospedale più attrezzato, senza predisporre il trasferimento mediante

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ambulanza. La Corte richiama in motivazione l’articolo 14 della Legge numero

128 del 27 marzo 1969 in cui si afferma che “è affidato al medico di guardia il

giudizio sulla necessità del ricovero e sulla destinazione del malato (sesto

comma); tuttavia il medesimo sanitario non può rifiutare il ricovero, qualora ne

abbia accertata la necessità (ottavo comma)” e, quando manchino i posti letto o

sia comunque impossibile il ricovero presso lo stesso ospedale è lo stesso

medico di guardia che “apprestati gli eventuali interventi di urgenza”, deve

assicurare “a mezzo di propria autoambulanza e, se necessario, con adeguata

assistenza medica, il trasporto dell’infermo in altro ospedale (ottavo comma)”.

533. 1995 – Decreto Ministero della Sanità del 13 ottobre 1995. Disciplina

per le rilevazioni epidemiologiche e statistiche dell’infezione da HIV.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 101 del 2 maggio 1996.

534. 1995 – Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14

dicembre 1995. Divieto di fumare nei locali pubblici.

535. 1995 – Decreto del Ministero della Sanità-Commissione Unica del

farmaco del 18 dicembre 1995. Aggiornamento della nota 37 riportata nel

Provvedimento del 30 dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali e

successive modificazioni. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 300 del

27 dicembre 1995.

536. 1995 – Legge 28 dicembre 1995, n. 549, “Misure di razionalizzazione

della finanza pubblica”, Finanziaria 1996.

537. 1995 – Circolare Ministero della Sanità del 29 dicembre 1995. Decreto

Ministeriale del 1 settembre 1995 riguardante “Disciplina dei rapporti tra le

strutture pubbliche provviste di servizi trasfusionali e quelle pubbliche e

private, accreditate e non accreditate, dotate di frigo emoteche”.

538. 1996 – Sentenza Corte di Cassazione numero 326 del 16 gennaio 1996.

Sull’argomento davvero inesauribile della distinzione tra autonomia e

subordinazione; inesauribile soprattutto perché, in ragione dei mutamenti

intervenuti nella realtà organizzativa delle imprese e, più in generale, nella

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struttura socio-economica i criteri tradizionali utilizzati dalla giurisprudenza

nel procedimento di qualificazione del rapporto di lavoro sono soggetti ad una

continua revisione, anche perché la stessa summa divisio tra lavoro subordinato

e lavoro autonomo non appare più pienamente idonea a fondare l’impianto

normativo di regolazione dei rapporti di lavoro.

539. 1996 – Linee Guida del Ministero della Sanità del 1° febbraio 1996.

Linee Guida in applicazione di quanto previsto nel Piano Sanitario Nazionale

per il triennio 1994-1996, relativo all’azione programmata: “Prevenzione e

cura delle malattie oncologiche” concernente l’organizzazione della

prevenzione e dell’assistenza in oncologia. Pubblicate nella Gazzetta Ufficiale

numero 42 del 20 febbraio 1996. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

540. 1996 – Legge Regionale Veneto numero 5 del 3 febbraio 1996 (BUR

numero 14/1996). Piano Socio-Sanitario Regionale per il triennio 1996-1998.

541. 1996 – Decreto Legislativo numero 103 del 10 febbraio 1996.

Attuazione della delega conferita dall’articolo 2, comma 25, della Legge

numero 335 dell’8 agosto 1995, in materia di tutela previdenziale obbligatoria

dei soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 52 del 2 marzo 1996. Testo aggiornato al 15

dicembre 2005.

542. 1996 – Sentenza Pretura di Crema del 12 febbraio 1996 (Angele

Hariolf). In tema di omicidio colposo nell’ambito degli infortuni sul lavoro ai

fini dell’accertamento della sussistenza del rapporto di casualità tra la condotta

colposa dell’imprenditore che non abbia adottato, nell’esercizio dell’azienda

dedita a tessitura di amianto le specifiche misure disposte dal D.P.R. numero

303/1956 e la morte del lavoratore causata da asbestosi polmonare per

inalazione di fibre di amianto occorre applicare i principi fondamentali che

stanno alla base della teoria condizionalistica orientata secondo il modello

della “sussunzione sotto leggi scientifiche”. Il giudice, cioè, avvalendosi del

citato modello, ove non disponga di leggi universali, dovrà accertare se la

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condotta dell’agente abbia costituito una condizione necessaria all’evento che

senza di essa non si sarebbe verificato con un grado di probabilità valutato

statisticamente alto. Tale giudizio probabilistico deve essere effettuato in base

ai criteri della prevedibilità o dell’evitabilità rapportati alla possibilità

dell’”homo eiusdem professionis et condicionis” di individuare e scegliere

determinate regole di sicurezza. Fonti: Giust. Pen., 1996, II, 376. Riunito a

Pretura Crema 28 febbraio 1995 (inedita) e in parte riformato da Appello

Brescia 30 giugno 1998 (inedita), confermata da Cassazione Penale numero

3567 del 20 marzo 1999 (in banca dati).

543. 1996 – Decreto Ministeriale del 15 febbraio 1996. Approvazione della

modulistica per il controllo del movimento delle sostanze stupefacenti e

psicotrope tra le farmacie interne degli ospedali e i singoli reparti. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 45 del 23 febbraio 1996. Testo aggiornato al

15 dicembre 2005.

544. 1996 – Decreto Legge numero 89 del 26 febbraio 1996. Disposizioni

urgenti in materia di assistenza farmaceutica e di Sanità. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 49 del 28 febbraio 1996.

545. 1996 – Decreto Legge numero 161 del 1996. Come affermato nel

Decreto, nella prescrizione dei farmaci, specie in caso di reazione avversa,

assume particolare rilievo l’acquisizione del consenso informato da parte del

paziente e l’idoneità della cura rispetto alla malattia (articolo 2, comma 1). Non

convertito in Legge.

546. 1996 – Il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno varato, il 29 marzo

1996, un “Programma d’azione comunitario concernente la promozione della

Salute, l’informazione, l’educazione e la formazione sanitaria nel quadro

dell’azione nel campo della Sanità Pubblica per il periodo 1996-2000”.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea numero L96 del

16 aprile 1996.

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547. 1996 – Decreto Legge numero 176 del 2 aprile 1996. Disposizioni

urgenti in materia veterinaria e sanitaria. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 78 del 2 aprile 1996. Ratifica nella Gazzetta Ufficiale numero 87 del

13 aprile 1996. Decaduto il 1° giugno 1996 con pubblicazione annuncio nella

Gazzetta Ufficiale numero 128 del 3 giugno 1996.

548. 1996 – Decreto Legge numero 177 del 2 aprile 1996. Disposizioni

urgenti in materia di istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 78 del 2 aprile 1996. Ratifica nella Gazzetta

Ufficiale numero 87 del 13 aprile 1996. Decaduto il 1° giugno 1996 con

pubblicazione annuncio nella Gazzetta Ufficiale numero 128 del 3 giugno

1996.

549. 1996 – Decreto Legge numero 178 del 2 aprile 1996. Disposizioni

urgenti in materia di personale del settore sanitario. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 78 del 2 aprile 1996. Ratifica nella Gazzetta Ufficiale numero

87 del 13 aprile 1996. Decaduto il 1° giugno 1996 con pubblicazione annuncio

nella Gazzetta Ufficiale numero 128 del 3 giugno 1996.

550. 1996 – Decreto Legge numero 183 del 2 aprile 1996. Misure per la

razionalizzazione ed il contenimento della spesa farmaceutica. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 79 del 3 aprile 1996. Ratifica nella Gazzetta

Ufficiale numero 87 del 13 aprile 1996. Decaduto il 2 giugno 1996 con

pubblicazione annuncio nella Gazzetta Ufficiale numero 128 del 3 giugno

1996.

551. 1996 – Decreto Legge numero 186 del 2 aprile 1996. Proroga della

gestione delle spese realizzate per la ricostruzione post terremoto e norme in

materia di contabilità delle USL. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

79 del 3 aprile 1996. Ratifica nella Gazzetta Ufficiale numero 87 del 13 aprile

1996. Decaduto il 2 giugno 1996 con pubblicazione annuncio nella Gazzetta

Ufficiale numero 128 del 3 giugno 1996.

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552. 1996 – Decreto Legge numero 192 del 12 aprile 1996. Disposizioni

urgenti in materia di ammissione di laureati in Medicina e Chirurgia alle

Scuole di Specializzazione. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 87 del

13 aprile 1996. Decaduto il 12 giugno 1996 con pubblicazione annuncio nella

Gazzetta Ufficiale numero 137 del 13 giugno 1996.

553. 1996 – Circolare del Ministero della Sanità numero 28 del 12 aprile 1996

in cui si precisava che la pratica della iniezione endovenosa era da considerare

“pratica medica” e che poteva in certi ambiti (ospedalieri e assimilabili agli

ospedalieri) essere delegata agli infermieri.

554. 1996 – Decreto Ministero della Sanità del 16 aprile 1996. Individuazione

degli emoderivati salvavita ai quali si applica l’articolo 7, secondo comma, del

Decreto Legge numero 176 del 2 aprile 1996. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 123 del 28 maggio 1996.

555. 1996 – Risoluzione del Parlamento Europeo numero A4-0094/96 del 17

aprile 1996. Comunicazione della Commissione relativa alla sicurezza ed

all’autosufficienza del sangue nella Comunità Europea.

556. 1996 – Decreto Ministero della Sanità numero 142 del 22 aprile 1996.

Procedure di controllo e relative modalità di esecuzione per le specialità

medicinali derivate dal sangue e plasma umani contenenti: immunoglobuline

normali e specifiche, fattori della coagulazione, albumina. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 199 del 26 agosto 1996, Supplemento Ordinario,

Serie Generale.

557. 1996 – Decreto Ministero della Sanità numero 13. Disciplina per le

rilevazioni epidemiologiche e statistiche dell’infezione da HIV. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 101 del 3 maggio 1996.

558. 1996 – Decreto Legge numero 224 del 26 aprile 1996. Disposizioni

urgenti in materia di assistenza farmaceutica e di Sanità. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 99 del 29 aprile 1996. Decaduto il 28 giugno 1996

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con pubblicazione annuncio nella Gazzetta Ufficiale numero 151 del 29 giugno

1996.

559. 1996 – Patto Infermiere-Cittadino. Approvato dal Comitato Centrale

Federazione IPASVI. 12 Maggio 1996.

560. 1996 – Decreto del Ministero della Sanità del 13 maggio 1996.

Disposizioni in materia di aggiornamento dei metodi di produzione e di

validazione di specialità medicinali costituite da emoderivati. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 114 del 17 maggio 1996.

561. 1996 – Decreto Legge numero 280 del 17 maggio 1996 modificato dalla

Legge di Conversione numero 382 del 18 maggio 1996. In base a questa nuova

normativa le Regioni, entro il 31 dicembre 1996, con apposito atto

programmatorio di carattere generale (anche a stralcio del Piano Sanitario

Regionale) provvedono a ristrutturare la rete ospedaliera, prevedendo

l’utilizzazione dei posti letto ad un tasso non inferiore al 75 per cento in media

annua, adottando lo standard di dotazione media di 5,5 posti letto per mille

abitanti, di cui l’1 per mille riservato alla riabilitazione ed alla lungodegenza

post-acuzie, con un tasso di ospedalizzazione del 160 per mille.

562. 1996 – Ministero della Sanità, Circolare, Linee di Guida n. 2/96 del 31

maggio 1996: “Profilo aziendale dei soggetti gestori dei servizi sanitari”.

Includono una parte molto importante con riferimento al rapporto pubblico-

privato: l’esternalizzazione dei servizi.

563. 1996 – Linee Guida del Ministero della Sanità del 1° giugno 1996. Linee

Guida elaborate dalla Commissione Oncologica Nazionale, in applicazione di

quanto previsto dal Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1994-1996,

relativo all’azione programmata “Prevenzione e cura delle malattie

oncologiche”, concernenti l’organizzazione della prevenzione e dell’assistenza

in oncologia. Pubblicate nella Gazzetta Ufficiale numero 127 del 1° giugno

1996. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

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564. 1996 – Decreto Legge numero 303 del 3 giugno 1996. Misure per la

razionalizzazione ed il contenimento della spesa farmaceutica e disposizioni

urgenti in materia di medicinali.

565. 1996 – Decreto Legge numero 314 dell’11 giugno 1996. Disposizioni

urgenti in materia di ammissione di laureati in Medicina e Chirurgia alle

Scuole di Specializzazione. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 137 del

13 giugno 1996. Legge di conversione numero 403 del 30 luglio 1996

pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 181 del 3 agosto 1996. Testo

coordinato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 181 del 3 agosto 1996.

566. 1996 – Conferenza di Ljubljana del 1996 sulla Riforma dell’Assistenza

Sanitaria. 19 giugno 1996.

567. 1996 – Provvedimento del Ministero della Sanità-Commissione Unica

del farmaco del 24 giugno 1996. Aggiornamento della nota 37 riportata nel

Provvedimento 30 dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali e

successive modificazioni. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 148 del

26 giugno 1996.

568. 1996 – Legge numero 382 del 18 luglio 1996 di Conversione del Decreto

Legge numero 280 del 17 maggio 1996. Disposizioni urgenti nel settore

sanitario.

569. 1996 – D.M. 22 luglio 1996, “Prestazioni di assistenza specialistica

ambulatoriale erogabili nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale e relative

tariffe”.

570. 1996 – Decreto del Ministero della Sanità-Commissione Unica del

farmaco del 2 agosto 1996. Integrazione dei provvedimenti della Commissione

Unica del farmaco del 9 luglio 1996, 12 luglio 1996, 17 luglio 1996 e 24 luglio

1996 recanti “Riclassificazione dei medicinali ai sensi dell’articolo 1, comma 2

e comma 5, del Decreto Legge numero 323 del 20 giugno 1996. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 186 del 9 agosto 1996.

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571. 1996 – Legge numero 419 dell’8 agosto 1996. “Disposizioni per

l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle aziende autonome per

l’anno finanziario 1996”. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 188 del

12 agosto 1996. Supplemento Ordinario.

572. 1996 – Decreto Legislativo numero 493 del 14 agosto 1996 (Abrogato

dal TUSL). Attua Direttive 92/58/CEE concernente prescrizioni minime per la

Segnaletica di Sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro.

573. 1996 – Decreto Legislativo numero 494 del 14 agosto 1996. Sicurezza

sul lavoro. Attuazione della Direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni

minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili.

574. 1996 – Ministero della Sanità, Circolare << Linee di Guida: la

regolamentazione dell’accesso al Servizio Sanitario Nazionale dei soggetti

erogatori di prestazioni sanitarie (Accreditamento) >>, settembre 1996.

575. 1996 – Parere del Consiglio Superiore di Sanità del 25 settembre 1996.

Consenso informato nella somministrazione di emoderivati utilizzati come

eccipienti, stabilizzanti o diluenti. Lettera Circolare del Ministero della Sanità

del 30 gennaio 1997.

576. 1996 – D.M. 15 ottobre 1996, “Approvazione degli indicatori per la

valutazione delle dimensioni qualitative del servizio riguardanti la

personalizzazione e l’umanizzazione dell’assistenza, il diritto all’informazione,

alle prestazioni alberghiere, nonché l’andamento delle attività di prevenzione

delle malattie”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 14 del 18 gennaio

1997. Testo aggiornato al 15 dicembre 2005.

577. 1996 – Sentenza Corte di Appello di Torino del 15 ottobre 1996

(Barbotto Beraud e altri). L’obbligo di protezione e controllo che grava sul

datore di lavoro va correlato in primo luogo alla legislazione vigente all’epoca

in cui si estrinsecava la presunta condotta colposa e in secondo luogo al

patrimonio di conoscenze tecniche o stato dell’arte a disposizione

dell’imprenditore di buon livello. Gli effetti cancerogenetici dell’amianto erano

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conosciuti negli anni 60, durante i quali la vittima fu esposta all’amianto: non

era perciò esigibile dall’imputato un comportamento diverso da quello tenuto.

(Fonti: Riv. It. Dir. E Proc. Pen., 1997, 1448 nota di Piergallini). Ai sensi

ddell’articolo 40, comma 2 c.p. che disciplina il reato omissivo improprio, le

misure di controllo e protezione dei lavoratori che il datore di lavoro è tenuto

ad adottare devono essere correlate alla legislazione vigente nell’epoca in cui si

estinseca la presunta condotta colposa e “al patrimonio di conoscenze tecniche

o stato dell’arte” nel medesimo periodo a disposizione di un imprenditore “di

buon livello”. Essendo per tutti gli anni 60, periodo in cui si è verificata la

presunta condotta colposa, sconosciuti gli effetti cancerogeni dell’amianto,

l’imprenditore che ha utilizzato tale materiale su richiesta dell’ente pubblico

committente, non è imputabile per non avere: informato i lavoratori del rischio

cancro; contingentato i tempi di esposizione; dotato i prestatori di mezzi di

protezione quali i caschi di ventilazione. Nel caso di specie, l’imputato neppure

ha violato, nella forma e nella sostanza, la normativa di cui all’articolo 21 del

D.P.R. numero 303 del 19 marzo 1956, concernente la difesa contro le polveri

poiché ha messo a disposizione degli operai quanto di meglio la tecnica

dell’epoca prevedeva a livello di misura personale, di protezione, mentre non

poteva efficacemente utilizzare un sistema di aspiratori fissi o mobili. (Fonti:

Giur. Piemontese, 1997, 131). L’esistenza di un nesso causale tra attività

lavorativa e malattia in termini di fattore che ha contribuito a determinare

l’evento dannoso (nella specie, esposizione all’amianto), non è sufficiente ad

attribuire al datore di lavoro la responsabilità penale dell’evento, essendo

necessaria l’individuazione dell’elemento soggettivo, che rimane escluso nel

caso in cui il datore di lavoro provi di aver adottato misure di prevenzione

idonee con riferimento alla loro collocazione cronologica, dovendosi a tal fine

considerare la legislazione, le conoscenze ed i mezzi esistenti all’epoca in cui il

lavoratore è stato esposto al fattore morbigeno (Fonti: Orient. Giur. Lav., 1997,

261).

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578. 1996 – Decreto Legge numero 536 del 21 ottobre 1996. Misure per il

contenimento della spesa farmaceutica e la rideterminazione del tetto di spesa

per l’anno 1996. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 248 del 22 ottobre

1996. Decreto Legge convertito dalla Legge numero 648 del 23 dicembre

1966, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 300 del 23 dicembre 1996.

Entrato in vigore il 23 ottobre 1996.

579. 1996 – Conclusioni e Raccomandazioni del 25 ottobre 1996. Conclusioni

e Raccomandazioni del Colloquio su “La sicurezza e l’autosufficienza

trasfusionale; un obiettivo per la Comunità Europea”. Adare, Contea di

Limerick, Irlanda, 4-6 settembre 1996.

580. 1996 – Decreto Ministero della Sanità del 5 novembre 1996. Indicazioni

per l’istituzione del registro del sangue e del plasma in ciascuna regione e

provincia autonoma. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 292 del 13

dicembre 1996.

581. 1996 – Decreto Ministero della Sanità del 5 novembre 1996.

Integrazione al Decreto Ministeriale del 1° settembre 1995 concernente la

costituzione e compiti dei comitati per il buon uso del sangue presso i presidi

ospedalieri. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 292 del 13 dicembre

1996.

582. 1996 – Decreto Ministero della Sanità del 5 novembre 1996.

Aggiornamento del prezzo unitario di cessione del sangue e degli

emocomponenti tra Servizi Sanitari Pubblici e Privati, uniforme per tutto il

territorio nazionale. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 294 del 16

dicembre 1996.

583. 1996 – Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea numero

96/C374/01 del 16 novembre 1996. Strategia per la sicurezza delle trasfusioni e

l’autosufficienza di sangue nella Comunità Europea. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale delle Comunità Europee N.C. 374/1 dell’11 dicembre 1996.

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584. 1996 – D. Lgs. numero 624 del 25 novembre 1996. Attua Direttiva

numero 92/91/CEE relativa alla sicurezza dei lavoratori nelle industrie

estrattive per trivellazione e Direttiva 92/104/CEE relativa alla sicurezza e

salute dei lavoratori nelle industrie estrattive a ciclo aperto o sotterraneo.

585. 1996 – D. Lgs. numero 645 del 25 novembre 1996. Recepisce Direttiva

numero 92/85/CEE concernente il miglioramento della sicurezza e della salute

sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento (art. 7

– 11 – 12 T.U.).

586. 1996 – Sentenza della Corte di Assise di Firenze del 14 dicembre 1996.

Pres. F. Lombardi – Est. G. Ferrucci. Il reato di abbandono di persona incapace

è configurabile solo quando si verifichi una reale situazione di abbandono

consistente nel lasciare una persona in un determinato luogo senza più

curarsene. Non può configurarsi il reato di abbandono di incapace nel caso di

una paziente ricoverata in una corsia di ospedale e assistita dal personale

infermieristico. L’avere omesso da parte dei medici di somministrare le terapie

idonee ovvero non avere curato adeguatamente le complicanze suppurative

delle lesioni da decubito non indica una situazione di abbandono ma integra gli

estremi dell’omicidio colposo … e negligenza.

587. 1996 – Legge 23 dicembre 1996, n. 662, “Misure di razionalizzazione

della finanza pubblica”, (Finanziaria 1997).

588. 1996 – D.M. 23 dicembre 1996, “Modelli di rilevazione dei flussi

informativi sulle attività gestionali ed economiche delle Unità Sanitarie Locali

e delle Aziende Ospedaliere”.

589. 1996 – Legge numero 648 del 23 dicembre 1996. La Legge 648/1996

consente di erogare a totale carico del SSN, qualora non esista valida

alternativa terapeutica, previo parere della Commissione Tecnico Scientifica

(CTS) dell’AIFA: medicinali innovativi la cui commercializzazione è

autorizzata all’estero ma non sul territorio nazionale; medicinali non ancora

autorizzati ma sottoposti a sperimentazione clinica di cui siano disponibili

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risultati di studi clinici di fase II; medicinali da impiegare per un’indicazione

terapeutica diversa da quella autorizzata. I medicinali che acquisiscono parere

favorevole dalla CTS vengono inseriti in uno specifico elenco che riporta le

relative indicazioni terapeutiche. L’elenco è predisposto e periodicamente

aggiornato dall’AIFA. La richiesta d’inserimento può essere presentata da

associazioni di malati, da società scientifiche e da organismi sanitari pubblici o

privati. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 300 del 23 dicembre 1996.

590. 1996 – Legge 31 dicembre 1996, n. 675, “Tutela delle persone e di altri

soggetti rispetto al trattamento dei dati personali”. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 5 dell’8 gennaio 1997, Supplemento Ordinario.

591. 1996 – Legge 31 dicembre 1996, n. 676, “Delega al Governo in materia

di tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati

personali”. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 5 dell’8 gennaio 1997,

Supplemento Ordinario.

592. 1996 – UNI EN 724:1996 – Guida all’applicazione delle EN 29001 ed

EN 46001 e delle EN 29002 ed EN 46002 per i dispositivi medici non attivi.

593. 1997 – Sentenza del Tribunale di Milano del 9 gennaio 1997. I contenuti

della responsabilità della struttura per difetto di organizzazione sono suffragati

anche da sentenze per ora, a quanto consta, di merito in conformità con quanto

già delineato dal Tribunale di Monza laddove si dice che “sul piano

dell’elemento psicologico-normativo della colpa l’ospedale dovrebbe

dimostrare l’esistenza di un fatto positivo determinante in via esclusiva quel

tipo di decorso degli eventi, ovvero di aver usato tutte le cautele necessarie per

evitare il prodursi dello stesso evento …”.

594. 1997 – D.P.R. numero 37 del 14 gennaio 1997, “ Approvazione dell’atto

di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e

Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi

per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e

private”.

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595. 1997 – Decreto Presidente della Repubblica numero 42 del 14 gennaio

1997. Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni e alle

Province autonome di Trento e di Bolzano in materia di requisiti strutturali,

tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da

parte delle strutture pubbliche e private. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 42 del 20 febbraio 1997, Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al

13 gennaio 2006.

596. 1997 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 364

del 15 gennaio 1997. Il medico non può agire senza il consenso informato che

va esteso a ogni singola fase, alle varie alternative e ai rischi. Nell’ambito degli

interventi chirurgici condotti in “equipe”, il medico non può intervenire senza

il consenso informato del paziente e, se le singole fasi assumono un’autonomia

gestionale e presentano varie soluzioni alternative, ognuna delle quali comporti

rischi diversi, il suo dovere di informazione si estende anche alle singole fasi e

ai rispettivi rischi.

597. 1997 – Decreto Ministeriale numero 69 del 17 gennaio 1997.

Regolamento concernente l’individuazione della figura e relativo profilo

dell’assistente sanitario. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 72 del 27

marzo 1997. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

598. 1997 – Decreto Ministeriale numero 70 del 17 gennaio 1997.

Regolamento concernente l’individuazione della figura e relativo profilo

professionale dell’Infermiere Pediatrico. Definizione dei campi di attività e

delle competenze anche per altri venti profili professionali. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 72 del 27 marzo 1997. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

599. 1997 – Decreto del Ministero della Sanità del 18 gennaio 1997.

Indicatori di qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie (articolo 14 Decreto

Legge 502).

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600. 1997 – Decreto Legislativo numero 52 del 3 febbraio 1997 (Attuazione

direttiva 92/32/CEE poi modificato dal Decreto Legislativo numero 90 del 25

febbraio 1998). Classificazione sostanze pericolose e scheda di sicurezza (VII

modifica a direttiva 67/548/CEE del 27 giugno 1967).

601. 1997 – Decreto Legislativo numero 22 del 5 febbraio 1997. Rifiuti

speciali derivanti da attività sanitarie. “Attuazione delle Direttive 91/156/CEE

sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui

rifiuti di imballaggio”.

602. 1997 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, numero 952 del 5 febbraio

1997. Il preposto. Quello che è giuridicamente rilevante è il fatto che si siano

concretamente esercitati poteri di supremazia attraverso ordini e direttive

normalmente osservate da parte dei lavoratori. Rif. DPL numero 13/1997.

603. 1997 – Decreto Legislativo numero 22 del 5 febbraio 1997. Articolo 45.

“Legge Ronchi”. Rifiuti Sanitari.

604. 1997 – Decreto Ministeriale del 7 febbraio 1997. Determinazione dei

criteri di accreditamento provvisorio delle strutture presso le quali attivare i

Diplomi Universitari. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 40 del 18

febbraio 1997. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

605. 1997 – Decreto Legislativo numero 44 del 18 febbraio 1997.

Farmacovigilanza. Recepimento delle Direttive della Comunità Economica

Europea in materia di specialità medicinali. Attuazione della Direttiva

93/39/CEE che modifica le Direttive 65/CEE, 75/318/CEE e 75/319/CEE

relative ai medicinali. Appare severo nelle sanzioni ma, imponendo ai medici

l’obbligo di farmacovigilanza, conferisce ad essi un ruolo importante di

verifica clinica indipendente sulla tollerabilità dei farmaci, utile anche

all’aggiornamento costante di Linee Guida terapeutiche. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 54 del 6 marzo 1997.

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606. 1997 – Decreto Legislativo numero 46 del 24 febbraio 1997. Attuazione

della Direttiva 93/42/CEE, concernente i dispositivi medici (emendato con il

Decreto Legislativo numero 37 del 25 gennaio 2010), comma 2°.

607. 1997 – D.M. 25 febbraio 1997, “Determinazione di termini e sanzioni

per eventuali inadempienze degli amministratori delle Unità Sanitarie Locali e

delle Aziende Ospedaliere”.

608. 1997 – D.M. 25 febbraio 1997, n. 75, << Regolamento recante

modificazioni al D.M. 21 novembre 1987, n.528, riguardante la

“Riformulazione del regolamento interno per l’organizzazione ed il

funzionamento dell’Istituto Superiore di Sanità” per quanto attiene alla

istituzione di un nuovo reparto nel laboratorio di alimenti >>.

609. 1997 – D.M. 27 febbraio 1997, n. 76, “Regolamento recante sostituzione

del regolamento concernente la composizione e l’ordinamento del Consiglio

Superiore di Sanità, adottato con Decreto Ministeriale 21 dicembre 1996, n.

583”.

610. 1997 – Decreto Ministeriale del 28 febbraio 1997. Attività libero-

professionale e incompatibilità del personale della dirigenza sanitaria del

Servizio Sanitario Nazionale. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 56

dell’8 marzo 1997. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

611. 1997 – Legge numero 59 del 15 marzo 1997. La prevenzione, che ha il

fine ultimo di ridurre al minimo il numero dei pazienti interessati alle Infezioni

Ospedaliere, nonché di abbattere il relativo costo in termini economici spesso

piuttosto ingenti a carico del SSN,, costituisce il momento fondamentale.

Elemento di base è rappresentato dagli interventi cosiddetti di tipo

organizzativo che comprendono la sorveglianza, il controllo, il lavaggio delle

mani, nonché il rispetto di taluni criteri architettonici da soddisfare sia nella

costruzione di nuove strutture ospedaliere sia nella ristrutturazione di quelle già

esistenti, in modo tale da ridurre la contaminazione, facilitare la disinfezione e

costituire zone filtro nei percorsi effettuati sia dai materiali che dai pazienti, in

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ottemperanza con quanto previsto dalla normativa nazionale anche in tema di

predeterminazione dei requisiti minimi strutturali per l’esercizio delle attività

sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private e sia dalla normativa

europea (ISO 9000), la quale sancisce una serie di regole che attengono

all’organizzazione ed al coordinamento dei processi aziendali, ormai

agevolmente applicabili anche all’ambito sanitario.

612. 1997 – Deliberazione del Senato della Repubblica 3 aprile 1997,

“Istituzione di una Commissione Parlamentare di inchiesta sul Sistema

Sanitario”.

613. 1997 – Sentenza Pretura di Bergamo del 3 aprile 1997 (Covili e altri).

Essendo scientificamente dimostrata la diretta correlazione tra l’esposizione

cumulativa (intensità per durata) del lavoratore ad amianto e l’insorgenza di

asbestosi, sussiste il nesso di causalità tra le condotte antidoverose poste in

essere dagli imputati (consistite nell’aver esposto i dipendenti a concentrazioni

di polveri di amianto superiori ai valori limite e nell’aver omesso di fornire agli

stessi i mezzi di protezione idonei e comunque, anche dopo averli forniti, di

imporne l’effettiva utilizzazione, di effettuare un monitoraggio ambientale

continuo, di informare i lavoratori sui rischi specifici connessi alla loro attività,

nonché di sottoporli a visite mediche periodiche) e la malattia professionale

contratta dalla parte offesa; tale evento dannoso era inoltre pienamente

prevedibile anche in concreto dai direttori dello stabilimento, in virtù della loro

qualifica professionale. Fonti: Foro It., 1998, II, 484 nota di Tramontano.

Riformata da Corte di Appello di Brescia dell’1 febbraio 2000 (inedita),

annullata da Cassazione Penale numero 5716 del 25 settembre 2001 (in banca

dati).

614. 1997 – Convenzione di Oviedo del 4 aprile 1997. Convenzione per la

protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti

dell’applicazione della biologia e della medicina. Convenzione sui Diritti

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dell’Uomo e la biomedicina. Riferimenti normativi sul consenso informato al

trattamento sanitario. Modificata con Legge 145/2001.

615. 1997 – Decreto Legge numero 92 del 4 aprile 1997. Modifiche ed

integrazioni alla Legge numero 210 del 25 febbraio 1992 in materia di

indennizzi ai soggetti danneggiati da vaccinazioni, trasfusioni ed emoderivati.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 79 del 5 aprile 1997.

616. 1997 – Decreto Ministero della Sanità del 24 aprile 1997. Regolamento

per la disciplina dei compiti di coordinamento a livello nazionale delle attività

dei Centri Regionali di Coordinamento e Compensazione in materia di sangue

ed emoderivati.

617. 1997 – Circolare del Ministero della Sanità del 24 aprile 1997. Attività

libero-professionale e incompatibilità del personale della dirigenza sanitaria del

Servizio Sanitario Nazionale. Testo aggiornato al 29 novembre 1999.

618. 1997 – Decreto Ministeriale del 28 aprile 1997 (recepimento direttiva

93/21/CEE, riportate anche da ISPELS). Definizioni delle categorie per la

classificazione delle sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la

riproduzione.

619. 1997 – D.M. 30 aprile 1997, “Articolazione della Commissione unica del

farmaco in sottocommissioni”.

620. 1997 – D.M. 13 maggio 1997, << Modificazioni al Decreto Ministeriale

22 luglio 1996, recante “Prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale

erogabili nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale e relative tariffe” >>.

621. 1997 – Legge numero 127 del 15 maggio 1997. Misure urgenti per lo

snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e

controllo. Il collocamento in posizione di comando o di fuori ruolo è disposto

secondo le disposizioni vigenti nonché ai sensi dell’articolo 17, comma 14,

della Legge citata.

622. 1997 – Il 15 maggio 1997 nasce a Milano la “Carta dei Diritti dei

Morenti”. Questo documento è stato elaborato dal Comitato Etico presso la

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Fondazione Floriani (C.E.F.F.) nel maggio del 1999. Il C.E.F.F. è stato

finanziato ed ospitato dalla Fondazione Floriani dal 1999 al 2005, quando il

Comitato Etico si è evoluto a totale autonomia e indipendenza con la

denominazione di Comitato per l’Etica di Fine Vita (C.E.F.). la Fondazione

Floriani si è adoperata per la massima diffusione del documento non solo

nell’ambito degli studiosi di bioetica e di cure palliative, ma anche tra la

popolazione e le Istituzioni. L’affermazione e la diffusione della Carta dei

Diritti dei Morenti è stato il tema della “II Giornata Nazionale contro la

sofferenza inutile della persona inguaribile – Estate di San Martino” dell’11

novembre 2001 (questo evento è organizzato annualmente dalla Federazione

Cure Palliative che in tutta Italia coordina l’attività di 60 associazioni non

profit per le cura palliative), durante la quale sono state raccolte a sostegno

50.000 firme.

623. 1997 – Direttiva Europea 42/97. Agenti cancerogeni.

624. 1997 – D.M. 11 giugno 1997, “Fissazione dei termini per l’attivazione

dell’attività libero-professionale intramuraria”.

625. 1997 – D. Lgs. 46/97. Legge dello Stato Italiano che recepisce la

Direttiva Europea D.E. 93/42 sulla sterilizzazione quale protezione collettiva

da agenti biologici per l’operatore nelle strutture sanitarie ( come nel D. Lgs.

626/94).

626. 1997 – Provvedimento del Ministero della Sanità – Commissione Unica

del Farmaco del 18 giugno 1997. Aggiornamento della nota 37 riportata nel

Provvedimento del 30 dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali e

successive modificazioni. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 145 del

24 giugno 1997.

627. 1997 – D.L. 20 giugno 1997, n. 175, “Disposizioni urgenti in materia di

attività libero-professionale della dirigenza sanitaria del Servizio Sanitario

Nazionale”, (convertito, senza modificazioni, dalla Legge 7 agosto 1997, n.

272).

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628. 1997 – Legge numero 196 del 24 giugno 1997. “Norme in materia

di promozione dell’occupazione”. (Legge TREU). Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 154 del 4 luglio 1997. Supplemento Ordinario numero 136.

629. 1997 – D. M. numero 274 del 7 luglio 1997. Regolamento di attuazione

degli articoli 1 e 4 della Legge numero 82 (2) del 25 gennaio 1994 per la

disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di

derattizzazione e di sanificazione.

630. 1997 – Legge Regionale numero 31 dell’11 luglio 1997. Norme per il

riordino del Servizio Sanitario Regionale e sua integrazione con le attività dei

servizi sociali. BURL, 2° Supplemento Ordinario al numero 28 dell’11 luglio

1997.

631. 1997 – Decreto Ministero della Sanità numero 308 del 17 luglio 1997.

Regolamento recante norme per la disciplina dei compiti di coordinamento a

livello nazionale delle attività dei centri regionali di coordinamento e

compensazione in materia di sangue ed emoderivati. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 217 del 17 settembre 1997.

632. 1997 – Dichiarazione di Jakarta per la Promozione della Salute . 21-25

luglio 1997. New Players for a New Era: Leading Health Promotion into the

21st Century, Jakarta (1997). La Dichiarazione emanata durante la 4°

Conferenza Internazionale sulla promozione della salute riflette su quanto è

stato appreso circa l’efficacia della promozione della salute, riesamina i

determinanti della salute e identifica le direzioni e le strategie necessarie per

orientare le sfide della promozione della salute nel 21° secolo.

633. 1997 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 7245 del

23 luglio 1997. Il preposto. Quello che è giuridicamente rilevante è il fatto che

si siano concretamente esercitati poteri di supremazia attraverso ordini e

direttive normalmente osservate da parte dei lavoratori. Rif. DPL numero

37/1997.

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634. 1997 – D.P.R. numero 616 del 24 luglio 1997. E’ stabilito che le Regioni

determinano con legge gli ambiti territoriali adeguati alla gestione dei servizi

sociali e sanitari. Questi devono concernere contestualmente la gestione dei

servizi socio-assistenziali e sanitari (articolo 25, comma 2 e 3).

635. 1997 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 404 del 25

luglio 1997. Regolamento recante le modalità per la determinazione delle

piante organiche degli Ordini, dei Collegi Professionali e dell’Ente Autonomo

“La Triennale” di Milano. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 276 del

26 novembre 1997. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

636. 1997 – Legge numero 238 del 25 luglio 1997. Modifiche ed integrazioni

alla Legge numero 210 del 25 febbraio 1992 in materia di indennizzi ai

soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni ed emoderivati.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 174 del 28 luglio 1997.

637. 1997 – D.M. 31 luglio 1997, “Linee Guida dell’organizzazione

dell’attività libero-professionale intramuraria della dirigenza sanitaria del

Servizio Sanitario Nazionale”.

638. 1997 – D.M. 31 luglio 1997, “Linee Guida dell’organizzazione

dell’attività libero-professionale intramuraria per gli aspetti riguardanti il

personale universitario”.

639. 1997 – Decreto Ministeriale del 31 luglio 1997. Linee Guida per la

stipula dei protocolli d’intesa Università-Regioni. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 181 del 5 agosto 1997. Testo aggiornato al 31 gennaio 2006.

640. 1997 – Decreto Ministeriale del 31 luglio 1997. Attività libero-

professionale e incompatibilità del personale della dirigenza sanitaria del

Servizio Sanitario Nazionale.

641. 1997 – D. P. C. M. numero 452 del 6 agosto 1997. Regolamento recante

approvazione del capitolato di cui all’articolo 12, comma 1 del D. Lgs.

Numero 39 del 12 febbraio 1993 relativo alla locazione e all’acquisto di

apparecchiature informatiche, nonché alla licenza d’uso dei programmi.

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642. 1997 – Decreto Ministero della Sanità dell’8 agosto 1997. Integrazione

al Decreto Ministeriale del 22 aprile 1996 concernente “Procedure di controllo

e relative modalità di esecuzione per le specialità medicinali derivate da sangue

e plasma umani contenenti Albumina”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 225 del 26 settembre 1997.

643. 1997 – D. Lgs. 28 agosto 1997, n. 281, tra Governo , le Regioni e le

Province autonome di Trento e Bolzano concernente la disciplina per l’accesso

alla qualifica unica di dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche,

tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetrica.

644. 1997 – Decreto Legislativo numero 281 del 28 agosto 1997. Con

Provvedimento del 30 ottobre 2014 (vedi!) si realizza l’accordo, ai sensi

dell’articolo 9, comma 2, lettera c) del D. Lgs. citato tra il Governo, le Regioni

e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, le Province, i Comuni e le

Comunità Montane sul documento recante : ”Piano Nazionale Demenze –

Strategie per la promozione ed il miglioramento della qualità e

dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle Demenze”.

645. 1997 – Accordo ai sensi dell’articolo 4 del Decreto Legislativo numero

281 del 28 agosto 1997 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di

Trento e Bolzano sulle linee progettuali per l’utilizzo da parte delle Regioni

delle risorse vincolate ai sensi dell’articolo 1, commi 34 e 34 bis, della Legge

numero 662 del 23 dicembre 1996 per la realizzazione degli obiettivi di

carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2009.

646. 1997 – Legge numero 285 del 28 agosto 1997. “Disposizioni per la

promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”.

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 207 del 5 settembre 1997.

647. 1997 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, del 19 settembre

1997 (Barbotto Beraud). In materia di responsabilità colposa del datore di

lavoro per omesso impedimento dell’evento morte di un proprio dipendente,

l’esigibilità della condotta del datore di lavoro va valutata integrando il

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principio della prevedibilità dell’evento, secondo cui è necessario e sufficiente

che il soggetto agente abbia potuto prevedere che adottando le misure imposte

si sarebbe potuto evitare un grave danno alla salute o un danno alla vita, con

quello secondo cui, in tema di operatività dell’articolo 21 del D.P.R. numero

303 del 1956, è a carico del datore di lavoro fornire la prova della ricorrenza di

eventuali circostanze esoneranti dalle precauzioni imposte dalla stessa

disposizione di legge a tutela dell’indagine sul lavoro. Fonti: Indice Pen., 1998,

541 nota di Veneziani. Riv. Critica Dir. Lav., 1998, 489.

648. 1997 – Decreto Ministeriale del 24 settembre 1997. Requisiti d’idoneità

delle strutture per i Diplomi universitari dell’area medica. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 234 del 7 ottobre 1997. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

649. 1997 – Circolare del Ministero della Sanità numero 12 del 24 settembre

1997. Disciplina la farmacovigilanza in conseguenza del recepimento da parte

del Governo (Decreto Legislativo numero 44 del 18 febbraio 1997) della

Direttiva comunitaria 93/93/CEE. Le nuove norme sanciscono che tutti i

medici sono tenuti a segnalare ogni presunta reazione avversa da farmaci della

quale siano venuti a conoscenza nell’esercizio dell’attività professionale. E

questo obbligo sussiste anche per i medicinali in fase di sperimentazione

clinica. La normativa interessa anche i farmacisti.

650. 1997 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 9374

del 24 settembre 1997. In ospedale in caso di mancato consenso sussiste la

responsabilità dell’ente. Nel caso in cui dall’esecuzione, ancorchè prudente,

diligente e tecnicamente corretta, di un intervento chirurgico o di un

accertamento diagnostico invasivo, derivi un danno o addirittura la morte del

paziente, non informato dai medici, (nella specie dipendenti azienda

ospedaliera) dei rischi gravi per la vita o l’incolumità fisica a cui poteva andare

incontro, al fine di prestare il necessario consenso a procedervi, sussiste la

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responsabilità dell’ente, anche nel caso che non sia stato individuato il medico

a cui incombeva tale obbligo.

651. 1997 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 9705 del 6

ottobre 1997. Per un consenso informato valido è necessario che il

professionista informi il paziente dei benefici, delle modalità dell’intervento,

delle eventuali possibilità di scelta tra diverse tecniche operatorie e, infine, dei

rischi prevedibili in sede operatoria, ma ciò non significa che debba addentrarsi

nei dettagli della tecnica prescelta e, quindi, informare il paziente di variazioni

sul piano operativo del programma operatorio, ferma restando la tecnica

concordata.

652. 1997 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 513 del 10

novembre 1997. Referti firmati digitalmente ai sensi delle norme vigenti.

Regolamento recante criteri e modalità per la formazione, l’archiviazione e la

trasmissione di documenti con strumenti informatici e telematici, a norma

dell’articolo 15, comma 2, della Legge numero 59 del 15 marzo 1997.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, numero 60 del 13 marzo

1998.

653. 1997 – Decreto del Consiglio Regionale numero VI/742 del 18

novembre 1997. Individuazione di una ulteriore Azienda Ospedaliera ai sensi

dell’articolo 4 del Decreto Legislativo 502/92. Determinazioni in ordine alle

afferenze di presidi e strutture sanitarie alle ASL e alle Aziende Ospedaliere ex

articolo e, comma 2, della Legge Regionale numero 31 dell’11 luglio 1997

“Norme per il riordino del Servizio Sanitario Nazionale e sua integrazione con

le attività dei servizi sociali”. BURL, Serie Ordinaria numero 51 del 15

dicembre 1997.

654. 1997 – Sentenza della Corte di Appello di Bologna del 9 dicembre 1997.

Il caso Muccioli. Il delitto di sequestro di persona, commesso in danno di

tossicodipendenti sottoposti in comunità “chiusa” a programmi terapeutici

comprendenti la restrizione della libertà personale, è scriminato dal consenso ai

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programmi predetti anticipatamente prestato dal ricoverato all’atto di

ammissione in comunità …, … quando la privazione della libertà non si

protragga oltre il tempo strettamente necessario al recupero del soggetto, e non

venga attuata con modalità tali (ad esempio incatenamento o chiusura in

ambienti indecorosi e malsani) da lederne la dignità di persona umana.

655. 1997 – Legge numero 449 del 27 dicembre 1997. Misure per la

stabilizzazione della finanza pubblica. Per la prima volta nella normativa

sanitaria viene fatto esplicito riferimento all’Appropriatezza. Il legislatore

italiano, adottandone una interpretazione diversa rispetto alle Raccomandazioni

citate, richiama l’Appropriatezza, insieme alla Qualità e alla Accessibilità,

quale uno dei profili rispetto a cui le Regioni e le Aziende Sanitarie e

Ospedaliere sono chiamate ad attivare specifiche azioni di monitoraggio delle

attività ospedaliere.

656. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, numero 108 del 12 gennaio

1998. Il vero compito del preposto resta quello di assicurarsi, personalmente e

senza intermediazioni, che i lavoratori eseguano le disposizioni di sicurezza

loro impartite. Rif. CED 177370.

657. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 2277 del

20 gennaio 1998. Responsabilità del preposto di fatto. Rapporto di causalità tra

comportamento colposo del lavoratore per inosservanza di norme

antinfortunistiche e l’incidente verificatosi: occorre l’eccezionalità,

l’imprevedibilità e l’unicità del comportamento. Chiunque, in qualsiasi modo,

abbia assunto posizione di preminenza rispetto ad altri lavoratori, deve

considerarsi automaticamente tenuto ad attuare le misure di sicurezza e a

disporre ed esigere che esse siano rispettate. Non assume rilevanza il fatto che

vi siano altri soggetti contemporaneamente gravati, per un diverso autonomo

titolo, dello stesso obbligo.

658. 1998 – Sentenze del TAR del Lazio numero 2897 e 2898 (decise in

camera di consiglio il 26 gennaio 1998 e depositate il 9 ottobre 1998). Su

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ricorso di varie strutture private e ambulatoriali dell’Anisap, hanno annullato il

DPR del 14 gennaio 1997 nella parte in cui dettava norme di indirizzo e

coordinamento degli standard per l’accreditamento in quanto un

provvedimento del genere può essere emanato solo se una legge lo preveda.

Hanno fatto salvo invece il Decreto nella parte in cui ha disciplinato i requisiti

minimi richiesti ai fini dell’autorizzazione a tutte le strutture sanitarie.

659. 1998 – Decreto Ministeriale del 30 gennaio 1998. Tabelle relative alle

discipline equipollenti previste dalla normativa; Regolamentazione per

l’accesso al secondo livello dirigenziale per il personale del ruolo sanitario del

Servizio Sanitario Nazionale.

660. 1998 – Decreto Ministeriale del 31 gennaio 1998. Tabella relativa alle

specializzazioni affini previste dalla disciplina concorsuale per il personale

dirigenziale del Servizio Sanitario Nazionale.

661. 1998 – Sentenza Pretura di Lecce del 4 febbraio 1998. I principi sui quali

si basa la libertà terapeutica di medico e ammalato. L’esercizio della libertà

terapeutica del medico e dell’ammalato deve essere basato sui seguenti

presupposti: 1) necessità terapeutica per particolare gravità della malattia; 2)

inefficacia di terapia consolidata tradizionale; 3) ragionevolezza del tentativo

terapeutico alternativo-innovativo; 4) diretta e responsabile prescrizione del

medico di fiducia; 5) consenso informato del paziente; 6) non dannosità dei

farmaci prescritti, presupposti che sono coerenti con i precetti del codice di

deontologia medica, così deliberati dal Comitato Nazionale per la Bioetica, e

con la funzione sociale del diritto.

662. 1998 – Decreto Legislativo del 17 febbraio 1998 (pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 39 del 17 febbraio 1998, Serie Generale), convertito

con Legge numero 94 dell’8 aprile 1998 (Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 86 del 14 aprile 1998, Serie Generale). Disposizioni urgenti in materia

di sperimentazioni cliniche in campo oncologico e altre misure in materia

sanitaria (multi trattamento Di Bella).

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663. 1998 – Legge Regionale numero 2 del 26 febbraio 1998. Piano

Regionale Ospedaliero per il triennio 97/99 allegato Q: Direttive per l’adozione

della Carta dei Servizi Pubblici Sanitari, per la regolamentazione della

partecipazione del cittadino e per la tutela dell’utente; linee di indirizzo per la

formulazione del regolamento di Pubblica Tutela.

664. 1998 – Legge numero 40 del 6 marzo 1998. Disciplina

dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (cfr. titolo V, capo

I, articoli 32, 33 e 34). Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 59 del 12

marzo 1998, Supplemento Ordinario numero 40/L. Disciplina entrata in vigore

il 27 marzo 1998. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

665. 1998 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. V, numero 119

del 1998. “ Il ricovero in una casa di cura o in una comunità terapeutica,

frequentemente disciplinate da rigide regole interne comporta, infatti, l’obbligo

di cura e di custodia, gravante su plurimi soggetti (direttore sanitario, medico,

terapeuta, infermiere) ma anche limitazioni all’incapace, le quali liberamente

accettate con un valido consenso o non contrastate da un evidente dissenso,

non sono penalmente apprezzabili ….. non si può pretendere né una

sorveglianza che, per la sua consistenza e per le invasive modalità, costituisca

violazione delle regole generali di rispetto della dignità e della libertà della

persona, né una custodia che travalichi i termini terapeutici e le finalità ed i

tempi del volontario ricovero. ….. Questi principi non comportano un

affievolimento della protezione, ma soltanto una modifica delle modalità di

attuazione ….. l’obbligo di custodia, pur cogente, non può comportare l’uso di

mezzi coercitivi né per imporre la terapia né per protrarre un ricovero non più

necessario. Ciò che è vietato non è soltanto la coercizione in se, ma anche la

coercizione strutturale, relativa all’ambiente che, oggettivamente coattivo per

l’isolamento interno ed esterno, per le strutture e i servizi e l’anacronistico

sistema di sbarramento di porte e finestre ….. la soluzione va individuata

nell’ordinamento giuridico che consente, ricorrendone i presupposti, l’uso

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legittimo della forza fisica, quale brevis et modica vis, imposta dalle

circostanze, per un soccorso di necessità, per sottrarre l’incapace al pericolo di

gravi danni.

666. 1998 – Circolare Ministeriale numero 4 del 13 marzo 1998. Misure di

profilassi per esigenze di Sanità Pubblica.

667. 1998 – Decreto Ministero della Sanità del 19 marzo 1998. Disposizioni

concernenti medicinali derivati dal sangue o plasma umano. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 83 del 9 aprile 1998.

668. 1998 – Decreto Ministero della Sanità del 19 marzo 1998.

Riconoscimento della idoneità dei centri per la sperimentazione clinica dei

medicinali.

669. 1998 – Decreto del Ministero della Sanità del 20 marzo 1998. Viene

prorogato il termine per la revisione dell’elenco delle patologie che possono

trovare reale beneficio dalle cure termali (come da Commissione istituita con

Decreto Ministeriale del 10 febbraio 1995).

670. 1998 – Decreto Legislativo numero 80 del 31 marzo 1998. Nuove

disposizioni in materia di organizzazione e rapporti di lavoro nelle

amministrazioni pubbliche, di giurisdizione nelle controversie di lavoro e di

giurisdizione amministrativa, emanate in attuazione dell’articolo 11, comma 4

della Legge numero 59 del 15 marzo 1997.

671. 1998 – Decreto Legislativo numero 112 del 31 marzo 1998. Con il

Decreto Legislativo numero 112 del 1998 è attuato un conferimento di funzioni

e di compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in

attuazione di quanto previsto dalla Legge numero 59 del 1997. In particolare,

nel Titolo IV del Decreto succitato (“Servizi alla persona e alla comunità”) è

inserito un articolato (Capo I) che tratta della tutela della salute.

672. 1998 – Decreto Legislativo numero 115 del 31 marzo 1998.

Individuazione di nuovi compiti per l’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali.

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Il Direttore dell’Agenzia stipula con le Regioni appositi contratti per

l’effettuazione delle prestazioni di promozione/consulenza/supporto.

673. 1998 – Circolare del Ministero della Sanità numero DPS X/40/98/1010

del 22 aprile 1998. Vengono esposte precisazioni in ordine alla parità affermata

dall’articolo 32 della Legge 40/1998 riguardante la validità temporale di

iscrizione al SSN evitando di dover procedere al rinnovo annuale ma solo alla

eventuale cancellazione laddove non esistano più i requisiti.

674. 1998 – Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 28 aprile 1998.

Con Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 28 aprile 1998 è stato

sancito un importante principio: è possibile farsi curare in uno qualunque degli

Stati dell’Unione anche senza risiedervi ed essere rimborsati dagli enti

mutualistici del paese di appartenenza. Questo principio prevale sulle

legislazioni nazionali.

675. 1998 – Con il Provvedimento del 7 maggio 1998 la Conferenza

permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di

Trento e Bolzano ha sancito l’accordo tra Governo, Regioni e Province

autonome sul contenuto delle “Linee Guida del Ministero della Sanità per le

attività di riabilitazione” (Testo delle Linee Guida ripresentato con modifiche il

28 aprile 1998). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 124 del 30

maggio1998.

676. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, dell’11 maggio

1998 (Calamandrei e altri). In caso di omicidio colposo addebitato a un datore

di lavoro per la morte per mesotelioma di un lavoratore esposto ad amianto, ai

fini della configurabilità della colpa, è sufficiente che fosse prevedibile che

l’indiscriminata esposizione alla polvere di amianto nella lavorazione di tale

sostanza comportava alti rischi di contrarre l’asbestosi, giacchè dipendendo

entrambe le patologie dalla respirazione delle polveri di amianto e

sostanziandosi le misure preventive nella riduzione o eliminazione della

polverosità della lavorazione, non sussiste differenziazione dei rimedi in

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quanto questi erano comuni ad entrambe le malattie mortali. Fonti: Foro It.,

1999, II, 236 nota di Guariniello.

677. 1998 – Sentenza del Tribunale di Milano, Sez. VII, numero 5510 del 14

maggio 1998. Il consenso informato è personale e se il paziente è capace di

intendere e di volere il parente non può prendere decisioni in sua vece. (…..)

Un familiare del paziente, per quanto abbia una prossimità maggiore rispetto al

medico con la persona del paziente, non può assurgere alla figura di nuncius

della sua volontà, se questi è capace di intendere e volere, non potendo

prendere decisioni in sostituzione del diretto interessato. (…..) Il Tribunale non

giustifica il fatto di aver ritenuto sufficiente la prestazione del consenso da

parte di un parente, il quale non aveva alcun potere di sostituirsi alla persona

legittimata ad assentire interventi sul proprio corpo.

678. 1998 – Decreto Legislativo numero 286 del 1998. Decreto attuativo della

Legge numero 40 del 1998. “Disposizioni in materia sanitaria, assistenza per

gli stranieri iscritti e non iscritti al SSN, ingresso di soggiorno e cure mediche”.

679. 1998 – Con sentenza numero 185 del 1998 la Corte Costituzionale

annulla il combinato disposto dall’articolo 2, comma 1, ultima proposizione e

articolo 3, 4° comma del Decreto Legislativo numero 23/1998, convertito con

modifica nella Legge numero 94/1998, nella parte in cui non prevede

l’erogazione da parte del Servizio Sanitario Nazionale dei medicinali impiegati

nella cura delle patologie tumorali per le quali è disposta la sperimentazione, di

cui all’articolo 1, a favore di coloro che versano in condizioni di insufficienti

disponibilità economiche.

680. 1998 – Legge 94 del 1998. Sperimentazione Clinica.

681. 1998 – Legge numero 162 del 21 maggio 1998. Con questa Legge il

Parlamento introduce modifiche alla Legge numero 104/1992 concernenti

misure di sostegno in favore di persone con handicap grave.

682. 1998 – Tar Sicilia, Catania. Sezione II. Numero 925 del 29 maggio 1998.

Alla puericultrice non possono essere affidati compiti infermieristici, in quanto

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non ha le competenze in relazione alla preparazione acquisita nella scuola dove

viene (rectius, veniva) formata. La legge affida alla puericultrice i compiti di

assistenza di bambini sani, vietandole la cura (sotto il profilo infermieristico) di

soggetti malati; in conseguenza a ciò, affidando alle puericultrici compiti di

carattere infermieristico, l’amministrazione eroga ai bambini un’assistenza

meno qualificata di quella che essa dovrebbe per legge assicurare ai bambini,

imponendo tra l’altro a soggetti non idonei e qualificati l’esercizio di attività

professionali che l’ordinamento affida in via esclusiva ad altre figure

(infermieri professionali e vigilatrici d’infanzia).

683. 1998 – Sentenza della Pretura di Torino del 2 giugno 1998 (Camposano

e altri). Rispondono del reato di omicidio colposo i dirigenti tecnici,

amministrativi e del servizio sanitario aziendale che, omettendo di adottare i

necessari provvedimenti tecnici, organizzativi, procedurali e igienici in

presenza di attività che espongono i lavoratori a rischi specifici derivanti da

esposizione ad amianto, cagionano la morte dei lavoratori stessi. Fonti: Riv.

Critica Dir. Lav., 1998, 1066. Riformata da Corte di Appello di Torino del 21

maggio 1999, annullata dalla Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

5037 del 30 marzo 2000 (in banca dati).

684. 1998 – Sentenza della Pretura di Padova del 3 giugno 1998 (Macola e

altro). La mancata adozione delle misure antinfortunistiche imposte dalla legge

in presenza di lavorazioni comportanti la formazione di polveri integraa la

responsabilità colposa (colpa specifica) per la morte dei lavoratori esposti a

polveri di amianto. In ordine alla prevedibilità dell’evento, e quindi alla

configurabilità della colpa generica, si deve ritenere necessario e sufficiente per

l’accertamento della stessa il fatto che gli imputati potessero prevedere che

adottando le misure imposte si sarebbe potuto evitare un danno grave alla

salute e all’incolumità dei lavoratori, e cioè un danno dello stesso genere di

quello poi effettivamente verificatosi. Non è necessario, infatti, che gli imputati

potessero prevedere anche lo specifico esito derivante dalle norme

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antinfortunistiche (morte per mesotelioma o per tumore polmonare). I

componenti del consiglio di amministrazione di una società per azioni, avendo

la gestione dell’impresa, sono i destinatari delle norme, anche penali,

indirizzate al “datore di lavoro” e perciò sono i garanti della sicurezza del

lavoro. Possono esimersi dalla correlata responsabilità solo se esiste una delega

vera ed effettiva nei confronti di persona idonea, tecnicamente qualificata e

dotata di autonomia decisionale e patrimoniale. Nei reati omissivi impropri il

nesso causale tra l’omissione e l’evento sussiste se l’azione dovuta, che si è

omessa, avrebbe impedito l’evento, cioè avrebbe evitato con alto grado di

prevedibilità il verificarsi dell’evento e specificamente avrebbe evitato che il

grado di probabilità di verificazione dell’evento aumentasse fino a un livello

tale da rendere molto probabile, o addirittura certa, la verificazione dell’evento.

Fonti: Riv. Trim. Dir. Pen. Economia, 1998, 720. Parzialmente confermata

dalla Sentenza della Corte di Appello di Venezia del 15 gennaio 2001,

confermata dalla Sentenza della Corte di Cassazione Penale numero 988

dell’11 luglio 2002. (in banca dati).

685. 1998 – D. P. R. numero 252 del 3 giugno 1998. Regolamento recante

norme per la semplificazione dei procedimenti relativi al rilascio delle

comunicazioni e delle informazioni antimafie.

686. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, del 4 giugno 1998.

Pres. Satta Flores, Rel. Merone, P.M. Calderone, ric. Baracco. Zacchia 1998;

71: 428. …..Taluni dei precedenti giudiziari attengano a ssentenze di

applicazione della pena ex articolo 444 codice procedura penale, avendo la

giurisprudenza di legittimità condivisibilmente affermato che “la sentenza di

applicazione della pena su richiesta delle parti è equiparata ad una pronuncia di

condanna, e tale equiparazione rende possibili gli effetti concernenti la

contestazione della recidiva, e la valutazione della sentenza ex articolo 444

codice procedura penale ai fini dell’ammissione alla sostituzione della pena

detentiva secondo quanto disposto dall’articolo 59 della Legge numero 689 del

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24 novembre 1981 (in tal senso Sentenza Corte di Cassazione, Sez. III, numero

7939 del 4 giugno 1998, Rv. 211684).

687. 1998 – Provvedimento del Ministero della Sanità – Commissione Unica

del Farmaco del 18 giugno 1998. Aggiornamento della nota 37 riportata nel

Provvedimento 30 dicembre 1993 di riclassificazione dei medicinali e

successive modificazioni. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 143 del

22 giugno 1998.

688. 1998 – Direttiva Europea 24/98. Agenti chimici.

689. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 2277 del

20 giugno 1998. Il preposto può essere chi esplica le mansioni di caposquadra.

Rif. CED Cassazione 1998.

690. 1998 – Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998. “Sulla

definizione delle norme”.

691. 1998 – Ordinanza della Corte Costituzionale numero 201. Ordinanza nei

giudizi di legittimità costituzionale dell’articolo 5, comma 6; dell’articolo 13,

comma 4; dell’articolo 18, comma 1, lettera n); dell’articolo 22, comma 9; del

Decreto Legislativo numero 22 del 5 febbraio 1997, recante “Attuazione delle

Direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CEE

sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”; e degli articoli 1, 13, 17, 18, 22 ,

commi 9 e 11, 23, comma 5, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 41, comma 1, 42,

comma 5 e 57, comma 1, dello stesso Decreto Legislativo promossi

rispettivamente con ricorso della Regione Toscana, notificato il 14 marzo

1997, depositato il 24 successivo, e della Regione Lazio, notificato il 17 marzo

1997, depositato in cancelleria il 26 successivo, iscritti ai numeri 27 e 28 del

registro ricorsi 1997.

692. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, del 28 giugno

1998. Il delegato può essere anche un lavoratore? No; la Suprema Corte di

Cassazione in diverse occasioni ha affermato che non è ipotizzabile una delega

inerente alla sicurezza in capo alla stessa persona beneficiaria della tutela (il

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lavoratore), non avendo senso una delega in questo caso visto che il lavoratore

è impossibilitato ad essere nel contempo oggetto e soggetto delle cautele

legislative.

693. 1998 – Council Recommendation del 29 giugno 1998. The suitability of

blood and plasma donors and the screening of donated blood in the European

Community. Official Journal of the European Communities, 21 luglio 1998, L

203/14 – L 203/25.

694. 1998 – Decreto del Consiglio Regionale numero VI/936 dell’1 luglio

1998. Progetto Obiettivo di lotta contro l’AIDS per il triennio 1998-2000.

BURL, 2° Supplemento Ordinario al numero 29 del 23 luglio 1998.

695. 1998 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 371 dell’8 luglio

1998. Regolamento recante norme concernenti l’Accordo Collettivo Nazionale

per la disciplina dei rapporti con le farmacie pubbliche e private. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 251 del 27 ottobre 1998.

696. 1998 – Decreto Ministeriale 10 luglio 1998. Ha prorogato lo svolgimento

dei corsi di formazione professionale di massofisioterapista unicamente per i

non vedenti in attesa di una preannunciata rideterminazione del relativo profilo

professionale.

697. 1998 – Decreto Legislativo numero 285 del 16 luglio 1998 (attuazione

direttive CE a norma dell’articolo 38 della Legge numero 128 del 24 aprile

1998). Classificazione preparati pericolosi e scheda di sicurezza.

698. 1998 – D.P.R. del 23 luglio 1998. Piano Sanitario Nazionale 1998-2000.

Un patto di solidarietà per la salute. E’ inclusa la “Prevenzione, Sorveglianza e

Controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza: attivazione e funzionamento

dei relativi organismi”. Nei piani regionali e aziendali è da sviluppare le

iniziative rivolte a promuovere l’attività fisica nella popolazione generale; le

campagne mirate specificamente a promuovere l’attività fisica fra gli anziani; il

coordinamento e lo sviluppo di iniziative, da attivare con il coinvolgimento

delle organizzazioni del settore, per la promozione dell’attività fisica tra i

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giovani. Presenti obiettivi in riferimento alla lotta all’alcolismo e alla riduzione

del tabagismo.

699. 1998 – Tabelle T24 “Rilevazione attività”. Le Tabelle raccolgono le

informazioni sull’impiego del personale, distinto per ruolo e categoria, in

relazione alle attività svolte riferite ai tre livelli di assistenza sanitaria definiti

nell’ambito del “Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1998-2000”

approvato con D.P.R. del 23 luglio 1998 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 288 del 10 dicembre 1998, Supplemento Ordinario numero 201) e ad

una quarta macroarea riferita alle attività trasversali alla struttura organizzativa.

700. 1998 – Decreto Legislativo numero 286 del 25 luglio 1998, articolo 34.

Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e

norme sulla condizione dello straniero. Riconosce l’obbligo di iscrizione al

SSN e parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai

cittadini italiani agli stranieri regolarmente iscritti soggiornanti di cui ai commi

1 e 2. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 191 del 18 agosto 1998,

Supplemento Ufficiale. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

701. 1998 – Delibera Regionale numero 38133 del 6 agosto 1998. Gestione

delle Risorse Umane.

702. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione Civile numero 7339 del 1998. Ha

rilevato che l’omissione da parte della Pubblica Amministrazione di qualunque

iniziativa funzionale alla realizzazione dello scopo per il quale l’ordinamento

attribuisce il potere (qui concernente la tutela della salute pubblica) la espone a

responsabilità extracontrattuale quando dalla violazione del vincolo interno

costituito dal dovere di vigilanza nell’interesse pubblico, il quale è strumentale

ed accessorio a quel potere, siano derivate violazioni dei diritti soggettivi dei

terzi …..

703. 1998 – Corte di Cassazione Civile, Sez. III, dell’8 settembre 1998. La

dimostrata cogenza scientifico-pratica di una corretta profilassi nell’impedire

l’insorgenza delle Infezioni Ospedaliere ha riflessi anche in ambito civile, ove

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si concretizzano gli estremi della responsabilità professionale di tipo omissivo

se ed in quanto “… il medico che abbia a disposizione metodi idonei ad evitare

che la situazione pericolosa si determini, non può non impiegarli, essendo suo

dovere professionale applicare metodi che salvaguardino la salute del paziente

anziché metodi che possano anche esporla a rischio. Da ciò consegue che, ove

egli opti per un trattamento terapeutico o per un metodo d’intervento rischioso

e la situazione pericolosa si determina ed egli non riesce a superarla senza

danno, la colpa si radica già nella scelta iniziale”.

704. 1998 – Decreto Ministeriale. Decreto Ministero della Sanità del 10

settembre 1998. Aggiornamento del Decreto Ministeriale del 6 marzo 1995

concernente l’aggiornamento del Decreto Ministeriale del 14 aprile 1984

recante i protocolli di accesso agli esami di laboratorio e di diagnostica

strumentale per le donne in stato di gravidanza ed a tutela della maternità.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 245 del 20 ottobre 1998.

705. 1998 – Decreto Ministero della Sanità del 13 settembre 1998. Il

Ministero della Sanità ha confermato la necessità della istituzione della

commissione di controllo all’interno di ogni Azienda Ospedaliera “al fine di

accertare la qualità dell’assistenza sanitaria per conferire maggiore

professionalità agli atti tecnici essenziali”. In tale ambito di operatività medica

sono stati definiti i compiti gravanti sul Direttore Sanitario che, tra le sue

competenze, vede quella di responsabile del governo clinico aziendale, in cui

sono comprese le Linee-Guida ed i percorsi diagnostico-terapeutici.

706. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione numero 9598 del 25 settembre

1998. I danni (nel caso di errore medico e responsabilità medica e ospedaliera)

sono determinati secondo principi generali. Il risarcimento può interessare ogni

tipo di danno subito. La perdita di ciance. “La cosiddetta perdita di chance

costituisce un’ipotesi di danno patrimoniale futuro. Come tale essa è risarcibile

a condizione che il danneggiato dimostri, anche in via presuntiva ma pur

sempre sulla base di circostanze di fatto certe e puntualmente allegate, la

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sussistenza d’un valido nesso causale tra il danno e la ragionevole probabilità

della verificazione futura del danno”.

707. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. III Civile, del 27 settembre

1998 numero 7336 – Il grado di diligenza professionale del medico va valutato

con riguardo alle circostanze concrete e tra queste rientrano anche le dotazioni

della struttura ospedaliera in cui lo stesso opera. E’ negligente ed imperito,

pertanto, il sanitario che non disponga il trasferimento del paziente in altra sede

strutturalmente adeguata, ove ciò sia tecnicamente possibile, senza esporlo a

più gravi inconvenienti. In Resp. Civile e Previdenza, 1999, pag. 996.

708. 1998 – Sentenza Corte di Cassazione Civile numero 7339 del 1998. La

responsabilità del Ministero della Salute per danni da contagio trasfusionale

rientra nell’ambito dell’articolo 2043 C.C., escludendola in relazione

all’articolo 2050 C.C., in quanto se la produzione, la commercializzazione e la

distribuzione del sangue possono essere in effetti attività intrinsecamente

pericolose, non altrettanto può dirsi dell’attività esercitata rispetto ad esse dal

Ministero che ricopre gli ambiti di supervisione e di controllo e quindi più

propriamente riconducibili nel più consono ambito del neminem laedere,

fissato dall’articolo 2043 C.C.

709. 1998 – Decreto Ministeriale numero 520 dell’8 ottobre 1998.

Regolamento recante norme per l’individuazione della figura e del relativo

profilo professionale dell’educatore professionale, ai sensi dell’articolo 6,

comma 3, del D.Lgs. numero 502 del 30 dicembre 1992. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 98 del 28 aprile 1998. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

710. 1998 – Sentenza del Tribunale di Genova del 30 ottobre 1998. I

contenuti della responsabilità della struttura per difetto di organizzazione sono

suffragati anche da sentenze per ora, a quanto consta, di merito in conformità

con quanto già delineato dal Tribunale di Monza laddove si dice che “sul piano

dell’elemento psicologico-normativo della colpa l’ospedale dovrebbe

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dimostrare l’esistenza di un fatto positivo determinante in via esclusiva quel

tipo di decorso degli eventi, ovvero di aver usato tutte le cautele necessarie per

evitare il prodursi dello stesso evento …”.

711. 1998 – Tribunale di Roma. Sentenza del 27 novembre 1998. Presidente

De Fiore, Relatore Orecchio, X+ Ministero della Sanità. “Nell’esercizio dei

poteri istituzionali di vigilanza e controllo su attività oggettivamente

pericolose, atte a recare grave danno a diritti soggettivi dei privati insuscettibili

di affievolimento quali il diritto alla vita, alla salute ed alla integrità fisica, i

doveri di prudenza, diligenza, imparzialità e legalità costituiscono un limite

esterno alla discrezionalità propria della P.A.;di conseguenza, ove il privato

lamenti che dalla violazione di tali doveri sia derivato un danno ingiusto, il

giudice onorario può verificare se la P.A. sia incorsa in gravi omissioni

nell’esercizio dei suoi poteri istituzionali di vigilanza e controllo e condannare

la medesima al risarcimento del danno ove accerti che tali omissioni siano state

concause efficienti del danno sofferto dal privato”. Sanciva, cioè, come vi

fosse una legittimazione passiva dell’allora Ministero della Salute per i danni

da contagio post-trasfusionale, orientamento poi seguito da numerose sentenze

della Suprema Corte che, in sintesi, hanno rimarcato l’obbligo di controllo, di

direttiva e di vigilanza a carico del suddetto Ministero. La responsabilità del

Ministero della Salute per danni da contagio trasfusionale rientra nell’ambito

dell’articolo 2043 C.C., escludendola in relazione all’articolo 2050 C.C., in

quanto se la produzione, la commercializzazione e la distribuzione del sangue

possono essere in effetti attività intrinsecamente pericolose, non altrettanto può

dirsi dell’attività esercitata rispetto ad esse dal Ministero che ricopre gli ambiti

di supervisione e di controllo e quindi più propriamente riconducibili nel più

consono ambito del neminem laedere, fissato dall’articolo 2043 C.C.

712. 1998 – Legge numero 419, articolo 1, del 30 novembre 1998. Delega al

Governo per la razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e per

l’adozione di un Testo Unico in materia di organizzazione e funzionamento del

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Servizio Sanitario Nazionale. Modifiche al Decreto Legislativo numero 502 del

30 dicembre 1992. I principi ispiratori e il ruolo delle Regioni e delle Aziende

Sanitarie.

713. 1998 – UNI EN 1441:1998 – Dispositivi medici. Analisi dei rischi.

714. 1998 – UNI ENV 1631:1998 – Tecnologia delle camere sterili.

Progettazione, costruzione e funzionamento delle camere sterili e dei

dispositivi di depurazione dell’aria.

715. 1998 – Decreto Legge numero 450 del 28 dicembre 1998. Disposizioni

per assicurare interventi urgenti di attuazione del Piano Sanitario Nazionale

1998-2000. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 302 del 29 dicembre

1998.

716. 1998 – “Progetto obiettivo AIDS 1998-2000”

717. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 1957

dell’8 gennaio 1999. (Udienza 1 ottobre 1998). Pre. Fattori, Est. Malagnino,

P.M. Melone (diff.), ric. S ….. Nesso di casualità ed attività medico-

professionale. Prima della pronuncia in questione, infatti, stando all’ormai

consolidato orientamento della Suprema Corte, le valutazioni in termini di

certezza o di alta probabilità che presiedono all’accertamento del nesso causale

secondo il criterio offerto dal modello scientifico delle leggi di copertura,

cedevano il passo, in materia di attività medico chirurgica, a parametri più

elastici espressi in termini di mera probabilità (vedi Diritto Penale,

Giurisprudenza e Casi Pratici, Ugo Di Benedetto, Maggioli, Rimini, 1998, pag.

147). La decisione de qua, invece, ribaltando completamente quello che fino ad

ora è stato un punto fermo nella giurisprudenza di legittimità, esclude che

l’affermazione di responsabilità del medico, sotto il profilo del nesso casuale,

possa farsi riposare su un dato meramente statistico, inammissibilmente

sostituito a quello della certezza giuridica.

718. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. III, numero 1142 del

27 gennaio 1999. L’imprudenza del lavoratore non interrompe il nesso causale

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tra evento infortunistico e condotta colposa del preposto: il lavoratore deve

essere tutelato anche dai suoi stessi errori. Peraltro, rispetto all’articolo 4 lettera

c) del DPR numero 547/1955, che impone al preposto di disporre ed esigere

dal lavoratore l’osservanza delle misure di sicurezza, la responsabilità del

preposto va oggi correttamente intesa alla luce di quanto dispone l’articolo 4,

5° comma, lettera f) del D. Lgs. numero 626/1994, secondo il quale il preposto

deve richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti,

visto il maggior coinvolgimento che i lavoratori hanno nell’ambito della nuova

organizzazione della sicurezza, quali beneficiari ma anche quali responsabili

(articolo 5 D. Lgs. numero 626/1994). La citata disposizione non modifica

tuttavia il dovere di non tolleranza da parte del preposto così come ribadito

dalla costante giurisprudenza di legittimità. Fonte: CED 212822.

719. 1999 – Legge numero 25/99. Divieto al turno notturno in gravidanza e

fino al compimento del terzo anno di età del bambino e fino al 12° se il

genitore è unico affidatario.

720. 1999 – D. Lgs numero 532/99. Divieto al turno notturno in gravidanza e

fino al compimento del terzo anno di età del bambino e fino al 12° se il

genitore è unico affidatario.

721. 1999 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 febbraio

1999. Regole tecniche per la formazione, la trasmissione, la conservazione, la

duplicazione, la riproduzione e la validazione, anche temporale, dei documenti

informatici ai sensi dell’articolo 3, comma 1, del Decreto del Presidente della

Repubblica numero 513 del 10 novembre 1997. Pubblicato sulla Gazzetta

Ufficiale numero 87, Serie Generale, parte prima, del 15 aprile 1999.

722. 1999 – Legge numero 45 del 18 febbraio 1999. Disposizioni per il Fondo

Nazionale di Intervento per la lotta alla droga e in materia di personale dei

Servizi per le Tossicodipendenze.

723. 1999 – Legge numero 39 del 26 febbraio 1999. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto Legge numero 450 del 28 dicembre 1998

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recante disposizioni per assicurare interventi urgenti di attuazione del Piano

Sanitario Nazionale 1998-2000. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 48

del 27 febbraio 1999.

724. 1999 – Legge numero 42 del 26 febbraio 1999. Disposizioni in materia

di professioni sanitarie. Profilo professionale dell’infermiere. Sancisce il

campo di attività e di responsabilità delle professioni infermieristiche

determinate dagli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma

universitario, formazione post-base e Codici Deontologici. Viene abbandonato

il concetto di “ausiliarietà”. Di fatto viene abolito il “mansionario”. Pubblicata

nella Gazzetta Ufficiale numero 50 del 2 marzo 1999. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

725. 1999 – Testo Coordinato. Testo del Decreto Legge numero 450 del 28

dicembre 1998 (Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, numero

302 del 29 dicembre 1998), coordinato con la Legge di Conversione numero

39 del 26 febbraio 1999 (Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, Serie Generale,

numero 48 del 27 febbraio 1999) recante “Disposizioni per assicurare

interventi urgenti di attuazione del Piano Sanitario Nazionale 1998-2000”.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 48 del 27 febbraio 1999.

726. 1999 – Testo Aggiornato. Ripubblicazione del Testo del Decreto Legge

numero 450 del 28 dicembre 1998 (Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, Serie

Generale, numero 302 del 29 dicembre 1998), coordinato con la Legge di

Conversione numero 39 del 26 febbraio 1999 (Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale, Serie Generale, numero 48 del 27 febbraio 1999) recante

“Disposizioni per assicurare interventi urgenti di attuazione del Piano Sanitario

Nazionale 1998-2000”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 55 del 8

marzo 1999.

727. 1999 – Legge numero 68 del 12 marzo 1999. Norme per il diritto al

lavoro dei disabili.

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728. 1999 – Decreto Ministeriale del 23 marzo 1999. Abolizione dell’obbligo

del non riscosso come riscosso, per i concessionari del servizio di riscossione,

ai sensi del D. Lgs. numero 37 del 22 febbraio 1999, e definizione dei rapporti

contabili pendenti. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 73 del 29 marzo

1999. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

729. 1999 – Consiglio di Stato, Sez. V, numero 333 del 28 marzo 1999.

Impiego Pubblico, Dipendente del SSN, Disciplina del Rapporto, Svolgimento

Mansioni Superiori, Trattamento Economico Superiore, Attribuzione formale

dell’Incarico.

730. 1999 – Decreto Ministero della Sanità del 29 marzo 1999. Introduzione

della ricerca di acido nucleico del virus dell’epatite C mediante la tecnica di

amplificazione genica nei pool di plasma umano utilizzato per la produzione di

emoderivati. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 87 del 15 aprile 1999.

731. 1999 – Legge numero 91 del 1 aprile 1999. Disposizioni in materia di

prelievi e di trapianti di organi e di tessuti. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 87 del 15 aprile 1999. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

732. 1999 – Il 6 aprile 1999 nasce a Milano la Federazione Cure Palliative

che raggruppa 22 organizzazioni no profit. Nel luglio dello stesso anno, su

invito del Comitato Etico della Fondazione Floriani, Rita Levi Montalcini

pubblica la “Carta dei diritti dei morenti”.

733. 1999 – Decreto Legislativo numero 113 del 13 aprile 1999.

Immigrazione e Asilo.

734. 1999 – Testo del Consiglio dei Ministri del 14 aprile 1999 sui Decreti

Delegati.

735. 1999 – Direttiva del Consiglio Europeo numero 1999/31/CEE del 26

aprile 1999. Relativa alle discariche di rifiuti.

736. 1999 – Sentenza Pretura di Treviso del 29 aprile 1999. Il diritto al rifiuto

delle cure. Il soggetto ha diritto di avvalersi come di rifiutare le cure che il

medico gli prospetta; esiste cioè un diritto di non curarsi anche se tale condotta

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espone il soggetto al rischio della vita. (…..) Nel caso in esame, il paziente

aveva chiaramente espresso il proprio dissenso al ricovero e a ulteriori terapie.

(…..) Dall’esame degli atti risulta che fu fornita a M. un’informazione

sufficiente quanto ai pericoli derivanti dalla sua decisione (…..). Emerge che fu

fornita un’informazione corretta sui rischi conseguenti alla mancanza di terapie

e ricovero, che M. era consapevole delle conseguenze della mancanza di cure

(…..). E’ altresì utile sottolineare che l’incapacità deve essere riconosciuta o

riconoscibile dal medico, con tutte le conseguenze in caso di errore scusabile

(…..). Nel caso in esame il M. (…..) appariva in stato di capacità di intendere e

di volere al momento del fatto (…..).

737. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 7118 del

12 maggio 1999. In tema di responsabilità penale per colpa professionale del

sanitario, nella ricerca del nesso di causalità tra la condotta dell’imputato e

l’evento, al criterio della certezza degli effetti della condotta può sostituirsi

quello della probabilità e della idoneità della condotta a produrre detti effetti,

nel senso che il rapporto causale sussiste anche quando l’opera del sanitario, se

correttamente e tempestivamente intervenuta, avrebbe avuto non già la

certezza, ma solo serie ed apprezzabili possibilità di successo, tali da far

ritenere che la vita del paziente sarebbe stata probabilmente salvata.

738. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. III Civile, del 19 maggio

1999 numero 4852. “La responsabilità del medico in ordine al danno subito dal

paziente presuppone la violazione dei doveri inerenti allo svolgimento della

professione, tra cui il dovere di diligenza da valutarsi in riferimento alla natura

della specifica attività esercitata; tale diligenza non è quella del buon padre di

famiglia ma quella del debitore qualificato ai sensi dell’articolo 1176, secondo

comma codice civile che comporta il rispetto degli accorgimenti e delle regole

tecniche obiettivamente connesse all’esercizio della professione e ricomprende

pertanto anche la perizia; la limitazione di responsabilità alle ipotesi di dolo e

colpa grave di cui all’articolo 2236, secondo comma codice civile non ricorre

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con riferimento ai danni causati per negligenza o imperizia ma soltanto per i

casi implicanti risoluzione di problemi tecnici di particolare difficoltà che

trascendono la preparazione media o non ancora sufficientemente studiati dalla

scienza medica; quanto all’onere probatorio, spetta al medico provare che il

caso era di particolare difficoltà e al paziente quali siano state le modalità di

esecuzione inidonee ovvero a questi spetta provare che l’intervento era di facile

esecuzione e al medico che l’insuccesso non è dipeso da suo difetto di

diligenza”. Il sanitario è responsabile per aver condotto la partoriente ad una

complicanza finale ed aver indugiato nel disporre le perfusioni ossitociche per

aumentare l’entità delle contrazioni uterine. L’uso della ventosa, poi rivelatasi

difettosa, che prolungò il travaglio di circa un’ora per avere la presenza di

un’altra ginecologa e dell’anestesista, si rese necessario proprio per far fronte

alle complicanze provocate dalla condotta del sanitario, il cui grado di

diligenza professionale va valutato con riguardo alle circostanze concrete, tra

cui rientrano le dotazioni della struttura ospedaliera in cui lo stesso opera. La

responsabilità dell’ente ospedaliero va individuata nella inadeguatezza della

dotazione tecnica (difetto della ventosa) e nella mancata idonea assistenza

postnatale. La negligenza del sanitario e le disfunzioni ascritte alla struttura

sono cause efficienti dei danni prodotti. Se fossero state efficienti la

strumentazione e la sezione di rianimazione e assistenza neonatale vi sarebbero

state buone possibilità di recupero del danno fisico-cerebrale causato dalla

negligenza del medico. In Resp. Civile e Previdenza 1999, pag.995-996.

739. 1999 – Codice Deontologico dell’Infermiere approvato dal Comitato

Centrale Federazione IPASVI. Maggio 1999.

740. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 6824 del

28 maggio 1999. Il preposto può essere chi esplica le mansioni di caposquadra.

Rif. Ambiente e Sicurezza, numero 19, 2000, 62.

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741. 1999 – Direttiva Parlamento Europeo e Consiglio 1999/45/CE del 31

maggio 1999. Classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati

pericolosi.

742. 1999 – Regione Piemonte-Assessorato alla Sanità. Linee Guida per il

1999 per la Prevenzione delle Infezioni del Sito Chirurgico.

743. 1999 – Decreto Legislativo numero 229 del 19 giugno 1999 (Bindi).

Norme per la razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, a norma

dell’articolo 1 della Legge numero 419 del 30 novembre 1998. Pubblicato sulla

Gazzetta Ufficiale numero 165 del 16 luglio 1999. Supplemento Ordinario

numero 132. Testo aggiornato al 31 gennaio 2006.

744. 1999 – Decreto Legislativo numero 230 del 22 giugno 1999. Riordino

della medicina penitenziaria a norma dell’articolo 5, della Legge numero 419

del 30 novembre 1998. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 165 del 16

luglio 1999, Supplemento Ordinario numero 132/L. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

745. 1999 – DPR numero 394 del 1999. Decreto attuativo della Legge 40 del

1998. “Disposizioni in materia sanitaria, assistenza per gli stranieri iscritti e

non iscritti al SSN, ingresso di soggiorno e cure mediche”.

746. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 12333 del

2 luglio 1999 (Giannitrapani). Nel delitto di omicidio colposo o di lesione

personale colposa consistente in un tumore professionale da amianto, il

protrarsi dell’esposizione lavorativa ad amianto contribuisce a determinare il

tumore. Nel delitto di omicidio colposo o di lesione personale colposa

consistente in un tumore professionale da amianto, il nesso di casualità tra

esposizione lavorativa ad amianto e tumore sussiste anche in rapporto a

lavoratori fumatori, anche tenuto conto del fatto che esposizione ad amianto e

fumo di tabacco costituiscono sinergie. In materia di prevenzione contro le

polveri nei luoghi di lavoro trova applicazione il principio della massima

sicurezza tecnologicamente fattibile ed attuabile, la dove i cosiddetti valori

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limite, se da una parte introducono un elemento di maggiore certezza, dall’altra

non stabiliscono una precisa linea di demarcazione tra innocuo e nocivo, sicchè

il semplice rispetto di tali indicatori non appare sufficiente ad esimere da colpa

gli imprenditori, tutte le volte che, pur avendo la concreta possibilità non solo

economica di eliminare o ridurre gli agenti nocivi, siano rimasti inerti o si

siano limitati ad adottare le semplici misure soggettive di prevenzione. In tema

di malattie professionali, affinchè sussista il rapporto eziologico, è sufficiente

che si realizzi una condizione di lavoro idonea a produrre la malattia, da cui

consegue l’evento, e che non vi sia prova che tale malattia si ricolleghi al

sopraggiungere di fattori eccezionali e/o atipici, con la conseguenza che il

nesso di causalità deve dunque ritenersi sussistente anche quando la malattia

sia stata concausata da fattori estranei all’ambiente di lavoro come, ad esempio,

l’assunzione volontaria del fumo di sigaretta. Fonti: Dir. e Pratica Lav., 2000,

706; Foro It., 2000, II, 260 nota di Guariniello.

747. 1999 – Decreto Ministero della Salute del 6 luglio 1999. Approvazione

delle linee direttrici in materia di buona pratica di distribuzione dei medicinali

per uso umano. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 190 del 14 agosto

1999.

748. 1999 – Consiglio Regionale della Toscana – Deliberazioni numero

000221 del 26 luglio 1999 (Bollettino numero 36 del 8 settembre 1999).

Requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici delle strutture pubbliche e

private per l’esercizio delle attività sanitarie.

749. 1999 – Decreto Ministeriale del 26 luglio 1999. Modificazioni

all’ordinamento didattico dei diplomi universitari di area sanitaria. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 238 del 9 ottobre 1999. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

750. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 7336 del

27 luglio 1999. Nel caso di intervento di facile esecuzione, quale è da intendere

la profilassi delle Infezioni Ospedaliere, e come in precedenza delineata, opera,

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di fatto il principio della res ipsa loquitur, inteso come evidenza circostanziale

che crea deduzione di negligenza; il grado di quest’ultima, sempre secondo un

costante indirizzo giurisprudenziale, deve essere valutato “con riguardo alle

circostanze concrete e tra queste rientrano anche la dotazione della

struttura ospedaliera in cui lo stesso opera. E’ negligente pertanto il

sanitario che non denuncia le carenze e, al limite, che non deponga il

trasferimento del paziente in altra sede più adeguata”.

751. 1999 – Provvedimento numero 736 del 5 agosto 1999 su Gazzetta

Ufficiale numero 236 del 7 ottobre 1999. Documento di linee guida per la

sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in

ambiente sanitario (Repertorio atti numero 736). Testo aggiornato al 13

gennaio 2006. Province Autonome di Trento e Bolzano. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 236 del 7 agosto 1999.

752. 1999 – D. M. numero 332 del 27 agosto 1999. Regolamento recante

norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell’ambito del

Servizio Sanitario Nazionale: modalità di erogazione e tariffe.

753. 1999 – Circolare Ministero della Sanità numero 13 del 30 agosto 1999.

Circolare concernente la Legge numero 648 del 1996. La presente circolare

concerne le modalità applicative di cui all’articolo 1, comma 4, del Decreto

Legge numero 536 del 21 ottobre 1996, convertito dalla Legge numero 648 del

23 dicembre 1996 (Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 300 del 23

dicembre 1996). Tale Legge prevede l’istituzione di un elenco di medicinali

erogabili, qualora non esista una valida alternativa terapeutica, a totale carico

del Servizio Sanitario Nazionale entro un onere di trenta miliardi di lire per

anno, nell’ambito del tetto di spesa programmato per l’assistenza farmaceutica.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 20 dicembre 1999.

754. 1999 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 394 del 31

agosto 1999. Regolamento recante norme di attuazione del Testo Unico delle

disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla

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condizione dello straniero, a norma dell’articolo 1, comma 6, del Decreto

Legislativo numero 286 del 25 luglio 1998, modificato dal D.P.R. numero 334

del 18 ottobre 2004. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 258 del 3

novembre 1999, Supplemento Ordinario numero 190/L. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

755. 1999 – Delibera della Giunta Regionale numero 6/45077 del 13

settembre 1999. Compensazione economica fra Enti Sanitari per il fabbisogno

di plasma derivati: aggiornamento del prezzo di cessione dell’Albumina.

BURL numero 43 del 25 ottobre 1999.

756. 1999 – Decreto Ministeriale del 17 settembre 1999. Comunicazione

all’anagrafe tributaria, da parte degli ordini professionali e degli altri enti ed

uffici preposti alla tenuta di albi, registri ed elenchi istituiti per l’esercizio di

attività professionali e di lavoro autonomo – su supporti magnetici o tramite

collegamenti telematici diretti – dei dati e delle notizie concernenti le

iscrizioni, variazioni e cancellazioni. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 235 del 6 ottobre 1999. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

757. 1999 – Decisione del 28 settembre 1999. Segnalazione in materia di

appalti pubblici dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

758. 1999 – Decreto Ministeriale del 28 settembre 1999. Programma

nazionale per la realizzazione di strutture per le cure palliative. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 55 del 7 marzo 2000. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

759. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 13389 del

6 ottobre 1999-24 novembre 1999 – In tema di colpa professionale del medico

chirurgo specializzando, la circostanza che la partecipazione all’attività

operatoria si svolga sotto le direttive del primario, non esclude l’assunzione di

responsabilità diretta da parte dello specializzando nella sua posizione di

garanzia nei confronti del paziente, pur condivisa con quella che fa capo a chi

le direttive impartisce. Ne consegue che, poiché anche sullo specializzando

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incombe l’obbligo della osservanza delle “legis artis”, ove egli non sia ancora

in grado di affrontare le difficoltà del caso specifico, ha l’obbligo, piuttosto che

mettere a rischio la vita e l’incolumità del paziente, di astenersi dal

direttamente operare. In Rivista Italiana di Medicina Legale, 2001, 844.

760. 1999 – Legge numero 362 del 14 ottobre 1999. Disposizioni urgenti in

materia sanitaria. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 247 del 20

ottobre 1999.

761. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. fer., numero 10929

del 20 ottobre 1999. “Lo spostamento, in caso di condotta omissiva, dal piano

deterministico a quello probabilistico (statistico) rappresenta indubbiamente

una complicanza nella formulazione del giudizio causale ma non esclude la

possibilità e men che meno la necessità di una sua formulazione analitica che

pervenga ad una conclusione in termini di certezza”. Riv. It. Med. Leg. XXII,

2000: 277-284.

762. 1999 – Legge numero 389 del 28 ottobre 1999. Norme derogatorie in

materia di gestione delle farmacie urbane e rurali.

763. 1999 – Decreto Ministeriale (MURST) numero 509 del 3 novembre

1999. Regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli

atenei. Con l’istituzione di nuovi percorsi didattici l’Università può rilasciare,

in sostituzione del Diploma Universitario, la laurea triennale, quella

Specialistica di durata biennale ed altri titoli post-laurea. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 2 del 4 gennaio 2000. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

764. 1999 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 27/10 del 4

novembre 1999. Relativa al Decreto Ministero della Sanità numero 308 del 17

luglio 1997. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, Prima Serie Speciale, numero

45 del 10 novembre 1999.

765. 1999 – D.P.R. del 10 novembre 1999. Approvazione del Progetto

Obiettivo “Tutela della Salute Mentale” 1998-2000.

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766. 1999 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 10695 del 1999.

Secondo il costante indirizzo giurisprudenziale il valore probatorio di atto

pubblico della cartella clinica va, peraltro, attribuito “alle attività espletate nel

corso di una terapia o di un intervento”. Nessuno, fatta salva l’ipotesi di

querela di falso, potrà sostenere circostanze non riportate nella cartella clinica.

767. 1999 – Decreto Interministeriale del 12 novembre 1999. Modificazioni

all’allegato XI Decreto Legislativo numero 242, concernente integrazioni al

Decreto Legislativo numero 626 (classificazione degli agenti biologici).

768. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 556 del 17

novembre 1999-18 gennaio 2000 – La Corte di Cassazione si è indicativamente

pronunciata con particolare chiarezza ribadendo i fondamenti di un principio

già tratteggiato in giurisprudenza: “Dalla disciplina di settore, contenuta

nell’art. 63 del D.P.R. 20 dicembre 1979 numero 761, si desume che il medico

appartenente alla qualifica di assistente ospedaliero non è un mero esecutore

degli ordini del primario, in una posizione assimilabile quindi alla

subordinazione gerarchica, tale da non consentire scelte diverse rispetto alle

istruzioni ed alle direttive impartite, ma si trova, invece, in una posizione di

“autonomia vincolata alle direttive ricevute”, nel senso che, laddove non le

condivida, ritenendo che il trattamento terapeutico disposto dal primario possa

comportare un rischio per il paziente, è tenuto ad esprimere il proprio dissenso.

In effetti, potrà essere ritenuto responsabile dell’esito negativo del trattamento

terapeutico per non aver compiuto quanto in suo potere per impedire l’evento

dannoso (art. 40 c. 2 c. p.). In Guida al Diritto del 12 febbraio 2000, pag. 95.

769. 1999 – Legge numero 493 del 3 dicembre 1999. Norme per la tutela

della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni

domestici.

770. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione numero 13804 del 1999. A titolo di

ulteriore specificazione, la giurisprudenza ha affermato anche il principio della

funzionalità della prestazione che sussiste nei casi in cui il dipendente,

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obbligato a presentarsi presso la sede aziendale, sia poi di volta in volta

destinato in diverse località per svolgervi la sua prestazione lavorativa. Il

principio di funzionalità comporta che lo spostamento della prestazione di

lavoro nelle diversi sedi è senz’altro computabile nell’orario di lavoro.

771. 1999 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, numero 14243 del 16

dicembre 1999. Il preposto non può limitarsi a disporre ma deve pretendere

l’osservanza delle disposizioni prevenzionistiche. Rif. Ambiente e Sicurezza

numero 3/2000.

772. 1999 – Sentenza della Pretura di Milano del 20 dicembre 1999 (Trioni e

altri). Sebbene il datore di lavoro abbia l’obbligo di adeguarsi tempestivamente

al progresso scientifico in materia di tutela dell’integrità fisica dei dipendenti e

sia tenuto, in base all’articolo 21 del D.P.R. numero 303 del 19 marzo 1956, a

impedire o ridurre per quanto possibile lo sviluppo e la diffusione delle polveri

di qualunque specie prodotte nell’ambiente di lavoro, il fatto che in passato

non fosse di comune dominio la consapevolezza della cancerogenicità

dell’amianto, tanto è vero che dagli organi pubblici venivano proposti e

accettati valori limite oggi considerati assolutamente inaccoglibili, e che il

principio costituzionale di consapevolezza comporta sempre per il soggetto

agente la possibilità di valutare le conseguenze pregiudizievoli del proprio

comportamento, rende penalmente incensurabile la mancata adozione di

ulteriori misure di prevenzione, allorché i livelli di diffusione delle polveri,

comprese le fibre d’amianto, siano stati mantenuti sotto le soglie allora

consentite. Per poter stabilire in termini di elevata probabilità, se non di

ragionevole certezza, che la morte per mesotelioma pleurico di un operaio

esposto nell’ambiente di lavoro a polveri di vario genere, contenenti anche

fibre di amianto aerodisperse, sia attribuibile alla mancata adozione di misure

idonee a eliminare o ridurre al minimo la diffusione di tale sostanza

cancerogena, occorre riportarsi al livello di concentrazione di essa ritenuto

accettabile all’epoca della presunta insorgenza della malattia e verificare se vi

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sia stato un superamento dei valori limite ponderati allora vigenti, nonché se

l’eventuale, modesto e temporalmente ridotto, sconfinamento rispetto a tali

soglie possa ritenersi idoneo a giustificare la ragionevole certezza d’avere di

per sé provocato o contribuito a provocare l’innesco della patologia accertata; a

tal fine è scorretto invocare la teoria cosiddetta “dell’aumento del rischio”,

giacchè il solo fatto che una condotta inosservante determini, com’è ovvio, un

aumento delle probabilità di verificazione dell’evento temuto non basta certo a

stabilire in concreto che esso sia sicuramente riconducibile, sotto il profilo

eziologico, a quella condotta in quanto, diversamente, si finisce per trasformare

in violazione del principio di legalità i reati d’evento in reati di pericolo.

Premesso che, in base ai principi generali relativi al nesso di causalità, deve

apparire ragionevolmente certo che, ove non vi fosse stata esposizione a tassi

superiori a quelli reputati accettabili, non si sarebbe ingenerata la patologia e

non si sarebbe verificato l’evento, va esclusa la responsabilità per omicidio

colposo del datore di lavoro ove manchi la prova che il lavoratore deceduto per

l’insorgenza di un mesotelioma sia stato esposto nel corso della sua attività

lavorativa a tassi di concentrazione di polverosità da amianto superiori a quelli

considerati, negli anni in questione, compatibili con le esigenze di tutela dei

prestatori di lavoro. Fonti: Foro It., 2001, II, 53 (s.m.); Riv. Critica Dir. Lav.,

2000, 483 nota di Culotta, Cantoni, Ricci.

773. 1999 – Legge numero 526 del 21 dicembre 1999. Disposizioni per

l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle

Comunità Europee – Legge Comunitaria 1999. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 13 del 18 gennaio 2000, Supplemento Ordinario. Testo

aggiornato al 13 gennaio 2006.

774. 1999 – Decreto Legislativo numero 517 del 21 dicembre 1999.

Disciplina dei rapporti fra Servizio Sanitario Nazionale ed Università, a norma

dell’articolo 6 della Legge 419 del 30 novembre 1998. Pubblicato nella

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Gazzetta Ufficiale numero 8 del 12 gennaio 2000, Supplemento Ordinario

numero 10/L. Testo Aggiornato al 13 gennaio 2006.

775. 1999 – Legge numero 498 del 22 dicembre 1999. Conversione in Legge

del Decreto Legge numero 411 del 10 novembre 1999, recante disposizioni

urgenti per il finanziamento degli oneri di parte corrente del Servizio Sanitario

Nazionale.

776. 1999 – Decreto Ministeriale del 23 dicembre 1999. Rideterminazione dei

settori scientifico-disciplinari. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 3 del

5 gennaio 2000. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

777. 1999 – Legge numero 488 del 23 dicembre 1999. Disposizioni per la

formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato.

778. 2000 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 gennaio

2000. Atto di indirizzo e coordinamento recante requisiti strutturali, tecnologici

ed organizzativi minimi per i centri residenziali di cure palliative. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 67 del 21 marzo 2000. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

779. 2000 – D.P.C.M. del 20 gennaio 2000. La prevenzione, che ha il fine

ultimo di ridurre al minimo il numero dei pazienti interessati alle Infezioni

Ospedaliere, nonché di abbattere il relativo costo in termini economici spesso

piuttosto ingenti a carico del SSN,, costituisce il momento fondamentale.

Elemento di base è rappresentato dagli interventi cosiddetti di tipo

organizzativo che comprendono la sorveglianza, il controllo, il lavaggio delle

mani, nonché il rispetto di taluni criteri architettonici da soddisfare sia nella

costruzione di nuove strutture ospedaliere sia nella ristrutturazione di quelle già

esistenti, in modo tale da ridurre la contaminazione, facilitare la disinfezione e

costituire zone filtro nei percorsi effettuati sia dai materiali che dai pazienti, in

ottemperanza con quanto previsto dalla normativa nazionale anche in tema di

predeterminazione dei requisiti minimi strutturali per l’esercizio delle attività

sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private e sia dalla normativa

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europea (ISO 9000), la quale sancisce una serie di regole che attengono

all’organizzazione ed al coordinamento dei processi aziendali, ormai

agevolmente applicabili anche all’ambito sanitario. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 67 del 21 marzo 2000. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

780. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 126 del 1

febbraio 2000. In tema di responsabilità penale per colpa professionale del

sanitario, nella ricerca del nesso di causalità tra la condotta dell’imputato e

l’evento, al criterio della certezza degli effetti della condotta può sostituirsi

quello della probabilità e della idoneità della condotta a produrre detti effetti,

nel senso che il rapporto causale sussiste anche quando l’opera del sanitario, se

correttamente e tempestivamente intervenuta, avrebbe avuto non già la

certezza, ma solo serie ed apprezzabili possibilità di successo, tali da far

ritenere che la vita del paziente sarebbe stata probabilmente salvata, probabilità

che deve essere seria ed apprezzabile ed avere un altro grado di possibilità di

successo.

781. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezione lavoro, numero 1769 del

17 febbraio 2000. Anche nel caso in cui il mancato godimento del riposo

settimanale dopo sei giorni consecutivi di lavoro dipenda da una legittima

deroga alla regola generale e sia seguito – come in ogni caso è imposto dai

principi costituzionali in materia – dal successivo godimento del riposo, con il

mantenimento quindi del rapporto di sei giorni di lavoro ed uno di riposo, o di

un rapporto più favorevole, deve escludersi che tale recupero elimini

completamente la maggiore onerosità della prosecuzione della prestazione

dell’attività lavorativa oltre il sesto giorno e quindi lo stesso, se vale a

diminuire l’onere indennitario a carico del datore di lavoro per la mancata

fruizione da parte del lavoratore del riposo nel settimo giorno, non elimina

completamente il corrispondente diritto, che peraltro è distinto dall’eventuale

ulteriore diritto al compenso per la prestazione di attività nel giorno

domenicale.

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782. 2000 – Decreto Legislativo numero 38 del 23 febbraio 2000.

Disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le

malattie professionali, a norma dell’articolo 55, comma 1, della Legge numero

144 del 17 maggio 1999. L’articolo 10, comma 5, ha istituito, presso la banca

dati INAIL, il Registro Nazionale delle Malattie causate dal lavoro, ovvero ad

esso correlate, al quale possono accedere, oltre la Commissione Scientifica di

cui al comma 1, le strutture del SSN, le direzioni provinciali del lavoro e gli

altri soggetti pubblici cui, per legge o regolamento, sono attribuiti compiti in

materia di protezione della salute e di sicurezza dei lavoratori sui luoghi di

lavoro. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 50 del 1° marzo 2000.

783. 2000 – Decreto Legislativo numero 56 del 2000. Disposizioni in materia

di federalismo fiscale, a norma dell’articolo 10 della Legge numero 133 del 13

maggio 1999. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 62 del 15 marzo

2000.

784. 2000 – Decreto Legislativo numero 66 del 25 febbraio 2000. Attuazione

delle Direttive 97/42/CE e 1999/38/CE, che modificano la Direttiva

90/394/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da

esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 70 del 24 marzo 2000. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

785. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione numero 1307 del 25 febbraio 2000.

Risarcibile il danno biologico per eccesso di straordinari. L’azienda ha

l’obbligo di evitare eccessivi carichi di lavoro ai dipendenti. La Sezione

Lavoro della Corte di Cassazione ha stabilito che rientrano nella responsabilità

contrattuale del datore di lavoro – per danno cosiddetto biologico – quelle

lesioni all’integrità psicofisica del lavoratore provocate da un eccessivo carico

di lavoro straordinario continuativo, richiesto, ad esempio, dalla deliberata

mancata integrazione dell’organico. Non importa se il dipendente, colpito da

infarto, sia un fumatore o presenti rischi cardiovascolari congeniti: per ottenere

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il risarcimento il lavoratore deve solo dimostrare, oltre al danno alla salute, che

l’azienda non ha adottato tutte le misure di sicurezza necessarie per tutelare la

sua integrità (come, ad esempio, procedere a nuove assunzioni). La sentenza –

che di fatto riconosce la risarcibilità per danni alla salute causati dall’eccesso di

straordinari – ha respinto il ricorso presentato dalla Fiera del Levante di Bari

che non voleva riconoscere ad un suo dipendente il risarcimento (determinato

dai giudici di merito nella somma di circa 300 milioni) per il danno biologico

causato al lavoratore colpito da infarto dall’eccesso di mansioni a cui era stato

sottoposto a causa della carenza di organico. Per la Suprema Corte, infatti, il

datore di lavoro non può esimersi “dall’adottare tutte le misure idonee a

tutelare l’integrità psico-fisica del lavoratore, comprese quelle intese ad evitare

eccessività di impegno da parte di un soggetto che è in condizioni di

subordinazione socio-economica”.

786. 2000 – UNI EN ISO 9000. Sistema di gestione per la qualità. Requisiti.

787. 2000 – “Linee Guida per l’inserimento di nuove prestazioni nella pratica

infermieristica”. IPASVI di Vicenza, 2000.

788. 2000 – Provvedimento A.I.C. numero 852. Variazione di A.I.C.

Estensione. Indicazioni Terapeutiche. Specialità Medicinale IG Vena N.I.V.

789. 2000 – Decreto Ministero della Sanità dell’1 marzo 2000. Adozione del

progetto relativo al Piano Nazionale Sangue e Plasma per il triennio 1999-

2001. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 73 del 28 marzo 2000.

790. 2000 – Comunicato relativo al Decreto Ministeriale 1° marzo 2000

recante “Adozione del progetto relativo al Piano Sanitario Nazionale sangue e

plasma per il triennio 1999-2001”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

263 del 10 novembre 2000.

791. 2000 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 1878 del 2000.

Nell’ambito della somministrazione dei farmaci, diverse sono le sentenze che

hanno sancito la responsabilità degli infermieri. La Corte di Cassazione con

sentenza numero 1878 del 2000 ha sancito che “l’attività di somministrazione

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di farmaci deve essere eseguita dall’infermiere non in modo meccanicistico,

ma in modo collaborativo con il medico. In caso di dubbi sul dosaggio

prescritto l’infermiere si deve attivare non per sindacare l’efficacia terapeutica

del farmaco prescritto, bensì per richiamare l’attenzione e richiederne la

rinnovazione in forma scritta. Il medico risponde per la posizione di garanzia

rivestita rispetto ai malati”. Nel caso di specie, pertanto, la Cassazione ha

ritenuto colpevole l’infermiere somministrante in un caso in cui per alcuni

pazienti era stata prescritta una soluzione commerciale denominata “Soluzione

4” contenente cloruro di potassio. La farmacia interna, essendone priva, in

sostituzione aveva mandato un’altra soluzione contenente cloruro di potassio,

denominata “K Flebo”. In tale farmaco la concentrazione di cloruro era diversa

e la prescrizione doveva essere quindi ritardata secondo la nuova

concentrazione. Il medico di reparto, pur venendo a conoscenza del fatto, si è

limitato a dare generiche indicazioni orali. L’infermiera somministrante (la

preparazione era stata delegata all’infermiera generica) non intervenne sul

medico per fare cambiare la prescrizione e provvide alla somministrazione

causando la morte di due pazienti.

792. 2000 – Legge numero 53 del 8 marzo 2000. “Disposizioni per il sostegno

della maternità e paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il

coordinamento dei tempi delle città” ….. anche per le lavoratrici autonome

(art. 20 T.U.). Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 60 del 13 marzo

2000.

793. 2000 – Legge Regionale del 28 marzo 2000. IV Piano Regionale Sangue

e Plasma della Regione Lombardia per gli anni 1999.2001 (PRSP 1999/2001) e

integrazione all’articolo 2 della Legge Regionale numero 61 del 18 maggio

1990. BURL, 2° Supplemento Ordinario al numero 13 del 31 marzo 2000.

794. 2000 – Città del Messico – Health Promotion: Bridging the Equity Gap,

Città del Messico (2000). Il occasione della 5^ Conferenza Globale sulla

promozione della salute, sono state identificate le azioni per colmare le

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differenze di equità in promozione della salute, attraverso più forti meccanismi

di collaborazione in tutti i settori e i livelli della società. E’ disponibile nella

versione italiana il documento sintetico (Statment). Il rapporto finale

dettagliato della Conferenza è disponibile in inglese e spagnolo sul sito OMS.

795. 2000 – Documento del 4 aprile 2000. Conferenza Stato-Regioni “Linee

Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi”.

796. 2000 – Decreto Ministeriale dell’8 aprile 2000. Disposizioni in materia

di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti, attuativo delle prescrizioni

relative alla dichiarazione di volontà dei cittadini sulla donazione di organi a

scopo di trapianto. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 89 del 15 aprile

2000. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

797. 2000 – Decreto A.I.C. numero 533 del 19 aprile 2000. Autorizzazione

all’immissione in commercio della specialità medicinale per uso umano

“OCTAPLAS”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 102 del 4 maggio

2000.

798. 2000 – Decreto Ministeriale del 21 aprile 2000. Approvazione del

progetto obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 120 del 25 maggio 2000. Testo aggiornato al

13 gennaio 2006.

799. 2000 – Decreto Ministeriale del 24 aprile 2000. Adozione del Progetto

Obiettivo Materno-Infantile relativo al Piano Sanitario Nazionale per il triennio

1998-2000. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 131 del 7 giugno 2000,

Supplemento Ordinario numero 89. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

800. 2000 – Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 6318 del 16 maggio

2000. Il grado di negligenza, sempre secondo un costante indirizzo

giurisprudenziale, deve essere valutato “con riguardo alle circostanze concrete

e tra queste rientrano anche la dotazione della struttura ospedaliera in cui lo

stesso opera. E’ negligente pertanto il sanitario che non denuncia le carenze e,

al limite, che non deponga il trasferimento del paziente in altra sede più

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adeguata”. La responsabilità e i doveri del medico non riguardano solo

l’attività propria e dell’eventuale “equipe” che a lui risponda, ma si estende

allo stato di efficienza e al livello di dotazione della struttura sanitaria in cui

presta la sua attività, e si traduce in un ulteriore dovere di informazione del

paziente. Il consenso informato, personale del paziente o di un proprio

familiare, in vista di un intervento chirurgico o di altra terapia specialistica o

accertamento diagnostico invasivi, non riguardano soltanto i rischi oggettivi e

tecnici in relazione alla situazione soggettiva e allo stato dell’arte della

disciplina, ma riguardano anche la concreta, magari momentaneamente carente

situazione ospedaliera, in rapporto alle dotazioni e alle attrezzature, e al loro

regolare funzionamento, in modo che il paziente possa non soltanto decidere se

sottoporsi o meno all’intervento, ma anche se farlo in quella struttura ovvero

chiedere di trasferirsi in un’altra. L’omessa informazione sul punto può

configurare una negligenza grave, della quale il medico risponderà in concorso

con l’ospedale sul piano della responsabilità civile, quindi del risarcimento del

danno, ed eventualmente anche sul piano professionale, deontologico-

disciplinare.

801. 2000 – Legge numero 126 del 18 maggio 2000. Conversione in Legge

del Decreto Legge numero 60 del 16 marzo 2000, recante disposizioni urgenti

per assicurare la prosecuzione degli interventi assistenziali in favore dei

disabili con handicap intellettivo.

802. 2000 – D. Lgs. numero 41 del 26 maggio 2000 articolo 69. Disposizioni

particolari per le lavoratrici.

803. 2000 – Carta di Nizza 2000. Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione

Europea.

804. 2000 – Legge numero 150 del 7 giugno 2000. Disciplina delle attività di

informazione e di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni.

805. 2000 – Decreto Legislativo numero 168 del 7 giugno 2000. Disposizioni

integrative e correttive del Decreto Legislativo numero 229 del 19 giugno

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1999, in materia di principi e criteri per l’organizzazione delle Aziende

Sanitarie Locali e di limiti dell’esercizio del potere sostitutivo statale, nonché

di formazione delle graduatorie per la disciplina dei rapporti di Medicina

Generale.

806. 2000 – C.C.N.L. della Dirigenza Medica dell’8 giugno 2000. Articolo

55, comma 2. Le attività aggiuntive, rese in attività libero professionali,

rappresentano oggi la principale modalità attraverso la quale vengono garantiti

i livelli essenziali di assistenza (L.E.A.) e assicurata la riduzione delle liste di

attesa quindi, in definitiva, viene contrastato l’esodo dei pazienti verso la

Sanità privata o extra-regionale, contribuendo in maniera determinante alla

riduzione della spesa sanitaria. In questo modo si raggiungono gli obiettivi di

virtuosa gestione economica raccomandati dal Piano di Rientro Regionale e

dalla Spending Review Nazionale.

807. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 982 del 7

luglio 2000. “….. L’esito infausto va considerato conseguenza

dell’atteggiamento del medico quando sussistano serie ed apprezzabili

probabilità che la (ipotetica) condotta omissiva, ove attuata, avrebbe salvato la

vita del paziente o ne avrebbe ritardato la morte”.

808. 2000 – Sentenza Tribunale di Milano, Sez. I Civ., del 13 luglio 2000.

Comportamento scorretto del medico nell’acquisizione del consenso. Il

chirurgo ha agito in modo scorretto, per aver ottenuto il consenso del paziente

quando non era nella piena capacità di intendere e di volere, essendo ancora

sotto l’effetto dell’anestetico usato per effettuare l’esame di angioplastica.

Inoltre il comportamento del chirurgo era apparso oltretutto estremamente

censurabile, in quanto non incontrò mai il paziente e non lo visitò mai prima di

allora. Inoltre l’operatore prima di procedere ad un nuovo intervento, dopo il

risultato dell’angioplastica, avrebbe dovuto interpellare il medico di fiducia del

paziente.

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809. 2000 – Sentenza del Tribunale di Milano del 21 luglio 2000. La

responsabilità del reato di lesioni in assenza di consenso alla terapia, a maggior

ragione se per terapia sperimentale. E’ responsabile del reato di lesione di cui

all’articolo 582 c.p. il medico che, prescrivendo la somministrazione

sistematica di insulina a scopo anti-abortivo, provochi alla paziente crisi

ipoglicemiche caratterizzate da stato di malessere, sofferenza e disturbi

neurologici, tali da comportare l’incapacità assoluta di attendere alle ordinarie

occupazioni per un periodo di 13 giorni durante il ricovero, sulla base di una

terapia applicata al di fuori di qualsiasi protocollo accettato dalla comunità

scientifica e, comunque, in assenza del consenso esplicito alla terapia da parte

della paziente sia sotto il profilo della terapia sperimentale sia del consenso

informato alla terapia già in uso. Non può, invece, ravvisarsi, in capo al medico

suddetto, la responsabilità per le lesioni gravi e con postumi permanenti

occorse alla paziente, consistite in un danno neurologico conseguenza di

emorragia cerebrale, dal momento che, non essendo conosciuta nella letteratura

scientifica mondiale una emorragia cerebrale come conseguenza

dell’ipoglicemia, non vi è prova della sussistenza del nesso causale tra le crisi

ipoglicemiche, conseguenza della terapia sperimentale prescritta, ed il danno

cerebrale stesso.

810. 2000 – Decreto Ministeriale del 27 luglio 2000. Equipollenza di diplomi

e attestati di diploma universitario di infermiere ai fini dell’esercizio

professionale e dell’accesso alla formazione di base. Ha specificato, anche,

quali siano i titoli, conseguiti prima dell’istituzione dei Corsi di Laure in

Fisioterapia, da ritenere equipollenti (ex Legge numero 403 del 1971).

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 191 del 17 agosto 2000. Testo

aggiornato al 13 gennaio 2006.

811. 2000 – Decreto Ministeriale del 27 luglio 2000. Equipollenza di diploma

universitario al diploma di assistente sanitario, ai fini dell’esercizio

professionale e dell’accesso alla formazione post-base. Pubblicato nella

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Gazzetta Ufficiale numero 195 del 22 agosto 2000. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

812. 2000 – Decreto Ministeriale del 27 luglio 2000. Equipollenza del titolo

di vigilatrici di infanzia al diploma universitario di infermiere pediatrico, ai fini

dell’esercizio professionale e dell’accesso alla formazione post-base.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 195 del 22 agosto 2000. Testo

aggiornato al 13 gennaio 2006.

813. 2000 – Decreto Ministeriale del 4 agosto 2000. Determinazione delle

classi delle lauree universitarie. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

245 del 19 ottobre 2000, Supplemento Ordinario numero 170. Testo aggiornato

al 13 gennaio 2006.

814. 2000 – Legge numero 251 del 10 agosto del 2000. Dispone che il

Ministero della Salute emani le Linee Guida per “l’attribuzione in tutte le

Aziende Sanitarie della diretta responsabilità e gestione delle connesse

funzioni” istituendo la nuova qualifica unica di dirigente del ruolo sanitario.

Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della

riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica. Pubblicata

nella Gazzetta Ufficiale numero 208 del 6 settembre 2000. Testo aggiornato al

13 gennaio 2006.

815. 2000 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’1 settembre

2000. Atto di indirizzo e coordinamento in materia di requisiti strutturali,

tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie

relative alla medicina trasfusionale. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

274 del 23 novembre 2000. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

816. 2000 – D. P. R. numero 324 dell’8 settembre 2000. Regolamento recante

disposizioni in materia di accesso alla qualifica di dirigente, a norma

dell’articolo 28, comma 3 del Decreto Legislativo numero 29 del 3 febbraio

1993.

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817. 2000 – Decreto Legislativo numero 332 dell’8 settembre 2000.

Attuazione della direttiva 98/79/CE relativa ai dispositivi medico-diagnostici in

vitro.

818. 2000 – Legge 328 del 2000. Sul Welfare.

819. 2000 – Direttiva 2000/54/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del

18 settembre 2000. Relativa alla protezione dei lavoratori contro i rischi

derivanti da un’esposizione ad agenti biologici durante il lavoro.

820. 2000 – Decreto del Ministero della Sanità del 21 settembre 2000. “Uso

di defibrillatori semiautomatici a bordo degli aerei e corsi di formazione per

capicabina”. In Gazzetta Ufficiale del 4 ottobre 2000.

821. 2000 – Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27

settembre 2000. Programma delle iniziative di informazione e comunicazione

istituzionale delle Amministrazioni dello Stato.

822. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 1688 del

28 settembre 2000. “La ricerca scientifica impone, con il suo rigore, di

interpretare le norme del codice vigente, sul rapporto di causalità, nel senso che

la condotta deve essere condizione necessaria all’evento. ….. Le percentuali

pari a 50% o 28% di probabilità di evitare un danno attuando una condotta che

si è invece colposamente omessa sono ben lontane dalla quasi certezza,

dall’essere vicine a cento come vogliono la scienza, la logica e come

conseguentemente, deve volere il diritto ….. in tanti il Giudice può affermare il

rapporto di causalità, anche nei reati omissivi, in quanto – pena anche il

rinnegamento del principio di personalità della responsabilità – abbia accertato

che, con probabilità vicina alla certezza, con probabilità vicina a cento, quella

condotta, azione o omissione, è stata causa necessaria dell’evento come

verificatosi hic et nunc.

823. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, numero 13212

del 5 ottobre 2000. Sul chirurgo, nella qualità di aiuto, incombe il dovere di

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manifestare il proprio dissenso alla conduzione dell’intervento chirurgico da

parte del primario facendolo, pertanto, rilevare sul diario clinico del paziente.

824. 2000 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 333 del 10

ottobre 2000. Regolamento di esecuzione della Legge numero 68 del 12 marzo

1999 recante norme per il diritto al lavoro dei disabili.

825. 2000 – Circolare Ministero della Sanità numero 17 del 30 ottobre 2000.

Adeguamento dei livelli di sicurezza trasfusionale in presenza di metodiche

atte alle indagini sui costituenti virali per HCV. Pubblicato sulla Gazzetta

Ufficiale numero 258 del 4 novembre 2000.

826. 2000 – Sentenza del Tribunale di Grosseto del 31 ottobre 2000. “….. La

causalità nella omissione non ha valenza naturalistica ma normativa in quanto

è la legge che stabilisce a quali condizioni un evento si può considerare frutto

di una omissione equiparando il non impedire lo stesso alla sua causazione

…..”.

827. 2000 – Decreto del Direttore Generale – Direzione Generale della Sanità

numero 27223 del 3 novembre 2000. Afferenze dei D.M.T.E. della Provincia

di Milano e individuazione delle sedi dei S.I.M.T. della Regione Lombardia.

BURL numero 48 del 27 novembre 2000.

828. 2000 – Legge numero 325 del 3 novembre 2000. Disposizioni inerenti

all’adozione delle misure minime di sicurezza nel trattamento dei dati personali

previste dall’articolo 15 della Legge numero 675 del 31 dicembre 1996.

829. 2000 – Legge numero 328 dell’8 novembre 2000. Legge quadro per la

realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Pubblicata

nella Gazzetta Ufficiale numero 265 del 13 novembre 2000, Supplemento

Ordinario numero 186/L. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006. Entrata in

vigore della Legge il 28 novembre 2000.

830. 2000 – Circolare del Ministero del Lavoro numero 79 del 9 novembre

2000 in materia di diritto al lavoro dei disabili.

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831. 2000 – Decreto Ministero della Sanità del 20 novembre 2000.

Aggiornamento del protocollo per l’esecuzione della vaccinazione contro

l’epatite virale B. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 299 del 23

dicembre 2000.

832. 2000 – Ordinanza del 22 novembre 2000. Non idoneità alla donazione di

sangue di coloro che hanno soggiornato per oltre sei mesi nel Regno Unito nel

periodo dal 1980 al 1996. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 275 del

24 novembre 2000.

833. 2000 – Legge numero 340 del 24 novembre 2000. Disposizioni per la

delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti

amministrativi.

834. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 2123 del

28 novembre 2000. “Il Giudice, anche nella causalità omissiva, deve accertare

il rapporto causale avvalendosi di una legge di copertura che gli consenta di

ritenere ….. che una certa condotta/omissione è causa di un determinato evento

con una probabilità vicina alla certezza, vicino a cento”.

835. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 2139 del

29 novembre 2000. “….. una legge statistica con un coefficiente percentuali

stico vicino a cento deve sfociare in un giudizio sul nesso di condizionamento

di alta probabilità logica o di elevata credibilità razionale, dove alta ed elevata

stanno ad indicare un giudizio che si avvicina al massimo, alla certezza”.

836. 2000 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 12816 del

7 dicembre 2000. Obblighi del Preposto.

837. 2000 – Sentenza del Tribunale di Monza del 7 dicembre 2000. Il

consenso informato in caso di paziente medico. Non può essere lamentata una

insufficiente informazione. Nel caso in cui il paziente sia anche di professione

medico e quindi in grado certamente più di un “quisque de populo” di

comprendere le tecniche dell’operazione e di valutarne i rischi e le

conseguenze, non può essere lamentata una insufficiente informazione sulle

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conseguenze del tipo di intervento chirurgico, a maggior ragione se da parte

dello stesso sia stato sottoscritto il cd. “consenso informato”.

838. 2000 – DPR numero 445 dell’8 dicembre 2000. “Testo Unico in materia

di documentazione amministrativa”. Per “autocertificazione” si intende “la

certificazione prodotta dall’interessato in sostituzione della normale

certificazione” (articolo 2, Legge 15/1968), e rappresenta cioè la possibilità per

il cittadino di fornire le stesse notizie presenti in un registro pubblico in modo

più semplice e con meno oneri. Le norme sulle autocertificazioni sono

contenute nella Legge numero 15/1968 (articolo 2) e sono poi state raccolte nel

più recente DPR numero 445 dell’8/12/2000 (“Testo Unico in materia di

documentazione amministrativa”), che ha ridefinito ed esteso il campo di

applicabilità delle dichiarazioni sostitutive di certificati.

839. 2000 – Legge numero 388 del 23 dicembre 2000. Disposizioni per la

formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria

2001). Nell’articolo 87 trova il suo fondamento normativo il Nuovo Sistema

Informativo Sanitario (NSIS).

840. 2000 – Decreto Legislativo numero 443 del 28 dicembre 2000.

Disposizioni legislative in materia di documentazione amministrativa (Testo

B). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 42 del 20 febbraio 2001,

Supplemento Ordinario numero 30/L. Testo aggiornato al 13 gennaio 2006.

841. 2000 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 444 del 28

dicembre 2000. Disposizioni regolamentari in materia di documentazione

amministrativa (Testo C). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 42 del

20 febbraio 2001, Supplemento Ordinario numero 30/L. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

842. 2000 – D. P. R. numero 445 del 28 dicembre 2000. Testo Unico delle

disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione

amministrativa (Testo A). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 42 del

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20 febbraio 2001, Supplemento Ordinario numero 30/L. Testo aggiornato al 13

gennaio 2006.

843. 2000 – Legge numero 401 del 29 dicembre 2000. Norme

sull’organizzazione e sul personale del settore sanitario.

844. 2000 – Linee Guida ISPESL “Il Rischio Biologico: procedura

applicativa per la valutazione del rischio e la pianificazione degli interventi di

prevenzione e protezione”. Annali di Igiene 2000, vol. 12, numero 4, suppl. 2,

pagg. 329-360.

845. 2000 – UNI EN 556-1:2000 – Sterilizzazione dei dispositivi medici.

Requisiti per i dispositivi medici che recano l’indicazione di “STERILE”.

Requisiti per i dispositivi medici sterilizzati terminalmente.

846. 2000 – UNI EN 1041:2000 – Informazioni fornite dal fabbricante con i

dispositivi medici.

847. 2000 – UNI EN 1422:2000 – Sterilizzatrici per uso medico.

Sterilizzatrici a ossido di etilene. Requisiti e metodi di prova.

848. 2001 – Legge numero 1, dell’8 gennaio 2001 (Conversione in legge, con

modificazioni del D.l. 12 novembre 2001, n. 402, recante disposizioni urgenti

in materia di personale sanitario).

849. 2001 – Sentenza della Corte di Appello di Venezia del 15 gennaio 2001

(Macola e altro). (1) La morte del lavoratore conseguente all’esposizione

incontrollata a polveri di amianto è addebitabile a titolo di colpa specifica,

poiché tale esposizione era già normativamente segnalata come potenziale

causa di danno alla salute di gravità idonea a cagionare anche la morte, evento

in concreto effettivamente verificatosi per le violazioni di norme prevenzionali

specifiche (articolo 377 e 387 del D.P.R. numero 547 del 27 aprile 1955;

articolo 4 e 21 del D.P.R. numero 303 del 19 marzo 1956), che nel loro

insieme ed in relazione alla pericolosità connessa alle polveri di amianto erano

volte ad impedire il verificarsi del danno. La colpa specifica concorre con la

colpa generica consistente nel non aver adottato possibili e utili provvedimenti

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organizzativi, relativi al concreto svolgimento delle attività di contatto con le

polveri di amianto, idonei a ridurne ulteriormente ed autonomamente, rispetto

alle misure imposte dalle norme prevenzionali specifiche (tecniche ed

individuali), la diffusione e, quindi, l’esposizione dei lavori. (2) Nei reati

omissivi impropri il nesso di causa tra l’omissione e l’evento sussiste quando la

condotta è stata, con alto grado di probabilità, condizione necessaria

dell’evento stesso; il giudizio probabilistico deve fondarsi su solide basi

scientifiche (scontando inevitabilmente i limiti conoscitivi propri di ogni

scienza in un determinato momento storico), al fine di accertare che, senza il

comportamento dell’agente, l’evento non si sarebbe verificato con alto grado di

probabilità. La valutazione tecnica di alto grado di probabilità, propria della

legge scientifica, equivale alla valutazione giuridica di certezza, ogniqualvolta

le alternative, residue e marginali, non trovino nel caso specifico alcuna

evenienza fattuale che ne consenta la prospettabilità in concreto, risolvendosi

così in possibilità del tutto ipotetiche ed astratte. Fonti: Riv. Trim. Dir. Pen.

Economia, 2001, 439; Foro It., Rep. 2001,voce Omicidio e lesioni personali

colpose, n. 29. Conferma Pretura di Padova del 3 giugno 1998 confermata

dalla Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 988 dell’11 luglio 2002 (in

banca dati).

850. 2001 – Decreto Ministeriale del 25 gennaio 2001. “Caratteristiche e

modalità per la donazione di sangue e di emocomponenti”. Nella Gazzetta

Ufficiale numero 78 del 3 aprile 2001. All’articolo 14 (“Richiesta di sangue”)

si specifica che la richiesta di sangue deve ancora essere firmata dal medico su

apposito modulo fornito dalla struttura trasfusionale e il prelievo deve essere

contrassegnato in modo da consentire l’identità del soggetto cui appartiene e

“firmato dal responsabile del prelievo”.

851. 2001 – Corte di Cassazione Penale, sez. IV, del 25 gennaio 2001. Una

chiave di lettura delle linee guida è necessaria sia al fine di non incorrere nel

rischio di ritenerle uno strumento deresponsabilizzante dell’operatore, sia nel

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rispetto dell’autonomia del medico nelle scelte terapeutiche, come dichiarato

anche dal Codice Deontologico. La Suprema Corte, in altro momento, ha

comunque tenuto a precisare che la scelta ”non può essere avventata, né

fondata su semplici esperienze personali, essendo doveroso, invece, attenersi al

complesso di esperienze che va solitamente sotto il nome di dottrina, quale

compendio della pratica della materia, sulla base della quale si formano le

leges artis, cui il medico deve attenersi dopo attenta e completa disamina di

tutte le circostanze del caso specifico, scegliendo, tra le varie condotte

terapeutiche, quella che l’esperienza indica come la più appropriata.”

852. 2001 – Decreto Ministero della Sanità del 26 gennaio 2001. Protocolli

per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 78 del 3 aprile 2001.

853. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero 1512

del 2 febbraio 2001. I danni (nel caso di errore medico e responsabilità medica

e ospedaliera) sono determinati secondo principi generali. Il risarcimento può

interessare ogni tipo di danno subito. Il danno patrimoniale. “Il danno

patrimoniale inteso come conseguenza della riduzione della capacità di

guadagno e, a sua volta, della capacità lavorativa specifica – e non, dunque,

della sola inabilità temporanea o dell’invalidità permanente – è risarcibile

autonomamente dal danno biologico soltanto se vi sia la prova che il soggetto

leso svolgeva, o presumibilmente in futuro avrebbe svolto, un’attività

lavorativa produttiva di reddito e che tale reddito, o parte di esso, non sia stato

in concreto conseguito”.

854. 2001 – Decreto Legislativo numero 25 del 2 febbraio 2001. Attuazione

della direttiva 1999/34/CE, che modifica la direttiva 85/374/CEE, in materia di

responsabilità per danno da prodotti difettosi.

855. 2001 - Legge numero 12 dell’8 febbraio 2001. Norme per agevolare

l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore. Gazzetta

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Ufficiale della Repubblica Italiana, Leggi ed altri atti normativi, serie generale,

numero 41 del 19 febbraio 2001.

856. 2001 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio

2001. Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-

sanitarie. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 129 del 6 giugno 2001.

Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

857. 2001 – Accordo del 22 febbraio 2001. Accordo tra il Ministro della

Sanità, il Ministro per la Solidarietà Sociale e le Regioni e Province autonome

di Trento e Bolzano, per la individuazione della figura e del relativo profilo

professionale dell’operatore socio-sanitario e per la definizione

dell’ordinamento didattico dei corsi di formazione. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 91 del 19 aprile 2001. Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

858. 2001 – Provvedimento Legislativo 22 febbraio 2001. “Conferenza

permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di

Trento e Bolzano”. Accordo tra il Ministro della Sanità, il Ministro per la

Solidarietà Sociale e le regioni e provincie autonome di Trento e Bolzano per

l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’operatore

socio-sanitario e per la definizione dell’ordinamento didattico dei corsi di

formazione. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 19 aprile 2001, numero 91.

859. 2001 – Legge numero 52 del 6 marzo 2001. Riconoscimento del

Registro Nazionale Italiano dei donatori di midollo osseo.

860. 2001 – Accordo 8 marzo 2001. Accordo tra il Ministro della Sanità e le

Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano sulle Linee Guida

concernente la prevenzione, la diagnostica e l’assistenza in oncologia. Testo

aggiornato al 18 gennaio 2006. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, S.O.,

numero 100 del 2 maggio 2001.

861. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 9780 del 9

marzo 2001. Ritiene possibile ravvisare il nesso causale se l’azione doverosa

omessa avrebbe impedito l’evento con un alto grado di probabilità logica,

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ovvero con elevata credibilità razionale, cioè con una probabilità vicino alla

certezza che può ritenersi raggiunta quando, sulla base di una legge universale

o di una legge statistica, sia possibile effettuare il giudizio controfattuale con

percentuale vicino a cento.

862. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 28132 del

9 marzo 2001 in Rivista Penale 2001, 806 ss. – “La valutazione circa la

legittimità o meno della condotta del medico non deve fondarsi sulla

sussistenza di cause di giustificazione (consenso informato dell’avente diritto,

articolo 50 c.p. – stato di necessità, articolo 54 c.p.) ma deve valutarsi in

rapporto “alla natura intrinseca ed al ruolo proprio dell’attività esercitata”.

(…..) L’intervento chirurgico era stato programmato per l’asportazione di una

cisti ovarica che, sulla scorta degli accertamenti strumentali eseguiti prima

dell’intervento, “era responsabile di compressione di vasi, con conseguente

gonfiore, dolenzie e chiazza di ipopigmentazione estese”. L’imputato, sempre

secondo l’accertamento incensurabile dei Giudici di merito, è quindi

intervenuto per eliminare questa patologia ritenendo, erroneamente, che

l’intervento demolitivo fosse idoneo a questo scopo ed eseguendolo, peraltro,

in modo scorretto. E se è vero che le finalità che l’agente si propone sono, nel

nostro caso, irrilevanti è altrettanto vero che l’erronea rappresentazione della

realtà si riverbera sull’elemento soggettivo sì da escludere non solo il dolo

generico del delitto di lesioni volontarie ma altresì quello intenzionale richiesto

per l’omicidio preterintenzionale. La sentenza impugnata ha accertato che

l’imputato aveva erroneamente ritenuto di poter eliminare non solo la patologia

che si era presentata nel corso dell’intervento ma altresì quella preesistente che

l’intervento aveva giustificato; ne consegue che egli deve essere ritenuto in

colpa e non può essere ritenuto responsabile del delitto ipotizzato con l’atto di

ricorso (del P.G.). tutti i ricorsi devono pertanto essere rigettati. Al rigetto dei

ricorsi del ricorrente conseguono le pronunzie di cui al dispositivo.

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863. 2001 – Decreto Legislativo numero 151 del 26 marzo 2001. Testo Unico

delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e

della paternità, a norma dell’articolo 15 della Legge numero 53 dell’8 marzo

2000. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, S.O., numero 96 del 26 aprile 2001.

864. 2001 – Legge numero 97 del 27 marzo 2001. Norme sul rapporto tra

procedimento penale e procedimento disciplinare ed effetti del giudicato penale

nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 80 del 5 aprile 2001. Testo aggiornato al 28 aprile

2006.

865. 2001 – Circolare numero 1047 del 27 marzo 2001. Lotta contro le

Infezioni Ospedaliere; elementi oggetto di valutazione per la verifica del

raggiungimento degli obiettivi. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 18

del 20 aprile 2001, Regione Sicilia.

866. 2001 – D.P.R. numero 220 del 27 marzo 2001. Regolamento recante

disciplina concorsuale del personale non dirigenziale del Servizio Sanitario

Nazionale. Non contempla più i concorsi per massofisioterapista. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 143 del 12 giugno 2001, Supplemento

Ordinario. Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

867. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 731 del 27

marzo 2001. Il medico chirurgo non può agire in caso di espresso dissenso. Se

si deve tener conto della finalità terapeutica della condotta del medico (che non

vuole causare una malattia del corpo o della mente, ma vincerla) sicché la

liceità di tale attività non può trovare giustificanza solo nel consenso (entro

ovvero oltre la categoria di cui all’articolo 50 c.p., ma in coerenza con il

principio da esso enunciato), resta indubbio che l’agire del chirurgo sulla

persona del paziente contro la volontà di costui, salvo l’imminente pericolo di

morte o di danno sicuramente irreparabile ad esso vicino, non altrimenti

superabile, esita in una condotta illecita capace di configurare più fattispecie di

reato, quali violenza privata (articolo 610 c.p., la violenza essendo insita nella

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violazione della contraria volontà), lesione personale dolosa (articolo 582 c.p.)

e, nel caso di morte, omicidio preterintenzionale (articolo 584 c.p.). Viene in

evidenza in questi casi non già la portata e l’estensione del consenso alla

manomissione del proprio corpo in presenza di finalità terapeutica di per sé

scriminante (tipicizzata o meno), quanto la violazione del divieto di

manomissione del corpo dell’uomo e, quindi, la violazione consapevole del

diritto della persona a preservare la sua integrità fisica nell’attualità, come ora

è, a nulla valendo in simile situazione il rilievo che questa possa essere,

eventualmente, migliorata, e il rispetto della sua determinazione a riguardo del

suo essere. Ne segue la regola secondo la quale il medico chirurgo non può

manomettere l’integrità fisica del paziente, salvo pericolo di vita o di altro

danno irreparabile altrimenti non ovviabile, quando questi abbia espresso

dissenso.

868. 2001 – Legge numero 129 del 28 marzo 2001. Interventi per il ripiano

dei disavanzi del Servizio Sanitario Nazionale al 31 dicembre 1999, nonché per

garantire la funzionalità dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali.

869. 2001 – Decreto Ministeriale del 29 marzo 2001. Definizione delle figure

professionali di cui all’articolo 6, comma 3, del Decreto Legislativo numero

502 del 30 dicembre 1992, e successive modificazioni, da includere nella

fattispecie previste dagli articoli 1, 2, 3 e 4 della Legge numero 251 del 10

agosto 2000 (articolo 6, comma 1, Legge numero 251/2000). Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 118 del 23 maggio 2001. Testo aggiornato al 28

aprile 2006.

870. 2001 – Legge numero 125 del 30 marzo 2001. Legge quadro in materia

di alcool e di problemi alcool correlati. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 90 del 18 aprile 2001. Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

871. 2001 – Legge numero 130 del 30 marzo 2001. “Disposizioni in materia

di cremazione e dispersione delle ceneri”.

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872. 2001 – Gli Istituti di Patronato si pongono a latere del rapporto

contributivo. Tali Istituti, disciplinati dalla Legge numero 152 del 30 marzo

2001, sono persone giuridiche di diritto privato, che svolgono un servizio di

pubblica utilità, con poteri di rappresentanza, a favore dei lavoratori per

l’adempimento da parte dei datori di lavoro degli obblighi contributivi.

873. 2001 – Decreto Legislativo numero 165 (art. 2, comma 2) del 30 marzo

2001. Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle

amministrazioni pubbliche. Nonché articolo 53 sulle cariche incompatibili con

la qualifica di dipendente pubblico. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

106 del 9 maggio 2001, Supplemento Ordinario numero 112/L. Testo

aggiornato al 26 aprile 2006.

874. 2001 – Il Decreto Ministeriale del 2 aprile 2001 sancisce la

determinazione delle classi di laurea delle professioni infermieristiche in linea

con la politica europea. D.M. 24 luglio 1996, ex tabella XVIII ter

“Ordinamento didattico – Determinazione delle classi di lauree universitarie

delle professioni sanitarie”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 128 del

5 giugno 2001, Supplemento Ordinario numero 136. Testo aggiornato al 26

aprile 2006

875. 2001 – Legge numero 120 del 3 aprile 2001. Utilizzo dei defibrillatori

semiautomatici in ambiente extraospedaliero. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 88 del 14 aprile 2001. Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

876. 2001 – Legge Regionale numero 4 del 10 aprile 2001. Istituzione a

livello regionale e di Aziende dei servizi delle professioni e Nomina dei

Direttori dei Servizi.

877. 2001 – Circolare Ministero della Sanità numero 800.5/01 del 12 aprile

2001. Raccomandazioni per fronteggiare la parziale carenza di mercato di

Fattore VIII ricombinante. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 105 del

8 maggio 2001.

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878. 2001 – Gazzetta Ufficiale numero 91 del 14 aprile 2001. Figura e profilo

dell’OSS.

879. 2001 – Decreto Ministeriale del 23 aprile 2001. Trasferimento dei

contributi a favore dell’Aran per gli enti pubblici non economici vigilati dal

Ministero della Sanità. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 145 del 25

giugno 2001. Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

880. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Civile numero 3132 del 2001. Ha

rilevato che l’omissione da parte della Pubblica Amministrazione di qualunque

iniziativa funzionale alla realizzazione dello scopo per il quale l’ordinamento

attribuisce il potere (qui concernente la tutela della salute pubblica) la espone a

responsabilità extracontrattuale quando dalla violazione del vincolo interno

costituito dal dovere di vigilanza nell’interesse pubblico, il quale è strumentale

ed accessorio a quel potere, siano derivate violazioni dei diritti soggettivi dei

terzi …..

881. 2001 – Decreto Legislativo numero 165 del 2001. Identificazione del

personale a contatto con il pubblico.

882. 2001 – Decreto Ministeriale del 29 aprile 2001. Nell’elencare i profili

professionali dell’area riabilitativa, non contempla più il massofisioterapista.

883. 2001 – Decreto Legislativo numero 231 del 2001. Salute e Sicurezza sul

Lavoro. Profili giuridici e Responsabilità.

884. 2001 – Decreto Ministeriale del 10 maggio 2001. Sperimentazione

clinica controllata in medicina generale e pediatria di libera scelta.

885. 2001 – Decreto del Ministero della Sanità dell’11 maggio 2001.

Definizione di procedure da applicarsi in caso di temporanea carenza di

specialità medicinali nel mercato nazionale. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 124 del 30 maggio 2001.

886. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 20145 del

18 maggio 2001. Obblighi del Preposto. Il preposto può essere chi, dotato di

maggiore esperienza e competenza tecnica, è posto di fatto nel ruolo di

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coordinare una specifica lavorazione, essendo a tal fine dotato di autonomia

decisionale e di capacità di riferire in merito ai problemi insorti. Rif. Ambiente

e Sicurezza sul lavoro, 2002, pagina 7.

887. 2001 – Decreto Ministeriale numero 279 del 18 maggio 2001. Malattie

Rare.

888. 2001 – Decreto Ministeriale numero 308 del 21 maggio 2001.

Regolamento concernente “Requisiti minimi strutturali e organizzativi per

l’autorizzazione all’esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e

semiresidenziale, a norma dell’articolo 11 della Legge numero 328 dell’8

novembre 2000”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 174 del 28 luglio

2001. Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

889. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 7027 del

23 maggio 2001. Il medico, fuori di alcuni casi eccezionali, non può

intervenire senza l’espresso consenso. Va premesso, in linea generale, che

l’attività medica trova fondamento e giustificazione, nell’ordinamento

giuridico, non tanto nel consenso dell’avente diritto (articolo 51 c.p.), come si

riteneva in passato, poiché tale opinione contrasterebbe con l’articolo 5 c.c., in

tema di divieto degli atti di disposizione del proprio corpo, ma in quanto essa

stessa legittima, volta essendo a tutelare un bene costituzionalmente garantito,

quale è quello della salute. Dall’autolegittimazione dell’attività medica, (…..),

non può tuttavia trarsi la convinzione che il medico possa, fuori da taluni casi

eccezionali (…..), intervenire senza il consenso, ovvero, a fortiori, malgrado il

dissenso del paziente. La necessità del consenso si evince, in generale,

dall’articolo 13 della Costituzione il quale sancisce l’inviolabilità della libertà

personale, nel cui ambito deve ritenersi inclusa la libertà di salvaguardare la

propria salute e la propria integrità fisica (…..). Ma è soprattutto rilevante in

materia l’articolo 32 della Costituzione, per il quale nessuno può essere

sottoposto a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di

legge (la quale) non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto

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della persona umana. In particolare, poiché il consenso per essere informato

presuppone una specifica e particolareggiata informazione, nessun dubbio può

esserci su chi sia tenuto a fornirla: non può provenire che dal sanitario che deve

prestare la sua attività professionale. Tale consenso implica la piena

conoscenza della natura dell’intervento medico e/o chirurgico, della sua portata

ed estensione, dei suoi rischi, dei risultati conseguibili e delle possibili

conseguenze negative.

890. 2001 – Accordo del 24 maggio 2001. Accordo tra il Ministro della

Sanità, le Regioni e le Province autonome sul documento di Linee-Guida

inerente il progetto “Ospedale senza dolore”. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 149 del 29 giugno 2001. Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

891. 2001 – Decreto 24 maggio 2001 del Ministero della Sanità

(Approvazione del ricettario per la prescrizione di cui all’allegato III-bis al

Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, numero 309,

introdotto con la Legge 8 febbraio 2001, numero 12). Gazzetta Ufficiale della

Repubblica Italiana, serie generale, numero 133 del 11 giugno 2001.

892. 2001 – Provvedimento 24 maggio 2001 su accordo tra Ministero della

Sanità e le Regioni per la realizzazione dell’Ospedale senza Dolore (Linee

Guida).

893. 2001 – Decreto Ministeriale del 30 maggio 2001. Accertamenti ispettivi

sulla osservanza delle norme di buona pratica clinica.

894. 2001 – D. P. C. M. del 31 maggio 2001. Modificazioni ed integrazioni al

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 502 del 19 luglio

1995, concernente il trattamento economico del direttore generale, del direttore

sanitario e del direttore amministrativo nelle aziende sanitarie.

895. 2001 – Circolare del Ministero della Sanità numero 9 dell’8 giugno

2001. Norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella

terapia del dolore. Indicazioni applicative. Legge numero 12 dell’8 febbraio

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2001. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 138 del 16 giugno 2001.

Testo aggiornato al 26 aprile 2006.

896. 2001 – Decreto Ministeriale numero 488 dell’11 giugno 2001.

Regolamento recante criteri indicativi per la valutazione dell’idoneità dei

lavoratori all’esposizione alle radiazioni ionizzanti, ai sensi dell’articolo 84,

comma 7, del D.Lgs. numero 230 del 17 marzo 1995. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 80 del 5 aprile 2002. Testo aggiornato al 26 aprile

2006.

897. 2001 – Legge 145/2001. Modifica alla Convenzione di Oviedo

dell’aprile 1997 sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina.

898. 2001 – Le 150 ore, per lo specifico degli infermieri della Sanità

pubblica, sono regolamentate dal CCNL integrativo del 20 giugno 2001.

899. 2001 – Messaggio INPS del 27 giugno 2001 numero 569. Chiarimenti

concernenti i periodi di astensione obbligatoria, di astensione facoltativa,

periodi di riposo ed altro per gravidanza.

900. 2001 – Sentenza Corte di Appello di Milano del 29 giugno 2001 (Trioni

e altri). Il presidente della commissione amministratrice e il direttore generale

di una grande azienda di trasporti pubblici sono penalmente responsabili per la

morte di un lavoratore, dipendente della stessa, dovuta a un mesotelioma

pleurico etiologicamente riconducibile a un’esposizione lavorativa a fibre di

amianto aerodisperse nell’ambiente di lavoro, una volta accertato che i

responsabili aziendali non avevano fatto tutto quello che era tecnologicamente

fattibile in base alle conoscenze scientifiche raggiunte al momento dei fatti per

eliminare o ridurre tale diffusione. Fonti: Riv. Critica Dir. Lav., 2001, 781.

901. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 1572

dell’11 luglio 2001. Senza il consenso informato il trattamento medico-

chirurgico è arbitrario con rilevanza penale. La mancanza del consenso

(opportunamente “informato”) del malato o la sua invalidità per altre ragioni

determina l’arbitrarietà del trattamento medico-chirurgico e la sua rilevanza

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penale, in quanto compiuto in violazione della sfera personale del soggetto e

del suo diritto di decidere se permettere interventi estranei sul proprio corpo.

(In motivazione, la Corte ha precisato che alla regola del necessario consenso

della persona che deve sottoporsi al trattamento sanitario, fanno eccezione le

ipotesi di trattamenti obbligatori “ex lege”, ovvero quelle in cui il paziente non

sia in condizione di prestare il proprio consenso o si rifiuti di prestarlo e

l’intervento medico risulti urgente e indifferibile).

902. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Civile numero 3132 del 2001. La

responsabilità del Ministero della Salute per danni da contagio trasfusionale

rientra nell’ambito dell’articolo 2043 C.C., escludendola in relazione

all’articolo 2050 C.C., in quanto se la produzione, la commercializzazione e la

distribuzione del sangue possono essere in effetti attività intrinsecamente

pericolose, non altrettanto può dirsi dell’attività esercitata rispetto ad esse dal

Ministero che ricopre gli ambiti di supervisione e di controllo e quindi più

propriamente riconducibili nel più consono ambito del neminem laedere,

fissato dall’articolo 2043 C.C.

903. 2001 – Sentenza del Tribunale di Palermo del 25 luglio 2001. Il diritto

del paziente all’autodeterminazione. Delitto doloso quando il medico

interviene arbitrariamente. In condizioni non necessitate dell’urgenza, ciascuno

ha diritto ad autodeterminarsi accedendo alle scelte che ritiene più confacenti ai

suoi bisogni, potendo giungere, persino, alla scelta di non sottoporsi a cure, ed

in questo caso il sanitario non può agire senza ottenere preventivamente un

valido consenso informato e deve rispondere di un delitto doloso, quando

intervenga arbitrariamente. Di conseguenza, risponde, quantomeno, del reato di

violenza privata il sanitario che operi senza che il paziente abbia rilasciato un

consenso informato, salva l’ulteriore responsabilità anche a norma dell’articolo

586 c.p., ove l’intervento abbia esito infausto o comunque dannoso per il

paziente.

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904. 2001 – Decreto 3 agosto 2001 del Ministero della Sanità (Approvazione

del registro di carico e scarico delle sostanze stupefacenti e psicotrope per le

unità operative). Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, numero 204 del

3 settembre 2001. Testo aggiornato al 26 aprile 2006.

905. 2001 – Direttiva della Commissione Europea 2001/60/CE del 7 agosto

2001. Classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati pericolosi.

906. 2001 – Legge 10 agosto 2001, numero 251. “Disciplina delle professioni

sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione

nonché della professione ostetrica”.

907. 2001 – Legge Regionale numero 20 del 16 agosto 2001. B.U.R. numero

75/2001. Viene trattato il profilo dell’Operatore Socio-Sanitario (in seguito

OSS).

908. 2001 – D. P. R. numero 384 del 20 agosto 2001. Regolamento di

semplificazione dei procedimenti di spese in economia.

909. 2001 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 33548 del

13 settembre 2001. Il preposto può essere chi, pur non appartenendo alla

struttura aziendale, di fatto è preposto con effettivi poteri all’attività lavorativa.

Rif. Ambiente e Sicurezza sul lavoro, numero 19, 2001, pagina 49.

910. 2001 – Il 20 settembre 2001 è stato pubblicato il CCNL integrativo del

CCNL del 7 aprile 1999 che, all’articolo 22, riporta i passaggi attuativi del

diritto allo studio del lavoratore dipendente del comparto Sanità. Le 150 ore

sono una conquista importante per il diritto allo studio dei lavoratori, un diritto

che nasce negli anni ’70 con lo Statuto dei Lavoratori. Gli aspetti normativi

risalgono al D.P.R. numero 395 del 23 agosto 1988 ma nello specifico per gli

infermieri della Sanità pubblica, le 150 ore sono regolamentate a partire dal

CCNL integrativo del 20 giugno 2001.

911. 2001 – CNNL del 21 settembre 2001, articolo 10 – Ruolo del

Coordinamento – “E’ prevista una specifica indennità per coloro cui sia

affidata la funzione di coordinamento delle attività dei servizi di assegnazione

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nonché del personale appartenente allo stesso o ad altro profilo anche di pari

categoria ed – ove articolata al suo interno – di pari livello economico, con

assunzione di responsabilità del proprio operato”.

912. 2001 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 422 del 21

settembre 2001. Regolamento recante norme per l’individuazione dei titoli

professionali del personale da utilizzare presso le pubbliche amministrazioni

per le attività di informazione e di comunicazione e disciplina degli interventi

formativi.

913. 2001 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 439 del 21

settembre 2001. Articolo 11. Regolamento di semplificazione delle procedure

per la verifica e il controllo di nuovi sistemi e protocolli terapeutici

sperimentali. Sperimentazione Clinica.

914. 2001 – Il 25 settembre 2001 viene varata la Normativa sullo Sciopero.

Le norme di riferimento sono contenute nell’Accordo Nazionale “Norme di

garanzia dei servizi pubblici essenziali” del 25 settembre 2001.

915. 2001 – Sentenza del Tribunale di Napoli del 12 ottobre 2001. L’onere

della prova di mancato consenso incombe sul paziente. L’onere della prova del

mancato assolvimento del dovere di informazione da parte del medico

(consenso informato) incombe sul paziente, che agisca in giudizio per ottenere

l’affermazione di responsabilità del chirurgo.

916. 2001 – Legge Costituzionale numero 3 del 18 ottobre 2001. Beneficenza

pubblica ed assistenza sanitaria ed ospedaliera.

917. 2001 – Accordo del 25 ottobre 2001. Accordo tra il Ministro della

Salute, le Regioni e le Province autonome sul documento di Linee-Guida sul

sistema di emergenza sanitaria concernente: “Triage intraospedaliero

(valutazione gravità d’ingresso) e chirurgia della mano e microchirurgia nel

sistema dell’emergenza-urgenza sanitaria”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero285 del 7 dicembre 2001. Testo aggiornato al 26 aprile 2006.

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918. 2001 – Legge Regionale numero 17 del 30 ottobre 2001. Soppressione

del Centro Regionale Emoderivati della Regione Lombardia, istituito

dall’articolo 1 della Legge Regionale numero 61 del 18 maggio 1990 a titolo

“Secondo Piano Regionale sangue e plasma per gli anni 1990-1992” e

interventi diretti al miglior funzionamento delle Aziende Sanitarie Lombarde.

Modifiche alla Legge numero 31 dell’11 luglio 1997 avente per titolo “Norme

per il riordino del Servizio Sanitario Regionale e sua integrazione con le

attività dei servizi sociali”. BURL 1° Supplemento al numero 44 del 30 ottobre

2001.

919. 2001 – Legge Regionale Basilicata numero 39 del 31 ottobre 2001.

Riordino e razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale.

920. 2001 – Direttiva 2001/83/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del

6 novembre 2001. Recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso

umano.

921. 2001 – Decreto Legge 12 novembre 2001, numero 402.

922. 2001 – Legge numero 405 del 16 novembre 2001. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto Legge numero 347 del 18 settembre 2001,

recante interventi urgenti in materia di spesa sanitaria.

923. 2001 – Sentenza numero 1589/01 (caso Barese) in cui si precisa che ”in

presenza di ragioni di urgenza terapeutica il consenso non è necessario e che a

fronte di una manifestazione di volontà esplicitamente contraria all’intervento

terapeutico, il pericolo grave e attuale per la vita o per la salute del paziente,

configura lo stato di necessità che vale ad escludere il dolo diretto di lesioni” e

rende lecita l’attività svolta. Pubblicata sulla Rivista Italiana di Medicina

Legale, 2002, 868-880.

924. 2001 – Accordo del 22 novembre 2001. Accordo tra Governo, Regioni e

le Province autonome di Trento e Bolzano sui Livelli Essenziali di Assistenza

sanitaria ai sensi dell’articolo 1 del DLGS numero 502 del 30 dicembre 1992, e

successive modificazioni (Repertorio numero 1318). Pubblicato nella Gazzetta

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Ufficiale numero 19, S.O. numero 14, del 23 gennaio 2002. Testo aggiornato al

26 aprile 2006.

925. 2001 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre

2001. “L’Ospedale abbandona definitivamente il suo ruolo di luogo di

riferimento per qualsiasi problema di natura sanitaria, spesso solo ed

esclusivamente di tipo socio-sanitario, trasformandosi in organizzazione di alto

livello tecnologico deputata a fornire risposte assistenziali di tipo diagnostico-

terapeutico a problemi di salute”. Definizione dei livelli essenziali di assistenza

(LEA). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 dell’8 febbraio 2002,

Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

926. 2001 – DGR Veneto numero 3242 del 30 novembre 2001. Programma

settoriale relativo all’assistenza territoriale, articolo 13, Legge Regionale

numero 5/96 (P.S.S.R. 1996-1998). Approvazione definitiva.

927. 2001 – Testo Unico numero 445/2001 sulla semplificazione degli atti

amministrativi.

928. 2001 – UNI EN 868-9:2001 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Materiali non tessuti non

rivestiti a base di poliolefine per la fabbricazione di sacchetti, rotoli e coperchi

termosaldabili. Requisiti e metodi di prova.

929. 2001 – UNI EN 868-10:2001 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Materiali non tessuti rivestiti

di adesivo a base di poliolefine per la fabbricazione di sacchetti, rotoli e

coperchi termosaldabili. Requisiti e metodi di prova.

930. 2001 – UNI EN ISO 14644-1:2001 – Camere bianche ed ambienti

associati controllati. Classificazione della pulizia dell’aria.

931. 2001 – UNI EN ISO 14644-2:2001 – Camere bianche ed ambienti

associati controllati. Specifiche per la prova e la sorveglianza per dimostrare la

conformità continua con la ISO 14644-1.

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932. 2001 – UNI EN ISO 11737-2:2001 – Sterilizzazione dei dispositivi

medici. Metodi microbiologici. Prove di sterilità eseguite nel corso della

convalida di un processo di sterilizzazione.

933. 2001 – Delibera Gruppo Regionale Campano numero 4061 del 2001. Le

attività aggiuntive, rese in attività libero professionali, rappresentano oggi la

principale modalità attraverso la quale vengono garantiti i livelli essenziali di

assistenza (L.E.A.) e assicurata la riduzione delle liste di attesa quindi, in

definitiva, viene contrastato l’esodo dei pazienti verso la Sanità privata o extra-

regionale, contribuendo in maniera determinante alla riduzione della spesa

sanitaria. In questo modo si raggiungono gli obiettivi di virtuosa gestione

economica raccomandati dal Piano di Rientro Regionale e dalla Spending

Review Nazionale.

934. 2001 – D. M. del 12 dicembre 2001. Sistema di garanzie per il

monitoraggio dell’assistenza sanitaria.

935. 2001 – Circolare del Ministero della Salute numero 14 del 19 dicembre

2001. Indicazioni integrative alla Circolare numero 17 del 30 ottobre 2000

recante “Adeguamento dei livelli di sicurezza trasfusionale in presenza di

metodiche atte alle indagini sui costituenti virali per HCV”. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 300 del 28 dicembre 2001. Testo aggiornato al 26

aprile 2006.

936. 2001 – Decreto Legislativo numero 467 del 28 dicembre 2001.

Disposizioni correttive ed integrative della normativa in materia di protezione

dei dati personali, a norma dell’articolo 1 della Legge numero 127 del 24

marzo 2001.

937. 2001 – Legge numero 448 del 28 dicembre 2001. Disposizioni per la

formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria

2002, in particolare articoli 29, 40).

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938. 2001 – Norme tecniche su sostanze e preparati pericolosi inserite a

partire dal 31 dicembre 2001: UNI EN; UNI EN ISO; EC 1-UNI EN; UNI

CEN/TS; UNI CEN ISI/TR.

939. 2001 – DGR Veneto numero 3889 del 31 dicembre 2001. Accordo

Regionale con la medicina convenzionata 2001.

940. 2002 – DGR Campania numero 583 del 2002. Attività riabilitativa

estensiva e di mantenimento. Definizione della cartella clinica riabilitativa,

degli standard di attività e di personale e del flusso informativo.

941. 2002 – Legge numero 1 e successive modifiche dell’8 gennaio 2002.

Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 12 novembre

2001, numero 402, recante disposizioni urgenti in materia di personale

sanitario. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 8 del 10 gennaio 2002.

Testo aggiornato al 28 aprile 2006.

942. 2002 – Decreto del Presidente della Repubblica numero 54 del 18

gennaio 2002. Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in

materia di circolazione e soggiorno dei cittadini degli Stati membri dell’Unione

Europea (Testo A). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 83 del 9 aprile

2002, Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al 30 novembre 2005.

943. 2002 – Decreto Legislativo numero 10 del 23 gennaio 2002. Attuazione

delle direttive 1999/93/CE relativa ad un quadro comunitario per le firme

elettroniche.

944. 2002 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 2865 del

25 gennaio 2002. Il tema di colpa medica il giudice, nel valutare la correttezza

della scelta operata dal professionista e quindi giudicare della sussistenza o

meno del profilo di colpa (in particolare, nella componente della imperizia),

deve effettuare un giudizio “ex ante” collocandosi mentalmente nel momento

in cui il medico fu chiamato ad operare la sua scelta, valutando tutti gli

elementi che consigliarono di adottare una soluzione piuttosto che un’altra e

considerando la consistenza scientifica della scelta con esclusivo riferimento

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alle “leges artis”. Non è pertanto censurabile la condotta del medico che, fra

varie soluzioni terapeutiche prospettabili, tutte ugualmente foriere di rischi per

la vita del paziente, scelga quella meno invasiva, a nulla rilevando la

circostanza che l’intervento terapeutico prescelto si dimostri, solo “ex post”,

come non indicato.

945. 2002 – Lettera del Ministro della Salute del 25 gennaio 2002. Nuovi

adempimenti per i fabbricanti di dispositivi medici di classe III, IIb e IIa.

946. 2002 – Decreto Legislativo numero 24 del 2 febbraio 2002. Attuazione

della direttiva 1999/44/CE su taluni aspetti della vendita e delle garanzie di

consumo.

947. 2002 – Decreto Legislativo numero 25 del 2 febbraio 2002 (abrogato dal

TUSL). Recepimento direttiva 98/24/CEE che integra il titolo VII bis

“Protezione da agenti chimici” del Decreto Legislativo numero 626 del 1994.

Protezione dei lavoratori dai rischi chimici.

948. 2002 – Direttiva del Ministro per la Funzione Pubblica del 7 febbraio

2002. Attività di comunicazione delle pubbliche amministrazioni. Pubblicata

nella Gazzetta Ufficiale numero 74 del 28 marzo 2002. Testo aggiornato al 28

aprile 2006.

949. 2002 – Corte di Cassazione, Sez. IV, numero 2865 del 13 febbraio 2002.

Il medico non dovrà perdere quella libertà di scelta che gli appartiene,

elemento quest’ultimo ribadito sempre dalla Suprema Corte secondo cui “è

conforme ai principi del diritto valorizzare l’autonomia del medico nelle scelte

terapeutiche, poiché l’arte medica, mancando per sua stessa natura di protocolli

scientifici a base matematica, spesso prospetta diverse pratiche o soluzioni che

l’esperienza ha dimostrato efficaci, da scegliere oculatamente in relazione ad

una cospicua quantità di varianti che, legate al caso specifico, solo il medico,

nella contingenza della terapia, può apprezzare”; tuttavia nella medesima

sentenza si segnala anche che “in una tale ottica, il giudice, per valutare la

correttezza della scelta terapeutica operata da medico, e quindi giudicare la

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sussistenza o no del profilo di colpa, in particolare dell’imperizia, deve operare

un giudizio ex ante, cioè deve collocarsi mentalmente nel momento in cui il

medico fu chiamato ad operare la sua scelta, valutando tutti gli elementi che

consigliarono di adottarne una e di scartarne un’altra e considerando anche,

ovviamente, la consistenza scientifica della scelta, non potendo il medico di

certo trincerarsi dietro personalissime opinioni.”

950. 2002 – Circolare del Ministero della Salute numero DIRP3/AG/448 del 5

marzo 2002. Programma nazionale per la formazione continua – ECM.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 110 del 13 maggio 2002. Testo

aggiornato al 28 aprile 2006.

951. 2002 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 14400 del

12 marzo 2002 (Balbo di Vinadio). Nel delitto di omicidio colposo plurimo

consistito in un mesotelioma pleurico e in un carcinoma polmonare occorsi a

lavoratori esposti ad amianto, sussiste il nesso causale tra condotta degli

amministratori dell’azienda in diverse epoche e tumore, qualora sia dimostrata,

in termini se non proprio di assoluta certezza almeno di elevata e qualificata

probabilità, l’incidenza del tempo di esposizione ad amianto dei lavoratori

deceduti durante il periodo di responsabilità dei predetti amministratori tale da

determinare un aggravamento significativo della malattia già contratta al punto

da causare o accelerare l’evento morte. Fonti: Dir. e Pratica Lav., 2002, 1711.

952. 2002 – DCR Lombardia numero VII/0462 del 13 marzo 2002. Piano

Socio-Sanitario Regionale 2002-2004.

953. 2002 – Decreto Direttore Generale Direzione Generale della Sanità

numero 6027 del 2 aprile 2002. Istituzione di una “Banca di emocomponenti di

gruppi rari”. Centro di Riferimento della Regione Lombardia, presso il

Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’IRCCS Ospedale

Maggiore di Milano. BURL Serie Ordinaria numero 18 del 29 aprile 2002.

954. 2002 – Legge numero 56 del 4 aprile 2002. Conversione in Legge, con

modificazioni, del Decreto Legge numero 8 del 7 febbraio 2002, recante

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proroga di disposizioni relative ai medici a tempo definito, farmaci, formazione

sanitaria, ordinamenti didattici universitari e organi amministrativi della Croce

Rossa. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 85 dell’11 aprile 2002.

Testo aggiornato al 30 novembre 2005.

955. 2002 – D. P. R. numero 101 del 4 aprile 2002. Regolamento recante

“Criteri e modalità per l’espletamento da parte delle amministrazioni pubbliche

di procedure telematiche di acquisto per l’approvvigionamento di beni e

servizi”.

956. 2002 – D. P. C. M. del 16 aprile 2002. Linee Guida sui criteri di priorità

per l’accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e i tempi massimi di

attesa.

957. 2002 – Decreto del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità del 26

aprile 2002. Accertamento della composizione e innocuità dei farmaci di nuova

istituzione prima della sperimentazione clinica sull’uomo. Individuazione della

documentazione da sottoporre all’Istituto Superiore di Sanità ai sensi

dell’articolo 4, comma 2 del Decreto del Presidente della Repubblica numero

439 del 21 settembre 2001.

958. 2002 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. I, numero 528 del 29

maggio 2002. L’assenza di consenso e la responsabilità del medico. Malgrado

l’assenza di un consenso informato del paziente, e sempre che non sussista un

dissenso espresso dallo stesso al trattamento terapeutico prospettato, deve

escludersi che il medico sia penalmente responsabile delle lesioni alla vita o

all’intangibilità fisica e psichica del paziente sul quale ha operato in osservanza

delle leges artis, poiché l’attività terapeutica, essendo strumentale alla garanzia

del diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione, è autorizzata e

disaminata dall’ordinamento ed è quindi scriminatura da uno “stato di

necessità” ontologicamente intrinseco, senza che sia necessario fare riferimento

alle cause di giustificazione codificate.

959. 2002 – Piano Sanitario Nazionale 2002-2004.

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960. 2002 – Consiglio Regionale della Sicilia – Decreto 17 giugno 2002.

Attività di endoscopia.

961. 2002 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezioni Unite, numero 9556 dell’1

luglio 2002. Le piaghe da decubito non sono una patologia, ma l’effetto di una

carenza di assistenza, che insorge prevalentemente in pazienti ospedalizzati o

nosocomizzati, che necessitano di una specifica cura ed assistenza. E’ ormai

pacifico che, nel momento in cui un paziente entra in una struttura sanitaria,

pubblica o privata che sia, per un ricovero o una visita ambulatoriale, si

conclude, in automatico, tra paziente e struttura, senza particolari formalismi,

un contratto atipico, complesso a prestazioni corrispettive definito cosiddetto

“contratto di spedalità”. In virtù di tale contratto, la struttura sanitaria si

obbliga a prestare cure mediche al paziente a fronte del pagamento di un

corrispettivo, che può essere pagato dal paziente, dal suo assicuratore, dal

Servizio Sanitario Nazionale o da altro ente. Orbene, l’obbligazione che grava

sulla struttura sanitaria è un’obbligazione dal contenuto complesso, in quanto è

costituita da obbligazioni principali e da obbligazioni accessorie che

coinvolgono più persone, con competenze e ruoli diversi tra loro. Infatti, la

struttura sanitaria si obbliga a fornire al paziente, come obbligazione

principale, le cure mediche e diagnostiche, nonché la prestazione alberghiera,

ma si obbliga, altresì, a garantire, come obbligazioni accessorie, la

salvaguardia del paziente, in particolar modo quando si tratta di persone dalla

autotutela minorata o nulla, nonché si obbliga a garantire la messa a

disposizione del personale medico ausiliario, del personale paramedico, nonché

la messa a disposizione dei medicinali e di tutte le attrezzature tecniche. In

tema di responsabilità per violazione degli obblighi derivanti dal c.d. contratto

di spedalità, una semplice struttura sanitaria può essere ritenuta responsabile

per ciò che concerne l’obbligo di disporre dei locali idonei, l’obbligo di

disporre di personale sia medico sia paramedico che ausiliario competente,

sufficiente e presente, l’obbligo di disporre di farmaci e applicazioni

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terapeutiche efficaci e in corso di validità, l’obbligo di disporre servizi

accessori adeguati e tutti quegli ulteriori obblighi inerenti alla adeguatezza ed

efficienza organizzativa. Gravano, invece, sul Ministero della Salute obblighi

di coordinamento politico-amministrativo dell’intero sistema sanitario

nazionale.

962. 2002 – Legge Regionale numero 10 dell’11 luglio 2002. Piano Sanitario

Regionale 2002/2004. Capitolo – Le strategie per il cambiamento.

963. 2002 – Sentenza numero 26446/02 dell’11 luglio 2002 (caso

Volterrani). La Suprema Corte precisa, sul consenso informato, che “la volontà

del paziente svolge un ruolo decisivo soltanto quando sia eventualmente

espressa in forma negativa”. Pubblicata sulla Rivista Italiana di Medicina

Legale, XXV, pagg. 395-408, con note critiche di M. Barni “Equilibrismi

dialettici tra consenso limitato e dissenso esplicito” e di S. Fucci “Potere di

curare del medico e diritto alla salute del paziente”. In Rivista Penale 2002,

751 ss.

964. 2002 – Legge 15 luglio 2002, n. 145 (G. U. numero 172 del 24 luglio

2002), “Disposizioni per il riordino della dirigenza statale e per favorire lo

scambio di esperienze e l’interazione tra pubblico e privato”.

965. 2002 – Legge numero 179 del 31 luglio 2002 articolo 24. Rifiuti

Sanitari. Pubblicata sulla G.U. dell’11 settembre 2002.

966. 2002 – Circolare Ministeriale numero 6 del 2 settembre 2002. Attività

dei Comitati Etici istituiti ai sensi del Decreto Ministeriale del 18 marzo 1998.

967. 2002 – Corte di Cassazione, Sezioni Un. Pen., numero 30328 dell’11

settembre 2002. Secondo la Suprema Corte a Sezioni Unite è necessario

individuare la condotta più congrua ed opportuna secondo quanto suggerito

dalla scienza medica, attraverso linee guida ed altre indicazioni terapeutico-

diagnostiche, al fine di valutare quante probabilità, in termini statistici, la

condotta corretta avrebbe avuto di evitare l’evento negativo colposamente

omesso, rifacendosi, pertanto, a leggi scientifiche, la cui soddisfazione

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rappresenta elemento di oggettività al giudizio causale riconducendo, o meno,

l’evento dannoso alla condotta omissiva. Pertanto, secondo giurisprudenza

ormai univoca, “il procedimento logico … deve condurre, perché sia

valorizzata la funzione ascrittiva dell’imputazione causale, alla conclusione

caratterizzata da un alto grado di credibilità razionale, quindi alla certezza

processuale, che esclusa l’interferenza di decorsi alternativi, la condotta

omissiva dell’imputato, alla luce della cornice nomologica e dei dati

ontologici, è stata condizione necessaria dell’evento, attribuibile per ciò

all’agente come fatto proprio. ….. Il ricorso a generalizzazioni scientificamente

valide consente infatti di ancorare il giudizio contro fattuale, altrimenti

insidiato da ampi margini di discrezionalità e di indeterminatezza a parametri

oggettivi in grado di esprimere effettive potenzialità esplicative della

condizione necessaria, anche per i più complessi sviluppi causali dei fenomeni

naturali, fisici, chimici o biologici”. www.massime.it

968. 2002 – Linee Guida dei CDC (Centers for Desease Control and

Prevention) di Atlanta del 2002 che regolano il lavaggio delle mani.

969. 2002 – UNI EN 868-2:2002 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Involucri di sterilizzazione.

Requisiti e metodi di prova.

970. 2002 – UNI EN 868-3:2002 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Carta da utilizzare nella

fabbricazione dei sacchetti di carta (specificati nella EN 864-4) e nella

fabbricazione di buste e tubolari (specificati nella EN 865-5). Requisiti e

metodi di prova.

971. 2002 – UNI EN 868-4:2002 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Sacchetti di carta. Requisiti e

metodi di prova.

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972. 2002 – UNI EN 868-5:2002 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Buste e tubolari di carta e

laminato plastico termosaldabili e autosaldabili. Requisiti e metodi di prova.

973. 2002 – UNI EN 868-6:2002 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Carta per la fabbricazione di

pacchi per uso medico per la sterilizzazione con ossido di etilene o radiazione.

Requisiti e metodi di prova.

974. 2002 – UNI EN 868-7:2002 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Carta adesiva per la

fabbricazione di pacchi termosaldabili per uso medico per la sterilizzazione

con ossido di etilene o radiazione. Requisiti e metodi di prova.

975. 2002 – UNI EN 868-8:2002 – Materiali e sistemi di imballaggio per i

dispositivi medici che devono essere sterilizzati. Contenitori riutilizzabili per

sterilizzazione per le sterilizzatrici a vapore in conformità alla EN 285.

Requisiti e metodi di prova.

976. 2002 – UNI EN ISO 14161:2002 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori biologici. Guida per la selezione, l’uso e l’interpretazione dei

risultati.

977. 2002 – UNI EN ISO 14937:2002 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Requisiti generali per la caratterizzazione di un agente sterilizzante e per lo

sviluppo, la convalida ed il controllo sistematico di un processo di

sterilizzazione per dispositivi medici.

978. 2002 – Regolamento UE numero 2195/2002 del 5 novembre 2002.

Regolamento 2002 relativo al Vocabolario comune per gli appalti pubblici

(CPV)-(estratto codici lavori e servizi).

979. 2002 – Sentenza Corte di Cassazione. Sez. IV, numero 1240 del 5

novembre 2002. In mancanza di informazione il consenso è viziato.

Nell’ipotesi in cui, per negligenza o per imprudenza, il chirurgo ometta di

informare adeguatamente il paziente circa i rischi cui va incontro, il consenso è

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viziato (cioè non valido in quanto il paziente non è stato adeguatamente

informato).

980. 2002 – Legge numero 289 del 27 dicembre 2002. Disposizioni per la

formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato.

981. 2003 – Legge numero 30 del 14 febbraio 2003. “Delega al Governo in

materia di occupazione e mercato del lavoro”. (Legge BIAGI). Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 47 del 26 febbraio 2003.

982. 2003 – Accordo 16 gennaio 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 51 del 3 marzo 2003. Testo aggiornato al 17 novembre 2005. Accordo

tra il Ministro della Salute, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, le

Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per la disciplina della

formazione complementare in assistenza sanitaria della figura professionale

dell’operatore socio-sanitario di cui all’articolo 1, comma 8, del Decreto Legge

numero 402 del 12 novembre 2001 convertito, con modificazioni, dalla Legge

numero 1 dell’8 gennaio 2001.

983. 2003 – Direttiva 2002/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del

27 gennaio 2003. Stabilisce norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il

controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano

e dei suoi componenti e che modifica la Direttiva 2001/83/CE

984. 2003 – Sentenza del Tribunale di Chiavari del 3 febbraio 2003.

Nell’ipotesi in cui l’evento lesivo derivi non da una esposizione del lavoratore

ad una situazione pericolosa prolungata nel tempo ma da un singolo fatto, nella

fattispecie de qua l’assunzione di una dose-killer di amianto, mancando la

prova del momento in cui l’inalazione è avvenuta, è impossibile individuare il

direttore di stabilimento al momento dell’assunzione che ha innescato la

patologia, e neppure è possibile riconoscere la responsabilità dei singoli

direttori di stabilimento che si siano succeduti nel tempo, anche ove dovesse

risultare che essi hanno omesso di adottare le cautele necessarie, mancando la

prova del nesso di casualità. Qualora l’evento lesivo non sia derivato da una

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lunga esposizione del lavoratore ad una situazione pericolosa ma risulti

riferibile ad un singolo fatto, quale l’assunzione di una dose killer di amianto,

se non risulti accertato il momento in cui il fatto lesivo si è verificato, non può

essere riconosciuta la responsabilità penale dei direttori di stabilimento che si

siano succeduti, per difetto di prova sul nesso di causalità, anche quando risulti

che essi hanno omesso di adottare le cautele necessarie. Fonti: Massima

redazionale di Leggi d’Italia, 2003.

985. 2003 – Legge numero 14 del 3 febbraio 2003. Disposizioni per

l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle

Comunità Europee. Legge Comunitaria 2002. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 31 del 7 febbraio 2003, Supplemento Ordinario. Testo

aggiornato al 17 novembre 2005.

986. 2003 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 20032 del

18 febbraio 2003 (Trioni e altro). (1) In caso di omicidio colposo consistito in

un mesotelioma occorso a lavoratore esposto ad amianto, occorre accertare il

nesso di causalità dell’evento-morte, non già con l’attività lavorativa svolta

dalla vittima, bensì con i comportamenti omissivi degli imputati, diversificati

in relazione alle funzioni svolte da ciascuno ed ai relativi periodi di tempo; e

tale nesso sussiste, qualora siffatti comportamenti siano valsi, con altissimo

grado di credibilità razionale, da identificarsi con la certezza giuridica e,

dunque, probabilità di altissimo grado, prossima alla certezza, a causare o

concausare l’evento, o anche solo ad accelerarne la verificazione. (2) In caso di

omicidio colposo consistito in un mesotelioma occorso a lavoratore esposto ad

amianto, si configura la colpa specifica per violazione di norme anche quando

la norma è posta a presidio di altro interesse e, cioè, per prevenire l’asbestosi e

non il mesotelioma, in quanto l’articolo 21 del D.P.R. numero 303 del 19

marzo 1956, pur se pensato in relazione alle malattie respiratorie connesse

all’inalazione di polveri all’epoca conosciuta, è norma generale ed astratta,

dettata per impedire qualsiasi danno al lavoratore da polveri che si producano

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nello svolgimento del lavoro, e quindi tanto per evitare la produzione dei danni

che sono conosciuti quando la norma è posta, quanto di qualsiasi altro danno la

cui derivazione causale dall’inalazione di polveri era sconosciuta nel 1956.

Fonti: Dir. e Prat. del lavoro 2003, 1685.

987. 2003 – DGR Emilia Romagna numero 264 del 24 febbraio 2003. Linee

di indirizzo per l’attività di Pronto Soccorso e ridefinizione del sistema di

compartecipazione alla spesa.

988. 2003 – Accordo 13 marzo 2003. Accordo tra il Ministro della Salute, le

Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano sugli obiettivi e sul

programma di formazione continua per l’anno 2003, di cui ai commi 1 e 2

dell’articolo 16-ter del Decreto Legislativo numero 502 del 30 dicembre 1992,

e successive modificazioni, proposti dalla Commissione Nazionale per la

formazione continua. Testo aggiornato al 17 novembre 2005. Pubblicato sulla

Gazzetta Ufficiale numero 85 dell’11 aprile 2003.

989. 2003 – Decreto Legislativo numero 65 del 14 marzo 2003 – DPD

(Dangerous Preparation Directive). Attuazione direttive 1999/45/CE e

2001/45/CE. Classificazione, imballaggio ed etichettatura dei preparati

pericolosi.

990. 2003 – Sentenza del Tribunale di Messina in composizione monocratica,

Sez. II, del 31 marzo 2003. Colpa professionale medica. Lesioni colpose.

Nesso di causalità. Leggi statistiche. Falso in atto pubblico per omissione.

Cartella clinica. Condizioni. Come per tutti gli altri elementi della fattispecie,

anche il nesso causale può essere provato, secondo il meccanismo di cui

all’articolo 192 comma 2 codice procedura civile, sulla base di indizi, in

quanto gravi, precisi e concordanti. La ricostruzione del nesso di causalità,

pertanto, deve essere operata in base a tutti gli elementi in concreto disponibili,

dei quali il dato statistico è solo uno dei tanti: sicché la modesta probabilità di

verificazione di un evento secondo determinate modalità non esclude che

questo, in concreto, si sia realizzato se in tal senso convergono tutti gli

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elementi. In tema di colpa medica è applicabile anche in sede penale il disposto

di cui all’articolo 2236 codice civile in ordine al limite della colpa grave, ma

solo con riferimento alla imperizia. E’ configurabile il falso anche nel caso

della omessa indicazione di una circostanza se questa doveva essere indicata

nell’atto. Giudice De Marco.

991. 2003 – D. Lgs. numero 66 dell’8 aprile 2003. Attuazione delle direttive

93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell’organizzazione

dell’orario di lavoro. L’articolo 5 riporta indicazioni e limiti del lavoro

straordinario. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 87 del 14 aprile

2003, Supplemento Ordinario numero 61. Integrato e aggiornato con le

modifiche apportate dall’articolo 14 della Legge numero 9/2014 di conversione

del Decreto Legge numero 145/2013 (c.d. Destinazione Italia) –

http://dpmodena.it/07-03-14DPLAggior66-2003.html. Testo aggiornato al 17

novembre 2005.

992. 2003 - Decreto Legislativo numero 95 dell’ 8 aprile 2003 sulla

Farmacovigilanza pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 3 maggio 2003.

Attuazione della Direttiva 2000/38/CE relativa alle specialità medicinali.

993. 2003 – Decreto del 17 aprile 2003 del Ministero dell’Istruzione

dell’Università e della Ricerca (G. U. numero 98 del 29 aprile 2003). Criteri e

procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle università

statali e non statali e delle istituzioni universitarie abilitate a rilasciare titoli

accademici di cui all’articolo 3 del Decreto 3 novembre 1999, numero 509.

994. 2003 – Decreto Ministeriale 8 maggio 2003. Noto come “Decreto per

uso compassionevole dei farmaci sottoposti a sperimentazione clinica”

stabilisce, all’articolo 1, che “un medicinale … può essere richiesto all’impresa

produttrice per uso al di fuori della sperimentazione clinica quando non esista

valida alternativa terapeutica al trattamento di patologie gravi, o di malattie

rare o di condizioni di malattia che pongono il paziente in pericolo di vita.” E

all’articolo 2 dello stesso Decreto si chiarisce che “l’autorizzazione all’uso del

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medicinale di cui all’articolo 1 può essere rilasciata soltanto qualora

ricorrano le seguenti indicazioni: a) il medicinale sia già oggetto, nella

medesima specifica indicazione terapeutica, di studi clinici sperimentali, in

corso o conclusi, di fase terza o, in casi particolari di condizioni di malattia

che pongano il paziente in pericolo di vita, di studi clinici già conclusi di fase

seconda; b) i dati disponibili sulle sperimentazioni di cui alla lettera a) siano

sufficienti per formulare un favorevole giudizio sull’efficacia e la tollerabilità

del medicinale richiesto.” Nel caso sussistano le condizioni riportate negli

articoli 1 e 2 sopra citati, la richiesta al Comitato Etico per un uso

compassionevole deve essere corredata dai seguenti documenti: 1) richiesta del

medicinale fatta dal medico con assunzione di responsabilità; 2) dichiarazione

di disponibilità dell’Azienda produttrice alla fornitura del medicinale; 3)

notifica del/dei paziente/i candidati al trattamento con indicazione delle iniziali

del nome, cognome e data di nascita, breve relazione clinica di motivazione del

ricorso al medicinale sperimentale; 4) schema di trattamento del medicinale e

valutazioni previste; 5) testo informativo per il paziente e modulo di consenso

informato; 6) riferimenti a studi clinici sperimentali, in corso o conclusi, di fase

III o di studi clinici già conclusi di fase II che giustifichino l’uso del

medicinale nell’indicazione prevista; 7) brochure del farmaco. La richiesta per

uso compassionevole deve essere inoltre accompagnata da una lettera del

clinico contenente le seguenti dichiarazioni: 1) che l’uso del farmaco avverrà

solo previa sottoscrizione del consenso informato; 2) che i costi relativi alla

fornitura del farmaco non dovranno gravare sul S.S.N. e che pertanto il

farmaco verrà fornito gratuitamente dall’Azienda produttrice (dichiarazione da

inviare in allegato); 3) che si porrà un’attenzione scrupolosa all’osservazione di

ogni eventuale evento avverso che si manifesti nel corso della sperimentazione,

evento avverso che dovrà essere comunicato secondo le modalità previste dalla

normativa vigente; 4) che la richiesta di uso compassionevole verrà notificata

attraverso l’invio di tutta la documentazione sopra indicata, comprensiva del

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parere espresso dal Comitato Etico, All’Agenzia Italiana del Farmaco AIFA –

Direzione Generale, Area 3, Ufficio Ricerca e Sperimentazione Clinica, Via

del Tritone 18, 00187, Roma. La documentazione e dichiarazioni sopra citate

devono essere anticipate in versione elettronica all’indirizzo e-mail:

[email protected] e [email protected] ed inviate in 2 copie

cartacee alla Segreteria Amministrativa del Comitato Etico (Sig.ra Franca

Cossu – Segreteria Amministrativa del Comitato Etico – AOUP – Via Roma 67

– 56126 – Pisa). Decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 173 del

28 luglio 2003, Serie Generale e modificato dal Decreto Ministeriale del 7

novembre 2008 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 80 del 6 aprile

2009.

995. 2003 – Accordo del 22 maggio 2003. Accordo tra il Ministro della

Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sul

documento recante: “Linee-Guida su formazione, aggiornamento e

addestramento permanente del personale operante nel sistema di

emergenza/urgenza”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 196, S.O., del

25 agosto 2003. Testo aggiornato al 17 novembre 2005.

996. 2003 – Decreto del Presidente della Repubblica del 23 maggio 2003.

Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2003-2005. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 139 del 18 giugno 2003, Supplemento Ordinario.

Testo aggiornato al 18 novembre 2005.

997. 2003 – Legge numero 131 del 5 giugno 2003. Adeguamento alla Legge

Costituzionale 3/2001.

998. 2003 – Decreto Legislativo numero 211 del 24 giugno 2003. Attuazione

della Direttiva 2001/20/CE relativa all’applicazione della buona pratica clinica

nell’esecuzione delle sperimentazioni cliniche di medicinali per uso clinico.

Classificazioni dei medicinali ad uso di sperimentazioni cliniche.

999. 2003 – Decreto Legislativo numero 196 del 30 giugno 2003. Codice in

materia di protezione dei dati personali. Nello specifico l’articolo 84. All’atto

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del ricovero il cittadino firma l’informativa sulla privacy. Con una super sintesi

i dati sanitari sono tutelati dalla legge e quando un nostro assistito è ricoverato

i dati che gli riguardano sono di sua proprietà ma ha firmato un foglio dove

accetta e richiede il rispetto di una specifica procedura di gestione dei dati. (1) I

dati personali idonei a rivelare lo stato di salute possono essere resi noti

all’interessato o ai soggetti di cui all’articolo 82, comma 2, lettera a), da parte

di esercenti le professioni sanitarie ed organismi sanitari, solo per il tramite di

un medico designato dall’interessato o dal titolare. Il presente comma non si

applica in riferimento ai dati personali forniti in precedenza dal medesimo

interessato. (2) Il titolare o il responsabile possono autorizzare per iscritto

esercenti le professioni sanitarie diversi dai medici, che nell’esercizio dei

propri compiti intrattengono rapporti diretti con i pazienti e sono incaricati di

trattare dati personali idonei a rivelare lo stato di salute, a rendere noti i

medesimi dati all’interessato o ai soggetti di cui all’articolo 82, comma 2,

lettera a). L’atto di incarico individua appropriate modalità e cautele

rapportate al contesto nel quale è effettuato il trattamento dei dati. Questo fa si

che nello specifico se ci viene chiesto il dato che rileviamo (temperatura,

pressione, ecc.) siamo nel contesto di riferire al paziente un dato contestuale.

Però la frase solo per il tramite di un medico designato implica inevitabilmente

che non siamo tenuti a dare informazioni al paziente o ai suoi familiari

sull’andamento specifico del ricovero salvo che non ci siano espresse

procedure aziendali. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 174,

Supplemento Ordinario, del 29 luglio 2003. Testo aggiornato al 21 novembre

2005.

1000. 2003 – Accordo del 10 luglio 2003. Accordo tra il Ministro della Salute,

le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sul documento recante

“Linee Guida in tema di raccolta, manipolazione e impiego clinico delle cellule

staminali emopoietiche”.

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1001. 2003 – Sentenza Corte di Cassazione numero 5775 del 2003. A titolo di

ulteriore specificazione, la giurisprudenza ha affermato anche il principio della

funzionalità della prestazione che sussiste nei casi in cui il dipendente,

obbligato a presentarsi presso la sede aziendale, sia poi di volta in volta

destinato in diverse località per svolgervi la sua prestazione lavorativa. Il

principio di funzionalità comporta che lo spostamento della prestazione di

lavoro nelle diversi sedi è senz’altro computabile nell’orario di lavoro.

1002. 2003 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 7201 del 2003.

Secondo il costante indirizzo giurisprudenziale il valore probatorio di atto

pubblico della cartella clinica va, peraltro, attribuito “alle attività espletate nel

corso di una terapia o di un intervento”. Nessuno, fatta salva l’ipotesi di

querela di falso, potrà sostenere circostanze non riportate nella cartella clinica.

1003. 2003 – UNI EN 14180:2003 – Sterilizzatrici per uso medico.

Sterilizzatrici a vapore a bassa temperatura e sterilizzatrici a formaldeide.

Requisiti e prove.

1004. 2003 – UNI EN ISO 15882:2003 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori chimici. Guida per la selezione, l’uso e l’interpretazione dei risultati.

1005. 2003 – D.P.R numero 254 del 15 luglio 2003. “Regolamento recante

disciplina della gestione dei Rifiuti Sanitari a norma dell’articolo 24 della

Legge numero 179 del 31 luglio 2002. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 211 dell’11 settembre 2003. Testo aggiornato al 21 novembre 2005.

(Liquidi di conservazione sono considerati come rifiuti sanitari pericolosi non

a rischio infettivo. Tutto quello che è venuto a contatto con liquidi o materiali

biologici è considerato un rifiuto sanitario pericoloso a rischio infettivo. I

rifiuti prodotti in seguito ad una toiletta funeraria rientrano nella categoria dei

rifiuti che, in Francia, sono assimilati ai rifiuti che presentano un rischio

infettivo. Bisogna essere coscienti che alcuni rifiuti, come il cotone sporco o

gli strumenti pungenti, devono essere raccolti ed eliminati con i rifiuti di

attività medica o di tanatoprassi, ogni volta che sarà possibile).

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1006. 2003 – Intesa Stato-Regioni del 24 luglio 2003. Emerge la priorità di

riorganizzare il sistema dell’assistenza primaria.

1007. 2003 – Decreto Legislativo numero 276 del 2003. Attuativo della Legge

Biagi e diritto al lavoro a tempo parziale.

1008. 2003 – Sentenza Corte Europea di Giustizia del 9 settembre 2003. “Nel

caso di specie la Corte ha operato una distinzione tra reperibilità e presenza in

servizio in base alla quale soltanto nella prima ipotesi nella quale il dipendente

non è sul posto di lavoro ma si dichiara disponibile ad una eventuale chiamata

– e per questo percepisce una indennità – non si può parlare di orario di lavoro.

Nella presenza in servizio, invece, il lavoratore è a disposizione del datore di

lavoro, a prescindere dall’espletamento continuo o meno della sua

prestazione”. Inoltre è stato osservato che la nozione di orario di lavoro è

alternativa a quella di riposo, l’una escludendo l’altra.

1009. 2003 – Direttiva 2003/94/CE della Commissione dell’8 ottobre 2003.

Stabilisce i principi e le linee direttrici delle buone prassi di fabbricazione

relative ai medicinali per uso umano e ai medicinali per uso umano in fase di

sperimentazione.

1010. 2003 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezione lavoro, numero 15046

dell’8 ottobre 2003. Quando, in relazione a prestazioni lavorative comportanti

turni di lavoro di sette giorni consecutivi con riposo compensativo, il

lavoratore chieda compensi maggiori di quelli già corrisposti in conformità al

contratto collettivo, facendo valere specificamente la maggiore gravosità della

prestazione per lo spostamento del riposo settimanale, il giudice deve accertare

se i compensi previsti dal contratto collettivo in relazione ad una siffatta

distribuzione temporale abbiano anche la funzione di compensare tale tipo di

gravosità, inerendo tale verifica alla fattispecie costitutiva della pretesa

azionata. Nel caso di specie la S.C. ha confermato, in quanto adeguatamente

motivata, la sentenza con cui il Giudice di merito aveva ritenuto che il

cosiddetto soprassoldo domenicale previsto dall’articolo 47 del contratto

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collettivo nazionale dei dipendenti delle ferrovie fosse diretto a compensare

unicamente la particolare penosità del lavoro prestato di domenica e non anche

l’ulteriore disagio costituito dal mancato godimento del riposo settimanale

entro il settimo giorno di turno, riconoscendo pertanto al ricorrente un ulteriore

compenso.

1011. 2003 – Decreto Legislativo numero 288 del 16 ottobre 2003. Riordino

della disciplina degli Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico a norma

dell’articolo 42, comma 1 della Legge numero 3 del 16 gennaio 2003.

1012. 2003 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

10430 del 6 novembre 2003. In tema di contestazione ambientale. Il Tribunale

di Como, in composizione monocratica, con sentenza del 13 novembre 2000

dichiarava il prof. Augusto Guida colpevole del reato di omicidio colposo e lo

condannava alla pena di anni uno di reclusione, con i benefici della

sospensione condizionale della pena e della non menzione. Il dott. Guida era

stato chiamato a rispondere del reato in questione in qualità di direttore della

casa di cura “Le Betulle” e di medico curante di Piccinetti Clara, affetta da

sindrome depressiva psicotica, ricoverata dal 30 giugno 1997 presso la

suindicata Casa di Cura e deceduta in data 10 luglio 1997 per suicidio attuato

mediante defenestrazione in luogo esterno alla Casa di Cura. A carico del dott.

Guida erano stati formulati i seguenti addebiti: a) aver consentito che la

paziente fosse affidata alla custodia di Morandi Maria accompagnatrice

volontaria, priva di specializzazione e di conoscenza medico-infermieristica; b)

aver omesso di fornire all’accompagnatrice medesima qualsivoglia

informazione sullo stato mentale della paziente e financo sui pregressi tentativi

di suicidio della stessa attuati mediante defenestrazione; c) aver consentito che

la paziente fosse condotta fuori dalla clinica dalla accompagnatrice e pertanto

in situazione di diminuita custodia prima del superamento della fase di latenza

del trattamento psicofarmacologico antidepressivo, con conseguente aumento

del rischio suicidano, cosicchè la Piccinetti, condotta dalla Morandi nella

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propria abitazione e recatasi da sola nel locale adibito a servizio igienico, si

gettava dalla finestra in tal modo procurandosi un grave politraumatismo da cui

derivava nell’immediatezza il decesso.

1013. 2003 – Sentenza del Tribunale di Brescia, Sez. III, del 27 novembre

2003. Senza il consenso o in caso di consenso viziato il trattamento medico-

chirurgico è arbitrario con rilevanza penale e risvolti civili. La mancanza del

consenso del paziente o la sua invalidità rende illecito il comportamento tenuto

dal medico il quale risponde sia penalmente che civilmente di tutti i danni

patiti dal malato. In condizioni non necessitate dall’urgenza ciascuno ha il

diritto di autodeterminarsi accedendo alle scelte che ritiene più confacenti ai

suoi bisogni, potendo giungere, persino, alla scelta di non sottoporsi a cure, ed

in questo caso il sanitario non può agire senza ottenere preventivamente un

valido consenso informato e deve rispondere di un delitto doloso quando

intervenga arbitrariamente. Di conseguenza risponde, quanto meno, del reato di

violenza privata il sanitario che operi senza che il paziente abbia rilasciato un

consenso informato, salva l’ulteriore responsabilità anche a norma dell’articolo

586 c.p. ove l’intervento abbia esito infausto o comunque dannoso per il

paziente. (Nella fattispecie era stato dato il consenso solamente

all’amniocentesi e non alla, diversa, “villo centesi” dalla quale era derivata la

morte del feto).

1014. 2003 – Decreto Ministeriale del 12 dicembre 2003 con scheda inclusa

per sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini. Farmacovigilanza.

1015. 2003 – Comitato Nazionale per la Bioetica. Dichiarazioni anticipate di

trattamento. Parere del 18 dicembre 2003.

1016. 2003 – Legge numero 326 del 2003. Sperimentazione Clinica. (Fondo

AIFA 5%).

1017. 2003 – Legge numero 350 del 24 dicembre 2003. Disposizioni per la

formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge Finanziaria

2004.

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1018. 2003 – Sentenza del Tribunale di Brescia, Sez. III, del 31 dicembre

2003. Espletata la fase diagnostica sorge il dovere del chirurgo di informare

dell’eventuale trattamento terapeutico e l’omessa informazione ne comporta

una responsabilità contrattuale. Qualora l’attività professionale del medico

presupponga due fasi, l’una, preliminare, diagnostica, finalizzata alla raccolta

dei dati sintomatologici, l’altra, conseguente, terapeutica (ed è in tale contesto

che si inserisce l’indicazione chirurgica) è evidente che la corretta

informazione del paziente risulta funzionale a consentire allo stesso di

autodeterminarsi consapevolmente nel processo decisionale di adesione al

trattamento terapeutico proposto. Ne consegue che solo espletata la fase

diagnostica sorge il dovere del chirurgo di informare il paziente sulla natura e

sugli eventuali pericoli dell’intervento terapeutico (e, se del caso, operatorio).

Si comprende pertanto come il dovere di informazione attenga già alla fase di

esecuzione del contratto, rientrando nel complesso della prestazione dovuta;

per cui la responsabilità per omessa informazione, in siffatti casi, è

contrattuale, attenendo alla prestazione professionale, e non già precontrattuale.

Le conseguenze di tale inquadramento non sono di poco conto perché se

l’obbligo di informazione viene ricondotto nell’ambito della responsabilità

precontrattuale il danno conseguente è commisurato all’interesse cd. negativo

(costituito sia dalle spese inutilmente effettuate in vista della conclusione del

contratto che della perdita di occasioni vantaggiose ossia della possibilità di

stipulare contratti ugualmente o più vantaggiosi) mentre se viene a configurarsi

come responsabilità contrattuale il danno si estende all’interesse cd. positivo e

pertanto comprende anche il cd. danno biologico, quale danno da lesione al

bene-salute. Bene la cui preservazione deve essere garantita dal medico che,

non avendo acquisito il necessario consenso informato, si assume interamente

il rischio dell’insuccesso e delle complicanze, prevedibili e non, salvi i limiti di

cui all’articolo 1218 c.c.

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1019. 2004 – Gazzetta Ufficiale numero 8 del 10 gennaio 2002. Legge numero

1 dell’8 gennaio 2002. Testo aggiornato al 1 giugno 2004.

1020. 2004 – Sentenza del Tribunale di Carrara del 13 gennaio 2004

(Gastaldi). In caso di omicidio colposo addebitato a un datore di lavoro per la

morte per mesotelioma di un lavoratore esposto ad amianto, ai fini della

configurazione della colpa, è sufficiente che fosse prevedibile che

l’indiscriminata esposizione alla polvere di amianto nella lavorazione di tale

sostanza comportava alti rischi di contrarre la malattia, essendo ormai pacifica,

già ai tempi dell’esposizione lavorativa, l’azione nociva dell’amianto. Fonti:

Riv. Pen., 2004, 347.

1021. 2004 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 978 (o

988) del 20 gennaio 2004. Nel caso di imprese gestite da società di capitali, gli

obblighi concernenti l’igiene di sicurezza del lavoro gravano su tutti i

componenti del Consiglio di Amministrazione; la delega di gestione in

proposito conferita ad uno o più amministratori, se specifica e comprensiva dei

poteri di deliberazione e spesa, può ridurre la portata della posizione di

garanzia attribuita agli ulteriori componenti del Consiglio, ma non escluderla

interamente, poiché non possono comunque essere trasferiti i doveri di

controllo sul generale andamento della gestione e di intervento sostitutivo nel

caso di mancato esercizio della delega. (Fattispecie relativa ad impresa il cui

processo produttivo, riguardando beni realizzati anche con amianto, aveva

esposto costantemente i lavoratori al rischio di inalazione delle relative polveri;

la Corte ha ritenuto, pur a fronte dell’esistenza di amministratori muniti di

delega, l’ordinaria amministrazione e, dunque, per l’adozione di misure di

protezione concernenti singoli lavoratori od aspetti particolari dell’attività

produttiva, che gravasse su tutti i componenti del Consiglio di

Amministrazione il compito di vigilare sulla complessiva politica di sicurezza

dell’azienda il cui radicale mutamento, per l’onerosità e la portata degli

interventi necessari, sarebbe stato indispensabile per assicurare l’igiene del

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lavoro e la prevenzione della malattie professionali). Fonte: Ragiusan 2004,

247, 208 (s.m.) (s.m.).

1022. 2004 – Decreto Legislativo numero 42 del 22 gennaio 2004 sui dati

personali.

1023. 2004 – CCNL integrativo del 10 febbraio 2004, articolo 28. Per orario

straordinario si intende: “ quello effettuato in regime di Pronta Disponibilità o

per il verificarsi di eventi non prevedibili”.

1024. 2004 – Decreto Ministero della Giustizia dell’11 febbraio 2004.

Attuazione parziale e transitoria dell’articolo 39 del Decreto del Presidente

della Repubblica numero 313 del 14 novembre 2002 in materia di casellario

giudiziale.

1025. 2004 – Legge numero 40 del 19 febbraio 2004. Norme in materia di

procreazione medicalmente assistita. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale

numero 45 del 24 febbraio 2004.

1026. 2004 – Legge numero 45 del 26 febbraio 2004. Conversione e

modificazioni del Decreto-Legge numero 354 del 24 dicembre 2003 sui dati

personali.

1027. 2004 – Legge numero 47 del 27 febbraio 2004. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto Legge numero 355 del 24 dicembre 2003,

recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 48 del 27 febbraio 2004. Testo aggiornato al 21

novembre 2005.

1028. 2004 – Dichiarazione di Città del Messico del 2004 sulla Ricerca

Sanitaria. 11 marzo 2004.

1029. 2004 – Legge numero 69 del 15 marzo 2004. Modifica all’articolo 1

della Legge numero 120 del 3 aprile 2001, in materia di utilizzo dei

defibrillatori semiautomatici. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 66

del 19 marzo 2004. Testo aggiornato al 21 novembre 2005.

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1030. 2004 – Direttiva 2004/33/CE della Commissione del 22 marzo 2004.

Applica la Direttiva 2002/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio

relativa a taluni requisiti tecnici del sangue e degli emocomponenti.

1031. 2004 – Legge Regionale numero 5 del 24 marzo 2004. “Norme per

l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati. Modifiche delle Leggi

Regionali numero 14 del 21 febbraio 1990 e numero 2 del 12 marzo 2003.

1032. 2004 – Sentenza Corte di Cassazione numero 5701 del 2004. A titolo di

ulteriore specificazione, la giurisprudenza ha affermato anche il principio della

funzionalità della prestazione che sussiste nei casi in cui il dipendente,

obbligato a presentarsi presso la sede aziendale, sia poi di volta in volta

destinato in diverse località per svolgervi la sua prestazione lavorativa. Il

principio di funzionalità comporta che lo spostamento della prestazione di

lavoro nelle diversi sedi è senz’altro computabile nell’orario di lavoro.

1033. 2004 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale numero 14959 del 27

marzo 2004. Sanzionava il comportamento di un chirurgo pediatrico che non

aveva voluto recarsi in ospedale nonostante richieste ripetute di un suo

intervento, da parte del personale paramedico e medico in servizio presso una

Divisione di Chirurgia, per visitare un piccolo paziente sottoposto a biopsia

rettale per una mancata canalizzazione del colon, aggravatosi dopo l’intervento

e deceduto poi per shock da prolungata occlusione intestinale. La Corte

motivava la sua decisione, con cui respingeva il ricorso del primario contro la

condanna per il reato di cui all’articolo 328 c.p., rilevando la correttezza della

decisione del giudice a quo, in quanto “sulla scorta degli elementi comunicati

telefonicamente, il sanitario in servizio di pronta disponibilità non era invece in

grado di escludere del tutto che la sua personale presenza nell’ospedale e la

prestazione della sua opera specialistica di medico chirurgo avrebbero potuto

esplorare la praticabilità di scelte terapeutiche alternative, ed eventualmente

più efficaci, rispetto a quelle fino ad allora adottate (quanto meno perché solo

attraverso una diretta osservazione delle condizioni del paziente egli avrebbe

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potuto apprezzare con precisione se era attuabile ed indicare un eventuale

intervento chirurgico). Egli, pertanto, avrebbe avuto l’obbligo di intervenire

senza ritardo, indipendentemente dal personale suo convincimento che la

prognosi non avrebbe cessato, per ciò solo, di essere infausta”.

1034. 2004 – Direttiva 2004/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del

31 marzo 2004. Direttiva relativa al coordinamento delle procedure di

aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture di servizi.

1035. 2004 – Direttiva 2004/23/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del

31 marzo 2004. Definizione di norme di qualità e di sicurezza per la donazione,

l’approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo

stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani.

1036. 2004 – Direttiva 2004/27/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del

31 marzo 2004. Modifica la Direttiva 2001/83/CE recante un codice

comunitario relativo ai medicinali per uso umano.

1037. 2004 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. VI, numero 606 del 15

aprile 2004. Consenso informato e abusivismo. Non può considerarsi valido il

c.d. “consenso informato”, prestato dal paziente, ad un complesso intervento

medico-chirurgico (nella specie, intervento di implantologia odontoiatrica),

qualora lo stesso sia stato indotto in errore circa le qualità dell’operatore, non

abilitato ad esercitare la professione medica, indipendentemente dalle sue

effettive o presunte capacità professionali. (La Corte ha annullato con rinvio la

sentenza d’appello nella parte che escludeva, in quanto non sussistente, il reato

di cui all’articolo 590 c.p. e rideterminando la pena per il reato di abusivo

esercizio di una professione, ex articolo 348 c.p.).

1038. 2004 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 aprile

2004. Programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori cittadini dei nuovi

Stati membri della Unione Europea nel territorio dello Stato, per l’anno 2004.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 102 del 3 maggio 2004. Testo

aggiornato al 21 novembre 2005.

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1039. 2004 – Decreto Ministeriale del 27 aprile 2004. Aggiornamento della

tabella di patologie per le quali è obbligatoria la denuncia. La Commissione

scientifica per la revisione periodica delle tabelle delle malattie professionali

aveva tenuto conto della Raccomandazione della Commissione Europea

numero 90/326/CEE del 22 maggio 1990, così come sostituita dalla

Raccomandazione numero 2003/670/CE del 19 settembre 2003, sull’elenco

europeo delle malattie professionali.

1040. 2004 – Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Dipartimento Politiche Comunitarie 29 aprile 2004. Principi da applicare, da

parte delle stazioni appaltanti, nell’indicazione delle specifiche tecniche degli

appalti pubblici di forniture sotto soglia comunitaria.

1041. 2004 – Il Tribunale di Roma (giudice dott. Parziale), accogliendo le tesi

presentate e con sentenza numero 316/2004, ha condannato l’Azienda

Ospedaliera e il primario del reparto ospedaliero, in solido tra loro, a risarcire

la somma di euro 89.777,92 perché riconosciuti responsabili di aver provocato

in anziana, prima autosufficiente e ricoverata per frattura di femore,

l’insorgenza di ulcere da pressione che hanno portato, nelle sequele, al decesso

della persona stessa.

1042. 2004 – Legge numero 138 del 26 maggio 2004. Conversione e

modificazioni del Decreto-Legge numero 81 del 29 marzo 2004 sui dati

personali.

1043. 2004 – Corte Costituzionale. Sentenza numero 205 del 2004. Dichiara

l’illegittimità costituzionale degli articoli 1 e 2 della Legge numero 23 del 14

novembre 2002 della Regione Valle d’Aosta (Disposizioni in materia di

personale del Dipartimento delle Politiche del Lavoro dell’Amministrazione

Regionale).

1044. 2004 – Sentenza del Tribunale di Venezia Civile, Sez. III, del 24 giugno

2004. Modalità di raccolta del consenso. Il consenso deve essere il frutto di una

relazione interpersonale tra i sanitari ed il paziente, sviluppata sulla base di

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un’informativa coerente allo stato, anche emotivo, ed al livello di conoscenze

di quest’ultimo. La conformità della condotta dei sanitari rispetto all’obbligo di

fornire un adeguato bagaglio di informazioni deve essere valutata non tanto sul

piano tecnico- operatorio, quanto sulla natura dell’intervento, sull’esistenza di

alternative praticabili, anche di tipo non cruento, sui rischi correlati e sulle

possibili complicazioni delle diverse tipologie di cura tali da compromettere il

quadro complessivo del paziente, segnando il passaggio dalla fase dell’assenso

a quella del consenso, ossia del convergere delle volontà verso un comune

piano di intenti.

1045. 2004 – Sentenza del Tribunale di Modena (Decr.) del 28 giugno 2004. Il

consenso informato dell’amministratore di sostegno in caso di dissenso del

paziente può essere autorizzato dal giudice. L’amministratore di sostegno può

essere autorizzato dal giudice ad esprimere il consenso informato ad un

intervento chirurgico necessario ed improcrastinabile sulla persona del

beneficiario, che lo rifiuti adducendo convinzioni e motivazioni deliranti,

qualora tale intervento sia necessario per evitare danni permanenti, e

l’interessato non sia in grado, a causa della sua patologia (psicosi cronica con

esacerbazione acuta), di esprimere una autonoma e cosciente valutazione

critica della malattia e delle conseguenze del rifiuto di sottoporsi a trattamento

terapeutico.

1046. 2004 – Con Decreto Ministeriale del 9 luglio 2004 (su Gazzetta Ufficiale

del 20 luglio 2004, numero 168. Testo aggiornato al 21 novembre 2005) il

MIUR fissa le modalità ed i contenuti delle prove di ammissione ai corsi di

laurea specialistica in Scienze Infermieristiche per l’Anno Accademico

2004/2005 e, con Decreto del 27 luglio, definisce i posti per le

immatricolazioni. Il 1° ottobre, con ulteriore Decreto, riconosce ai fini

dell’ammissione (ed in deroga al superamento della prova scritta e orale) la

posizione degli infermieri già in possesso di alcuni titoli.

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1047. 2004 – Trattato di Roma. Riferimenti normativi sul consenso informato

al trattamento sanitario.

1048. 2004 – Decreto Legislativo numero 213 del 19 luglio 2004. “Modifiche

ed integrazioni al Decreto Legislativo numero 66 dell’8 aprile 2003, in materia

di apparato sanzionatorio dell’orario di lavoro”. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 192 del 17 agosto 2004.

1049. 2004 – Sentenza del Tribunale di Reggio Emilia del 20 luglio 2004.

Importanza dell’informazione nel consenso. Dalla peculiare natura del

trattamento sanitario volontario scaturisce al fine di una valida manifestazione

di consenso da parte del paziente, la necessità che il professionista lo informi

dei benefici, delle modalità di intervento, dell’eventuale possibilità di scelta tra

tecniche operatorie diverse e, infine, dei rischi prevedibili in sede post

operatoria. La violazione del dovere di informazione, in altri termini, qualifica

come danno alla integrità fisica gli esiti, ancorchè inevitabili, dell’intervento di

chirurgia cui taluno si sia volontariamente sottoposto senza tuttavia, essere

stato informato degli esiti stessi. E poiché il paziente fa valere la responsabilità

contrattuale del medico, incombe a quest’ultimo l’onere di provare di avere

adempiuto le obbligazioni nascenti dal contratto d’opera, compreso l’obbligo

di informazione che, derivando da una norma di rilevanza costituzionale volta

a tutelare il diritto primario della persona, ha natura autonoma e non accessoria

o strumentale.

1050. 2004 – Legge numero 188 del 27 luglio 2004. Conversione e

modificazioni del Decreto-Legge numero 158 del 24 giugno 2004 sui dati

personali.

1051. 2004 – Decreto Ministeriale del 27 luglio 2004. Determinazione, per

l’anno accademico 2004-2005, dei posti disponibili per l’ammissione ai corsi

di laurea specialistica delle professioni sanitarie. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 181 del 4 agosto 2004. Testo aggiornato al 21 novembre

2005.

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1052. 2004 – Legge Regionale (Emilia Romagna) numero 19 del 29 luglio

2004. “Disciplina in materia funeraria e di polizia mortuaria”. Articolo 10 (Per

il trasporto da Comune a Comune nell’ambito del territorio regionale non è

obbligatoria l’effettuazione dell’iniezione conservativa di cui all’articolo 32 del

Decreto del Presidente della Repubblica numero 285 del 1990 e, nel caso il

cadavere debba essere cremato o inumato, l’obbligo della doppia cassa di cui

all’articolo 30 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 285 del

1990 può essere assolto con l’utilizzo di un involucro di materiale

biodegradabile da porre all’interno della cassa di legno, che garantisca

l’impermeabilità del fondo del feretro per un periodo sufficiente

all’assolvimento della pratica funeraria prescelta dal defunto).

1053. 2004 – Accordo Stato Regione seduta de 29 luglio 2004, repertorio

numero 2074. Sancisce l’accordo tra il Ministro della Salute, le Regioni e le

Province Autonome di Trento e di Bolzano sugli indirizzi progettuali per le

Regioni per l’elaborazione di progetti specifici nell’ambito delle cinque linee

prioritarie già individuate dall’accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2003, ai fini

dell’assegnazione delle risorse vincolate ai sensi dell’articolo 1 comma 34

della Legge 23 dicembre 1996, numero 662 per l’anno 2004. Tra le cinque

linee di priorità, con le Cure Primarie si tende a favorire lo sviluppo di forme

innovative di organizzazione dell’assistenza primaria, attraverso nuove

modalità aggregative dei medici che operano nell’ambito della Primary Care

quali, ad esempio, le UTAP (Unità Territoriali di Assistenza Primaria).

1054. 2004 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 14638 del

30 luglio 2004. Per l’acquisizione del consenso dovere di informazione

dell’efficienza e dotazioni della struttura sanitaria. Nel contratto di prestazione

d’opera intellettuale tra il chirurgo ed il paziente, il professionista, anche

quando l’oggetto della sua prestazione sia solo di mezzi, e non di risultato, ha il

dovere di informare il paziente sulla natura dell’intervento, sulla portata ed

estensione dei suoi risultati e sulle possibilità e probabilità dei risultati

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conseguibili, sia perché violerebbe, in mancanza, il dovere di comportarsi

secondo buona fede nello svolgimento delle trattative e nella formazione del

contratto (articolo 1337 c.c.), sia perché tale informazione è condizione

indispensabile per la validità del consenso, che deve essere consapevole, al

trattamento terapeutico e chirurgico, senza del quale l’intervento sarebbe

impedito al chirurgo tanto dall’articolo 32 della Costituzione, comma secondo,

(a norma del quale nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento

sanitario se non per disposizione di legge), quanto dall’articolo 13 della

Costituzione, (che garantisce l’inviolabilità della libertà personale con

riferimento anche alla libertà di salvaguardia della propria salute e della propria

integrità fisica), e dall’articolo 33 della Legge numero 833 del 23 dicembre

1978 (che esclude la possibilità d’accertamenti e di trattamenti sanitari contro

la volontà del paziente, se questo è in grado di prestarlo e non ricorrono i

presupposti dello stato di necessità; ex articolo 54 c.p.). L’obbligo

d’informazione, che si estende allo stato d’efficienza e al livello di dotazioni

della struttura sanitaria in cui il medico presta la propria attività, riguarda i soli

rischi prevedibili e non anche gli esiti anomali, e si estende varie fasi degli

stessi che assumono una propria autonomia gestionale, e, in particolare, ai

trattamenti anestesiologici. In ogni caso, perché l’inadempimento dell’obbligo

d’informazione dia luogo a risarcimento, occorre che sussista un rapporto di

casualità tra l’intervento chirurgico e l’aggravamento delle condizioni del

paziente o l’insorgenza di nuove patologie. (Nella specie, la Corte di

Cassazione ha confermato la decisione di merito che aveva rigettato la

domanda dell’attore che assumeva danni subiti per una inadeguata manovra

d’intubazione nel corso di un intervento chirurgico per artoprotesi all’anca,

facendo valere la responsabilità del chirurgo per mancanza di consenso

informato in relazione al trattamento anestesiologico, dal quale sarebbe

derivato il danno fonetico; nell’occasione, la Corte di Cassazione ha reputato

corretta la sentenza d’appello che, confermando la decisione di primo grado,

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aveva escluso la sussistenza del nesso di casualità tra il trattamento

d’intubazione orotracheale e la disfonia che aveva colpito il ricorrente).

1055. 2004 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 19564 del 2004. La

Corte di Cassazione ha sancito che il rapporto professionale nasce anche in

assenza di un vero e proprio contratto tra medico e malato, ma è sufficiente

l’esistenza di un “contratto sociale”, in quanto chi esercita la professione

sanitaria ha precisi doveri di comportamento verso chi si è affidato alle sue

cure “entrando in contatto con lui”, indipendentemente dall’esistenza di un

impegno formale.

1056. 2004 – Regione Lazio. ASL Viterbo. 1 agosto 2004. Procedura per il

ricondizionamento delle apparecchiature endoscopiche.

1057. 2004 – Regione Campania. Delibera numero 1572 del 6 agosto 2004.

Farmacovigilanza.

1058. 2004 – Sentenza Corte di Appello di Milano, Sez. IV, del 30 agosto 2004

(Trioni e altri). In caso di omicidio colposo consistito in mesotelioma pleurico

occorso a lavoratore esposto ad amianto, occorre accertare il nesso di causalità

dell’evento morte non già con l’attività lavorativa svolta dalla vittima, bensì

con i comportamenti omissivi degli imputati diversificati in relazione alle

funzioni svolte da ciascuno e ai relativi periodi di tempo. Il nesso causale deve

ritenersi sussistente tra i comportamenti omissivi e l’evento allorchè l’adozione

delle cautele e misure imposte dalla migliore scienza e progresso tecnologico

sarebbe valsa a evitare, con un alto grado di attendibilità prossimo alla

verosimile certezza giuridica, la causazione (anche in termini concausali)

dell’evento, o l’accelerazione dei tempi di latenza o di insorgenza della

malattia. In caso di omicidio colposo consistito in mesotelioma pleurico

occorso a lavoratore esposto ad amianto, si configura la colpa specifica per

violazione di norme, anche quando la norma è posta a presidio di altro

interesse, e cioè per prevenire l’asbestosi e non il mesotelioma, in quanto

l’articolo 21 del D.P.R. numero 303 del 19 marzo 1956, pur se pensato in

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relazione alle malattie respiratorie, connesse all’inalazione di polveri all’epoca

conosciute, è norma generale e astratta, dettata per impedire qualsiasi danno al

lavoratore da polveri che si producano nello stabilimento ddel lavoro e, quindi,

tanto per evitare la produzione di danni che sono conosciuti, quanto di

qualsiasi altro danno la cui derivazione causale dall’inalazione di polveri era

sconosciuta nel 1956. Fonti: Riv. Critica Dir. Lav., 2004, 1065.

1059. 2004 – Decreto Ministeriale del 1° ottobre 2004. Ridefinizione del

numero dei posti per le immatricolazioni ai corsi di laurea delle professioni

sanitarie, per l’anno accademico 2004-2005. Si tratta di una “legge deroga” al

comma 2 dell’articolo 1 del Decreto Ministeriale del 9 luglio 2004 con il quale

sono stati definiti le modalità e i contenuti delle prove di ammissione ai corsi di

laurea specialistica delle professioni sanitarie per l’anno accademico

2004/2005. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 240 del 12 ottobre

2004. Testo aggiornato al 21 novembre 2005.

1060. 2004 – Sentenza del Tribunale di Venezia, Sez. III, del 4 ottobre 2004.

L’informazione deve essere completa e circostanziata. Lede il diritto di

autodeterminazione del paziente in ordine alla propria salute, ed è

conseguentemente tenuta a risarcire il danno esistenziale ex articolo 2059 c.c.,

la struttura sanitaria che, pur avendo fatto sottoscrivere al ricoverato il modulo

per il consenso informato, non fornisce adeguate informazioni in merito ai

rischi ed alle eventuali complicazioni correlabili all’intervento chirurgico, in

relazione anche alla natura dell’operazione e al livello culturale ed emotivo del

paziente. L’onere probatorio relativo all’adempimento contrattuale dell’obbligo

di informazione incombe ex articolo 1218 e 1176 c.c. sulla struttura sanitaria,

anche in considerazione del fatto che, all’epoca dei fatti, quest’ultima era

tenuta a conservare i dati personali del paziente ai sensi della Legge 675 del

1996.

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1061. 2004 – Regione Emilia Romagna. Determinazione del servizio sanità

pubblica numero 13871 del 6 ottobre 2004. “Disciplina nelle modalità tecniche

delle procedure per il trasporto delle salme, dei cadaveri e dei resti mortali”.

1062. 2004 – Regione Emilia Romagna. Regolamento previsto dall’articolo 2,

comma 2, Legge Regionale 19/2004 in materia di piani cimiteriali comunali e

di inumazione e tumulazione.

1063. 2004 – Decreto Ministeriale numero 270 del 22 ottobre 2004. Modifiche

al regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli atenei,

approvato con Decreto Ministeriale numero 509 del 3 novembre 1999 del

Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 266 del 12 novembre 2004. Testo aggiornato

al 25 giugno 2009.

1064. 2004 – Regolamento Comunità Europea numero 1874 del 28 ottobre

2004. Regolamento che modifica le direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE del

Parlamento Europeo e del Consiglio riguardo alle soglie di applicazione in

materia di procedure di aggiudicazione degli appalti.

1065. 2004 – Provvedimento del 30 ottobre 2014. Dettaglio Atto Presidenza

del Consiglio dei Ministri Conferenza Unificata. Accordo, ai sensi dell’articolo

9, comma 2, lettera c) del Decreto Legislativo 28 agosto 1997, numero 281, tra

il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, le

Province, i Comuni e le Comunità Montane sul documento recante : “Piano

Nazionale Demenze – Strategie per la promozione ed il miglioramento della

qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle

Demenze”. (Rep. atti n. 135/CU). (15°00130). Gazzetta Ufficiale, Serie

Generale, numero 9 del 13 gennaio 2015.

1066. 2004 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 43210 del

5 novembre 2004 (Udienza del 4 febbraio 2004). Responsabilità professionale

per omicidio colposo. Sussiste. Responsabilità complessa (medico curante –

medico in servizio – radiologo). Diagnosi estremamente generica. Ritardo

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nell’esecuzione dell’intervento chirurgico. Sussiste la responsabilità di

omicidio colposo sia per il medico che ha eseguito l’endoscopia, sia per il

medico curante che, chiamato dalla paziente dopo l’esame diagnostico, non ha

preso in debita considerazione i sintomi propri della perforazione esofagea,

nonché per il medico in servizio presso il dipartimento di endoscopia digestiva

– dove la paziente nel frattempo era stata ricoverata – per aver formulato una

diagnosi di ingresso estremamente generica e del radiologo per aver redatto un

referto incompleto. Fattispecie: è stato processualmente accertato che la morte

della paziente in seguito alla perforazione esofagea, era attribuibile ad una

iniziale lesione cagionata da un esame endoscopico, ed è stata determinata

dalle complicazioni conseguenti al ritardo nell’esecuzione dell’intervento

chirurgico. Presidente G. D’Urso, Relatore M. Battisti.

1067. 2004 – DGR Campania numero 2068 e Allegato del 12 novembre 2004.

Approvazione Linee Guida Regionali per l’ottimizzazione dell’assistenza

ospedaliera in Neonatologia e Pediatria d’urgenza.

1068. 2004 – Legge numero 271 del 12 novembre 2004. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto Legge numero 241 del 14 settembre 2004,

recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 267 del 13 novembre 2004.

1069. 2004 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 366 del 26 novembre

2004. Interruzione volontaria della gravidanza dopo i primi novanta giorni.

Presupposti. Sulle condizioni che rendono legittima l’interruzione volontaria

della gravidanza dopo i primi novanta giorni occorre non solo che siano

accertati processi patologici che determinino un grave pericolo per la salute

fisica e psichica della donna, ma anche che non sussista possibilità di vita

autonoma del feto. Presidente V. Onida, Relatore F. Bile.

1070. 2004 – Legge numero 306 del 27 dicembre 2004. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto Legge numero 266 del 9 novembre 2004,

recante proroga o differimento di termini previsti da disposizioni legislative.

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Disposizioni di proroga di termini per l’esercizio di deleghe legislative

(articolo 1). Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 302 del 27 dicembre

2004. Testo aggiornato al 22 novembre 2005.

1071. 2004 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, numero 46586

del 1° dicembre 2004 (Udienza del 28 ottobre 2004). Responsabilità

professionale. Medico curante. Reato di lesioni colpose. Fattispecie: omissione

di prescrizione di esami. Sussiste il reato di lesioni colpose nei confronti del

medico curante, responsabile di aver omesso di prescrivere alla paziente i

periodici e necessari esami emato-chimici, che avrebbero consentito di rilevare

tempestivamente l’insorgere della malattia renale, causata da un farmaco

adoperato per la cura di una pregressa patologia e di cui si conoscevano i

possibili effetti nefrotossici. Presidente G. D’Urso, Relatore V. Romis.

1072. 2004 – Sentenza del Tribunale di Bari, Sez. II, del 13 dicembre 2004

(D.S. e altri). Risponde a titolo omissivo di omicidio colposo aggravato per la

morte di 12 operai l’amministratore delegato che, essendo a conoscenza del

fatto che i lavoratori erano già affetti da asbestosi, li ha comunque mantenuti al

lavoro, esponendoli ad una ulteriore dose di amianto, che ha aggravato la loro

condizione patologica e ne ha accelerato la morte, anche se nel periodo in cui

l’imputato era responsabile dello stabilimento la diffusione delle polveri

rientrava nei limiti all’epoca previsti dalla legge; la circostanza che alcuni dei

lavoratori fossero fumatori non esclude il nesso causale, in quanto il fumo di

sigaretta e l’inalazione di fibre di amianto hanno effetto sinergico e, dunque

l’asbesto deve considerarsi concausa del processo morboso che ha cagionato la

morte delle parti offese. Fonti: Corriere del Merito, 2005, 4, 450 nota di

Masera.

1073. 2004 – Accordo del 16 dicembre 2004, pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 303 del 28 dicembre 2004. Testo aggiornato al 23 novembre

2005. Accordo, ai sensi dell’articolo 4 del Decreto Legislativo numero 281 del

28 agosto 1997, tra i Ministri della Salute, dell’Istruzione, dell’Università e

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della Ricerca Scientifica e le Regioni e le Province autonome di Trento e

Bolzano recante i criteri e le modalità per il riconoscimento dell’equivalenza ai

diplomi universitari dell’area sanitaria dei titoli del pregresso ordinamento, in

attuazione dell’articolo 4 , comma 2, della Legge numero 42 del 26 febbraio

1999.

1074. 2004 – Decreto Ministeriale del 17 dicembre 2004. Prescrizioni e

condizioni di carattere generale relative all’esecuzione delle sperimentazioni

cliniche dei medicinali, con particolare riferimento a quelle ai fini del

miglioramento della pratica clinica quale parte integrante dell’assistenza

sanitaria.

1075. 2004 – Legge numero 306 del 27 dicembre 2004. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto-Legge numero 266 del 9 novembre 2004

recante proroga o differimento di termini previsti da disposizioni legislative.

Disposizioni di proroga di termini per l’esercizio di deleghe legislative

(articolo 1). Sui dati personali. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 302

del 27 dicembre 2004.

1076. 2004 – UNI EN ISO 13485:2004 – Dispositivi medici. Sistemi di

gestione della qualità. Requisiti per scopi regolamentari.

1077. 2004 – UNI EN 867-5:2004 – Sistemi non biologici per l’uso in

sterilizzatrici. Specifiche per i sistemi indicatori e per i dispositivi di prova dei

processi per le prove di prestazione delle piccole sterilizzatrici di Tipo B e di

Tipo S.

1078. 2004 – UNI EN 980:2004 – Simboli grafici utilizzati per l’etichettatura

dei dispositivi medici.

1079. 2004 – UNI EN ISO 14644:2004 – Camere bianche ed ambienti associati

controllati. Parte 4: Progettazione, costruzione e avviamento.

1080. 2004 – UNI EN ISO 14698-1:2004 – Camere bianche ed ambienti

associati controllati. Controllo della biocontaminazione. Parte 1: Principi

generali e metodi.

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1081. 2004 – UNI EN ISO 14698-2:2004 – Camere bianche ed ambienti

associati controllati. Controllo della biocontaminazione. Parte 2: Valutazione e

interpretazione dei dati di biocontaminazione.

1082. 2004 – UNI EN 13795-1:2004 – Teli chirurgici, camici e tute per blocchi

operatori, utilizzati come dispositivi medici, per pazienti, personale clinico e

attrezzature. Requisiti generali per fabbricanti, operatori e prodotti.

1083. 2004 – Legge numero 311, articolo 1, del 30 dicembre 2004.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato.

Legge Finanziaria 2005.

1084. 2004/2005 – La Laurea Specialistica diventa una realtà concreta ed i

corsi cominciano la loro attività in 15 Atenei italiani.

1085. 2005 – Decisione CEE del 7 gennaio 2005. Decisione relativa alle

modalità d’applicazione della procedura di cui all’articolo 30 della direttiva.

1086. 2005 – Sentenza Corte di Appello di Napoli numero 242 dell’1 febbraio

2005. Responsabilità da mancato consenso anche se l’intervento è stato

eseguito correttamente. Il sanitario è responsabile per i danni derivanti

dall’intervento effettuato in difetto del consenso informato anche nel caso in

cui l’intervento medesimo sia stato eseguito in modo corretto.

1087. 2005 – DGR Emilia Romagna numero 24 del 17 gennaio 2005.

Approvazione Linee Guida regionali per la funzione di Osservazione Breve

Intensiva (OBI). Determinazione della tariffa di remunerazione dell’attività e

definizione degli adempimenti correlati ai flussi informativi.

1088. 2005 – Regione Emilia Romagna. Circolare del 21 gennaio 2005.

“Indicazione in merito alla interpretazione dell’articolo 4 della Legge

Regionale 19/2004 relativo alla disciplina delle fasce di rispetto cimiteriale”.

1089. 2005 – DGR Lombardia numero 7/20467 del 7 febbraio 2005. Progetto

quadro per la sperimentazione di un modello organizzativo-gestionale per i

Gruppi di Cure Primarie (GCP) in associazionismo evoluto ed integrato in

attuazione del PSSR 2002-2004.

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1090. 2005 – Giunta Regione Emilia Romagna. Atto numero 156 del 7

febbraio 2005. Protocollo numero PCR/05/2194. Modalità generali e requisiti

per lo svolgimento da parte di imprese pubbliche e private dell’attività funebre,

ai sensi dell’articolo 13, comma 3, Legge Regionale 19/2004.

1091. 2005 – Giunta Regione Emilia Romagna. Protocollo numero

PCR/04/45343. Direttiva in merito all’applicazione dell’articolo 11, Legge

Regionale 19/2004.

1092. 2005 – Legge numero 15 dell’11 febbraio 2005. Modifiche ed

integrazioni alla Legge numero 241 del 7 agosto 1990, concernenti norme

generali sull’azione amministrativa.

1093. 2005 – Disegno di Legge numero 4144 approvato il 17 febbraio 2005,

XIV Legislazione (assorbe C.1444 – C.1646 – C.2664 – C.3763). Articolo 12

(Tanatoprassi e tanatoprattore – Per tanatoprassi si intende un processo

conservativo del cadavere, limitato nel tempo e comunque tale da non dare

luogo alla sua imbalsamazione, unito a trattamenti di tanatocosmesi. I

trattamenti di tanatoprassi possono essere eseguiti da un tanatoprattore abilitato

solo dopo l’accertamento di morte e il prescritto periodo di osservazione. Con

accordo sancito in sede di Conferenza Unificata, recepito con Decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Salute,

sono stabiliti i seguenti requisiti minimi valevoli su tutto il territorio nazionale :

individuazione del profilo professionale per l’operatore di tanatoprassi;

requisiti delle scuole di tanatoprassi; luoghi dove effettuare i trattamenti di

tanatoprassi; metodiche e sostanze da utilizzare nei trattamenti di tanatoprassi e

loro compatibilità con le diverse pratiche funebri e con i diversi sistemi di

sepoltura; garanzie che le metodiche e le sostanze impiegate nei trattamenti di

tanatoprassi non pregiudicano la salute del tanatoprattore. I trattamenti di

tanatoestetica sono permessi dalla attuale normativa. Devono essere eseguiti

solo dopo l’accertamento di morte e il prescritto periodo di osservazione. E’

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fatto divieto di eseguire trattamenti di tanatoestetica, imbalsamazione e

tanatoprassi sui cadaveri portatori di radioattività o di malattie infettive).

1094. 2005 – Sentenza del Tribunale di Milano numero 2331 del 25 febbraio

2005. Importanza di una informazione accurata nell’acquisizione del consenso.

In presenza di una dichiarazione sottoscritta del paziente, contenente tutte le

informazioni del caso e dunque attestante che le informazioni ricevute sono

idonee, complete, chiare e perfettamente intelligibili dal paziente, l’onere della

prova gravante sul medico deve ritenersi assolto. Certamente non vi sono limiti

normativi per l’astratta ammissibilità della prova testimoniale diretta a

contrastare le circostanze risultanti dal modulo. Tuttavia è rimesso al giudice il

giudizio sulla rilevanza della prova testimoniale, ovvero sulla sua idoneità a

comprovare circostanze diverse a quelle contenute nel documento sottoscritto

dal paziente (a parte ogni successiva ulteriore valutazione circa l’attendibilità

della testimonianza medesima). Ebbene, ritiene questo Giudice (…..) la

completezza e l’intelligibilità delle dichiarazioni contenute nel modulo,

sottoscritto liberamente dal paziente, comprovano di per sé l’adempimento

dell’obbligo di informazione gravante sul medico. Nella fattispecie concreta si

è verificato esattamente l’evento previsto nella dichiarazione del consenso

informato: (…..) diminuita sensibilità o alterazione della sensibilità a carico

della mucosa delle labbra (…..). Secondo il giudice la sottoscrizione del

modulo implica quindi che l’attore abbia effettivamente compreso le

informazioni ricevute e le opportune spiegazioni del caso, confermando la

propria accettazione del programma clinico propostogli; del resto tale

dichiarazione precede immediatamente la sottoscrizione. In questo caso il

Tribunale ha ritenuto non violato il diritto di autodeterminazione del paziente

sulla base del solo modulo da questi sottoscritto.

1095. 2005 – Legge numero 26 del 1 marzo 2005. Conversione e modificazioni

del Decreto-Legge numero 314 del 30 dicembre 2004 sui dati personali.

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1096. 2005 – Decreto Ministeriale del 3 marzo 2005. Protocolli per

l’accertamento dell’idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 85 del 13 aprile 2005. Testo

aggiornato al 22 novembre 2005.

1097. 2005 – Decreto Ministeriale del 3 marzo 2005. Caratteristiche e modalità

per la donazione del sangue e di emocomponenti. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 85 del 13 aprile 2005. Testo aggiornato al 22 novembre 2005.

1098. 2005 – Decreto Legislativo numero 82 del 7 marzo 2005. Codice

dell’Amministrazione digitale. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

112, Supplemento Ordinario, del 16 maggio 2005. Testo aggiornato al 7 marzo

2006.

1099. 2005 – Sentenza della Suprema Corte di Cassazione numero 9739 del 1

dicembre 2004-11 marzo 2005, sezione IV penale (Presidente G. Coco,

Relatore E. Calmieri). Con sentenza in data 3 luglio 2000 del Tribunale di Bari

in composizione monocratica, D. Antonio, G. Giuseppe, L. Annalinda, P. Dora

e C. Damiana venivano assolti con la formula “perché il fatto non sussiste” dal

reato di cui agli articoli 113, 589 CP loro ascritto perché “per colpa, consistita

in imprudenza, negligenza e imperizia, cagionavano la morte di S. Michele,

avvenuta in Bari il 7 novembre 1995, per arresto cardiocircolatorio terminale in

soggetto affetto da shock infettivo e ipovolemico” ed in particolare “il G. quale

medico di guardia interdivisionale (dalle ore 20,00 del 06 novembre 1995 alle

ore 8,00 del 07 novembre 1995) presso l’istituto Policattedra di Chirurgia

d’Urgenza, Chirurgia Plastica e Chirurgia Ricostruttiva dell’Università di Bari-

Policlinico, la L. quale medico tirocinante nel reparto di Chirurgia Plastica

(presente nel corso dello stesso turno), la P. e la C. quali infermiere

professionali presso il citato reparto nello stesso turno, omettevano di

controllare i parametri vitali del paziente S. Michele. Il ricoverato a seguito di

ustioni di primo e secondo grado e sottoposto a due interventi chirurgici (il

primo di escarectomia della regione posteriore delle cosce e riparo con innesti

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dermo-epidermici, effettuato il 4 ottobre 1995 ed il secondo di escarectomia

tangenziale delle gambe e della regione lombare, riparata con innesti cutanei

prelevati dagli arti superiori e dai glutei, eseguito il 6 novembre 1995 dalle ore

17,00 alle ore 21,00), che evidenziavano lo stato di shock, omettendo

conseguentemente di intervenire tempestivamente e rendendo pertanto

irreversibile la sindrome in atto che conduceva alla morte; il D., quale chirurgo

che aveva eseguito l’intervento del 6 novembre 1995, per aver posto in essere

le condizioni che causarono l’esito infausto dell’intervento, omettendo tra

l’altro, di chiedere una preventiva consulenza anestesiologica, e per aver

omesso da un lato di tenere anch’egli sotto diretto controllo il decorso post

operatorio del paziente, nonostante si fosse in presenza di un intervento

delicato e di urgenza, e dall’altro, di vigilare affinchè il personale medico e

paramedico del turno sopra indicato controllasse i parametri vitali del S.”. Il

Tribunale, premesso che il capo di imputazione non spiegava neppure in che

modo ed in quale misura l’omesso controllo dei parametri vitali avesse

esplicato efficienza causale sull’evento, perveniva alla assoluzione di tutti gli

imputati in forza della considerazione che mancava qualsiasi prova del

necessario nesso eziologico tra la condotta omissiva contestata a medici ed

infermiere ed il decesso del paziente affidato alle loro cure. Avverso detta

sentenza proponevano rituale e tempestivo appello il PG ed il patrono delle

parti civili costituite, svolgendo motivi di doglianza in parte comuni e

chiedendo la riforma della impugnata sentenza. Nel corso del dibattimento di

secondo grado veniva disposta perizia medico legale intesa ad accertare quali

erano state le cause della morte del S. e se i tempestivi ed appropriati interventi

terapeutici avrebbero potuto evitarne la morte; i periti venivano autorizzati ad

acquisire il “diario infermieristico” della notte del decesso e dei giorni

immediatamente precedenti e successivi che però non fu possibile ottenere.

Acquisita la documentazione depositata dalle parti e sentiti i periti ed i

consulenti di parte, la Corte di Appello pronunciava sentenza con cui

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riconosceva la responsabilità di D. Antonio, G. Giuseppe, P. Dora e C.

Damiana, condannandoli, in concorso di attenuanti generiche, alla pena di mesi

quattro di reclusione ciascuno, oltre che al risarcimento dei danni in favore

delle parti civili alle quali assegnava una provvisionale ed al rimborso delle

spese di lite. Assolveva L. Annalinda per non aver commesso il fatto.

1100. 2005 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 9739

dell’11 marzo 2005. Aghi fuori vena. La Cassazione prevede un obbligo

continuo di sorveglianza durante il turno notturno da parte del personale

infermieristico, in quanto “gli operatori di una struttura sanitaria sono tutti

portatori per legge di una posizione di garanzia, espressione dell’obbligo di

solidarietà costituzionalmente imposto ex articoli 2 e 32 della Carta

fondamentale, nei confronti ddei pazienti, la cui salute essi devono tutelare

contro qualsivoglia pericolo che ne minacci l’integrità; e l’obbligo di

protezione dura per l’intero tempo del turno di lavoro”. In questi casi inoltre,

non può essere ritenuta valida la scusante (secondo la massima affermata) che

il paziente non abbia mai richiesto, durante la notte, l’intervento del personale

medico o infermieristico, “essendo dovere e scrupolo di un infermiere-medico,

cui è affidato un reparto, quello di prendere immediata visione delle specifiche

situazioni dei malati, raccogliendo la posizione di garanzia che gli viene

trasferita al momento della sua presa in carico del reparto”. Gli infermieri

quindi, non soltanto devono fare attenzione al contenuto della flebo, ma

devono vigilare sui pazienti, durante il loro turno, onde evitare ogni possibile

inconveniente, come ad esempio verificare continuamente la presenza in vena

dell’ago della flebo.

1101. 2005 – Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005. Emerge la priorità di

riorganizzare il sistema dell’assistenza primaria.

1102. 2005 – Sentenza del Tribunale di Milano numero 3520 del 29 marzo

2005. La modulistica prestampata nel consenso informato. Il modulo, così

come formulato, non è in alcun modo idoneo a ritenere assolto da parte dei

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medici l’onere di informazione. Infatti esso è sintetico, non dettagliato, e indica

solo genericamente che la paziente sarà sottoposta ad un intervento chirurgico.

In esso non si indica affatto di quale intervento si tratti e, pur facendosi

menzione dei benefici, dei rischi, delle procedure addizionali o diverse che

possano rendersi necessarie a giudizio del medico, non si precisa quali siano i

rischi specifici, ovvero le diverse possibili procedure, di tal chè, non può

ritenersi che il paziente, anche solo dalla semplice lettura di tale modulo, possa

avere compreso effettivamente le modalità e i rischi connessi all’intervento, in

modo da esercitare consapevolmente il proprio diritto di autodeterminarsi in

vista dello stesso. Il Giudice ha quindi ammesso la prova per testi e l’audizione

del medico; tuttavia, dato il tempo trascorso, nessuno ricordava esattamente la

vicenda, per cui il Tribunale ha deciso solo sulla base del modulo predetto;

essendo quest’ultimo inidoneo il Tribunale ha concluso dichiarando la

responsabilità del medico e dell’Azienda Ospedaliera per violazione del diritto

di autodeterminazione della paziente.

1103. 2005 – Sentenza del Tribunale di Milano del 29 marzo 2005. Mancato

consenso e intervento eseguito correttamente. Il principio consolidato in

giurisprudenza secondo cui il medico non può più intervenire sul paziente

senza averne ricevuto prima il consenso non ha per oggetto un atto puramente

formale e burocratico, ma è la condizione imprescindibile per trasformare un

atto illecito (la violazione dell’integrità psico-fisica) in un atto lecito. Da ciò

consegue che la mancata richiesta del consenso effettivo informato deve

valutarsi quale autonoma fonte di responsabilità in capo ai medici per lesione

del diritto costituzionalmente protetto di autodeterminazione, la cui lesione da

luogo ad un danno non patrimoniale. Tuttavia nelle ipotesi in cui all’esito

dell’intervento cui non sia stato dato il consenso informato da parte del

paziente (o in cui tale consenso sia stato prestato per un intervento eseguito con

modalità diverse da quelle previste), in assenza di colpa medica, non consegua

alcun pregiudizio alla salute del paziente, ma anzi un miglioramento delle sue

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condizioni psico-fisiche, la lesione del diritto all’autodeterminazione produce

sì un danno non patrimoniale seppure ontologicamente trascurabile o

comunque di entità economica non apprezzabile.

1104. 2005 – Sentenza della Corte di Appello di Genova del 30 marzo 2005

(Orlando e altri). Nel caso in cui si accerti che l’esposizione lavorativa ad

amianto è stata causa del mesotelioma che ha provocato la morte della parte

offesa, ma non sia possibile individuare la data di insorgenza della patologia, i

soggetti che si sono succeduti nella direzione dello stabilimento ove lavorava

la vittima devono essere assolti per non aver commesso il fatto, poiché

l’incertezza sul momento di inizio della malattia impedisce di attribuire all’uno

piuttosto che all’altro tra i direttori dell’impianto la responsabilità per la morte

dell’operaio. Fonti: Corriere del Merito, 2005, 11, 1184 nota di Masera.

1105. 2005 – Decreto Ministeriale del 14 aprile 2005. Accertamento della

rappresentatività a livello nazionale delle associazioni professionali dell’area

sanitaria. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 116 del 20 maggio 2005.

Testo aggiornato al 6 dicembre 2005.

1106. 2005 – Decreto del 15 aprile 2005 del Ministero dell’Istruzione

dell’Università e della Ricerca (G. U. numero 104 del 6 maggio 2005).

Modifiche al Decreto Interministeriale del 17 aprile 2003, recante criteri e

procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle università e

accademici, di cui all’articolo 3 del Decreto del 3 novembre 1999, numero 509.

1107. 2005 – Legge numero 62 del 18 aprile 2005. Disposizioni per

l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle

Comunità Europee. Legge comunitaria 2004.

1108. 2005 – Sentenza Suprema Corte di Cassazione Civile, Sezione I, numero

9801 del 10 maggio 2005. La perdita o la compromissione anche soltanto

psichica della sessualità (come avviene nei casi di stupro e di pedofilia)

costituisca di per sé un danno esistenziale, la cui rilevanza deve essere

autonomamente apprezzata e valutata equitativamente in termini non

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patrimoniali e con una congrua stima dell’equivalente economico del debito di

valore.

1109. 2005 – Cassazione. Sezione Terza Civile. Numero 11609 del 31 maggio

2005. Presidente Lupo, relatore Segreto. Equo indennizzo ex Legge 210/1992 e

risarcimento del danno.

1110. 2005 – Categorie di Raccomandazioni WHO 2005 (HICPAP/CDC di

Atlanta). Indicazioni di quando la procedura è necessaria o raccomandata.

Indicazioni per il lavaggio delle mani e l’antisepsi delle mani.

1111. 2005 – Sentenza Corte di Cassazione Civile di Roma. Sezione Lavoro.

Sentenza numero 13317 del 21 giugno 2005. “SVOLGIMENTO DEL

PROCESSO. L’Ospedale Pediatrico del Bambin Gesù di Roma ha licenziato

per giustificato motivo soggettivo, con preavviso, l’infermiera professionale

D.G.A.L. previa rituale contestazione dei seguenti due addebiti: aver il giorno

20 maggio 1997 preparato (e consegnato per la somministrazione), una terapia

con dosaggio superiore a quello prescritto; avere il 22 maggio successivo, in

relazione all’episodio precedente, tenuto una condotta aggressiva ed ingiuriosa

verso la caposala e le colleghe. L’impugnazione del licenziamento è stata

respinta dal primo giudice e, in sede di appello, dalla Corte d’Appello di Roma

con sentenza 25 giugno/17 ottobre 2002 numero 2783, che all’esito di

un’ampia istruttoria testimoniale ha ritenuto i fatti accertati ed il loro disvalore

proporzionato al provvedimento solutorio assunto. Avverso tale sentenza ha

proposto ricorso per Cassazione la D.G., con cinque motivi. L’Ospedale

intimato si è costituito con controricorso, resistendo; ha depositato memoria ai

sensi dell’articolo 378 C.P.C. MOTIVI DELLA DECISIONE. Con il primo

motivo la ricorrente, deducendo omessa, insufficiente e contraddittoria

motivazione su punto decisivo della controversia (articolo 360, numero 5

C.P.C.), censura la sentenza impugnata per la valutazione delle risultanze

istruttorie relative al primo episodio; contestato il sovradosaggio, che sarebbe

affermato solo dalla madre del bambino, mentre si trattava di una bolla d’aria;

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sostiene che vi era la prassi per cui gli infermieri non somministravano

direttamente il farmaco al bambino ricoverato, ma lo consegnavano alla madre.

Contestato poi il secondo episodio, che sarebbe affermato dalla sola caposala.

Il motivo è palesemente infondato. La deduzione di un vizio di motivazione

della sentenza impugnata con ricorso per Cassazione conferisce al giudice di

legittimità non il potere di riesaminare il merito della intera vicenda

processuale sottoposta al suo vaglio, bensì la sola facoltà di controllo, sotto il

profilo della correttezza giuridica e della coerenza logico-formale, delle

argomentazioni svolte dal giudice del merito al quale spetta, in via esclusiva, il

compito di individuare le fonti del proprio convincimento, di assumere e

valutare le prove, di controllarne l’attendibilità e la concludenza, di scegliere,

tra le complessive risultanze del processo, quelle ritenute maggiormente idonee

a dimostrare la veridicità dei fatti ad esse sottesi dando, così, liberamente

prevalenza all’uno o all’altro dei mezzi di prova acquisiti (salvo i casi

tassativamente previsti dalla legge). Ne consegue che il preteso vizio di

motivazione, sotto il profilo della omissione, insufficienza, contraddittorietà

della medesima, può legittimamente dirsi sussistente solo quando, nel

ragionamento del giudice di merito, sia rinvenibile traccia evidente del

mancato (o insufficiente) esame di punti decisivi della controversia, prospettato

dalle parti o rilevabile di ufficio, ovvero quando esista insanabile contrasto tra

le argomentazioni complessivamente adottate, tale da non consentire

l’identificazione del procedimento logico-giuridico posto a base della decisione

(Cassazione 9 febbraio 2004 numero 2399; Cassazione Sez. Un. 27 dicembre

1997 numero 13045; Cassazione Sez. Un. 11 giugno 1998 numero 5802;

Cassazione 22 ottobre 1993 numero 10503). La ricorrente si limita a

prospettare una diversa ricostruzione dei fatti, senza evidenziare alcun vizio

logico della sentenza impugnata, che appare ampiamente e congruamente

motivata. Con il secondo motivo la ricorrente deduce violazione e falsa

applicazione degli articoli 39 e 42, comma 6, lettere f) e g) del contratto

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collettivo; difetto di motivazione travisamento di fatto in relazione ai fatti

oggetto della previsione contrattuale. Il motivo è inammissibile, non essendo

consentito a questa Corte di legittimità il sindacato diretto dei contratti

collettivi. Con il terzo motivo la ricorrente, denunciando violazione e falsa

applicazione degli articoli 421, 2° comma e 424 C.P.C., si duole che il giudice

d’appello non abbia accolto la richiesta di esperimento giudiziario e/o di

consulenza tecnica d’ufficio, e non l’abbia disposta d’ufficio. Valgono le

considerazioni del primo motivo. Sono infine infondati il quarto motivo, con

cui la ricorrente afferma che il giudice del merito viola il principio istituzionale

secondo cui jura novit curia, ed il quinto motivo, con cui la ricorrente ritorna

sulla valutazione delle prove e sulla proporzionalità della sanzione, senza

offrire alcun argomento suscettibile di formare oggetto di sindacato di

legittimità. Il ricorso va pertanto respinto. Le spese processuali seguono la

soccombenza e vengono liquidate in Euro 32,00 oltre Euro millecinquecento

per onorari di avvocato. PQM. Rigetta il ricorso e condanna la ricorrente a

pagare le spese del presente giudizio liquidate in Euro 32,00 oltre Euro

millecinquecento per onorari di avvocato, oltre spese generali, IVA e CPA.

Roma, 16 gennaio 2004”.

1112. 2005 – Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale 2005.

Oltre a confermare le forme associative già previste (medicina in associazione,

in rete, in gruppo, équipe territoriali, ecc.) ha stabilito che, in coerenza con

l’accordo Stato-Regioni del 29 luglio 2004, le Regioni prevedano, in via

sperimentale e con la partecipazione volontaria dei medici e degli altri

operatori sanitari, la costituzione delle UTAP, strutture territoriali ad alta

integrazione multidisciplinare ed interprofessionale, in grado di dare risposte

complesse al bisogno di salute delle persone.

1113. 2005 – Decreto Ministeriale del 20 luglio 2005. Determinazione dei posti

disponibili per l’ammissione ai corsi di laurea specialistica delle professioni

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sanitarie, per l’anno accademico 2005/2006. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 174 del 28 luglio 2005. Testo aggiornato al 6 dicembre 2005.

1114. 2005 – Decreto Ministeriale del 20 luglio 2005. Modalità e contenuti

della prova di ammissione ai corsi di laurea specialistica delle professioni

sanitarie, per l’anno accademico 2005/2006. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 174 del 28 luglio 2005. Testo aggiornato al 6 dicembre 2005.

1115. 2005 – Decreto Ministeriale 26 luglio 2005. Rettifica al Decreto

Ministeriale del 20 luglio 2005 relativo alla definizione delle modalità e dei

contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea specialistica delle

professioni sanitarie, per l’anno accademico 2005/2006. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 180 del 4 agosto 2005. Testo aggiornato al 6

dicembre 2005.

1116. 2005 – Legge numero 155 del 31 luglio 2005. Conversione e

modificazioni del Decreto-Legge numero 144 del 27 luglio 2005 sui dati

personali.

1117. 2005 – Aggiornamento del 2005 della Strategia della Salute per Tutti per

la Regione Europea dell’OMS.

1118. 2005 – Carta di Bangkok per la Promozione della Salute in un mondo

globalizzato. 11 agosto 2005. Bangkok Charter for Health Promotion in a

Globalized World, Bangkok (2005). In occasione della 6^ Conferenza Globale

sulla promozione della salute sono stati delineati i quattro impegni

fondamentali per far diventare la promozione della salute un punto

fondamentale nell’agenda dello sviluppo globale e locale; una responsabilità

centrale per tutti i governi nazionali, regionali e locali; un punto chiave per le

comunità e la società civile e un’esigenza di buone pratiche nel settore

dell’impresa privata. I partecipanti alla Conferenza inoltre chiedono

fermamente a tutti gli interessati l’impegno di realizzare a livello locale anche

le raccomandazioni delle precedenti Dichiarazioni, che sono ancora in gran

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parte da attuare, per incidere sui determinanti che producono le crescenti

disuguaglianze di salute.

1119. 2005 – Decreto Legislativo numero 187 del 19 agosto 2005. Sicurezza

sul lavoro. Attuazione della Direttiva 2002/44/CE sulle prescrizioni minime di

sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da

vibrazioni meccaniche.

1120. 2005 – Decreto Legislativo numero 191 del 19 agosto 2005. Attuazione

della Direttiva 2002/98/CE che stabilisce norme di qualità e di sicurezza per la

raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del

sangue umano e dei suoi componenti. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 221 del 22 settembre 2005. Testo aggiornato al 27 giugno 2006.

1121. 2005 – Sentenza del Tribunale di Monza numero 2244 del 29 agosto

2005. Acquisizione del consenso da parte del medico che esegue la

prestazione. La formazione del consenso (informato) presuppone una specifica

informazione su quanto ne forma oggetto, che non può che provenire dallo

stesso sanitario cui è richiesta la prestazione professionale e, per essere valido

ed efficace, deve essere manifestato prima della effettuazione della prestazione

sanitaria; invero, nell’ambito degli interventi chirurgici il dovere di

informazione concerne la portata dell’intervento, le inevitabili difficoltà, gli

effetti conseguibili e gli eventuali rischi, in modo da porre il paziente in

condizioni di decidere sull’opportunità di procedervi o di ometterlo; pertanto,

sussiste la responsabilità del sanitario per violazione dell’obbligo di

informazione e lo stesso risponde delle conseguenze dannose che derivino al

paziente.

1122. 2005 – Consiglio di Stato, sentenza numero 5225/2007. Passata in

giudicato, ha chiarito in maniera definitiva che i diplomi biennali di

massofisioterapista non sono equipollenti alla laurea in fisioterapia. … Sulle

competenze “proprie” dei massofisioterapisti biennali e triennali. Dopo la

riforma delle professioni sanitarie avviate dal Decreto Legislativo 502/1992, il

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profilo professionale del massaggiatore-massofisioterapista è da ritenersi ormai

superato con l’istituzione della nuova figura del fisioterapista.

1123. 2005 – Regolamento numero 1564/2005 della Commissione del 7

settembre 2005. Modelli di formulari per la pubblicazione di bandi e avvisi

relativi a procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici conformemente

alle direttive del Parlamento Europeo e del Consiglio 2004/17/CE e

2004/18/CE.

1124. 2005 – Direttiva 2005/51/CE della Commissione del 7 settembre 2005.

Modifica dell’allegato XX della direttiva 2004/17/CE e dell’allegato VIII della

direttiva 2004/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio in materia di

appalti pubblici.

1125. 2005 – Decreto Legislativo numero 209 del 7 settembre 2005 sui dati

personali.

1126. 2005 – Direttiva della Commissione Europea 2005/61/CE del 30

settembre 2005. Applica la Direttiva 2002/98/CE del Parlamento Europeo e del

Consiglio per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità e la

notifica di effetti indesiderati ed incidenti gravi.

1127. 2005 – Direttiva 2005/62/CE della Commissione del 30 settembre 2005.

Applicazione della Direttiva 2002/98/CE del Parlamento Europeo e del

Consiglio per quanto riguarda le norme e le specifiche comunitarie relative ad

un sistema di qualità per i servizi trasfusionali.

1128. 2005 – Direttiva 2005/61/CE della Commissione del 30 settembre 2005.

Applica la Direttiva 2002/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio per

quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità e la notifica di effetti

indesiderati ed incidenti gravi.

1129. 2005 – Decreto Legislativo numero 250/2005, articolo 4 quarter

(convertito in Legge numero 27/2006). La formazione per l’accesso alle

professioni sanitarie è esclusivamente di livello universitario e i corsi pregressi,

non riordinati, devono ritenersi soppressi.

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1130. 2005 – Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri,

Dipartimento Politiche Comunitarie del 12 ottobre 2005. Principi da applicare,

da parte delle stazioni appaltanti, nell’indicazione delle specifiche tecniche

degli appalti pubblici di forniture di apparecchiature informatiche.

1131. 2005 – Legge numero 219 del 21 ottobre 2005. Nuova disciplina delle

attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati. Pubblicata

nella Gazzetta Ufficiale numero 251 del 27 ottobre 2005. Testo aggiornato al 5

luglio 2006.

1132. 2005 – UNI EN 556-2:2005 – Sterilizzazione dei dispositivi medici.

Requisiti per i dispositivi medici che recano l’indicazione “STERILE”. Parte 2:

Requisiti per i dispositivi medici preparati asetticamente. Sterilizzatrici a gas di

impiego medico-chirurgico. Caratteristiche.

1133. 2005 – UNI EN 13060:2005 – Piccole sterilizzatrici a vapore.

1134. 2005 – UNI EN 13795-2:2005 – Teli chirurgici, camici e tute per blocchi

operatori, utilizzati come dispositivi medici per pazienti, personale clinico e

attrezzature. Parte 2: Metodi di prova.

1135. 2005 – UNI CEN ISO/TR 14969:2005 – Dispositivi medici. Sistemi di

gestione della qualità. Guida all’applicazione della ISO 13485:2003.

1136. 2005 – UNI EN ISO 11140-1:2005 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicativi chimici. Parte 1: Requisiti generali.

1137. 2005 – UNI EN ISO 17664:2005 – Sterilizzazione dei dispositivi medici.

Informazioni che devono essere fornite dal fabbricante per i processi di

dispositivi medici risterilizzabili.

1138. 2005 – UNI EN ISO 14644-5:2005 – Camere bianche e ambienti

associati controllati. Parte 5: Funzionamento.

1139. 2005 – UNI EN ISO 14644-7:2005 – Camere bianche ed ambienti

associati controllati. Parte 7: Dispositivi separatori (cappe per aria pulita,

cassette per guanti, isolatori e mini-ambienti).

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1140. 2005 – UNI EN ISO 22612:2005 – Indumenti per la protezione contro

agenti infettivi. Metodo di prova per la resistenza alla penetrazione di polveri

biologiche contaminanti attraverso materiali degli indumenti di protezione.

1141. 2005 – C.C.N.L. della Dirigenza Medica del 3 novembre 2005. Articolo

14, comma 6. Le attività aggiuntive, rese in attività libero professionali,

rappresentano oggi la principale modalità attraverso la quale vengono garantiti

i livelli essenziali di assistenza (L.E.A.) e assicurata la riduzione delle liste di

attesa quindi, in definitiva, viene contrastato l’esodo dei pazienti verso la

Sanità privata o extra-regionale, contribuendo in maniera determinante alla

riduzione della spesa sanitaria. In questo modo si raggiungono gli obiettivi di

virtuosa gestione economica raccomandati dal Piano di Rientro Regionale e

dalla Spending Review Nazionale. Inoltre, nell’articolo 16, si precisa che per

orario straordinario si intende: “ quello effettuato in regime di Pronta

Disponibilità o per il verificarsi di eventi non prevedibili”.

1142. 2005 – Deliberazione Regione Autonoma della Sardegna numero 51/9

del 4 novembre 2005. E’ inclusa la “Prevenzione, Sorveglianza e Controllo

delle Infezioni Correlate all’Assistenza: attivazione e funzionamento dei

relativi organismi”.

1143. 2005 – DGR Liguria numero 1392 del 18 novembre 2005. Direttiva

vincolante per la gestione dei posti letto dell’area metropolitana legati

all’Emergenza-Urgenza.

1144. 2005 – D. P. C. M. del 18 novembre 2005. Affidamento e gestione dei

servizi sostitutivi di mensa.

1145. 2005 – Circolare numero 40/2005 del 22 dicembre 2005. Patologie

oncologiche. Periodo di comporto. Invalidità e situazione di handicap grave.

Decreto Legislativo numero 276 del 2003, attuativo della Legge Biagi e diritto

al lavoro a tempo parziale. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 10 del

13 gennaio 2006. Testo aggiornato al 16 marzo 2007.

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1146. 2005 – DGR Veneto numero 4395 del 30 dicembre 2005. Accordo

Regionale in attuazione dell’ACN reso esecutivo in data 23 marzo 2005,

mediante Intesa nella Conferenza Stato-Regioni, per la disciplina dei rapporti

con i medici di medicina generale.

1147. 2006 – Sentenza della Corte di Appello di Roma del 12 gennaio 2006.

Informazione completa e circostanziata per l’acquisizione del consenso anche

se il paziente è un medico. La necessità che il professionista informi il paziente

in modo corretto e completo, soprattutto con riguardo ai benefici, ai possibili

inconvenienti ed ai rischi dell’intervento, non viene meno per il solo fatto che,

nel caso in esame, il paziente sia anch’esso medico chirurgo, giacchè

l’esistenza di una informazione effettiva e corretta deve essere verificata in

concreto, con riferimento alla specifica natura dell’intervento ed alla portata

dei risultati conseguibili, senza che possa rilevare, a questi fini, il titolo

professionale (generico) conseguito dal paziente, sempre che non risulti che a

quel titolo corrispondono anche una specializzazione ed una effettiva

esperienza professionale nel campo oggetto dell’intervento (nella specie, risulta

invece che la paziente è specialista in neuropsichiatria infantile).

1148. 2006 – Legge numero 21 del 27 gennaio 2006. Conversione e

modificazioni del Decreto-Legge numero 245 del 30 novembre 2005 sui dati

personali.

1149. 2006 – Sentenza Tribunale di Primo Grado delle Comunità Europee,

Sezione V, procedimento numero T-273/03 del 31 gennaio 2006. Medicinali

per uso umano. Autorizzazione all’immissione in commercio di medicinali

contenenti la sostanza enalapril. Decisione della Commissione che dispone la

modifica del riassunto delle caratteristiche del prodotto. Competenza. La

decisione della Commissione 21 maggio 2003, C (2003) 1752, riguardante

l’immissione in commercio di medicinali per uso umano contenenti la sostanza

enalapril è annullata.

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1150. 2006 – Legge numero 43 del 1 febbraio 2006 e testo in vigore dal 4

marzo 2006. Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche,

ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al

Governo per l’istituzione dei relativi ordini professionali (l’iscrizione all’albo

diventa requisito obbligatorio sia per i dipendenti pubblici che privati, con la

revisione del DM 30 gennaio 1982 abolito, a sua volta, dal DPR numero 220

del 27 marzo 2001). Trasformazione dei Collegi in Ordini Professionali,

Articolazione delle Professioni, Criteri e modalità per l’attivazione della

funzione di coordinamento in tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 40 del 17 febbraio 2006. Testo

aggiornato al 27 febbraio 2006.

1151. 2006 – Il 2006 è anche l’anno in cui partono i primi dottorati in Scienze

Infermieristiche. Il primo bando ad essere pubblicato è stato quello

dell’Università di Tor Vergata a cui si è aggiunta l’Università di Firenze.

1152. 2006 – Legge 43 del 1 febbraio 2006, art. 6, sulle nuove professioni

sanitarie e requisiti per l’esercizio della funzione di coordinamento.

“Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica,

riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per

l’istituzione dei relativi ordini professionali”. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 40 del 17 febbraio 2006.

1153. 2006 – Decreto Legislativo numero 30 del 2 febbraio 2006. Ricognizione

dei principi fondamentali in materia di professioni, ai sensi dell’articolo 1 della

Legge numero 131 del 5 giugno 2003. Testo aggiornato al 27 giugno 2006.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 32 dell’8 febbraio 2006.

1154. 2006 – Accordo Stato Regioni seduta del 9 febbraio 2006, Repertorio

numero 2475. Conferma la necessità, già sancita nel PSN 2003-2005, di

organizzare meglio il territorio spostandovi risorse e servizi che oggi sono

ancora assorbiti dagli ospedali e spostando fortemente l’attenzione sui MMG e

PLS ai quali si è chiesto di intraprendere un cammino che porti al superamento

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dell’assistenza primaria basata sullo studio individuale del medico, in favore di

forme aggregate ed integrate di organizzazione che consentano, in sedi uniche,

la risposta ai bisogni di salute dei cittadini H24 e 7 giorni a settimana.

1155. 2006 – Direttiva 2006/17/CE della Commissione dell’8 febbraio 2006.

Attua la Direttiva 2004/23/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio per

quanto riguarda determinate prescrizioni tecniche per la donazione,

l’approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani.

1156. 2006 – Sezione IV Penale, Presidente D. Nardi – Relatore F. Monastero.

Sentenza numero 12894 del 9 febbraio 2006 depositata il 12 aprile 2006.

“Nell’accertamento del nesso causale tra la condotta omissiva del medico e

l’evento letale incorso al paziente, le leggi statistiche sono uno degli elementi

di valutazione che il giudice deve prendere in esame unitamente a tutte le altre

emergenze del caso concreto, sicchè l’affermazione del nesso causale non può

fondarsi soltanto sul calcolo statistico ma deve trovare giustificazione

nell’apprezzamento di tutti gli specifici fattori che connotano la vicenda

concreta. La Corte chiarisce che il giudice, muovendo dalle leggi statistiche,

deve verificare se esse siano adattabili al caso in esame, prendendo in

considerazione le caratteristiche specifiche capaci di smentirne in concreto

l’efficacia esplicativa, e verificando altresì se siano compatibili con l’età, il

sesso, le condizioni generali del paziente, con eventuali altri fenomeni

morbosi, con la sensibilità individuale ad un determinato trattamento

farmacologico.

1157. 2006 – Legge numero 51 del 23 febbraio 2006. Conversione e

modificazioni del Decreto-Legge numero 273 del 30 dicembre 2005 sui dati

personali.

1158. 2006 – Legge numero 80 del 9 marzo 2006, articolo 4. Conversione in

Legge, con modificazioni, del Decreto-Legge numero 4 del 10 gennaio 2006

recante “Misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della

pubblica amministrazione.

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1159. 2006 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 5444

del 14 marzo 2006. Ogni sanitario deve acquisire il consenso e la sua

mancanza è un illecito sanzionabile indipendentemente dalla corretta

esecuzione del trattamento. L’obbligo del consenso informato è a carico del

sanitario che, una volta richiesto dal paziente dell’esecuzione di un determinato

trattamento, decide in piena autonomia secondo la lex artis di accogliere la

richiesta e di darvi corso, a nulla rilevando che la richiesta del paziente

discenda da una prescrizione di un altro sanitario. (…..) La mancata

acquisizione del consenso informato è un obbligo la cui violazione costituisce

di per se causa di responsabilità per il medico ed è del tutto indifferente se il

trattamento sia stato o meno eseguito correttamente. Infatti la correttezza o

meno del trattamento non assume alcun rilievo ai fini della sussistenza

dell’illecito per violazione del consenso informato, in quanto è del tutto

indifferente al fine della configurazione della condotta omissiva dannosa e

della ingiustizia del fatto, la quale sussiste per la semplice ragione che il

paziente, a causa del deficit della informazione, non è stato messo in

condizioni di assentire al trattamento sanitario con una volontà consapevole

delle sue implicazioni, con la conseguenza che, quindi, tale trattamento non

può dirsi avvenuto previa prestazione di un valido consenso.

1160. 2006 – Sentenza Corte di Cassazione numero 5496 del 2006. A titolo di

ulteriore specificazione, la giurisprudenza ha affermato anche il principio della

funzionalità della prestazione che sussiste nei casi in cui il dipendente,

obbligato a presentarsi presso la sede aziendale, sia poi di volta in volta

destinato in diverse località per svolgervi la sua prestazione lavorativa. Il

principio di funzionalità comporta che lo spostamento della prestazione di

lavoro nelle diversi sedi è senz’altro computabile nell’orario di lavoro. (Cfr.

Cassazione numero 13804/1999; Cassazione numero 5775/2003; Cassazione

numero 5701/2004)

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1161. 2006 – Decreto Legislativo numero 193 del 6 aprile 2006. Linee Guida

per la gestione del sistema di farmacovigilanza veterinaria nazionale.

1162. 2006 – Decreto del Presidente della Repubblica del 7 aprile 2006.

Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2006-2008. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 139 del 17 giugno 2006, Supplemento Ordinario.

Testo aggiornato al 5 dicembre 2012.

1163. 2006 – Decreto Legislativo numero 198 dell’11 aprile 2006. Codice delle

pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell’articolo 6 della Legge numero

246 del 28 novembre 2005. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 125 del

31 maggio 2006, Supplemento Ordinario numero 133. Testo aggiornato al 28

giugno 2006.

1164. 2006 – D. P. R. numero 184 del 12 aprile 2006. Regolamento recante

disciplina in materia di accesso ai documenti Amministrativi. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 114 del 18 maggio 2006. Testo aggiornato al 27

giugno 2006.

1165. 2006 – Decreto Legislativo numero 163 del 12 aprile 2006. Codice dei

contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle

direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE.

1166. 2006 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 14177 del

21 aprile 2006. Obblighi del Preposto.

1167. 2006 – Decreto Legislativo numero 219 del 24 aprile 2006 in vigore dal

7 luglio del corrente anno. Farmacovigilanza. Titolo IX. Attuazione della

Direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice

comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonché della Direttiva

2003/94/CE.

1168. 2006 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezioni Unite, numero

10418 dell’8 maggio 2006. Indennizzo da lesioni conseguenti a vaccinazioni

obbligatorie (Legge numero 210/1992). Controversie relative. Giurisdizione

del giudice ordinario. Alla stregua dell’articolo 1 della Legge numero 210 del

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25 febbraio 1992 (che attribuisce a chiunque, a causa di vaccinazioni

obbligatorie, abbia riportato lesioni o infermità con conseguente menomazione

permanente dell’integrità psico-fisica, il “diritto” ad un indennizzo da parte

dello Stato) non è consentito dubitare della consistenza di diritto soggettivo

della situazione giuridica, confermata dall’essere chiamata, l’amministrazione,

ad operare accertamenti e valutazioni di tipo tecnico, con esclusione di

qualunque potere discrezionale. La stessa Legge, del resto, all’articolo 6

stabilisce che avverso il giudizio sanitario della commissione medico-

ospedaliera è esperibile l’azione davanti al giudice ordinario competente. Né,

peraltro, si configura, in materia, la giurisdizione esclusiva amministrativa,

atteso che, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale numero 204 del

2004, risulta caducata la previsione relativa alle “attività e prestazioni di ogni

genere, anche di natura patrimoniale, rese nell’espletamento di pubblici servizi,

ivi comprese quelle rese nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale …”

(articolo 33, comma 2, lettera e) del D.Lgs. numero 80 del 1998, come

sostituito dall’articolo 7, lettera a) della Legge numero 205 del 2000). Pertanto,

nella materia dei pubblici servizi sono rimaste devolute al giudice

amministrativo in sede esclusiva solamente le “controversie relative a

concessioni di pubblici servizi, escluse quelle concernenti indennità, canoni ed

altri corrispettivi, ovvero relative a provvedimenti adottati dalla P.A. o dal

gestore di un pubblico servizio in un procedimento disciplinato dalla Legge

numero 241 del 7 agosto 1990, ovvero ancora relative all’affidamento di un

pubblico servizio ed alla vigilanza e controllo nei confronti del gestore, nonché

….. “Conseguentemente, le controversie relative a tutte le prestazioni erogate

nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, nella sussistenza di un rapporto

obbligatorio tra cittadini e amministrazione, sono devolute alla competenza del

giudice ordinario, ai sensi del criterio generale di riparto della giurisdizione

definito dall’articolo 2 della Legge numero 2248 del 20 marzo 1865, allegato

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E, e presupposto dall’articolo 442 del Codice di Procedura Civile. Presidente

G. Ianniruberto, Relatore P. Picone.

1169. 2006 – Decreto del Ministero della Salute del 12 maggio 2006. Requisiti

minimi per l’istituzione, l’organizzazione e il funzionamento dei Comitati Etici

per le sperimentazioni cliniche dei medicinali.

1170. 2006 – Sentenza del Tribunale di Genova, Sez. II, del 12 maggio 2006.

L’informazione per il consenso con modulistica. In tema di prestazioni

terapeutiche si ritiene non vada confuso il consenso informato con il consenso

documentato e se la sottoscrizione del modulo relativo non costituisce la

dimostrazione del consenso informato, anche l’assenza del prestampato firmato

non vuol dire che la prestazione sanitaria sia stata carente dall’angolo visuale

del diritto all’informazione. Nel caso in esame per il tipo di intervento, non

erano richieste forme particolari per far constare la trasmissione dai medici alla

paziente delle informazioni necessarie e sufficienti per consentirle di scegliere

con una minima cognizione di causa l’atto terapeutico: sicchè la relativa

dimostrazione può essere fornita anche attraverso prove orali.

1171. 2006 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione Lavoro, numero

11880 del 19 maggio 2006. Costituisce requisito fondamentale dei rapporti di

lavoro subordinato, ai fini della sua distinzione dal rapporto di lavoro

autonomo, il vincolo di soggezione del lavoratore al potere direttivo,

organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, il quale discende

dall’emanazione di ordini specifici, oltre che dall’esercizio di un’assidua

attività di vigilanza e controllo dell’esecuzione delle prestazioni lavorative.

L’esistenza di tale vincolo va concretamente apprezzata con riguardo alla

specificità dell’incarico conferito al lavoratore e al modo della sua attuazione,

fermo restando che ogni attività umana, economicamente rilevante, può essere

oggetto sia di rapporto di lavoro subordinato che di rapporto di lavoro

autonomo. La Suprema Corte ritorna sull’argomento davvero inesauribile della

distinzione tra autonomia e subordinazione.

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1172. 2006 – Sentenza della Corte di Appello di Roma, Sez. II, del 22 giugno

2006. Responsabilità da mancato consenso informato. In tema di responsabilità

medica, ai fini della sussistenza dell’illecito per violazione del consenso

informato, ovvero per violazione dell’obbligo di informare il paziente su tutto

ciò che concerne l’intervento da eseguire, compresi i rischi connessi alle

possibili complicanze della fase successiva all’operazione (nella specie

trattavasi di un intervento chirurgico diretto ad eliminare la stenosi della

carotide sinistra, seguita da diverse complicazioni, tra cui una notevole

disfonia), è irrilevante, laddove si rilevi un nesso di casualità tra l’intervento e

la produzione dell’evento lesivo, la sussistenza di profili di imperizia,

imprudenza o negligenza. L’ipotesi (come quella che si ravvisa nel caso in

esame) di intervento chirurgico eseguito in assenza di tale consenso comporta

una violazione tanto della Carta Costituzionale, negli articoli 32, comma 2, in

materia di libertà nella sottoposizione ad un trattamento sanitario, e 13,

laddove è garantita la inviolabilità della libertà personale con riferimento alla

libertà di salvaguardia della propria salute ed integrità fisica, quanto

dell’articolo 22 della Legge numero 833 del 1978, il quale esclude la

possibilità di eseguire interventi sanitari contro la volontà del paziente qualora

questi sia in grado di prestarla.

1173. 2006 – Corte Costituzionale. Sentenza numero 205 del 2006. Dichiara

l’illegittimità costituzionale dell’articolo 19, commi 1 e 2, lettera b), della

Legge della Regione Umbria numero 2 del 1° febbraio 2005 (Struttura

organizzativa e dirigenza della Presidenza della Giunta Regionale).

1174. 2006 – Corte Costituzionale, sentenza numero 449/2006. Ha dichiarato

l’illegittimità di una Legge della Provincia autonoma di Bolzano che istituiva il

profilo professionale sanitario del massaggiatore/massofisioterapista.

1175. 2006 – Raccomandazioni SIQuAS-VRQ sulla gestione del rischio

clinico per la sicurezza dei pazienti. Milano, 15 maggio 2006. www.siquas.it

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1176. 2006 – Piano Regionale dei Servizi Sanitari 2006-2008. E’ inclusa la

“Prevenzione, Sorveglianza e Controllo delle Infezioni Correlate

all’Assistenza: attivazione e funzionamento dei relativi organismi”.

1177. 2006 – Decreto Legislativo numero 223 del 4 luglio 2006, articolo 36

bis, commi 1 e 2, convertito con modificazioni dalla Legge numero 248 del 5

agosto 2006. Misure urgenti per il contrasto del lavoro nero e per la

promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro.

1178. 2006 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 33619 del

12 luglio 2006. Responsabilità medica d’équipe: errore evidente e principio di

affidamento. A proposito della responsabilità dei componenti di una èquipe

medica che collega la responsabilità penale, appunto, alla valutazione delle

concrete mansioni di ciascun componente; sulla violazione dei canoni di

diligenza e perizia connessi alle specifiche ed effettive mansioni svolte quale

presupposto della responsabilità in un contesto operativo in cui si muove una

pluralità di chirurghi. La Cassazione Penale, con la sentenza numero 33619 del

12 luglio 2006, depositata il 6 ottobre 2006, si è pronunciata in materia di colpa

professionale di équipe medica ed è tornata sui criteri di imputazione

soggettiva della responsabilità e sul concetto di “errore evidente” ad un

“professionista medio”. Questa la massima: “ogni sanitario è responsabile non

solo del rispetto delle regole di diligenza e perizia connesse alle specifiche ed

effettive mansioni svolte, ma deve anche conoscere e valutare le attività degli

altri componenti dell’équipe in modo da porre rimedio ad eventuali errori posti

in essere da altri, purché siano evidenti per un professionista medio, giacché le

varie operazioni effettuate convergono verso un unico risultato finale”. Si tratta

della dibattuta questione circa il dovere di vicendevole controllo cui sono

tenuti i medici che svolgono attività di gruppo, al fine di porre riparo ad

eventuali errori evidenti e rilevabili con il supporto delle conoscenze comuni

del cosiddetto “professionista medio”. Nel caso di specie, peraltro, la

Cassazione si è limitata a confermare la decisione emessa dalla Corte

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d’Appello di Catanzaro, che a sua volta aveva sostanzialmente confermato la

decisione di primo grado del Tribunale di Cosenza di condanna di due medici

(anestesisti) per la morte di una partoriente. La Corte distrettuale aveva fatto

rilevare che si era trattato di “errori piuttosto banali e comunque relativi

proprio all’attività di anestesista”, commessi durante “un banalissimo

intervento di taglio cesareo, eseguito su persona del tutto sana e priva di

controindicazioni all’anestesia, deceduta soltanto a causa di una errata manovra

di intubazione”. In particolare, nella fase di merito è stato accertato che la

morte della partoriente, nel corso dell’intervento di parto cesareo, era stata

causata da una errata manovra di intubazione a seguito di anestesia generale.

L’anossia prolungata che aveva causato la morte era stata determinata dal fatto

che “la cannula per ben due volte era stata introdotta nell’esofago invece che in

trachea”. Al manifestarsi dei primi sintomi di sofferenza da ipossigenazione i

due sanitari erano stati indotti ad una nuova introduzione del tubo nella

trachea; ma nonostante il secondo tentativo la situazione era degenerata in

arresto cardiaco, che aveva portato al decesso della paziente. La responsabilità

dell’anestesista (I.U.) intervenuto in seconda esigenza (stando alla sua tesi

difensiva avrebbe svolto un ruolo del tutto marginale nella vicenda), è stata

basata “sull’imperita auscultazione polmonare nella prima intubazione” –

eseguita dal suo collega – e sull’errata intubazione effettuata una seconda volta

personalmente: “questi non si è avveduto della prima manovra di intubazione

eseguita dal B.R. ed ha provveduto ad effettuare la seconda, erronea; sicché ha

partecipato attivamente alle due fasi dell’anestesia, entrambe errate”. In realtà

la Cassazione, con la recente decisione, ha confermato un orientamento già più

volte espresso dalla stessa Sezione (Cfr. Cassazione, Sezione IV, numero

18548 del 24 gennaio 2005; Cassazione, Sezione IV, numero 22579 del 6

aprile 2005; Cassazione, Sezione IV, numero 24036 del 2 marzo 2004;

Cassazione, Sezione IV, del 1° ottobre 1999).

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1179. 2006 – Legge numero 228 del 12 luglio 2006. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto-Legge numero 173 del 12 maggio 2006 sui dati

personali e recante proroga di termini per l’emanazione di atti di natura

regolamentare. Ulteriori proroghe per l’esercizio di deleghe legislative e in

materia di istruzione.

1180. 2006 – Decreto Interministeriale 14 luglio 2006; modifiche al Decreto

Interministeriale del 15 aprile 2005. Corsi di studio a distanza.

1181. 2006 – Risoluzione del Parlamento Europeo sul Quarto Forum Mondiale

dell’Acqua di Città del Messico. 20 luglio 2006.

1182. 2006 – Piano Sanitario Nazionale 2006-2008. “Le politiche per la

qualificazione delle risorse umane del SSN”. E’ inclusa la “Prevenzione,

Sorveglianza e Controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza: attivazione e

funzionamento dei relativi organismi”. Individua nelle cure primarie un

importante ambito di rinnovamento del SSN nella riorganizzazione delle cure

primarie, “delle quali va accelerato il processo di riassetto organizzativo e

funzionale che comporti un maggiore coinvolgimento dei MMG e dei PLS nel

governo della domanda e dei percorsi sanitari, sperimentando nuove modalità

erogative favorenti l’integrazione con le altre professionalità sanitarie del

territorio”. L’obiettivo del PSN 2006-2008 è “graduale superamento

dell’assistenza primaria basata sullo studio individuale del medico, in favore di

forme sempre più aggregate ed integrate di organizzazione, rivolte anche ai

medici di continuità assistenziale ed agli specialisti ambulatoriali, che

consentano, in sedi uniche, la risposta ai bisogni di salute dei cittadini per 24

ore, 7 giorni la settimana” con “ importanti ricadute sull’accesso improprio al

PS grazie anche alla valorizzazione di tutte le componenti sanitarie del sistema

territoriale”. Impegna, inoltre, lo Stato e le Regioni in azioni concertate e

coordinate volte a generare programmi per la realizzazione di attività

finalizzate alla promozione ed alla tutela dello stato di salute dei cittadini,

individuando come modalità attuativa la cooperazione sinergica Stato-Regioni

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per individuare strategie condivise finalizzate al superamento delle

disuguaglianze ancora presenti in termini di risultati di salute, di accessibilità e

promozione per una più elevata qualità dei servizi, nel rispetto delle autonomie

regionali e delle diversità territoriali.

1183. 2006 – Delibera Regionale Provincia Autonoma di Trento numero 1937

(Prot. numero 129/S127/ap). Prime direttive all’Agenzia Provinciale per la

Rappresentanza Negoziale per il rinnovo del Contratto Collettivo Provinciale

di Lavoro del Comparto Sanità, Area negoziale del personale non dirigenziale,

relativamente al quadriennio 2006/2009, parte normativa, e al biennio

2006/2007, parte economica.

1184. 2006 – Legge Regionale Puglia numero 25 del 3 agosto 2006. Principi e

organizzazione del Servizio Sanitario Regionale.

1185. 2006 – Legge numero 248 del 4 agosto 2006. Conversione in Legge, con

modificazioni, del Decreto Legge numero 223 del 4 luglio 2006, recante

disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e

la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di

entrate e di contrasto all’evasione fiscale.

1186. 2006 – Legge 296/2006, (Legge Finanziaria 2007), articolo 1, commi

805, 806, 807. Ha istituito un fondo triennale di 60,5 milioni di euro destinati a

cofinanziare linee progettuali coerenti con quelle indicate da appositi Decreti

Ministeriali ed in gran parte sovrapponibili alle precedenti, quasi si trattasse di

una integrazione di tipo premiale.

1187. 2006 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 33619

depositata il 6 ottobre 2006. Si è pronunciata in materia di colpa professionale

di equipe medica ed è tornata sui criteri di imputazione soggettiva della

responsabilità e sul concetto di “errore evidente” ad un “professionista medio”.

Questa la massima: “ogni sanitario è responsabile non solo del rispetto delle

regole di diligenza e perizia connesse alle specifiche ed effettive mansioni

svolte, ma deve anche conoscere e valutare le attività degli altri

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componenti dell’èquipe in modo da porre rimedio ad eventuali errori posti

in essere da altri, purché siano evidenti per un professionista medio,

giacché le varie operazioni effettuate convergono verso un unico risultato

finale”. Si tratta della dibattuta questione circa il dovere di vicendevole

controllo cui sono tenuti i medici che svolgono attività di gruppo, al fine di

porre riparo ad eventuali errori evidenti e rilevabili con il supporto delle

conoscenze comuni del cosiddetto “professionista medio”.

1188. 2006 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

22390 del 19 ottobre 2006. Per il trattamento diagnostico-terapeutico necessità

del consenso dopo adeguata e circostanziata informazione. La condotta di

corretta informazione sul trattamento sanitario, specie quando è ad alto rischio,

(…..), non appartiene ad un momento prodromico esterno al contratto, ma è

condotta interna al contatto medico sanitario, ed è elemento strutturale interno

al rapporto giuridico che determina il consenso al trattamento sanitario.

Quando l’intervento venne eseguito (6 settembre 1988) non era in vigore la

Legge numero 281 del 30 luglio 1998, che ottemperando alle Direttive

Europee, riconosce al malato, quale utente del Servizio Sanitario, il diritto

fondamentale e irrinunciabile alla adeguata informazione sulla prestazione

sanitaria, e quindi al consenso informato. Ma tale norma non ha carattere

innovativo rispetto al diritto all’epoca esistente in materia di garanzie della

salute, operando in tal senso la garanzia del diritto alla salute, ai sensi

dell’articolo 32 della Costituzione, come parametro di conformazione dei

rapporti contrattuali tra medico e paziente o tra paziente e struttura sanitaria. Si

vuol dire che se il consenso ad una prestazione o atto chirurgico deve essere

prestato, il contenuto del consenso deve essere necessariamente arricchito dalla

previa corretta informazione sulla qualità e sicurezza del servizio sanitario e

sulla adeguata previa informazione sui rischi operatori e postoperatori, anche in

relazione alla efficienza della struttura sanitaria ospitante.

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1189. 2006 – Sentenza del Tribunale di Monza del 23 ottobre 2006. E’ fonte di

responsabilità professionale l’errato posizionamento della piastra

dell’elettrobisturi che può comportare gravi ustioni al paziente. Al riguardo la

giurisprudenza di merito, per i danni riportati da un paziente a causa

dell’inadeguato utilizzo dell’elettrobisturi, ha ritenuto l’infermiere unico

responsabile dell’evento dannoso escludendo la responsabilità dei medici.

1190. 2006 – Direttiva 2006/86/CE della Commissione del 24 ottobre 2006.

Attua la Direttiva 2004/23/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio per

quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni

ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, la

lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e

cellule umani.

1191. 2006 – DCR Lombardia numero VIII/0257 del 26 ottobre 2006. Piano

Socio-Sanitario Regionale 2007-2009.

1192. 2006 – Mansioni superiori. Consiglio di Stato del 29 ottobre 2006. Sulla

questione relativa alla retribuibilità o meno delle mansioni superiori svolte dai

dipendenti pubblici, si è formato – dopo orientamenti giurisprudenziali non

sempre univoci – un indirizzo ormai consolidato del Consiglio, nel senso che ai

fini del suo conseguimento occorrono, oltre ad una espressa previsione

normativa, altri presupposti essenziali, ossia: un preventivo provvedimento di

incarico; la disponibilità in organico del relativo posto; il riferimento

dell’incarico a mansioni proprie della qualifica immediatamente superiore,

come peraltro previsto dall’articolo 57 del D. Lgs. numero 29 del 3 febbraio

1993 (normativa la cui applicazione è stata rinviata varie volte fino alla sua

abrogazione, avvenuta con il D. Lgs. numero 80 del 31 marzo 1998).

1193. 2006 – UNI CEN/TS 15224/2006 – Servizi nella Sanità. Sistemi di

gestione per la qualità. Guida per l’utilizzo della EN ISO 9001:2000.

1194. 2006 – Linee Guida OMS sull’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria

(bozza avanzata) – 2006 – Su Internet.

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1195. 2006 – UNI EN 13795-3:2006 – Teli chirurgici, camici e tute per blocchi

operatori, utilizzati come dispositivi medici per pazienti, personale clinico e

attrezzature. Parte 3: Requisiti di prestazione e livelli di prestazione.

1196. 2006 – UNI EN ISO 14644-3:2006 – Camere bianche ed ambienti

associati controllati. Parte 3: Metodi di prova.

1197. 2006 – UNI EN ISO 11137-1:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Radiazione. Parte 1: Requisiti per lo sviluppo, la convalida e il controllo

sistematico dei processi di sterilizzazione per i dispositivi medici.

1198. 2006 – UNI EN ISO 11137-2:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Radiazione. Parte 2: Definizione della dose sterilizza.

1199. 2006 – UNI EN ISO 11137-3:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Radiazione. Parte 3: Guida sugli aspetti dosimetrici.

1200. 2006 – UNI EN ISO 11607-1:2006 – Imballaggi per dispositivi medici

sterilizzati terminalmente. Parte 1: Requisiti per materiali, sistemi di barriera

sterili e sistemi di imballaggio.

1201. 2006 – UNI EN ISO 11607-1:2006 – Imballaggi per dispositivi medici

sterilizzati terminalmente. Parte 2: Requisiti di convalida per il formato, la

tenuta e i processi di assemblaggio.

1202. 2006 – UNI EN ISO 11737-1:2006 – Sterilizzazione dei dispositivi

medici. Metodi microbiologici. Parte 1: Determinazione di una popolazione di

microrganismi sui prodotti.

1203. 2006 – UNI EN ISO 11138-1:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori biologici. Parte 1: Requisiti generali.

1204. 2006 – UNI EN ISO 11138-2:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori biologici. Parte 2: Indicatori biologici per processi di sterilizzazione

a ossido di etilene.

1205. 2006 – UNI EN ISO 11138-3:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori biologici. Parte 3: Indicatori biologici per processi di sterilizzazione

a calore umido.

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1206. 2006 – UNI EN ISO 11138-4:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori biologici. Parte 4: Indicatori biologici per processi di sterilizzazione

a calore secco.

1207. 2006 – UNI EN ISO 11138-5:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori biologici. Parte 5: Indicatori biologici per processi di sterilizzazione

a vapore d’acqua e a formaldeide a bassa temperatura.

1208. 2006 – UNI EN ISO 18472:2006 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori biologici e chimici. Apparecchiatura di prova.

1209. 2006 – UNI EN ISO 15883-1:2006 – Apparecchi di lavaggio e

disinfezione. Parte 1: Requisiti generali, termini, definizioni e prove.

1210. 2006 – UNI EN ISO 15883-2:2006 – Apparecchi di lavaggio e

disinfezione. Parte 2: Requisiti e prove per apparecchi di lavaggio e

disinfezione per strumenti chirurgici, apparecchiature per anestesia, corpi cavi,

utensili, vetreria, ecc., che utilizzano la termodisinfezione.

1211. 2006 – UNI EN ISO 15883-3:2006 – Apparecchi di lavaggio e

disinfezione. Parte 3: Requisiti e prove per apparecchi di lavaggio e

disinfezione che utilizzano la termodisinfezione per i contenitori di deiezioni

umane.

1212. 2006 – UNI CEN ISO/TS 15883-5:2006 – Apparecchi di lavaggio e

disinfezione. Parte 5: Metodo di prova dello sporco per dimostrare l’efficacia

di pulizia.

1213. 2006 – UNI EN ISO 22610:2006 –Teli chirurgici, camici e tute per

blocchi operatori, utilizzati come dispositivi medici, per pazienti, personale

clinico e attrezzature. Metodi di prova per determinare la resistenza alla

penetrazione batterica allo stato umido.

1214. 2006 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezioni Unite, numero

23753 dell’8 novembre 2006 (Ud. 12 ottobre 2006). Lesione della salute

umana. Ricorso all’articolo 2043 Codice Civile. Protezione dell’ordinamento.

Diritto alla salute. Affievolimento. Esclusione. In tema di lesione della salute

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umana anche la Corte Costituzionale, con sentenza numero 641 del 30

dicembre 1987, ha dichiarato che è possibile il ricorso all’articolo 2043 del

Codice Civile sia sotto forma della reintegrazione del patrimonio del

danneggiato, sia sotto quello della prevenzione dell’illecito. Sicchè, la

protezione che l’ordinamento vigente apprestata al titolare del diritto alla salute

si estrinseca sia nel vietare agli altri consociati di tenere comportamenti che

contraddicano il diritto, sia nel sanzionare gli effetti lesivi della condotta

illecita, obbligando il responsabile al risarcimento del danno. Il diritto alla

salute, infatti, appartiene a quella categoria di diritti che non tollerano

interferenze esterne che ne mettano in discussione l’integrità (Sentenza Corte

di Cassazione, Sezioni Unite, numero 6218 del 21 marzo 2006). Presidente V.

Carbone, Relatore L.F. Di Nanni.

1215. 2006 – Sentenza del Tribunale Civile di Roma del dicembre 2006.

Divieto di accanimento terapeutico. Concetto. Manca una definizione

condivisa ed accettata. Principi di autodeterminazione e del consenso

informato. Principi costituzionali (articoli 2 e 32 della Costituzione) di tutela

della dignità della persona. Lacuna normativa. Rapporto medico-paziente.

Interpretazione soggettiva e alla discrezionalità. Natura tecnica ed empirica.

Limiti. Il divieto di accanimento terapeutico è un principio solidamente basato

e inquadrabile sui principi costituzionali (articoli 2 e 32 della Costituzione) di

tutela della dignità della persona, ma che non è regolato dal diritto. Pur

profondamente mutato il modo di intendere il rapporto medico-paziente, il

segno di questa trasformazione è nella rilevanza assunta dal consenso

informato che ha spostato il potere di decisione del medico al paziente. Sul

piano pratico del corrispondente diritto del paziente ad esigere e a pretendere

che sia cessata una determinata attività medica di mantenimento in vita, lascia

il posto, per un’evidente “lacuna” giuridica, all’interpretazione soggettiva e alla

discrezionalità e non a una disciplina normativa in materia. Sicchè, nel

concetto di accanimento terapeutico, i confini nell’ambito dell’ordinamento,

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sono incerti ed evanescenti e manca una definizione condivisa ed accettata;

manca, inoltre, la definizione di quando l’insistere con trattamenti di sostegno

vitale sia prassi ingiustificata o sproporzionata. E soprattutto “non esistono

Linee Guida di natura tecnica ed empirica di orientamento del comportamento

dei medici”. Giudice Salvio. Ric. Piergiorgio Welby.

1216. 2006 – In Italia “l’uso compassionevole” è regolamentato dal Decreto

Ministeriale del 5 dicembre 2006 (cosiddetto Decreto Turco, reiterato nel

2008, assumendo la denominazione Decreto Turco-Fazio), in materiadi

utilizzazione di medicinali per terapia genica e per terapia cellulare preparati su

cosiddetta base non ripetitiva, ovverosia su singoli pazienti al di fuori di

sperimentazioni cliniche (come affermato dal Decreto stesso in premessa:

“medicinali da non sottoporre all’iter autorizzativo previsto per le

sperimentazioni cliniche di medicinali di cui al Decreto Legislativo numero

211 del 24 giugno 2003).

1217. 2006 – Legge Regionale Liguria numero 41 del 7 dicembre 2006.

Riordino del Servizio Sanitario Regionale.

1218. 2006 – Regolamento Comunità Europea numero 1907/2006 del 18

dicembre 2006 (In vigore dall’1 giugno 2007. In Italia fa fronte all’impegno

l’ISS con il Centro Nazionale Sostanze Chimiche). Registrazione, valutazione,

autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (REACH).

1219. 2006 – Legge numero 296 del 27 dicembre 2006, articolo 1, comma 909

e seguenti. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale

dello Stato (Legge Finanziaria 2007). La Legge prevede, anche, l’istituzione di

un fondo per il cofinanziamento di progetti regionali su specifiche materie

considerate di particolare interesse sanitario, fra cui la sperimentazione del

modello assistenziale “case della salute”.

1220. 2006 – Cassazione. L’infermiera che si rifiuta di pulire i malati

commette omissione di atti d’ufficio. La Sesta Sezione Penale della Corte di

Cassazione (con sentenza numero 39486/2006) ha stabilito che rischia la

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condanna per omissione di atti d’ufficio l’infermiera che, accampando scuse,

rifiuta di pulire i pazienti dell’ospedale nel quale presta la propria attività

lavorativa. I Giudici del Palazzaccio hanno infatti precisato che “le operazioni

di pulizia del paziente rientrano nelle tipiche mansioni degli infermieri

generici” e che “a norma dell’articolo 6 D.P.R. del 14 marzo 1974, numero 225

l’infermiere generico, su prescrizione del medico, provvede direttamente, tra

l’altro, alle operazioni di pulizia del paziente […]”. La Corte ha poi aggiunto

che non è detto che “la prescrizione del medico avvenga necessariamente di

volta in volta per ogni intervento da effettuarsi sui pazienti, ben potendo essa

essere impartita in via generale e sulla base di turni di servizio, come nella

specie verificatosi”. Con questa decisione la Corte ha confermato la condanna

di un’infermiera generica (alla reclusione di mesi sei e all’interdizione dai

pubblici uffici), “rea” di essersi rifiutata di pulire un paziente appena

sottoposto a intervento di chirurgia intestinale (resezione del colon) il cui letto

e le parti intime erano imbrattate con le feci fuoriuscite dalla sacca di

contenimento sostenendo di provare vergogna a causa della differenza di sesso.

1221. 2007 – Tribunale di Roma. Sezione II Civile. Sentenza 28 dicembre

2006 – 3 gennaio 2007 (giudice Bochicchio). Sangue infetto e legittimazione

del Ministero della Salute. “… Condanna il Ministero della Salute al

pagamento in favore di (…) a titolo di risarcimento del danno della somma di

euro 726.223,50 oltre interessi al saggio legale sull’importo originario di euro

224.226,10 via via ed anno per anno rivalutato, dal 15 dicembre 1981;

condanna il Ministero della Salute al pagamento a titolo di risarcimento del

danno in favore di (…) e di (…) della somma di euro 60.518,62 ciascuno oltre

interessi al saggio legale sull’importo di euro 18.685,51 via via ed anno per

anno rivalutato dal 15 dicembre 2001; rigetta nel resto le domande proposte;

pone definitivamente a carico del Ministero convenuto le spese di CTU;

condanna il Ministero convenuto al rimborso delle spese di lite liquidate in

euro 985,00 per spese oltre anticipi al CTU ed euro 734,46 per spese, oltre

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anticipi al CTU, ed euro 17,000,00 per diritti e onorari oltre spese generali ed

accessori di legge …”.

1222. 2007 – Giustificazione assenze. TAR Veneto. Sentenza numero 7 del 9

gennaio 2007. E’ ammessa la sanzione disciplinare nei confronti del lavoratore

che non ha prodotto il certificato medico giustificativo dell’assenza anche per

un solo giorno di malattia qualora l’Amministrazione lo richieda.

1223. 2007 – Deliberazione dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici

del 10 gennaio 2007. Attuazione dell’articolo 1, comma 65 e 67, della Legge

numero 266 del 23 dicembre 2005 per l’anno 2007.

1224. 2007 – Comunicazione dell’Autorità per la vigilanza sui contratti

pubblici del 16 gennaio 2007. Attuazione dell’articolo 1, comma 65 e 67, della

Legge numero 266 del 23 dicembre 2005 per l’anno 2007 (contributi in sede di

gara).

1225. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, numero 1101 del

18 gennaio 2007. L’istanza di astensione non può essere accolta perché la

controversia, riguardando un licenziamento, rientra fra quelle che devono

essere comunque trattate, secondo le stesse disposizioni di

autoregolamentazione. Il primo motivo di ricorso denunzia insufficiente e

contraddittoria motivazione in ordine a punti decisivi della controversia. Il

Giudice del merito ha ritenuto regola di prudenza per il datore di lavoro

attendere l’esito del procedimento penale giustificando poi l’adozione del

licenziamento con la mancata definizione del giudizio penale di primo grado

dopo nove anni. Il secondo motivo di ricorso denunzia violazione e falsa

applicazione dell’articolo 2119 Codice Civile, in relazione alla Legge numero

300 del 1970, articolo 7; omessa motivazione in ordine punti decisivi della

controversia. La Corte ha sostanzialmente trascurato il principio secondo cui la

non immediatezza della contestazione determina illegittimità del

licenziamento. I due motivi possono essere trattati congiuntamente in quanto

connessi. Essi sono fondati.

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1226. 2007 – Sardegna. Piano Regionale dei Servizi Sanitari 2006-2008.

Approvato dal Consiglio Regionale nella seduta pomeridiana del 19 gennaio

2007.

1227. 2007 – Sentenza del Tribunale di Monza, Sez. I, del 25 gennaio 2007. La

responsabilità del sanitario e, di riflesso, della struttura per cui egli agisce, per

violazione dell’obbligo del consenso informato discende dalla tenuta di una

condotta omissiva dell’adempimento dell’obbligo di informazione circa le

prevedibili conseguenze del trattamento cui il paziente venga sottoposto e dalla

successiva verificazione, in conseguenza del trattamento stesso, di un

aggravamento delle condizioni di salute del paziente. Ai fini della

configurazione di tale responsabilità, che si ritiene abbia natura contrattuale

(per tutte la sentenza della Corte di Cassazione numero 11321 del 29 marzo

1978), appare del tutto indifferente se il trattamento sia stato eseguito

correttamente o meno, secondo l’orientamento della S.C., da ultimo ribadito

con la sentenza numero 5444 del 14 marzo 2006. Tale orientamento appare

pienamente condivisibile. La responsabilità medica, nell’ipotesi di esecuzione

non corretta, opera su di un piano diverso, rispetto alla responsabilità

nell’ipotesi di assenza di consenso informato. Nel caso in esame, l’attore era

affetto da un’ernia inguinale che non necessariamente deve essere trattata

chirurgicamente. Laddove il paziente fosse stato informato dei rischi

prevedibili dell’intervento, quali la sintomatologia dolorosa residuata,

provocata da banali movimenti e che può protrarsi anche per parecchie ore

dopo la comparsa, poteva anche decidere di non sottoporsi all’intervento.

1228. 2007 – Decreto Legislativo numero 6 del 26 gennaio 2007. Disposizioni

correttive ed integrative del Decreto Legislativo numero 163 del 12 aprile

2006, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture

in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE, a norma dell’articolo

25, comma 3, della Legge numero 62 del 18 aprile 2005 (legge comunitaria).

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1229. 2007 – Legge Regionale numero 11/2007. Legge per la dignità e la

cittadinanza sociale. Attuazione della Legge numero 328 dell’8 novembre

2000.

1230. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 2311 del 2

febbraio 2007. Diritto alla sessualità. Responsabilità del medico. Quanto al

diritto alla sessualità, occorre ricordare l’incipit della Corte Costituzionale

(Corte Costituzionale 561/87) che lo inquadra tra i diritti inviolabili della

persona (articolo 2), come modus vivendi essenziale per l’espressione e lo

sviluppo della persona. Certamente la perdita della sessualità costituisce anche

danno biologico (la cui valutazione nelle tabelle medico legali convenzionali

supera normalmente il livello della micropermanente e determina un rilevante

ritocco del punteggio finale) consequenziale alla lesione per fatto della

circolazione (come è nel caso di specie), ma nessuno ormai nega (vedi da

ultimo Cassazione, Sezioni Unite 6572/06 e 13546/06) che la perdita o la

compromissione anche soltanto psichica della sessualità (come avviene nei casi

di stupro e di pedofilia) costituisca di per sé un danno esistenziale, la cui

rilevanza deve essere autonomamente apprezzata e valutata equitativamente in

termini non patrimoniali e con una congrua stima dell’equivalente economico

del debito di valore (Cfr. Sentenza Suprema Corte di Cassazione Civile,

Sezione I, numero 9801 del 10 maggio 2005).

1231. 2007 – Sentenza della Corte d’Appello di Genova del 7 febbraio 2007.

Valore del consenso informato per accettare o no la decisione del medico. La

verifica dell’esistenza del consenso informato rileva solo se l’intervento

comporti dei rischi che il malato può decidere di affrontare o meno, ma quando

si tratti di scegliere come impostare un intervento e quale tipo eseguire,

valutando i rischi collegati all’una o all’altra situazione, è il medico l’unico

tenuto a decidere.

1232. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione II, numero 2724

dell’8 febbraio 2007. Medicinali commercializzati nei Paesi dell’Unione

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Europea. Necessità dell’autorizzazione per la commercializzazione in Italia.

Sanzioni amministrative. I prodotti medicinali e farmaceutici già in vendita in

altri paesi dell’Unione Europea non sono liberamente commerciabili e

somministrabili in Italia ma devono comunque ottenere, con procedura

semplificata, l’autorizzazione del Ministero della Salute.

1233. 2007 – Legge Regionale Basilicata numero 4 del 14 febbraio 2007. Rete

regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale.

1234. 2007 – Legge 11 del 2007. Sul Welfare.

1235. 2007 – Decreto Ministeriale numero 43 del 22 febbraio 2007.

Regolamento recante “Definizione degli standard relativi all’assistenza ai

malati terminali in trattamento palliativo, in attuazione dell’articolo 1, comma

169, della Legge numero 311 del 30 dicembre 2004”. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 81 del 6 aprile 2007. Testo aggiornato al 5 dicembre

2007.

1236. 2007 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 4211

del 23 febbraio 2007. Rifiuto trattamenti sanitari. Se il paziente è incosciente

prevale il dovere di cura. Il dissenso, come il consenso, deve essere in

equivoco, attuale, effettivo e consapevole; conseguentemente, alla luce di

questi elementi e di un dissenso espresso prima dello stato d’incoscienza

conseguente all’anestesia, è lecito da parte dei sanitari domandarsi, in seguito,

se il paziente voglia o meno essere trasfuso, qualora le condizioni di salute

dello stesso si aggravino rendendolo in pericolo di vita. Nelle varie situazioni

configurabili nell’attuale dibattito sul tema drammatico della morte, situazioni

da tenere ben distinte per evitare sovrapposizioni fuorvianti, il tema in esame

riguarda appunto il rifiuto alle cure, ma non nel senso di statuire sulla

legittimità del diritto di rifiutare nel caso dei Testimoni di Geova le trasfusioni

di sangue anche se ciò determina la morte ma, più limitatamente, di accertare la

legittimità del comportamento dei sanitari che hanno praticato la trasfusione

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nel ragionevole convincimento che il primitivo rifiuto del paziente non fosse

più valido e operante.

1237. 2007 – Legge numero 17 del 26 febbraio 2007. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto Legge numero 300 del 28 dicembre 2006,

recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Disposizioni di

delegazione legislativa. Sui dati personali. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 47 del 26 febbraio 2007, Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al

10 dicembre 2007.

1238. 2007 – Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri,

Dipartimento per le Politiche Europee del 1 marzo 2007. Principi da applicare,

da parte delle stazioni appaltanti, nella scelta dei criteri di selezione e di

aggiudicazione di un appalto pubblico di servizi.

1239. 2007 – Accordo del 6 marzo 2007 (Piano di Rientro 2007-2009) tra il

Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e delle Finanze e la Regione

Liguria per l’approvazione del Piano di Rientro di individuazione degli

interventi per il perseguimento dell’equilibrio economico ai sensi dell’articolo

1, comma 180, della Legge numero 311 del 30 dicembre 2004.

1240. 2007 – Sentenza del Tribunale di Monza del 7 marzo 2007. Il

risarcimento per mancato consenso. La violazione dell’obbligo di informare il

paziente circa la natura e la portata dell’intervento, i rischi che potrebbe

comportare, i risultati conseguibili, le potenziali conseguenze negative, le

diverse procedure e le eventuali terapie alternative, non è risarcibile ipso iure,

ma solo se sussiste un nesso causale tra l’intervento chirurgico ed il

peggioramento delle condizioni del paziente.

1241. 2007 – Legge Regionale Veneto numero 5 del 9 marzo 2007.

Programma Regionale di Sviluppo (PRS).

1242. 2007 – Accordo del 13 marzo 2007 (Piano di Rientro 2007-2009) tra il

Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e delle Finanze e la Regione

Campania per l’approvazione del Piano di Rientro di individuazione degli

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interventi per il perseguimento dell’equilibrio economico ai sensi dell’articolo

1, comma 180 della Legge numero 311 del 30 dicembre 2004.

1243. 2007 – Accordo del 27 marzo 2007 (Piano di Rientro 2007-2009) tra il

Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e delle Finanze e la Regione

Molise per l’approvazione del Piano di Rientro di individuazione degli

interventi per il perseguimento dell’equilibrio economico ai sensi dell’articolo

1, comma 180, della Legge numero 311 del 30 dicembre 2004.

1244. 2007 – Sentenza della Corte d’Appello di Roma, Sez. III, del 27 marzo

2007. Importanza della sottoscrizione del modulo di consenso. Per il consenso

informato una particolare rilevanza va attribuita al modulo sottoscritto dal

paziente. L’avvenuta informazione del tipo d’intervento da parte del chirurgo

(anche se correttamente modificato all’atto dell’esecuzione), risultante dal

modulo d’informazione e consenso, liberamente sottoscritto dal paziente, ha

implicato, nel caso specifico, la non opponibilità della prova testimoniale

contro detta scrittura.

1245. 2007 – Legge numero 46 del 6 aprile 2007. Costituzione Centro

Nazionale Sostanze Chimiche (CSC).

1246. 2007 – Sentenza del Tribunale Civile di Paola numero 462 del 17 aprile

2007. Se manca il consenso informato, il paziente va risarcito. Il risarcimento

del danno può essere riconosciuto per il solo fatto dell’inadempimento

dell’obbligo di esatta informazione che il sanitario è tenuto ad adempiere. Tale

inadempimento da luogo al diritto al risarcimento del danno conseguente a tale

specifica causa che va tenuto distinto dal risarcimento dei danni legati al tipo di

intervento praticato. La paziente ha quindi diritto al risarcimento del danno per

il semplice fatto che le è stato praticato un intervento senza renderla edotta

delle possibili conseguenze negative.

1247. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, numero 10214

del 4 maggio 2007. Danni da vaccinazioni (Epatite Silente). Soggetti

danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusione ed emoderivati. Contagio

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HCV asintomatico e senza pregiudizi attuali. Diritto all’indennizzo. E’

legittima (ai sensi della tutela accordata dalla Legge numero 210 del 1992 ai

soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusione ed emoderivati,

della quale sottolinea il carattere assistenziale, e non risarcitorio, a tutela della

lesione permanente dell’integrità psico-fisica, quindi della salute come tale,

indipendentemente dall’incidenza sulla capacità di produrre reddito, ha

riconosciuto il diritto all’indennizzo al soggetto affetto da contagio HCV,

comportante sicuramente un danno permanente alla salute, pur in assenza di

sintomi e pregiudizi funzionali attuali), la decisione della Corte Territoriale che

ha riconosciuto la tutela de qua in favore di un soggetto affetto, a seguito di

trasfusione, da “epatite silente”, come tale determinante un danno permanente

alla salute, anche in virtù dello stile di vita che tale patologia cronica avrebbe

imposto.

1248. 2007 – Decreto Ministeriale 16 maggio 2007 e relativo Decreto

Integrativo. Modalità e contenuti prova di ammissione ai corsi di laurea

specialistica/magistrale delle professioni sanitarie per l’anno accademico

2007/2008.

1249. 2007 – Decreto Ministeriale Integrativo del 23 maggio 2007 riferito al

Decreto Ministeriale 16 maggio 2007.

1250. 2007 – Tribunale di Milano (Ufficio GIP), 4 giugno 2007 (Dalla Via e

altri). (1) Le caratteristiche rispettivamente dell’asbestosi e del mesotelioma

pleurico sono del tutto peculiari, con profonde ripercussioni per ciò che

concerne la prevedibilità dell’evento e, di conseguenza, la doverosità nella

adozione di cautele atte specificamente a prevenire l’insorgenza di tali

patologie. (2) In relazione al giudizio di evitabilità dell’esposizione a situazioni

di pericolo per l’insorgenza di malattie da amianto, si deve considerare lo

sviluppo della scienza e delle conoscenze nel settore con riguardo alle due

distinte patologie dell’asbestosi e del mesotelioma pleurico. Le misure

applicabili fino agli anni ’80 per eliminare o ridurre i rischi da polveri erano

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efficaci per prevenire, tra i danni da amianto, l’asbestosi e non già il

mesotelioma, che è provocato soltanto dalle fibre ultrafini, le quali fibre non

erano né visibili né eliminabili con le misure preventive allora disponibili, con

la conclusione che il mesotelioma non era prevedibile, negli anni ’60, ’70, ’80,

con i mezzi tecnici all’epoca disponibili in ambito industriale. Fonti: Foro

Ambrosiano 2007, 3, 303, nota di Baccaredda Boy. (3) Non rispondono di

omicidio colposo e di lesioni colpose in relazione alla morte di alcuni

lavoratori per mesotelioma pleurico e alle malattie professionali (asbestosi,

placche pleuriche, mesotelioma pleurico) contratte da altri lavoratori, gli ex

dirigenti di un’azienda i quali, all’epoca in cui i predetti lavoratori furono

esposti alle dosi contaminanti di polveri e fibre di amianto, non rivestivano

posizioni di garanzia all’interno dell’azienda ove si svolgevano le lavorazioni a

rischio. Fonti: Corriere del Merito, 2007, 11, 1289.

1251. 2007 – Sentenza del Tribunale di Novara del 5 giugno 2007. Violazione

del consenso informato per terapie chirurgiche diverse o ulteriori. La

responsabilità dei sanitari operanti nel presidio ospedaliero (P.O.) per

violazione dell’obbligo del consenso informato, si realizza per il fatto stesso

dell’omessa di informazione circa le prevedibili conseguenze del trattamento

cui il paziente venga sottoposto, e quindi, a maggior ragione per l’esecuzione

di terapie chirurgiche diverse o ulteriori rispetto a quelle per le quali

l’informativa sia stata fornita ed il consenso prestato: ogni qual volta si

verifiche, in connessione causale con il trattamento non autorizzato, un

aggravamento delle condizioni di salute di partenza del paziente. Ciò comporta

che, ai fini dell’accertamento delle responsabilità per inadempimento

dell’obbligo informativo, è del tutto indifferente se il trattamento esulante dal

consenso sia stato tecnicamente eseguito in modo corretto (Avv. Ennio

Grassini).

1252. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero 13953

del 14 giugno 2007. Attività medico-chirurgica. Esecuzione dell’intervento

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chirurgico. Responsabilità civile del chirurgo per la condotta degli ausiliari.

Articolo 1228 Codice Civile. Il principio fissato dall’articolo 1228 del Codice

Civile, secondo il quale il debitore che nell’adempimento di un’obbligazione si

avvale dell’opera di terzi risponde anche dei fatti dolosi o colposi di costoro, si

applica anche al rapporto che viene ad instaurarsi, nell’ambito dell’attività

medico-chirurgica, tra il medico operatore e i suoi ausiliari, sulla cui condotta è

tenuto ad assolvere ad un obbligo di controllo e di vigilanza sia nella fase

preparatoria che in quella di esecuzione dell’intervento chirurgico.

1253. 2007 – Sentenza del Tribunale di Forlì, Sezione dist. Cesena, numero

209 del 21 giugno 2007. Un modulo prestampato e generico non è indizio del

consenso informato. Anche se l’intervento chirurgico è stato eseguito

correttamente, sussiste la responsabilità (contrattuale) dei sanitari in mancanza

il consenso informato, in quanto il trattamento medico prestato senza consenso

viola gli articoli 32 e 13 della Costituzione. Fermo restando che l’onere della

prova di aver fornito un valido consenso informato è a carico dei sanitari

convenuti, il Tribunale chiarisce che la sottoscrizione di un modulo

prestampato e generico, senza riferimenti specifici al caso concreto, non

costituisce nemmeno un indizio al riguardo; la sentenza è interessante anche

sotto il profilo del danno: in linea con il pensiero dottrinale prevalente e

costante giurisprudenza, viene affermato che, in mancanza di un consenso

informato valido, è risarcibile l’intero danno subito dal paziente e non il solo

danno derivante dalla violazione del diritto all’autodeterminazione.

1254. 2007 – Decreto Ministeriale del 10 luglio 2007. Attuativo delle

previsioni della Legge Finanziaria, individua la “sperimentazione del modello

assistenziale case della salute”, e l’Accordo Stato-Regioni del 1 agosto 2007

sulle linee progettuali per l’utilizzo delle risorse vincolate ai sensi dell’articolo

1 comma 34 e 34 bis della Legge numero 662 del 23 dicembre 1996 per la

realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale che ha

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riservato il 25% delle risorse al tema delle cure primarie con riferimento anche

alla sperimentazione della “Casa della Salute”.

1255. 2007 – Decreto Ministeriale numero 155 del 12 luglio 2007 (in Gazzetta

Ufficiale numero 217 del 18 settembre 2007). Modalità di tenuta del registro e

delle cartelle sanitarie dei lavoratori esposti, durante il lavoro, ad agenti

cancerogeni.

1256. 2007 – Decreto Legislativo numero 113 del 31 luglio 2007. Ulteriori

disposizioni correttive e integrative del Decreto Legislativo numero 163 del 12

aprile 2006, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e

forniture a norma dell’articolo 25, comma 3, della Legge numero 62 del 18

aprile 2005.

1257. 2007 – Accordo tra il Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e

delle Finanze e la Regione Siciliana (Piano di Rientro 2007-2009) del 31 luglio

2007 per l’approvazione del Piano di Rientro di riorganizzazione, di

riqualificazione e di individuazione degli interventi per il perseguimento

dell’equilibrio economico ai sensi dell’articolo 1, comma 180, della Legge

numero 311 del 30 dicembre 2004.

1258. 2007 – Conferenza Stato-Regioni, 1 agosto 2007, approvazione

“Accordo per l’istituzione della funzione di coordinamento dando attuazione

all’art. 6 della Legge 43 del 1 febbraio 2006 che prevede, per tutti i profili delle

professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche, riabilitative e della

prevenzione per il cui accesso è previsto il possesso del master di primo

livello in management rilasciato dalle Università, nonché l’esperienza

professionale almeno triennale”.

1259. 2007 – T.A.R. della Lombardia, Sezione di Brescia. Sentenza numero

1136/2007. Pronuncia su titoli equipollenti.

1260. 2007 – Decreto Legislativo numero 145 del 2 agosto 2007. Attuazione

dell’articolo 14 della Direttiva 2005/29/CE che modifica la Direttiva

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84/450/CEE sulla pubblicità ingannevole. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 207 del 6 settembre 2007. Testo aggiornato al 10 dicembre 2007.

1261. 2007 – Mansioni superiori. Corte di Cassazione. Sentenza numero 17020

del 2 agosto 2007. Le mansioni superiori svolte per sostituire colleghi assenti

per brevi periodi non fa scattare automaticamente la promozione ad una

qualifica superiore.

1262. 2007 – Legge numero 120 del 3 agosto 2007. Disposizioni in materia di

attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 181 del 6 agosto 2007. Testo

aggiornato al 3 dicembre 2007.

1263. 2007 – Legge numero 123 del 3 agosto 2007. In materia di tutela della

salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli articoli 2, 3, 5, 6 e 7.

1264. 2007 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

17157 del 6 agosto 2007. L’importanza della sottoscrizione del consenso

informato. L’esclusione della responsabilità del medico può trovare

fondamento, come nel caso di specie, più che sulle risultanze testimoniali e

della consulenza tecnica d’ufficio, sulla firma apposta dal paziente sulla

cartella clinica, in cui si dichiarava formalmente di accettare l’anestesia,

l’intervento e la terapia prescritta.

1265. 2007 – Giustificazione assenze. Corte di Cassazione. Sentenza numero

17898 del 22 agosto 2007. La prassi aziendale consolidata salvo alcune

eccezioni, accertata dal giudice d’appello anche se inserita nel contratto

individuale, è mitigata dalla riserva in favore dell’azienda di applicare alla

lettera la disciplina contrattuale e non impedisce al datore di lavoro di

pretendere la certificazione medica quando ne ravvisi l’opportunità (per

assenze troppo frequenti, o in corrispondenza del ponte festivo, ecc.). Nel caso

in cui non venga fornita la prova dell’assenza giustificata mancano le

condizioni che consentono di ritenere dovuta da parte del datore di lavoro una

prestazione imputabile a titolo di retribuzione.

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1266. 2007 – Mansioni superiori. Corte di Cassazione-Sezioni Unite. Sentenza

numero 25837/07. In materia di pubblico impiego, come si evince anche dalla

lettura dell’articolo 56, comma 6, D. Lgs. numero 29 del 3 febbraio 1993

(sostituito dall’articolo 25 del D. Lgs. numero 80 del 31 marzo 1998, così

come successivamente modificato dall’articolo 15 del D. Lgs. numero 387 del

29 ottobre 1998), l’impiegato cui sono state assegnate, al di fuori dei casi

consentiti, mansioni superiori, anche corrispondenti a una qualifica di due

livelli superiori a quella di inquadramento, ha diritto, in conformità della

giurisprudenza della Corte Costituzionale, a una retribuzione proporzionata e

sufficiente ex articolo 36 della Costituzione. Norma questa che deve, quindi,

trovare integrale applicazione, senza sbarramenti temporali di alcun genere,

pure nel settore del pubblico impiego privatizzato, sempre che le superiori

mansioni assegnate siano state svolte, sotto il profilo quantitativo e qualitativo,

nella loro pienezza, e sempre che in relazione all’attività spiegata siano stati

esercitati i poteri e assunte le responsabilità correlate a dette superiori

mansioni.

1267. 2007 – Direttiva numero 47/2007 del Parlamento Europeo e Consiglio,

del 5 settembre 2007. Modifica alla Direttiva 90/385/CEE del Consiglio per il

ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi

medici impiantabili attivi, la Direttiva 93/42/CEE del Consiglio concernente i

dispositivi medici e la Direttiva 98/8/CE relativa all’immissione sul mercato

dei biocidi. Su Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, numero L 247 del 21

settembre 2007.

1268. 2007 – Discredito del luogo di lavoro. Corte di Cassazione. Sentenza

numero 19232 del 14 settembre 2007. La maldicenza ripetuta può esprimere

una “potenzialità negativa sul futuro adempimento degli obblighi” del

dipendente e ledere il rapporto di fiducia. Il “proferire espressioni offensive

sulla capacità e sulla professionalità del personale” divulgando notizie riservate

come contestazioni a carico di colleghi e per aver gettato discredito

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sull’ospedale la Corte di Cassazione ha ritenuto colpevole un’infermiera ed ha

annullato il reintegro nel posto di lavoro precedentemente accordato in primo e

secondo grado affermando che “In tema di licenziamento per giusta causa,

allorquando siano contestati al dipendente diversi episodi, il giudice di merito

non deve valutarli separatamente, bensì globalmente, al fine di verificare se la

loro rilevanza complessiva sia tale da minare la fiducia che il datore di lavoro

deve poter riporre nel dipendente”.

1269. 2007 – Giunta Regionale Regione Campania. Seduta del 28 settembre

2007. Deliberazione numero 1715. Area Generale di Coordinamento numero

20. Assistenza Sanitaria. Approvazione del Piano Regionale di Prevenzione e

Controllo delle Infezioni associate all’assistenza sanitaria.

1270. 2007 – Accordo Regionale Puglia dell’8 ottobre 2007. Accordo

Regionale per la Medicina Generale in attuazione di quanto previsto

dall’Accordo Collettivo Nazionale del 23 marzo 2005.

1271. 2007 – Cassazione Civile. Sezione III. Sentenza numero 20985 dell’8

ottobre 2007 (Presidente Nicastro, Relatore Talevi). Rottura della protesi

mammaria e responsabilità per danni da prodotto difettoso. In conclusione va

enunciato il seguente principio di diritto: “Il primo comma dell’articolo 8 del

DPR numero 224 del 24 maggio 1988 (“Il danneggiato deve provare il danno,

il difetto e la connessione causale tra difetto e danno …”) va interpretato nel

senso che detto danneggiato deve provare (oltre al danno ed alla connessione

causale predetti) che l’uso del prodotto ha comportato risultati anomali rispetto

alle normali aspettative e tali da evidenziare la sussistenza di un difetto ai sensi

di cui all’articolo 5 del DPR citato; invece il produttore deve provare (ex

articoli 6 ed 8 del DPR citato) che è probabile che il difetto non esistesse

ancora nel momento in cui il prodotto è stato emesso in circolazione”.

1272. 2007 – Sentenza del Tribunale di Monza, Sez. I, del 9 ottobre 2007.

Importanza nel consenso di una informazione circostanziata. Laddove si

ritenesse di accreditare la tesi della paziente, di non essere stata adeguatamente

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informata su tutti i rischi e complicanze dell’intervento, la patologia da cui era

affetta era di tale gravità, che non poteva indurre a non sottoporsi all’intervento

programmato. I rischi legati al trattamento erano, comunque, di gran lunga

inferiori rispetto all’esito, presumibilmente infausto, in caso di mancato

intervento. Peraltro, la paziente aveva sottoscritto il modulo di consenso

informato nel quale era descritto l’intervento al quale sarebbe stata sottoposta:

isterectomia radicale, cioè asportazione dell’utero. La natura dell’intervento è

di immediata comprensione per qualsiasi donna, anche per quanto concerne le

conseguenze. Nel caso di specie deve ritenersi che la signora fosse del tutto

consapevole della natura dell’intervento, dei rischi e delle complicanze, anche

per la sua qualifica di infermiere professionale, che opera in una struttura

ospedaliera, quale ferrista in sala operatoria, il che comporta delle cognizioni

mediche tali da consentirle di valutare, ancora meglio, il significato

dell’intervento. (Avv. Ennio Grassini).

1273. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. IV, numero 41317 dell’11

ottobre 2007. A proposito della responsabilità dei componenti di una èquipe

medica che collega la responsabilità penale, appunto, alla valutazione delle

concrete mansioni di ciascun componente; sulla violazione dei canoni di

diligenza e perizia connessi alle specifiche ed effettive mansioni svolte quale

presupposto della responsabilità in un contesto operativo in cui si muove una

pluralità di chirurghi. “In tema di colpa medica nell’attività di èquipe, ciascuno

dei soggetti che si dividono risponde dell’evento illecito, non solo per non aver

osservato le regole di diligenza, prudenza e perizia connesse alle specifiche ed

effettive mansioni svolte, ma altresì per non essersi fatto carico dei rischi

connessi agli errori riconoscibili commessi nelle fasi antecedenti o contestuali

al suo specifico intervento”.

1274. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione I, numero 21748

del 16 ottobre 2007. Interruzione dell’alimentazione e della idratazione

artificiali. Condizioni e limiti. Fattispecie: persona in stato vegetativo da oltre

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quindici anni. L’idratazione e l’alimentazione artificiali con sondino

nasogastrico non costituiscono, in sé, oggettivamente una forma di

accanimento terapeutico pur essendo, indubbiamente, un trattamento sanitario;

pertanto il giudice può, su istanza del tutore, autorizzarne l’interruzione

soltanto in presenza di due circostanze concorrenti: a) la condizione di stato

vegetativo del paziente sia apprezzata clinicamente come irreversibile senza

alcuna sia pur minima possibilità, secondo standard scientifici

internazionalmente riconosciuti, di recupero della coscienza e delle capacità di

percezione; b) sia univocamente accertato, sulla base di elementi tratti dal

vissuto del paziente, dalla sua personalità e dai convincimenti etici, religiosi,

culturali e filosofici che ne orientavano i comportamenti e le decisioni, che

questi, se cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla continuazione

del trattamento. Ove l’uno o l’altro presupposto non sussista, deve essere

negata l’autorizzazione, perché allora va data incondizionata prevalenza al

diritto alla vita, indipendentemente dalla percezione che altri possano avere

della qualità della vita stessa. Presidente M.G. Luccioli, Relatore A. Giusti.

1275. 2007 – Legge numero 189 del 17 ottobre 2007. Differimento del termine

per l’esercizio della delega di cui all’articolo 4 della Legge numero 43 del 1°

febbraio 2006, recante istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie

infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 260 dell’8 novembre 2007. Testo

aggiornato al 14 dicembre 2007.

1276. 2007 – Sentenza del Tribunale Penale di Roma numero 2049 del 17

ottobre 2007. Quando staccare il respiratore non costituisce reato. Non è

punibile il medico che, con il consenso del paziente, proceda all’interruzione

della terapia di ventilazione assistita, somministrando allo stesso tempo una

terapia sedativa. Il Giudice ha osservato che la condotta tenuta dal medico

rientra nella fattispecie dell’omicidio del consenziente prevista dall’articolo

579 del Codice Penale, ma che l’imputato non è punibile in quanto la

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prosecuzione della ventilazione era stata rifiutata dal paziente che aveva così

esercitato il diritto di autodeterminazione rispetto ai trattamenti sanitari sancito

dall’articolo 32 della Costituzione. Nella motivazione della sentenza viene

accuratamente esaminata la questione della validità del desiderio espresso dal

malato di non subire ulteriormente la prosecuzione della terapia in atto e si

sottolinea che il dissenso del paziente aveva tutti i requisiti prescritti in quanto

manifestato con una volontà personale, autentica, informata, reale e attuale. In

presenza di una decisa e contraria volontà del paziente, non è lecito, quindi,

continuare nella somministrazione di una terapia medica, anche di sostegno

vitale, come la ventilazione assistita.

1277. 2007 – D. M. del 24 ottobre 2007, articolo 8 – Irregolarità contributiva

grave.

1278. 2007 – Sentenza del Consiglio di Stato, Sezione IV, numero 5609 del 26

ottobre 2007 (C.C. 16 ottobre 2007). OGM. Indicazione nell’etichetta della

presenza di materiale derivato da OGM. Esenzione per il caso di

contaminazione accidentale e al di sotto dell’1%. Alimenti destinati a lattanti e

bambini. Sentenza CGCE del 26 maggio 2005. Alla luce dell’interpretazione

della normativa comunitaria offerta dalla Corte di Giustizia delle Comunità

Europee (cfr. Sentenza del 26 maggio 2005), l’esenzione dall’obbligo di

un’indicazione nell’etichetta di prodotti alimentari della presenza di materiale

derivato da taluni OGM, nel caso in cui tale presenza derivi da una

contaminazione accidentale e non superi un livello de minimis dell’1%, si

applica anche ai prodotti alimentari destinati all’alimentazione particolare dei

lattanti e dei bambini nella prima infanzia. Pres. ed Est. Vacirca. Ministero

della Salute (Avv. Stato) c. Codacons (Avv.ti Rienzi, Acerboni, Giuliano,

Samengo e Sanitate) e Federconsumatori (Avv.ti Ursini e Sanitate).

1279. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 39594 del

26 ottobre 2007. In tema di responsabilità medica, la sussistenza del nesso

causale non può essere affermata sulla base di una valutazione di probabilità

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statistica, risultando invece necessaria la formulazione di un giudizio di

probabilità logica, che consenta di ritenere l’evento specifico riconducibile

all’omissione dell’agente al di là di ogni ragionevole dubbio.

1280. 2007 – DGR Lombardia numero VIII/5743 del 31 ottobre 2007.

Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario regionale per

l’esercizio 2008.

1281. 2007 – Corte di Cassazione, a sezioni riunite, sentenza numero 907 del

2007. Il Consiglio di Stato afferma che il diritto di compenso sostitutivo delle

ferie non godute presuppone, per legge, il diniego per ragioni di servizio

espresso dall’Amministrazione al dipendente che intenda fruire del periodo di

ferie. Ne consegue che laddove la rinuncia allo stesso sia il frutto di una scelta

personale, non spetta al dipendente alcun diritto di compenso sostitutivo.

1282. 2007 – Piano di rientro di cui alla DGRC numero 460/2007-2008

1283. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 21594/07.

Risponde del reato commesso dal medico specializzando, materiale esecutore

dell’intervento chirurgico, anche il primario cui lo specializzando è affidato il

quale, allontanandosi durante l’operazione, viene meno all’obbligo di diretta

partecipazione agli atti medici posti in essere dal sanitario affidatogli.

1284. 2007 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 21748 del 2007.

Diritto all’autodeterminazione e diritto alla vita: i beni tutelabili in situazione

di coma vegetativo. L’esame del caso concreto consente di individuare con

facilità quali sono i diritti coinvolti, di primario rilievo costituzionale. Una

giovane donna che da oltre quindici anni si trova in stato vegetativo

permanente e viene tenuta in vita mediante un sondino naso-gastrico che

provvede alla sua idratazione e nutrizione, non avendo alcuna capacità di

relazionarsi col mondo esterno né alcuna autonomia fisica o psichica. La sua

condizione non è assimilabile sul piano scientifico e giuridico alla morte

cerebrale per la conservazione dell’attività cardiaca, circolatoria e di

ventilazione ma il suo mantenimento in vita è garantito esclusivamente

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dall’idratazione e nutrizione artificiale, in mancanza dei quali la morte

sopraggiungerebbe in pochissimi giorni. Il padre, divenuto tutore dopo la

dichiarazione d’interdizione dell’infortunata, richiede un ordine d’interruzione

dell’alimentazione forzata ritenendo di esprimere integralmente la volontà

della propria figlia che non avrebbe scelto, ove ne avesse avuto la possibilità,

di continuare a sopravvivere nella condizione attuale senza alcuna

consapevolezza della prosecuzione dell’esistenza. La Corte individua nel

diritto all’autodeterminazione e nel diritto alla vita le due situazioni soggettive

di potenziale conflitto e stabilisce alcuni principi cardine della decisione finale

che è opportuno ricordare. La selezione degli interessi in gioco ha indotto a

stabilire che nel caso in cui un malato si trovi in una condizione di coma

irreversibile, non possa in alcun modo relazionarsi col mondo esterno e sia

alimentato ed idratato mediante sondino naso-gastrico il Giudice, su richiesta

del tutore e nel contradditorio con il curatore speciale, può autorizzare la

disattivazione del presidio sanitario solo quando lo stato vegetativo sia, in base

ad un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e non vi sia alcuna

possibilità di recupero o di ripresa anche minima di percezione del mondo

esterno secondo gli standards scientifici riconosciuti a livello internazionale e

solo se tale richiesta sia realmente espressiva, in base ad elementi di prova

chiari, univoci e convincenti dell’idea che il paziente aveva maturato sulla

dignità della vita e sul suo livello minimo di vivibilità, da desumersi da sue

precedenti dichiarazioni o dalla personalità, dai valori di riferimento, dal

complessivo stile di vita adottato fino alla perdita di capacità. Secondo

Vincenzo Carbone, Presidente di Cassazione, il consenso informato ha come

correlato la facoltà non solo di scegliere tra le diverse possibilità di

trattamento medico, ma altresì di eventualmente rifiutare la terapia e di

decidere consapevolmente di interromperla, in tutte le fasi della vita, anche il

quella terminale. Nel consentire al trattamento medico o nel dissentire dalla

prosecuzione dello stesso sulla persona dell’incapace, la rappresentanza del

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tutore è sottoposta a un duplice ordine di vincoli: egli deve, innanzitutto, agire

nell’esclusivo interesse dell’incapace, nella ricerca del best interest deve

decidere non al posto dell’incapace né per l’incapace, ma con l’incapace;

quindi ricostruendo la presunta volontà del paziente incosciente, già adulto,

prima di cadere in tale stato, tenendo conto dei desideri da lui espressi prima

della perdita della coscienza, ovvero inferendo quella volontà dalla sua

personalità, dal suo stile di vita, dalle sue inclinazioni, dai suoi valori di

riferimento e dalle sue convinzioni etiche, religiose, culturali e filosofiche.

1285. 2007 - Delibera Gruppo Regionale Campano numero 214 del 2007. Le

attività aggiuntive, rese in attività libero professionali, rappresentano oggi la

principale modalità attraverso la quale vengono garantiti i livelli essenziali di

assistenza (L.E.A.) e assicurata la riduzione delle liste di attesa quindi, in

definitiva, viene contrastato l’esodo dei pazienti verso la Sanità privata o extra-

regionale, contribuendo in maniera determinante alla riduzione della spesa

sanitaria. In questo modo si raggiungono gli obiettivi di virtuosa gestione

economica raccomandati dal Piano di Rientro Regionale e dalla Spending

Review Nazionale. Nello specifico, la Giunta Regionale della Campania con la

Del. 214/2007, in ossequio al CCNL del 3/11/2005, articolo 9, comma 1, a

titolo “Contrattazione Integrativa Regionale”, ha approvato le “Linee Guida

Regionali” volte a chiarire “alcuni aspetti contrattuali che le parti ritengono

importanti e che necessitano di una omogeneità interpretativa sul territorio

regionale al fine di eliminare eventuali situazioni di conflitto ovvero di

contenzioso”.

1286. 2007 – UNI EN 15424:2007 – Sterilizzazione dei dispositivi medici.

Sterilizzatrici a vapore a bassa temperatura e a formaldeide. Requisiti per lo

sviluppo, la convalida e il controllo di routine di un processo di sterilizzazione

per dispositivi medici.

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1287. 2007 – UNI EN ISO 11140-3:2007 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori chimici. Parte 3: Sistemi indicatori di Classe 2 destinati a essere

utilizzati per la prova Bowie-Dick di penetrazione del vapore.

1288. 2007 – UNI EN ISO 11140-4:2007 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Indicatori chimici. Parte 4: Sistemi indicatori di Classe 2 come alternativa alla

prova Bowie-Dick per la rilevazione della penetrazione di vapore.

1289. 2007 – UNI EN ISO 14644-8:2007 – Camere bianche ed ambienti

associati controllati. Parte 8: Classificazione della contaminazione molecolare

aerotrasportata.

1290. 2007 – UNI EN ISO 17665-1:2007 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Calore umido. Parte 1: Requisiti per lo sviluppo, la convalida e il controllo di

routine di un processo di sterilizzazione per dispositivi medici.

1291. 2007 – Decreto Legislativo numero 191 del 6 novembre 2007.

Attuazione della Direttiva 2004/23/CE sulla definizione delle norme di qualità

e di sicurezza per la donazione, l’approvvigionamento, il controllo, la

lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e

cellule umani. Gazzetta Ufficiale numero 261, Serie Generale, del 9 novembre

2007.

1292. 2007 – Decreto Legislativo numero 200 del 6 novembre 2007.

Attuazione della Direttiva 2005/28/CE recante principi e Linee Guida

dettagliate per la buona pratica clinica relativa ai medicinali in fase di

sperimentazione a uso umano, nonché requisiti per l’autorizzazione alla

fabbricazione o importazione di tali medicinali. Articolo 31, comma 3.

Sperimentazione Clinica.

1293. 2007 – Sentenza Corte di Giustizia delle Comunità Europee, Sezione

VII, Causa C-60/07 dell’8 novembre 2007. Esigenze tecniche relative al

sangue ed ai componenti sanguigni. Mancata trasposizione entro il termine

prescritto. Inadempimento di Stato. Direttiva 2004/33/CE. Non avendo

adottato, entro il termine prescritto, le disposizioni legislative, regolamentari e

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amministrative necessarie per conformarsi alla Direttiva 2004/33/CE della

Commissione del 22 marzo 2004, recante applicazione della Direttiva

2002/98/CE ed ai componenti sanguigni, la Repubblica Ceca è venuta meno

agli obblighi che gli incombono ai sensi di questa Direttiva. (Testo Ufficiale:

En n’ayant pas adopté, dans le délai prescrit, les dispositions législatives,

réglementaires et administrative necessaries pour le conformer à la Directive

2004/33/CE de la Commission du 22 mars 2004, portant application de la

Directive 2002/98/CE du Parlement Européen et du Conseil concernant

certaines exigences techniques relatives au sang et aux composants sanguins,

la République Tchèque a manqué aux obligations qui lui incumbent en vertu de

cette Directive).

1294. 2007 – Decreto Legislativo numero 207 del 9 novembre 2007.

Attuazione della Direttiva 2005/61/CE che applica la Direttiva 2002/98/CE per

quanto riguarda la prescrizione in tema di rintracciabilità del sangue e degli

emocomponenti destinati a trasfusioni e la notifica di effetti indesiderati ed

incidenti gravi.

1295. 2007 – Decreto Legislativo numero 208 del 9 novembre 2007.

Attuazione della Direttiva 2005/62/CE che applica la Direttiva 2002/98/CE per

quanto riguarda le norme e le specifiche comunitarie relative ad un sistema di

qualità per i servizi trasfusionali. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

261 del 9 novembre 2007, Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al 14

dicembre 2007.

1296. 2007 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 41317 del

9 novembre 2007. Duplice omicidio: l’attività medica di équipe tra sicurezza e

rischio. Nell’attività medico-chirurgica in équipe, la divisione del lavoro

costituisce un fattore di sicurezza (perché ciascuno dei sanitari è chiamato a

svolgere il lavoro in relazione al quale possiede una specifica competenza e

perché, in rapporto ad esso, è posto nelle condizioni di profondere tutta la

diligenza, prudenza e perizia richieste, senza essere tenuto a controllare

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continuamente l’operato dei colleghi), ma rappresenta anche un fattore di

rischio. Fa sorgere, in particolare, rischi nuovi e diversi (rispetto a quelli propri

dell’attività medica monosoggettiva), essenzialmente derivanti da difetti di

coordinamento o di informazione, da errori di comprensione o dovuti alla

mancanza di una visione di insieme, ecc. e, spesso, tra loro collegati. E, quando

nel caso concreto si appalesino circostanze tali da rendere evidente la

negligenza altrui, quali ad esempio, come nella fattispecie, un’attività colposa

già in atto, oppure un errore commesso nella fase preparatoria, ciascuno dei

soggetti che si dividono il lavoro deve farsi carico di questi rischi peculiari.

1297. 2007 – Sentenza della Corte di Cassazione, Sez. IV, del 14 novembre

2007 (11 novembre 2008). In tema di contenzione farmacologica afferente a

condanna per omicidio colposo dello psichiatra a seguito dell’omicidio doloso

commesso da un paziente psicotico, cui era stato (imprudentemente) sospeso il

trattamento farmacologico. Il caso può essere risolto solo dopo che si accerti

l’esistenza di una posizione di garanzia del medico, vale a dire se su di lui

incombesse l’obbligo di impedire l’evento … come è noto, l’obbligo di

garanzia si fonda sul capoverso dell’articolo 40 c.p., secondo cui non impedire

un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo. Il

fondamento di questa disposizione è da ricercare nei principi solidaristici che

impongono la qualità di garanti della salvaguardia dell’integrità dei beni, i cui

titolari non sono in grado di proteggerli adeguatamente; a questa qualità

devono accompagnarsi poteri impeditivi dell’evento.

1298. 2007 – Accordo Stato-Regioni del 15 novembre 2007 ai sensi dell’art. 4

del D. Lgs 28 agosto 1997, n. 281 (già citato).

1299. 2007 – Decreto Ministeriale del 22 novembre 2007. Costituzione Centro

Nazionale Sostanze Chimiche (CSC).

1300. 2007 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

24742 del 28 novembre 2007. Responsabilità da mancato consenso.

Responsabilità della Casa di Cura. Il chirurgo risponde dei danni sofferti dal

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paziente se non l’ha informato dei rischi anche quando l’intervento è

assolutamente necessario. Inoltre la Casa di Cura è responsabile nel caso in cui

il chirurgo si sia solo appoggiato, per l’intervento, all’Azienda Privata anche se

in realtà era il dottore di fiducia del paziente. Infatti il rapporto che si instaura

tra paziente e Casa di Cura (o Ente Ospedaliero) ha la sua fonte in un atipico

contratto a prestazioni corrispettive con effetti protettivi nei confronti del terzo,

da cui, a fronte dell’obbligazione al pagamento del corrispettivo (che ben può

essere adempiuta dal paziente, dall’assicuratore, dal SSN o da altro ente),

insorgono a carico della Casa di Cura (o dell’Ente), accanto a quelli di tipo lato

sensu alberghieri, obblighi di messa a disposizione del personale medico

ausiliario, del personale paramedico e dell’apprestamento di tutte le

attrezzature necessarie, anche in vista di eventuali complicazioni od

emergenze. Ne consegue che la responsabilità della Casa di Cura (o dell’Ente)

nei confronti del paziente ha natura contrattuale e può conseguire, ai sensi

dell’articolo 1218 Codice Civile, all’inadempimento delle obbligazioni

direttamente a suo carico, nonché, in virtù dell’articolo 1228 Codice Civile,

all’inadempimento della prestazione medico-professionale svolta direttamente

dal sanitario, quale suo ausiliario necessario pur in assenza di un rapporto di

lavoro subordinato, comunque sussistendo un collegamento tra la prestazione

da costui effettuata e la sua organizzazione aziendale, non rilevando in

contrario al riguardo la circostanza che il sanitario risulti essere anche di

fiducia dello stesso paziente o comunque dal medesimo scelto (Cass. Numero

13066/2004; Cass. Numero 1698/2006; Cass. Numero 13953/2007).

1301. 2007 – Commissione Europea. Regolamento numero 1422 del 4

dicembre 2007. Modifiche alle Direttive del Parlamento Europeo e del

Consiglio 2004/17/CEE e 2004/18/CEE riguardo alle soglie di applicazione in

materia di procedure di aggiudicazione degli appalti.

1302. 2007 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 6581 del 5 dicembre

2007. Sulla contenzione farmacologica. E’ ravvisabile il reato di maltrattamenti

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a carico del personale di una “casa protetta”, destinata al ricovero di persone

incapaci perché affette da problemi psichici che, per mantenere tranquilli i

pazienti e non doversene prendere cura durante il servizio notturno, li abbia

abitualmente sottoposti a eccessi di sedazione farmacologica, così da

determinare uno stato di artificioso intorpidimento indotto. In ordine ai rapporti

che devono sussistere tra gli operatori di una struttura parasanitaria e di degenti

malati di mente, l’uso della violenza fisica è circoscritto al ricovero coatto in

regime di TSO e ai mezzi di contenzione diretti ad evitare il pericolo attuale

del compimento di atti etero lesivi o auto lesivi, e sempre solo per il tempo

strettamente necessari allo scopo.

1303. 2007 – Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13

dicembre 2007. Procedure e modulistica del triage sanitario nelle catastrofi.

Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 91 del 17 aprile 2008. Testo

aggiornato al 30 aprile 2009.

1304. 2007 – Decreto Legislativo numero 261 del 20 dicembre 2007.

Revisione del Decreto Legislativo numero 191 del 19 agosto 2005, recante

“Attuazione della Direttiva 2002/98/CE che stabilisce norme di qualità e di

sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la

distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti.” Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 19 del 23 gennaio 2008. Testo aggiornato al 29

maggio 2009.

1305. 2007 – Decreto Ministeriale del 21 dicembre 2007. Istituzione del

sistema informativo dei servizi trasfusionali. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 13 del 16 gennaio 2008. Testo aggiornato al 28 maggio 2009.

1306. 2007 – Decreto Ministeriale del 21 dicembre 2007. “Nuova disciplina

delle attività trasfusionali e della produzione nazionale di emoderivati”.

1307. 2007 – Comunicato di rettifica del Ministero della Salute relativo al

Decreto del 21 dicembre 2007 recante “Nuova disciplina delle attività

trasfusionali e della produzione nazionale di emoderivati”.

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1308. 2007 – Decreto del Ministero della Salute del 21 dicembre 2007.

Sperimentazione Clinica. Tabella comparativa aggiornamento.

1309. 2007 – Decreto Ministeriale del 21 dicembre 2007. Modalità di inoltro

della richiesta di autorizzazione all’Autorità Competente per la comunicazione

di emendamenti sostanziali e la dichiarazione di conclusione della

sperimentazione clinica e per la richiesta di parere al Comitato Etico.

1310. 2007 – Legge numero 244 del 24 dicembre 2007. Disposizioni per la

formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria

2008). Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, numero 300 del 28 dicembre 2007,

Supplemento Ordinario numero 285. Entrata in vigore della Legge l’1 gennaio

2008, ad eccezione dell’articolo 2, comma 13 e dell’articolo 3, comma 36 che

entrano in vigore il 28 dicembre 2007. Il riferimento è l’articolo 3, comma 59

riguardante i criteri assicurativi non più vincolanti l’Azienda ma a carico dei

singoli dipendenti.

1311. 2007 – Giunta Regionale Regione Campania. Seduta del 29 dicembre

2007. Deliberazione numero 2311. Area Generale di Coordinamento numero

20. Assistenza Sanitaria. Attività Formative rivolte alle figure professionali

addette all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria in tema di Prevenzione e

controllo del rischio infettivo in attuazione DGRC numero 1715 del 28/9/2007.

1312. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione, S.U., numero 577 dell’11 gennaio

2008. “In tema di responsabilità contrattuale della struttura sanitaria e di

responsabilità professionale da contatto sociale del medico, ai fini del riparto

dell’onere probatorio l’attore, paziente danneggiato, deve limitarsi a provare

l’esistenza del contratto (o contatto sociale) e l’insorgenza o l’aggravamento

della patologia ed allegare l’inadempimento del debitore, astrattamente idoneo

a provocare il danno lamentato, rimanendo a carico del debitore dimostrare che

tale inadempimento non vi è stato ovvero che, pur esistendo, esso non è stato

etiologicamente rilevante”.

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1313. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione Civile. SS.UU., numero 581

dell’11 gennaio 2008 (Presidente Carbone V.). Intervento delle Sezioni Unite

sui Danni da Sangue Infetto. Responsabilità del Ministero della Salute, a titolo

di omissione, per danni conseguenti ad emotrasfusioni con sangue infetto.

Patologia da virus HIV, HBV e HCV.

1314. 2008 – Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008. Aggiornamento della

tabella di patologie per le quali è obbligatoria la denuncia.

1315. 2008 – Sentenza Suprema Corte Penale a Sezioni Unite numero 2437 del

2008. Ha concluso che non necessariamente da un intervento effettuato in

assenza del consenso o con un consenso prestato in modo non valido possa

derivare, in caso di esito fausto, la responsabilità a titolo di lesioni personali o

violenza privata. Laddove, invece, l’intervento dovesse avere un esito infausto,

il medico risponde di lesioni personali.

1316. 2008 – Sentenza del Tribunale di Milano numero 1068 del 24 gennaio

2008. Responsabilità per violazione degli obblighi di ospedalizzazione.

Ministero della Salute e ASL. Funzioni, obblighi, garanzie e compiti. Tutela

della salute. C.d. contratto di spedalità. Responsabilità. Individuazione. In tema

di responsabilità per violazione degli obblighi derivanti dal c.d. contratto di

spedalità, una semplice struttura sanitaria può essere ritenuta responsabile per

ciò che concerne l’obbligo di disporre dei locali idonei, l’obbligo di disporre di

personale sia medico sia paramedico che ausiliario competente, sufficiente e

presente, l’obbligo di disporre di farmaci e applicazioni terapeutiche efficaci e

in corso di validità, l’obbligo di disporre servizi accessori adeguati e tutti

quegli ulteriori obblighi inerenti alla adeguatezza ed efficienza organizzativa.

Gravano, invece, sul Ministero della Salute obblighi di coordinamento politico-

amministrativo dell’intero sistema sanitario nazionale. (Sentenza della Corte di

Cassazione, Sezioni Unite, numero 9556 dell’1 luglio 2002). G.U. Brena. M. c.

Azienda Ospedaliera.

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1317. 2008 - Sentenza del Tribunale di Milano numero 1068 del 24 gennaio

2008. Trasfusione e patologia. Responsabilità medica. Nesso causale.

Dimostrazione. Necessità. In tema di responsabilità medica, il nesso causale tra

la trasfusione e la patologia deve essere dimostrato in termini di certezza o

quasi certezza, non essendo sufficiente la mera probabilità o comunque la

verosomiglianza. G.U. Brena. M. c. Azienda Ospedaliera.

1318. 2008 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio

2008. Recepimento dell’Accordo del 15 novembre 2007, tra il Governo, le

Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, concernente la disciplina

per l’accesso alla qualifica unica di dirigente delle professioni sanitarie

infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della

professione di ostetrica. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 48 del 26

febbraio 2008. Testo aggiornato al 29 aprile 2009.

1319. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione, Sez. IV, del 30 gennaio 2008

(27 febbraio 2008). I Giudici della Cassazione ritengono immune da censure il

ragionamento della Corte d’Appello quando afferma che “non è mai stato

contestato agli imputati di aver agito con imperizia, ….., ma di aver agito con

negligenza, perché se è vero che l’insorgenza della psicosi acuta dissociativa è

improvvisa la imprevedibilità di tale stato riguarda le persone sane, non i

soggetti affetti da disturbo psichico, che palesano irrequietezza. L’evoluzione

in tal senso è sempre ipotizzabile e persone che versano in tali condizioni

vanno tenute sotto vigilanza”.

1320. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezione IV, numero 5117 del 1

febbraio 2008. Tumori da amianto: nesso causale e colpa. Il Tribunale di

Chiavari e la Corte d’Appello di Genova sono concordi nell’assoluzione,

perché il fatto non sussiste, dal delitto di omicidio colposo in danno di un

lavoratore colpito da tumore i successivi direttori di uno stabilimento

cantieristico. Ciò pur sussistendo la certezza che la morte era collegata

casualmente con la malattia professionale. L’idea di base era l’impossibilità di

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fissare con certezza il momento di insorgenza della malattia stessa e la

conseguente impossibilità di far risalire quel momento a quello in cui uno dei

tre direttori rivestiva il suddetto ruolo. La Corte annulla la sentenza impugnata

e rinvia alla Corte d’Appello di Genova: nel caso in esame, infatti, non può

avere rilievo che non sia stato possibile accertare il meccanismo preciso di

maturazione della patologia. La giurisprudenza di legittimità si è sempre

espressa, in via generale (v. Sezione 4, del 6 dicembre 1990, Bonetti ed altri e

15 marzo 1995, numero 2650, Trotta), nel senso che il nesso di

condizionamento deve infatti ritenersi provato non solo quando (caso assai

improbabile) venga accertata compiutamente la concatenazione causale che ha

dato luogo all’evento ma, altresì, in tutti quei casi nei quali, pur non essendo

compiutamente descritto o accertato il complessivo succedersi di tale

meccanismo, l’evento sia comunque riconducibile alla condotta colposa

dell’agente sia pure con condotte alternative; e purché sia possibile escludere

l’efficienza causale di diversi meccanismi eziologici.

1321. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 3520 del

14 febbraio 2008. “….. va in questa sede ribadito come sia principio di diritto

del tutto consolidato quello secondo cui, positivamente e previamente accertata

l’esistenza di un nesso di causalità giuridicamente rilevante (secondo i criteri di

recente affermati da questa stessa Corte con la sentenza 21619/07 tra la

condotta e l’evento di danno, è consentito al giudice il passaggio, logicamente

e cronologicamente conseguente, alla valutazione dell’elemento soggettivo

dell’illecito, e cioè della sussistenza o meno, della colpa dell’agente (che, pur

in presenza di un comprovato nesso causale, potrebbe essere autonomamente

esclusa secondo criteri, storicamente elastici, di prevedibilità ed evitabilità).

Orbene, criteri funzionali all’accertamento della colpa medica – la prova della

cui assenza grava, nella fattispecie di responsabilità contrattuale quale quella di

specie, sempre sul professionista/debitore (Cassazione, Ss. Uu., 13533/2001,

sia pur con riferimento a vicenda processuale diversa dall’adempimento del

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medico) – risultano essere, in astratto, quelli: a) della natura, facile o non

facile, dell’intervento del medico; b) del peggioramento o meno delle

condizioni del paziente; c) della valutazione del grado di colpa di volta in volta

richiesto (lieve, nonché presunta, in presenza di operazione routinarie; grave,

sia pur sotto il solo profilo della sola imperizia – Corte Costituzionale

166/1973 – se relativa ad interventi che trascendano la ordinaria preparazione

media ovvero non risultino sufficientemente studiati o sperimentati, salvo

l’ulteriore limite della particolare diligenza e dell’elevato tasso di

specializzazione richiesti in tal caso al professionista; d) del corretto

adempimento tanto dell’onere di informazione – con conseguente consenso del

paziente – quanto dei successivi obblighi “di protezione” del paziente stesso

attraverso il successivo controllo degli effetti dell’intervento”.

1322. 2008 – Sentenza del Tribunale di Marsala del 20 febbraio 2008. Parto

cesareo d’urgenza. Pratica della reperibilità. Violazione del contratto di

spedalità. Responsabilità della struttura sanitaria. Sussistenza. L’elevato grado

d’imprevedibilità che connota il momento preciso della nascita ed i rischi di

complicanze connaturali alla gravidanza impongono, ad una struttura

ospedaliera che ha contrattualmente assunto l’obbligo di prestare la complessa

assistenza sanitaria alle partorienti, di garantire, tramite un’adeguata turnazione

del personale medico, una presenza continua in loco di un’equipe

immediatamente pronta alle emergenze, senza dover ricorrere, alla pratica della

reperibilità. Sicchè, la violazione del predetto obbligo scaturente dalla

complessa natura del contratto di spedalità comporta la responsabilità della

struttura sanitaria per i danni derivati al feto ed ai genitori in conseguenza del

parto tardivo. Giudice Tomaiuoli – L.G. ed altri c. A.U.S.L. n. 9 di Trapani ed

altri.

1323. 2008 – Sentenza del Tribunale di Marsala del 20 febbraio 2008. Parto

cesareo d’urgenza (c.d. statim). Condotta non conforme agli obblighi di perizia

e diligenza. Responsabilità del medico (anestesista). Fattispecie. Si configura la

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responsabilità del medico, nella specie anestesista, per condotta non conforme

agli obblighi di perizia e diligenza, nell’ipotesi in cui diventa necessario

praticare un parto cesareo d’urgenza (c.d. statim), praticando l’anestesia

spinale in luogo di quella generale che, pur comportando maggiori rischi

statistici di complicanze, deve essere comunque praticata allorquando vi sia un

grave e concreto rischio alla salute o alla vita della donna o del feto che

richieda un cesareo statim. Giudice Tomaiuoli – L.G. ed altri c. A.U.S.L. n. 9

di Trapani ed altri.

1324. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione Lavoro, numero

4502 del 21 febbraio 2008. Presidente Mattone, Relatore Amoroso. Giusta

causa di licenziamento e Contratto Collettivo. Domenico Pizzonia. Con la

sentenza in commento la Suprema Corte si pronuncia su due questioni

frequentemente affrontate dalla giurisprudenza: l’efficacia delle tipizzazioni

collettive in tema di giustificato motivo e giusta causa di licenziamento e la

tempestività della contestazione e del recesso.

1325. 2008 – DGR Toscana numero 139 e Allegato 1 del 25 febbraio 2008.

Approvazione dei progetti attuativi del PSN 2006-2008.

1326. 2008 – Omicidio in corsia: le Responsabilità. Corte di Cassazione

Penale, Sezione IV, sentenza numero 8611 del 27 febbraio 2008. Sussiste il

reato di omicidio colposo in capo agli infermieri di un ospedale per non aver

prestato, nella loro qualità, idonea vigilanza durante le ore notturne sui pazienti

ed in particolare sugli autori dell’aggressione mortale in danno del vicino di

camera. Agli infermieri non era stato contestato di aver agito con imperizia,

non essendo tenuti ad una diagnosi che è estranea alla loro competenza, ma di

avere agito con negligenza, perché se è vero che l’insorgenza della psicosi

acuta dissociativa è improvvisa, la imprevedibilità di tale stato riguarda le

persone sane, non i soggetti affetti da disturbo di tipo psichico, che palesano

irrequietezza.

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1327. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 8615

del 27 febbraio 2008. Cautele e responsabilità del medico al cambio di turno.

Sentenza sulla somministrazione di sangue non compatibile col gruppo

sanguigno del paziente. Nel caso di specie relativo alla somministrazione di

sangue non compatibile con il gruppo sanguigno del paziente, la pronuncia nel

rigettare il ricorso del medico condannato, conferma la responsabilità in capo

al medico di turno, coinvolgendo anche l’infermiere per compimento

dell’errore materiale, circa l’obbligo nei confronti dei pazienti circa la

assunzione della c.d. posizione di garanzia che consiste nell’informarsi presso

il medico “smontante” circa le condizioni di salute dei ricoverati, in particolare

di quelli maggiormente a rischio o che necessitano di particolari cure. Infatti il

medico di turno svolgendo un ruolo attivo è tenuto a richiedere le informazioni

necessarie anche nel caso in cui il collega che lo preceda non abbia seguito la

doverosa prassi di metterlo al corrente in merito alle condizioni dei pazienti e

nel caso di specie sulla disposta trasfusione di sangue da cui lo scambio fatale

di sangue non compatibile. Anche l’infermiere è responsabile penalmente per

“colpa medica”. Anche a lui spetta un ruolo nella tutela della salute del

paziente, un ruolo cautelare, per esempio, per quanto riguarda il controllo del

decorso postoperatorio e sulla convalescenza. La Corte di Cassazione (quarta

sezione VI, sentenza numero 24573 del 13 maggio 2011) ha così annullato la

pronuncia con cui il GUP aveva dichiarato il non luogo a procedere.

1328. 2008 – DCR Liguria numero 8 del 28 febbraio 2008. Stralcio del Piano

Socio-Sanitario relativo alla rete di cure ed assistenza. Accorpamento e nuova

definizione di alcune Aziende Sanitarie.

1329. 2008 – Sentenza del Tribunale di Terni del 4 marzo 2008. Lesioni

rilevatesi mortali. Responsabilità del medico. Responsabilità dell’ASL.

Risarcimento del danno. Criterio applicabile. Diritto dei congiunti. Danno

biologico e danno non patrimoniale. Articoli 1226 e 2056 Codice Civile.

Nell’ipotesi di persona deceduta a causa dell’illecita condotta altrui, sussiste il

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diritto alla risarcibilità del danno da morte iure hereditatis ai parenti. Il

risarcimento del c.d. danno tanatologico (o da morte immediata), sussiste

anche in assenza di un apprezzabile lasso di tempo tra la lesione colposa del

diritto alla salute e l’evento morte. Nella specie, il c.d. danno biologico ha

luogo non al momento del decesso della vittima ma con il prodursi delle lesioni

poi rivelatesi mortali. In quanto, al momento delle lesioni il soggetto è ancora

in vita e acquista il diritto al risarcimento al danno, mentre, il successivo

decesso è circostanza rilevante ai fini del quantum e non dell’an debeatur.

Pertanto, la quantificazione del danno non patrimoniale da uccisione impone il

ricorso a criteri di liquidazione equitativa ex articoli 1226 e 2056 Codice

Civile. Infine, in sede civile hanno rilievo le relazioni causali che si presentano

come effetto non del tutto imprevedibile (Sentenza Corte di Cassazione

numero 4791 del 2007 – Principio della c.d. regolarità causale), o della

preponderanza dell’evidenza o “del più probabile che non” (Sentenza Corte di

Cassazione, Sezioni Unite, numero 580 del 2008). Z.G. c. Gestione liquidatoria

ex USL numero 12 della Conca Ternana.

1330. 2008 – Sentenza del Tribunale di Milano Civile, Sez. V, numero 2847

del 4 marzo 2008. I criteri per il calcolo del risarcimento del danno, a seguito

di mancato consenso informato. Va rigettata la richiesta risarcitoria nel caso in

cui è stata fornita solo la prova della lesione del proprio diritto di

autodeterminazione, in assenza di allegazione né dimostrazione del danno-

conseguenza risarcibile, né in relazione al danno morale soggettivo, inteso

quale patema d’animo interiore, né in relazione al cosiddetto danno

esistenziale, inteso quale compromissione esteriore delle proprie abitudini di

vita. Inoltre, poiché tali danni non sono mai in re ipsa e, nel caso di specie, non

si accompagnano alla lesione del bene salute ma, al contrario, risulta addirittura

provato un miglioramento delle condizioni di salute della paziente, non è

neppure ammissibile una qualsivoglia prova per presunzioni. Incombe sul

ricorrente l’onere di allegare specifiche sofferenze o peggioramenti delle

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proprie quotidiane condizioni di vita subito dopo essersi avveduta

dell’esecuzione del trattamento terapeutico nnon consentito. (Avv. Ennio

Grassini).

1331. 2008 – Retribuzione di mansioni superiori. TAR Campania. Napoli 6

marzo 2008. Sezione quinta. Sentenza numero 4837/2008. Nel caso di

svolgimento, da parte di dipendenti sanitari, di mansioni superiori per

sostituzione di posto vacante e disponibile, che non si sia provveduto a coprire,

spetta al prestatore d’opera il trattamento economico corrispondente all’attività

concretamente svolta qualora la sostituzione si protragga oltre il termine di

sessanta giorni nell’anno solare ed anche indipendentemente dall’assistenza di

un formale provvedimento di assegnazione. Nel nostro ordinamento devono

considerarsi “eccezionali” le norme che abilitano all’esercizio contemporaneo

di mansioni superiori per esigenze di servizio, senza diritto di variazioni del

trattamento economico, in quanto sussiste un principio costituzionalmente

espresso dall’articolo 36 della Costituzione ed applicabile anche al settore del

pubblico impiego.

1332. 2008 – Delibera G.R. numero 208 del 7 marzo 2008. Anno 2008.

Assegnazione delle risorse finanziarie alle Aziende Sanitarie ed agli Enti

equiparati. Direttive ed obiettivi.

1333. 2008 – Sentenza del Tribunale di Benevento del 10 marzo 2008. Il

consenso sottoscritto è inquadrabile come una scrittura privata che fa piena

prova della provenienza e del contenuto. Non può ritenersi fondata la

contestazione di non esaustività del consenso informato sottoscritto anche nel

caso in cui la struttura sanitaria abbia successivamente sostituito il modulo con

uno più dettagliato, ciò allorquando il paziente sia stato reso edotto oralmente

di particolari evenienze che avrebbero potuto verificarsi a seguito

dell’intervento. Risultava, comunque, dal modulo di consenso sottoscritto,

inquadrabile come una scrittura privata che fa piena prova della provenienza e

del contenuto, che poteva verificarsi l’evento che effettivamente si verificò.

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1334. 2008 – DGR Basilicata numero 331 dell’11 marzo 2008. Presa d’atto ed

approvazione dell’Accordo Integrativo Regionale per la Medicina Generale, ai

sensi degli articoli 4 e 14 dell’ACN per la disciplina dei rapporti con i Medici

di Medicina Generale del 23 marzo 2005.

1335. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 11335 del

14 marzo 2008. Consenso informato prestampato e generico e responsabilità

professionale del medico. Attività medica, consenso da parte del paziente,

consenso incompleto, morte del paziente, conseguenze omicidio

preterintenzionale, insussistenza, omicidio completo, sussistenza (articolo 589

c.p.). nell’attività medica, se il consenso del paziente è generico e sommario, vi

è omicidio colposo laddove il paziente deceda e non omicidio

preterintenzionale (difettando il dolo incidente su percosse o lesioni).

L’elemento psicologico dell’omicidio preterintenzionale consiste nella

volontarietà delle percosse o delle lesioni alle quali consegue la morte

dell’aggredito, come evento non voluto, neppure nella forma eventuale ed

indiretta della previsione del rischio. Il consenso informato prestato dal

paziente su dei moduli prestampati e generici non salva il medico dalle sue

responsabilità. Tuttavia se il malato muore per un intervento sbagliato il

sanitario rischia una condanna per omicidio colposo, ma non per omicidio

preterintenzionale. Infatti dal rilievo attribuito al consenso del paziente non

può farsi discendere la conseguenza che dall’intervento effettuato in assenza di

consenso o con un consenso prestato in modo invalido si possa sempre

profilare la responsabilità a titolo di omicidio preterintenzionale, in caso di

esito letale, ovvero a titolo di lesioni volontarie. Ciò in relazione all’elemento

soggettivo di tali reati, che è di norma non configurabile rispetto all’attività del

medico. Il altri termini, il relazione al caso specifico, pur ammettendosi che il

consenso sia stato prestato in maniera grossolana e non satisfattiva, con moduli

oltre modo generici e non in grado di dimostrare l’avvenuta consapevolezza del

destinatario consenziente, non appare condivisibile, in linea di principio,

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l’assunto che vorrebbe inquadrare i fatti nell’ambito dei reati di lesioni

volontarie e di omicidio preterintenzionale: il consenso eventualmente invalido

perché non consapevolmente prestato non può di per se importare l’addebito a

titolo di dolo.

1336. 2008 – Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di

Trento e Bolzano del 20 marzo 2008. Recante i principi generali ed i criteri per

la regolamentazione dei rapporti tra le Regioni e le Province Autonome e le

Associazioni e Federazioni di donatori di sangue.

1337. 2008 – Accordo Stato-Regioni del 20 marzo 2008. Reinterpreta e

migliora i LEA sanitari e socio-sanitari già approvati con D.P.C.M. del 29

novembre 2001.

1338. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale numero 12387 del 20

marzo 2008. I limiti del prelievo ematico senza consenso. Ai fini della

utilizzabilità probatoria dei risultati di un prelievo ematico, è necessario che

l’esame sia stato eseguito nell’ambito di un protocollo medico di pronto

soccorso. E’ stato precisato infatti che, per l’accertamento del reato

contravvenzionale di guida in stato di ebbrezza, sono utilizzabili i risultati del

prelievo ematico che sia stato effettuato secondo i criteri e gli ordinari

protocolli sanitari di pronto soccorso, durante il ricovero presso una struttura

ospedaliera pubblica a seguito di incidente stradale, trattandosi, in tal caso, di

elementi di prova acquisiti attraverso la documentazione medica, con

conseguente irrilevanza, a questi fini, della mancanza di consenso.

1339. 2008 – Provvedimento numero 43/CU del 20 marzo 2008 su Gazzetta

Ufficiale numero 102 S.O. del 2 maggio 2008. Accordo, ai sensi dell’articolo 9

del Decreto Legislativo numero 281 del 28 agosto 1997 sul documento

concernente “Linee di indirizzo nazionali per la salute mentale”. (Repertorio

atti numero 43/CU del 20 marzo 2008). Testo aggiornato al 16 giugno 2009.

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1340. 2008 – Decreto del 27 marzo 2008. Modificazioni all’allegato numero 7

del Decreto del 3 marzo 2005 in materia di esami obbligatori ad ogni

donazione di sangue e controlli periodici.

1341. 2008 – Cassazione numero 7983 del 27 marzo 2008. Quando il fatto

costituente illecito disciplinare ha anche rilevanza penale, il principio

dell’immediatezza della contestazione non può considerarsi violato ove il

datore di lavoro, in assenza di elementi che rendano ragionevolmente certa la

commissione del fatto da parte del dipendente, porti la vicenda all’esame del

giudice penale, sempre che lo stesso si attivi non appena la comunicazione

dell’esito delle indagini svolte in sede penale gli faccia ritenere

ragionevolmente sussistente l’illecito disciplinare, non dovendo egli attendere

la conclusione del processo penale.

1342. 2008 – Raccomandazione Ministero della Salute numero 2 del marzo

2008. Prevenire la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno

del sito chirurgico. Laddove questa recita “Il conteggio e il controllo

dell’integrità dello strumentario deve essere effettuato dal personale

infermieristico (strumentista, infermiere di sala) o da operatori di supporto,

preposti all’attività di conteggio. Il chirurgo verifica che il conteggio sia stato

eseguito e che il totale di garze utilizzate e rimanenti corrisponda a quello delle

garze ricevute prima e durante l’intervento”. A detta del Giudice, tale

raccomandazione avrebbe il chiaro obiettivo di “strutturare una logica ed

efficace ripartizione delle responsabilità immanenti alle varie fasi

dell’intervento chirurgico secondo un criterio di competenza che valorizzi le

diverse professionalità dei componenti dell’equipe: il chirurgo da un lato, il

personale infermieristico dall’altro”, delineando così un sistema di ripartizione

della responsabilità dei membri dell’equipe medica fondato su una logica

individualizzante ove vengono valorizzate le diverse professionalità e

competenze di ogni membro che partecipa alle singole fasi dell’intervento.

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1343. 2008 – Raccomandazione Ministero della Salute numero 3/2008.

Raccomandazione per la corretta identificazione dei pazienti, del sito e della

procedura.

1344. 2008 – Determinazione AIFA del 20 marzo 2008. Linee Guida per la

classificazione e conduzione degli studi osservazionali sui farmaci.

1345. 2008 – Decreto Ministeriale del 31 marzo 2008. Articolo 7, commi 5 e 6

e dell’articolo 8. Sperimentazione Clinica. Definizione dei requisiti minimi per

le Organizzazioni di Ricerca a Contratto (CRO) nell’ambito delle

sperimentazioni cliniche dei medicinali. Sostituito dal Decreto Ministeriale del

15 novembre 2011.

1346. 2008 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° aprile

2008. Modalità e criteri per il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale

delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle

attrezzature e beni strumentali in materia di Sanità penitenziaria. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 30 maggio 2008. Testo aggiornato al

10 giugno 2009.

1347. 2008 – Decreto Legislativo numero 81/08 del 9 aprile 2008. Testo Unico

in materia di Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro (TUSL). Definizione e

Valutazione di Rischio e la Formazione dei Lavoratori. Attuazione dell’art. 1

della Legge numero 123 del 3 agosto 2007 (integrato dal Decreto Legislativo

numero 106 del 3 agosto 2009), in materia di tutela della salute e della

sicurezza nei luoghi di lavoro. Pubblicato sul supplemento ordinario 108/L alla

Gazzetta Ufficiale numero 101 del 30 aprile 2008. Prevede l’abrogazione, con

diffidenti modalità temporali, delle seguenti normative: DPR numero 547 del

27 aprile 1955; DPR numero 164 del 7 gennaio 1956; DPR numero 303 (fatta

eccezione per l’articolo 64) del 19 marzo 1956; Decreto Legislativo numero

277 del 15 luglio 1991; Decreto Legislativo numero 626 del 19 settembre

1994; Decreto Legislativo numero 493 del 14 agosto 1996; Decreto Legislativo

numero 494 del 14 agosto 1996; Decreto Legislativo numero 187 del 19 agosto

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2005; Decreto Legge numero 223 del 4 luglio 2006, articolo 36 bis, commi 1 e

2, convertito con modificazioni dalla Legge numero 248 del 5 agosto 2006;

Legge numero 123 del 3 agosto 2007, articoli 2, 3, 5, 6 e 7.

1348. 2008 – Decreto Ministeriale del 9 aprile 2008. Nuove tabelle delle

malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 169 del 21 luglio 2008.

1349. 2008 – Decreto dell’11 aprile 2008. Programma di autosufficienza

nazionale del sangue e dei suoi derivati anno 2008, ai sensi dell’articolo 4,

comma 2, della Legge numero 219 del 21 ottobre 2005.

1350. 2008 – Decreto del Ministero della Salute dell’11 aprile 2008.

Aggiornamento del Decreto numero 582 del 22 agosto 1994 relativo al:

“Regolamento recante le modalità per l’accertamento e la certificazione di

morte”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 136 del 12 giugno 2008.

Testo aggiornato al 29 aprile 2009.

1351. 2008 – D.G.R. numero 395 dell’11 aprile 2008. Indicazioni,

valorizzazione e attività dei Consultori Familiari per una migliore applicazione

della Legge numero 194 del 1978 e per favorire una diagnosi prenatale

appropriata, ai fini della tutela del minore e della salute sessuale e riproduttiva

della donna. Pubblicata nel B.U. Liguria numero 19 del 7 maggio 2008, parte

seconda.

1352. 2008 – Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, Sentenza numero 9814 del

14 aprile 2008, Presidente Ianniruberto, Relatore Picone (Conferimento di

Incarichi dirigenziali – Poteri della Pubblica Amministrazione, Limiti,

Mancato rispetto). La Corte di Cassazione, nel ribadire consolidati principi

secondo i quali, nel pubblico impiego, gli atti di conferimento di incarichi

dirigenziali rivestono la natura di determinazioni negoziali assunte

dall’amministrazione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, ha

ulteriormente specificato che le norme di cui all’articolo 19, comma 1, del D.

Lgs. numero 165 del 2001, obbligano la pubblica amministrazione a

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valutazioni anche comparative, all’adozione di adeguate forme di

partecipazione ai processi decisionali e ad esternare le ragioni giustificatrici

delle scelte; ciò anche alla luce dei principi di buona fede e correttezza, nonché

di imparzialità e di buon andamento (ex articolo 97 della Costituzione). La

Suprema Corte ha ritenuto che, qualora l’amministrazione non abbia fornito

nessun elemento circa i criteri e le motivazioni seguiti nella scelta dei dirigenti

ritenuti maggiormente idonei agli incarichi da conferire, è configurabile

inadempimento contrattuale, suscettibile di produrre danno risarcibile.

1353. 2008 – Suprema Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, Sentenza numero

9993 del 16 aprile 2008. Con sentenza del 16 aprile 2008, numero 9993, la

sezione lavoro della suprema Corte di Cassazione ha stabilito che la proroga

del contratto di lavoro subordinato a tempo determinato è legittima solo nel

caso in cui l’attività lavorativa sia identica a quella del contratto iniziale e se

ricorrono diverse, imprevedibili ed urgenti esigenze.

1354. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione numero 21 del 21 aprile 2008. In

arrivo una notizia meravigliosa per coloro che sono in malattia ma non

necessitano di stare chiusi in casa: superata la visita fiscale si può uscire. Si è

avuto un caso giuridico in cui un lavoratore era uscito immediatamente dopo la

visita fiscale ed aveva ricevuto la sanzione dall’Inps e dal datore di lavoro. I

giudici hanno affermato che la casa non è una galera per il lavoratore malato ed

un dipendente in permesso, dopo l’accertamento del medico di controllo, non è

obbligato al rispetto delle fasce orarie per ulteriori accertamenti sulle sue

condizioni di salute durante tutto il periodo della malattia. La Cassazione ha

inoltre ritenuto illecite le visite di controllo ripetute e persecutorie. Ci sono

malattie che non richiedono un continuo ricovero a letto, si pensi ad esempio

ad una frattura di una mano che non permetterebbe ad un operaio di poter

lavorare sui macchinari ma che non implica dover stare tutto il giorno in casa.

E allora il lavoratore può allontanarsi dal proprio domicilio una volta avvenuta

la visita, purchè egli non comprometta la propria guarigione (il dipendente,

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infatti, ha il dovere giuridico – sanzionabile dall’azienda – di non allungare i

tempi del rientro sul posto di lavoro). Il tema delle visite fiscali e delle nuove

fasce di reperibilità del lavoratore che usufruisce dei permessi per malattia, è

sempre caldo negli ambienti aziendali. E questo perché la giurisprudenza è

orientata nel senso di ritenere sanzionabile, a livello disciplinare, il dipendente

che non si faccia trovare dal medico dell’Inps a prescindere dalla effettiva

sussistenza della malattia e salvo alcune giustificazioni ritenute valide. Ma una

volta andato via il medico fiscale, il dipendente non ha più l’obbligo della

reperibilità e si può assentare dalla propria dimora. Secondo i supremi giudici

della Cassazione, il lavoratore assente per malattia ha la facoltà piena di

disporre liberamente del proprio diritto alla “locomozione” che non può essere

limitato oltre il tempo strettamente necessario a consentire il controllo medico

del suo stato di salute. Quindi, una volta che il medico fiscale dell’Inps abbia

già visitato l’’interessato, questi ritorna in totale libertà di movimento. Fonte:

Cassazione, sentenza numero 21/2008 del 21 aprile 2008, sezione

giurisdizionale per la regione Trentino Alto Adige.

1355. 2008 – La mobilità precede incarichi e assunzioni. Circolare della

Funzione Pubblica aprile 2008. Prima di aprire le porte a nuovo personale, le

Pubbliche Amministrazioni devono coprire le proprie esigenze cercando

all’interno del pubblico impiego. Anche quando si manifesta un bisogno

eccezionale e temporaneo. E’ questo il senso della circolare 4/2008 con cui la

Funzione Pubblica ripercorre l’attuale assetto normativo sui “trasferimenti”

all’interno della Pubblica Amministrazione. Per riuscire a tappare le falle

temporanee anche nel nuovo regime restrittivo sul lavoro flessibile la

Finanziaria 2008 (articolo 3, comma 79) ha introdotto la “assegnazione

temporanea” con cui un ente chiede personale in prestito a un’altra

amministrazione per sei mesi non rinnovabili. Visto il carattere “straordinario e

urgente” di questa procedura, la risposta degli enti “cedenti” deve essere

rapida, e per assicurarne l’efficacia la Funzione Pubblica prevede una sorta di

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“automatismo” nell’assegnazione: l’ente a cui viene chiesto, infatti, può

rifiutare il prestito solo se motiva il diniego con fattori altrettanto “straordinari

e urgenti”, da documentare facendo ricorso alla programmazione annuale e

triennale. Riguardo alle esigenze stabili, invece, la circolare enuncia il

principio del “previo esperimento di procedure di mobilità”, desumibile in

primo luogo dall’articolo 39 della legge 449/1997. Come evidente dal nome, il

principio indica che le Pubbliche Amministrazioni assumono nuovo personale

solo se la mobilità non è in grado di assicurare loro le risorse umane che

servono. La Finanziaria 2008 (articolo 3, comma 124 e seguenti) apre alla

mobilità tra compartimenti anche le amministrazioni soggette a limitazioni sul

turn over. A questo riguardo i passaggi di personale non possono essere

equiparati a cessazioni, perché nel complesso della Pubblica Amministrazione

la spesa rimane invariata (da: Sole 24 Ore Sanità del 22 aprile 2008).

1356. 2008 – Retribuzione di mansioni superiori. TAR Sicilia. 28 aprile 2008.

Le differenze retributive per mansioni superiori, autorizzate in maniera

illegittima, le rimborsa il responsabile del provvedimento. Sorge, in capo al

medico adibito a mansioni superiori con atti nulli, il diritto a vedersi retribuite

le prestazioni svolte, con il conseguente obbligo per l’Amministrazione di

pagarle, e di rivalersi poi nei confronti dei soggetti che si siano resi

responsabili dell’adozione di quegli atti.

1357. 2008 – Ordinanza del 29 aprile 2008. Proroga dell’Ordinanza

Ministeriale del 4 maggio 2007 recante “Misure urgenti in materia di cellule

staminali da cordone ombelicale”.

1358. 2008 – Sentenza del Tribunale di Modena del 13 maggio 2008. Il rifiuto

di terapie invasive, anche salvavita, può essere espresso dall’amministratore di

sostegno che affianca il paziente. In base agli articoli 2, 13 e 33 della

Costituzione, in favore del diritto all’autodeterminazione di una persona al

rispetto del cammino biologico naturale verso l’evento morte, il Giudice

tutelare di Modena ha autorizzato l’amministratore di sostegno a negare ai

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sanitari il consenso necessario per praticare la ventilazione forzata sulla

paziente, chiedendo nel contempo agli stessi medici le cure palliative più

efficaci per annullare ogni sofferenza alla persona.

1359. 2008 – Sentenza della Corte d’Appello di Salerno del 19 maggio 2008.

Con la sentenza la Corte d’Appello di Salerno respingeva il gravame svolto da

G.G.G. contro la sentenza di primo grado che aveva rigettato la domanda di

risarcimento del danno proposta nei confronti della ASL/3 Salerno per aver

effettuato turni di reperibilità passiva in giorni festivi senza godere di un giorno

di riposo compensativo nella settimana successiva.

1360. 2008 – Sentenza Suprema Corte di Cassazione numero 12749 del 20

maggio 2008, Sezione Lavoro, Presidente M. De Luca, Relatore G. Amoroso.

Il principio secondo cui la prestazione di lavoro subordinato svolta alle

dipendenze di un ente pubblico non economico in violazione di norme

imperative deve essere qualificata come pubblico impiego, ai sensi e per gli

effetti dell’articolo 2126 del Codice Civile, con conseguente diritto del

dipendente ai relativi compensi e alla regolarizzazione della posizione

contributiva previdenziale, secondo le regole previste per gli impiegati

pubblici, si applica anche ai dipendenti delle Università, per le quali, anche a

seguito dell’autonomia loro riconosciuta, non è stata introdotta alcuna norma di

modifica del regime pensionistico dei dipendenti, che rimane omogeneo a

quello dei dipendenti delle amministrazioni statali.

1361. 2008 – Corte di Cassazione – Sentenza numero 12962 del 21 maggio

2008 – Lavoro subordinato – Tempo di Lavoro – Obbligo del datore di lavoro

di far conoscere i turni di servizio con ragionevole preavviso – Violazione –

Danno alla vita di relazione del lavoratore. In controversia relativa a fattispecie

in cui i dipendenti a tempo pieno di una società di pubblici servizi avevano

lamentato di essere messi a conoscenza dei turni di servizio senza adeguato

anticipo rispetto al giorno di svolgimento della prestazione lavorativa,

chiedendo il risarcimento del danno alla vita di relazione derivato da tale

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situazione, la S.C. ha affermato che, anche nei rapporti a tempo pieno, il tempo

libero ha una sua specifica importanza, stante il rilievo sociale che assume lo

svolgimento da parte del lavoratore di attività extralavorative (o relative a un

secondo lavoro, ove non sia prevista esclusiva), sicché l'obbligo datoriale di

affissione in luoghi accessibili dei turni di servizio di cui all'art. 10 della legge

n. 138 del 1958 deve essere inteso come diretto a consentire al lavoratore di

conoscere in via anticipata, in un termine ragionevole, i propri impegni

lavorativi, al fine di una programmazione del proprio tempo libero.

1362. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 13938 del 2008. I

tempi della querela nel caso di responsabilità medica. In una recente sentenza

(numero 13938/2008) la Corte di Cassazione ha ribadito che il momento

iniziale del decorso del termine per la proposizione della querela coincide con

quello in cui “la persona offesa abbia la piena cognizione di tutti gli elementi di

natura oggettiva e soggettiva che consentono la valutazione dell’esistenza del

reato”. Avverso la pronuncia del Tribunale di Roma, in cui era stato dichiarato

non doversi procedere nei confronti di due sanitari accusati di lesioni colpose

gravi per tardività di querela, ha proposto ricorso il Procuratore della

Repubblica presso il Tribunale di Roma “evidenziando come la conoscenza

dell’esistenza di determinate patologie non comportasse automaticamente la

consapevolezza che le patologie fossero conseguenza di errori compiuti dai

medici che avevano seguito il trattamento terapeutico praticato alla paziente”.

La Corte ha accolto il gravame precisando che “nel caso di lesioni colpose

astrattamente riconducibili a responsabilità medica (…..) la mera conoscenza

delle conseguenze subite in esito al trattamento terapeutico” non costituisce

”consapevolezza dell’esistenza del reato perché difetta ancora, nella persona

offesa, la consapevolezza della circostanza che il medico ha violato le regole

dell’arte medica cagionando le lesioni”.

1363. 2008 – Sentenza Corte di Appello di Firenze del 3 giugno 2008.

Presidente Amato, Relatore Nisticò. Comune di R./M.P. (Pubblico Impiego,

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mobilità volontaria, no necessità contratto scritto, no necessità patto di prova,

licenziamento illegittimo, reintegrazione). Nell’ipotesi di mobilità volontaria,

si realizza una cessione del contratto di lavoro con modificazione meramente

soggettiva. Con l’amministrazione che ha aderito alla mobilità, pertanto, non

occorre la stipulazione del contratto individuale, che è atto necessario solo per

l’assunzione, in quanto sostitutivo della cosiddetta nomina. E’, inoltre,

illegittimo sottoporre il dipendente ad un nuovo patto di prova (in tal senso, si

veda Cassazione, S.U., numero 26420/2006). (Conseguentemente, è illegittimo

il recesso reso per mancato superamento della prova. Il dipendente licenziato

per tale ragione ha diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro ex articolo 18

Statuto dei Lavoratori – Massima elaborata alla Sezione di Parma del CSA

della CISAL Università).

1364. 2008 – Legge Regionale Basilicata numero 12 dell’1 luglio 2008.

Riassetto organizzativo e territoriale del Servizio Sanitario Regionale.

1365. 2008 – Circolare numero 47 del 24 luglio 2008. L’INAIL ha illustrato le

caratteristiche generali delle nuove tabelle e fornito indicazioni operative sulla

loro applicazione, specificando che in virtù del generale principio del favor

lavoratoris potranno beneficiare del nuovo sistema tabellare non solo le nuove

denunce, ma anche i casi che risultavano in trattazione (o in contenzioso

amministrativo o legale) alla data del 22 luglio 2008.

1366. 2008 – Carta di Tallin (Tallin, Estonia, 27 giugno 2008). L’obiettivo

della presente Carta è impegnare gli Stati Membri della Regione Europea

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a migliorare la salute dei

cittadini attraverso il rafforzamento dei sistemi sanitari, riconoscendo nel

contempo le differenze sociali, culturali ed economiche esistenti nell’ambito

della Regione. La Carta di Tallin riafferma e adotta i valori enunciati nelle

precedenti Carte, Convenzioni e Dichiarazioni. La Conferenza Ministeriale

dell’OMS sui Sistemi Sanitari si sta svolgendo mentre si celebra il trentesimo

anniversario della Dichiarazione di Alma Ata sull’assistenza sanitaria primaria,

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le cui raccomandazioni sulla centralità del cittadino, delle comunità e

dell’assistenza sanitaria primaria sono ancora rilevanti oggi come 30 anni fa.

La Carta riconosce l’importanza delle altre Carte e Dichiarazioni relative alla

promozione della salute (1986 Ottawa, 1997 Jakarta, 2005 Bangkok), la

Conferenza di Ljubljana del 1996 sulla Riforma dell’Assistenza Sanitaria, la

Dichiarazione di Città del Messico del 2004 sulla Ricerca Sanitaria e

l’Aggiornamento del 2005 della Strategia della Salute per Tutti per la Regione

Europea dell’OMS. Il diritto al godimento del più alto livello possibile di

salute è anche espressamente previsto nella Costituzione dell’OMS, nella

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nella Convenzione sui Diritti del

Fanciullo e negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sponsorizzati dalle

Nazioni Unite.

1367. 2008 – Toscana. Piano Sanitario Regionale 2008-2010 Regione Toscana

per la definizione dei percorsi clinico-assistenziali .

1368. 2008 – D. Lgs. 81/2008. “Requisiti Igienico-Ambientali. Protezione da

Agenti Infettivi”. Aspetti di igiene e sicurezza sul lavoro per il personale

ospedaliero.

1369. 2008 – Linea Guida CNS 01 Rev. 0 del 7 luglio 2008. Linee Guida per

l’adozione di misure di sicurezza nella gestione dei processi produttivi e

diagnostici nei servizi trasfusionali.

1370. 2008 – Linea Guida CNS 02 Rev. 0 del 7 luglio 2008. Linee Guida per la

prevenzione della contaminazione batterica del sangue intero e degli

emocomponenti.

1371. 2008 – D.M. 8 luglio 2008. Disciplina dell’art. 1, comma 10, della Legge

230/2005. Incarichi di insegnamento e titolarità dei fondi di ricerca ai sensi

della Legge 230/2005, articolo 1, comma 10 (ad esclusione del Personale

Tecnico Amministrativo).

1372. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. IV, numero 32424 del 10

luglio 2008. In tema di colpa professionale, il medico specializzando è titolare

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di una posizione di garanzia in relazione alle attività personalmente compiute

nell’osservanza delle direttive e sotto il controllo del medico tutore, che deve

verificarne i risultati. La Corte ha precisato che il medico specializzando deve

rifiutare i compiti che non ritiene in grado di compiere, poiché in caso

contrario se ne assume la responsabilità a titolo di cosiddetta colpa per

assunzione.

1373. 2008 – Deliberazione Regione Toscana numero 53 del 16 luglio 2008.

Piano Sanitario Regionale 2008-2010.

1374. 2008 – Circolare Ministeriale numero 7 del 17 luglio 2008. Malattia dei

dipendenti pubblici. In applicazione del Decreto Legge numero 112/2008

fornisce alcuni chiarimenti sulle nuove regole circa l’applicazione della nuova

disciplina in materia di assenze dei pubblici dipendenti contenuta nell’articolo

71 del Decreto Legge.

1375. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale numero 15282 del

2008. L’infermiere ferrista svolge la sua attività in diretta collaborazione con

l’equipe medico-chirurgica; compito precipuo è rappresentato dal passaggio

degli strumenti chirurgici e dalla conta dei ferri e delle garze unitamente

all’equipe medico-chirurgica. La principale fonte di responsabilità per tale

figura deriva dalla dimenticanza di garze e ferri chirurgici all’interno del

paziente. Al riguardo comunque, è opportuno segnalare che nelle ipotesi di tali

incidenti la giurisprudenza non è stata sempre concorde nel ritenere

responsabile il solo strumentista unitamente all’equipe medico-chirurgica;

talvolta, infatti è stato ritenuto responsabile anche l’infermiere di sala che nel

caso di specie aveva attivamente partecipato alla conta.

1376. 2008 – Legge numero 133 del 6 agosto 2008. “Disposizioni urgenti per

lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione

della finanza pubblica e la perequazione tributaria”. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 195, Supplemento Ordinario numero 196, del 21 agosto

2008.

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1377. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione, Sez. IV, numero 32423 del 1

agosto 2008. I contenuti della comunicazione per l’acquisizione del consenso

informato in medicina e chirurgia estetica per una miglior valutazione del

rapporto costi-benefici del trattamento. Il consenso informato non può

ovviamente esaurirsi nella comunicazione del nome del prodotto che verrà

somministrato o di generiche informazioni, ma deve investire, soprattutto nel

caso di trattamenti che non sono diretti a contrastare una patologia, ma a

finalità esclusivamente estetiche che si esauriscono, dunque, in trattamenti non

necessari, se non superflui, di eventuali effetti negativi della somministrazione

in modo che sia consentito al paziente di valutare congruamente il rapporto

costi-benefici del trattamento e di mettere comunque in conto l’esistenza e la

gravità delle conseguenze ipotizzabili.

1378. 2008 – Su un episodio accaduto il 19/20 agosto 2008 (turno di notte)

condannati infermiere e medico di turno ritenuti colpevoli del decesso della

paziente. Il Tribunale di Ferrara condanna gli imputati e fissa una

provvisionale complessiva di 95.000,00 euro. La storia riguarda un caso di

malasanità dove i medici hanno concorso a cagionare il decesso di WW,

ricoverata presso il reparto di medicina interna dell’Ospedale del Delta,

determinato da infarto miocardico acuto. In particolare XX, infermiera di turno

tra le ore 20,00 e le ore 7,00 del 19/20 agosto 2008, ometteva di allertare il

medico di turno sulle condizioni di salute della paziente WW

somministrandole al contrario di sua iniziativa e senza alcuna prescrizione

medica specifica un farmaco gastroprotettore; JJ, medico in servizio nel turno

14,00/20,00 del 19 agosto 2008 e YY medico in servizio nel turno 20,00/7,00

del 19/20 agosto 2008, omettevano di prendere visione

dell’elettrocardiogramma effettuato alle ore 17,28 sulla paziente WW, il cui

esame avrebbe consistito di rilevare un infarto del miocardio in atto e

predisporre le terapie necessarie ed evitare il decesso. (Si rimanda alla sentenza

pubblicata di cui non si conosce la data di pubblicazione).

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1379. 2008 – T.A.R. della Lombardia, Sezione di Milano. Sentenza numero

4060/2008. Pronuncia su titoli equipollenti.

1380. 2008 – Decreto del 9 settembre 2008. Regolamentazione degli

autoveicoli destinati al trasporto di plasma ed organi.

1381. 2008 – DGR Basilicata numero 1408 del 9 settembre 2008. Accordo

Integrativo Regionale per la Medicina Generale di cui al DGR numero

331/2008. Modifiche ed integrazioni.

1382. 2008 – Decreto Legislativo numero 152 dell’11 settembre 2008.

Ulteriori disposizioni correttive e integrative del Decreto Legislativo numero

163 del 12 aprile 2006 recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori,

servizi e forniture, a norma dell’articolo 25, comma3, della Legge numero 62

del 18 aprile 2005.

1383. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

23676 del 15 settembre 2008. Rifiuto di cure mediche solo se espresso e

attuale. Nell’ipotesi di pericolo grave e immediato per la vita del paziente, il

dissenso del medesimo deve essere oggetto di manifestazione espressa, in

equivoca, attuale e informata. Con ciò non si vuole peraltro sostenere che, in

tutti i casi in cui il paziente portatore di forti convinzioni etico-religiose (es.

Testimoni di Geova) si trovi in stato di incoscienza, debba per ciò subire un

trattamento terapeutico contrario alla sua fede. Ma è innegabile, in tal caso,

l’esigenza che, a manifestare il dissenso al trattamento (in questo caso

trasfusionale) sia o lo stesso paziente che rechi con sé una articolata, puntuale,

espressa dichiarazione dalla quale in equivocamente emerga a volontà di

impedire il trattamento (nello specifico la trasfusione) anche in ipotesi di

pericolo di vita, ovvero un diverso soggetto da lui stesso indicato quale

rappresentante ad acta il quale, dimostrata, l’esistenza del proprio potere

rappresentativo in parte qua, confermi tale dissenso all’esito della ricevuta

informazione da parte dei sanitari.

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1384. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione numero 27477 del 19 settembre

2008. Il disagio patito per la reperibilità in giorno festivo non seguita da

effettiva attività lavorativa è già monetizzato dalla contrattazione collettiva.

1385. 2008 – Puglia. Legge Regionale numero 23 del 19 settembre 2008. Piano

Regionale di Salute 2008-2010.

1386. 2008 – Sentenza del 23 settembre 2008 del Giudice del Tribunale di

Napoli Elisa Tomassi in funzione di Giudice del Lavoro NRG 31948/8 in cui si

stabilisce che “rientrano di fatto i medici ed il restante personale di categoria D

operante presso le Aziende Ospedaliere ed equiparato ai dirigenti di

corrispondenti professionalità del SSN ai fini dell’indennità di cui all’articolo

31 del D.P.R. 761/79, nella categoria dei dirigenti”.

1387. 2008 – Decreto Regionale numero 2485 del 25 settembre 2008.

Autorizzazione del pagamento dell’aumento stipendiale docente e ricercatore

riferito all’adeguamento ISTAT 2008.

1388. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

37077 del 30 settembre 2008. Valore del consenso informato e responsabilità

penale del medico. Pur se l’attività medico-chirurgica per essere legittima

presuppone il consenso informato del paziente è da escludere che

dall’intervento effettuato in assenza di consenso o con un consenso prestato in

modo invalido possa farsi discendere la responsabilità del medico a titolo di

lesioni volontarie ovvero, in caso di morte, di omicidio preterintenzionale. Ciò

in quanto il sanitario il quale, salve situazioni anomale e distorte (nelle quali

potrebbe ammettersi la configurabilità di tali reati: per esempio, nei casi in cui

la morte consegua ad una mutilazione procurata in assenza di qualsiasi

necessità o di menomazione inferta, con esito mortale, per scopi

esclusivamente scientifici), si trova ad agire, magari erroneamente, ma pur

sempre con finalità curativa, che è concettualmente incompatibile con il dolo

delle lesioni. Infatti non è possibile ipotizzare la mancanza del consenso

informato quale elemento di colpa perché l’obbligo di acquisire il consenso

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informato non integra una regola cautelare la cui inosservanza influisce sulla

colpevolezza.

1389. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. V, numero

38345 dell’8 ottobre 2008. Intervento demolitorio in assenza di consenso

validamente prestato dalla paziente, informata soltanto della laparoscopia.

Poiché è pregiudiziale la risoluzione del quesito se abbia o meno rilevanza

penale e, nel caso di risposta affermativa, quale ipotesi delittuosa configuri la

condotta del sanitario che, in assenza di consenso informato del paziente,

sottoponga il paziente stesso ad un determinato trattamento chirurgico nel

rispetto delle regole dell’arte e con esito fausto, ravvisando un non unanime

orientamento interno e diverse posizioni in dottrina, riassumendo con ottima

sintesi i diversi profili in gioco, ha rimesso la causa alle Sezioni Unite onde

venga risolto il contrasto: qualora l’intervento risulti scelta corretta e obbligata,

la questione è se abbia o meno rilevanza penale e, nel caso di risposta

affermativa, quale ipotesi delittuosa configuri la condotta del sanitario che, in

assenza di consenso informato, sottoponga il paziente ad un determinato

trattamento chirurgico nel rispetto delle regole dell’arte e con esito fausto.

1390. 2008 – Disegno di Legge 10 ottobre 2008. Assessorato della Sanità della

Regione Campania in materia di “Misure straordinarie di razionalizzazione e

riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale per il rientro del disavanzo”.

1391. 2008 – Trasferimento del dipendente. L’articolo 27 del vigente CCNL

stabilisce espressamente che “il trasferimento del personale in presidi, servizi,

uffici della struttura diversi dalla sede di assegnazione sarà utilizzato dalla

struttura stessa in relazione alle esigenze di servizio, secondo criteri concordati

con le rappresentanze sindacali di cui all’articolo 77, nel rispetto dell’articolo

13 della Legge 300/1970”. Pertanto ferma restando la necessaria sussistenza di

comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive alla base del

trasferimento, a norma di quanto previsto dall’articolo 13 dello Statuto dei

Lavoratori e dell’articolo 2103 Codice Civile, la norma contrattuale impone al

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datore di lavoro di concordare con le OO.SS. non già il trasferimento dei

lavoratori, ma i criteri in base ai quali procedere allo stesso (a esempio, in

ordine alla scelta dei dipendenti da trasferire). Ciò posto, è evidente che ove

non si sia proceduto, in precedenza alla determinazione dei suddetti criteri, non

può in ogni caso essere precluso alla struttura di trasferire un dipendente in

presenza delle condizioni di cui all’articolo 2103 del Codice Civile (da: Sole

24 Ore Sanità del 14-20 ottobre 2008).

1392. 2008 – Indennità di Terapia Intensiva – Sentenza del 24 ottobre 2008 del

Tribunale di Cassino, Sezione Lavoro – La sussistenza del diritto alla

percezione dell’indennità di terapia intensiva e sub-intensiva è condizionata al

mero svolgimento di un “servizio” infermieristico delle terapie intensive o sub-

intensive e non, invece, all’adibizione ad un reparto (Struttura Operativa) di

terapia intensiva o sub-intensiva. L’erogazione dell’indennità accessoria è

collegata a particolari condizioni di lavoro, che prescindono, dalla destinazione

del personale infermieristico ad uno specifico reparto di terapia intensiva,

laddove viene valutato, invece, il rischio o il disagio oggettivamente connesso

ad un certo servizio. Pertanto, allorquando l’infermiere addetto al Pronto

Soccorso del P.O., sia stato adibito in maniera continuativa ad un servizio

qualificabile come di terapia intensiva e/o sub-intensiva dovrà vedersi

riconosciuta la relativa indennità.

1393. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. V, numero

40252 del 28 ottobre 2008. L’assenza del consenso informato non basta a

determinare la condanna del medico. Il medico non va condannato in maniera

automatica per lesioni volontarie per un intervento effettuato in assenza del

consenso del paziente. Infatti va tenuto presente come manchino disposizioni

penali che sanzionino espressamente la condotta del medico che non ha

osservato l’obbligo della acquisizione del consenso informato, previsto da una

ampia normativa oltre che dal codice deontologico medico. In particolare, la

mancanza del consenso non può portare ad individuare un dolo intenzionale

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nella condotta del medico, non tenendo conto, in questa prospettiva, della

finalità terapeutica oppure della corretta esecuzione dell’intervento. Infatti va

tenuto presente che le condotte terapeutiche, anche se lesive e prive di

consenso, non sono tipiche e comunque non sono dolose.

1394. 2008 – Decreto Ministeriale del 7 novembre 2008. Modifiche ed

integrazioni ai Decreti 19 marzo 1998 recante “Riconoscimento della idoneità

dei centri per la sperimentazione clinica dei medicinali”; 8 maggio 2003

recante “Uso terapeutico di medicinale sottoposto a sperimentazione clinica” e

12 maggio 2006 recante “Requisiti minimi per l’istituzione, l’organizzazione e

il funzionamento dei Comitati Etici per le sperimentazioni cliniche dei

medicinali”.

1395. 2008 – Corte di Cassazione. Relazione numero 142 del 10 novembre

2008. Identificazione e Valutazioni sul Mobbing.

1396. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione numero 26972 dell’11 novembre

2008. Il danno da usura psicofisica si iscrive secondo la più recente

giurisprudenza di questa Corte nella categoria unitaria del danno non

patrimoniale causato da fatto illecito o da inadempimento contrattuale e la sua

risarcibilità presuppone la sussistenza di un pregiudizio concreto patito dal

titolare dell’interesse leso, sul quale grava, pertanto, l’onere della relativa

specifica deduzione della prova eventualmente anche attraverso presunzioni

semplici.

1397. 2008 – UNI EN 285:2008 – Sterilizzazione. Sterilizzatrici a vapore.

Grandi sterilizzatrici.

1398. 2008 – UNI EN ISO 14971:2008 – Dispositivi medici. Applicazione

della gestione dei rischi ai dispositivi medici.

1399. 2008 – UNI EN ISO 11135-1:2008 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Ossido di etilene. Parte 1: Requisiti per lo sviluppo, la convalida e il controllo

sistematico di un processo di sterilizzazione per prodotti medici.

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1400. 2008 – UNI EN ISO 11137-2:2008 – Sterilizzazione dei prodotti sanitari.

Radiazione. Parte 2: Definizione della dose sterilizzante.

1401. 2008 – UNI EN ISO 15378:2008 – Materiali di imballaggio primario per

prodotti medicinali. Requisiti particolari per l’applicazione della ISO

9001:2000, con riferimento alle Pratiche di Buona Fabbricazione (GMP).

1402. 2008 – UNI EN ISO 15883-4:2008 – Apparecchi di lavaggio e

disinfezione. Parte 4: Requisiti e prove per apparecchi di lavaggio e

disinfezione destinati alla disinfezione chimica degli endoscopi tremolabili.

1403. 2008 – UNI EN ISO 14644-6:2008 – Camere bianche ed ambienti

associati controllati. Parte 6: Vocabolario.

1404. 2008 – Regione Piemonte. Rapporto 2008 sull’azzeramento del deficit

nella Sanità.

1405. 2008 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 1866 del 2

dicembre 2008. Colpa professionale medica. Istituzioni sanitarie complesse.

Struttura sanitaria operante in ambito carcerario. Posizione di garanzia.

Individuazione. Medici non in posizione apicale. Medici di guardia. Posizione

di garanzia derivante dall’instaurazione del rapporto terapeutico. In tema di

colpa professionale medica, ai fini dell’affermazione di responsabilità penale,

in relazione al decesso di una paziente, dei medici operanti – non in posizione

apicale – all’interno di una struttura sanitaria complessa, a titolo di colpa

omissiva, è priva di rilievo la mera instaurazione del c.d. rapporto terapeutico,

occorrendo accertare la concreta organizzazione della struttura, con particolare

riguardo ai ruoli, alle sfere di competenza ed ai poteri-doveri dei medici

coinvolti nella specifica vicenda. (Fattispecie nella quale si contestava a due

medici di guardia in servizio presso una struttura sanitaria operante all’interno

di una Casa Circondariale, succedutisi nel compimento di singoli atti

diagnostici o terapeutici, di non avere diagnosticato per tempo la tubercolosi

dalla quale era affetta una detenuta, avendo omesso di eseguire gli

accertamenti diagnostici e la visita infettivologica prescritti da un medico

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consulente esterno). (Annulla in parte con rinvio, Sentenza Corte di Appello di

Genova del 4 febbraio 2008). Parti in causa T.G. – Fonti: CED Cassazione,

2009. Riferimenti normativi: articolo 40 Codice Penale, articolo 43 Codice

Penale, articolo 589 Codice Penale.

1406. 2008 – Regolamento Commissione Europea numero 1272 del 16

dicembre 2008 – CLP (Classification). Modifica ed abroga le direttive

67/548/CEE e 1999/45/CE e reca modifiche al Regolamento Commissione

Europea numero 1907/2006 (GU L 353 del 31 dicembre 2008). Nuova

classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele

pericolose. Entrata in vigore 20 gennaio 2009; 1 dicembre 2010; 1 giugno

2015.

1407. 2008 – Decreto Ministeriale del 17 dicembre 2008. Istituzione del

sistema informativo per il monitoraggio dell’assistenza domiciliare.

1408. 2008 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sezioni Unite,

numero 2437 del 18 dicembre 2008 (21 gennaio 2009). L’assenso di consenso,

in mancanza di esplicito rifiuto, quando l’intervento ha prodotto un beneficio

per la salute del paziente non fa incorrere il medico in responsabilità penali.

Ove il medico sottoponga il paziente ad un trattamento chirurgico diverso da

quello in relazione al quale era stato prestato consenso informato, e tale

intervento, eseguito nel rispetto dei protocolli e delle legis artis, sia concluso

con esito fausto, nel senso che dall’intervento stesso è derivato un apprezzabile

miglioramento delle condizioni di salute, in riferimento, anche alle eventuali

alternative apprezzabili, e senza che vi fossero indicazioni contrarie da parte

del paziente medesimo, tale condotta è priva di rilevanza penale, tanto sotto il

profilo delle lesioni personali quanto sotto quello della violenza privata. Quella

del medico è una professione di “pubblica necessità” ed è per questo che questa

attività non ha bisogno, per legittimarsi, di una scriminante tipizzata quale il

consenso del paziente al trattamento che escluda l’antigiuridicità di condotte

strumentali al trattamento medico, anche se attuate secondo le regole.

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1409. 2008 – Corte di Cassazione, Sentenza numero 29817 del 19 dicembre

2008 (Sezione Lavoro, Presidente G. Sciarelli, Relatore B. Balletti). Lavoro

Pubblico-Dirigenti Statali-Principio di Rotazione degli Incarichi Dirigenziali.

Ai dirigenti statali e, nella specie, ai dirigenti sanitari, non è applicabile

l’articolo 2103 del codice civile, valendo il principio di turnazione degli

incarichi dirigenziali che, previsto nell’ambito del lavoro pubblico privatizzato,

non trova riscontro nel rapporto di lavoro subordinato, costituisce il

fondamento dell’assegnazione alle mansioni dirigenziali ed è preordinato, nel

preminente interesse generale al raggiungimento degli obiettivi fissati

nell’organizzazione dei pubblici uffici dall’articolo 97 della Costituzione, al

fine di evitare la cristallizzazione degli incarichi e di arricchire le doti culturali

e professionali dei dirigenti mediante lo scambio di esperienze e attività.

1410. 2008 – Corte di Cassazione, sentenza numero 32424/08. Ha

recentemente precisato che il medico specializzando deve rifiutare i compiti

che ritiene di non essere in grado di compiere poiché, in caso contrario, se ne

assumerà la responsabilità a titolo di cosiddetta colpa per assunzione (Cass.

Pen. Sez. IV, 08/32424; 10/6215). Colpa professionale degli esercenti la

professione sanitaria con particolare attenzione alla posizione del medico

specializzando.

1411. 2008 – Determinazione AIFA del 23 dicembre 2008. Autocertificazione

dei requisiti minimi delle Organizzazioni di Ricerca a Contratto (CRO)

nell’ambito delle sperimentazioni cliniche dei medicinali ai sensi dell’articolo

7, commi 5 e 6 e dell’articolo 8 del Decreto Ministeriale del 31 marzo 2008.

1412. 2008 – Decreto Ministeriale del 23 dicembre 2008. Sostiene la

promozione e il sostegno dei progetti inerenti lo “sviluppo di modalità

organizzative che consentano la riduzione degli accessi impropri nelle strutture

di emergenza ed il miglioramento della rete assistenziale territoriale,

garantendo l’assistenza sanitaria nelle 24 ore”.

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1413. 2008 – Piano Regionale per il triennio 2007-2009. BURC numero 61 del

28 dicembre 2008. Osservatorio Regionale per la promozione della Carta dei

Servizi. Costituzione del comitato tecnico.

1414. 2008 – Decreto Legge numero 207 del 30 dicembre 2008. Convertito

con modificazioni dalla Legge numero 14 del 27 febbraio 2009.

1415. 2009 – Decreto Ministeriale dell’8 gennaio 2009. Determinazione delle

classi delle lauree magistrali delle professioni sanitarie, ai sensi del Decreto

Ministeriale numero 270 del 22 ottobre 2004. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 270 del 28 maggio 2009. Testo aggiornato al 9 luglio 2009.

1416. 2009 – PSR gennaio 2009. Il Piano Sanitario Regionale (PSR) viene

sottoposto al vaglio della Quarta Commissione Consiliare per, poi, essere

approvato dalla Giunta. Riguarda le Disabilità, il Volontariato e il Terzo

Settore.

1417. 2009 – Disegno di Legge S.10 della XIV Legislatura – Dichiarazioni di

volontà anticipate sui trattamenti sanitari – Disposizioni in materia di consenso

informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari al fine

di evitare l’accanimento terapeutico, nonché in materia di cure palliative e di

terapia del dolore.

1418. 2009 – Corte di Cassazione, Sentenza numero 1399 del 20 gennaio 2009

(Sezione Lavoro, Presidente E. Mercurio, Relatore P. Picone). Lavoro Pubblico

- Concorso per l’assunzione di nuovo personale - Mancata assunzione del

concorrente utilmente collocato nella graduatoria. In tema di lavoro pubblico

contrattualizzato, al concorrente collocato in posizione utile nella graduatoria

del procedimento concorsuale per l’assunzione di nuovo personale va

riconosciuto, in caso di mancata assunzione, il diritto al risarcimento dei danni,

salvo che l’ente pubblico dimostri che l’inadempimento/il ritardo sia stato

determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa ad esso non

imputabile, l’onere di tale dimostrazione non potendo ritenersi assolto con la

deduzione di difficoltà finanziarie.

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1419. 2009 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezioni Unite, numero

2437 del 21 gennaio 2009 (Udienza il 18 dicembre 2008). Intervento diverso

ma con esito fausto. Errore medico. Con tale pronuncia la Cassazione ha

assolto un medico che aveva sottoposto la paziente ad un intervento diverso da

quello oggetto del consenso, ma l’esito dell’intervento era stato fausto.

Massima di principio: “ … Può quindi concludersi nel senso che, ove il medico

sottoponga il paziente ad un trattamento chirurgico diverso da quello in

relazione al quale era stato prestato il consenso informato, e tale intervento,

eseguito nel rispetto dei protocolli e delle leges artis, si sia concluso con esito

fausto, nel senso che dall’intervento stesso è derivato un apprezzabile

miglioramento delle condizioni di salute, in riferimento anche alle eventuali

alternative ipotizzabili e senza che vi fossero indicazioni contrarie da parte del

paziente medesimo, tale condotta è priva di rilevanza penale, tanto sotto il

profilo della fattispecie di cui all’articolo 582 codice penale, che sotto quello

del reato di violenza privata, di cui all’articolo 610 codice penale”. Presidente

T. Gemelli, Relatore A. Macchia, Ric. Mazzini. In particolare il bene della

salute è tutelato dall’articolo 32, primo comma, della Costituzione, “non solo

come interesse della collettività, ma anche e soprattutto come diritto

fondamentale dell’individuo” (sentenza numero 356 del 1991), che impone

piena ed esaustiva tutela (sentenze numero 307 e 455 del 1990), in quanto

“diritto primario e assoluto, pienamente operante anche nei rapporti tra privati”

(sentenze numero 202 del 1991, numero 559 del 1987, numero 184 del 1986,

numero 88 del 1979). Il diritto ai trattamenti sanitari è dunque tutelato come

diritto fondamentale nel suo “nucleo irrinunciabile del diritto alla salute,

protetta dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana, il

quale impone di impedire la costituzione di situazioni prive di tutela, che

possano appunto pregiudicare l’attuazione di quel diritto” (vedi, fra le altre, le

sentenze numero 432 del 2005, numero 233 del 2003, numero 252 del 2001,

numero 509 del 2000, numero 309 del 1999, numero 267 del 1998). Anche al

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di fuori di tale nucleo, d’altra parte, il diritto a trattamenti sanitari “è garantito a

ogni persona come un diritto costituzionale condizionato alla attuazione che il

legislatore ordinario ne dà, attraverso il bilanciamento dell’interesse tutelato da

quel diritto con gli altri interessi costituzionalmente protetti, tenuto conto dei

limiti oggettivi che lo stesso legislatore incontra nella sua opera di attuazione

in relazione alle risorse organizzative e finanziarie di cui dispone al momento”.

Ciò comporta che, al pari di ogni altro diritto costituzionale a prestazioni

positive, il diritto a trattamenti sanitari diviene per il cittadino “pieno e

incondizionato” nei limiti in cui lo stesso legislatore, attraverso una non

irragionevole opera di bilanciamento fra i valori costituzionali e di

commisurazione degli obiettivi conseguentemente determinati sulla falsariga

delle risorse esistenti, predisponga adeguate possibilità di fruizione delle

prestazioni sanitarie (Sentenza della Corte Costituzionale numero 432 del

2005, numero 304 e 218 del 1994, numero 247 del 1992, numero 455 del

1990). Peraltro, proprio in attuazione del principio del supremo interesse della

collettività alla tutela della salute, consacrata come fondamentale diritto

dell’individuo dall’articolo 32 della Costituzione, “l’infermo assurge, nella

nuova concezione della assistenza ospedaliera, alla dignità di legittimo utente

di un pubblico servizio, cui hha pieno ed incondizionato diritto, e che gli vien

reso, in adempimento di un inderogabile dovere di solidarietà umana e sociale,

da apparati di personale e di attrezzature a ciò strumentalmente preordinati e

che in ciò trovano la loro stessa ragion d’essere”. (sentenza numero 103 del

1977).

1420. 2009 – Sentenza del Tribunale di Milano, Sez. V, del 9 febbraio 2009.

Ingiusta modifica dell’intervento concordato. Il Tribunale di Milano ha

affermato la responsabilità del medico che aveva sottoposto una paziente ad un

intervento necessario ma non urgente senza avere chiara cognizione della

situazione; si accertava, in corso di causa, che la (presunta) prospettazione

dell’intervento effettivamente eseguito come alternativo a quello per cui la

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paziente sottoscriveva il consenso informato, veniva in realtà valutata solo

durante il trattamento, allorquando la donna era già anestetizzata. Si riteneva

che il medico avesse modificato, ingiustamente, una scelta concordata,

effettuando atti chirurgici molto più invasivi per modalità esecutive e

conseguenze senza autorizzazione dell’interessata. Secondo il Tribunale ciò

costituirebbe un innegabile ed autonomo titolo di inadempimento con

conseguente lesione del diritto di autodeterminazione del paziente produttivo,

nel caso concreto, di conseguenze sulla integrità psicofisica delle quali l’autore

deve rispondere. (Avv. Ennio Grassini – Dirittosanitario)

1421. 2009 – Sentenza della Corte di Cassazione del 13 febbraio 2009, numero

6491, in cui si stabilisce che non sussiste obbligatorietà di iscrizione

all’IPASVI per i dipendenti pubblici (ma, di sicuro, è una sentenza con

richiamo ad un contenzioso antecedente alla Legge 43/2006. N.d.R.).

1422. 2009 – Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2009. Determinazione delle

classi dei corsi di laurea per le professioni sanitarie, ai sensi del Decreto

Ministeriale numero 270 del 22 ottobre 2004. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 119 del 25 maggio 2009. Testo aggiornato al 7 luglio 2009.

1423. 2009 – Febbraio 2009. Nuovo Codice Deontologico dell’Infermiere a

cura della Federazione Nazionale Collegi IPASVI.

1424. 2009 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezione lavoro, numero 3194 del

2009. I problemi pratici dettati dalle prestazioni di lavoro straordinario non

richiesto dal lavoratore al prestatore. La recente giurisprudenza ha ritenuto di

onerare il lavoratore della relativa prova in ordine alla quantità ed alla qualità

del lavoro prestato.

1425. 2009 – Ordinanza del Ministro del 26 febbraio 2009. Disposizioni in

materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone

ombelicale.

1426. 2009 – Sicilia. Piano Sanitario Regionale 2009-2011. D.P. numero 61

del 2 marzo 2009

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1427. 2009 – Legge numero 15 del 4 marzo 2009. Delega al Governo

finalizzata all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla

efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni

integrative delle funzioni attribuite al Consiglio Nazionale dell’Economia e del

Lavoro e alla Corte dei Conti. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 53

del 5 marzo 2009. Testo aggiornato al 22 febbraio 2010.

1428. 2009 – Marzo 2009. Ipotesi di Piattaforma CCNL 2008-2009 del

Comparto Sanità.

1429. 2009 – Accordo tra il Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e

delle Finanze e la Regione Abruzzo (Piano di Risanamento del SSR 2007-

2009) del 6 marzo 2007 per l’approvazione del Piano di Rientro di

individuazione degli interventi per il proseguimento dell’equilibrio economico

ai sensi dell’articolo 1, comma 180 della Legge numero 311 del 30 dicembre

2004.

1430. 2009 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, numero 10819

dell’11 marzo 2009. Responsabilità del medico. Morte del paziente. Omicidio

colposo. Nesso causale. Precisazioni. In tema di colpa professionale medica,

l’instaurazione della relazione terapeutica tra medico e paziente è fonte della

posizione di garanzia che il primo assume nei confronti del secondo, e da cui

deriva l’obbligo di attivarsi a tutela della salute e della vita. Ai fini

dell’accertamento della penale responsabilità del medico per colpa omissiva,

nella ricostruzione del nesso eziologico, non può assolutamente prescindersi

dall’individuazione di tutti gli elementi concernenti la causa dell’evento: solo

conoscendo in tutti i suoi aspetti fattuali e scientifici il momento iniziale e la

successiva evoluzione della malattia è, poi, possibile analizzare la condotta

(omissiva) colposa addebitata al sanitario per effettuare il giudizio contro

fattuale e verificare se, ipotizzandosi come realizzata la condotta dovuta,

l’evento lesivo sarebbe stato evitato “al di là di ogni ragionevole dubbio”. Cfr.

Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezioni Unite, numero 2437 del 21

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gennaio 2009 (in tema di responsabilità del medico e consenso); Sentenza

Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, numero 37077 del 30 settembre 2008

(in materia di responsabilità del medico e trattamento sanitario necessario);

Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezioni Unite, numero 577 del 2008

(sulla responsabilità della struttura sanitaria); Sentenza Corte di Cassazione

Civile, numero 23676 del 2008 (sul problema della trasfusione di sangue e i

Testimoni di Geova); Sentenza Corte di Cassazione Penale, numero 11335 del

2008 (in materia di consenso incompleto del paziente). Fonte: Altalex

Massimario 14/2009.

1431. 2009 – DGR Liguria numero 264 e Allegato del 13 marzo 2009.

Approvazione dell’accordo integrativo regionale per la disciplina dei rapporti

con i medici addetti all’emergenza sanitaria territoriale.

1432. 2009 – Accordo Stato-Regioni del 25 marzo 2009 sugli obiettivi

prioritario del PSN per l’anno 2009. Individua le linee progettuali per l’utilizzo

da parte delle Regioni delle risorse vincolate ai sensi dell’articolo 1, commi 34

e 34 bis, delle Legge numero 662 del 23 dicembre 1996 per la realizzazione

degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale. In allegato il

Documento di Linee Guida per progetti di sperimentazione inerenti alle

“Modalità organizzative per garantire l’assistenza sanitaria in h 24: riduzione

degli accessi impropri nelle strutture di emergenza e miglioramento della rete

assistenziale territoriale”. Prevede la sperimentazione sul territorio di 5 modelli

organizzativi complessi (Livello ospedaliero: Ambulatori per la gestione dei

codici di minor gravità (bianchi) e Punti di primo intervento; Livello

territoriale: Presidi Ambulatoriali distrettuali, Assistenza territoriale integrata e

Ambulatori territoriali integrati).

1433. 2009 – Umbria. Piano Sanitario Regionale 2009-2011.

1434. 2009 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. IV, numero 19755 del 9

aprile 2009. A proposito della responsabilità dei componenti di una èquipe

medica che collega la responsabilità penale, appunto, alla valutazione delle

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concrete mansioni di ciascun componente; sulla violazione dei canoni di

diligenza e perizia connessi alle specifiche ed effettive mansioni svolte quale

presupposto della responsabilità in un contesto operativo in cui si muove una

pluralità di chirurghi.

1435. 2009 – Ministero della Salute e delle Politiche Sociali.

Raccomandazione numero 9 di aprile 2009. Raccomandazione per la

prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento dei

dispositivi medici/apparecchi elettromedicali.

1436. 2009 – Legge Regionale Sicilia numero 5 del 14 aprile 2009. Norme per

il riordino del Servizio Sanitario regionale.

1437. 2009 – TAR Campania. Sentenza numero 2193 del 29 aprile 2009. “Non

sussiste il diritto al riposo compensativo se il dipendente del SSN che ha

assicurato la reperibilità per un giorno festivo non viene chiamato a intervenire:

basta l’indennità riconosciuta per ogni 12 ore di pronta disponibilità”. Il

collegio IPASVI precisa, inoltre, che “a tali fini appare necessario tenere

distinta l’ipotesi in cui durante il turno non vi sia stata chiamata in servizio

(reperibilità “passiva”) da quella in cui, invece, il dipendente in pronta

disponibilità sia dovuto intervenire (reperibilità “attiva”).

1438. 2009 – DGR Calabria numero 247 del 5 maggio 2009. Approvazione del

regolamento sulla “Compartecipazione alla spesa sanitaria-ticket”. Richiesta

parere alla commissione consiliare competente.

1439. 2009 – DGR Calabria numero 250 e Allegato del 5 maggio 2009.

Obiettivi di PSN. Approvazione linee progettuali anno 2009 (Accordo Stato-

Regioni del 25 marzo 2009).

1440. 2009 – DCA Abruzzo numero 28 del 6 maggio 2009, Allegato 1 e

Allegato 2. Disposizioni per far fronte al sisma in Regione Abruzzo del 6 aprile

2009.

1441. 2009 – Sentenza TAR della Lombardia, Sez. III, numero 214 del 2009.

Assistenza dovuta anche a chi vuole interrompere le cure. Le affermazioni

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dell’Amministrazione secondo cui il SSN non sarebbe obbligato a prendere in

carico un paziente che a priori rifiuti le cure necessarie a tenerlo in vita e

secondo cui il personale medico non potrebbe dare corso alla volontà di

rifiutare le cure, pena la violazione dei propri obblighi di servizio, non

appaiono conformi ai principi che regolano la materia. Il diritto costituzionale

di rifiutare le cure, come descritto dalla Suprema Corte, è un diritto di libertà

assoluto, il cui dovere di rispetto si impone erga omnes, nei confronti di

chiunque intrattenga con l’ammalato il rapporto di cura, non importa se

operante all’interno di una struttura sanitaria pubblica o privata. La

manifestazione di tale consapevole rifiuto rende quindi doverosa la

sospensione di mezzi terapeutici il cui impiego non dia alcuna speranza di

uscita dallo stato vegetativo in cui versa la paziente e non corrisponda con il

metodo dei valori e la visione di vita dignitosa che è propria del soggetto.

Qualora l’ammalato decida di rifiutare le cure (ove incapace, tramite

rappresentante legale debitamente autorizzato dal Giudice Tutelare), tale ultima

manifestazione di rifiuto farebbe immediatamente venire meno il titolo

giuridico di legittimazione del trattamento sanitario (ovvero il consenso

informato), costituente imprescindibile presupposto di liceità del trattamento

sanitario medesimo, venendo a sorgere l’obbligo giuridico (prima ancora che

professionale o deontologico) del medico di interrompere la somministrazione

di messi terapeutici indesiderati. Come ha precisato la Suprema Corte, tale

obbligo giuridico sussiste anche ovi si tratti di trattamento di sostegno vitale il

cui rifiuto conduca alla morte, giacchè tale ipotesi non costituisce, secondo il

nostro ordinamento, una forma di eutanasia (per tale dovendo intendersi

soltanto il comportamento etiologicamente inteso ad abbreviare la vita e che

causa esso positivamente la morte) bensì la scelta insindacabile del malato a

che la malattia segua il suo corso naturale fino all’inesorabile exitus. Rifiutare

il ricovero ospedaliero, dovuto in linea di principio da parte del SSN a

chiunque sia affetto da patologie mediche, solo per il fatto che il malato abbia

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preannunciato la propria intenzione di avvalersi del diritto alla interruzione del

trattamento, significa di fatto limitare indebitamente tale diritto. L’accettazione

presso la struttura sanitaria pubblica non può infatti essere condizionata alla

rinuncia del malato ad esercitare un suo diritto fondamentale. Né il rifiuto

opposto dall’Amministrazione alla richiesta può giustificarsi in base a ragioni

attinenti l’obiezione di coscienza. L’Amministrazione Sanitaria, in ossequio

dei principi di legalità, buon andamento, imparzialità e correttezza, dovrà

indicare la struttura sanitaria dotata di requisiti strutturali, tecnologici e

organizzativi, tali da renderla “confacente” agli interventi e alle prestazioni

strumentali all’esercizio della libertà costituzionale di rifiutare le cure, onde

evitare alla ammalata (ovvero al tutore e curatore di lei) di indagare in prima

persona quale struttura sanitaria sia meglio equipaggiata al riguardo.

1442. 2009 – Sentenza T.A.R. Sicilia, Catania, Sez. IV, numero 879 del 7

maggio 2009. Documentazione sanitaria relativa ad un ricovero. Documento

amministrativo. Dati sensibili. Accesso del diretto interessato. La

documentazione sanitaria relativa ad un ricovero ed eventuale intervento

chirurgico con i relativi esami diagnostici rientra nell’amplissima nozione di

“documento amministrativo” di cui alla lettera d) dell’articolo 22 della Legge

numero 241/1990, trattandosi di atti interni detenuti dalla struttura ospedaliera,

in relazione all’attività di pubblico interesse dalla stessa svolta al fine di

assicurare al cittadino una adeguata assistenza sanitaria, e così il diritto

primario e fondamentale alla salute; peraltro, proprio perché contiene dati

“sensibili” sulla salute del cittadino (articoli 75 e seguenti del “Codice in

materia di protezione dei dati personali” approvato con D. Lgs. numero 196 del

30 giugno 2003), tale documentazione non può non essere portata a

conoscenza del diretto interessato. G.G.C. (Avv. Bivona) contro Azienda

Ospedaliera Umberto I° di Enna (Avv. Argento).

1443. 2009 – Sentenza Corte di Cassazione numero 10743 dell’11 maggio

2009. E’ configurabile il nesso causale tra il comportamento omissivo del

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medico ed il pregiudizio subito dal paziente qualora attraverso un criterio

necessariamente probabilistico, si ritenga che l’opera del medico, se

correttamente e prontamente prestata, avrebbe avuto serie ed apprezzabili

possibilità di evitare il danno verificatosi; l’onere della prova relativa grava sul

danneggiato, indipendentemente dalla difficoltà dell’intervento medico-

chirurgico.

1444. 2009 – Maggio 2009. Ipotesi di Contratto per la Sanità Pubblica per il

biennio 2008-2009.

1445. 2009 – DGR Emilia Romagna numero 687 del 18 maggio 2009. Progetti

per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale

anno 2009. Accordo Governo-Regioni e Province autonome del 25 marzo 2009

rep. atti numero 57/CSR.

1446. 2009 – DGR Lombardia numero 9461 del 20 maggio 2009. Utilizzo

delle quote vincolate dal fondo sanitario nazionale per la realizzazione di

obiettivi prioritari di rilievo nazionale, indicati dal Piano Sanitario Nazionale

anno 2009.

1447. 2009 – DGR Liguria numero 675 e Allegato A del 21 maggio 2009.

Risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e

rilievo nazionale (articolo 1, comma 34 e 34 bis, della Legge numero 662 del

23 dicembre 1996). Finanziamento anno 2009.

1448. 2009 – DGR Abruzzo numero 246 e Allegato 1 del 22 maggio 2009.

Progetti Obiettivo a rilevanza nazionale ex articolo1, commi 34 e 34bis della

Legge numero 662/96. Finanziamento anno 2009. Approvazione Progetti-

Obiettivo.

1449. 2009 – DGR Campania numero 995 e Allegato del 22 maggio 2009.

Obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale a norma dell’articolo 1,

comma 34 e 34bis della Legge 662/92. Recepimento dell’Accordo ai sensi

dell’articolo 4 del Decreto Legislativo numero 281 del 28 agosto 1997 tra il

Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sulle linee

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progettuali per l’utilizzo delle risorse vincolate per la realizzazione degli

obiettivi del PSN per l’anno 2009.

1450. 2009 – DGR Toscana numero 442 e Allegato B del 25 maggio 2009.

Progetti per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo

nazionale del Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 ai fini dell’utilizzo delle

risorse vincolate ai sensi dell’articolo 1, comma 34 e 34 bis, della Legge

662/1996, per l’anno 2009.

1451. 2009 – DGR Basilicata numero 1127 del 16 giugno 2009. Programma

Regionale anno 2008 collegato agli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo

nazionale definiti dal Piano Sanitario Nazionale 2006-2008, secondo le linee

progettuali di cui all’Accordo Stato-Regioni rep. numero 20 del 26 febbraio

2009 e all’Intesa Stato-Regioni rep. numero 21 del 26 novembre 2009.

1452. 2009 – Legge numero 69 del 18 giugno 2009. Disposizioni per lo

sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di

processo civile. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 140 del 19 giugno

2009, Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al 22 febbraio 2010.

1453. 2009 – Decreto Legge numero 78 del 1 luglio 2009. Provvedimenti

anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni

internazionali.

1454. 2009 – Decreto Ministeriale del 14 luglio 2009. Requisiti minimi per le

polizze assicurative a tutela dei soggetti partecipanti alle sperimentazioni

cliniche dei medicinali.

1455. 2009 – Deliberazione numero 25 del 16 luglio 2009. Linee Guida in

tema di fascicolo sanitario elettronico e di dossier sanitario. Pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale numero 178 del 3 agosto 2009. Testo aggiornato al 12

febbraio 2010.

1456. 2009 – DGR Emilia Romagna numero 1035 del 20 luglio 2009. Strategia

regionale per il miglioramento dell’accesso ai servizi di specialistica

ambulatoriale in applicazione del DGR numero 1532/2006.

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1457. 2009 – DGR Toscana numero 716 e Allegato A del 3 agosto 2009. Piano

Sanitario Regionale 2008-2010, punto 4.3.1. Progetto per l’attuazione della

Sanità d’iniziativa a livello territoriale.

1458. 2009 – Decreto Legislativo numero 106 del 3 agosto 2009. Disposizioni

integrative e correttive al Decreto Legislativo numero 81 del 9 aprile 2008, in

materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 180, Supplemento Ordinario numero 142, del

5 agosto 2009. Testo aggiornato al 17 marzo 2010.

1459. 2009 - Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

36580 del 21 settembre 2009. Denunciando le troppe distrazioni che

avvengono in sala operatoria, la Corte di Cassazione ricorda che “tutti i

soggetti intervenuti all’atto operatorio devono partecipare ai controlli”. Niente

deleghe dunque e, in caso di errore, paga tutta l’equipe medica. L’avvertimento

arriva dalla Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione (sentenza

36580/2009) che si è occupata di un caso di malasanità avvenuto circa 12 anni

fa. Durante l’intervento chirurgico in un reparto di ostetricia era stata

dimenticata una garza nell’addome di una paziente. L’intervento fu eseguito

dal primario, ma tutta l’equipe medica che vi aveva partecipato fu chiamata a

rispondere di lesioni colpose, compreso l’aiuto medico chirurgo. Considerato il

tempo trascorso il reato si era prescritto ma vi era stata comunque una

condanna di risarcimento dei danni in favore della parte civile. Nel corso del

giudizio l’aiuto medico aveva sostenuto che in una struttura sanitaria pubblica

egli dovrebbe rispondere soltanto per gli errori nell’area dei servizi a lui

affidati; mentre nel suo caso il primario avrebbe eseguito personalmente l’atto

operatorio, dall’inizio alla fine, accentrando ogni decisione e controllo. La

Corte nel respingere il ricorso ha ricordato che “nel caso in cui l’attività

dell’equipe è corale, cioè riguarda quelle fasi dell’intervento chirurgico in cui

ognuno esercita il controllo del buon andamento di esso, non si può addebitare

all’uno l’errore dell’altro e viceversa”. Per questo “non è consentita la delega

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delle proprie incombenze agli altri componenti poiché ciò vulnerebbe il

carattere plurale del controllo che ne accresce l’affidabilità”. Poco importa che

il primario abbia la tendenza ad accentrare su di se i compiti; nel caso in

questione la Corte ha rilevato che si è trattato di una “macroscopica e banale

dimenticanza che, come tale, deve essere addebitata a ciascuno e a tutti i

componenti di quella equipe”.

1460. 2009 – Sentenza Corte di Giustizia CE, Sez. VII, numero C-8/09 del 24

settembre 2009. Requisiti tecnici per la donazione, l’approvvigionamento e il

controllo di tessuti e cellule di origine umana. Mancato recepimento entro il

termine prescritto (Belgio). Direttiva 2006/17/CE. Direttiva 2004/23/CE. Non

avendo entro il termine prescritto dalle disposizioni legislative, regolamentari e

amministrative necessarie per conformarsi alla Direttiva 2006/17/CE della

Commissione dell’8 febbraio 2006, che attua la Direttiva 2004/23/CE del

Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda determinate

prescrizioni tecniche per la donazione, l’approvvigionamento e il controllo di

tessuti e cellule di origine umana, il Regno di Belgio è venuto meno per

adempiere i suoi obblighi ai sensi della presente Direttiva (Testo Uff.: En ne

prenant pas, dans le délai prescrit, les dispositions législatives, réglementaires

et administratives nécessaires pour se conformer à la Directive 2006/17/CE de

la Commission, du 8 février 2006, portant application de la Directive

2004/23/CE du Parlament Europée net du Conseil concernant certaines

exigences techniques relatives au don, à l’obtention e tau controle de tissus et

de cellules d’origine humaine, le Royaume de Belgique a manqué aux

obligations qui lui incombent en vertu de cette Directive). Pres. Caoimh, Rel.

Arabadjiev, Commissione contro Belgio.

1461. 2009 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

37875 del 25 settembre 2009. La mancanza del consenso informato non

determina l’automatica responsabilità del medico. L’obbligo di acquisizione

del consenso informato del paziente, non solo non è previsto che avvenga

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tassativamente in forma scritta, ma non costituisce nemmeno una regola

cautelare e dunque la sua inosservanza da parte del medico non può costituire,

nel caso l’intervento abbia causato delle lesioni, un elemento per affermare

automaticamente la responsabilità a titolo di colpa di quest’ultimo, a meno che

la mancata sollecitazione del consenso gli abbia impedito di acquisire la

necessaria conoscenza delle condizioni del paziente medesimo e di acquisire

un’anamnesi completa.

1462. 2009 – DGR Basilicata numero 1645 del 25 settembre 2009. Direttiva

vincolante per i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie di Potenza (ASP) e

di Matera (ASM) per l’organizzazione e il funzionamento del macrolivello

territoriale. Distretti della Salute.

1463. 2009 – DGR Basilicata numero 1646 del 25 settembre 2009. Programma

Regionale Anno 2009. Collegato agli obiettivi di carattere prioritario e di

rilievo nazionale, secondo le linee progettuali di cui all’Accordo Stato-Regioni

rep. numero 57/CSR del 25 marzo 2009.

1464. 2009 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

20806 del 29 settembre 2009. Il consenso informato è un obbligo contrattuale

del medico. Il consenso informato, espressione del diritto personalissimo, di

rilevanza costituzionale, alla autodeterminazione terapeutica, è un obbligo

contrattuale del medico perché è funzionale al corretto adempimento della

prestazione professionale, pur essendo autonomo da esso. Nella vicenda di

causa i Giudici del primo grado accertavano che il medico aveva garantito al

paziente il positivo esito dell’intervento di cataratta tanto che, gli stessi

Giudici, avevano ritenuto che l’obbligazione assunta fosse stata di risultato,

non soltanto perché di routine, ma anche perché il paziente era in buone

condizioni di salute, aveva sessantasei anni e gli occhi erano sani (Avv. Ennio

Grassini – Dirittosanitario).

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1465. 2009 – Liguria. Assemblea Legislativa della Liguria. OdG numero 406

del 30 settembre 2009, deliberazione numero 22. Piano Socio-Sanitario

Regionale 2009-2011.

1466. 2009 – Decreto Legislativo numero 153 del 3 ottobre 2009.

Individuazione di nuovi servizi erogati dalle farmacie nell’ambito del Servizio

Sanitario Nazionale, nonché disposizioni in materia di indennità di residenza

per i titolari di farmacie rurali, a norma dell’articolo 11 della Legge numero 69

del 18 giugno 2009. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 257 del 4

novembre 2009. Testo aggiornato al 12 febbraio 2010.

1467. 2009 – Decreto Ministeriale 14 ottobre 2009 ed Allegati. Sostiene la

promozione e il sostegno dei progetti inerenti lo “sviluppo di modalità

organizzative che consentano la riduzione degli accessi impropri nelle strutture

di emergenza ed il miglioramento della rete assistenziale territoriale,

garantendo l’assistenza sanitaria nelle 24 ore”.

1468. 2009 – Decreto Legislativo numero 150 del 27 ottobre 2009. Attuazione

della Legge numero 15 del 4 marzo 2009, in materia di ottimizzazione della

produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche

amministrazioni. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 254 del 31

ottobre 2009, Supplemento Ordinario. Testo aggiornato al 23 febbraio 2010.

1469. 2009 – Friuli Venezia Giulia. Deliberazione Giunta Regionale numero

2460 del 5 novembre 2009. Viene approvato, in via preliminare, il progetto di

“Piano sanitario e socio-sanitario regionale 2010-2012”.

1470. 2009 – Ministero della Funzione Pubblica, Circolare 11 novembre 2009.

Ufficio Personale Pubbliche Amministrazioni. Servizio Trattamento del

Personale. Oggetto: Decreto Legislativo numero 150 del 27 ottobre 2009.

Controlli sulle assenze per malattia.

1471. 2009 – Sentenza Corte di Giustizia CE, Sezione VII, numeroC-12/09 del

12 novembre 2009. Prescrizioni tecniche per la donazione.

Approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani. Omessa

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trasposizione entro il termine impartito. Inadempimento di uno Stato (Italia).

Direttiva numero 2006/17/CE. Non avendo adottato, entro il termine stabilito,

le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per

conformarsi alla Direttiva della Commissione numero 2006/17/CE dell’8

febbraio 2006, che attua la Direttiva numero 2004/23/CE del Parlamento

Europeo e del Consiglio per quanto riguarda determinate prescrizioni tecniche

per la donazione, l’approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani,

la Repubblica Italiana è venuta meno agli obblighi che ad essa incombono in

forza dell’articolo 7, numero 1, primo comma, della Direttiva numero

2006/17/CE. Pres. Lindh. Rel. Lohmus. Commissione delle Comunità Europee

contro Repubblica Italiana.

1472. 2009 – Deliberazione numero 35 del 12 novembre 2009. Prescrizioni

concernenti la raccolta d’informazioni sullo stato di sieropositività dei pazienti

da parte degli esercenti le professioni sanitarie. Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 289 del 12 dicembre 2009. Testo aggiornato al 12 febbraio

2010.

1473. 2009 – Sentenza Corte Giustizia CE, Sezione II, numero C-288 del 19

novembre 2009. L’immissione in commercio di dispositivi medici: l’attività

contrattuale delle Aziende Sanitarie e profili di responsabilità. Rinvio

pregiudiziale. Divieto di esportazione di amalgami per uso dentistico

contenenti mercurio e recanti la marcatura di conformità CE. Tutela della

salute e dell’ambiente. Direttiva 93/42/CEE. L’articolo 4, numeri 1, della

Direttiva del Consiglio del 14 giugno 1993 numero 93/42/CEE, concernente i

dispositivi medici, come modificata dal Regolamento (CE) del Parlamento

Europeo e del Consiglio numero 1882 del 29 settembre 2003, deve essere

interpretato nel senso che osta alla normativa di uno Stato membro, come

quella discussa nel procedimento principale, che preveda un divieto, mootivato

da ragioni di tutela dell’ambiente e della salute, di esportare a fini commerciali

amalgami dentali contenenti mercurio e recanti la marcatura CE di cui

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all’articolo 17 di tale Direttiva. Pres./Rel. Bonichot. In Foro Amm., 2010, pp.

751 e seguenti.

1474. 2009 – Sentenza Corte di Giustizia CE, Sez. VII, numero C-13/09 del 26

novembre 2009. Prescrizioni in tema di tracciabilità. Notifica di reazioni ed

eventi avversi gravi. Prescrizioni tecniche per la codifica, la lavorazione, la

conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani.

Omessa trasposizione entro il termine stabilito. Inadempimento di uno Stato

(Italia). Direttiva 2006/86/CE. Direttiva 2004/23/CE. La Repubblica Italiana

non avendo adottato entro il termine stabilito le disposizioni legislative

regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla Direttiva della

Commissione 24 ottobre 2006 numero 2006/86/CE che attua la Direttiva

numero 2004/23/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto

riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni ed

eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche per la codifica, lla

lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e

cellule umani, è venuta meno agli obblighi che ad essa incombono in forza di

tale direttiva. Pres. Silva de Lapuerta. Rel. Malenovsky. Commissione delle

Comunità Europee contro Repubblica Italiana.

1475. 2009 – Accordo numero 81-CU del 26 novembre 2009. Accordo, ai sensi

dell’articolo 9 del Decreto Legislativo numero 281 del 28 agosto 1997 sul

documento proposto dal Tavolo di Consultazione Permanente sulla Sanità

recante: “Strutture Sanitarie nell’ambito del Sistema Penitenziario Italiano”.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 2 del 4 gennaio 2010. Testo

aggiornato al 28novembre 2011.

1476. 2009 – Decreto Ministeriale dell’11 dicembre 2009. Aggiornamento

della tabella di patologie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per

gli effetti dell’articolo 139 del T.U. approvato con Decreto del Presidente della

Repubblica numero 1124 del 30 giugno 1965 e successive modificazioni e

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integrazioni. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 65 del 19 marzo 2010

e numero 76, Supplemento Ordinario numero 66, del 1° aprile 2010.

1477. 2009 – Accordo del 17 dicembre 2009 (Piano di Rientro 2010-2012) tra

il Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e delle Finanze e la Regione

Calabria per l’approvazione del Piano di Rientro di individuazione degli

interventi per il perseguimento dell’equilibrio economico ai sensi dell’articolo

1, comma 180, della Legge numero 311 del 30 dicembre 2004.

1478. 2009 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

26505 del 17 dicembre 2009. In materia di responsabilità del medico, il

Giudice civile che sia investito della causa sul risarcimento deve accertare se la

condotta del professionista fu colposa.

1479. 2009 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

48322 del 17 dicembre 2009. Odontoiatria e assenza di consenso informato.

Un medico dentista, veniva rinviato a giudizio per rispondere del reato di cui

agli articoli 590, 51 e 55 c.p. per aver cagionato lesioni gravi consistenti nella

demolizione dei quattro denti incisivi superiori, con conseguente

indebolimento permanente della funzione masticatoria. Più precisamente,

secondo l’accusa, era stato eseguito un intervento terapeutico ed estetico

demolitorio, anziché conservativo e ciò in assenza di un espresso consenso e

quindi eccedendo colposamente nell’esercizio del suo diritto di attività di

medico dentista. La Corte di Cassazione, confermando la sentenza assolutoria,

ha affermato che non integra il reato di lesione personale, né quello di violenza

privata la condotta del medico che sottoponga il paziente ad un trattamento

chirurgico diverso da quello in relazione al quale era stato prestato il consenso

informato, nel caso in cui l’intervento, eseguito nel rispetto dei protocolli e

delle leges artis, si sia concluso con esito fausto, essendo da esso derivato un

apprezzabile miglioramento delle condizioni di salute, in riferimento anche alle

eventuali alternative ipotizzabili e senza che vi fossero indicazioni contrarie da

parte dello stesso. (Avv. Ennio Grassini – Dirittosanitario).

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1480. 2009 – Decreto Legislativo numero 198 del 20 dicembre 2009.

Attuazione dell’articolo 4 della Legge numero 15 del 4 marzo 2009, in materia

di ricorso per l’efficienza delle amministrazioni e dei concessionari di servizi

pubblici. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 303 del 31 dicembre

2009. Testo aggiornato al 12 febbraio 2010.

1481. 2009 – Decreto Dirigenziale Calabria numero 23605 del 23 dicembre

2009. Istituzione del sistema informativo per il monitoraggio delle prestazioni

erogate nell’ambito dell’assistenza sanitaria in Emergenza-Urgenza. Modalità

di attuazione del Decreto del 17 dicembre 2008.

1482. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 1 del

4 gennaio 2010. L’omessa rilevazione, da parte del medico specialista, della

presenza di gravi malformazioni nel feto legittima la richiesta di risarcimento

danno da parte della madre e del padre.

1483. 2010 – Decreto Legislativo numero 37 del 25 gennaio 2010 in materia di

“Attuazione della Direttiva 2007/47/CE che modifica le Direttive 90/385/CEE

per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai

dispositivi medici impiantabili attivi, 93/42/CE concernente i dispositivi

medici e 98/8/CE relativa all’immissione sul mercato di biocidi”.

1484. 2010 – Sentenza TAR Lazio, Roma, Sez. I quater, numero 1192 del 29

gennaio 2010. Obbligo di tutela del lavoratore contro i rischi dal fumo passivo.

Sentenza Corte Costituzionale numero 399/96. Legge numero 3/03, articolo

numero 51. Applicabilità. Decorrenza. 10 gennaio 2005. Amministrazioni dello

Stato. Mancata emanazione del regolamento ex articolo 51, comma 4, Legge

numero 3/03. Irrilevanza. Ragioni. L’obbligo di tutela del lavoratore contro i

rischi da fumo passivo sul posto di lavoro (già evidenziato dalla Corte

Costituzionale con sentenza numero 399/96, in forza della Legge numero

584/75, degli articoli 9 e 14 del D.P.R. numero 303 del 19 marzo 1956, come

modificati dall’articolo 33 del Decreto Legislativo numero 626 del 19

settembre 1994, nonché articolo 64, lettera b) e 65, comma 2, del citato

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Decreto numero 626 del 1994) è stato ribadito dall’articolo 51 della Legge 3/03

che ha imposto il divieto generale di fumo nei locali chiusi ad eccezione di

quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico e a quelli riservati ai fumatori

dotati di impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria regolarmente

funzionanti. Tale disciplina è applicabile a partire dal 10 gennaio 2005 (per

effetto del differimento dell’entrata in vigore della norma disposto dall’articolo

19 Decreto Legislativo numero 266/04) a tutte le amministrazioni dello Stato.

Peraltro, la mancata emanazione del regolamento previsto dall’articolo 51,

comma 4°, Legge numero 3/03 non preclude alla normativa in esame di

esplicare i suoi effetti anche nei confronti dell’amministrazione, dal momento

che, secondo quanto risulta dal tenore letterale della disposizione in esame,

l’adozione della fonte secondaria non costituisce requisito di operatività nel

divieto legislativamente previsto ma solo il presupposto per l’individuazione di

“eventuali ulteriori luoghi chiusi nei quali sia consentito fumare” (fermo

restando che “tale regolamento deve prevedere che in tutte le strutture in cui le

persone sono costrette a soggiornare non volontariamente devono essere

previsti locali adibiti ai fumatori”) in mancanza della quale tali ulteriori limiti

al divieto non si applicano. Pres. Guerrieri, Est. Francavilla – F – A – (Avv.

D’Urso) contro Ministero della Giustizia (Avv. Stato).

1485. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 2468

del 30 gennaio 2010. No testo HIV senza Consenso Informato. La Legge

numero 135, articolo 5, comma 3, del 5 giugno 1990 secondo cui nessuno può

essere sottoposto al test anti-HIV senza il suo consenso, se non per motivi di

necessità clinica, nel suo interesse deve essere interpretata alla luce

dell’articolo 32 della Costituzione, comma 2, nel senso che, anche nei casi di

necessità clinica, il paziente deve essere informato del trattamento a cui lo si

vuole sottoporre, ed ha il diritto di dare o di negare il suo consenso, in tutti i

casi in cui sia in grado di decidere liberamente e consapevolmente. Dal

consenso di potrebbe prescindere solo nei casi di obiettiva e indifferibile

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urgenza del trattamento sanitario, o per specifiche esigenze di interesse

pubblico (rischio di contagio per i terzi, od altro). Il principio è stato affermato

dalla Suprema Corte in un giudizio intrapreso da un paziente per ottenere il

risarcimento dei danni nella misura di un miliardo, in quanto, a seguito di un

ricovero per forte attacco febbrile con diagnosi di leucopenia, era stato

sottoposto a test anti-HIV senza che gli fosse stato richiesto il consenso.

Oggetto del giudizio è stata anche la gestione della cartella clinica e dei dati

sensibili. (Avv. Ennio Grassini. Dirittosanitario).

1486. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 2354

del 2 febbraio 2010. L’obbligo di informare il paziente non è soggetto a

valutazioni discrezionali. L’obbligo di informare pienamente il paziente,

prescritto dal codice di deontologia medica, pur con le dovute cautele, non è

soggetto a nessuna valutazione discrezionale e perciò comprende tutti gli

aspetti diagnostici e prognostici dello stato di salute del paziente e quindi anche

i rischi meno probabili, purchè non del tutto anomali, in modo da consentirgli

di capire non solo il suo attuale stato, ma anche le eventuali malattie che

possono svilupparsi, le percentuali di esito fausto ed infausto delle stesse,

nonché il programma diagnostico per seguire l’evoluzione delle condizioni del

paziente e l’indicazione delle strutture specializzate ove svolgerlo, ovvero di

specialisti esperti per formularlo, pur se a tal fine il paziente si deve allontanare

dal luogo ove è in cura. L’obbligo ha rilevanza giuridica perché integra il

contenuto del contratto e qualifica la diligenza del professionista

nell’esecuzione della prestazione. La violazione di esso può determinare la

violazione dei diritti fondamentali ed inviolabili (quali il diritto di esprimere la

propria personalità, la libertà personale, la salute – articoli 2, 13 e 32 della

Costituzione – il diritto alla vita, al rispetto della vita privata e familiare, alla

formazione della famiglia – articoli 2, 8 e 12 della Convenzione Europea dei

Diritti dell’Uomo - ). (Avv. Ennio Grassini. Dirittosanitario).

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1487. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 2847

del 9 febbraio 2010. La prova del consenso deve essere data dal medico. Nel

giudizio di responsabilità, si era affermato a difesa del medico, che il consenso

del paziente sarebbe inerente ad una fase che precede il contratto di prestazione

d’opera professionale e si verterebbe in ipotesi di responsabilità precontrattuale

governata dalla regola (più favorevole al sanitario) secondo la quale la prova

del fatto illecito (mancata acquisizione del consenso) deve essere data dal

paziente. Contrariamente, la Corte di Cassazione, ha evidenziato, rigettando

l’eccezione, che l’intervento del medico, anche solo in funzione diagnostica, da

comunque luogo all’instaurazione di un rapporto di tipo contrattuale. Ne deriva

che, effettuata la diagnosi in esecuzione del contratto, l’illustrazione al paziente

delle conseguenze (certe o incerte che siano, purchè non del tutto anomale)

della terapia o dell’intervento che il medico consideri necessari o opportuni ai

fini di ottenere il necessario consenso all’esecuzione della prestazione

terapeutica, costituisce un’obbligazione il cui adempimento deve essere

provato dalla parte che l’altra affermi inadempiente, e dunque dal medico a

fronte della contestazione formulata dal paziente. (Avv. Ennio Grassini.

Dirittosanitario).

1488. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 3075

dell’11 febbraio 2010. Sanzionabile la prestazione professionale in favore di

minore senza consenso del genitore affidatario. Una psicologa impugnava

giudizialmente la delibera del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi con la

quale le veniva inflitta la sanzione dell’avvertimento per violazione

dell’articolo 31 del codice deontologico avendo sottoposto ad osservazione

psicologica una minore di circa cinque anni, figlia naturale riconosciuta dai

genitori, su incarico del padre di cui era Consulente Tecnico di Parte (CTP)

nella controversia dinanzi al Tribunale dei Minori con la madre e senza il

consenso di costei, affidataria della medesima. La Corte di Cassazione ha

rigettato il ricorso, confermando il precedente giudizio e dando rilievo al

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principio, di cui al suddetto articolo 31 del Codice Deontologico, per cui le

prestazioni professionali a persone minorenni o interdette sono generalmente

subordinate al consenso di chi esercita sulle medesime la potestà genitoriale o

la tutela. (Avv. Ennio Grassini. Diritto sanitario).

1489. 2010 – Decreto 12 febbraio 2010. Modifiche ed aggiornamenti alla

Classificazione Nazionale dei Dispositivi medici (CND), di cui al Decreto del

Ministero della Salute del 20 febbraio 2007 (10A06220). Su Gazzetta

Ufficiale, Serie Generale, numero 119 del 24 maggio 2010.

1490. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 3353

del 12 febbraio 2010. Colpa medica.

1491. 2010 – Sentenza Corte di Cassazione Penale. Sez. IV, numero 6215/10.

La Suprema Corte ha precisato che il medico specializzando deve rifiutare i

compiti che ritiene di non essere in grado di compiere, poiché in caso contrario

se ne assumerà la responsabilità a titolo di cosiddetta colpa per assunzione.

1492. 2010 - Circolare numero 3 del 17 febbraio 2010. Articolo 55-novies del

Decreto Legislativo numero 165 del 2001. Identificazione del personale a

contatto con il pubblico. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 210 dell’8

settembre 2010.

1493. 2010 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 10454 del

18 febbraio 2010. In una situazione di particolare difficoltà (shock anafilattico)

non esenta da responsabilità il fatto che siano state seguite le Linee Guida o

siano stati osservati Protocolli per una scelta alternativa all’unica scelta che in

concreto si rendeva, nell’evidenza, chiaramente risolutiva (la tracheotocomia).

1494. 2010 – Corte di Giustizia CE, Sez. II, Sentenza numero C-562/08 del 25

febbraio 2010. L’articolo 6, numero 1, del Regolamento (CE) del Parlamento

Europeo e del Consiglio numero 999 del 22 maggio 2001, recante disposizioni

per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di alcune encefalopatie

spongiformi trasmissibili e l’allegato III, capitolo A, parte I, di tale

Regolamento, come modificato dal Regolamento (CE) della Commissione

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numero 1248 del 22 giugno 2001, non ostano a una normativa nazionale in

forza della quale tutti i bovini di età superiore a 24 mesi devono essere

sottoposti a test di accertamento dell’encefalopatia spongiforme bovina. Va poi

sottolineato che, conformemente al suo fondamento giuridico, ossia l’articolo

152, numero 4, lettera b), CE, il Regolamento numero 999/2001 ha

precipuamente come finalità la protezione della salute. Orbene, la salute e la

vita delle persone occupano una posizione preminente tra i beni e gli interessi

protetti dal Trattato CE e spetta agli Stati membri stabilire il livello al quale

essi intendono garantire la protezione della salute ed il modo in cui tale livello

deve essere raggiunto, il che implica il riconoscimento di un potere

discrezionale agli Stati membri (Sentenze 11 settembre 2008, causa C-141/07,

Commissione/Germania; 10 marzo 2009, causa C-169/07, Hartlauer; nonché

19 maggio 2009, cause riunite C-171/07 e C-172/07, Apothekerkammer des

Saarlandes e a). Pres. Cunha Rodrigues – Lohmus (rel.) – domanda di

pronuncia pregiudiziale, ai sensi dell’articolo 234 CE, dal

Bundessverwaltungsgericht (Germania), nella causa Muller Fleisch GmbH c.

Land Baden-Wurttemberg.

1495. 2010 – Tribunale di Primo Grado delle CEE, Sez. VI, Sentenza numero

T-429/05 del 3 marzo 2010. Medicinali per uso umano (Amfepramone).

Rapporto rischi/benefici di un medicinale. Sospensione o revoca AIC di un

medicinale. Direttiva 65/65/CEE, Direttiva 75/318/CEE, Direttiva

75/319/CEE. Pres./Rel. Meij – Artegodan GmbH c. Commissione Europea. Il

principio generale della preminenza della tutela della salute, attuato nelle

disposizioni sostanziali della Direttiva 65/65/CEE, comporta vincoli specifici

per l’autorità competente nell’ambito del rilascio e della gestione delle AIC dei

medicinali. Esso le impone, in primo luogo, che siano prese in considerazione

esclusivamente le esigenze di tutela della salute; in secondo luogo, la nuova

valutazione del rapporto rischi/benefici di un medicinale quando nuovi dati

suscitino dubbi sulla sua efficacia o la sua sicurezza e, in terzo luogo,

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l’attuazione del regime di prova conformemente al principio di precauzione. In

tale contesto, benché la violazione dell’articolo 11 della Direttiva 65/65/CEE

sia chiaramente dimostrata e abbia giustificato l’annullamento della Decisione,

occorre prendere in considerazione le particolari difficoltà di interpretazione ed

applicazione, nel caso di specie, di tale articolo. Infatti, considerata

l’imprecisione dell’articolo 11 della Direttiva 65/65/CEE, le difficoltà legate

all’interpretazione sistematica delle condizioni di revoca o di sospensione di

una AIC elencate da tale articolo, alla luce di tutto il sistema comunitario di

autorizzazione preventiva dei medicinali, potevano ragionevolmente spiegare,

in mancanza di precedenti, l’errore di diritto che ha commesso la Commissione

nel riconoscere la rilevanza giuridica del nuovo criterio scientifico applicato

dal CPMP, benché esso non fosse corroborato da alcun nuovo dato scientifico

o informazione nuova. In tale contesto, si deve considerare che alla luce, da un

lato, della complessità delle valutazioni di diritto e di fatto richieste ai fini

dell’applicazione dell’articolo 11 della Direttiva 65/65/CEE, nelle circostanze

della fattispecie e in mancanza di precedenti simili e, dall’altro lato, del

principio della preminenza delle esigenze connesse alla tutela della salute, la

violazione da parte della Commissione dell’articolo 11 della Direttiva

65/65/CEE troverebbe una giustificazione nei vincoli particolari che gravano

nel caso di specie su tale istituzione nel perseguimento della finalità essenziale

di tutela della salute di cui alla Direttiva 65/65/CEE. In tali condizioni, la

violazione, nel caso di specie, dell’articolo 11, comma 1, della Direttiva

65/65/CEE non può essere ritenuta come una violazione sufficientemente

qualificata del diritto comunitario tale da far sorgere la responsabilità

extracontrattuale della Comunità.

1496. 2010 – DA Sicilia numero 723, Linee Guida PTA e Allegato del 10

marzo 2010. Linee Guida sulla riorganizzazione dell’attività territoriale.

1497. 2010 – Legge numero 38 del 15 marzo 2010. Disposizioni per garantire

l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. Pubblicata nella Gazzetta

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Ufficiale numero 65 del 19 marzo 2010. Testo aggiornato al 29 novembre

2011.

1498. 2010 – DGR Veneto numero 842 del 15 marzo 2010. Progetti Regionali

Attuativi del PSN a norma dell’articolo 1, comma 805 e 806 della Legge

numero 296 del 27 dicembre 2006. Decreto Ministeriale del 14 ottobre 2009

recante “Progetti Attuativi del Piano Sanitario Nazionale e Linee Guida per

l’accesso al cofinanziamento alle Regioni e alle Province autonome di Trento e

Bolzano – Anno 2009”.

1499. 2010 – Decreto Legislativo numero 53 del 20 marzo 2010. Attuazione

della Direttiva 2007/66/CEE che modifica le Direttive 89/665/CE e 92/13/CEE

per quanto riguarda il miglioramento dell’efficacia delle procedure di ricorso in

materia di aggiudicazione degli appalti pubblici.

1500. 2010 – DGR Campania numero 476 del 25 marzo 2010.

Programmazione delle attività inerenti la realizzazione di un ambulatorio per la

gestione pediatrica dei codici di minore gravità (Codici Bianchi) presso

l’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon. Obiettivi di carattere prioritario e

di rilievo nazionale per l’anno 2009.

1501. 2010 – Sentenza della Corte dei Conti della Sicilia numero 828 del 26

aprile 2010. Atto medico senza consenso danno erariale. Un medico non può

intervenire sul paziente senza aver ricevuto il consenso informato quale

presupposto ineludibile per un corretto esercizio dell’attività medica. Senza il

consenso informato il medico tralascia quelle cautele che costituiscono lo

standard minimo di diligenza richiesto adottando una condotta caratterizzata da

colpa grave e, come tale, sanzionabile dalla magistratura contabile. Nel caso

specifico era stata data da parte del medico che aveva compilato la cartella

clinica una carente informazione circa la natura, l’entità e le conseguenze

dell’intervento cui era stato sottoposto, mentre il chirurgo che ha poi proceduto

all’intervento non aveva proceduto ad accertarsi che il paziente avesse palesato

un valido consenso informato.

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1502. 2010 – Accordo numero 49/CSR del 29 aprile 2010. Accordo tra il

Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, concernente

la formazione di persone che effettuano la tracheobroncoaspirazione a

domicilio del paziente non ospedalizzato. Pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale

numero 121 del 26 maggio 2010. Testo aggiornato all’8 novembre 2011.

1503. 2010 – Accordo numero 58/CSR del 29 aprile 2010. Accordo tra il

Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, concernente:

“Linee di indirizzo per il miglioramento della qualità e la sicurezza dei pazienti

in terapia antitrombotica”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 121 del

26 maggio 2010. Testo aggiornato all’8 novembre 2011.

1504. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

10060 del 27 aprile 2010. La difettosa tenuta della cartella clinica non vale ad

escludere la sussistenza del nesso eziologico tra la colposa condotta del medico

e le conseguenze dannose sofferte dal paziente, ove risulti provata la idoneità

di tale condotta a provocare il danno.

1505. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 9315

del 20 aprile 2010. Responsabilità dell’ente ospedaliero per i danni da

trasfusione di sangue infetto.

1506. 2010 – DCA Molise numero 17 e Allegati 1, 2 e 3 del 10 maggio 2010.

Patto per la Salute del 3 dicembre 2009, articolo 13, comma 14, e articolo 2,

comma 88, della Legge numero 191 del 23 dicembre 2009. Approvazione del

Programma Operativo per l’anno 2010.

1507. 2010 – DCA Molise numero 21 del 10 maggio 2010. Accordo tra il

Governo, le Regioni e le Province Autonome del 25 marzo 2009 sulla proposta

del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali di Linee Guida

per l’utilizzo da parte delle Regioni delle risorse vincolate ai sensi dell’articolo

1, commi 34 e 34 bis, della Legge numero 662 del 23 dicembre 1996 per la

realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per

l’anno 2009. Approvazione progetti anno 2009. Provvedimenti.

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1508. 2010 – Decreto Ministeriale dell’11 maggio 2010. Modalità di

registrazione con sistemi informatici della movimentazione delle sostanze

stupefacenti e psicotrope, dei medicinali e delle relative composizioni di cui

alle tabelle allegate al Decreto del Presidente della Repubblica numero 309 del

9 ottobre 1990, recante il Testo Unico delle Leggi in materia di disciplina degli

stupefacenti e sostanze psicotrope e di prevenzione, cura e riabilitazione dei

relativi stati di tossicodipendenza. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

121 del 26 maggio 2010. Testo aggiornato al 29 novembre 2011.

1509. 2010 – Corte di Cassazione, sentenza numero 169 del 13 maggio 2010.

La Corte Costituzionale ha dichiarato, con sentenza numero 169/2010,

l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2 della Legge della Regione Liguria

numero 3 del 18 febbraio 2009 recante “modifiche alla Legge Regionale

numero 44 del 24 dicembre 2008 (Disposizioni collegate alla Legge

Finanziaria 2009) che, nel limite del cinquanta per cento dei posti vacanti

previsti nell’ambito della programmazione triennale delle assunzioni, bandiva

concorsi pubblici riservati per soggetti prestanti servizio con contratto di

collaborazione coordinata e continuativa presso la Regione Liguria e presso gli

enti strumentali regionali aventi almeno un anno di attività maturato nel

triennio anteriore alla data di entrata in vigore della legge stessa.

1510. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 19557 depositata il

24 maggio 2010. La Corte di Cassazione ha stabilito che il medico dipendente

di una struttura privata (anche se solo parzialmente pubblica) svolge in ogni

caso una funzione certificativa e nel caso in cui altera la cartella di un paziente

risponde del reato di falsità in atto pubblico. Secondo la ricostruzione della

vicenda, la Corte di Appello del L’Aquila, che ha confermato la precedente

pronuncia del Tribunale in composizione monocratica ha riconosciuto come

responsabili due medici, del reato di falsità di materiale in atto pubblico, con

l’aggravante di aver occultato la cartella medica per nascondere le lesioni

colpose in danno di una paziente dopo un intervento chirurgico praticatole. In

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seguito al ricorso dei medici, la Corte di Cassazione, ha stabilito in generale

che “in tema di falso materiale la lesione della fede pubblica è riscontrabile

ogni qual volta che non si sia corrispondenza tra l’effettivo procedimento di

formazione dell’atto e quello apparente, quand’anche l’intento dell’agente sia

quello di rendere il contenuto conforme al vero: il che ben si allinea al

consolidato indirizzo giurisprudenziale, secondo cui qualsiasi alterazione delle

annotazioni di una cartella clinica integra un falso punibile ancorchè il soggetto

abbia agito per ristabilire la verità effettuale, salvo il caso, qui non ricorrente,

in cui si sia trattato di mere correzioni di errori materiali”. Inoltre la Corte ha

precisato che, in riferimento alla ipotizzata mancanza della idoneità della

condotta a ledere il bene giuridico protetto (secondo i due medici dipendenti di

una struttura privata e non pubblica), ha stabilito che “non può negarsi che

svolga una funzione pubblica certificativa il sanitario che, prestando la propria

opera professionale in una struttura privata, convenzionata col SSN, attenda

alla compilazione della cartella clinica (sulla cui natura di atto pubblico non è

necessario soffermarsi). Essendo stato accertato in punto di fatto che

l’intervento chirurgico sulla paziente, eseguito dalla clinica privata e

convenzionata col l’ASL, è stato posto a carico, in parte, del SSN, non può

dunque negarsi la qualità di pubblico ufficiale in capo al (medico) legato alla

casa di cura convenzionata da un contratto di prestazione d’opera e

compilatore della cartella clinica nella sua versione originaria”. Infine, per

quanto riguarda poi la “qualità di pubblico ufficiale, richiesta per la

configurabilità del reato ascritto, occorre premettere che, alla stregua dei

principi che regolano il concorso di persone nel reato proprio, per la punibilità

di ambedue gli imputati è sufficiente che uno solo di essi assuma la qualifica di

concorrente qualificato, atteso l’accertato contributo di entrambi alla

consumazione della falsità (a nulla rilevando che l’alterazione dell’atto sia stata

materialmente eseguita da uno solo)”.

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1511. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione, Sez. IV, numero 20584 del 1

giugno 2010. Dichiarando inammissibili i ricorsi proposti dai coimputati

avverso la decisione della Corte di Appello di Lecce, ha sostanzialmente

confermato la condanna alla pena di anni uno e mesi sei di reclusione ciascuno,

nonché al pagamento del risarcimento dei danni, in solido tra loro e con il

responsabile civile Azienda Ospedaliera, in favore delle parti civili costituite,

inflitta al Primario del reparto di chirurgia maxillo facciale, al terzo chirurgo

dell’équipe e a due infermiere professionali, riconosciuti colpevoli, in concorso

tra loro, del delitto di omicidio colposo.

1512. 2010 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 21799

dell’8 giugno 2010. Senza consenso se l’esito è infausto c’è dolo. In mancanza

di consenso informato in caso di intervento infausto potrebbe discutersi di

responsabilità a titolo di lesioni volontarie o, in caso di morte, a titolo di

omicidio preterintenzionale in presenza di comportamenti del medico

assolutamente anomali e distorti e comunque dissonanti rispetto alla finalità

curativa che deve caratterizzare il proprio approccio terapeutico.

1513. 2010 – Sentenza del Tribunale del Lavoro di Catanzaro dell’11 giugno

2010. L’infermiera chiede l’illegittimità del suo licenziamento, dichiarando di

essersi opposta ad un ingiusto demansionamento. Le pulizie nei raparti, ritiene

essere attività non confacenti all’inquadramento dell’infermiera generica. Il

Giudice con Sentenza dell’11 giugno 2010 rigetta la richiesta e conferma il

licenziamento. L’infermiera si oppone alla prima Sentenza e ripropone la

richiesta di illegittimità. Anche questa volta la Sentenza del 2012 non le è

favorevole. La Corte di Appello rigetta il ricorso con questa motivazione: la

categoria di appartenenza nella qualifica d’infermiera generica è stata

assegnata dall’Azienda solo per il godimento economico del maggior livello,

non per lo svolgimento di mansioni per cui non ha i requisiti richiesti. La

dipendente adibita a mansioni non corrispondenti alla qualifica di appartenenza

ha facoltà e diritto di chiedere, giudizialmente, la riconduzione della

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prestazione nell’ambito della qualifica di appartenenza ma non può rifiutarsi,

aprioristicamente e senza avallo giudiziario, di eseguire la prestazione ordinata

dall’Azienda. Il licenziamento è legittimo.

1514. 2010 – Reperibilità, vietato abusare. Corte dei Conti: Dirigenti e

dipendenti di un ospedale condannati a risarcire l’Erario. “Non si utilizza la

pronta disponibilità degli infermieri per le carenze d’organico”. La reperibilità

va utilizzata soltanto quando c’è reale emergenza: non si può ricorrervi sempre,

facendo saltare il necessario riposo ai lavoratori e retribuendo la pronta

disponibilità come straordinario. Chi lo fa – dirigenti dell’ospedale e

dipendenti – commette un danno all’Erario. Lo ha chiarito la Corte dei Conti

del Lazio (sentenza numero 1606/2010 del 9 agosto scorso), accodandosi alla

giurisprudenza di legittimità che ha da tempo riconosciuto come il mancato

godimento del riposo settimanale si ponga in contrasto con l’articolo 36 della

Costituzione. Nella fattispecie, la procura aveva riscontrato l’illegittimo

impiego delle risorse finanziarie di un presidio laziale che per il 2003, 2004 e

2005 aveva creato “un meccanismo retributivo al di fuori della legge, al fine di

trovare nel personale infermieristico dell’UO Anestesia e Rianimazione

dell’ospedale una maggiore disponibilità e condiscendenza nel rendere le

prestazioni di urgenza”. In pratica, i turni normali di servizio, mediamente

della durata di 6 ore giornaliere, erano costantemente effettuati come se fossero

turni di reperibilità: uno stesso dipendente copriva contemporaneamente il suo

turno di lavoro più altri turni in diversi reparti. L’infermiere guadagnava di più

e l’ospedale non doveva assumere altro personale. La Corte dei Conti

ricostruisce la “ratio” dell’istituto della reperibilità e delle condizioni di liceità

del suo utilizzo. La reperibilità fuori orario – si legge nella decisione – non

costituisce una mansione in senso tecnico-giuridico ma integra un obbligo

accessorio e intermedio per il lavoratore. Si caratterizza, quindi, nella messa a

disposizione di attività lavorative per sopperire a straordinarie e urgenti

esigenze di servizio, caratterizzate dalla specialità e occasionalità (di regola di

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notte e nei giorni festivi). Le aziende possono valutare eventuali ulteriori

situazioni in cui ammettere la pronta disponibilità, in base alle proprie esigenze

organizzative, ma non prevedere meccanismi di sostituzione della reperibilità

con turni di lavoro. L’obbligo di reperibilità non equivale quindi a prestazione

lavorativa e impone il riconoscimento del compenso non come giorno di

lavoro, ma con corrispettivo minore. Nel caso in esame, invece, si è assistito a

“un collocamento a tappeto degli infermieri in pronta disponibilità, del tutto

svincolato dall’occasionalità e da particolari situazioni di disagio”. Le

erogazioni conseguenti sono pertanto illegittime e vanno ricondotte ad abuso

nella gestione delle risorse ospedaliere, perché “si atteggiavano, di fatto, a una

vera e propria indennità accessoria” riconosciuta agli infermieri per incentivarli

a supplire alla carenza di organico. Circa la quantificazione economica del

danno, rammenta la Corte, vanno sottratte agli importi richiesti dalla Procura

tutte le somme corrisposte agli infermieri per la prestazione di ore straordinarie

nel periodo in questione, nonché le somme erogate per il legittimo

collocamento in pronta disponibilità nelle ore notturne e nei giorni festivi.

(Paola Ferrari, Avvocato – Fonte: Sole 24 Ore Sanità del 5 ottobre 2010).

1515. 2010 – DGR Toscana numero 625 e Allegato del 28 giugno 2010. Legge

296/2006, articolo 1, comma 806, assegnazione risorse per iniziative nazionali

“Sperimentazione del modello assistenziale Casa della Salute”.

Cofinanziamento 2007.

1516. 2010 – Decreto Legislativo numero 104 del 2 luglio 2010. Attuazione

dell’articolo 44 della Legge numero 69 del 18 giugno 2009, recante delega al

governo per il riordino del processo amministrativo.

1517. 2010 – DCA Molise numero 49 e Allegato A del 2 luglio 2010. Patto per

la Salute del 3 dicembre 2009, articolo 13, comma 14, e articolo 2, comma 88,

della Legge numero 191 del 23 dicembre 2009. Programma Operativo per

l’anno 2010. Integrazione.

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1518. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

15698 del 2 luglio 2010. E’ responsabile il medico che non ha informato il

paziente delle variazioni del programma operatorio. Il medico viene meno

all’obbligo del consenso se non da un’informazione completa ed esaustiva. Il

medico viene meno all’obbligo a suo carico del consenso informato se non

fornisce al paziente, in modo esaustivo e completo, tutte le informazioni

scientificamente possibili riguardanti le terapie che intende praticare e

l’intervento chirurgico che intende eseguire, con le relative modalità. Pertanto,

deve essere condannato al risarcimento del danno il professionista sanitario che

non informi il paziente delle variazioni del programma operatorio su un

intervento chirurgico, anche laddove resti ferma la tecnica preventivamente

concordata.

1519. 2010 – Decreto Ministeriale numero 135 dell’8 luglio 2010.

Regolamento recante integrazione delle informazioni relative alla scheda di

dimissione ospedaliera, regolata dal Decreto Ministeriale numero 380 del 27

ottobre 2000. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 194 del 20 agosto

2010. Testo aggiornato al 29 novembre 2011.

1520. 2010 – Accordo Stato-Regioni dell’8 luglio 2010. Definisce le modalità

di utilizzo da parte delle Regioni e Province autonome delle risorse vincolate,

ai sensi dell’articolo 1, commi 34 e 34 bis, della Legge numero 662 del 23

dicembre 1996 per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di

rilievo nazionale per l’anno 2010.

1521. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

16381 del 13 luglio 2010. Non è responsabile il medico per omessa diagnosi se

non è possibile stabilire con certezza il rapporto di casualità tra l’evento e la

condotta emissiva.

1522. 2010 – DCA Abruzzo numero 44, allegato A e Azione 1 del 3 agosto

2010. Programma Operativo 2010.

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1523. 2010 – DCR Liguria numero 19 del 4 agosto 2010. Patto per la Salute

per gli anni 2010-2012. Articolo 6 “Razionalizzazione della rete ospedaliera e

incremento dell’appropriatezza del ricorso ai ricoveri ospedalieri”.

Modificazioni e integrazioni alla deliberazione del Consiglio Regionale-

Assemblea Legislativa numero 8 del 28 febbraio 2008 “Stralcio del Piano

Socio-Sanitario Regionale relativo alla rete di cure ed assistenza.

Accorpamento e nuova definizione di alcune Aziende Sanitarie”.

1524. 2010 – DCA Abruzzo numero 45 del 5 agosto 2010. Programma

Operativo 2010. Attuazione.

1525. 2010 – DGR Calabria numero 582 e Allegato 2 del 6 settembre 2010.

Obiettivi PSN. Approvazione linee progettuali anno 2010 (Accordo Stato-

Regioni dell’8 luglio 2010 rep. atti numero 76/CSR).

1526. 2010 – Circolare del Ministro per la Pubblica Amministrazione e

l’Innovazione numero 3 del 17 febbraio 2010. Articolo 55-novies del Decreto

Legislativo numero 165 del 2001. Identificazione del personale a contatto con

il pubblico. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 210 dell’8 settembre

2010. Testo aggiornato al 28 novembre 2011.

1527. 2010 – Accordo Regione Abruzzo del 16 settembre 2010. Associazione

MMG H12 con sede di riferimento nel Presidio Territoriale di Assistenza di

Pescina.

1528. 2010 – DGR Basilicata numero 1579 del 21 settembre 2010. Programma

Regionale Anno 2010. Collegato agli obiettivi di carattere prioritario e di

rilievo nazionale, secondo le linee progettuali di cui all’Accordo Stato-Regioni

rep. numero 76/CSR dell’8 luglio 2010.

1529. 2010 – DCA Campania numero 49 del 27 settembre 2010. Riassetto

della rete ospedaliera e territoriale, con adeguati interventi per la

dismissione/riconversione/riorganizzazione dei presidi non in grado di

assicurare adeguati profili di efficienza e di efficacia; analisi del fabbisogno e

verifica dell’appropriatezza: conseguente revoca degli accreditamenti per le

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corrispondenti strutture private accreditate; conseguente modifica del Piano

Ospedaliero Regionale in coerenza con il Piano di Rientro. Modifiche ed

Integrazioni.

1530. 2010 – DCR Lombardia numero IX/56 del 28 settembre 2010.

Programma Regionale di Sviluppo.

1531. 2010 – DCA Molise numero 71 del 30 settembre 2010. Relazione su

interventi attuativi e integrazioni al Programma Operativo anno 2010 della

Regione Molise e azioni propedeutiche alla realizzazione del programma

operativo 2011-2012.

1532. 2010 – Sentenza del Tribunale di Bari del 19 ottobre 2010.

Giurisprudenza sugli aspetti normativi del consenso informato e privacy.

1533. 2010 – DCA Calabria numero 18 e Allegati 2 e 3 del 22 ottobre 2010.

Approvazione delle tre reti assistenziali: Ospedaliera, Emergenza-Urgenza e

Territoriale.

1534. 2010 – Valle d’Aosta. Piano Regionale per la Salute e il Benessere

Sociale 2011-2013. Approvato con Legge Regionale numero 34 del 25 ottobre

2010.

1535. 2010 – DCA Abruzzo numero 62 del 28 ottobre 2010. Disposizioni in

materia di esenzione dalla compartecipazione alla spesa farmaceutica.

1536. 2010 – Intesa numero 189/CSR del 28 ottobre 2010. Su Gazzetta

Ufficiale, S.O., numero 274 del 23 novembre 2010. Intesa, ai sensi

dell’articolo 8, comma 6 della Legge numero 131 del 5 giugno 2003, tra il

Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano sul Piano

nazionale di Governo delle liste di attesa per il triennio 2010-2012, di cui

all’articolo 1, comma 280, della Legge numero 266 del 23 dicembre 2005.

Testo aggiornato al 7 novembre 2011. 10/6215).

1537. 2010 – Legge numero 183 del 4 novembre 2010 (c.d. Collegato Lavoro).

“Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti,

di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per

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l’impiego, di incentivi all’occupazione, di apprendistato, di occupazione

femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di

lavoro pubblico e di controversie di lavoro”.

1538. 2010 – Decreto Ministeriale del 9 novembre 2010. Disciplina del Corso

di Studio delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 9 del 13 gennaio 2011. Testo aggiornato all’11

settembre 2012.

1539. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione del 4 novembre 2010 sulla

vicenda Franco Mastrogiovanni. La sentenza della Cassazione, annullando la

precedente ordinanza del Tribunale che non riteneva di sospendere i medici del

servizio di Vallo della Lucania, a chiare lettere non riconosce il carattere

“eccezionale, episodico, contingente” alla prolungata contenzione fisica del

sig. Mastrogiovanni (contenzione che ne ha provocato il decesso) e afferma

pure la “diffusa violazione di norme penali, di norme sanitarie, di regole di

rispetto della dignità umana” nel: A) Legare e lasciar legato, ai polsi e ai piedi

al letto di degenza, un uomo (il M.), per più di 36 ore, dal X, senza controllare

e curare le naturali e prevedibili piaghe da decubito, senza dargli acqua e cibo,

in condizioni quindi disumane. B) Legare e lasciar legato, un uomo (il M.),

dalle ore 11,50 del X alle ore 9,12 del X, senza assistenza e senza dissetarlo, in

stagione estiva, costringendolo a straordinarie manovre auto difensive da

giocoliere (“tanto che egli solo fortunosamente nel corso della notte riusciva a

bere dell’acqua da una bottiglia … prima avvicinando il tavoliere con un piede

poi facendo cadere la bottiglia e in seguito addentandola con la bocca e

riuscendo in tal modo a bere qualche sorso di acqua”).

1540. 2010 – Corte di Cassazione, sentenza 10/6215. Colpa professionale degli

esercenti la professione sanitaria con particolare attenzione alla posizione del

medico specializzando.

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1541. 2010 – Decreto Ministeriale del 9 novembre 2010. Disciplina del Corso

di Studi delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 9 del 13 gennaio 2011.

1542. 2010 – Legge numero 182 del 10 novembre 2010 (c.d. Collegato

Lavoro). Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di organizzazione di

Enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi

per l’impiego, di incentivi all’occupazione, di apprendistato, di occupazione

femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di

lavoro pubblico e di controversie di lavoro.

1543. 2010 – Deliberazione Consiglio Regionale numero IX/0088 del 17

novembre 2010. Piano Socio-Sanitario Regionale 2010-2014.

1544. 2010 – Accordo Regione Puglia del 29 novembre 2010 (Piano di Rientro

2010-2012 e Allegato). Accordo tra il Ministro della Salute, il Ministro

dell’Economia e delle Finanze e la Regione Puglia per l’approvazione del

Piano di Rientro di riqualificazione e riorganizzazione e di individuazione

degli interventi per il perseguimento dell’equilibrio economico ai sensi

dell’articolo1, comma 180, della Legge numero 311 del 30 dicembre 2004.

1545. 2010 – DGR Lombardia numero IX/937 dell’1 dicembre 2010.

Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario regionale per

l’esercizio 2011.

1546. 2010 – Decreto Legislativo numero 205 del 3 dicembre 2010.

Disposizioni di attuazione della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo

e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune

Direttive.

1547. 2010 – Corte di Cassazione. Sezione III Civile. Sentenza numero 25116

del 13 dicembre 2010. Un prodotto si definisce difettoso per mancanza dei

requisiti di sicurezza generalmente richiesti dall’utenza in relazione alle

normali condizioni d’impiego. Il presenza di un prodotto difettoso che cagioni

danni all’utilizzatore, la responsabilità concorrente di quest’ultimo va valutata

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ai fini della diminuzione del risarcimento, ai sensi dell’articolo 1227, 1°

comma, codice civile, ma non esclude la responsabilità di chi ha posto in

commercio il prodotto. E’ configurabile la responsabilità del produttore per i

danni occorsi all’utilizzatore del prodotto (nella specie, gel solare abbronzante)

qualora non abbia informato il consumatore dei possibili effetti collaterali

ovvero delle eventuali cautele da adottare nel momento dell’uso.

1548. 2010 – Accordo numero 239/Csr del 16 dicembre 2010, pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 13 del 18 gennaio 2011. Testo aggiornato al 6 luglio

2012. Accordo, ai sensi dell’articolo 4 del Decreto Legislativo numero 281 del

28 agosto 1997, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e

Bolzano sulle linee guida per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento

degli interventi regionali nell’ambito della rete di cure palliative e della rete di

terapia del dolore.

1549. 2010 – Accordo numero 242/Csr del 16 dicembre 2010 pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 113, S.O., del 17 maggio 2011. Testo aggiornato al

18 luglio 2012. Accordo, ai sensi dell’articolo 4 del Decreto Legislativo

numero 281 del 28 agosto 1997, tra il Governo, le Regioni e le Province

autonome di Trento e Bolzano sui requisiti minimi organizzativi, strutturali e

tecnologici delle attività dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta e sul

modello per le visite di verifica.

1550. 2010 – Decreto Ministeriale del 16 dicembre 2010. Disciplina dei limiti

e delle condizioni delle prestazioni analitiche di prima istanza, rientranti

nell’ambito dell’autocontrollo ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettera e), e per

le indicazioni tecniche relative ai dispositivi strumentali ai sensi dell’articolo 1,

comma 2, lettera d) del Decreto Legislativo numero 153 del 2009. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 57 del 10 marzo 2011. Testo aggiornato all’11

ottobre 2012.

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1551. 2010 – Decreto Ministeriale del 16 dicembre 2010. Erogazione da parte

delle farmacie di specifiche prestazioni professionali. pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 90 del 19 aprile 2011. Testo aggiornato all’11 ottobre 2012.

1552. 2010 – Cassazione Civile del 17 dicembre 2010. Il datore di lavoro può

controllare l’operato dei dipendenti. Il datore di lavoro può avvalersi

dell’attività degli istituti di vigilanza essendo legittimi i controlli posti in essere

dai dipendenti di agenzie investigative sull’operato dei lavoratori. Rientra nel

potere del datore di lavoro la facoltà di avvalersi di appositi organismi per

controllare, anche occultamente, il corretto adempimento delle prestazioni

lavorative al fine di accertare mancanze specifiche, già commesse o in corso di

esecuzione. Le norme poste a tutela della libertà e dignità del lavoratore non

escludono che il datore di lavoro possa controllare direttamente o mediante la

propria organizzazione gerarchica l’adempimento delle prestazioni lavorative e

quindi di accertare mancanze specifiche dei dipendenti, ciò indipendentemente

dalla modalità del controllo, che può legittimamente avvenire anche

occultamente, senza che ciò implichi la violazione del principio di correttezza e

buona fede nell’esecuzione dei rapporti. (Avvocato Ennio Grassini – da

Dirittosanitario)

1553. 2010 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale numero 34845 del

2010. Concorso di responsabilità penale del medico e dell’infermiere. La

contestazione mossa agli imputati è quella di avere contribuito a cagionare la

morte del paziente avendo il medico di reparto omesso di prestare la dovuta

assistenza e l’infermiere omesso di avvisare il medico del peggioramento delle

condizioni di salute del minore, nonostante le ripetute sollecitazioni al riguardo

dei parenti (fatto del 27 ottobre 2003). Il Tribunale di Agrigento, con sentenza

del 31 ottobre 2003, ritiene entrambi responsabili del delitto loro ascritto

(articolo 589 c.p.) e li condanna alla pena di un anno e due mesi di reclusione,

oltre al risarcimento del danno in favore dei genitori, posto a carico anche del

R.C. Az. Osp., liquidato in 145.000,00 euro cadauno con riferimento al solo

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danno cosiddetto “morale”. La Corte di Appello di Palermo, con sentenza del

16 marzo 2009, conferma nella sostanza la decisione del Giudice di primo

grado. Gli imputati (e l’Azienda Ospedaliera) propongono, quindi, ricorso in

Cassazione sostenendo l’assenza della loro responsabilità penale in merito

all’omicidio colposo in discussione. I ricorrenti, in particolare, contestano che

la causa della morte del bambino sia stata l’anossia anossica, prodotta da

secrezioni di ogni genere che avrebbero invaso le vie aeree. Il medico, inoltre,

contesta di avere avuto l’obbligo di vigilare sui bambini che erano stati da poco

sottoposti ad un intervento, se non sollecitato. L’infermiere, a sua volta,

contesta l’addebito di avere sottovalutato i sintomi presentati nella fase post-

operatoria del bambino, sintomi che, secondo la sua tesi, non erano tali da

destare allarme. Sostiene, inoltre, l’infermiere che non vi era una prova certa

sull’incidenza causale del suo comportamento in relazione all’evento mortale

verificatosi. La Cassazione rigetta tutti i ricorsi ritenendo lineare e chiaro il

percorso seguito dai Giudici di merito nella motivazione delle sentenze con le

quali avevano affermato la sussistenza della penale responsabilità di entrambi

gli imputati.

1554. 2010 – Accordo Regione Abruzzo del 21 dicembre 2010. Associazione

MMG H12 con sede di riferimento nel Presidio Territoriale di Assistenza di

Tagliacozzo.

1555. 2010 – Decreto Ministeriale numero 50 del 23 dicembre 2010.

Definizione delle Linee Guida generali d’indirizzo della programmazione delle

Università per il triennio 2010-2012. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 125 del 31 maggio 2011. Testo aggiornato al 15 novembre 2012.

1556. 2010 – DGR Basilicata numero 2222 e Allegato del 29 dicembre 2010.

Legge Regionale numero 4/2007. Articolo 15. Approvazione della proposta di

“Piano Regionale della Salute e dei Servizi alla Persona 2011-2014”.

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1557. 2010 – DGR Basilicata numero 2267 del 29 dicembre 2010. Riparto del

Fondo Sanitario Regionale di parte corrente a destinazione indistinta e

vincolata. Riparto provvisorio per l’anno 2011.

1558. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 257 del 7

gennaio 2011. “L’omessa analisi emocolturale, con la conseguente adozione di

medicinali rivelatisi inefficaci, non può essere giustificata sulla base di

forzature, quali il carattere improbabile del verificarsi di quel tipo di infezione

(che peraltro il medico sarebbe tenuto a ipotizzare, considerata la gravità delle

conseguenze che ne possono derivare e la facilità dell’adozione dei mezzi di

indagine) ed il generico riferimento all’adozione di un criterio empirico

epidemiologico, che non costituisce una cura o diagnosi alternativa, ma sembra

consistere nella mera, oggettiva giustificazione del comportamento omissivo.

L’incompleta redazione della cartella clinica costituisce di per sé inesatto

adempimento per difetto di diligenza (fattispecie relativa ad omessa

registrazione dei dati relativi all’evolvere di una ferita episiotomia dalla quale

potrebbe aver avuto origine l’infezione che ha reso necessario protesizzare il

collo del femore)”.il risarcimento dei danni per errore medico, con

responsabilità dell’ospedale e della clinica.

1559. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. V, numero 16864 del 10

gennaio 2011. C, Rv. 250158. Ai fini dell’integrazione del reato de quo “non si

richiede l’accertamento di uno stato patologico ma è sufficiente che gli atti

ritenuti persecutori … abbiano un effetto destabilizzante della serenità e

dell’equilibrio psicologico della vittima, considerato che la fattispecie

incriminatrice di cui all’articolo 612 bis codice penale, non costituisce una

duplicazione del reato di lesioni (articolo 582 codice penale), il cui evento è

configurabile sia come malattia fisica che come malattia mentale e

psicologica”.

1560. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Penale del 12 gennaio 2011.

Allontanamento dal posto di lavoro senza timbratura. La falsa attestazione del

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pubblico dipendente, circa la presenza in ufficio riportata sui cartellini

marcatempo o nei fogli di presenza, è condotta fraudolenta, idonea

oggettivamente a indurre in errore l’amministrazione di appartenenza circa la

presenza sul luogo di lavoro, e integra il reato di truffa aggravata, ove il

pubblico dipendente si allontani senza far risultare, mediante timbratura del

cartellino o della scheda magnetica, i periodi di assenza, sempre che siano da

considerare economicamente apprezzabili. (Avvocato Ennio Grassini – da

Dirittosanitario).

1561. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. Lavoro, numero 1072

del 18 gennaio 2011. Morte, danno tanatologico, attesa lucida, danno biologico

psichico, sussistenza. In caso di lesione che abbia portato a breve distanza di

tempo ad esito letale, sussiste in capo alla vittima che abbia percepito

lucidamente l’approssimarsi della morte, un danno biologico di natura

psichica, la cui entità non dipende dalla durata dell’intervallo tra lesione e

morte, bensì dall’intensità della sofferenza provata dalla vittima dell’illecito ed

il cui risarcimento può essere reclamato dagli eredi della vittima. Invero il

danno biologico, consistente nel danno non patrimoniale da lesione della

salute, costituisce una categoria ampia ed omnicomprensiva, nella cui

liquidazione il giudice deve tenere conto di tutti i pregiudizi alla salute

concretamente patiti dal soggetto, ma senza duplicare il risarcimento attraverso

l’attribuzione di nomi diversi a pregiudizi identici. Ne consegue che è

inammissibile, perché costituisce una duplicazione risarcitoria, la congiunta

attribuzione al soggetto del risarcimento sia per il danno biologico, inteso per

come detto quale danno alla salute, che per il danno morale, inteso quale

intensa sofferenza psichica. Il risarcimento dei danni da fatto illecito si

configura quale debito di valore non avendo ad oggetto sin dall’origine una

somma di denaro.

1562. 2011 – Sentenza del Tribunale di Genova Civile, Sez. II, numero 356 del

25 gennaio 2011. Nelle cause di responsabilità medica, il paziente che agisce in

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giudizio deve solo provare il contratto ed allegare l’inadempimento del

sanitario.

1563. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezioni Unite, numero 1768

del 26 gennaio 2011. Le Sezioni Unite della Cassazione vengono chiamate a

pronunciarsi sulla efficacia della sentenza penale in campo civile, traendo

spunto da una vicenda iniziata negli anni ’80, allorquando un ginecologo ed

un’ostetrica venivano sottoposti a procedimento penale perché accusati di

omicidio colposo, in seguito alla morte della partoriente. All’esito del giudizio

penale, giunto sino in Cassazione, gli imputati venivano considerati

responsabili in concorso tra loro, anche se in percentuali diverse, ma il reato

veniva dichiarato prescritto per entrambi e unicamente il medico veniva

condannato al risarcimento del danno in favore delle parti civili. I congiunti

della vittima, pertanto, citavano l’ostetrica dinanzi al giudice civile, per

ottenere anche nei suoi confronti il ristoro dei danni patiti: in primo grado, la

convenuta veniva dichiarata responsabile, secondo la misura indicata dal

giudice penale, mentre in appello, la colpa veniva ridotta, poiché il giudice

aveva reputato non vincolante la precedente pronuncia penale in ordine alla

responsabilità dell’ostetrica. Anche la causa civile giungeva in Cassazione,

laddove, insistendo sulla questione un annoso contrasto giurisprudenziale in

ordine agli effetti del giudicato penale nel giudizio civile di risarcimento del

danno – in special modo nell’ipotesi in cui l’imputato sia prosciolto per una

causa estintiva del reato – la stessa veniva assegnata alle Sezioni Unite. E

proprio nell’ordinanza di remissione venivano indicati i due opposti

orientamenti in materia: “ per un primo orientamento, la sentenza del giudice

penale di proscioglimento, pronunciata all’esito di accertamenti di fatto,

avrebbe efficacia vincolante per il giudice civile quanto alla materiale

sussistenza dei fatti accertati dal giudice penale (si citano al riguardo

Cassazione 14328/00 e Cassazione 810/95); per un secondo orientamento,

invece, la sentenza penale che dichiari il reato estinto per prescrizione non

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avrebbe alcuna efficacia vincolante nel successivo giudizio civile di

risarcimento (si citano al riguardo Cassazione 3084/97, Cassazione 1319/96,

Cassazione 342/96, Cassazione 10551/98)”. Ma il dibattito sull’efficacia della

sentenza penale nel giudizio civile risale addirittura al XIX secolo e, come

dimostra la sentenza in commento, non è ancora sopito: sin dall’inizio, si

contrapponevano le opposte tesi dei sostenitori della prevalenza della

giurisdizione penale su quella civile, in virtù dell’unitarietà della funzione

giurisdizionale, e di coloro che sostenevano l’autonomia dei due giudizi. Dopo

aver ripercorso le tappe affrontate, lungo quasi due secoli, dalle teorie appena

menzionate, partendo dal codice di procedura penale sabaudo del 1859 e fino

all’avvento della Costituzione Repubblicana, gli Ermellini prendono in esame

il nuovo codice di procedura penale del 1989 e, in particolare, gli articoli 651 e

652 del codice di procedura penale, aventi ad oggetto, rispettivamente,

l’efficacia del giudicato penale di condanna nel giudizio civile o

amministrativo di danno e l’efficacia della sentenza penale di assoluzione nel

giudizio civile o amministrativo di danno. Tuttavia,l’entrata in vigore del

nuovo codice di rito non ha contribuito affatto a sopire i contrasti sul tema,

anzi, il dibattito sull’efficacia vincolante della sentenza penale nel giudizio

civile si è riacceso con rinnovato vigore, come dimostra il fatto che sul tema

sono già intervenute le Sezioni Unite, anche se con una decisione non

finalizzata a comporre il predetto conflitto e relativa all’efficacia della sentenza

penale nei giudizi civili ed amministrativi differenti da quelli di danno,

oggetto, invece, della pronuncia che si annota. Peraltro, le odierne Sezioni

Unite, dopo aver richiamato la giurisprudenza e la dottrina prevalenti in

materia, esprimono l’intenzione di voler aderire ai principi reputati ormai

dominanti, anche per garantire una continuità ermeneutica, “accogliendo

l’interpretazione normativa secondo cui l’efficacia del vincolo è attribuibile

alla sola sentenza penale dibattimentale di assoluzione”. In sostanza, “nel

nuovo ordinamento processuale, ispirato al principio accusatorio, (…..) vige il

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principio della parità ed originari età dei diversi ordini giurisdizionali e della

sostanziale autonomia e separazione dei giudizi”. “Il legislatore, dunque, con il

codice di procedura del 1988 ha introdotto il diverso principio della

(pressoché) completa autonomia e separazione fra giudizio civile e giudizio

penale, nel senso che, tranne alcune particolari e limitate ipotesi di sospensione

del processo civile previste dall’articolo 75 del codice di procedura penale,

comma 3, da un lato, il processo civile deve proseguire il suo corso senza

essere influenzato dal processo penale e, dall’altro, il giudice civile deve

procedere ad un autonomo accertamento dei fatti e della responsabilità civile

dedotti in giudizio”. E proprio sulla base di tali enunciazioni, le Sezioni Unite

intendono comporre l’ampio dibattito sull’efficacia della sentenza penale nel

giudizio civile, esprimendo il seguente principio di diritto: “ la disposizione di

cui all’articolo 652 del codice di procedura penale (così come quelle degli

articoli 651, 653 e 654 del codice di rito penale) costituisce un’eccezione al

principio dell’autonomia e della separazione dei giudizi penale e civile, in

quanto tale soggetta ad un’interpretazione restrittiva e non applicabile in via

analogica oltre i casi espressamente previsti. Ne consegue che la sola sentenza

penale irrevocabile di assoluzione (per essere rimasto accertato che il fatto non

sussiste o che l’imputato non lo ha commesso o che il fatto è stato compiuto

nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima)

pronunciata in seguito a dibattimento ha efficacia di giudicato nel giudizio

civile o amministrativo per le restituzioni ed il risarcimento del danno, mentre

alle sentenze di non doversi procedere perché il reato è estinto per prescrizione

o per amnistia non va riconosciuta alcuna efficacia extrapenale, benché, per

giungere a tale conclusione, il giudice abbia accertato e valutato il fatto; in

quest’ultimo caso, il giudice civile, pur tenendo conto degli elementi di prova

acquisiti in sede penale, deve interamente ed autonomamente rivalutare il fatto

in contestazione”.

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1564. 2011 – Consiglio di Stato. Sezione V. Sentenza numero 576 del 26

gennaio 2011. Mansioni superiori. Nel comparto sanitario pubblico la

possibilità di riconoscere le differenze contributive per l’espletamento di

mansioni superiori, è subordinata alla contestuale ricorrenza di varie condizioni

giuridiche e di fatto e che cioè dette mansioni siano svolte in un posto di ruolo

esistente in pianta organica e di fatto vacante, per la cui copertura non sia stato

bandito alcun concorso, che il conferimento dell’incarico sia avvenuto in base

ad un atto formale adottato dall’organo competente il quale, dopo avere

verificato la sussistenza di tutti i presupposti di legge, si sia assunto la

responsabilità della determinazione adottata, che le mansioni espletate siano

continue e prevalenti. (Avvocato Ennio Grassini – da Dirittosanitario).

1565. 2011 – DCA Calabria numero 12 e Allegato del 31 gennaio 2011. Linee

Guida sul sistema di cure domiciliari e l’accesso ai servizi territoriali.

1566. 2011 – DGR Lombardia numero IX/1283 dell’1 febbraio 2011.

Definizione degli obiettivi aziendali di interesse regionale dei direttori generali

delle Aziende Sanitarie Locali per l’anno 2011, nonché delle modalità di

valutazione del loro raggiungimento.

1567. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione numero 2334 del 2011.

Responsabilità da errore medico. Carenze strutturali clinica. Responsabilità

della clinica e del medico.

1568. 2011 – D.G.R.C. numero 41 del 14 febbraio 2011. Linee Guida regionali

sul sistema dei servizi domiciliari in Campania.

1569. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 3847

del 17 febbraio 2011. Il medico è responsabile professionalmente se non ha

informato la paziente circa i limiti di equipaggiamento o di organizzazione

della struttura sanitaria. In tema di responsabilità professionale del medico,

qualora l’azione o l’omissione siano in se stesse concretamente idonee a

determinare l’evento, il difetto di accertamento del fatto astrattamente idoneo

ad escludere il nesso causale tra condotta ed evento non può essere invocato,

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benché sotto il profilo statistico quel fatto sia più probabile che non, da chi

quell’accertamento avrebbe potuto compiere e non l’abbia, invece, effettuato.

1570. 2011 – Deliberazione Abruzzo numero 225 del 18 febbraio 2011.

Associazione di Pediatri di Libera Scelta con sede di riferimento nel Presidio

Territoriale di Assistenza di Pescina.

1571. 2011 – Come utilizzare le graduatorie (da Sole 24 Ore Sanità).

Interrogazione come Premessa. L’articolo 18, comma 7 del Dpr 483/1997

prevede che le graduatorie dei vincitori di concorsi da dirigente rimangano

efficaci per un termine di 18 mesi dalla data di pubblicazione (termine, poi,

portato a 3 anni dalla legge finanziaria 2008, numero 244, del 24/12/2007,

articolo 3, comma 87 che inserisce il comma 5-ter nell’articolo 35 del Dlgs

165/2001) per eventuali coperture di posti per i quali il concorso è stato

bandito e che, successivamente ed entro tale data, dovessero rendersi

disponibili. La scrivente azienda ha revisionato la propria dotazione organica

istituendo nuovi posti dirigenziali del ruolo amministrativo e per ragioni di

economicità di procedimento vorrebbe attingere a graduatoria esistente per

dirigente amministrativo valida sino ad aprile 2011 per la copertura degli

stessi. Tale utilizzo può essere esperito in base agli orientamenti vigenti in

dottrina e in giurisprudenza? Quali sono i pro e i contro in caso di utilizzo o, al

contrario, di mancato utilizzo della graduatoria stessa? Quale possibilità di

contenzioso potrebbe ingenerare una scelta o quella opposta? Risposta a cura

di Stefano Simonetti. Qualora nel piano di fabbisogno annuo l’azienda sanitaria

adotti la determinazione di procedere ad assunzioni ha più di uno strumento

operativo per realizzare il reclutamento: mobilità dall’esterno, utilizzo di

graduatoria pregressa, nuovo concorso, fermo restando il rispetto di quanto

previsto dagli articoli 30 e 34 bis del Dlgs 165/2001 in materia di rapporti tra

mobilità e indizione di nuovo concorso. Nel caso prospettato, è pur vero che

l’articolo 18, comma 7 del Dpr 483/1997 sembra escludere l’utilizzo della

graduatoria per posti di nuova istituzione, ma è altrettanto vero che tale

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previsione è contenuta in una norma regolamentare priva di forza ordinaria. Al

contrario nell’articolo 35, comma 5-ter del Dlgs 165/2001 viene prevista

soltanto la durata delle graduatorie e non le modalità o condizioni di utilizzo,

per cui si può ritenere che quest’ultima norma abbia tacitamente abrogato il

settimo comma dell’articolo 18 sia perché di rango superiore sia perché norma

sopravvenuta nel tempo. Nel medesimo articolo 35 si legge anche che le

procedure di reclutamento devono assicurare “economicità e celerità di

espletamento” e senz’altro l’utilizzo di una graduatoria valida garantisce

ambedue le condizioni. Scegliendo questa strada non viene compromesso alcun

diritto soggettivo in quanto nessun soggetto terzo può vantare una posizione

giuridica attiva in relazione al nuovo concorso ma semmai una mera aspettativa

di diritto. Da ultimo segnalo che si eviterebbe anche il rischio di vedersi

bloccato il nuovo concorso da una mobilità per esubero.

1572. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 8254

del 2 marzo 2011. I medici possono essere chiamati a rispondere di omicidio

colposo se dimettono dall’ospedale pazienti a rischio che poi muoiono. Il

medico non può disporre le dimissioni di un paziente facendosi condizionare

da disposizioni o direttive che non sono pertinenti ai compiti affidatigli dalla

legge e alle conseguenti relative responsabilità. Duro monito ai medici che

hanno il dovere di opporsi alla dimissione precoce del malato per meri motivi

economici, dovendo rispondere prima di tutto al loro codice deontologico ed al

giuramento di Ippocrate e non alle Linee Guida aziendali. I due medici,

chiamati in giudizio e assolti in prima istanza, sono stati condannati. Nel

mirino della Cassazione sono finite le Linee Guida. “Nulla si conosce dei loro

contenuti, né – sottolineano i Supremi Giudici – dell’autorità dalle quali

provengono, né del loro livello di scientificità, né delle finalità che con esse si

intende perseguire, né è dato di conoscere se rappresentino una ulteriore

garanzia per il paziente”. Oppure, proseguono, se “altro non sono che uno

strumento per garantire l’economicità della gestione della struttura

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ospedaliera”. “A nessuno, continua la Cassazione, è consentito di anteporre la

logica economica alla logica della tutela della salute, né di diramare direttive

che, nel rispetto della prima pongano in secondo piano le esigenze

dell’ammalato”. I magistrati ricordano, inoltre, ai medici che prima di tutto non

sono tenuti, “al rispetto di quelle direttive in contrasto con le esigenze di cura

del paziente, e non possono andare esenti da colpa ove se ne lascino

condizionare, rinunciando al proprio compito e degradando la propria missione

a livello ragionieristico”. Nel praticare la professione medica il medico deve,

con scienza e coscienza, perseguire un unico fine: la cura del malato,

utilizzando i presidi diagnostici e terapeutici di cui al tempo dispone la scienza

medica, senza farsi condizionare da esigenze di diversa natura, da disposizioni,

considerazioni, valutazioni, direttive che non siano pertinenti rispetto ai

compiti affidatigli dalla legge ed alle conseguenti relative responsabilità.

Fermo restando il valore di tali regole o protocolli come indicazioni generali

riferibili ad un caso astratto, permane comunque per il medico la necessità di

valutare specificamente il caso affidato al suo giudizio, di rilevarne ogni

particolarità, di adottare le decisioni più opportune, anche discostandosi da

quelle regole. La piena autonomia del sanitario nella scelta dei più opportuni

presidi diagnostici e terapeutici è, peraltro, prevista nello stesso codice

deontologico sanitario. Fonte: Massimario.it – 13/2011)

1573. 2011 – Delibera 2 marzo 2011. Su Gazzetta Ufficiale numero 64 del 19

marzo 2011. Linee Guida, in materia di trattamento di dati personali contenuti

anche in atti e documenti amministrativi, effettuato da soggetti pubblici per

finalità di pubblicazione e diffusione sul web. Testo aggiornato al 15 novembre

2012.

1574. 2011 – Determinazione AIFA del 7 marzo 2011. Modifica delle

Appendici 5 e 6 al Decreto del Ministro della Salute del 21 dicembre 2007

concernente i modelli e le documentazioni necessarie per inoltrare la richiesta

di autorizzazione all’Autorità Competente, per la comunicazione di

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emendamenti sostanziali e la dichiarazione di conclusione della

sperimentazione clinica e per la richiesta di parere al Comitato Etico.

1575. 2011 – Direttiva 2011/24/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio

del 9 marzo 2011 concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi

all’assistenza sanitaria transfrontaliera. Su Gazzetta Ufficiale dell’Unione

Europea L 88/45 del 4 aprile 2011.

1576. 2011 – Con sentenza del 11 marzo 2011, la Corte di Appello di Roma

dichiarava l’illegittimità del licenziamento intimato ad un dipendente di un

noto istituto di credito italiano, per avere quest’ultimo, in qualità di proprio

datore di lavoro, formalizzato una contestazione disciplinare senza, tuttavia,

rispettare il principio di tempestività come disciplinato dall’articolo 7 del DPR

300/1970, con conseguente condanna dello stesso alla reintegrazione del

predetto nel posto di lavoro ed al risarcimento del danno commisurato alle

retribuzioni globali dal recesso alla reintegra.

1577. 2011 – Decreto Ministeriale del 18 marzo 2011. Determinazione dei

criteri e delle modalità di diffusione dei defibrillatori automatici esterni di cui

all’articolo 2, comma 46, della Legge numero 191/2009. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 129 del 6 giugno 2011. Testo aggiornato al 31

agosto 2012.

1578. 2011 – DCA Campania numero 22 del 22 marzo 2011. Approvazione del

Piano Sanitario Regionale ai sensi del punto t) della Delibera della Presidenza

del Consiglio dei Ministri del 24 aprile 2010.

1579. 2011 – DGR Emilia Romagna numero 389 del 28 marzo 2011.

Prestazioni di Pronto Soccorso assoggettate a compartecipazione della spesa da

parte degli utenti. Modifiche ed integrazioni alla Deliberazione numero

1035/2009.

1580. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 7237 del

30 marzo 2011. Consenso informato e diritto all’autodeterminazione del

paziente. La sussistenza del nesso eziologico tra mancata acquisizione di

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consenso informato e il pregiudizio sofferto (nel caso specifico, resezione

gastrica) non va indagato solo in relazione al rapporto di consequenzialità tra

intervento terapeutico e pregiudizio della salute, ma va verificata in relazione

al rapporto tra attività omissiva del sanitario per non aver informato il paziente

ed esecuzione dell’intervento. In altri termini, la questione non attiene tanto

alla liceità dell’intervento del medico, ma nasce dalla violazione di quel diritto

fondamentale dell’autodeterminazione del paziente, da parte del sanitario, il

quale è chiamato a rispondere, qualora non abbia adeguatamente o per nulla

informato per acquisirne il preventivo consapevole consenso. (Avv. Ennio

Grassini. Dirittosanitario).

1581. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. 4, numero 13746

del 7 aprile 2011. Omicidio colposo a carico del medico che opera un paziente

in fase terminale, anche se l’intervento avviene con il consenso del malato.

1582. 2011 – DGR Puglia numero 691 del 12 aprile 2011. DGR numero 1984

del 28 ottobre 2008 “Linee Guida regionali per la non autosufficienza” e Legge

Regionale numero 2/2010, articolo 4, comma 6. Approvazione Linee Guida

regionali per l’accesso ai servizi sanitari territoriali e alla rete integrata dei

servizi socio-sanitari.

1583. 2011 – Regolamento Regionale Puglia numero 6 del 18 aprile 2011.

Regolamento di organizzazione del “Distretto Socio Sanitario” (D.S.S.).

1584. 2011 – Decreto Legislativo numero 67 del 21 aprile 2011. Accesso

anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente

faticose e pesanti, a norma dell’articolo 1 della Legge numero 183 del 4

novembre 2010. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 108 dell’11

maggio 2011. Testo aggiornato al 16 ottobre 2012.

1585. 2011 – Regolamento Igiene e Sanità del 21 aprile 2011 del Comune di

Napoli. Testo Unico che vuole superare tutte le normative stralcio, ordinanze e

decreti in materia.

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1586. 2011 – Accordo numero 44/CU del 5 maggio 2011 su Gazzetta Ufficiale

numero 126 del 1° giugno 2011. Accordo, ai sensi dell’articolo 9 del Decreto

Legislativo numero 281 del 28 agosto 1997, tra lo Stato, le Regioni e le

Province Autonome di Trento e di Bolzano e gli Enti Locali sul documento

“Linee di indirizzo per l’assistenza alle persone in stato vegetativo e stato di

minima coscienza”. Testo aggiornato al 31 agosto 2012.

1587. 2011 – DCA Calabria numero 34 del 6 maggio 2011. Rettifica

“Ospedale Distrettuale” in “Centri di Assistenza Primaria Territoriale

C.A.P.T.”.

1588. 2011 – DCA Calabria numero 37 del 6 maggio 2011. Compartecipazione

alla spesa sanitaria-ticket. Modifica ed integrazione alla delibera di Giunta

Regionale numero 247 del 5 maggio 2009. Obiettivo G.OS.S13.01

1589. 2011 – DDG Puglia numero 175 del 9 maggio 2011. Approvazione del

Piano dettagliato degli interventi da porre in essere per l’implementazione di

un modello assistenziale di gestione dei Percorsi Diagnostico Terapeutici e di

presa in carico dei soggetti con patologie croniche nel territorio della Puglia.

1590. 2011 – Sentenza Cassazione Penale, sezione IV, 13 maggio 2011,

numero 24573. Il paziente muore. E’ penalmente responsabile l’infermiere che

non avvisa il medico. “Rientra nel proprium, non solo del medico ma anche

dell’infermiere, quello di controllare il decorso della convalescenza del

paziente ricoverato in reparto, così da poter porre le condizioni, in caso di

dubbio, di un tempestivo intervento del medico. L’infermiere svolge, infatti, un

compito cautelare essenziale nella salvaguardia della salute del paziente,

essendo onerato di vigilare sul decorso post-operatorio, proprio ai fini di

consentire, nel caso, l’intervento del medico. Ai fini della responsabilità

penale, dunque, non assume rilievo l’esistenza o meno di autonomia

decisionale da parte dell’infermiere avendo rilievo, invece, l’effetto del

comportamento omissivo del medesimo, ai fini del nesso eziologico tra

l’omessa segnalazione al medico del peggioramento del paziente e il

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sopraggiungere della morte del medesimo.” E’ quanto si evince dalla sentenza

numero 24573, depositata il 20 giugno scorso, della IV sezione penale della

Corte di Cassazione. Per la responsabilità basta l’omissione. Il provvedimento

fa luce su aspetti essenziali degli obblighi professionali di vigilanza dei

paramedici e pone il limite, superato il quale, il comportamento omissivo

dell’infermiere assume rilevanza penale.

1591. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

11005 del 19 maggio 2011. La responsabilità professionale del medico ha

natura contrattuale e non precontrattuale. Pertanto, è il medico gravato

dell’onere della prova di aver adempiuto all’obbligo informativo.

1592. 2011 – Cassazione Penale. Sezione V. sentenza numero 20895 del 25

maggio 2011. L’articolo 612 bis Codice Penale, introdotto dal D.L. numero 11

del 2009, punisce a titolo di “atti persecutori” chi con condotte reiterate

minacci o molesti taluno, in modo da cagionare un suo perdurante stato di

paura o di ansia o un suo fondato timore di pericolo per l’incolumità propria o

di persone prossime o la costrizione ad alterare le proprie abitudini di vita. Il

fatto può essere costituito anche da due sole “condotte”.

1593. 2011 – Presidenza del Consiglio dei Ministri. La sperimentazione

farmacologica nei Paesi in via di Sviluppo. 27 maggio 2011.

1594. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

12274 del 7 giugno 2011. In caso di un’infezione contratta dal paziente a

seguito di un’operazione chirurgica la responsabilità della struttura ospedaliera

non sussiste se l’insorgenza della malattia è riconducibile a un evento

imprevisto, non evitabile né imputabile alla condotta dei medici.

1595. 2011 – Cassazione. Sezioni Unite Civili. Sentenza numero 12538 del 9

giugno 2011. Sussiste la legittimazione passiva del Ministero della Salute nelle

controversie aventi ad oggetto l’indennizzo del danno da emotrasfusione.

1596. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 12686 del

9 giugno 2011. Onere della prova, casualità, condotta omissiva dei sanitari.

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1597. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 12961 del

14 giugno 2011. Responsabilità medica e perdita di chance. Accertamento

nesso causale. In tema di danno alla persona, conseguente a responsabilità

medica, integra l’esistenza di un danno risarcibile alla persona l’omissione

della diagnosi di un processo morboso terminale, allorchè abbia determinato la

tardiva esecuzione di un intervento chirurgico,che normalmente sia da praticare

per evitare che l’esito definitivo del processo morboso si verifichi anzitempo,

prima del suo normale decorso e risulti inoltre che, per effetto del ritardo, sia

andata perduta dal paziente la “chance” di conservare, durante quel decorso,

una migliore qualità della vita nonché la “chance” di vivere alcune settimane

od alcuni mesi in più, rispetto a quelli poi effettivamente vissuti.

1598. 2011 – Decreto Dirigenziale Calabria numero 7029 del 16 giugno 2011.

Istituzione Tavolo di Lavoro permanente sull’Emergenza-Urgenza presso il

Dipartimento Tutela della Salute.

1599. 2011 – DGR Calabria numero 255 e Allegati 1 e 2 del 17 giugno 2011.

Obiettivi PSN. Approvazione linee progettuali anno 2011 (Accordo Stato-

Regioni del 20 aprile 2011 rep. atti numero 84/CSR)

1600. 2011 – DCA Campania numero 45 e Allegato del 20 giugno 2011. Intesa

Stato-Regioni del 3 dicembre 2009. “Patto per la Salute”. Prosecuzione del

Piano di Rientro. Approvazione Programmi Operativi 2011-2012.

1601. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 24573 del

13 maggio – 20 giugno 2011. Un caso di responsabilità infermieristica in

omicidio colposo. Paziente peggiora e muore. Responsabile l’infermiere che

non allerta il medico. La Corte di Cassazione ha rinviato a giudizio tre medici e

tre infermieri per la morte di un paziente ricoverato a seguito di un incidente

stradale. I Giudici hanno respinto la “non responsabilità” degli infermieri

giustificata dal GUP di Trani (sentenza 1370/2006) con la “mancanza di

obbligo da parte del personale paramedico di valutare e percepire le

sintomatologie del paziente”. Una tesi “improponibile” per la Cassazione, che

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“mortifica le competenze professionali” degli infermieri. Questa sentenza

comunque non ha fatto scuola, dato il recente giudizio di non coinvolgimento

degli infermieri che hanno assistito Franco Mastrogiovanni. La Corte di

Cassazione, dopo aver messo in evidenza la responsabilità del personale

medico, analizza la posizione degli infermieri, affermando che è del tutto

improponibile affermare, come ha fatto il Tribunale, che si debba escludere la

sussistenza di una posizione di garanzia degli infermieri. Secondo la Corte è

vero proprio il contrario, e cioè che, rientra nel proprium (non solo del

sanitario, ma anche) dell’infermiere quello di controllare il decorso della

convalescenza del paziente ricoverato in reparto, sì da poter porre le

condizioni, in caso di dubbio, di un tempestivo intervento del medico. Il

ragionamento del giudicante, a tacer d’altro, finisce con il mortificare le

competenze professionali dell’infermiere che, invece, svolge un compito

cautelare essenziale nella salvaguardia della salute del paziente essendo,

come detto, l’infermiere onerato di vigilare sul decorso post-operatorio,

proprio ai fini di consentire, nel caso, l’intervento del medico. E’ evidente

ancora l’equivoco del giudicante quando si sofferma “sull’autonomia

valutativa” dell’infermiere, rispetto al sanitario, che dimostra, a fortiori,

l’errore concettuale di giudizio del Tribunale dove si afferma che “gli

infermieri non avrebbero l’obbligo di valutare il paziente”. Ha infatti ragione la

Corte di Cassazione che afferma che non è in discussione (né lo potrebbe

essere) ….. l’obbligo per l’infermiere, anche solo in caso di dubbio

ragionevole (qui, fondabile non foss’altro che per le reiterate indicazioni

dei parenti), di chiamare l’intervento del medico di turno, cui poi compete

la decisione ultima.

1602. 2011 – DGR Puglia numero 1396 del 24 giugno 2011. Integrazione

scheda progetto afferente linea progettuale “Cure Primarie”.

1603. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

14263 del 28 giugno 2011. Nel liquidare il danno non patrimoniale vanno

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compresi tutti i pregiudizi patiti dalla vittima, ma senza duplicare il

risarcimento.

1604. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione numero 14288 del 28 giugno 2011.

Lavoro. Lavoro subordinato. Periodo di riposo. Riposo settimanale.

Reperibilità. Nozione. Servizio di reperibilità prestato durante il riposo

settimanale. Retribuzione relativa. Determinazione. Criteri. Attribuzione di un

giorno di riposo compensativo. Configurabilità. Limiti. Fondamento. Mancata

concessione del giorno di riposo compensativo. Risarcimento del danno non

patrimoniale. Configurabilità. Onere della prova.

1605. 2011 – Deliberazione Abruzzo numero 1121 del 30 giugno 2011.

Aggregazione di Medici Specialisti Ambulatoriali Interni con sede di

riferimento nel Presidio Territoriale di Assistenza di Pescina e Tagliacozzo.

1606. 2011 – Ministero della Salute. Schema del Piano Sanitario Nazionale

2011-2013.

1607. 2011 – DCA Calabria numero 54 e Allegato del 5 luglio 2011. Linee

Guida regionali per l’adozione degli atti aziendali.

1608. 2011 – DCA Abruzzo numero 23 e Allegati 2, 4, A bis, B bis dell’8

luglio 2011. Interventi in materia farmaceutica ai fini del contenimento della

spesa e della appropriatezza prescrittiva. Modifica e Integrazione del DGR

numero 1086 del 2 ottobre 2006 e del DGR numero 1539 del 27 dicembre

2006.

1609. 2011 – DGR Liguria numero 809 dell’8 luglio 2011. Direttiva vincolante

ex articolo 8, comma 1, della Legge Regionale 41/2006 e s.m.i. in materia di

razionalizzazione delle strutture non cliniche delle Aziende Sanitarie.

1610. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 34729 del

12 luglio 2011. Risponde di omicidio colposo per imperizia, nell’accertamento

della malattia, e per negligenza, per l’omissione delle indagini necessarie, il

primario ospedaliero che, in presenza di sintomatologia idonea a porre una

diagnosi differenziale, scostandosi dalle Linee Guida rimanga arroccato su

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diagnosi inesatta, benché posta in forte dubbio dalla sintomatologia, dalla

anamnesi e dalle altre notizie comunque pervenutegli, omettendo così di porre

in essere la terapia più profittevole per la salute del paziente.

1611. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero

15453 del 14 luglio 2011. Omissione di controllo versus attualità delle

conoscenze scientifiche: l’improbabile onere solidaristico, sempre e comunque,

del Ministero della Salute in tema di infezione post-trasfusionale. In Resp. Civ.

e Prev., 2012, pp.299 e seguenti.

1612. 2011 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 luglio

2011. Criteri e modalità per il riconoscimento dell’equivalenza ai diplomi

universitari dell’area sanitaria dei titoli del pregresso ordinamento, in

attuazione dell’articolo 4, comma 2, della Legge numero 42 del 26 febbraio

1999. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 191 del 18 agosto 2011.

Testo aggiornato all’11 ottobre 2012.

1613. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 16543 del

28 luglio 2011. Il diritto al consenso informato, in quanto diritto irretrattabile

della persona va comunque sempre rispettato dal sanitario, a meno che non

ricorrano casi di urgenza. Secondo la Cassazione il diritto al consenso

informato, in quanto diritto irretrattabile della persona va comunque sempre

rispettato dal medico, a meno che non ricorrano casi di urgenza, rinvenuti a

seguito di un intervento concordato e programmato e per il quale sia stato

richiesto e sia stato ottenuto il consenso, che pongano in gravissimo pericolo la

vita della persona, bene che riceve e si correda di una tutela primaria nella

scala dei valori giuridici a fondamento dell’ordine giuridico e del valore civile,

o si tratti di un trattamento sanitario obbligatorio. Tale consenso è talmente

inderogabile che non assume alcuna rilevanza per escluderlo che l’intervento

sia stato effettuato in modo tecnicamente corretto, per la semplice ragione che

a causa del totale deficit di informazione il paziente non è posto in condizione

di assentire al trattamento, per cui nei suoi confronti, comunque, si consuma

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una lesione di quella dignità che connota nei momenti cruciali, la sofferenza

fisica e/o psichica, la sua esistenza. (Avv. Renato D’Isa)

1614. 2001 – Decreto Ministeriale del 29 luglio 2011. Determinazione dei

settori concorsuali, raggruppati in macrosettori concorsuali, di cui all’articolo

15, Legge numero 240 del 30 dicembre 2010. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 203 del 1° settembre 2011, Supplemento Ordinario. Testo

aggiornato al 21 novembre 2012.

1615. 2011 – DCR Liguria numero 23 del 4 agosto 2011. Ulteriore

adeguamento della rete e dell’offerta ospedaliera agli standard definiti dalle

linee di indirizzo per la razionalizzazione della rete di cura e assistenza.

1616. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 31133 del

4 agosto 2011. Attenzione agli aghi fuori vena durante il turno di lavoro. La

Corte di Cassazione ha affermato quanto segue: “ sussiste la responsabilità

penale per lesioni colpose degli infermieri, oltre alla conseguente

responsabilità civile per danni in concorso con la competente ASL, che

negligentemente omettano i dovuti controlli durante tutta la notte in cui erano

di turno per accertare la presenza o meno in vena dell’ago della flebo, non

accorgendosi così della sua accidentale fuoriuscita dal lume venoso e

cagionando in tal modo lesioni cutanee da ustioni dalle quali derivava una

malattia di durata superiore a 40 giorni”. Questi principi sono stati affermati

dalla sentenza della Corte di Cassazione con la quale è stato respinto il ricorso

avanzato da due infermiere avverso la sentenza della Corte d’Appello di Lecce

che aveva confermato la decisione del locale Tribunale che le aveva ritenute

colpevoli del reato di lesioni colpose in danno di un piccolo paziente e

condannate alla pena di 200,00 euro di multa, oltre al risarcimento, in solido

con il responsabile civile ASL, dei danni da liquidarsi in separata sede, nonché

al pagamento di una provvisionale di euro 10,000,00 in favore di ciascuna delle

parti civili.

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1617. 2011 – DGR Abruzzo numero 575 dell’11 agosto 2011. Approvazione

del Piano Regionale per il Governo delle Liste di Attesa.

1618. 2011 – Sentenza del Tribunale di Salerno numero 1689 del 12 agosto

2011. Non è richiesto il consenso informato del paziente in caso di trattamento

sanitario obbligatorio. Un paziente ha chiamato in giudizio l’Azienda Sanitaria

per ottenere il risarcimento dei danni subiti esponendo di essere stato

sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio con somministrazione continua

di medicinali che avevano comportato la perdita di cognizione personale e

dell’ambiente esterno, senza l’urgenza “salvavita” e senza il suo consenso, con

omissione di informazione e con violazione del diritto di autodeterminazione e

che la terapia somministratagli coattivamente aveva determinato l’insorgere

della patologia denominata “induratio penis plastica”. L’ipotesi di trattamento

obbligatorio è costituita dal caso del paziente che, per malattia mentale, non sia

in grado di sottoporsi volontariamente ai trattamenti necessari, sicchè la

valutazione di tale necessità è rimessa ai sanitari e al sindaco nonché alla

successiva convalida dell’autorità giudiziaria. Nella vicenda concreta, ha

osservato il Tribunale, si verte proprio in ipotesi di trattamento sanitario

obbligatorio e pertanto la terapia prestata prescindeva dal consenso del

paziente per disposizione di legge. Inoltre, cessato il TSO, l’uomo aveva

continuato la degenza volontariamente, sottoscrivendo la dichiarazione inserita

nella cartella clinica. Relativamente alla questione della necessità e

adeguatezza della terapia farmacologica effettuata durante il ricovero, sulla

base delle risultanze della disposta consulenza tecnica, si accertava che le

modalità di ricovero e di trattamento terapeutico furono coerenti alle

condizioni del soggetto all’epoca dei fatti e rispondenti ai protocolli medici. Il

Tribunale ha respinto la domanda risarcitoria proposta dal paziente

condannandolo alle spese di giudizio. (Avv. Ennio Grassini).

1619. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

32154 del 17 agosto 2011. Commette il reato di omicidio colposo il medico

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sportivo che rilasci un certificato di sana e robusta costituzione fisica a un

paziente che abbia sofferto in passato di una patologia cardiaca senza

prescrivere ulteriori approfondimenti.

1620. 2011 – Sentenza Corte di Appello di Milano Civile, Sez. I, numero 2359

del 19 agosto 2011. Trasfusione coatta di sangue, medici condannati. La Corte

di Appello di Milano, 1° sezione civile, con la sentenza 2359 del 19 agosto

2011 ha affermato il diritto all’autodeterminazione del malato alle cure e, in

particolare, all’eventuale rifiuto. Il bene vita come entità esterna all’uomo, non

può imporsi contro e a dispetto della volontà dell’uomo (purchè attuale con

persona cosciente e capace di intendere con manifesto e consapevole

“dissenso” al trattamento medico).grande attenzione va posta alla gerarchia

delle fonti del diritto: l’articolo 32 della Costituzione prevede che nessun

trattamento sanitario può essere imposto se non è previsto dalla legge, nel qual

caso però non deve violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana,

mentre l’articolo 40 del codice penale contempla che non impedire un evento,

che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.

1621. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

17496 del 23 agosto 2011. E’ illegittima la condotta del sanitario che prescrive

medicinali ad atleti sani, solo per favorirne un recupero fisico o per consentirne

un miglioramento delle performances sportive.

1622. 2011 – Sentenza del Tribunale di Orvieto numero 72 del 2 settembre

2011. La sentenza ha sancito il diritto dei lavoratori turnisti in Sanità al

pagamento della vestizione, che è stata considerata come effettivo tempo di

lavoro e, pertanto, da retribuire. Il tempo necessario alla vestizione è stato

calcolato da una commissione tecnica in 15 minuti.

1623. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione Lavoro, numero

18310 del 7 settembre 2011. Danno da usura psicofisica per mancata

concessione del riposo settimanale. La vicenda in esame consiste nella

effettuazione da parte dell’attuale ricorrente di turni di reperibilità passiva in

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giorni festivi, con diritto ad un giorno di riposo compensativo nella settimana

successiva, in concreto non usufruito. Le fonti normative rilevanti sono

costituite dall’articolo 18 del D.P.R. numero 270 del 20 maggio 1987 (norme

risultanti dalla disciplina prevista dall’accordo sindacale per il triennio 1985-

1987 relative al comparto del personale dipendente del SSN), l’articolo 7 del

CCNL del 20 settembre 2001 integrativo del CCNL comparto Sanità del 7

aprile 1999, l’articolo 19 del Contratto dell’area della dirigenza sanitaria,

professionale, tecnica ed amministrativa del comparto Sanità del 5 dicembre

1996, normativo 1994-1997, economico 1994-1995. Il primo articolo, nel

primo comma, stabilisce che “il servizio di pronta disponibilità è caratterizzato

dalla immediata reperibilità del dipendente e dall’obbligo dello stesso di

raggiungere il presidio nel più breve tempo possibile dalla chiamata, secondo

intese a definirsi in sede locali” e, nel quinto comma, che “nel caso in cui la

pronta disponibilità cada in giorno festivo spetta un riposo compensativo senza

riduzione del debito orario settimanale”. Il citato articolo 7 del CCNL del 20

settembre 2001, dopo aver ribadito nel comma 1 il contenuto sostanziale

dell’articolo 18, comma primo del citato D.P.R. numero 270 del 1987,

conferma nel comma 6 che qualora il servizio di pronta disponibilità cada in

giorno festivo “spetta un riposo compensativo senza riduzione del debito orario

settimanale”. In entrambe le fonti normative la pronta disponibilità viene

compensata con una indennità rapportata ad ogni 12 ore del servizio stesso.

Infine, l’articolo 19, nel comma 1, definisce in termini del tutto simili il

servizio di pronta disponibilità, stabilisce nel comma 5 che “la pronta

disponibilità dà diritto ad una indennità per ogni dodici ore” ed attribuisce, nel

comma 6, nel caso di coincidenza fra pronta disponibilità e giorno festivo “un

giorno di riposo compensativo senza riduzione del debito orario settimanale”.

Dalle disposizioni così richiamate emerge quindi che, non avendo il dipendente

diritto a riduzioni dell’orario settimanale per effetto della espletata reperibilità,

la eventuale fruizione del riposo compensativo comporta allungamento della

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prestazione giornaliera. Non equivalendo all’effettiva prestazione lavorativa, il

servizio di reperibilità svolto nel giorno destinato al riposo settimanale limita

soltanto, senza escluderlo del tutto, il godimento del riposo stesso quindi

comporta il diritto non ad un trattamento economico uguale a quello spettante

per l’ipotesi di effettiva prestazione di lavoro in quel medesimo giorno bensì ad

un trattamento inferiore proporzionato alla minore restrizione della libertà del

lavoratore. (…..) L’obbligo di mera disponibilità non seguito dal godimento

del riposo compensativo è del pari situazione diversa dalla prestazione di

lavoro resa nel giorno destinato al riposo, e non vi è alcuna ragione per ritenere

che esso sia di per sé idoneo ad incidere sul tessuto psicofisico del lavoratore

così da configurare un danno in re ipsa. D’altra parte, il disagio patito per la

reperibilità in giorno festivo non seguita da effettiva attività lavorativa è già

monetizzato dalla contrattazione collettiva.

1624. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

34328 del 16 settembre 2011. E’ esclusa la responsabilità del medico per il

decesso del paziente quando risulti, in occasione del giudizio controfattuale da

effettuare in caso di addebito a titolo di responsabilità omissiva, che

l’intervento del sanitario, che si assume omesso o ritardato, per la gravità della

situazione del paziente, non avrebbe assicurato comunque alla vittima una

ulteriore, significativa frazione di vita.

1625. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione 2011. Quando l’esito degli

accertamenti effettuati in occasione di un ricovero ospedaliero non riveli

aspetti tali da dover insospettire i medici, non può essere ravvisata alcuna

responsabilità a loro carico per la mancata esecuzione di un’indagine più

approfondita, anche se quest’ultima avrebbe potuto attenuare il rischio

dell’evento letale poi verificatosi. Fonte: Studio Avv. Gagliardi.

1626. 2011 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. VI, numero

34402 del 21 settembre 2011. Il medico di guardia sull’autoambulanza del

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servizio 118 ha l’obbligo di attivarsi con urgenza in caso di grave

sintomatologia del paziente.

1627. 2011 – Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 (documento approvato in

Conferenza Unificata il 22 settembre 2011 e in fase di approvazione al

Consiglio dei Ministri). Promuove la continuità assistenziale, nonché la

riduzione delle prestazioni non appropriate di Pronto Soccorso (codici bianchi

e, in parte, codici verdi).

1628. 2011 – DGR Calabria numero 434 del 26 settembre 2011. Obiettivi PSN

(Accordo Stato-Regioni del 27 luglio 2011, rep. atti numero 135/CSR).

Integrazione DGR numero 255 del 17 giugno 2011. Approvazione progetto

“Riorganizzazione Rete Regionale Emergenza-Urgenza e Continuità delle

Cure: Integrazione della C.A. nella C.O. del 118”.

1629. 2011 – DCA Molise numero 80 e Allegato del 26 settembre 2011.

Adozione Programma Operativo 2011-2012 (ex articolo 13, comma 14, Patto

per la Salute del 3 dicembre 2009).

1630. 2011 – Delega al Governo in materia di Sperimentazione Clinica e di

riforma delle Professioni Sanitarie – 27 settembre 2011. Il Governo è stato

battuto in aula alla Camera su un emendamento del PD che sopprime, dal

Disegno di Legge Delega sulle Professioni Sanitarie, l’istituzione dell’Ordine

dei Dentisti.

1631. 2011 – Sentenza numero 31133/11 della Corte di Cassazione, quarta

sezione penale. Gli infermieri di turno hanno la responsabilità anche per cattivo

funzionamento del dispositivo di allarme elettronico di una pompa di infusione

che arresta la perfusione della soluzione, qualora l’infusione vada fuori vena.

Sussiste la responsabilità penale per lesioni colpose dell’infermiere (e la

responsabilità civile per danni in concorso con la ASL) che per negligenza

ometta di effettuare i dovuti controlli durante il proprio turno, per accertarsi

della corretta posizione dell’ago della flebo. Ciò non permette di accorgersi

tempestivamente dell’accidentale fuoriuscita dell’ago da lume venoso che ha

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cagionato lesioni cutanee da ustioni dalle quali derivava una malattia di

durata superiore a 40 giorni. Questi principi sono stati affermati dalla Corte

di Cassazione, quarta sezione penale, nella sentenza numero 31133/11 con la

quale è stato respinto il ricorso avanzato da due infermiere avverso la sentenza

della Corte d’Appello di Lecce che aveva confermato la decisione del locale

Tribunale che le aveva ritenute colpevoli del reato di lesioni colpose in danno

di un piccolo paziente e condannate alla pena di 200,00 euro di multa, oltre al

risarcimento, in solido con il responsabile civile ASL, dei danni da liquidarsi in

separata sede, nonché al pagamento di una provvisionale di euro 10,000,00 in

favore di ciascuna delle parti civili. La Suprema Corte, respingendo la tesi

della difesa delle due infermiere che aveva sostenuto, tra l’altro, che le predette

avevano fatto legittimamente affidamento sul buon funzionamento del

dispositivo elettronico di allarme che presidiava la pompa di infusione, ha

osservato che la negligenza di questi sanitari era consistita nell’avere

sottovalutato le segnalazioni effettuate dalla madre del paziente che

avrebbe dovuto indurle, pur in mancanza dei segnali d’allarme provenienti da

questo dispositivo, a verificare che cosa stesse accadendo sotto la benda che

fasciava il braccio del bambino che, a decorrere da una certa ora della notte,

aveva iniziato a piangere ininterrottamente per le ustioni provocate dall’ago

fuori vena.

1632. 2011 – Decreto Ministeriale del 7 ottobre 2011. Classificazione

Nazionale Dispositivi Medici (CND). Categorie dei Dispositivi Medici. Su

Gazzetta Ufficiale numero 259 del 7 novembre 2011.

1633. 2011 – DGR Basilicata numero 1460 dell’11 ottobre 2011. Programma

Regionale Anno 2011. Collegato agli obiettivi di carattere prioritario e di

rilievo nazionale, secondo le linee progettuali di cui all’Accordo Stato-Regioni

rep. 84/CSR del 20 aprile 2011.

1634. 2011 – DCA Abruzzo numero 40 del 14 ottobre 2011. Assistenza

farmaceutica nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA). Aggiornamento

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prontuario terapeutico regionale per RSA di cui al DGR numero 732 del 7

agosto 2008.

1635. 2011 – DGR Lombardia numero IX/2382 del 20 ottobre 2011.

Approvazione pre-intesa riguardante l’accordo integrativo regionale per la

disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale per gli anni 2011-

2012.

1636. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. IV, numero 46824 del 26

ottobre 2011. A proposito della responsabilità dei componenti di una èquipe

medica che collega la responsabilità penale, appunto, alla valutazione delle

concrete mansioni di ciascun componente; sulla violazione dei canoni di

diligenza e perizia connessi alle specifiche ed effettive mansioni svolte quale

presupposto della responsabilità in un contesto operativo in cui si muove una

pluralità di chirurghi.

1637. 2011 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 293 del 9 novembre

2011. I soggetti che hanno riportato danni irreversibili da epatite post-

trasfusionale hanno diritto alla piena rivalutazione dell’assegno sulla base del

tasso di inflazione programmato.

1638. 2011 – Decreto Ministeriale dell’11 novembre 2011. Equiparazione dei

diplomi delle scuole dirette a fini speciali, istituite ai sensi del Decreto del

Presidente della Repubblica numero 162/1982, di durata triennale e dei diplomi

universitari, istituiti ai sensi della Legge numero 341/1990, della medesima

durata, alle lauree ex Decreto Ministeriale numero 509/99 e alle lauree ex

Decreto Ministeriale numero 270/2004, ai fini della partecipazione ai concorsi

pubblici. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 44 del 22 febbraio 2012.

Testo aggiornato al 10 ottobre 2012.

1639. 2011 – Decreto Ministeriale del 15 novembre 2011 – definizione dei

requisiti minimi per le organizzazioni di ricerca a contratto (CRO) nell’ambito

delle sperimentazioni cliniche dei medicinali.

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1640. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 34402 del

22 novembre 2011. Nel caso di attività, quale quella medica, che comportano

una misura di pericolosità in tutto o in parte ineliminabile e che, tuttavia, si

accetta che vengano esercitate per la loro intrinseca rilevanza (la cura del

paziente), il rischio (per la salvezza del paziente) non può essere certamente

evitato, ma deve essere governato e mantenuto entro determinati limiti

(cosiddetto rischio consentito). A tal fine, per stabilire la linea di confine che

segna il passaggio dal lecito all’illecito, non avendovi provveduto né il

legislatore, né l’autorità amministrativa, il relativo compito è attribuito al

giudice, con l’aiuto, nella maggior parte dei casi degli esperti. In tale opera di

ricostruzione un importante ausilio può essere trovato nelle cosiddette Linee-

Guida e nei Protocolli che, in talune situazioni, sono in grado di offrire delle

indicazioni e dei punti di riferimenti anche per i medici chiamati a operare.

Tuttavia, in proposito, onde valutare il comportamento del medico, non potrà

tenersi efficacemente conto né delle Linee-Guida frutto di scelte totalmente

economicistiche, né di quelle obsolete o inefficaci, non potendosi accettare che

in tal modo venga attribuito una patente di legittimità a comportamenti sciatti o

disattenti, occorrendo invece avere riguardo alle Linee-Guida virtuose e

scientificamente accreditate.

1641. 2011 – DCA Molise numero 101 del 28 novembre 2011. Presidio

Territoriale di Assistenza (PTA). Indicazioni Regionali per l’istituzione e

l’organizzazione funzionale.

1642. 2011 – DGR Lombardia numero IX/2633 del 6 dicembre 2011.

Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario regionale per

l’esercizio 2012.

1643. 2011 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 46819 del

19 dicembre 2011. Morte per asfissia acuta anossica ( di operaio addetto alla

manutenzione) da carenza ambientale di ossigeno e varie responsabilità.

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1644. 2011 – Circolare delle Regole (Lombardia) numero 37249 del 20

dicembre 2011. Indicazioni relative all’applicazione del DGR numero IX/2633

del 6 dicembre 2011. Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio-

sanitario regionale per l’esercizio 2012 (parte Sanità).

1645. 2011 – DGR Veneto numero 2369 e Allegato A del 29 dicembre 2011.

Integrazione obiettivi per l’anno 2012 alle Aziende ULSS del Veneto,

all’Azienda Ospedaliera di Padova. All’Azienda Ospedaliera Universitaria

Integrata di Verona e all’IRCCS “Istituto Oncologico Veneto”, ai sensi e per

gli effetti di cui all’articolo 3 bis, comma 5, del Decreto Legislativo 502/1992 e

all’articolo 1, comma 5, del DPCM 502/1995.

1646. 2012 – Sentenza Corte d’Appello di Napoli Penale, Sezione III, numero

4651 del 9 gennaio 2012. Reati contro la persona. Negligenza, imperizia e

imprudenza del medico ginecologo. Lesioni personali colpose cagionate al

neonato. Assoluzione del sanitario. Mancanza di prove certe in ordine al nesso

eziologico tra la condotta del medico e l’evento lesivo. In merito all’appello

esperito ai fini della riforma della sentenza di condanna per il reato di lesioni

personali colpose, di cui sia imputata la ginecologa che per la colpa consistita

in negligenza, imperizia e imprudenza, non abbia adottato un atteggiamento

diagnostico e terapeutico adeguato alle condizioni del feto, creando i

presupposti per il verificarsi delle lesioni gravissime nei confronti del neonato,

deve confermarsi la sentenza di assoluzione emessa in prime cure laddove in

corso di causa non si rinvengano prove inerenti all’alto grado di probabilità o

credibilità razionale nella ricostruzione del nesso causale tra la condotta

ascritta all’imputata e l’evento verificatosi, unico idoneo a costituire il valido

fondamento dell’accertamento della penale responsabilità del sanitario. Ne

consegue che nel caso di specie, acclarato che la verificazione dell’evento non

sarebbe potuta escludersi anche in caso di esecuzione perfetta delle manovre

offerte dalla scienza medica, non resta che confermare la sentenza assolutoria

gravata. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

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1647. 2012 – DGR Abruzzo numero 23 del 16 gennaio 2012. Approvazione

della Cartella Domiciliare Integrata Regionale.

1648. 2012 – Sentenza del TAR della Calabria numero 564 del 18 gennaio

2012 (illegittimità della trattenuta sul TFR, rilevando l’incompatibilità del

vecchio regime con il nuovo sistema di calcolo previsto dall’articolo 2120 del

Codice Civile) – La Legge numero 122 del 30 luglio 2010, all’articolo 12,

comma 10, prevede per tutti i dipendenti pubblici assunti entro il 31 dicembre

2000, la trasformazione obbligatoria da TFS a TFR a partire dalle anzianità

contributive che matureranno a far data dal 1 gennaio 2011. In particolare il

predetto comma prevede che “ … il trattamento di fine rapporto si effettua

secondo le regole dell’articolo 2120 del Codice Civile, con l’applicazione

dell’aliquota del 6,91 per cento … ”. La circolare numero 17 dell’ 8 ottobre

2010, mediante la quale l’ INPDAP avrebbe dovuto fornire chiarimenti in

merito alle novità introdotte dalla Legge 122/10, indica invece un criterio

difforme da quello ivi stabilito. Infatti il criterio di calcolo suggerito

dall’INPDAP coincide con quello previsto dal D.P.C.M. del 20 dicembre 1999

il quale, in realtà, deve ritenersi applicabile ai soli dipendenti assunti a far data

dal 1 gennaio 2001. In tal modo l’INPDAP, a decorrere dal 1 gennaio 2011,

pone in atto a carico di tutti i dipendenti pubblici un’illegittima trattenuta del

2,50% sull’ 80% delle voci stipendiali fisse (oppure del 2% sul 100% delle

predette). Tale criterio di calcolo, che determina in capo ai dipendenti un

notevole danno economico, deve ritenersi in contrasto con il disposto

dell’articolo 12, c/10, della Legge numero 122 del 30 luglio 2010 e come tale

del tutto illegittimo. In particolare, il TAR ha osservato come la persistenza

della trattenuta del 2,5% determini una reale diminuzione della retribuzione dei

lavoratori pubblici e del futuro trattamento di fine servizio, senza alcuna

negoziazione e, soprattutto, senza connessione con la quantità e la qualità del

lavoro prestato, rimasta immutata. Il giudice amministrativo sottolinea anche

come la persistenza della trattenuta del 2,5% porti un aggravio notevole per il

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pubblico dipendente rispetto a quello privato, perché la quota del 6,91 per

cento, di per sé già ben inferiore a quella dovuta dai datori di lavoro privati,

con il permanere della trattenuta incriminata, porti di fatto l’onere a carico

dell’Amministrazione al solo 4,91% della retribuzione.

1649. 2012 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, numero 4391

dell’ 1 febbraio 2012. Reato. Elemento soggettivo. Colpa. In genere. Colpa

professionale medica. Criteri di valutazione. Colpa grave. Rilevanza. Limiti.

Fattispecie. In tema di colpa professionale del medico, il principio civilistico di

cui all’articolo 2236 del Codice Civile che assegna rilevanza soltanto alla colpa

grave può trovare applicazione in ambito penalistico come regola di esperienza

cui attenersi nel valutare l’addebito di imperizia, qualora il caso concreto

imponga la soluzione di problemi di speciale difficoltà ovvero qualora si versi

in una situazione di emergenza, in quanto la colpa del terapeuta deve essere

parametrata alla difficoltà tecnico-scientifica dell’intervento richiesto e al

contesto in cui esso si è svolto. Ne consegue che non sussistono i presupposti

per parametrare l’imputazione soggettiva al canone della colpa grave ove si

tratti di casi non difficili e fronteggiabili con interventi conformi agli standard.

(In applicazione del principio di cui in massima la Suprema Corte ha ritenuto

immune da censure la decisione con cui il giudice di merito ha affermato la

sussistenza della responsabilità, ex articolo 589 del Codice Penale, del direttore

sanitario di una casa di cura - nei confronti di un degente effetto da

schizofrenia caduto da una finestra - il quale, nonostante la condizione del

paziente fosse macroscopicamente peggiorata e gli fosse nota la necessità di

nuove iniziative terapeutiche e assistenziali, si astenne dal porre in essere le

relative iniziative di cui, peraltro, egli stesso aveva dato conto nel corso di un

“briefing”. Cfr. Ced, Cassazione, 2012.

1650. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 1620

del 3 febbraio 2012. Responsabilità civile. Professionisti. Attività medico-

chirurgica. Responsabilità dell’ospedale. Fondamento. Natura contrattuale.

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Distinzioni. La responsabilità della struttura ospedaliera, fondata sul “contatto

sociale”, ha natura contrattuale. L’ospedale risponde a titolo contrattuale dei

danni patiti dal paziente, per fatto proprio, ex articolo 1218 del Codice Civile,

ove tali danni siano dipesi dall’inadeguatezza della struttura, ovvero per fatto

altrui, ex articolo 1228 del Codice Civile, ove siano dipesi dalla colpa dei

sanitari di cui l’ospedale si avvale. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio

Lex24.

1651. 2012 – Corte Costituzionale. Sentenza numero 51 del 14 febbraio 2012.

Dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 11, commi 1 e 10, della

Legge numero 6 del 24 marzo 2011 della Regione Molise (Norme

sull’organizzazione dell’esercizio di funzioni e compiti amministrativi a livello

locale. Soppressione delle comunità montane).

1652. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 2228

del 16 febbraio 2012. La liquidazione danno non patrimoniale al genitore del

figlio che subisce danno permanente in seguito al parto, deve essere fatta

tenendo in considerazione la sofferenza anche sotto il profilo della sua

degenerazione in obiettivi profili relazionali.

1653. 2012 – Sentenza del Tribunale Civile di Roma, Sezione Lavoro, numero

2771 del 16 febbraio 2012. Il Tribunale Civile di Roma, Sezione Lavoro, ha

accolto il ricorso di un infermiere della segreteria di Nursind Roma contro una

circolare dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini che imponeva la

chiusura dei ROT (Rifiuti Ospedalieri Trattati) agli infermieri ove non vi sia

personale OTA in servizio.

1654. 2012 – Intesa numero 54/CSR del 22 febbraio 2012. Su Gazzetta

Ufficiale, S.O., numero 60 del 12 marzo 2012. Intesa, ai sensi dell’articolo 8,

comma 6, della Legge numero 131 del 5 giugno 2003, tra il Governo, le

Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sul documento recante

“Piano Nazionale di prevenzione vaccinale 2012-2014”.

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1655. 2012 – DGR Veneto numero 321 e Allegato A del 6 marzo 2012.

Attuazione degli AACCNN 2009-2010 per la Pediatria di Libera Scelta.

1656. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 4558 del 22 marzo

2012. Con sentenza numero 4558 del 12 dicembre 2011, depositata in data 22

marzo 2012, la Corte di Cassazione Civile, Sez. I, chiamata a decidere sulle

spese di degenza in RSA di un paziente affetto dal morbo di Alzheimer e sul

soggetto che debba farsene carico, ha ritenuto che nel caso in cui oltre alle

prestazioni socio assistenziali siano erogate prestazioni sanitarie, l’attività va

considerata comunque di rilievo sanitario, e pertanto di competenza del SSN.

1657. 2012 – Corte di Cassazione Civile – Sentenza numero 4693/12 del 23

marzo 2012. Timbrare badge di altri assenti dal lavoro rappresenta motivo per

licenziamento per giusta causa.

1658. 2012 – Decreto Ministeriale del 4 aprile 2012. Istituzione del Master

Universitario di I° livello in “Cure palliative e terapia del dolore” per

professioni sanitarie. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 89 del 16

aprile 2012. Testo aggiornato al 13 novembre 2012.

1659. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero

13547 dell’11 aprile 2012. E’ responsabile il medico che si limita a consigliare

al paziente un’altra struttura senza inquadrare la situazione clinica. In tema di

responsabilità per colpa generica e per colpa specifica, una volta che un

paziente si presenta presso una struttura medica chiedendo l’erogazione di una

prestazione, il medico, in virtù del contratto sociale, assume una posizione di

garanzia della tutela della sua salute e anche se non può erogare la prestazione

richiesta deve fare tutto quello che è nelle sue capacità per la salvaguardia

dell’integrità del paziente. Non basta, dunque, semplicemente consigliare al

paziente una diversa struttura, omettendo di inquadrare la situazione clinica e,

quindi, di consentire ai sanitari successivi di avvalersi di una valutazione

specialistica. Cfr. Il Sole 24 Ore, www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com, 2012.

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1660. 2012 – Decreto Ministeriale del 12 aprile 2012. Titolo II, Capo I,

Articolo 8. Disposizioni sull’importazione ed esportazione del sangue umano e

dei suoi prodotti (articolo 8 – Importazione di medicinali sperimentali).

1661. 2012 – Decreto Ministeriale (Ministero della Salute) del 18 aprile 2012.

Modifica al Decreto del 26 febbraio 2010, recante: “ Definizione delle

modalità tecniche per la predisposizione e l’invio telematico dei dati delle

certificazioni di malattia al SAC”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero

128 del 4 giugno 2012.

1662. 2012 – Accordo numero 101/Csr del 19 aprile 2012, pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale numero 111, S.O., del 14 maggio 2012. Testo aggiornato al

15 novembre 2012. Accordo, ai sensi del’articolo 4 del Decreto Legislativo

numero 281 del 28 agosto 1997, tra il Governo, le Regioni e le Province

autonome di Trento e di Bolzano sul documento recante “Il nuovo sistema di

formazione continua in medicina. Linee-guida per i Manuali di accreditamento

dei provider, albo nazionale dei provider, crediti formativi triennio 2011-2013,

federazioni, ordini, collegi e associazioni professionali, sistema di verifiche,

controlli e monitoraggio della qualità, liberi professionisti”.

1663. 2012 – DGR Lombardia numero IX/3379 del 9 maggio 2012. Ulteriori

indicazioni in materia sanitaria in merito al DGR numero IX/2633 del 6

dicembre 2011 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio-

sanitario regionale per l’esercizio 2012”.

1664. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 8984

del 5 giugno 2012. In tema di responsabilità del medico (o della struttura

sanitaria) per omessa diagnosi di malformazione del feto e conseguente nascita

indesiderata, i genitori hanno diritto anche al risarcimento del danno

economico consistito nelle spese di mantenimento della persona nata con

malformazioni.

1665. 2012 – Sentenza del Tribunale di Taranto, Sezione III Civile, numero

1206 dell’8 giugno 2012. Il ricovero di un paziente in una struttura (pubblica o

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privata) deputata a fornire assistenza sanitaria avviene sulla base di un

contratto tra il paziente stesso ed il soggetto gestore della struttura.

1666. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero

9290 dell’8 giugno 2012. Il nesso causale tra condotta del medico e danno si

presume, quando il sanitario abbia tenuto una condotta astrattamente idonea a

causare il danno.

1667. 2012 – Decreto Ministeriale numero 159 del 12 giugno 2012. MIUR –

Rideterminazione dei settori concorsuali.

1668. 2012 – Con la sentenza numero 4391/12 del 2012 la Corte di Cassazione

ha affermato che (premessa la sussistenza del cosiddetto “rischio consentito”

nell’ambito dell’attività medica), la responsabilità penale del medico per

lesioni colpose (articoli 43 – 589 C.P.) non può essere evitata per il solo fatto

di essersi attenuto a delle linee guida. Se infatti queste ultime si rivelino non

aggiornate oppure imperniate su criteri eccessivamente economisti, la

responsabilità verrà nondimeno riconosciuta; viceversa, nel caso in cui si tratti

di linee guida riscontrate come virtuose. La valutazione dipenderà

dall’apprezzamento del competente giudice di merito (n.d.r., ove congruamente

motivato, sarà inoppugnabile avanti alla Suprema Corte).

1669. 2012 – Legge Regionale Veneto numero 23 del 29 giugno 2012. Norme

in materia di programmazione socio sanitaria e approvazione del Piano Socio-

Sanitario Regionale 2012-2016.

1670. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 6981 del 2012.

Anche il medico specializzando è tenuto a rispondere in prima persona di

eventuali errori che può commettere in corsia. L’avvertimento arriva dalla

Corte di Cassazione che chiarisce come la presenza in ospedale della

specializzando non è dovuta solo per la sua formazione professionale e che

pertanto se non si sente in grado di svolgere una determinata funzione può

decidere di astenersi. Con questa motivazione la Quarta Sezione Penale

(sentenza numero 6981/2012) ha convalidato una condanna a due mesi di

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reclusione inflitta ad una giovane dottoressa che per condotte colpose aveva

provocato lesioni personali gravissime ai danni di un bambino affetto da un

tumore agli stadi iniziali. In sostanza erano state effettuate delle indagini

improprie e prescritte cure inadeguate. Sono stati condannati sia la dottoressa

specializzanda che il medico con cui lavorava. Secondo la Corte sussiste quella

che viene denominata “colpa per assunzione”; come si è già in sentenza “il

medico specializzando non è presente nella struttura per la sola formazione

professionale, la sua non è una mera presenza passiva né lo specializzando può

essere considerato un mero esecutore di ordini del tutore anche se non gode di

piena autonomia”. Se lo specializzando, osserva ancora la Corte, “non è o non

si ritiene in grado di compiere le attività deve rifiutarne lo svolgimento perché

diversamente se ne assume le responsabilità”.

1671. 2012 – Accordo numero 149/Csr del 25 luglio 2012. Accordo, ai sensi

dell’articolo 4 del Decreto Legislativo numero 281 del 26 agosto 1997, tra il

Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul

documento concernente: “Linee Guida per l’accreditamento dei servizi

trasfusionali e delle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti”.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 107 del 9 maggio 2013.

1672. 2012 – DPR numero 137 del 7 agosto 2012. Regolamento recante

riforma degli ordinamenti professionali, a norma dell’articolo 3, comma 5, del

Decreto-Legge numero 138 del 13 agosto 2011 convertito, con modificazioni,

dalla Legge numero 148 del 14 settembre 2011. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 189 del 14 agosto 2012.

1673. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, sentenza

numero 22347/12 dell’8 agosto 2012. “… Rimane integro l’apprezzamento

complessivo sulla impossibilità di formulare con ragionevole certezza un

giudizio circa l’esistenza del nesso causale in considerazione della ubiquità dei

germi patogeni e sull’accertata impossibilità di ridurre il rischio di infezioni,

anche nel caso della adozione di tutte le necessarie misure preventive”.

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1674. 2012 – Il "principio di affidamento" non scagiona il capo di un'equipe

medica che, secondo la Cassazione, non può scaricare la colpa di errori

avvenuti in corsia sui propri colleghi. E' quanto emerge da una sentenza della

Quarta sezione penale della Corte (la n. 48226/2012) che ha convalidando una

condanna per lesioni colpose nei confronti di un medico specialista in

ginecologia che nel corso di un intervento aveva erroneamente asportato a

una paziente l'ovaio sinistro invece che l'ovaio destro. Il chirurgo, capo

dell'equipe, si era difeso spiegando che l'errore era stato determinato dai

medici che si erano in precedenza occupati del caso (anch'essi peraltro

condannati) e che lui si era basato sull'annotazione cartacea proveniente da

altro medico. Fonte: Responsabilità medica: il capo dell'equipe non può

scaricare sui colleghi la colpa degli errori in corsia (StudioCataldi.it)

1675. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile numero 33615 del 3

settembre 2012. Si configura il reato di concorso in omicidio colposo per il

primario che, presente in sala operatoria come chirurgo, non interviene

sull’errore dell’anestesista.

1676. 2012 – D.L. numero 158 del 13 settembre 2012. La limitazione della

responsabilità in caso di colpa lieve prevista dall’articolo 3 del D.L. numero

158 del 13 settembre 2012 (convertito in Legge numero 189 dell’8 novembre

2012), opera soltanto per le condotte professionali conformi alle Linee Guida

contenenti regole di perizia, ma non si estende agli errori diagnostici connotati

da negligenza o imperizia. Coordinato con la Legge di Conversione numero

189 dell’8 novembre 2012.

1677. 2012 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 35922 del

19 settembre 2012. L’adeguamento o il mancato adeguamento del medico alle

Linee Guida non esclude né determina di per se la colpa dello stesso. Tali

Linee Guida, infatti, contengono valide indicazioni generali riferibili al caso

astratto, ma è altrettanto evidente che il medico è sempre tenuto ad esercitare le

proprie scelte considerando le circostanze peculiari che caratterizzano il caso

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concreto e la specifica situazione del paziente, nel rispetto della volontà di

quest’ultimo, al di là delle regole previste nei protocolli medici. La verifica

circa il rispetto delle Linee Guida va, pertanto, sempre affiancata ad un’analisi

– svolta eventualmente attraverso perizia – della correttezza delle scelte

terapeutiche alla luce della concreta situazione in cui il medico si è trovato ad

intervenire. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

1678. 2012 – Determinazione AIFA del 20 settembre 2012. Adozione delle

Linee Guida CT-3 (giugno 2011) della C.E. di attuazione della Direttiva

2001/20/CE, delle Linee Guida ICH E2F (settembre 2011) i istituzione di una

banca dati nazionale relativa al monitoraggio della sicurezza dei medicinali in

sperimentazione clinica.

1679. 2012 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

16754 del 2 ottobre 2012. Va riconosciuto al neonato, soggetto di diritto,

giuridicamente capace, il diritto a chiedere il risarcimento conseguente alla sua

nascita malformata.

1680. 2012 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero 17143

del 9 ottobre 2012. Responsabilità civile. Professionisti. Attività medico-

chirurgica. Colpa del sanitario. Onere della prova. Ripartizione. Criteri.

Prova liberatoria gravante sul medico. Contenuto. Nei giudizi di

risarcimento del danno causato da attività medica, l’attore ha l’onere di

allegare e di provare l’esistenza del rapporto di cura, il danno e il nesso

causale, mentre ha l’onere di allegare (ma non di provare) la colpa del medico;

quest’ultimo, invece, ha l’onere di provare che l’eventuale insuccesso

dell’intervento, rispetto a quanto concordato o ragionevolmente attendibile, è

dipeso da causa a sé non imputabile. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio

Lex24. Responsabilità civile. Professionisti. Attività medico-chirurgica.

Diligenza esigibile dal sanitario. Contenuto. La diligenza esigibile dal

medico nell’adempimento della sua prestazione professionale, pur essendo

quella “rafforzata” di cui al secondo comma dell’articolo 1176 del Codice

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Civile, non è sempre la medesima, ma varia col variare del grado di

specializzazione di cui sia in possesso il medico, e del grado di efficienza della

struttura in cui si trova a operare. Pertanto dal medico di alta specializzazione

ed inserito in una struttura di eccellenza è esigibile una diligenza più elevata di

quella esigibile, dinanzi al medesimo caso clinico, da parte del medico con

minore specializzazione o inserito in una struttura meno avanzata. Cfr. Il Sole

24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

1681. 2012 – Decreto del Presidente della Regione Campania numero 135 del

10 ottobre 2012. Approvazione atto di indirizzo per l’adozione dell’Atto

Aziendale delle Aziende Sanitarie della Regione Campania.

1682. 2012 – Provvedimento del Garante della Privacy numero 311 del 25

ottobre 2012. Sperimentazione clinica su pazienti traumatizzati. Sì del Garante

al trattamento dei dati quando gli interessati non sono in grado di rilasciare il

consenso, ma occorrono specifiche garanzie. Il Garante ha autorizzato una

società farmaceutica statunitense ad utilizzare i dati personali dei pazienti per

effettuare una sperimentazione clinica su malati gravemente traumatizzati

anche qualora questi non siano temporaneamente in grado di prestare il loro

consenso. Il consenso potrà infatti essere richiesto a chi esercita legalmente la

potestà, ad un prossimo congiunto, ad un familiare, ad un convivente oppure,

in loro assenza, al responsabile della struttura ospedaliera. E’ comunque

previsto che il consenso alla prosecuzione dello studio venga richiesto

direttamente al paziente non appena le sue condizioni di salute lo consentano.

1683. 2012 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero 18484

del 26 ottobre 2012. Il danno non patrimoniale da lesione della salute deve

essere risarcito senza duplicazioni. Mediante la sentenza numero 18484 del 26

ottobre 2012 la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione torna a ribadire

che il danno non patrimoniale da lesione del diritto alla salute costituisce una

categoria ampia e omnicomprensiva, nella cui liquidazione il giudice deve

tenere di conto di tutti i pregiudizi concretamente patiti dalla vittima, ma senza

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duplicare il risarcimento attraverso l’attribuzione di nomi diversi a pregiudizi

identici. L’occasione per rafforzare tale insegnamento è data dalla proposizione

di ricorso per Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino

la quale, statuendo sull’impugnazione contro una pronuncia del Tribunale di

Casale Monferrato, riconosceva in favore del danneggiato il danno morale in

ragione del criterio della frazione del danno biologico che il primo giudice

aveva omesso di liquidare e rigettava la domanda di risarcimento del danno

esistenziale in quanto incluso nel danno non patrimoniale. In particolare, la

Suprema Corte si esprime in primo luogo in punto di danno morale, precisando

che tale voce di danno richiede necessariamente una liquidazione in via

equitativa che tenga conto, come correttamente ha fatto la Corte territoriale, dei

parametri rilevanti ai fini della sua determinazione, quali l’ammontare

dell’invalidità permanente e l’età del danneggiato. Secondo il recente

insegnamento delle Sezioni Unite 26972-5/2008, il danno morale non

costituisce un’autonoma categoria di danno, ma descrive semplicemente un

aspetto del danno non patrimoniale e, pertanto, non può essere liquidato

automaticamente in ogni ipotesi di lesione, dovendo invece essere oggetto di

autonomo accertamento. Tuttavia, secondo le Sezioni Unite, detta prova può

essere fornita per presunzioni, presumendo una sofferenza morale connessa al

dolore derivante dalle lesioni. E, d’altronde, è la stessa Suprema Corte che,

successivamente alla pronuncia delle Sezioni Unite sopra indicata, ha parlato di

“autonomia ontologica del danno morale”, autonomia che deve essere

considerata in relazione alla diversità del bene protetto, che attiene alla sfera

della dignità morale nonché ad un diritto inviolabile della persona ( Cassazione

numero 29191/2008; Cassazione numero 379/2009; Cassazione numero

557/2009 e Cassazione numero 11059/2009). Quanto al danno esistenziale, gli

Ermellini richiamano l’insegnamento delle Sezioni Unite numero 26972

dell’11 novembre 2008, secondo le quali esso non costituisce una categoria

autonoma di pregiudizio, ma rientra nell’ambito del danno non patrimoniale,

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costituendo un aspetto di quest’ultimo di cui il giudice deve tenere conto

nell’adeguare la liquidazione alla peculiarità del caso concreto.

Conseguentemente, come già affermato anche dalle Sezioni Unite numero

3677 del 2009, il danno esistenziale non può essere liquidato separatamente e

come voce autonoma esclusivamente per la sua differente denominazione,

essendo necessario a tal fine l’allegazione di elementi di fatto dai quali

desumere l’esistenza e l’entità di tale pregiudizio. (scritto da Giulia Profeti il

28 novembre 2012).

1684. 2012 – Legge numero 189 dell’8 novembre 2012. Conversione in Legge,

con modificazioni, del Decreto-Legge numero 158 del 13 settembre 2012,

recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un

più alto livello di tutela della salute. L’articolo 3 della Legge numero 189/2012

(a titolo “Responsabilità professionale dell’esercente le professioni sanitarie”)

ha operato una abolitio criminis parziale in tema di omicidio colposo

determinato da responsabilità medica. Ciò in quanto, sulla base della nuova

disciplina, assumono rilevanza penale esclusivamente le condotte connotate da

colpa grave, poste in essere nell’attuazione in concreto delle direttive

scientifiche, sancite dalle Linee Guida. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale

numero 263 del 10 novembre 2012, Supplemento Ordinario.

1685. 2012 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, numero 43459

dell’8 novembre 2012. Reato. Casualità (rapporto di). In genere. Colpa medica.

Responsabilità per omissione. Nesso di causalità. Criteri di individuazione. In

tema di responsabilità, ai fini dell’accertamento del nesso di causalità è

necessario individuare tutti gli elementi concernenti la causa dell’evento, in

quanto solo la conoscenza, sotto ogni profilo fattuale e scientifico, del

momento iniziale e della successiva evoluzione della malattia consente l’analisi

della condotta omissiva colposa addebitata al sanitario per effettuare il giudizio

contro-fattuale e verificare se, ipotizzandosi come realizzata la condotta

dovuta, l’evento lesivo sarebbe stato evitato al di là di ogni ragionevole dubbio.

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(In applicazione del principio di cui in massima la Suprema Corte ha censurato

la decisione con cui il giudice d’appello ha affermato, in ordine al reato di

lesioni personali gravi, la responsabilità dei medici – per non aver rimosso, nel

corso di un intervento chirurgico, una garza dall’addome del paziente –

omettendo di esaminare le doglianze degli appellanti relative all’assenza di

dette garze presso la struttura sanitaria in cui venne eseguito l’intervento, alle

specifiche patologie del paziente e all’eventualità che le stesse avessero

richiesto esami strumentali endoscopici cui ricollegare la presenza della garza).

Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

1686. 2012 – Sentenza del Tribunale di Varese Civile, Sezione I, numero 1406

del 26 novembre 2012. Responsabilità professionale dell’esercente una

professione sanitaria. Articolo 3 della Legge numero 189 dell’8 novembre

2012. Responsabilità del medico. Riferimento all’articolo 2043 del Codice

Civile. Adesione del legislatore al modello di responsabilità aquiliana. Sussiste.

L’articolo 3 della Legge numero 189/2012 – prevedendo che nei casi in cui il

medico non risponda penalmente, comunque sia tenuto all’obbligazione civile

del risarcimento, ai sensi dell’articolo 2043 del Codice Civile – suggerisce

l’adesione al modello di responsabilità civile medica come disegnato

anteriormente al 1999 in cui, come noto, in assenza di contratto, il paziente

poteva richiedere il danno iatrogeno esercitando l’azione aquiliana. Cfr. Il Sole

24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

1687. 2012 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 20984 del

27 novembre 2012. Anche se il paziente è un medico necessita sempre il

consenso informato. Il medico, per ogni atto diagnostico e terapeutico, è tenuto

ad assicurare il diritto all’autodeterminazione del malato, il quale sarà libero di

accettare o rifiutare la prestazione sanitaria. E’, dunque, evidente come la

qualità del paziente (nella fattispecie un radiologo) sia irrilevante al fine di

escludere il dovere all’acquisizione, mentre potrà incidere sulle modalità

dell’informazione, con l’adozione di un linguaggio che tenga conto del suo

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particolare stato soggettivo e che, nel caso di paziente-medico, potrà essere

parametrata alle sue conoscenze scientifiche in materia. Da tenere inoltre

presente che senza il consenso informato, l’intervento del medico è, al di fuori

dei casi di trattamento sanitario obbligatorio per legge o in cui ricorra uno stato

di necessità, sicuramente illecito, anche quando sia nell’interesse del paziente.

Nella sentenza sono stati, dunque, precisati i seguenti principi : 1) non può

esservi un consenso tacito per facta concludentia; 2) la qualità personale del

soggetto da informare (nella specie, medico) non fa venire meno l’obbligo di

informazione; 3) l’onere della prova con riguardo all’avvenuta illustrazione

delle possibili conseguenze dannose della terapia spetta al medico, una volta

dedotto dal paziente il relativo inadempimento.

1688. 2012 – Sentenza Tribunale di Latina, Sezione Lavoro, del 27 novembre

2012. Causa di demansionamento ex articolo 2103 Codice Civile.

1689. 2012 – Legge numero 190 del 6 dicembre 2012. Disposizioni per la

prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica

Amministrazione. Di grande rilevanza, nell’ordinamento giuridico italiano,

l’istituto del dipendente pubblico che segnala illeciti, ad opera dell’articolo 1,

comma 51, della Legge numero 190 del 6 dicembre 2012 nota anche come

Legge Anticorruzione. Tale istituto è noto nell’ordinamento statunitense come

“whistleblowing”, termine di derivazione anglosassone che richiama lo

strumento legale con la finalità di tutelare colui che denuncia un illecito di cui

è a conoscenza e che è stato commesso sul proprio luogo di lavoro. La norma è

stata inserita direttamente nel Decreto Legislativo numero 165 del 2001 (c.d.

Testo Unico del Pubblico Impiego) prevedendo il nuovo articolo 54 bis. La

disposizione prevede, in primo luogo, che “fuori dei casi di responsabilità a

titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi

dell’articolo 2043 del Codice Civile, il pubblico dipendente che denuncia

all’autorità giudiziaria o alla Corte dei Conti, ovvero riferisce al proprio

superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione

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del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad

una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di

lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia” (cfr.

co. 1).

1690. 2012 – Direttiva 2012/52/UE comportante misure destinate ad agevolare

il riconoscimento delle ricette mediche emesse in un altro Stato membro.

1691. 2012 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 48226 del

13 dicembre 2012. Trattamento chirurgico. Erronea asportazione ovaio.

Affidamento dello specialista nell’operato del collega addetto alla accettazione.

Dovere di controllo. Esclusione esonero responsabilità. Cartella clinica. Falso.

Una paziente sottopostasi a visita ginecologica presso uno studio medico

privato a distanza di una quindicina di giorni, secondo le indicazioni che lo

specialista le aveva dato, si è recata presso una casa di cura dove lo stesso

sanitario avrebbe dovuto eseguire, in laparoscopia, l’asportazione dell’ovaio

destro, affetto da una cisti. Il medico addetto alla accettazione aveva trascritto

sulla cartella che l’intervento avrebbe dovuto interessare l’ovaio sinistro: né il

chirurgo né il suo aiuto avevano effettuato alcuna verifica e in conclusione si

procedeva all’erronea asportazione dell’ovaio non interessato dalla patologia,

così procurando l’indebolimento permanente dell’organo preposto alla

procreazione. Il Tribunale ha emanato sentenza di condanna confermata in

Appello. Col ricorso per Cassazione gli imputati hanno ampiamente censurato

le procedure precedenti. In particolare lo specialista ha tra gli altri aspetti

osservato che l’asserto secondo il quale l’errore esecutivo si sarebbe evitato

ove i chirurghi avessero consultato anche durante l’intervento la

documentazione sanitaria supportante il trattamento terapeutico, trovava

smentita nel principio di affidamento e in quello della medicina dell’evidenza.

L’operatore, quanto al primo principio, non poteva non fidarsi dell’attività

svolta dai medici che in precedenza si erano occupati del caso e, quindi, nella

specie, dell’operato del medico che aveva raccolto i dati anamnestici e le

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indicazioni diagnostiche in sede di accettazione della paziente. Nel caso

specifico è stata negata rilevanza al principio dell’affidamento che non può

essere invocato a discolpa in spregio alla regola minima di prudenza e

diligenza essendo intervenuta l’asportazione chirurgica sulla base di una mera

annotazione cartacea, pur proveniente dal medico addetto all’accettazione,

senza far luogo in sede preparatoria all’agevole, rapido e sicuro riscontro

ecografico. La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi. (Avv. Ennio Grassini

– www.dirittosanitario.net).

1692. 2013 – Decreto Commissariale numero 1 del 7 gennaio 2013.

Approvazione Sistema di Tariffe per profili di cure domiciliari della Regione

Campania. Tabella numero 2. I fabbisogni assistenziali in relazione ai profili di

cura.

1693. 2013 – Determina AIFA numero 1/2013 del 7 gennaio 2013. Modalità di

gestione delle sperimentazioni cliniche dei medicinali a seguito del

trasferimento della funzione dell’Autorità Competente all’Agenzia Italiana del

Farmaco.

1694. 2013 – Sentenza del Consiglio di Stato numero 7/2013. Va risarcito il

danno per usura psicofisica al dipendente pubblico che per anni ha lavorato

anche di domenica senza fruire del riposo compensativo. Il Consiglio di Stato

ha affermato, con la sentenza 7/2013, che al dipendente va risarcito il danno

esistenziale se per anni ha lavorato anche di domenica, senza fruire del riposo

compensativo. Il Consiglio di Stato, nel chiarire che i dipendenti devono

provare, documenti alla mano, di non aver fruito del riposo compensativo per

esigenze aziendali, ha altresì precisato che non devono provare che la

mancanza del giorno di riposo abbia provocato loro un danno. E’ sufficiente

dimostrare di non aver fatto pause. L’amministrazione potrà fornire la prova

contraria sulle predette circostanze; se queste prove mancano, le dichiarazioni

del dipendente diventano incontestate e possono fondare la decisione del

giudice (articolo 115 del Codice di Procedura Civile). Due i tipi di danno

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riconosciuti: biologico ed esistenziale, sono i danni che derivano al dipendente

per aver lavorato 7 giorni su 7 (settimana piena). Il Consiglio ha altresì chiarito

due questioni: la prima attiene alla prova del danno da usura psicofisica del

lavoratore; la seconda riguarda il termine di prescrizione. Sulla prova il

Consiglio ha affermato che il dipendente pubblico che lamenti un danno per

aver lavorato sette giorni su sette deve allegare circostanze e documenti (buste

paga, statini, istanze e diffide alla pubblica amministrazione di appartenenza)

che dimostrino la mancata fruizione del riposo compensativo per esigenze

aziendali. Il Consiglio di Stato considera due tipi di danno: quello biologico

consistente in un’infermità cioè nella lesione dell’integrità psicofisica; quello

esistenziale consistente nell’alterazione di abitudini, relazioni e scelte di vita. Il

danno al dipendente per aver lavorato sette giorni su sette attiene alla sfera

esistenziale e il giudice lo desume con il meccanismo delle presunzioni

semplici, cioè immediatamente percepibili. Il giudice, dallo svolgimento di

mansioni che prevedono un elevato grado di diligenza, come quelle dei

macchinisti posti alla guida di treni, senza godere di riposi compensativi, in

modo sistematico nel corso di un decennio, desume il danno esistenziale

consistente in una situazione patologica di stress derivante dal mancato

recupero delle energie psicofisiche. Il diritto al riposo settimanale

compensativo è irrinunciabile in base all’articolo 36 della Costituzione,

consente al lavoratore di ricostituire le proprie energie psicofisiche e svolgere

attività espressione della propria personalità. La pronuncia chiarisce che il

dipendente può agire per il ristoro di tale danno entro dieci anni dalla più antica

festività non goduta, in quanto il danno deriva dall’inadempimento del

contratto di lavoro da parte della pubblica amministrazione. Fonte: M.T. Farina

e G. Saporito – Il Sole 24 Ore del 28 maggio 2013. Fonte: Danno esistenziale

per il lavoro nei giorni festivi senza interruzioni (www.StudioCataldi.it).

1695. 2013 – Sentenza del Tribunale di Foggia Civile, numero 38 del 10

gennaio 2013. Responsabilità medica. Condotta colposa del medico e

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conseguenze dannose sofferte dal paziente. Nesso causale. Esclusione.

Difettosa tenuta della cartella clinica. Inidoneità. Operatività del principio.

Limiti. La difettosa tenuta della cartella clinica del paziente non costituisce

circostanza idonea a escludere la sussistenza del nesso eziologico tra la

condotta colposa del medico e le conseguenze dannose sofferte dal paziente,

ove risulti provata la idoneità di una tale condotta a provocare il danno.

L’espresso principio, tuttavia, vale fino a quando in conseguenza della

lacunosa compilazione della cartella clinica sia impossibile accertare e valutare

altri ipotetici fattori causali alternativi, idonei a interrompere il nesso

eziologico, nella specie sussistenti e autonomamente valutati. Il pregiudizio

fisico occorso all’attrice in seguito all’infezione riscontrata sulla zona trattata

dall’intervento chirurgico, eseguito nel rispetto della scienza e delle regole in

materia, è stato, invero, imputato non all’operato dei medici, come da essa

dedotto, bensì a eventi riconducibili a una complicanza accidentale successiva

(infezione batterica) del tutto indipendente dalla condotta dei sanitari, per cui

nessun rilievo assume, ai fini della configurabilità di una responsabilità a loro

carico, la non completa compilazione della cartella clinica. Cfr. Il Sole 24 Ore.

Mass. Repertorio Lex24.

1696. 2013 – Legge numero 4 del 14 gennaio 2013. Disposizioni in materia di

professioni non organizzate. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 22 del

26 gennaio 2013.

1697. 2013 – Sentenza della Corte d’Appello di Taranto Penale, numero 1320

del 14 gennaio 2013. Lesioni personali colpose. Negligenza, imperizia,

inosservanza delle regole d’arte. Responsabilità del medico. Presupposti.

Nesso di causalità tra la condotta e l’evento. Risponde per il reato di lesioni

personali il sanitario, che per imperizia, imprudenza, negligenza e inosservanza

delle regole d’arte, avendo in cura una minore che in seguito a una caduta

riportava la frattura del capitello radiale sinistro con dislocazione del nucleo

del capitello, anziché procedere correttamente a una riduzione della frattura

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mediante manovra specifica, ometteva detta manovra, applicando direttamente

un apparecchio gessato per venti giorni, cagionando in tal modo un

prolungamento della malattia di 30 giorni a causa della sopravvenuta necessità

di esecuzione di un intervento chirurgico. Ai fini dell’affermazione della

responsabilità penale del medico è necessario valutare, ex post, il nesso causale

tra la condotta e l’evento, attraverso un criterio di probabilità logica, ovvero di

probabilità razionale, effettuando un giudizio contro fattuale. Ne deriva che la

colpa dell’agente può ritenersi sussistente solo nel caso in cui si accerti che

adottata la condotta medico-legale, omessa, e ritenuta doverosa secondo la

migliore scienza medica, l’evento lesivo quasi certamente non si sarebbe

verificato ovvero le conseguenze lesive o il protrarsi della malattia sarebbero

stati minori. Nel caso di specie, applicando detti principi, si ritiene che non

sussistano elementi probatori tali da poter affermare con probabilità logica e

razionale che nel caso in cui fosse stata effettuata correttamente la manovra, la

paziente avrebbe tempestivamente riacquistato la funzionalità dell’arto. Cfr. Il

Sole 24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

1698. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Penale numero 1856 del 15

gennaio 2013. Responsabilità di un medico competente per mancata

collaborazione nella valutazione dei rischi e negli altri adempimenti necessari.

Osserva il Tribunale che la prospettazione della difesa, secondo la quale, in

considerazione del fatto che l’obbligo di redigere il documento di valutazione

dei rischi ricade esclusivamente sul datore di lavoro ed il “medico competente”

non potrebbe ad esso surrogarsi nell’adempimento, così che la responsabilità

della mancata predisposizione del documento non potrebbe in nessun caso

essere fatta ricadere sul “medico competente”, non è condivisibile in quanto

allo stesso non è affatto richiesto l’adempimento di un obbligo altrui quanto,

piuttosto, lo svolgimento del proprio obbligo di collaborazione, espletabile

anche mediante l’esauriente sottoposizione al datore di lavoro dei rilievi e delle

proposte in materia di valutazione dei rischi che coinvolgono le sue

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competenze professionali in materia sanitaria. Viene così delimitato l’ambito

degli obblighi imposti dalla norma al “medico competente”, adempiuti i quali,

l’eventuale ulteriore inerzia del datore di lavoro resterebbe imputata a sua

esclusiva responsabilità penale. Afferma la sentenza che il medico aziendale è

un collaboratore necessario del datore di lavoro, dotato di professionalità

qualificata per coadiuvarlo nell’esercizio della sorveglianza sanitaria nei luoghi

di lavoro dove essa è obbligatoria, aggiungendo che la sorveglianza sanitaria,

pur costituendo un obbligo per il datore di lavoro per la tutela dell’integrità

psicofisica dei lavoratori, deve essere svolta attraverso la collaborazione

professionale del medico aziendale.

1699. 2013 – Corte di Cassazione, sentenza numero 1693 del 24 gennaio 2013.

“Il rifiuto, da parte del lavoratore subordinato, di svolgere la prestazione

lavorativa (ad esempio in caso di adibizione a mansioni inferiori) può essere

legittimo e quindi non giustificare il licenziamento in base al principio di

autotutela nel contratto a prestazioni corrispettive enunciato dall’articolo 1460

del Codice Civile, sempre che il rifiuto sia proporzionato all’illegittimo

comportamento del datore di lavoro e conforme a buona fede”. Questo il senso

della sentenza di rigetto del ricorso proposto da una società avverso la sentenza

con cui la Corte d’Appello, ritenendo illegittimo il licenziamento, aveva

ordinato la reintegra di un lavoratore licenziato per giusta causa per mancato

rispetto dell’orario di lavoro. Il lavoratore però è riuscito a dimostrare la

dequalificazione professionale, per cui l’azienda lo aveva costretto ad una

totale cessazione delle mansioni, cui erano seguite assegnazioni di compiti e

mansioni demansionanti e che lo impiegavano per così poco tempo al giorno

da far procedere l’azienda stessa al licenziamento. Sempre la Cassazione

precisa che “ uno stato di forzata inattività, imputabile al datore di lavoro, pur

senza legittimare un rifiuto del lavoratore di adempiere alla propria

prestazione, può tuttavia aver contribuito a determinare una situazione di

inadempimento del lavoratore e, dunque, ben può essere preso in

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considerazione per un ridimensionamento della gravità dell’adempimento

stesso”. Confermate anche le deduzioni della Corte di Appello che aveva

dichiarato: “il tempo trascorso fino alla contestazione fosse in contrasto con la

regola della buona fede e della correttezza nell’attuazione del rapporto di

lavoro. In particolare ha ritenuto che, trattandosi nella specie di più fatti tutti

autonomamente suscettibili di sanzione disciplinare (e, dunque, non di

comportamenti necessitanti di una valutazione unitaria in quanto convergenti a

comporre un’unica condotta), ha considerato che la mancanza di una

tempestiva contestazione delle singole infrazioni operasse quale fonte di una

presunzione che si trattasse di un comportamento tollerato”.

1700. 2013 – Sentenza numero 268/2013. Corte Suprema di Cassazione.

Sezione IV Penale. Notizia di decisione numero 2/20/3. Udienza Pubblica del

29 gennaio 2013. R.G.N. 41016/2012. Questione esaminata: se l’articolo 3

della Legge 8 novembre 2012, numero 189 abbia determinato la parziale

abrogazione della fattispecie colpose commesse dagli esercenti le professioni

sanitarie. Soluzione adottata: affermativa. Si è affermato il principio che la

nuova normativa ha parzialmente decriminalizzato le fattispecie colpose in

questione; con conseguente applicazione dell’articolo 2 C.P. L’innovazione

esclude la rilevanza penale delle condotte connotate da colpa lieve, che si

collochino all’interno dell’area segnata da Linee Guida e da virtuose pratiche

mediche, purché esse siano accreditate dalla comunità scientifica. In

applicazione dell’indicato principio è stata annullata con rinvio la condanna per

omicidio colposo nei confronti di chirurgo che, nell’esecuzione di intervento di

ernia discale recidivante, aveva leso vasi sanguigni con conseguente emorragia

letale. Al giudice di merito è stato chiesto di riesaminare il caso per

determinare se esistano Linee Giuda o pratiche mediche accreditate afferenti

all’esecuzione dell’atto chirurgico in questione; se l’intervento eseguito si sia

mosso entro i confini segnati da tali direttive e, nell’affermativa, se

nell’esecuzione dell’atto chirurgico vi sia stata colpa lieve o grave. Riferimenti

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normativi: articolo 43 Codice Penale; articolo 3 della Legge 8 novembre 2012,

numero 189.

1701. 2013 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 16237 del 29 gennaio

2013, sezione IV. “Le Linee Guida (….) non indicano una analitica, automatica

successione di adempimenti ma propongono solo direttive generali, istruzioni

di massima, orientamenti. Esse, dunque, vanno in concreto applicate senza

automatismi, ma rapportandole alle peculiari specificità di ciascun caso

clinico.”

1702. 2013 – Sentenza Consiglio di Stato, Sez. III, numero 550 del 29 gennaio

2013. Strutture sanitarie private e tutela della concorrenza. Il Consiglio di Stato

fornisce nella decisione in esame una lettura dell’articolo 8-ter del D. LGS.

numero 502 del 30 dicembre 1992 (Riordino della disciplina della materia

sanitaria, a norma della Legge numero 421 del 23 ottobre 1992) compatibile

con il quadro costituzionale ed, in particolare, rispettosa degli articoli 32 e 41

della Costituzione. Infatti, pur rilevando che la disposizione in questione

subordina il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione di strutture per

l’esercizio di attività socio sanitarie alla verifica di compatibilità della Regione,

effettuata in rapporto al fabbisogno complessivo e alla localizzazione

territoriale delle strutture presenti in ambito regionale, precisa che la stessa si

applica non solo alle strutture accreditate ma anche a quelle private che non

operano in regime di accreditamento. Con riferimento a queste ultime, quindi,

una lettura del quadro normativo compatibile con gli articoli 32 e 41 della

legge fondamentale impone che il peculiare regime autorizzatorio non si

risolva in una limitazione delle prerogative dei soggetti che intendano fornire

sul territorio prestazioni sanitarie ed assistenziali senza gravare sulla spesa

pubblica e con corrispettivi a carico esclusivamente degli utenti. In

quest’ottica, quindi, le politiche di contenimento della spesa sanitaria non

possono risolversi in una posizione di privilegio per gli operatori del settore già

presenti sul mercato, che possono incrementare la loro offerta a discapito dei

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nuovi entranti, a maggior ragione quando questi intendano operare non in

regime di accreditamento e, quindi, senza gravare sull’erario. Il Consiglio di

Stato non ha, pertanto, ritenuto validamente ostative le ragioni addotte dal

commissario ad acta per negare le autorizzazioni richieste, tanto più che la

verifica dell’attualità del fabbisogno di assistenza in ambito regionale era

notevolmente risalente nel tempo. Da segnalare, infine, che il Collegio, in

piena coerenza logica col principio ispiratore della decisione – vale a dire la

circostanza che l’appellante abbia chiesto esclusivamente la pura e semplice

autorizzazione, la quale di per sé non implica un aggravio della spesa sanitaria

pubblica – ha statuito che, per effetto dell’acquisita autorizzazione,

l’interessato non vanta, comunque, alcun titolo o aspettativa a partecipare alla

ripartizione del budget del servizio sanitario pubblico, restando, quindi,

impregiudicata la discrezionalità amministrativa inerente alla programmazione

della spesa pubblica sanitaria, incluse le valutazioni riferite al fabbisogno del

territorio.

1703. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 2253 del

31 gennaio 2013. Chirurgia senza consenso: lesa la dignità della persona. Il

diritto al consenso informato del paziente è un diritto irretrattabile della

persona e che, al fine di escluderlo, non assume alcuna rilevanza il fatto che

l’intervento sia stato effettuato in modo tecnicamente corretto, per la semplice

ragione che, a causa del totale deficit di informazione, il paziente non è stato

posto in condizione di assentire al trattamento, di talchè si è consumata, nei

suoi confronti, comunque, una lesione di quella dignità che connota l’esistenza

umana nei momenti cruciali della sofferenza fisica e/o psichica. (Avv. Ennio

Grassini).

1704. 2013 – Sentenza del Consiglio di Stato, Sez. III, numero 697 del 6

febbraio 2013. Strutture sanitarie equiparate a quelle pubbliche e ripiano del

disavanzo. La sentenza affronta la vexata quaestio relativa agli effetti

dell’equiparazione alle strutture sanitarie pubbliche degli ospedali facenti capo

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ad un ente ecclesiastico, con specifico riferimento al profilo del ripiano del

disavanzo. Il Collegio, dopo aver operato una ricostruzione del quadro

normativo e giurisprudenziale sugli effetti dell’equiparazione, precisa che, se è

vero che l’equiparazione mantiene tuttora una valenza ai fini dell’inserimento

degli ospedali degli enti ecclesiastici nell’ambito della programmazione

sanitaria regionale – definito da provvedimenti di assegnazione di risorse per

gli investimenti, di determinazione dei tetti per le prestazioni e delle tariffe di

remunerazione, rispetto ai quali l’operatore può tutelarsi mediante azioni

impugnatorie, oltre che nel riconoscimento delle medesime tariffe – ciò non

può implicare anche l’esistenza di un diritto ripianamento dei disavanzi come

tali. Alla luce del quadro normativo vigente, infatti, non è configurabile

secondo il Collegio un siffatto obbligo neppure nei confronti delle aziende

ospedaliere pubbliche, posto che nei confronti di queste ultime la decisione

della Regione di procedere al ripiano delle perdite non si atteggia come

riconoscimento di maggiori oneri rispetto a quelli programmati, bensì come

ristoro del capitale netto, a seguito di perdite d’esercizio (rifinanziamento del

capitale sociale). Tali conclusioni, peraltro, sono ulteriormente avvalorate dalla

considerazione che l’imposizione di vincoli finanziari alla spesa pubblica nel

settore sanitario non solo è conforme alla Carta Costituzionale ma, anzi,

rappresenta la premessa indispensabile per la stessa sopravvivenza di un

servizio sanitario in grado di assicurare a tutti i livelli essenziali delle

prestazioni assistenziali. In quest’ottica, quindi, il Collegio ha ritenuto

l’impossibilità di configurare in capo all’ente titolare di una struttura sanitaria

equiparata una pretesa al ripiano del disavanzo da parte della Regione. Ciò in

quanto la decisione di ripianare, in tutto o in parte, i disavanzi nei confronti di

soggetti diversi da quelli pubblici, costituisce oggetto di una scelta della

Regione che ha un’evidente valenza politico-amministrativa poiché incide

direttamente sulle possibili destinazioni alternative delle insufficienti risorse

disponibili e si riverbera sull’assetto complessivo del sistema sanitario.

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1705. 2013 – Decreto Ministeriale numero 34 dell’8 febbraio 2013.

Regolamento in materia di società per l’esercizio di attività professionali

regolamentate nel sistema ordinistico, ai sensi dell’articolo 10, comma 10,

della Legge numero 183 del 12 novembre 2011. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 81 del 6 aprile 2013.

1706. 2013 – Decreto Ministeriale dell’8 febbraio 2013. Criteri per la

composizione e il funzionamento dei comitati etici. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 96 del 24 aprile 2013.

1707. 2013 – Raccomandazione Ministero della Salute numero 15 del febbraio

2013. L’errata attribuzione del codice triage può determinare evento sentinella

che richiede la messa in atto di misure di prevenzione e protezione. Il triage,

secondo quanto riportato nell’Atto di Intesa Stato Regioni del 17 maggio 1996,

è “il primo momento di accoglienza e valutazione di pazienti in base a criteri

definiti che consentano di stabilire la priorità di intervento”. I pazienti a cui è

stato assegnato, da parte del personale addetto all’attività di triage, un codice di

priorità di accesso sottostimato rispetto alla condizione clinica e al rischio

evolutivo, possono andare incontro a morte o subire un danno severo a causa

del mancato o ritardato intervento medico ovvero dell’invio del paziente ad un

percorso diagnostico-terapeutico inappropriato. La presente Raccomandazione

vuole incoraggiare l’adozione di appropriate misure organizzative, formative e

assistenziali per prevenire l’insorgenza di eventi avversi o minimizzare gli

effetti conseguenti a una non corretta identificazione del grado di criticità e

complessità dell’evento segnalato alla Centrale Operativa 118 e ad una non

corretta attribuzione del codice triage da parte dell’équipe di soccorso 118 e/o

in Pronto Soccorso.

1708. 2013 – Sentenza del Tribunale di Arezzo Civile, numero 196 del 15

febbraio 2013. Sanità. Responsabilità civile da colpa medica. Articolo 3,

comma 1°, Legge 189/2012 (di conversione del D.L. numero 158/2012,

cosiddetto “Balduzzi”). Natura di esimente penale. Disciplina responsabilità

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civile. Irrilevanza. Responsabilità contrattuale da ritardo diagnostico. Minime

percentuali di successo di tempestiva diagnosi. Assenza nesso di causa.

Reiezione della domanda. L’articolo e, comma 1° del D.L. numero 158/2012,

convertito dalla Legge 189/2012, cosiddetto “decreto Balduzzi” non impone

alcun ripensamento dell’attuale inquadramento contrattuale della responsabilità

sanitaria, ma si limita (nel primo periodo) a determinare un’esimente in ambito

penale (i cui contorni risultano ancora tutti da definire), facendo salvo (nel

secondo periodo) l’obbligo risarcitorio e sottolineando (nel terzo periodo) la

rilevanza delle Linee Guida e delle buone pratiche nel concreto accertamento

della responsabilità (con portata sostanzialmente ricognitiva degli attuali

orientamenti giurisprudenziali). Ritenuto, pertanto, che anche nel caso in

esame (concernente un’ipotesi di responsabilità della USL per il pregiudizio

che si assume conseguito a condotta colposa dei sanitari dell’ospedale per

ritardo diagnostico) debbano applicarsi i criteri propri della responsabilità

contrattuale (cfr. Cassazione, Sezioni Unite, 577/2008), va disattesa la

domanda attorea in quanto, pur accertata l’esistenza di un ritardo colposo nella

diagnosi, è stato escluso in sede di CTU che in caso di diagnosi tempestiva si

sarebbe potuta evitare la conseguenza di danno. Apparendo, dunque, di gran

lunga “più probabile che non” l’ininfluenza del ritardo diagnostico, non appare

possibile stabilire un nesso causale apprezzabile fra tale ritardo e patologia

riscontrata e deve dunque escludersi la sussistenza del nesso causale fra la

condotta omissiva dei sanitari e il pregiudizio sofferto dal neonato. Cfr. Il Sole

24 ore. Guida al Diritto, 2013, 17, pag. 17, annotata da F. Martini.

1709. 2013 – Decreto del Presidente della Regione Campania numero 18 del

18 febbraio 2013. Approvazione atto di indirizzo per l’adozione dell’Atto

Aziendale delle Aziende Sanitarie della Regione Campania.

1710. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero 4030

del 19 febbraio 2013. Sanità. Responsabilità civile da colpa medica. Articolo 3,

comma 1°, Legge 189/2012 (di conversione del D.L. 158/2012, cosiddetto

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Balduzzi). Natura di esimente penale. Disciplina responsabilità civile.

Irrilevanza. Il D.L. numero 158, articolo 3, comma 1°, del 13 settembre 2012,

convertito dalla Legge numero 189 dell’8 novembre 2012 esclude la

responsabilità medica in sede penale, se l’esercente dell’attività sanitaria si

attiene a Linee Guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica.

La stessa norma prevede che in tali casi, la esimente penale non elide l’illecito

civile e che resta fermo l’obbligo di cui all’articolo 2043 del Codice Civile, che

è clausola generale del neminem laedere, sia nel diritto positivo, sia con

riguardo ai diritti umani inviolabili quale è la salute. La novella contenuta nella

Legge numero 189 del 2012 dunque si limita a indicare una particolare

evoluzione del diritto penale vivente, col fine di agevolare l’utile esercizio

dell’arte medica, evitando il pericolo di pretestuose azioni penali, senza

modificare tuttavia la materia della responsabilità civile che segue le sue regole

consolidate, non solo per la responsabilità aquiliana del medico, ma anche per

la cosiddetta “responsabilità contrattuale” del medico e della struttura sanitaria,

da contatto sociale. Cfr. Il Sole 24 Ore. Guida al Diritto, 2013, 17, pag.25,

annotata da F. Martini.

1711. 2013 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 9170

del 26 febbraio 2013. Il rapporto di casualità tra omissione ed evento deve

essere verificato alla stregua di un giudizio di alta probabilità logica, sicchè

esso è configurabile solo se si accerti che, ipotizzandosi come avvenuta

l’azione che sarebbe stata doverosa ed esclusa l’interferenza di decorsi causali

alternativi, l’evento, con un elevato grado di credibilità razionale, che poggi su

un compendio fattuale idoneo, adeguatamente esposto dal decidente, non

avrebbe avuto luogo ovvero avrebbe avuto luogo in epoca significativamente

posteriore o con minore intensità lesiva. Con sentenza emessa il 10 aprile 2008

il Tribunale di Messina aveva assolto due infermieri dal reato di omicidio

colposo commesso in danno di un paziente che era stato ricoverato in stato di

ubriachezza e in preda ad una presunta crisi asmatica. Più precisamente, il

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paziente era stato posto su un letto dal quale era caduto una prima volta; a

seguito di ciò gli imputati lo avevano nuovamente posto a letto ed avevano

collocato da un solo lato del medesimo una sponda metallica di contenimento

e, in assenza di altra sponda, avevano accostato l’altro lato del letto al muro,

ponendo dei cuscini tra questo e il corpo del paziente. Ciò nonostante, questi si

era nuovamente mosso in modo da spostare il letto ed era caduto ancora a terra

battendo sul pavimento e a seguito delle lesioni riportate negli impatti al suolo

era deceduto. Il Tribunale aveva pronunciato l’assoluzione degli imputati

ritenendo che avevano adottato tutte le cautele nelle loro possibilità e che

l’evento era stato inevitabile, posto che non poteva affermarsi che

l’apposizione delle sponde su entrambi i lati sarebbe valsa ad impedire la

seconda caduta. La Corte di Appello di Messina, in parziale riforma della

pronuncia di primo grado, condannava i due infermieri. Ad avviso del Giudice

di secondo grado agli imputati doveva ascriversi di non aver adottato ogni

opportuna cautela per evitare ulteriori cadute dopo la prima. Ricorrevano per

Cassazione gli imputati deducendo, tra gli altri motivi, mancanza della prova

del nesso causale tra la condotta degli infermieri e l’evento morte che aveva

colpito il paziente.

1712. 2013 – Sentenza del Consiglio di Stato, Sez. III, numero 1195 del 27

febbraio 2013. Affidamento senza gara del servizio di trasporto sanitario. La

sentenza si occupa della legittimità, sul piano del diritto dell’Unione Europea,

dell’articolo 75-ter della Legge della Regione Liguria numero 41 del 2006, per

come novellata dalla Legge Regionale numero 57 del 2009 e, in più generale,

di una normativa che stabilisce che il trasporto sanitario sia affidato,

prioritariamente e senza gara alcuna, alle associazioni di volontariato ed alla

Croce Rossa Italiana. Tale vizio di legittimità è stato dedotto assumendo come

parametro i principi del Trattato (libertà di stabilimento e di prestazione dei

servizi; parità di trattamento e divieto di discriminazione) e riguarda

principalmente la priorità accordata alla scelta diretta, in luogo della gara

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pubblica, ai fini dell’affidamento del servizio del trasporto sanitario; e solo in

via secondaria la natura, nel caso di specie, delle “convenzioni” sottoscritte con

le associazioni di volontariato e con la Croce Rossa e dunque la qualificazione

o meno in termini di semplice rimborso spese dei pagamenti ivi previsti. Il Tar

aveva ritenuto che, al di là dell’apparente richiamo ad un semplice rimborso

spese, l’accordo quadro in questione prevedesse, specie tra le pieghe delle

numerose spese indirette e di gestione, un ristoro ben più ampio e che quindi il

contratto fosse (da qualificarsi come) oneroso e che tale circostanza fosse

dirimente ai fini dell’accoglimento del ricorso. Il Consiglio di Stato, ritenendo

fondamentale e pregiudiziale il nodo problematico relativo alla compatibilità

con i principi del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea dell’articolo

75-ter della normativa regionale applicata nel caso di specie nella parte in cui

privilegia una soluzione organizzativa che favorisce solo la Croce Rossa e le

organizzazioni di volontariato, in luogo di una procedura ad evidenza pubblica

aperta a tutti gli operatori del settore, ha optato per il rinvio pregiudiziale alla

Corte di Giustizia UE, formulando altresì nella decisione il proprio punto di

vista in merito. In particolare, il Collegio ha optato per una accezione ampia di

operatore economico, ricomprendendo nella stessa anche quei soggetti, quali le

associazioni di volontariato, che pur non perseguendo fini di lucro, esercitano

attività economiche in concorrenza con altri operatori. Ciò, quindi, rende

dubbia la tenuta di quelle disposizioni di favore che autorizzano la stipula di

convenzioni dirette con le amministrazioni pubbliche, al di fuori di un

confronto concorrenziale con gli altri operatori del settore. In questa

prospettiva, quindi, il Collegio ha elaborato il quesito nei termini dianzi

accennati, esprimendo anche il punto di vista che l’interpretazione consolidata

degli articoli 49, 56, 105 e 106 del TFUE osti ad una norma interna che, in via

prioritaria, preveda l’affidamento del servizio del trasporto sanitario solamente

a beneficio di taluni soggetti. In via gradata la III Sezione ha statuito che, ove

la prima questione pregiudiziale fosse risolta nel senso di affermare la

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compatibilità con il diritto europeo della normativa dianzi citata, la priorità

dell’affidamento diretto sarebbe comunque subordinata alla non onerosità del

servizio di trasporto sanitario e, quindi, all’accertamento che gli importi erogati

dall’amministrazione comprano il solo rimborso delle spese. In particolare, il

Collegio ha rilevato una ulteriore questione controversa relativa alla onerosità

o meno di una convenzione che preveda non il mero rimborso del costo diretto

del servizio ma anche il pagamento in favore dell’affidatario di somme

corrispondenti ai costi fissi e durevoli dello stesso. Con riferimento a questo

secondo quesito, poi, il Consiglio di Stato ha espresso il punto di vista che il

diritto europeo degli appalti osti ad una normativa nazionale che permetta

l’affidamento diretto del servizio di trasporto sanitario, laddove il relativo

accordo quadro abbia carattere oneroso perché in esso è previsto il rimborso di

costi fissi e durevoli nel tempo, propri dell’organizzazione di un’attività

imprenditoriale.

1713. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 16260 del

6 marzo 2013 – 10 aprile 2013. Omicidio colposo e Responsabilità degli

Infermieri (articolo 589 Codice Penale). Risponde di omicidio colposo

l’Infermiere che, pur a conoscenza delle generali cattive condizioni

manutentive dell’ospedale, omette di osservare i doveri di attenzione

nell’adempiere al compito di trasporto di una paziente, causandone la caduta e

successivamente il decesso. Pres. Brusco, Rel. Esposito, P.M. Conf.

1714. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 11493

dell’11 marzo 2013. Responsabilità medica. Decesso. Negligenza. Imprudenza.

Colpa. Linee Giuda. Novum normativo ex Legge 189/2012. Rilevanza. Limiti

(C.P., articolo 43; Legge numero 189 dell’8 novembre 2012). In tema di

responsabilità medica, la limitazione della responsabilità in caso di colpa lieve

prevista dall’articolo 3 del D.L. numero 158 del 13 settembre 2012 (convertito

in Legge numero 189 dell’8 novembre 2012), opera soltanto per le condotte

professionali conformi alle Linee Guida contenenti regole di perizia, ma non si

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estende agli errori diagnostici connotati da negligenza o imperizia. (Fattispecie

nella quale, in relazione al decesso del feto provocato dal ginecologo per la

mancata esecuzione di un intervento di parto cesareo, la Suprema Corte ha

ritenuto irrilevanti le Linee Guida amministrative contenenti i criteri di scelta

tra parto naturale e taglio cesareo ma riguardanti il solo profilo della perizia).

Fonte: CED Cassazione. Riferimenti normativi: articoli 43 e 589 Codice

Penale. Massimario.it – 22/2013. Cfr. nota su Altalex Esami e Concorsi –

Schede di Giurisprudenza.

1715. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sezione III, numero 6093 del

12 marzo 2013. Responsabilità medica. Danni causati per negligenza o

imprudenza. Diagnosi. Difficoltà. Limitazione di responsabilità.

Esclusione. La limitazione di responsabilità professionale del medico-chirurgo

ai soli casi di dolo o colpa grave, ai sensi dell’articolo 2236 del Codice Civile,

attiene esclusivamente alla perizia, per la soluzione di problemi tecnici di

particolare difficoltà, con esclusione dell’imprudenza e della negligenza.

Infatti, anche nei casi di speciale difficoltà, tale limitazione non sussiste con

riferimento ai danni causati per negligenza o imprudenza, dei quali il medico

risponde in ogni caso. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

Responsabilità medica. Primario. Situazioni cliniche degenti. Il primario ha

la responsabilità dei malati della divisione (per i quali ha l’obbligo di definire i

criteri diagnostici e terapeutici, che gli aiuti e gli assistenti devono seguire),

deve avere puntuale conoscenza delle situazioni cliniche che riguardano tutti i

degenti, a prescindere dalle modalità di acquisizione di tale conoscenza (con

visita diretta o interpello degli altri operatori sanitari) ed è, perciò, obbligato ad

assumere informazioni precise sulle iniziative intraprese dagli altri medici cui

il paziente sia stato affidato, indipendentemente dalla responsabilità degli

stessi, e ciò al fine di vigilare sulla esatta impostazione ed esecuzione delle

terapie, di prevenire errori e di adottare tempestivamente i provvedimenti

richiesti da eventuali emergenze. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

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1716. 2013 – Proposta di Legge numero 141 del 15 marzo 2013. Disposizioni

concernenti la realizzazione di reparti di terapia intensiva aperta.

1717. 2013 – da www.overlex.com – Pubblicato dalla dott.ssa Silvia Di Iorio –

15 marzo 2013 – Colpa professionale degli esercenti la professione

sanitaria con particolare attenzione alla posizione del medico

specializzando. In tema di colpa professionale medica, la responsabilità del

medico non può che configurarsi nel quadro della colpa grave richiamata

dall’art. 2226 c.c., la quale si riscontra nell’errore inescusabile il quale trova la

propria origine o nella mancata applicazione delle cognizioni generali e

fondamentali attinenti alla professione medica, o nel difetto di quel minimo di

abilità e perizia tecnica nell’uso dei mezzi manuali o strumentali che il medico

deve essere sicuro di sapere adottare correttamente o, infine, nella mancanza di

prudenza o diligenza che non devono mai difettare in chi esercita la

professione medica. Pertanto dovendo la colpa professionale del medico essere

valutata dal giudice con larghezza di vedute e comprensione, l’esclusione della

stessa trova il suo limite nella condotta del professionista incompatibile con

quel minimo di cultura ed esperienza che deve legittimamente pretendersi in

colui che sia abilitato all’esercizio della professione medica. (Cass. Pen., Sez.

IV, 87/4515). In particolare è necessario sottolineare che in tema di colpa le

norme penali non operano alcuna distinzione quantificatoria, vale a dire che

non viene effettuato alcun distinguo tra colpa grave, colpa meno grave e

colpa lieve a differenza di quanto avviene in sede civile per la colpa

professionale ex art. 2226 c.c. Dunque l’esistenza dell’elemento psicologico in

sede penale può e anzi deve essere liberamente valutata dal giudice, ma una

volta accertato che il giudice l’abbia ritenuto esistente, il maggiore o minore

grado di essa può avere rilievo solo ai fini e nell’ambito della disciplina penale

e mai quindi con efficacia discriminante. La colpa del medico, che è una delle

cosiddette colpe speciali o professionali proprie delle attività giuridicamente

autorizzate perché socialmente utili anche se rischiose per loro natura, ha come

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caratteristica l’inosservanza di regole di condotta, le leges artis, che hanno per

fine la prevenzione del rischio non consentito, vale a dire dell’aumento del

rischio. La prevedibilità consiste nella possibilità di prevedere l’evento che

conseguirebbe al rischio non consentito e necessita di essere commisurata al

parametro del modello dell’agente, dell’homo eiusdem professionis et

condicionis, arricchito dalle eventuali maggiori conoscenze dell’agente. Segue:

Il caso del medico specializzando. In tema di colpa professionale il medico

specializzando è titolare di una posizione di garanzia in relazione alle attività

personalmente compiute, nell’osservanza delle direttive e sotto il controllo del

medico tutore che deve verificarne i risultati, fermo restando che la sua

responsabilità dovrà in concreto essere valutata in rapporto anche allo stadio

nel quale si trovava il suo iter formativo. In tale particolare situazione la

Suprema Corte ha recentemente precisato che il medico specializzando deve

rifiutare i compiti che ritiene di non essere in grado di compiere, poiché in caso

contrario se ne assumerà la responsabilità a titolo di cosiddetta colpa per

assunzione. (Cass. Pen. Sez. IV, 08/32424; 10/6215). In effetti il concreto e

personale espletamento di attività operatoria da parte dello specializzando

comporta pur sempre l’assunzione diretta anche da parte sua di una posizione

di garanzia nei confronti del paziente, condivisa con quella che fa capo a chi le

direttive le impartisce, sicché anche su di lui incombe l’obbligo della

osservanza delle leges artis, che hanno per fine la prevenzione del rischio non

consentito ovvero dell’aumento del rischio, con la conseguenza che non lo

esime da responsabilità la passiva acquiescenza alla direttiva data ove non si

appalesi appropriata, avendo egli al contrario l’obbligo di astenersi dal

direttamente operare. (Cass. Pen., sez. IV, 99/13389). Da ultimo vi è da

considerare un ulteriore aspetto posto in luce dalla recente giurisprudenza, in

base alla quale risponde del reato commesso dal medico specializzando,

materiale esecutore dell’intervento chirurgico, anche il primario, cui lo

specializzando è affidato, il quale, allontanandosi durante l’operazione, viene

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meno all’obbligo di diretta partecipazione agli atti medici posti in essere dal

sanitario affidatogli. (Cass. Pen., sez. IV, 07/21594).

1718. 2013 – Decreto Ministeriale del 19 marzo 2013. Indice nazionale degli

indirizzi di posta elettronica certificata delle imprese e dei professionisti (Ini-

Pec). Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 83 del 9 aprile 2013.

1719. 2013 – Decreto Ministeriale del 26 marzo 2013. Contributo alle spese

dovuto dai soggetti pubblici e privati e dalle società scientifiche che chiedono

il loro accreditamento per lo svolgimento di attività di formazione continua

ovvero l’accreditamento di specifiche attività formative promosse o

organizzate dagli stessi ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi. Pubblicato

nella Gazzetta Ufficiale numero 185 dell’8 agosto 2013.

1720. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 16237 del

9 aprile 2013. Pres. Brusco, est. Blaiotta. Responsabilità medica. Colpa grave.

Omicidio colposo. Direttive scientifiche. Articolo 3 della Legge numero 189

dell’8 novembre 2012. Depenalizzazione parziale degli articoli 589 e 590 del

C.P. Le Linee Guida, per avere rilevanza nell’accertamento della responsabilità

del medico, devono indicare standard diagnostico-terapeutici conformi alle

regole dettate dalla migliore scienza medica a garanzia della salute del paziente

e non devono essere ispirate ad esclusive logiche di economicità della gestione,

sotto il profilo del contenimento delle spese, in contrasto con le esigenze di

cura del paziente. Solo nel caso di Linee Guida conformi alle regole della

migliore scienza medica sarà poi possibile utilizzarle come parametro per

l’accertamento dei profili di colpa ravvisabili nella condotta del medico ed

attraverso le indicazioni dalle stesse fornite sarà possibile per il giudicante –

anche, se necessario, attraverso l’ausilio di consulenze rivolte a verificare

eventuali particolarità specifiche del caso concreto, che avrebbero potuto

imporre o consigliare un percorso diagnostico-terapeutico alternativo –

individuare eventuali condotte censurabili. Da ultimo l’articolo 3 della Legge

numero 189/2012 ha operato una abolitio criminis parziale in tema di omicidio

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colposo determinato da responsabilità medica. Ciò in quanto, sulla base della

nuova disciplina, assumono rilevanza penale esclusivamente le condotte

connotate da colpa grave, poste in essere nell’attuazione in concreto delle

direttive scientifiche, sancite dalle Linee Guida. Fonte: Massimario.it –

22/2013. Cfr. nota di Elena Salemi e nota su Altalex Esami e Concorsi –

Schede di Giurisprudenza. Ancora: In tema di responsabilità medica, la nuova

normativa introdotta dall’articolo 3 della Legge numero 169 dell’8 novembre

2012, secondo cui “l’esercente la professione sanitaria che nello svolgimento

della propria attività si attiene a Linee Guida e buone pratiche accreditate dalla

comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve”, ha comportato,

sulla base dell’applicazione dell’articolo 2 codice penale, la parziale

abrogazione delle fattispecie colpose commesse dagli esercenti le professioni

sanitarie ed, in particolare, di quella di cui all’articolo 589 codice penale. Ne

consegue che l’innovazione esclude la rilevanza penale delle condotte

connotate da colpa lieve, che si collochino all’interno dell’area segnata da

Linee Guida o da virtuose pratiche mediche, purchè esse siano accreditate dalla

comunità scientifica. Cfr. Ced, Cassazione, 2013.

1721. 2013 – Sentenza del Tribunale di Bologna Civile, Sezione III, numero

1169 del 16 aprile 2013. Risarcimento danni per responsabilità medica.

Omissione o errore diagnostico. Responsabilità del medico. Configurabilità

non automatica. Condotta imperita, imprudente o negligente. Decesso del

paziente. Diritto degli eredi al risarcimento del danno. Nesso causale tra

condotta omissiva ed evento di danno. Accertamento imprescindibile. La

responsabilità del medico, in ipotesi di omissione o errore diagnostico, non è

automatica, con la conseguenza che, in ipotesi di decesso del paziente a seguito

di eventi ascrivibili ad una condotta imperita, imprudente o negligente del

medico, a causa di omissioni di adeguate cure e prescrizioni di esami, non può

ritenersi configurabile in via automatica il diritto degli eredi al risarcimento del

danno, occorrendo, in ogni caso, verificare se determinati esami non prescritti

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fossero effettivamente necessari o se una tempestiva diagnosi avrebbe potuto

salvare il paziente. Nella dedotta circostanza, pertanto, si rivela necessario

l’accertamento del nesso causale tra una condotta omissiva e l’evento di danno,

in relazione al quale l’inadempimento rilevante secondo il criterio del “più

probabile che non” è solo quello che costituisce la causa o la concausa

efficiente del danno. Consegue a quanto innanzi che gli eredi del paziente

deceduto, ai fini del risarcimento dei danni a essi derivati dalla condotta del

professionista, sono gravati dall’onere di allegare un inadempimento

qualificato, ovvero astrattamente idoneo alla produzione del danno,

incombendo a carico del debitore l’onere di fornire la prova liberatoria e,

dunque, di dimostrare di avere agito diligentemente, in conformità con le

regole dell’arte medica. La responsabilità del medico, invero, sia che esso

agisca come libero professionista, sia che lo stesso dipenda da una struttura

sanitaria, è di natura contrattuale, con la conseguenza che il problema del

riparto dell’onere probatorio deve seguire i criteri fissati nella materia predetta

e, dunque, l’applicazione dei principi generali di cui all’articolo 1218 del

Codice Civile (Fattispecie avente ad oggetto l’accertamento di una condotta

inadempiente del medico curante, per aver egli omesso, secondo la diligenza

richiesta dalla sua professione, di continuare a curare il paziente e di

prescrivergli nuovi esami in seguito al riscontro di alcuni valori preoccupanti,

la quale determinava il peggioramento delle condizioni di salute del medesimo

e il suo conseguente decesso. Gli eredi, pertanto, devono ritenersi titolari del

diritto al risarcimento del danno non patrimoniale da perdita del rapporto

parentale e del danno patrimoniale comprensivo dell’apporto economico

fornito dal de cuius in favore del nucleo familiare). Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass.

Repertorio Lex24.

1722. 2013 – DPR numero 62 del 16 aprile 2013. Regolamento recante Codice

di Comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del

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Decreto Legislativo numero 165 del 30 marzo 2001. Pubblicato nella Gazzetta

Ufficiale numero 165 del 4 giugno 2013.

1723. 2013 – Sentenza del Tribunale di Bologna Penale, numero 1657 del 18

aprile 2013. Omicidio colposo. Responsabilità per colpa medica. Fondamento.

Nesso causale tra la condotta del sanitario e l’evento. Accertamento

imprescindibile. Giudizio contro fattuale. Generalizzata regola di esperienza,

legge scientifica, universale o statistica. Insufficienza, contraddittorietà e

incertezza del riscontro probatorio sulla ricostruzione del nesso causale.

Pronuncia assolutoria. In materia di responsabilità per colpa medica, il nesso

causale tra la condotta del sanitario e l’evento di danno può ritenersi sussistente

nella sola ipotesi in cui, alla stregua del giudizio contro fattuale condotto sulla

basa di una generalizzata regola di esperienza o di una legge scientifica,

universale o statistica, si accerti che, ipotizzandosi come realizzata la condotta

doverosa (e, nel caso di reato omissivo, ipotizzandosi come non realizzata la

condotta umana) impeditiva dell’evento hic et nunc, questo non si sarebbe

verificato, ovvero si sarebbe verificato, ma in epoca significativamente

posteriore o con minore intensità lesiva. Non è, dunque, consentito dedurre

automaticamente dal coefficiente di probabilità espresso dalla legge statistica,

la conferma, o meno, dell’ipotesi accusatoria sull’esistenza del nesso causale,

poiché il Giudice è tenuto a verificare la validità nel caso concreto, sulla base

delle circostanze del fatto e dell’evidenza disponibile, cosicchè, all’esito del

ragionamento probatorio, che abbia escluso anche la interferenza di fattori

alternativi, risulti giustificata e processualmente certa la conclusione che la

condotta omissiva del medico è stata condizione necessaria dell’evento lesivo,

con alto o elevato grado di credibilità razionale o probabilità logica. In tale

contesto, quindi, la insufficienza, la contraddittorietà e la incertezza del

riscontro probatorio sulla ricostruzione del nesso causale, e dunque il

ragionevole dubbio, in base all’evidenza disponibile, sulla reale efficacia

condizionante della condotta omissiva o commissiva di cui si tratta, rispetto ad

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altri fattori interagenti sulla produzione dell’evento lesivo, comportano la

neutralizzazione dell’ipotesi prospettata dall’accusa e l’esito assolutorio del

giudizio. Nella specie, rilevato che, anche secondo i consulenti dell’accusa,

l’adozione tempestiva dei comportamenti omessi non avrebbe ragionevolmente

modificato il decorso della malattia, deve escludersi la prova del nesso causale

tra le loro omissioni e il decesso del paziente. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass.

Repertorio Lex24.

1724. 2013 – Sentenza del Consiglio di Stato del 19 aprile 2013. Il riposo

compensativo è irrinunciabile. E’ quanto si evince dalla sentenza in relazione

ad una richiesta di risarcimento presentata da alcuni dipendenti preposti al

servizio pubblico di trasporto locale. Secondo la sentenza, il dipendente

pubblico che ha lavorato per un periodo temporalmente lungo senza usufruire

del riposo compensativo, ha diritto ad un risarcimento. Il lavoratore, infatti,

può considerarsi leso nella sua integrità psicofisica, in quanto stressato dal

troppo lavoro e impossibilitato a recuperare le proprie energie. Il soggetto

risulta danneggiato anche sul piano esistenziale, dato che la mancanza

prolungata nel tempo di riposi compensativi determina un condizionamento

negativo delle proprie abitudini, delle relazioni interpersonali e dello stile di

vita in generale. Il Consiglio di Stato ha chiarito che un dipendente che

richieda un risarcimento per il danno subito a causa della sua ininterrotta

prestazione lavorativa, può provare, tramite documenti come busta paga,

istanze o diffide verso la pubblica amministrazione di appartenenza, la mancata

fruizione del riposo compensativo a causa della cattiva gestione aziendale. Il

riposo compensativo dipendenti pubblici, dunque, è un diritto del dipendente

pubblico, fondamentale non solo per permettergli una buona prestazione

lavorativa, ma anche e, soprattutto, per tutelare la sua integrità psicofisica.

1725. 2013 – Decreto Ministeriale del 24 aprile 2013. Modalità e contenuti

delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad eccesso programmato a livello

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nazionale anno accademico 2013-2014. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale

numero 118 del 22 maggio 2013.

1726. 2013 – Sentenza del Tribunale di Roma Civile, Sezione XIII, numero

9239 del 30 aprile 2013. Risarcimento danni da responsabilità professionale.

Responsabilità professionale. Natura contrattuale della responsabilità del

medico. Inadempimento della prestazione. Presupposti per l’operatività della

responsabilità. La responsabilità del medico ha natura contrattuale ed è

assoggettata alla disciplina della responsabilità nell’esecuzione di un contratto

d’opera professionale, di cui agli articoli 1176 e 2236 del Codice Civile.

L’inadempimento della prestazione del medico deve essere valutato a norma

dell’articolo 1176, comma 2° del Codice Civile, con riguardo alla natura

dell’attività esercitata mentre, ai sensi dell’articolo 2236 del Codice Civile, è

statuito che se la prestazione implica la soluzione di problemi di particolare

difficoltà, il prestatore d’opera risponde solo in caso di dolo o colpa grave. Ne

consegue che la limitazione di responsabilità concerne solo i casi in cui è

richiesta una particolare perizia che trascende la preparazione media, ovvero in

cui la particolare complessità deriva dal fatto che il caso non è stato ancora

studiato a sufficienza o non è stato ancora definitivamente dibattuto con

riferimento ai metodi da adottare. Trattandosi inoltre di un’obbligazione di

mezzi e non di risultato, il mancato raggiungimento del risultato non determina

alcun inadempimento. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

1727. 2013 – Sentenza del Tribunale di Firenze Penale, Sezione I, numero 2040

del 7 maggio 2013. Omicidio colposo. Errore diagnostico. Configurabilità.

Ipotesi. Mancata individuazione della patologia. Carenza di controlli ed esami

adeguati. Decesso del paziente. Responsabilità del sanitario per omicidio

colposo. L’errore diagnostico si configura non solo quando, in presenza di uno

o più sintomi di una malattia, non si riesca a inquadrare il caso clinico in una

patologia nota alla scienza o si addivenga a un inquadramento erroneo, ma

anche quando si ometta di eseguire o disporre controlli e accertamenti

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prudenzialmente doverosi ai fini di una corretta formulazione della diagnosi.

L’evento, in particolare, trova senz’altro verificazione ogni qualvolta, come

nella specie, non sia esigibile l’inquadramento della presentazione clinica in

una malattia ben precisa a causa della riconducibilità della sintomatologia a

diverse branche della medicina e, per questo, si richieda al medico di

riconoscere la gravità della situazione morbosa e l’urgenza di intervenire,

anche con il trasferimento del paziente presso una struttura idonea. Nella

specie, al contrario, il trattamento posto in essere dall’imputato, conseguente a

una diagnosi errata e superficiale, in quanto non preceduta dai necessari

accertamenti, determinava un intervento insufficiente e un esito letale del

paziente. Si impone, pertanto, l’affermazione di penale responsabilità dello

stesso in ordine al contestato delitto di omicidio colposo. Cfr. Il Sole 24 Ore,

Mass. Repertorio Lex24.

1728. 2013 – Sentenza Consiglio di Stato, Sezione III, numero 2522 del 9

maggio 2013. Remunerazione prestazioni extra tetto, retroattività e tutela

dell’affidamento. La sentenza affronta tre questioni di particolare rilevanza in

materia di sanità pubblica. Innanzitutto, il Consiglio di Stato, alla luce di una

giurisprudenza ormai in consolidamento, ribadisce il principio per cui, a partire

dalla riforma del 2009, tutte le strutture operanti in campo sanitario, a

prescindere dalla loro natura pubblica o privata, devono sottostare ai tetti di

spesa fissati nel rispetto dei criteri di legge. Ne consegue che la remunerazione

delle prestazioni eccedenti tali tetti non può essere riconosciuta neppure alle

aziende ospedaliere. Fanno eccezione a tale principio i soli casi previsti da

ciascuna Regione con norme di rango primario, mentre non rilevano a questo

fine gli accordi di natura contrattuale. In secondo luogo, richiamando la

giurisprudenza dell’Adunanza plenaria (in particolare, la decisione numero

3/2012) e della conforme giurisprudenza successiva della stessa III sezione, la

pronuncia statuisce i limiti entro i quali il legittimo affidamento può essere

tutelato nel caso di fissazione retroattiva dei tetti di spesa sanitaria ad esercizio

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finanziario già iniziato. In questi casi, secondo il Consiglio di Stato, l’operatore

sanitario è tenuto a programmare la propria attività facendo affidamento

sull’ultrattività dei tetti già fissati per l’anno precedente, salve le decurtazioni

imposte dalle successive norme finanziarie, le quali dovranno essere contenute,

salvo congrua istruttoria e adeguata esplicitazione all’esito di una valutazione

comparativa, nei limiti imposti dai tagli stabiliti dalle disposizioni finanziarie

conoscibili dalle strutture private all’inizio e nel corso dell’anno. Secondo la

giurisprudenza amministrativa, infatti, la fissazione dei tetti di spesa da parte

delle Regioni nel corso dell’esercizio finanziario e che dispieghi i propri effetti

anche sulle prestazioni già erogate, non può considerarsi, ex se, affetta da

illegittimità in quanto, in un sistema nel quale è fisiologica la sopravvenienza

dell’atto determinativo della spesa solo in epoca successiva all’inizio di

erogazione del servizio, gli operatori privati erogatori, che erogano prestazioni

per il SSN, possono avere riguardo – fino a quando non risulti adottato un

provvedimento – all’entità delle somme contemplate per le prestazioni

dell’anno precedente, diminuite, ovviamente, della riduzione della spesa

sanitaria effettuata dalle norme finanziarie dell’anno in corso. In quest’ottica,

quindi, la tutela del legittimo affidamento è garantita nella misura in cui la

riduzione dell’ammontare delle prestazioni erogabili risulti corrispondente alle

minori risorse derivanti dall’applicazione delle norme finanziarie relative

all’anno in corso, conoscibili dalle strutture sanitarie sin dall’inizio dell’anno.

Ove, invece, i tagli effettuati alla spesa sanitaria vadano al di là dei limiti

derivanti dall’applicazione delle norme finanziarie appena citate, la tutela del

legittimo affidamento impone un quid pluris consistente nello svolgimento di

una congrua istruttoria ed in una chiara motivazione delle ragioni che hanno

determinato la misura del taglio alla spesa sanitaria, anche alla luce di una

attenta valutazione comparativa degli interessi contrapposti. Altro profilo di

interesse della decisione riguarda il potere discrezionale delle Regioni nella

determinazione i propri sistemi tariffari in materia sanitaria. Sul punto il

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Consiglio di Stato ha statuito il principio secondo cui, fermo restando il

rispetto dei criteri generali stabiliti con apposito decreto ministeriale, nulla

vieta ad una Regione, per di più soggetta a piano di rientro, di fare riferimento

al sistema tariffario già predisposto e positivamente utilizzato dalle Regioni

virtuose. La pronuncia evidenzia, infatti, che siffatta scelta risulta coerente con

i principi generali dell’ordinamento di settore che mirano al contenimento della

spesa sanitaria. In quest’ottica, infatti, appare condivisibile l’utilizzazione di

parametri di riferimento che si siano concretamente dimostrati idonei a

garantire nel contempo il conseguimento di tale obiettivo senza pregiudicare

l’equilibrio e la complessiva funzionalità del sistema sanitario.

1729. 2013 – Cassazione Penale, Sezione IV, sentenza del 17 maggio 2013

numero 21285. La mancata apposizione delle spondine del letto, per il rifiuto

opposto dal paziente, non esimono l’infermiere da responsabilità per omicidio

colposo in caso di decesso per grave trauma contusivo conseguente a caduta

accidentale. E non può essere richiamato il comportamento negligente tenuto

dagli altri operatori sanitari quale scusante, poiché sia l’obbligo di protezione

che la posizione di garanzia gravanti sulla figura dell’infermiere determinano

l’obbligo di adozione di misure preventive atte ad evitare il verificarsi di eventi

accidentali. Così la Suprema Corte di Cassazione, Sezione IV Penale con la

sentenza del 12 febbraio – 17 maggio 2013 numero 21285, che rigetta il ricorso

presentato dall’infermiere sulla decisione in primo grado con sentenza di

condanna per i reati di cui agli articoli 40 CPC, 113 e 589 CP.

1730. 2013 – Sentenza del Tribunale di Bologna Civile, Sezione III, numero

1564 del 20 maggio 2013. Responsabilità medica. Paziente. Danni. Domanda

risarcitoria. Responsabilità del medico e della struttura sanitaria. Natura

contrattualistica. Onere probatorio delle parti. Interventi di facile esecuzione e

di alta specialità. Inquadrata nell’ambito contrattualistico la responsabilità del

medico e della struttura sanitaria nei confronti del paziente per i danni a questo

derivati da una non diligente e imprudente esecuzione della prestazione, è

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onere del sanitario provare la correttezza del suo operato, secondo gli imposti

criteri di diligenza e perizia, anche negli interventi di difficile soluzione, con la

conseguenza che ove residui incertezza sul suo operato l’inadempimento

risulterà accertato in base alla regola dell’onere probatorio; è, invece, a carico

del paziente l’onere della prova del nesso causale, con i criteri della probabilità

logica, generalmente fornita per presunzioni e mediante prova di fatti

secondari. Negli interventi di facile esecuzione, pertanto, la prova del fatto

secondario potrà essere sufficiente per ritenere dimostrato il nesso causale,

mentre negli interventi di alta specialità la prova dei fatti secondari non è a tal

fine sufficiente ed è onere del paziente provare che nel caso concreto si è

verificata la regola astratta e che non vi sono cause alternative, secondo una

ricostruzione del nesso causale non probabilistica, ma razionale e logica. Nei

giudizi di risarcimento del danno causato da attività medica, dunque, l’attore

ha l’onere di allegare e provare l’esistenza del rapporto di cura, il danno e il

nesso causale, mentre ha unicamente l’onere di allegare la colpa del medico,

invece gravato dalla prova che l’eventuale insuccesso dell’intervento, rispetto a

quanto concordato o ragionevolmente attendibile, è dipeso da causa a sé non

imputabile. (Fattispecie avente a oggetto l’accertamento della responsabilità di

tutta l’èquipe medica in relazione al decesso della paziente in seguito a

complicanze nel corso dell’intervento chirurgico, per la condotta negligente

tenuta nell’occasione). Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass. Repertorio Lex24.

1731. 2013 – Cassazione Civile. Depositata in Cancelleria il 28 maggio 2013.

Professioni sanitarie: chi non ha i titoli perde il poso di lavoro.

1732. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 14024 del 4

giugno 2013. Il consenso informato è “specifico”, cioè deve essere riferito

unicamente alla prestazione che viene prospettata. Una condotta diversa da

quella per cui è stato dato il consenso non è legittimata, salvo nei casi nei quali

si può configurare uno stato di necessità. La Cassazione ha dato conferma del

negativo approccio giurisprudenziale alla dilatazione del consenso informato:

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la manifestazione del consenso prestata dal paziente non può estendersi ad un

intervento diverso e dalle diverse possibili conseguenze rispetto a quello

inizialmente previsto ed accettato. Pertanto, fatte salve le situazioni di palese

urgenza che pongano a serio rischio la incolumità del paziente, l’esecuzione di

più incisive manovre chirurgiche a fronte di complicanze rilevate nel corso

dell’intervento concordato e programmato non può prescindere dal rinnovo del

consenso informato.

1733. 2013 – Sentenza della Corte d’Appello di Taranto Civile numero 269

dell’11 giugno 2013. Responsabilità medica. Danni cerebrali da ipossia patiti

da un neonato. Ritardata esecuzione del parto. Responsabilità del medico.

Prova a carico del danneggiato. Nesso causale tra omissione del sanitario e

danno. Operatività della norma di cui all’articolo 1218 Codice Civile.

Responsabilità solidale della struttura sanitaria. L’affermazione della

responsabilità del medico per i danni cerebrali da ipossia patiti da un neonato, e

asseritamente causati dalla ritardata esecuzione del parto, esige la prova, a

carico del danneggiato, della sussistenza di un valido nesso causale tra

l’omissione dei sanitari e il danno. Tale prova sussiste quando, da un lato, non

vi è certezza che il danno cerebrale patito dal neonato è derivato da cause

naturali o genetiche e, dall’altro, appare “più probabile che non” che un

tempestivo o diverso intervento da parte del medico avrebbe evitato il danno al

neonato. Fornita tale prova in merito al nesso di causalità, è onere del medico,

ex articolo 1218 del Codice Civile, dimostrare la scusabilità della propria

condotta. La natura pacificamente contrattuale del rapporto che si instaura tra

paziente e casa di cura privata o ente ospedaliero comporta, inoltre, che la

struttura risponde, ai sensi della richiamata norma, non solo

dell’inadempimento delle obbligazioni su di essa tout court incombenti, ma

anche dell’inadempimento della prestazione medico-professionale svolta dal

sanitario, quale ausiliario necessario dell’organizzazione aziendale, pur in

assenza di un rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato con lo stesso.

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Nella fattispecie concreta, alla stregua delle risultanze della Ctu deve ritenersi

sussistente una con causalità preponderante del comportamento del sanitario,

influente nella misura di circa il 50-60% nel determinismo dei gravi problemi

neurologici del neonato e deve, pertanto, farsi luogo alla conseguente

affermazione di responsabilità solidale del medico e della struttura sanitaria

nella quale il medesimo operava all’epoca dei fatti in relazione ai danni

riportati dal minore al momento della nascita. Cfr. Il Sole 24 Ore. Mass.

Repertorio Lex24.

1734. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, numero 26966

del 20 giugno 2013. Professionisti. Medici e chirurghi. Colpa professionale.

Visita collegiale. Dimissione del paziente. Dissenso del sanitario. Mancanza.

Responsabilità. Sussistenza. Il medico che partecipi alla visita collegiale non

può essere esonerato da responsabilità ove ometta di differenziare la propria

posizione, rendendo palesi i motivi che lo inducano a dissentire dalla decisione

presa dal direttore del reparto di dimettere il paziente. (Fattispecie in cui è stata

ritenuta la responsabilità del chirurgo per il decesso del paziente che,

nonostante presentasse sindrome dolorosa, veniva prematuramente dimesso

senza aver eseguito le opportune indagini diagnostiche). Cfr. Ced, Cassazione,

2013.

1735. 2013 – Testo del Decreto Legge numero 69 del 21 giugno 2013

coordinato con la Legge di Conversione numero 98 del 9 agosto 2013 recante

“Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia”.

1736. 2013 – Tribunale di Pescara – Sentenza numero 887 del 26 giugno 2013

– In epoca di Spending Review e di tagli pesanti alle strutture del Servizio

Sanitario Nazionale, tra le tante vittime della “razionalizzazione”, rientra senza

dubbio la formazione dei professionisti. Le norme contrattuali che impongono

al datore di lavoro sanitario di destinare fino all’1% del monte salari alla

formazione ha avuto un taglio del 50% del fondo – che però non era

sufficientemente determinato, essendo, elastico – dedicato. Con queste scarse

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risorse, le Aziende non riescono più ad assicurare e a fare assolvere l’obbligo

fondamentale di aggiornamento per il personale dipendente che deriva, in

primo luogo, da un preciso disposto legislativo. Ricordiamo infatti che la legge

istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, ancora 35 anni orsono, indicava tra

gli “obiettivi” dell’istituendo Servizio “la formazione professionale e

permanente nonché l’aggiornamento scientifico culturale del personale del

Servizio Sanitario Nazionale”. Accanto all’aggiornamento obbligatorio ECM –

il cui mancato soddisfacimento costituirebbe (norma esistente, ma non ancora

applicabile, in attesa del riordino degli Ordini Professionali) “illecito

disciplinare” – convive da sempre l’aggiornamento “facoltativo” a cui il datore

di lavoro non è obbligato a contribuire economicamente – e di conseguenza da

soddisfarsi prevalentemente in “autonomia economica” (a spese del dipendente

…) – per il cui soddisfacimento il dipendente ha diritto a giorni di permesso

retribuiti ex articolo 21 CCNL 2001. I giorni di permesso – fino ad un massimo

di otto l’anno – vengono concessi per corsi di aggiornamento “comunque

connessi all’attività di servizio”. Il percorso ad ostacoli per il professionista

dipendente che intende perseguire a proprie spese l’obbligo ECM e a supplire

alle carenze formative predisposte dalle Aziende si evidenzia anche nella

concessione di tali permessi, in cui il potere discrezionali delle Aziende viene

talvolta usato arbitrariamente per la negazione del permesso. Su questo punto è

intervenuta una recentissima sentenza del Tribunale di Pescara – sentenza del

26 giugno 2013, numero 887 – in funzione di giudice del lavoro, la quale ha

fatto soccombere le ragioni dell’Azienda Sanitaria che aveva negato due giorni

di permesso a un’infermiera che aveva chiesto la partecipazione a un corso di

Counseling, con più motivazioni relative alla non attinenza rispetto all’attività

esercitata e alla qualità degli organizzatori. Sul primo punto – proprio nel caso

di specie – vi è stato un evidente autogol aziendale in quanto non solo ha

dovuto farsi spiegare da un giudice che il Counseling è attinente all’attività

infermieristica in quanto è un “concetto che si pone a livello intermedio tra la

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consulenza e la relazione di aiuto, ben costituisce un’attività di supporto agli

operatori sanitari, atteso che quella sanitaria sostanzia in concreto una

professione di aiuto alla persona”, ma la stessa Azienda lo aveva inserito tra le

attività di aggiornamento obbligatorio per il personale dipendente. Il Tribunale

di Pescara, contrastando la decisione dell’Azienda che aveva trasformato

d’ufficio, in ferie, i due giorni di permesso retribuito, specifica che “mal si

comprende la censura dell’Azienda volta a negare cittadinanza alla possibilità

di aggiornarsi in materia di Counseling alla ricorrente, la quale, nella sua

qualità di infermiera professionale, si palesa figura predisposta a spendere i

concetti della disciplina in parola nell’ambito della sua offerta formativa con le

persone malate e bisognose di aiuto”. Sul secondo punto – concernente la

sindacabilità sugli organizzatori del corso stesso – si incentrano le decisioni di

diritto più interessanti in quanto l’Azienda, statuisce il Tribunale di Pescara,

non ha il “potere di sindacare oltre alla validità del corso di aggiornamento

(che se è accreditato ECM la validità la assume in re ipsa) e “pertanto le

valutazioni sugli organizzatori dell’evento si rivelano irrilevanti” e di

conseguenza in relazione all’esistenza dei presupposti – attinenza in senso lato

rispetto alla professione e accreditamento ECM – “non è dato rinvenire un

potere discrezionale dell’Amministrazione” in merito alla negazione del

permesso. Una sentenza dunque che pone un elemento di chiarezza sulla

concessione dei giorni di permesso retribuiti che non possono essere negati in

presenza dei presupposti ricordati. Rimane la fallacità del sistema che da un

lato pone nelle sue impronte genetiche – la legge istitutiva del Servizio

Sanitario Nazionale – l’obiettivo di formazione del proprio personale e

dall’altro nega le risorse per il fondamentale aggiornamento – obbligatorio e

facoltativo – necessario per il perseguimento di tale obiettivo. L’innesto

dell’Educazione Continua in Medicina si è svolto senza le dovute chiarezze in

merito agli obblighi datoriali, introducendo da un lato un obbligo che sembra

essere tutto a carico del dipendente, dall’altro non disponendo a oltre dieci anni

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di distanza dal suo avvio alcuna conseguenza neanche di carattere premiante

per chi ottempera agli obblighi previsti. (trovato in rete giovedi 25 luglio 2013,

ore 07,41).

1737. 2013 – Sentenza del Tribunale di Milano, Sezione lavoro, del 26 giugno

2013. Il Tribunale di Milano interviene con una interessante sentenza sulla

mancata presa in carico di un paziente. Un infermiere ha avuto un

procedimento disciplinare di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per tre

giorni e un trasferimento di reparto da parte dell’organizzazione vissuto come

sanzione disciplinare impropria. Gli era stato contestato il comportamento teso

alla mancata presa in carico di un paziente in un reparto di rianimazione,

atteggiamento non cambiato neanche in seguito all’intervento del coordinatore

del reparto. Le giustificazioni addotte per un simile comportamento erano

dovute all’eccessivo carico di lavoro e alla insufficienza del personale. Viene

suggerito al coordinatore di predisporre una unità infermieristica aggiuntiva. Il

giorno successivo inizia il turno senza che il coordinatore alle sette del mattino

sia presente. Nella suddivisione del lavoro, autogestita tra gli infermieri

presenti, non risultava “preso in carico” il paziente nuovo. Non risultava in

realtà un atto formale di rifiuto ma una situazione di fatto nella quale,

adducendo scuse di priorità rispetto a degenti più gravi, il paziente comunque

non aveva ricevuto attenzioni assistenziali tali da potere essere configurata la

presa in carico.

1738. 2013 – Scritto da Eugenio Cortigiano – 28 giugno 2013 – Mancato

godimento del riposo settimanale: sì al risarcimento per usura psicofisica.

Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria, sentenza numero 7 del 19 aprile 2013.

L’attribuzione patrimoniale rivendicata da un dipendente pubblico per danno

da usura psicofisica, derivante dalla perdita del riposo settimanale, ha natura

risarcitoria e non retributiva, non consistendo in una voce ordinaria o

straordinaria della retribuzione da corrispondersi periodicamente e destinata a

compensare l’eccedenza della prestazione lavorativa, bensì essendo diretta ad

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indennizzare ai sensi dell’articolo 2059 codice civile il lavoratore per il

predetto danno correlato all’inadempimento contrattuale del datore di lavoro;

pertanto, essa si prescrive nell’ordinario termine decennale di cui all’articolo

2946 codice civile e non nel termine breve (quinquennale) di cui ai successivi

articoli 2947, previsto per il risarcimento del danno aquiliano, e 2948, numero

4, previsto per i crediti. E’ questo il principio di diritto stabilito dal Consiglio

di Stato in Adunanza Plenaria con la sentenza numero 7 del 19 aprile 2013 in

tema di risarcimento del danno derivante dalla perdita di riposo settimanale.

Infatti, secondo il Supremo Consesso, nell’ipotesi in cui il dipendente pubblico

chieda in giudizio il risarcimento per danno da usura psicofisica, deducendo

che tale danno sia stato provocato dal frequente mancato godimento del riposo

settimanale, reiterato nell’arco di un notevole periodo complessivo di tempo,

senza che egli abbia fruito di riposo compensativo ed ancorchè abbia percepito

le previste maggiorazioni retributive per lo svolgimento di attività lavorativa in

giorno festivo, deve ritenersi soddisfatto dal ricorrente l’onere di allegazione

concernente sia l’oggetto della domanda che le circostanze costituenti il fatto-

base su cui essa si fonda, sicchè il giudice possa far ricorso alle presunzioni,

basate sulle regole di esperienza, per ritenere provato il fatto-conseguenza del

pregiudizio subito dall’istante. Nel caso di specie alcuni dipendenti di

un’azienda di trasporto pubblico di passeggeri avevano proposto ricorso contro

la stessa chiedendo il risarcimento del danno per aver prestato servizio in più

occasioni e ai fini dell’assunzione anche nel giorno destinato al riposo

settimanale. Ciò senza fruire dei riposi compensativi. Il TAR accoglieva il

ricorso perché la prestazione di servizio in giorno festivo, pur a fronte di una

maggiorazione della retribuzione ma non compensata con riposo in altro

giorno, dà luogo a risarcimento del danno derivante dall’usura psicofisica,

assistito da presunzione assoluta, e che per la pretesa di tale risarcimento,

concernente danno derivante da inadempimento contrattuale di un obbligo non

patrimoniale, opera la prescrizione decennale e non quella quinquennale, non

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vertendosi in materia di pagamento di somme periodicamente dovute.

L’azienda di trasporti proponeva appello contro la sentenza di primo grado,

chiedendone la riforma in quanto era stato riconosciuto il risarcimento di un

danno senza che il fatto fosse provato né con riferimento alla sussistenza né al

nesso eziologico con la presunta attività usurante. Inoltre, trattandosi di un

credito di lavoro, concernente il pagamento periodico di somme di denaro

dovute a causa di un adempimento, per l’appellante si doveva applicare il

termine prescrizionale di cinque anni in luogo dei dieci ordinari. Il Consiglio di

Stato, sezione sesta, dopo aver rilevato l’esistenza di due orientamenti

contrastanti in materia rimetteva la questione all’Adunanza Plenaria che

risolveva la questione nel senso già indicato.

1739. 2013 – Corte di Cassazione, sentenza numero 28603 del 3 luglio 2013.

Viene riconosciuta una forma più attenuata di mobbing, lo straining, ovvero

una situazione di stress forzato sul posto di lavoro.

1740. 2013 – Pronuncia della Corte Costituzionale, con sentenza numero 203

del 3 luglio 2013, laddove è stata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 42,

comma 5, del D.Lgs numero 151 del 26 marzo 2001 (di seguito T.U.) nella

parte in cui, in assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura della persona

disabile in situazione di gravità, non include nel novero dei soggetti legittimati

a fruire del congedo straordinario il parente o l’affine entro il terzo grado

convivente della persona in situazione di disabilità grave; questo in violazione

degli articoli 2, 3, 4, 29, 32, 35 e 118, 4° comma, della Costituzione. Alla luce

dell’evoluzione legislativa in materia ed in linea con l’orientamento

giurisprudenziale già consolidato, la Corte ha individuato nella limitazione

della sfera soggettiva attualmente vigente un fattore di pregiudizio

dell’assistenza del disabile grave nei casi in cui i soggetti legittimati dalla

norma a prestare assistenza si trovino impossibilitati a svolgere tale funzione.

1741. 2013 – Sentenza del Tribunale di Trieste, Sezione Lavoro, 2013. Il

Giudice del Lavoro del Tribunale di Trieste, con Decreto dd. 4 luglio 2013

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ordina all’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Melegnano” (provincia

di Milano) di ammettere alle prove del concorso pubblico per un posto di

infermiere professionale pediatrico una cittadina di un Paese non membro della

UE titolare del permesso di soggiorno CE di cui all’articolo 9 del Decreto

Legislativo numero 286 del 1998 di recepimento della Direttiva 2003/109

(infermiera che era stata esclusa dal concorso per mancanza del requisito della

cittadinanza italiana o comunitaria). Nel Decreto, il Giudice del Lavoro di

Trieste considera che il diritto dei cittadini stranieri di Paesi terzi non membri

della UE regolarmente soggiornanti in Italia a partecipare ai concorsi pubblici

si fonda innanzitutto sugli obblighi internazionali scaturenti dall’adesione e

ratifica alla Convenzione OIL 143/1973, richiamata anche dall’articolo 2,

comma 3, del Decreto Legislativo numero 286 del 1998. Ugualmente, essendo

la ricorrente titolare del permesso di soggiorno CE per lungo soggiornanti,

vengono a soccorrere anche le particolari disposizioni in materia di parità di

trattamento nell’esercizio di attività lavorativa subordinata o autonoma

contenute nella Direttiva 109/2003 (articolo 11). Fonte : Dipartimento per le

Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri.

1742. 2013 – Sentenza della Corte dei Conti numero 127/13 del 12 luglio 2013.

Infermiere e Medico condannati per “colpa grave” ed al risarcimento in solido

benché oberati dal lavoro. Infermiere e Medico erano di turno presso il Pronto

Soccorso. Secondo quanto riferito dall’Ufficio requirente, la vertenza ha tratto

origine dalla denuncia con la quale l’Azienda Ospedaliera Universitaria San

Giovanni Battista di Torino trasmetteva alla Procura contabile piemontese, in

quanto foriera di danno erariale, la sentenza, passata in giudicato, numero

1893/2010 del Tribunale Civile di Torino. Con detta sentenza irrevocabile

l’Azienda sanitaria in oggetto è stata condannata al risarcimento dei danni a

favore della Sig.ra … omissis … nella misura di Euro 5.798,00, oltre ad

interessi legali dalla data della sentenza al saldo, ed alle spese legali e di CTU.

La Procura presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per il

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Piemonte esperiva la prescritta attività istruttoria, al fine di appurare i fatti ed

accertare l’eventuale sussistenza dei presupposti per l’esercizio dell’azione di

responsabilità amministrativa. All’esito dell’attività istruttoria, secondo la

prospettazione attorea, il danno risarcito dall’Azienda sanitaria, per le lesioni

subite dalla menzionata Sig.ra … omissis … sarebbe da imputare in via

esclusiva alla condotta gravemente colposa delle odierne convenute.

1743. 2013 – Sentenza del Tribunale di Napoli Civile, Sezione XI, numero

9345 del 22 luglio 2013. Risarcimento danni. Sanità. Responsabilità del

medico. Ambito e natura della responsabilità. Responsabilità contrattuale

derivante dal rapporto di spedalità atipico. L’esercizio dell’attività del medico è

assoggettata, al pari di quella di altri professionisti, a responsabilità civile e

penale. Il medico risponde in sede civile, dei danni cagionati al paziente, e in

sede penale per i reati eventualmente commessi nell’esercizio della sua attività.

Quanto ai medici esercenti la libera professione, le cliniche private e le stesse

strutture ospedaliere, la responsabilità per i danni cagionati ai pazienti in

ragione di una difettosa esecuzione della prestazione medica è ridotta

nell’ambito della responsabilità contrattuale, essendo riconducibile il rapporto

tra medico e paziente al contratto d’opera professionale, ovvero alla figura del

contratto atipico di ricovero ospedaliero, o ancora a un contratto atipico di

spedalità. Cfr. Il Sole 24 Ore, Mass. Repertorio Lex24.

1744. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 18334 del

31 luglio 2013. Il consenso informato non può essere generico e il paziente

deve conoscere i rischi di un eventuale intervento chirurgico. Il medico ha

l’obbligo di fornire tutte le informazioni possibili al paziente in ordine alle cure

mediche o all’intervento chirurgico da effettuare, tanto è vero che sottopone al

paziente, perché lo sottoscriva, un modulo non generico dal quale sia possibile

desumere con certezza l’ottenimento in modo esaustivo da parte del paziente di

dette informazioni: ne consegue che il medico chirurgo viene meno all’obbligo

a suo carico in ordine all’ottenimento del cosiddetto “consenso informato” ove

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non fornisca al paziente, in modo completo ed esaustivo, tutte le informazioni

scientificamente possibili sull’intervento chirurgico che intende eseguire e

soprattutto sul bilancio rischi/vantaggi dell’intervento.

1745. 2013 – Corte di Cassazione Civile, sezione lavoro, sentenza numero

18808 del 7 agosto 2013. Se all’Infermiere generico, per carenze organizzative

della struttura sanitaria presso cui è impiegato, vengono assegnate le stesse

mansioni dell’Infermiere Professionale allora, il primo, ha diritto alla

medesima retribuzione spettante al secondo. E’ quanto ha statuito la

Cassazione nella sentenza in commento.

1746. 2013 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

19220 del 20 agosto 2013. Non basta la firma sul modulo. E’ irrilevante la

qualità del paziente al fine di stabilire se vi sia stato o meno consenso

informato. In un rapporto personale col paziente in procinto di provvedimenti

diagnostici-terapeutici, il paziente ha diritto a ricevere le informazioni sui

vantaggi e rischi o alternative del provvedimento proposto con linguaggio che

deve tener conto del grado culturale della persona assistita (linguaggio chiaro

che tenga conto del particolare stato soggettivo e del grado di conoscenze

specifiche). Nel caso specifico “la responsabilità del sanitario” per violazione

dell’obbligo del consenso informato discende: a) dalla condotta omissiva

tenuta in relazione all’adempimento dell’obbligo di informazione in ordine alle

prevedibili conseguenze del trattamento cui il paziente sia sottoposto; b) dal

verificarsi, in conseguenza dell’esecuzione del trattamento stesso e, quindi, in

forza di un nesso di causalità con essa, di un aggravamento delle condizioni di

salute del paziente. Non assume, invece, alcuna influenza, ai fini della

sussistenza dell’illecito per violazione del consenso informato, la circostanza

che il trattamento sia stato eseguito correttamente o meno. Sotto tale profilo,

infatti, ciò che rileva è che il paziente, a causa del deficit di informazione (gli

fu fatto sottoscrivere da una segretaria, nella penombra di una sala d’aspetto,

un foglio prestampato senza che nulla gli fosse stato comunicato in relazione

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alla possibilità di un esito negativo dell’intervento, con conseguente

limitazione della vista) non sia stato messo in condizioni di assentire al

trattamento sanitario con una volontà consapevole delle sue implicazioni,

consumandosi, nei suoi confronti, una lesione di quella dignità che connota

l’esistenza nei momenti cruciali della sofferenza, fisica e psichica (v. Cass. n.

16543 del 28 luglio 2011 e Cass. n. 20984 del 27 novembre 2012).

1747. 2013 – Decreto Legge numero 101 del 31 agosto 2013. Disposizioni

urgenti per il perseguimento di obiettivi di realizzazione nelle Pubbliche

Amministrazioni. Gazzetta Ufficiale numero 204 del 31 agosto 2013. Vigente

al 1 novembre 2013.

1748. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. V, numero 32463 del

6 settembre 2013. E’ violenza privata costringere il dipendente a partecipare

alla riunione. A deciderlo è la quinta sezione penale della Cassazione con la

sentenza numero 32463 del 6 settembre 2013. Il dirigente del Comune che ha

imposto all’impiegata di riprendere la riunione interrotta è stato quindi

condannato a quattro mesi di reclusione, nonché al risarcimento del danno alla

vittima costituitasi parte civile. E ciò nonostante l’imputato sia stato assolto in

precedenza: non è necessario, avvisano i giudici, riaprire l’istruttoria se alla

riforma della sentenza precedentemente emessa si giunge lasciando inalterata

la ricostruzione compiuta dal primo Giudice, compresa la sostanziale

ammissione dei fatti da parte dell’imputato.

1749. 2013 – Sentenza del Consiglio di Stato, Sez. III, numero 4574 del 16

settembre 2013. Strutture sanitarie private accreditate e tutela della

concorrenza. Il Consiglio di Stato, nel valutare la legittimità del diniego alla

stipulazione per l’anno 2012 di un contratto per l’erogazione di prestazioni

specialistiche in regime di accreditamento, ha precisato (ribadendo principi già

esposti nella sentenza del Consiglio di Stato, Sez. III, numero 550 del 29

gennaio 2013) che, pur non essendovi un automatismo tra l’accreditamento e la

stipulazione del contratto con l’azienda sanitaria, ragioni di tutela della

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concorrenza impongono di non bloccare in maniera automatica ed

indiscriminata l’accesso al mercato delle prestazioni specialistiche a carico del

SSN ad operatori privati in possesso dei requisiti necessari indicando quale

unica ragione la saturazione dell’offerta e le esigenze di contenimento della

spesa sanitaria. Sebbene il SSN risulti legittimamente ispirato alla necessità di

coniugare il diritto alla salute degli utenti con l’interesse pubblico al

contenimento della spesa, esso non può prescindere dal contemplare anche la

tutela della concorrenza, irrimediabilmente lesa dall’automatica preclusione

alla stipulazione di contratti con nuovi soggetti privati accreditati. Infatti, come

rilevato anche dall’Antitrust, una politica di contenimento dell’offerta sanitaria

non può tradursi in una posizione di ingiustificato privilegio a favore degli

operatori già presenti sul mercato. Ne consegue che, ferma l’autonomia delle

Regioni, nella determinazione dei criteri per l’accesso degli operatori privati

alle prestazioni sanitarie in regime di accreditamento, questi ultimi devono

consentire l’inserimento (anche graduale) nel mercato di nuovi operatori in

possesso di tutti i requisiti richiesto per erogare prestazioni sanitarie in favore

del servizio pubblico.

1750. 2013 – Sentenza della Corte di Cassazione, Sez. IV, numero 39165 del

23 settembre 2013. E.E. veniva ricoverata il 27 gennaio 2004 presso il presidio

ospedaliero di X per essere sottoposta a trattamento chirurgico di un’affezione

cardiovascolare. Il 3 febbraio veniva sottoposta ad intervento chirurgico e il 5

febbraio, constatata la stabilizzazione del quadro postoperatorio, la E. veniva

trasferita presso il reparto di cardiochirurgia. Alle ore 10,30 del 6 febbraio

veniva trasferita nuovamente presso l’unità operativa di terapia intensiva

cardiochirurgia e alle ore 8,08 del 7 febbraio ne veniva constatato il decesso.

Decesso che, risultava accertato senza contestazione alcuna, era stato

provocato da una ischemia del miocardio scaturita dalla trombosi completa del

lume della vena safena autologa, che a sua volta era stata determinata dalla

perdita ematica acuta causata dalla de connessione del catetere venoso centrale

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giugulare che era stato applicato alla paziente. In conclusione, la perdita

ematica coagendo con altri fattori aveva determinato la trombosi. ….. Ad

avviso del Tribunale il decesso era da ascriversi agli infermieri perché essi

avevano omesso di controllare con la dovuta attenzione l’avvitamento del

catetere alla rubinetteria, avevano omesso di fare il giro del capezzale della

paziente per verificare che il catetere non si fosse de connesso e non avevano

avvisato il medico di guardia dell’accaduto, posto che questi (il W) aveva

avuto conoscenza della de connessione solo alle ore 7,45 in occasione della

visita della paziente. Siffatte condotte colpose venivano ritenute

eziologicamente incidenti sull’evento luttuoso poiché avevano determinato il

prodursi della perdita ematica che aveva innescato la trombosi e quindi

l’ischemia acuta del miocardio. ….. Il Collegio territoriale, dopo aver

affermato che “non può ritenersi connotata dagli estremi della colpa la condotta

degli imputati ….. non potendosi la condotta positiva omessa qualificarsi

dovuta”, ha anche giudicato non esigibile la condotta doverosa “in ragione

della acciarata organizzazione del reparto”. Pertanto il Giudice di secondo

grado ha comunque ritenuto non rimproverabile agli imputati l’omissione di un

controllo scandito da frequenze temporali più ravvicinate, perché

concretamente non attuabili e per cause non disponibili agli imputati medesimi.

Questo specifico profilo dell’ascrizione colposa, che si è manifestato nella sua

centralità nella scelta della formula assolutoria (“il fatto non costituisce reato”)

non è stato minimamente considerato dal ricorrente e pertanto rimane

incontestato il giudizio espresso al riguardo dalla Corte di Appello.

1751. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione 21285 del 30 settembre 2013.

Confermata la sanzione: otto mesi di reclusione. Decisivo e l’addebito della

negligenza consistita nel non aver alzato le sponde del letto. Inutile il richiamo

al rifiuto opposto dal paziente, facilmente superabile, e al comportamento

tenuto dagli operatori sanitari nei turni precedenti (Cassazione, sentenza

21285/13). Principio intangibile: i diritti del paziente. Ma, alle volte, è

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necessario travalicare quei diritti, ignorare i desiderata del paziente, se davvero

si vuole garantirne la sicurezza. Preferibile, in determinate situazioni, operare

in maniera rigida, rispettando pedissequamente i propri doveri. Altrimenti i

rischi, non solo per il paziente, diventano altissimi. Episodio tragico in un

ospedale italiano: un uomo, ricoverato nella struttura di Terapia Intensiva

Coronarica, cade dal proprio letto e, a distanza di qualche minuto, esala

l’ultimo respiro. Fatale la caduta, resa agevole dalla omissione addebitata alla

infermiera operativa in quelle ore, ossia non aver provveduto alla “apposizione

delle sponde al letto del paziente”. Questa omissione costa carissimo

all’infermiera, che viene ritenuta colpevole, sia in primo che in secondo grado,

di “omicidio colposo” e condannata a 8 mesi di reclusione. Per i giudici di

Appello, in particolare, la “apposizione delle sponde” (“intervento non cruento

e non invasivo, atto ad evitare, o comunque a diminuire fortemente, il rischio

di cadute”) non effettuata dall’infermiera va valutata come “omissione

connotata da elevatissima negligenza, in violazione di un chiaro obbligo di

protezione gravante sul personale infermieristico del nosocomio a salvaguardia

del rischio di caduta cui il paziente si trovò concretamente esposto”, come

“comprovato dalle condizioni di disorientamento, di agitazione e di confusione

mentale” del paziente. E tale ottica, negativa per l’infermiera, viene condivisa

anche dai giudici della Cassazione, i quali confermano la condanna per

“omicidio colposo”. Respinta in maniera netta la linea difensiva proposta dal

legale della donna, il quale si è richiamato alle già “precarie condizioni del

paziente” e, soprattutto, alle “responsabilità degli operatori sanitari” in servizio

nei “turni precedenti” a quello in cui si è verificata, purtroppo, la tragica

caduta. Di fronte a tali osservazioni, difatti, la presa in esame del

comportamento di altri operatori sanitari non avrebbe comunque potuto portare

all’”esclusione” o alla “limitazione” della “colpevolezza” della infermiera,

responsabile della “mancata apposizione delle sponde al letto del paziente”.

Ciò perché ella “era tenuta ad adottare la suddetta misura volta ad evitare il

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verificarsi di eventi accidentali, peraltro ampiamente prevedibili”. E rispetto a

questo quadro, aggiungono i giudici, non è plausibile il riferimento al “rifiuto

opposto dal paziente”, perché “facilmente e doverosamente superabile

richiedendo l’intervento del medico di guardia”. Evidenti, quindi, la

“elevatissima negligenza”, la “notevole gravità del reato” e il “rilevantissimo

grado di colpa”: conferma in toto, così, la condanna nei confronti

dell’infermiera per “omicidio colposo”. Fonte: www.dirittoegiustizia.it

1752. 2013 – La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con la recente sentenza

numero 22538 del 2 ottobre 2013 ha stabilito, confermando le statuizioni dei

giudici di merito, che è illegittimo il licenziamento del dipendente assente per

malattia provocata dall’azione di mobbing che il datore di lavoro esercita con

sanzioni disciplinate sproporzionate, richiami ingiustificati e invio reiterato di

visite fiscali. Ciò anche quando si sia verificato il superamento del periodo di

comporto poiché, secondo questo rilevante orientamento, se il CTU accetta il

nesso causale intercorrente tra le assenze reiterate e la condotta datoriale, il

datore di lavoro non può intimare un legittimo licenziamento.

1753. 2013 – Decreto Legislativo 193 del 2013. Codice in materia dei dati

personali (Privacy).

1754. 2013 – Provvedimento del Garante della Privacy numero 432 del 3

ottobre 2013. Vietato diffondere i dati dei malati di SLA sul sito web del

Comune. Le legittime esigenze di trasparenza on line nella Pubblica

Amministrazione devono rispettare la dignità delle persone. Sul sito del

Comune non possono essere pubblicati atti e documenti contenenti dati sullo

stato di salute dei cittadini né altri dati eccedenti. Il Garante della Privacy ha

fatto oscurare ( doc.web numero 2747962 ) dal sito web di un Comune

siciliano i dati personali contenuti in una determinazione dirigenziale riferita al

“Sostegno economico ai soggetti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica”

(SLA) contenente dati personali anche sensibili. Il provvedimento dell’Autorità

ha preso il via dalla segnalazione di un’associazione.

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1755. 2013 – Corte di Cassazione Civile. Sezione Lavoro. Sentenza numero

23530 del 16 ottobre 2013. Il caso di licenziamento del dirigente costretto dal

datore di lavoro all’inattività forzosa il risarcimento del danno non

patrimoniale da demansionamento può ben essere liquidato in via equitativa

con l’ammontare determinato dal giudice tenendo conto dell’esperienza e delle

competenze lavorative accumulate in servizio dal dipendente dequalificato per

un lungo periodo di tempo prima del recesso datoriale.

1756. 2013 – La Corte di Cassazione, con sentenza numero 23772 del 21

ottobre 2013, ha affermato la responsabilità del datore di lavoro ai sensi

dell’articolo 2087 Codice Civile per non avere posto riparo al pregiudizio ed al

disagio del dipendente che aveva opposto un rifiuto alla prassi aziendale di

attestare falsamente di essersi recato presso i contribuenti morosi per effettuare

le notifiche senza reperirli.

1757. 2013 – La Corte di Cassazione, con sentenza numero 23784 del 21

ottobre 2013, ha affermato che in tema di licenziamenti è da ritenersi legittima

la massima sanzione irrogata al lavoratore che artificiosamente rappresenta lo

svolgimento, da parte sua, di ore di lavoro straordinario mai effettuato.

1758. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. III, numero 46179 del 23

ottobre 2013 (Bernardi). Del tutto insostenibile appare la tesi difensiva circa la

natura del disagio psichico che occorrerebbe dimostrare per ritenere

configurabile il delitto in esame visto che, nell’interesse del ricorrente, si

vorrebbe ritenere necessaria l’emergenza di tracce cliniche di detto disagio. Da

un lato va comunque sottolineato che il perdurante e grave stato di ansia o di

paura, il fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto e

l’alterazione delle abitudini di vita costituiscono “eventi di danno

alternativamente contemplati dall’articolo 612 bis codice penale”.

1759. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione numero 24109 del 24 ottobre 2013.

Il medico, l’operatore sanitario, deve “perdere più tempo” con il paziente ed

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essere esaustivo nella spiegazione delle informazioni relative alla prestazione

sanitaria che intende erogare.

1760. 2013 – La Corte di Cassazione, con sentenza numero 24334 del 29

ottobre 2013, ha ricordato che il dipendente è tenuto a sindacare la legittimità

dell’ordine ricevuto e, se questo risulta illegittimo, non deve seguirlo essendo

egli consapevole che, altrimenti, andrebbe ad agire contro la legge. Per cui si

può licenziare senza preavviso il dipendente che obbedisce a un ordine illecito

di un superiore.

1761. 2013 – Legge numero 125 del 30 ottobre 2013 (di conversione con

modificazioni, del Decreto Legge numero 101 del 31 agosto 2013), recante

“disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione

nelle Pubbliche Amministrazioni”. Su Gazzetta Ufficiale numero 255 del 30

ottobre 2013. La Legge è intervenuta su taluni istituti che disciplinano il

rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici. La disposizione, inoltre, sembra

chiaramente indicare che, ai fini della fruizione “concreta” (la norma infatti

utilizza il termine di giustificato) del permesso da parte di tutti i dipendenti

pubblici (contrattualizzati e non), l’attestazione dovrà riportare, per il futuro,

anche l’orario relativo alla permanenza presso lo studio o struttura medica

anche privata. Infine, nell’adeguarsi all’orientamento finalizzato alla

utilizzazione dei sistemi digitali quali strumenti di risparmio, la nuova

disposizione prevede, inoltre, che l’attestato possa essere trasmesso dalle

strutture mediche mediante posta elettronica.

1762. 2013 – Sentenza della Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero

24801 del 5 novembre 2013. Il tema di responsabilità medica, l’inadempimento

contrattuale del sanitario deve essere valutato alla stregua dei doveri inerenti

allo svolgimento professionale.

1763. 2013 – Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza numero 25392 del

12 novembre 2013. E’ illegittimo il licenziamento del lavoratore che

reiteratamente ha rifiutato di indossare gli occhiali di protezione durante lo

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svolgimento della prestazione lavorativa all’interno del reparto produttivo, così

come previsto dal documento di valutazione dei rischi e da specifica

disposizione aziendale.

1764. 2013 – Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare. Legge

numero 96 del 6 agosto 2013, articolo 1, trasmesso alla Presidenza il 3

dicembre 2013. Schema di Decreto Legislativo recante attuazione della

Direttiva 2011/24/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo

2011, concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza

sanitaria transfrontaliera, nonché della Direttiva 2012/52/UE della

Commissione del 20dicembre 2012, comportante misure destinate ad agevolare

il riconoscimento delle ricette mediche emesse in un altro Stato membro.

1765. 2013 – Tribunale di Napoli – Sezione del Giudice per le Indagini

Preliminari – Ufficio 27. Ordinanza all’esito della opposizione conseguente

alla richiesta di archiviazione (art. 410c; 3-409cc; 2-5cpp). Querela con la

quale si denunciavano lesioni colpose (infezione Batterica post intervento

chirurgico) del 12 dicembre 2013. Proc. Num. 31741.10 RGNR; Proc. Num.

4311.11 R. Gip. Procedimento nrgnr 31741/2010 pendente innanzi al GIP

presso il Tribunale di Napoli, conseguente al decesso del Sig. ….. Accoglie

richiesta di archiviazione in data 13 febbraio 2014.

1766. 2013 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. III, numero 27751

dell’11 dicembre 2013. La prestazione corretta non giustifica le carenze del

Consenso Informato. Il medico ha il dovere e obbligo di informare il paziente

che sta per essere operato, soprattutto in casi in cui l’intervento è di elezione

(cioè non urgente), anche dei rischi legati a “eventi straordinari” che cioè si

verificano raramente. In particolare, l’obbligo di informazione circa le

conseguenze di un trattamento da parte del medico sussiste sempre, anche nei

casi in cui sia stato eseguito correttamente: un intervento anche se eseguito

correttamente non giustifica le carenze di un consenso informato.

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1767. 2014 – Sentenza del Tribunale di Latina, Sezione Lavoro, del 14 gennaio

2014. Causa sul demansionamento ex articolo 2103 Codice Civile.

1768. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. lavoro, numero 589 del

14 gennaio 2014. La sanzione massima dell’espulsione, cioè del licenziamento,

del lavoratore dall’azienda può essere correttamente irrogata solo secondo

criteri tassativi e pur sempre nel rispetto del principio di proporzionalità. E’

illegittimo il licenziamento inflitto per ragioni che non possono essere

qualificate giudizialmente come giusta causa.

1769. 2014 – Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza numero 796 del 16

gennaio 2014 (Presidente Vidiri, Relatore Blasutto). Il pubblico impiegato ha

diritto alle differenze di retribuzione per le superiori mansioni svolte anche se

non vi sia stato un provvedimento di assegnazione.

1770. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 2347 del

20 gennaio 2014. Il mancato consenso determina di per sé l’arbitrarietà del

trattamento e la sua rilevanza penale indipendentemente da una condotta

dannosa da parte del medico nei riguardi del paziente. Dato che il “consenso”

del paziente costituisce un presupposto di liceità del trattamento e che il

“consenso”, per legittimare il trattamento terapeutico, deve essere “informato”,

cioè espresso a seguito di una informazione completa, da parte del medico, dei

possibili effetti negativi della terapia o dell’intervento chirurgico, con le

possibili controindicazioni e l’indicazione della gravità degli effetti del

trattamento, il Consenso Informato ha come contenuto concreto la facoltà della

libera scelta del paziente al trattamento diagnostico terapeutico nel rispetto del

diritto del singolo alla salute, tutelato dall’articolo 32 della Costituzione: il

criterio di disciplina della relazione medico-malato è quello della libera

disponibilità del bene salute da parte del paziente in possesso delle capacità

intellettive e volitive, secondo una totale autonomia di scelte che può

comportare il sacrificio del bene stesso della vita e che deve essere sempre

rispettata dal sanitario. Ne deriva che la mancanza del consenso o un consenso

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viziato di nullità determina di per sé l’arbitrarietà del trattamento e la sua

rilevanza penale indipendentemente da una condotta dannosa da parte del

medico nei confronti del paziente. Cosicchè il giudizio sulla sussistenza della

colpa non presenta differenze di sorta a seconda che vi sia stato o no il

consenso informato del paziente. Infatti non è possibile fondare la colpa sulla

mancanza del consenso perché l’obbligo di acquisire il consenso informato non

integra una regola cautelare la cui inosservanza influisce sulla consapevolezza,

essendo l’acquisizione del consenso preordinata a evitare non già fatti dannosi

prevedibili (ed evitabili), bensì a tutelare il diritto alla salute e, soprattutto, il

diritto alla scelta consapevole in relazione agli eventuali danni che possano

derivare dalla scelta terapeutica in attuazione del richiamato articolo 32,

comma 2, della Costituzione. Quindi, il consenso informato non integra una

scriminante dell’attività medica poiché, espresso da parte del paziente a seguito

di una informazione completa sugli effetti e le possibili controindicazioni di un

intervento chirurgico, rappresenta solo un vero e proprio presupposto di liceità

dell’attività del medico che somministra il trattamento, al quale non è

attribuibile un generale diritto di curare a prescindere dalla volontà

dell’ammalato. Ciò a maggior ragione nel caso specifico, trattandosi di

chirurgia estetica che per sua natura non connotata dall’urgenza ma finalizzata

a migliorare l’aspetto fisico del paziente in funzione della sua vita di relazione.

1771. 2014 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 1361 del 23 gennaio

2014. La risarcibilità del danno da perdita della vita.

1772. 2014 – Con ordinanza numero 2047 depositata il 30 gennaio 2014 la

Corte di Cassazione ha affermato che l’assenza del lavoratore malato dal

domicilio è legittima in caso di emergenza. Con una interessante decisione la

Suprema Corte ha affermato che l’assenza del lavoratore ammalato dal

domicilio e la mancata preventiva comunicazione dell’allontanamento al suo

datore di lavoro è legittima, ove si accerti la recrudescenza della patologia che

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rende indifferibile l’uscita dall’abitazione per recarsi dal medico curante e

impraticabile la preventiva comunicazione dell’assenza al datore di lavoro.

1773. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 4968 del

31 gennaio 2014. In presenza di strutture aziendali complesse, la delega di

funzioni esclude la riferibilità di eventi lesivi ai deleganti se sono il frutto di

occasionali disfunzioni; quando invece sono determinate da difetti strutturali

aziendali e del processo produttivo, permane la responsabilità dei vertici

aziendali e quindi di tutti i componenti del consiglio di amministrazione. La

quarta sezione penale con la sentenza in epigrafe afferma che nelle imprese

gestite da società di capitali, gli obblighi inerenti alla prevenzione degli

infortuni ed igiene sul lavoro, posti dalla legge a carico del datore di lavoro,

gravano indistintamente su tutti i componenti del consiglio di amministrazione.

Infatti, anche di fronte alla presenza di una eventuale delega di gestione

conferita ad uno o più amministratori, specifica e comprensiva dei poteri di

deliberazione e spesa, tale situazione può ridurre la portata della posizione di

garanzia attribuita agli ulteriori componenti del consiglio, ma non escluderla

interamente, poiché non possono comunque essere trasferiti i doveri di

controllo sul generale andamento della gestione e di intervento sostitutivo nel

caso di mancato esercizio della delega. In sostanza, in presenza di strutture

aziendali complesse, la delega di funzioni esclude la riferibilità di eventi lesivi

ai deleganti se sono il frutto di occasionali disfunzioni; quando invece sono

determinate da difetti strutturali aziendali e dal processo produttivo, permane la

responsabilità dei vertici aziendali e quindi di tutti i componenti del consiglio

di amministrazione. Diversamente opinando, si violerebbe il principio del

divieto di totale derogabilità della posizione di garanzia, il quale prevede che

pur sempre a carico del delegante permangano obblighi di vigilanza ed

intervento sostitutivo. In conclusione, anche in presenza di una delega di

funzioni ad uno o più amministratori (con specifiche attribuzioni in materia di

igiene del lavoro), la posizione di garanzia degli altri componenti del consiglio

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non viene meno, pur in presenza di una struttura aziendale complessa e

organizzata, con riferimento a ciò che attiene alle scelte aziendali di livello più

alto in ordine alla organizzazione delle lavorazioni che attingono direttamente

la sfera di responsabilità del datore di lavoro.

1774. 2014 – Sentenza Corte d’Appello di Milano, sezione lavoro. La sentenza

della Corte d’Appello del Comune di Milano, sezione lavoro, richiamando

anche la sentenza della Corte di Cassazione, a sezioni riunite, numero 907 del

2007, ha accolto l’appello di alcuni lavoratori della Polizia Municipale del

Comune di Rho riconoscendo il diritto ai lavoratori turnisti, che prestano

servizio in un giorno festivo infrasettimanale, a percepire l’indennità di turno

(articolo 22 del CCNL del 14 settembre 2000) e contemporaneamente, a

richiesta del dipendente, a equivalente riposo compensativo o alla

corresponsione del compenso per lavoro straordinario con la maggiorazione

prevista per il lavoro straordinario festivo. Nelle motivazioni la sentenza

chiarisce come tale istituto contrattuale (articolo 24 comma 2 del CCNL del 14

settembre 2000) sia valido per tutti i lavoratori, turnisti e non turnisti.

1775. 2014 – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della

Funzione Pubblica, Circolare numero 2 del 4 febbraio 2014. E’ stata pubblicata

sulla Gazzetta Ufficiale numero 85 dell’11 aprile 2014 la circolare numero

2/2014 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della

Funzione Pubblica, registrata alla Corte dei Conti il 19 marzo 2014, numero

787, diretta a tutte le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2,

del Decreto Legislativo numero 165 del 2001 per con la quale si forniscono

indirizzi applicativi della disposizione in materia di malattia dei pubblici

dipendenti prevista dalla Legge numero 125 del 30 ottobre 2013, pubblicata

nella Gazzetta Ufficiale numero 255 del 30 ottobre 2013, che ha convertito in

Legge con modifiche il Decreto-Legge numero 101 del 31 agosto 2013, recante

“Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione

nelle pubbliche amministrazioni”. La Legge di Conversione, modificando il

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citato Decreto-Legge, infatti, introduce una disposizione in materia di assenze

per malattia dei pubblici dipendenti al fine di contrastare il fenomeno

dell’assenteismo nelle amministrazioni. In particolare, l’articolo 4, comma 16-

bis, del Decreto, in vigore dal 31 ottobre 2013, ha novellato il comma 5-ter

dell’articolo 55-septies del Decreto Legislativo numero 165 del 30 marzo

2001, sulle assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami

diagnostici dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, mentre resta

invariato il regime della giustificazione dell’assenza di cui al comma 1 del

medesimo articolo. Il citato articolo 55-septies, comma 5-ter, del Decreto

Legislativo 165 del 2001, come novellato, prevede che “nel caso in cui

l’assenza per malattia abbia luogo per l’espletamento di visite, terapie,

prestazioni specialistiche od esami diagnostici il permesso è giustificato

mediante la presentazione di attestazione, anche in ordine all’orario, rilasciata

dal medico o dalla struttura, anche privati, che hanno svolto la visita o la

prestazione o trasmesse da questi ultimi mediante posta elettronica”. Si tratta

dell’autocertificazione della propria presenza nella struttura sanitaria pubblica

o privata e se la struttura rilascia un’attestazione , questa dovrà contenere la

qualifica del soggetto che la redige e l’orario di entrata e di uscita del

dipendente ma, ovviamente, nessun riferimento alla diagnosi perché non si

tratta di una certificazione di malattia.

1776. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezione lavoro, numero 2455 del 4

febbraio 2014. La sentenza in oggetto offre numerosi spunti di riflessione sul

tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro. Il generale, nel nostro

ordinamento, è onere del datore di lavoro (o della persona da lui nominata)

provvedere alla sorveglianza diretta dei sottoposti, al fine di evitare che gli

stessi operino senza quelle precauzioni necessarie a garantire la loro sicurezza.

Ciò poiché il datore di lavoro è sempre responsabile nei confronti del

lavoratore, sia quando quest’ultimo ometta di adottare le opportune precauzioni

(ad esempio, indossando caschetto, occhiali, calzature e guanti protettivi), sia

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quando il primo ometta del tutto la vigilanza circa l’adeguamento dei

dipendenti alla normativa vigente. Il datore di lavoro va esente da

responsabilità solo nel caso in cui venga integrato il c.d. “rischio elettivo”,

intendendosi con tale termine la circostanza per cui, con un comportamento

assolutamente imprevedibile e abnorme, il dipendente agisce provocando danni

a se stesso e ad altri. L’onere di provare la sussistenza del rischio elettivo grava

sul datore di lavoro. …… Se dagli atti di causa, attinti anche dal correlato

procedimento penale, risulta che il lavoratore svolgeva la propria attività senza

indossare né osservare idonee misure di prevenzione, allora la responsabilità

dell’infortunio resta totalmente a carico del datore di lavoro. Relativamente al

riparto di responsabilità tra datore e altri responsabili afferma la Suprema Corte

che “ai fini della ripartizione di responsabilità stabilita, in via gerarchica, tra

datore di lavoro, dirigenti e preposti, la figura del preposto ricorre nel caso in

cui il datore di lavoro, titolare di una attività aziendale complessa ed estesa,

operi per deleghe secondo vari gradi di responsabilità e, presuppone uno

specifico addestramento a tale scopo oltre al riconoscimento, con mansioni di

caposquadra, della direzione esecutiva di un gruppo di lavoratori e dei relativi

poteri per l’attribuzione di compiti operativi nell’ambito dei criteri prefissati”.

….. Fonte: www.StudioCataldi.it

1777. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, numero 5684 del 5

febbraio 2014. Nel caso di specie, all’imputato era sta contestata la

cooperazione nel delitto di lesioni personali colpose, per aver partecipato a due

interventi chirurgici effettuati dal primario del suo reparto a un paziente che

aveva subito una appendicectomia da cui era sorta una emorragia post-

operatoria. In particolare, al paziente il primario eseguiva un intervento con

l’assistenza in qualità di aiuto dell’imputato; persistendo l’emorragia, lo stesso

giorno fu eseguito un altro intervento sempre dal primario, avendo come aiuto

un altro medico e come assistente l’imputato. Il primo intervento del primario

aveva leso la milza, per cui il secondo era consistito nell’asportazione di

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questa, cagionandosi così, inoltre, laparocele al paziente. Il Tribunale aveva

assolto l’imputato per non aver commesso il fatto, ritenendo che nella sua

qualità non gli era addebitabile alcun comportamento colposo che avesse

contribuito alla causazione delle lesioni; dichiarava invece colpevole il

primario. La Corte d’Appello aveva dichiarato non doversi procedere nei

confronti di tutti gli imputati per essersi il reato loro ascritto estinto per

intervenuta prescrizione; di qui il ricorso in Cassazione alla Quarta Sezione

Penale, che annullava con rinvio. Interessante lo svolgimento ….. La Corte

d’Appello ha ritenuto il reato estinto per intervenuta prescrizione reputando,

per quanto riguarda la posizione del ricorrente, l’inapplicabilità dell’articolo

129 codice procedura penale, comma 2 (vale a dire, quando ricorre una causa

di estinzione del reato ma dagli atti risulta evidente che il fatto non sussiste, il

giudice pronuncia sentenza di assoluzione), perché “nella sua veste di aiuto

aveva il dovere di dissociarsi dalla conduzione della operazione facendo

rilevare il suo dissenso sul diario clinico”.

1778. 2014 – Retribuzione del “tempo tuta” quale orario di lavoro – Con

sentenza numero 2837 del 7 febbraio 2014 la Cassazione ha affermato che, al

tempo impiegato dal lavoratore per indossare gli abiti da lavoro, tempo

quest’ultimo estraneo a quello destinato alla prestazione lavorativa finale, il

datore di lavoro deve corrispondere una retribuzione aggiuntiva. La Suprema

Corte ha chiarito come, proprio il tempo impiegato per indossare la divisa,

debba essere retribuito esclusivamente laddove tale operazione sia diretta dal

datore di lavoro, il quale ne disciplina il tempo e il luogo di esecuzione, ovvero

si tratti di operazioni di carattere strettamente necessario ed obbligatorio per lo

sviluppo dell’attività lavorativa.

1779. 2014 – Messaggio dell’INPS numero 2467 del 16 febbraio 2014 con cui

modifica le precedenti istruzioni fornite in vigore dal 2007. Un solo riscatto per

volta: quello del corso di laurea o quello di congedo parentale fuori dal

rapporto di lavoro. Entrambi, e per gli stessi periodi, non possono essere

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cumulati, sia che si tratti di richieste di lavoratori del settore privato che di

dipendenti pubblici.

1780. 2014 – Dlgs numero 19 del 19 febbraio 2014 pubblicato sulla Gazzetta

Ufficiale numero 57 del 10 marzo 2014. Attuazione della Direttiva

2010/32/UE che attua l’accordo quadro, concluso da HOSPEEM e FSESP, in

materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e

sanitario che disegna le regole per garantire la massima sicurezza possibile

negli ambienti di lavoro sanitari, grazie alla prevenzione delle ferite provocate

da tutti i tipi di dispositivi medici taglienti (punture di ago comprese) e alla

protezione dei lavoratori a rischio nel settore ospedaliero e sanitario. Un

fenomeno, quello delle ferite e delle punture o tagli accidentali, che secondo la

relazione al provvedimento coinvolge ogni anno, in Europa, circa un milione di

operatori (in Italia sarebbero 130.000), soprattutto in servizio nei reparti di

degenza. Previste anche sanzioni per i datori di lavoro inadempienti che

potranno essere arrestati da tre a sei mesi o puniti amministrativamente con

multe da 2.740,00 euro a 7.014,40 euro per non aver valutato bene i rischi e

non aver previsto misure di prevenzione specifiche.

1781. 2014 – Disegno di Legge numero 1324 “ OMNIBUS “ presentato dal

Ministro della Salute Lorenzin, XVII Legislatura, comunicato alla presidenza

del Senato il 21 febbraio 2014. Deleghe al Governo in materia di

sperimentazione clinica dei medicinali e aggiornamento dei livelli essenziali di

assistenza per prestazioni di controllo di dolore nel parto, di enti vigilati dal

Ministero della Salute, di sicurezza degli alimenti, di sicurezza veterinaria,

nonché disposizioni di riordino delle professioni sanitarie, di tutela della salute

umana e di benessere animale. Il Ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, ha

presentato al Consiglio dei Ministri un Disegno di Legge “OMNIBUS”

contenente varie norme di interesse sanitario tra cui, al Capo II – articolo 3 – il

complessivo riordino della disciplina degli Ordini delle professioni sanitarie di

medico-chirurgo, di odontoiatra, di medico veterinario e di farmacista, biologo,

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psicologo, comprendente la trasformazione degli albi delle professioni sanitarie

infermieristiche, di ostetrica e dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle

professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, in

Ordine. Il testo licenziato dal Consiglio dei Ministri ora approda al Senato per

iniziare l’iter legislativo di approvazione.

1782. 2014 – Sentenza numero 483 del Tribunale Ordinario di Pescara del 24

febbraio 2014. Lascia molto perplessi la sentenza del Tribunale di Pescara che

rinvia a giudizio due professioniste infermiere, per lesioni colpose cagionate a

seguito di dimenticanza, nel corso di un intervento chirurgico, di una garza

nell’addome di un paziente, mentre viene archiviata la posizione del chirurgo.

Afferma il Tribunale di Pescara che “il conteggio delle garze, l’accurata

ispezione delle viscere esposte e l’utilizzo di tecniche, pure empiriche, idonee a

scongiurare fatti gravi e incresciosi come quello accaduto, attengono alla

diretta responsabilità degli operatori”. Essendo tratte a giudizio solo le

due infermiere è evidente che con la locuzione “operatori” si faccia

riferimento proprio alla figura professionale dell’infermiere.

L’affermazione che “l’accurata ispezione delle viscere esposte” attenga alla

responsabilità diretta degli operatori è manifestamente errata. Tutta la parte del

campo operatorio direttamente a contatto con il paziente attiene, in realtà, alla

responsabilità diretta del chirurgo primo operatore. Condivisibile invece è il

richiamo alla responsabilità del conteggio delle garze e dell’utilizzo delle

tecniche per scongiurare il fatto. Più che tecniche empiriche si tratta infatti di

rispetto di precise Raccomandazioni ministeriali e di rigorose check list che lo

stesso ospedale aveva recepito con apposita delibera e che impongono precise

attività da svolgersi prima di iniziare l’intervento, durante l’intervento, a fine

intervento e nell’eventuale cambio dell’operatore o del chirurgo. La

Raccomandazione ministeriale in questione è la numero 2 del marzo 2008:

“Prevenire la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno

del sito chirurgico”. Recepita aziendalmente, puntualizza minuziosamente la

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procedura della preparazione e del conteggio nonché le sue modalità. Non sono

emerse durante la fase di chiusura discrepanze di sorta né quindi furono

riferite. “E’ incontrovertibile, motiva il Tribunale di Pescara, che spettasse

all’infermiere di sala operatoria e strumentista il compito della conta delle

garze. Se il conteggio delle garze – continua la motivazione della sentenza

– ad opera delle imputate fosse stato effettuato correttamente, il paziente

“non avrebbe subito le conseguenze oggetto del secondo intervento di

rimozione della garza e non solo”. Puntualizza il giudice abruzzese che

“Nessun dubbio sussiste circa la nozione e la durata della malattia procurata

dal corpo estraneo abbandonato nell’addome del paziente” perché, dopo

l’intervento, “il paziente fu soggetto ad uno stato di sofferenza acuto e

continuativo, protrattosi per settimane e tale da averlo costretto ad un secondo

ricovero, a sottoporsi ad accertamenti diagnostici invasivi, a sottoporsi in

occasione del terzo ricovero all’intervento chirurgico di estrazione della garza,

a subire le conseguenze invasive del secondo intervento almeno per due mesi

dopo”. L’azione lesiva del corpo estraneo è stata particolarmente importante

tale da portare alla necessità di amputazione di una parte di intestino. Risulta

quindi pienamente provato il nesso di causalità tra lo “stato di malattia del

paziente” e la presenza del corpo estraneo che ne ha determinato in “via

esclusiva” lo stato morboso. “Se le imputate avessero tenuto la condotta lecita

l’evento, che doveva ritenersi evitabile, non si sarebbe verificato. E, invece,

l’evento si è verificato per effetto della condotta omissiva delle imputate (aver

lasciato una delle garze laparotomiche all’interno delle viscere)”. Conclude il

Tribunale di Pescara affermando che la condotta delle due imputate è stata

“gravemente negligente, imprudente e imperita” soprattutto in relazione alla

“virtuosa pratica terapeutica” delineata dalle Raccomandazioni ministeriali

recepite aziendalmente. Le sentenze di responsabilità professionale legate allo

smarrimento e alla dimenticanza di corpi estranei durante un intervento

chirurgico sono sostanzialmente riconducibili, all’interno della individuazione

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delle responsabilità dell’èquipe operatorie, in base a tre diversi filoni

giurisprudenziali riconducibili sostanzialmente a: 1) La responsabilità

riconosciuta solo al primo operatore chirurgico – medico – o, al più, estesa al

secondo operatore chirurgico sulla base del presupposto che competa al

chirurgo l’ispezione del campo operatorio a fine intervento. Questo

orientamento – storico e tradizionale – teneva principalmente conto della

natura “ausiliaria” della professione infermieristica e del riconosciuto ruolo

principale rispetto al ruolo “strumentale” attribuito alla professione

infermieristica. Ricordiamo che il mansionario degli infermieri attribuiva agli

stessi l’assistenza al medico nelle varie attività di reparto e di sala operatoria.

Assistenza al medico, dunque, non attività autonoma di collaborazione. 2) La

responsabilità riconosciuta al primo operatore, all’infermiere strumentista e,

talvolta, all’infermiere di sala operatoria. E’, verosimilmente, l’orientamento

attualmente prevalente e più in linea con i contesti di una èquipe professionale.

Si basa, non sempre però, sul principio dell’affidamento quale elemento

regolatore della responsabilità di èquipe. 3) La responsabilità riconosciuta in

capo alla solo èquipe infermieristica – infermiere strumentista e infermiere di

sala – atteso il riconosciuto ruolo di preparazione preoperatoria e di

collaborazione intraoperatoria cristallizzato oggi da Raccomandazioni

ministeriali e check list. E’ un filone giurisprudenziale minoritario della

giurisprudenza di merito e che non risulta mai essere confermato dalla Corte di

Cassazione. La sentenza del Tribunale di Pescara appartiene al filone

giurisprudenziale sub 3). Due ultime notazioni. La prima legata alla

inapplicabilità, nel caso di specie, della Legge Balduzzi. L’inosservanza

della Raccomandazione ministeriale, pubblicata dall’A.G.E.N.A.S.

(Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali) all’interno dell’Osservatorio

delle Buone Pratiche determina l’inapplicabilità dell’esenzione dalla

responsabilità penale per colpa lieve introdotta dalla Legge c.d. Balduzzi,

ex articolo 3 della Legge 189/2012 in quanto è inosservanza a buona

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pratica. Come è noto tale articolo esenta da responsabilità il professionista

sanitario che nello svolgimento della propria attività si attenga a Linee

Guida e Buone Pratiche. La seconda notazione è invece collegata proprio

al grado di colpa riconosciuto e ai suoi profili assicurativi: non vi è

copertura assicurativa ordinaria per i casi di colpa grave.

1783. 2014 – Corte di Cassazione. Sezione Lavoro. Sentenza numero 4724

dell’8 gennaio – 27 febbraio 2014. Licenziamento disciplinare: il principio di

tempestività spiegato dalla Suprema Corte di Cassazione. Con sentenza dell’11

marzo 2011, la Corte d’Appello di Roma dichiarava l’illegittimità del

licenziamento intimato ad un dipendente di un noto istituto di credito italiano,

per avere quest’ultimo, in qualità di proprio datore di lavoro, formalizzato una

contestazione disciplinare senza, tuttavia, rispettare il principio di tempestività

come disciplinato dall’articolo 7 del D.P.R. 300/1970, con conseguente

condanna dello stesso alla reintegrazione del predetto nel posto di lavoro ed al

risarcimento del danno commisurato alle retribuzioni globali dal recesso alla

reintegra. “Nella fattispecie in esame, correttamente la Corte del merito ha

ritenuto in violazione del principio di tempestività e quindi tardiva la

contestazione disciplinare, (…..) non poteva ritenersi giustificata una

contestazione effettuata dopo un lasso di tempo non idoneo a garantire

un’efficace esplicazione del diritto di difesa dell’interessato, in considerazione

dell’epoca risalente di commissione dei fatti addebitati”.

1784. 2014 – Suprema Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza numero

4866 del 28 febbraio 2014. Giusto il licenziamento di chi ha lavorato con

mansioni di massoterapista senza produrre documentazione di titolo idoneo

alla prestazione richiesta. Si ravvisano giusti motivi per compensare tra le parti

le spese del presente giudizio, atteso che solo recentemente si è formato un

orientamento della giurisprudenza di legittimità su questa peculiare fattispecie.

1785. 2014 – Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Salute e

del Ministro per gli Affari Europei, ha approvato il Decreto Legislativo di

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recepimento della Direttiva 2011/24/UE in data 28 febbraio 2014 relativa

all’assistenza sanitaria transfrontaliera. La Direttiva elimina gli ostacoli che

impediscono ai pazienti di curarsi in altri Paesi dell’Unione Europea

formalizzando il diritto di recarsi n uno Stato membro diverso da quello di

appartenenza per curarsi ed ottenere, al proprio rientro, il rimborso delle spese

sostenute. La Direttiva integra gli attuali regolamenti comunitari eliminando la

necessità di autorizzazione preventiva per recarsi ed ottenere cure al di fuori

del proprio Stato di appartenenza, con alcune limitate esclusioni: l’assistenza a

lungo termine, nonché quella relativa all’assegnazione e accesso agli organi ai

fini dei trapianti e quella relativa ai programmi pubblici di vaccinazione contro

le malattie contagiose.

1786. 2014 – Sentenza numero 4984 del 4 marzo 2014 – Corte di Cassazione –

licenziamento per l’illecito utilizzo del permesso ex articolo 33 della Legge

104/1992. Va licenziato chi usa il permesso della “104” per andare in

vacanza invece che dal familiare malato. Il datore può far pedinare il

dipendente da un detective per provare l’illecito utilizzo del beneficio per

l’assistenza ai congiunti. Sentenza choc della Cassazione. Lo Statuto dei

Lavoratori, Legge 300/70, sancisce il divieto di “spiare” i dipendenti. Questo

divieto però sussiste soltanto sul luogo di lavoro e solo quando è rivolto a

vigilare sull’attività lavorativa vera e propria. Quando invece sussiste la tutela

del patrimonio aziendale e si è fuori dall’unità produttiva detto divieto decade

e, come sancito dalla Cassazione, il datore di lavoro può utilizzare anche un

detective per “spiare” i propri dipendenti. Nel caso di specie è stata ritenuta

valida questa motivazione per confermare il licenziamento di un dipendente

che usufruiva per permessi previsti dalla Legge 104 non per assistenza a

persona disabile o invalida ma bensì per effettuare le proprie ferie. Per la

Cassazione, quindi, il controllo finalizzato all’accertamento dell’utilizzo

improprio dei permessi della Legge “104” (del 1992) non riguarda

l’adempimento della prestazione lavorativa in sé, poiché viene effettuato al di

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fuori dell’orario di lavoro e in fase di sospensione dell’obbligazione principale

lavorativa. Per cui avvalersi di “detective-spia” è pienamente legittimo. E’

bene precisare inoltre che già in passato era stato sancito che l’illecito utilizzo

dei permessi potrebbe avere dei risvolti penali. Per quanto insomma possano

sovvenire dei dubbi, certo non sul licenziamento per l’uso illecito dei permessi

quanto sull’usanza di far “pedinare” il dipendente, la prassi è assolutamente

lecita, almeno per la Cassazione. … L’abuso del diritto, così inteso, può

dunque avvenire sotto forme diverse a seconda del rapporto cui esso inerisce

sicchè, con riferimento al caso di specie, rileva la condotta contraria alla buona

fede o, comunque, lesiva della buona fede altrui, nei confronti del datore di

lavoro che, in presenza di un abuso del diritto al permesso, si vede privato

ingiustamente della prestazione lavorativa del dipendente e sopporta comunque

una lesione (la cui gravità va valutata in concreto) dell’affidamento da lui

riposto nel medesimo, mentre rileva l’indebita percezione dell’indennità e lo

sviamento dell’intervento assistenziale nei confronti dell’ente di previdenza

erogatore del trattamento economico. In base al descritto criterio della funzione

deve ritenersi verificato un abuso del diritto potestativo allorché il diritto venga

esercitato, come nella specie, non per l’assistenza al familiare bensì per

attendere ad altra attività. La condotta del ricorrente si è posta in contrasto con

la finalità della norma su richiamata e, pertanto, la sua connotazione di abuso

del diritto e la idoneità, in forza del disvalore sociale alla stessa attribuibile, a

ledere irrimediabilmente il rapporto fiduciario e, correttamente, sono state

ritenute dal giudice del gravame capaci di integrare il comportamento posto dal

datore a fondamento della sanzione disciplinare. Inoltre il ricorrente ha violato,

attraverso l’abuso del relativo diritto, la finalità assistenziale allo stesso

connessa e la condotta posta in essere è stata, pertanto, coerentemente ritenuta

capace di integrare, anche sotto il profilo dell’elemento intenzionale, un

comportamento idoneo alla ravvisabilità della giusta causa del recesso, sia

perché le eventuali convinzioni personali del ricorrente di potere fare

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affidamento in una prassi consolidata, o nella collaborazione di una badante,

sono del tutto irrilevanti in presenza di comportamento che ha compromesso

irrimediabilmente il vincolo fiduciario, sia perché la sospensione dell’attività

lavorativa era consentita, come chiarito in sentenza, solo per la finalità

assistenziale garantita dal permesso.

1787. 2014 – La Corte di Giustizia Europea, con sentenza numero C-595/12

pubblicata il 6 marzo 2014, ha stabilito che un trattamento meno favorevole

riservato ad una donna per ragioni collegate alla gravidanza o al congedo per

maternità costituisce una discriminazione basata sul sesso. In particolare, una

lavoratrice in congedo obbligatorio di maternità non può essere esclusa da un

corso di formazione proprio a causa della fruizione del congedo obbligatorio in

quanto questo costituisce un trattamento contrario al diritto dell’Unione. La

Corte ha espressamente ribadito che la maternità non deve in alcun modo

penalizzare la carriera della donna lavoratrice.

1788. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione, Sezione lavoro, numero 5565

dell’11 marzo 2014. Solo gli infermieri che prestano effettivamente servizio

per un intero turno nelle terapie intensive, sub intensive e nelle sale operatorie

hanno diritto alla specifica indennità di rischio e disagio prevista dall’articolo

44, comma 6, lettere a) e b) del CCNL dell’1 settembre 1995. L’articolo si

interpreta nel senso che l’indennità spetta esclusivamente al personale

infermieristico operante nei servizi di terapia intensiva e sub intensiva. Il rinvio

alla contrattazione decentrata conferma ulteriormente che solo i contraenti

collettivi, in sede decentrata, possono, confermando la volontà negoziale ai

limiti di spesa, ampliare gli aventi diritto all’indennità di rischio e disagio in

esame. E’ questa l’opinione della Suprema Corte che con la sentenza ha

cassato con rinvio la pronuncia del Tribunale di Cassino che aveva accolto la

domanda di un’infermiera del pronto soccorso.

1789. 2014 – Scelta dei lavoratori da mettere in mobilità –

Con sentenza numero 6112 del 17 marzo 2014 la Cassazione ha affermato che,

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nella scelta dei lavoratori da inserire nelle liste di mobilità al termine della

procedura, il datore di lavoro non può limitarsi a considerare soltanto il

personale di un reparto (quand'anche soppresso) ma deve estendere l'esame,

circa i lavoratori da individuare, all'intera azienda se il personale dello stesso

reparto può lavorare anche altrove.

1790. 2014 – La Corte di Cassazione, con la sentenza numero 8450 del 10

aprile 2014, ha ricordato che “il licenziamento dell’invalido assunto in base

alla normativa sul collocamento obbligatorio segue la generale disciplina

normativa e contrattuale solo quando è motivato dalla comune ipotesi di giusta

causa e giustificato motivo mentre, quando è determinato dall’aggravamento

dell’infermità che ha dato luogo al collocamento obbligatorio, è legittimo solo

in presenza delle condizioni previste dalla Legge numero 482 del 1968,

articolo 10, ossia la perdita totale della capacità lavorativa o la situazione di

pericolo per la salute e l’incolumità degli altri lavoratori o per la sicurezza

degli impianti, accertati dall’apposita commissione medica”.

1791. 2014 – La Corte di Cassazione, con la sentenza numero 8804 del 15

aprile 2014, ha ricordato che “al fine dell’accertamento della responsabilità, di

natura contrattuale, del datore di lavoro di cui all’articolo 2087 Codice Civile,

incombe sul lavoratore che lamenti di aver subito, a causa dell’attività

lavorativa svolta, un danno alla salute l’onere di provare l’esistenza di tale

danno, come pure la nocività dell’ambiente di lavoro, nonché il nesso tra l’uno

e l’altro elemento, mentre grava sul datore di lavoro, una volta che il lavoratore

abbia provato le predette circostanze, l’onere di provare di aver fatto tutto il

possibile per evitare il danno, ovvero di aver adottato tutte le cautele necessarie

per impedire il verificarsi del danno medesimo”.

1792. 2014 – Regolamento numero 536/2014 del 16 aprile 2014. Regolamento

(UE) numero 536/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo del

16 aprile 2014 sulla sperimentazione clinica di medicinali per uso umano e che

abroga la Direttiva 2001/20/CE.

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1793. 2014 – Decreto Legislativo numero 69 del 17 aprile 2014. Disciplina

sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del Regolamento (CE)

numero 1107/2009 relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari

e che abroga le Direttive numero 79/117/CEE e numero 91/414/CEE, nonché

del Regolamento (CE) numero 547/2011 che attua il Regolamento (CE)

numero 1107/2009 per quanto concerne le prescrizioni in materia di

etichettatura dei prodotti fitosanitari (14G00080). Pubblicata nella Gazzetta

Ufficiale numero 103 del 6 maggio 2014.

1794. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione, Sez. V, numero 20531 del 19

maggio 2014. Stalking, stato patologico, stress, ansia perdurante, equilibrio

psicofisico. Il perdurante e grave stato di ansia o di paura, il fondato timore per

l’incolumità propria o di un prossimo congiunto e l’alterazione delle abitudini

di vita costituiscono eventi di danno alternativamente contemplati dall’articolo

612 bis c.p. Peraltro, ai fini della integrazione del reato di atti persecutori non

si richiede l’accertamento di uno stato patologico, ma è sufficiente che gli atti

ritenuti persecutori abbiano un effetto destabilizzante della serenità e

dell’equilibrio psicologico della vittima, considerato che la fattispecie

incriminatrice di cui all’articolo 612 bis c.p. non costituisce una duplicazione

del reato di lesioni (articolo 582 c.p.), il cui evento è configurabile sia come

malattia fisica che come malattia mentale e psicologica.

1795. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione numero 14756 del 30 giugno 2014.

Ha affermato – in merito all’ipotesi in cui l’azione di accertamento viene

proposta, in via preventiva, al fine di verificare se il comportamento tenuto dal

lavoratore sia talmente grave da ledere l’elemento fiduciario che sta alla base

del rapporto di lavoro e, conseguentemente, idoneo a giustificare il

licenziamento – che “l’interesse ad agire, previsto quale condizione dell’azione

dall’articolo 100 Codice Procedura Civile, con disposizione che consente di

distinguere fra le azioni di mera iattanza e quelle oggettivamente dirette a

conseguire il bene della vita consistente nella rimozione dello stato di giuridica

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incertezza in ordine alla sussistenza di un determinato diritto, va identificato in

una situazione di carattere oggettivo derivante da un fatto lesivo, in senso

ampio, del diritto e consistente in ciò che senza il processo e l’esercizio della

giurisdizione l’attore soffrirebbe un danno, sicchè esso deve avere

necessariamente carattere attuale, poiché solo in tal caso trascende il piano di

una mera prospettazione soggettiva assurgendo a giuridica ed oggettiva

consistenza, e resta invece conseguentemente escluso quando il giudizio sia

strumentale alla soluzione soltanto in via di massima o accademica di una

questione di diritto in vista di situazioni future o meramente ipotetiche”. Fonte

– Cassazione: inammissibilità dell’azione giudiziaria di accertamento in via

preventiva dei comportamenti illeciti dei dipendenti (www.StudioCataldi.it).

1796. 2014 – Sentenza Corte di Cassazione dell’8 luglio 2014, Sezione IV,

numero 7346. La limitazione della responsabilità in caso di colpa lieve prevista

dall’articolo 3 del D.L. numero 158 del 13 settembre 2012 (convertito in Legge

numero 189 dell’8 novembre 2012), opera soltanto per le condotte

professionali conformi alle Linee Guida contenenti regole di perizia, ma non si

estende agli errori diagnostici connotati da negligenza o imperizia.

1797. 2014 – Sentenza del Tribunale di Roma del 16 luglio 2014. Sentenza di

condanna per un infermiere (omicidio colposo) perché il sovraffollamento del

Pronto Soccorso non giustifica errori di attribuzione del codice.

1798. 2014 – Mozione numero 1-00561 presentata da Antezza Maria, testo di

giovedì 24 luglio 2014, seduta numero 271 sulla Proposta di Legge numero

141 del 15 marzo 2013. Disposizioni concernenti la realizzazione di reparti di

terapia intensiva aperta.

1799. 2014 – Legge numero 144 dell’11 agosto 2014. L’articolo 4 delle Legge

numero 144 dell’11 agosto 2014 sulla mobilità volontaria ed obbligatoria tiene,

da tempo, in ostaggio gli infermieri italiani nelle loro aziende di appartenenza

rendendo un’odissea il ritorno in “patria”. Se prima, per l’accesso alla mobilità,

era necessario solo il nulla osta dell’azienda ricevente, lasciando un massimo

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di tre mesi all’amministrazione cedente per ricercare una sostituzione, con la

Legge citata il trasferimento può essere bloccato se manca l’assenso

dell’amministrazione di appartenenza. Eppure le ASL potrebbero avvalersi

dell’articolo 31 comma 1 del CCNL integrativo del 20 settembre 2001 e

procedere all’assunzione provvisoria di personale a tempo determinato, magari

attingendo dalle graduatorie aperte. Si ha l’impressione, invece, che le ASL

abbiano trovato, nella nuova regolamentazione delle mobilità, un modo

“legale” per non assumere mentre gli infermieri pagano con il “sequestro” le

politiche del blocco delle assunzioni.

1800. 2014 – Sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, numero

36229 del 27 agosto 2014 (udienza del 29 aprile 2014). Il controllo delle garze

e di tutti i materiali usati a fine intervento è un compito dell’intera equipe che

vede l’attivo coinvolgimento di tutti i soggetti che hanno partecipato

all’intervento e tale controllo ha carattere “plurale”. Siamo quindi oltre

all’usuale riferimento del principio dell’affidamento secondo il quale ogni

professionista deve contare sul corretto adempimento degli altri soggetti

dell’equipe tenuti all’osservanza delle regole di condotta. Il principio

dell’affidamento presuppone la segmentazione dell’attività, l’attribuzione a

ciascuno di una parte del processo professionale: in questa ottica ognuno è

responsabile di quanto esegue e gli altri membri dell’equipe si “fidano” di

quanto compiuto dall’azione altrui. Intervengono solo laddove ravvisano

l’errore. Nelle attività plurali non vi sono divisioni segmentarie dell’attività:

sono “plurali” in quanto competono a tutti i membri dell’equipe che devono

interagire fra di loro. La conta delle garze quindi presuppone un’attività

“plurale”, orizzontale, non gerarchica tesa al raggiungimento dello scopo

“sicurezza”. Per usare le parole della Corte nelle precedenti pronunce è attività

“corale” che riguarda “quelle fasi dell’intervento chirurgico in cui ognuno

esercita il controllo del buon andamento di esso, non si può addebitare all’uno

l’errore dell’altro e viceversa” (Sentenza Corte di Cassazione Penale, Sezione

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IV, numero 36580 del 21 settembre 2009). I componenti dell’equipe diventano,

in questi casi, “un gruppo di professionisti sostanzialmente equivalenti e

paritetici” e non gruppi retti dai principi gerarchici, del tutto inidonei a

raggiungere l’obiettivo sicurezza. Nella stessa check list ministeriale è

confermato il carattere “plurale” laddove viene specificato, nella fase “sign

out” che “l’infermiere conferma verbalmente insieme ai componenti

dell’equipe il conteggio finale di garze, bisturi, aghi e altro strumentario

chirurgico”. Conferma verbalmente “insieme” agli altri componenti e non

“comunica agli altri componenti”. Ogni membro dell’equipe mantiene un ruolo

interagendo con gli altri. La Suprema Corte è stata chiara sul punto.

Comunicazione dei vari conteggi e assenso comune del risultato finale sono

proprio le caratteristiche dell’attività che i supremi giudici assumono proprio

come plurale.

1801. 2014 – Sentenza del Tribunale di Milano, Sezione Lavoro, del 23

settembre 2014. Causa per demansionamento ex articolo 2103 del Codice

Civile.

1802. 2014 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 47289 del 9 ottobre

2014, sezione IV. “Le Linee Guida (….) non indicano una analitica, automatica

successione di adempimenti ma propongono solo direttive generali, istruzioni

di massima, orientamenti. Esse, dunque, vanno in concreto applicate senza

automatismi, ma rapportandole alle peculiari specificità di ciascun caso

clinico.”

1803. 2014 – Legge numero 161 del 30 ottobre 2014. Regolamentazione

dell’orario dei lavoro e durata dei riposi.

1804. 2014 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 23209 del 31 ottobre

2014. Ha causato un’emorragia cerebrale sbagliando un dosaggio di un

farmaco. Confermato dalla Cassazione il licenziamento di una infermiera degli

Spedali Civili di Brescia. La donna aveva messo nella flebo di un paziente,

ricoverato da giorni, una dose di eparina dieci volte superiore a quella

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prescritta. Ad avviso della Suprema Corte, la Corte di Appello bresciana, che si

è occupata della vicenda, ha ben giudicato che una simile negligenza provoca

“il venire meno del rapporto fiduciario tra le parti, considerata la gravità

dell’errore in quanto, pur avendo dubbi sull’esatta quantità di eparina da

somministrare, Nunziatina G. non ha controllato le specifiche di posologia del

farmaco e non ha chiaramente esposto i propri dubbi al fine di ottenere più

esaurienti spiegazioni dal medico cui si era rivolta”. In pratica, l’infermiera,

riassume la Cassazione nella sentenza numero 23209 depositata venerdì 31

ottobre, aveva confuso i millilitri contenuti in ogni flacone di farmaco con le

unità di eparina da somministrare. In primo grado, invece, il licenziamento era

stato annullato dal Tribunale bresciano “per mancanza di prova della condotta

addebitata alla lavoratrice”.

1805. 2015 – Decreto del Ministero della Salute del 16 gennaio 2015.

Disposizioni in materia di medicinali per terapie avanzate preparati su base non

ripetitiva.

1806. 2015 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 9834/2015, IV

Sezione Penale. Il ritardo nell’assistenza non produce necessariamente

responsabilità per cui gli eventuali profili di colpa dei sanitari si sarebbero

comunque atteggiati a mere concause successive comunque inidonee da sole a

determinare la morte del paziente.

1807. 2015 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 9923 del 19 gennaio

2015, sezione IV, (depositata il 6 marzo 2015). Culpa levis sine imperitia non

excusat: il principio di ritrae e giunge la prima assoluzione di legittimità per la

Legge Balduzzi. A sostegno, si segnala che detta impostazione ha trovato

accoglimento in un’importante pronuncia della Suprema Corte, la quale ha

sancito che “le Linee Guida (…..) non indicano una analitica, automatica

successione di adempimenti ma propongono solo direttive generali, istruzioni

di massima, orientamenti. Esse, dunque, vanno in concreto applicate senza

automatismi, ma rapportandole alle peculiari specificità di ciascun caso clinico.

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Potrà ben accedere, dunque, che il professionista debba modellare le direttive,

adattandole alle contingenze che momento per momento gli si prospettano nel

corso dello sviluppo della patologia e che, in alcuni casi, si trovi a dovervi

addirittura derogare radicalmente”.

1808. 2015 – Decreto di Archiviazione del GIP di Tivoli del 20 gennaio 2015.

Il GIP di Tivoli ha accolto la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero

per quanto riguarda l’ipotesi di reato di esercizio abusivo della professione per

100 infermieri di una ASL romana che, a seguito di una indagine dei NAS, non

risultavano iscritti ad alcun Collegio IPASVI. Per il Giudice per le Indagini

Preliminari, dunque, la non iscrizione dell’infermiere dipendente di una

struttura pubblica al Collegio IPASVI non costituisce reato ai sensi dell’art.

348 c.p., poiché è pur sì vero che la legge 43/2006 impone l’iscrizione degli

infermieri agli appositi albi per poter esercitare la professione, ma è altrettanto

vero che il Governo non ha mai provveduto a dare corso alla delega

conferitagli con la stessa legge, ovvero a trasformare i Collegi in Ordini né

tantomeno ad istituire gli albi professionali per gli infermieri. In questa palude

amministrativa, dunque, secondo il GIP, non può esservi imputazione a carico

degli infermieri che esercitano nell’ambito del servizio pubblico se questi stessi

non sono iscritti all’IPASVI, mancando indicazioni precise al riguardo da parte

della Pubblica Amministrazione. Chiaramente la sentenza farà discutere, anche

in considerazione delle riflessioni più volte sollevate, in ordine

all’obbligatorietà dell’iscrizione al Collegio nonché alla competenza del

relativo onere, stante il rapporto di esclusività che caratterizza il contratto di

lavoro tra infermieri e strutture sanitarie pubbliche. Oltre ad interrogarsi, ora,

sulla effettiva necessità di iscriversi all’IPASVI, ci si chiede anche se la

relativa quota di iscrizione, nel caso di dipendenti di strutture pubbliche, non

debba essere posta in capo al datore di lavoro, dal momento che con lo stesso si

instaura un vincolo di esclusività che porta ad un adempimento (l’iscrizione)

dovuto nell’esclusivo interesse della prestazione oggetto di contratto. Un

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principio che è stato affermato dalla Cassazione e dal Consiglio di Stato in

riferimento ad altre professioni, ma che il Tribunale di Alessandria ha respinto

sentenziando sul ricorso promosso dal Nursind. La questione dell’iscrizione al

Collegio torna dunque alla ribalta, proprio nei giorni in cui molti colleghi

stanno ricevendo la cartella esattoriale di Equitalia per il versamento della

quota 2015, sistema scelto da vari Collegi e certamente non gradito ai più.

1809. 2015 – Sentenza della Corte di Appello di Milano del 3 marzo 2015.

Confermata la condanna resa dal locale Tribunale nei confronti di T.B. e V.M.

per aver cagionato a S.N., al momento della nascita, lesioni personali

gravissime, con esiti permanenti.

1810. 2015 – Sentenza della Corte di Cassazione del 20 marzo 2015, numero

16944. La limitazione della responsabilità in caso di colpa lieve prevista

dall’articolo 3 del D.L. numero 158 del 13 settembre 2012 (convertito in Legge

numero 189 dell’8 novembre 2012), opera soltanto per le condotte

professionali conformi alle Linee Guida contenenti regole di perizia, ma non si

estende agli errori diagnostici connotati da negligenza o imperizia.

1811. 2015 – Decreto Ministeriale numero 70 del 2 aprile 2015. Regolamento

Balduzzi. Principio ispiratore per rendere omogenei sul territorio nazionale le

risorse strutturali e organizzative dei vari comparti della Sanità.

1812. 2015 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 7776 del 16 aprile

2015. Rimborso al dipendente pubblico quota iscrizione Albo. Con la sentenza

della Cassazione numero 7776 del 16 aprile 2015 è stato ritenuto che

l’Amministrazione deve rimborsare al proprio dipendente il contributo di

iscrizione annuale all’Albo. Vengono smentite le precedenti interpretazioni

rese dalla giurisprudenza della Corte dei Conti e viene confermato un

precedente favorevole al riguardo (il parere del Consiglio di Stato del 15 marzo

2011 nell’affare numero 678/2010) ove si afferma che quando sussista il

vincolo di esclusività, l’iscrizione all’Albo è funzionale allo svolgimento di

un’attività professionale svolta nell’ambito di una prestazione di lavoro

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dipendente, e la relativa tassa deve gravare sull’Ente che beneficia in via

esclusiva dei risultati di detta attività. La sentenza riguarda espressamente la

professione forense, ma i principi giuridici contenuti nella sentenza appaiono

estensibili anche alla professione di architetto. Dalla sentenza difatti emerge il

generale principio che se l’esercizio della professione è svolto nell’interesse

esclusivo dell’Ente datore di lavoro, il pagamento della tassa di iscrizione

all’Albo del dipendente ivi iscritto è a carico dell’Ente datore di lavoro, rientra

tra i costi per lo svolgimento di attività che deve gravare sull’Ente stesso, e se

tale pagamento viene anticipato dal dipendente deve essere rimborsato

dall’Ente medesimo.

1813. 2015 – Sentenza della Corte di Cassazione del 27 aprile 2015, numero

26996. La limitazione della responsabilità in caso di colpa lieve prevista

dall’articolo 3 del D.L. numero 158 del 13 settembre 2012 (convertito in Legge

numero 189 dell’8 novembre 2012), opera soltanto per le condotte

professionali conformi alle Linee Guida contenenti regole di perizia, ma non si

estende agli errori diagnostici connotati da negligenza o imperizia.

1814. 2015 – Decreto del Ministero della Salute del 27 aprile 2015. Modalità di

esercizio delle funzioni in materia di sperimentazioni cliniche di medicinali

trasferite dall’Istituto Superiore di Sanità all’Agenzia Italiana del Farmaco.

1815. 2015 – Decreto Legislativo numero 81 del 15 giugno 2015. Disciplina

organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di

mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della Legge numero 183 del 10

dicembre 2014. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 144 del 24 giugno

2015, Supplemento Ordinario.

1816. 2015 – Determina numero 809 del 2015 – Determina inerente i requisiti

minimi necessari per le strutture sanitarie che eseguono sperimentazioni di fase

I di cui all’articolo 11 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 439

del 21 settembre 2001 e di cui all’articolo 31, comma 3 del Decreto Legislativo

numero 200 del 6 novembre 2007.

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1817. 2015 – Determina del 19 giugno 2015. Sperimentazioni Cliniche.

1818. 2015 – Corte Costituzionale 24 giugno 2015. Ufficio Stampa. Blocco dei

trattamenti economici dei dipendenti pubblici. La Corte Costituzionale, in

relazione alle questioni di legittimità costituzionale sollevate con le ordinanze

R.O. numero 76/2014 e R.O. numero 125/2014, ha dichiarato, con decorrenza

dalla pubblicazione delle sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta

del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico,

quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato. La

Corte ha respinto le restanti censure proposte. Dal Palazzo della Consulta, 24

giugno 2015.

1819. 2015 – Sentenza della Corte di Appello di Roma, numero 2812/2015 del

28 settembre 2015. Sentenza di condanna per un infermiere (omicidio colposo)

perché il sovraffollamento del Pronto Soccorso non giustifica errori di

attribuzione del codice.

1820. 2015 – Sentenza Corte di Cassazione numero 21177/2015 del 15 ottobre

2015. Niente risarcimento per il danno imprevisto riportato dopo una

vaccinazione obbligatoria se il medico ha fatto l’iniezione in maniera corretta.

Né è ipotizzabile che la dottoressa (in questione) fosse tenuta a eseguire altri e

più complessi accertamenti preventivi prima di eseguire una “pratica

routinaria”.

1821. 2015 – Sentenza Corte di Cassazione numero 21175/2015 del 20 ottobre

2015. Respinto il ricorso dei congiunti di un uomo morto in seguito

all’applicazione di tre by pass coronarici. Secondo i ricorrenti il modulo per il

consenso informato era stato alterato elevando l’originario rischio dal livello 0

al livello 1. Per i giudici la variazione non è significativa perché 1 e 0 possono

essere considerati “valori omogenei”. Gli “stadi” del rischio spaziano da 0 a 39

e il livello iniziale dal quale il rischio può essere valutato come alto è il sei.

Sulla decisione pesano anche le condizioni di partenza già compromesse del

paziente per il quale l’intervento, benché programmato e non di urgenza, era

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comunque necessario. Un elemento che fa perdere rilevanza alla non completa

informazione. Né era ipotizzabile che l’uomo avrebbe rifiutato l’operazione se

informato del diverso fattore di rischio. Danno imprevedibile.

1822. 2015 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 100377 del 2015. La

Corte si esprime sul Mobbing e ne identifica parametri più specifici su cui

poter fare più precise considerazioni.

1823. 2015 – Determinazione numero 1709 del 28 dicembre 2015.

Aggiornamenti al Decreto del Ministero della Salute del 21 dicembre 2007

recante: “Modalità di inoltro della richiesta di autorizzazione all’Autorità

competente, per la comunicazione di emendamenti sostanziali e la

dichiarazione di conclusione della sperimentazione clinica e per la richiesta di

parere al comitato etico”.

1824. 2016 – Andrà recepita entro il 18 gennaio 2016 la Direttiva 2013/55/UE

che modifica la legislazione europea (Direttiva 2005/36/ CE e Regolamento

1.024/2012) sulla qualifiche professionali. Il nuovo testo, pubblicato a fine

dicembre sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, comporta una serie di

novità che, con ogni probabilità, interesseranno medici e infermieri. Il

condizionale è d’obbligo da momento che sarà la Commissione UE a dover

individuare le categorie che beneficeranno della tessera professionale europea,

la principale novità introdotta dalla Direttiva. La tessera consentirà, al

possessore, di poter circolare liberamente in Europa grazie ad una procedura di

riconoscimento più breve, che sarà resa possibile con l’inserimento dei dati nel

sistema di informazione del mercato interno (Regolamento LMI).

1825. 2016 – Sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, numero

2541 del 21 gennaio 2016. L’infermiere è professionista autonomo e risponde

delle sue attività. La vicenda giudiziaria vedeva interessati infermiere, medico

e primario di un reparto di Terapia Intensiva in cui un paziente era deceduto in

seguito alla mancata segnalazione, da parte dei macchinari di monitoraggio dei

parametri vitali, di un arresto cardiaco. La mancata segnalazione derivava dal

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non aver attivato manualmente gli allarmi della macchina; si trattava di un

macchinario nuovo per l’utilizzo del quale l’infermiere non era stato formato e,

quindi, non era a conoscenza del fatto che gli allarmi dovessero essere attivati

manualmente affinché la macchina segnalasse, poi, eventuali criticità come

quella che, fatalmente, è accaduta. Quali le responsabilità, quindi, derivanti da

questa situazione? Dopo i primi due gradi di giudizio (che avevano fornito

sentenze in parte divergenti), la Cassazione ha stabilito che l’infermiere è

centro di competenze e responsabilità specifiche, autonome rispetto a

quelle del medico, per cui risponde dei processi cui sovrintende e che,

quindi, non rientrano nella sfera dell’ausiliarietà rispetto alle competenze

del medico. Grava sull’infermiere la responsabilità di condotte omissive

riguardo alla funzione di garanzia che l’infermiere stesso ha nei confronti

del paziente. Nel caso in questione, quindi, l’infermiere è responsabile della

inadeguata sorveglianza sul malato ed il medico non è responsabile per non

aver sorvegliato l’attività dell’infermiere poiché, la stessa, non è sottoposta alla

sua sorveglianza ma, bensì, è attività autonoma. Discorso a parte merita la

responsabilità per la mancata formazione dell’infermiere, che non grava su

Direttore del reparto ma, secondo l’avvocato Mari (e la Legge 412/91), sul

Direttore Sanitario. Dalla Cassazione, quindi, pur se in circostanze non certo

liete, la conferma dell’autonomia della professione infermieristica che in ogni

circostanza cerchiamo di evidenziare, non tanto e non solo per orgoglio

professionale, ma perché dall’autonomia che la Legge conferisce all’infermiere

derivano specifiche responsabilità cui è bene essere consapevoli di essere

titolari. (commento dell’avv. Gianluca Mari)

1826. 2016 – Disegno di Legge numero 2224. Approvato alla Camera dei

Deputati il 28 gennaio 2016, in un testo risultante dall’unificazione dei Disegni

di Legge (v. stampati numero 259, 262, 1312, 1324, 1581, 1769, 1902 e 2155)

d’iniziativa dei deputati Fucci (259); Fucci (262); Grillo, Cecconi, Dall’Osso,

Di Vita, Lorefice, Mantero Baroni e Silvia Giordano (1312); Calabrò, Fucci ed

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Elvira Savino (1324); Vangiu, Binetti, Gigli e Monchiero (1581); Miotto,

Lenzi, Amato, Bellanova, Beni, Paola Bragantini, Burtone, Capone, Carnevali,

Casati, D’Incecco, Fossati, Gelli, Iori, Murer, Patriarca Piccione e Sbrollini

(1769); Monchiero, Rabino, Oliaro, Binetti, Matarrese e Gigli (1902);

Formisano (2155). Trasmissione dal Presidente della Camera dei Deputati alla

Presidenza il 29 gennaio 2016. Disposizioni in materia di responsabilità

professionale del personale sanitario.

1827. 2016 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 1756 del 29 gennaio

2016, Sezione Lavoro. Il risarcimento delle ferie non godute non può essere

prescritto. La sentenza della Suprema Corte di Cassazione, in sintesi, riguarda

il ricorso in opposizione di una Azienda nei confronti di un dipendente che,

giunto alla pensione con 45 giorni di ferie e riposi non goduti, ne aveva chiesto

e ottenuto il risarcimento di euro 6.000 a titolo d’indennità sostitutiva, da parte

del Giudice del Lavoro del Tribunale di Firenze (R.G.N. 1009/2008).

L’Azienda sosteneva che il credito fosse estinto per intercorsa prescrizione.

Secondo il Tribunale del Lavoro, invece, l’Azienda non aveva assicurato la

fruizione dell’irrinunciabile diritto alle ferie attraverso una corretta

programmazione del lavoro ed un efficace dimensionamento degli organici. La

Cassazione rigetta la prescrizione per le ferie non fruite, dichiara prevalente il

fine della tutela del bene della vita alla quale è finalizzata l’indennità

risarcitoria e retributiva del mancato godimento delle ferie (Cass. Sez. Lav.

numero 20836/2013 – Cass. Sez. Lav. numero 19303/2004 – Cass. Sez. Lav.

numero 114/2012 – Cass. numero 7951 del 12 giugno 2001 – Cass. numero

4198 del 18 giugno 1988 – Cass. numero 9797 del 2 ottobre 1998)

1828. 2016 – Sentenza del Tribunale Ordinario di Venezia (giudice Dr. Stefano

Manduzio), II° Sezione Penale del 5 febbraio 2016. Va ritenuto pacificamente

che l’infermiere abbia lavorato, sulla base di un titolo professionale adeguato,

idoneo e riconosciuto, quale dipendente e non libero professionista, per cui non

tenuto obbligatoriamente all’iscrizione all’Albo (articoli 544 e seguenti –

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articolo 549 CPP). Consegue, ovviamente, anche l’insussistenza della

contestazione effettuata ai sensi degli articoli 40 CPV e 348 CP. Emessa

sentenza di assoluzione per i reati ascritti per l’evidenza dell’insussistenza del

fatto illecito attribuito. Depositato in Cancelleria il 29 febbraio 2016

(funzionario giudiziario Tiziana Marzio)

1829. 2016 – Decreto numero 6 dell’11 febbraio 2016. Stabilisce che le

Aziende Sanitarie dovranno rispettare pedissequamente le procedure per il

reclutamento evitando di mettere in atto procedure diverse dall’indizione di

pubblici concorsi, precedute, per ritenuti casi di urgenza, dall’indizione di

avvisi pubblici e di non ricorrere a forme alternative di reclutamento (Decreto

successivo al parziale sblocco del turn over avviato nel 2015 con i Decreti del

commissario ad Acta numero 29 e 30, nonché nel rispetto dell’articolo 97 della

Costituzione).

1830. 2016 – Ministero della Salute. Piano Nazionale della Cronicità del 15

febbraio 2016.

1831. 2016 – Sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, numero

5465 del 18 marzo 2016. Il comma 5, applicabile a tutte le ipotesi in cui il

servizio di pronta disponibilità dia luogo a chiamata effettiva (e, quindi, anche

alla reperibilità prestata in giorno non festivo nelle ore notturne), disciplina il

trattamento economico spettante per le ore effettivamente lavorate e prevede

solo il diritto del dirigente a percepire, oltre alla indennità stabilita dallo stesso

comma, anche la maggiorazione per il lavoro straordinario o, in alternativa, ad

usufruire di un corrispondente recupero orario. La norma contrattuale, quindi, è

destinata unicamente a disciplinare il trattamento economico spettante per le

ore di effettiva prestazione rese a seguito dell’assicurato servizio di pronta

disponibilità (con previsione di una maggiorazione giustificata dalla gravosità

della prestazione in quanto resa in ora notturna o in giorno festivo) e la stessa

non incide, neppure indirettamente, sulla durata complessiva settimanale della

attività lavorativa, che resta disciplinata dalle disposizioni dettate dai diversi

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contratti succedutisi nel tempo in tema di orario di lavoro e di riposo

settimanale (articolo 14 del CCNL del 3 novembre 2005 e articolo 21 del

CCNL del 5 dicembre 1996). Ne discende che, ove il dirigente in servizio di

pronta disponibilità venga chiamato a rendere la prestazione l’Azienda, oltre a

corrispondere la maggiorazione prevista dal comma 5 (o, in alternativa e su

richiesta del dirigente, il recupero orario) dovrà comunque garantire allo stesso

il riposo settimanale, a prescindere da una sua richiesta, trattandosi di diritto

indisponibile, riconosciuto dalla Carta Costituzionale oltre che dall’articolo 5

della Direttiva 2003/88/CE. Detta interpretazione induce a ritenere la disciplina

contrattuale pienamente conforme al precetto inderogabile dettato dal Decreto

Legislativo numero 66 del 2003, articolo 9 …..

1832. 2016 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 6209 del 31 marzo

2016. Se non hai scritto … non hai fatto. Nonostante l’Infermiere sia un

incaricato di pubblico servizio e non un pubblico ufficiale, diventa tale nel

momento in cui redige la Cartella Infermieristica. La Cartella Infermieristica è

lo strumento attraverso cui l’infermiere documenta il suo processo di

pianificazione assistenziale e la sua attuazione. Come per la Cartella Clinica,

anche per la Cartella Infermieristica vale lo stesso principio di completezza. Il

professionista, in caso di controversia in un rapporto di tipo contrattuale in cui

tocca al sanitario l’onere probatorio, può dimostrare di aver mantenuto un

comportamento assistenziale corretto e di essersi attenuto ai protocolli

condivisi solo compilando accuratamente la Cartella Infermieristica. Dal punto

di vista Giurisprudenziale, chi compila la Cartella Clinica ed Infermieristica è

soggetto agli stessi obblighi e, dal punto di vista Penale e Civile, nel momento

in cui si riscontrano scorrettezze i sanitari incorrono negli stessi reati (articolo

467 Codice Penale : falso materiale – articolo 479 Codice Penale : falso

ideologico – articolo 328 Codice Penale : rifiuto/omissione atti d’ufficio). Le

“carenze” che si possono riscontrare durante la compilazione, come

imprecisioni ed omissioni, da sole non costituiscono reato ma possono

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comportare un addebito di responsabilità a titolo di colpa in caso di lesione

all’integrità psico-fisica del paziente.

1833. 2016 – Determina numero 451 del 2016. Autocertificazione dei requisiti

minimi delle strutture sanitarie che eseguono sperimentazioni cliniche di fase I

ai sensi dell’articolo 3, commi 1 e 2 della Determina del 19 giugno 2015.

1834. 2016 – Sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, numero

9060 del 11 febbraio-5 maggio 2016. Presidente Amoroso – Relatore Bronzini.

Perde il posto l’Infermiera che si rifiuta di svolgere mansioni di pulizia. La

Corte di Appello ha congruamente motivato in ordine alle ragioni per cui la

nuova assegnazione di mansioni non concretava un pericolo di danno così

grave ed irreversibile alla professionalità della lavoratrice (che già svolgeva

attività di pulizia rispetto alla quale non è neppure chiarito nel ricorso se le

altre mansioni dedotte nel motivo avessero o meno carattere di prevalenza) tale

da legittimare il ricorso al principio di autotutela (che nel nostro ordinamento

ha carattere eccezionale) con il rifiuto di svolgere l’attività richiesta. In questa

sede non si discute dell’eventuale demansionamento della lavoratrice, ma solo

se tale demansionamento (questione che poteva essere avanzata nelle opportuni

sedi giudiziarie) avesse quelle caratteristiche dirompenti prima ricordate

incompatibili con il tempo di un accertamento giudiziario. Giurisprudenza in

merito già espressa in altre sentenze: Corte di Cassazione, Sezione Lavoro,

numero 1968/2003 – Cassazione Civile, Sezione Lavoro, numero 25313/2007

– Cassazione numero 126961/2012 – Tribunale di Latina, Sezione Lavoro, del

27 novembre 2012 – Tribunale di Latina, Sezione Lavoro, del 14 gennaio 2014

– Tribunale di Milano, Sezione Lavoro, del 23 settembre 2014.

1835. 2016 – Disegno di Legge numero 3868. Presentato da Beatrice Lorenzin.

Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali, nonché

disposizioni per l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA), per

il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero

della Salute. Presentato il 26 maggio 2016 su iniziativa del Governo.

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1836. 2016 – Decreto numero 1188 del 29 giugno 2016 dell’Assessorato alla

Sanità Regione Sicilia. Riassetto e allineamento della rete ospedaliera siciliana

al Decreto Ministeriale numero 70 del 2 aprile 2015.

1837. 2016 – Sentenza della Corte di Cassazione, Penale, numero 18780/16.

Responsabilità medica. La responsabilità penale di ciascun componente di

una equipe medica per un evento lesivo occorso al paziente sottoposto ad

intervento chirurgico non può essere affermata sulla base dell’accertamento

di un errore diagnostico genericamente attribuito alla equipe nel suo

complesso ma va legata alla valutazione delle concrete mansioni di ciascun

componente, nella prospettiva di verifica, in concreto, dei limiti oltre che del

suo operato anche di quello degli altri. Con sentenza della Corte di Appello

di Milano del 3 marzo 2015 si confermava la condanna resa dal locale

Tribunale nei confronti di T.B. e V.M. per aver cagionato a S.N., al momento

della nascita, lesioni personali gravissime, con esiti permanenti. Secondo i

giudici di merito la T., in qualità di medico ginecologo, ed il V., quale

infermiere ostetrico in servizio presso l’Ospedale (omissis), non avevano

prestato adeguata assistenza al parto di R.A. intervenendo in ritardo e con

incongrua manovra di estrazione del feto. In particolare l’ostetrico non aveva

interpretato correttamente le alterazioni del tracciato cardiotocografico

(CTG), imputabili (come si seppe dopo il parto) ad un giro del cordone

ombelicale a bandoliera, ed aveva avvertito il medico di guardia solo quando

era ormai tardi per un intervento cesareo d’urgenza ed anche il parto naturale

si presentava rischioso; entrambi gli imputati poi, con incongrue manovre

mediche ed ostetriche consistite nella applicazione intempestiva ed

inopportuna della ventosa ostetrica al medio scavo pelvico, avevano

cagionato al feto la distocia della spalla sinistra e lo strappamento del plesso

brachiale con avulsione delle radici dei nervi cervicali e del nervo toracico,

da cui era derivata la perdita di funzionalità della mano sinistra. Il primo

rilievo che si impone è che le condotte degli imputati debbono essere

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vagliate separatamente, in base ai profili di colpa a ciascuno contestati e

secondo l’apporto causale del comportamento del singolo rispetto all’evento

lesivo, non essendo corretta in diritto la generica affermazione dei giudici di

merito secondo la quale nel lavoro di equipe ogni operatore risponde

dell’operato comune dovuto alla condotta altrui. (Marcello Fontana – Ufficio

Legislativo FNOMCeO)

1838. 2016 – Il 25 novembre del 2016 la Legge numero 161 del 30 ottobre

2014 è diventata attuativa e, con l’articolo 14, la nostra giurisprudenza in

materia di orario di lavoro e durata dei riposi si uniformava agli altri paesi

della CE; tutto il personale sanitario aveva sperato nella soluzione del

problema. La Legge prevede: un minimo di 11 ore consecutive di riposo

giornaliero; un massimo di 48 ore di lavoro settimanale, compreso lo

straordinario; 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di riposo

annuale.

1839. 2016 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 54712/16 del 23

dicembre 2016. La Cassazione si pronuncia, ancora una volta, sulla Legge

104/92 e, con la sentenza numero 54712/16 del 23 dicembre 2016 ha fatto

venire meno l’obbligo di assistenza continua del lavoratore che usufruisce

della 104. Dalla sentenza si evince che il lavoratore non è più tenuto a

spendere tutto il tempo della giornata con il familiare invalido o il portatore

di handicap ma può dedicarsi, per alcune ore, anche ad altre attività personali

e ricreative. Chiunque beneficia, dunque, dei tre giorni di permesso retribuito

riconosciuti dalla Legge 104 del 1992 potrà dedicarsi, oltre che al familiare

in condizioni svantaggiate, anche a se stesso, ritagliandosi diversi momenti

della giornata da destinare alla propria vita privata e sociale. Pur

riconoscendo la possibilità di assistere il disabile in orari non

necessariamente coincidenti con l’orario di lavoro, gli ermellini sottolineano

che, in ogni caso, l’assistenza al disabile va erogata. Di certo non avvalorano

la tesi di potere andare in vacanza sfruttando i giorni di permesso. Una

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sentenza, questa, che segna una svolta decisiva rispetto all’interpretazione

rigida fatta in passato dalla stessa Corte e che parte dall’esigenza di non

dover far gravare sulle spalle del lavoratore, già disagiato dallo status di

disabilità del familiare, anche l’oppressione di una vita sociale e personale

assente. Una svolta interpretativa importante ma che non vuole, in alcun

modo, favorire comportamenti “furbetti” da parte di chi, a volte, trasforma

un diritto di un disabile in un comodo e illegale congedo del tutto

“personale”.

1840. 2017 – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12

gennaio 2017. Definizione e aggiornamento dei Livelli Essenziali di

Assistenza (LEA), di cui all’articolo 1, comma 7, del Decreto Legislativo

numero 502 del 30 dicembre 1992 (17A02015). Pubblicato sulla Gazzetta

Ufficiale, Serie Generale, numero 65 del 18 marzo 2017, Supplemento

Ordinario numero 15.

1841. 2017 – Ministero della Salute. Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale

PNPV 2017-2019 del 17 gennaio 2017.

1842. 2017 – Sentenza della Corte Costituzionale numero 72 del 7 febbraio

2017 (Presidente GROSSI, Redattore PROSPERETTI). Le norme europee

sull’orario di lavoro vanno rispettate senza eccezioni. Depositata il 12 aprile

2017.

1843. 2017 – Sentenza della Corte di Cassazione numero 8080 del 20

febbraio 2017, Sezione IV. La Cassazione Penale distingue le competenze.

Siamo in ambiente operatorio, medico anestesista ed infermiere, che hanno

in carico il paziente nella fase post-operatoria si rendono, entrambi, colpevoli

di essersi allontanati ed avere omesso la vigilanza dello stesso, causando a

questo lesioni gravissime in seguito ad un arresto respiratorio con

conseguente arresto cardio-circolatorio e stato prolungato di ipossia

cerebrale. I giudici della Corte Territoriale di Catania, in prima istanza,

avevano condannato medico anestesista ed infermiere per non aver

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adeguatamente sorvegliato il paziente nella fase di risveglio al termine

dell’operazione chirurgica e non essersi accorti dell’arresto respiratorio. I

due imputati hanno, entrambi, impugnato la sentenza della Corte Territoriale

e ricorso in Cassazione che, a sua volta, ha però rinviato alla Corte di

Appello di Catania per il riesame della sentenza di condanna. La Corte

Territoriale aveva condannato entrambi, medico ed infermiere, alla luce del

Decreto Balduzzi che recita: “L’esercente la professione sanitaria, nello

svolgimento della propria attività, si attiene a Linee Guida e buone pratiche

accreditate dalla comunità scientifica, non risponde di colpa lieve”.

Ritenendo che entrambi, anestesista ed infermiere, non si siano attenuti alle

Linee Guida, entrambi vengono condannati dalla Corte Territoriale. La

Cassazione ha ribaltato la sentenza ritenendo che la Corte non abbia posto

alcuna differenziazione tra anestesista ed infermiere nella sorveglianza del

paziente dalla post-operatoria a quella della ripresa della coscienza. Le Linee

Giuda ospedaliere e i protocolli S.I.A.A.R.T.I. prevedono una fase di

“risveglio” e la fase di “recupero”, la prima affidata in via prioritaria al

medico che deve intervenire con le manovre tecniche necessarie e ripristinare

le normali funzioni vitali, la seconda affidata prioritariamente al personale

infermieristico per la quale è richiesta assidua sorveglianza del paziente per

controllare l’evoluzione della situazione e sollecitare l’intervento del medico

necessario. Di conseguenza, essendosi verificato l’evento avverso nella fase

di recupero ed essendo questa affidata alle competenze dell’infermiere,

quest’ultimo è il solo da condannare. La sentenza della Corte Territoriale si

era limitata a delle affermazioni generiche, ritenendo la fase di risveglio

identica a quella di recupero, come se fosse necessaria la presenza di

entrambi gli operatori, mentre la Cassazione ha stabilito che, essendo le due

fasi del post-operatorio distinte, l’anestesista non è da condannare perché si è

allontanato nella fase di recupero di competenza dell’infermiere. Per questa

carenza motivazionale e per aver interpretato in maniera superficiale i

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protocolli e le Linee Guida, la Cassazione annulla la sentenza della Corte di

Appello a cui vengono rinviati gli atti in merito alla posizione

dell’anestesista che andrebbe assolto ( http://www.quotidianosanita.it/lavoro-

e-professioni/articolo.php?articolo_id=49006 e

http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato3031960.pdf).

1844. 2017 – Legge numero 24 dell’8 marzo 2017. Disposizioni in materia di

sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di

responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie.

1845. 2017 – Sentenza Corte di Cassazione numero 18100, Penale, Sezione

IV, del 16 marzo 2017. La Cassazione conferma la sentenza della Corte

d’Appello (Corte d’Appello di Roma numero 2812/2015 del 28 settembre

2015) con la condanna dell’infermiere (che poi si rivelerà nulla perché il

reato si considererà estinto per prescrizione) in quanto questo ha violato sia

le Linee Guida del Triage, sia le regole di comune diligenza e perizia

richieste agli infermieri del Pronto Soccorso, tenuto conto dei sintomi

moostrati dal paziente (deceduto di infarto) e dall’anamnesi familiare. Il

sovraffollamento della struttura non autorizza la declassificazione del Triage

rispetto ai codici di priorità gialli.

1846. 2017 – Circolare del Ministero della Salute numero DGPROF

0018082-P del 29 marzo 2017. Raccomandazioni agli Ordini e ai Collegi

Professionali per il rispetto dell’etica professionale nella diffusione di foto e

video da parte di esercenti le professioni sanitarie realizzati all’interno di

strutture sanitarie.

1847. 2017 – Circolare 26/2017 della Federazione Nazionale Collegi

IPASVI, protocollo P-3003/I.12 del 13 aprile 2017. Problematica inerente la

diffusione di foto e video da parte di esercenti le professioni sanitarie.