Area 120

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Motta Architettura Rivista Bimestrale/Poste Italiane SpA - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Bologna Italia 12,00 Canada CAD 39.95/Germany 24.80/UK GBP 19.50/Greece 22.00/Portugal 22.00/Spain 22.00/Switzerland CHF 30,00/USA $ 40.95/Belgium 22,00 area Beirut Nabil Gholam 109 architectes with Youssef Tohme Machado and Silvetti Associates L.E.FT BLANKPAGE Gustafson Porter Bernard Khoury Youssef Tohme Steven Holl Architects Jean Nouvel Herzog & de Meuron interiors SOMA design .PSLAB photography Edoardo Delille rivista di architettura e arti del progetto gennaio/febbraio 2012 120

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109 architectes with Youssef TohmeMachado and Silvetti Associates

L.E.FTBLANKPAGE

Gustafson PorterBernard Khoury

Youssef TohmeSteven Holl Architects

Jean NouvelHerzog & de Meuron

interiorsSOMA

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photography Edoardo Delilleri

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essayPaolo GiardielloAlfonso MoroneobjectEssential, design r&s Scrigno/ScrignoLuxor, design Giuseppe Bavuso/RimadesioL16, design Piero Lissoni/LualdiSyntesis® Luce, design r&d Eclisse/EclisseMonolite RM, design r&d Bauxt/BauxtprojectPorte in acciaio corten/AuroportVarion4/InternormSistemacciaio/Secco SistemiSistema Top 72 KAB/FinstralSistemi per facciata FW 60+SG/SchücoreviewfactoryG.D. Dorigo

IIVI

VIIIXXIXIIXIII

XIVXVI

XVIIIXXXXIXXII

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designfocus

open/closed

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vedere il dettaglio invisibile to see the invisible detail

text by Paolo Giardiello

II design focus essay

La porta, nella

ricerca di un linguaggio dell’architettura, col suo dettaglio

tecnico della cornice, e quindi di un componente nato per celare la congiunzione di tre materiali distinti – muro, controtelaio

e telaio – rappresenta una tradizionale modalità del fare basata sul dissimulare, con un elemento

estraneo, il punto di attacco più difficile.The door, in the research of an architectural

language, with the technical aspects of its frame, and thus a part that serves to conceal the union

of three different materials – wall, sub-frame and frame – represents a traditional

approach based on dissimulating the most difficult junction by means

of an extraneous element.

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Proprio gli infissi, sia interni che esterni, sono lo specchio più evidente di tale ragionamento sulla costruzione. Gli elementi “a perdere”, quelli cioè destinati a non essere lasciati a vista, vengono eliminati, quelli a contatto con l’uomo invece vengono esaltati, ed i distacchi tra sistemi diversi vengono enfatizzati e sottolineati. La porta che troviamo in Lewerentz come in Fehn e come ancora in Hille, nasce dalla giustapposizione di un telaio in legno avente lo stesso spessore della muratura in mattoni o in cemento e di un filo di neoprene o di silicone nero a creare un giunto elastico, nel punto più delicato, tra materiali che si comportano diversamente. Ancora più estreme sono le finestre (fisse) dove il solo vetro, sorretto da pinze metalliche, è sovrapposto alla muratura senza telaio alcuno e distanziato da un sottile strato di neoprene.Tali dettagli diventano il manifesto di un intento culturale. Quello della riduzione e della semplificazione dei passaggi strutturali, quello dell’uso dell’indispensabile e della chiarezza costruttiva che diventa onestà espressiva. Pertanto, a fronte del mercato dell’edilizia che offre soluzioni sempre più sofisticate e di qualità, è responsabilità del progettista scegliere le tecnologie adeguate a corroborare l’idea di architettura che intende proporre. La scelta del “non vedere” equivale a quella del “mostrare” purché ogni parte della costruzione sia coerente all’intento che si desidera comunicare. La tecnologia, in definitiva, rappresenta il mezzo e non il fine della narrazione architettonica.Those who have begun to work professionally in the Eighties will remember to what extent some ordinary building elements failed to meet the expectations of architects, who had to resort to makeshift devices to solve certain nodes that were not only of a technical but also linguistic and aesthetic character, and that were essential to the definition of the sense of an interior architecture.In the Nineties the market began to offer, on a large scale, innovative solutions to ordinary problems as for instance systems for sliding doors that disappear into the wall, equipped with a metal casing built into the wall, or “invisible” doors with a very thin aluminium frame, thus providing a real alternative to the banal use of sub-frames, frames, finishing list, tracks and casing.The door, in the research of an architectural language, with the technical aspects of its frame, and thus a part that serves to conceal the union of three different materials – wall, sub-frame and frame – represents a traditional approach based on dissimulating the most difficult junction by means of an extraneous element.In fact, the traditional solution where it is necessary to join two parts that behave differently is to cancel the tricky point and to cover it with a new element – the facing in case of a door, the skirting board in that of the floor, decorative plasterwork for ceilings, corner protections for the corner of a furniture item or a veneer – whose conspicuous and often lavish design makes up for the fact that it is an addition, aimed at concealing a junction that it is difficult to solve. A technological junction, not just between different materials, but also between different fields of expertise, between craftsmen who have to be coordinated and made to cooperate at a building site.

Chi ha cominciato a lavorare professionalmente negli anni ’80 si ricorderà di quanto, alcuni comuni componenti per l’edilizia, fossero inadeguati alle aspettative dei progettisti che dovevano ricorrere a sperimentazioni artigianali per risolvere taluni nodi, dal valore non solo tecnico bensì linguistico ed estetico, fondamentali nella definizione del senso dell’interno architettonico. È negli anni ’90 che il mercato comincia a proporre su larga scala soluzioni innovative per problemi ordinari, come ad esempio sistemi per porte scorrevoli a scomparsa, dotate di una cassa metallica in continuità con le pareti, oppure porte “invisibili” dal telaio in alluminio molto sottile; costruendo così una reale alternativa all’uso banale di controtelai, telai, coprifilo, binari e cassonetti.La porta, nella ricerca di un linguaggio dell’architettura, col suo dettaglio tecnico della cornice, e quindi di un componente nato per celare la congiunzione di tre materiali distinti – muro, controtelaio e telaio – rappresenta una tradizionale modalità del fare basata sul dissimulare, con un elemento estraneo, il punto di attacco più difficile.Storicamente infatti, la soluzione per mettere in relazione due parti dai comportamenti diversi, è quella di cancellare il punto dolente e di proporre alla vista un nuovo componente – la mostra per la porta, il battiscopa per il pavimento, il gessolino per il soffitto, il salvaspigolo per un angolo di un mobile o di un rivestimento – il cui disegno, evidente e spesso ricco, lo assolve dall’essere un pezzo aggiunto per mettere in ombra un attacco di complessa risoluzione. Nodo tecnologico di incontro non solo tra materiali diversi ma anche tra professionalità distinte, tra artigiani da coordinare e far collaborare in cantiere.Tutto questo finalmente sparisce nella contemporaneità con elementi sempre più innovativi che, nel nome dell’essenzialità della forma, rendono, in maniera sofisticata, “non visibile” tale punto di contatto tra parti mobili e fisse, tra materiali e funzioni differenti.La ricerca architettonica, tuttavia, di fronte a tale problema – come detto sia tecnico che di linguaggio espressivo – ha provato a rispondere non solo con soluzioni atte a non evidenziare tali punti di frizione, ma anche con modalità tese a mostrare tutte le parti partecipanti al processo costruttivo cercando, nella giustapposizione dei diversi elementi, una chiarezza espressiva, onesta e palese, tale da divenire, essa stessa, forma del dettaglio. Rimanendo nell’ambito del problema dell’attacco tra la porta e la parete, c’è chi, nel nome della tettonica, della costruzione capace di divenire forma espressiva, ha lasciato in vista tutte le parti in gioco, palesandole, e rendendo la stratificazione un motivo decorativo. Mi riferisco a quella tradizione del moderno dove, la ricerca di un linguaggio scaturente dall’onestà dei processi costruttivi, ha sperimentato nel tempo soluzioni del tutto innovative. Esemplare è in tal senso la scuola scandinava dove – dalla generazione di Asplund, Lewerentz, Aalto, passando a quella di Fehn, Utzon, Pietilä, fino ai contemporanei Hølmebakk, Hille, Jensen & Skodvin – l’onestà tettonica e l’essenzialità dei materiali naturali usati come struttura e non come rivestimento, hanno definito un modo di pensare ed intendere l’architettura più che un semplice metodo operativo.

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Sigurd Lewerentz, Chiesa di S. Marco, Bjoerkhagen, Svezia 1956-60.Sigurd Lewerentz, Church of St. Mark, Bjoerkhagen, Sweden1956-60.

All this has finally disappeared today, thanks to increasingly innovative materials that, in the name of essential forms, adopt sophisticated means to “conceal” the junction between mobile and fixed parts, between different materials and functions.However, architectural research, faced with this problem – which is, as I observed, a matter of both technique and expressive language – has tried to solve it not just with solutions that serve to highlight these points of friction, but also with methods aimed at displaying all the parts involved in the constructive process, seeking to give the juxtaposition of the elements an expressive, honest and evident clarity and making this very quality the essence of the design.To remain on the subject of the problem of the junction between door and wall, there are some who, in the name of tectonics and of construction as expressive form choose to leave all the parts involved in view, accentuating them and making the stratification a decorative motif. I am referring to the modernist tradition where the pursuit of a language based on the honesty of the building processes has resulted in many years of experimentation with completely innovative solutions. In this sense the Scandinavian school is exemplary; here – from the generation of Asplund, Lewerentz, Aalto, via that of Fehn, Utzon and Pietilä to the contemporary one of Hølmebakk, Hille, Jensen & Skodvin – the tectonic honesty and the essentiality of the natural materials used as structure and not as facing have resulted in a way to ideate and understand architecture rather than a mere modus operandi.Precisely casings, both interior and exterior, are the most evident proof of this way to conceive constructions. Elements that are not meant to be left in view are eliminated, while those that can be touched and managed are exalted. The materials used to separate different systems are emphasized and accentuated.

The doors found in the architectures of both Lewerentz and Fehn, and also in those by Hille, are made by juxtaposing a wooden frame with the same thickness as the brick or concrete wall, with a thin layer of neoprene or black silicone that forms an elastic joint in the most critical point between materials that behave differently. The design of the windows (which are fixed) is carried to even greater extremes: the glass, supported by metal clamps, is simply superimposed on the masonry without any frame, separated from the wall by a thin layer of neoprene. These details become the manifesto of a cultural intent: to reduce and simplify the structural passages, to use only the indispensable minimum of elements and to achieve a constructive clarity that becomes expressive clarity.In the face of a building market that offers more and more sophisticated and high-quality solutions, it is therefore the responsibility of the architect to choose the technologies suited to corroborate the idea of architecture he aims to propose. Whether he chooses to “conceal” rather than to “show” is indifferent, provided every part of the construction is coherent with the intent he wishes to communicate. In the final analysis, technology is the means and not the end of the architectural narration.

IV design focus essay

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serramenti, cancelli e paure doors, gates and fears

text by Alfonso Morone

Peter Pin, R. Bunnit, and Didoo Railings, Sweet Dreams Security series, Matthias Megyeri, 2003.

Nonostante le nostre città,

almeno nei paesi avanzati, siano le più sicure

nella storia dell’uomo, la paura, e l’ossessione per la sicurezza,

dominano la nostra vita quotidiana.Even if our cities are,

at least in developed countries, the safest in the history

of Mankind, our daily lives are dominated by

an obsession for security.

VI design focus essay

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Serramenti e chiusure assolvono un compito indispensabile nell’arte del costruire. L’idea stessa di riparo, con cui si identifica l’atto primario dell’abitare, è simultaneamente legata alla necessità di porre uno schermo alle intemperie, ma anche a quella di evitare intrusioni nel recinto domestico. Questa seconda necessità, almeno da un punto di vista simbolico, oggi ha decisamente preso il sopravvento.Nonostante le nostre città, almeno nei paesi avanzati, siano le più sicure nella storia dell’uomo, la paura, e l’ossessione per la sicurezza, dominano la nostra vita quotidiana.Tutte le abitazioni sono dotate di porte blindate, e sempre di più di allarmi elettronici. Ogni giardino è circondato da alti muri di cinta o da cancellate invalicabili. Il perimetro delle proprietà private tende ad essere assimilato ad un limite sacrale ed inviolabile. Il paesaggista e storico dell’architettura Charles Jencks definisce questa dinamica del paesaggio urbano come wallification, “murificazione”. Il caso limite di questo fenomeno in ascesa, è la realizzazione di comunità chiuse dentro cancelli perimetrali che le isolano, separandole materialmente dal resto della città. Negli Stati Uniti oggi decine di milioni di persone, vittime delle loro paure e della fomentazione di sentimenti di insicurezza collettiva, vivono recluse nelle cosiddette gated comunities, sobborghi residenziali blindati, protetti da reticoli di telecamere e guardiani armati.Questi sono i sintomi più evidenti di una regressione patologica della città, dove alla cosmopolis, la città aperta di ieri, sta seguendo la claustropolis, dominata dai segni fisici della chiusura e dell’esclusione.Paul Virilio, per completare la comprensione di questa dinamica sociale che investe la sfera urbana come quella domestica, nella Città Panico, introduce un nuovo concetto di frontiera. Nell’osservare la continua accelerazione delle reti e dei mezzi di comunicazione, Virilio nota che se ai tempi di Cesare, “la più grande gloria dell’Impero era di fare delle proprie frontiere un vasto deserto” oggi, invece, “il deserto in questione non si situa più in periferia – lungo il limes – ma intra muros, ovvero nel centro delle metropoli”. Le bombe dei kamikaze non uccidono più soltanto alla periferia dell’impero, in terre a noi lontane come l’Iraq, o Israele, ma al centro delle nostre città, e le ondate migratorie riportano sotto casa una povertà atavica che sembrava essere scomparsa dai nostri orizzonti. Il confine planetario che segna la spaccatura tra i popoli del mondo, che divide il pianeta tra nord e sud, attraversa adesso il cuore delle città e cinge le nostre stesse abitazioni.In questa realtà la paura è diventata una specie di costante sfondo emotivo dell’esistenza individuale, alimentato principalmente dai media, dalle leggende metropolitane, da cronache e racconti e solo in minima parte da esperienze personali. Ma il design, come elaborazione culturale che si esprime attraverso il progetto, come può misurarsi con questa irrazionale emotività collettiva? Probabilmente, più che attraverso la generazione di soluzioni tecniche parziali, come nuovi sistemi di difesa, la soluzione è portare il design, cioè il prodotto, a misurarsi sullo stesso terreno che genera la paura. Il terreno della comunicazione, della produzione di immagini, e della emotività.Proprio il sentimento della paura, nella carrellata di oggetti che possono ricavarsi dall’attività di Sweet Dreams Security del designer inglese, di origini ungheresi, Matthias Megyeri, subisce un ridimensionamento in cui l’angoscia, più che un grido di terrore, strappa, un sorriso ironico e tutto sommato tranquillizzante.Si tratta di cancellate, filo spinato, terminali acuminati da inserire nella cresta di muri di cinta, che al contrario degli originali, producono risposte funzionali e leggere ai disagi che la modernità produce convulsamente.Questi oggetti si pongono come modelli per una nuova e paradossale iconicità della paura, amichevole e disarmante, rispetto al montante sentimento del terrore collettivo.

Casings and locks perform an indispensable duty in the art of building. The very idea of shelter, associated with the primary act of living, is linked to the necessity of erecting a barrier against inclement weather, but also to that of avoiding intrusions into the domestic enclosure. This necessity, secondary at least in symbolic terms, has today decidedly gotten the upper hand.Even if our cities are, at least in developed countries, the safest in the history of Mankind, our daily lives are dominated by an obsession for security. All our dwellings are protected by armoured doors, and increasingly frequently by electronic alarms. Every garden is surrounded by tall walls or insurmountable gates. The outer walls of private homes tend to be assimilated to a sacred and inviolable limit. The landscape architect and historian Charles Jencks defines this dynamic of the urban landscape as wallification. The more extreme cases of this phenomenon, which is on the increase, are the creation of communities protected by walls that isolate them and separate them materially from the rest of the city.In the United States today tens of millions of persons, victims of their fears and instigation of feelings of collective insecurity, live as recluses in so-called gated communities, residential suburbs protected by networks of surveillance cameras and armed guards.These are the most evident symptoms of a pathological regression of the city; the cosmopolis, the open city of the past, is being replaced by the claustropolis dominated by the physical signs of closure and exclusion.To fully understand this social dynamic which concerns both the urban sphere and the domestic one, Paul Virilio introduces a new concept of frontier in his City of Panic. Observing the continuous acceleration of networks and means of communication, Virilio points out that whether, at the time of Cesar, “the greatest glory of the Empire was to make its frontiers a vast desert”, today, on the contrary, “this desert is no longer found on the outskirts – along the limes – but intra muros or in the centre of the metropolises”.Kamikaze bombs no longer kill only on the borders of the empire, in countries far from us like Iraq or Israel, but in the middle of our cities, and the migratory waves bring an atavistic poverty, that seemed to have disappeared from our horizons, right to our doorsteps. The planetary border that separates the world population, dividing the planet into north and south, now passes through the heart of our cities, surrounding our very homes.In this reality fear has become a kind of constant emotional backdrop of individual existence, principally fostered by the media, by metropolitan legends, chronicles and stories, and only to a minimal extent by personal experiences.But how can design, as cultural elaboration that expresses itself through planning, deal with this irrational collective emotionality? Rather than by developing partial technical solutions, the answer is probably to make design, or in other words the product, measure swords with the very territory where fear is instigated: the stage of communication, of the production of images and emotionality.It is precisely the feeling of fear that is cut down to size when one observes a selection of the objects created as part of the Sweet Dreams Security project of Matthias Megyeri, a Hungarian-born British designer. Rather than inspiring fear, the anxiety associated with these designs elicits an ironic and all things considered reassuring smile.It is a matter of gates, razor wire, spikes to install on top of fences that, unlike the originals, provide functional and subtle solutions to the discomforts that modernity so convulsively produces. These objects represent models for a new and paradoxical ironic quality of friendly and disarming fear, as an antidote to the escalating collective feeling of fear.

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VIII design focus object

Assenza assoluta di stipiti e cornici coprifilo, perfetta linearità delle superfici, leggerezza delle ante e dei componenti: proprio l’essenzialità è la caratteristica che meglio identifica Essential, il marchio di porte e controtelai ideati da Scrigno, col Sistema Porta-Parete. Il design della collezione prevede infatti l’assenza di qualsiasi elementi esterno, riducendo al minimo la parte di finitura fuori muro per garantire la perfetta complanarità con la superficie del muro.Sia fisicamente che visivamente, la parete si presenta libera da stipiti e da altre finiture, lasciando alle aperture tra un ambiente e l’altro la massima continuità e fluidità. Ciò permette inoltre la massima libertà ai progettisti per definire le soluzioni d’arredo.La collezione Essential si compone di porte a battente, scorrevoli e Dual. Brevetto esclusivo Scrigno, Essential Dual è il controtelaio nato dall’evoluzione di Essential e Granluce. Un prodotto innovativo, un unico cassonetto, che consente di contenere al suo interno due porte in vetro scorrevoli a scomparsa collegate tra loro da un sistema di trascinamento.

Absolutely no door jamb or casing, perfectly linear surfaces, lightweight doors and components: simplicity is the key to Essential, a brand of doors and door frames by Scrigno featuring its Door-Wall System. The collection is designed without any external elements, reducing the part of the finish emerging from the wall to a minimum to ensure that the door surface is perfectly level with the wall. The wall is physically and visually free of door jambs and other finishes, ensuring the utmost continuity and fluidity between spaces and leaving architects the utmost freedom to come up with furnishing solutions.The Essential collection includes swing doors, sliding doors and Dual doors. An exclusive Scrigno patent, Essential Dual is a door frame which evolved out of Essential and Granluce, an innovative product, a single box permitting mounting of two embedded sliding glass doors connected by a tracking system.

essential r&s scrigno

firm Scrignoyear of realization 2011types swing, sliding, Dualmaterial tempered glass or veneered paneldimensions single door 800x2100mm, double door 1600x2100mm, Dual 1400x2100mm

azienda Scrignoanno realizzazione prodotto 2011tipologia battente, scorrevole, Dualmateriale vetro temperato o pannello tamburatodimensioni anta singola 800x2100mm, anta doppia 1600x2100mm, Dual 1400x2100mm

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Una presenza

importante pur in uno spessore ridotto:

Essential Dual è utilizzabile in una normale parete

con spessore di 10,5cm.An important presence even

in a reduced space: Essential Dual can be used

in a ordinary wall 10,5cm thick.

Disegni tecnici della struttura e del telaio di Essential, Essential doppio ed Essential Dual.Technical drawings of Essential, Essential doppio and Essential Dual frames.

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distanziali

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rete metallica

mascherina di copertura

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X design focus object

Qualità tecnologica ed estetica esclusiva per confermare il ruolo della porta come elemento caratterizzante di nuove e inedite soluzioni di interior design: Luxor è la porta complanare con stipite in vetro laccato o in alluminio disegnata da Giuseppe Bavuso per Rimadesio. All’interno di un design essenziale e rigoroso, la maniglia diventa uno dei tratti distintivi della collezione. Una forma primaria di grandi dimensioni che nell’estetica generale della porta diventa un raffinato richiamo, grazie all’inserto in vetro dello stesso colore del pannello. Una soluzione originale, ma come sempre attenta ai dettagli, come dimostra anche la definizione del nottolino di chiusura o, in alternativa, la versione con chiave. Luxor è disponibile nell’intera gamma dei vetri laccati Ecolorsystem (il sistema di codificazione di colori ecologici) con telaio in alluminio, o nell’esclusiva versione “white look” in vetro laccato bianco latte e telaio in alluminio laccato bianco. La collezione è completata dalla versione scorrevole a scomparsa ed è prevista nelle dimensioni standard con quattro larghezze, oltre alla possibilità di realizzazione su misura in altezza e in larghezza.

Quality, technology and exclusive aesthetics confirm the door’s role as the element characterising unusual new interior design solutions: Luxor is a flush door with a lacquered glass or aluminium jamb designed by Giuseppe Bavuso for Rimadesio. The handle is one of the key elements of its simple, rigorous design, a large primary shape that becomes a refined detail in the overall aesthetic of the door, with a glass insert in the same colour as the panel; an original solution demonstrating the usual attention to detail, as demonstrated by the definition of the locking pawl or the alternative key version. Luxor is available in the entire range of Ecolorsystem lacquered glasses (a coding system for ecological colours) with an aluminium frame, or the exclusive “white look” version made of milk-white lacquered glass with a white lacquered aluminium frame.The collection is completed with an embedded sliding version, is available in standard dimensions with four different widths, and can also be constructed to customised heights and widths.

luxor giuseppe bavuso

firm Rimadesioyear of realization 2011types swing, slidingmaterial lacquered glass or aluminium door jambdimensions 2100x590/690/790mm and custom-made

azienda Rimadesioanno realizzazione prodotto 2011tipologia battente, scorrevolemateriale stipite in vetro laccato o alluminiodimensioni 2100x590/690/790mm e su misura

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Solo 16mm di spessore per la nuova collezione di porte L16, disegnata da Piero Lissoni e presentata allo scorso Made Expo. Straordinariamente sottile, la porta è pensata per ridurre al massimo gli ingombri, superando lo scoglio progettuale legato alle dimensionali tradizionali di questo elemento. L’anta a battente di L16 rimanda all’immagine di un foglio di carta, una pagina nitida, una superficie intatta ripulita di ogni segno, perfettamente uniforme. Un diaframma in grado di separare gli ambienti con una fisicità leggera e un movimento fluido, ma anche un vero e proprio elemento architettonico in grado di caratterizzare e definire lo spazio, grazie al risalto di essenze e colori. Ideale sia in ambito residenziale, sia contract, L16 di Lualdi permette la massima personalizzazione e un’estrema flessibilità d’uso. Disponibile in un ampio numero di essenze e colori, può essere realizzata anche con pannelli laterali e superiore asimmetrici, con o senza traverso.Una linearità enfatizzata anche dalla maniglia Pomm, sempre disegnata da Piero Lissoni, una rivisitazione del classico pomello dall’estrema pulizia formale, dotata di una micro serratura magnetica.

The new L16 door collection designed by Piero Lissoni and presented at the last Made Expo is only 16mm thick. This extraordinarily thin door is designed to minimise bulk, overcoming the hurdle in design normally caused by the dimensions of the door. The L16 swing door looks like a piece of paper, a page in a book: a perfectly clean, uniform surface without any marks. A diaphragm separating spaces with light physicality and fluid motion, but also a true architectural element characterising and defining space with different types of wood and colours. Perfect in both residential and contract settings, Lualdi’s L16 permits maximum customisation and extreme flexibility. Available in a wide range of woods and colours, it can also be made with asymmetric side and top panels, with or without crosspieces. Its linearity is underlined by the Pomm handle, also designed by Piero Lissoni: a new version of the classic doorknob characterised by very clean form, with a tiny magnetic lock.

L16 piero lissoni

firm Lualdiyear of realization 2011types swingdimensions 600/700/800/900x2100mm, thickness 16mmfinishes oak (bleached, mocha and grey), thermo wood, black walnut; glossy and matt lacquered in standard or custom colours

azienda Lualdianno realizzazione prodotto 2011tipologia battentedimensioni 600/700/800/900x2100mm, spessore 16mmfiniture rovere (sbiancato, moka e grigio), termo wood, noce canaletto; laccato lucido e opaco nei colori di serie o a richiesta

Essenziale, leggera,

extrasottile: L16 disegna la parete come

un quadro colorato, si apre come una lama per tagliare

la superficie.Essential, light, ultra thin, L16 defines the wall as

a coloured painting and opens like a blade

cutting the surface.

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XII design focus object

Scorrevole, minimale e anche high-tech grazie alla possibilità di inserire cablaggi: Syntesis® Luce racchiude in un unico prodotto la perfezione estetica di Syntesis® Line e la funzionalità di Luce. Un innovativo controtelaio per una o due ante scorrevoli speculari, che racchiude in sé una molteplicità di funzioni e prestazioni. Perfetta combinazione di estetica e praticità, Syntesis® Luce si integra al meglio con la parete, nascondendo la porta alla vista, ed è predisposto per l’inserimento di cablaggi elettrici, direttamente sulla parete dove è alloggiato il controtelaio. Grazie alla tecnologia Luce è possibile infatti applicare fino a 10 scatole elettriche (5 da un lato e 5 dall’altro), punti luce, comandi on/off o dimmer, prese. Particolari accorgimenti costruttivi, come profili a struttura integrata (i montanti verticali, la traversa superiore e il montante di battuta preintonacati o da stuccare), consentono di ottenere una perfetta omogeneità della finitura e di realizzare configurazioni progettuali personalizzate e di sicuro impatto estetico. Syntesis® Luce è disponibile sia per versione intonaco che cartongesso per uno spessore della parete finita pari a 150mm.

Sliding, minimal, high-tech with potential for wiring: Syntesis® Luce sums up all the aesthetic perfection of the Syntesis® Line and the practicality of Luce. An innovative door frame for one or two sliding doors in a mirror arrangement offering a multitude of functions and services. The perfect combination of aesthetics and practicality, Syntesis® Luce fits into the wall in the best possible way, concealing the door from view, and permits electrical wires to be mounted directly on the wall containing the frame. Luce technology permits application of up to ten electrical boxes (five on each side), light spots, on/off or dimmer controls and electrical sockets. Special features of its construction such as integrated profiles (vertical uprights, the upper crosspiece and the door jamb either pre-plastered or to be plastered) create a perfectly homogeneous finish and permit customised design configurations with a definite aesthetic impact. Syntesis® Luce is available for installation on plaster or plasterboard walls up to 150mm thick when finished.

syntesis® luce r&d eclisse

firm Eclisseyear of realization 2011tipologia slidingmaterial aluminum and galvanized steeldimensions minimum width 600mm, maximum height 2700mm

azienda Eclisseanno realizzazione prodotto 2011tipologia scorrevolemateriale alluminio e acciaio galvanizzatodimensioni larghezza minima 600mm, altezza massima 2700mm

Tecnologia nascosta in

dettagli invisibili: Syntesis® Luce associa

eleganza estetica a nuove funzionalità.

Tecnology concealed in invisible details:

Syntesis® Luce combines aesthetic elegance and new functions.

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Tecnologia, sicurezza e un perfetto mimetismo delle forme: Monolite RM è la prima blindata complanare con cerniere a scomparsa che permette un’apertura completa a 180 gradi. La porta è perfettamente inserita nel muro, in linea con la parete senza l’utilizzo di alcun coprifilo e senza nessuna parte di alluminio in vista. Essenzialità spinta all’estremo per un elemento che scompare totalmente alla vista, grazie alla possibilità di personalizzare il pannello con la stessa intonacatura del muro, o al contrario emerge con spiccata personalità attraverso il contrasto cromatico con la superficie. Il sistema brevettato di cerniere a scomparsa Rondò, utilizzato per le porte Monolite RM, garantisce facilità di installazione e il perfetto posizionamento grazie alla registrabilità delle cerniere sui tre assi (altezza, larghezza e spessore). Estetica e prestazioni eccellenti come richiesto a una porta blindata: antieffrazione Classe 3; isolamento acustico fino a 44dB; trasmittanza termica (UD=base) 2,00 W/m2K; tenuta al carico del vento 5C (su scala da 0 a 5C); permeabilità all’aria 4 (su scala da 0 a 4).

Technology, safety and perfectly camouflaged forms: Monolite RM is the first flush reinforced door with embedded hinges permitting complete opening to 180 degrees. The door is perfectly aligned with the wall, without any door jamb or any aluminium parts in view. Simplicity is taken to an extreme to create an element that either disappears entirely from view, as the panel can be customised with the same finish as the wall, or stands out from it with a bold personality in a colour contrasting with the wall surface. Rondò’s patented embedded hinge system, used in Monolite RM doors, guarantees easy installation and perfect positioning by permitting adjustment of the hinges along three axes (height, width and thickness).All the outstanding aesthetics and performance required of a reinforced door: anti-intrusion class 3; acoustic insulation up to 44dB; thermal transmittance (UD=basic) 2.00 W/m2K; wind seal 5C (on a scale of 0 to 5C); permeability to air 4 (on a scale of 0 to 4).

monolite rm r&d bauxt

firm Bauxtyear of realization 2011tipologia swingmaterial still frame, MDF panel (wall painted effect, wooden, glossy or mat lacquered) dimensions 2000x800mm and custom-made max 2400x1000mm

azienda Bauxtanno realizzazione prodotto 2011tipologia battentemateriale telaio e struttura in acciaio, pannello in MDF (verniciato effetto muro, in essenza, laccato lucido o opaco)dimensioni 2000x800mm e su misura fino a 2400x1000mm

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XIV design focus project

Uno spazio limitato sul rio Vena presso l’abitato di Villetta (sul territorio comunale di Vandoies), ad un’altezza di ca. 800m s.l.m: è qui che sorge la nuova centrale idroelettrica Winnebach, progettata dallo Studio Monovolume architecture + design. Il fabbricato centrale, che si sviluppa su due livelli ed è in parte incassato nel pendio per far fronte allo spazio ridotto disponibile, rimanda all’immagine di una vera roccia, un grande masso che spunta dal terreno scosceso. Un’impressione rafforzata ulteriormente dal ridotto impiego di materiali (cemento, vetro ed acciaio nelle sue forme naturali), ma soprattutto dalle venature e variazioni di colore che attraversano tutto l’edificio. Le fenditure che solcano l’involucro sono determinate da fasci di luce provenienti da lastre di vetro float stratificate e guide di acciaio corten inserite nel cemento. In alcuni casi le vetrate consentono di osservare la sala macchine anche dall’esterno. Le uniche variazioni di colore presenti, oltre al verde delle finestre, vengono rappresentate per mezzo di porte in corten posizionate a filo delle pareti esterne. Proprio la realizzazione delle porte ad opera di Auroport ha richiesto particolare accortezza tecnica, perché le superfici sulle quali sono state montate erano inclinate di 6° verso l’esterno e i vani nel muro per l’inserimento avevano tutti i lati inclinati e non perpendicolari tra loro.

A small area on the Rio Vena in the village of Villetta (in the municipality of Vandoies) at an elevation of about 800m above sea level hosts the new Winnebach hydroelectric plant designed by Studio Monovolume architecture + design. The central building, on two levels set partly into the slope of the land because of the small amount of space available, looks like a big mass of rock emerging from the rocky soil. The impression is further reinforced by use of a small number of materials (cement, glass and steel in its natural forms) and above all by the veins and variations in colour running throughout the entire building. The building’s cladding is interrupted by slits of light from stratified float glass panels and corten steel guides fit into the cement. In some cases the windows make it possible to see the inside of the engine room from outside. The only variations in colour other than the green windows are corten doors placed flush with the external walls. Auroport made the doors with special technical features because the surfaces on which they are assembled are inclined 6° outwards and the holes in the wall for mounting them are inclined on all sides, not perpendicular to one another.

porte in acciaio corten auroport

progetto Centrale elettrica Winnebachluogo Villetta (BZ)progetto architettonico Studio Monovolume architecture + designanno di realizzazione 2009

project Winnebach power plantlocation Villetta (BZ)architectural design Studio Monovolume architecture + designyear of realization 2009

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Per l’ingresso principale è stato sviluppato un portone a due ante apribili a battente che per compensare le inclinazioni adotta un sistema di apertura a bilico con perno disassato. Dimensioni della porta 5000x4300mm.The main entrance has two swing doors pivoting on an offset pin to compensate the inclinations. Door’s size 5000x4300mm.

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XX design focus project

Tre “scatole” parzialmente sovrapposte l’una all’altra, quasi a formare dei “gradini” che si arrampicano sul fianco della montagna per poter ammirare lo splendido panorama del lago d’Orta: è il concept di un villa unifamiliare a Omegna progettata dall’Arch. Fabrizio Bianchetti.Essenzialità e rigore caratterizzano i volumi, con il piano terra prevalentemente murato, che va ad “inserirsi” nella montagna. I due piani superiori della villa sono invece per la maggior parte finestrati (pareti vetrate e porte scorrevoli). Il primo livello è uno spazio aggettante e ricava dalla finestra continua una sensazione di leggerezza che “spinge” la casa verso la natura. All’ultimo livello, uno spazio dedicato allo studio, l’ampia finestratura garantisce un’assoluta continuità tra interno ed esterno. La scelta dei serramenti ha acquisito un’importanza fondamentale sia dal punto di vista estetico che prestazionale. Sono stati utilizzati serramenti Sistema Top 72 KAB di Finstral a giunto aperto, con telaio di 72mm e rivestimento esterno in alluminio, che presentano elevate caratteristiche in termini di isolamento termoacustico.

Three “boxes”, partly on top of one another, almost forming a set of “steps” climbing up the mountainside to enable the splendid landscape of Lake Orta to be admired: this is the concept of a detached house in Omegna designed by architect Fabrizio Bianchetti.Plainness and rigour characterise the volumes, with the ground floor mainly walled in, “inserted” into the mountain. The upper two storeys of the house, on the other hand, are mainly windowed (glazed walls and sliding doors). The first level is a protruding area with a continuous window that provides a feeling of lightness that “pushes” the house towards the nature. On the top level, there is a dedicated study area with large windows that guarantee absolute continuity between indoors and outdoors. The choice of the window and door frames acquired great importance both from the point of view of appearance and from that of performance. Windows of the Top 72 KAB System by Finstral with open joints were used, with 72mm frames and lined externally with aluminium. They have high-level characteristics in terms of heat and sound insulation.

sistema top 72 kab finstral

progetto villa unifamiliareluogo Omegna (VB)progetto architettonico Arch. Fabrizio Bianchettianno di realizzazione 2011

project single-family homelocation Omegna (VB)architectural design Architect Fabrizio Bianchettiyear of realization 2011

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Dinamismo, sviluppo tecnologico, capacità di ricerca continua: sono i tratti distintivi dell’attività di Salewa, leader europeo nel settore dell’abbigliamento tecnico da montagna, ma anche le linee del progetto della nuova sede di Bolzano, affidato allo studio di architettura Cino Zucchi Architetti e Park Associati. La nuova sede si propone come polo di attrazione per la città rispondendo al duplice bisogno di nuovi spazi lavorativi da un lato e di aree per l’interazione sociale dall’altro. I volumi degli uffici e della palestra di roccia (la più grande in italia) dialogano tra loro e con le montagne circostanti abbracciando lo spazio verde centrale, mentre il magazzino è trattato come una grande topografia artificiale. I sistemi Schüco FW 60+SG sono stati impiegati per la realizzazione delle facciate vetrate. Questa facciata strutturale riesce a creare un importante effetto estetico grazie all’utilizzo di profili portanti visibili solo dall’interno. Dall’esterno sono visibili solo le superfici vetrate caratterizzate dai giunti sottili. Grazie alla speciale giunzione dei bordi, e possibile realizzare anche vetri isolanti con intercapedine con gas e ottenere cosi ottimi valori isolamento termico.

Dynamism, technological development, a capacity for continuous research: these are the distinguishing features of the activity of Salewa, the European leader in the field of technical clothes, but they are also the lines of the project for the new headquarters in Bolzano, entrusted to the Cino Zucchi Architetti and Park Associati firm of architects. The new headquarters will be a pole of attraction for the city, meeting the dual need for new work areas on the one hand and for social interaction on the other. The volumes of the office spaces and of the rock-climbing gym dialogue with one another and with the surrounding mountains, embracing the central green area, while the stores are treated like a large artificial topography. Schüco FW 60+SG façade systems were used to create the glazed façades. This structural façade is able to create an important aesthetic effect thanks to the use of load-bearing sections that can be seen only from the inside. From the outside, only the glazed surfaces characterised by thin joints are visible. Thanks to the system for joining the edges, it is possible to create insulating glazing with air gaps filled with gas so as to achieve excellent heat-insulating values.

sistemi per facciata fw 60+sg schüco

progetto Salewa Headquartersluogo Bolzanoprogetto architettonico CZA Cino Zucchi Architetti e Park Associatianno di realizzazione 2011

project Salewa Headquarterslocation Bolzanoarchitectural design CZA Cino Zucchi Architetti and Park Associati year of realization 2011

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XXII design focus review

Trait Next EI30 filomuro è la nuova porta battente filo muro con stipite invisibile, certificata per resistere al fuoco e omologata per l’abbattimento acustico, predisposta anche per aperture elettrificate collegate a controlli remoti (lettori badge, chiusure centralizzate…). Grazie all’ottimo assorbimento acustico (pari a 31dB), è ideale per l’utilizzo in strutture alberghiere e aperte al pubblico.

Un monolite, la cui purezza e integrità generata dalla massa solida del parallelepipedo viene dolcemente deformata dalla pressione fisica della mano: Morgante ha plasmato Intake, interpretando il concetto convenzionale di maniglia. Il riferimento è a Intakes, ovvero prese d’aria, gli apparati che, in modo anonimo e affascinante, sono plasmati dall’efficienza armonica della fluidodinamica.

Una superficie tattile, una finitura fortemente materica che “riscalda” l’aspetto algido determinato dalla tonalità fredda: Ice Onda è la nuovissima proposta in frassino laccato bianco stampato e spazzolato. Per contrasto l’anta è montata sul nuovo telaio in alluminio lucido RING. Estetica e funzionalità. Ice Onda monta cerniere TProgramm Pyramid (brevetto Barausse) che ne rendono possibile la reversibilità.

Pulizia delle forme e lucentezza del cristallo caratterizzano Evoluce, la porta che presenta nell’anta una fascia in cristallo stratificato opaco, disponibile nei colori bianco e verde. Il telaio telescopico consente un notevole miglioramento della flessibilità. Le nuove finiture in frassino sono a poro aperto per esaltare la naturalezza del legno. È proposta anche nella versione Evoluce 1 con anta vetrata e cristallo stratificato.

Trait Next EI30 is the new leaf-door mounted flush with the wall and with an invisible jamb, certified for fire-resistance and type-approved for noise-proofing. It also has provisions for electrified opening connected to remote systems (badge readers, centralised locking systems, etc.). Thanks to its excellent sound-absorbing properties (equal to 31dB), it is ideal for use in hotels and facilities open to the public.

A monolith, the purity and integrity of which, generated by the solid mass of the parallelepiped, are deformed gently by the physical pressure of the hand: Morgante has shaped Intake, interpreting the conventional concept of the handle. The reference is to Intakes, the devices that, in an anonymous and fascinating manner, are shaped by the harmonious efficiency of fluid dynamics.

A tactile surface, a highly material finish that “warms up” its otherwise cool appearance caused by its cold colour: Ice Onda is the very new proposal made of white-painted printed and brushed ash wood. By contrast, the leaf is mounted on the new polished aluminium RING frame. Aesthetic and functional. Ice Onda has TProgramm Pyramid hinges (patented by Barausse), making reversibility possible.

The plainness of the shapes and the shine of glass characterise Evoluce, the door that contains in its leaf an opaque stratified crystal strip, available in white or green. The telescopic frame enables a considerable improvement in terms of flexibility. The new ash-wood finishes are of the open-pore type to exalt the naturalness of the wood. It is also available in the Evoluce 1 version with a glazed leaf and stratified crystal.

Albed - Delmonte srlvia San Martino – 20054 Nova Milanese (MI) tel 0362 367112 – fax 0362 450586 www.albed.it – [email protected]

dnd® di Martinelli spa loc. Piani di Mura, 2 – 25070 Casto (BS) tel 0365 899113 www.dndmaniglie.it

Barausse spavia Parmesana, 27 – 36010 Monticello Conte Otto (VI) tel 0444 900000 – fax 0444 900019 www.barausse.com – [email protected]

Effebiquattro spaviale Edison, 47 – 20831 Seregno (MI) tel 0362 27771 www.effebiquattro.it

Trait Next Ei30 Filo Muro Albed design Massimo Luca

Intake dnd® di Martinellidesign Andrea Morgante

Evoluce Dilà by Effebiquattro

Ice Onda Ring Barausse design Massimo Bellunato

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Plana è un sistema di ante scorrevoli sospese, con telaio in alluminio e tamponamenti in vetro o con pannelli ciechi in legno con finitura sintetica antigraffio che riproduce il colore, la venatura e il poro del legno. Possono essere lisci o con traversi orizzontali. I profili hanno sezioni di tre differenti tipologie e misure: Luxor, elegante ed esclusivo; Medium, sottile e discreto; Minimal, pratico e deciso.

Absolute è il controtelaio senza finiture esterne che si inserisce perfettamente nella parete liberandola da stipiti e cornici coprifilo. È ideale per chi progetta soluzioni abitative minimali, orientate al design essenziale, rispondendo al desiderio di sobrietà e semplicità. È disponibile sia in versione intonaco che in versione cartongesso. Absolute doppio è la versione a doppia anta del controtelaio.

I serramenti per grandi specchiature SC70, in legno lamellare a incastri (brevettato Capoferri), hanno spessore 70mm e sono predisposti per il montaggio delle vetrate isolanti. Sono forniti con guida in ottone con possibilità di scelta fra acciaio inox e bronzo a filo pavimento. Il sistema, la ferramenta e le cerniere sono progettate e costruite interamente dall’azienda con materiali e tecnologie d’avanguardia.

Una porta essenziale ma sofisticata nei dettagli, nella quale le venature corrono orizzontali a circondare l’anta senza interruzioni: la collezione Exit si arricchisce di una nuova finitura, la verniciatura lucida al poliestere su legno che coniuga lucidità ed eleganza. Il lucido poliestere è applicato sui modelli Exit ed Exit vetro, per le finiture noce canaletto e noce moro.

Plana is a system of suspended sliding leaves with aluminium frames and glass in-fills or wooden blind panels with a synthetic scratchproof finish that reproduces the colour, the grain and the pores of wood. They can be smooth or have horizontal cross-pieces. The sections are of three different types and sizes: Luxor, elegant and exclusive; Medium, slim and discreet; Minimal, practical and determined.

Absolute is the sub-frame without external finishes that fits perfectly into the wall, freeing it from jambs and casings. It is ideal for designers of minimal solutions for the home featuring plain design, in accordance with the wish for sobriety and simplicity. It is available in a plastered or a plasterboard version. Absolute Double is the double-leaved version of the sub-frame.

SC70 frames for large windows are made of fitted laminated wood (patented by Capoferri). They are 70mm thick and have provisions for mounting insulating glazing. They are supplied with brass guides and it is possible to choose between stainless steel and bronze flush with the floor. The system, the hardware and the hinges are designed and made entirely in house using advanced materials and technology.

A plain door but sophisticated in its details, on which the grain runs horizontally, surrounding the leaf without breaks. The Exit collection has been enriched with a new finish, glossy polyester paint on wood that combines shine and elegance. Glossy polyester paint is applied to the Exit and Exit Glass models for the canaletto walnut and dark walnut versions.

Bertolotto Porte spacirconvallazione G. Giolitti, 43/45 – 12030 Torre San Giorgio (CN) tel 0172 912811 – fax 0172 912800 www.bertolotto.com

Ermetika srlvia Trani, 126 – 70051 Barletta (BT) tel 0883 535781 – fax 0883 532164 www.ermetika.it

Capoferri Serramenti spavia Cividini 20 – 24060 Adrara S. Martino (BG) tel 035 934074 – fax 035 934052 www.capoferri.it – [email protected]

FerreroLegnos.s. 28 del Colle di Nava, 26 – 12060 Magliano Alpi (CN) tel 0174 622411 – fax 0174 622430 www.ferrolegnoporte.it

Exit FerreroLegno

Plana Bertolotto Porte

Absolute Evo Ermetika

SC70 Capoferri

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XXIV design focus review

L’emozione del legno e l’affidabilità di una tecnologia esclusiva: il sistema finestre e porte-finestre Lignatec si caratterizza per la combinazione legno-PVC e legno-PVC-alluminio. Il legno, con cui è realizzato il lato interno dell’infisso, conferisce all’ambiente un’atmosfera confortevole e accogliente, mentre il profilo in PVC sul lato esterno offre un’elevata protezione dagli agenti atmosferici.

15 nuovi soluzioni per porte d’ingresso in alluminio, in grado di offrire una varietà di accattivanti soluzioni per gli amanti del colore: i nuovi motivi bi-color Hörmann, dalle linee morbide o squadrate, consentono in sostanza di combinare tra loro tutti i colori RAL e offrono così la possibilità di creare inediti look coordinati tra porta d’ingresso, murature e serramenti, anche già esistenti.

All’interno della collezione Libera, Stikla è un sistema con piena libertà dimensionale, ispirato alle linee dell’architettura moderna e composto da profili in alluminio satinato o rivestito in essenza, ante in vetro temperato o stratificato. Le porte battenti hanno cassa reversibile, regolazione telescopica per adattarsi a muri di ogni spessore, anta a filo complanare e la possibilità di apertura a 180 gradi.

Superficie liscia e piatta, impugnatura larga e sottile, angoli arrotondati e spigoli smussati che assicurano un’eccellente piacevolezza al tatto: Flux è un oggetto di puro design con uno stile contemporaneo e con una morbida geometria, nella quale l’inusuale attaccatura e l’impugnatura sono un unico blocco sapientemente plasmato. Ha ricevuto la menzione speciale del Red Dot Design 2011.

The emotion of wood and the reliability of an exclusive technology: the Lignatec window and French window system is characterised by the wood-PVC and wood-PVC-aluminium combinations. The wood, used for the interior side of the frame, gives the room a comfortable and welcoming atmosphere, while the PVC section on the outside provides a high degree of protection against the weather.

15 new solutions for aluminium entrance doors, able to offer a variety of attractive solutions for people who love colour: the new two-colour patterns by Hörmann, featuring soft or squared lines, enable, basically, all the RAL colours to be combined with one another so as to enable the creation of original co-ordinated looks for the entrance door, the walls and the frames, including existing ones.

In the Libera collection, Stikla is a system providing absolute dimensional freedom, inspired by the lines of modern architecture and consisting of satin-finish or wood-covered aluminium sections and tempered or stratified glazing. The side-hung leaves have reversible cases, telescopic adjustment so as to adapt to walls of any thickness, leaves on the same plane and the possibility of opening up to 180 degrees.

A smooth and flat surface, a wide but slim grip, rounded off angles and smoothed edges that ensure an excellent pleasant feeling to the touch: Flux is a design object with a contemporary style and with a soft shape, in which the unusual attachment and the grip form a cleverly shaped single block. It received a special mention in the framework of the 2011 Red Dot Design award.

Finstral spavia Gasters, 1 – 39054 Auna di Sotto/Renon (BZ) tel 0471 296611 www.finstral.com – [email protected]

Hörmann Italia srlvia G. Di Vittorio, 62 – 38015 Lavis (TN) tel 0461 244444 – fax 0461 241557www.hormann.it – [email protected]

Gruppo Door2000via Galoppat, 120/F – 33087 Pasiano (PN) tel 0434 628739 – fax 0434 604614 www.gruppodoor.it – [email protected]

Jado by Reguitti spaz.i. località Fondi – 25071 Agnosine (BS) tel 0365 896053 – fax 0365 896137www.jado-hardware.com – [email protected]

Lignatec Finstral

Porte bi-color Hörmann

Flux Jado by Reguitti design Doit & Beit

Libera Gruppo Door2000

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La prima porta tuttovetro incassata, in cui la lastra sembra scendere dal soffitto come una cascata. La tecnologia dello scorrimento viene minimizzata, la sua presenza è resa impercettibile da una struttura in alluminio completamente incassata all’interno del controsoffitto in cartongesso. I vetri delle ante, a filo lucido, possono essere incassate con attacco a parete o a soffitto e possono essere montate con mono o birotaia.

Piatta e molto pulita sul fronte, dove si disegna la figura dell’alamaro, e tondeggiante sul retro e nella parte terminale dell’impugnatura, quasi sferica: la maniglia Alamaro, dall’aspetto elegante e leggero, ma allo stesso tempo comodo e piacevole al tatto, è tra i vincitori del Good Design 2011 nella categoria “Hardware”.

È l’evoluzione dell’affermata tecnica di fissaggio Quadro Rapido: con Hoppe Quadro Rapidoplus, non solo le maniglie ma anche le rosette vengono montate facilmente senza la necessità di utensili per il fissaggio, di viti o brugole. Le rosette in acciaio, dello spessore di soli 2mm, sono disponibili sia in versione tonda che rettangolare e in diverse soluzioni tecniche.

Soluzioni nate per osare, “pungere”, far vibrare ogni ambiente: Ortica, disponibile in duplice versione laccata verde e laccata giallo, entrambe in cristallo temperato con laccature su un lato; Senape, una riproposizione delle fortunate versioni in ciliegio e rovere caratterizzata da un tranciato a raggiera di rovere e con la novità della fine laccatura bianca a poro aperto.

The first flush-mounted all-grass door, in which the glass seems to descend from the ceiling like a waterfall. The sliding technology is minimized, its presence being made imperceptible thanks to an aluminium structure that is contained inside the plasterboard false ceiling.The glazing of the leaves, with polished edges, can be flush-mounted, attached to a wall or the ceiling, and can be mounted on a single rail or on two rails.

Flat and very plain in front, where the shape of the frog is designed, and rounded on the rear and on the end part of the grip, almost spherical. The Alamaro handle, featuring an elegant and light appearance but at the same time comfortable and pleasant to the touch, is one of the winners of the 2011 Good Design award in the “Hardware” category.

This is the evolution of the renowned Quadro Rapido fixing system: with Hoppe Quadro Rapidoplus, not only the handles but also the washers are mounted easily with no need for special fixing tools, screws or Allen wrenches. The steel washers, only 2mm thick, are available both in the round and in the square version, and with different technical solutions.

Solutions born to be daring, to “sting”, to make every environment vibrate: Ortica, available in two versions (painted green and painted yellow), both made of tempered glass painted on one side; Senape is a remake of the successful versions made of cherry wood and oak characterised by oak spokes and with the innovation of the fine white paintwork that leaves the pores open.

Henry Glass srlvia Portobuffolè 46 A/B – 31040 Mansuè (TV) tel 0422 209411 – fax 0422 209494www.henryglass.it – [email protected]

Manital srlvia delle Quadre, 3 – 25085 Gavardo (BS) tel 0365 3307 – fax 0365 376384www.manital.com – [email protected]

Hoppe spavia del Giovo, 16 – 39010 S. Martino i. P. (BZ) tel 0473 640111 – fax 0473 641359 www.hoppe.com – [email protected]

McDoor - Gruppo SinCovia Rui, 19 – z.i. Prà de Risi – 33080 Zoppola (PN) tel 0434 974041www.sincosrl.com – [email protected]

Vivacità McDoor design Nome designer

Inside Henry Glass

Alamaro Manital design Mario Mazzer

Hoppe Quadro Rapidoplus Hoppe

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XXVI design focus review

Eco100® Rubner Porte

Porta blindata per interni nata per rispondere all’esigenza di sicurezza e protezione durante il sonno. Dal lato interno l’apertura e chiusura dei chiavistelli è azionata dalla rotazione della maniglia che funziona quindi come dispositivo antipanico. Anta e telaio sono complanari e la porta può dunque essere inserita in una boiserie. La si può rivestire da ambo i lati, esattamente come le porte interne.

Pavanello Serramenti, presenta la Serie Eternity Maxi, l’infisso in grado di ottenere interessanti valori prestazionali, sia dal punto di vista termico che da quello acustico. Un prodotto che unisce all’avanzata tecnologia per l’isolamento termico anche la solidità della durata nel tempo. È realizzato in alluminio sablé nero con soluzione di complanarità tra anta, telaio e ferramenta a scomparsa.

Una nuova generazione di porte blindate che abbina agli imprescindibili standard di sicurezza una elevata ricercatezza estetica: nella collezione Tekno spariscono infatti le cerniere a vista. È proposta in svariate essenze legno, 9 laccati, 9 laccati a poro aperto, 9 laccati spazzolati, più laccati RAL, 9 versioni in vetro laccato, 11 in gres porcellanato, 6 in ecopelle, acciaio, specchio e pietra acrilica.

Nascono dalla combinazione di legno e sughero le porte ecologiche, a basso consumo energetico e antieffrazione ECO100®. L’abbinamento di questi due materiali naturali garantisce ottime prestazioni in termini di sostenibilità e risparmio energetico. Il sughero, in particolare, è un isolante eccezionale dotato di ottime caratteristiche molte delle quali comuni anche al legno.

Safety door for interiors created in order to meet the need for safety and protection during sleep. On the inside, opening and closing of the bolts are controlled by turning the handle that therefore acts as a panic-preventing device. The leaf and frame are on the same plane, so that the door can be included in boiserie. It can be lined on both sides, just like the interior doors of the residence.

Pavanello Serramenti presents the Eternity Maxi range of fixtures able to achieve interesting performance levels in terms of both sound and heat-proofing. This product combines advanced heat-insulation technology with the solidity of durability. It is made of black sanded aluminium, with the leaf, the frame and the concealed hardware all on the same plane.

A new generation of security doors that combines unwaivable safety standards with great aesthetic refinement. In the Tekno collection, visible hinges disappear. It is available in various species of wood, 9 of which painted, 9 painted with open pores, 9 painted and brushed in RAL colours, 9 versions made of painted glass, 11 made of vitrified stoneware, 6 made of imitation leather, steel, mirror surfaces or acrylic stone.

ECO100® ecological and burglar-proof doors featuring low energy consumption are the result of a combination of wood and cork. The union of these two natural materials guarantees excellent performance in terms of sustainability and energy saving. Cork, in particular, is an excellent insulating material with very good characteristics, many of which it has in common with wood.

Okey srlvia Molino Roero, 8 – 12100 Madonna dell’Olmo (CN) tel 0171 413348 – fax 0171 413526 www.okeyporte.it – [email protected]

Pavanello Serramenti srlviale del lavoro, 13 – 45100 Rovigo tel 0425 474515 – fax 0425 404269 www.pavanelloserramenti.it – [email protected]

Oikos Venezia srlvia della Tecnica, 6 – 30020 Gruaro (VE) tel 0421 7671 www.oikos.it – [email protected]

Rubner Porte spaz.a. 10 – 39030 Chienes (BZ) tel 0474 563222 – fax 0474 563100 www.tueren.rubner.com – [email protected]

Tekno Oikos design Adriani & Rossi

Blindasonno Okey design Simone Micheli

Eternity Maxi Pavanello Serramenti

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g.d. dorigo“Vogliamo essere autosufficienti, non dipendere da altri e gestire al nostro interno tutte le fasi più importanti, perché solo avendo sotto controllo tutto il processo possiamo intervenire continuamente per migliorarlo“. Così Gianmaria Dorigo, figlio del fondatore Guido Dorigo, ci descrive la sua azienda. Punto di riferimento nel settore delle porte per la riconosciuta qualità delle soluzioni più tradizionali, ma anche per la capacità di rinnovarsi continuamente alla ricerca di sistemi dal design essenziale e contemporaneo, G.D. Dorigo propone una gamma di soluzioni infinita, sia per il residenziale che per il pubblico, sia per il privato che per il contract. Nel solco di una tradizione che fa rima con eccellenza artigiana e rispetto dell’ambiente, ma guardando al futuro attraverso idee concrete e progetti realizzabili. Per migliorare e migliorarsi senza stravolgere la propria essenza.“We want to be self-sufficient, not to depend on anyone else, to handle all the most important phases in production in-house, because only if we keep the entire process under control we can continue improving it.“ This is how Gianmaria Dorigo, son of founder Guido Dorigo, describes his company. A landmark in doors, widely acknowledged for the quality of its most traditional solutions and its ability to continue renewing itself in search of new systems characterised by minimal contemporary design, G.D. Dorigo offers an infinite range of solutions for residential, public and private buildings and the contract industry. Following in the footsteps of a tradition of outstanding craftsmanship and respect for the environment while continuing to look forward into the future through concrete ideas and feasible projects. To improve its products and itself, without altering its essence.

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g.d. dorigo sistemi di chiusura closing systems

text by Davide Cattaneophoto by Ferdinando Sacco

Capacità di ricerca e di innovazione continua, ottimizzazione e controllo di ogni fase del processo produttivo, volontà di diversificare la proposta mantenendo ben presente la propria identità, i propri tratti distintivi: G.D. Dorigo amplia ogni anno la collezione di porte e sistemi di chiusura sviluppando nuovi modelli e indagando nuove tipologie, senza mai dimenticare da dove nasce un buon progetto, quali sono le condizioni essenziali per industrializzare un idea, per dar forma a un pensiero. In questo senso si può leggere la crescita continua dell’azienda, dalla produzione e commercializzazione di porte classiche, tradizionali con il marchio G.D. Dorigo, alle prime collezioni di design nel 2005: un’innovazione a 360° che non si riduce a una rivisitazione estetica dei modelli e all’adeguamento alle tendenze dell’architettura contemporanea, ma si concentra anche e soprattutto sugli aspetti tecnologici, sulle soluzioni intelligenti, sulla volontà di migliorare continuamente le performance di un elemento all’apparenza semplice, ma in realtà piuttosto complesso.Dalla selezione dei materiali e dal loro corretto impiego al perfezionamento dei meccanismi di apertura-chiusura, dalla precisione della battuta all’evoluzione dei carrelli per porte scorrevoli per garantire un movimento fluido e continuo. Ogni dettaglio è studiato per migliorare il funzionamento del sistema di chiusura, per renderlo sicuro, per garantire la perfetta planarità con le superfici nel quale è inserito, per aumentarne la resistenza al fuoco o garantire un buon livello di isolamento acustico.La grande attenzione ai materiali e alle loro caratteristiche intrinseche nasce da una tradizione che ha visto G.D. Dorigo protagonista della tecnica dell’intarsio, evolutasi nel tempo dalle decorazioni di stile più classico per arrivare a disegni più essenziali e contemporanei. Un’evoluzione nel quale occorre preservare abilità e competenze, perché la perfetta realizzazione delle giunzioni si può ottenere solo attraverso una grande sapienza nell’utilizzo e nella selezione dei tranciati. L’azienda nasce infatti nel 1975 come falegnameria e ancor oggi il legno è senza dubbio il grande protagonista all’interno dell’articolato complesso produttivo di Pieve di Soligo. La fornitura di abete, proveniente da foreste certificate FSC, viene continuamente controllata per garantire la migliore qualità della materia prima che andrà a comporre la struttura della porta. Le tavole di abete di dimensioni diverse arrivano in azienda e vengono immediatamente controllate per accedere al magazzino materie prime. Verranno da qui avviate al forno di essicazione (vi rimarranno per una settimana circa) per una delle operazioni più importanti dell’intero processo. Una corretta essicazione, con livelli di temperatura e umidità controllati, è infatti indispensabile per preservare nel tempo le caratteristiche del materiale, per garantirne resistenza, durata e integrità.I tavolati essiccati vengono trasferiti alla segheria per le operazioni di dimensionamento. Verranno sezionati nelle misura corretta per preparare i profili che serviranno per comporre il telaio della porta. È in questa prima fase che vengono eliminate le imperfezioni strutturali più evidenti. La lunghezza corretta dei profili (definita dalle indicazioni del progetto) si ottiene, se non è sufficiente un pezzo

unico, tramite la realizzazione di un giunto a pettine che consente di saldare con forza le estremità di due profili diversi. Una volta assemblato, il telaio ospiterà il nido d’ape che costituisce il riempitivo della porta tamburata e verrà poi coperto sui due lati con due fogli di mdf da 4mm.Il pannello così assemblato deve essere bordato sui lati attraverso una linea automatizzata (sul quale vengono caricate bobine di bordi di materiale, altezza e colore differente) che effettua la squadratura e la bordatura lungo tutto il perimetro.Una volta completato il pannello può essere destinato alle operazioni di finitura. Le porte laccate costituiscono oggi la gran parte della produzione (con una preferenza per i colori chiari e una laccatura opaca, meno “invadente“ e più discreta rispetto allla laccatura lucida). G.D. Dorigo dispone di una doppia linea di verniciatura, oltre a una camera di verniciatura a spruzzo nella quale vengono effettuate le operazioni manuali o i quantitativi minimi.Al termine della verniciatura i pannelli vengono lasciati asciugare prima di essere forati e attrezzati per alloggiare maniglie, serrature e accessori. Anche in questo caso grande attenzione è dedicata ai dettagli. Tutte le porte G.D. Dorigo, della serie design, montano tre cerniere registrabili e guarnizioni a memoria per una perfetta battuta dell’anta.Le porte passano poi alla fase di collaudo e controllo finale, prima dell’imballo automatico e della preparazione degli ordini completi per la spedizione.Accanto al legno, anche la lavorazione dei metalli, a partire dalla progettazione delle matrici necessarie per ottenere i componenti di ogni nuovo modello, fino alla sua realizzazione. Ciò consente all’azienda di poter disporre di tutti i componenti necessari al completamento della porta e di poter sperimentare nuove idee di trasformazione delle parti metalliche. Un processo snello e affidabile che ha consentito all’azienda di brevettare negli ultimi anni nuovi sistemi di stipiti e di profili.L’esperienza maturata nella lavorazione dei metalli ha consentito all’azienda di differenziare la propria produzione definendo un articolato sistema di attrezzatura della cabina armadio. Pratika Collection è una soluzione intelligente che attraverso pochi elementi modulari consente di soddisfare qualsiasi esigenza di spazio. È costituita da montanti verticali a pressione Up&Down che tramite una semplice regolazione in altezza possono essere posizionati tra pavimento e soffitto e ospitare ripiani, barre, cassetti o contenitori di diverso tipo. Accanto alla lavorazione del metallo non occorre dimenticare l’ampio utilizzo del vetro (l’evoluzione tecnologica di questo materiale ha permesso di realizzare modelli di porte tutto-vetro molto richiesti nei progetti d’arredo) e l’impiego di materiali inediti come il vero cuoio, utilizzato con sapienza artigianale per rivestire i pannelli della collezione Eterea. L’attività dell’azienda non si esaurisce nella definizione dell’elemento porta, ma continua con lo sviluppo di soluzioni complementari che possano facilitare l’attività dell’installatore, accorgimenti progettuali specifici che agevolano la posa in opera, l’inserimento nel vano, la perfetta adesione

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Una tradizione di oltre 30 anni nel settore delle porte in legno è il segno distintivo di G.D. Dorigo, azienda certificata UNI EN ISO 9001:2008 che nel 1975 iniziava la sua attività artigianale evolutasi dal 1981 su scala industriale.In questi anni di esperienza la filosofia è sempre stata quella di affinare capacità di ricerca, innovazione e progettazione per soddisfare le richieste del cliente accostando ai modelli tradizionali soluzioni in linea con le tendenze stilistiche dell’arredo contemporaneo. G.D. Dorigo ha così intrapreso un viaggio nel mondo del design che ha portato alla realizzazione di numerose collezioni. Non solo porte in legno, ma soluzioni che proiettano l’azienda nel mondo dell’arredo utilizzando materiali moderni e sistemi leggeri ed eleganti adatti a ogni ambiente della casa.More than 30 years of tradition in wooden doors is the distinguishing mark of G.D. Dorigo, which was UNI EN ISO 9001:2008 certified in 1975 and began evolving on an industrial scale in 1981.Over these years of experience the company has refined its talent for research, innovation and design to meet its customers’ requirements, combining traditional styles with solutions in line with the stylistic trends of today’s interiors. G.D. Dorigo has undertaken a voyage through the world of design leading to creation of numerous collections; not just wooden doors, but solutions taking the company into the world of interior décor, using modern materials and lightweight, elegant systems suitable for every room in the home.

G.D. Dorigo spavia G. Pascoli, 2331053 Pieve di Soligo (TV) tel 0438 840153fax 0438 82268www.gd-dorigo.com – [email protected]

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al supporto e la planarità delle superfici, ancor più importante nel caso di porte scorrevoli o raso muro.La grande flessibilità dell’azienda consente un’infinita possibilità di personalizzazione da parte del cliente, che può ottenere qualsivoglia colore del pannello porta ma anche riprodurre immagini, disegni, suggestioni e motivi grafici. Una possibilità ancor più importante, se si pensa alla diffusione sempre maggiore di elementi dal design minimale, dalla presenza eterea, quasi invisibili.Sintesi perfetta tra uno stile minimalista spinto all’estremo e utilizzo di materiali pregiati Eterea Collection è proprio la proposta per chi cerca una soluzione raso muro: la totale assenza di stipiti e coprifili permette alla porta di apparire e scomparire elegantemente dalla parete in cui è inserita. Sarà possibile nasconderla completamente nella parete nel caso venga rasata e dipinta della stessa tonalità del muro, oppure può essere valorizzata nel caso venga realizzata in piallacci di legno, vero cuoio o con laccature opache o lucide poliestere. La divisione Ricerca di G.D. Dorigo ha messo a punto uno stipite brevettato realizzato nella versione cartongesso per pareti da 10 e 12,5 oppure intonaco con l’utilizzo di un controtelaio da murare sul quale andrà ancorato, a cantiere ultimato, lo stipite.Dall’esperienza e creatività di Giugiaro Design e dalla collaborazione durata oltre tredici mesi con l’azienda, nasce IKI Collection, un progetto dai contenuti estetici rivoluzionari che concentra la raffinatezza e l’eleganza della tradizione orientale in segni grafici nitidi e intensi, di straordinario rigore formale. Uno dei tratti distintivi della collezione è l’utilizzo importante dell’alluminio che si presenta nella sua lucentezza naturale accanto al legno o ai laccati creando un felice abbinamento di colori e materiali.Luce è invece il nuovo sistema di porte scorrevoli di grandi dimensioni, ideali sia per grandi spazi come la zona giorno, sia per cabine-armadio. Le configurazioni sviluppate prevedono l’utilizzo di profili in alluminio nelle finiture argento lucido, opaco o laccato Ral, in abbinamento a quattro tipologie di vetro intercambiabili, o a pannelli in legno che possono richiamare le finiture delle porte interne. Infine le porte con abbattimento acustico 30-40 db e/o EI tagliafuoco, che rappresentano la prova evidente della sensibilità e dell’attenzione dell’azienda verso la normativa e le sue declinazioni. Le porte sono tutte dotate di certificazione di resistenza al fuoco e conformi alla norma UNI che stabilisce i criteri di classificazione degli elementi mobili o fissi di chiusura delle aperture in pareti di compartimentazione. La vera sfida affrontata e vinta

da G.D. Dorigo nel settore delle tagliafuoco è quella di avere gli stessi parametri di sicurezza utilizzando stipiti a filo, chiudiporta e cerniere a scomparsa, rendendo così la porta elegante e “alla moda“, oltre che funzionale.The distinguishing features of G.D. Dorigo are a talent for ongoing research and innovation, optimisation and control of all stages in the production process and a desire to diversify its range while maintaining its identity. The company adds to its collection of doors and latches every year, coming up with new models and studying new types without ever forgetting how a good design is born, what the essential conditions are for producing an idea on an industrial scale and giving form to a thought. This is one way of interpreting the company’s ongoing growth, from production and sale of classic doors under the G.D. Dorigo brand to the first design collections in 2005: all-round innovation which is never reduced to a simple aesthetic reworking of styles or adaptation to trends in contemporary architecture but is also and above all focused on technological aspects, intelligent solutions, and the desire to continue improving the performance of an element which looks simple but is in actual fact quite complex.From selection and correct use of materials to fine tuning of opening and closing mechanisms, from precise closing to the evolution of carriages ensuring fluid, continuous motion of sliding doors: every detail is designed to improve the functioning of the closing system, to make it safe, to guarantee that it is perfectly flush with the surface on which it is mounted to improve fire resistance and guarantee good acoustic insulation.The company’s focus on materials and their intrinsic properties is the result of a tradition that has seen G.D. Dorigo lead the way in the technique of inlay, which has evolved over time from a classic decorative style to simple contemporary designs, preserving skill and ability, because perfect creation of joints can only be obtained with skilful use and selection of veneers.The company was established as a carpentry workshop in 1975, and wood is still the most important material used in its productive complex in Pieve di Soligo. Supplies of fir wood from FSC certified forests are continually inspected to guarantee use of top quality materials in the door structure. Fir boards of different sizes are delivered and inspected before storing them in the raw materials warehouse. From here they are sent to the drying oven (where they will stay for about a week) for one of the most critical operations in the entire process. Proper drying with controlled temperature and moisture levels

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Dai tavolati in abete al telaio della porta: tutto il processo viene rigorosamente controllato negli stabilimenti dell’azienda.From the fir-wood panelling to the door frame: all the manufacturing is severely checked in the factory of the company.

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is essential to preserve the characteristics of the material over time, to guarantee its strength, durability and integrity.The dried boards are then sent to the sawmill for sizing. Here they are cut to the correct size for preparation of the profiles used to make up the door frame. It is at this early stage that obvious structural flaws are eliminated. The right profile length (according to the indications appearing in the plan) is obtained, if a single piece is not sufficient, with finger joints permitting strong joining of the two ends of different sections. The assembled frame will contain the honeycomb structure that fills in the double-panelled door, covered with a sheet of 4mm mdf on either side.The panel thus assembled is trimmed on the edges on an automated line (on which reels of edge trimming material of different measurements and colours are mounted) which squares off the panel and trims all around its edges.The completed panel may then be sent on for finishing. Most doors are now lacquered (with a preference for light colours and matt lacquer, which is less “invasive“ and more discrete than a glossy finish).G.D. Dorigo has a double painting line and a spray painting chamber for manual operations or painting of small numbers of door panels.After painting the panels are left to dry before being perforated and fitted for handles, locks and accessories. Here too the company dedicates a lot of attention to details. All G.D.Dorigo doors in the Design series have three adjustable hinges and seals memory for perfect closure.Doors then go on to testing and final inspection, followed by automatic packaging and preparation of complete orders for shipping.G.D. Dorigo works with metal as well as wood, particularly aluminium profiles, which are made in-house on the basis of templates specially prepared to create the components required for complete production each new door model. This allows the company to obtain all the

components it requires to complete a door in-house, leaving plenty of room for experimentation with new ideas for transformation of metal parts, in a streamlined, dependable process that has allowed the company to patent new door jamb and casing systems in recent years.G.D. Dorigo’s experience working with metals has allowed the company to differentiate its production and come up with a complex system of wardrobe fittings. The Pratika Collection is an intelligent solution made up of just a few modular elements to meet all requirements for the organisation of space. It includes Up&Down uprights which can be easily adjusted to any height between the ceiling and the floor and fitted with shelves, bars, drawers or containers of various kinds.As well as metal, the company also makes widespread use of glass (technological evolution of this material has permitted creation of all-glass doors, very popular in today’s home furnishing projects) and use of unusual materials such as real leather, used with expert craftsmanship to cover the panels in the Eterea collection.The company not only makes doors but continues to develop complementary solutions to make the installer’s job easier, special design features which facilitate installation, fitting into the opening, perfect adherence to the substrate and flatness of the surfaces, an even more important consideration in the case of sliding or flush-mounted doors.The company’s great flexibility permits an infinite range of customisation, so that customers can have door panels in any colour or even reproduce images, designs and evocative patterns and graphic motifs. This possibility is even more important in view of the increasing popularity of elements characterised by minimal design, with an ethereal, almost invisible presence.The perfect synthesis of minimalist style taken to an extreme and use of top quality materials, the Eterea Collection is the perfect flush door solution: the total absence of door jambs and casings allows the door

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to stand out with elegance or disappear into the wall in which it is installed. It may be hidden completely in the wall if smoothed over and painted the same colour as the wall, or it can be made to stand out, covered with wood veneer, real leather or matt or glossy polyester lacquer. G.D. Dorigo’s research division has perfected a patented door jamb made of plasterboard for 10 to 12.5mm thick walls or plaster with a frame for assembly in the wall to which the door jamb is anchored after completion of construction.G.D. Dorigo established a partnership with Giugiaro Design more than thirteen months ago, allowing it to draw on the company’s experience and creativity to create the IKI Collection, a project with revolutionary aesthetic content concentrating the refinement and elegance of the oriental tradition in clear, bold graphic signs of extraordinary formal rigour. One of the collection’s distinguishing features is prominent use of aluminium, with its natural shine contrasting with the wood or lacquer to create a highly successful blend of colours and materials.Luce is a new system for large sliding doors perfect for the living room or the wardrobe. The configurations developed involve use of aluminium sections with a glossy, opaque or Ral lacquered finish, in combination with four different types of interchangeable glass or wooden panels recalling the finish on the inside doors.Lastly, 30 to 40 db soundproof and EI fireproof doors offer clear evidence of the company’s awareness of the importance of today’s building regulations. The doors all have fire resistance certification and meet the requirements of UNI standards establishing the criteria for classification of moveable and fixed elements closing openings in dividing walls. The true challenge G.D. Dorigo has faced in fire doors is obtaining the same safety parameters with flush door jambs, invisible hinges and latches, for doors which are elegant and “fashionable“ as well as functional.

Luce + Pratika Collection: scorrevole in luce a quattro ante. All’interno, sistema di montanti autoportanti in alluminio, piani in PVC Bianco; Lux Collection, porta EI 30 tagliafuoco ed insonorizzata 40 db certificata laccata Shine Amaranto RAL3013.Nella pagina a fianco: Eterea Collection, porta laccata sfondo bianco con stampa digitale personalizzata; Iki Collection: porta rivestita in legno Rovere Ghiaccio e intarsi in Palissandro.Luce + Pratika Collection, four panel sliding door. Inside, freestanding aluminium uprights, White PVC shelves; Lux Collection, EI 30 certified fireproof and 40 db soundproof door, lacquered with Shine Amaranth RAL3013.On left: Eterea Collection, lacquered door with customised digital print against white background; Iki Collection: door covered with Rovere Ghiaccio (Ice Oak) wood with rosewood inlay.

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direttore responsabileeditorMarco Casamonti

vicedirettoredeputy editorLaura Andreini Philipp Meuser

comitato di direzione editorial commiteeAlessandro AnselmiAugusto Romano BurelliAurelio CortesiClaudio D’AmatoGiangiacomo D’ArdiaNicola PagliaraFranz PratiFranco Stella

comitato di redazioneeditorial committeeMaria ArgentiLaura P. BertolacciniDavide CattaneoIsotta CortesiNicola FloraPaolo GiardielloMaura ManzelleAlessandro MassarenteEfisio PitzalisGiovanni Polazzi Gennaro Postiglione

consulenticonsultantsLuca Basso PeressutAntonio D’AuriaAldo De PoliSergio Polano

corrispondenticorrispondentsCristiano Bianchi, LondraAnnegret Burg, BerlinoJorge Carvalho, PortoGalina Kim, TaschkentCristiana Mazzoni, ParigiThomas Mc Kay, New YorkPhilippe Meier, GinevraAntonio Pizza, BarcellonaYoshio Sakurai, TokioJamal Shafiq A. Ilayan, Amman Zhi Wenjun, ShanghaiMarco Zuttioni, Pechino

hanno collaboratocontributionsMaria AmaranteFederica ArmanRoberta BorghiMonica BruzzoneAlessandro MasseraAndrea NicolosiSilvia OmbelliniCarmine PiscopoLuca Vacchelli

traduzionitranslationsIlaria CiccioniJorunn MonradSelig

fotolitophotolitoArt and Pixel, Firenze

stampaprintingFaenza Industrie Grafiche, Faenza

distribuzione esclusiva Italiadistribution in Italym-dis distribuzione media spa, Milano

distribuzione esterodistribution abroadm-dis distribuzione media spa, Milano

distribuzione libreriebookshop distributionJoo Distribuzione, Milano

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area n°120 anno XXIII2012 gennaio/febbraiorivista bimestralebimonthly magazineregistrazione Tribunale di Milanon. 306 del 1981 08 08R.O.C. n° 6553 del 10 dicembre 2001spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1, DCB Bologna

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presentazione/introduction

Beirut: a city in continuous metamorphosis text by Laura Andreini

cronologia

editoriale/editorial

An aesthetic of tensionAlessandro Scarnato

letture critiche/critical lectures

Beirut, city of clusters Charbel Maskineh

Urban management and future of a cityinterview to Nadim Abourizk

A short story of Beirut‘s public spacesChristine Mady

“Beirut Central District”: reconstruction as development

Beirut Reborn. The Adventure of Solidèreinterview to Angus Gavin

Beyond Solidère.interview to Robert Saliba

Archaeology and preservationYasmine Makaroun

Urban vision for a new societyinterview to Maroun El-Daccache

Urban and metropolitan area: a city of cities

The Reconstruction of Dahiyeinterview to Mona Fawaz

Zokak el-Blat: a neighborhood of contrastsSerge Yazigi, Rita Chedid, Marieke Krijnen

Bourj-Hammoud districtDiran Harmandayan

scenari di architettura/ Nabil GholamPlatinum Tower

109 architects with Youssef TohmeUSJ Campus de l’innovation et du Sport

Machado and Silvetti AssociatesSuliman S. Olayan School of Business

L.E.FTBeirut Exhibition Center

BLANKPAGEPier 7 Club

Gustafson PorterShoreline walk/Zeytouneh Square

Bernard KhouryPlot # 183Plot # 893Beyond war fetishism a dialogue with Bernard Khoury Youssef Tohme S-ProjectT-Project

Steven Holl ArchitectsBeirut Marina & Town Quay

Jean NouvelThe landmark

Herzog & de MeuronBeirut terraces

interni/interiors

SOMAKoukjian jewelry

design

Original lighting productsinterview to .PSLAB

fotografia/photography

Edoardo DelilleBeirut multidentity

Beirut bibliographical journey

itinerario contemporaneo/contemporary

itinerary Beirut itinerary

esiti concorsi/competitions

recensioni mostre e libri/exhibition and book reviews

new media

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realizzazione editorialeeditorial productionArchea Associativia della Fornace 30/r50125 Firenze

redazione editorial staff Archea Associaticoordinamento redazionaleeditorial coordinationBeatrice PapucciKatia CarlucciSara Castellucciotelefono +39 055 683199 fax +39 055 [email protected]

progetto graficographic designA G Fronzoni

direttore editoriale Business Media: Mattia Losi

proprietario ed editore:Il Sole 24 ORE spasede legale: Via Monte Rosa, 9120149 Milanopresidente: Giancarlo Ceruttiamministratore delegato: Donatella Treu

sede operativa: Via C. Pisacane, 120016 Pero (MI) tel. +39 02 30223002ufficio pubblicità: Lorena Villa tel. +39 02 [email protected] traffico: Sandra Forlanitel. +39 051 [email protected] di redazione: Laura Marinoni Marabelli,Caterina Zanni

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cover: Beirut City aerial view. Photo by Pietro Savorelli

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edited by:Alessandro Scarnato, Charbel Maskineh, Nicola Santini

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Beirut a city in continuous metamorphosis

The present-day Beirut is an ancestral yet contemporary city. Metaphorically speaking, the parts into which it is divided appear as tectonic plates that clash against one another without ever merging, that float in a magma without integrations or relations between the parts; but it cannot be denied that Beirut is a hypermodern, multiethnic and multi-faith city where difference forms the constant basis of everyday life, the very essence of a place where countless urban, social, political and religious characters are superimposed. In a scenario characterized by great contrasts and contradictions the capital of Lebanon is, also due to its extremely tormented and controversial history, an extraordinary evolutionary laboratory. There is nothing congenital or pacific in its “biodiversity”; rather, it is the natural consequence of an age-old and never-ending succession of dominations, conflicts and destructions.This state of conflict may in no case be dismissed with superficial detachment or a passionate condemnation of a catharsis that many deem to be inevitable. Rather, it represents an opportunity that reflects a tireless inclination to build and rebuild – unfortunately chaotically and inorganically – as well as an evident joie de vivre which emanates, among the scars left by bullets and battles, from every wall and window in the city. Beirut evidently has extraordinary and invincible antidotes in its genetic heredity, that enable it to regenerate itself and return to the stage as one of the main political and financial stages in the whole Middle Eastern areas, succeeding in withstanding the profound mutations – but perhaps we should rather call them “amputations” – of whole parts of an urban body that continues to resist invasions, civil wars and bombardments, fires and devastations of every kind. To the scientific community and, more in general, to every scholar studying “urban facts”, Beirut represents the ideal narrative on which to measure the effect of urban

La Beirut di oggi è una città ancestrale e contemporanea nello stesso tempo. Metaforicamente le parti in cui è suddivisa appaiono come placche tettoniche che si scontrano le une contro le altre senza riuscire a fondersi, galleggiando in un magma privo di integrazioni o relazioni tra le parti; tuttavia Beirut è innegabilmente una città iper moderna, multietnica e multireligiosa dove le diversità costituiscono il basso continuo della vita quotidiana, l‘essenza stessa di un luogo dove si sovrappongono innumerevoli caratteri insediativi, sociali, politici e religiosi. In un quadro tanto ricco di contrasti e contraddizioni la capitale del Libano è, anche a causa di una storia tanto travagliata e controversa, uno straordinario laboratorio evolutivo dove la “biodiversità“ non ha nulla di congenito o di pacifico, risultando, piuttosto, come la naturale conseguenza di un susseguirsi antico ed instancabile di dominazioni, conflitti, distruzioni. Tale conflittualità non può in ogni caso essere liquidata con superficiale distacco o un‘appassionata condanna di una catarsi ritenuta da molti inevitabile, mostrandosi, piuttosto, quale opportunità che riflette una costante propensione a costruire e ricostruire – purtroppo caoticamente ed in modo disorganico – oltre una evidente gioia di vivere che traspare, assieme alle tracce delle pallottole e degli scontri, da ogni muro o finestra della città. Evidentemente Beirut possiede nel proprio patrimonio genetico straordinari e invincibili anticorpi che le consentono di rigenerarsi e riproporsi nel tempo come uno dei principali teatri politico-finanziari per l‘intera area medio orientale riuscendo a resistere alle profonde mutazioni, ma forse sarebbe meglio definirle “amputazioni“, di brani interi di un corpourbano che continua a resistere ad invasioni, guerre civili, bombardamenti, incendi e devastazioni di ogni genere. Per la comunità scientifica e più in generale per ogni studioso dei “fatti urbani“, Beirut rappresenta il testo ideale su cui misurare l‘effetto di strategie di trasformazione urbana, il valore ed il ruolo ordinatore del masterplan rispetto alla rigida strumentazione del piano o dei piani; ma anche il luogo in cui possiamo valutare con unanime condivisione quanto sia necessario ed indispensabile per il governo del territorio porre in atto strategie di regolamentazione dell‘iniziativa privata. In effetti anche l‘esperienza di Solidère, società incaricata di ricostruire il “central discrit” ed una parte importante del waterfront, se non può non essere considerata che positivamente per la straordinaria rapidità di azione, è unanimemente criticata per l‘inevitabile condizionamento che le deriva per l‘effetto combinato della necessaria flessibilità operativa con le enormi pressioni

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speculative che gravano sulle singole aree in modo tanto pressante da condizionare la strategia complessiva dell‘intervento – a titolo indicativo possiamo citare il fatto che degli oltre 1500 edifici censiti come di rilevanza storico architettonica ne sono stati realmente conservati meno di un quinto, gli altri sono stati cancellati negli anni dalla lista e dalla memoria dei cittadini di Beirut come denunciano molti intellettuali che hanno dato vita, sui social network, al gruppo “save Beirut heritage”. Si tratta in ogni caso di una esperienza di estremo interesse perché ha liberato l‘area dal peso e dai vincoli delle diverse proprietà dei suoli riunendole sotto un unico soggetto in grado di agire con estrema incisività e libertà, una libertà che evidentemente pone sul tavolo questioni di carattere etico-operativo.Tuttavia la ricercata esclusività nella ricostruzione del centro, l‘attesa per una nuova immagine urbana che caratterizzasse il “centro” del “centro di tre continenti” ha autorizzato gli investitori privati a promuovere progetti internazionali globalizzanti in grado di riaffermare l‘idea di Beirut come la “Parigi d‘oriente” attraverso edifici iconici cui sono stati invitati a partecipare, dopo l‘esperienza del nuovo “Souk” di Rafael Moneo, i “soliti noti”: Zaha Hadid, Jean Nouvel o Norman Foster che conferiscono valore (immobiliare) e fama all‘operazione prima ancora di essere costruiti. Con ciò talvolta sono esclusi dai “giochi” i migliori architetti libanesi, alcuni di comprovata bravura e intelligenza come dimostrano le opere di questo numero.

Laura Andreini

transformation strategies, the value and ordering effect of master plans as compared to the rigid instruments as plan or plans; but it also the place where we may appreciate and unanimously agree on the necessity and indispensability, for territorial government, of implementing strategies regulating private initiatives. In fact, while the experience of Solidère, a company entrusted with the rebuilding of the “central district” and an important part of the waterfront, cannot be seen in anything but a positive light due to the extraordinary rapidity of its operations, it has been unanimously criticized for the inevitable influence it has been subject to, due to the combined effect of a necessary operative flexibility and the enormous speculative pressure the single areas have been exposed to, and that has been sufficiently intense to condition the overall strategy of the project – we may indicatively mention the fact that of the more than 1500 buildings classified as of historical and architectural value, less than one fifth have actually been preserved, as the others have over the years been removed from the list and from the memory of Beirutians, as denunciated by the many intellectuals who have created

the “Save Beirut Heritage” group in the social networks. It is in any case a matter of an extremely interesting experience, because it has freed the area from the burden and restrictions of a complex structure of land ownership, uniting it under a single entity capable of acting with great efficiency and freedom; a freedom which clearly poses questions of an ethical and operational kind. However, the studied exclusiveness of the reconstruction of the centre and the expectations linked to the new urban image that would distinguish the “centre” of the “centre of three continents” has permitted private investors to promote globalizing international projects capable of reasserting the idea of Beirut as “Paris of the Middle East” through iconic buildings, inviting, after the experience of the new “Souk” designed by Rafael Moneo, the “usual celebrities” to participate in the project: Zaha Hadid, Jean Nouvel or Foster who add (real estate) value and fame to the operation even before the buildings are actually erected. This has sometimes resulted in the exclusion from the “games” of the best Lebanese architects, some of them of proven capability and intelligence, as demonstrated by the works of this issue.

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Suliman S. Olayan school of business Machado and Silvetti Associates

project name: Suliman S. Olayan School of Business tipology: universitydesign and managing architect: Machado and Silvetti Associatesproject team: Rodolfo Machado, Jorge Silvetti, Michael Yusem, Edwin Goodell, Markus Elkatshadesign team: Steven Poon, Jose Ribera, Makoto Abe, Seiee Kim, Stephen Lee, Roberto de Oliveira Castro, Rami el Samahy, Nik Nedev, John Clegg, James Gresalfi, Ted Touloukian, Mark Pasniklandscape architect:Richard Burck Associatesclient: American University of Beirutlocation: Beirut, Lebanondate of completion: 2009total size: 12.540 sqmbuilding size: 6.038 sqmparking size: 6.500 sqmbudget: $17 million

photos by Fares Jammal, Clement Tannouri

www.machado-silvetti.com

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Scelto nell’ambito di una gara internazionale ad invito, il progetto per la Olayan School of Business è frutto di un’attenzione particolare verso la funzione dell’edificio, verso il concetto di produzione e trasmissione del sapere, verso la qualità della vita all’interno, le peculiarità della scuola, la sua personalità e le persone che la vivono. Un ampio ovale verde, collocato strategicamente sull’asse della scalinata esistente, diventerà uno degli accessi primari al mare, fungendo anche da collegamento con lo spiazzo percorribile a pian terreno, costituito da quattro corti. Queste si raccolgono intorno ad uno spazio al centro dell’edificio, che ha le caratteristiche di una corte triangolare aperta. Poroso e trasparente, questo piano dell’edificio favorisce la collegialità, ospita l’atrio della scuola, l’auditorium, la caffetteria e la terrazza, nonché alcune strutture destinate agli studenti, come le cassette della posta e tutta una serie di spazi sociali. Per permettere una maggiore intelligibilità dell’edificio e facilitare l’orientamento, tutte le strutture destinate agli studenti che frequentano il primo livello del corso di studi si collocano al secondo piano, mentre il terzo è dedicato agli studenti delle lauree specialistiche e master (MBA), le aree destinate ai programmi di executive education occupano il quarto piano, così come l’ufficio del rettore, che si colloca nell’angolo. La corte interna triangolare funge da raccordo tra i tre livelli, ognuno dei quali gode di un affaccio sul cortile, dando il proprio contributo alla caratterizzazione dello spazio. L’immagine dell’edificio si rifà alla tradizione locale a cui si applica una visione contemporanea. La facciata sporgente, realizzata con blocchi prefabbricati ricrea la sensazione di calore data dalla pietra calcarea locale, presente nel campus; le aperture sull’involucro/schermo richiamano i mashrabiya in legno, tipici di questa regione. La configurazione della facciata non è casuale ma pensata per soddisfare le diverse esigenze di maggiore o minore luce e visibilità degli ambienti interni. Le aperture sull’involucro esterno sono più strette ai piani inferiori, per permettere una maggiore ombreggiatura all’interno delle classi; vanno invece allargandosi verso i piani alti dell’edificio per permettere agli uffici di avere affacci migliori sul Mediterraneo.

Selected in an international invited competition, the Olayan School of Business results from focused attention on its program, the production and the transmission of knowledge, the quality of its interior life, and the specific particularities of the school, its personality, and its people. The building includes, first, a large green oval carefully located on the axis of existing steps that will become a major access to the sea, connecting students from the Faculty of Engineering and Architecture, and beyond to the Corniche’s elevated edge. Second, the design creates an L-shaped four-story building with a traversable ground plane consisting of four enclosed pieces. These are grouped around the School’s central space, a triangular open courtyard. Porous and transparent, this floor promotes collegiality, containing the school’s lobby, auditorium, café and terrace, as well as student facilities, mailboxes, and related social programs.

To clarify way-finding and the building’s legibility, the undergraduate education facilities are located on the second floor, graduate education, the MBA program, on the third, and the Executive Education program on the fourth floor, which also contains the Dean’s Office in its corner. The triangular courtyard joins these three levels, and each overlooks the space, enriching it with their different lives. The image of the building is one of vernacular precedent and contemporary vision. The “hanging” façade, made of pre-cast blocks replicates the warmth of the local Forni limestone present in the campus, while the openings of the screen-like skin recall the wooden mashrabiya that are characteristic of the region. The facade is arranged in deliberate patterns that relate to the varying needs for light and view within the interior programs. The openings in the screen are tighter on the lower floors to provide shading for classrooms, and become larger towards the top of the building to capture views of the Mediterranean from faculty offices.

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01. Banque du Liban, Addor & Julliard

02. Ministère du Tourisme, Assem Salam

03. Liberty Tower Andre Wogenscky and Maurice Hindieh

04. Sabbagh Centre , Alvar Aalto and Alfred Roth

05. Immeuble Saroulla, Karl Chayer, Wassek Adib

06. Cinema Hamra, George Rayes & Theo Canaan

07. Immeuble du Horse shoe, Wassek Adib, Karl Chayer,

F. Gotthelf, Bahije Makdissi

08. Immeuble Strand, Dar al Handasah consulting

and Engineers

09. Immeuble Makdessi I, Karl Chayer, Wassek Adib,

Fritz Gotthelf

10. Immeuble Mobil Oil, Antoine Tabet, Louis Tabet

11. Inter-design Building, Khalil Elias Khoury,

Georges Elias Khoury

12. Centre Gefinor, Victor Gruen, Assem Salam

13. Hotel Vendome Minet El Hosn, Rodolphe Elias

14. Maison de l’Artisan, J. Aractiingi, J.N. Conan,

P. Neema, J. Nassar

15. Hotel S. Georges, Antoine Tabet

16. Hotel Phoenicia Intercontinental, Edward Durell

17. Hotel Holiday In, Andre Wogenscky and Maurice Hindieh

18. Centre Saint Charles Actuel Centre Expo

Beirut, André Wogenscky, Maurice Hindie

19. Murr Tower

20. Chambre de Commerce et d’Industrie de Beyrouth,

Amin Bizri, Pierre Neema, Jacques Aractingi

21. Immeuble Arida, Georges Rayes and Théo Kanaan

22. Centre Concorde, J. Aractiingi, J.N. Conan, P. Neema,

J. Nassar

23. Collège protestant français, Michael Ecochard,

Claude Lecœur

24. Shell Tower, Karol Schayer, Bahij Makdissi,

Wassek Abid

25. Chams Building, Joseph Philippe Karam

26. Immeuble Ghandour, Karl Schayer,

Wassek Adib bahije Makdissi

27. Immeuble Majdalani, Nadim Majdalani

28. Hotel Carlton, Karl Schayer, Wassek Adib,

Joseph Philippe Karam

29. Siège de Télé Liban, Willy Sednaoui

30. Centre culturel russe, Rahif Fayed, Jade Tabet

31. Lycée Français (Le Grand Lycée),

Michael Ecochard, Claude Lecœur

32. Immeuble La Gondole, Tallet El Khayat

33. Radio City Centre (The Egg), Joseph Philippe Karam

34. Centre Lazarieh, André Leconte

35. Immeuble Pan Am, Georges Rayes, Théo Kanaan

36. Immeuble Starco, Georges Addor, Dominique Julliard

37. Siège de la British Bank, Pierre El Khoury

38. Gare et Parking, Taxi et Bus Charles Helou, Habib Salameh

39. Electricité du Liban (EDL), Pierre Neema, Joseph Nassar,

Jacques Aractingi

40. Collège de la Sagesse, Antoine Tabet

41. Centre Sofil, Skidmore Pierre Neema

42. Immeuble Boutros, George Rayes

43. Extension du Musée Sursok, Grégoire Sérof

44. Immeuble Chammas, Pierre El Khoury

45. Immeuble de la SNA, Antoine Romanos

46. Immeuble Caporal & Moretti, Gregoire Serof

47. Faculté des Sciences de l’università Libanese,

Andre Wogenscky and Maurice Hindieh

48. Bâtiment de l’Ecole Superieure d’ingénieurs

de Beyrouth (ESIB), Habib Salameh

contemporary itinerary: Beirut

edited by Charbel Maskineh, Nicola Santini

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project Immeuble du Horse shoe typology mixed usearchitect Wassek Adib, Karl Chayer, F. Gotthelf, Bahije Makdissi realization 1958 address Hamra, Rue Hamra

project Immeuble Strand typology mixed use architect Dar al Handasah consulting and Engineers realization 1963address Hamra, Rue Hamra

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project Ministère du Tourismetypology publicarchitect Assem Salam realization 1958 address Hamra, Rue Banque du Liban

project Liberty Tower typology mixed usearchitect Andre Wogenscky and Maurice Hindiehrealization 1974 - 1980address Hamra, Rue de Rome

project Sabbagh Centre typology mixed usearchitect Alvar Aalto and Alfred Rothrealization 1970address Hamra, Rue de Rome

project Immeuble Saroullatypology publicarchitect Karl Chayer, Wassek Adibrealization 1961address Hamra, Rue Hamra

project Cinema Hamra typology publicarchitect George Rayes & Theo Canaanrealization 1958 address Hamra, Rue Hamra

project Banque du Libantypology publicarchitect Addor & Julliardrealization 1962address Hamra

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project Immeuble Mobil Oil typology officesarchitect Antoine Tabet, Louis Tabet realization 1959address Hamra, Rue Souraty

project Centre Gefinor typology officesarchitect Victor Gruen, Assem Salamrealization 1970address Clemenceau

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project Maison de l’Artisantypology publicarchitect J. Aractiingi, J.N. Conan, P. Neema, J. Nassar realization 1963address Ain el Mreissé

project Hotel Vendome typology hotelarchitect Minet El Hosn, Rodolphe Eliasrealization 1965address Ain el Mreissé

project Immeuble Makdessi I typology mixed usearchitect Karl Chayer, Wassek Adib, Fritz Gotthelfrealization 1954address Hamra, Bahije Makdissi

project Inter-design Buildingtypology mixed usearchitect Khalil Elias Khoury, Georges Elias Khouryrealization 1971address Hamra, Rue de Rome,

project Hotel S. Georges typology hotelarchitect Antoine Tabetrealization 1933address Ain El Mreissé

project Hotel Phoenicia Intercontinentaltypology hotelarchitect Edward Durellrealization 1961address Baie de Zeitouneh, Ein el Mreissé

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project Hotel Holiday Intypology hotelarchitect Andre Wogenscky and Maurice Hindiehrealization 1974address Ein el Mreissé, Rue Fakhereddine

project Murr Tower typology offices (unfinished)architect anonymousrealization 1975address Zokak El Blat, Ring Fouad Shehab

project Chambre de Commerce et d’Industrie de Beyrouth typology publicarchitect Amin Bizri, Pierre Neema, Jacques Aractingi realization 1967address Sanayeh, Rue Justinien

project Immeuble Arida typology residentialarchitect Georges Rayes and Théo Kanaan realization 1950address Sanayeh, rue Ahmed Mokhtara

project Centre Concorde typology publicarchitect J. Aractiingi, J.N. Conan, P. Neema, J. Nassar realization 1965address Verdun, Rue Madame Curie

project Collège protestant français typology educationalarchitect Michael Ecochard, Claude Lecœurrealization 1965address Koraitem, Rue Madame Curie

project Shell Tower typology mixed usearchitect Karol Schayer, Bahij Makdissi, Wassek Abid realization 1959address Raouché, Avenue General De Gaulle

project Centre Saint Charles Actuel Centre Expo Beirut typology public architect André Wogenscky, Maurice Hindierealization 1968-1974address Ein el Mreissé, Rue Fakhereddine

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project Chams Building typology residentialarchitect Joseph Philippe Karam realization 1960address Raouché, Avenue Général De Gaulle

project Immeuble Ghandour typology residentialarchitect Karl Schayer, Wassek Adib bahije Makdissi realization 1959address Raouché, Avenue General De Gaulle

project Centre culturel russe typology educationalarchitect Rahif Fayad, Jade Tabetrealization 1979address Rue Verdun

project Immeuble Majdalani typology residentialarchitect Nadim Majdalanirealization 1957address Raouché, Avenue General De Gaulle

project Hotel Carlton typology hotelarchitect Karl Schayer, Wassek Adib, Joseph Philippe Karam realization 1957address Raouché, Avenue Generale De Gaulle

project Siège de Télé Libantypology officearchitect Willy Sednaouirealization 1959address Tallet El Khayat, Rue El Rachidine

project Lycée Français (Le Grand Lycée)typology educationalarchitect Michael Ecochard, Claude Lecœurrealization 1959address Rue Beni Assaf

project Immeuble La Gondoletypology residential architect Tallet El Khayatrealization 1962address Tallet El Khayat, Boulevard Saeb Salam

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project Collège de la Sagessetypology educational architect Antoine Tabetrealization 1937address Ashraffieh, Rue de la Sagesse

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project Centre Lazarieh typology mixed usearchitect André Leconterealization 1953address Etoile, Rue Emir Béchir

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project Immeuble Pan Am typology mixed usearchitect Georges Rayes, Théo Kanaan realization 1955address Place Riad el Solh

project Immeuble Starcotypology mixed usearchitect Georges Addor, Dominique Julliardrealization 1957 address Minet El Hosn-Selim Yassine Street

project Siège de la British Banktypology financialarchitect Pierre El Khoury realization 1966address Bab Idriss

project Gare et Parking, Taxi et Bus Station Charles Helou typology public architect Habib Salameh realization 1971address Rmeil, Avenue Charles Helou

project Electricité du Liban (EDL) typology public architect Pierre Neema, Joseph Nassar, Jacques Aractingirealization 1966address Rmeil, Rue de l’Armeni - Mar Mikhael

project Radio City Centre (The Egg) typology publicarchitect Joseph Philippe Karam realization 1965address Bachoura, Boulevard Bechara El Khoury

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project Centre Sofiltypology mixed usearchitect Skidmore Pierre Neema realization 1974 – 1984address Ashraffieh-Rue SKS

project Immeuble Boutros typology residentialarchitect George Rayesrealization 1969address Ashraffieh, Quartier Sursock, Rue Sursok

project Immeuble Caporal & Moretti typology publicarchitect Gregoire Serofrealization 1982address Corniche El Nahr, Avenue Pierre Gemayel

project Extension du Musée Sursok typology publicarchitect Grégoire Sérofrealization 1974address Ashraffieh, Quartier Sursock, Rue Sursok

project Immeuble Chammas typology officesarchitect Pierre El Khoury realization 1971address Ashrafieh, Rue Saint Nicolas

project Immeuble de la SNA typology officesarchitect Antoine Romanosrealization 1970address Tabaris, Place Gebran Tueini

project Faculté des Sciences de l’università Libanesetypology educationalarchitect Andre Wogenscky and Maurice Hindiehrealization 1968address Chouaifat

project Bâtiment de l’Ecole Superieure d’ingénieurs de Beyrouth (ESIB) typology educational architect Habib Salamehrealization 1969 – 1972address Mar Roukoz

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