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3 luglio 2008 anno I - n. 9 a r c i 5 0 @ l i b e r o . i t w w w . a r c i . i t / r e p o rt pausa Semi di civiltà a r c i r e p o rt sicilia a cura dell’Arci Sicilia hanno collaborato: Anna Bucca, Teresa Campagna, Tina Codraro, Roberto Croce, Miriam Di Peri, Lilla Graci, Filippo Messina, Giovanna Pirrotta, Maria Luisa Rivilli, Giulio Toscano, Giuseppe Trentacoste foto: Grazia Bucca, Giusto Catania redazione via Carlo Rao, 16 Palermo numero 9 Allegato al n. 25 del 1 luglio 2008 di Arcireport M entre il governo italiano, in prima fila il ministro Maroni, è sempre più impegnato a inventare nuove misure discriminatorie e razziste, tra cui spicca quella sulle impronte digitali ai bambini rom, in giro per il territorio fioriscono testimonianze di segno opposto che ribadiscono l'esistenza di segnali incoraggianti e prospettive concre- te di costruzione di convivenza civile. Va in quest'ottica l'iniziativa che a Palermo, la mattina del 4 luglio vedrà insieme l'Ufficio Scolastico regionale, l'Ufficio Rom, l'USSM, il Comune di Palermo e l'Arci Sicilia organiz- zata per informare sui percorsi educativo formativi che hanno consentito a 5 giovani rom del campo nomadi della Favorita di Palermo di conseguire quest'anno il diploma di Licenza Media e per raccontare le attività realizzate insieme alla comunità rom e il per- corso condiviso in questi anni. Un percorso avviato nel 1998, grazie alle azioni ludico edu- cative svolte da alcuni volontari dell'Arci e finalizzate all'inserimento scolastico dei minori residenti al campo nomadi di viale Del Fante e del centro storico. Un percorso che trova continuità a partire dal 2001 con un progetto denominato "La Rou(t)e", intervento promosso dall'Ufficio Servizi Sociali per i Minorenni in partnership con l'associazione Yellow Hop e l'Arci Sicilia come capofila. La Rou(t)e: la ruota e/o la rotta, una ruota che ha girato per sei anni, muovendosi tra il formale e l'informale, l'istituzione ed il privato sociale, la scuola ed il campo, il territorio e la campagna, e nel suo cammino ha portato con sé risorse, fallimenti, tentativi, feste interculturali, laboratori residenziali, convegni, eventi cittadini, ma soprattutto tanti volti, tanti sorrisi e tanta fatica ed energia. Sono i volti, le fatiche e l'energia dei tanti operatori coinvolti, ma anche e soprattutto dei bambini, degli adolescenti, delle donne e degli uomini del campo Rom, con i quali si sono consolidate le relazioni di fiducia costruite nel tempo. Oggi sono 91 i bambini Rom iscritti nelle scuole palermitane primarie e nelle secondarie di primo grado, 12 gli adolescenti che frequentano la scuola-ponte presso l'ufficio rom gra- zie all'accordo di rete per la promozione di percorsi educativi sperimentali di orientamen- to e formazione rivolti a giovani rom a rischio di drop- aut. Lavorano insieme gli insegnanti delle scuole dei quartieri vicini al campo rom, i genitori, coinvolti nel percorso di accom- pagnamento a scuola dei propri figli, il personale dell'Ufficio Scolastico Provinciale, esper- ti dell'Ufficio Rom, del Progetto La Route e volontari dell'associazione e del servizio civi- le. L'intervento sin da subito si è concentrato non solo sull'aspetto quantitativo ma soprat- tutto sulla qualità dell'inserimento scolastico. Diversi sono, infatti, i problemi con cui ci si è dovuti confrontare: non corrispondenza tra età anagrafica e livelli di classe; irregolarità della frequenza e difficoltà al rispetto degli orari scolastici; scarsi contatti con le famiglie dei minori Rom; forti resistenze delle famiglie della zona alla presenza dei minori Rom (paura, pregiudizi, ansie). È vero che molti di questi problemi sono stati affrontati ed anche superati nel corso degli anni, ma il percorso è in continua evoluzione: la ruota con- tinua a girare… [email protected] “MA VOI TUTTI NON AVETE PROPRIO NIENTE DA DIRE? MI RIVOLGO A VOI, UOMINI E DONNE CHE AVETE A CUORE IL RINNOVAMENTO DEL NOSTRO P AESE.AVETE VERAMENTE PERSO LA CAPACITÀ DI INDIGNARVI, LA VOLONTÀ DI DIFENDERE GLI IDEALI IN CUI SIAMO CRESCIUTI? NON AVETE ANCORA CAPITO CHE SONO IN GIOCO, ORMAI, GLI STESSI BASILARI PRINCIPI DI OGNI VERA DEMOCRAZIA? ED ALLORA NON PERDETE ALTRO TEMPO!” (ANTONINO CAPONNETTO) L’ i m p r o n t a foto Grazia Bucca

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3 luglio 2008anno I - n. 9

a r c i 5 0 @ l i b e r o . i tw w w . a r c i . i t / r e p o rt

pausa

S e m i d i c i v i l t à

a r c ir e p o rtsicilia a c u r a d e l l ’ A r c i S i c i l i a

hanno collaborato:

Anna Bucca, Teresa Campagna, TinaCodraro, Roberto Croce, Miriam Di Peri,Lilla Graci, Filippo Messina, GiovannaPirrotta, Maria Luisa Rivilli, GiulioToscano, Giuseppe Trentacostefoto: Grazia Bucca, Giusto Cataniaredazione via Carlo Rao, 16 Palermo

numero 9Allegato al n. 25 del 1 luglio 2008 diArcireport

Mentre il governo italiano, in prima fila il ministro Maroni, è sempre più impegnatoa inventare nuove misure discriminatorie e razziste, tra cui spicca quella sulleimpronte digitali ai bambini rom, in giro per il territorio fioriscono testimonianze di

segno opposto che ribadiscono l'esistenza di segnali incoraggianti e prospettive concre-te di costruzione di convivenza civile.Va in quest'ottica l'iniziativa che a Palermo, la mattina del 4 luglio vedrà insieme l'UfficioScolastico regionale, l'Ufficio Rom, l'USSM, il Comune di Palermo e l'Arci Sicilia organiz-zata per informare sui percorsi educativo formativi che hanno consentito a 5 giovani romdel campo nomadi della Favorita di Palermo di conseguire quest'anno il diploma diLicenza Media e per raccontare le attività realizzate insieme alla comunità rom e il per-corso condiviso in questi anni. Un percorso avviato nel 1998, grazie alle azioni ludico edu-cative svolte da alcuni volontari dell'Arci e finalizzate all'inserimento scolastico dei minoriresidenti al campo nomadi di viale Del Fante e del centro storico. Un percorso che trova continuità a partire dal 2001 con un progetto denominato "LaRou(t)e", intervento promosso dall'Ufficio Servizi Sociali per i Minorenni in partnership conl'associazione Yellow Hop e l'Arci Sicilia come capofila. La Rou(t)e: la ruota e/o la rotta,una ruota che ha girato per sei anni, muovendosi tra il formale e l'informale, l'istituzioneed il privato sociale, la scuola ed il campo, il territorio e la campagna, e nel suo camminoha portato con sé risorse, fallimenti, tentativi, feste interculturali, laboratori residenziali,convegni, eventi cittadini, ma soprattutto tanti volti, tanti sorrisi e tanta fatica ed energia.Sono i volti, le fatiche e l'energia dei tanti operatori coinvolti, ma anche e soprattutto deibambini, degli adolescenti, delle donne e degli uomini del campo Rom, con i quali si sonoconsolidate le relazioni di fiducia costruite nel tempo. Oggi sono 91 i bambini Rom iscritti nelle scuole palermitane primarie e nelle secondariedi primo grado, 12 gli adolescenti che frequentano la scuola-ponte presso l'ufficio rom gra-zie all'accordo di rete per la promozione di percorsi educativi sperimentali di orientamen-to e formazione rivolti a giovani rom a rischio di drop- aut. Lavorano insieme gli insegnantidelle scuole dei quartieri vicini al campo rom, i genitori, coinvolti nel percorso di accom-pagnamento a scuola dei propri figli, il personale dell'Ufficio Scolastico Provinciale, esper-ti dell'Ufficio Rom, del Progetto La Route e volontari dell'associazione e del servizio civi-le. L'intervento sin da subito si è concentrato non solo sull'aspetto quantitativo ma soprat-tutto sulla qualità dell'inserimento scolastico. Diversi sono, infatti, i problemi con cui ci siè dovuti confrontare: non corrispondenza tra età anagrafica e livelli di classe; irregolaritàdella frequenza e difficoltà al rispetto degli orari scolastici; scarsi contatti con le famigliedei minori Rom; forti resistenze delle famiglie della zona alla presenza dei minori Rom(paura, pregiudizi, ansie). È vero che molti di questi problemi sono stati affrontati edanche superati nel corso degli anni, ma il percorso è in continua evoluzione: la ruota con-tinua a girare…[email protected]

“MA VOI TUTTI NON AVETE PROPRIO NIENTE DA DIRE? MI RIVOLGO A VOI, UOMINI E DONNE CHE AVETE A CUORE IL RINNOVAMENTO

DEL NOSTRO PAESE. AVETE VERAMENTE PERSO LA CAPACITÀ DI INDIGNARVI, LA VOLONTÀ DI DIFENDERE GLI IDEALI IN CUI SIAMO

CRESCIUTI? NON AVETE ANCORA CAPITO CHE SONO IN GIOCO, ORMAI, GLI STESSI BASILARI PRINCIPI DI OGNI VERA DEMOCRAZIA?ED ALLORA NON PERDETE ALTRO TEMPO!” (ANTONINO CAPONNETTO)

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Militari tra filari di vite, con fucile ed elmetto in mezzo aspighe e girasoli, in mimetica a sorvegliare piantine dipomodoro, cocomeri o zucchine. Non è uno scherzo.

La proposta di militarizzazione delle campagne siciliane è statafatta davvero nei giorni scorsi dal presidente della Regione,Raffaele Lombardo, al ministro della Difesa, Ignazio La Russa. In un incontro ufficiale, che si è svolto a Roma, la massimacarica istituzionale isolana ha così argomentato l'idea, eviden-temente inserita tra le priorità da girare alla capitale. "I produt-tori di grano in Sicilia - ha spiegato - sono stati oggetto di gravitentativi di estorsione da parte di chi minaccia di dare fuoco alraccolto. Ciò scoraggia chi vuole lavorare nei campi e allonta-na chi vuole fare impresa. Impoverisce una agricoltura che giàvive momenti di difficoltà". Insomma, per l'autonomista "chie-dere l'intervento dell'esercito non significa chiedere la militariz-zazione dell'isola ma dare un contributo allo sviluppo dell'agri-coltura". Dal canto suo, il ministro La Russa ha assicurato una"tempestiva analisi della fattibilità, concordando l'urgenza dellarisposta dello Stato alla richiesta di sicurezza e vigilanza cheenerge dagli operatori siciliani".Ora, che l'agricoltura siciliana viva uno stato di profonda crisi ècertamente vero. Non a caso, una delle prime proteste che ilpresidente ha dovuto affrontare subito dopo le elezioni è stataproprio quella degli agricoltori che si sono presentati a Palazzod'Orleans per sollecitare interventi immediati. Ma le difficoltàlamentate dalle microimprese agricole, che nell'isola dannolavoro a quasi 150mila persone, riguardano piuttosto la salva-

guardia delle produzioni di eccellenza messe in ginocchio dallacommercializzazione di merci provenienti da altri paesi e spac-ciate per siciliane. Lombardo si preoccupa della "criminalità rurale" e la definisce"forse più insidiosa di quella tradizionale". Eppure, è un fatto,accertato da inchieste avviate dalla magistratura, che più chedi incendi a scopo estortivo la mafia si occupi della commer-cializzazione dei prodotti. Al mercato ortofrutticolo di Vittoria, ilpiù grande dell'isola, la criminalità incide pesantemente nellaformazione dei prezzi dei prodotti, gestisce la contraffazione eil dumping, allaccia contatti con la distribuzione, controlla ilmovimento di centinaia di tir diretti verso i centri agroalimenta-ri del nord. Ha, in pratica, il controllo dell'intera filiera, utileanche ai traffici illeciti paralleli, come droga o armi. Altro cheincendi!Infine, una riflessione: ma l'utilizzo dei militari nelle campagnenon sarebbe, oltre che una misura inefficace a risolvere la crisidell'agricoltura, anche uno sperpero di denaro pubblico? Il per-sonale comandato al pattugliamento delle campagne, infatti,sarebbe non più di leva e con paga irrisoria, come ai tempi del-l'operazione 'Vespri siciliani', ma sarebbe composto da profes-sionisti volontari, soldati che non costerebbero meno di altropersonale, magari più adatto a funzioni di questo tipo: adesempio le decine di migliaia di forestali in carico alla Regionee da anni in attesa di stabilizazzione che, guarda caso, tra i lorocompiti, avrebbero proprio la tutela del territorio dagli [email protected]

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T'sahal ci ha provato, ma il mio occhiodestro, per questa volta, non è riusci-to ad averlo. L'esercito israeliano è

riuscito però a darci una vivida, inequivocaimmagine della ottusità repressiva ed arro-gante che costituisce il tratto distintivo piùcaratteristico della politica di quella cheviene continuamente celebrata come "l'uni-ca democrazia del Medio Oriente". E' suc-cesso a Bi'lin, il 6 giugno scorso. Bi'lin è unodei tanti villaggi della Palestina, non lontanoda Ramallah: meno di duemila abitanti che- in gran parte sotto la soglia di povertà -vivono quasi soltanto di agricoltura. Vi v o n o ,o meglio vivevano: perché il Muro del XXIsecolo ('muro della vergogna' quanto quel-lo che divideva Berlino) corre a poche cen-tinaia di metri dalle ultime case del paese alquale sottrae, incamerandolo dall'altraparte, oltre il 60 per cento della terra coltiva-bile, che viene così annesso al complessodi insediamenti israeliani che lo circondano.Per la verità, la stessa Corte Suprema israe-liana, investita della questione, ha dovutoriconoscere che l'attuale tracciato della "bar-riera di separazione" in quel tratto "pregiudi-ca gravemente" gli abitanti del villaggio,mentre non risulta in alcun modo necessa-rio per le sempre invocate esigenze di sicu-rezza; e quindi, con sentenza del 4 settem-bre 2007, ha ordinato al Governo di Israele

di modificare la recinzione, spostandola inavanti per la lunghezza di un miglio. Mal'Esercito, malgrado il Ministero della Difesaabbia dichiarato di voler eseguire la senten-za, a quasi un anno di distanza si guardabene dal farlo. Così, Bi'lin ha finito col diven-tare un simbolo della lotta del popolo pale-stinese contro l'occupazione. Dal 2006, ognianno vi si svolge una ConferenzaInternazionale sulla Resistenza PopolareN o n - Violenta cui partecipano personalità egruppi di attivisti non-violenti da tutto ilmondo, a cominciare proprio da quelli israe-liani. Ogni venerdì, inoltre, viene organizza-ta una protesta proprio davanti alla recinzio-ne. E venerdì 6 giugno, sono andato, insie-me al gruppo di cui facevo parte, per parte-cipare all'ultimo giorno della Conferenza diquest'anno. Erano con me quattro avvocatigenovesi e uno di Modena, ed il segretarioARCI di Pontedera. Eravamo in Cisgiordania da alcuni giorni;scopo della nostra missione era quello diraccogliere dati e informazioni sulla condi-zione dei minori palestinesi arrestati e dete-nuti nelle carceri israeliane, e sulle normepenali e procedurali cui essi sono sottoposti,diverse e discriminatorie rispetto a quelle invigore per i minori israeliani (aspettatevi, alriguardo, un report ricco di notizie interes-santi). Conclusa la Conferenza, ci siamo

recati alla manifestazione settimanale, pre-ceduta da una allegra partita di calcio trapalestinesi e israeliani. Davanti alla recin-zione è stato letto il documento conclusivo,poi, sventolando qualche bandiera e gridan-do qualche slogan, ci si è trattenuti sul posto(poco più di un centinaio di persone, parec-chie in età non verde, quanto di più innocuoe pacifico si possa immaginare)… finché imilitari dell'Israel Defence Force, appostatidall'altro lato della recinzione, senza alcunaragione e senza alcun preavviso, hannodiretto su di noi una pioggia di granateassordanti, contemporaneamente sparandoad altezza d'uomo proiettili di gomma ebombe lacrimogene. Una di queste ultimemi ha colpito al capo, a poca distanza dal-l'occhio destro, provocandomi una ferita chemi è stata suturata con otto punti all'ospe-dale di Ramallah. Conseguenze: un emato-ma che sta già scomparendo, una cicatriceche rimarrà e che dedico alla pace tra i duepopoli. Un portavoce dell'esercito non hasaputo resistere alla tentazione della men-zogna e, rammaricandosi per l'accaduto, haspudoratamente dichiarato che si era trat-tato di una reazione al lancio di pietre daparte dei manifestanti. Insomma, io ho sal-vato l'occhio, ma T'sahal ha perso la fac-c i a … .g i u l i o c t @ y a h o o . c o m

T ’sahal ha perso la faccia

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I militari sul fronte...del grano

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Aumentano in Italia i reati control'ambiente (+ 27 per cento). Circa18 e 400 milioni di euro il loro

business. Spetta alla Sicilia il primatodegli illeciti edilizi lungo le coste con4.472 irregolarità riscontrate. Questo èsolo uno dei dati emersi nel RapportoEcomafia 2008, stilato annualmente daLegambiente. Nel 2007 l'Isola si è collo-cata al quinto posto nella classifica del-l'illegalità ambientale in Italia. Gli illecitiaccertati nella regione dalle forze dell'or-dine sono stati 2.351, pari al 7,8% sultotale nazionale, le persone denunciatesono state 1.393, i sequestri effettuati745. E anche se la regione si collocaall'ultimo posto nella classifica dell'illega-lità ambientale nelle regioni a tradiziona-le presenza mafiosa (dopo Campania,Puglia e Calabria), non è stato effettuatonessun arresto. Nella classifica provin-ciale il podio spetta a Messina (659 infra-zioni accertate, 386 persone denunciatee 193 sequestri effettuati). Seguono inordine le province di Catania con 444

infrazioni, 150 denunce e 107 sequestri,e Palermo con 366 infrazioni, 190denunciati e 162 sequestri. Numerose anche le infrazioni alle nor-mative urbanistiche: 618 quelle accerta-te, 574 le persone denunciate e 256 isequestri. Anche in questo caso analiz-zando i dati delle singole province il pri-mato appartiene a Messina, che con lesue 193 infrazioni riscontrate lasciaindietro Catania (111 infrazioni) ePalermo con “appena” 95 infrazioni. Preoccupante la situazione nel ciclo ille-gale del cemento che vede le organizza-zioni mafiose protagoniste come nonmai nella gestione diretta dell'intero set-tore edilizio, ed in particolare nel control-lo degli appalti pubblici. Strade, autostra-de, centri commerciali, villaggi turistici,sono il menù preferito da cosa nostra.Sul versante dei rifiuti, anche se diminui-scono le infrazioni accertate dalle forzedell'ordine, è alta la pressione criminalenei confronti di uno dei settori maggior-mente redditizi per le mafie. Allarmante

per Legambiente anche il fenomenodelle micro discariche abusive. Quellesequestrate lo scorso anno, secondo uncalcolo effettuato dall'associazioneambientalista, avrebbero un'estensionedi oltre 300 chilometri quadrati, pari a 40campi di calcio. Altrettanto preoccupanteil dato sugli incendi boschivi. Nel 2007sono stati oltre 1250 i roghi, fra questi129 hanno interessato parchi naturali eriserve. Agrigento, Messina e Palermo leprovince più colpite. Oltre 46 mila e 600ettari di superficie tra boschi e pascoliandati in fumo, per un danno stimato inoltre 48 milioni di euro. Da oltre 15 anniLegambiente chiede l'inserimento deidelitti contro l'ambiente nel codice pena-le che ritiene una riforma di civiltà perdare maggiore vigore nel contrasto allacriminalità ambientale. Questa richiesta è sempre caduta nelvuoto con qualsiasi governo e sembradifficile che l'attuale parlamento possaprenderla in [email protected]

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Il ciclo dell’illegalità ambienta-

Uno degli eventi più sconvolgenti delle ultime settimane (icentocinquanta sfigati annegati nel Mediterraneo) ha trova-to qualche piccolo spazio di risulta tra i notiziari scritti o par-

lati dei mass media, come se fossero più uimportanti per i destinidel mondo il lodo Schifani, o la partita degli azzurri agli europei dicalcio, o l'altalena "dialogo si - dialogo no" tra le coalizioni(anti)politiche impegnate nelle riforme che non riformano mai nien-te. Qualsiasi persona per bene che non fosse stata preventiva-mente e accuratamente svuotata della sua intelligenza critica,come purtroppo è accaduto a tutti noi, di fronte ad un disastroumano di tali proporzioni (umano, non geologico o meteorologicoo, in qualsiasi modo, imprevisto e imprevedibile: umano, saputo evoluto dagli uomini) si sarebbe affrettato a chiedere che il mondosi fermasse un attimo a chiedersi cosa sta accadendo, a che puntosiamo, verso dove stiamo andando: Niente di tutto questo. Provi l'Arci a lanciare una proposta: che la regione Sicilia, per lasua vocazione di centro geografico storico e culturale delMediterraneo, promuova una settimana di lutto internazionale peri morti del mediterraneo, da dedicare a incontri tra studiosi di tuttoil mondo senza etichette di appartenenza a stati o a organizzazio-ni ufficiali (niente G8 o G7, per intenderci, niente assemblea del-l'organizzazione internazionale del commercio, niente melineparaeconomiche o parapolitiche dei padroni del vapore). Studiosiveri, che hanno dedicato la loro intelligenza e la loro vita a predi-care nel deserto di quest'anima mondiale contraffatta da una per-

sistente sordità morale, e che si riuniscono per cominciare a pen-sare al modo di attrezzare l'umanità come un immenso laboratoriodi verifica "vera" delle sue incresciose lacerazioni e di ricerca"vera" per bonificarle. Dare inizio ad un vero e proprio sommovi-mento culturale da sostenere con grande forza attraverso possen-ti campagne [email protected]

Cimitero mediterraneo

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Le recenti stragi operaie di Mineo e di Termini Imeresenon sono casuali. Il "lavoro vivo" espunto ad opera deiprocessi di destrutturazione e precarizzazione dal rac-

conto pubblico e dalla rappresentazione sociale ritorna sullascena unicamente come "corpo morto", cadavere martoriato eaffogato nella melma (come a Mineo) o fulminato da una sca-rica elettrica (come a Termini Imerese). Eppure quei corpi stra-ziati hanno la forza di parlarci. E ci consegnano l'obbligo di unariflessione sulle condizioni del mercato del lavoro della Sicilia.Non è possibile considerare questi morti come semplici "inci-denti" o "infortuni". Vanno chiamati col loro nome: omicidi. Esono omicidi "politico-imprenditoriali" che hanno i loro man-danti nella dittatura del profitto e nella volontà politica di nonattuare gli indispensabili controlli prescritti dalle leggi in mate-ria di sicurezza sul lavoro, lasciando gli organi ispettivi compe-tenti nella più assoluta inerzia e scarsità di uomini e mezzi. E'per questa ragione che nessuna organizzazione datoriale siaffretta a espellere gli imprenditori che non si adeguano allanormativa in materia di tutela della salute e della sicurezza neiluoghi di lavoro. Alcuni dati possono servire per meglio riflette-re sul contesto in cui le stragi operaie di questi giorni sonomaturate. Dall'ultimo bilancio sociale INPS Sicilia: 5.139 lavo-ratori in nero e 1806 aziende irregolari su 1.881 visitate, ossiapari al 96%. Dal rapporto Svimez 2007 emerge che, nel mez-zogiorno, a crescere sono soprattutto i lavoratori atipici (+75.000). Tra questi dati e le stragi sul lavoro esiste, ovviamen-te, un nesso stringente e ineludibile. In materia, sono stateapprovate nella scorsa legislatura, prima la legge n. 123 del2007 e, poi, il tanto atteso Testo Unico (decreto legislativo n.81 del 2008). Si tratta di provvedimenti importanti, che, non a

caso, Confindustria e l'attuale maggioranza governativavogliono depotenziare. E tuttavia, tali provvedimenti da solinon bastano perchè non affrontano le cause "reali" e "ultime"del problema, quelle che attengono all'attuale modello genera-le di organizzazione della produzione e del lavoro nonché alleconnesse politiche di proliferazione dei lavori atipici e irregola-ri e al sempre più massiccio ricorso a forme di esternalizzazio-ni del lavoro. In ciascun ambiente di lavoro, per la sicurezzafisica dei lavoratori è essenziale la conoscenza dei processiproduttivi e dell'organizzazione del lavoro. Tale conoscenza èoggi sistematicamente impedita sia dalla moltiplicazione deicontratti di lavoro di breve durata e dalle altre forme di lavoroprecario, sia dal diffuso ricorso a forme d'esternalizzazione einternalizzazione di segmenti del processo produttivo. E quasta esattamente il punto di contatto tra i due temi: lotta al lavo-ro precario e irregolare e lotta contro gli infortuni sul lavorosono facce di una stessa medaglia. Elaborare politiche di con-trasto del lavoro irregolare e precario vuol dire incidere sull'at-tuale modello generale di organizzazione della produzione edel lavoro e, dunque, porre le premesse per ridurre anche gliinfortuni sul lavoro che da quel modello sono generati. Perqueste ragioni, la sinistra dovrebbe osare di più. Non limitarsia difendere le norme esistenti, ma rilanciare la sfida per con-trastare le più svariante forme di precarietà. Se non mettiamoal centro della nostra lotta la prospettiva della salvaguardiadella dignità e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratorinon ci sarà alcuna prospettiva di rilancio possibile per la sini-stra e, soprattutto, non ci sarà neppure la prospettiva di unaciviltà "fondata sul lavoro" (art. 1 Cost.) degna di questo [email protected]

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Controcampo: 10 anni di cinemaIl circolo è stato fondato il 16 giugno 1998, su iniziativa di un

gruppo di giovani monrealesi, con il fine di voler contribuirealla diffusione della cultura cinematografica, degli studi sto-

rici e della tecnica dell'arte cinematografica, allo sviluppo degliscambi culturali cinematografici tra i popoli ed all'incoraggia-mento della cinematografia sperimentale. Siamo stati ospitatiin un salone parrocchiale presso la Chiesa del Carmine. Nel'99, aderiscono alla prima iniziativa circa cento soci e oggi l'at-tività dell'associazione offre una media di quaranta film l'anno,suddivisi in circa sette iniziative. Dalla sua fondazione sonostate realizzate per i soci sessantacinque rassegne cinemato-grafiche e proposti circa duecentosessanta film.Fondamentale per la funzione del nostro circolo è l'incontrocon i protagonisti del mondo del cinema. L'associazione hacercato di offrire, negli anni, momenti di contatto diretto con gliaspetti anche tecnici della settima arte, nonché una vetrina pergli autori locali. Successivamente ci è stato affidato l'ex matta-toio comunale. Il circolo ha sempre avuto una particolare atten-zione a giovani e bambini, con una rassegna a loro dedicata.L'intento è quello di favorire l'incontro fra i ragazzi/bambini deiquartieri che ci hanno finora ospitato e … fra questi ultimi e i

ragazzi/bambini di altra provenienza. Con le due rassegneestive, organizzate con il patrocinio dell'AmministrazioneComunale a partire dall'estate 2000 fino al 2005 e aperte atutti, si è avuta la punta massima di proiezione esterna dell'as-sociazione rispetto alla città. Nell'ottica di diversificazione delle attività e di relazione con ilterritorio (non solo monrealese) si sono svolte e si svolgonoaltre iniziative, quale la promozione e la diffusione culturale.Fino a due anni fa, abbiamo anche collaborato con la Scuoladi Formazione Etico - Politica Giovanni Falcone di Palermo. Inparticolare l'associazione ha organizzato il momento della con-segna della targa dedicata al magistrato, nei giorni dell'anni-versario dell'uccisione, producendo lavori dedicati ai singoli ealle realtà che ricevono il riconoscimento.Progetti per il futuro di ControCampo? Allargare le prospettivedella nostra associazione proponendo anche nuovi generi diarte cinematografica, fotografica e musicale, ma soprattuttoessere elemento catalizzatore per ogni iniziativa, soprattuttose partorita dalle nuove generazioni che vogliono promuoverecultura nel nostro [email protected]

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