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appunti psicologia della comunicazione

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  • Fondamenti di psicologia della comunicazionedi Chiara Trattenero

    Ottimi riassunti dei capitoli 1, 3, 4, 5, 6, 7, 8 del libro di Luigi Anolli "Fondamentidi psicologia della comunicazione", si analizzano i processi interpretativi,simbolici, relazionali ed espessivi della comunicazione, con particolare

    attenzione alle dinamiche della comunicazione di gruppo.

    Universit: Universit degli Studi di PadovaFacolt: Scienze della Formazione

    Corso: Servizio SocialeEsame: Dinamiche Comunicative

    Docente: SurianTitolo del libro: Fondamenti di psicologia della comunicazione

    Autore del libro: Anolli Luigi MariaEditore: Il Mulino

    Anno pubblicazione: 2006

  • 1. La comunicazione come attivit complessaLa comunicazione una dimensione psicologica costitutiva del soggetto, l'uomo non decide se esserecomunicante ma se e come comunicare. E un'attivit complessa, costitutiva delle identit dei soggetti e delleculture di riferimento. E': un'attivit eminentemente sociale, ha natura relazionale perch comunicare alla base delle interazionisociali e delle relazioni interpersonali; questo evidenzia la sua rilevanza nella costituzione e prosecuzionedei giochi psicologici dei protagonisti realizzano congiuntamente; partecipazione, si fonda su condivisione e negoziazione fra soggetti comunicanti, ha quindi una matriceculturale e una natura convenzionale poich esito di convenzioni stabilite culturalmente e intervieneattivamente nell'elaborazione/modifica delle stesse convenzioni sociali e culturali; un'attivit eminentemente cognitiva, connessa al pensiero e processi mentali superiori, manifesta le idee(emozioni...) a qualcun altro. I soggetti per comunicare devono riuscire a esplicitare il loro pensiero el'intenzione (A non pu comunicare qualcosa a B se non ce l'ha); connessa all'azione, si fa sempre qualcosa nei riguardi di qualcun altro. Ogni atto comunicativo ha effettisulla sequenza degli scambi in un processo di influenza reciproca, non mai indifferente (infatti si puanche discomunicare). E' stata studiata da molte discipline ma in tempi recenti (fine '40). La Comunicazione in relazione ai diversi approcci trasmissione di informazioni: approccio matematico significazione e segno: approccio semiotico interazione testo contesto: approccio pragmatico espressione e prodotto della societ: approccio sociologico (gioco di) relazione (e costruzione sociale): approccio psicologico

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  • 2. Approccio matematico alla comunicazione

    APPROCCIO MATEMATICO: comunicare = trasmettere informazioni

    L'informazione : espansiva infatti genera ulteriore informazione(ci sono poi i limiti cognitivi dell'uomo), diffusiva pernatura, si riproduce nel suo impiego e non viene consumata, si pu solo condividere e non scambiarenell'interazione; comprimibile a livello sintattico e semantico; facilmente trasportabile e trasmissibile. Essa una differenza che genera differenza (Bateson), la relazione fra 2 o pi dati che pu generare altreconoscenze. E' un elemento conoscitivo nuovo che pu ridurre una condizione di incertezza, attenuarel'ambiguit e la possibilit di sbagliare nelle scelte. Per l'approccio matematico (Shannon) la comunicazione un processo di trasmissione di informazioni. Egliparte da: a. la natura dell'informazione discreta; b. ogni volta che elaboriamo i dati, diminuiamo la quantit di informazione. Secondo questo modello c' un passaggio di un segnale (o messaggio) da una fonte A (emittente) attraversoun trasmettitore (es. voce) lungo un canale (es. filo telefono) pi o meno disturbato da un rumore a undestinatario B (ricevente) grazie a un recettore (es. apparato acustico). Definiamo: fonte (source) l'entit che crea il messaggio (persona, animale oggetto inanimato); trasmettitore (encoder) dispositivo che consente la trasformazione del messaggio in segnali fisici (apparatovocale x mente parlante, cornetta x voce di chi telefona); canale, mezzo che trasferisce il messaggio (cavi telefonici, onde radio...); rumore (noise), insieme degli elementi ambientali (e non) che interferiscono sulla trasmissione del segnale(es. attenuazione, dispersione nell'ambiente, presenza di altri segnali). Il rapporto segnale/rumore deveessere >0 perch sia probabile il segnale giunga al destinatario, qualit e intensit del messaggio devono perquesto essere controllati dall'emittente; recettore (decoder), dispositivo che consente la conversione del segnale in forma comprensibile daldestinatario es. apparato acustico, altoparlante cornetta telefono; destinatario (receiver), entit a cui rivolto il msg (persona, animale, pc, oggetto inanimato). Ordine Entropia: rindondanza, ripetizione nella codifica del msg per favorire la decodifica; eliminarla vuol dire economizzaresu tempo e spazio della trasmissione ma rende fragile il msg; filtro, processo di selezione di alcuni aspetti del segnale rispetto ad altri nella decodifica; feedback (retroazione), quantit d'informazione che dal ricevente torna all'emittente permettendogli dimodificare i msg successivi. Pu essere positivo (aumenta l'informazione di ingresso es. pettegolezzo,sempre pi maligno) o negativo (< info in ingresso mantiene il sistema in omeostasi cio stabile es. md chefa commento bonario per ridurre rimprovero del pd sul figlio). Quindi l'informazione una grandezza finita, osservabile, misurabile, non quello che stato detto dallafonte ma quello che probabile passi da emittente a ricevente, cio valore di probabilit. Quando laprobabilit di emissione di segnale alla fonte sono uguali si ha il massimo di entropia cio di mancanza di

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  • informazione. Tale teoria implica un codice come condizione necessaria e sufficiente per comunicare. CRITICHE: eliminando l'attenzione ai contenuti si ignorano i significati e la loro rilevanza psicologica nellacomunicazione, intenzionalit, inferenza, multidimensionalit dei sistemi di comunicazione.

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  • 3. Approccio semiotico alla comunicazione

    APPROCCIO SEMIOTICO: comunicazione come significazione e come segno Il processo della significazione Per la semiotica ( scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale) ci si chiede come avvieneil processo di significazione. Esso inteso come capacit di generare significati, propriet fondamentale diogni messaggio di avere un senso e un significato per i comunicanti. Fa riferimento a un referente(oggetti/eventi su cui comunicare) e a un codice (sistemi impiegati dagli attori per comunicare fra loro). Sono in relazione: espressione- simbolo (segno che d l'immagine acustica/iconica di un oggetto es. stringa suoni c-a-n-e); referenza (rappresentazione mentale es. idea del cane); referente (oggetto nella realt fisica es. il cane si chiama Righio). Rappresentati dal triangolo/diagramma di significazione di Ogden e Richards (1923). Con la parola gattoposso riferirmi ad un certo animale in particolare (Referente) o pi in generale considerare i felini(Significato/Referenza concettuale della parola). I rapporti espressione e referenti sono indiretti, mediati dalla referenza. La fallacia referenziale laconvinzione contraria (rapporto diretto). c' un rapporto intrinseco tra comunicazione e cultura perch isistemi comunicativi sono l'esito di processi convenzionali e frutto di elaborazione condivisa dei membri diuna certa cultura. Segno come equivalenza e come inferenza Segno come equivalenza. Il segno l'unione dell'immagine acustica (significante o espressione) e di unimmagine mentale (significato o contenuto es. significato di cane), essi sono interdipendenti. rimanda alla nozione di codice. Il segno ha quindi funzione semiotica perch non realt fisica ma relazione fra 2 funtivi. Per la concezionestrutturale c' equivalenza tra espressione e contenuto (piena e stabile) e il segno : arbitrario, convenzionale perch legato a una data cultura , non dipende dalla realt di riferimento (nellestringhe sonore di luna non c' nulla della luna); oppostitivo, un segno se stesso e nessun altro (pera diverso da vera). La lingua come un sistema di segni un sistema di differenze di suoni combinati a un insieme di differenzedi significati (Saussure). Ci sono linguistica interna/primaria (norme che permettono attivit linguistica) edesterna/secondaria (parole, atto concreto di applicare un certo codice). Segno come inferenza. Per Peirce il segno qualcosa che per qualcuno sta al posto di qualcos'altro, sottoqualche rispetto o capacit. Rimanda a qualcosa di diverso da s (funzione di rimando). Tipi: icone, hanno una relazione di somiglianza con le propriet del referente; indici, contiguit fisica con l'oggetto/evento a cui si riferiscono; simboli, connessione con il referente per contiguit, appresa quindi arbitraria. Il segno inferenza perch indizio da cui trarre una conseguenza (ci sono le nuvole, segno di pioggia).Questo implica la presenza di modeli mentali che permettono di individuare gli aspetti carenti e cogliere ilsenso del msg. rimanda alla nozione di contesto. Spiega la variabilit dei segni (chiamo sedia un mucchio di libri quando ho l'appartamento vuoto per iltrasloco) e lo scarto tra quello che detto e quello che implicato dal detto. tizio comunica di pi di quelloche dice!

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  • 4. Approccio pragmatico alla comunicazione

    Per Morris: semantica si occupa dei significati dei segni; sintassi, studia le relazioni formali fra i segni; pragmatica, esplora la relazione dei segni con i comunicanti. La pragmatica guarda all'uso di significati cio il modo in cui sono impiegati dai comunicanti nelle diversecircostanze, guarda al rapporto testo/contesto in cui si manifestato, si guarda all'atto situato dicomunicazione. Essa considera i processi impliciti della comunicazione che comportano inferenze. Virientrano molti fenomeni comunicativi come deissi (riferimenti espliciti del testo al contesto comprensibilisolo grazie a quest'ultimo es. qui, ora, domani, tu); implicatura conversazionale (es inferenza tra detto e fattointendre); presupposizione (condizioni implicate da un enunciato). Guarda la SSP Sintonia semantica e pragmatica (sotto) Teoria degli atti linguistici La pragmatica guarda alla comunicazione come azione e fare, un processo, azione fra 2 o pi partecipanti.Austin in tale teoria evidenzia che dire qualcosa anche fare sempre qualcosa, individua 3 azioni chefacciamo simultaneamente quando parliamo: 1. atti di dire qualcosa locutori, si compiono per il fatto di parlare sono i fonetici (emettere suoni), fatici(espressione di certe parole), retici (impiego di questi con un senso); quello che si dice es. non ho strappatoio il foglio 2. atti nel dire qualcosa illocutori, si compiono attraverso il parlare e corrispondono alle intenzionicomunicative del parlante (es i direttivi, gli espressivi...); quello che si fa nel dire qualcosa es. dichiaral'estraneit al danno sul foglio 3. atti con il dire qualcosa perlocutori, produzione di determinati effetti da parte del parlante sul sistemadelle credenze, sentimenti ed emozioni, condotta dell'interlocutore. quello che si vuole ottenere dicendoqualcosa. es. convincere l'interlocutore della propria innocenza Quindi quando si comunica si vuole realizzare un effetto intenzionale sull'interlocutore entro un definitocontesto relazionale per cui gli enunciati esprimono di pi di quanto significhino sul piano letterale. Austin eSearle distinguono fra atto e forza dell'atto, il modo in cui interpretato un enunciato e il risultato di un attolinguistico dipendono dalla forza contunuta nell'atto (illocutoria) e dai suoi effetti sull'interlocutore(perlocutori) diverso (qll su cui si pone l'accento) dire P. disordinato ma intelligente e P. intelligentema disordinato! Sono diversi anche atti linguistici diretti (forza illocutoria che il parlante intende attribuireall'enunciato trasmessa in modo conforme al corrispondente significato letterale) e indiretti (la forzaillocutoria deriva dai modi non verbali in cui manifestato non dal significato letterale es. il tono dellavoce). Occorre distinguere tra frase ed enunciato, la prima l'espressione linguistica astratta e il secondo l'uso dellafrase in un contesto reale per scopi specifici; c' quindi uno scarto perch l'enunciato comunica di pi diquanto sia contenuto in una frase intesa letteralmente. Il principio di cooperazione e le implicature conversazionali Grice distingue tra: significato naturale, es. fumo indizio natura della presenza del fuoco; significato convenzionale, qualsiasi parola della lingua italiana o di altre lingue, il voler dire qualcosa daparte del parlante a qualcun'altro.

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  • La comunicazione un processo costituito da un soggetto che ha intenzione di far s che il ricevente pensi ofaccia qualcosa, operando in modo che il ricevente riconosca che l'emittente sta cercando di causare in luiquel pensiero o quell'azione. c' trasparenza intenzionale! Ci sono sia intenzionalit comunicativa che informativa. La differenza tra comunicazione e informazione stache la prima uno scambio in cui A vuole rendere consapevole B di qls di cui prima non era consapevole,facendo ricorso a un sistema di significazione e segnalazione condiviso da entrambi. L'informazioneconsiste nella trasmissione involontaria da A di un segnale che percepito in modo autonomo da parte di B,indipendentemente dall'intenzione di A. Vige quindi il principio di cooperazione cio dai il tuo contributo al momento opportuno, cos comerichiesto dagli scopi e dall'orientamento della conversazione in cui sei impegnato secondo: quantit, soddisfi le richieste di informazione e non sia pi informativo del necessario; qualit, fornisci un contributo vero, non dire qll che credi falso e per cui non hai prove; relazione, sii pertinente; modo, sii perspicuo, evita espressioni oscure, ambiguit, sii breve e ordinato nell'esporre. Impariamo queste massime attraverso l'esperienza quotidiana, sono convenzionali. Grice riprende la distinzione tra logica del linguaggio e della conversazione, la prima si applica al significatoletterale e la seconda ai processi per inferire ci che il parlante intende comunicare. Quindi diverso il dire e il significare, quello che detto e il significato, lo scarto dato dal fatto che quelloche inteso pi di quello che detto, per colmarlo si ricorre alla implicatura conversazionale, impiegosemantico aggiuntivo che richiede un processo infenziale. es. sai che ore sono? gi passato il bus perRovereto. (delle 7) risponde in modo inappropriato, non rispetta il principio di cooperazione ma d indizicorretti e condivisi dicendo p in modo che l'altro sia in grado di infierire q. Il parlante implicaconversazionalmente q solo se segue le massime, l'inferenza rispetti le massime e il parlante pensa che ildestinatario realizzer l'inferenza. Le implicature sono: cancellabili, si possono dissolvere se si aggiungono delle premesse a quelle originali es. si dice che M hamangiato alcuni pasticcini, il destinatario capisce che ce ne sono ancora e l'altro gli dice che di fatto li amangiati tutti; non distaccabili, sono attaccate al valore semantico dell'enunciato, non alla forma linguistica es. claudio non riuscito a... implica che ci ha provato sono calcolabili, dati il principio di cooperazione e le massime da esso derivanti prevedibile che in unasituazione standard l'interlocutore sappia fare l'inferenza appropriata; sono non convenzionali, non fanno parte del significato convenzionale delle espressioni linguistiche, sononegoziate di volta in volta in funzione del contesto, lo stesso enunciato pu assumere significati diversi inrelazione a diverse occasioni comunicative es. sergio una macchina. Principio di pertinenza e modello ostensivo-inferenziale Modello proposto da Sperber e Wilson, prende le mosse da produzione e condivisione del significato. Pervoler dire qualcosa con un enunciato X il soggetto S deve avere una delle seguenti intenzioni: enunciazione di X da S produca una certa risposta r nell'ascoltatore A; che A riconosca l'intenzione a) di S; che il riconoscimento da A dell'intenzione a) di S sia almeno in parte la ragione per cui A produce la rispostar.

    Distinguono tra intenzione informativa (informare) e comunicativa (informare sull'intenzione informativa),l'intenzione comunicativa la condizione necessaria e sufficiente per la comunicazione. Nel mutuo ambiente

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  • cognitivo (dove ogni ipotesi reciprocamente manifesta e assicura un certo grado di cooperazione percapirsi e comunicare) quale ipotesi riceva l'attenzione di un individuo dipende dalla pertinenza diquell'ipotesi a quello specifico contesto. La pertinenza consiste nella creazione di nuove informazioniattraverso la combinazione delle informazioni vecchie e nuove. Bisogna integrare questo con la disposizionedel soggetto di manifestare le proprie intenzioni l'ostensione.. Un comportamento ostensivo implica unagaranzia di pertinenza poich rende manifesta l'intenzione comunicativa del comportamento. Per farlo serveun lavoro di inferenza degli interlocutori, essa un processo logico al termine del quale un'ipotesi ammessa come vera sulla base di altre ipotesi di cui la verit certa ammessa in partenza. Le implicazioni contestuali sono le informazioni aggiunte attraverso la combinazione fra le vecchieconoscenze a disposizione del soggetto e gli elementi nuovi forniti dal contesto, i loro effetti sono effetticontestuali, migliorano la comprensione, eliminano le ipotesi sbagliate, rafforzano quelle gi note e neelaborano di nuove ampliando la comprensione. quindi il maggior grado di pertinenza di un'informazione dato da: quanto maggiori sono gli effetti contestuali da essa generati; quanto minore lo sforzo cognitivo per elaborarla. La pertinenza riguarda sempre il contesto, inteso come insieme delle condizioni, opportunit, vincolispaziali, temporali, relazionali, istituzionali e culturali presenti in uno scambio comunicativo. Per S. e W.Non fisso e dato a priori ma risultato di una scelta dell'interlocutore quindi la pertinenza ottimale datadalla capacit degli interlocutori di seguire l'ipotesi comunicativa che ottimizza gli effetti contestuali eminimizza l'impegno cognitivo. CRITICHE: rifiuto del codice, eccesso contestualizzazione come si produce la stabilit dei significati e ilgrado semantico necessario per intendersi? I significati presuntivi Levinson intende i significati presuntivi come interpretazioni preferite (per default) prodotte dalla strutturadegli enunciati data la struttura di un certo linguaggio. Per lui ci sono: 1. il significato-tipo della frase (astratto-ideale) 2. il significato-occorrenza dell'enunciato (uso del significato in uno specifico contesto) 3. il significato-tipo dell'enunciato (usuale, ricorrente in una classe di contesti permette di generareinferenze, attese generali) Il livello 3 corrisponde alle interpretazioni preferite e alla interpretazione per defaut e al contesto standard. Per L. l'implicatura conversazionale generalizzata consiste in un'inferenza standard governata da euristichegenerali e vincolante per ogni contesto a meno che non vi siano elementi contestuali non usuali che la fannovenire meno. Tali euristiche sono: quello che non detto, non c' es. piramide blu su cubo rosso, inferenza possibile: non c' un cono sulcubo quello che descritto in modo semplice esemplificato in modo stereotipato es. inferenza la piramide abase quadrata piuttosto che ottagonale quello che detto in modo non usuale, non usuale es. blocco blu a forma cuboide sostenuto da cuborosso, inferenza possibile: blocco blu non un cubo regolare A tali euristiche corrispondono 3 principi: Principio Q. chi parla non deve fare un'affermazione a livello informativo pi debole di quanto la suaconoscenza lo consenta, a meno che non vada contro il principio I. Il destinatario deve assumere che ilparlante faccia questo. P. di massima minimizzazione Principio I. chi parla dice il minimo indispensabile, necessario per raggiungere gli scopi comunicativi

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  • avendo a mente il principio Q. Il destinatario amplia il contenuto informativo dell'enunciato del parlante, faun'interpretazione specifica per individuare l'intenzione comunicativa del primo (regola di arricchimento). Principio M. il parlante segnala una situazione non usuale utilizzando espressioni marcate, il destinatario sache un messaggio marcato indica una situazione non usuale. Il modello di Levinson: FATTORI POSITIVI: permette di spiegare numerosi fenomeni linguistici (ES come quelli scalari degliaggettivi qualificativi (sufficiente, buono, ottimo) e coglie la complessit dello scambio comunicativo,focalizza l'attenzione sull'intenzione da esprimere e riconoscere in un contesto che regola ed regolato daprocessi di attribuzione e inferenza del significato. CRITICHE: non considera gli aspetti relazionali e interattivi della comunicazione.

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  • 5. Approccio sociologico alla comunicazioneAPPROCCIO SOCIOLOGICO: comunicazione come prodotto della societ

    La metodologia dell'approccio sociologico si basa su: 1. Analisi della conversazione 2. Studio dell'interazione non verbale 3. Osservazione partecipante e non Tale approccio sottolinea la prospettiva sociale e istituzionale nell'analisi dell'azione sociale, del soggetto edell'interazione. Con la svolta comunicativa si passati dalla teoria dell'azione alla teoria dellacomunicazione con il passaggio al concetto di costruzione sociale della realt e a una razionalit a posteriori(contingente e locale) mentre prima era a priori (universale-astratta). Nella microsociologia si studiano i processi della vita quotidiana analizzando il flusso degli accadimentinella sequenza non sempre ordinata, attraverso osservazione e metodi etnografici; nella macrosociologiainvece si guarda ai processi generali inerenti le istituzioni e le organizzazioni complesse come sostitutivedella societ. Nel primo caso ad es Goffman afferma che nella conversazione si combinano comunicazioni verbali emosse non verbali. Essa una situazione sociale per cui gli interessa verificare come la dimensione socialeinfluenzi l'organizzazione delle conversazione e gli scambi comunicativi che hanno luogo in essa. secondolui ci sono delle regole che permettono di definire la situazione, inquadrando le proprie sequenzecomunicative, la loro scelta dipende dal frame-contesto in cui si realizza lo scambio, esso consente aipartecipanti di sapere cosa stia accadendo e la condotta da seguire. comunicazione regolata da rituali! Cisono quindi dei sistemi di comunicazione (es comunicazione simmetrica o no) stabiliti all'interno di un certogruppo di partecipanti regolate dalle strategie comunicative che sono selezionate in relazione alle costrizionicomunicative (vincoli ecologici, cognitivi emotivi) e frame. I concetti base sono: Frame: Cornice di quello che sta accadendo ci che da ai partecipanti il senso di quale situazione sonocoinvolti e che permette loro di individuare le strategie comunicative da mettere in atto. E' un prodottosocio-culturale Etichetta come codice formale che regola gli incontri Salvare la faccia come insieme di modalit per proteggere limmagine di s Il concetto di postmoderno sviluppato nella sociologia in tempi recenti si declina come riconoscimentodell'importanza della comunicazione, dell'informazione come merce di scambio, aumento della riflessivitsociale e individuale, globalizzazione da un lato e frammentazione dall'altro. La globalizzazione riguardaspinte e controspinte (universalismo vs particolarismo, integrazione vs frammentazione, omogeneizzazionevs differenziazione, centralizzazione vs decentralizzazione, giustapposizione vs sincretizzazione) quindiuna forma di ibridazione come processo di aggregazione e accostamento di forme culturali nuove (globali)assieme a quelle vecchie (locali). Tali spinte contraddittorie creano le premesse per l'emergere di unamaggiore riflessivit cio la capacit di mettersi in questione e confrontare il proprio punto di vista conquello degli altri la comunicazione fondamentale perch ogni informazione aggiuntiva costringe

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  • l'individuo a ripensarsi, luogo della riflessivit.

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  • 6. Approccio psicologico alla comunicazione

    La psicologia guarda come la comunicazione entri nell'esistenza del singolo soggetto, dei gruppi, delleistituzioni fino a fondare ed esprimere l'identit personale e la rete di relazioni di ognuno. In questo approccio sono importanti: Attenzione a IDENTITA personale e POSIZONE sociale Meta-comunicazione Relazioni simmetriche-complementari Per Bateson le persone sono in comunicazione (modificano la rete delle relazioni) e attraverso lacomunicazione giocano se stessi e la propria identit. Osserva che il comunicatore procede nell'attocomunicativo su due livelli interdipendenti e allo stesso tempo: livello di notizia, le cose che dice, i contenuti livello di comando, indicazione all'interlocutore di come intendere le cose che dice e con quale valore Il comunicatore ha sempre un certo grado di controllo su quanto manifesta. Vi infatti un livello dicomunicazione (contenuti che si scambiano) e metacomunicazione (comunicazione sulla comunicazione),l'attenzione nell'ultimo caso si sposta dalle informazioni alla relazione interpersonale tra gli interlocutori. La comunicazione la dimensione psicologica che produce e sostiene la definizione di s e dell'altro,mantiene modifica e rinnova i legami, definisce la relazione. Tale definizione continua e reciproca, infattic' una spirale di messaggi dove stimolo, risposta e rinforzo si sovrappongono e si fondono. La condizionedi flusso ininterrotto della comunicazione spesso alla base dei conflitti interpersonali poich pensiero elinguaggio umano sono lineari e gli individui tendono a segmentare in modo arbitrario il processo circolare econtinuo della comunicazione (es. io alzo la voce perch tu brontoli e io brontolo perch tu alzi la voce),cos ognuno percepisce l'altro come causa del disagio relazionale e s come vittima. Bateson individua 2 modelli: relazione simmetrica, percezione di eguaglianza dei rapporti, l'atto comunicativo di un partecipante tende arispecchiare, ingrandendolo l'atto comunicativo dell'interlocutore competizione comunicativa (es. corsa agliarmamenti fra le nazioni alla guerra commerciale fra pi aziende rivali); relazione complementare, percezione della differenza dei rapporti fra i partecipanti, di solito c' unaposizione di dominanza e una si sottomissione (es. attivo-passivo) Non c' relazione senza comunicazione e viceversa, questo permette il crearsi di giochi psicologici (es.seduzione, innamoramento, guerra). La comunicazione permette di conservare-generare il benessere psicologico fra le persone ma anche lasofferenza psicologica (es nelle forme di discomincazione e comunicazione patologica).

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  • 7. Anolli - Definizione di comunicazioneDistinzione fra comunicazione , comportamento e interazione Comportamento qualsiasi azione motoria di un individuo, osservabile in qualche maniera da un altro. Puessere fatto sia per ragioni coscienti e volontarie che in modo automatico e riflesso. Comportamento ecomunicazione sono categorie distinte, la prima include la seconda, ogni comunicazione uncomportamento ma esistono dei comportamenti che non sono comunicazione. Per Fraser vanno distinti perch il Comportamento in certe situazioni pu essere letto come segnale mentrela Comunicazione implica un codice /sistema di segnali condivisi socialmente Informazione e comunicazione. La prima riguarda l'acquisizione di conoscenze inferite in modo autonomoda parte di B nei confronti di A, anche se quest'ultimo non ne consapevole mentre la comunicazione esige2 intenzione simultanee: di A di comunicare qualcosa a B e di A di fare in modo che il suo attocomunicativo sia riconosciuto come tale da B. Interazione: qualsiasi contatto (sia fisico che virtuale) fra due o pi individui anche in modo involontarioin grado di modificare lo stato preesistente delle cose fra di loro (es. anche se urto casualmente qualcuno).La comunicazione invece richiede uno scambio consapevole e riconosciuto come tale dai partecipanti.L'interazione una categoria che include la comunicazione ma non ogni interazione implica unacomunicazione. COSA VUOL DIRE COMUNICAZIONE? scambio di doni all'interno delle mura comuni, cum-moenia, ma anche cum-munus. communis = che appartiene a tutti, condividere, mettere qualcosa incomune con gli altri COMUNICAZIONE (come atto comunicativo) = scambio interattivo osservabile fra 2 o pi partecipanti,dotato di intenzionalit reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere undeterminato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazionesecondo la cultura di riferimento. (Anolli) Se identifichiamo comportamento e comunicazione: - Non si pu non comunicare - Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione - La comunicazione un flusso ininterrotto che i partecipanti sezionano in sequenze ovvero punteggianoin sequenze lineari -Comunichiamo secondo un modulo digitale un modulo analogico -Le relazioni possono essere simmetriche o complementari Funzioni base della comunicazione Sono tre le metafunzioni che raccolgono sotto di s funzioni pi specifiche: funzione proposizionale; funzione relazionale; funzione espressiva. Funzione proposizionale. La comunicazione serve a elaborare, organizzare, trasmettere fra i partecipanticonoscenze che sono raccolte, organizzate, veicolate sotto forma di proposizioni.

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  • Qui in gioco la conoscenza dichiarativa (totalit conoscenze nella memoria a lungo termine di unsoggetto), essa ha funzione: referenziale, permette di fare una rappresentazione adeguata in base alla propria esperienza e riferirsi aeventi o oggetti del mondo circostante; predicativa, consente di attribuire propriet e qualit agli oggetti o eventi in esame. La conoscenza dichiarativa si pu distinguere in: episodica, conoscenze di episodi accaduti nel passato in cui sono esplicitate coordinate spazio-tempo (ierisiamo andati al ristorante); semantica, conoscenze generali in cui spazio-tempo non sono presi in considerazione (si va al ristorante soloin occasioni importanti). La f. proposizionale inoltre riconosce l'importanza del linguaggio perch consente di organizzare e dicomunicare il pensiero ad altri. Consente di tradurre in proposizioni percezioni, esperienze affettive,immaginazione. Il linguaggio caratterizzato dalla composizionalit, costituito ricorsivamente grazie aunit componibili, essa comporta: sistematicit, gli enunciati di un dato linguaggio sono componibili solo seguendo le regole sintattichepreviste da tale linguaggio; produttivit, il linguaggio permette di generare e comprendere un numero infinito di significati che a lorovolta possono generare e comprendere un numero infinito di enunciati; possibilit di dislocazione, lo spazio-tempo di un enunciato pu essere diverso da quello in uso durantel'enunciato (es. ci vediamo marted all'uni e siamo al bar di luned) La proposizionalit della comunicazione specie-specifica perch esclusiva della specie umana. Funzione relazionale. La rete delle relazioni in cui ognuno inserito costruita, alimentata, rinnovata,modificata dalla comunicazione. La comunicazione partecipa nel: generare e sviluppare una relazione (es. comunicazione seduttiva); mantenere e rinnovare una relazione; cambiare la relazione (es. per avvicinarsi ai vertici dell'azienda); restaurare la relazione; estinguere una relazione, di solito la separazione e la rottura sono pi difficili e impegnative dellacostruzione della relazione. L'efficacia relazionale della comunicazione dipende dalla stretta connessione fra interazione e relazioneanche se appartengono a livelli concettuali diversi. L'interazione tangibile, circoscritta nello spazio-tempo,scambio comportamentale direttamente osservabile fra i partecipanti, mentre la sequenza regolare e continuadel medesimo tipo di interazioni genera prevedibilit e costruisce un modello interattivo che si chiamarelazione. Esse sono interdipendenti reciprocamente perch le singole interazioni possono confermare,rafforzare, smentire... una certa relazione. La relazionalit della comunicazione non specie-specifica. Funzione espressiva. E' una modalit originale e inconsueta per manifestare pensieri, emozioni, stati d'animoecc. La comunicazione alla base della creativit umana (es. pittura) e si fonda su: novit delle forme espressive e combinazione degli aspetti comunicativi (quello che non era stato

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  • comunicato prima diventa oggetto di comunicazione es. iconica (quadro)...) sensibilit soggettiva, il comunicatore rende pubblico in modo non convenzionale ci che ha di pirecondito dentro s; comprensibilit delle modalit espressive, anche se innovative sono comprese da altri; partecipazione come risonanza cognitiva e affettiva delle espressioni creative. La funzione permette di declinare in modo personale e soggettivo le traiettorie di significato e di senso nelleinterazioni con gli altri (es. nella comunicazione ironica, comica, umoristica, seduttiva, artistica, patologica). CONCLUSIONI La comunicazione essendo attivit universale e globale che tocca tutti gli aspetti della vita umana oggettointerdisciplinare di studio. Si ancora lontani da una teoria unitaria che illustri la comunicazione umana nelsuo complesso.

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  • 8. Il significato di significatoLe relazioni producono significati e i significati qualificano le relazioni. Gi da piccolo l'uomo alla ricercadi un significato che dia senso alle cose che dia una spiegazione accettabile alle condotte sue e altrui. Cisono diversi studi e punti di vista sul significato semantiche: vero-condizionale strutturale cognitiva (e dinamica) Il significato come referenza oggettiva La semantica del vero condizionale e le condizioni di verit. Il significato di una parola dato dal rapportoche esiste fra linguaggio (dotato di valori di verit) e realt. Quindi il significato di un enunciato consistenell'affermare che un certo stato di cose pu essere vero o falso, per cui ogni enunciato ha un certo valore diverit. Comprendere una frase significa comprendere di quale stato di cose immagine (il linguaggiocostituisce un'immagine e una copia di un determinato mondo). Le condizioni di verit sono diverse dalla reale verit o falsit di un enunciato, dire che le petunie bianchedel mio balcone sono finalmente fiorite non implica che sia davvero accaduto ma solo capire comesarebbero le cose se fossero cos. Le condizioni di verit sono le propriet che un certo stato di cose in unmondo possibile deve possedere perch un dato enunciato possa essere vero in quel mondo. La concezione di Frege. La maggioranza degli studiosi opta per una relazione mediata fra segno e referente.Frege propone la distinzione tra senso e riferimento, si pu far riferimento alla stessa realt con espressionilinguistiche diverse che hanno un senso diverso (es. la stella del mattino e la stella della sera designano lostesso referente, Venere, ma hanno un senso diverso). Il senso di una frase quella parte di significato chedetermina i suoi valori di verit, il modo in cui il referente dato e compreso dal parlante. Ma per Frege ilsenso non una propriet della mente individuale ma un aspetto oggettivo del linguaggio condiviso daiparlanti. Intensione, estensione e mondi possibili. Carnap parla di intensione per spiegare i contesti opachi (non vero-condizionali), essi sono generati da verbi di atteggiamento (credo che p, spero che p), il valore di verit diche p non dipende dal riferimento di uno stato di cose ma di un atteggiamento del parlante. Per superaretale difficolt Carnap parla di mondo possibile, c' un intensione a un modo possibile (es. l'attuale re d'Italia calvo mondo possibile in cui l'Italia fosse monarchia..) L'estensione di un enunciato ci a cui esso si riferisce e fornisce condizioni di verit in base alle qualipossa risultare vero. Intensione una funzione che ne determina l'estensione in tutti i mondi possibili,intensione e significati coincidono. Limiti alla semantica del vero-condizionale. Non considera gli aspetti soggettivi (se ne presuppone l'indipendenza) per ancorarsi in modo esclusivo alreferente e ai valori di verit da esso garantiti. L'esistenza oggettiva di generi naturali e specie animali stata messa in discussione perch la loroclassificazione dipende dalla tassonomia impiegata, ad es per un'impostazione tassonomica il celacanto unpesce per un'altra un mammifero. La realt sempre filtrata e mediata da un processo di categorizzazione e

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  • di conoscenza dagli esseri umani!Le classificazioni dipendono dalle tassonomie impiegate, non ci sonocriteri oggettivi assoluti per cui la Semantica vero-condizionale referenzialista, antipsicologica Difficolt comunicativa (es. non differenzia lo stesso tipo logico di verbo come es. 2 transitivi Eugenia amala mamma = Eugenia controlla la mamma) Esclude il lessico dallo studio (non differenzia tra quantitatori tutti con lo stesso valore di verit tutti =ciascuno =o gnuno; non considera le sostituzioni es gatto sotto la sedia = sedia sopra il gatto). Il significato come valore linguistico semantica strutturale La semantica strutturale di de Saussure propone una definizione linguistica del significato. Essa autoreferenzialista, il significato sganciato da qualsiasi realt esterna e il segno linguistico la sintesi trasignificante e significato. I significati vanno svincolati dai rispettivi concetti e intesi in modo autonomo. Il significato come valore. Possibilit per ogni parola di essere confrontata e opposta a qualsiasi altra paroladella stessa lingua. Il significato di pera non dato in senso positivo dall'identit reale o concettuale di pera(quello che ) ma definito in maniera negativa grazie al confronto con tutti i termini opponibili in unsistema linguistico. Il significato dato dall'insieme delle relazioni sintagmatiche (elementi associali per continuit es. mettere sogg singolare e predicatosingolare) e paradigmatiche (elementi dell'enunciato collegati per equivalenza es. nome proprio al posto di altro nomeproprio Fede al posto di Chia) Limiti della semantica strutturale. C' un vizio di circolarit, se i termini linguistici sono definiti in funzionedei loro rapporti linguistici e i rapporti in base ai termini si cade in un circolo vizioso. Sapere che zeffo opposto di zoffo, contrario di zuffo e superlativo di ziffo non consente di conoscere il significato di zeffo! Il significato come comprensione dell'esperienza Vi rientrano semantica cognitiva e semantica dinamica. Il significato il modo in cui gli individui comprendono ci che comunicano. I significati dipendonodall'elaborazione e dall'uso che se ne fa non sono pi astratti, oggettivi e universali. si parla di semanticadella comprensione! Il vincolo di semantica cognitiva e dinamica la plausibilit psicologica come parametro per accettare omeno un modello esplicativo. qui c' una rete fitta di rapporti con la psicologia! Il linguaggio una funzione non separata dalle altre attivit mentali (es. percezione) ma interdipendenterispetto ad esse. Nell'uso dei significati sono implicate sia conoscenze dizionariali ma anche enciclopedicheper cui i significati delle frasi non sono separabili da quelli della nostra esperienza del mondo mediata dallacultura di riferimento. Si evita ogni forma di soggettivismo e relativismo, c' una concezione realista del significato inteso comerisultato dell'elaborazione cognitiva e della rappresentazione mentale di un determinato oggetto o evento daun individuo modo in cui le persone comprendono ci che comunicano! C' l'ancoraggio e il riferimento alla realt ma ci si svincola dal punto di vista assoluto come nella semanticadel vero-condizionale.

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  • 9. Teoria unificata del significato

    Si tenta di individuare delle convergenze per una semantica unificata che colga la significazione nellaglobalit, c' una sintesi delle 3 dimensioni fondamentali del significato: referenziale inferenziale differenziale Dimensione referenziale. Necessit di porre un rapporto fra il significato e la realt, un riferimento comerinvio e ancoraggio al reale, altrimenti si cadrebbe in soggettivismo e relativismo. Il rapporto tra significatoe realt non n diretto n immediato ma sempre mediato dalla propria esperienza. Tuttavia l'esperienzainfluenzate dalla cultura di appartenenza ingrandisce, rimpicciolisce, distorce i dati di realt in funzione deipropri schemi mentali, pratiche conoscitive e valori. E' la manifestazione di un certo punto di vista applicatoa fatti reali in base al quale sono generati significati. I significati cono l'esito di un'attivit culturale messa inatto da ciascun soggetto che esperisce una serie di accadimenti e di fenomeni del mondo e che condivide talisignificati con altri. Dimensione inferenziale. Evidenzia l'organizzazione cognitiva dei significati. I significati hanno deicorrispettivi nei concetti, intesi come costrutti mentali in grado di mappare, rappresentare, categorizzare,definire gli oggetti e eventi della realt. Concetti e significati sono livelli distinti ma interdipendenti. Il fattoche siano diversi posto in evidenza dallo scarto lessicale (una categoria concettuale non corrisponde uncerto termine lessicale per cui servono un giro di parole es. neve si sciolta e fa vedere il terreno non haun corrispettivo lessicale in italiano ma in cimbro s vegro). C' anche il caso opposto dell'ignoranzaconcettuale in cui il parlante conosce un termine ma non il corrispondente concetto. Nella polisemia non c'equazione biunivoca fra parola e concetto, a un termine unico corrispondono concetti diversi (es. consumaresia per colazione che per patrimonio). Sul piano cognitivo i significati richiedono l'inferenza per essere compresi (interpretati in relazione alcontesto e alle relazioni), le parole sono degli indizi linguistici per fare opportune ipotesi interpretative. Dimensione differenziale. Il sistema comunicativo della lingua contribuisce a costruire il significato di unaparola quindi c' un'autonomia debole della semantica. La struttura semantica di una frase vincola larappresentazione mentale es. accentuare qualcosa o modificare la disposizione delle parole.

    Quindi: il sistema dei significati a disposizione di un certo parlante non un sistema in s concluso ma incontinuo divenire in funzione delle esperienze generate nello scambio fra i comunucatori. E' un patrimonioculturale che viene costantemente modificato dalle condotte dei partecipanti. Il significato cos un percorsointerpretativo per spiegare e dar senso agli accadimenti che rappresentano il contenuto delle proprieesperienze.

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  • 10. Significati fra universalit e relativitL'universalit considera gli aspetti comuni dei significati, condivisi da tutti gli esseri umani perch capaci dicomunicare con gli altri, sottolineati dalla linguistica formale e dalla teoria della grammatica universale. La relativit riguarda le differenze rilevanti che esistono fra i significati e nei sistemi linguistici fra personeche appartengono a diverse culture, evidenziate dalla ipotesi della relativit linguistica (Sapir-Whorf). Principio di relativit: unipotesi va rigettata quando non valida per due casi in relazione fra loro Gli aspetti universali della comunicazione Gli universali linguistici sono gli aspetti invariati e comuni dei processi comunicativi, condivisi dalle linguenaturali oggi esistenti. Sono costanti e ricorrenti, riguardano sia la grammatica che la semantica. Universalisintattici - Chomsky: L'ipotesi della grammatica universale di Chomsky. Insieme ai suoi collaboratori voleva spiegare ledifferenze fonologiche, morfologiche e sintattiche fra le lingue naturali oggi esistenti attraverso pochiprincipi generali, universali, condivisi dai parlanti. La teoria GU comprende regole e condizioni in grado didescrivere e spiegare la grammatica di qualsiasi lingua naturale. Per Chomsky c' un'uniformit dellacompetenza linguistica negli uomini indipendentemente dalla lingua che parlano, le variazioni sono disuperficie, eccezioni alla regola. Attraverso l'organo del linguaggio giustifica la concezione innatista dellinguaggio e della comunicazione, infatti i bimbi senza tale dispositivo innato non riuscirebbero a impararela lingua nell'arco di 2-3 anni perch non riceverebbero sufficienti stimolazioni linguistiche per produrre legeneralizzazioni necessarie per tale apprendimento. Chomsky intende la GU come un calcolo matematicoche partendo da pochi semplici elementi in grado di generare una lingua nelle sue infinite sequenzegrammaticali e di accertare la grammaticalit degli enunciati prodotti. I presupposti della GU sono: la lingua (come pure un sistema matematico) un insieme infinito di frasi la frase l'unit fondamentale della lingua ed costruita a partire da un insieme finito di elementi o alfabeto tale alfabeto composto da elementi primitivi quali fonemi, morfemi, parole... la grammatica un sistema astratto di regole che generano frasi unicamente equivalenti tra loro, segueun'impostazione matematica della specificazione e della enumerazione delle strutture la grammatica indipendente da ogni altro sistema cognitivo la grammatica indipendente dalla semantica esistono 2 livelli di rappresentazione della frase, uno superficiale e uno profondo e una serie ditrasformazioni consente di passare da uno all'altro i processi mentali alla base della grammatica sono astrazione e ricorso ai modelli reali. l'interpretazione semantica delle frasi basata unicamente sulla loro struttura superficiale Chomsky distingue tra: competenza che descrive una capacit generale di usare una certa lingua e il concetto di competenza fariferimento a una conoscenza perfetta della lingua posseduta da un parlante ideale lingua internalizzata prestazione riguarda l'impiego concreto e contingente di tale lingua in una data situazione linguaesternalizzata struttura superficiale di una lingua, riguarda l'articolazione apparente e acusticamente percepibile di una

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  • frase struttura profonda concerne la categorizzazione linguistica che non direttamente percepibile ma comunquenecessaria per spiegare una struttura superficiale. E' quella profonda che determina i giudizi di accettabilit(grammaticalit) di una frase in una lingua. Mentre la struttura superficiale pu variare da lingua a lingua laprofonda sostanzialmente identica in tutte le lingue naturali ( la GU)! - Universali sostantivi, inventari universali di nozioni come nome, verbo, aggettivo... Universali formali, sistema universale di regole profonde che regola tutte le grammatiche I processi cognitivi sono universali e la variabilit delle prestazioni linguistiche fra le diverse culture sono daintendersi come differenze superficiali di contenuto. Il pensiero da forma al linguaggio e le produzionilinguistiche sono generate e governate dal pensiero stesso. CRITICHE: come confrontare categorie linguistiche senza una metalingua? Infatti c' il presupposto di categoriegrammaticali esistenti e osservabili ma non sono ancora stati trovati mezzi teorici soddisfacenti per definiresul piano concettuale quello che nelle varie lingue corrisponde a soggetto-oggetto, nome, plurale. quale universalit psico-sociologica dei fenomeni linguistici? Non affrontando a livello psicologico esociologico i fenomeni linguistici si rischia di giungere al paradosso la lingua non serve per comunicare in che modo stanno insieme primitivi con statuto semantico diverso? Non si pu ipotizzare una strutturaprofonda se non c' ancora raccordo fra le strutture superficiali delle diverse lingue. I primitivi semantici secondo Wierzbicka. Il problema degli universali linguistici sul piano semantico sichiama primitivi semantici. Essi sono unit minime e semplici di significato, non ulteriormente definibili, apartire dalle quali sono derivabili tutti gli altri significati. Essi sono finiti, indipendenti, non definibilireciprocamente (non-circolarit) dai quali si possono trarre tutti gli altri significati (derivabilit). Sonoconcetti elementari:unit minime e semplici di significato (non ulteriormente definibili) a partire dalle qualisono derivabili tutti gli altri significati. Sono 50 (nel 1996 prima erano meno) in tutte le lingue del mondo:buono, cattivo; piccolo, grande; volere, rifiutare; dove, lato, dentro, lontano; prima, dopo; perch, come;parola. Ma Es. parola non n universale (non c' nelle culture orali) n innato quindi l'insieme dei primitivisemantici individuato non esaurisce il significato di tutti gli altri termini che non sono derivabili dai primi.Tale modello un percorso per affrontare universalit dei significati e la loro variabilit fra le diverseculture ma non un lavoro concluso. La teoria della relativit linguistica Parte dalla constatazione che la cultura attraverso il linguaggio e gli altri sistemi di comunicazione influenzail modo in cui noi pensiamo, specialmente al modo in cui categorizziamo la nostra esperienza. Qui le parolechiave sono: lingua, pensiero e cultura. Le strutture semantiche delle diverse lingue sono incommensurabili fra loro e quindi i parlanti elaborano deimodi di pensare differenti tra loro imparare una lingua straniera significa anche acquisire un nuovo punto divista sulle cose.

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  • L'ipotesi di Sapir-Whorf. - Premessa epistemologica. Le impressioni sul mondo vengono organizzate dalle nostre menti attraverso ilsistema linguistico - Relativit linguistica. Gli esseri umani utilizzano la lingua materna in modo sostanzialmenteinconsapevole, secondo la relativit linguistica i parlanti di lingue diverse sono orientati dalla loro linguaverso differenti tipi di osservazione e valutazioni di eventi esterni simili, quindi giungono a differentivisioni del mondo. Il sillogismo che ne deriva : dato che esistono differenze nelle categorie linguistiche nelle varie lingue, datoinoltre che le categorie linguistiche determinano alcuni aspetti del pensiero degli individui questi aspetti delpensiero differiscono nelle diverse comunit culturali in funzione della lingua che parlano. Esso statointerpretato come apporto al determinismo linguistico (la lingua determinerebbe le forme del pensiero deiparlanti medesimi nei riguardi della loro esperienza.

    La revisione della teoria della relativit linguistica. Gli studiosi che l'hanno ripresa sostengono che leesperienze sono codificate a livello cognitivo in modo da poter poi essere verbalizzate. Il lessico, lagrammatica di una lingua forniscono modalit convenzionalizzate fondamentali per concettualizzare azionied eventi. La diversit delle lingue connessa con la presenza di distinzioni semantiche che si riflettononelle distinzioni culturali che a loro volta influenzano la categorizzazione dell'esperienza. Ci sono molteprove a sostegno di tale teoria ad esempio si visto che la concezione dello spazio che sembra vincolata dacondizioni fisiologiche dell'uomo e fisiche dell'ambiente varia in funzione della lingua. Ad es.. inglesi hannosistema relativistico in relazione al punto di vista di solito del soggetto mentre i maya intrinseco, dove lacollocazione degli oggetti avviene rispetto altri oggetti. Altro es sono i movimenti spaziali, le stesse azionisono categorizzate in modo diverso in inglese e coreano. un bambino nell'apprendere una lingua imparamodi particolari di pensare e parlare! Anche il repertorio lessicale come il lessico emotivo sono diverse da una lingua-cultura a un'altra, es illessico emotivo inglese contiene 2000 parole, quello cinese 750, non c' neanche la corrispondenzasemantica per la stessa categori. La diversit c' anche nella grammatica (es diversi plurali, gli occhialiitaliani in olandese sono al singolare). La revisione comporta il superamento del determinismo linguistico perch non tutto il pensiero si manifestaattraverso il linguaggio, essa poi pone in evidenza la diversit delle lingue che si riflette sui sistemi disignificato, ribadisce la relazione lingua-cultura.

    Il processo di convenzionalizzazione. Una comunit un gruppo di persone che condividonoreciprocamente un sistema di credenze, valori, pratiche, tradizioni e si fonda su una rete di convenzioni chedefiniscono i suoi modelli standard in un dato momento culturale. Le convenzioni si evolvono incontinuazione e diventano parte intrinseca della comunit perch strumento di coordinazione e diorganizzazione. Le convenzioni: non sono uniformemente distribuite nella popolazione;

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  • vi sono degli esperti che le conoscono meglio di altri; quando 2 persone si incontrano, si identificano come membri di una certa comunit e si servono di questaappartenenza per inferire ci che si pu o no dare per acquisito e condivisibile. Le convenzioni quindi sono prevedibili e forniscono le regolarit per gestire le relazioni personali in unadata comunit. E' possibile l'inversione di posizione cio ogni partner deve sapere impiegare un segnocomunicativo nello stesso modo in cui lo usa l'altro, mostra cos comprensione e riconoscimento dellacondivisione del segno. In base alla salienza condivisa ci che pi saliente il miglior dispositivo per lacoordinazione, si elabora cos un sistema di categorie che attraversa la vita culturale di una comunit (es.piano terra in europa pianterreno mentre negli USA primo piano).

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  • 11. Componenzialit e prototipicit del significatoIl significato come realt complessa ed eterogenea, per spiegarla si seguono 2 indirizzi: modello della semantica a tratti: significato come insieme di condizioni necessarie e sufficienti; modello del prototipo, definisce il significato facendo riferimento a un esemplare paradigmatico di queldeterminato significato. Semantica a tratti Il significato di una parola scomponibile facendo ricorso a: a. tratti semantici some condizioni necessarie e sufficienti (CNS) per la sua formazione; b. il numero dei tratti semantici costituisce un inventario limitato. Modello delle condizioni necessarie e sufficienti. Il significato di una parola inteso come insieme finito dipropriet che fissano la sua estensione (o applicazione a un modo reale possibile). es. tratti semantici uomo(animato+umano+maschio+adulto) e bambina (animato+umano+non maschio+non adulto). Il significato diuna parola univoco, assoluto e determinato in modo preciso dalle sue componenti costitutive. E' un'unitdiscreta che pu essere combinata con altre unit discrete per formare una frase. I principi della CNS sono: a. i tratti sono necessari, nessuno si pu eliminare; b. nessun tratto pu essere aggiunto perch sono condizioni sufficienti; c. tutti i tratti hanno la stessa rilevanza e sono sullo stesso piano; d. il significato di qualsiasi termine ha confini netti e precisi, c' logica binaria (o c' o no significato) Limiti della semantica a tratti: non ammette eccezioni, poich anche la modifica di un solo tratto semantico rende inapplicabile il modello; tutti i membri di una data categoria semantica hanno lo stesso grado di appartenenza, senzarappresentativit, i significati quindi hanno confini definiti, precisi, senza posizioni intermedie. Ad esempiose condizione che il cane abbia 4 zampe allora uno con 3 non lo ? la distinzione tra conoscenza dizionariale ed enciclopedica come accessorie e contingenti inconsistente,infatti entrambe risultano dall'attivit conoscitiva umana cos come espressa da una data cultura. Sonoentrambe conoscenze del mondo mediate dalla propria esperienza. Quindi i dizionari sono enciclopedieparziali e limitate. i confini netti fra i significati non sono sostenibili se consideriamo la vaghezza semantica es. lo stessooggetto pu essere considerato tazza, ciotola o bicchiere a seconda dell'uso. difficolt con la polisemia La semantica del prototipo Rimanda al concetto di categoria mentale e al processo di categorizzazione.. Processo di categorizzazione. La segmentazione del flusso continuo della realt e dell'esperienza incategorie vincolo psicologico per il funzionamento mentale dell'uomo. Consente un risparmio di energiecognitive e comporta l'organizzazione del mondo percepito secondo una serie di criteri (tassonomia). PerRosch si possono analizzare le categorie secondo le dimensioni: verticale, collega le categorie secondo un processo di inclusione (livello sovraordinato di base subordinatoes. arredamento sedia sedia della cucina). Le categorie di base sono le pi importanti perch gli oggetti che

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  • vi appartengono presentano precise somiglianze sul piano morfologico e percettivo, condividono il pi altonumero di attributi comuni, alcune sono percepite come pi salienti di altre, hanno la massimadifferenziazione categoriale, massimizzano somiglianze intracategoriali e le differenze intercategoriali. Orizzontale, modo in cui la categoria organizzata al suo interno e le relazioni tra i membri Nella verticale il prototipo inteso inizialmente come rappresentante migliore della categoria e poi modificatonella concezione estesa: La teoria standard del prototipo. Il prototipo l'esemplare migliore di una data categoria, che la rappresentaal meglio e ha maggior salienza. Es passero per gli uccelli e non pinguino. Qui: a. la categorizzazione non procede in modo analitico ma globale; b. i prototipi della categoria sono gli elementi centrali intorno al quale essa si organizza; c. l'appartenenza a una categoria graduale, avviene in base alla somiglianza al prototipo; d. i confini tra le categorie sono sfumati e continui; e. non si sono delle propriet comuni a tutti in una categoria ma hanno una somiglianza di famiglia. Il prototipo l'esemplare che possiede il pi alto numero di propriet distintive della categoria, ha un'elevatavalidit d'indizio. I LIMITI a tale teoria sono: 1. si confondono rappresentativit (possesso del maggior numero delle caratteristiche tipiche di unacategoria) con appartenenza alla categoria (andrebbe fondata su criteri pi solidi comuni a tutti i soggettidella categoria non su una somiglianza di famiglia). 2. Bisogna distinguere tra prototipo e struttura della categoria che non rappresenta la struttura della categoria 3. non spiega il perch certe propriet sono tipiche e distintive e altre no (es. arancia e lampone hanno lastessa validit nell'indizio ma non lo stesso valore prototipico) La teoria estesa del prototipo. Tenta di superare i limiti sopra, passa al concetto di prototipo come entitastratta e come costrutto mentale (prima era reale e concreto), diventa un insieme di propriet astratte.Diventa l'insieme delle propriet salienti che distinguono le categorie (effetti prototipici).. La tipicit didistingue dalla prototipicit, la prima alla regolarit delle situazioni mentre la seconda al grado di possessodegli effetti prototipici. Ci sono poi propriet essenziali per l'appartenenza a una categoria (avere il beccoper gli uccelli) che sono diverse da quelle tipiche (es. piume).Le tipiche sono aggiunte, soggette a eccezionie cancellabili. Entrambe sono definite dalla cultura di appartenenza. La polisemia e la somiglianza di famiglia. E' una difficolt per il modello CNS es. fresco ha significatidiversi e parzialmente sovrapposti (nuovo, in buone condizioni, non caldo). Non pu avere un prototipoperch non c' un caso centrale. La spiegazione pi adeguata sembra quella della somiglianza di famiglia diWittgestein (1958). In tal caso i membri di una categoria sono connessi gli uni agli altri senza proprietcomuni a tutti. Si pensi anche alle categorie degli aborigeni del centro australia, esse possono ramificarsilungo le categorie radiali, cio quelle nelle quali un caso centrale e variazioni convenzionalizzate che nonpossono essere previste da regole generali. I diversi sensi non sono generati a caso ma giustificati dallapresenza di collegamenti laterali in una espansione di categorie radiali.

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  • 12. Stabilit e instabilit del significatoDa un lato il significato flessibile e mutevole per adattarsi alle varie situazioni comunicative e dall'altroconsente un impiego quasi automatico, presenta una costanza. La variabilit e la flessibilit del significato I significati non sono dati una volta per tutte ma la loro elaborazione dinamica fra le persone. Cancellabilit dei tratti semantici. Si fonda sulla natura non convenzionale del significato (come realtculturalmente definita) e implica il superamento della concezione ontologica e naturale. Essendoconvenzionale pu essere oggetto di modificazione e trasformazione culturale. Presenza di confini sfumati e continui. Molti significati non hanno confini netti e precisi, un enunciato sfumato se ha opacit referenziale es. lezione non male, essere piuttosto carina, molto amici. Vaghezza semantica. Anche una parola pu avere confini sfumati e vaghi, variano in funzione dellarilevanza di diverse propriet percettive come la profondit, larghezza..Pi ci si allontana dai casi standardpi c' vaghezza semantica dove lo stesso oggetto pu essere alternativamente es piatto, ciotola, bicchiere.C' inoltre gradualit semantica sia per la presenza di propriet semantiche (es. essenziali e tipiche) sia perla presenza di modi di dire (es stanco morto vs morto stecchito) e modificatori scalari, essa implica ilsuperamento della distinzione tra significato letterale e figurato. Contesto d'uso. Variabilit e flessibilit dipendono fortemente dal contesto. Qualsiasi significato non determinabile a priori ma dipende dal contesto che pu svolgere una selezione semantica (selezionaresignificati). E' diverso dire Chiara ha un orologio preciso e Chiara lancia l'orologio contro il pc, nel primocaso uno strumento per misurar il tempo, nel secondo caso un oggetto di offesa. Con la risemantizzazionecontestuale il parlante pu attribuire dei tratti semantici a qualcosa che di per s non li possiede (es. sediauna cassa vuota). Variabilit e instabilit semantica sono alla base della plasticit dei significati, essa consente ai parlanti diimpiegarli in modo flessibile in funzione delle loro intenzioni comunicative. Quindi sempre possibileridefinire i significati nello scambio comunicativo. Instabilit e flessibilit contribuiscono a spiegare lagamma estesa delle forme comunicative, dalle standard alla discomuicazione... La regolarit dei significati Senza una qualche forma di stabilit comunicativa la comunicazione risulta impossibile. Per questoinstabilit e variabilit sono bilanciati dai processi di stabilit semantica. Essi sono alla base dellacomprensione reciproca, il significato quello che si assume come condiviso all'interno dei una datacomunit di comunicatori (significato presuntivo di Levinson). Format comunicativi. Il processo di convenzionalizzazione riguarda l'apprendimento-condivisione deiprocessi di significazione e dei sistemi di comunicazione come risultato dell'elaborazione di convenzione fragli interlocutori. Esso si conclude con una serie di formati comunicativi, ognuno dato da una sequenza discambi interattivi (verbali e non) che consente di raggiungere uno scopo, seguire le stesse procedure-regolee condividere il significato di quanto detto-fatto. I format standard sono quelli basati sul riconoscimento esull'accettazione di un sistema condiviso di regole (es. scambio saluti, richiesta scusa, esame all'uni), leparole sono ancorate a un format che rende prevedibile e definibile il loro significato.

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  • Processi di riproduzione e processi di produzione. I format comunicativi oscillano tra questi 2 processi. Nelprimo caso si ripetono nel tempo in modo stereotipato, la ripetizione alla base della stabilit e regolaritdei significati. Il contesto standard quello che presenta una elevata regolarit nella ripetizione delleinterazioni, c' la regolarit dei significati (= significato-tipo dell'enunciato di Levinson). Nei processi diproduzione i format comunicativi non sono totalmente vincolati n determinati dal passato ci sono variazioniin funzione delle condizioni contingenti e degli aspetti di novit potenzialmente racchiusi in ognicomunicazione. Serve negoziazione comunicativa. Regolarit e variazione. Sono componenti essenziali del significato, si presuppongono a vicenda, senzaregolarit non si pu avere consapevolezza della variazione e viceversa. Riassumendo: Stabilit e instabilit dei significati sono due poli che creano uno spazio comunicativo deisignificati che si giocano nelle interazioni tra le persone, quando si troppo vicini alla stabilit si rischiarigidit, formalismi stereotipati, quando si troppo vicini all'instabilit si rischiano confusione e ambiguit.

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  • 13. Significato, contesto e indessicalit

    Testo e contesto sono due aspetti del significato che interagiscono tra loro in modo intrinseco. Il contesto l'insieme delle condizioni, delle opportunit e dei vincoli spaziali, temporali, relazionali, istituzionali eculturali che assieme a un dato testo genera il significato come unit comunicativa. Non uguale per tuttima risultato delle scelte dei comunicatori in relazione alle opportunit dell'ambiente (es. dopo un'azionemaldestra di un amico possiamo deridere, compatire, far la battuta). C' molteplicit contestuale perch sipossono moltiplicare i contesti in modo indefinito e gerarchia contestuale perch si possono considerare icontesti in modo gerarchico, si ha slittamento di contesto quando si passa da un livello contestuale piparticolare a un altro pi generale. Analizziamo il rapporto contesto-testo: Prospettiva esternalista: il contesto la matrice di significato di una parola,frase perch di volta in voltafiltra, attiva certe sue propriet semantiche e ne inibisce altre (es contesto di fantasia la balena vola). Prospettiva interazionista: per la psico della comunicazione testo e contesto si integrano in modo intrinsecotra loro, praticamente impossibile distinguere tra aspetti semantici pertinenti al testo e quelli del contesto.Es una parola pu assumere diversi significati a seconda del contesto e anche il contesto da solo non pensabile, sarebbe un ambiente. Qui il significato (Wittigstein) dipende dall'uso, il modo in cui si impiegauna certa parola in una situazione in maniera contingente, generato nel momento in cui i comunicatoripartecipano attivamente a uno scambio comunicativo in relazione a un riferimento reale (oggetto-evento). La gestione locale del significato. Il significato non prodotto di principi generali e astratti ma attivato inmodo contingente nel flusso delle interazioni fra gli interlocutori, essi gestiscono al meglio il fuococomunicativo. Questo ci evita le trappole sia dell'oggettivismo assoluto (semantica vero-condizionale) siadel relativismo radicale. La deissi e l'indessicalit. La deissi riguarda delle espressioni linguistiche che fanno riferimento diretto allasituazione comunicativa nel tempo e nello spazio. Ad es. in fatti trovare qui fra dieci minuti occorre capirechi, dove e quando. L'indessicalit il significato e l'interpretazione di una frase nel suo contesto d'uso, glielementi indessicali sono indicatori verbali e non per definire l'identit dei partecipanti, l'attivit in oggetto,l'atteggiamento. La gestione locale dei significati permette di declinare le strutture linguistiche ecomunicative in funzione delle condizioni contingenti attraverso l'impiego degli indessicali, essi fornisconouna cornice di interpretazione per ci che detto.

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  • 14. Significato letterale e significato figurato

    Il significato complesso e numerosi studi hanno proposto una sua articolazione: Significato denotativo e significato connotativo Denotare significa attribuire un significato ovvio (o primario), convenzionale e neutro a una certa parola oespressione, implica l'insieme delle propriet grazie alle quali gli individui sono riconosciuti comeappartenenti a quella categoria semantica. La connotazione invece il significato associato (o secondario) diuna parola o espressione in aggiunta al primario. Es. piccino, bambino, pupo, hanno la stessa denotazionema connotazione diversa perch pur indicando lo stesso referente evocano emozioni diverse. Abbiamo vistoche non sostenibile assumere la presenza di un significato oggettivo-neutro-condiviso da tutti (es. bianco:vino bianco giallo, carne bianca rosa) quindi il significato una totalit che assume congiuntamentecomponenti connotative e denotative. Oltre il significato letterale Il significato letterale il significato linguistico generato dalla combinazione dei significate delle singoleparole della frase, il significato primario della frase alla base delle interpretazioni successive. E' implicitoche il significato indipendente dall'uso delle parole messo in atto dai parlanti, dalla combinazione con isegni non verbali e dal contesto. Mentre il significato figurato comporta il ricorso a modi espressivi chefacendo riferimento al significato letterale lo impiegano in modo simbolico e traslato, attribuendovi unsignificato secondario. Tale distinzione ripresa da Grice con la logica del linguaggio e la logica dellaconversazione, la prima utilizza i significati letterali, la seconda si applica alle regole che le persone usanoper inferire le regole che le persone usano per inferire quello che l'interlocutore vuole comunicare.Determinare il significato letterale oggettivo indipendente dal contesto di una parola/frase impossibilesul piano comunicativo infatti ogni enunciato offre delle opportunit che l'interlocutore deve scegliere,individuare tale significato gi il risultato di un'operazione selettiva dell'interpretazione (es. gatto sultappeto non tappeto volante). La valutazione di entrambe le forme di significato immediata. Il significato metaforico I modelli per spiegare la metafora sono: Modello semantico. La metafora un'anomalia semantica, c0 un errore denotativo perch non puaffermare quello che afferma direttamente, occorre correggere con una parafrasi letterale e poi con lasostituzione. Modello della comparazione. Risale ad Aristotele, la metafora un confronto indiretto e implicito dove siasserisce che il primo termine (topic) ha una certa somiglianza con il secondo (vehicle) sulla base dellacondivisione di determinate propriet (ground), compare indirettamente sue termini dissimili (es. il rame come lo stagno un paragone non una metafora). Tale modello non spiega l'irreversibilit della metafora(non si pu dire la prigione un lavoro ma solo il lavoro una prigione). Modello dell'attribuzione di propriet. Le metafore sono comprese direttamente perch al primo termine(topic) sono attribuite propriet della categoria del secondo (vehicle). Si include il topic in una categoriaattributiva (gamma di propriet) attraverso il processo X un Y es. il mio avvocato uno squalo. Spiegal'irreversibilit grazie al processo di inclusione. CONCLUSIONI Allo stesso tempo il significato dotato di prevedibilit (stabilit) e imprevedibilit (innovazione), questoimplica un costante lavoro di verifica della comprensione perch anche se vi sono aspetti automatici silasciano margini di implicito. Occorre pensare a dei modelli intermedi senza imbrigliare in griglie universali

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  • e oggettive il significato e non frammentarsi sul contingente, lo studio di flessibilit e stabilit di significatotenta di far questo. Se si intende la conoscenza come trasmissione di informazione, il formatore deve far arrivarelinformazione a chi apprende il pi possibile intatta, senza distorsioni, come vuole il modelloingegneristico della comunicazione, adatto per i ponti radio. Nella comunicazione umana questo criterio divalidit della comunicazione per impossibile ed indesiderabile. E impossibile perch attori socialidifferenti non possono avere sistemi cognitivi identici, dal momento che operano in corpi, famiglie, contestisociali e culturali differenti. Nel modello della costruzione del significato, il significato: intrinsecamente sociale, cio include gli altri come co-autori. una persona che conversa si presenta agli altri in un certo modo, invita gli altri a prendere parte attiva nella sua costruzione Gli altri = non sono semplici riceventi di uninformazione, destinatari di un messaggio, ascoltatori pio meno passivi ma sono corresponsabili del significato che viene di volta in volta assegnato alle situazioni. Un parlante ri-orienta una frase: a seconda di chi tra i partecipanti gli presta attenzione in quel momenti. gli ascoltatori, ufficialmente inclusi nella conversazione (parlanti ratificati) o non ratificati (le personeche in autobus non possono fare a meno di ascoltare una lite tra due innamorati). Gli ascoltatori giocano unruolo attivo nella conversazione, sia attraverso i loro interventi sia attraverso le loro risposteparalinguistiche, mimiche e gestuali alle affermazioni del parlante Intenzione e comunicazione

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  • 15. Anolli - Concetto di intenzionalitIl significato non esiste se non c' un'intenzione comunicativa. Il significato fa sintesi fra certi contenutimentali oggetto della comunicazione e l'intenzione di renderli manifesti ad altri. Emerge il concetto dicomunicatore come protagonista attivo. Per Dennett l'essere umano ha una predisposizione naturale ainterpretare l'azione come se fosse pianificata in modo consapevole, dotata di intenzioni, scopi. Questo creale premesse per anticipare le azioni degli altri, se c' concordanza tra le nostre aspettative e le condotteintenzioni degli altri non sorgono problemi e c' una comunicazione per dafault (naturale, automatica) se noci sono attenzione, sorpresa, allarme. Significati dell'intenzionalit: - Per Brentano la propriet essenziale della coscienza umana come coscienza di qualcosa, pu essere unacredenza (credo che piover), una paura, un desiderio... - E' la propriet di un'azione compiuta in modo deliberato, volontario e di proposito per raggiungere un certoscopo. Ricade all'interno della propria responsabilit. In entrambi i casi l'intenzionalit una propriet di certi stati mentali per cui non tutti gli stati mentali sonointenzionalit. L'intenzione pu essere: antecedente (progettazione per uno scopo, volont, proposito di fare qualcosa) in azione (intervenire intenzionalmente in un imprevisto es. evitar buca nella strada). Intenzionalit e coscienza. L'elaborazione delle intenzioni richiede una condizione di coscienza come: consapevolezza percettiva, cio delle proprie percezioni qui ed ora e onsapevolezza cognitiva, cio deipropri pensieri; consapevolezza metacognitiva e introspettiva, cio riflessione sui processi mentali con l'introspezione; funzione di monitoraggio e controllo. Intenzionalit e desiderio. Sia intenzioni che desideri sono disposizioni anticipatorie in grado di attivare lacondotta del soggetto e possono essere o meno soddisfatti. Differiscono perch il desiderio soddisfatto inqualunque modo sia conseguito il risultato, mentre l'intenzione autoreferenziale, non soddisfatta dallecondizioni esterne della realt a meno che essa stessa non metta in modo una sequenza di azioni per la suarealizzazione (faccio x per soddisfare la mia intenzione). Intenzionalit e credenza. Sono diverse perch la credenza una conoscenza idonea a rappresentare la realta livello cognitivo invece l'intenzione ha l'esigenza di modificare un certo stato di cose. Nella psicologia della comunicazione l'intenzionalit riguarda sia il parlante (la manifesta) che il destinatario(attribuisce al significato del msg un'intenzione comunicativa). Ne deriva che: ci sono 2 posizioni comunicative. c' scambio comunicativo solo se il msg prodotto intenzionalmente dal parlante e interpretatointenzionalmente dal destinatario, altrimenti il msg solo informativo.

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  • 16. L'intenzione comunicativa del parlanteI livelli dell'intenzione Il soggetto ha un'intenzione globale di comunicare qualcosa a un destinatario. Essa confine e incrocio/sintesi fra: mondo interno (ci che si intende dire/mostrare allaltro) mondo esterno (la realt di cui si parla) messaggio prodotto Grice parla di intenzione informativa (what is said - trasmettere contenuto) e intenzione comunicativa (whatis meant - voler rendere consapevole l'altro per condividere i contenuti dell'intenzione informativa).L'intenzione comunicativa ha come oggetto e contiene l'informativa. La gradualit della intenzione comunicativa L'intenzione globale non una dicotomia on-off ma caratterizzata da una graduazione articolata al propriointerno. La gradualit intenzionale consente di calibrare gli atti comunicativi quotidiani, si passa da quellisemplici e ordinari (saluti) dove l'intenzione quasi automatica a quelli in cui il parlante deve essere piattento all'intenzione comunicativa (es. comunicazione seduttiva). La forza dell'intenzione. L'intenzione forte tanto pi l'atto comunicativo definito e a fuoco, il parlante lapu sottolineare e renderla il pi possibile esplicita (es enfasi) oppure attenuarla (es. contenimento dei gesti,sguardo basso). La gerarchia delle intenzioni. Lo stesso atto comunicativo pu avere pi intenzioni disposte in modogerarchico es la menzogna ha un'intenzione nascosta e una manifesta. Il principio della pars pro toto. Cio nell'atto comunicativo il parlante pu esprimere solo una parte deicontenuti mentali, questo per limiti fisici e biologici. Il soggetto pu emettere max 7 sillabe al secondo, lamedia 5,4 sillabe (o 13,4 segmenti) cio 100 bit di informazione al secondo (bps) vs. (computer: 2.400-115.200 bps). L'opacit intenzionale. Come esito della gradualit intenzionale il soggetto aumenta la sua libert perch hala possibilit di scegliere un determinato percorso di senso anzich un altro, implica come conseguenzal'opacit intenzionale perch di norma l'intenzione comunicativa che si contretizza in una frase-gesto limitata, parziale e sfumata.

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  • 17. La sintonia semantica e pragmaticaL'attenzione consente di selezionare le informazioni pi salienti per elaborare un atto comunicativo esostiene la messa a fuoco e la realizzazione di un'intenzione comunicativa. Essa presiede l'elaborazione delleinformazioni attraverso 2 tipi di processamento: - processamento automatico. E' rapido, coinvolge solo la memoria a breve termine e non richiede risorseattentive, quindi possono svolgersi nello stesso tempo diversi percorsi automatici senza interferenzereciproche e controllo diretto dal soggetto; - processamento controllato. E' lento, richiede una notevole mole di risorse attentive e si svolge in modoseriale sotto il costante controllo del soggetto (attenzioe assidua). Il passaggio dal controllato all'automatico reso possibile dall'esercizio attraverso l'acquisizione di abitudini. Esempi collegati all'intenzione comunicativa: di p. automatico i saluti, di p. controllato tenere un discorso inpubblico. Si possono individuare 3 grandi categorie dell'intenzione comunicativa: livello 0. Il soggetto non ha un'intenzione comunicativa e reagisce in modo automatico a uno stimolo esterno(processamento pre-attentivo). Es. manifestazioni involontarie puramente informative come il rossore, lapiloerezione, verbalizzazioni in stati febbrili. Livello 1. Ci sono intenzioni di primo livello, comprendono sia atti comunicativi stereotipati (saluti), siascambi comunicativi comuni e abitudinari (di natura richiestiva o proposizionale cio di affermazione). E' lacomunicazione per default. La manifestazione delle intenzioni sostenuta dall'attenzione orientata (azioneautomatica dell'attenzione in cui il controllo pu essere facilmente ripristinato dalla comparsa di unacondizione insolita). Tra 0 e 1 (gi comunicativo) si pu ipotizzare una condizione intermedia es. lapsus,azioni sbadate, amnesie momentanee. Livello 2. c' una metaintenzione perch il soggetto ha la consapevolezza di comunicare comunicando. E' lacomunicazione focalizzata. Es battuta di spirito, frase ironica, commento seduttivo. Vi rientrano anche gliatti comunicativi regolati da una pluralit di intenzioni (es comunicazione menzioniera, c indiretta). Siimplica una riflessione sull'atto comunicativo stesso, richiede un'attenzione focalizzata assidua (continuadelle risorse attentive sul compito da eseguire). Fra 1 e 2 ci sono intenzioni comunicative che variano perarticolazione e complessit (es. riportare un discorso di altri). La sintonia semantica e pragmatica e il significato modale L'unitariet del significato costituisce la manifestazione di un'intenzione comunicativa globale, anche se ilsoggetto ricorre a diversi sistemi di significazione e segnalazione. L'unitariet resa possibile dal processodi sintonia semantica e pragmatica (Ssp) che coordina in modo convergente e coerente i diversi sistemi di significazione e segnalazione. La fusione momentanea delle diverse parti del msg avviene a livello: orizzontale, fra gli elementi del medesimo sistema di significazione e segnalazione; verticale, fra gli aspetti di diversi sistemi di significazione e segnalazione. Si elabora cos un significato modale di un dato atto comunicativo, : il significato prevalente e predominante che esso assume in condizioni di default, quando applicato ilprincipio di assumere per garantito. ricorrente in situazioni convenzionalmente stabilite all'interno di una certa comunit. Non n automatico,

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  • n necessario, ma in certe situazioni comunicative pu diventare oggetto di negoziazione fra i partecipanti(infatti il significato complesso e sono possibili sfumature semantiche).

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  • 18. La generazione del messaggioL'intenzione comunicativa connessa con la generazione del msg cio con l'organizzazione e lacollocazione di un atto comunicativo nel corso dell'interazione fra due o pi partecipanti. I modelli ariguardo sono: olistico funzionale (Levet) e della gestione locale del messaggio (Herrmann, Mannheim). Il modello olistico-funzionale di Levet Per Levet la comunicazione un'attivit complessa che prevede l'intervento sinergico e convergente didiversi processi fondamentali: la concettualizzazione del messaggio, la sua formulazione grammaticale e fonologica, la sua articolazione effettiva il procedimento di automonitoraggio. Il modello olistico-funzionale segue una pianificazione top-down (o prescrittiva) del messaggio. Sisottolinea l'importanza del piano e del programma cognitivo sottesi alla generazione del msg come processoglobale e attivit decontestualizzata. Limiti: sappiamo che: ogni forma comunicativa decontestualizzata priva di significato, perch il significato dipende dal contestoper cui questo modello non riesce a spiegare perch le persone dicono quello che dicono in una certasituazione e non in un'altra simile. difficile spiegare anche la variabilit e la presenza delle incoerenze nella produzione dei msg perch sonconsiderati conformi a un piano generale. Tuttavia esperienza quotidiana verificare l'esistenza didivagazioni! Il parlante qui visto come: concettualizzatore: produce dei msg ed effettua un monitoraggio. concettualizzazione. Attivit intenzionale che comporta una serie di processi mentali, per elaborareconcettualmente un msg il soggetto deve avere accesso alle conoscenze dichiarative (stabiliscono larelazione tra pi idee o eventi) e procedurali (se voglio X allora devo fare Y), queste ultime sono una formadi conoscenza in azione, stabilisce un rapporto strumentale, mezzi-fine. Formulatore, traduce la struttura concettuale in una struttura linguistica, attraverso la codifica grammaticale(realizza la costruzione sintattica) e la codifica fonologica (fornisce la forma lessicale). Articolatore, attraverso la muscolatura dell'apparato respiratorio e degli altri organi di fonazione procedeall'esecuzione del msg. Il modello della gestione locale del messaggio [Herrmann, Mannheim] La generazione di ogni messaggio dipende dalla capacit di gestione locale dei pensieri e delle condizionicontestuali da parte del parlante in rispondenza a una data intenzione comunicativa e in riferimento a unospecifico destinatario. Il fuoco comunicativo. il processo attivo di concentrazione dell'attenzione su certi aspetti della realtcondivisi dal destinatario. Grazie ad esso alcuni elementi diventano pi importanti di altri. Il percorso comunicativo. Il fuoco comunicativo guidato da una specifica 'intenzione e si svolge lungo unpercorso comunicativo che il soggetto percorre attraverso il campo dei propri pensieri msg come insieme di

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  • pesieri ciascuno con effetti distinti. Quindi qui la generazione di un messaggio considerata un'attivit cognitiva molteplice. Si hanno insequenza: 1. programmi di/costruzione interpretazione situazione 2. rappresentazione mentale situazione (contiene info rilevanti sulla situazione stessa) 3. selezione sottoinsieme archivio proposizionale (ap) (qll che il soggetto intende comunicare) 4. input semantici (is) (porzione della base proposizionale di partenza perch interveniene un processo diselezione in quanto essa pi ampia di quanto il parlante possa dire) 5. programmi di codifica (sintattica, lessicale, prosodica degli is, li elaborano) 6. enunciato osservabile

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  • 19. Intenzione e strategie comunicativeLa strategia la scelta dell'azione comunicativa pi pertinente in una certa situazione. Ogni strategiacomunicativa: ha carattere di contingenza, la strategia mette a confronto diverse rappresentazioni di situazioni precedentisimili ed equivalenti e adatta alla situazione presente il percorso pi produttivo e consono. Ogni strategia locale e va calata hic et nunc, per questo la comunicazione oggetto di continui apprendimenti dagliindividui. Ha carattere di novit perch anche se riprende soluzioni precedenti genera un percorsocomunicativo ad hoc. Implica un processo di calibrazione cognitiva ed affettiva del messaggio. Tale processo di calibrazione didifficile gestione perch possiamo conoscere il livello di forza ed efficacia di un'azione comunicativa solo aposteriori. Le strategie comunicative sono dinamiche, il rapporto tra intenzione e strategia uno a molti, una dataintenzione pu trovare diversi percorsi strategici e una data strategia non esprime in modo univoco unacorrispondente intenzione.

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  • 20. Intenzione comunicativa da parte dell'interlocutoreFin dai primi studi sulla comunicazione come trasmissione di segnali il destinatario stato visto comefornitore di feedback ma si modif