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Universit degli Studi di Trento A.A. 2009 2010

Maurizio Manzin

ORDO IURISLa nascita del pensiero sistematicoStrumenti di lettura e schemi

PreamboloTentativo di fondare una teoria dell'identit e della differenza nella filosofia del diritto, per la parte che riguarda la genesi del concetto di sistema. Tesi: il pensiero neoplatonico ha fornito i presupposti per una progressiva riduzione dell'ordine dinamico del logos, come inteso in senso classico e da ultimo da Sant'Agostino, ad ordine sistematico, del tutto simile a quello di marca razionalistica e cartesiana.Neoplatonismo tenta di risolvere il Classicit conflitto fra identit ordine dinamico (Principio) e del logos eterno differenza (mondo) e generatore di senso nel solco dell'eleatismo la Zenone. VS Parricidio platonico

Modernit ordine sistematico, logica garantita dalle sue regole interne (ordo rationis della scolastica e della modernit)

filosofia ellenistica: Porfirio, Damascio, trattati dello Pseudo-Dionigi trasmettono la concezione sistematica e gerarchica del neoplatonismo al cristianesimo della scolastica. costituzione delle teorie politiche e delle istituzioni medievali. Sintagma ordo iuris: struttura sistematica (convinzione metafisica relativa a concetti di verit e di ordine) dell'ordinamento normativo e del ragionamento giuridico; va esaminata filosoficamente concetti di verit, ordine, identit, differenza, unit, molteplicit, etc. sono funzionali a intendere criticamente il dogma moderno di sistema, il cui fondamento non in realt necessario.

Introduzione Identit e differenza alle origini del pensiero sistematicoLa verit una lingua che rivela l'universale.

Non ci che si pu dimostrare; ci che contribuisce a semplificare. (de Saint-Exupry, Terra degli uomini) Cum-prehendere: sforzo di riduzione che connota ogni processo cognitivo. la funzione della mente per eccellenza. Verit = lingua, insieme di parole. La parola utile in primis nella prassi comunicativa che si esprime negli usi linguistici. Comunicare fra soggetti mediante atti linguistici apparterrebbe dunque alle strutture stesse dell'esistenza. condizione originaria, di principio. (es. il logos nella sapienza di Eraclito; la nozione di spirito nell'idealismo; il Sein che chiede su di s nella dimora del linguaggio, nell'ontologia di Heidegger). Funzione semplificatrice = ragione capacit dell'intelligenza atta ad organizzare gli oggetti della conoscenza secondo determinati criteri; ha varie forme: reductio ad unum, ordinamento, mediazione, sintesi, Aufhebung... si basa su due concetti apparentemente distanti: molteplicit: caratteristica implicita od esplicita di un oggetto che il soggetto intende sottoporre all'azione semplificatrice della conoscenza. Fenomenologicamente il prius dell'operazione razionale; unit: azione del volgere all'uno. Obiettivo, modello, riferimento dell'operazione razionale, ad es. come verit o come universale.

Quindi: Prima: oggetto ancora indeterminato e molteplice, ha molti possibili significati. Dopo: oggetto collegato ad un unico significato che ne segna i confini semantici. Rapporto identit-differenza: identit: qualit di un ente per cui esso uno in quanto uguale a se stesso; concetti di unit, uniformit, eguaglianza... A=A (propriet positiva: l'uno se stesso)

differenza: qualit che implica almeno una presenza altra dall'uno, e dunque una molteplicit di enti diversi fra loro. concetti di pluralit, molteplicit, diversit... AB (propriet negativa, qualificazione: l'uno non altro da s) ci che nega A, in qualche modo anche lo afferma. Nella qualificazione 'per negazione' entra in gioco la relazione, assente in quella di pura identit: ogni non essere l'altro da s (AB) presuppone ci che gli differente (B).

Invece l'identit pu comportare solo la ripetizione come reiterazione dell'uni co (nel discorso, la tautologia). Nel corso della storia: Pensiero dell'identit (identitario o egualitario) - Valorizza ci che eguaglia. - Cerca l'essere come ci che comune a tutte le cose, non essendo per se stesso soggetto a perire. Ci che uniformemente identico in tutto (es. acqua di Talete) un essere indifferenziato. - Unico criterio logico di validit delle inferenze: principio d'identit. Implicazioni: 1) dualismo metafisico: non si riesce a stabilire una relazione tra l'universale pensato dalla ragione secondo inferenze logiche ed il molteplice attestato dall'esperienza; 2) matematizzazione del sapere: non si d conoscenza che non sia quella ottenuta aggruppando o separando l'unit di ogni oggetto. Si restringe il sapere nei confini del linguaggio convenzionale, univoco e quantitativo della Pensiero della differenza Valorizza ci che distingue.

matematica. 3) egualitarismo: ideale giuridico e politico per il quale la necessit di rimuovere le differenze diviene un valore regolativo rivoluzionario, sovvertitore dell'unicuique suum. Sistema: concetto fondamentale e discrezionale per cui in diritto necessaria la coerenza. ordine pensiero della modernit principio dell'identit (A=A) pensiero della classicit principio della differenza (AB) emmenthal: Zenone, Anassagora, certa interpretazione di Parmenide. C' formaggio e non formaggio no connessione individuo altra visione l'emmenthal non emmenthal senza buchi quindi A A in quanto non B.

Cap. I Le relazioni pericolose: cristianesimo e mito dell'eguaglianza[La pretesa responsabilit del cristianesimo nella deriva identitaria del pensiero occidentale] 1. Cristianesimo e rapporto con l'eguaglianza: luoghi comuni. Heidegger: entificazione dell'essere la culpa originalis della filosofia occidentale (in primis di Platone). Critica alle tesi dei sostenitori del pensiero della differenza (seguaci di Nietzsche e Heidegger) secondo il quale il cristianesimo sarebbe responsabile del pensiero identitario e dell'edificazione di una societ antipluralista (=egualitaria) Tesi (luoghi comuni): a) [fraintendimenti platonici]

Platone ha posto le basi per lo sviluppo di un pensiero identitario attraverso la stabilizzazione del linguaggio = logica in cui si eliminano tutte le differenze e molteplicit dei campi semantici: - forzatura dei molti nell'Uno (questione ontologica); - fallimento della dialettica (questione logica); - insegnamento esoterico (misticismo platonico); b) carattere rivoluzionario del cristianesimo: con la sua rivoluzione monoteista ha dato l'avvio al pensiero identitario separazione (dualismo) fra Dio e mondo; c) pensiero greco precristiano rappresenta un unicum omogeneo da contrapporre al giudeocristianesimo (blocchi indifferenziati, monistici). 2. Critica ai luoghi comuni Il pensiero greco non culturalmente omogeneo: questa pretesa unitariet un modo ad hoc per contrapporre il pensiero classico a quello giudaico-cristiano. Ad es. tra Anassagora ed Eraclito c' una differenza incolmabile. Anche all'interno della tradizione giudaico-cristiana ci sono delle differenze: ebraismo / cristianesimo varianti teologiche molteplici varianti teologiche Con pensiero giudaico-cristiano si pu alludere solo comunanza di tipo geografico, non filosofico o teologico. ad una

Non c' alcuna contrapposizione tra i due blocchi (greco-classico e pensiero giudaico-cristiano) esemplificazione eccessiva che considera queste due concezioni come blocchi unitari per potere contrapporre con pi facilit (ideologia). 3. H. Corbin: cristianesimo paolino, gnosticismo, teologia apofatica. H. Corbin ha interpretato il fenomeno giudaico-cristiano in senso monistico. Il paradosso del monoteismo concezione di un monoteismo paradossale = entificazione del Dio unico, tutto a s uniformante idolatria metafisica

identifica in S. Paolo la causa del razionalismo e del pensiero identitario (dualismo ebraico-paolino-cristiano). S. Paolo avrebbe utilizzato le categorie platoniche e soppiantato il pensiero delle prime comunit apostoliche. impone il nuovo pensiero consacrato nel Concilio di Nicea (325 d.C.), primo raduno di tutti i vescovi della Chiesa ecumenica contro l'eresia (arianesimo). deificazione dell'umano ( Ario: Cristo ha natura umana, non divina) sconfitta delle prime comunit apostoliche (Chiesa di S. Giacomo: messianismo, profetismo, attesa della parousia) e affermazione della consostanzialit del Padre e del Figlio (generato e non creato dalla stessa sostanza del Padre) deescatologizzazione; unicit di Dio: estinzione delle categorie angelologiche giudaico-cri stiane, relegate a mere categorie iconografiche che rappresentano la negazione dell'unicit di Dio. Si pensa ad una continuit rivoluzionaria fra cristianesimo paolino e i moderni negatori della differenza. Hobbes converte l'idolatria metafisica nell'idolatria dello Stato: mono-crazia = nomo-crazia. Ad un certo punto, l'incarnazione divina avrebbe portato ad un'incarnazione sociale e la natura umana sarebbe divenuta dominante sulla natura divina. secolarizzazione: un Cristo storico si sarebbe imposto fino a divenire l'incarnazione sociale dell'ideologia marxista. l'incarnazione sociale nella societ si rende fautrice di una rivoluzione (materialismo, social-comunismo). Eraclito per primo ha intravisto il rischio di un'entificazione di Dio. Afferma che il Principio-logos l'unica fonte di conoscenza autentica, ed esso vuole e non vuole essere chiamato con il nome di dio soggettivit assoluta. Poich il Principio l'origine degli enti (apparenza) e d'altra parte radicalmente impredicabile (nascosto), esclude ogni tentativo di entificazione (Dio come causa di tutti gli effetti oppure come parte e non come tutto) coincidenza e divergenza tra il nascosto e l'apparenza.

Errore di Corbin: ritiene che il monoteismo cristiano sia uguale ad un monismo (assolutizzazione dell'Uno). Manzin Monoteismo monismo!: il cristianesimo non monismo, differenza. Per Corbin ci vuole una via di salvezza: 1. gnosticismo (I sec., corrente di pensiero dualistica) - Proclo Dio (mondo divino) mondo umano; bene / male; no vie di mezzo. la soluzione alla visione di Nicea. 2. teologia apofatica (o negativa) Modo di conoscenza di Dio in termini negativi: Dio non si pu predicare, non si pu nominare, perch ogni predicazione o descrizione sarebbe inadeguata in quanto fatta con i mezzi di conoscenza dell'uomo. Ogni tentativo di dire l'unit vive nel molteplice, imperfetto. Operazione mistica che riesce ad alludere al Dio unico come atto puro dell'essere senza farne l'Ens Supremum, intrappolato nella catena causante-causato. 3. ontologia integrale: vedere simultaneamente l'unit nella molteplicit e la molteplicit nell'unit (simultaneit dell'essere nell'Uno e nei molti). Scioglie la dipendenza fra causa prima ed effetti causati e distingue senza separare il Dio-uno (unit), dagli enti molteplici di rango inferiore (comunque in s unici rispetto agli altri enti). L'unit non viene mai meno nella molteplicit degli enti: 1 x 1 x 1 (unit ontologica) si conserva come prodotto aritmetico sempre uguale ad 1; 1 + 1 + 1 (unit attuale degli enti) si conserva nei singoli addendi; Il monoteismo paradossale, invece, scorgerebbe solo i molti (idolatria metafisica) oppure solo l'uno (astrattismo costruttivistico nichilismo); possibile ridurre il rapporto uno-molti (pluralismo metafisico) in una visione gerarchica dell'essere. Angeli = gradi, gerarchie dell'essere 4. angelologia necessaria = gnosi salvifica: conoscenza che salvifica, portando a evitare il pericolo della visione di un Dio assoluto e totalitario separato dal mondo. Mediazione profetica fra l'Uno (Dio) e il mondo (i molti). Spirito e materia si compenetrano (soluzione di continuit).

[ vero gnosticismo, fortemente dualistico] Per esiste un punto di riferimento esterno al sistema gerarchico enti in gerarchia indifferenziati rispetto al punto di riferimento che si separa.

5. teologia catafatica (o positiva) Spiega in termini affermativi l'Universo. Dio = Assoluto (ab-solutus), assolto da tutte le determinazioni e assolto dall'indeterminatezza totale: non l'indeterminato n la somma delle determinazioni. dire tutti gli attributi di Dio vuol dire supporre un prima e dopo rispetto al dire tutto in termini totali creazionismo Creazione: Principio creatore fuori da ci che crea, non una cosa: non pu essere l'Essere n una parte dell'Essere. Quindi il Principio la negazione dell'essere produce nichilismo. L'essere ha a che fare con il nulla. Ma se tra Principio creatore e creato c' relazione, deve esserci similitudine tra Principio e ci che stato creato. il Principio al contempo tutto (quasi un mondo intermedio tra il dire e il non dire tenere insieme le 2 vie catafatica e apofatica) e nulla (Corbin intende il nulla non come il nulla dell'essere ma come l'inizio di tutte le cose). Solo tenendo insieme le vie apofatica e catafatica possibile evitare l'idolatria metafisica (della via affermativa) ed il nichilismo (della via negativa). Obiezioni: Essere e nulla sono termini ambigui; infatti se l'Inizio non il nulla e tramite lui le cose sono, allora il nulla non (Parmenide). Per Corbin, invece, l'essere insieme e non simultaneit fra il dire e non dire delle 2 vie affermativa e negativa; quasi un mondo intermedio (mistico, profetico, escatologico) dove opererebbe la mediazione angelica che secondo Corbin stato negato dalla modernit (falso).

Cap. II

Platone custode della differenzaLettura critica di Platone sarebbe il teorizzatore di un pensiero dualista: principio delle cose come identit perfetta; principio origine del mondo come differenza imperfetta. Come fa l'uomo che vive nel molteplice a conoscere l'origine di tutte le cose? Non la conosce o solo in maniera imperfetta. Fil. 14c: La ricerca dell'uno nei molti cagione di piacere, bellezza e verit. Fil. 16c-e: Risultando dall'unit e dalla molteplicit le cose che sono... Platone enfatizza la ricerca dialettica dell'uno e dei molti. Prima si cerca il concetto, poi in che modo il concetto si rapporti con gli altri enti = ci che tra l'uno e i molti Principio = colleganza. Ci che in ogni cosa e non si esaurisce in nessuna di esse n nella loro somma. Tesi colpevolista di Platone: modello teoretico di tipo dualistico. Principio = identit/mondo profilo cognitivo: impossibilit dell'uomo che vive nel molteplice di conoscere l'uno. Fil. 15d-16a secondo Platone unit e differenza sono sempre inseparabili e da ricercare entrambe. Va cercato ci che tra l'uno e i molti. Principio: comprensivo della differenza, consente di individuare ciascun ente nella sua unit, all'interno della molteplicit. Sofista: Ci che non , in un certo senso, esso pure; e ci che , a sua volta, in un certo senso, non . = parricidio degli Eleati Gli Eleati dicono che l'essere l'unico che esiste, pu essere detto e pensato. Il non essere non esiste e non pu essere detto e pensato. Ma il non essere sempre relativo a qualcosa, non mai assoluto, ma nel senso della differenza.

non funzione di determinazione, non di negazione! Repubblica = opinione; qualsiasi affermazione, non si sa se sia vera o falsa; il lo ro grado di verit dev'essere accertato. L'opinione in quanto tale contiene sia la conoscenza (verit) sia l'ignoranza (il non-essere verit). L'opinione rischiara il sapere allo stesso modo della luca di una candela buio (non-luce) e luce compresenza di essere e non essere. Platone non individua un terzo genere rispetto ad essere e non essere. Opinioni = manifestazioni della verit con sfumature particolari. Sono molteplici. Platone pensatore della differenza (piano ontologico) sa benissimo i rischi del pensiero identitario. Risultanza sul piano logico: dalla presenza della differenza, deriva un metodo, l'unica procedura possibile dialettica: non procede in modo deduttivo-assiomatico. Vaglia le opinioni portate alla luce dalla topica per accertarne il contenuto veritativo ricerca di una proposizione vera perch innegabile ed innegabile perch non contestabile sul piano logico (non ammette alternative). Controllo garantito dal principio di non contraddizione. Critica a Gennaro Sasso: S. mette in discussione che in quel passo del Sofista non vi sia il parricidio. Dice che la differenza alogica, sottratta al ragionamento. Manzin: intendiamoci su cos' la dialettica! Per la modernit una procedura deduttivo-dimostrativa che parte da premesse non discusse, assiomi, per arrivare a una conclusione gi compresa nelle premesse. VS dialettica platonica anamnesi ( ricordo) = far emergere ci che da sempre il Principio dire che la differenza un presupposto non va a sfavore, anzi la differenza la condizione preventiva di ogni ragionamento , ed nel Principio

differenza = elemento prelogico, c' da sempre. Platone mistico come promotore di una teologia apofatica Uno perfetto e uguale a se stesso non conoscibile con i mezzi di conoscenza dell'uomo smarrimento Misticismo conoscenza dell'Uno con pratiche estatiche, non con la razionalit ( Neoplatonismo) teoria numerica di Platone teoria eidetica ( = immagine) numero con una sua specificit, una sua posizione il numero 3 proprio quel numero perch ha quella posizione nella serie concezione aritmetica (somma di unit uguali a se stesse) Speusippo

Cap. III Principio e princip nel platonismo medioMedioplatonici (I-II sec. Pitagora, aristotelismo d.C.): categorie del pensiero platonico,

origine del processo di allontanamento dell'Uno dai molti. Con loro nasce il pensiero gerarchico. Eudoro d'Alessandria contrappone il Principio al molteplice Alcinoo Teone di Smirne Francesco Romano: tutto ci che possiamo ravvisare come elemento comune = distorsione del pensiero platonico, soprattutto nella nozione di Principio (pag. 62).

Platonismo teoria del Principio come differenza Neoplatonismo teoria del Principio come unit

Cap. IV Plotino e la fuga dall'esserePlotino (205-270 d.C.), fondatore della scuola neoplatonica.

Enneadi Principio = carattere autoidentitario unit = principio che rist in s stesso, unitario, senza forma, antecedente ad ogni distinzione Principio differenza = condizione dell'esistenza tipica del mondo razionale e del mondo sensibile Principio e mondo = corni del sistema il mondo va abbandonato per pervenire alla conoscenza estatica del Principio. Va abbandonata la conoscenza razionale. Solo allora l'anima potr raggiungere il muto principio teologia apofatica Cons. individualismo spirituale (nichilismo, dal punto di vista gnoseologico) L'Uno non conoscibile. In molti luoghi per questa condizione monistica negata. Quindi... qual il pensiero di Plotino? Neoplatonico atipico Porfirio raccoglie gli appunti del maestro, li riscrive e sostituisce all'ordine cronologico delle lezioni un ordine per genere: Enneadi Perci le Enneadi sono di fatto un'interpretazione di Porfirio V Enneade rapporto Uno-molti Si rinvengono da un lato affermazioni che negano la coesistenza dell'Uno-molti. L'Uno il Principio di tutte le cose in quanto le ha tratte all'esistenza, le conserva e fa s che ciascuna sia unit. 3 attributi del Principio: fa sorgere le cose indica un buttarsi fuori: da una dimensione in cui tutto occulto ad una dimensione in cui la forma della cosa si mostra (); conservazione: il Principio custodisce ci che in ogni ente rimane

esterno alla trasformazione. Quando qualcosa si trasforma c' sempre qualcosa che si sottrae alla trasformazione = il legame, il tra l'Uno e i molti; unit: garantita dalla partecipazione di ogni ente all'ordine universale del Principio. Qui Plotino non un pensatore dualistico pensatore della differenza.

VI Enneade Si discute molto su Parmenide. Sembra aver capito che Parmenide si distingue dagli Eleati. Uno = semplice e anteriore a tutte le cose. Se quest'Uno unit vera necessario che in un certo modo esso mostri di contenere nella sua potenzialit la natura contraria alla sua, cio la molteplicit Plotino un atassico. Porfirio estensore delle Enneadi. Grande dell'aristotelismo. Cerca l'esistenza di Dio con riti magici. conoscitore

metodo: per primo manifesta un'attenzione particolare alla ricerca di un principio d'ordine. Frequenta da giovane Origene e la scuola d'Alessandria. propensione alla classificazione. Porfirio assolutamente e dichiaratamente anticristiano ( Origene). Per Porfirio l'unit separata e distante dalla molteplicit. Amelio: altro allievo di Plotino. Altra faccia del pensiero di Plotino. Si rif ad Eraclito, a S. Giovanni Evangelista. Uno-molti come co-essenza.

Cap. V Il Dio dell'uno e dei moltiOrigene (185-254 d.C.) e Agostino (354-430 d.C.) autori cristiani Fra Origene ed Agostino (250-350 d.C. ca) si consolida il pensiero dell'identit. Difendono la loro teologia e quindi la differenza.

Origene: 1. attenzione metodologica, metodologia sistematica ordina con metodo tutte le predicazioni cristiane. 2. aspetto metafisico: risolve il rapporto Uno-molti nella dialettica. Dio uno e trino (Padre, Figlio e Spirito Santo) figure distinte ma non separate come definizioni del logos sul piano dell'essere. profondo significato della vita umana; non deteriore, non biologica e basta.

: vita come fenomeno chimico: potenza vitale la vita umana non separata dall'Uno rientra nel disegno salvifico di Dio

il Figlio esiste coeternamente al Padre, manifesta il Padre nella forma dello Spirito. Agostino - Confessiones In principio era il verbo ed il verbo era presso Dio, il Principio era il verbo e il verbo era Dio. Padre e Figlio sono congiunti nel Principio, coesistono eternamente. arianesimo: Padre e Figlio non condividono la stessa sostanza.

Cap. VI Il dilemma neoplatonico