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APPUNTI DI TEORIA MUSICALE

Nomi delle note in chiave di violino

Note sulle righe e note negli spazi

Le chiaviEsistono tre tipi di chiavi che indicano la posizione del SOL, del DO e del FA. Le chiavi possono assumere 7 diverse posizioni secondo la tabella seguente:

ogni nota sul pentagramma può quindi prendere tutti i 7 diversi nomi a seconda della chiave. Il sistema basato sull'uso delle sette chiavi viene chiamato setticlavio.

Valori delle note, indicazioni ritmiche, indicazioni esecutive.

nomi e valori delle notenome valore Note e pause

semibreve 4/4

minima 2/4

semiminima 1/4

croma 1/8

semicroma 1/16

punto di valoreIl punto prolunga la nota di metà del suo valore

valore Note

43

41

42 =+

163

161

81 =+

83

81

41 =+

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Legature di valore, di frase e di portamento. Punto sopra la nota. Corona

La legatura di valore unisce due note della stessa altezza, il risultato è un unico suono di durata uguale alla somma delle due noteLa legatura di portamento unisce due note di altezza differente. L'esecuzione, diversa da strumento a strumento, tende ad ottenere la massima continuità tra i due suoni.

La legatura di frase unisce un gruppo di note. L'esecuzione deve far percepire l'unitarietà delle note legate.

Altri esempi di indicazioni esecutive:

Staccato Accentato Tenuto/Portato Corona

Il punto sopra la nota indica una esecuzione "staccata", ossia ottenuta suonando solo un breve inizio della nota. La corona posta sopra la nota la prolunga a piacere.

Terzina

È un gruppo irregolare di tre note inserite in un ritmo binario, ecco tre esempi in una battuta di 4/4:

terzine di crome: ogni gruppo di tre crome ha la durata di ¼

terzina di semiminime: la terzina ha la durata di 2/4

terzina di minime: la terzina ha la durata di 4/4

Indicazioni dinamicheIndicano il livello sonoro, il volume, delle note. Il significato dei simboli è intuitivo, nell'ordine:

pianissimo, molto piano, piano, mezzo piano, forte-piano, mezzo forte, forte, molto forte, fortissimo.

Crescendo e diminuendo sono indicati con forcelle in questo modo:

p p F

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RitmoNella musica occidentale, successiva al Canto Gregoriano e fino all'inizio del Novecento, il ritmo è inteso come una successione regolare di accenti. Gli accenti possono essere distribuiti in diversi modi, dando origine ai diversi “tempi”. Normalmente si distinguono tempi semplici e tempi composti. I tempi semplici da 2, 3 o 4 movimenti, ognuno della durata di ¼ (2/8); I tempi composti da 2, 3 o 4 movimenti, ognuno della durata di 3/8.I tempi sono indicati all'inizio del brano dopo la chiave con una frazione, ad esempio 2/4, ¾, 6/8, o con i simboli , che indica 4/4 e , che indica 2/2 (tempo tagliato). Il simbolo deriva dall'uso medioevale di indicare

con un cerchio il tempo perfetto (in 3 movimenti, 3 era considerato il numero perfetto); dividendo il cerchio a metà, con un segno somigliante quindi ad una C, si indicava un tempo imperfetto.

Ecco un tabella dei tempi più comunemente usati:tempi semplici: tempi composti:4/4 – quattro quarti: 4 movimenti di ¼ 12/8 -dodici ottavi: 4 movimenti di 3/8¾ - tre quarti: 3 movimenti di ¼ 9/8 - nove ottavi: 3 movimenti di 3/82/4 - due quarti: 2 movimenti di ¼ 6/8 – sei ottavi: 2 movimenti di 3/82/2 - due metà (tempo tagliato): 2 movimenti di 2/4

Notare come gli accenti siano distribuiti ogni 3 ottavi nei tempi composti e ogni 2 ottavi nei tempi semplici. Da questo punto di vista il tempo di 3 quarti è diverso da quello di 6 ottavi, pur avendo la stessa quantità di valori per ogni battuta, perchè in ¾ abbiamo 3 movimenti di ¼ con un accento principale e due secondari per ogni battuta,mentre in 6/8 abbiamo 2 movimenti di 1/8 con un accento principale e uno secondario per ogni battuta.

La durata di ogni movimento e quindi di ogni battuta deve poi essere decisa in base alle indicazioni agogiche poste all'inizio del brano sopra la chiave. Le più comunemente usate sono: presto, allegro, allegretto, andante, adagio, lento, largo ecc. Queste indicazioni devono essere interpretate dall'esecutore secondo lo stile dell'epoca e dell'autore del brano da eseguire. A volte si

prescrive con esattezza la durata di un movimento con il tempo metronomico scrivendo ad esempio = 80; ciò significa che dobbiamo regolare il metronomo su 80 e che quindi la nota da ¼ dovrà durare 1/80 di minuto, quindi un po' meno di 1 secondo.

Sincope

È una figura ritmica costituita da una nota che inizia su un tempo debole (senza accento) e prosegue su quello forte successivo eliminandone l'accento. Si ottiene così una interruzione del ritmo (sincope significa arresto) che induce nell'ascoltatore un effetto di intesità variabile, a seconda della forza dell'accento che viene eliminato: dall'angoscia, al disorientamento, alla sorpresa.

Nell'esempio, in 4/4, sono indicati accenti principali e secondari:1a battuta: all'inizio della battuta accento principale, all'inizio del 3° movimento accento secondario;2a battuta: all'inizio della battuta accento principale, all'inizio del 2°, 3° e 4° movimento accento secondario;3a battuta: all'inizio della battuta accento principale, all'inizio di ogni ottavo accento secondario;

ed ecco in un ritmo di 4/4 alcuni esempi di sincope (le note indicate dall'asterisco * );

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Altri segni sul pentagramma

.

Le alterazioni

Diesis Bemolle Bequadro

Il diesis alza la nota di un semitono; il bemolle abbassa la nota di un semitono; il bequadro riporta la nota allo stato naturale. Esistono anche il doppio diesis x e il doppio bemolle bbI suoni con diesis o bemolle si dicono alterati.I suoni non alterati si dicono naturali

Le alterazioni possono essere messe "in chiave" o davanti ad una singola nota.Le alterazioni in chiave hanno valore per tutto il brano o finché non siano sostituite da un nuovo gruppo di alterazioni.Le alterazioni poste davanti ad una singola nota valgono fino alla fine della battuta.

Toni e semitoniI suoni naturali distano uno dall'altro un tono, tranne le coppie di suoni MI - FA e SI - DO che distano un semitono.2 semitoni formano 1 tono

Il ritornelloSi eseguono le battute comprese fra i segni di inizio e di fine ritornello, si risuona quindi dall'inizio ritornello saltando le battute indicate con 1. e proseguendo con le battute indicate con 2.

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Abbellimenti Sono note che vengono scritte con simboli più piccoli delle note normali o sono indicate con abbreviazioni; servono appunto ad “abbellire” la nota alla quale sono aggiunte. Ne esistono molti tipi e la loro interpretazione non è sempre semplice e a volte dipende dall'uso tipico di una certa epoca. Ecco comunque alcuni abbellimenti tra i più comuni e il modo in cui eseguirli:

AppoggiaturaÈ un piccola nota che viene eseguita per tutta la sua durata, il suo valore viene sottratto alla nota seguente; ecco tre esempi di appoggiature con le rispettive soluzioni di esecuzione

es. 1

es. 2

es.3

AcciaccaturaÈ un piccola nota barrata che viene eseguita con una durata molto breve, il suo valore viene sottratto alla nota precedente (esecuzione in levare) o alla nota seguente (esecuzione in battere); ecco un esempio con acciaccature e la soluzione di esecuzione in battere:

Trilloè una veloce alternanza della nota scritta con la nota superiore (o inferiore se specificamente indicato) ripetuta più volte. La durata del trillo corrisponde a quello della nota sul quale è indicato. Nell'esempio è anche indicato un modo particolare di concludere il trillo toccando anche la nota inferiore.

Mordenteè una veloce alternanza della nota scritta con la nota superiore (o inferiore se specificamente indicato). Ecco due esempi:

Autore: Giovanni Aletti

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