Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

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Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri

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Appunti di Economia agro-

alimentarea.a. 2009/2010

a cura diStefanella Stranieri

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Stefanella Stranieri

Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e AmbientaleUniversità degli Studi di Milano

via Celoria 2 - 20133 [email protected]

02-50316460 orario ricevimento: Mercoledì 11.30-13.30

Dipartimento di Studi socialiUniversità degli Studi di Brescia

[email protected]/0302988896

orario ricevimento: Venerdì 11.15-12.30 (III bimestre)

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Testi e materiale didattico

•Mariani A. e Viganò E. (a cura di) (2002): Il sistema agroalimentare dell’Unione europea, Carrocci, Roma•Stranieri S. (2008): Appunti di economia agro-alimentare a.a 2008/2009, Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale, Università degli Studi di Milano, Milano•Materiale messo a disposizione dal docente:Coordinamento verticale – Valeria Sodano (2004) L’analisi del coordinamento verticale (cap.7 e 8), in “Strumenti di analisi per l’economia dei mercati agro-alimentari”, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli.Banterle A., Stranieri S. (2008b). Information, Labelling, and Vertical Coordination: An Analysis of the Italian Meat Supply Networks. Agribusiness, 24(3), DOI: 10.1002/agr.20169.Analisi del consumatore - Alessandro Banterle, Lucia Baldi, Stefanella Stranieri (2008) Do nutritional claims matter to consumers? An empirical analysis considering European requirements, proceedings of the 8th International Conference on Management in AgriFood Chains and Networks, Ede,Wageningen, The Netherlands, 29–30 May, 2008Sicurezza alimentare - Banterle A., Stranieri S. (2008a). The consequences of voluntary traceability system for supply chain relationships. An application of transaction cost economics. Food Policy, 33(6), pp.560-569.

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Articolazione del corso

• L’analisi economica del sistema agro-alimentare• le caratteristiche strutturali del settore agricolo• le caratteristiche strutturali dell’industria

alimentare • le caratteristiche strutturali della distribuzione

alimentare e della ristorazione

• le relazioni verticali fra i settori del sistema agro-alimentare

• le caratteristiche e l’evoluzione dei consumi alimentari

• l’analisi economica della sicurezza alimentare

• l’analisi economica della qualità alimentare• Le politiche per la sicurezza alimentare• l’internazionalizzazione del sistema agro-

alimentare• Le politiche agrarie e l’internazionalizzazione

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Dove si colloca l’economia-agro-alimentare

economia politica

bilancioeconomia aziendale organizzazione strategia --> marketing

teoria della domandamicroeconomia teoria dell’offerta teoria dei mercati

macroeconomia

economia applicataagraria, agro-alimentare, industriale, degli intermediari finanziari, ambientale, regionale, del turismo, ecc.

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Il sistema agro-alimentare

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Attività del sistema agro-alimentare• agricoltura attività rivolta alla coltivazione del suolo e

all’allevamento degli animali• settore primario agricoltura, pesca, foreste• industria alimentare attività rivolta alla

trasformazioni di materie prime agricole e naturali in prodotti finiti destinati all’alimentazione umana

• distribuzione attività di servizio rivolta al trasferimento dei prodotti alimentari dal produttore al consumatore, in modo da rendere disponibili i prodotti alimentari nei luoghi e nei tempi desiderati dal consumatore

– funzione logistica e informativa– distribuzione all’ingrosso e al dettaglio

• ristorazione attività rivolta alla preparazione dei pasti per il consumatore

– ristorazione commerciale (canale HORECA)– ristorazione collettiva

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Definizione di sistema agro-alimentare

• Sistema agro-alimentare (SAA): insieme delle attività di produzione e distribuzione dei prodotti agro-alimentari fino al consumatore finale. E’ composto da: le industrie di mezzi tecnici (input) per l’agricoltura, il settore agricolo, l’industria alimentare, il settore distributivo, la ristorazione, il consumo finale.• Il legame fra le diverse componenti del SAA è dato da flussi– di materie prime e di prodotti finiti– finanziari– informativi

• Sistema agribusiness: appare più generale rispetto al SAA comprendendo non solo le attività destinate alla produzione di alimenti (food system) ma anche quelle che utilizzano materie prime agricole per produzioni non alimentari (fiber system) (Davis e Goldberg, 1957).

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farming

processing

distribution

food fiber

Il sistema agri-business

farm supplies

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input

agricoltura

industria alimentare

distribuzione

consumo

prodottifreschi

Il sistema agro-alimentare

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Input Agricoltura Industriaalimentare

Distribuzione

funzione fornire input

produrrematerieprime e

prodotti finiti

trasformare lematerie prime

agricole inprodotti finiti

offrire un serviziologistico einformativo

tipo diprodotto

differenziato omogeneo differenziato differenziato

numerositàdelle imprese

bassa alta media media

dimensionidelle imprese

grandi piccole piccole egrandi

piccole e grandi

influenzasulla

quantità dimercato

si no si si

influenza sulprezzo

si price maker

no price taker

si price maker

si price maker

barriereall’entrata

alte basse medie medie

importanzadella

pubblicità

si no si si

forma dimercato

oligopolio liberaconcorrenza

concorrenzamonopolistica

concorrenzamonopolistica

Caratteristiche sintetiche dei settori del SAA

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Definizione di filiera agro-alimentare

• Filiera agro-alimentare: individua gli itinerari seguiti dai prodotti agro-alimentari nell'apparato di produzione, trasformazione, distribuzione e i differenti

flussi che vi sono legati (Malassis e Ghersi, 1995). • Rappresenta una scomposizione del SAA in senso verticale, per per categorie di prodotto. Esempi di filiere sono costituiti da quelle dei cereali, del latte, della carne, del vino, ecc.

• Settore: insieme di imprese che svolgono attività e processi di produzione simili. Rappresenta una scomposizione del SAA in senso orizzontale. Esempi: settore agricolo, industria alimentare, distribuzione, ecc.

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Agricoltura

IndustriaAlimentare

Distribuzione

Filiera 1

SistemaAgro-alimentare

Filiera 2

Settori

Cereali Latte

PanePasta

FormaggioBurro

Sistema agro-alimentare,filiere e settori produttivi

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Definizione di distretto agro-industriale

• Distretto industriale marshalliano (DIM): considera la variabile spaziale nei sistemi produttivi e le piccole-medie imprese specializzate in un determinato prodotto. Marshall (1927) parla di “concentramento di industrie specializzate in località particolari”. Becattini (1989) parla di “un’entità socio-economica caratterizzata dalla compresenza attiva in un’area territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali”.

• Distretto agro-industriale (DAI): deriva dal DIM e considera la variabile spaziale nel sistema agro-alimentare, esaminando sistemi territoriali locali specializzati in un determinato prodotto agro-alimentare.

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Definizione di distretto agro-industriale

• Elementi fondamentali del distretto agro-industriale:– area territoriale delimitata e specializzata in una produzione agro-alimentare– concentrazione territoriale di imprese di piccole e medie dimensioni operanti nelle diverse fasi della filiera– scomposizione del processo produttivo e forti relazioni fra imprese operanti nelle diverse fasi della filiera– significativa quota produttiva dell’area nel mercato nazionale o internazionale (competitività) e importanza dell’area nell’economia locale– particolare atmosfera sociale e disponibilità all’innovazione

• Esempi di DAI: parmigiano-reggiano, carni suine in provincia di Modena, riso, ecc.

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Importanza del sistema agro-alimentare

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Importanza del sistema agro-alimentare

• Variabili per valutare l’incidenza del SAA nel sistema economico nazionale: valore aggiunto e occupazione

• Valore aggiunto del SAAVASAA = VA input+VAagr + VAia + Vadistr

VASAA

IVASAA = *100

PIL• Occupati del SAA

OCSAA = OCinput+ OCagr + OCia + OCdistr

OCSAA

IOCSSA = *100

OC TOTALI

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Evoluzione del valore aggiunto del sistema agro-alimentare

Valoriassoluti

VA SAA cresceVA agricoltura cresceVA industria alimentare cresceVA distribuzione cresce

Valorirelativi

VA SAA / PIL diminuisceVA agricoltura / VA SAA diminuisceVA industria alimentare / VA SAA cresceVA distribuzione / VA SAA cresce

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Evoluzione dell’occupazione del sistema agro-alimentare

valori assoluti

OC SAA diminuiscecresce

rimane costanteOC agricoltura diminuisceOC industria alimentare diminuisceOC distribuzione diminuisce

crescerimane costante

valori relativi

OC SAA / OC totale diminuisceOC agricoltura / OC SAA diminuisceOC industria alimentare / OC SAA diminuisceOC distribuzione / OC SAA cresce

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Importanza del sistema agro-alimentare

Valore aggiunto ai prezzi di base del SAA italianonel 2001

mio euro %consumi intermedi agricoli 15.017 7,9%investimenti agro-industriali 16.279 8,6%contributi alla produzione (1) 1.363 0,7%imposte indirette settori agro-ind. 10.150 5,3%VA agricoltura (2) 30.754 16,2%VA industria alimentare (3) 23.063 12,1%VA commercio e distribuzione 63.586 33,5%VA servizi di ristorazione 29.773 15,7%

totale 189.985 100,0%

PIL 1.216.583 15,6%Fonte: elaborazioni su dati INEA(1) Solo altri contributi (calamità, ecc.) ed extra agricoli(2) Agricoltura, silvicoltura e pesca(3) Compreso il tabacco

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L’importanza dell’agricoltura e

dell’alimentazione a livello mondiale

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Il problema della fame nel mondo• Le dimensioni del problema

– nel 1995 i bambini con meno di 5 anni malnutriti erano 160 milioni, nel 2020 si stima saranno 135 milioni

– nel 2020 saranno malnutriti il 40% dei bambini (<5 anni) dell’Asia Meridionale ed il 30% di quelli dell’Africa sub-Sahariana

• Qual è un apporto calorico giornaliero sufficiente per garantire una vita sana?

– Dipende dalle temperature e dallo stile di vita dell’individuo

– per la FAO la soglia di sottonutrizione è pari a 1830 calorie al giorno nell’Africa Sub-Sahariana, a 1907 in America Latina (ma per una ‘crescita sana’ ce ne vogliono 2500..)

• La FAO stima che nel 2010 ci saranno 680 milioni di persone ‘cronicamente malnutrite’, il 10% della popolazione mondiale.

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840 milioni di persone sottonutrite

• India e Cina rappresentano il 40% della popolazione mondiale sottoalimentata ma stanno rapidamente riducendo questi numeri, mediante politiche di:– aumento della produzione di alimenti– disincentivi alla procreazione (Cina) e forte controllo delle nascite (India)

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Undernourished Population (2000 - 2002)

Popolazione sottonutrita

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Principali cause di emergenza alimentare

• Siccità e fenomeni naturali in genere rappresentano ancora la principale causa di emergenza alimentare

• Cresce la responsabilità dei conflitti (in numerosi paesi africani le guerre civili in atto rendono difficile sia la produzione che l’accesso al cibo)

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Il ruolo critico dell’agricoltura

• Nei PVS l’agricoltura rappresenta mediamente il 9% del GDP e più del 50% degli occupati totali

• I paesi in cui la popolazione sottonutrita supera il 35%, il valore della produzione agricola costituisce più del 30% del GDP.

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Il ruolo del commercio agricolo

• Nei paesi con più alto livello di sottonutrizione l’incidenza delle esportazioni agricole supera il 20% dell’export totale

• I maggiori scambi si verificano dove è minore l’incidenza della sottonutrizione• Una robusta crescita della produzione agricola e l’aumento dell’integrazione sui

mercati internazionali può contribuire a ridurre il problema della denutrizione?

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Il problema della fame nel mondo - sintesi

• La disponibilità di alimenti pro capite è cresciuta nel tempo, nonostante il fortissimo aumento della popolazione nei PVS

• Ciò si è verificato perché la produzione agricola mondiale è cresciuta ad una velocità maggiore di quella alla quale è cresciuta la popolazione

• Ancora oggi il 15% della popolazione dei PVS è cronicamente malnutrito: il problema sta nei vincoli che impediscono l’accesso agli alimenti

• Il problema è prevalentemente un problema di povertà– il 20% della popolazione mondiale vive con meno di 1

dollaro al giorno– più della metà vive con meno di 2 dollari al giorno– nel 1960 il reddito medio pro-capite nei paesi

industrializzati era pari a 9 volte quello medio dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana. Oggi è 18 volte!!

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Le caratteristiche del settore agricolo

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Caratteristiche differenziali dell’agricoltura

• Attività destinata alla produzione di

alimenti bisogno primario

• Attività più tradizionale e antica

• Attività legata ai cicli biologici

• Attività legata alle condizioni climatiche e pedologiche

• Attività legata al territorio

• Attività legata all’ambiente

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Processo produttivo agricolo impresa

processo input outputfattori di produzione produttivo

prodotti

creazione di valoreinput

•risorse naturali -->terra

•capitale fisso– macchine– impianti

•capitale circolante --> MP

– sementi– fertilizzanti– fitofarmaci– mangimi

•lavoro

processo

produttivo

output

•prodotti delle coltivazioni erbacee

•prodotti delle coltivazioni arboree

•prodotti degli allevamenti

•prodotti forestali

•prodotti della pesca

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Prodotti agricoli• Prodotti delle coltivazioni erbacee

processo produttivo annuale --> ciclo produttivo ottobre-giugno e ciclo produttivo aprile-settembre

– cereali (frumento tenero, frumento duro, mais, orzo, avena, riso, ecc.)

– semi oleosi (soia, girasole, colza, ecc.)– ortaggi– barbabietola da zucchero– foraggere– tabacco– fiori

• prodotti delle coltivazioni arboreeimpianto arboreo poliannuale --> ciclo produttivo annuale con raccolta da maggio a dicembre a seconda delle specie

– vite– olivo– agrumi– frutta

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Prodotti agricoli

• Prodotti degli allevamenti zootecnici processo produttivo continuo per i prodotti zootecnici e annuale per la produzione dei foraggi

– latte– carne (bovina, suina, ovi-caprina, equina, avicola)– uova– pesce

• prodotti della silvicolturaimpianto forestale poliannuale (più di 15 anni)

– legname da industria– legname ad uso energetico– prodotti forestali (castagne, noci, ecc.)

• prodotti della pesca– pesce da cattura– crostacei– altri prodotti ittici

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Evoluzione del concetto di agricoltura

• Agricoltura di sussistenza (primitiva)– ciclo chiuso

• agricoltura mercantile– apertura agli scambi – specializzazione– localizzazione– settorializzazione

• agricoltura produttrice di beni alimentari

– food security– politiche agrarie di sostegno– protezionismo

• agricoltura nella globalizzazione– riduzione del protezionismo– food safety– food quality– multifunzionalità

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Funzioni dell’agricoltura

agricolturagestione del territorio

produzione di input

produzione di materie prime

no food

produzione di alimenti

industria alimentare

servizi ambientali

servizi turistici

industria tessile

industria del legno

industrie degli input

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Agricoltura multifunzionale

prodotti

multifunzionalità

esternalità / beni pubblici

–quantità–qualità

–ambiente–territorio–paesaggio–benessere animale

servizi

–turismo

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Sviluppo rurale Principali misure: investimento in aziende agricole insediamento di giovani agricoltori formazione per imprenditori agricoli sostegno a investimenti nei settori

della trasformazione e commercializzazione

misure agroambientali imboschimento pre-pensionamento regime zone svantaggiate

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Quadro finanziarioSpesa annuale nel 2000 per la PAC 40,92 mrd di euro, di cui

– 36,62 mrd di euro per i mercati – 4,30 mrd di euro per lo sviluppo rurale

50%

4% 3% 6% 5%

32% Agricoltura

Aiuti strutturali

Ricerca

Altre politicheinterne

Politiche esterne

Amministrazione

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Nuove misure per lo sviluppo rurale

1. nuovo capitolo nel regolamento (CE) n. 1257/1999 dal titolo ‘qualità degli alimenti’ che comprende due misure:

– incentivi a favore degli imprenditori agricoli partecipano a programmi comunitari o nazionali per migliorare la qualità dei prodotti agricoli– aiuti a favore delle associazioni di produttori per iniziative di informazione dei consumatori e di promozione dei prodotti ottenuti nell'ambito dei programmi di qualità.

2. nuovo capitolo dal titolo ‘rispetto delle norme’ che comprende due misure:

– aiuti ai produttori per attuare norme rigorose comunitarie su ambiente, sanità animale e vegetale, benessere animale e sicurezza sul lavoro– aiuti agli imprenditori agricoli quale contributo ai costi per i servizi di consulenza agricola

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Nuove misure per lo sviluppo rurale

3. introduzione nell'attuale capitolo agro-ambientale del regolamento della possibilità di concedere aiuti agli agricoltori che si assumono, per un periodo di almeno 5 anni, l'impegno di migliorare il benessere dei propri animali di allevamento al di là delle normali buone pratiche di allevamento

4. miglioramento delle misure per i giovani

le misure verranno introdotte dal 2005

per effetto della modulazione si avrà un aumento delle risorse per lo sviluppo rurale

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Le caratteristiche dell’industria alimentare

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Processo di trasformazione alimentare impresa

processo input outputfattori di produzione produttivo

prodotti

creazione di valoreinput

•capitale fisso– macchine– impianti

•capitale circolante --> MP

– cereali– latte– carne– olive– uva– ecc.

•lavoro

processo

produttivo

output

•pane, prodotti dolciari, pasta

•prodotti lattiero-caseari

•carne, salumi, conserve di carne

•olio•vino•ecc.

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Prodotti alimentari

15.1 Carne e conserve di carne15.2 Conserve di pesce15.3 Conserve vegetali15.4 Oli e grassi15.5 Lattiero-caseario15.6 Molitorio15.7 Mangimi15.81 Panett. e pasticc. fresca15.82 Biscotti e pasticc. cons.15.83 Zucchero15.84 Cacao15.85 Pasta

15.86 Te e caffè15.87 Condimenti e spezie15.88 Omogeneiz. e dietetici15.89 Altri prod. alim. n.c.a. 15.91 Bevande alcoliche distillate15.92 Alcool etilico di fermentaz.15.93 Vino 15.94 Sidro e di altri vini di frutta15.96 Birra15.97 Malto15.98 Acque minerali e bibite analc.15.99 Altre bevande analcoliche

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Produzione e occupati nell'industria alimentare dell'UE, per paeseProduzione Valore aggiunto Occupati Imprese

mld euro mld euro migliaia numero

Europa 15 626 144 2.737 29.635 Francia 115 (2) 21 392 (2) 3.604 Germania 110 27 597 6.035 Regno Unito 98 (1) 30 506 (1) 2.319 Italia 98 24 268 (3) 6.800 (3)Spagna 67 14 371 (1) 3.040 Olanda 39 (1) 6 147 (1) 855 Belgio 24 (1) 5 62 723 Danimarca 17 (1) 4 87 (1) 450 Irlanda 15 4 47 687 Svezia 13 3 53 344 Austria 11 (1) 2 79 (1) 1.264 (1)Portogallo 10 (1) 2 104 (1) 1.916 (3)Finlandia 8 2 34 336 Grecia 5 1 43 1.036 (1)Lussemburgo 1 - 4 226 (1) Imprese con più di 1 addetto(2) Imprese con più di 2 addetti(3) Imprese con più di 9 addettiFonte: elaborazioni CIAA su dati Eurostat

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L'industria alimentare italiana in cifre (milioni di euro)

2000 2001 2002Valore dei consumi alimentari a prezzi correnti (1) 108.022 111.914 116.012 Valore dei consumi alimentari a prezzi costanti (1) 99.625 99.436 99.955 Valore della produzione (2) 94.544 95.752 98.000 Valore aggiunto ai prezzi di mercato a prezzi correnti (1) 29.588 30.211 32.454 Valore aggiunto ai prezzi di mercato a prezzi costanti (1) 25.793 25.626 26.584 Valore aggiunto ai prezzi di base a prezzi correnti (1) 21.882 22.602 24.873 Valore aggiunto ai prezzi di base a prezzi costanti (1) 19.432 19.411 20.313 Occupazione (unità di lavoro) (1) 471.400 454.100 482.800 Saldo degli scambi con l'estero (2) 1.536 1.535 2.180 Incidenza % del VA a prezzi di mercato sul VA industriale (1) 10,3 10,1 10,8 Incidenza % del VA ai prezzi di mercato sul PIL (1) 2,54 2,48 2,58

Fonti:(1) Elaborazioni su dati ISTAT(2) Elaborazioni su dati ISTAT e Federalimentare

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Fatturato e variazioni della produzione di alcuni comparti dell'industria alimentare italiana nel 2002

Fatturato Var. % produzione(milioni di euro) 2002/2001

Lattiero-caseario 13.200 1,50 Dolciario 9.035 3,40 Salumi 7.200 0,70 Vino 6.950 -2,00Carni bovine 5.300 2,50 Alimentazione animale 4.300 3,20 Avicolo 3.850 -2,00Pasta 3.350 0,00Conserve vegetali 3.300 -4,00 Acque minerali 2.900 1,00 Olio d'oliva e di semi 2.800 8,00 Molitorio 2.635 -0,20 Caffè 1.980 1,00 Surgelati 1.865 3,50 Bevande gassate 1.600 5,50 Birra 1.530 1,30 Infanzia e dietetici 1.150 1,00 Zucchero 1.150 0,10 Succhi di frutta 1.000 8,00 Riso 800 3,00 Ittici 730 4,00 Varie 21.375 1,00 Totale 98.000 2,00 Fonte: Federalimentare e Istat

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Imprese per classi di addetti nell'industria alimentare italianaClasse di addetti var % 91-01

< 10 55.161 89,1% 60.026 89,7% 8,8%10--19 3.850 6,2% 4.224 6,3% 9,7%20--49 1.938 3,1% 1.825 2,7% -5,8%50--99 493 0,8% 445 0,7% -9,7%

100--499 393 0,6% 365 0,5% -7,1%> 500 68 0,1% 51 0,1% -25,0%Totale 61.903 100,0% 66.936 100,0% 8,1%

Fonte: elaborazioni su dati Istat

20011991

Page 54: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Addetti per classi di addetti nell'industria alimentare italianaClasse di addetti var % 91-01

<10 171.979 36,9% 168.464 37,7% -2,0%10--19 51.089 11,0% 56.233 12,6% 10,1%20 -- 49 57.222 12,3% 53.845 12,1% -5,9%50 -- 99 33.700 7,2% 30.520 6,8% -9,4%100--499 75.369 16,2% 69.997 15,7% -7,1%

> 500 76.787 16,5% 67.726 15,2% -11,8%Totale 466.146 100,0% 446.785 100,0% -4,2%

Fonte: elaborazioni su dati Istat

20011991

Page 55: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Imprese e addetti nell'industria alimentare italiana per comparti

15.1 Carne 3.672 5,5% 57.769 12,9%15.2 Pesce 415 0,6% 6.640 1,5%15.3 Frutta e ortaggi 1.933 2,9% 30.317 6,8%15.4 Oli e grassi 4.416 6,6% 16.216 3,6%15.5 Lattiero-caseario 3.927 5,9% 54.936 12,3%15.6 Molitorio 1.966 2,9% 12.310 2,8%15.7 Mangimi 607 0,9% 9.097 2,0%15.81 Panett. e pasticc. fresca 36.269 54,2% 130.422 29,2%15.82 Biscotti e pasticc. cons. 1.207 1,8% 23.914 5,4%15.83 Zucchero 14 0,0% 4.360 1,0%15.84 Cacao 471 0,7% 14.544 3,3%15.85 Pasta 5.250 7,8% 22.407 5,0%15.86 Te e caffè 936 1,4% 7.787 1,7%15.87 Condimenti e spezie 119 0,2% 1.150 0,3%15.88 Omogeneiz. e dietetici 59 0,1% 1.474 0,3%15.89 Altri prod. alim.n.c.a. 2.670 4,0% 15.584 3,5%15.9 Bevande 3.005 4,5% 37.858 8,5%Totale industria alimentare 66.936 100,0% 446.785 100,0%Fonte: elaborazioni su dati Istat

Imprese Addetti2001

Page 56: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Principali imprese alimentari presenti in Lombardia

Gruppo Prov.Prov. operat

ivaAttività prevalente

2001 2002 2001 200226 Lindt & Sprungli Spa 126.080 137.621 628 661 Lindt Ch VA VA dolciario27 Martelli F.lli Spa 150.324 135.116 174 180 Martelli MN MN salumi28 Cameo Spa 119.204 134.854 286 280 Oetker D BS BS dolciario29 Saviola Spa 2 178.558 134.482 168 141 Saviola MN MN lattiero-caseario30 Macello Coop. per la Lav. Carni Scrl 103.664 132.574 122 126 Macello Coop.Carni MN MN carni31 Carlsberg Italia Spa (ex Ind.Poretti) 130.176 128.103 340 326 Carlsberg-Tuborg Dk VA VA birra32 Industria Macellazione Ghinzelli Spa 139.861 121.729 183 179 Ghinzelli MN MN carni33 Salumificio Fratelli Beretta Spa 109.703 120.215 137 141 Beretta LC LC salumi34 Campari-Crodo Spa 97.724 116.375 241 252 Campari MI MI bevande alcoliche35 Lat-Bri Latticini Brianza Spa 105.744 112.148 200 204 Lat-Bri MI MI lattiero-caseario36 Gennaro Auricchio Spa 108.487 109.051 324 340 Auricchio CR CR lattiero-caseario37 Minerva Agricola Alimentare Spa 107.019 105.234 75 79 Minerva PV PV oli e grassi38 Montana Alimentari Spa (ex Corte Buona) 77.215 103.199 280 286 Cremonini MN MN salumi39 Latteria Soresinese Scrl 107.109 102.573 278 272 Latteria Soresinese CR CR lattiero-caseario40 Illva Saronno Spa 78.544 96.556 118 127 Illva VA VA bevande alcoliche41 Mantua Surgelati Spa 89.055 95.316 508 564 Mantua Surgelati MN MN surgelati42 Bakemark Italia Srl 91.563 95.306 290 304 CSM Nl MI MI margarine43 Centrale del Latte di Milano Srl 84.323 94.605 250 228 Granarolo MI MI lattiero-caseario44 Prealpi Industria Casearia Spa 99.928 93.623 126 114 Prealpi VA VA lattiero-caseario45 Pepsico Beverages Italia Srl nd 91.262 nd 207 Pepsico Usa MI MI bevande analcoliche46 Spumador Spa 101.398 90.726 330 316 Spumador CO CO bevande analcoliche47 Mec Carni Spa 99.009 90.349 178 179 Mec Carni MN MN carni48 Rigamonti Salumificio Spa 79.179 90.287 292 304 Rigamonti SO SO salumi49 Lactis Spa 90.658 89.973 276 268 Parmalat BG BG lattiero-caseario50 Irca Srl 77.641 86.500 138 144 Irca VA VA dolciario

Valore della produzione (migliaia €)

Occupati

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Modello del bipolarismo strutturale

struttura dell’industria alimentare italiana

modello bipolare coesistenza - equilibrio

piccole e medie imprese

• distretti industriali• mercati locali

(opportunità interstiziali)

• private label

grandi imprese e gruppi industriali

• economie di scala• differenziazione dei

prodotti• processi di

concentrazione

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Processi di concentrazione nell’industria alimentare italiana

• Intensità dei processi di concentrazione nella seconda metà degli anni ‘80 e nei primi anni ‘90 --> l’industria alimentare comunitaria ed italiana si colloca fra i settori più dinamici per numero di acquisizioni, dopo il chimico e il meccanico. Rallentamento e dismissioni nella seconda metà degli anni ‘90 e nei primi anni 2000.

• Netta prevalenza delle acquisizioni totali e di maggioranza --> motivazioni reali --> espansione nei mercati e riduzione dei costi.

• In funzione della correlazione delle attività delle imprese, importanza delle tipologie di diversificazione intra-settoriale e orizzontali (motivazioni reali), meno rilevanti quelle di diversificazione inter-settoriale e scarse le verticali.

• Importanza delle acquisizioni effettuate da gruppi esteri nell’alimentare italiano, meno significativo il processo inverso, con alcune importanti eccezioni. Dismissioni dei gruppi esteri negli anni recenti.

Page 59: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Processi di concentrazione nell’industria alimentare italiana

Operazioni di acquisizione nell'industria alimentare italiana nel periodo 1985-94 per tipologia di operazioni

Fonte: Elaborazioni su dati Lab. Pol. Ind. Nomisma e altre fonti

0102030405060708090

100

1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994

Acquisizioni totali Acquisizioni di maggioranza

Acquisizioni di minoranza Acquisizioni impianti

Page 60: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Gruppi nazionale ed esteri nell’industria alimentare italiana

Stima del fatturato dei primi 10 gruppi operanti nell'industria alimentare italiana - 2001 (milioni di euro)

Gruppo N Fatturato (*) Cumulata Rapporto di2001 fatturato concentrazione

CRn

1 Barilla I 2.202 2.202 2,3%2 Parmalat I 1.953 4.155 4,3%3 Unilever NL, UK 1.842 5.997 6,3%4 Nestlè CH 1.676 7.673 8,0%5 Eridania B.S. I 1.709 9.382 9,8%6 Ferrero I 1.603 10.985 11,5%7 Veronesi I 1.544 12.529 13,1%8 Cremonini I 1.341 13.870 14,5%9 Galbani I 1.107 14.977 15,6%10 Lavazza I 741 15.718 16,4%

95.752(*) Il fatturato è stato stimato facendo riferimento alle attività alimentari italiane dei gruppi

Fonte: elaborazioni su dati R&S e Mediobanca

Page 61: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Principali acquisizioni nell’industria alimentare italiana

nel periodo 2000-2002

Impresa acquirente Impresa acquisita

Bc Partners (Uk) Galbani (Danone)Campari Sella e MoscaColussi Riso Eurico (Cereol)

Ferrarini Vismara (Nestlè)Granarolo Centrale del Latte di Milano

GranMilano (Barilla) Sanson; Sinpa; GelitIlva Saronno Corvo vini

Minerva Agricola Olio Sasso (Nestlè)Star Monini; Ponti; Paren

Veronesi NegroniFonte: Largo Consumo

Page 62: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Principali imprese alimentari presenti in Lombardia

Gruppo Prov.Prov. operat

ivaAttività prevalente

2001 2002 2001 20021 Nestlè italiana Spa 1.453.659 1.505.114 4.712 4.438 Nestlè Ch MI MI dolciario2 Sanpellegrino Spa 741.463 757.009 1.777 1.953 Nestlè Ch MI BG bevande analcoliche3 Egidio Galbani Spa nd 756.927 nd 4.135 Bc Partners Uk MI MI lattiero-caseario4 Unilever Bestfoods Italia Srl 644.314 747.442 756 734 Unilever Uk-Nl MI MI oli e grassi5 Kraft Foods Italia Spa 1 636.167 663.936 1.261 1.276 Kraft Usa MI MI lattiero-caseario6 Coca Cola Bevande Italia Spa 617.064 632.020 1.902 2.075 Coca Cola Usa MI MI bevande analcoliche7 Perfetti Van Melle Spa 504.041 527.164 650 655 Perfetti MI MI dolciario8 Star Spa 444.012 486.480 1.174 1.079 Star-Findim MI MI carni-cons. veg.9 Bolton Alimentari Italia Spa (ex Trinity) 286.685 340.513 462 597 Bolton Nl MI CO carni-cons. ittiche

10 Masterfoods Spa (ex Dolma) 252.213 250.862 420 401 Masterfoods-Mars Usa PV PV mangimi11 Consorzio Latterie Soc.Mantov.Scrl 251.993 240.940 297 272 Cons. Latt. Mant. MN MN lattiero-caseario12 Nestlè Purina Petcare Italia Spa 200.341 237.260 375 391 Nestlè Ch MN MN mangimi13 Danone Spa 210.137 232.049 269 302 Danone F MI CR lattiero-caseario14 Distillerie F.lli Ramazzotti Spa 147.913 216.292 173 184 Pernod Ricard F MI MI bevande alcoliche15 Sterilgarda Alimenti Spa 194.764 206.817 224 240 Sterilgarda MN MN lattiero-caseario16 Zanetti Spa 182.285 186.553 240 247 Zanetti BG BG lattiero-caseario17 Rovagnati Spa 166.301 183.401 400 422 Rovagnati MI MI salumi18 Sitia Yomo Spa 207.566 181.676 603 352 Granarolo MI MI lattiero-caseario19 Pietro Negroni Srl 172.883 178.374 448 375 Veronesi CR CR salumi20 Gran Milano Spa 141.911 172.780 818 946 GranMilano MI MI dolciario21 Giuseppe Citterio Salumificio Spa 167.911 168.765 459 456 Citterio MI MI salumi22 Leaf Italia Srl (ex Sperlari) 202.870 152.543 720 608 CSM Nl CR CR dolciario23 Cooperativa Prod.Suini Pro Sus Scrl 166.477 149.949 215 196 Coop.Prod.Suini CR CR salumi24 Bertana Srl 159.518 142.929 117 112 Bertana CR CR salumi25 Ambrosi Ind.Casearia Spa 158.272 142.174 150 148 Ambrosi BS BS lattiero-caseario

Valore della produzione (migliaia €)

Occupati

Page 63: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Le caratteristiche della distribuzione

Page 64: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Tipologie distributive• Dettaglianti tradizionali (normal trade)

– superficie < 200 mq– specializzati– basso numero di referenze– vendita assistita– area geografica del vicinato

• Minimarket o superettes– superficie fra 200 e 400 mq– despecializzati– vendita self-service– area geografica del quartiere

• Supermercati– superficie fra 400 e 2500 mq– despecializzati– alto numero di referenze– vendita self-service– area geografica del quartiere

Page 65: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Tipologie distributive• Ipermercati

– superficie > 2500 mq– despecializzati– altissimo numero di referenze– vendita self-service– area geografica della città

• Discount – superficie di 400-500 mq– despecializzati– basso numero di referenze

•politiche di prezzo aggressive

– vendita self-service•basso livello di servizio

– area geografica del quartiere• Centri commerciali• Convenience store• Cash and carry

•E-commerce•Door to door

Page 66: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Evoluzione della distribuzione• La fase storica

– diffusione dei dettaglianti tradizionali– porzionatura e confezionamento dei prodotti

effettuati dal dettagliante– qualità garantita dal dettagliante

• la fase di despecializzazione – diffusione dei supermercati– diffusione di prodotti alimentari confezionati– competizione di prezzo

• la fase di differenziazione del servizio e di fidelizzazione del consumatore

– introduzione nel supermercato di aree a vendita assistita

– introduzione delle private labels (prodotti a marchio del distributore

– competizione verticale

Page 67: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Evoluzione della distribuzione• la fase delle alleanze e dell’informatizzazione

– creazione delle centrali di acquisto– gestione informatica degli ordini– gestione delle informazioni sul consumatore (EPOS,

Electronic Point of Sale)– Supply Chain Management: vengono analizzate tutte

le attività associate con la trasformazione ed il trasferimento dei beni, dalla materia prima fino al consumatore finale. E’ una forma di integrazione, basata sulla collaborazione lungo la catena.

•L’obiettivo è riorganizzare l’insieme delle attività così che vengano svolte in modo complementare e collaborativo, eliminando quelle che non creano valore per il consumatore --> creare un vantaggio competitivo

• Il progetto ECR (Efficient Consumer Response)

Page 68: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Il progetto ECR

• Aziende della distribuzione e della produzione condividono esperienze e conoscenze dei mercati e dei consumatori e migliorano i processi --> si migliora la soddisfazione del consumatore e si minimizzano i costi

• La gestione delle attività avviene:– dal lato dell’offerta (ottimizzazione del processo di

rifornimento dei pdv)– dal lato della domanda (category management,

promozione di prodotti, introduzione di nuovi prodotti)

Page 69: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.
Page 70: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.
Page 71: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Evoluzione dei punti vendita in Italia

Page 72: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Evoluzione dei punti vendita in Italia

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

Numero di esercizialimentari

Page 73: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.
Page 74: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Sviluppo dei supermercati in Italia

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

1971

1973

1975

1977

1979

1981

1983

1985

1987

1989

1991

1993

1995

1997

1999

2001

600

650

700

750

800

850

900

Numero supermercati

Sup.Media

mq

Da 609 nel 1971 i supermercati divengono 7.143 nel 2001Le superfici medie passano da 690 a 850 mq (+22%)

Page 75: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Evoluzione del numero di addetti nei supermercati in Italia

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

1981

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

addetti

Page 76: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Presenza di supermercati nelle regioni italiane

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

Lom

bard

ia

Venet

o

Emilia

Rom

agna

Lazio

Campa

nia

Piemon

te

Tosc

ana

Sicilia

Puglia

Abruz

zo

Mar

che

Friuli V

enez

ia G

.

Calabr

ia

Ligur

ia

Tren

tino A

lto A

.

Sarde

gna

Umbr

ia

Basilic

ata

Moli

se

Valle

D’Aos

ta

0

200

400

600

800

1000

1200

Numero supermercati

sup.media

Page 77: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

I supermercati in Europa

• Chi conta

Page 78: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Evoluzione degli ipermercati in Italia

- Gli ipermercati passano da 182 a 388 dal 1991 al 2003- Il numero di ipermercati nei paesi UE è molto più elevato: Francia: 1.200 - Gran Bretagna: 1.100 - Germania: 1.600

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000numero punti di vendita

superficie media (mq)

Page 79: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Presenza degli ipermercati nelle regioni italiane

2003

0

20

40

60

80

100

120

Pie

mon

te

Val

le d

'Aos

ta

Lom

bard

ia

Ligu

ria

Tre

ntin

o A

.A.

Friu

li V

.G.

Ven

eto

Em

ilia

Rom

agna

Tosc

ana

Um

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Mar

che

Lazi

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Abr

uzzo

Mol

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Cam

pani

a

Pug

lia

Bas

ilica

ta

Cal

abria

Sic

ilia

Sar

degn

a

-1.0002.0003.0004.0005.0006.0007.0008.0009.00010.000

numero unità di vendita

superficie media (mq)

Page 80: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Evoluzione del numero di addetti negli ipermercati in Italia

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

addetti

Page 81: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Evoluzione degli ipermercati in Italia

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

4,300

4,400

4,500

4,600

4,700

4,800

4,900

5,000

5,100

5,200Numeroipermercati

sup.media

Nord-Ovest42%

Nord-Est20%

Centro16%

Sud-Isole22%

- Gli ipermercati passano da 158 a 459 in un decennio- Il numero di ipermercati nei paesi UE è molto più elevato:

- Francia: 1.200 - Gran Bretagna: 1.100- Germania: 1.600

- Il 62% degli ipermercati si trova nelle regioni del Nord

Page 82: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Gli iper in Europa

• Chi conta

Page 83: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000

380

390

400

410

420

430

440

450

460

470

Punti di vendita

Superficie media

mq

Evoluzione dei discount in Italia

Page 84: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Presenza di discount nelle regioni italiane

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

LOM

BARDIA

LAZIO

VENETO

PIEM

ONTE

EMILI

A ROM

AGNA

PUGLIA

TOSCANA

SICIL

IA

CAMPANIA

LIGURIA

MARCHE

SARDEGNA

ABRUZZO

FRIULI

CALABRIA

UMBRIA

TRENTINO

BASILIC

ATA

MOLI

SE

VALLE D

'AOSTA

0

100

200

300

400

500

600

Punti di vendita

Sup.media

Page 85: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

I discount in Europa• Chi conta

• Paese di origine e presenza

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Le caratteristiche della ristorazione

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Struttura dell’offerta del consumo extra-domestico

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Il peso dei consumi in casa e fuori casa

Ripartizione % della spesa

Page 89: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Tipologie della ristorazione

consumi non organizzati in una

comunità

ristorazione veloce (es. bar, fast food,

ecc.)

ristorazione tradizionale(es. ristoranti, trattorie,

ecc.)

commerciale

collettiva

ristorazione

ristorazione commerciale

Page 90: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

ristorazione collettiva

consumi organizzati in comunita’

autoproduzione

produzione esterna

fornitura indiretta(impresa “rete” buoni

pasto)

fornitura diretta

cucina tradizionale

(es. mense “fresche”, cucine “centralizzate”,

ecc.)

pasti precucinati

(es. surgelati, refrigerati, ecc.)

Tipologie della ristorazione

Page 91: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

DATORE DILAVORO

DIPENDENTE PUBBLICIESERCIZI

IMPRESA DI RISTORAZIONECOLLETTIVA

buoni pasto

1buoni pasto

2

Rete dei buoni pasto

Fornitura indiretta del pasto

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Tecniche di preparazione del pasto

• massimo di lavoro nelle ore di erogazione del pasto• possibilità di distribuire i carichi di lavoro

1. cucina tradizionale - pasto erogato in loco- pasto veicolato

2. pasto precucinato- tecniche di refrigerazione- tecniche di surgelazione- tecniche di sterilizzazione- tecniche del sottovuoto

Fornitura diretta del pasto

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Le tappe dello sviluppo della ristorazione collettiva

Page 94: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

• ristorazione aziendale

• ristorazione scolastica

• ristorazione sanitaria

• ristorazione in altre comunità: caserme, istituti di prevenzione, istituti religiosi, colonie, congressi

Segmentazione della ristorazione collettiva

Page 95: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

• E’ un un settore stazionario a causa del•calo dell’occupazione nelle grandi imprese •diversa articolazione e riduzione dell’orario di lavoro•diffusione dei buoni pasto

• A causa delle cattive prospettive del settore, le imprese che vi operano si stanno diversificando verso altri segmenti della ristorazione o verso settori vicini (buoni pasto, vending, ristorazione commerciali..) o verso settori diversi (pulizie, manutenzioni..) --> global service•le prime tre imprese del settore sono: Onama, Sodexho, Gemeaz Cusin

• Il settore vale 2.500 milioni di euro

La ristorazione aziendale

Page 96: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

• E’ un un settore in aumento nel breve periodo, grazie a:•prolungamento della carriera scolastica •diffusione dell’orario pomeridiano

nonostante l’andamento demografico (invecchiamento della popolazione) --> nel lungo periodo prevarrà questo aspetto

• Fattore critico: frequente partecipazione alle gare di piccole imprese improvvisate, con offerte fuori mercato•le prime tre imprese del settore sono: Sodexho, Onama, Pedus

• Il settore vale 1.400 milioni di euro

La ristorazione scolastica

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• E’ un un settore in forte crescita grazie alla tendenza delle amministrazioni ospedaliere ad affidare in outsourcing questa attività:

– oggi il 44% della ristorazione sanitaria pubblica è ancora in gestione diretta, il 56% è in appalto

• Esistono in questo settore poche grandi imprese (nei capitolati è spesso richiesto di ristrutturare le cucine). Le prime tre sono: Sodexho, Onama, Pedus

• Il settore vale 1.600 milioni di euro

La ristorazione sanitaria

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• E’ un un settore in fortissimo aumento, grazie alla recente apertura di caserme, comunità religiose, carceri ecc. alle società di ristorazione collettiva

• La prospettiva è di un sempre maggiore outsourcing anche per altre attività (pulizie, manutenzioni..)

• Fattore critico: le gare sono al massimo ribasso, con importi complessivi molto elevati --> rischio per l’impresa che vince (spesso sottocosto) e per l’appaltatore (servizio non adeguato o interrotto se l’impresa entra in crisi) •le prime tre imprese sono: Sodexho, Onama, Pedus

• Il settore vale 800 milioni di euro (500 solo l’Esercito)

La ristorazione nelle grandi collettività

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• Ristorazione tradizionale: rappresenta la quota più importante (ristoranti, pizzerie, alberghi..): gli italiani vi spendono 44,5 miliardi di euro

• Ristorazione commerciale a catena (in forte crescita ma poco sviluppata rispetto ad altri paesi)

• le prime tre insegne sono: Mc Donald’s, Spizzico, Pastarito• il settore vale 2.000 milioni di euro

• Home delivery

La ristorazione commerciale

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• Ristorazione ferroviaria (in fortissimo aumento)

- le prime tre imprese sono: Cremonini, Wagon Lits, Gemeaz Cusin

- il settore vale 170 milioni di euro• Ristorazione navale (in forte crescita)

- le prime tre imprese sono: Ligabue, Gemeaz Cusin, Scoccimarro

- il settore vale 500 milioni di euro• Ristorazione autostradale (in aumento)

- le prime tre imprese sono: Autogrill, Ristop, Moto

- il settore vale 1.000 milioni di euro• Inflight catering (in forte diminuzione)

- le prime tre imprese sono: LSG Sky Chef Italia, Ligabue Gate Gourmet Italia, Servair Airchef

- il settore vale 50 milioni di euro

La ristorazione che viaggia

Page 101: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

• Settore polverizzato 1.400 aziende, 5.000 unità locali, 50.000 lavoratori. Circa 1/3 delle aziende gestisce una sola mensa

• settore con diversi gruppi strategici multinazionali, cooperative, gruppi nazionali, piccole imprese

• committenti pubblici capitolato di appalto concorso per assegnazione fornitura variabile critica è il prezzo (soprattutto se capitolato molto dettagliato)

• committenti privati offerta con politiche di prodotto-servizio

• costi lavoro è quello principale (fino al 60% del costo totale) seguito dal costo degli approvvigionamenti dei prodotti alimentari e dai trasporti

Caratteristiche strutturali della ristorazione collettiva

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Le relazioni verticali fra i settori del sistema agro-alimentare

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Strumenti di co-ordinamento verticale

1) STRUTTURE DI MERCATO (Borse merci e mercati ortofrutticoli)

2) CONTRATTO

3) SOCCIDA

4) ACCORDI INTERPROFESSIONALI (ORGANISMI INTERPROFESSIONALI)

5) COOPERAZIONE

6) ASSOCIAZIONI DEI PRODUTTORI (ORGANIZZAZIONI DEI PRODUTTORI)

Page 105: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Strutture di mercato

Borsa merci (agricoltura - industria alimentare)

- prodotti non deperibili

- prodotto non è fisicamente presente

- contrattazione - quotazioni

- futures markets

Mercato ortofrutticolo (agricoltura - distribuzione)

- prodotto deperibile

- fisicamente presente

- contrattazione - quotazioni

- trasferimento del prodotto

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SCHEMA DEL MERCATO ORTOFRUTTICOLO

Produttori agricoli

Commercianti Intermediari Cooperative

Mercato ortofrutticolo

Commercianti Intermediari Piccoli dettaglianti

GDO Ristorazione

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Contratti• Accordo tra due parti (produttore agricolo e produttore industriale) per l'acquisto del bene agricolo, viene stipulato prima che il prodotto sia realizzato e spesso prima che inizi il processo produttivo

• i comparti in cui sono diffusi i contratti sono:- lattiero-caseario- barbabietole da zucchero- pomodori per inscatolati - ortaggi surgelati - soia

• il contratto prevede una serie di condizioni --> prezzo, quantità, caratteristiche qualitative, tempi e modalità di consegna, costi del trasporto, tempi di pagamento, penali

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Contratti• Accordo tra due parti (produttore agricolo e produttore industriale) per l'acquisto del bene agricolo, viene stipulato prima che il prodotto sia realizzato e spesso prima che inizi il processo produttivo

• i comparti in cui sono diffusi i contratti sono:- lattiero-caseario- barbabietole da zucchero- pomodori per inscatolati - ortaggi surgelati - soia

• il contratto prevede una serie di condizioni --> prezzo, quantità, caratteristiche qualitative, tempi e modalità di consegna, costi del trasporto, tempi di pagamento, penali

Page 109: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

ContrattiVantaggi:

- sicurezza di collocamento del prodotto e di prezzo

- definizione delle caratteristiche qualitative

- definizione costo materia prima

Svantaggi:

- clausole

- differenza di potere contrattuale (libera concorrenza)

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Soccida

• Riguarda il comparto zootecnico

• Due figure (soccidante e soccidario)

• una parte cede il bestiame, mentre l’altra parte svolge la funzione di allevatore, fornendo i fabbricati e le strutture per l'allevamento; la parte che ha fornito il bestiame si impegna a riacquistare il bestiame, pagandolo in funzione dell'incremento ponderale raggiunto

• stretto contatto tra agricoltura e industria

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Accordi interprofessionali(organizzazioni

interprofessionali)• Accordi non vengono effettuati tra singoli imprenditori, ma tra le

diverse organizzazioni dei produttori agricoli e degli industriali alimentari

• non sono obbligatori (e vincolanti)

• sono diffusi in diversi comparti e in particolare nel comparto del latte, pomodoro, bietola e dei semi oleosi

• Definiti a vario livello (nazionale, regionale)

• Stabiliscono tipologia dei contratti, requisiti qualitativi, prezzi, garanzie,

• OI (Associazioni fra le parti - 1 per prodotto) [coordinamento immissione, contratti tipo, valorizzazione prodotti, qualità, metodi ecocompatibili]

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Associazioni di produttori(Organizzazioni dei produttori)

• Obiettivo di concentrare l’offerta --> migliorare potere contrattuale dei piccoli produttori

• in Italia le associazioni dei produttori non risultano particolarmente diffuse, anche se vi sono alcune importanti realtà come ad esempio nel comparto ortofrutticolo

• OP Criteri più stringenti per riconoscimento (volume commercializzato, controllo produzione)

• Compiti

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Cooperative agro-alimentari

• Le cooperative di trasformazione hanno la funzione di valorizzare le materie prime conferite dai soci

• i comparti in cui le cooperative sono maggiormente diffuse risultano essere quelli in cui si ha un maggiore collegamento fra agricoltura e industria, come: viti-vinicolo (cantine sociali), lattiero-caseario (caseifici sociali), oleario, ortofrutticolo, carni

• giudizio di convenienza per la trasformazione dei prodotti --> Valore di trasformazione

Vt = Rv – Ct

Vtu = put = Vt / qu

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• L’integrazione verticale in senso stretto si ha quando un’impresa opera in diverse fasi della filiera produttiva. Pertanto sia la fase agricola che la fase di trasformazione industriale vengono compiute all’interno della stessa impresa

• esempi più significativi: comparto viti-vinicolo, lattiero-caseario

Integrazione verticale

Page 115: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

strutture di mercato

(contratti, accordi,ecc.)

cooperative

integrazione verticale

Coordinamento verticale

-

+

Page 116: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Teorie economiche del coordinamento verticale

• Teoria neoclassica

•Supply chain management

• Approccio organizzativo (New Institutional Economics) razionalità limitata, conoscenza imperfetta e comportamento opportunistico degli individui

Page 117: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

New Institutional Economics

• Teoria dell’informazione

• Teoria dei contratti (incompleti, impliciti e d’agenzia)

• Teoria dei diritti di proprietà

• Teoria dei costi di transazione (Transaction Cost Economics) di Williamson (1985, 1996)

Page 118: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Transaction Cost Economics

Obiettivo: scegliere la forma di governo efficiente minimizzazione dei costi di transazione e di produzione

Costi di transazione: costi di informazione, di negoziazione, di monitoraggio

Caratteristiche della transazione:

• grado di frequenza

• grado di incertezza

•grado di asset specificity

Page 119: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Tipologie di transazioni

Non specifico Misto Idiosincratico

Occa

sio

na

le

Acquisto equipaggiamenti standardizzati

Acquisto equipaggiamenti specializzati

Costruzione impianto

Ric

orr

en

te

Acquisto materiali standardizzati

Acquisto materiali specializzati

Trasferimento in loco di prodotti semilavorati

Fre

qu

en

za

Caratteristiche dell'investimento

Page 120: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Strutture di controllo

Non specifico Misto IdiosincraticoO

ccas

iona

leR

icor

rent

e

Controllo bilaterale

Controllo unificato

Fre

qu

enza

Controllo di mercato (contratazione classica)

Controllo trilaterale (contrattazione neoclassica)

Caratteristiche dell'investimento

Page 121: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Transaction Cost Economics

• Se transazione è certa mercato (buy)

• In condizioni di incertezza delle transazioni dovuta a razionalità limitata degli individui:

– basso livello di asset specificity mercato (buy)

– alto livello di asset specificity integrazione verticale (make)

• Il grado di frequenza viene interpretato in relazione del grado di specificità degli investimenti e del grado di incertezza.

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L’analisi economica dei consumi alimentari

Page 123: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Domanda individualeRelazione quantità domandata di un bene -

prezzo del bene

Relazione quantità domandata di un bene - reddito del consumatore

y

p

p2

p1

y1 y2

R

y

Curva di Engel

Page 124: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

La legge di Engel e i suoi effetti

All’aumentare del reddito, la spesa per consumi di base (primari, essenziali) cresce in assoluto ma cala in percentuale rispetto alla spesa per tutti i consumi.

In questa logica, se lo sviluppo economico procede e, quindi, se i redditi crescono, lo spazio per i consumi alimentari si limita a crescere ma meno di quanto avviene per gli altri consumi. Ciò significa che il settore trae minori benefici di altri settori, in termini relativi, dalla crescita economica.

Page 125: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Domanda individualeyi = f (pi, pj, R, g)

dove yi = quantità domandata del bene i; pi = prezzo del bene i; pj = prezzo di beni sostituti; R = reddito del consumatore; g = preferenze qualitative

yi = f (pi)

variazione % della quantità domandata elasticità = ------------------------------------------------

variazione % del prezzo

i prodotti alimentari sono beni di prima necessità per i prodotti alimentari generalmente l’elasticità è bassa

(<1, domanda rigida) --> alla diminuzione del prezzo la quantità aumenta in modo meno che proporzionale

la domanda è più rigida per i prodotti prossimi al livello di saturazione

Page 126: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Domanda individualeyi = f (R)

variazione % della quantità domandata elasticità al reddito = ------------------------------------------------

variazione % del reddito

per i prodotti alimentari (beni di prima necessità) l’elasticità rispetto al reddito è bassa --> all’aumento del reddito la quantità aumenta in modo meno che proporzionale

all’aumento del reddito cresce la domanda di beni non alimentari --> si riduce l’incidenza percentuale dei consumi alimentari sui consumi complessivi

con lo sviluppo economico si riduce negli anni il peso percentuale dei consumi alimentari, ma cresce il valore assoluto

la rigidità della domanda rispetto al reddito comporta una stabilità dei consumi nel medio periodo

Page 127: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Domanda aggregata Domanda individuale --> yi

incremento demografico distribuzione del reddito nella popolazione distribuzione della popolazione per classi di età

domanda di beni alimentari

consumi extra domestici• ristorazione commerciale

--> canale Horeca• ristorazione collettiva

consumi domestici• acquisto di prodotti

alimentari per uso domestico

caratteristiche• molto dinamici• in aumento rispetto al

totale dei consumi• elevata elasticità al

reddito

caratteristiche• stabili in termini fisici• in calo rispetto al totale

dei consumi• ridotta elasticità al

reddito

Page 128: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Le determinanti della domanda di alimenti

Cambiamenti sociali e socioeconomici• struttura sociale• redditi• stadio di sviluppo economico• percentuale occupati su totale popolazione• occupazione femminile• single• movimenti interni popolazione

Cambiamenti demografici• età media, distribuzione classi di età• presenza anziani, donne• scolarizzazione • dimensione famiglie

Page 129: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Le determinanti della domanda di alimenti

Cambiamenti nei comportamenti dei consumatori• stili di vita• modelli alimentari salutistici• i consumi “idiologici”• le mode alimentari • modelli tradizionali rivisitati• esigenze legate al lavoro

Movimenti personali• viaggi lavoro/vacanze• emigrazione/immigrazione• scambi interpersonali

Page 130: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Le determinanti della domanda di alimenti

Commercio internazionale e distribuzione• import/export• prodotti novità• evoluzione settore distributivo

Mezzi di comunicazione di massa• TV, film giornali, internet (forniscono informazioni e immagini che comunicano modelli alimentari innovativi e novità alimentari)

Marketing dei produttori• informazione su prodotti/prezzi• promozione• distribuzione

Page 131: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Dove va la domanda di alimenti: un percorso evolutivo

Necessità vitali da soddisfare

Aumento delle quantità pro-capite

Differenziazione verso alimenti più ricchi (proteine animali, grassi, zucchero)

Cibo come scelta Sicurezza alimentare

IV gammafunctional food, nutraceutical

alimenti di nicchiaprecucinatodiete - cibi light

alimenti rari, pregiati, ricercati

confezionatocontenuto un nutrienti

cibo soddisfazioneservizi, convenience foodhealth, wellness, fitness

bio

tipico etnico

etico

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Evoluzione del peso dei consumi alimentari fuori casa in Italia

Fonte: Largo Consumo

75,1 74,6 74,3 73,3 72,0 71,5 70,5

24,9 25,4 25,7 26,7 28,0 28,5 29,5

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000

consumi extradomestici

consumi domestici

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Spesa delle famiglie per prodotti alimentari e tabacco dal 1970 al 2000 (in miliardi di lire)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali

-

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

1970

1972

1974

1976

1978

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

a prezzi correnti a prezzi 1995

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Composizione percentuale della spesa familiare negli ultimi 15 anni

Fonte: Istat, I consumi delle famiglie

27

73

26

75

24

76

23

77

24

77

23

77

22

78

23

77

22

78

22

78

21

79

20

80

19

81

19

81

19

81

0

20

40

60

80

100

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

Consumi non alimentari

Consumi alimentari

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Page 136: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.
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CONSUMI ITALIANI DEI PRINCIPALI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI (Kg/ anno per persona)

1951 1961 1971 1981 1990 2000Frumento 161,2 159,6 174,2 168,7 160 162,3Risone 7,8 8 6 6,8 7,2 8,8Frutta fresca 56,7 90,3 119,3 110,7 132,1 152,7Ortaggi 106,6 169 192,6 204 218,4 215,3Carni 16,5 30,7 66,8 74 83,3 79,8 -bovine 6,6 14 25,2 25,2 26,2 - -suine 4,4 6,4 11,9 21,2 26,9 -Latte 48,1 61,6 69,5 83,5 79,4 82,9Formaggi 6,4 9 10,6 14,5 16,1 18,6Grassi vegetali 7 13,2 21,5 21,1 25,6 27Olio d'oliva 5 9 11,2 10,6 12,1 -Olio di semi 2 4,2 10,3 10,5 13,5 -Vino (000 hl) 141,6 108,2 112,4 92,5 60,5 55,1Birra (000 hl) 3 6,1 12,1 17,6 23,5 25fonte: Istat, Annuario Statistico

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La percezione del consumatore della

sicurezza alimentare e della qualità

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Qualità e sicurezza alimentare

Qualità: concetto di difficile definizione univoca poiché basato sulla ‘percezione’ soggettiva. Considera sia attributi intrinseci (nutrizionali, sicurezza, organolettici, di processo) che estrinseci

Sicurezza alimentare: è un importate attributo del prodotto legato all’assenza di componenti intrinseche cui è associato un rischio di danno alla salute

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Attributi del prodotto alimentare

Sicurezza alimentarePatogeniMetalli pesanti e tossinePesticidi e residui di medicinaliContaminanti di acque e terreniAdditivi e conservantiBotulismo e altre sporeIrradiazioni e fumigazioniGeni di altra specie

Attributi nutrizionaliCalorieGrassi e colesteroloSodio e altri mineraliCarboidrati e fibreProteineVitamine

Attributi intrinseci di qualitàAttributi organolettici/sensoriali

GustoColoreFreschezzaMorbidezzaOdore/aroma

Attributi di funzioneIntegrità della confezioneDimensioneStileFacilità di preparazioneMateriali di confezionamentoConservabilità

Attributi di processoBenessere degli animaliAutenticità del processo/origine del prodottoRintracciabilitàBiotecnologie/biochimiciImpatto ambientale/biologicoSicurezza dei lavoratori

Fonte: Caswell, Noelke, Mojduszka (2002)

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Attributi del prodotto alimentareAttributi estrinseci di qualità

IndicatoriSistemi di gestione di qualitàCertificazioneEtichettaturaStandard minimi

SegnaliPrezzoMarcaNome del produttore

Nome del distributore

ConfezionamentoPubblicitàPaese di origineAssortimentoGaranzie ReputazioneEsperienze di acquisto passateAltre informazioni disponibili

Fonte: Caswell, Noelke, Mojduszka (2002)

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Attributi del prodotto

asimmetria informativa --> ricerca di informazioni svolta dal consumatore sulle caratteristiche qualitative di un prodotto --> costo-beneficio (Stigler, 1961)

classificazione degli attributi del prodotto sulla base della ricerca di informazioni e delle caratteristiche qualitative:

attributi search/ricerca --> si possono rilevare prima dell’acquisto

attributi experience/esperienza --> si possono rilevare dopo il consumo

attributi credeance/fiducia --> non si possono rilevare anche dopo il consumo

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Attributi del prodottoProdotti ‘ricerca’

Le caratteristiche del prodotto sono note ai consumatori prima della decisione di acquisto (simmetria informativa): i consumatori, dati i prezzi, scelgono la qualità che preferiscono

-> non esiste alcun problema.

Prodotti ‘esperienza’Le caratteristiche del prodotto sono note ai consumatori solo dopo il consumo: se si tratta di prodotti ad acquisto ripetuto, le imprese hanno un incentivo ad offrire beni di buona qualità ad un prezzo adeguato alla qualità ed a fornire ai consumatori informazioni corrette circa le caratteristiche del prodotto

-> poiché i consumatori, dopo il consumo, acquisiscono piena informazione sulle caratteristiche del prodotto, si può creare una “reputazione” del prodotto

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Attributi del prodottoProdotti ‘fiducia’

Le caratteristiche del prodotto e del processo di produzione non sono note ai consumatori neanche dopo il consumo: i produttori conoscono tutte le caratteristiche di ciò che offrono, i consumatori neanche dopo il consumo

-> esempi di caratteristiche qualitative dei prodotti agro-alimentari che li rendono beni ‘fiducia’Caratteristiche del prodotto:

- prodotto a “denominazione di origine controllata o protetta”- prodotto che “non arreca danni alla salute”- prodotto che “fa bene alla salute”- prodotto che “non contiene OGM”

Caratteristiche del processo di produzione:- prodotto da “agricoltura biologica”- prodotto “rispettando la natura”- prodotto “senza impiego di bambini”- prodotto “rispettando il benessere animale”

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Attributi del prodottoProdotti ‘fiducia’

Alcuni consumatori saranno disponibili a pagare di più un prodotto che abbia una o più di queste caratteristiche.

-> l’asimmetria informativa, in presenza di differenze qualitative del prodotto, nei costi di produzione e di una disponibilità a pagare dei consumatori per caratteristiche non osservabili, determina un forte incentivo per le imprese ad offrire ai consumatori prodotti di qualità inferiore come prodotti di più alta qualità

Il mercato per un prodotto ‘fiducia’ può svilupparsi:- sulla base di un atto di fiducia del consumatore (nel produttore)- grazie ad una ‘garanzia’ fornita da terzi sulle caratteristiche del prodotto o del processo che il consumatore non è in grado di verificare da sé.

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L’analisi economica della sicurezza alimentare

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Problematiche economiche della sicurezza alimentare

La sicurezza alimentare (food safety) in senso economico è un attributo del prodotto legato all’assenza di componenti intrinseche cui è associato un rischio di danno alla salute

valore economico della sicurezza alimentare

il prezzo non è un mezzo efficiente per regolare domanda e offerta

fallimento del mercato della sicurezza alimentare» asimmetria informativa» bene pubblico» costi “sociali” della sicurezza alimentare» divergenze fra rischio percepito e rischio reale

efficienza del sistema economico --> intervento pubblico --> politiche per la sicurezza alimentare

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Domanda e offerta di sicurezza alimentare

domanda di sicurezza alimentare offerta di sicurezza alimentare

informazione- imperfetta all’atto dell’acquisto

- asimmetrica

fallimento del mercatoil prezzo non è un mezzo efficiente per regolare domanda e offerta

politiche per la sicurezza alimentare

ridurre l’asimmetria informativa tra produttori e consumatori

garantire la salubrità degli alimenti

sicurezza alimentare (food safety)

asimmetria informativa

bene pubblico

fallimento del mercato

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Problematiche etiche della sicurezza alimentare

Sicurezza alimentare come attributo etico del prodotto

diritto per i consumatori

all’alimentazione all’alimentazione sicura

food security food safety

equità del sistema economico --> intervento pubblico --> politiche per- food security- food safety

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strumenti dell’intervento pubblico per la sicurezza alimentare

Politiche per la sicurezza alimentare

informazione - etichettatura

di prodottostandard di processo di prodotto e di processo

HACCP

rintracciabilità

Obiettivi dell’intervento pubblico:ridurre l’asimmetria informativa tra produttori e

consumatorigarantire la salubrità degli alimenti

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Politica comunitaria per la sicurezza alimentare

Base giuridica generale – libro bianco sulla sicurezza alimentare del 2000– regolamento 178/2002

finalità garantire un livello elevato di tutela della salute umana e degli interessi dei consumatori in relazione agli alimenti

principi generali– libera circolazione dei beni e concorrenza– principio di precauzione– strategia integrata --> approccio sistemico -->

considerare l’intero sistema agro-alimentare (dai campi alla tavola) --> i diversi operatori hanno una responsabilità primaria nella sicurezza alimentare

– analisi del rischio– autorità sulla sicurezza alimentare

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Sicurezza alimentare e analisi del rischio

Risk assessment --> valutazione del rischio

risk management --> gestione del rischio

risk comunication --> informazione sul rischio

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Politica comunitaria sulla sicurezza alimentare

Analisi del rischio

– valutazione del rischio– analisi dell’informazione– Autorità alimentare

– gestione del rischio– principio di precauzione– normativa– Commissione, Parlamento,

Consiglio– comunicazione del rischio

– dialogo con gli interessati– etichettatura e pubblicità– Autorità alimentare

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Politica comunitaria sulla sicurezza alimentare

Regolamento 178/2002

– Applicazione del libro bianco

– finalità: garantire un livello elevato di tutela della salute umana in relazione agli alimenti

– istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare

– istituisce la rintracciabilità

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La politica per la food safety

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Politica comunitaria per la sicurezza alimentare

Etichettatura – direttive 2000/13/CE, 2001/101/CE, 2003/89/CE– regolamento 1830/2003 sugli organismi

geneticamente modificatiStandard

– igiene --> regolamenti 852/2004, 853/2004, 854/2004, 882/2004

– additivi --> direttiva 89/107/CEE– residui e contaminanti --> regolamento 315/93– ecc.

HACCP– regolamenti 852/2004 e 853/2004

Rintracciabilità– regolamento 178/2002

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L’etichettatura

La direttiva 2000/13/CE concerne l’etichettatura dei prodotti alimentari destinati al consumatore finale, nonché aspetti relativi alla loro presentazione e la relativa pubblicità

La disciplina richiede obbligatoriamente le seguenti indicazioni:

• denominazione di vendita• ditta che mette in commercio il prodotto, sede dello stabilimento di produzione e confezionamento• elenco degli ingredienti• peso netto, termine minimo di conservazione, condizioni particolari di conservazione (per prodotti in imballaggi pre-confezionati)

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Gli standard di sicurezza

Standard di prodotto: impongono il raggiungimento di un determinato livello di sicurezza al prodotto (es. residui sostanze chimiche) lasciando i produttori liberi di scegliere le tecniche di produzione per raggiungerlo

Standard di processo: è una norma attraverso la quale vengono fissate e attuate le procedure atte a garantire determinati livelli di sicurezza nella fase produttiva (specifica la tecnologia)

Standard di prodotto e di processo: possono avere contenuto ‘positivo’ obbligando i prodotti a contenere determinati ingredienti o ad adottare precisi metodi di produzione, oppure ‘negativo’ vietando l’impiego di particolari ingredienti o processi produttivi

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La nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti alimentari

• Regolamento 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari

• regolamento 853/2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale

• regolamento 854/2004 che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione dei controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano

• regolamento 882/2004 relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali

• direttiva 2004/41/CE che abroga alcune direttive recanti norme sull’igiene dei prodotti alimentari e le disposizioni sanitarie per la produzione e la commercializzazione di determinati prodotti di origine animale destinati al consumo umano e che modifica le direttive 89/662/CEE e 92/118/CEE e la decisione 95/408/CE

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La nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti alimentari

Considerazioni sul regolamento 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari

• stabilisce i principi generali in materia di igiene dei prodotti alimentari (strutture, locali, trasporti, ecc.)

• prevede l’adozione delle procedure del sistema HACCP

• è basato sulla strategia integrata per la sicurazza alimentare, ma esclude l’applicazione dell’HACCP alla produzione primaria (agricoltura)

• sostituisce la direttiva 93/43/CEE con il regolamento --> armonizzazione delle legislazioni nazionali

• rende obbligatoria l’adozione dei requisiti di igiene e dell’HACCP nell’intero mercato comunitario allargato --> Peco

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Possibili effetti della nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti

alimentariValutazione degli effetti in termini di rapporto costi-benefici

Mercato comunitario

effetti sui produttori alimentari– costi di adeguamento alla nuova normativa

• per i prodotti a marchio industriale e per i prodotti a marchio del distributore (private label)

• per l’intero mercato comunitario “allargato” --> nei Peco consistenti costi di adeguamento

– benefici• maggiore protezione del mercato rispetto ai grandi

competitori internazionali• maggiore fiducia del consumatore

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effetti sul consumatore– costi

• possibile incremento “orizzontale” dei prezzi• possibile incremento delle imposte per i costi dei

controlli– benefici

• maggiore food safety per l’applicazione della normativa e per controlli più efficienti

effetti sul sistema– costi

• costi per l’organizzazione dei controlli– benefici

• maggiore efficienza del sistema• maggiore integrazione nelle filiere

Possibili effetti della nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti

alimentari

Page 163: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Mercato internazionale

effetti sulle esportazioni dei prodotti comunitari

effetti sulle importazioni dai paesi in via di sviluppo– difficoltà di adeguamento alle normative – barriere non tariffarie (barriere tecniche) alle

importazioni

effetti sulle importazioni comunitarie dai paesi industrializzati

Possibili effetti della nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti

alimentari

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Hazard Analysis Critical Control Point HACCP

Procedura di autocontrollo per- identificazione- valutazione- controllo

dei rischi rilevanti per la sicurezza degli alimenti, basata sulla prevenzione e non sull’analisi del prodotto finale.

Grande diffusione dell’HACCP tra i paesi industrializzati:

--> utilizzato come metodo preferenziale a livello internazionale per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari da possibili rischi microbiologici (problema per i PVS)

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TracciabilitàTracciabilità•Prima definizione (D. Lgs. 189/1992 e 155/97)Prima definizione (D. Lgs. 189/1992 e 155/97)Legata alle norme di sicurezza dei prodotti alimentari.•Seconda definizione (art. 18 del Reg. CE 178/2002)Seconda definizione (art. 18 del Reg. CE 178/2002)

È disposta in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione la rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi destinati alla produzione alimentare e di qualsiasi altra sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime.

•Terza definizione (Norma UNI 10939)Terza definizione (Norma UNI 10939)È la capacità di ricostruire la storia e di seguire

l’utilizzo di un prodotto mediante identificazioni documentate, relativamente ai flussi materiali ed agli operatori di filiera.

La rintracciabilità deve permette non solo di risalire La rintracciabilità deve permette non solo di risalire all’indietro all’indietro (rintracciabilità ascendente)(rintracciabilità ascendente), ma anche di , ma anche di seguire in avanti il percorso di un lotto produttivo seguire in avanti il percorso di un lotto produttivo (rintracciabilità discendente).(rintracciabilità discendente).

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FunzioniFunzioni• Individuare le eventuali responsabilità• Ritirare dal mercato, gli eventuali prodotti non

conformi• Garantire il consumatore sulla sicurezza alimentare• Permettere un’analisi strutturata di costi-ricavi

dell’azienda per migliorare efficienza e redditività• Rendere fruibile il patrimonio dei dati raccolti per il

miglioramento della qualità del prodotto• Valorizzare l’immagine aziendale

Problemi pratici da risolvereProblemi pratici da risolvere• Gestione dei lotti dei processi• Azienda leader della filiera• Strumento di comunicazione• Definizione della filiera di base• Ruolo della certificazione di parte terza

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European traceability European traceability systemssystems

White Paper (COM(719)1999)

EU policy (mandatory)

Reg. 1760/2000 (meat sector)

Reg. 178/2002 (agri-food products)

National/international

Standards (voluntary)

UNI, EN, ISO

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European traceability systemsEuropean traceability systems

Voluntary traceability(UNI 10939)

• “supply chain traceability”

• “product traceability”

Mandatory traceability(Reg.178/2002)

“supply chain traceability”

Register the flow of goods throught the supply chain with an appropriate procedure

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Livello cogente dell’UELivello cogente dell’UE• Regolamento CE 178/2002 Regolamento CE 178/2002 Rintracciabilità anagrafica obbligatoria per tutte le produzioni

entro il 1° gennaio 2005 Rintracciabilità a fasi indipendenti: non esiste alcun obbligo

aggiuntivo nella trasmissione delle informazioni Parziale esclusione dell’agricoltura dell’obbligatorietà:

l’oggetto della tracciabilità sono gli alimenti, perciò le aziende agricole sono escluse da azioni obbligatorie

• Regolamento CE 1760/2000 per i prodotti di origine animaleRegolamento CE 1760/2000 per i prodotti di origine animale Anagrafe degli allevamenti e del bestiame Etichettatura obbligatoria in tutta l’UE dal 1° gennaio 2002• Direttiva 2001/18/CE, operativa dal 17 ottobre 2002Direttiva 2001/18/CE, operativa dal 17 ottobre 2002 Obbligo di garantire la tracciabilità degli OGM in tutte le fasi

dell’immissione in commercio (Art.4 e 5) L’obbligo non si estende ai prodotti derivati da OGM, i quali

sono regolati dai Regolamenti CE n. 49/2000 e 50/2000

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Livello volontario: Norma UNI 10939Livello volontario: Norma UNI 10939• Si definiscono i principi di rintracciabilità• Si specificano i requisiti per l’attuazione del sistema stesso: Definire i prodotti, i componenti e le organizzazioni

coinvolte Definire le modalità di registrazione dei flussi materiali Assicurazione del corretto funzionamento tramite verifiche

Vantaggi della Vantaggi della rintracciabilità rintracciabilità obbligatoriaobbligatoria

Rassicurazione in termini di safety

Controllo dei flussi materiali

Definizione delle responsabilità e delle cause dei problemi

Mettere in atto adeguate azioni correttive

Vantaggi della Vantaggi della rintracciabilità rintracciabilità

volontariavolontaria Valorizzazione della

qualità Trasparenza dell’origine

del prodotto Identificazione delle

organizzazioni coinvolte Informazioni al

consumatore Differenziazione

dell’offerta di mercato

Page 171: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Italian voluntary traceabilityItalian voluntary traceability

UNI 10939 (2001)

• Traceability at level of the operators involved in the supply chain (supply chain traceability)

• Traceability at the level of single firm organisation (product traceability)

--> in this way it is possible to reconstruct the history of specific products --> tracead back to relative agricultural raw materials

Page 172: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Italian voluntary traceabilityItalian voluntary traceability

The economic effects of UNI 10939

• Food safety --> better risk management

• Food quality --> better standards management

• Vertical coordination

• Supply chain agreements

• information flow• trust• liability

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Theoretical frameworkTheoretical frameworkTransaction Cost Economics (Williamson 1985, 1996)

Minimization transaction costs (information, negotiating, monitoring costs)

Governance transaction structure

Transaction structure- degree of asset specificity (bilateral dependency of agents)- degree of uncertainty (information asymmetry and opportunistic behaviour)- degree of frequency

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Theoretical frameworkTheoretical framework

Williamson contracting scheme

economic incentives (p>0)contractual support (s>0)

The implementation of VT leads:• An increase of asset specificity• A variation of relative degree of uncertainty• A variation of transaction costs (monitoring costs)

Incentive to promote new transaction governance based on supply chain agreements

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– Contrapposizione fra la crescente domanda di sicurezza alimentare e di attributi di qualità e il processo di liberalizzazione dei mercati

– le nuove istanze rappresentano nuove potenziali barriere di natura non tariffaria (NTB)

Attualmente gli accordi GATT-WTO che regolamentano questa complessa materia sono:

– accordo sulle misure Sanitarie e Fitosanitarie (SPS)

– accordi sulle Barrire Tecniche (TBT)

– accordo sui diritti di proprietà intellettuale legati al commercio (TRIPS, art. 22-24)

Problematiche internazionali

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Classificazione politiche di food safety

Misure per il mercato interno

• informazione / etichettatura

• standard

• HACCP

• rintracciabilità

Misure per gli scambiinternazionali

import

• barriere tecniche

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L’analisi economica della qualità nel

sistema agro-alimentare

Page 178: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Definizione di qualità Qualità: concetto di difficile definizione univoca poiché basato sulla ‘percezione’ soggettiva. Considera sia attributi intrinseci (nutrizionali, sicurezza, organolettici, di processo) che estrinseci

Qualità --> scelta strategica --> posizionamento sul mercato

Differenziazione del prodotto caratteristiche intrinseche (nutrizionali,

organolettiche, funzionali, ecc. ) ed estrinseche marchio privato e marchio collettivo certificazione pubblicità premium price

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strumenti per la qualità agro-alimentare

Classificazione delle politiche per la qualità agro-alimentare

regolamentati da politiche comunitarie e nazionali

regolamentati da organismi internazionali(ISO, UNI, EMAS, ecc.)

cogenti

volontari

– etichettatura– classificazione dei prodotti

con standard (es. olio di oliva, uova, ecc.)

– tutela dell’origine dei prodotti (DOP, IGP, STG, VQPRD, DOCG, DOC, IGT)

– prodotti biologici

– certificazione di processo– certificazione di prodotto– rintracciabilità– certificazione ambientale– certificazione etica

volontari

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Classificazione delle politiche per la

qualità agro-alimentare

Misure per il mercato interno

• informazione / etichettatura

• tutela dei prodotti tipici (DOP, IGP, STG, VQPRD, DOCG, DOC, IGT)

• certificazioni

• tracciabilità volontaria

• agricoltura biologica

Misure per gli scambi

internazionali

import

•barriere tecniche

export •tutela dei prodotti

tipici a livello internazionale

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Tutela dell’origine dei prodotti

• Tipicità di un prodotto agro-alimentare --> prodotto legato ad una specifica area di produzione:– origine delle materie prime– processo produttivo tradizionale dell’area

• Regolamenti 2081/92 e 2082/92– DOP -->(denominazione di origine protetta)

materie prime e processo produttivo legati all’area di origine del prodotto (Parmigiano reggiano)

– IGP -->(indicazione geografica protetta) materie prime o processo produttivo sono fatti nell’area

– STG -->(specialità tradizionali garantite) fa riferimento a un processo (es. mozzarella) realizzabile ovunque

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Denominazione di Origine Protetta DOP

• Per poter ricevere l’appellativo di denominazione d’origine devono sussistere 3 condizioni:– Il prodotto deve essere originario di una

regione, di un determinato luogo, di un paese

– La produzione e/o elaborazione delle materie prime e la loro trasformazione fino al prodotto finito devono essere effettuate nell’area delimitata

– Le particolari qualità e caratteristiche del prodotto devono derivare essenzialmente dall’ambiente geografico del luogo di origine

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Indicazione Geografica Protetta IGP

• Il legame con una specifica area geografica è garantito da almeno una delle fasi della sua preparazione. Condizioni necessarie perché ad un prodotto venga apposta la denominazione sono:– Il prodotto deve essere originario di una regione,

di un determinato luogo, o di un paese; tuttavia le materie prime possono provenire anche da un’altra regione

– Almeno una delle fasi di produzione e/o trasformazione e/o elaborazione devono essere effettuate nell’area delimitata

– Deve esistere un collegamento tra la qualità e/o la reputazione del prodotto e la regione da cui prende il nome

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Le prime regioni produttrici di produzioni tipiche italiane

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Le produzioni biologiche– Il Regolamento CEE 2092/91 definisce le condizioni da

rispettare perché un prodotto agricolo o un prodotto alimentare possano essere offerti facendo riferimento al metodo di produzione biologico

– il Regolamento CEE 1804/99 considera i prodotti dell’allevamento biologico

– i regolamenti definiscono i disciplinari per la produzione biologica

logo dei prodotti italiani dell’agricoltura biologica

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Definizione di internazionalizzazione

• Per internazionalizzazione delle imprese si considera che l’ambito di azione dell’impresa non si limita a una sola realtà nazionale, ma si estende a più paesi --> la presenza dell’impresa all’estero avviene mediante i prodotti dell’impresa stessa, mediante investimenti e altre modalità --> le diverse modalità possono essere attivate nel medesimo tempo.

• Per internazionalizzazione del mercato ci si riferisce a un sistema economico aperto --> paese in cui si realizzano scambi internazionali (in entrata e in uscita) di beni e di capitali, con barriere commerciali nulle o molto ridotte.

• La globalizzazione dei mercati rappresenta un’estensione del concetto di internazionalizzazione.

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Modalità di internazionalizzazione

• commercio internazionale CI

• investimento diretto estero IDE

• accordi AC

presenza estera limitata al prodotto

flussi di import - export

filiali commerciali

filiali produttive

acquisizioni

crescita interna

crescita esterna

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Finalità dell’internazionalizzazione

• espandere l’area di mercato• approvvigionamenti materia prima• espandere l’area di mercato• approvvigionamenti di materie prime• ridurre i costi del lavoro• evitare politiche protezionistiche• evitare fluttuazioni monetarie• conoscere aspetti sociali, istituzionali, ecc

CI

IDE

AC• ridurre costi di approvvigionamento• ridurre costi distribuzione• ridurre costi di R&S, logistici, ecc.

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Ipotesi: prodotti non differenziati, mercati concorrenziali

dotazione di fattori produttivi di ciascun paese

risorse abbondanti risorse scarse fattori poco costosi fattori costosi

costo comparato

vantaggio comparato

specializzazione produttiva di un paese

export

una nazione esporta i prodotti realizzati con i fattori più abbondanti ed importa i prodotti che devono essere realizzati con i fattori più scarsi e quindi più costosi (Venturini, 1989)

Modello di Heckscher-Ohlin

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Paese importatore Paese esportatore

SD

Pw

Pi

Qs Qd

SD

Pw

Qd’ Qs’

P

Q Q

P

Pi

Modello di Heckscher-Ohlin

Qi Qi

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Valutazione degli scambi commerciali

• Saldo assoluto Saldo normalizzato SAi = Exporti - Importi EXP i - IMPi

SNi = dove i = prodotto o settore EXP i + IMPi

valore min -1 --> solo import valore max +1 --> solo exp

• Incidenza dell’import e dell’export sul valore della produzione IMP EXP Iimp = * 100 Iexp = * 100 VdP VdP

• Quota di mercato delle esportazioni (Export Market Share)

dove i = prodotto o settore j = paese n = paesi totali

100

1

n

jij

ijij

EXP

EXPEMS

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Internazionalizzazione nel sistema agro-alimentare

Agricoltura Ind alim Distribuzione

• commercio internazionale si si no

filiali commerciali no si si

• IDE filiali produttive no si no

acquisizioni (si) si si

• accordi no si si

Page 193: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Scambi commerciali agro-alimentari

italiani

Fonte:Inea

2001 - Mio euro

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Scambi commerciali agro-alimentari

italiani2001 - Mio euro

Fonte:Inea

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Strumenti di politica agraria e

internazionalizzazione dei mercati

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Principali fasi della Politica agricola comunitaria

• Anni ’60 e 70 fase produttiva politica dei prezzi

• Anni ’80 fase critica quote latte e stabilizzatori

• Anni ’90 fase di revisione riforma della Pac

• Anni 2000 fase di ulteriore riforma Agenda 2000

• Anno 2003 mid term review

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Politiche di sostegno per il settore agricolo

Misure per il mercato interno

• politiche dei prezzi (accoppiate)

• politiche di aiuto diretto al reddito parzialmente disaccoppiate

• politiche di aiuto diretto al reddito totalmente disaccoppiate

• politiche di restrizione dell’offerta

• politiche per lo sviluppo rurale

• politiche dei fattori di produzione

Misure per gli scambiinternazionali import• tariffe

• prelievi variabili

• restrizioni quantitative

export

• sussidi alle esportazioni

• restituzioni

Page 198: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Analisi della politica di sostegno dei prezzi

Paese importatore Paese esportatore

SD

Pw

Pi

Qs QdQs’ Qd’

a b dc

(-) CS = area (a + b + c + d)

(+) PS = area a

(+) TS = area b

Perdita netta (dead weight loss) = area c + d

SD

Pw

Pi

Qd’ Qs’Qd Qs

a b dc

P

Q Q

P

(-) CS = area (a + c)

(+) PS = area (a + c + b)

(-) TS = area (c + b + d)

Perdita netta (dead weight loss) = area c + d

Page 199: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

SD

Pw

Pw+S

Qs’Qd Qs

a b c

CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)

(+) PS = area a + b

(-) TS = area (a + b + c)

Perdita netta (dead weight loss) = area c

P

Q

Analisi della politica di sostegno diretto al reddito (S) parzialmente

disaccoppiatoPaese importatore

SD

Pw

Pw+S

Qs QdQs’

a b

CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)

(+) PS = area a

(-) TS = area (a + b)

Perdita netta (dead weight loss) = area b

P

Q

Paese esportatore

Page 200: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Confronto tra sostegno dei prezzi e sostegno diretto al reddito

parzialmente disaccoppiato (Paese esportatore)Sostegno diretto al reddito

(S)Sostegno dei prezzi Pi)

SD

Pw

Pw+S

Qs’Qd Qs

a b c

CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)

(+) PS = area a + b

(-) TS = area (a + b + c)

Perdita netta (dead weight loss) = area c

SD

Pw

Pi

Qd’ Qs’Qd Qs’

a b dc

P

Q Q

P

(-) CS = area (a + c)

(+) PS = area (a + c + b)

(-) TS = area (c + b + d)

Perdita netta (dead weight loss) = area (c + d)

Page 201: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

SD

Pw

Pw+S

Qd Qs

a b

CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)

(+) PS = area (a + b)

(-) TS = area (a + b)

P

Q

Analisi della politica di sostegno diretto al reddito (S) totalmente

disaccoppiatoPaese importatore

SD

Pw

Pw+S

Qs Qd

a

CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)

(+) PS = area a

(-) TS = area a

P

Q

Paese esportatore

Page 202: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

SD

Pw

Pq

Qd’ Qs’

a b

(+) PS = area a

TS = 0 ?

P

Q

Analisi delle politiche di restrizione dell’offerta

Paese con economia chiusa

SD

Pi

Qq Qi

(-)CS = area (a + b)

(+) PS = area (a - c)

TS = 0

P

Q

Paese con restrizioni delle importazioni

S’

Pq

a b

c

Perdita netta (dead weight loss) = area (b + c)

(-) CS = area (a + b + c + d)

c d

QsQd

Perdita netta (dead weight loss) = area (b+c+d)

Page 203: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Politiche per la sicurezza alimentare

Misure per il mercato interno

• informazione / etichettatura

• standard

• HACCP

• rintracciabilità

Misure per gli scambiinternazionali

import

• barriere tecniche

Page 204: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

Politiche per la qualità

agro-alimentare

Misure per il mercato interno

• informazione / etichettatura

• tutela dei prodotti tipici (DOP, IGP, STG, VQPRD, DOCG, DOC, IGT)

• certificazione

• rintracciabilità

• agricoltura biologica

Misure per gli scambi

internazionali

import

• barriere tecniche

export • tutela dei prodotti

tipici a livello internazionale

Page 205: Appunti di Economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di Stefanella Stranieri.

di mercato

politiche agrarie

non di mercato

Classificazione delle politiche agrarie

accoppiate --> sostegno dei prezzi, aiuti anticiclici, ecc.

disaccoppiate (totalmente o parzialmente) --> sostegno diretto al reddito

di controllo dell’offerta --> set-aside, quote, diritti di impianto, ecc.

per i fattori di produzione --> misure per investimenti (sviluppo rurale), formazione, lavoro, affitti, imposte, ecc.

per multifunzionalità --> misure agro-ambientali (sviluppo rurale), agri-turistiche, forestali, ecc.

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per il sistema e le filiere

politiche agro-alimentari

per i singoli settori

Classificazione delle politicheagro-alimentari

– politiche di food safety (sicurezza alimentare) --> etichettatura, standard, HACCP, rintracciabilità

– politiche di food quality --> denominazioni di origine, agricoltura biologica, rintracciabilità, certificazione

– politiche di food security --> crescita dell’offerta nei paesi in via di sviluppo

– politiche per le relazioni verticali --> chain management, cooperative

– politiche per il commercio internazionale

– politiche alimentari per fasce più povere

– per il settore agricolo --> Pac– per l’industria alimentare --> es.

antritrust– per la distribuzione --> es. licenze

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Bibliografia essenziale Banterle A. (1995): Processi di concentrazione delle imprese: un’analisi del settore agro-alimentareitaliano, Milano, Franco Angeli.Bertelè U. e Brioschi F. (1981): L'economia agro-alimentare italiana, Bologna, Il Mulino.Bertelè U. e Casati D. (a cura di) (1992): L'industria agro-alimentare italiana. Primo rapporto annuale, Roma, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, Hoepli.Casati D. (a cura di) (1997): Evoluzione e adattamenti nel sistema agro-industriale, Milano, Franco Angeli.Davis J.K. e Goldberg R. (1957): A Concept of Agribusiness, Boston, Harvard University.Cesaretti G.P., Mariani A.C. e Sodano V. (a cura di) (1994): Sistema agroalimentare e mercati agricoli, Bologna, Il Mulino.Connor J.M. e Schiek W.A. (1997): Food Processing. An Industrial Powerhouse in Transition, New York, John Wiley & Sons.Galizzi G. e  Linda R. (a cura di) (1991): Strategie di internazionalizzazione dell'industria alimentare europea, Bari, Laterza.Henke R. e Sardone R. (1998): L’industria alimentare italiana. Struttura e localizzazione regionale, Roma, Inea.

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Bibliografia essenziale Malassis L. e Ghersi G. (a cura di) (1995): Introduzione all’economia agroalimentare, Bologna, Il Mulino.Mariani A. e Viganò E. (a cura di) (2002): Il sistema agro-alimentare dell’Unione europea, Roma, Carocci.Mariani A. (a cura di) (1990): La struttura dell'industria alimentare italiana, Milano, Franco Angeli.Padberg D.I., Ritson C. e Albisu L.M. (a cura di) (1997): Agro-food arketing, Oxon, Cab International.Pieri R. e Venturini L. (a cura di) (1995): Strategie e competitività nel sistema agro-alimentare. Il caso italiano, Milano, Franco Angeli.Pieri R. e Venturini L. (a cura di) (1996): Cambiamenti strutturali e strategie nella distribuzione alimentare in Italia. Le conseguenze per il sistema agro-alimentare, Milano, Franco Angeli.Saccomandi V. (1999): Economia dei mercati agricoli, Bologna, Il Mulino.Sicca L. (1977): L’industria alimentare in Italia, Bologna, Il Mulino.Traill B., Pitts E. (editors) (1998): Competitiveness in the Food Industry, London, Blackie Academic & Professional.