Appunti di Econofisica - Aracne editrice · L’equilibrio di Nash complessivo è...

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Appunti di Econofisica Con esempi ed esercizi svolti Dispense tratte da seminari svolti presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari su argomenti di carattere economico, finanziario, organizzativo-aziendale e sociale a cura di Giancarlo Cappellini Contributi di Marco Aita Giancarlo Cappellini Guido Cappellini Alessandro Chessa Luigi Minerba Stefano Montesanti Gianni Mula Bernardo Spagnolo ARACNE

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Appunti di

EconofisicaCon esempi ed esercizi svolt i

Dispense tratte da seminari svolti pressoil Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliarisu argomenti di carattere economico, finanziario,

organizzativo-aziendale e sociale

a cura diGiancarlo Cappellini

Contributi di

Marco AitaGiancarlo Cappellini

Guido CappelliniAlessandro Chessa

Luigi MinerbaStefano Montesanti

Gianni MulaBernardo Spagnolo

ARACNE

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Copyright © MMVIIIARACNE editrice S.r.l.

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via Raffaele Garofalo, 133 a/b00173 Roma

(06) 93781065

ISBN 978–88–548–2204–7

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: dicembre 2008

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Indice

Prefazione 11

Autori 15

1 Avventure di un fisico in finanza 17

2 La teoria dei giochi in ambito economico e sociale 212.1 Introduzione: un gioco facile . . . . . . . . . . . . . 222.2 Un primo esempio di competizione industriale . . . 222.3 Il dilemma dei prigionieri come gioco non cooperativo 252.4 Il gioco dei duellanti e la guerra fredda . . . . . . . 262.5 La competizione industriale rivisitata: il metodo

esaustivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 282.6 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

3 Il messaggio keynesiano e l’analisi macroeconomica 313.1 Introduzione storica . . . . . . . . . . . . . . . . . 32Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41

4 Macro e microsimulazione di mercati 434.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 434.2 I modelli macroscopici . . . . . . . . . . . . . . . . 46

4.2.1 Il modello ARCH . . . . . . . . . . . . . . . 464.3 I modelli microscopici . . . . . . . . . . . . . . . . 47

4.3.1 Minority games . . . . . . . . . . . . . . . . 49Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52

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6 Indice

5 Le organizzazioni sanitarie complesse 555.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 555.2 L’azienda sanitaria pubblica . . . . . . . . . . . . . 585.3 I DRG (Diagnosis Related Groups) . . . . . . . . . 595.4 Definizione dei prodotti ospedalieri . . . . . . . . . 635.5 Gli indicatori dell’attività sanitaria . . . . . . . . . 65

5.5.1 Durata media della degenza (DM) . . . . . 665.5.2 Tasso di occupazione dei posti letto (TU) . 675.5.3 Intervallo di turnover (It) . . . . . . . . . . 685.5.4 L’indice di case flow . . . . . . . . . . . . . 68

5.6 Applicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71

6 Microcredito e microimprese: un ponte tra due real-tà 756.1 Esercizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82

6.1.1 Esercizio 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 826.1.2 Esercizio 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83

7 Effetti indotti dal rumore in sistemi complessi 857.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 867.2 Rumore e non linearità . . . . . . . . . . . . . . . . 877.3 La risonanza stocastica . . . . . . . . . . . . . . . . 897.4 L’attivazione risonante . . . . . . . . . . . . . . . . 967.5 La stabilità incrementata dal rumore . . . . . . . . 997.6 Il modello di moto browniano geometrico . . . . . 1037.7 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108

8 Breve glossario dei termini finanziari 113Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125

Tavole 127

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Indice delle figure

3.1 Funzioni del consumo e del risparmio . . . . . . . . 40

4.1 Curva sperimentale dei ritorni dei prezzi . . . . . . 454.2 Estensione power–law . . . . . . . . . . . . . . . . 484.3 Fluttuazioni dei ritorni e della ricchezza media . . 514.4 Curva dei ritorni dei prezzi . . . . . . . . . . . . . 53

7.1 Realizzazioni del processo di Wiener . . . . . . . . 887.2 Potenziale a due buche . . . . . . . . . . . . . . . . 917.3 Rapporto segnale rumore . . . . . . . . . . . . . . 937.4 Profili del potenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . 977.5 Tempo medio di fuga . . . . . . . . . . . . . . . . . 987.6 Un sistema totalmente instabile . . . . . . . . . . . 1017.7 Un sistema metastabile . . . . . . . . . . . . . . . 102

8.1 Opzioni call e put . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119

7

8.2 Funzioni Domanda-Offerta . . . . . . . . . . . . . . 123

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Indice delle tabelle

2.1 Un gioco non cooperativo . . . . . . . . . . . . . . 232.2 Il dilemma dei prigionieri . . . . . . . . . . . . . . 232.3 Il gioco dei duellanti con guadagni in euro . . . . . 272.4 Competizione tra aziende . . . . . . . . . . . . . . 27

5.1 Riepilogo Attività 2005, Parte A. . . . . . . . . . . 715.2 Riepilogo Attività 2005, Parte B. . . . . . . . . . . 725.3 Informazioni di base. . . . . . . . . . . . . . . . . .5.4 Indicatori. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

6.1 Raggruppamento delle aziende . . . . . . . . . . . 766.2 Soggetti promotori del microcredito per l’Italia . . 786.3 Soggetti beneficiari del microcredito per l’Italia . . 796.4 Promotori del microcredito per l’Italia . . . . . . . 796.5 Promotori del microcredito per la nostra realtà . . 806.6 Diffusione del microcredito nelle aree extraeuropee 81

8.1 Esempio di libro degli ordini . . . . . . . . . . . . . 121

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7273

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Prefazione

Questa raccolta di appunti trae origine da alcuni seminaritenuti negli ultimi anni presso il Dipartimento di Fisica dellaUniversità di Cagliari da autori di diversa formazione e provenien-za istituzionale su argomenti di carattere economico, finanziario,organizzativo–aziendale e sociale. La motivazione alla base dell’or-ganizzazione dei suddetti seminari è legata alla ormai riconosciutavalidità e potenzialità dell’utilizzo di metodi e modelli della ricercain Fisica in problematiche proprie di altri settori. Data inoltrela forte crisi di vocazioni alle carriere scientifiche (tra le qualiquella in Fisica) che si è riscontrata negli ultimi anni sia nel no-stro paese che a livello europeo (si veda ad esempio il rapportoEU 2004, Europe needs more scientists, ISBN 92–894–8481–0),abbiamo pensato di aprire il nostro Dipartimento anche a profes-sionalità di alto profilo diverse da quelle tradizionalmente ospitate.I suddetti seminari hanno quindi rappresentato un primo girod’orizzonte fatto a livello locale sulle potenzialità di applicazionedi metodologie mutuate dalla Fisica a problematiche di caratterediverso (relative all’Econofisica o Finanza quantitativa e non solo),pensando che in un prossimo futuro un laureato in Fisica possatrovare sbocchi professionali di alto profilo anche nell’ambito eco-nomico, finanziario, gestionale e sociale come già avviene in altrenazioni. Vogliamo qui ricordare che tematiche di carattere socialee finanziario hanno comunque ricevuto già da tempo l’attenzio-ne di molti fisici nel nostro paese: basti ricordare nel passato ilcontributo di Majorana (E. Majorana, Il valore delle leggi stati-stiche nella Fisica e nelle Scienze sociali, Scientia 36, 54 1942)e nel presente più recente quello di Mantegna (R.N. Mantegna,H.E. Stanley, An Introduction to Econophysics: Correlations and

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12 Prefazione

Complexity in Finance, Cambridge University Press, Cambridge2000).

Il primo documento della presente raccolta, elaborato da M. Ai-ta, illustra i vari possibili impieghi di fisici in ambito finanzia-rio con le relative problematiche e le conoscenze professionalinecessarie per affrontarle. Il documento seguente, curato da chiscrive, sulle applicazioni della Teoria dei Giochi in ambito econo-mico e sociale, presenta esempi dal mondo economico, finanzia-rio, politico, sociale affrontati nell’ambito della Teoria dei Giochi.J.M. Keynes è stato l’artefice di una vera e propria rivoluzionedel pensiero economico con notevoli implicazioni negli ambiti dellaPolitica economica negli 1930–40. Nel documento di Guido Cap-pellini vengono forniti alcuni cenni della vasta teoria scientificadel Keynes insieme a semplici esercizi applicativi. Nel documentoMacro e microsimulazione dei mercati di A. Chessa e G. Mu-la vengono affrontate le nuove metodologie applicate dai fisici ematematici alle fenomenologie dei mercati partendo da model-lizzazioni dei mercati stessi. In particolare vengono approfonditii modelli macroscopici (modello ARCH) e i modelli microsco-pici (Minority Games). Il contributo di L. Minerba si focalizzasul funzionamento di una grande organizzazione di professionistidel campo sanitario. Con un chiaro esempio vengono riportatein dettaglio le tematiche che debbono essere affrontate nei pro-blemi di programmazione delle risorse sanitarie. Nel documen-to seguente di S. Montesanti vengono trattate le problematichedelle microimprese nell’ambito degli accelerati processi di globa-lizzazione dell’economia. In particolare viene descritto l’originalemeccanismo introdotto dall’economista M. Yunus (premio Nobel2006 per la Pace) per lo sviluppo accelerato delle microimpre-se con l’accesso facilitato al microcredito. Nell’ultimo contributoB. Spagnolo ha mostrato, con esempi tratti dalla dinamica sto-castica non lineare, che la presenza del rumore può influenzarel’evoluzione di un sistema fisico non lineare in modi non intui-tivi. Inoltre viene proposto un esercizio sui mercati finanziarida svolgere utilizzando l’approccio fenomenologico dei modellistocastici. Conclude la raccolta un breve glossario dei principalitermini finanziari. Alla fine del libro le tavole a colori citate neltesto.

G. Cappellini, A. Chessa e G. Mula riconoscono il supporto del

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Prefazione 13

MIUR attraverso il progetto PON–CyberSar relativamente ai lorocontributi della presente raccolta.

Ricordiamo che la presente raccolta di contributi vuole avereun carattere divulgativo e non esaustivo sui vari temi trattati: permaggiori approfondimenti rimandiamo alla bibliografia alla finedi ogni contributo. Vogliamo infine ringraziare il Dipartimento diFisica dell’Università di Cagliari per aver permesso la realizzazionedel suddetto ciclo di seminari.

Cagliari, marzo 2008 Giancarlo Cappellini

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Autori

• Dr. Marco AitaMPS Finance, Siena

• Prof. Giancarlo CappelliniSLACS–CNR–INFM e Dipartimento di Fisica, Università diCagliari

• Dr. Guido CappelliniAutostrade per l’Italia S.p.a., Roma

• Dr. Alessandro ChessaSLACS–CNR–INFM, Linkalab, CYBERSAR e Dipartimentodi Fisica, Università di Cagliari

• Dr. Luigi MinerbaDipartimento di Igiene e Sanità Pubblica, Policlinico diCagliari

• Dr. Stefano MontesantiIstituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma

• Prof. Gianni MulaSLACS–CNR–INFM, Linkalab, CYBERSAR, Dipartimentodi Fisica, Università di Cagliari

• Prof. Bernardo SpagnoloDipartimento di Fisica e Tecnologie Relative, Università diPalermo

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Capitolo 1

Avventure di un fisico infinanza

Marco AitaMPS Finance – Siena

Sommario

In questo intervento vengono illustrate le opportunità dicarriera per fisici in ambito finanziario. Vengono mostratiesempi di problemi finanziari tipici, con discussione del tipodi preparazione di base necessaria per affrontarli. Vengonoinoltre illustrati i vari tipi di lavoro che un fisico si puòaspettare di trovare in Finanza, con alcuni confronti suivari mercati del lavoro in Italia e all’estero e alcuni suggeri-menti utili ai “giovani scienziati” interessati a questo tipo dicarriera. Il presente contributo è pensato come una raccoltaragionata e commentata dei lucidi che hanno fatto partedelle due presentazioni tenute dall’autore presso il nostroDipartimento.

Tavola C1In questa tavola viene esemplificato il funzionamento e la sche-

matizzazione di una banca di investimenti. La parte dei sales etraders/gestori costituisce il cosiddetto Front Office, quella parte

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18 Marco Aita

della banca che si occupa cioè dei rapporti con il mondo ester-no. Più all’interno sono i sistemi di management e di trading checollaborano con gli specialisti delle analisi quantitative quants erisk managers. Più all’interno si trovano le parti computazionalio dell’Information Technology (IT), del MBO (Middle-Back Of-fice, la parte di supporto operativo) insieme alla Contabilità. Levarie funzioni sono poi collegate fra loro da linee di flusso chemanifestano l’interdipendenza dei vari settori.

Tavola C2

In questa tavola sono riportate le professionalità presenti inuna banca di investimenti in funzione della complessità/tecnicalitàdel lavoro e del livello retributivo (quest’ultimo è diviso in tremacroregioni, i.e. affari–controllo–operazioni). Ritroviamo le pro-fessionalità descritte nella Tavola C1 con anche gli esperti ALMe gli accademici/universitari. Il massimo nelle due “variabili” è inalto a sinistra, il minimo in basso a destra.

Tavola C3

In questa tavola vengono riportate ancora le professionalitàpresenti in una banca di investimenti in funzione del volume dellavoro (ore di lavoro) e della pressione o stress a cui è sottopostol’operatore. Ritroviamo le professionalità descritte nella Tavola C1con anche gli esperti ALM e gli accademici/universitari. Il massimonelle due “variabili” è ancora in alto a sinistra, il minimo in bassoa destra.

Tavola C4

Vengono elencati qui le principali problematiche che devonoessere affrontate in Finanza. Si va dalla modellizzazione dell’anda-mento dei mercati, alla misurazione del rischio e alla stima dellavolatilità.

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1. Avventure di un fisico in finanza 19

Tavola C5

Forse questa è una delle più interessanti schede per i fisici.Infatti viene delineato il tipo di lavori nei quali possono esseremesse in luce le professionalità dei fisici. A parte l’IT, la parte delleone in una banca di investimenti è fatta dalle mansioni di riskmanagement e di analisi quantitativa.

Tavola C6

Per quanto riguarda la preparazione professionale dei fisiciche aspirano a ricoprire incarichi in Finanza sono richieste cono-scenze profonde e quindi “dure” in alcuni settori che vanno dallaprobabilità e statistica alle conoscenze generali di informatica eprogrammazione.

Tavola C7

Ci sono molte altre caratteristiche anche personali che possonoaiutare nella collocazione nel mondo del lavoro e in particolare inFinanza. Queste vanno dalla capacità di lavorare in squadra allacuriosità.

Tavola C8

. . . e naturalmente importantissima è la conoscenza della linguainglese come non trascurabili sono la fiducia nelle proprie capacità,la giovane età e la vivacità dell’intelligenza.

Tavola C9

Sono riportati i principali links da consultare per chiunquevoglia affacciarsi al mondo dell’Econofisica (detta anche Finanzaquantitativa).

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20 Marco Aita

Tavola C10In questi articoli brevi sono riportate le esperienze delle persone

che hanno fatto una scelta professionale nella finanza venendo dauna formazione in Fisica o in altre discipline scientifiche. Interes-sante sono anche gli aspetti e notizie informali che vengono fornitidai vari autori e che molte volte sono importanti per effettuaredelle scelte professionali e di vita. Tutti i contributi possono esseretrovati su ScienceCareers.org.

Tavola C11In questa ultima tavola è riportata la bibliografia fondamentale

sugli argomenti tecnici dell’Econofisica.

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Capitolo 2

Applicazioni della teoriadei giochi in ambitoeconomico e sociale

Giancarlo CappelliniSLACS–CNR–INFM e Dipartimento di Fisica

Università di Cagliari

Sommario

In questo breve articolo vogliamo presentare esempi delmondo economico, finanziario, politico e sociale che pos-sono essere affrontati nell’ambito della Teoria dei Giochi.Vogliamo considerare in tali esempi, senza l’utilizzo delformalismo matematico, i concetti di base e la terminologiadella Teoria dei Giochi diventati di uso comune in vari am-biti e ambienti. Concetti quali equilibrio di Nash, strategiedominanti e dominate, vengono chiariti facendo riferimentoad esempi concreti ed esercizi. In maniera voluta il pre-sente articolo non rappresenta una trattazione sistemica eesaustiva di tali argomenti ma vuole, attraverso sempliciesempi, cercare di far capire quale risulta essere l’utilizzo diuna determinata terminologia in problemi di concorrenza econflitto tratti da situazioni reali. Il livello della trattazioneè mantenuto volutamente a livello elementare.

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22 Giancarlo Cappellini

2.1 Introduzione: un gioco facileLa Teoria dei Giochi (TdG) in generale si occupa di rispon-

dere alla domanda: qual’è il risultato più probabile di un giocoo una di una competizione. Dato che in questo testo vogliamoprocedere per esempi, per introdurre le idee chiave della TdG sipuò prendere come esempio il gioco più facile: un gioco a mossasingola e simultanea. In questo gioco due o più giocatori possonoprendere una singola decisione allo stesso tempo. I giocatori sonosempre supposti razionali. Anche se sembra assurdo quest’ultimoè un requisito importante dato che in molti casi nella realtà sipossono verificare strategie paganti non razionali. Ad esempio unacompagnia aerea può decidere di ribassare il prezzo dei bigliettioltre al limite della perdita economica per cercare di danneggiareuna concorrente sulla stessa tratta. In questo testo ci occuperemodei soli giochi non cooperativi. Nei giochi non cooperativi dueo più giocatori anche contro l’interesse generale non prevedonomai l’eventualità di addivenire ad un accordo. Purtroppo anchedi questa situazione si possono fare molti esempi reali: due entio persone decidono, pur di non mettersi d’accordo, di ricorrerealle vie legali per la soluzione di una controversia accollandosinotevoli oneri materiali, finanziari e morali. Per una trattazioneapprofondita e per una formalizzazione dei concetti esposti si puòfare riferimento alla bibliografia originale di Nash [1]. Facciamosubito un esempio.

2.2 Un primo esempio di competizioneindustriale

Riteniamo interessante presentare come primo esempio quellodella competizione industriale tra due imprese di uno stesso paeseche vogliono decidere se aprire o meno una filiale in uno stesso paeseestero. Naturalmente questo è un esempio tipico di gioco a duegiocatori non cooperativo dato che le direzioni delle due impresenon verranno mai ad una soluzione compromissoria. Un esempiopratico è stata la competizione tra le industrie automobilistichegiapponesi Toyota e Honda sul mercato americano nei primi anniNovanta dello scorso secolo [2]. Per facilitare la comprensione

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2. La teoria dei giochi in ambito economico e sociale 23

Tabella 2.1: Schematizzazione di un gioco non cooperativo a due gioca-tori che simula la competizione tra un’azienda C (giocatoredi colonna) e un’azienda R (giocatore di riga) relativamentealla decisione di costruzione di una propria nuova filiale inun altro paese. Le cifre riportate — la prima per il giocatoredi riga e la seconda per quello di colonna — in ogni casellasono i guadagni in milioni euro.

az. C; cost. az. C; non cost.

Az. R; cost. 16, 16 20, 15

Az. R; non cost. 15, 20 18, 18

Tabella 2.2: Schematizzazione del gioco non cooperativo del dilemma deiprigionieri con “guadagni” rappresentati da anni di carcere.Il giocatore di colonna è Carlo e quello di riga è Roberto. Idati riportati sono negativi perché rappresentano anni dicarcere che vanno a detrazione del totale degli anni di vitada cittadini liberi dei sospettati.

Carlo; conf. Carlo; non conf.

Roberto; conf. −6,−6 0,−12

Roberto; non conf. −12, 0 −2,−2

conviene rappresentare la competizione in forma tabellare. Nellatabella 2.1 sono riportati i profitti delle due aziende nelle quattroconfigurazioni possibili. I dati numerici sono indicativi.

Come si vede chiaramente dalla tabella 2.1, ogni azienda sceglieuna strategia che la porti al massimo profitto, per qualsiasi strategiasegua l’avversario. Nel caso in esame esiste una situazione diequilibrio a cui tende ciascuna azienda, che è quella di aprire unanuova filiale, tale posizione viene detta di equilibrio di Nash [1, 2].Nel caso infatti dell’azienda C i profitti oscillano tra 16 e 20milioni se costruisce e tra 15 e 18 se non costruisce. Per l’aziendaR la situazione è analoga. L’equilibrio di Nash complessivo èche entrambe costruiscano. Ipotizziamo per assurdo che l’aziendaC costruisca e si aspetti che R non lo faccia, arrivando ad un

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guadagno di 20 milioni, allora l’azienda R è costretta a costruireper aumentare da 15 a 16 milioni i propri guadagni. Si noti che lacondizione di equilibrio di Nash non garantisce la massimizzazionedel guadagno complessivo delle due aziende (32 milioni se entrambecostruiscono e 36 se entrambe non costruiscono). Infatti perseguiregli interessi privati determina il prevalere dell’interesse proprio(cosiddetto self–interest) contro quello collettivo.

Dal punto di vista storico la TdG prima del contributo di Nashsi occupava principalmente dei giochi a due partecipanti a sommazero. Questi giochi però hanno una più ristretta applicazione nellarealtà. Nash introdusse la distinzione tra giochi cooperativi e noncooperativi. Per farla breve nei giochi non cooperativi non ci sonomai accordi validi tra i giocatori. L’idea di Nash ha aperto la TdG,considerando un misto di cooperazione e non cooperazione, alleapplicazioni che vanno dalle scienze economiche a quelle politichee sociali fino alla biologia evolutiva. Altro fattore importante èl’interdipendenza. L’esito di un gioco per un giocatore dipende daciò che decidono di fare gli altri giocatori e viceversa. Un giocoa mosse simultanee determina un circolo logico del tipo io pensoche il mio avversario pensi che io pensi che il mio avversario pen-si. . . Nash ha permesso la rottura di questo circolo fornendo unaricetta che permette l’arrivo ad una situazione di equilibrio [2, 3].Il concetto di equilibrio non cooperativo è stato formulato per laprima volta da Nash nella sua tesi di dottorato in Matematica [1].I giocatori cercano un insieme di strategie in modo che la propriascelta sia la migliore se gli altri scelgono quelle che sono miglioriper loro. Se un giocatore ha una strategia che non subisce l’in-fluenza di quello che fanno gli altri questa viene detta dominantementre se ha come scelte una uniformemente negativa questa sidice dominata [1, 2, 3]. Nell’esempio della tavola 2.1 nella paginaprecedente ciascun giocatore ha una strategia dominante (costrui-re) contro una dominata (non costruire) (dominant and dominatedstrategy). Le due singole strategie dominanti si intersecano nellaposizione di equilibrio di Nash globale della competizione. Unaricetta operativa per individuare facilmente l’equilibrio di Nashè quello di eliminare tutte le strategie dominate dal gioco, se cene sono. Se ne esistono di dominanti l’equilibrio di Nash si trovaalla loro intersezione. Esistono in generale situazioni in cui sonopresenti più situazioni di equilibrio oppure giochi che non prevedo-

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2. La teoria dei giochi in ambito economico e sociale 25

no posizioni di equilibrio. Ormai la TdG è considerata una brancadella microeconomia legata alla analisi delle decisioni ottimali daprendere in situazioni di competizione [2]. I principali contributialla TdG moderna sono dovuti a John Forbes Nash, professore dimatematica all’Università di Princeton, soprattutto relativamentealla possibilità di esistenza di situazioni di equilibrio [1, 3].

2.3 Il dilemma dei prigionieri come gio-co non cooperativo

Ecco uno dei giochi non cooperativi più conosciuto. La poliziaarresta due sospettati di un reato e li interroga in celle separate.A ciascuno è offerta la possibilità di confessare, accusare l’altroprigioniero, o di non dire nulla. Il singolo prigioniero è premiatocon la libertà se confessa e l’altro invece non confessa. Quest’ultimoprende il massimo della pena pari a 12 anni di carcere. Se tuttee due confessano hanno un pena di 6 anni, dato che comunquehanno commesso un reato, mentre se tutti e due non confessanohanno una pena di 2 anni dato che si hanno solo indizi a lorocarico. Nella tabella 2.2 nella pagina 23 è riportato lo schemaper il giocatore di colonna Carlo e per quello di riga Roberto. Lacaratteristica fondamentale del gioco è che, indipendentementedalla scelta dell’altro sospettato, ciascuno dei prigionieri otterrebbeil maggior vantaggio se confessasse. Se l’altro confessa, il sospettatoin questione dovrebbe fare lo stesso e in tal modo evitare unpunizione particolarmente dura per il fatto di non cedere. Se invecel’altro non parla, confessando il sospettato riceverà un trattamentopremiante dato che si è trasformato in testimone. La confessionerisulta la strategia dominante per ognuno. È da notare che ilvantaggio maggiore si avrebbe per entrambe nel caso che entrambenon confessassero, ma ciò richiederebbe la collaborazione che nonè prevista nei giochi non cooperativi: in questa situazione la sceltarazionale per ciascuno è quella di confessare. Questa situazione èil punto di equilibrio di Nash del “gioco” [2, 3]. Nota che gli annidi carcere totali all’equilibrio di Nash (12) sono più dei 4 totalidella posizione in cui entrambe decidono di non collaborare. Ildilemma dei prigionieri è un caso emblematico di competizione

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tra interessi collettivi e particolari. È importante notare che nelcaso di reali organizzazioni criminali, la strategia da seguire peri sospettati sarebbe dettata da regole interne dell’organizzazionedi appartenenza che tipicamente premia comportamenti di noncollaborazione con gli inquirenti e punisce molto severamente quellidi collaborazione con gli stessi. In questo caso avremmo sicuramentedue sospettati-giocatori collaboranti che è contro l’ipotesi dei giochinon cooperativi.

Il dilemma del prigioniero ha generato una vastissima letteratu-ra anche in psicologia dove sono importanti i fattori che determina-no la cooperazione e la defezione. La posizione di equilibrio di Nash,definita come la scelta della miglior strategia da parte di ciascungiocatore nell’ipotesi che tutti gli altri giocatori scelgano a lorovolta la propria migliore strategia, non è necessariamente la miglio-re dal punto di vista del gruppo di giocatori. Per fare un esempioeconomico l’esistenza dell’equilibrio di Nash contraddice la manoinvisibile di Adam Smith: quando ciascuno dei partecipanti perse-gue il proprio interesse individuale, non favorisce necessariamenteil massimo vantaggio della collettività [2].

2.4 Il gioco dei duellanti e la guerra fred-da

Un altro esempio molto importante in ambito strategico è quelloche va sotto il nome del gioco, per altro piuttosto demenziale,dei duellanti (o meno nobilmente detto chicken) [2]. Due giovanidecidono di sfidarsi e quindi con le rispettive automobili si lancianol’uno contro l’altro su una strada, di solito la notte di fronteagli amici. Se prima dell’impatto uno dei due devia allora lui sicomporta da vile (chicken) e l’altro diviene l’ “eroe della notte”. Seentrambe deviano dalla traiettoria rettilinea non viene dimostratonulla e nessuno dei due perde la faccia.

Nel malaugurato caso in cui entrambe non cambino strada sonodestinati all’urto e quindi alle lesioni gravi o alla morte, eventualitàche qui volutamente escludiamo. Vediamo come possiamo costruirela tavola di rappresetanzione del gioco chiaramente non cooperativodei duellanti Claudio (giocatore di colonna) e Romeo (giocatore di

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Tabella 2.3: Schematizzazione del gioco non cooperativo dei duellanticon guadagni rappresentati in euro. Il giocatore di colonnaè Claudio e quello di riga Romeo. Il significato di guadagninegativi nel caso di incidente è che a seguito di urto entram-be devono sostenere ingenti spese per danni alle automobilie alle persone.

Claudio; dev. Claudio; non dev.

Romeo; dev. 0, 0 −100, 100

Romeo; non dev. 100,−100 −10.000,−10.000

Tabella 2.4: Schematizzazione del gioco della competizione tra un’azien-da colonna (C) e una riga (R) relativamente all’apertura diuna nuova filiale in un altro paese.

az. C; cost. az. C; non cost.

az. R; cost. 16r, 16c 20r, 15

az. R; non cost. 15, 20c 18, 18

riga). Per pura necessità di rappresentazione riportiamo i guadagnie le perdite (quantificate anche in caso di incidente) in euro. Nellatabella 2.3 la prima configurazione in alto a sinistra rappresenta lasituazione in cui entrambe cambiano strada, quella in basso a destrala situazione in cui i due tirano dritto. Il gioco presenta chiaramentedue posizioni di equilibrio di Nash. Ipotizziamo infatti che Claudiocambi strada: a questo punto Romeo per massimizzare i vantaggidella sfida deve preferire non cambiare strada. Se invece Claudionon devia allora per Romeo, per minimizzare danni è meglio deviare.Ricordiamo, per quanto possa essere assurdo in questo esempio,che i giocatori sono sempre pensati razionali nelle loro decisioni.Questo gioco può essere anche calato con molta facilità nella realtàstorica ed economica. Ad esempio negli anni Cinquanta e Sessantadello scorso secolo una schematizzazione del gioco dei duellantipoteva rappresentare le sfide occorrenti nell’ambito della guerrafredda tra USA e URSS in cui una maggiore aggressività da parte

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di un contendente poteva essere seguita dall’indietreggiamentodell’avversario ai fini del raggiungimento di una nuova situazionedi equilibrio. Guarda caso in un periodo importante della sua vitaNash ha lavorato per il laboratori della RAND (Research andDevelopment) negli USA su problemi di strategia [3]. In campoeconomico il gioco dei duellanti può essere calzante per il caso incui si inneschi la concorrenza tra due imprese in un mercato che nepuò sostenere al massimo una. La soluzione del gioco dei duellanti èche una delle due resta mentre l’altra esce da quel mercato. Questasituazione è detta del mercato naturale monopolistico (naturalmonopoly market) [2].

2.5 La competizione industriale rivisita-ta: il metodo esaustivo

Ci si può chiedere se esistono delle regole determinate per laricerca delle configurazioni di equilibrio di Nash. Nello spirito dellapresente relazione cerchiamo una risposta tramite un esempio.Se consideriamo la competizione industriale e la corrispondentetabella 2.1 nella pagina 23, sappiamo che ogni azienda ha siauna strategia dominata che una dominante. Quindi un primopasso è di escludere le strategie dominate e da questa esclusionela posizione di equilibrio di Nash segue dalla intersezione dellestrategie dominanti. Nel caso non esistano strategie dominatee dominanti si può procedere nel seguente modo. Analizziamole risposte del giocatore di riga (azienda R) a tutte le singoleazioni del giocatore di colonna (azienda C). Nella tabella 2.4 nellapagina precedente riportiamo i risultati del metodo delineato inquesto paragrafo. Se il giocatore di colonna azienda C sceglie dicostruire la migliore risposta per l’azienda R è quella di costruirecon guadagno pari a 16 m.ni di euro. Possiamo operativamentesegnare questo risultato con una r sulla casella corrispondentedella tabella 2.4 nella pagina precedente. Se l’azienda C decidedi non costruire allora per il giocatore di colonna la risposta piùragionevole è quella di costruire con un guadagno di 20 milioni dieuro. Anche questa scelta viene contrassegnata dalla lettera r. Seadesso analizziamo le possibili risposte razionali del giocatore di

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colonna, azienda C, alle iniziative della azienda R troviamo che lascelta di costruire con guadagni rispettivamente di 16 e 20 milionidi euro sono le risposte ragionevoli alle iniziative di costruire edi non costruire del giocatore di riga e vengono contrassegnatedalla lettera c. Ci ricordiamo che l’equilibrio di Nash si ottienequando ciascun giocatore ottiene il massimo guadagno per qualsiasistrategia scelta dall’altro giocatore. Quindi si ha equilibrio quandoquesta situazione si realizza per ognuno dei giocatori, i.e. quandotroviamo nella tabella 2.4 nella pagina 27 una o più configurazioniin cui entrambe le scelte sono contrassegnate dai simboli r e crispettivamente per le scelte del giocatore di riga e di colonna.Tale situazione è rappresentata dalla condizione in cui entrambecostruiscono. Il metodo esaustivo è quello che permette sempre ecomunque la determinazione delle posizioni di equilibrio nel caso cene siano presenti nel gioco-confronto sotto esame. È il metodo forsepiù lungo ma fornisce sempre risultati certi ed è quello che puòessere implementabile, nel caso di più giocatori con più strategie,mediante un programma di risoluzione a calcolatore. Per ragionedi semplicità nel presente articolo abbiamo considerato sempre duegiocatori con due possibili strategie ma naturalmente si possonoesaminare con procedure simili a quelle qui proposte i confrontitra due o più giocatori con due o più strategie di gioco. Anchequeste ultime situazioni sono molto comuni nella vita comune eprofessionale in ambienti differenti [2]. Per rendersi infine conto dellivello di successo che hanno avuto i risultati e i metodi propostida Nash, basti pensare che le nuove tecniche per organizzare leaste di gara relative alla vendita o concessione di risorse pubblicheda parte di alcuni governi moderni sono una diretta conseguenzadelle sue idee [3].

2.6 Conclusioni

In questo breve scritto abbiamo presentato esempi del mon-do economico, finanziario, politico e sociale che possono essereaffrontati nell’ambito della TdG. Sono stati definiti termini qualiequilibrio di Nash, strategie dominanti e dominate. Abbiamo volu-to, attraverso semplici esempi, cercare di far capire qual è l’utilizzo

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di una certa terminologia in problemi di concorrenza e conflittotratti da situazioni reali.

Bibliografia[1] John Nash, Giochi non cooperativi e altri scritti, Zanichelli,

Bologna 2004.

[2] David Besanko, Ronald R. Braeutigan Microeconomics: AnIntegrated Approach, John Wiley & Sons, New York 2002.

[3] Silvia Nasar, Il genio dei numeri, Rizzoli, Milano 1999.