Appunti di armonia 8 Rivolti delle triadi e cifrature...2020/05/31  · Il caso più frequente è il...

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Teoria, analisi, composizione Rocco De Cia [27.5.2020] 1 Appunti di armonia 8 Rivolti delle triadi e cifrature Cifrature La cifratura 3 5 indica che fra il basso e le voci superiori troviamo un intervallo di terza e un intervallo di quinta (esempio a.1: intervallo di terza Do-Mi e intervallo di quinta Do-Sol). La cifratura 3 6 indica che fra il basso e le voci superiori troviamo un intervallo di terza e un intervallo di sesta (esempio a.2: intervallo di terza Do-Mi e intervallo di sesta Do-La). La cifratura 4 6 indica che fra il basso e le voci superiori troviamo un intervallo di quarta e un intervallo di sesta (esempio a.3: intervallo di quarta Do-Fa e intervallo di sesta Do-La). La specie dellintervallo è indifferente: ai fini della cifratura la terza maggiore (3M) e la terza minore (3m) si cifrano entrambe 3; la sesta maggiore (6M) e la sesta minore (6m) si cifrano entrambe 6; e così via. Gli esempi a.1, a.2 e a.3 sono a tre voci; gli esempi b.1, b.2 e b.3 sono a quattro voci. Raddoppio del basso Negli accordi a quattro voci abbiamo una delle tre voci superiori che raddoppia il basso a intervallo di ottava: negli esempi b.1, b.2 e b.3 la voce che raddoppia il basso è il contralto (ma tale raddoppio si potrebbe trovare anche al tenore oppure al soprano, a seconda della disposizione dellaccordo). Ai fini della cifratura, lintervallo di ottava non viene segnato (vedi esempio c):

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Appunti di armonia

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Rivolti delle triadi e cifrature

Cifrature

La cifratura 35 indica che fra il basso e le voci superiori troviamo un intervallo di terza e un

intervallo di quinta (esempio a.1: intervallo di terza Do-Mi e intervallo di quinta Do-Sol).

La cifratura 36 indica che fra il basso e le voci superiori troviamo un intervallo di terza e un

intervallo di sesta (esempio a.2: intervallo di terza Do-Mi e intervallo di sesta Do-La).

La cifratura 46 indica che fra il basso e le voci superiori troviamo un intervallo di quarta e un

intervallo di sesta (esempio a.3: intervallo di quarta Do-Fa e intervallo di sesta Do-La).

La specie dell’intervallo è indifferente: ai fini della cifratura la terza maggiore (3M) e la terza

minore (3m) si cifrano entrambe 3; la sesta maggiore (6M) e la sesta minore (6m) si cifrano

entrambe 6; e così via.

Gli esempi a.1, a.2 e a.3 sono a tre voci; gli esempi b.1, b.2 e b.3 sono a quattro voci.

Raddoppio del basso

Negli accordi a quattro voci abbiamo una delle tre voci superiori che raddoppia il basso a

intervallo di ottava: negli esempi b.1, b.2 e b.3 la voce che raddoppia il basso è il contralto

(ma tale raddoppio si potrebbe trovare anche al tenore oppure al soprano, a seconda della

disposizione dell’accordo).

Ai fini della cifratura, l’intervallo di ottava non viene segnato (vedi esempio c):

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• quando sopra il basso troviamo gli intervalli di terza, quinta e ottava utilizziamo la

cifratura 35 (oppure, in genere, non utilizziamo alcuna cifratura);

• quando sopra il basso troviamo gli intervalli di terza, sesta e ottava utilizziamo la

cifratura 36 (oppure, in genere, utilizziamo semplicemente la cifra 6);

• quando sopra il basso troviamo gli intervalli di quarta, sesta e ottava utilizziamo la

cifratura 46;

A prescindere dalla disposizione delle voci superiori, la cifra più piccola si scrive sempre in

basso, e la più grande sempre in alto (vedi esempio c). Le cifre si leggono sempre dalla più

piccola alla più grande.

Posizione del basso nei rivolti

• Nelle triadi in stato fondamentale, cifrate 35 (ma in genere prive di cifratura), il basso

ha la fondamentale dell’accordo (esempio d).

• Nelle triadi in primo rivolto, cifrate 36, oppure semplicemente 6, il basso ha la terza

dell’accordo (esempio e).

• Nelle triadi in secondo rivolto, cifrate 46, il basso ha la quinta dell’accordo (esempio

f).

La posizione delle tre voci superiori è indifferente.1

Mentre nelle triadi in stato fondamentale si raddoppiava sempre la fondamentale, con i rivolti

si possono raddoppiare anche la terza oppure la quinta dell’accordo.

Regola generale Non si raddoppia mai la sensibile (esempio g).

Nell’esempio d abbiamo tre accordi in stato fondamentale.

1 Per quanto riguarda la classificazione della posizione delle tre voci superiori, vedi Appunti di armonia. 2 –

Disposizione a parti strette in stato fondamentale.

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Nell’esempio e abbiamo tre accordi in primo rivolto. In e.1 abbiamo l’accordo Si-Re-Fa: al

basso troviamo il Re. In e.2 abbiamo l’accordo Mi-Sol-Si: al basso troviamo il Sol. In e.3

abbiamo l’accordo Re-Fa-La: al basso troviamo il Fa.

Nell’esempio f abbiamo tre accordi in secondo rivolto. In f.1 abbiamo l’accordo Mi-Sol-Si:

al basso troviamo il Si. In f.2 abbiamo l’accordo La-Do-Mi: al basso troviamo il Mi. In f.3

abbiamo l’accordo Si-Re-Fa: al basso troviamo il Fa.

L’esempio g è in Re maggiore. La sensibile è il Do, l’accordo è La-Do-Mi.

• L’esempio g.1 è sbagliato, perché viene raddoppiata la sensibile (troviamo il Do sia

al basso sia al soprano).

• Gli esempi g.2 e g.3 sono corretti: in g.2 viene raddoppiata la quinta dell’accordo (Mi

al tenore e al soprano); in g.3 viene raddoppiata la fondamentale dell’accordo (La al

tenore e al soprano).

In sintesi

Nelle triadi abbiamo fondamentale (f), terza (t) e quinta (q):

• nello stato fondamentale (35) al basso c’è la fondamentale (f)

• nel primo rivolto (36) al basso c’è la terza (t)

• nel secondo rivolto (46) al basso c’è la quinta (q)

Impiego di 35, 36 e 46

È importante riconoscere e distinguere il basso dell’accordo e il grado dell’accordo:

• il basso è la nota che troviamo alla voce più grave

• il grado è la fondamentale dell’accordo

Nell’accordo in stato fondamentale (35) basso e grado coincidono.

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Basso

Nella tonalità di Do maggiore

• I36 indica che al basso c’è il Do, e sopra il Do troviamo le note Mi e La, in

qualsiasi disposizione (esempio i.1);

• III36 indica che al basso c’è il Mi, e sopra il Mi troviamo le note Sol e Do,

in qualsiasi disposizione (esempio i.2).

Grado

Nella tonalità di Do maggiore

• VI36 indica che abbiamo l’accordo di La minore (La-Do-Mi) in primo

rivolto: al basso abbiamo quindi il Do, e sopra troviamo le note Mi e La, in

qualsiasi disposizione (esempio i.1);

• I36 indica che abbiamo l’accordo di Do maggiore (Do-Mi-Sol) in primo

rivolto: al basso abbiamo quindi il Mi, e sopra il Mi troviamo le note Do e

Sol, in qualsiasi disposizione (esempio i.2).

In sintesi

Il basso Il grado

• è la traduzione in numero romano

della nota che troviamo al basso

• è la traduzione in numero romano

della fondamentale dell’accordo

• per cifrarlo è sufficiente identificare

la nota che troviamo al basso in

rapporto alla tonalità

• per cifrarlo è necessario individuare

la fondamentale e identificarla in

rapporto alla tonalità

Nei seguenti esempi descrivo l’impiego di 35, 36 e 46 in rapporto al basso.

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Modo maggiore

Nello schema si elencano i rivolti più utilizzati nel modo maggiore.

I rivolti meno frequenti sono indicati fra parentesi.

I II III IV V VI VII

35 3

5 (35) 3

5 35 3

5

(36) (3

6)* 36 3

6 (36) 3

6 *

(46)* 4

6 *

I rivolti che si utilizzano a particolari condizioni sono indicati con un asterisco. Alcuni

specifici movimenti del basso vengono infatti armonizzati con determinati rivolti: ecco i più

frequenti.

Esempio j.1-3

Esempio j.4

Esempio k

Esempio l

Esempio m

35 4

6 3

6 3

5 36 3

6 3

6 35

35 3

6 46 3

5 Basso I II III I II III VII I IV III V V

Grado I V I I VII I V I IV I I V

Negli esempi j.1, j.2 e j.3, in Re M, vediamo tre possibili soluzioni del movimento del basso

I-II-III realizzate con le cifre 35-46-3

6.

I gradi che corrispondono a tale armonizzazione sono I-V-I, ossia una successione di tonica,

dominante e tonica. In effetti l’armonizzazione del basso I35-II4

6-III36 è fra le più comuni in

apertura di un esercizio perché è utile per stabilire la tonalità di impianto con una forma di

cadenza, pur senza impiegare accordi in stato fondamentale.

Passando dal II al III, la voce che raddoppia il basso è obbligata a scendere, altrimenti si

determinerebbero delle ottave parallele col basso:2 il Mi scende sempre al Re.

2 Vedi Appunti di armonia. 9 – Ottave, quinte e unisoni.

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Passando dal II al III, la voce che ha la sensibile (Do) è obbligata a risolvere salendo alla

tonica (Re).

Se l’accordo di I è disposto come nell’esempio j.4, col soprano che raddoppia il basso, si può

utilizzare in alternativa la cifratura 35-36-3

6: anche qui, la sensibile risolve (il Do sale al Re) e

il raddoppio del basso scende (il Mi scende al Re). In tal caso, i gradi corrispondenti sono I-

VII-I: il VII ha in ogni caso una funzione di dominante, quindi si tratta di una successione di

tonica, dominante e tonica analoga ai casi j.1, j.2 e j.3.

Nell’esempio k, in Fa M, vediamo VII-I realizzato con 36-3

5. Poiché nel VII il basso porta la

sensibile, non può essere raddoppiato; il basso risolve la sensibile salendo alla tonica. I gradi

corrispondenti sono V-I (dominante-tonica).

Nell’esempio l, in Re M, vediamo IV-III realizzato con 35-36. I gradi corrispondenti sono IV-

I (sottodominante-tonica).

Nell’esempio m, in Si M, vediamo tre possibili soluzioni del movimento V-V, realizzate con

le cifre 46-35.

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Il caso più frequente è il salto di ottava del basso sul V (m.1).

La cifratura 46-35 può essere utilizzata anche con un V prolungato alla stessa altezza (m.2).

Dopo il salto di ottava sul V troviamo di solito la cadenza perfetta sul I, ma può esserci anche

la cadenza d’inganno sul VI (m.3).3

Attenzione:

• Le cifrature valgono solo per gli specifici gradi indicati. Con I-II-III utilizziamo 35-46-

36, ma con gli altri casi di basso che sale di grado (ad esempio II-III-IV, oppure IV-V-

VI) non utilizziamo le medesime cifrature.

• In generale, quando il basso ha un salto di quarta ascendente (quinta discendente)

oppure di quarta discendente (quinta ascendente) si utilizzano due accordi in stato

fondamentale, ossia 35-35.

3 Vedi Appunti di armonia. 7 – Cadenza d’inganno.

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Modo minore

Come di consueto, il modo minore è più complesso del maggiore. Nel seguente schema si

elencano i rivolti più utilizzati.

I rivolti meno frequenti sono indicati fra parentesi.

La + indica che la nota viene alterata in senso ascendente. Nei casi sotto elencati si tratta

sempre della sensibile:

• +VII significa che il VII viene alterato: in Do minore, si passa da Si a Si.

• II46+ significa che l’intervallo di sesta sopra il II viene alterato: in Do minore, il II è

Re; II36 viene quindi realizzato con le note Re-Fa-Si, mentre II4

6+ viene realizzato con

le note Re-Sol-Si.

I II III IV V VI VII +VII

35 (3

5) 35 * 3

5 35 3

5 35 (3

5)

(36) 3

6 * 36 3

6 36 3

6 *

46+ * 4

6 *

I rivolti che si utilizzano a particolari condizioni sono indicati con un asterisco. Alcuni

specifici movimenti del basso vengono infatti armonizzati con determinati rivolti: ecco i più

frequenti.

Esempio n

Esempio o

Esempio p Esempio q

Esempio s

35 4

6+ 36

36 3

5 35 3

6 36 3

5 46 3+

5

I II III +VII I IV III II III V V

Nell’esempio n, in Re m, vediamo due possibili soluzioni del movimento I-II-III, realizzate

con le cifre 35-46+-3

6.

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Passando dal II al III, la voce che raddoppia il basso è obbligata a scendere, altrimenti si

determinerebbero delle ottave parallele col basso:4 il Mi scende sempre al Re.

Passando dal II al III, la voce che ha la sensibile (Do) è obbligata a risolvere salendo alla

tonica (Re).

In entrambi i casi (n.1 e n.2) la successione di gradi è I-V-I, ossia tonica-dominante-tonica.

Se l’accordo di I è disposto come nell’esempio n.3, col soprano che raddoppia il basso, si può

utilizzare in alternativa la cifratura 35-3

6+-36: anche qui, la sensibile risolve (il Do sale al Re)

e il raddoppio del basso scende (il Mi scende al Re).

Nell’esempio o, in Fa m, vediamo +VII-I realizzato con 36-3

5. Poiché nel +VII il basso porta

la sensibile, non può essere raddoppiato; il basso risolve la sensibile salendo alla tonica.

La successione dei gradi è V-I (dominante-tonica).

Negli esempi p e q, in Re m, vediamo due differenti soluzioni sul III.

Con IV-III si usa la cifratura 35-36 (esempio p). Attenzione alla nota che raddoppia il basso nel

IV: andando al III, bisogna evitare le ottave parallele col basso.5 La successione dei gradi è

IV-I.

Con II-III si usa la cifratura 36-35 (esempio q). In questo caso si ragiona come se ci trovassimo

in Fa M (tonalità relativa maggiore di Re m): poiché nel II il basso porta la sensibile di Fa M,

non può essere raddoppiato. La successione dei gradi è VII-III.

In modo minore, la differenza fra il basso III36 e il basso III3

5 è quindi significativa:

4 Vedi Appunti di armonia. 9 – Ottave, quinte e unisoni. 5 Vedi Appunti di armonia. 9 – Ottave, quinte e unisoni.

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• III36 rappresenta la funzione di tonica (il grado corrispondente è infatti il I): la sua

sensibile è il +VII (in Re m, è il Do); implica l’impiego della scala armonica (con il

Do).

• III35 rappresenta la tonalità relativa maggiore della tonica (il grado corrispondente è

infatti il III): la sua sensibile è il II (in Re m, è il Mi); implica l’impiego della scala

naturale (con il Do).

Nell’esempio r, in Si m, vediamo tre possibili soluzioni del movimento V-V, realizzate con

le cifre 46-3

5. Con la cadenza perfetta V-I è sempre necessaria l’alterazione della sensibile

(La).

Il caso più frequente è il salto di ottava del basso sul V (r.1).

La cifratura 46-35 può essere utilizzata anche con un V prolungato alla stessa altezza (r.2).

Dopo il salto di ottava sul V troviamo di solito la cadenza perfetta sul I, ma può esserci anche

la cadenza d’inganno sul VI (r.3).6

Attenzione:

• Le cifrature valgono solo per gli specifici gradi indicati. Con I-II-III utilizziamo 35-46+-

36, ma con gli altri casi di basso che sale di grado (ad esempio II-III-IV, oppure IV-V-

VI) non utilizziamo le medesime cifrature.

• In generale, quando il basso ha un salto di quarta ascendente (quinta discendente)

oppure di quarta discendente (quinta ascendente) si utilizzano due accordi in stato

fondamentale, ossia 35-35.

6 Vedi Appunti di armonia. 7 – Cadenza d’inganno.

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Rivolti e funzioni armoniche

A differenza degli accordi in stato fondamentale, dove le funzioni armoniche sono definite in

modo univoco, con i rivolti le funzioni armoniche dipendono – in una certa misura – dal

contesto.

Nei seguenti schemi elenco le corrispondenze più significative fra accordi in rivolto e funzioni

armoniche.

Modo maggiore

I II III IV V VI VII

35 → T 3

5 (35) 3

5 → S 3

5 → D 3

5

(36) (3

6)* 36

→ T 36

→ S (36) 3

6 * → D

(46)* → D 4

6 * → D

Nel modo maggiore, III36 è funzione di tonica perché i suoi suoni corrispondono a quelli

dell’accordo di I grado in primo rivolto; analogamente, VII36 e II4

6 rappresentano la funzione

di dominante perché i loro suoni corrispondono a quelli dell’accordo di V grado

rispettivamente in primo e in secondo rivolto.

Modo minore

I II III IV V VI VII +VII

35

→ t (35) 3

5 * 35

→ s 35→ D 3

5 35 (3

5)

(36) 3

6 * 36

→ t 36

→ s 36 3

6 * → D

46+ *→ D 4

6 * → D

Nel modo minore, III36 è funzione di tonica perché i suoi suoni corrispondono a quelli

dell’accordo di I in primo rivolto; analogamente, +VII36 e II4

6+ rappresentano la funzione di

dominante perché i loro suoni corrispondono a quelli dell’accordo di V rispettivamente in

primo e in secondo rivolto.

Tenendo presenti queste corrispondenze, possiamo utilizzare anche per gli accordi in rivolto

i collegamenti fra funzioni armoniche illustrati in Appunti di armonia I e VI.7

Ad esempio:

• possiamo collegare tutte le funzioni armoniche di sottodominante a tutte le funzioni

armoniche di dominante: IV36-V3

5, oppure IV35-V4

6-V35;

7 Vedi Appunti di armonia. 1 – Funzioni armoniche e collegamento fra gradi in stato fondamentale in modo

maggiore e Appunti di armonia. 6 – Funzioni armoniche e collegamento fra gradi in stato fondamentale in

modo minore.

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• possiamo collegare tutte le funzioni armoniche di dominante a tutte le funzioni

armoniche di tonica: V35-I3

6, oppure (nel modo maggiore) VII36-I3

5;

• e così via…

Per i casi contrassegnati da asterisco (*) valgono le indicazioni particolari date in precedenza.

Moto delle parti

Con i rivolti, il moto delle parti diventa più ricco e complesso.

Nelle successioni di accordi in stato fondamentale quando il basso si muove di grado le tre

parti superiori devono realizzare il moto contrario.8 Questa procedura non è più vincolante

con l’introduzione dei rivolti.

In s.1 abbiamo una successione di accordi in stato fondamentale con il basso ascendente di

grado. Le tre parti superiori scendono per moto contrario.

In s.2 abbiamo il medesimo basso ascendente di grado. Utilizzando i rivolti, il moto delle tre

parti superiori è più vario: il tenore realizza moto contrario-contrario-retto; il contralto moto

obliquo-obliquo-parallelo; il soprano moto contrario-parallelo-obliquo.

In sintesi

Quando al basso abbiamo la mediante oppure la sensibile di norma si utilizza il

primo rivolto (36).

8 Vedi Appunti di armonia. 3 – Regole per il moto delle parti.