APPROFITTATE DEL TEMPO DELLA QUARESIMA E ......buttare giù nero su bianco alcune consi-derazioni....

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Signore che desidera realizza- re sempre insieme agli uomini tempi nuovi. E i tempi nuovi si raggiungono soltanto lì dove si vive nell’amore, nella giustizia, nella libertà dei figli. Ecco dunque la necessità di ritornare alla Chiesa e alla vita della Chiesa, perché è nella Chiesa che Dio ci chiama. L’augurio perciò che fac- cio a tutti, è quello di appro- fittare del tempo della Quare- sima e della Pasqua come un dono prezioso e particolare che il Signore ci fa’. Per questo non è suffi- ciente piangere e lamentarsi delle cose che non vanno: bisogna avere il coraggio di donare se stessi e il proprio tempo, perché è quello il tempo in cui inizia la vera resurrezione di ogni cristiano. Guardando le prime gemme ed i primi fiori del disgelo, noi diciamo che è vicina la primavera, accorgia- moci dunque della prima gemma della bella stagione che il Signore mette nelle nostre mani, perché ognuno possa sentirsi felice, ma soprattutto di appartenere alla grande Famiglia di Dio. Con affetto, Buona Pasqua. I vostri Parroci Don Franco e Don Renato Carissimi, fortunatamente l’inverno sembra lasciarci ed il giorno che si allunga porta sempre la speranza di un tempo migliore. Quello che accade in que- sti mesi nel mondo forse può mettere inquietudine in tanti di noi, ma non è questo l’at- teggiamento del cristiano. A tale proposito il mio pensiero va ad altri tempi, quelli nei quali uscendo dalla guerra erano ben altre le minacce e non meno gravi di quelle di oggi: la disoccupazione, la miseria, la fame, la necessità di emigrare. Ma su queste macerie la dove c’era un credente, là dove c’era un uomo o una donna di “buona volontà”, là è sempre rifiorita la bella sta- gione: quella della speranza. Oggi la Chiesa e di conse- guenza anche le piccole Chiese, soffrono di abbando- no delle pratiche religiose e della frequenza ai sacramenti. In poche parole ci si è aggrappati al tempo passato, senza preoccuparsi di vivere con intensità quello presente. Driolassa non è più fortunata di altre parrocchie, perché come altre parochie non c’è e non ci sarà più, negli anni a venire, un parroco residente. Ma biso- VOCE PARROCCHIALE APRILE 2006 NUMERO UNICO 33050 TEOR - Tel. 0432/779447 Grafiche T&T - Rivignano (Ud) Il gonfalone con l’immagine di San Marco, nella sua tradizionale ico- nografia di scrittore del Vangelo con il leone accostato. gna ringraziare il Signore perché perlo- meno tutto quello che serve al bene dei fedeli c’è! Ma è indispensabile darsi da fare non per il bene comune ma per amore del L’augurio dei Parroci APPROFITTATE DEL TEMPO DELLA QUARESIMA E DELLA PASQUA PER RITORNARE ALLA CHIESA PROSSIME RICORRENZE: NEL 2007 RICORRERÀ IL 30° DI SACERDOZIO DI DON FRANCO FRACASSO ED IL 40° DI P. DOMENICO MENEGUZZI: L’APPUNTAMENTO È FISSATO PER IL PERDON DEL CARMINE 2007

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Signore che desidera realizza-re sempre insieme agli uominitempi nuovi. E i tempi nuovisi raggiungono soltanto lìdove si vive nell’amore, nellagiustizia, nella libertà dei figli.Ecco dunque la necessità diritornare alla Chiesa e alla vitadella Chiesa, perché è nellaChiesa che Dio ci chiama.

L’augurio perciò che fac-cio a tutti, è quello di appro-fittare del tempo della Quare-sima e della Pasqua come undono prezioso e particolareche il Signore ci fa’.

Per questo non è suffi-ciente piangere e lamentarsidelle cose che non vanno:bisogna avere il coraggio didonare se stessi e il propriotempo, perché è quello iltempo in cui inizia la veraresurrezione di ogni cristiano.

Guardando le primegemme ed i primi fiori deldisgelo, noi diciamo che èvicina la primavera, accorgia-moci dunque della primagemma della bella stagioneche il Signore mette nelle

nostre mani, perché ognuno possa sentirsifelice, ma soprattutto di appartenere allagrande Famiglia di Dio.

Con affetto, Buona Pasqua. I vostri Parroci Don Franco

e Don Renato

Carissimi, fortunatamentel’inverno sembra lasciarci edil giorno che si allunga portasempre la speranza di untempo migliore.

Quello che accade in que-sti mesi nel mondo forse puòmettere inquietudine in tantidi noi, ma non è questo l’at-teggiamento del cristiano. Atale proposito il mio pensierova ad altri tempi, quelli neiquali uscendo dalla guerraerano ben altre le minacce enon meno gravi di quelle dioggi: la disoccupazione, lamiseria, la fame, la necessitàdi emigrare.

Ma su queste macerie ladove c’era un credente, làdove c’era un uomo o unadonna di “buona volontà”, làè sempre rifiorita la bella sta-gione: quella della speranza.

Oggi la Chiesa e di conse-guenza anche le piccoleChiese, soffrono di abbando-no delle pratiche religiose edella frequenza ai sacramenti.In poche parole ci si èaggrappati al tempo passato,senza preoccuparsi di vivere con intensitàquello presente.

Driolassa non è più fortunata di altreparrocchie, perché come altre parochienon c’è e non ci sarà più, negli anni avenire, un parroco residente. Ma biso-

VOCE PARROCCHIALE

APRILE 2006

NUMERO UNICO

33050 TEOR - Tel. 0432/779447Grafiche T&T - Rivignano (Ud)

Il gonfalone con l’immagine di San Marco, nella sua tradizionale ico-nografia di scrittore del Vangelo con il leone accostato.

gna ringraziare il Signore perché perlo-meno tutto quello che serve al bene deifedeli c’è!

Ma è indispensabile darsi da fare nonper il bene comune ma per amore del

L’augurio dei Parroci

APPROFITTATE DEL TEMPO DELLA QUARESIMA E DELLA PASQUA

PER RITORNARE ALLA CHIESA

PRO S S IME R I CORRENZE :NEL 2007 RICORRERÀ IL 30° DI SACERDOZIO DI DON FRANCO FRACASSO

ED IL 40° DI P. DOMENICO MENEGUZZI: L’APPUNTAMENTO È FISSATO PER IL PERDON DEL CARMINE 2007

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2 DRIOLASSA

Questo ultimo scorcio di tempo, havisto la permanenza in paese di donRemo Bigotto per un periodo di “forza-to riposo”.

Non succedeva ormai da anni dipoter vantare la sua presenza in mezzoa noi per un così lungo periodo ditempo; questo fatto, oltre allo spronedel Consiglio Pastorale, mi ha spinto abuttare giù nero su bianco alcune consi-derazioni. Innanzi tutto esordisco dicen-do che per chi non navighi grosso modotra i 45 e sassantacinque anni, diffìcil-mente potrà intuire quello che donRemo rappresenti per noi; tutti indistin-tamente abbiamo dei ricordi legati allasua cara persona. Verso la fine deglianni “cinquanta” quando ormai donGiuseppe Monticoli considerata l’età,più che “il predi di Durlase” per noi eraun padre o meglio un vecchio nonno:affettuoso e buono che ci sapeva incan-tare e rapire con quella sua favolosastoria sacra, don Remo ancora brillanteseminarista, lo coadiuvava sopperendo-lo in quelle che erano le attività più“dinamiche”: il teatro con i più grandi(erano gli anni per intenderci di : NelloBotto, di Jacumin e Luciano Gaetan, diPirinut e Bepo dalle Costanze, dello zioRosano, di Attilio di Agnul casaro, diGilberto, di Gione Bigot, di Roberto De

Nobili, di Ado, di Pierino, di DolfoGabriel, di Marcello, di Giuliano, ecc.);mentre a noi “Aspiranti” ci proponevafra l’altro delle favolose “caccia al teso-ro” con dei percorsi impossibili dove iltesoro, una scattala di cioccolattini,poteva così venirsi a trovare anche nelbei mezzo della “boschetta dai omàrs”mentre tutto un reticolo di false piste, cifaceva battere a tappeto tutta la zonache va dai: “leóns” e attraverso la corti-

na fino al “tai”, battute di caccia cheduravano interi pomeriggi. Lui eraaltresì allenatore ufficiale della compa-gine sportiva che tutti gli anni calava aPalazzolo per i “giochi del fanciullo”specialità corsa con i cerchi, corsa deisacchi, ecc. tutte cose molto ruspanti. Ilfurgoncino che veniva usato come loco-motore per il tragitto collettivo contanto di marchio degli “sponsor” si faper dire, era il carro e le “ciavale di TinSusin alle briglie suo figlio Marianoprovetto fantino.

La sua ordinazione ed i conseguentiimpegni, non gli impedirono di essereancora in mezzo a noi “nel frattempoormai adolescenti” come guida insosti-tuibile sul palco della filodrammatica.

Questo è stato un periodo che grossomodo va dalla inaugurazione dellanuova sala voluta da don GiuseppeSava (era il 1967) al 1977, un decenniofavoloso; Don Remo cappellano nellaparrocchia del “Villaggio del Sole” aUdine, due volte la settimana scendevaa Driolassa per le prove con il suomotorino sfidando tutte le intemperie, ilpiù delle volte senza passare da casa pernon impensierire i suoi.

Nel 1969 Flavio acquistò una vec-chia “fiat 600” verde petrolio un’auten-tica bomba e quando il tempo era parti-

Don Remo ringrazia per le numerose testimonianze di affetto della Comunità nativadi Driolassa.

La targa ricordo come ringraziamento per don Remo nel ricordo dei 60 anni di fon-dazione della Cantoria e della Filodrammatica, per il sostegno spassionato profusoin tanti anni di genuino entusiasmo.

ABBIAMO GODUTO IN QUESTI GIORNI DELLA SUA PRESENZA

DURLASSE E DON REMOIL NOSTRO GRAZIE E IL NOSTRO RICORDO

(segue a pagina 3)

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Un ricordo dei bei tempi andati per noi e per don Remo.

Carnevale 2006 a Driolassa.

DURLASSE E DON REMOcolarmente inclemente, lo accompagna-vamo noi al ritomo, forzando la suavolontà sempre restia e timorosa didisturbare. Altro campo privilegiato perdon Remo fu la cantoria, sotto la guidadi Pio Pitton con Giona all’organo e conla “direziono artistica” di don Remo, lanostra corale ebbe fra l’altro 1’onore dieseguire in “prima assoluta” la SantaMessa in friulano di don Oreste Rossoche ci faceva pervenire la musica manoa mano che la componeva.

Lui si prodigava con ogni mezzo alfine di inculcarci lo spartito ed eracostretto così a dividersi continuamentetra le vane voci: cantando prima con noitenori, poi con i bassi, poi con i sopranie i contralti passando da una chiaveall’altra come fosse la cosa più naturaledel mondo. Era un vero spasso sentirlopnma intonare da basso e poi da auten-tico falsettista sostenere i soprani nellenote più acute, fossimo stati m teatroavrebbe sicuramente infiammato il Log-gione. Quando Pio fu costretto a lascia-re la bacchetta. Lui ne prese le redini,dirigeva seduto sulla balconata dell’or-chestra gesticolando vibrando tutto alsuono dell’organo per imprimerci il giu-sto tempo, tenendoci invece con il fiatosospeso dandoci l’impressione chepotesse cadere giù da un momentoall’altro. Il settore maschile da allora èpraticamente rimasto sguarnito... Fonso,Vanti, Danilo, Nino Susin, Santin Maur,lo zio Remo Battistutta: che vuoto!

Tutte le feste comandate eranobuone per recarsi a Cinto. I più ora nonne avranno mai sentito parlare, allorainvece una sorta di gemellaggio culina-rio bacchico legava Driolassa con CintoCaomaggiore in quel di Venezia. Dallanotte dei tempi vigeva questa mitica tra-dizione, l’archetipo fondante fu suo fra-tello Duilio, noi “gavanei” purtropporiuscimmo a cogliere solo gli ultimibagliori crepuscolari di questi autenticisimposi. Una parte fondamentale del“rito” consisteva nel canto delle “lita-nie” rivedute e corrette da Duilio e donRemo dove si decantava tra l’altro l’a-more dei ‘santi padri’ verso il dolce net-tare. Se poi il coro sotto il “la” di Vanti,

veniva dirottato sul “ponte di perati” eappena allo stesso luccicavano gliocchi, prontamente don Remo intonavail “mazzolin di fiori” nella versione gre-goriana, o “la Dosolina” per diradare edisperdere la cappa di struggente malin-conia che puntualmente attanagliava ilglorioso reduce.

Da quando venne chiamato a regge-re le sorti della parrocchia di Codroipo,gli venne a mancare materialmente iltempo da dedicare al suo amato paese,anche se per noi rimaneva e continuapiù che mai adesso, ad essere una pre-senza costante nei nostri cuori, infattiquando con un pretesto qualsiasi si facapanello, immancabilmente il discorsova a finire su di Lui e i bei tempi.

Per questo noi indistintamente sen-tiamo il dovere di ringraziarLa per ilgrande regalo che ci ha fatto con la suapresenza e per i bei ricordi che possia-mo vantarci di portare dentro ai nostricuori, indelebili, che nessuno ci potràmai privare. Termino citando così amemoria, un piccolo passo di “JosephRoth” dove più o meno asserisce cheuna persona non può essere autentica-mente altruista eaperta al prossimo senon ha, oltre la bontà, una grandenobiltà d’animo e, aggiungo io: anche ilsuo sorriso don Remo, un autentico toc-casana, contagioso, solare, ottimista...,buono.

Mandi di Federico, dal C.P.P., di dutDurlase e ancie dai nostris emigranzspanduz in europe e oltre Oceano.

(dalla pagina precedente)

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4 DRIOLASSA

IL SAPORE DEL PAESE NATIVOIL RICORDO DI DON REMO,

NEL “RIVIVERE GIORNI SERENI E TRANQUILLI NEL MIO PAESE”

Driolassa, 17 luglio 2005: Processione del “Perdon del Carmine” – Padre Gino Selvaggi (al cen-tro: ha tenuto il triduo di preparazione al Perdon ed ha presieduto la Celebrazione Eucaristica),con don Franco (a sinistra) e don Jean Pierre (a destra) … mentre “uomini forti” sop…portano lacattedra della B.V. del Carmine.

qesti mesi con la loro preghiera. La sentoe la vivo facilmente mediata da persone:le persone che stanno soffrendo in tanteparti del mondo e anche qui; le personeche anni addietro vedevo impegnatissimenella loro famiglia e nel lavoro e ora,come me in un ritmo diverso di vita:“Venite a me voi tutti... e io vi ristorerò”.

Don Remo

Certamente a tante persone capita adun certo punto della vita, un imprevisto;un fatto che ti ferma, ti cambia prospetti-ve, ti arresta i programmi. Quello cheavevo predicato ad altri, si è verifìcatoanche per me. Come se il Signore miavesse detto: “Fino ad ora intendevi ser-virmi muovendoti, dandoti da fare; ora tichiedo di fermarti, di servirmi accettandosofferenza, distacco, pazienza...”.

E così, dopo qualche parentesi diriposo e di cura a Bassano, a Barbana e aIntra ( Varese ) – in tutto, un mese emezzo - sono approdato qui a Driolassa,mio paese natale. Devo ammettere che,nonostante tutto, sono stato fortunato:perché i superiori mi hanno sollevato dapreoccupazioni; i sacerdoti collaboratorisi sono subito assunti, un po’ per ciascu-no, gli impegni; ho la grande fortuna diessere accolto nella mia famiglia chesempre mi ha aiutato e ora mi sostienecon particolare cura; di essere accolto nelmio paese: tutte condizioni ottimali perrimettermi in salute. D’altra parte, inaccordo con i superiori e il medico, holasciato, pur con tanta sofferenza, la Par-rocchia e la vasta Forania di Codroipo. Èstato da parte mia anche un gesto dirispetto verso una comunità così grande ein continua evoluzione.

Da Natale ho incominciato a ripren-dere qualche piccolo servizio che DonFranco e Don Renato, in accordo con ilVicario Generale, mi propongono, sem-pre con tanta delicatezza e riconoscenza.E spero, se e appena i superiori me losuggeriranno, di poter impegnarmi in unaltro, adeguato servizio definitivo.

Tutto questo mi ha dato e mi da mododi rivivere giorni sereni e tranquilli nelmio paese. Si usa dire: “Dove si nasce,ogni erba pasce”, e questo è profonda-mente vero. Non perché si batte in ritiratae ci si rassegna a tutto, ma per altre, benpiù valide motivazioni: volti e luoghi chesono radicati in noi dall’infanzia, riemer-gono più vivi che mai. Ed è provviden-ziale che i ricordi più spontanei sonoquelli positivi, belli, che hanno contribui-to alla nostra crescita umana e spirituale.

Soprattutto qui respiro quel clima disimpatia e di stima con cui Driolassa haaccolto sempre i sacerdoti originari delpaese. Me lo dicevano espressamenteanni addietro Don Giacomo e Don Pietroper i tempi più o meno brevi che potero-no trascorrere qui. Questo anch’io loesperimento e ovviamente ne provo grati-tudine e gioia ulteriore.

Un ultimo accenno alla preghiera, perla quale mi posso permettere tempi noncostretti da orari o da altre faccende: èun’esperienza che non lascio completa-mente al mio estro, come ad esempio lalettura, lo studio. Sento e vivo la preghie-ra come riconoscente comunione contante persone di Codroipo, di Driolassa,di altri luoghi che mi accompagnano in

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… e la sua “chiesa” … in costruzione.

Abbiamo posto alcune domande adon Jean Pierre Dibelayi-Mulumba, cheha passato l’estate rendendo servizionelle parrocchie della zona; l’intervista èstata realizzata con la collaborazione diDilva e Alessandro Bernardis, i genitoriadottivi di don Jean Pierre . Ricordiamoche, arrivato in Friuli, don Jean Pierre hadimorato a Driolassa, presso i genitoriadottivi ed è stato subito “utilizzato” daiParroci per garantire almeno la SantaMessa domenicale in ogni Parrocchia,senza dover ricercare altri sacerdoti. Cosìabbiamo avuto modo di conoscerlo “adistanza” … ravvicinata, anche se - acausa delle difficoltà con la lingua …“friulana” - ha lasciato l’omelia al Dia-cono don Ottavio.

Cominciamo a conoscerci: come sichiama? dove è nato? qual è la suaterra? come ha passato la sua infan-zia?

Mi chiamo Jean Pierre Dibelayi-Mulumba, sono nato a Kabue (KasayiOccidental) nel Congo Democratico(Repubblica Democratica del Congo).Sono nato nella povertà più assoluta, diuna terra povera dove mancava ognigenere di prima necessità, nella solitudi-ne e lontano dai miei genitori. (Alessan-dro ci ha detto che la Mamma abita a1500 km, di distanza ed è riuscito adincontrarsi con lei solo pochissime volte)

Come mai è giunto in Friuli?quali sono i legami che l’hanno por-tata fino a noi? Come si trova nellanostra terra? quali sono le differenzenel modo di vivere rispetto alla suaAfrica?

Sono giunto in Friuli grazie allagenerosità di una famiglia, che ha fattoper me una adozione a distanza. Coltempo questa famiglia ha desideratoconoscere “suo” figlio ed io ho voluto

don Jean Pierre

SI È FERMATO A DRIOLASSA PER TUTTA L’ESTATE

INTERVISTA A DON JEAN PIERREconoscere ed incontrare i “miei genitori”.In Friuli mi trovo bene soprattutto perl’accoglienza che è stata espressa neimiei confronti dalla Comunità e daisacerdoti, don Franco e don Renato,della Forania di Rivignano. Le differenzeche ho trovato sono tantissime: in Africamanca tutto! Ma mancano soprattutto igeneri di prima necessità, in particolareil cibo per una regolare alimentazione, ele medicine ….

Come è nata la sua vocazione?quando è stato ordinato sacerdote?come vive il suo sacerdozio?

Fin da piccolo avevo il desiderio didiventare sacerdote. Sono stato ordinatosacerdote il 31 agosto 2003. Vivo il miosacerdozio molto bene dal punto di vistaspirituale, ma con moltissime difficoltàper quanto riguarda la vita materiale:mancano i mezzi di trasporto e le vie dicomunicazione, non c’è la luce, non cisono neppure i soldi per acquistare leostie per l’Eucaristia, il vino ed il neces-sario per la celebrazione della Messa.

In che zona parrocchiale dell’Afri-ca opera? quanti e quali sono i suoiparrocchiani? è vasta la sua parroc-chia? come riesce a contattare tutti, aseguire tutti, a dialogare con tutti? Hadei collaboratori?

La mia zona pastorale si trova nellaParrocchia di Tshimbulu, in provincia diKananga. La città di Tshimbulu ha 350mila abitanti; i miei parrocchiani sonocirca 15 mila, suddivisi in trentatre vil-laggi che comprendono la Parrocchia diNotre Dame di Grâces (Madonna delle

Grazie). Riesco a contattare e seguiretutti i miei parrocchiani, visitando uno aduno i villaggi con la bicicletta, dove lestrade me lo permettono, ma per la mag-gior parte a piedi, perché le strade sonoimpercorribili. In ogni villaggio ho uncollaboratore laico, a cui i parrocchianifanno riferimento e che mi aiuta nel ser-vizio pastorale.

Nella nostra zona parrocchialesiamo abbastanza benestanti, tranquil-li, con tutti i “servizi” civili, sociali,sanitari, religiosi, ecc., quali sono lenecessità più urgenti nella sua Africaper la sua opera e per la sua missione?

Le necessità più urgenti della miaAfrica sono il reperimento dei mezzifinanziari per la sopravvivenza e percompletare alcune piccole chiese, chesono iniziate, … ma senza tetto e senzaluce. Mi servirebbe anche un mezzo ditrasporto adatto a percorrere le distanzeda un villaggio all’altro: per le “strade”della zona il mezzo più adatto potrebbeessere una “moto da cross”. Ma prima ditutto c’è la necessità di aiutare tanti bam-bini orfani che muoiono di fame …

Non gli abbiamo posto domande sulfuturo. Al futuro ci pensa il Buon Dio ela Divina Provvidenza …, ma forseanche noi potremmo essere quelli chemettono a disposizione la propria manoall’azione del Buon Dio e della DivinaProvvidenza.

a cura di Valter

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San Marco, 25 aprile 2005 – Mons. Flavio Giovenale, vescovo di Abaetetuba presiede la Celebrazio-ne Eucaristica; a fianco, concelebranti, sono mons. Remo Bigotto e P. Domenico Meneguzzi.

Il 25 aprile scorso è stata una giornataimportante per la comunità di Driolassa. Imotivi per festeggiare erano davveronumerosi: oltre alle tradizionali celebra-zioni per il Patrono, S. Marco Evangeli-sta, ricorrevano i 60 anni dalla fondazio-ne della Cantoria e della Filodrammaticae i 45 anni di sacerdozio di monsignorRemo Bigotto (ricorrenza celebrata conqualche mese di ritardo, dato che l’anni-versario cadeva a luglio 2004).

Inoltre i numerosi fedeli che hannopartecipato alla S. Messa delle 10.30hanno avuto la lieta sorpresa di trovaread accoglierli come celebrante dom Fla-vio Giovenale, Vescovo della diocesi diAbaetetuba, in Brasile, dove da anni èstato avviato il Progetto Crescita e Alfa-betizzazione, iniziativa sostenuta da unnutrito gruppo di persone della nostrazona pastorale (in particolare di Rivigna-no e Teor). Lo accompagnava PadreDomenico Meneguzzi, che a lungo èstato missionario nella diocesi di don Fla-vio e che ha concelebrato la Messa, assie-me al nostro don Franco, oltre che natu-ralmente al festeggiato, monsignorRemo. La celebrazione è stata intensa epartecipata: i numerosi fedeli sono statisubito conquistati dallo stile caloroso einformale di don Flavio, che prima di ini-ziare ha voluto stringere la mano al mag-gior numero possibile di persone. IlVescovo nell’Omelia ha ricordato la figu-ra di san Marco, le sue difficoltà e addi-rittura i contrasti con altre importanti per-sonalità dei primi anni della Chiesa.

Questo per ricordarci che se perfino iSanti hanno avuto i loro momenti critici,ma li hanno superati con l’aiuto delSignore, tanto più noi non dobbiamo sco-raggiarci, ma seguendo il loro esempiodobbiamo reagire e non lasciarci andareallo sconforto. Emozionante il momentodella Professione di Fede, proposto inmodo particolare: dopo l’esempio di sanMarco esposto nell’Omelia, il celebranteha voluto far risaltare anche la testimo-nianza data da monsignor Remo nei suoi45 anni di sacerdozio. Così, invece dellacanonica recita del “Credo”, don Giove-nale ne ha estrapolato alcune frasi, for-mulandole come affermazioni della fedeprofessata da monsignor Remo e rivol-gendole sotto forma di domanda all’as-semblea, che, con la risposta “credo”, asua volta confermava la propria fede.Alla fine della Messa la comunità diDriolassa ha voluto dimostrare a monsi-gnor Remo la sua riconoscenza donando-

gli un piccolo presente, una targa com-memorativa, oltre che del suo anniversa-rio di sacerdozio, anche dei 60 anni dellaCantoria e della Filodrammatica, gruppi

Dopo la conclusione della celebrazio-ne tutti i fedeli sono stati invitati a un rin-fresco tenuto nel “Cenacolo” attiguo allachiesa, che è stato solo l’inizio dei festeg-

di cui lui è stato sempre uno dei sosteni-tori più accesi, nonché una delle colonneportanti per lunghi anni.

Ringraziando per questo omaggio,monsignor Remo ha ribadito ancora unavolta il forte vincolo che lo lega a Drio-lassa, sottolineando come per lui il sacer-dozio non sia un fatto individuale, maqualcosa che appartiene a tutta la comu-nità nella quale la vocazione è nata e si èalimentata. Queste parole sono state l’ul-teriore conferma del grande affetto cheunisce monsignor Remo a Driolassa.

giamenti, proseguiti poi con un pranzo acui hanno partecipato circa 120 persone.

Queste importanti occasioni di festa,vissute in stretta comunione tra tutti ifedeli, non devono essere momenti isola-ti, ma devono ricordarci come la nostrafede (e qui ci colleghiamo alle parole dimonsignor Remo sul suo sacerdozio) nonpossa essere vissuta individualmente, iso-landoci dagli altri, ma raggiunga la suapienezza solo nella comunione con i fra-telli e nella vita di comunità.

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SONO STATI TANTI I MOTIVI PER FESTEGGIARE IL

25 APRILE 2005

DRIOLASSA

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Festa della Santa Famiglia – 26 dicembre 2005 – Dopo la Santa Messa e la foto ricordo hanno raggiunto il Bar da Cristhian per un rinfresco, trascor-rendo alcune ore in lieta armonia, raccontadosi il loro vissuto.

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La nostra “festa dei lustri” ci aiuta riflettere su

LA FAMIGLIALa società occidentale nata dalla

fusione di diverse culture (greca, romana,cristianesimo e germanesimo), ha datovita ad una famiglia di tipo monogamicoe prevalentemente paternale. Fino allametà dell’Ottocento, gli studiosi di socio-logia erano soliti indicare due “regolefondamentali” della famiglia: subordina-zione della femmina al maschio e subor-dinazione dei giovani ai vecchi. Con larivoluzione industriale la famiglia occi-dentale sprofonda in una grande crisi,dovuta al passaggio da una società preva-lentemente agricola ad una società preva-lentemente industriale. La partecipazionedella donna all’attività lavorativa sottraela sua “funzione primaria” alla famigliadi sposa e madre (spesso accompagnatada scarsa collaborazione da parte del con-sorte), mentre consente alla famiglia ditirare avanti, riducendo progressivamentel’importanza e la coesione ed accentuan-done pertanto la crisi.

Col passaggio dalla società agricolaalla società industriale, avviene un muta-mento nella struttura familiare, da fami-glia “estesa” (con alto numero di compo-nenti) a famiglia “nucleare” che nascedalla coppia e si estende a pochi discen-denti, la cui tendenza prevalente è di

separare la sessualità dalla procreazione).Questo cambiamento implica la riduzionedel numero medio dei componenti dellefamiglie (che in Italia si aggira intomo a2,5) e conseguente aumento delle fami-glie con un solo componente, quasi sem-pre anziani. Secondo alcuni sociologi, lariduzione della importanza della famigliaè testimoniata dalla diminuzione delnumero di matrimoni, dall’aumento deidivorzi e delle separazioni legali. Adulteriore sostegno di ciò sostengono che“avviene uno spostamento delle funzionidella famiglia: se prima prevalevano leattività strumentali (lavoro, procreazione,educazione, assistenza), ora prevalgonole attività strumentali (sentimento, grati-ficazione personale, uso del tempo libe-ro). Non più famiglia dedita al risparmioed al lavoro incessante, ma permissivaalla soddisfazione soggettiva ed imme-diata, che produce anche insoddisfazione,solitudine e nevrosi. La famiglia untempo aperta al sociale in quanto piccolasocietà dentro la grande società diviene ilrifugio dal sociale, il luogo separato dovesi cercano momenti di ristoro e di evasio-ne dal grigiore della vita pubblica. Lafamiglia, che prima era un’istituzione,diviene ora una società retta da leggi

individualistiche, nella quale l’interessedei singoli componenti prevale sul benecomune”. Dando una prima lettura a tuttociò, emerge un quadro tragico e preoccu-pante della famiglia. La Chiesa ha istitui-to nella prima domenica dopo Natale lafesta della Santa Famiglia, Don GiuseppeSava una ventina di anni fa circa ha intro-dotto questa festa invitando le coppie deivari lustri, il cui significato ha tutt’oggiuna grande importanza, cioè sottolinearecome in una piccola realtà come la nostravenga attribuita ancora (per fortuna!)importanza centrale al ruolo della fami-glia in quanto è la prima scuola di socia-lizzazione (prima nel tempo e per impor-tanza), attribuisce ai suoi componentiidentità e solidarietà, armonizza ladimensione individuale e quella socialedei suoi componenti, ed è perciò checostituisce il luogo educativo per eccel-lenza, prima della scuola, insieme allascuola, dopo la scuola. Driolassa sicura-mente può ancora vantare nel ventesimosecolo la presenza di “fameis sanis”come si diceva una volta, dove i figlivengono cresciuti con i buoni principiche il tempo non ha modificato: educa-zione, solidarietà, rispetto.

Dario Amoroso

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ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

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Su iniziativa di uno sparuto gruppo digenitori quest’anno si è organizzato ilfalò dell’epifania. Ci si è trovati a fineanno per la suddivisione dei compiti e il5 gennaio dopo la Santa Messa per la“benedizione della frutta”, nel camposportivo abbiamo acceso il falò, prepara-to dai papà con i rotoloni di paglia donatida Tiziano Bemardis. Con estrema soddi-sfazione degli organizzatori, si è radunatoquasi tutto il paese in una ricorrenza cheda anni non veniva più proposta. Mentreil falò bruciava è arrivata addirittura labefana che ha portato un sacco pieno didolcetti per la gioia di tutti i bimbi pre-senti. Non ci siamo fatti mancare una

fetta della tradizionale “pinza”, un pezzodi pizza calda o una fetta di buon salamenostrano. La serata era particolarmentefredda ed il vin brulè che ha preparato ilbravo Miloc Claudio ha riscaldato tutti ipartecipanti. Alla fine, come in ogni festache si rispetti, allietati dalla musica diAndrea Pizzali, tutti quelli che hannovoluto si sono fermati a mangiare unpiatto di calda pastasciutta. Visto il suc-cesso ottenuto si pensa già di proporrealtre occasioni di convivialità per tutto ilPaese, riappropriandoci delle tradizioniche hanno contraddistinto la nostra pic-cola comunità negli anni passati.

Una nuova riuscita iniziativa a Driolassa

IL FALÒ DELL’EPIFANIA

BERNARDIS TIZIANO E FIDES,COMISSO FRANCO E ISELLA 10 -NOZZE DI STAGNO

DOSE STEFANO E CRISTINA,DREAN MICHELE E MANUELA 5- NOZZE DI LEGNO Dopo la Santa Messa e la foto ricordo

diverse coppie hanno raggiunto il Bar daCristhian per un rinfresco, trascorrendoalcune ore in lieta armonia, raccontandosiil loro vissuto.

È una “bella” immagine della Befana o un’immagine della “bella” Befana? Noi siamo come ibambini: guardiamo affascinati il falò e teniamo stretti i nostri “dolcetti”.

DARADIN FILADELFIO E VELIA 55 -NOZZE DI SMERALDO

COMISSO LUIGI E AMAZILIA,DELLA BIANCA CESARE EMIRELLA 50 - NOZZE DI ORO

BATTISTUTTA ROSANO E SILVANA40 - NOZZE DI RUBINO

TONIZZO BRUNO E ERNESTINA 35-NOZZE DI CORALLO

AMOROSO GIANCARLO EGABRIELLA, FANTIN ANTONIO

E NICOLINA 30 - NOZZE DIPERLE

GIULIO GIUSEPPE E ANTONILIA,MAIERON STEFANO E RINA 25 -NOZZE DI ARGENTO

COMISSO SERGIO E SUSANNA,ZACCARIOTTO PAOLO E TERE-SA 20 - NOZZE DI PORCELLANA

SELVAGGI GIANNI E DANIELA,TERMINI LUCIANO E BARBARA15 - NOZZE DI CRISTALLO

MMAADDEE...... AALLLL’’EESSTTEERROO

Pùc timp fa par modic presin

un televsor o ai compràt

e in cusine li sul frigo

benin, benin lu ai instalàt

“ Jimast “ ce marche ise

dulà le ano fabricade?

Po’ ti lei un “ MADE IN URSS “

Sul carton ca ere imbalade.

Ai compràt li tazzinis

di porcelane di che fine,

volti il cui e sòt le marche...

al’è scrit un “ MADE IN CINE “.

Ai compràt par netà i peis

un tapét coler maron,

po’ti lei un” MADE IN INDIA”

sót dispus in t’un cìanton.

Ai cioì la boze pe aghe cialde

par quant il frét ale tan grand,

masot li da la mantie

al’è scrit” MADE IN ENGLAND “.

Ai compràt une sciarpute

rose antìc grande eleganze

ma la dongie lis piniis

al’è scrit “ MADE IN FRANCE “.

Ai compràt lis ciabatinis

di velùt e corean,

ma po’ sot in ta la suele

a l’è scrit “ MADE IN JAPAN “.

La me ciare negoziante

mi ha regalai dai tavaiuz

ma un “ MADE IN INDONESIA “

al è scrit tai ciantonuz.

Pe strade a passin machinaris

CATEPILLARE “ FERGUSON”,

ma si viôt in tè scriture

che talian a no l’è il non.

Si, si! Il comercio l’a di cori

ma se tane ogez son import

i nestris puars operaios

e saran due disocupaz.

Bruna Collovatti Durlase 2005/6

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DRIOLASSA 9

Nella piccola chiesa di Chiarmacis

LA NOTTE DI NATALECOME IN UNA GRANDE FAMIGLIA

Nella piccola chiesetta di Chiarmacis mons. Rinaldo Fabris celebra la vigilia della Notte Santadi Natale (24 dicembre 2005).

Ormai anche le celebrazioni sacredevono seguire un proprio “turno”, comedi fronte allo sportello della posta....Infatti già da un pò di anni, da quandopurtroppo ci ha lasciati il nostro amatis-simo parroco, abbiamo dovuto adeguarciad avere un anno si e due no la messadella vigilia di Natale, perché purtroppo iparroci scarseggiano e le chiese e lecomunità aumentano e hanno bisognotutte, in egual modo, delle celebrazionidurante le festività e non solo.

Quest’anno la messa della viglia diNatale è stata celebrata nella chiesa diCampomolle, ma si è anche celebratauna funzione, alle ore 20, presso la chie-setta di Chiarmacis per venire incontro apiù esigenze, nello specifico: favorire ildesiderio degli ex-abitanti di Chiarmacissparsi nei paesi limitrofi, per le personeanziane, non potendo partecipare allamessa di mezanotte causa l’orario, per ipochi abitanti di Chiarmacis ed ancheper la nostra comunità che non ha volutorinunciare al tradizionale scambio diauguri tra compaesani nella festa religio-sa che più avvicina la nostra comunità (dopo i festeggiamenti del Perdon con laclassica cena). Come sempre, di frontealle difficoltà, la nostra comunità si èresa subito disponibile per non perdersiquesto importante avvenimento e conbuona volontà e spirito di iniziativa dialcune persone del paese si è riusciti adorganizzare la messa della vigilia nellachiesetta di Chiarmacis.

L’atmosfera che si respirava quellasera è indescrivibile, credo che se doves-si fare un paragone la paragonerei all’at-mosfera che credo si respirasse nellastalla di Betlemme nella notte in cui ènato Gesù... spesso non servono granditappeti di raso, vesti regali, addobbi ori-ginali per rendere un luogo accogliente eadatto ad una cerimonia, a volte, come èsuccesso a Chiarmacis quella sera, basta-no due candele, una stella di natale rossae un vecchio organo ancora funzionanteper rendere tutto perfetto quasi irreale...

Anche il parroco, proveniente daUdine, credo si sia accorto di questo,perché durante la predica ha chiaramenteaffermato di sentirsi all’intemo di unafamiglia, una famiglia che raccolta inpreghierasi riunisce per farsi gli auguri osemplicemente per stare assieme dopo

aver ascoltato la parola di Dio ( spiegatadal sacerdote in maniera semplice madiretta, ritornando al tempo di Gesùnato). Tutto è stato perfetto, perfino ilbrindisi fuori la chiesa, si chiacchierava,ci si raccontava le buone nuove, deinipoti che crescono, dei figli che si spo-sano o delle persone che ci hanno lascia-to: tutto in estrema armonia, quasi senzaaccorgersi del grande freddo della serata.(sottolinio il quasi perché credo moltepersone, compresa me, sono arrivate acasa con i piedi IBERNATI ).

È incredibile come, a volte, bastacosì poco per stare insieme per condivi-dere un momento religioso così impor-tante per tutte le persone che credono,ma non solo. Sarebbe bello che anche ibambini partecipassero un pò di più aquesti momenti, secondo me molto edu-cativi non solo dal punto di vista religio-so ma anche umano, perché vedere con ipropri occhi esperimentarlo sulla propriapelle quando una comunità, un gruppo dipersone legate da vincoli più forti dellaparentala, ma dell’amicizia, della ricono-

scenza, dell’affetto si aiutano per rag-giungere uno scopo comune, il bene ditutti, anche di quelli che non partecipanoè un insegnamento che al giorno d’oggi èdifficile trovare, nemmeno nelle scuole,un insegnamento che fa crescere i bam-bini con dei principi importanti per illoro futuro, ma anche per il loro benesse-re personale, per la loro serenità.

Non bisogna assolutamente abbando-nare le vecchie e buone abitudini dellanostra comunità, anche se sono poche espesso e volentieri è difficile farle rima-nere vive nel tempo, occorre tener duro eimpegnarsi senza indugi per il benecomune, per il bene della comunità, altri-menti basterà molto poco per perdersi,ognuno nella propria casa, nel propriomondo. Far parte di una comunità vuoldire anche partecipare attivamente allasua evoluzione, vuoi dire condivideregioie e dolori, non servono grandi sacri-fici, ma piccoli gesti e tanto ottimismo...che, diciamolo, serve sempre al giornod’oggi!!

Anna Ceretti

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10 DRIOLASSA

AFDS SEZIONE DI TEORUNA SEZIONE VIVA PIÙ CHE MAI

A 47 ANNI DI VITANell’appena trascorso 2005 ha inizia-

to ad essere attivo il nuovo e appena rin-novato Consiglio direttivo della nostraAssociazione Friulana Donatori di San-gue di Teor. A seguito delle votazioni edel rinnovo delle cariche infatti, sonostati così assegnati nominalmente i ruoliai Consiglieri: il Presidente Maria ElenaMauro, il Vice Presidente ErmanoFabris, il Segretario Marco Scussolin, ilRappresentante dei donatori Bruno DiLazzaro, il Cassiere Fabio Della Bianca,i Revisori del conto Rosano Battistutta eMoratti Romano e i Consiglieri TizianoBernardis, Pietro Collovati, GianfrancoFontana, Fabrizio Mattiussi, DanteMauro, Onorino Moratti, Mauro Pitton,Roberto Vida.

Al suo 46° anno di età la sezionecontava, al 31 dicembre 2004, 218 iscrit-ti, di cui 156 maschi e 62 femmine. Inparticolare i donatori attivi e non attiviresidenti nella frazione di Driolassa sono49, di cui 12 sono le donne. Già era statoricordato nel nostro Bollettino parroc-chiale nel febbraio 1999 che i soci fon-datori nel 1959 erano 51!

Il confronto fra i numeri appenaesposti vuole essere indicativo di quantosia cresciuta la coscienza del dono inquasi 50 anni di donatori e donazioni: cisarà sempre qualcuno che pensa a questoprezioso dono di vita e lo vive comevalore sociale e cristiano, per chi crede.

Le donazioni effettuate nel 2004sono state 143, di cui 126 di sangue inte-ro e 11 di plasma.

Nel 2005 ci sono stati 14 nuovidonatori giovani, ma anche “meno gio-vani”, che hanno voluto contribuire edarricchire quello che si propone di essereuno dei più grandi valori sociali.

Ci auguriamo che per i prossimi annii donatori della nostra sezione possanoessere una buona risorsa anche per lapiastrinoferesi, una nuova e recente tec-nica di prelievo, selettiva nei confrontidi un particolare componente del san-gue, le piastrine appunto.

La Sezione è presente sul territoriocomunale in ambiti diversi che si con-cretizzano durante l’arco dell’anno alivello di sensibilizzazione al dono a

partire dalle Scuole Elementari, diaggregazione con l’organizzazione del-l’annuale festa del donatore, di educa-zione sociale con la proposta della seratasanitaria a tema, di coinvolgimento dinuovi donatori con la gestione di duegiornate nell’arco dell’anno riservate achi vuole donare il sangue per la prima

volta. Il Consiglio direttivo rimane adisposizione per eventuali proposte,consigli e chiarimenti nella persona delPresidente che risponde al numero ditelefono 338-5937798 e facilmente rag-giungibile anche all’indirizzo mail [email protected]. Mandi!

Il Presidente Maria Elena Mauro

RUBRICA DEGLI EMIGRANTIÈ sempre una gioia ricevere notizie

dai nostri compaesani sparsi per ilmondo. Purtroppo ci arrivano anche lenotizie tristi, di quando qualcuno cilascia dopo una breve o lunga malattiao un decesso improviso. La lontananzanon annulla il legame con chi per varimotivi vive lontano dal paese natio, (lagioia e i momenti tristi si condividono,con la solidarietà e la preghiera). Noiqui a Driolassa siamo ben felici di riab-bracciarvi anche se la sosta si riduce a

brevi periodi. Vigi Gabriel al à simpri

un got di vin bon. Nel mese di luglio

dopo la festa religiosa del Perdon dal

Carmine c’è sempre la cena comunita-

ria e si passano alcune ore in lieta e

festosa armonia, vi aspettiamo e mandi

a tutti. Per informazioni o relazioni

rimane l’indirizzo di Anetta Dose Via

Nazionale Sud, 9 Driolassa 33050

TEOR (UD) ITALIA TEL. 0432-

779384 e-mail: [email protected]

La festa del donatore a Campomolle: nella foto (a sinistra in primo piano) il Consigliere provin-ciale Roberto Disint, l’attuale presidente della sezione di Teor, Maria Elena Mauro, il Sindacodi Teor, Fabrizio Mattiussi, il Vice Presidente della Sezione di Teor, Ermanno Fabris.

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DRIOLASSA 11

CON UNA NUOVA GESTIONE RIAPRE I BATTENTI IL VECCHIOBAR “DA TITE” IN “TA LE VILE” A DRIOLASSA CON CRISTHIAN

INAUGURATO IL NUOVO LOCALE“SAN MARCO”VIN BAR

Riapre i battenti il vecchio bar “DaTite “ in piazza a Driolassa

“…Spaccati di vita ormai impropo-nibili e mentre osserviamo con malinco-nia le saracinesche del locale abbassate,le insegne pubblicitarie spente e nellanostra mente rivisitiamo immagini ericordi di un periodo storico che haaccompagnato la nostra vita, sentita-mente auguriamo “a Lidie e Tite unequiete e meritade pension…” Così con-cludeva, con questa nota malinconica,Gianni Selvaggi il suo articolo dedicatoalla chiusura del bar “da Tite” nel bollet-tino parrocchiale del marzo del 2002.Oggi invece ho il piacere di raccontareun’altra storia, che in qualche modo ne èil proseguo di quella interrotta 4 anniorsono: il vecchio bar riapre i battentigrazie all’impegno e alla volontà di Cri-sthian Salvador, originario di Teor bari-sta con alle spalle una grande esperienza(ha lavorato ultimamente al Contarenadi Udine) e Somelier; che ha deciso diintraprendere questa nuova esperienzalavorativa. Tutto è cominciato verso laseconda metà del 2004 quando Cristhiandecise di acquistare l’immobile a cuisono seguiti poi i faticosi lavori diristrutturazione e ammodernamento. Edeccoci qua, giunti all’8 ottobre del 2005ore 20.00, a continuare quella storia:oggi il bar riprende la sua antica funzio-ne con un nuovo nome: “San Marco VinBar”, all’inaugurazione hanno parteci-pato moltissime persone, c’era l’interopaese di Driolassa e non solo, a sottoli-neare quanto l’intera comunità tenesse aquesto locale che, come diceva moltobene Gianni tra le righe nell’altro artico-lo, non era solamente un comune eserci-zio commerciale.

Oggi il S. Marco non è solo bar maanche enoteca dove si possono degusta-re molte varietà di vini, dai più comuni aquelli più pregiati, provenienti da tuttaItalia e non solo: Si può ad esempioconoscere la forza dei vini sicilianibevendo un “Nero d’ Avola “ oppure sipuò assaporare l’equilibrio di un vinoToscano come il “Chianti” stando como-damente seduti ai vari tavoli; ovviamen-

te non possono mancare i vini nostranicome il Merlot, il Cabernet o il Tocai.

Oltre ai vini vi è anche una vastascelta di distillati che vanno dalle nostreGrappe fino ai più ricercati e pregiatiCognac e Armagnac francesi. Con tuttoquesto bere non poteva certamente man-care la Cucina, dove vengono preparatiprimi e secondi piatti cercando di teneresempre un occhio sulle nostre tradizionigastronomiche utilizzando ingredientitipici della nostra arte culinaria: si pos-sono assaggiare, ad esempio, piatti come“ Muset e Brovade”, “Bacalà e polente”o “ Bisat” a cui si aggiungono immanca-bilmente vari tipi di pasta, risotti esecondi. Ci sono poi…. Ma no, basta,non vi racconto più nulla se volete cono-scere più da vicino la nuova attività nonvi resta che andare a vederlo di personae … bere ( con moderazione).

In conclusione, prima di fare a Cri-sthian i migliori auguri e un grosso inbocca al lupo per la nuova attività,voglio rivolgere un pensiero a chi, forsepiù di ogni altro, ha incoraggiato e spro-

nato Cristhian ad andare avanti anchequando i problemi erano grandi e diffici-li da sormontare: mi riferisco a Giovan-na Comisso che purtroppo non ha potutoassistere al coronamento delle tante fati-che compiute dal figlio perché ci halasciati prematuramente il 25 Aprile del2005, portata via da un male incurabilelasciando in tutti noi un vuoto che anco-ra oggi è difficile da colmare. Ho lettoda qualche parte che nella vita nonsiamo mai soli, abbiamo un angeloaccanto che nei momenti più bui cistringe forte tra le ali e il cuore e non cilascia andare. Sono sicuro che da lassùcontinui a vegliare su di lui e lo aiuti,lo rimetti in piedi e gli fai vedere comesi fa a volare quando le sue ali non siricordano più come si fa. Ciao “zia Gio-vane” resterai per sempre nei nostricuori.

Adesso è proprio tutto, non possoche concludere con un: “In bocca allupo Cristhian!”

Francesco Clarotti

L’interno del “San Marco Vin Bar” di Cristhian, nuovo locale giovane di Driolassa.

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12 DRIOLASSA

TRADIZIONALE GITA PELLEGRINAGGIOA CASTELMONTE

II 2 giugno 2005 si è ripresa la bellatradizione di organizzare l’uscita in bici-cletta. La realizzazione è stata curata daigiovani con la collaborazione dei pionie-ri che già dal 1975 organizzano questagiornata.

Diario del giorno: Sveglia mattutina,alle 6.30 tutti i ciclisti sono pronti per lapartenza, 80 km. li aspettano.

La novità di questa occasione è l’en-trata nel gruppo di amici dei paesi vicini,e l’onore di avere una donna nel gruppo,cogliamo l’occasione per dare a Teresala ben venuta nella nostra comunità;complimenti al piccolo Filippo Selvaggiche a 11 anni ha avuto il grande corag-gio di arrivare fino a Cividale e rientrarea Driolassa grazie anche all’aiuto moraleed a qualche spintarella (Filippo deside-ra precisare QUALCHE) avuta dai com-pagni di viaggio.

L’arrivo alla salita di Castelmonte èavvenuta tranquillamente con varie sosteai ristori che i nostri promotori (grandiesperti ) hanno ritenuti necessari.

La salita da Cividale al Santuario inbicilcetta è stata una conquista di pochi,ed il ritrovo generale di ciclisti, dal gru-petto che ha fatto la camminata da pièdel Monte e da coloro che sono saliti inmacchina da Driolassa è avvenuta nelpiazzale di Castelmonte, (circa 60) tuttiinsieme abbiamo partecipato alla Messacelebrata nel Santuario della Beata Ver-gine.

Secondo voi poteva il gruppo diDriolassa rientrare subito???

Infatti sotto i pini al bel fresco i cuo-chi hanno preparato un succulento risto-

Per l’attività di P. Gino Selvaggi

RACCOLTA DEL FERRO

OFFERTE PER ILBOLLETTINO 2005

ro, e tutti insieme in gran armonia e contante risate, abbiamo atteso l’ora per rin-casare.

Il rientro certo più faticoso, infattiFilippo non ne poteva più, ma il grandearrivo come solitario che il gruppo gli hapermesso, lo ha premiato per la grandefatica.

La giornata si è conclusa consuman-do, nel nostro “Cenacolo”, tutto quantodi appettitibile era rimasto.

La buona riuscita della giornata ripa-ga e soddisfa “il lavoro” di chi tra mille

impegni personali ha trovato il tempoper organizzare. È doveroso da parte dìtutti dire un grande grazie a coloro che sisono adoperati. Mandi! e arrivederci.

Una del gruppo

La raccolta del ferro vecchio comeogni anno viene fatta nel mese di ottobre.

Nel 2005 si è ricavato? 500,00 (cin-quecento). Sono stati destinati a P. GinoSelvaggi, ora Egli è inserito in una par-rocchia a Bolzano e continua a sostenerenel Congo ex Zaire la promozione dellegiovani aiutando le più povere a pagare iprofessori.

Ci scrive che lo stipendio dei profes-sori è di 5 euro al mese (cinque euro).

Nel ringraziare per l’offerta scrive: il pia-cere ed il favore che avete fatto a questestudentesse, voi che vivete in un ambien-te di benessere lo potete appena immagi-nare. Vi dico semplicemente che aveteaperto loro le porte di un futuro migliore.Ringrazio voi di tutto cuore in loro nome.

La fatica del gruppo che ha lavoratoviene premiata e siamo noi a dire grazie aP. Gino.

Della Bianca Maria 20,00; RoncoBruno 30,00; Di Lazzaro Pia 10,00;Castilione Daniela 20,00; Bigotto Lui-gia ved. Pitton 20,00; Bigotto Angelicaved. Castellani 10,00; Bigotto Giona50,00; Pitton Italia 20,00; CristofoliMario 40,00; De Nobile Anna Maria25,00; Bigotto Delfina 100,00; Ravac-chi Patrizia 10,00; Di Lazzaro Mario10,00. Ci scusiamo con Zeriali Silvanaved. Mauro e Maria Mauro in Burbaavevano offerto 20,00 euro ciascuna,anziché 10,00 come era stato scritto.

OFFERTE 2006 Mauro Maria Anna ved. Burba

10,00; Dose Luciano 15,00; MauroArnaldo 10,00; Dunhaupt GiovanniLauro 20,00; Comisso Teresa e Paola20,00.

Nella foto la fatica non si vede: è stata forse scattata prima della partenza? No, no! sono pro-prio sopra il Monte Santo di Castelmonte: è il miracolo della gioia, della compagnia, della feli-cità di stare insieme che toglie qualsiasi segno della fatica.

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DRIOLASSA 13

DOVEROSO RENDICONTO ANNUALE

IL BILANCIO DELLA PARROCCHIAENTRATE

Saldo iniziale attivo ...............93.986,38 Offerte in chiesa ......................3.642,18 (borse e cassette) candele........................................498,58 Offerte per servizi....................3.642,76 Matrim., funer., batt., ecc.) Attività parrocchiali.................7.043,35 (Perdon, Bollettino, ecc.) Offerte (enti e privati)............. 2.790,36 Interessi....................................1.094,52

TOTALE ORDINARIE ......18.721,75

Altre entrate: Collette varie ...........................1.052,00

(infanzia, giornata missionaria semina-rio pane x amor di Dio, ecc.)

TOTALE ENTRATE...........19.773,75

TOTALE + SALDO ATT...113.760,13

USCITE Imposte e tasse, assicuraz. .......1.111,28 Spese di culto...........................4.347,60 (candele, fiori, rimborsi, personale,ecc.) Gestionali.................................2.976,46 (enel, gasolio, gas, acqua, ecc.) Attività.....................................5.167,97(bollettino offerte, ecc.) Remunerazioni............................348,00

(quota ist .sost. clero) Manutenzioni...........................1.691,50 Contributo attività.......................104,00 Varie............................................789,01USCITE ORDINARIE........16.535,82

Spese straordinarie...................4.492,40 Altre uscite: Collette varie ...........................1.052,00 (infanzia, giornata missionaria semina-rio pane per amor di Dio, ecc.)

TOTALE USCITE...............22.080,22

Saldo attivo............................91.679,91(differenza totali entrate e uscite a fineanno)

70 ANNI DI VITA RELIGIOSA Suor Ambrogina Monticoli nipote del

parroco Don Giuseppe, nel 2005 ha com-piuto 90 anni, nata nel 1915 a Rivis diSedegliano. Per diversi periodi ha vissutoin canonica a Driolassa presso lo zioprete.

Nel 1935 entra nella congregazionedelle Ancelle della Carità di Brescia. Pertanti anni presta servizio presso l’Ospe-dale di Udine. Poi in vari periodi vienetrasferita negli ospedali di San Daniele,Trieste, Chioggia. In seguito passa a pre-stare la sua opera nella casa di riposo diCividale.

L’ultimo suo impegno per diversianni fu la casa anziani di Osoppo. In ognidove ha prestato la sua opera, ha lasciato

un indelebile ricordo in chi ha avutomodo di incontrarla.

Ora dopo 70 anni di vita religiosagode del meritato riposo presso la casamadre a Udine. Il nipote, Gilberto.

Ancora il gruppo dei pedalatori di Castelmonte, che posano per una doverosa e completa foto ricordo. Quest’anno posso venire anch’io?

Suor Ambrogina Monticoli in una foto recentee quando nel 1934 davanti al portone dellaCanonica acquistava il pesce dalla pesciven-dola Giovanna.

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14 DRIOLASSA

PER L’ANNO 2005

ANAGRAFE PARROCCHIALE

I NOSTRI DEFUNTIunapreghieraed unricordo

NATI 2005Dose Michele, nato il 01/06/2005 figlio

di Marino e Jacuzzi Sonia; Cressatti Matil-de, nata il 02/07/2005 figlia di Massimo eFiliputti Deborah; Dreon Sara, nata il02/12/2005 figlia di Michele e MattiussiEmanuela.

BATTEZZATI 2005 Del Frate Jennifer nata 15 dicembre

2004 battezzata 10 luglio 2005 di Loris eNapolitano Anna residenti a Pocenia.

CRESIMATI IL 12 GIUGNO 2005A RIVIGNANO

BATTISTUTTA Giulia; BURBAMarco; RICCA Filippo.

DEFUNTI Dose Lidia in Bigotto nata 10/10/1931deceduta a Parigi 27/03/2005 sepolta aD r i o l a s s a . S i l v e s t r i E r m i n i o n a t o30/07/1910 deceduto a Rivignano27/03/2005 sepolto a Driolassa. Lucà Rosa (Rosetta) in Dose nata15/08/1937 deceduta 31/03/2005. Bigotto Marita Dema ved. Biason nata03/03/1920 deceduta a Latisana 09/04/2005sepolta a Driolassa. Comisso Giovanna in Salvador nata17/12/1952 deceduta a Latisana 25/04/05funerale a Driolassa sepolta a Teor. Pellegrin Carmela (Carmen) ved. Comissonata l8/07/1916 deceduta 02/05/05 a Pesarosepolta a Driolassa.Casotto Narcisa (Cisa) nata 17/07/1922deceduta a Udine 30/05/05 sepolta a Drio-lassa.Burba Romano (Pieri) nato 29/01/1928deceduto a Staranzano (GO). 06/08/05 ivisepolto.Venturini Giovanni nato 05/02/1925 dece-duto a Latisana 01/11/05 funerale a Drio-lassa sepolto a Teor .Diamante Antonio nato 01/09/1928 decedu-to in Australia 09/11/05 .Mauro Emma ved. Stefanutto nata03/05/1922 deceduta Ospedale Latisana09/11/05 sepolta a Teor .Bigotto Firmina ved. Dunnhaupt nata20/01/1917 deceduta 17/12/05 a Latisanasepolta a Driolassa .Bigotto Aldo nato 22/01/1922 deceduto aLatisana 21/12/05 sepolto a Driolassa.Dose Emesto nato 18/03/1919 deceduto aLatisana 14/01/06 sepolto a Driolassa.Pilutti Maria in Dose nata 05/03/1934 dece-duta a Mendoza - Argentina 12/02/06 ivisepolta.Dose Giovanni (Vani) nato 19/07/1931deceduto a Mendoza - Argentina 23/02/06ivi sepolto.Battistutta Velia in Daradin nata 13/11/1930deceduta a Latisana 23/02/06 sepolta aDriolassa.

Battistutta Veliain Daradin

Bigotto Aldo Bigotto Dernaved. Biason

Dose Giovanni e Pilutti Maria

Bigotto Firminaved. Dunnhaut

Burba Romano(Pieri)

Diamante Antonio

Dose Ernesto Dose Lidiain Bigotto

Lucà Rosa in Dose(Rosetta)

Mauro Emmaved. Stefanutto

Pellegrini Carmelaved. Comisso

Venturini Giovanni

IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE A CINQUE ANNI DALL’ASSENZADI DON GIUSEPPE SAVA DESIDERA RICORDARLO CON UNA PUBBLICAZIONE

CHE NE METTA IN RISALTO LA FIGURA E L’OPERA:SONO GRADITE FIN DA ORA IDEE, TESTIMONIANZE, ECC.