APPELLO AGLI UOMINI LIBERI E FORTI · 2011. 11. 13. · 2 il giornale di Casoria • Venerdì 13...

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Anno 1 - Numero 3 - Venerdì 13 maggio 2011 Il dramma lavoro Casoria: un esercito di disoccupati. Casoriani DOC: Roy De Vita Ai vertici della chirurgia plastica. Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita APPELLO AGLI UOMINI LIBERI E FORTI Il voto è personale e uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

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Anno 1 - Numero 3 - Venerdì 13 maggio 2011

Il dramma lavoroCasoria: un esercito di disoccupati.

Casoriani DOC: Roy De VitaAi vertici della chirurgia plastica.

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

APPELLO AGLI UOMINI

LIBERI E FORTI

Il voto è personale e uguale, libero e segreto.

Il suo esercizio è dovere civico.

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Appello agli uomini liberi e forti.Il voto è personale e uguale, libero e segreto. Il suo esercizio e’ dovere civico.di Giuseppe Storti

“A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro inte-rezza gli ideali di giustizia e libertà.” Questo l’inizio dell’appello che Lu-igi Sturzo, faceva nel 1919 agli ita-liani. Ci sembra calzante riproporlo in occasione dell’apertura delle urne per il rinnovo degli organi elettivi della nostra città. Si vota per la se-conda volta in due anni e dieci mesi. Anche questo, crediamo, sia un se-gnale di incapacità del ceto politico rispetto al governo del territorio. La politica: quale arte nobile capace di governare le società, attuando il pro-gresso e la giustizia sociale, inciden-do sulla distribuzione delle risorse materiali e immateriali. Questa la definizione di politica classica, riscontra-bile nei testi che si occupano della materia. Tutt’altra cosa da ciò che abbiamo visto e ri-scontrato da molti anni a questa parte. Esem-

pio: c’è una questione ed un malessere sociale senza precedenti sul nostro territorio. C’è chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Moltissimi. Gente che però ha smarrito anche la capacità e la dignità di protestare. E che non risulta nelle statistiche dei servizi so-ciali comunali. Sono le Parrocchie del territo-rio i veri termometri dell’emergenza sociale di questa città. La gente non ne può più. Preca-ri, disoccupati storici, anziani senza assisten-za, disabili che alle soglie del terzo millennio ancora non riescono a vivere la propria città, per le innumerevoli barriere architettoniche presenti sul territorio. E poi il dramma della disoccupazione giovanile. Laureati costretti a mortificare anni di sacrifici nell’alienazione di

un call center. Oppure, muniti di computer portatile e trolley: via!. Lontani dalla propria terra per trovare fuori un lavoro vero. Se van-no via i laureati, va via la classe dirigente. Le

“elite”, che devono e possono guidare una co-munità. Per non parlare poi delle” sgarrupate” strade cittadine. Pensate che l’attrice casoria-na Rosalia Porcaro, ha fatto di questo tema una delle sue simpatiche gag umoristiche. Sì, perché l’autentica distruzione dei marciapie-di della città è stata consentita per anni alle società che hanno messo in opera importanti sottoservizi. Nessuno ha controllato, che si ri-pristinasse, come era dovuto lo stato di strade e marciapiedi. Della serie: nessuno controlla nessuno. Per cui la qualità della vita giorna-liera qui da noi, è una sorta di perenne: “ io speriamo che me la cavo”Quali occasioni di sviluppo si sono create nella nostra città ne-gli ultimi dieci anni?. Quanti posti di lavoro

sono stati realizzati per i cittadini casoriani? Per i disoccupati stori-ci? Domande retoriche. Solo iper-mercati, concentrati in pochi metri quadri, che portano unicamente altro smog, inquinamento, traffico e lavoro precario. L’unica cosa che risulta in crescita sono le residen-ze. Ciò, ovviamente a discapito dei servizi per la cittadinanza. Questi temi,dovranno costituire l’agenda politica prioritaria del Sindaco e della coalizione che vincerà le ele-zioni. Chiunque vincerà le elezioni, dovrà fare i conti con una dramma-tica situazione di emergenze citta-dine che entreranno nell’ordinaria

amministrazione. Il sindaco che siederà sulla per la verità scottante poltrona del palazzo comunale di Piazza Cirillo, non potrà agire con la logica dell’uomo solo al comando. Anzi

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dovrà avere la visione della città. Dopodichè praticare la logica “ sturziana”. Ovvero: appel-larsi agli uomini liberi e forti(si spera siano la maggioranza trasversale nel nuovo consiglio comunale), che sentano alto il dovere di co-operare ai fini superiori della nostra piccola Patria(Casoria), senza pregiudizi né precon-cetti. Insomma, sarebbe auspicabile un patto bipartisan su tematiche di vitale importanza per la qualità della vita dei cittadini . Ambien-te, lavoro, politiche sociali, utilizzo oculato dei fondi europei assegnati alla città. Per i cittadi-ni elettori ed elettrici, basta seguire i dettami dell’art. 48 della Costituzione, che delinea le modalità del voto: personale, uguale, libero e segreto. Non sprechiamo un diritto. Andiamo a votare in massa Votiamo chiunque: l’offerta è ricca e variegata. Ce n’è per tutti i gusti elet-torali. Ma votiamo secondo questi parame-tri. Altrimenti dopo, sarà inutile lamentarsi. Certo è comprensibile la rabbia dei cittadini, costretti a convivere con l’ennesima emergen-za rifiuti, sulla quale si deve e si può fare di più. La “monnezza” è stato il vero convitato di pietra di questa tornata elettorale. Salerno è pulita. Lo è sempre stata anche nelle peg-giori emergenze attraversate dalla nostra re-gione. Ciò, grazie a percentuali altissime di raccolta differenziata. A siti di trasferenza, ad impianti di compostaggio, e in ultimo al prossimo termovalorizzatore, che renderà la città di Salerno completamente autonoma dal resto della regione. In altri termini grazie alla buona amministrazione di chi governa la cit-tà. Lo stesso vale anche per Portici, che è una delle città più densamente popolate d’Euro-pa. I lettori, inviperiti ci inviano foto da loro stessi scattate, per documentare la vergogna dell’ ennesima emergenza. Tutte le ragioni di questo mondo. Ci viviamo anche noi in città. Sentiamo anche noi il fetore che ti prende alla gola, e ti fa vivere in un incubo riuscito. Ma non andare a votare sarebbe un rimedio peg-giore del male. Allora : buon voto a tutti. E che Dio salvi Casoria!

Casoria: al teatro dell’istituto Sacro Cuore recita di beneficenza.Quando il sorriso cammina al fianco della solidarietà

di Margherita De Rosa

Come avviene ormai da tempo, il profes-sor Ludovico Silvestri conferma la sua bravura di regista ed attore, mediante la realizzazione e la messa in scena di riusci-tissime performances di matrice scarpet-tiana. Quest’anno, con la sua collaudata compagnia teatrale, egli si è prodotto in “ Tre pecore viziose”, garantendo al folto pubblico convenuto nelle cinque serate programmate, più di due ore di sano diver-timento. Il successo della manifestazione va attribuito, ovviamente, anche ai tanti interpreti della commedia, tra cui spicca-vano Michele Imperatore, nel ruolo di Don Fortunato, Carmine Lista, in quello di Don Camillo, lo stesso Ludovico Silve-stri, nei panni di un esilarante e moderno Don Felice Scio-sciammocca. Allo loro decennale esperienza si è aggiunta quella di Agostino Esposi-to, nelle vesti del vegliardo Mat-teo, affetto da un marcato tremore senile; partico-larmente riuscita l’interpretazione di Mimmo Me-moli, che ha in-carnato un aman-te geloso e pronto a tutto pur di ri-conquistare la sua donna. Sono riu-scite ottimamente nel ruolo delle tre giovani amanti

Concetta Orefice, Linda Clarino, Rosalba Stinco, mentre si sono mostrati pienamen-te capaci di calcare le scene Raffaella Car-boncino e Matteo Silvestri, al loro debutto ufficiale. Le belle e divertenti serate han-no avuto luogo presso il teatro dell’istituto Sacro Cuore, poiché, ed è anche questa ormai consuetudine, l’incasso è stato de-voluto alle opere che le suore catechiste realizzano in tante terre di missione; nello specifico, la somma raccolta è stata finaliz-zata a sostenere un orfanotrofio che si tro-va nelle Filippine ed a fornire un sussidio per le vittime del terremoto in Giappone. A detto scopo ha contribuito fattivamente e generosamente anche la ditta Cerbone, a cui è indirizzata l’unanime gratitudine degli organizzatori e dei beneficiati. Bi-lancio positivo, dunque, come sempre, poi-ché non può che risolversi con successo il connubio tra sorrisi e solidarietà, successo che premia quanti si impegnano con zelo e abnegazione per alleviare le sofferenze dei fratelli lontani, offrendo a quelli vicini il sollievo, non indifferente, di un ora di allegria e di serenità!

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A T T U A L I T À

Casoria: riapertura sportello Equitalia.Il commissario straordinario chiede il ripristino del servizio.di Giusto

Il Commissario Straordinario del Co-mune di Casoria, Prefetto Maria Rita Leonardi in una nota indirizzata ai verti-ci dell’Equilitalia, società pubblica (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps), in-caricata della riscossione nazionale dei tributi, ha ribadito la richiesta già fatta in altre occasioni, per una sollecita riapertu-ra dello sportello equitalia locale, chiuso da tempo. Lo sportello, allocato alla Via Cavour già era largamente insufficiente per le esigenze della popolazione. Ripe-tute, sono state per il passato, le proteste dei cittadini che erano costretti a lunghe file per strada per chiedere spiegazioni su cartelle esattoriali pervenute in materia di tributi e tasse. Poi la decisione dei ver-tici di Equitalia di chiuderlo addirittura. Ma il Commissario Straordinario vuole riportarlo in città, prima della scadenza del mandato commissariale. Nella nota la

Dott./ssa Leonardi scrive: “ Casoria, uno dei comuni più popolosi della provincia di Napoli e dell’intera Regione Campa-nia, è rimasto senza sportello Equitalia dopo la chiusura del precedente; tale de-cisione ha causato e sta causando gravi disagi alla cittadinanza che è costretta a recarsi nei comuni vicini, percorrendo una distanza di oltre sette chilometri, per adempiere ai propri obblighi tributari”. E’ opportuno- conclude il Commissario Leonardi- che l’Equitalia provveda, al più presto, a ripristinare un servizio ri-tenuto essenziale per i cittadini. Pare che a seguito delle varie sollecitazioni della Dott./ssa Leonardi, i vertici di Equitalia, stiano per provvedere al ripristino dello sportello sul Territorio casoriano. In me-rito c’è stata un segnale positivo del ma-nagement equitalia. Quindi, un ulteriore disservizio nella nostra città che pesa ulteriormente sulle quotidiane difficoltà dei cittadini casoriani, relative alla qua-lità della vita, abbiamo ascoltato il loro parere. “ E’ assurdo dice una pensionata. Anche solo per chiedere informazioni e spiegazioni su cartelle esattoriali che quasi sempre sono incomprensibili, dob-biamo spostarci da Casoria.” “E’ una città impossibile,ribadisce uno studente. Solo due sportelli postali per una popolazione di quasi centomila abitanti. Ora anche la

chiusura dello sportello Equitalia. In una città priva di mezzi di trasporto interni.” “Quando nella cassetta postale si intra-vede la lettera dell’Equitalia, dice un im-piegato, ci vengono i sudori freddi. Oltre a dover dimostrare di aver pagato le tasse, dobbiamo sobbarcarci l’onere di spostarci

ad oltre sette chilometri da Casoria. “E’ incredibile- conclude- invece di rafforza-re lo sportello presente sul Territorio, lo chiudono”. Fin qui le legittime proteste dei cittadini utenti di Casoria , si spera quindi che l’azione del Commissario Le-onardi vada a buon fine, riportando sul territorio casoriano un servizio essenziale per i bisogni della popolazione.

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A T T U A L I T À

A rischio chiusura il Centro di Assistenza per Malattie mentali.Proteste e disagi di pazienti e operatori.di Rosa e Concetta Alvino

E’ probabile che molti cittadini di Casoria non conoscano la presenza sul territorio, di un Cen-tro di assistenza per Malattie mentali sito in via Pio XII 129: è il SIPI, ossia Centro di Società Italiana di Psicoterapia Integrata –Integrazioni di Casoria.La struttura avvia il suo percorso nel 1998, ac-cogliendo i primi pazienti ex manicomiali. Suc-cessivamente si sono aggiunte persone soggette ad un’assistenza più leggera, in quanto affetti da disturbi più lievi. Il caos è scoppiato lo scorso 29 aprile, quando l’ASL NAPOLI NORD ha rilasciato, con un comunicato, l’autorizzazione per la chiusura di tale centro e il relativo trasfe-

rimento dei degenti in cura, presso un centro di POZZUOLI.Non sono mancate le immediate reazioni e moti di protesta da parte degli addetti ai lavo-ri e dei familiari dei pazienti, che si sono visiti sottrarre un aiuto ed un sostegno necessario, lasciati in balia degli eventi e della burocrazia.Dubbioso resta il Dottor Giovanni Ariano, Di-rettore del Centro.Premessa doverosa da farsi è la seguente, i so-stegni dei fondi concessi sono esigui se si con-siderano le reali adempienze quotidianamente a cui si deve far fronte. Altrettanto doveroso è sottolineare le cause che hanno mosso i NAS nel mettere in atto la chiusura, il difetto di procedura è stato causato dalla presenza di un corridoio che non separerebbe doverosamente (come predispongono le norme legali) gli ospi-ti della residenza e quelli della comunità dell’ “alloggio”, gli “ex –manicomiali” non devono entrare in contatto con altri degenti, cosa che il corridoio della struttura, casualmente permet-

terebbe.Ma questa è solo una fase provvisoria, perché il SIPI sta già attrezzandosi per risolvere la fac-cenda con due ingressi autonomi e indipenden-ti. Ma le stesse Istituzioni che ora insorgono, dovrebbero muoversi in prima linea per agevo-lare e promuovere il reinserimento dei pazienti nella vita sociale.Se la struttura dovesse prolungare la propria chiusura e le inattività delle cure, non solo molte famiglie si ritroverebbero con alcuna assistenza, ma andrebbero anche vanificati gli sforzi e le fatiche per la messa in scena dello spettacolo “ Invisibili”,che dovrebbe debuttare a fine mag-gio a Caserta con l’esibizione dei pazienti. Una sorta di riscatto per coloro che sono ai margini della società. Se la sorti di questa vicenda non dovessero mutare, ci sarebbe una nuova gran-de sconfitta da registrare, purtroppo!Al termine dell’articolo sembra che ci siano evoluzioni positive in merito alla faccenda, a breve riporteremo gli sviluppi.

PANORAMA CASORIANO

Arpino: Prevenzione Donna il Camper della Salute.L’Associazione “Etoile” sportello anti-violenza Donna per la sua inaugurazione ha effettuato la giornata “Prevenzione Donna”. Un camper con a bordo medici specialisti hanno effettuato, nella giornata di lunedì 09/05/2011, visite senologiche

e ecografie gratuite alle donne della frazione di Arpino. Le donne non sempre sono sufficientemente in-formate e rassicurate -ci racconta la Presidente dell’associazione-, a volte la frettolosa comuni-cazione medico-paziente contribuisce a rendere questa patologia, già di per sé motivo di angoscia, poco conosciuta e temibile. Il tumore al seno è purtroppo sempre più diffuso, tanto da essere con-siderato una malattia sociale; ma grazie ai progres-si della scienza, sia in campo diagnostico che tera-peutico, è una patologia che oggi può guarire, se diagnosticata in tempo. Il successo dell’iniziativa è

stato molto alto e sembra sottolineare che le don-ne disattendono la prevenzione soprattutto perché scarsamente facilitate dal lavoro e dalla lontananza dei centri specialistici. La professionalità e la dol-cezza dei medici hanno regalato un sorriso anche a coloro che, proprio grazie a questo progetto, hanno scoperto che era arrivato il momento di dedicarsi un po’ di più alla loro salute. Il camper itinerante “Etoile” continuerà il suo percorso e si fermerà venerdì 20 maggio alla Cittadella Arpino e il 9 giugno a P.zza San Paolo a Casoria.Ben vengano iniziative del genere!

Angela Uliano

La meglio gioventùAmarcorddi E dy Vitale

Ma come eravamo noi, i ragazzi degli anni ‘50/’60? Sembrano passati anni luce da quei giorni di spensierata allegria, di belle speranze, di sogni e di rivoluzioni! C’era tanta passione in noi, la forza di un’ideologia, di destra o di sini-stra poco importa, che diventava portatrice di valori e di positivi ideali di vita. Era così facile e spontaneo ritrovarci insieme, dapprima nelle feste organizzate a casa, sotto gli occhi discreti

dei genitori , per conoscerci, scoprire magari di avere in comune idee , speranze e formare man mano una comitiva di amici. Poi abbiamo tro-vato un punto di incontro “sott’’a croce”, nel “Rifugio”, dove si organizzavano eventi per ogni occasione, ci si fermava anche solo pochi minu-ti per un saluto agli amici, o per ore, a discutere di politica, di sentimenti, di emozioni,leggendo poesie, suonando la chitarra e cantando le can-zoni di Baglioni...”amore mio, ma cos’hai fatto tu a quest’aria che respiro e come fai a starmi dentro ogni pensiero, giuralo ancora che tu esi-sti per davvero...”. E la comitiva diventava man mano più ristretta, le amicizie diventavano lega-mi profondi, amori, a volte felici, altre volte bur-

rascosi o fugaci e destinati a svanire. Comunque bellissimi giorni che ci hanno fatto crescere, maturare, diventare quelli che siamo, anche se altri occhi poi ci hanno rubato il cuore...Resta oggi la chimera di un altro “rifugio”, così caldo e accogliente, ricco di idee e di sentimenti, per i nostri ragazzi degli anni ‘80/’90, monadi solitarie che si incontrano su una piattaforma virtuale per sentirsi amici di mille altre solitudini, in un rapporto comunque freddo ed illusorio. Non si guardano negli occhi, non ridono e non piangono davvero, ma tramite emoticons. I sentimenti li tengono chiusi nel cuore, come in una cassaforte, sconosciuti spesso anche a se stessi.

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T E R Z A P A G I N A

Eleonora de Fonseca Pimentel - La dignità negata -

per gentile concessione della Dott./ssa Antonella Orefice, ricercatrice dell ’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Fonte: Il Monitore Napoletano.

La storia della marchesa Eleonora de Fonseca Pi-mentel trasuda leggende, molte delle quali sorte in seno ad una perversa fantasia borbonica atta a vo-ler distruggere di lei, oltre che la gloriosa impresa storica, l’immagine della donna tanto odiata, non solo per il suo reato di lesa maestà, ma soprattutto perché aveva osato contravvenire con la sua sco-moda cultura ai canoni imposti alla sua condizio-ne d’inferiorità femminile: marito, chiesa e sacra famiglia.Tanto si è detto e scritto al puro scopo di infangar-ne la memoria, adombrando quanto di glorioso ed immortale Eleonora ci ha lasciato con il sacrificio della sua esistenza. La storia delle mutande negate è stato l’atto più infame con cui si è cercato di pu-nire l’intellettuale e la donna nella sua intimità più profonda, facendo sì che quel popolo di lazzari e despoti regnati assetati di sangue potessero godere fino alla fine della sua morte, facendo vilipendio di quanto vi è di più naturalmente intimo in una donna: il suo utero.Carnefici e sanguinari i giustizieri borboni cono-scevano molto bene gli effetti esercitati dall’im-piccagione sul corpo di una donna. La fuoriusci-ta dell’utero avrebbe reso lo spettacolo ancor più esaltante. Il tripudio era assicurato. Da lì la ragio-ne per la quale le mutande non dovevano essere consentite in modo che tutti potessero godere la pienezza dello spettacolo offerto dal loro grande sovrano, Ferdinando e la sua degna consorte Ma-ria Carolina.Ebbene, nonostante questa vergognosa leggenda

sia stata purtroppo tramandata e riportata per vera ad iniziare dallo storico Mariano d’Ayala (uno dei primi ricercatori dei martiri della libertà, il quale nella ricostruzione delle biografie dei martiri si servì oltre che di documenti scritti anche – e pur-troppo -di testimonianze verbali poco attendibili perché avevano subìto tutto il peso della censura borbonica) fino al bellissimo romanzo storico di Enzo Striano – Il Resto di Niente - non esiste al-cun documento ufficiale o cronaca del tempo che fa emergere questo particolare. Esiste invece un ri-chiamo simile in una cronaca riportata dal d’Aya-la, relativa all’esecuzione di Luisa Sanfelice, ultima martire della Repubblica Napoletana del 1799.La cronaca testualmente cita: Quest’oggi (11 settembre 1800, giovedì) è stata decol-lata Donna Luisa Molines, alias Sanfelice nel Merca-to di Napoli: vi è stato rumore al Mercato. Era stata altre volte in cappella, ma ne era uscita. Questa volta non l’ha scampata: la mannaia nel calare gli ha pi-gliato una spalla, per cui il boia l’ha finito di tagliare la testa con il coltello. Nel subire la morte gli si è aperto l’utero con mestruazione. Mariano D’Ayala, Vita degli italiani benemeriti della libertà, Roma 1883Nelle cronache relative all’esecuzione della Pimen-tel, di seguito riportate (per amore di verità è stata citata anche quella di Carlo De Nicola, filoborbo-nico), ma soprattutto nella nota emersa dai registri dei Bianchi della Giustizia (i monaci incappucciati che avevano il triste compito di accompagnare i condannati a morte, confortarli e prendere nota dei loro ultimi momenti) non c’è alcun riferimento alle mutande della marchesa, anzi, vi è inequivoca-bilmente e testualmente scritto:I cadaveri di Domenico Piatti e Lupo furono se-polti nella Chiesa di S. Maria di Costantinopo-li. Gli altri due di Antonio Piatti e Pimentel si dovevano seppellire nella chiesa di S. Caterina al Mercato, ma essendo venuta una considerevole pioggia, si mandarono a prendere dalla forca ove erano sospesi dai becchini, e furono sepolti nella stessa chiesa di Santa Maria ove furono sepolti ve-stiti interamente come furono spiccati. Archivio Storico Diocesano di Napoli, Registri della Congregazione dei Bianchi della Giusti-zia, Scrivano Calà, p. 42Martedì 20 agosto 1799 – Circa le ore 19 s’è co-minciato ad eseguire la giustizia dei rei di Stato. La esecuzione si è fatta nella piazza del Mercato, ove si dice che il concorso del popolo è stato im-menso, nonostante che bruciasse al sole scoperto. La gran piazza era tutta circondata da truppa di linea e di massa, due interi reggimenti di cavalleria, artiglieria puntata: castello chiuso e ponti alzati e nell’interno del Castello truppa di riserva. Prima si è eseguita la decollazione di Colonna e Serra; il primo di essi era più rassegnato ed ha porta vo-

lontariamente la testa sul tronco; il secondo era un poco più risoluto. E’ seguita indi la giustizia degli affocati, ed è incominciata dal sacerdote Pacifico, il quale si è levato dalla forca, perché Napoleta-no: Indi gli altri, che sono stati Monsignor Nata-le, Vincenzo Lupo, due fratelli Piatti, e la celebre Eleonora Pimentel, che si ricusava di salire. Ella era vestita a bruno, colla gonna stretta alle gambe. Il popolo ad ogni esecuzione dava dei gridi di viva il Re. All’uscire della Pimentel voleva gridare, ma al cenno dei Bianchi si è quietato, al cadere però di lei le grida sono andate alle stelle, avendomi as-sicurato un padre dei Santi Apostoli, che si sono intese fino al loro monastero.Carlo de Nicola, Diario Napoletano,1798/1800, Milano 1963Addì 20 agosto martedì 1799. Giorno memora-bile. Vi è stata gran Giustizia nel Mercato di Na-poli. Due sono stati decollati, ed altri affocati. Gli affocati sono stati il Vescovo di Vico D. Michele Natale, Don Nicola Pacifico, D. Vincenzo Lupo, Donna Eleonora Fonseca Pimentel, compilatrice del Monitore Napoletano, Pietro Piatti, Tesoriere della Nazione della Repubblica e suo figlio Anto-nio Piatti. I decollati sono stati Giuliano Colonna de’ Principi di Stigliano e Gennaro Serra dei Cas-sano Serra. La Eleonora Fonseca Pimentel, buona donna e compilatrice del Monitore Napoletano andiede alla morte con intrepidezza, ed essendo nell’atto di morire, salutò alla meglio gli affocati già morti suoi compagni. Diomede Marinelli - Memorie, Napoli 1799, I giornali giacobini, Roma 1988Audet viris concorrere virgo. Ma essa si spinse nel-la Rivoluzione come Camilla nella guerra, per solo amor della patria. Giovinetta ancora questa donna aveva meritata l’approvazione del Metastasio per i suoi versi. Ma la poesia formava una piccola parte delle tante cognizioni che l’adornavano. Nell’epoca della Repubblica scrisse il Monitore Napoleta-no da cui spira il più puro e più ardente amor di patria. Questo foglio le costò la vita, ed essa af-frontò la morte con un’indifferenza eguale al suo coraggio. Prima di avviarsi al patibolo volle bevere il caffè e le sue parole furono: Forsan haec olim meminisse juvabit.Vincenzo Cuoco - Saggio storico sulla Rivolu-zione di Napoli del 1799, Napoli 1995Forsan haec olim meminisse juvabit – E forse un giorno gioverà ricordare tutto questo.Ma a duecentododici anni dalla sua morte la verità fa ancora tanta fatica a riemergere da tante artifi-ciose e spregevoli leggende.

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A T T U A L I T À

Casoria: un esercito di DISOCCUPATI!Dodicimila casoriani non hanno un posto di lavoro.di Daniela Devecchi

“Dodici mila disoccupati per un circonda-rio di circa centomila abitanti, cifra pari al dodici per cento della popolazione”. E’ la preoccupante statistica lanciata da Gen-naro Laudiero responsabile sindacale Usb di Casoria. Un dato che non lascia spazio a facili entusiasmi, sfortunatamente avva-lorato dalla realtà che circonda la cittadina del napoletano. Eppure se difficile appare la situazione, altrettanto “caparbia” stando alle dichiarazioni del sindacalista, è la bat-taglia per restituire al comune quella dignità perduta dagli anni settanta a oggi. ”Il movi-mento di lotta per il lavoro- afferma Lau-diero- conta oggi per Casoria trecento in-scritti. Siamo in continuo fermento e ci sono molte iniziative da portare a termine. Già entro fine giugno, dopo la nomina del sin-daco seguiremo tutto l’ iter burocratico per lo stanziamento dei fondi devoluti dal PIU

Europa per ripristinare il centro storico, le strade e ristrutturare interamente la città. Non solo.- prosegue entusiasta- Ci stiamo battendo per la realizzazione, ora facile per l’ottenimento dei permessi dovuti, della cit-tadella del benessere, per ora serve solo la convenzione del comune. Ma i programmi non finiscono qui - continua- stiamo anche battendoci per la società Casoriambiente e per il problema monnezza che affligge la nostra cittadina. La società è stata ricapita-lizzata e abbiamo in cantiere di farla rifiorire e riportare in auge la raccolta differenziata, al momento ancora troppo bassa con valori che oscillano solo al trenta per cento. In ul-timo - conclude- sempre in merito al tema spazzatura, avremo a breve un incontro con la signora Poli del centro di raccolta di Vi-delago, in provincia di Treviso, per vedere da vicino il progetto di un centro di raccolta eco sostenibile per la raccolta differenziata. Farà capo al piano del Centro eco sostenibi-le di raccolta per Casoria”. Le iniziative non mancano, il movimento di lotta per il lavoro, quanto pare, sta combattendo per riportare in carreggiata il comune a nord di Napoli, e affrontare “a piene mani” la crisi una vol-ta per tutte. Per la realizzazione dei disegni

occorre solo la prossima nomina di sindaco del comune con conseguente creazione del consiglio comunale. Ma c’ è anche il rovescio della medaglia. Nonostante la propositività del movimento di lotta, tanti giovani caso-riani, si sentono scoraggiati per la difficoltà di trovare un impiego consono alla capacità e agli studi svolti. Le “nuove generazioni”, hanno dichiarato di non credere che il mo-vimento di lotta, possa risolvere l’ incessan-te disagio disoccupazione. Alcuni tra loro, hanno persino dichiarato di volersi mettere al servizio di qualche politico “importante” per trovare un impiego soddisfacente. Altri invece che sono pronti a “evadere al nord” non appena ottenuto un valido titolo di studio. Uno scoramento evidente in tutta la cittadina del napoletano. Al momento in vista delle imminenti elezioni, nel territorio si gioca a “carte scoperte”. Le prossime vo-tazioni, si spera, potrebbero dare una valida risposta a una sfida appena lanciata.

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A T T U A L I T À

Pensieri sparsi all’alba di un nuovo giorno.No we can’t believe in change...di Antonio Perrone

Da qualche giorno , al mattino, mentre adempio al pio esercizio quotidiano della rasatura, fatta di Proraso e lente meridionali lamette, e chissà perchè di pensieri più elevati , ripenso ad alta voce “No , non possiamo credere al cambia-mento”.Esattamente l’opposto dello Yes we can, che, negli ultimi tre anni, ha cambiato e ancora sta cambiando il mondo, invertendo la rotta del qualunquismo, dell’immobilismo, dell’incredu-lità sociale.Lo slogan di Barack Obama ha colpito ovunque, andando a segno per la sua essenzialità, la sua semplicità , la sua trasparenza; ma i suoi venti di riforma, che hanno inondato inarrestabili il popolo interattivo del web e dei social network, hanno trovato, in controtendenza, ostacoli in-sormontabili nel nostro Paese, dighe di confor-mismo e di vuota autocommiserazione.Immobile l’opinione pubblica di fronte al solito spettacolo dei variopinti montarozzi di immon-dizia nuovamente e copiosamente presenti, a mò di bizzarro monumento, per i turisti della Santa Pasqua; apatica, rispetto al solito indegno teatrino della politica locale, dove uomini stori-

camente di destra , nell’imminenza del prossimo confronto delle amministrative, convergono a sinistra e viceversa, in una sorta di cotillon grot-tesco che sa di avanspettacolo, con i soliti “cen-tenari” ed inamovibili mestieranti pupari che sanno manovrare con maestria i fili del potere.Inerme la nostra coscienza,ancora indecisa ( ?? ) se plaudere o condannare primi ministri intenti a legiferare per fini privati , ed a foraggiare co-stosissimi e acerbi harem di esotiche minorenni, piut-tosto che occuparsi di cosa pubblica, tematiche sociali, drammi economici annun-ciati o venturi.Tentenna la nostra condi-zione di cittadini titolari di diritti che non sappiamo più rivendicare, e di doveri , nostro malgrado, da ottem-perare ( Ove sia il caso dei lavoratori dipendenti co-stretti a produrre per metà mese solo per lo Stato), o da omettere con allegra faciloneria in attesa del solito condono o scudo fiscale che dir si voglia ( ove si tratti di rispettabili liberi professionisti).E allora no, non crediamo al cambiamento, la nostra apatia è il sintomo evidente di un males-sere sociale che di sicuro non conduce il nostro Paese , e di riflesso le nostre realtà locali , verso un futuro costruttivo e propositivo.Cosa consegneremo ai nostri figli?Abbiamo ormai dimenticato le origini della no-

stra Italia Repubblicana, non ci riconosciamo nei valori fondanti dell’unità, anche in occasione del centocinquantenario, abbiamo amnesie to-tali circa il dispendio di sangue sulle montagne durante i giorni terribili della Liberazione.Colpisce che un’anziana donna di ben 99 anni, partigiana con occhi giovanissimi e ancora pieni di entusiasmo , sul palco romano per le celebra-zioni del 25 aprile scorso, abbia affermato “ Non

è questo il Paese per il quale abbiamo combattuto , non è questo il luogo che avevamo sognato, dove ciascuno po-tesse affermare in libertà la propria idea, e potesse dare luogo ai suoi sogni , alle sue aspettative, secondo le sue inclinazioni e la propria condizione politica , econo-mica e sociale..Ho 99 anni e non voglio morire con Ber-lusconi al governo..”Esempio di coerenza, di entusiasmo e soprattutto

di grande forza per chi ancora ci crede e si dà l’imperativo di credere, credere, fortissimamente credere , indipendentemente dal censo, dall’idea o dalla propria età anagrafica..E’ questa l’Italia che piace, che deve prosegui-re il suo cammino e fare suo il YES WE CAN dell’era Obama.Soltanto credendoci con forza potremmo forse guardare negli occhi le generazioni a venire.E’ un dovere più che un auspicio.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

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9il giornale di Casoria • Venerdì 13 maggio 2011

A T T U A L I T À

Sui Referendum e’ calato il silenzio dei mass media.12-13 Giugno: gli Italiani alle urne per il Referendum abrogativo.di Francesco Scalamogna

In vista del prossimo Referendum Day di domenica 12 e lunedì 13 Giugno, gli Italiani saranno chiamati ad esprimersi su quattro quesiti. Ad oggi, solo il 74% degli italiani è a conoscenza dell’appuntamento referendario e appena il 7% è informato sui quesiti, colpa della scarsa campagna pubblicitaria attuata dal Governo. Il pri-mo quesito riguarda il legittimo impedi-mento, Quello sul legittimo impedimento è il quesito che può trasformarsi in un vero e proprio voto su Silvio Berlusconi. La norma attuale permette al Presidente del Consiglio e ai ministri di non esse-re costretti a comparire in tribunale per un’udienza penale se sopraggiungono im-pegni di carattere istituzionale. La Corte costituzionale ha già recentemente ridi-mensionato la norma, lasciando al giudice la decisione in merito e non all’imputato. Un’eventuale vittoria del Sì la cancellereb-be del tutto. Portavoce del referendum è stato il partito dell’Italia dei Valori. Il se-condo quesito, presentato sempre dall’Ita-lia dei Valori, punta ad abrogare la norma per la realizzazione sul territorio nazio-

nale di centrali nucleari. È un tema oggi giorno particolarmente scottante, a se-guito del disastro avvenuto in Giappone. Su questo il Governo è intervenuto con una moratoria che blocca la costruzio-ne di nuove centrali nucleari. Un chiaro tentativo di impedire il voto referendario su di una materia che suscita sgomento e paura tra i cittadini. L’azione governativa ha suscitato una vera e propria ondata di proteste, in particolare tra i partiti che appoggiano i referendum. Si è parlato di furto di democrazia. Ora si aspetta il pro-nunciamento della Corte di Cassazione, che deve valutare se la riforma operata dal Governo sulla materia oggetto del quesito referendario sia tale da rendere inutile il referendum stesso. Gli ultimi due quesiti si occupano della privatizzazione dell’ac-qua. In particolare, il terzo quesito riguar-da le modalità di affidamento e la gestio-ne dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il quarto ed ultimo quesito, invece, riguarda in particolare la de-terminazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene chie-sta una parziale abrogazione della norma. Anche in questo caso il go-

verno si preparerebbe a neutralizzare il re-ferendum, istituendo un’autority centrale in materia. I partiti e movimenti civici che hanno promosso la raccolta di firma necessarie per l’indizione dei referendum speravano che il Governo accorpasse il voto referendario con le elezioni ammi-nistrative. Così non è stato. il governo ha indetto le votazioni sperando nell’asten-sione. Lo ha fatto fissando la consultazio-ne nell’ultima data utile secondo quanto predispone la legge e sprecando circa 400 milioni euro per non aver proceduto all’accorpamento con le amministrative. Il referendum è un istituto previsto dal-la Carta Costituzionale, in cui il popo-lo esercita il maniera diretta il potere di abrogare una legge o parte di essa. E’ un istituto di democrazia diretta. In Italia sono previsti solo il referendum abroga-tivo e confermativo. Perché la votazione per il referendum sia valida occorre che al voto si raggiunga un quorum predefinito, che nel caso italiano esso è fissato nel 50% più uno degli aventi diritto al voto.In-tanto solo grazie al deciso intervento del Presidente della Repubblica Napoletano, la RAI, ha iniziato a trasmettere una serie di spot informativi sui quesiti referendari.La sensazione è quella che in cabina re-ferendaria regnerà assoluta confusione, sia per i testi davvero criptici dei quesiti sia per il fatto che sono abrogativi e quindi

occorre votare SI per dire NO. Af-finché i referendum abrogativi abbiano effetto, occorre che la percentuale dei votanti raggiunga il quorum, cioè il 50%+1 degli aven-ti diritto al voto. Chissà se gli Italiani preferiranno la tin-tarella alla chiamata alle urne…

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C A S O R I A N I D . O . C .

Roy De VitaUn curriculum internazionale che lo pone tra gli innovatori della chirurgia plastica.di Antonella Storti

Roy De Vita nato a Napoli ma di origini ca-soriane, è senza dubbio il chirurgo plastico italiano più noto al grande pubblico. Una passione quella della chirurgia plastica, che lo accompagna da quando era ragazzo. Ha respirato medicina in casa sin da piccolo. Fi-glio del noto Prof. Carlo De Vita , Primario di otorinolaringoiatria all’Ospedale Santo-bono di Napoli. De Vita dopo il liceo scien-tifico si iscrive all’Università Federico II di Napoli dove si laurea in 5 anni e una sessione con 110 e lode. Consegue le specializzazioni all’estero nei più importanti centri d’Inghil-terra tra cui il Queen Victoria Hospital uno dei più prestigiosi centri di chirurgia plasti-ca al mondo e negli Stati Uniti d’America. Nel 1986 si trasferisce a Roma presso la cattedra di Chirurgia Plastica della facoltà

di Medicina e Chirurgia dell’Università de-gli studi “La Sapienza di Roma dove ci resta definitivamente. Nel 2002 diventa Primario dell’Istituto nazionale dei Tumori di Roma Regina Elena, ha una casistica operatoria personale di oltre 10 mila interventi esegui-ti da primo operatore. Attualmente ricopre anche il ruolo di componente del Consiglio Superiore di Sanità, massimo organismo consultivo del Ministero della Sanità, in qualità di esperto per la disciplina chirur-gia plastica. Il Prof. De Vita si è imposto al grande pubblico avviando una campagna di-vulgativa sulle problematiche della chirurgia plastica e ricostruttiva utilizzando i canali classici come la televisione ed i magazines. Spesso ospite di trasmissioni come porta a porta , Uno mattina, Verissimo etc. Per la prima volta ha portato in televisione la fe-nomenologia della chirurgia plastica effet-tuando anche il primo intervento chirurgico in diretta al programma “Bisturi”. Lavora senza sosta dal lunedì al venerdì iniziando alle 6 e terminando alle 22 ,spesso capita di dover lavorare nel fine settimana per via degli impegni congressuali, tiene conferenze in tutto il mondo e continua a frequentare i reparti di ultra specializzazione più impor-tanti del mondo Parigi per la liposizione Gli

Usa per la chirurgia ricostruttiva ed esteti-ca della mammella e del volto sempre negli Usa per la chirurgia dell’orecchio .E’ autore di oltre 100 lavori scientifici pre-sentati ai più importanti Congressi naziona-li ed internazionali editi e stampati in tutto il mondoIl prof. De Vita nonostante una carriera ca-ratterizzata da tanti successi sta lavorando ad un progetto importante. E’ appena par-tito il RDV Medicalgroup, che vuole offrire un percorso di affidabilità e sicurezza alle pazienti in un settore che è diventato un vero far west. Un percorso procedurale cer-tificato che si basa sul modello che utilizza l’Istituto dei Tumori di Roma Regina Elena.Infine, segnaliamo che il Prof. De Vita, da tempo ha un rapporto consolidato con la fa-mosa attrice Nancy Brilli, che a più riprese si è dichiarata innamorata dell’illustre Profes-sore della chirurgia plastica italiana.

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C A S A C A S O R I A

La cedolare secca.Il principio, le regole generali e le novità del 2011. di Carlo De Vita

La cedolare secca è l’imposta che il locatore può pagare se vuole chiudere il conto sia con l’IRPEF dovuta sui canoni d’affitto incassati sia le impo-ste di registro da versare quando si re-gistra un contratto di locazione, la sua proroga o la risoluzione.Il Locatore può decidere di registrare il contratto di locazione in maniera ordinario, pagando l’imposta di regi-stro e di bollo, e dichiarare nel model-lo 730 o Unico i canoni di locazione percepiti nell’anno, sommandoli agli altri redditi sul cui totale va calcola-ta l’Irpef dovuta, oppure scegliere di pagare la CEDOLARE SECCA in modo da non pagare in registro e il bollo alla registrazione del contratto di locazione e non dichiarare le loca-zioni nel modello 730 o nell’Unico.L’Imposta da pagare dipende dal tipo di contratto di locazione e può essere

periodo di validità dell’opzione, alla facoltà di chiedere qualsiasi aggiorna-mento del canone, anche se prevista nel contratto, inclusa la variazione dell’ISTAT. Il pagamento della cedo-lare secca da effettuare con il Modello F24 segue le regole ordinarie saldo ed eventuale acconto, alle stesse scaden-ze previste dall’Irpef. L’acconto è sta-to fissato all’85% per il 2011 e al 95% a partire dal 2012.

pari al 21% del canone annuo per i contratti a canone libero, del 19% del canone annuo, per i contratti a cano-ne concordato su abitazioni situate in Comuni con carenze di disponibilità abitative oppure in quelli ad alta ten-sione abitativa.La cedolare secca si versa come L’Ir-pef (saldo e acconto) e alle stesse scadenze dell’Irpef (Giugno-Novem-bre). Possono scegliere di applicare la cedolare secca le persone fisiche che siano proprietarie dell’im-mobile locato o titolari di un al-tro diritto reala e di godimento sullo stesso esempio gli usufrut-tuari. L’immobile deve essere ad uso abitativo e deve essere loca-to per sole finalità abitative cioè stiamo parlando delle abitazioni accatastate da A1 ad A11 esclu-sa l’A10 (uffici o studi privati).La cedolare secca non può es-sere applicata per gli immobili che rientrano nel reddito d’im-presa o di lavoro autonomo del locatore. Importante evidenzia-re che chi sceglie di applicare la cedolare secca deve prima comunicare, con raccomanda-ta, al locatore la rinuncia, per il

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S P O R T

La disfatta di Lecce non deve pregiudicare un campionato ad alto livello.di Francesco Scalamogna

Un finale così ad alta tensione non lo si poteva davvero immaginare. La disfatta di Lecce porta a tre le sconfitte del Napoli negli ultimi quattro incontri. Voci insistenti sull’addio di mister Maz-zarri, la telenovela dei suoi incontri coi dirigen-ti bianconeri e le esternazioni di De Laurentiis stanno compromettendo sul filo di lana un’an-nata straordinaria. La squadra appare stanca e nervosa, l’espulsione di Cavani è la fotografia di questo delicato momento. L’Udinese ha ripreso a correre e vincere, facile prevedere che nelle ultime due partite andrà a fare il pieno di punti contro il Chievo a Verona, matematicamente salvo dopo l’incredibile rimonta contro la Juventus a Torino, ed il Milan in casa già campione d’Italia. Bisogna per altri 180° restare tutti uniti e portare a casa quell’ultimo punto che garantirebbe l’accesso ai gironi della prossima Champions Leauge. Poi ci sarà tempo e modo per discutere della stagione che verrà.La cronaca di Lecce-NapoliIl primo tempo è avaro di emozioni. Le due squa-dre si studiano a lungo facendo circolare molto la palla senza conclusioni in porta. Deboli e impre-cisi gli unici tiri verso lo specchio della porta. Il Napoli prova a proteggere il pareggio. Il gioco si sviluppa principalmente a metà campo, attraverso azioni confuse e spesso mal strutturate. Le squa-dre rientrano negli spogliatoi sullo 0 a 0 senza neanche un minuto di recupero assegnato dall’ar-bitro Valeri. La sveglia suona nella seconda parte di gioco, regalando un finale di gara incredibile. Al 4° minuto, fallo in area su Olivera atterrato da Campagnaro. Corvia realizza con un perfet-to calcio di rigore che va ad infilarsi all’incrocio. Poco dopo, lo stesso Corvia si fa buttare fuori per un fallo inutile su Lavezzi e si prende la secon-da ammonizione. Il Lecce resta in dieci e soffre molto fino al pareggio del Napoli, al 22° minuto. Zuniga pennella un delizioso cross in area su cui si avvita Mascara che di testa la mette alle spalle di Rosati. Il Napoli sembra prendere il largo e sfiora il raddoppio con Cavani che di testa manda

a dare il sostegno necessario agli azzurri per la conquista di quel punto che garantirebbe la ma-tematica qualificazione ai gironi della prossima Champions. Accantonato l’obiettivo scudetto, gli uomini di Leonardo vorranno ben figurare in uno degli stadi più calorosi d’Italia. In casa Napoli, peseranno non poco le squalifiche in at-tacco di Cavani e Mascara, con ogni probabilità Mazzarri schiererà Lavezzi come punta centrale, supportato da Hamsik e da Zuniga nei panni di trequartista. Interessante sarà osservare il comporta-mento della tifoseria nei confronti del tecnico di San Vincenzo.UltimissimeL’Alta corte di giustizia del Coni ha accolto il ricorso di Inter, Juventus, Milan, Roma e Napoli contro la delibe-ra dell’assemblea di Lega di serie A sulla questio-ne relativa alla ripartizione dei diritti tv. La Corte federale aveva respinto il ricorso dei cinque club contro la delibera dell’assemblea di Lega A che aveva fissato i parametri di individuazione dei bacini di utenza, assegnandone le ricerche a tre istituiti demoscopici.

clamorosamente alto dinanzi al portiere leccese. Il giallo si consuma però poco dopo: un’ingenuità di un nervoso Cavani gli costa il secondo giallo, saltando così il big match con L’inter. Si ristabi-lisce quindi la parità numerica con il Lecce che ora ci crede. Al 35° minuto entra Chevanton al posto di Munari, e cambia la partita: otto minuti dopo, a due dallo scadere, raccoglie un magistrale colpo di tacco di Di Michele e scarica un destro che si stampa sulla parte bassa della traversa per poi oltrepassare la linea. Valeri all’inizio sembra non concedere il gol, decisiva poi la segnalazione dell’assistente. Il Lecce vince 2 a 1 e si allontana dalla zona bollente del campionato.In vista di Napoli-InterSi registra il tutto esaurito per il big match al San Paolo contro l’Inter. Per l’ultima partita casalin-ga della stagione, il pubblico di Napoli è pronto

Napoli, avanti tutta!

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R U B R I C A M E D I C A

Hai un bimbo?...La sua sicurezza non è un optional!!La prevenzione degli incidentiin età pediatrica.A cura del Dr. Liberatore Graziano Pediatra

Un argomento di educazione sanitaria molto importante è quello che riguarda la prevenzione degli incidenti in età pedia-trica. Questo perchè, nel mondo occiden-tale, gli incidenti sono la prima causa di mortalità in età pediatrica, più di tumori vari (compreso le leucemie) e malattie infettive. Si sono fatti e si continuano a fare enormi sforzi per debellare, preveni-re e curare le malattie infettive, e ciò ha dato enormi risultati in termini di salute pubblica; si fa tantissima ricerca e si im-piegano enormi risorse per curare malattie neoplastiche, e anche ciò ha ridotto note-volmente, rispetto al passato, la mortalità per tali patologie. Ma, per quella che oggi è la prima causa di mortalità in età pedia-trica, si fa molto poco. Eppure basterebbe solo una buona educazione sanitaria, una buona informazione, per prevenire la gran parte degli incidenti di cui sono vittime i bambini.Gli incidenti e gli avvelenamenti sono la prima causa di morte in età pediatrica. In Italia ogni anno circa 70000 bambini sono vittime di incidenti, molti dei quali mortali. Conoscere quali sono i principali rischi che un bambino corre ci dà l’oppor-tunità di prendere alcune precauzioni che potrebbero salvargli la vita. Vediamo quali:

CaduteIl bambino piccolo non va mai lasciato senza con-trollo su posizioni elevate (fasciatoio, tavolo), nean-che solo per un momento! Anche se il bimbo è posizionato in una sediolina o nell’”ovetto”non bisogna poggiarlo su piani rialzati, ma a terra, e assicurarsi che le cinture siano allacciate. Il seggiolone deve essere stabile e la cintura ben allac-ciata per evitare che il bambino, puntan-do i piedi, possa cadere.Utilizzare una culla o un lettino che abbia sponde alte almeno 60 cm e la distanza tra le sbarre non deve superare i 6-7 cm.Se il bambino cammina o gattona e sono presenti scale, dotarle di cancelletti. I da-vanzali delle finestre, le ringhiere dei bal-coni e dei terrazzi devono essere alti per impedire che il bambino si possa sporge-re. Bisogna mettere una rete per impe-dire che possa passare attraverso sbarre di ringhiere troppo larghe. Attenzione, inoltre, a non favorire le arrampicate del bambino alle finestre o sulle ringhiere con oggetti lasciati nelle vicinanze: sedie, cassette, vasi, tricicli, etc.

FolgorazioniL’impianto elettrico della casa deve esse-re dotato di messa a terra e dispositivo “salvavita” “a norma” che va controllato periodicamente. Per impianti non recen-ti che non hanno prese antifolgorazione, può essere utile l’uso di copriprese. E’ preferibile non utilizzare prolunghe e fili volanti.

Il videoregistratore va sistemato in posi-zione inaccessibile al bambino: potrebbe infilare le manine nell’alloggiamento del-la videocassetta. Non bisogna utilizzare asciugacapelli, radio ed altri piccoli elettrodomestici in prossimità dell’acqua.AnnegamentiMai lasciare da solo il bimbo nel bagnet-to, neanche per un istante, anche se vi è pochissima acqua e il bimbo inizia ad essere grandicello. Svuotare la vasca da bagno subito dopo l’uso. Non tenere pi-scinette, secchi, catini etc. pieni d’acqua in posti accessibili ai bambini. Quando sono più grandi e fanno il bagno al mare o in piscina, vanno tenuti costantemen-te sotto controllo, anche se indossano il salvagente e l’acqua è bassa.E’ comunque consigliabile che il bimbo impari presto a nuotare.Ferite e contusioni Coltelli, forbici, matite, penne e ogget-ti taglienti o appuntiti in genere vanno, ovviamente, tenuti lontano dai bambini. Riporli in luoghi inaccessibili e, se questo non è possibile, usare eventualmente ap-positi blocca-cassetti.Nelle porte a vetri è meglio montare vetri di sicurezza oppure applicare un foglio di plastica adesiva sul vetro. Utilizzare i paraspigoli per gli arre-di e per le ante di finestre aperte.

Fine Prima parte

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15il giornale di Casoria • Venerdì 13 maggio 2011

L E T T E R E A L D I R E T T O R E

Anno 1 - Numero 3Venerdì 13 maggio 2011

[email protected]. 081 7588818 - 3358270557

Inserto di Napolincasa News

Aut. Tribunale di Napolin. 0062 del 30/09/2005

Editore: Carlo De VitaVia S. Di Giacomo, 6/8

80026 Casoria (NA)

Direttore responsabile: Giuseppe Storti

Hanno collaborato a questo numero:Rosa e Concetta Alvino,

Daniela Devecchi, Margherita De Rosa,

Antonella Storti, Francesco Scalamogna, Giusto,

Liberatore Graziano, Edy Vitale, Angela Uliano.

Direzione e redazione:Via S. Di Giacomo, 6/8

80026 Casoria (NA)Tel. 081 7588818

Progetto grafico, impaginazione e stampa:Grafis print s.a.s.

Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA)Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

Riceviamo e pubblichiamo:

IL PITTORE ORLANDO D’UVAUn artista casoriano presto dimenticato.

Tra gli anni sessanta e gli anni ot-tanta Orlando D’Uva è stato uno dei pittori più prestigiosi che ha avu-to Casoria. Spirito insofferente, ha viaggiato molto in Italia e all’estero: Genova, Venezia, Milano, Ginevra, Monaco di Baviera, Nizza, Parigi, Amsterdam, etc. Parte della sua produzione pitto-

rica, infatti, costituisce una specie di taccuino di viaggio. Ad un certo punto della sua esistenza si è ritirato nell’eremo dei Camaldoli, dove i mo-naci gli hanno concesso l’uso di una stanzetta che fungeva da studio, ma rappresentava il suo paradiso terre-stre. La sera tornava a Casoria, ma la mattina presto ripartiva per rifugiarsi in quello che consisteva il suo eremo, lontano dal frastuono della rumoro-sa civiltà delle macchine. Lì poteva meditare e dialogare con la tela e i colori: la sua fantasia, poi, guidava il pennello per le vie dell’arte. Fino a che questo cammino è stato prema-turamente interrotto.Orlando D’Uva era un artista nel senso pieno del termine. Non aveva una grande abilità nel disegno e ne era cosciente. Aveva, però, il senso del colore e quando era in vena era capace di usarlo in modo fantasioso e creativo, specialmente nel paesag-gio. Qui le sue possibilità espressive erano varie e originali. A volte la sua

era una pittura corposa, terrosa, dai colori vivaci, che doveva dare la sen-sazione di aggredire il fruitore. Altre volte presentava delle figure evane-scenti, dalle forme indefinite immer-se in un mare di colori tenui. Altre volte ancora dipingeva strane figure per una rappresentazione di tipo sur-reale. Il risultato migliore l’ha ottenuto sicuramente nella raffigurazione dei paesaggi: la vegetazione assumeva a volte forme leggiadre, altre con-torte, a seconda dello stato d’animo dell’artista. Il colore, però, era pre-valentemente acceso: esso nasceva da sensazioni forti e altrettante ne intendeva provocare nell’osservatore. Negli ultimi tempi la sua pittura tendeva a sconfinare nell’informa-le. Peccato che proprio al momento della sua piena maturità abbia dovu-to lasciare la sua dimora terrena! Ci avrebbe sicuramente regalato al-tre opere importanti.

Antonio Russo

s.r.l.

Il noleggio...e non ci pensi piu’

Via S. Di Giacomo, 10-12 80026 Casoria (Na)Tel. 081 19576025 Fax 081 19545662

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