Apostolo della carità «San Luigi e i poveri Un …«San Luigi e i poveri Un esempio che vive»...

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LA PROVINCIA 29 DOMENICA 18 OTTOBRE 2015 Santuario del Sacro Cuore Il 24 ottobre due messe a Como, al Santuario: alle ore 10.30 e alle ore 20.30 . E gratis, con il quotidiano La Provincia, il fotoposter del santo, allegato al giornale. Fotoposter del santo il 24 in regalo Quattro consacrazioni Nella celebrazione delle ore 10.30, il 24 ottobre, al Santuario del Sacro Cuore a Como, quattro confratelli guanelliani si consacreranno in perpetuo al Signore. La messa con il cardinale Il 30 ottobre, alle ore 11, nel Duomo di Milano il cardinale Angelo Scola presiede la solenne concelebrazione per la chiusura del centenario guanelliano. DON GUANELLA Il Centenario e l’iniziativa de La Provincia L'INTERVISTA SAVERIO XERES. Si era preso cura dei “derelitti” lasciati ai margini dalle istituzioni sociali Il docente di Storia della Chiesa della Facoltà teologica di Milano fa notare: «Ci sono analogie tra la sua epoca, segnata dal crollo di valori, e la nostra» Apostolo della carità «San Luigi e i poveri Un esempio che vive» VERA FISOGNI C arità. A un secolo dalla morte, è questa virtù che si impone nel profilo di San Luigi Guanella (1842- 1915). Il 24 ottobre, nel giorno della chiusura del Centenario, La Provincia offrirà ai lettori un fo- toposter del santo, grazie alla do- nazione di un devoto che vuole restare anonimo. Ma chi era que- sta straordinaria figura di testi- mone di Cristo? Ne parliamo con monsignor Saverio Xeres, docen- te di Storia della Chiesa presso la Facoltà teologica di Milano. Quali sono gli aspetti più carismatici della santità di don Guanella? Indubbiamente, in primo luogo, brilla la carità - risponde monsi- gnor Xeres -: Guanella ha dato vita a Como alla Congregazione dei Servi della Carità (24 marzo 1908; l’avvio delle opere risale al 1886, con l’apertura della “Picco- la Casa della Divina Provviden- za”). Il santo intuì - da persona estremamente concreta qual era - che proprio la carità, in un mo- mento di forte distacco tra Chie- sa e società, come quello della sua epoca, poteva funzionare da ele- mento di collegamento. Un altro aspetto che spicca nel profilo del santo, lo dice bene anche il bio- grafo don Piero Pellegrini, risiede nella scelta di occuparsi dei “più poveri dei poveri”. Non accoglie- va genericamente “persone in difficoltà”, ma dava ospitalità, aiuto concreto e spirituale a veri marginali. Nonostante anche a Como, all’epoca, vi fosse tutto un fiorire di iniziative sociali, ne re- stavano fuori tante persone a cui nessuno si dedicava. Chi sarebbero, oggi, i suoi poveri? Sulla pubblicazione “Pensiero Lariano”, un commiato in occa- sione della sua morte, dice che Guanella provvide «a dar ricove- ro ai derelitti, che (…) le burocra- tiche riserve delle legge e dei re- golamenti degli istituti ufficiali (…) abbandonavano per la stra- da». Chi rientrava in questa mar- ginalità? In tanti. Ad esempio i vecchi poveri e soli, le ex dome- stiche prive di fonti di sussisten- za, i disabili, i malati psichici. Tra fine Ottocento e inizi Novecento si viveva un cambiamento econo- mico forte e spesso le famiglie non potevano tenere in casa gli anziani o i malati. E oggi, a quali marginali guardereb- be don Guanella? Oggi c’è una fascia di persone di cui non ci rendiamo conto, che vivono profonde sofferenze. Ba- sta andare in una mensa dei pove- ri. Si incontrano uomini e donne in stato di estrema solitudine, uscite dalla vita professionale o famigliare. Un isolamento reso ancora più problematico dal crol- lo dei riferimenti: alcolisti, disoc- cupati da anni, sofferenti psichi- ci, separati. Anche oggi la buro- crazia è molto pesante. Don Guanella si trovava bene a Co- mo? In una lettera del 1907 al vescovo, don Guanella dice di essere una «gallina nera nel pollaio». Si sen- tiva sicuramente un po’ fuori po- sto, in ambito ecclesiastico. Per- ché non era visto benissimo; chi lo aveva davvero capito era il ve- scovo Andrea Ferrari. Don Guanella era originario della Val Chiavenna. Queste radici come si ri- flettevano nel suo carattere? Con la testardaggine, la concre- tezza e l’attaccamento alla terra. Che cosa leggere per avvicinarsi alla testimonianza viva di San Guanella? Senz’altro la sua bella autobio- grafia “Le vie della Provvidenza” ripubblicata nel 2011 (San Paolo, 240 pag., 17 euro), con un’ intro- duzione di Andrea Riccardi. A un secolo dalla morte di San Luigi Guanella, viviamo tempi di conflitti e crisi. Cosa ci dice, oggi, l’esperienza di quel grande testimone della fede? Ci sono indubbiamente analogie tra le due epoche - conclude monsignor Xeres - . Al momento della morte di don Guanella crol- lava un’epoca: entravano in crisi i presunti valori liberali ed inizia- va un terribile, sanguinoso con- flitto, il primo su scala mondiale. Anche oggi sembra che tutto stia crollando. Le guerre e il terrori- smo nel Medio Oriente hanno originato movimenti migratori eccezionali, rispetto ai quali l’Eu- ropa si è trovata spiazzata. Se cerchiamo di guardare la situa- zione nella prospettiva di Gua- nella, possiamo anche dire che da questa marginalità può venire qualcosa di nuovo. Sta nascendo un mondo fatto da un crogiolo di popoli che provengono dai mar- gini, proprio come i poveri di San Luigi Guanella. Santo e maestro di carità DON LUIGI GUANELLA (1842-1915) n «Aveva scritto, nel 1907, che a Como si sentiva “una gallina nera nel pollaio”» Ma di lui dicevano: «È sempre un mezzo matto...» Come iniziò la sua opera Luigi Guanella a Como? Lo apprendiamo dalle stesse parole del santo sacerdote che, nei suoi scritti, si riferiva a se stesso in terza persona. In “Le vie della Provvidenza. Autobiografia di un santo” (San Paolo, 2011), leggiamo: «Don Guanella aveva cercato un po- sto qualsiasi in città, per esem- pio una cappellania nell’Ospe- dale di Como, ma si rispondeva: “Il don Guanella dove può met- tere piede, mette tosto rivolu- zione e conviene tenerlo lonta- no”; “È sempre un mezzo mat- to” diceva un altro» . L’occasio- ne si presentò presumibilmen- te nel 1885, dopo l’incontro con il prefetto Carlo Guala: «“Dun- que lei che cosa vorrebbe fare a Como?” e don Guanella si sentì dire cosa che non avrebbe mai nemmeno pensato, e soggiun- se: “Io voglio fare un istituto per le serve”, e lì con facondia esponeva i bisogni delle serve e i desideri dei signori padroni. Dunque conchiuse il Guala: “Mi piace l’idea e l’appoggerò presso il vescovo, e se fa biso- gno presso la città”. Con questo le porte della China Como fu- rono aperte al don Guanella ben presto» . Bisognava cercare un punto di appoggio. Fu scelta “Casa Biffi” in via Santa Croce 22 (l’anno seguente diverrà via Tomaso Grossi), con circa 4000 metri quadrati di terreno coltivati ad orto, vigna e prato, con alcuni alberi da frutta. «Conveniva dunque comin- ciare l’opera» . La sera del 5 aprile 1886, una piccola comiti- va composta da due suore e al- cune orfanelle, con poche sup- pellettili, lasciava in barca Pia- nello del Lario alla volta di Co- mo, approdandovi alla volta di Como, a dare origine a quella che diventerà la Casa “Divina Provvidenza”. Gli inizi di quest’opera furo- no molto difficili. Ma, animato da una incrollabile fiducia nella Provvidenza divina, don Gua- nella non si scoraggiò mai e, af- frontando le difficoltà, riuscì in Il libro L’AUTOBIOGRAFIA DEL SANTO breve tempo a consolidare e sviluppare la sua istituzione, il cui scopo era «ad imitazione del Cottolengo, di venire in aiu- to di quel maggior numero di bisognosi che sia possibile, d’ogni età, classe e sesso, secon- do gli aiuti e gli indirizzi della divina Provvidenza». (Da “Norme principali per un Regolamento interno nella Piccola Casa della divina Prov- videnza in Como, (1894), in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Ro- ma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988). Silvia Fasana (Gior- nalista e ufficio stampa dei Guanel- liani di Como) 24 ottobre 1915 - 24 ottobre 2015 fotoposter del Santo * Centenario della morte di Don Luigi Guanella con * con il contributo di un donatore anonimo IN REGALO SABATO 24 OTTOBRE Luigi Guanella, apostolo della carità, nasce il 19 dicembre 1842 a Fraciscio di Campodolcino, tra i monti della Valle Spluga, in provincia di Sondrio. Viene ordinato sacerdote il 26 maggio 1866. Svolge il suo ministero in diverse parroc- chie della Diocesi di Como, ma sente che i po- veri, gli abbandonati, i sofferenti lo chiamano. Dopo molte difficoltà, scocca finalmente per lui «l’ora della misericordia»: da Pianello del La- rio nel 1886 con la sua benedizione parte una barchetta con due suore, un gruppetto di bam- bine e poche suppellettili alla volta di Como, a dare origine a quella che diventerà la Casa “Divina Provvidenza”, prima delle sue tante fondazioni di carità. Con un’energia e un entu- siasmo instancabile, don Guanellaraduna at- torno a sé un gruppo di suore ( le Figlie di Santa Maria della Provvidenza), di sacerdoti (i Ser- vi della Carità) e di laici, per portare ai poveri «Pane e Signore» e lavorare per la promozione integrale della persona. Dio ci è Padre! Fondamento della sua pedago- gia e della sua missione di carità è la consape- volezza della paternità di Dio, ragione della sua fiducia illimitata nella Provvidenza. Don Guanella muore il 24 ottobre 1915, a Como. È proclamato Beato da Paolo VI il 25 ot- tobre 1964 e canonizzato da Benedetto XVI il 23 ottobre 2012. Così La Provincia di Como cento anni fa: «La sua vita fu spesa interamente in pro degli or- fani., degli indigenti, degli inabili, degli infer- mi. Per essi egli escogitò risorse spirituali e materiali, creando molteplici istituti a Como, in varie parti d’Italia, e finanche in Isvizzera e nel Nord America. In lui la fede era sincera; la fiducia nella causa, per cui si prodigava, in- finita; la forza di resistenza nello smuovere gli inerti e superare gli ostacoli veramente rara. Per la bontà di cui dette luminoso esempio, per la probità di intenti e il disinteresse mondano a cui sempre si informò, per le molte pene che Ienì o tentò di lenire …quest’uomo modesto e devoto va ricordato con profonda reverenza e dev’essere unanimemente compianto». L’opera Alla sua morte don Guanella ha lasciato un impegno morale alle sue Congregazioni: «Tut- to il mondo è patria vostra». «Finirla non si può, finché vi sono poveri a ricoverare, bisogni a provedervi». E anche «Avrete a trattare con persone di più lingue e nazioni. Voi stenterete a capire loro e loro dureranno fatica per intende- re voi. Ma ben vi farete intendere col linguag- gio della carità e con il calore dell’amore divino che vi strugge dentro». Oggi, a cento anni dalla morte, la sua famiglia continua a diffondere il suo messaggio in ventidue nazioni sparse in tutto il mondo. Oltre che in Italia, comunità Guanelliane sono presenti in Svizzera, Spagna, Germania, Po- lonia, Romania, Israele, Canada, Stati Uni- ti, Messico, Guatemala, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Paraguay, India, Filippine, Vietnam, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Ghana. Una presenza discreta, nei luoghi più disparati, per prendersi cura della vita umana più fragile e indifesa, confrontan- dosi quotidianamente con vecchie e nuove po- vertà: i disabili, gli anziani, i poveri, i ragazzi in situazione di disagio, i senza fissa dimora, i profughi. Don Luigi Guanella La vita 24 ottobre 1915 24 ottobre 2015 Opera Don Guanella Opera Don Guanella «Opera di misericordia tu compi quando nel tuo cuore vieni coricando le umane infermità a fine di provvedervi» 24 ottobre 1915 24 ottobre 2015 Centenario della morte di Don Luigi Guanella

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LA PROVINCIA 29DOMENICA 18 OTTOBRE 2015

Santuario del Sacro CuoreIl 24 ottobre due messe a Como, al Santuario: alle ore 10.30 e alle ore 20.30 . E gratis, con il quotidiano La Provincia, il fotoposter del santo, allegato al giornale.

Fotoposterdel santoil 24 in regalo

Quattro consacrazioniNella celebrazione delle ore 10.30, il 24 ottobre, al Santuario del Sacro Cuore a Como, quattro confratelli guanelliani si consacreranno in perpetuo al Signore.

La messa con il cardinaleIl 30 ottobre, alle ore 11, nel Duomo di Milano il cardinale Angelo Scola presiede la solenne concelebrazione per la chiusura del centenario guanelliano.

DON GUANELLA Il Centenario e l’iniziativa de La Provincia

L'INTERVISTA SAVERIO XERES.

Si era preso cura dei “derelitti” lasciati ai margini dalle istituzioni sociali Il docente di Storia della Chiesa della Facoltà teologica di Milano fa notare:«Ci sono analogie tra la sua epoca, segnata dal crollo di valori, e la nostra»

Apostolo della carità«San Luigi e i poveriUn esempio che vive»VERA FISOGNI

Carità. A un secolo dallamorte, è questa virtù chesi impone nel profilo diSan Luigi Guanella (1842­

1915). Il 24 ottobre, nel giorno della chiusura del Centenario, LaProvincia offrirà ai lettori un fo­toposter del santo, grazie alla do­nazione di un devoto che vuole restare anonimo. Ma chi era que­sta straordinaria figura di testi­mone di Cristo? Ne parliamo conmonsignor Saverio Xeres, docen­te di Storia della Chiesa presso laFacoltà teologica di Milano.

Quali sono gli aspetti più carismatici

della santità di don Guanella?

Indubbiamente, in primo luogo,brilla la carità ­ risponde monsi­gnor Xeres ­: Guanella ha dato vita a Como alla Congregazione

dei Servi della Carità (24 marzo1908; l’avvio delle opere risale al1886, con l’apertura della “Picco­la Casa della Divina Provviden­za”). Il santo intuì ­ da persona estremamente concreta qual era­ che proprio la carità, in un mo­mento di forte distacco tra Chie­sa e società, come quello della suaepoca, poteva funzionare da ele­mento di collegamento. Un altroaspetto che spicca nel profilo delsanto, lo dice bene anche il bio­grafo don Piero Pellegrini, risiedenella scelta di occuparsi dei “piùpoveri dei poveri”. Non accoglie­va genericamente “persone in difficoltà”, ma dava ospitalità, aiuto concreto e spirituale a verimarginali. Nonostante anche a Como, all’epoca, vi fosse tutto unfiorire di iniziative sociali, ne re­stavano fuori tante persone a cuinessuno si dedicava.

Chi sarebbero, oggi, i suoi poveri?

Sulla pubblicazione “PensieroLariano”, un commiato in occa­sione della sua morte, dice che Guanella provvide «a dar ricove­ro ai derelitti, che (…) le burocra­tiche riserve delle legge e dei re­golamenti degli istituti ufficiali(…) abbandonavano per la stra­da». Chi rientrava in questa mar­ginalità? In tanti. Ad esempio i vecchi poveri e soli, le ex dome­stiche prive di fonti di sussisten­za, i disabili, i malati psichici. Trafine Ottocento e inizi Novecentosi viveva un cambiamento econo­mico forte e spesso le famiglie non potevano tenere in casa glianziani o i malati.

E oggi, a quali marginali guardereb­

be don Guanella?

Oggi c’è una fascia di persone dicui non ci rendiamo conto, che

vivono profonde sofferenze. Ba­sta andare in una mensa dei pove­ri. Si incontrano uomini e donnein stato di estrema solitudine, uscite dalla vita professionale ofamigliare. Un isolamento resoancora più problematico dal crol­lo dei riferimenti: alcolisti, disoc­cupati da anni, sofferenti psichi­ci, separati. Anche oggi la buro­crazia è molto pesante.

Don Guanella si trovava bene a Co­

mo?

In una lettera del 1907 al vescovo,don Guanella dice di essere una«gallina nera nel pollaio». Si sen­tiva sicuramente un po’ fuori po­

sto, in ambito ecclesiastico. Per­ché non era visto benissimo; chilo aveva davvero capito era il ve­scovo Andrea Ferrari.

Don Guanella era originario della Val

Chiavenna. Queste radici come si ri­

flettevano nel suo carattere?

Con la testardaggine, la concre­tezza e l’attaccamento alla terra.

Che cosa leggere per avvicinarsi alla

testimonianza viva di San Guanella?

Senz’altro la sua bella autobio­grafia “Le vie della Provvidenza”ripubblicata nel 2011 (San Paolo,240 pag., 17 euro), con un’ intro­duzione di Andrea Riccardi.

A un secolo dalla morte di San Luigi

Guanella, viviamo tempi di conflitti

e crisi. Cosa ci dice, oggi, l’esperienza

di quel grande testimone della fede?

Ci sono indubbiamente analogietra le due epoche ­ concludemonsignor Xeres ­ . Al momentodella morte di don Guanella crol­lava un’epoca: entravano in crisii presunti valori liberali ed inizia­va un terribile, sanguinoso con­flitto, il primo su scala mondiale.Anche oggi sembra che tutto stiacrollando. Le guerre e il terrori­smo nel Medio Oriente hanno originato movimenti migratorieccezionali, rispetto ai quali l’Eu­ropa si è trovata spiazzata. Se cerchiamo di guardare la situa­zione nella prospettiva di Gua­nella, possiamo anche dire che daquesta marginalità può venire qualcosa di nuovo. Sta nascendoun mondo fatto da un crogiolo dipopoli che provengono dai mar­gini, proprio come i poveri di SanLuigi Guanella.

Santo e maestro di carità DON LUIGI GUANELLA (1842­1915)

n «Aveva scritto, nel 1907, che a Como si sentiva “una gallina nera nel pollaio”»

Ma di lui dicevano: «È sempre un mezzo matto...»Come iniziò la sua

opera Luigi Guanella a Como? Lo apprendiamo dalle stesse parole del santo sacerdote che, nei suoi scritti, si riferiva a se stesso in terza persona.

In “Le vie della Provvidenza.Autobiografia di un santo” (SanPaolo, 2011), leggiamo: «Don Guanella aveva cercato un po­sto qualsiasi in città, per esem­pio una cappellania nell’Ospe­dale di Como, ma si rispondeva:“Il don Guanella dove può met­tere piede, mette tosto rivolu­

zione e conviene tenerlo lonta­no”; “È sempre un mezzo mat­to” diceva un altro» . L’occasio­ne si presentò presumibilmen­te nel 1885, dopo l’incontro conil prefetto Carlo Guala: «“Dun­que lei che cosa vorrebbe fare aComo?” e don Guanella si sentìdire cosa che non avrebbe mai nemmeno pensato, e soggiun­se: “Io voglio fare un istituto per le serve”, e lì con facondia esponeva i bisogni delle serve ei desideri dei signori padroni.Dunque conchiuse il Guala:

“Mi piace l’idea e l’appoggeròpresso il vescovo, e se fa biso­gno presso la città”. Con questole porte della China Como fu­rono aperte al don Guanellaben presto» . Bisognava cercareun punto di appoggio. Fu scelta“Casa Biffi” in via Santa Croce 22 (l’anno seguente diverrà via Tomaso Grossi), con circa 4000 metri quadrati di terrenocoltivati ad orto, vigna e prato, con alcuni alberi da frutta.

«Conveniva dunque comin­ciare l’opera» . La sera del 5

aprile 1886, una piccola comiti­va composta da due suore e al­cune orfanelle, con poche sup­pellettili, lasciava in barca Pia­nello del Lario alla volta di Co­mo, approdandovi alla volta di Como, a dare origine a quellache diventerà la Casa “Divina Provvidenza”.

Gli inizi di quest’opera furo­no molto difficili. Ma, animato da una incrollabile fiducia nellaProvvidenza divina, don Gua­nella non si scoraggiò mai e, af­frontando le difficoltà, riuscì in Il libro L’AUTOBIOGRAFIA DEL SANTO

breve tempo a consolidare e sviluppare la sua istituzione, il cui scopo era «ad imitazionedel Cottolengo, di venire in aiu­to di quel maggior numero di bisognosi che sia possibile,d’ogni età, classe e sesso, secon­do gli aiuti e gli indirizzi della divina Provvidenza».

(Da “Norme principali perun Regolamento interno nella Piccola Casa della divina Prov­videnza in Como, (1894), inScritti per le Congregazioni, IV,Centro Studi Guanelliani Ro­ma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1988). Silvia Fasana (Gior­

nalista e ufficio stampa dei Guanel­

liani di Como)

24 ottobre 1915 - 24 ottobre 2015

fotoposter del Santo*

Centenario della morte di Don Luigi Guanella

con

* con il contributo di un donatore anonimo

IN REGALO SABATO 24 OTTOBRE

Luigi Guanella, apostolo della carità, nasce il 19 dicembre 1842 a Fraciscio di Campodolcino, tra i monti della Valle Spluga, in provincia di Sondrio. Viene ordinato sacerdote il 26 maggio 1866. Svolge il suo ministero in diverse parroc-chie della Diocesi di Como, ma sente che i po-veri, gli abbandonati, i sofferenti lo chiamano. Dopo molte difficoltà, scocca finalmente per lui «l’ora della misericordia»: da Pianello del La-rio nel 1886 con la sua benedizione parte una barchetta con due suore, un gruppetto di bam-bine e poche suppellettili alla volta di Como, a dare origine a quella che diventerà la Casa “Divina Provvidenza”, prima delle sue tante fondazioni di carità. Con un’energia e un entu-siasmo instancabile, don Guanella raduna at-torno a sé un gruppo di suore ( le Figlie di Santa Maria della Provvidenza), di sacerdoti (i Ser-vi della Carità) e di laici, per portare ai poveri «Pane e Signore» e lavorare per la promozione integrale della persona.Dio ci è Padre! Fondamento della sua pedago-gia e della sua missione di carità è la consape-volezza della paternità di Dio, ragione della sua fiducia illimitata nella Provvidenza. Don Guanella muore il 24 ottobre 1915, a Como. È proclamato Beato da Paolo VI il 25 ot-tobre 1964 e canonizzato da Benedetto XVI il 23 ottobre 2012.

Così La Provincia di Como cento anni fa: «La sua vita fu spesa interamente in pro degli or-fani., degli indigenti, degli inabili, degli infer-mi. Per essi egli escogitò risorse spirituali e materiali, creando molteplici istituti a Como, in varie parti d’Italia, e finanche in Isvizzera e nel Nord America. In lui la fede era sincera; la fiducia nella causa, per cui si prodigava, in-

finita; la forza di resistenza nello smuovere gli inerti e superare gli ostacoli veramente rara. Per la bontà di cui dette luminoso esempio, per la probità di intenti e il disinteresse mondano a cui sempre si informò, per le molte pene che Ienì o tentò di lenire …quest’uomo modesto e devoto va ricordato con profonda reverenza e dev’essere unanimemente compianto».

L’opera

Alla sua morte don Guanella ha lasciato un impegno morale alle sue Congregazioni: «Tut-to il mondo è patria vostra». «Finirla non si può, finché vi sono poveri a ricoverare, bisogni a provedervi». E anche «Avrete a trattare con persone di più lingue e nazioni. Voi stenterete a capire loro e loro dureranno fatica per intende-re voi. Ma ben vi farete intendere col linguag-gio della carità e con il calore dell’amore divino che vi strugge dentro». Oggi, a cento anni dalla morte, la sua famiglia continua a diffondere il suo messaggio in ventidue nazioni sparse in tutto il mondo. Oltre che in Italia, comunità Guanelliane sono presenti in Svizzera, Spagna, Germania, Po-lonia, Romania, Israele, Canada, Stati Uni-ti, Messico, Guatemala, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Paraguay, India, Filippine, Vietnam, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Ghana. Una presenza discreta, nei luoghi più disparati, per prendersi cura della vita umana più fragile e indifesa, confrontan-dosi quotidianamente con vecchie e nuove po-vertà: i disabili, gli anziani, i poveri, i ragazzi in situazione di disagio, i senza fissa dimora, i profughi.

Don Luigi GuanellaLa vita

24 ottobre 191524 ottobre 2015

Opera Don Guanella

Luigi Guanella, apostolo della carità, nasce il Luigi Guanella, apostolo della carità, nasce il Luigi Guanella19 dicembre 1842 a Fraciscio di Campodolcino, tra i monti della Valle Spluga, in provincia di Sondrio. Viene ordinato sacerdote il 26 maggio 1866. Svolge il suo ministero in diverse parrocchie della Diocesi di Como, ma sente che i poveri, gli abbandonati, i sofferenti lo chiamano. Dopo molte difficoltà, scocca finalmente per lui «l’ora della misericordia»: da Pianello del Lario nel 1886 con la sua benedizione parte una barchetta con due suore, un gruppetto di bambine e poche suppellettili alla volta di Como, a dare origine a quella che diventerà la Casa “Divina Provvidenza”, prima delle sue tante fondazioni di carità. Con un’energia e un entusiasmo instancabile, don Guanellatorno a sé un gruppo di suore ( le Figlie di Santa Maria della Provvidenza), di sacerdoti (i Servi della Carità) e di laici, per portare ai poveri «Pane e Signore» e lavorare per la promozione integrale della persona.Dio ci è Padre! Fondamento della sua pedagogia e della sua missione di carità è la consapevolezza della paternità di Dio, ragione della sua fiducia illimitata nella Provvidenza. Don Guanella muore il 24 ottobre 1915, a Don Guanella muore il 24 ottobre 1915, a Don GuanellaComo. È proclamato Beato da Paolo VI il 25 ottobre 1964 e canonizzato da Benedetto XVI il 23 ottobre 2012.

Così La Provincia di Como cento anni fa: «La sua vita fu spesa interamente in pro degli orfani., degli indigenti, degli inabili, degli infermi. Per essi egli escogitò risorse spirituali e materiali, creando molteplici istituti a Como, in varie parti d’Italia, e finanche in Isvizzera e nel Nord America. In lui la fede era sincera; la fiducia nella causa, per cui si prodigava, in

Don Luigi GuanellaLa vita

Opera Don Guanella

«Opera di misericordia tu compi

quando nel tuo cuore vieni coricando

le umane infermità a fi ne di provvedervi»

24 ottobre 1915

24 ottobre 2015

Centenario della morte di

Don Luigi Guanella

Opera Don Guanella

«Opera di misericordia tu compi

quando nel tuo cuore vieni coricando

le umane infermità a fi ne di provvedervi»

24 ottobre 1915

24 ottobre 2015

Centenario della morte di

Don Luigi Guanella