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  • 7/29/2019 AP Poggio

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    Il problema dellappoggio

    Probabilmente, l'argomento relativo all'appoggio, la prima questione di cui

    avrei voluto parlare; mi sembrava per necessario cercare di spiegare

    innanzitutto qualcosa circa l'aspetto tecnico-sensoriale del tocco, come elemento

    fondamentale dell'esperienza pianistica.Se il "tocco" , come ho pi volte affermato, il fine dello studio, l'essenza

    stessa della tecnica come possibilit dell'espressione artistico-musicale sul

    pianoforte, l'appoggio la condizione senza la quale nulla di tutto ci si pu

    realizzare. Si pu lavorare per anni sul lancio del dito, sul rilassamento

    muscolare, sull'uso del peso, sulla postura corretta; se non si sono capite

    esattamente e fatte proprie le sensazioni che permettono l'appoggio, si lavora

    quasi inutilmente, sprecando tempo ed energie preziose.

    Spesso mi chiedo se e come sia possibile spiegare in che cosa consiste

    l'appoggio e a volte sono tentato di concludere che si tratti di un'esperienza

    difficilmente comunicabile; poi per, mi dico che sempre meglio provare a

    dire, cercare di far capire sperando che le nostre parole riescano, magari in parte,

    a comunicare il nostro pensiero e la nostra esperienza. Pu succedere che un

    allievo comprenda immediatamente e riesca quindi ad applicare quanto vai

    spiegando; altri possono lavorare per tempi anche lunghi senza risultati, a causa

    di banali equivoci dovuti ad una comunicazione scorretta. Non bisogna perscoraggiarsi; bisogna provare, insistere, capire sempre meglio come aiutare

    l'allievo a trovare la strada giusta favorendo le sue capacit intuitive.

    Allora, Provo a spiegarmi. L'appoggio la condizione che permette ogni

    altro gesto tecnico, perch ne prepara l'esecuzione stessa. Se l'appoggio non

    corretto, il rilassamento muscolare risulter compromesso; il lancio del dito sar

    lento e comunque inefficace; l'estensione negli allargamenti causer rigidezza e i

    passaggi veloci e complessi, risulteranno sempre impacciati se non impossibili.

    Si potrebbe pensare che impostando la corretta postura e il rilassamentomuscolare, il resto venga da s; non cos. A volte persino l'idea sbagliata di

    rilassamento pu compromettere l'acquisizione delle giuste sensazioni

    dell'appoggio. Abbiamo gi visto come il rilassamento muscolare non sia un

    atteggiamento passivo, ma una condizione di vigile riposo in cui ogni muscolo,

    ogni parte del corpo che interessata all'azione del suonare, dev'essere pronta

    all'azione per assecondare il gesto tecnico che si intende compiere.

    L'appoggio realizzato pienamente quando il pianista pu sostenere sullapunta delle dita, mano e braccio, senza avvertire nessuna sensazione di

    sovraccaricamento delle articolazioni delle dita, del polso ecc...; quando si pu

    rimanere fermi su una o pi note anche per ore, senza il minimo irrigidimento;

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    quando si pu suonare un passaggio veloce senza il minimo sforzo; quando il

    piano pu essere ottenuto con precisione, senza perdita di contatto con i martelli;

    quando il forte diventa solo una questione di tocco e non di forza; quando

    l'estensione della mano negli allargamenti, pu essere eseguita senza

    irrigidimenti e dando anzi, addirittura una sensazione piacevole. Il pianista deve

    sentire chiaramente che le sue dita, il braccio e la spalla, ma in definitiva tutto ilsuo corpo, sono a disposizione del proprio gesto tecnico e che niente ostacola il

    tocco. Si deve avvertire una sensazione di tranquilla libert e le punte delle dita

    percepiranno perfettamente il martello, cio, il punto e il momento esatto in cui

    lo stesso impatta la corda, potendo cos decidere il tipo di suono desiderato.

    Come si vede, si torna sempre al problema delle sensazioni. Ripeto ancora

    una volta che il nostro corpo va educato alla loro percezione che data dalle

    diverse situazioni che si determinano. Per i pianisti, proprio le sensazioni che si

    percepiscono suonando e che sono provocate dai vari atteggiamenti del nostro

    corpo davanti al pianoforte, devono guidare verso la soluzione dei problemi che

    complicano il gesto tecnico e possono rendere difficile suonare. Sar perci la

    corretta sensazione percepita dalla punta del dito in armonia con braccio e spalla,

    a dirci senza il minimo dubbio, che siamo sulla strada giusta, facendoci sentire

    come suonare possa diventare un gesto naturale e privo di inutile sforzo o

    disagio.

    Sulla sensazione in s, difficile dire di pi; sarebbe come voler spiegare aparole il sapore di un cibo o il piacere di una carezza! Bisogna provare,

    sperimentare, cercare senza scoraggiarsi. L'insegnante pu, attraverso

    l'esemplificazione del gesto tecnico e il suono che le sue dita riusciranno a tirar

    fuori dallo strumento, indirizzare l'allievo e condurlo alla padronanza di una

    soddisfacente tecnica pianistica. Quante volte ascoltando un grande pianista

    suonare, siamo stati illuminati dal suo suono; a volte il suono pu esprimere pi

    di qualsiasi parola o spiegazione. Quando, mettendovi davanti al pianoforte, ne

    potrete trarre soddisfazione e piacere, sarete certi di percorrere la strada giusta edi poter comunicare anche agli altri, i meravigliosi contenuti e le intense

    emozioni delle opere musicali che eseguite.