“Tre,due,uno Loshuttletifrulla...

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31 OTT 2007 La Stampa Speciali pagina 4 Apertura Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. GABRIELE BECCARIA INVIATO A CAPE CANAVERAL (Florida) «La cabina inizia a vibrare, come un frullatore, ed è perfino difficile leggere i dati che scorrono sui di- splay. In aereo le turbolenze sono ir- regolari, come tanti scossoni. Sullo shuttle, invece, la vibrazione è con- tinua e il rumore raggiunge una fre- quenza altissima». Martedì 23 ottobre: Gerhard Thiele è confuso tra la piccola folla che al Kennedy Space Center fissa l’orizzonte e la massa grigia del «launch pad», la torre da cui sta per partire «Discovery». Il pannello del conto alla rovescia scandisce i secon- di e a ogni scatto delle grandi lettere gialle il capo della «Astronaut Divi- sion» dell’Esa rivive gli istanti del suo volo di sette anni fa, con la mis- sione STS-99. A meno sei secondi dal decollo i tre motori della navetta si accendono, mentre a meno 10 se- condi le valvole si erano aperte e idrogeno e ossigeno liquidi avevano cominciato a mescolarsi in vista del- l’accensione. «Discovery», come ogni shuttle, possiede una voce - insidiosa o terri- ficante - che modula durante ogni fase. E ogni astronauta sa immedia- tamente decifrarla. Sibila e rimbom- ba, quando il carburante riempie il tank principale, vibra pazzamente quando scatta l’accensione e infine deflagra in un’esplosione quando par- te e l’equipaggio - sei uomini e un co- mandante donna, compreso l’italiano Paolo Nespoli - si sente schiacciare contro i seggiolini da un’accelerazio- ne iniziale che arriva a due volte e mezzo la forza di gravità. «Me lo chie- dono sempre, ma avere paura è im- possibile - rivela Thiele -. Scatta il pensiero automatico, mentre appli- chi in sequenza le procedure che hai imparato a memoria». Le poche centinaia di persone che hanno avuto il privilegio di un posto sulle tribune di alluminio, sotto il sole bollente, vedono un punto in allonta- namento, spinto da una lunghissima fiamma, e un nuvolone grigio che il vento sposta come una quinta teatra- le. Intanto l’aria, schiaffeggiata dalla navetta, schiaccia il petto di chi trat- tiene il fiato. A bordo, 45 secondi dopo il «go», si è già infranta la barriera del suono e una successiva accelerazione spinge a «3G», tre volte la forza di gra- vità, rendendo doloroso qualunque movimento della testa. Dai finestrini si vede il blu svanire e imporsi il nero. Assoluto. Il cielo lascia il posto allo spazio. A due minuti dal lancio lo shut- tle è lanciato a 48 chilometri d’altezza e a otto minuti e mezzo si ferma il mo- tore principale, quando si sta corren- do alla velocità di 27 mila all’ora. L’ubriacante esperienza dell’assen- za di peso - racconta Thiele - si confon- de con il flusso delle comunicazioni da terra, con i «check» multipli e con la svestizione: «Ci si toglie faticosamen- te la tuta pressurizzata ed è essenzia- le ricordarsi dove la si è messa. Altri- menti è il caos in una cabina che è co- munque piccolissima per sette perso- ne». Si gira intorno alla Terra, a 225 chilometri d’altezza: un’orbita ogni 90 minuti, mentre si sale progressiva- mente a oltre 300 per l’aggancio alla Stazione Spaziale. Il programma pre- vedeva 14 giorni di missione (ora saliti a 15), fino al rientro del 7 novembre. I liquidi corporei non rispettano più le leggi terrestri: il sangue sale alla testa, il naso si congestiona e la spina dorsale si distende fino a 5 centimetri. Il viso diventa paffuto. L’ego di un’astronauta è assalito da impulsi contrastanti, perché due terzi di quel- li che hanno lasciato il Pianeta hanno sofferto di «motion sickness», un insie- me di mal di testa, vertigini e nausea. Il sistema vestibolare reagisce in mo- do scomposto e non riconosce l’habi- tat in cui è recluso. Thiele spiega che a salvare un Momenti di paura Colpiti dal micrometeorite “Tre, due, uno... Lo shuttle ti frulla ogni cellula” Pannello solare danneggiato I Colpi di scena a catena: dopo l’individuazione di un difetto a uno dei giunti a cui sono collegati i pan- nelli solari, che ha costretto a pro- lungare di un giorno la missione, ie- ri sera si è scoperto che una delle «celle» che danno energia alla Sta- zione Spaziale è danneggiata. E, co- me se non bastasse, un’ala dello shuttle è stata colpita da un micro- meteorite, fortunatamente senza provocare danni. Un giorno in più nello spazio I Il rientro è spostato al 7 no- vembre. La prossima missione è in programma già tra un mese, il 6 di- cembre, con «Atlantis», e la fine- stra di lancio è limitata a sei giorni. Colloquio con Napolitano I È previsto per oggi, alle 9,15, il collegamento tra Nespoli e il presi- dente della Repubblica Napolitano. Il colloquio, che durerà un quarto d’ora, sarà in diretta su Rai Uno. Venerdì scorso la prima, ieri un’altra e dopodomani l’ultima: le passeggiate spaziali degli specialisti Parazynski, Tani e Wheelock, sotto la supervisione di Nespoli, devono riposizionare tralicci, radiatori e pannelli solari. Ma dopo la scoperta di frammenti di metallo in un giunto e di un guasto a un pannello, i programmi sono cambiati: oggi si potrebbero decidere alcune riparazioni. La missione del «Discovery» ha come obiettivo principale l’installazione del Nodo-2 «Harmony»: costruito nello stabilimento di Torino della Thales Alenia Space, è il secondo dei tre moduli di interconnessione della Stazione Spaziale e serve da collegamento per i laboratori «Destiny», «Columbus» e «Jem». Servirà anche da punto d’attracco principale per gli shuttle. Il veterano Gerhard Thiele: se pensi in automatico, non hai paura Il boato e poi la sindrome da assenza di peso: stare male è normale 5 Passeggiate Riparazioni-lampo 120˚ Volo dello shuttle Montato il Nodo-2 RADIOGRAFIA DELLA MISSIONE A bordo L’accelerazione è di 3G Sotto a destra il cockpit e George Zamka al simulatore A fianco «Discovery» visto dalla Stazione ISS

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Page 1: “Tre,due,uno Loshuttletifrulla ognicellula”rassegna.uniud.it/media/files-rassegna/31-10-2007/tre...un’astronauta è assalito da impulsi contrastanti, perché due terzi di quel-li

31 OTT 2007 La Stampa Speciali pagina 4

AperturaRitaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

GABRIELE BECCARIAINVIATO A CAPE CANAVERAL (Florida)

«La cabina inizia a vibrare, comeun frullatore, ed è perfino difficileleggere i dati che scorrono sui di-splay. In aereo le turbolenze sono ir-regolari, come tanti scossoni. Sulloshuttle, invece, la vibrazione è con-tinua e il rumore raggiunge una fre-quenza altissima».

Martedì 23 ottobre: GerhardThiele è confuso tra la piccola follache al Kennedy Space Center fissal’orizzonte e la massa grigia del«launch pad», la torre da cui sta perpartire «Discovery». Il pannello delconto alla rovescia scandisce i secon-di e a ogni scatto delle grandi letteregialle il capo della «Astronaut Divi-sion» dell’Esa rivive gli istanti delsuo volo di sette anni fa, con la mis-sione STS-99. A meno sei secondidal decollo i tre motori della navettasi accendono, mentre a meno 10 se-condi le valvole si erano aperte eidrogeno e ossigeno liquidi avevanocominciato a mescolarsi in vista del-l’accensione.

«Discovery», come ogni shuttle,possiede una voce - insidiosa o terri-ficante - che modula durante ognifase. E ogni astronauta sa immedia-tamente decifrarla. Sibila e rimbom-

ba, quando il carburante riempie iltank principale, vibra pazzamentequando scatta l’accensione e infinedeflagra in un’esplosione quando par-te e l’equipaggio - sei uomini e un co-mandante donna, compreso l’italianoPaolo Nespoli - si sente schiacciarecontro i seggiolini da un’accelerazio-ne iniziale che arriva a due volte emezzo la forza di gravità. «Me lo chie-dono sempre, ma avere paura è im-possibile - rivela Thiele -. Scatta ilpensiero automatico, mentre appli-chi in sequenza le procedure che haiimparato a memoria».

Le poche centinaia di persone chehanno avuto il privilegio di un postosulle tribune di alluminio, sotto il solebollente, vedono un punto in allonta-namento, spinto da una lunghissimafiamma, e un nuvolone grigio che ilvento sposta come una quinta teatra-le. Intanto l’aria, schiaffeggiata dallanavetta, schiaccia il petto di chi trat-tiene il fiato. A bordo, 45 secondi dopoil «go», si è già infranta la barriera delsuono e una successiva accelerazionespinge a «3G», tre volte la forza di gra-vità, rendendo doloroso qualunquemovimento della testa. Dai finestrinisi vede il blu svanire e imporsi il nero.Assoluto. Il cielo lascia il posto allospazio. A due minuti dal lancio lo shut-

tle è lanciato a 48 chilometri d’altezzae a otto minuti e mezzo si ferma il mo-tore principale, quando si sta corren-do alla velocità di 27 mila all’ora.

L’ubriacante esperienza dell’assen-za di peso - racconta Thiele - si confon-de con il flusso delle comunicazioni daterra, con i «check» multipli e con lasvestizione: «Ci si toglie faticosamen-te la tuta pressurizzata ed è essenzia-le ricordarsi dove la si è messa. Altri-menti è il caos in una cabina che è co-munque piccolissima per sette perso-ne». Si gira intorno alla Terra, a 225chilometri d’altezza: un’orbita ogni 90minuti, mentre si sale progressiva-mente a oltre 300 per l’aggancio alla

Stazione Spaziale. Il programma pre-vedeva 14 giorni di missione (ora salitia 15), fino al rientro del 7 novembre.

I liquidi corporei non rispettanopiù le leggi terrestri: il sangue sale allatesta, il naso si congestiona e la spinadorsale si distende fino a 5 centimetri.Il viso diventa paffuto. L’ego diun’astronauta è assalito da impulsicontrastanti, perché due terzi di quel-li che hanno lasciato il Pianeta hannosofferto di «motion sickness», un insie-me di mal di testa, vertigini e nausea.Il sistema vestibolare reagisce in mo-do scomposto e non riconosce l’habi-tat in cui è recluso.

Thiele spiega che a salvare un

Momenti di pauraColpiti dal micrometeorite

“Tre, due, uno...Lo shuttle ti frullaogni cellula”

Pannello solare danneggiatoI Colpi di scena a catena: dopol’individuazione di un difetto a unodei giunti a cui sono collegati i pan-nelli solari, che ha costretto a pro-lungare di un giorno la missione, ie-ri sera si è scoperto che una delle«celle» che danno energia alla Sta-zione Spaziale è danneggiata. E, co-me se non bastasse, un’ala delloshuttle è stata colpita da un micro-meteorite, fortunatamente senzaprovocare danni.

Un giorno in più nello spazioI Il rientro è spostato al 7 no-vembre. La prossima missione è inprogramma già tra un mese, il 6 di-cembre, con «Atlantis», e la fine-stra di lancio è limitata a sei giorni.

Colloquio con NapolitanoI È previsto per oggi, alle 9,15, ilcollegamento tra Nespoli e il presi-dente della Repubblica Napolitano.Il colloquio, che durerà un quartod’ora, sarà in diretta su Rai Uno.

Venerdì scorso la prima, ieriun’altra e dopodomani l’ultima: le

passeggiate spaziali deglispecialisti Parazynski, Tani e

Wheelock, sotto la supervisione diNespoli, devono riposizionare

tralicci, radiatori e pannelli solari.Ma dopo la scoperta di frammenti

di metallo in un giunto e di unguasto a un pannello, i programmisono cambiati: oggi si potrebbero

decidere alcune riparazioni.

La missione del «Discovery» hacome obiettivo principalel’installazione del Nodo-2

«Harmony»: costruito nellostabilimento di Torino della Thales

Alenia Space, è il secondo dei tremoduli di interconnessione della

Stazione Spaziale e serve dacollegamento per i laboratori

«Destiny», «Columbus» e «Jem».Servirà anche da punto d’attracco

principale per gli shuttle.

Il veteranoGerhardThiele: se pensi in automatico, non hai pauraIl boatoepoi la sindromedaassenzadi peso: staremale ènormale

5Passeggiate

Riparazioni-lampo

120˚Volo dello shuttleMontato il Nodo-2

RADIOGRAFIA DELLA MISSIONE

AbordoL’accelerazione

èdi3GSottoadestra

il cockpiteGeorgeZamka

alsimulatoreAfianco

«Discovery»vistodallaStazioneISS

Page 2: “Tre,due,uno Loshuttletifrulla ognicellula”rassegna.uniud.it/media/files-rassegna/31-10-2007/tre...un’astronauta è assalito da impulsi contrastanti, perché due terzi di quel-li

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AperturaRitaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

astronauta è il principio della massi-ma attenzione: il malessere fisico equello psicologico si frantumano conl’ossessione delle procedure e la prati-ca - quasi buddhista - di un pensierodomato dall’addestramento intensi-vo. Lo stupore per lo spettacolo oltregli oblò e le angosce per la vita a bor-do, scomoda, senza privacy, nel fra-stuono di ventole e computer, non de-vono superare una soglia prestabilita.E - ha detto un altro veterano, JeffreyHoffman - ci vuole distacco nell’imma-ginare che oltre le pareti della navettae della Stazione c’è una realtà ostileche non dà scampo.

Quando lunedì «Discovery» si stac-

cherà dalla base, dopo aver aggancia-to il Nodo-2 e regolato i pannelli solari,il comandante Pamela Melroy conClayton Anderson, Paolo Nespoli,Scott Parazynski, George Zamka,Douglas Wheelock e Stephanie Wil-son cominceranno la fase del ritorno.Lo shuttle accende i motori e, tuffan-dosi nell’atmosfera, si avvolge di unafantastica scia di plasma multicoloreche blocca le trasmissioni e trasformain un forno la cabina.

Mezz’ora di caduta libera e a 15chilometri Pamela Melroy prende icomandi del goffo aliante, che cade20 volte più velocemente di un jet, elo riporta a casa.

DAVIDAVINO

Per il bene della scienza usano il lorocorpo e come «cavie umane spaziali»si prelevano campioni di sangue, sot-toponendosi a stressanti sedute diesperimenti.

Sono gli «impiegati spaziali» chelavorano cinque giorni alla settimanasulla Stazione Orbitante. Non sciope-rano per il rinnovo del contratto enon si lamentano, come avviene sullaTerra. Solo nel ‘73 l’equipaggio delloSkylab abbozzò un tentativo di prote-sta, non per chiedere un aumento sa-lariale, ma per essere lasciato in pa-ce. Dopo tre mesi di missione e pocheore di sonno al giorno, esausto dallecontinue richieste che arrivavano dalcentro di controllo, decise di spegne-re la radio e di rilassarsi per qualcheora.

La Nasa ha imparato la lezione eadesso la vita nello spazio è scanditada regole severe: non si eccedono leotto ore di lavoro e sono garantitedue ore di attività fisica giornaliera,mentre il fine settimana non si tocca.Tutti liberi. Ma di andare dove? I «vo-lontari dello spazio», allora, dedicanospesso il weekend alla scienza, al ve-ro motivo per cui è stata costruitauna Stazione che è costata almenocome cinque Finanziarie (oltre 100miliardi di euro).

La ISS, infatti, è stata progettataper essere abitata e «operata» da al-meno sei astronauti, anche se oggi so-lo in tre vivono e lavorano a 380 chilo-metri dalla Terra. Per far funzionareuna macchina così complessa devo-no dedicare il 75% del loro tempo allagestione e alla manutenzione dei si-stemi di bordo. Rimane quindi pocotempo per esperimenti in assenza dipeso e, in attesa che la Stazione ven-ga completata con i quattro laborato-ri funzionanti a pieno regime e consei astronauti a bordo, si sfruttanotutte le occasioni. Spesso si rinunciaal riposo nel weekend, alla telefonataa casa o ad ascoltare l’iPod per tra-sformarsi in scienziati tra le stelle.

Anche Paolo Nespoli, che in per-fetto orario lo scorso giovedì ha «bus-sato» alla porta della ISS, ha imbar-cato una «valigetta scientifica» conalcuni esperimenti di università ecentri di ricerca italiani. Gli impegninon gli mancheranno.

Se è noto che, lontani dal campogravitazionale terrestre, gli astronau-

ti sono esposti a dosi più elevate di ra-diazioni, due test della missione«Esperia» sono dedicati proprio allavalutazione dell’impatto genetico ecellulare della «pioggia ionizzante».FRTL5 («Fisher Rat Thyroid Low se-rum 5%») ha portato in orbita unacoltura di cellule tiroidee di topo. Lostudio aveva già viaggiato nel vuotonel 2005 - spiega Saverio Ambesi Im-piombato dell’Università di Udine - e«i dati raccolti allora avevano fornitoelementi interessanti per compren-dere la crescita e l’invecchiamentodelle cellule. Ora attendiamo una se-rie di conferme dalla missione di Ne-spoli».

Per determinare la capacità delcervello umano di controllare e coor-dinare i movimenti in assenza di pe-so, invece, oggi Nespoli si sottoporràa una sessione di HPA («Hand Postu-re Analyser»), un altro esperimento,

ideato da un team accademico con ilsupporto di due ospedali toscani. Ese-guirà tre protocolli per analizzare ilcoordinamento motorio nell’afferra-re una palla, determinare lo sforzomuscolare durante la manipolazionedi oggetti e misurare la forza massi-ma esercitata nella presa.

E non basta. Alcuni studenti del li-ceo scientifico di Isernia, con l’univer-sità del Molise, hanno avuto la possi-bilità di far imbarcare sullo shuttle96 vaschette con spore batteriche. Alrientro dallo spazio le confronteran-no con quelle cresciute sulla Terra.

Non si tratta ancora di test clamo-rosi, come quelli promessi anni fa perrealizzare nuovi farmaci e nuovi ma-teriali. Ma è un inizio promettente,anche perché il recente passato è sta-to segnato da qualche flop. Il tedescoThomas Reiter, per esempio, per unmese ha spalmato una crema idratan-te su una mano per confrontarla conl’altra non trattata. Nel 2005, invece,l’equipaggio della missione «Eneide»aveva fatto a gara per provare il «Fo-od Tray in Space», un vassoio di pro-dotti tipici italiani, preparati da alcu-ni chef e confezionato con nuove tec-niche di conservazione. Purtopponon si è mai saputo se, a fine pranzo, idue cosmonauti russi abbiano tiratofuori l’ammazzacaffè. Ufficialmente,l’alcool non è permesso a bordo!

Chi èNespoli

AstronautaRUOLO: SULLASTS-120 E’ UNO DEGLI «SHUTTLEROBOTICSOFFICERS» PER IL CONTROLLO DELLE

COPERTURE TERMICHE E ANCHE «SUPERVISOR»DELLE PASSEGGIATE SPAZIALI. SEDUTO NEL

MIDDECK AL LANCIO, SI SISTEMERA’ NEL FLIGHTDECK SUPERIORE AL MOMENTO DEL RIENTRO

Missione compiuta per gli studentidella II B del liceo classico Cavour

di Torino, primi nel concorso «VinciCape Canaveral» organizzato da

Tuttoscienze in collaborazione conThales Alenia Space. Da sinistra: laprofessoressa Rosalba Ferlito conFederica Tarsitano, Laura Rotolo e

Umberto Borla davanti allo shuttle«Discovery» poche ore prima del

lancio in orbita, al quale hannoassistito da una tribuna.

Nespoli si sottoporràad alcuni esperimentisulla coordinazionein assenza di peso

Paolo Nespoli e Scott Parazynski nelmiddeck dello shuttle: è in questo

secondo ponte, sottostante alflight deck, il ponte di comando, incui sono stivate molte attrezzature

della navetta e l’«Official Flight Kit»:è il bauletto con una serie di

oggetti-ricordo, tra cui due primepagine de «La Stampa».

Torneranno a Cape Canaveral, dovericeveranno dalla Nasa un

certificato di «missione compiuta».

Dopo il lavoro in orbitaweekendda cavie umane

Missione compiutaGli studenti premiati

Prime pagineLa Stampa in orbita

LavaligettaUnodei

contenitoriimbarcati

sulloshuttleconi campioni

pergliesperimenti

NespoliL’astronauta

italianodovrà

eseguireunaserie

di testideati

in Italia

IL CONCORSO «VINCI CAPE CANAVERAL»

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31 OTT 2007 La Stampa Speciali pagina 4

AperturaRitaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

GABRIELE BECCARIAINVIATO A CAPE CANAVERAL (Florida)

«La cabina inizia a vibrare, comeun frullatore, ed è perfino difficileleggere i dati che scorrono sui di-splay. In aereo le turbolenze sono ir-regolari, come tanti scossoni. Sulloshuttle, invece, la vibrazione è con-tinua e il rumore raggiunge una fre-quenza altissima».

Martedì 23 ottobre: GerhardThiele è confuso tra la piccola follache al Kennedy Space Center fissal’orizzonte e la massa grigia del«launch pad», la torre da cui sta perpartire «Discovery». Il pannello delconto alla rovescia scandisce i secon-di e a ogni scatto delle grandi letteregialle il capo della «Astronaut Divi-sion» dell’Esa rivive gli istanti delsuo volo di sette anni fa, con la mis-sione STS-99. A meno sei secondidal decollo i tre motori della navettasi accendono, mentre a meno 10 se-condi le valvole si erano aperte eidrogeno e ossigeno liquidi avevanocominciato a mescolarsi in vista del-l’accensione.

«Discovery», come ogni shuttle,possiede una voce - insidiosa o terri-ficante - che modula durante ognifase. E ogni astronauta sa immedia-tamente decifrarla. Sibila e rimbom-

ba, quando il carburante riempie iltank principale, vibra pazzamentequando scatta l’accensione e infinedeflagra in un’esplosione quando par-te e l’equipaggio - sei uomini e un co-mandante donna, compreso l’italianoPaolo Nespoli - si sente schiacciarecontro i seggiolini da un’accelerazio-ne iniziale che arriva a due volte emezzo la forza di gravità. «Me lo chie-dono sempre, ma avere paura è im-possibile - rivela Thiele -. Scatta ilpensiero automatico, mentre appli-chi in sequenza le procedure che haiimparato a memoria».

Le poche centinaia di persone chehanno avuto il privilegio di un postosulle tribune di alluminio, sotto il solebollente, vedono un punto in allonta-namento, spinto da una lunghissimafiamma, e un nuvolone grigio che ilvento sposta come una quinta teatra-le. Intanto l’aria, schiaffeggiata dallanavetta, schiaccia il petto di chi trat-tiene il fiato. A bordo, 45 secondi dopoil «go», si è già infranta la barriera delsuono e una successiva accelerazionespinge a «3G», tre volte la forza di gra-vità, rendendo doloroso qualunquemovimento della testa. Dai finestrinisi vede il blu svanire e imporsi il nero.Assoluto. Il cielo lascia il posto allospazio. A due minuti dal lancio lo shut-

tle è lanciato a 48 chilometri d’altezzae a otto minuti e mezzo si ferma il mo-tore principale, quando si sta corren-do alla velocità di 27 mila all’ora.

L’ubriacante esperienza dell’assen-za di peso - racconta Thiele - si confon-de con il flusso delle comunicazioni daterra, con i «check» multipli e con lasvestizione: «Ci si toglie faticosamen-te la tuta pressurizzata ed è essenzia-le ricordarsi dove la si è messa. Altri-menti è il caos in una cabina che è co-munque piccolissima per sette perso-ne». Si gira intorno alla Terra, a 225chilometri d’altezza: un’orbita ogni 90minuti, mentre si sale progressiva-mente a oltre 300 per l’aggancio alla

Stazione Spaziale. Il programma pre-vedeva 14 giorni di missione (ora salitia 15), fino al rientro del 7 novembre.

I liquidi corporei non rispettanopiù le leggi terrestri: il sangue sale allatesta, il naso si congestiona e la spinadorsale si distende fino a 5 centimetri.Il viso diventa paffuto. L’ego diun’astronauta è assalito da impulsicontrastanti, perché due terzi di quel-li che hanno lasciato il Pianeta hannosofferto di «motion sickness», un insie-me di mal di testa, vertigini e nausea.Il sistema vestibolare reagisce in mo-do scomposto e non riconosce l’habi-tat in cui è recluso.

Thiele spiega che a salvare un

Momenti di pauraColpiti dal micrometeorite

“Tre, due, uno...Lo shuttle ti frullaogni cellula”

Pannello solare danneggiatoI Colpi di scena a catena: dopol’individuazione di un difetto a unodei giunti a cui sono collegati i pan-nelli solari, che ha costretto a pro-lungare di un giorno la missione, ie-ri sera si è scoperto che una delle«celle» che danno energia alla Sta-zione Spaziale è danneggiata. E, co-me se non bastasse, un’ala delloshuttle è stata colpita da un micro-meteorite, fortunatamente senzaprovocare danni.

Un giorno in più nello spazioI Il rientro è spostato al 7 no-vembre. La prossima missione è inprogramma già tra un mese, il 6 di-cembre, con «Atlantis», e la fine-stra di lancio è limitata a sei giorni.

Colloquio con NapolitanoI È previsto per oggi, alle 9,15, ilcollegamento tra Nespoli e il presi-dente della Repubblica Napolitano.Il colloquio, che durerà un quartod’ora, sarà in diretta su Rai Uno.

Il veteranoGerhardThiele: se pensi in automatico, non hai pauraIl boatoepoi la sindromedaassenzadi peso: staremale ènormale

astronauta è il principio della massi-ma attenzione: il malessere fisico equello psicologico si frantumano conl’ossessione delle procedure e la prati-ca - quasi buddhista - di un pensierodomato dall’addestramento intensi-vo. Lo stupore per lo spettacolo oltregli oblò e le angosce per la vita a bor-do, scomoda, senza privacy, nel fra-stuono di ventole e computer, non de-vono superare una soglia prestabilita.E - ha detto un altro veterano, JeffreyHoffman - ci vuole distacco nell’imma-ginare che oltre le pareti della navettae della Stazione c’è una realtà ostileche non dà scampo.

Quando lunedì «Discovery» si stac-

cherà dalla base, dopo aver aggancia-to il Nodo-2 e regolato i pannelli solari,il comandante Pamela Melroy conClayton Anderson, Paolo Nespoli,Scott Parazynski, George Zamka,Douglas Wheelock e Stephanie Wil-son cominceranno la fase del ritorno.Lo shuttle accende i motori e, tuffan-dosi nell’atmosfera, si avvolge di unafantastica scia di plasma multicoloreche blocca le trasmissioni e trasformain un forno la cabina.

Mezz’ora di caduta libera e a 15chilometri Pamela Melroy prende icomandi del goffo aliante, che cade20 volte più velocemente di un jet, elo riporta a casa.

Page 4: “Tre,due,uno Loshuttletifrulla ognicellula”rassegna.uniud.it/media/files-rassegna/31-10-2007/tre...un’astronauta è assalito da impulsi contrastanti, perché due terzi di quel-li

31 OTT 2007 La Stampa Speciali pagina 4

AperturaRitaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

DAVIDAVINO

Per il bene della scienza usano il lorocorpo e come «cavie umane spaziali»si prelevano campioni di sangue, sot-toponendosi a stressanti sedute diesperimenti.

Sono gli «impiegati spaziali» chelavorano cinque giorni alla settimanasulla Stazione Orbitante. Non sciope-rano per il rinnovo del contratto enon si lamentano, come avviene sullaTerra. Solo nel ‘73 l’equipaggio delloSkylab abbozzò un tentativo di prote-sta, non per chiedere un aumento sa-lariale, ma per essere lasciato in pa-ce. Dopo tre mesi di missione e pocheore di sonno al giorno, esausto dallecontinue richieste che arrivavano dalcentro di controllo, decise di spegne-re la radio e di rilassarsi per qualcheora.

La Nasa ha imparato la lezione eadesso la vita nello spazio è scanditada regole severe: non si eccedono leotto ore di lavoro e sono garantitedue ore di attività fisica giornaliera,mentre il fine settimana non si tocca.Tutti liberi. Ma di andare dove? I «vo-lontari dello spazio», allora, dedicanospesso il weekend alla scienza, al ve-ro motivo per cui è stata costruitauna Stazione che è costata almenocome cinque Finanziarie (oltre 100miliardi di euro).

La ISS, infatti, è stata progettataper essere abitata e «operata» da al-meno sei astronauti, anche se oggi so-lo in tre vivono e lavorano a 380 chilo-metri dalla Terra. Per far funzionareuna macchina così complessa devo-no dedicare il 75% del loro tempo allagestione e alla manutenzione dei si-stemi di bordo. Rimane quindi pocotempo per esperimenti in assenza dipeso e, in attesa che la Stazione ven-ga completata con i quattro laborato-ri funzionanti a pieno regime e consei astronauti a bordo, si sfruttanotutte le occasioni. Spesso si rinunciaal riposo nel weekend, alla telefonataa casa o ad ascoltare l’iPod per tra-sformarsi in scienziati tra le stelle.

Anche Paolo Nespoli, che in per-fetto orario lo scorso giovedì ha «bus-sato» alla porta della ISS, ha imbar-cato una «valigetta scientifica» conalcuni esperimenti di università ecentri di ricerca italiani. Gli impegninon gli mancheranno.

Se è noto che, lontani dal campogravitazionale terrestre, gli astronau-

ti sono esposti a dosi più elevate di ra-diazioni, due test della missione«Esperia» sono dedicati proprio allavalutazione dell’impatto genetico ecellulare della «pioggia ionizzante».FRTL5 («Fisher Rat Thyroid Low se-rum 5%») ha portato in orbita unacoltura di cellule tiroidee di topo. Lostudio aveva già viaggiato nel vuotonel 2005 - spiega Saverio Ambesi Im-piombato dell’Università di Udine - e«i dati raccolti allora avevano fornitoelementi interessanti per compren-dere la crescita e l’invecchiamentodelle cellule. Ora attendiamo una se-rie di conferme dalla missione di Ne-spoli».

Per determinare la capacità delcervello umano di controllare e coor-dinare i movimenti in assenza di pe-so, invece, oggi Nespoli si sottoporràa una sessione di HPA («Hand Postu-re Analyser»), un altro esperimento,

ideato da un team accademico con ilsupporto di due ospedali toscani. Ese-guirà tre protocolli per analizzare ilcoordinamento motorio nell’afferra-re una palla, determinare lo sforzomuscolare durante la manipolazionedi oggetti e misurare la forza massi-ma esercitata nella presa.

E non basta. Alcuni studenti del li-ceo scientifico di Isernia, con l’univer-sità del Molise, hanno avuto la possi-bilità di far imbarcare sullo shuttle96 vaschette con spore batteriche. Alrientro dallo spazio le confronteran-no con quelle cresciute sulla Terra.

Non si tratta ancora di test clamo-rosi, come quelli promessi anni fa perrealizzare nuovi farmaci e nuovi ma-teriali. Ma è un inizio promettente,anche perché il recente passato è sta-to segnato da qualche flop. Il tedescoThomas Reiter, per esempio, per unmese ha spalmato una crema idratan-te su una mano per confrontarla conl’altra non trattata. Nel 2005, invece,l’equipaggio della missione «Eneide»aveva fatto a gara per provare il «Fo-od Tray in Space», un vassoio di pro-dotti tipici italiani, preparati da alcu-ni chef e confezionato con nuove tec-niche di conservazione. Purtopponon si è mai saputo se, a fine pranzo, idue cosmonauti russi abbiano tiratofuori l’ammazzacaffè. Ufficialmente,l’alcool non è permesso a bordo!

Chi èNespoli

AstronautaRUOLO: SULLA STS-120 E’ UNO DEGLI «SHUTTLEROBOTICSOFFICERS» PER IL CONTROLLO DELLE

COPERTURE TERMICHE E ANCHE «SUPERVISOR»DELLE PASSEGGIATE SPAZIALI. SEDUTO NEL

MIDDECK AL LANCIO, SI SISTEMERA’ NEL FLIGHTDECK SUPERIORE AL MOMENTO DEL RIENTRO

Nespoli si sottoporràad alcuni esperimentisulla coordinazionein assenza di peso

Dopo il lavoro in orbitaweekendda cavie umane

LavaligettaUnodei

contenitoriimbarcati

sulloshuttleconi campioni

pergliesperimenti

NespoliL’astronauta

italianodovrà

eseguireunaserie

di testideati

in Italia