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MENSILE DELL'A.R.A. ASSOCIAZIONE ROMAGNOLA APICOLTORI sca realizzato in collaborazione con l'AFA - Associazione Forlivese Apicoltori sca Associazione di Produttori riconosciuta con Decreto Regionale n. 479 del 30.9.85. Direttore Responsabile: Alberto Contessi - Direzione Redazione Pubblicità - Via Libeccio 2/B - Bagnacavallo (RA) - Tel. 0545 61091 - E-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Ravenna n. 835 del 4/6/87. Tariffa R.O.C.: «Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Ravenna - Fotocomposizione e Stampa: Mazzanti Printcolor srl - Ravenna Anno XXXIII Dicembre 2019 - N. 7 Realizzato con il contributo previsto dal regolamento CEE 1308/13 segue in seconda pagina “L’importanza delle api per il servizio d’impollinazione” MARTEDÌ 14 GENNAIO 2020 presso l’Aula Magna dell’Istituto Agrario Garibaldi da Vinci a Cesena in Via Savio n. 2400 Ore 9.00 registrazione partecipanti Ore 9.15 saluto del Presidente della cooperativa A.f.a S.a.c. Associazione Forlivese Apicoltori Soc. Agr. Cooperativa Pietro Miliffi e del Pre- side dell’Istituto Tecnico Agrario Garibaldi/ Da Vinci Ore 9.20-10.00 Dott.Claudio Porrini tecnico ricer- catore Distal Unibo Bologna “ L’importanza delle api nel servizio di impollinazione: ge- stione delle criticitàOre 10.00-10.30 Scozzoli Giovanni Esperto Apisti- co e Consigliere A.f.a. S.a.c. “ Esperienze sul campo del servizio di impollinazione delle colture sementiere e futticole” Ore 10.30-11.00 Baracani Giorgio Vice Presidente CONAPI “Ruolo delle api nell’impollinazione delle colture agrarie” Ore 11.00-11.15 coffee break Ore 11.20-11.50 Alberto Contessi Direttore dell’Os- servatorio Nazionale del Miele “COME AF- FRONTARE LE PROBLEMATICHE API- COLTURA/AGRICOLTURA” Ore 12.00-13.00 Esperienze Servizio di Im- pollinazione in Trentino su melo e ciliegio” Andrea Taddia e Sergio Franchini tecnico fon- dazione Edmund Mach San Michele a/Adige settore drupacee Gruppo La Trentina / Melinda Ore 13.00-13.30 Conclusioni e dibattito Sarà rilasciato un attestato di partecipazione Di seguito si riporta il Piano di Azione che il tavolo “MIELE” del COPA-COGECA ha presentato alla Commissione Europea a sostegno del grave stato in cui versa il mercato del miele co- munitario, in occasione della riunione dello stesso gruppo del 6 novembre scorso. MI(19)9667:1 – CB/jk Bruxelles, 8 novembre 2019 Piano di azione per rimediare alla situazione allarmante del mercato del miele dell’UE L’Unione europea è il secondo produttore di miele al mondo e il primo importatore mondiale; l’apicoltura è praticata in tutti i paesi dell’UE. I principali paesi produttori di miele sono Ro- mania, Spagna, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Francia e Grecia. L’apicoltura è ben integrata nelle zone rurali e partecipa al loro sviluppo. Gli apicoltori europei, che traggono un reddito significativo dalla loro attività, gestiscono più di 10 milioni di alveari in tutta l’UE. Da un punto di vista economico, ambientale e culturale, le loro colonie sono vitali per le regioni interessate. L’apicoltura è un’attività rispettosa dell’ambiente, perfettamente integrata ad ecosistemi e habitat naturali. In virtù del suo ruolo nell’impollinazione, l’apicoltura è essenziale per l’agricoltu- ra e l’orticoltura europee, nonché per la biodiversità. I. Descrizione della situazione Nel 2018, la produzione di miele nell’UE era di 283.000 ton- nellate. Tuttavia, l’UE non è autosufficiente e importa circa il 40% del miele da paesi terzi. Il mercato europeo del miele è diviso in diverse categorie di paesi. Esso include i paesi che esportano principalmente la produzione verso altri Stati membri (Ungheria, Bulgaria e Romania). Vi sono inoltre i paesi che non esportano la loro produzione, ma che importano il miele da altri Stati membri o paesi terzi, lo confezionano e lo riesportano verso altri Stati membri (Germania, Belgio). Infine, sono compresi i paesi che

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MENSILE DELL'A.R.A. ASSOCIAZIONE ROMAGNOLA APICOLTORI sca realizzato in collaborazione con l'AFA - Associazione Forlivese Apicoltori sca

Associazione di Produttori riconosciuta con Decreto Regionale n. 479 del 30.9.85. Direttore Responsabile: Alberto Contessi - Direzione Redazione Pubblicità - Via Libeccio 2/B - Bagnacavallo (RA) - Tel. 0545 61091 - E-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Ravenna n. 835 del 4/6/87. Tariffa R.O.C.: «Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Ravenna - Fotocomposizione e Stampa: Mazzanti Printcolor srl - Ravenna

Anno XXXIII

Dicembre 2019 - N. 7

Realizzato con il contributo previsto dal regolamento CEE 1308/13

segue in seconda pagina

“L’importanza delle apiper il servizio

d’impollinazione”Martedì 14 GeNNaIO 2020

presso l’aula Magna dell’Istituto agrario Garibaldi da Vinci a Cesena

in Via Savio n. 2400

Ore 9.00 registrazione partecipantiOre 9.15 saluto del Presidente della cooperativa

A.f.a S.a.c. Associazione Forlivese Apicoltori Soc. Agr. Cooperativa Pietro Miliffi e del Pre-side dell’Istituto Tecnico Agrario Garibaldi/Da Vinci

Ore 9.20-10.00 Dott.Claudio Porrini tecnico ricer-catore Distal Unibo Bologna “ L’importanza delle api nel servizio di impollinazione: ge-stione delle criticità”

Ore 10.00-10.30 Scozzoli Giovanni Esperto Apisti-co e Consigliere A.f.a. S.a.c. “ esperienze sul campo del servizio di impollinazione delle colture sementiere e futticole”

Ore 10.30-11.00 Baracani Giorgio Vice Presidente CONAPI “ruolo delle api nell’impollinazione delle colture agrarie”

Ore 11.00-11.15 coffee breakOre 11.20-11.50 Alberto Contessi Direttore dell’Os-

servatorio Nazionale del Miele “COMe aF-FrONtare Le PrOBLeMatICHe aPI-COLtUra/aGrICOLtUra”

Ore 12.00-13.00 “esperienze Servizio di Im-pollinazione in trentino su melo e ciliegio” Andrea Taddia e Sergio Franchini tecnico fon-dazione Edmund Mach San Michele a/Adige settore drupacee Gruppo La Trentina / Melinda

Ore 13.00-13.30 Conclusioni e dibattitoSarà rilasciato un attestato di partecipazione

Di seguito si riporta il Piano di Azione che il tavolo “MIELE” del COPA-COGECA ha presentato alla Commissione Europea a sostegno del grave stato in cui versa il mercato del miele co-munitario, in occasione della riunione dello stesso gruppo del 6 novembre scorso.MI(19)9667:1 – CB/jk Bruxelles, 8 novembre 2019

Piano di azione per rimediare alla situazione allarmante

del mercato del miele dell’UeL’Unione europea è il secondo produttore di miele al mondo e il primo importatore mondiale; l’apicoltura è praticata in tutti i paesi dell’UE. I principali paesi produttori di miele sono Ro-mania, Spagna, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Francia e Grecia. L’apicoltura è ben integrata nelle zone rurali e partecipa al loro sviluppo. Gli apicoltori europei, che traggono un reddito significativo dalla loro attività, gestiscono più di 10 milioni di alveari in tutta l’UE. Da un punto di vista economico, ambientale e culturale, le loro colonie sono vitali per le regioni interessate. L’apicoltura è un’attività rispettosa dell’ambiente, perfettamente integrata ad ecosistemi e habitat naturali. In virtù del suo ruolo nell’impollinazione, l’apicoltura è essenziale per l’agricoltu-ra e l’orticoltura europee, nonché per la biodiversità.

I. descrizione della situazione Nel 2018, la produzione di miele nell’UE era di 283.000 ton-nellate. Tuttavia, l’UE non è autosufficiente e importa circa il 40% del miele da paesi terzi. Il mercato europeo del miele è diviso in diverse categorie di paesi. Esso include i paesi che esportano principalmente la produzione verso altri Stati membri (Ungheria, Bulgaria e Romania). Vi sono inoltre i paesi che non esportano la loro produzione, ma che importano il miele da altri Stati membri o paesi terzi, lo confezionano e lo riesportano verso altri Stati membri (Germania, Belgio). Infine, sono compresi i paesi che

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2non solo esportano la propria produzione, ma che confezionano e riesportano inoltre il miele importato (Spagna, Portogallo e Polonia). Questa situazione crea un’estrema vo-latilità all’interno del mercato del miele a causa dell’alto grado di speculazione. Nel corso degli ultimi 10 anni, è stata osservata una ripresa degli acquisti di miele attraverso scambi intracomunitari nel momento in cui il prezzo del miele sfuso si abbassava in un paese. Questa estrema volatilità arreca grave pregiudi-zio agli apicoltori. Nel 2019, si è verificato un calo della produzione di miele nei principali paesi produttori ed esportatori situati a sud e ad est dell’UE, a causa di una melata primaverile molto ridotta, o inesistente, e di una melata estiva molto limitata dovuta ad una siccità anomala. tuttavia, questa diminuzione della produzione non è stata seguita da un aumento dei prezzi. Il normale funzionamento del mercato, dove i prezzi vengono determinati in quanto rapporto tra offerta (al ribasso) e domanda (più o meno stabile, se non in aumento), non è più osservabile. In aggiunta, si constata che gli acquisti che intervenivano direttamente dopo le me-late vengono effettuati sempre più tardi (dai 2 ai 3 mesi successivi alla melata). Gli apicoltori si ritrovano così in diffi-cili situazioni finanziarie (mancanza di liquidità) che li obbligano ad abbassare i prezzi di vendita nonostante le produzioni scarse. Ad esempio, in Spagna si osserva da luglio 2017 una riduzione dei prezzi del miele millefiori venduto sfuso, sceso a 2,59€/kg a marzo 2019. A ottobre 2019, il prezzo pagato per il miele millefiori venduto sfuso è sceso a 1,60€/kg per gli apicoltori ungheresi e a 1,47€/kg per gli apicoltori rumeni. In Lituania, il prezzo del miele venduto sfuso era compreso tra 1,80€ e 2,00€/kg ad aprile 2019. In Dani-marca, il prezzo del miele venduto sfuso

ammontava a 2,00€/kg a settembre 2019. I prezzi dei mieli dei principali paesi d’importazione sono sempre più bassi. Dal 2013, l’UE importa dalla Cina in media 80.000 tonnellate di miele all’anno a prezzi che variano tra 1,30€/kg e 1,64€/kg, scesi ulteriormente a 1,24€/kg nel 2019. Dal 2012, l’UE importa dall’U-craina tra le 20.000 e le 50.000 tonnellate di miele a prezzi compresi tra 1,69€/kg e 2,16€/kg. In questi ultimi 3 anni, l’UE ha importato in media dall’Argentina 25.000 tonnellate all’anno di miele a meno di 2,35€/kg. Dal 2013, l’Ue importa dal Messico in media 22.000 tonnellate all’anno di miele con prezzi che variano tra 2,53€/kg e 3,24€/kg. I costi di produzione medi nell’UE sono di 3,90€/kg1 e salgono fino a 10€/kg in Belgio. Tuttavia, quando ci si concentra sulla differenza tra i prezzi di miele millefiori venduto sfuso e la media dei costi di produzione (fissi e variabili2), ci si accorge che è presente un margine ne-gativo in 12 paesi3 e molto basso o nullo in altri stati quali Slovacchia, Ungheria e Spagna. In merito alla catena di commercia-lizzazione, una volta che l’apicoltore ha raccolto il miele, quest’ultimo può cambiare proprietario tre volte prima di essere acquistato dal consumatore, pas-sando da produttori di merci imballate ed esportatori di miele sfuso. Nonostante la vendita diretta si sviluppi in diversi Stati

1 Stime del 2018. Fonte: programmi naziona-li per l’apicoltura 2020-20222 Nei programmi nazionali per l’apicoltura, il calcolo dei costi di produzione sostenuti da-gli Stati membri non sempre include i costi di manodopera. Fonte: programmi nazionali per l’apicoltura 2020-20223 Slovenia, Finlandia, Germania, Portogal-lo, Belgio, Paesi Bassi, Grecia, Romania, Lussemburgo, Francia, Polonia e Ungheria. Fonte: programmi nazionali per l’apicoltura 2020-2022

membri, un gran numero di apicoltori dipende dalla vendita di miele sfuso. In molti Stati membri, gli apicoltori hanno accesso ad un solo acquirente per il mie-le, determinando squilibri in termini di potere di negoziazione dei prezzi. Inoltre, la concorrenza nei confronti delle importazioni di miele da paesi terzi mette sempre più a dura prova l’apicoltura europea. Ciò comporta una perdita nella capacità di produzione degli apicoltori europei e un abbandono della professione. Pertanto, è oggi in gioco la sostenibilità delle aziende apicole europee. Se la situazione di mercato non migliora, gli apicoltori europei che traggono un red-dito significativo dalla loro attività non potranno più continuare, minacciando l’esistenza di più di 10 milioni di alveari all’interno dell’UE. Ciò avrà un impatto su reddito e occupazione nelle zone rura-li, nonché sul rinnovo generazionale, e su impollinazione, ecosistemi e biodiversità.

II. Le principali cause - La causa principale è la concorrenza insostenibile per il miele europeo nei confronti delle crescenti importazioni di miele a prezzi molto bassi, di provenienza dai paesi terzi, in particolare Cina. Dal 2013, le importazioni dalla Cina sono in media di 80.000 tonnellate all’anno. La Cina è il primo paese d’im-portazione del miele e rappresenta il 50% del totale delle importazioni. Nel 2019, i prezzi del miele cinese sono scesi ulte-riormente a 1,24€/kg. In aggiunta, la definizione di miele in Cina è diversa da quella dell’Ue. Il miele nell’UE è “una sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) pro-ducono dal nettare di piante [...] che esse bottinano, trasformano [...], disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei

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3favi dell’alveare”4. Ciò implica che non è permesso alcun intervento umano nel processo di maturazione e deumidifica-zione del miele da parte delle api. Nella definizione cinese di miele, la deumidifi-cazione non viene effettuata dalle api, ma attraverso un processo artificiale di deu-midificazione attiva. Tale metodo rende il processo di produzione più rapido e meno costoso5 e il prodotto ottenuto è un nettare deumidificato artificialmente e non ma-turo6. Questo metodo di produzione non è conforme agli standard di produzione dell’UE. Inoltre, si stima che una grande fetta del miele prodotto in Cina (90%) corrisponda alla definizione cinese di miele, in seguito esportato verso l’UE. Allo stesso modo, le importazioni di miele che provengono dall’Ucraina sono aumentate, passando da 20.000 tonnellate nel 2013 a 47.000 tonnellate nel 2017 e si mantengono su questo livello. I prezzi sono scesi a 1,69€/kg nel 2019.Di seguito le altre cause:- La legislazione europea in materia di etichettatura di origine del miele è insufficiente allo stato attuale. Quando il miele proviene da più di un paese dell’UE o paese terzo, sono obbligatorie solo le menzioni “miscela di mieli originari dell’UE “, “miscela di mieli non originari dell’UE “ o “miscela di mieli originari e non originari dell’UE “. Per rimediare a questa situazione, diversi Stati membri, tra cui Italia, Cipro, Grecia, Spagna, Mal-ta, Francia e Portogallo hanno adottato una legislazione che rende obbligatoria l’etichettatura di tutti i paesi d’origine nel

4 Direttiva 2001/110/CE del Consiglio del 20 dicembre 2001 concernente il miele5 Le api utilizzano naturalmente tra il 25% e il 50% del nettare raccolto per maturare il miele negli alveari6 Il metodo di filtrazione su resine è spesso utilizzato, a causa della presenza di fermenti in eccesso

miele in miscela, e ciò per tutti i prodotti confezionati nei loro paesi7. Diversi pro-duttori di merci imballate e distributori in Svezia e Germania hanno inoltre deciso di indicare tutti i paesi d’origine nel miele in miscela. - La differenza delle dimensioni eco-nomiche tra gli apicoltori e gli altri attori della filiera porta a uno squilibrio di potere a favore degli ultimi anelli della catena alimentare. L’abuso di questo potere nelle transazioni commerciali ge-nera pratiche sleali. In questi ultimi anni sono stati osservati blocchi praticamente totali dell’acquisto a livello di un paese. Si tratta di proposte di acquisto estre-mamente basse, inferiori alla soglia dei prezzi internazionali, per diversi mesi. Gli apicoltori vendono quindi in perdita per sopravvivere. Ciò si è prodotto in par-ticolare in Romania, Ungheria e Spagna nel corso degli ultimi due anni. - Il cambiamento climatico ha un im-patto diretto sulla produzione di miele. I cambiamenti di temperatura modificano profondamente le melate con fluttua-zioni imprevedibili della resa del miele. Ad esempio, il miele di acacia (Italia, Ungheria) e di lavanda (Francia), mieli dal grande valore aggiunto, hanno solita-mente melate abbastanza stabili. Tuttavia, in questi ultimi anni, si sono verificate diminuzioni nella resa e nella produzione (raccolta di lavanda a circa 2kg/alveare e raccolta di acacia nulla in diverse zone). Ciò ha forti ripercussioni sugli apicoltori, poiché questi mieli rappresentano solita-mente oltre al 50% dei loro redditi.- I consumatori acquistano meno miele nei periodi caldi. Dal momento che i periodi di caldo si sono prolungati nel corso dell’anno, a causa del cambia-

7 Francia, Portogallo e Spagna hanno notifica-to la loro nuova legislazione alla Commissio-ne e attendono una sua risposta.

mento climatico, il periodo di commer-cializzazione del miele è più breve e il consumo del miele nel corso dell’anno diminuisce. - alcuni sistemi di etichettatura nutrizionale obbligatori in alcuni paesi, quali i sistemi di codici di colore, come l’etichettatura a semaforo, classificano il miele in rosso. In alcuni casi, il miele non è più promosso dalla grande distri-buzione. Ciò ha un impatto diretto sul consumo. III. Piano di azione A breve termine:- L’Ue deve garantire che tutti i mieli importati provenienti da paesi terzi siano conformi alla definizione di miele nell’Ue, in primo luogo quelli di origine cinese.- Occorre rendere obbligatorio con urgenza, a livello dell’Ue, l’etichetta-tura di origine (paese) del miele per i mieli in miscela, indicando tutti i paesi di origine del miele, nonché le percen-tuali di mieli diversi all’interno della miscela. Ciò permetterà nel contempo di valorizzare la produzione europea che rispetta severe condizioni di produzione e di garantire un approccio armonizzato per il buon funzionamento del mercato interno. - Adottare a livello europeo una defini-zione per i diversi prodotti dell’alve-are: cera, propoli, polline, pappa reale. Ciò consentirà una migliore valorizza-zione di tali prodotti a livello europeo, una migliore garanzia della loro qualità per i consumatori, attraverso la riduzione delle frodi, e offrirà nuovi modi per un reddito complementare per gli apicoltori. - A livello aziendale, del confezio-namento e degli altri operatori della catena, è fondamentale attuare una tracciabilità che permetta di avere un’identificazione chiara dell’origine dei fusti di miele, o di altri contenitori per

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4il prodotto sfuso, al fine di garantire una migliore trasparenza del mercato. Nondimeno, per evitare oneri ammini-strativi aggiuntivi, la tracciabilità del miele a livello della produzione dei lotti (prima del confezionamento) dovrebbe includere le seguenti informazioni: iden-tificazione dell’apicoltore tramite il suo numero di identificazione nazionale o il suo nome e indirizzo completo (compre-so il paese) della sua azienda, numero del lotto (e/o tipo di miele) e anno di produzione. Sarebbe necessario analizzare rapidamen-te l’attuazione di soluzioni di blockchain per miele e prodotti come propoli e pappa reale, al fine di rafforzare trasparenza e tracciabilità sul mercato.- L’introduzione da parte della Com-missione di un nuovo piano di controllo coordinato con gli Stati membri inteso alle importazioni di lotti superiori alle 20 tonnellate di miele provenienti dai paesi terzi. Si dovrebbe ricorrere alle tec-niche più efficaci di individuazione delle frodi, quali risonanza magnetica nucleare (RMN) e cromatografia in fase liquida ad alta prestazione o attraverso impronta. L’obiettivo sarebbe mettere l’accento sui mieli deumidificati artificialmente e non maturi. Nel corso del primo piano di controllo coordinato avviato nel 2016, i campioni erano pochissimi (<2%). Inoltre, viste le tecniche di frode molto sofisticate che impiegavano sciroppi “su misura” simili al miele, i metodi di individuazione delle frodi impiegati non hanno permesso di rilevare i problemi. - È necessario continuare a sviluppa-re nuove tecniche di individuazione dell’adulterazione del miele che siano economicamente convenienti per tutti gli operatori. Bisogna inoltre creare un laboratorio europeo di referenziazione per il miele con l’obiettivo di verificare l’autenticità del miele e di assistere le autorità di controllo degli Stati membri nell’individuazione delle frodi. Il ruolo del Centro comune di ricerca è cruciale per questa misura. L’Ufficio alimentare veterinario do-vrebbe altresì organizzare una nuova missione in Cina, con l’obiettivo di ispezionare i metodi di produzione e non soltanto i residui di medicinali veterinari. Dovrebbe quindi verificare che i metodi di raccolta permettano di raccogliere un

miele conforme alla definizione europea del miele.- L’introduzione di un programma di promozione multipaese sul miele euro-peo inteso al mercato interno, mettendo in risalto gli standard di produzione eu-ropei, i mieli locali del territorio e i mieli biologici. Ciò dovrebbe essere incluso in una specifica dotazione nel quadro del programma di lavoro annuale di promo-zione della Commissione. In aggiunta, a causa della catastrofica situazione di mercato, dovrebbero essere avviati con urgenza dalla Commissione programmi di promozione del miele euro-peo, nell’ambito della dotazione relativa alle turbative di mercato. - dovrebbe essere creato un osserva-torio europeo dei mercati del miele, per rendere il mercato dello smercio del miele nell’UE più trasparente. Ciò permettereb-be il monitoraggio economico del settore (prezzi, produzione, stock, importazioni ed esportazioni intra ed extracomunitarie, monitoraggio del prezzo lungo la filiera) con informazioni pertinenti, regolari ed affidabili e la partecipazione di diversi operatori della catena di commercializ-zazione. - Per conseguire l’obiettivo di una maggiore competitività per gli apicoltori europei e le loro cooperative, è necessa-rio che tutti gli Stati membri concedano l’ammissibilità agli aiuti del secondo pilastro agli apicoltori, per cui l’attività apicola rappresenta una fetta significativa dei redditi, o alle loro organizzazioni di produttori, tra cui le cooperative. Si tratta nello specifico di misure del secondo pilastro relative alla creazione di orga-nizzazioni di produttori e al sostegno agli investimenti nelle aziende apicole. Inco-raggiamo gli Stati membri a prevedere tali misure nell’ambito dei loro futuri piani strategici della PAC, oltre ai programmi apicoli nazionali.

- A medio termine:- A livello nazionale, nel piano di campionatura obbligatoria del miele, gli Stati membri al momento orientano i propri controlli sui residui di medici-nali veterinari e non su qualità e origine. Occorre dunque sviluppare lo spettro delle analisi condotte a livello nazio-nale per rendere la ricerca delle frodi più mirata.- Affinché gli agricoltori traggano un

reddito migliore dal mercato, è essenziale rafforzare la loro posizione in seno alla catena alimentare attraverso le orga-nizzazioni di produttori e aumentare il controllo delle pratiche commerciali del-la filiera, al fine di eliminare le pratiche sleali che recano grave pregiudizio agli apicoltori. Le organizzazioni di produt-tori, tra cui le cooperative, svolgono un ruolo importante nella valorizzazione del miele presso i consumatori, incoraggian-do e promuovendo in particolare i mieli biologici e i mieli locali del territorio. - Le campagne di informazione e pro-mozione dovrebbero inoltre basarsi sulle proprietà nutritive e sui benefici per la salute derivanti dal consumo di miele. Per raggiungere questo obiettivo, il settore dovrebbe fare il possibile per ottenere allegazioni salutistiche per il miele approvate dall’EFSA attraverso uno Stato membro. Le allegazioni salutistiche sono più comunicative nei confronti dei consumatori. - Bisognerebbe modificare i sistemi di etichettatura nutrizionale, quali i siste-mi di codici di colore che classificano il miele in rosso. Riteniamo che il consumo di un ampio ventaglio di derrate alimen-tari provenienti da diversi settori agricoli, in proporzioni adeguate, costituisca la chiave di un’alimentazione equilibrata e permetta di mantenere benessere, vitalità e buone condizioni di vita.

- A lungo termine:- Per stabilizzare il reddito degli api-coltori nei confronti della volatilità dei mercati, dovuta in particolare a frodi, adulterazioni, contaminazioni e rischi sanitari (varroa e Aethina thumida, Vespa Velutina), è necessario studiare le possi-bilità di attuazione di misure di gestione dei rischi attraverso le organizzazioni di produttori. - Sollecitazione di progetti che cerca-no di associare gli apicoltori in azioni collettive di commercializzazione e/o valorizzazione e differenziazione dei loro prodotti (ad es. sviluppo di reti di commercializzazione in vendita diretta o circuiti brevi, prodotti locali, mercati di agricoltori e produttori, denominazione collettiva di differenziazione del metodo produttivo).

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Il trattamento dei rifiuti dell’azienda apistica.Normativa – adempimenti – Sanzioni

Quadro normativoIl D.Lgs. 152 del 03/04/2006 (Testo unico ambientale o codice dell’ambiente) è il provvedimento nazionale di riferimento in materia ambientale generale, compreso tutto ciò che concerne la gestione rifiuti.Si definiscono rifiuti “le sostanze o gli og-getti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi”.I Rifiuti in base all’origine, si classifi-cano in:.rifiuti urbani, per esempio, quelli prove-nienti da civili abitazioni, da spazzamento strade o dalla pulizia di aree verdi..rifiuti speciali, invece quelli provenienti da attività industriali, agricoli, artigianali, commerciali e di servizi.I rifiuti prodotti dagli apicoltori sono clas-sificati esclusivamente come rifiuti speciali.I rifiuti speciali, in base alla loro costi-tuzione, sono ulteriormente suddivisi in:.pericolosi;.non pericolosi.Per la gestione effettiva del rifiuto è neces-sario prevedere in azienda un’area specifi-ca, dedicata allo stoccaggio dei rifiuti, sia pericolosi che non pericolosi. E’ sufficiente delimitare una zona segnalata e protetta da intemperie e non accessibile ai soggetti sensibili (bambini, animali ecc.), dove sia evidente che vi sono stoccati dei rifiuti.Il rifiuto in quest’area può essere stoccato per un periodo di massimo di 365 giorni da quando è stato prodotto (art. 183 D.Lgs. 152/06), dopodichè deve essere smaltito. Una volta proceduto allo stoccaggio è ne-cessario provvedere allo smaltimento che si differenzia al tipo di rifiuto.Per questo operazione, invitiamo tutti a contattare preventivamente il proprio comune di residenza, oppure il consorzio ecologico di zona o l’area ecologica per verificare che ci siano eventuali disposi-zioni e ordinanze specifiche per la gestione dei rifiuti.I rifiuti speciali pericolosi pìù importanti per un’azienda apistica sono sostanzial-mente i farmaci per la lotta alla varroa (con-fezioni, matrice esauste, farmaci scaduti, ecc.) che generalmente vengono codificati come Cer 15-01-10. Per altri rifiuti peri-colosi, ad esempio batterie e oli esausti, la soluzione più semplice è che vengano gestiti direttamente dai rivenditori o da officine autorizzate, diversamente bisogna allestire l’area di stoccaggio anche con appositi contenitori di oli e batterie esausti.Lo smaltimento dei rifiuti speciali peri-colosi deve poi essere gestito in uno dei

seguenti modi:a) l’agricoltore/apicoltore li può portare direttamente ai centri di raccolta autorizzati quando i quantitativi prodotti siano inferio-ri ai 30 kg/giorno (art. 212 comma 19 bis del Codice Ambientale). In questo caso è necessario ottemperare agli adempimenti burocratici (registrazione presso Cciaa, acquisto e compilazione del formulario ecc…)b) l’azienda apistica stipula apposita convenzione con ditte specializzate nella raccolta e smaltimento dei rifiuti speciali che provvederà anche agli adempimenti burocratici (compilazione e rilasci del For-mulario di Identificazione del Rifiuto – Fir).La maggioranza degli apicoltori, che ha affrontato e risolto la gestione corretta dei rifiuti aziendali, ha optato per la secon-da opzione, cioè una stipula di apposita convenzione. Questa opzione, secondo le nostre verifiche, può creare un impegno di spesa compreso tra i 70,00 e i 150,00 euro/annui, mentre la gestione in prima persona sembrerebbe esporre in ogni caso a costi simili sia per le spese dirette, sia per gli adempimenti burocratici.

Adempimenti BurocraticiNel comparto agricolo la gestione dei rifiuti, fortunatamente, è stata parecchio semplificata con l’adozione del cosiddetto “collegamento ambientale”, voluto forte-mente dalle organizzazioni di categoria. Dunque, per l’azienda apistica, ai fini dei controlli è necessario compilare e conservare in azienda il Fir, in pratica la carta d’identità del rifiuto che ne certifica il corretto trasporto e il corretto smaltimento nei centri autorizzati. Questo documento viene compilato e gestito dal trasportatore, qualora di faccia riferimento a una ditta specializzata, mentre è a carico dell’api-coltore nel caso in cui decida di gestire autonomamente lo smaltimento dei rifiuti. Questo va valutato correttamente in quan-to l’errata compilazione del Fir dà adito a sanzioni. Il documento che certifica il corretto smaltimento del rifiuto è la quarta copia del Fir, su cui è apposto il timbro del centro di smaltimento autorizzato, che dimostra che il ciclo è stato compiuto correttamente.

ControlliI controlli in materia di rifiuti possono esse-re eseguiti da più figure istituzionali e dalle forze dell’ordine. Nello specifico le aziende apistiche possono aspettarsi controlli da: ARPA, Polizie Statali, Guardie forestali,

Noe, Carabinieri ecc..Resta Valido il concetto che il miglior controllare è il titolare/ responsabile dell’a-zienda tramite quello che viene definito autocontrollo. Come sappiamo la legge non ammette ignoranza, dunque l’informazione su ciò che va realizzato è essenziale per potersi adeguare.SanzioniE’ sempre bene essere a conoscenza a cosa è possibile andare incontro in caso di inadempienza.Questi sono le possibili sanzioni in cui può incorrere un’azienda apistica:a) Omesso utilizzo del Formulario di identi-ficazione dei rifiuti (Fir). Chiunque effettua il trasporto dei rifiuti senza il formulario o indica nel formulario dati incompleti o ine-satti è soggetto alla sanzione amministrati-va pecuniaria da 1.600,00 a 9.300,00 euro.b) False indicazioni sulla natura dei rifiuti, loro composizione e caratteristiche fisico-chimiche. La reclusione è fino a 2 anni (art. 483 DEL Codice Penale (falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico)c) Indicazioni DEL Formulario formalmen-te incomplete o inesatte, ma con dati che consentono di ricostruire le informazioni dovute, oppure mancata conservazione o invio alle autorità competenti del Formula-rio, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 260,00 a 1.550,00 euro.

ConclusioniRispetto agli altri settori dell’agricoltura, il settore apistico è sempre stato considerato marginale da parte delle istituzioni. Negli ultimi anni, invece, il settore può vantare realtà aziendali di pieno rispetto che com-petono a livello nazionale e internazionale nella produzione di mieli e prodotti apistici di qualità. Anche grazie a questa crescita delle capacità professionali i produttori apistici si aspettano diversa considerazione da parte degli organi decisionali e politici e questo in qualche modo si sta realizzando. Questa condizione però, comporta anche a essere più facilmente soggetti e considerati rispetto alle prescrizioni normative e ai relativi controlli, come tutti gli agricoltori.

TUTTI GLI APICOLTIRI INTERES-SATI ALLO SMALTIMENTO dei propri farmaci utilizzati e delle rela-tive confezioni di imballaggio, sono invitati entro il 15 gennaio 2020, a prenotarsi presso la segreteria dell’ARA.

Page 6: “L’importanza delle api del COPA-COGECA ha presentato alla ... · Ore 11.00-11.15 coffee break ... Il mercato europeo del miele è diviso in diverse categorie di paesi. Esso include

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Costruzioni ApisticheVia Maestri del Lavoro, 23

48018 Faenza ITALYTel: +39 0546 [email protected]

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1937 - 2017

80 ANNIAL SERVIZIO DEGLI APICOLTORI

Ore 10:30 Presentazione di Giuseppe e Roberto Lega

Ore 11:00 Intervento del Dott. Porrini “Problematiche e prospettive del rapporto tra api, agricoltura e ambiente”

Ore 12:00 Buffet

Ore 14:00 “Come è fatto?” - Tour guidato nel reparto produttivoPROGRAMMA

In occasione dell’evento verrà fatta una vendita promozionale ed esclusiva con sconto fino al 35% su tutti i prodotti LEGA

Per la buona riuscita dell’evento, vi prego di confermare la vostra [email protected]

17 gennaio 2020 Via Maestri del Lavoro, 23 _ Faenza

CHIUSURA FESTIVITà UFFICIO ARAResteremo chiusi il 24 ed il 31 dicembre 2019. Poi per operazioni di inventario del magazzino saremo chiusi dal 1 gennaio al 12 Gennaio 2020 compresi. Riapriremo lunedì 13 gennaio 2020.

Si ricorda agli Associati che il LUNEDì MATTINA (ad eccezione del 13 gennaio 2020) gli uffici ed il magazzino dell’ARA sono chiusi al pubblico. Si prega di rispettare tale chiusura. Grazie per la collaborazione.

MIELE BIOLOGICOSi invitano i Soci interessati alla pro-duzione del miele, secondo il metodo biologico, a contattare l’Associazione in quanto intende organizzare un incontro per informare sulle tecniche di produzione.

Si invitano i soci a partecipare