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“Il suolo è uno dei beni preziosi dell’umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomo sulla superficie della Terra” Consiglio d’Europa, 1972 2. LE FUNZIONI DEL SUOLO

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“Il suolo è uno dei beni preziosi dell’umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomosulla superficie della Terra”

Consiglio d’Europa, 1972

2. LE FUNZIONI DEL SUOLO

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2. LE F U N Z I O N I D E L S U O L O

La produzione agricola e alimentare, essen-ziali per la sopravvivenza umana, e la silvi-coltura dipendono interamente dal suolo.

Quasi tutta la vegetazione, tra cui i pascoli, lecolture e le foreste insistono sul suolo che, oltreal supporto fisico, fornisce alle piante acqua esostanze nutritive.Dall'agricoltura dipende quindi l'alimentazioneumana, ma di grande importanza sono anchefibre tessili di origine animale o vegetale, pelli,legname e altri prodotti.

Con l'industrializzazione e la diffusione dellameccanizzazione e di tecnologie innovative(soprattutto a partire dalla fine della secondaguerra mondiale) si è verificato, nonostante ladiminuzione della manodopera e delle terredestinate all'agricoltura, un considerevoleaumento della produttività e della produzioneagricola globale: si èandata affermandocioè un'agricolturac o m m e rc i a l m e n t ecompetitiva e non piùdi semplice sussisten-za. Dalla fine deglianni ottanta è cessatala crescita su scalamondiale delle terredestinate all'agricoltu-ra a causa di una con-trazione che ha inte-ressato i paesi indu-strializzati. Anche inItalia si è riscontratauna contrazione dellasuperficie agricola edelle terre arabili.Nonostante ciò la pro-

duzione ha continuato a crescere sia su scalaglobale (solo nell'ultimo decennio è aumenta-ta del 25% - FAO, Statistical database, 2002) siaa livello nazionale (Fig. 2.1).Dal punto di vista economico e occupaziona-le il ruolo del settore primario italiano è cam-biato notevolmente. Tra il 1950 e 1960, con losviluppo dell'industria nell'Italia settentrionale, èiniziato l'esodo agricolo. Dal 1951 al 1991 i lavo-ratori dei campi sono passati dal 44% al 9%della popolazione: l'agricoltura anziché struttu-

ra portante della società italiana è diventataun settore marginale. Sul piano economico si èverificata una considerevole perdita di impor-tanza relativa: mentre alla fine della secondaguerra mondiale il settore primario contribuivacon il 28 % alla formazione del prodotto internolordo, ora vi partecipa con cifre molto modeste.

SAC (ha) Resa (t/ha)

4.0

3.0

2.0

1.0

0

Fig. 2.1 - Rapporto SAC/Resa del frumento in Italia.

PRODUZIONE DI QUALITÀ, BIOLOGICA ED INTEGRATA

È importante notare il significativo emergere delle produzioni di qualità (sottoposte a discipli-nari produttivi), biologiche e integrate, caratterizzate da un elevato potenziale, che possonorivestire un ruolo strategico e per le quali è stata per la prima volta registrata la quota di super-ficie impegnata nell'ultimo Censimento generale della Agricoltura dell'ISTAT.Da una parte, infatti, in quanto settore che destina gran parte della sua produzione a fini ali-mentari, all'agricoltura viene chiesto di garantire la sicurezza, la qualità e la salubrità dellematerie prime incidendo sui comportamenti anche delle altre fasi della filiera agro-alimenta-re e di passare da un sistema incentrato sulle aziende agricole e sul contadino a un sistemaincentrato sul consumatore. Dall'altra, lo sviluppo di produzioni certificate e di qualità, in par-ticolare di quelle biologiche, garantisce un plus-valore alle produzioni agricole salvaguardan-do al contempo le risorse ambientali. Tali vantaggi sono ottenibili anche in ambito zootecni-co con prodotti (latte, formaggi, carne ecc.) di qualità in una condizione generale di mag-giore benessere degli animali.

LA PRODUZIONE DI BIOMASSAIL RUOLO ECONOMICO E AMBIENTALE DELL'AGRICOLTURA

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I L S U O L O - L A R A D I C E D E L L A V I T A

Contestualmente alla crescita dell'industrializ-zazione nel settore agricolo, a partire agli anni'60, si è sviluppata una generale preoccupa-zione relativa alla sostenibilità dell'attività agri-cola stessa, in rapporto alla degradazione del-l'ambiente naturale che alcune pratiche agri-cole andavano producendo. Incoraggiatoanche dalla Politica Agricola Comune (PAC),nel territorio dell'UE si è infatti verificato unfenomeno di specializzazione che ha portatoad una eccessiva semplificazione degli agroe-cosistemi con conseguente loro maggiore fra-gilità. Durante l'applicazione della riforma MacSharry molti terreni hanno subito un deteriora-mento delle loro caratteristiche fisiche, chimi-che e biologiche a causa di fenomeni di ero-sione, compattamento, perdita di sostanzaorganica, inquinamento delle acque e perditadi biodiversità. Alla luce delle problematichecausate dall'applicazione della vecchia PAC

relative alla produzione ecce-dentaria, alla crescita smisuratadegli investimenti comunitarinonché all'evidenziarsi di danniambientali rilevanti, è stata fattala scelta di una nuova politicaagricola (Agenda 2000) che haportato ad una impostazioneincentrata sulla sostenibilitàambientale.La riforma Fischler vede 4 puntiqualificanti nel disaccoppia-mento, nella modulazione, nellacondizionalità e nello svilupporurale (Fig 2.2). Il punto centraledella nuova PAC è rappresenta-to dal disaccoppiamento degliaiuti al settore primario. Detticambiamenti hanno determina-to le nuove modalità di erogazio-

ne dei contributi agli agricoltori ed alle attivitàpiù importanti dei territori rurali a partire dalgennaio 2005 e fino al 2013. Infatti, se fino adora i fondi sono stati elargiti in base alla tipolo-gia ed alla quantità di prodotto (criterio del-l'accoppiamento) con il disaccoppiamento èstato riconosciuto un pagamento unico perazienda, calcolato sulla base degli aiuti direttistorici ricevuti, indipendentemente dal tipo edalla quantità prodotta e persino dalla stessaesistenza della produzione. Sussiste comunquel'obbligo di mantenere le superfici aziendali,anche in caso di assenza della coltivazione, inbuono stato agronomico. Inoltre, l'erogazionedel premio sarà subordinata all'osservanza diuna serie di requisiti obbligatori in materia disicurezza alimentare, rispetto dell'ambiente,sicurezza degli operatori, salute e benesseredegli animali, definiti nel Regolamento CE1782/2003 (condizionalità).

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Fig. 2.2 - Schema riassuntivo della nuova Politica Agricola Comune.

MODULAZIONERiduzione degli aiuti della

PAC nel tempo. Gli incentivi saranno erogati attraverso i Piani di Sviluppo Rurale in

modo da favorire l'ambiente rurale nel suo complesso.

SVILUPPO RURALE

Maggiori stanziamenti alle politiche di sviluppo rurale,

nuove misure a favore dell'ambiente, della qualità e del benessere degli animali.

La concessione degli aiuti è subordinata a "condizioni" imposte dalle direttive comunitarie.

Si applica il concetto che "chi inquina paga" tramite la riduzione dell'aiuto comunitario.

L'agricoltura deve assolvere a funzioni ambientali come la conservazione del suolo.

CONDIZIONALITA'

Gli aiuti diretti sono sostituiti dal premio unico non più basato sulla quantità e tipo della produzione di vegetali o sull'allevamento.

Si incentiva così il passaggio ad una economia di mercato.

DISACCOPPIAMENTO

Nuova

PAC(Riforma Fischler)

“Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa,et produce diversi fructi con coloriti fior et herba”

San Francesco d’Assisi, 1224

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2. LE F U N Z I O N I D E L S U O L O

Il settore agricolo non sempre è stato esclusi-vamente produttore di materie prime a fini ali-mentari. Prima dei radicali cambiamenti del-l'agricoltura, il 20% delle superfici agricole erainfatti destinato alla produzione di energiasotto forma di foraggio, trasformata e utilizza-ta come forza-lavoro animale, o come ener-gia termica mediante la produzione di legnaricavata dai boschi e dalle siepi perimetralidegli appezzamenti.Oggi, grazie alla consapevolezza della neces-sità di attuare uno sviluppo sostenibile e di rag-giungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto ea fronte del continuo incremento del costo delpetrolio, oltre al miglioramento generale deiprocessi industriali ed energetici e del sistemadei trasporti, è indispensabile il ricorso crescen-

te all'uso di fonti energetiche rinnovabili. Dal "Rapporto Energia e Ambiente" dell'ENEA(2003) emerge che il contributo delle fontienergetiche rinnovabili (FER) al bilancio ener-getico nazionale è cresciuto dai circa 14 Mtepdel 1995 ai quasi 16,5 Mtep del 2001, con unaumento del 16,5% circa nell'intero periodo (inmedia, +2,4% ogni anno). Nello stesso periodo,l'energia prodotta dalle FER non tradizionali è

più che raddoppiata (Fig. 2.3). In questo contesto l'agricoltura può svolgereun'importante funzione in quanto è uno deiprincipali settori per la produzione di combu-stibili rinnovabili. In particolare l'utilizzo di bio-masse a fini energetici può assumere un ruolostrategico.Le colture energetiche sono quelle colturededicate alla produzione di biomassa da uti-lizzare come risorsa rinnovabile in alternativaai combustibili di origine fossile. Rientrano inquesta categoria sia le specie legnose sia lespecie erbacee (Fig. 2.4). In questo ultimo decennio le ricerche agrono-miche sono state indirizzate soprattutto all'in-dividuazione di quelle specie ad alta efficien-za fotosintetica (piante a ciclo C4) che richie-

dono pratiche agronomiche a basso costoenergetico (lavorazioni del terreno, concima-zioni, irrigazioni) mentre la ricerca industriale siè occupata dei metodi di conversione dellabiomassa ad alto rendimento. Alla meccanizzazione agraria spetta il compi-to di sviluppare tecniche e macchine cherisolvano i problemi di raccolta e stoccaggioevidenziati nella tabella seguente.

Fig. 2.3 - Energia da Fonti Energetiche Rinnovabili non tradizionali in Italia.

RISORSE DI BIOMASSA ATTUALI E POTENZIALI DI MAGGIOR RILIEVO IN ITALIA

- Biomasse forestali- Residui agricoli, forestali e della lavorazione del legno, agro-industriali e dell'industria ali-mentare

- Rifiuti organici e reflui zootecnici- Colture energetiche (bioetanolo, biodiesel)

LE COLTURE ENERGETICHE, UNA VIA PERCORRIBILE

GWh

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Il settore delle biomasse energetiche risultadunque particolarmente significativo in quan-to aumenta le funzioni attribuibili all’agricolturache si rivela sempre più un settore dalle nume-

rose potenzialità e strategico per raggiungeregli obiettivi di qualità ambientale e di sviluppoterritoriale sostenibile.

UTILIZZO DI BIOMASSE DA COLTURE DEDICATE A FINI ENERGETICI

VANTAGGI SVANTAGGI

Riduzione della forte dipendenza dai prodottidi origine fossile, importati per il 90% dall’estero.

Bassa densità energetica delle biomasse.

Diversificazione delle fonti energetiche attra-verso la valorizzazione e l’utilizzo di quelleautoctone e non inquinanti.

Conseguenti problemi gestionali e logistici(trasporto, stoccaggio, produzione agricolanon costante durante l’anno e legata allecondizioni ambientali e meteorologiche =nessuna garanzia di una costante fornitura).

Riduzione delle emissioni di CO2 (non produco-no emissioni rilevanti o soltanto in misura ridottaconsiderandone l’intero ciclo di vita).

Tale produzione genera competizione nell’uso del territorio.

Possibilità di utilizzare terreni marginali o destinati a set-aside.

A L ArbustiveArboreeErbacee

Coltureenergetiche

EtanoloBiodiesel

EtbeBiomasse Biomasse

Biogas

Fig. 2.4 - Colture energetiche: tipologie e prodotti ottenibili.

Rispetto a quello che sta succedendo sul nostro pianeta il ricorso alle colture energetichenon deve essere solo una scelta di convenienza economica

bensì una scelta basata sul buon senso.

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2. LE F U N Z I O N I D E L S U O L O

L a sostanza organica (SO) del suolo costitui-sce l'insieme dei composti organici derivan-ti da materiale vivente o che lo è stato nel

passato, con l'esclusione della sola biomassavegetale vivente, che si trovano nel terreno osulla sua superficie. La SO viene generalmente espressa come car-bonio (C=SO/1,724), il cui contenuto nel suolo

dipende dal bilancio tra gli apporti (sostanzaorganica esogena e residui animali e vegetali) ele perdite dovute a decomposizione attraversola respirazione e l’ossidazione della sostanzaorganica e a fenomeni di erosione e di liscivia-zione (Fig. 2.5). Essa è in grado di influenzarepositivamente le proprietà fisiche, chimiche ebiologiche del terreno (Tab. 2.2).

Fisic

he Favorisce l’aggregazione e la stabilità delle particelle di terreno. Riduce il rischio di ero-

sione del terreno, di ruscellamento superficiale dell'acqua, di compattazione e di forma-zione di croste superficiali. Regola le proprietà termiche del suolo. Rende i terreni più facil-mente lavorabili.

Ch

imic

he

Aumenta la capacità di scambio cationico del terreno. E’ in grado di formare comples-si stabili con metalli e di legare altri composti presenti in traccia, contribuendo a ridurre leperdite di micronutrienti, la tossicità potenziale dei metalli e dei prodotti fitosanitari non-ché a mantenere in forma assimilabile alcuni ioni che altrimenti sarebbero fissati al suolo.Contribuisce alla capacità tampone nei confronti di agenti acidificanti contribuendo amantenere il pH del suolo a valori naturali. Riduce le emissioni dei gas serra in atmosferafavorendo l’accumulo di carbonio nel terreno.

Bio

log

ich

e

Fornisce l'energia metabolica necessaria per i processi biologici. Stimola l'attività enzima-tica ed incrementa il numero delle specie e l'attività della mesofauna. Fornisce elemen-ti nutritivi (azoto, fosforo e zolfo) agli organismi del suolo. Aumenta la resilienza del suolo.

Fig. 2.5 - Rappresentazione schematica del ciclo del carbonio. Nel suolo agiscono contemporaneamen-te i processi di cattura e liberazione. Parte del carbonio contenuto nei tessuti di piante e animali mortiviene ossidato ritornando come CO2 nell’atmosfera ed in parte segue i processi di fissazione della SO finoad entrare a far parte della frazione stabile del suolo.

Tab. 2.2. - Principali azioni della sostanza organica nel suolo.

IL SUOLO NEL CICLO DEL CARBONIO

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In termini quantitativi di stoccaggio di carboniogli oceani costituiscono il serbatoio prevalentema in termini di importanza il serbatoio suolo-vegetazione è quello che prevale in quantoanche se le quantità sono minori (circa il 6% diquello degli oceani) le variazioni e gli scambi dicarbonio risultano essere più rapidi ed inoltre ilbilancio totale può essere influenzato diretta-mente dall’azione dell’uomo (controllo degliincendi, controllo dei fenomeni di erosione,mantenimento o ricostituzione della copertura

forestale, gestione agronomica) (Fig. 2.6). Molti aspetti relativi alla gestione agronomicahanno un effetto positivo nei confronti dellariduzione di gas serra ed in particolare dell'ani-dride carbonica favorendo la cattura di car-bonio.La delibera CIPE n. 123 del 19 Dicembre 2002ha approvato il Piano di azione nazionale perla riduzione delle emissioni di gas responsabilidell'effetto serra. Il Piano individua i programmie le misure da attuare per rispettare l'obiettivo

nazionale di riduzione delleemissioni dei gas serra stabilitodal Protocollo di Kyoto. Taleobiettivo impone che nel perio-do 2008-2012 le emissioni di gasserra siano ridotte del 6.5%,rispetto al 1990, ossia nonpotranno superare i 487,1 MtCO2 eq, a fronte di una stimatendenziale delle emissioni al2010 di 579,7 Mt CO2 eq.; il gapda colmare risulta di 92,6 Mt CO2

eq. L'idea di sfruttare la capaci-tà di immagazzinamento di Cdei suoli può essere una via per-corribile per giungere a questorisultato (vedi box), soprattuttonei climi mediterranei nei qualil’influenza dell’uomo su perditee accumuli può essere determi-

nante.

Atmosfera

750

Oceano800

40000

Piante

Suolo

2100

Carbonio

fossile

10000

> 100

100

> 100 100

6.5

Fig. 2.6 - Flusso di carbonio (petagrammi di carbonio/anno). Entitàe consistenza delle riserve di carbonio nei vari comparti.

FACCIAMO DUE CONTI...

A fronte di un "gap" da colmare di 92,6 Mt CO2 eq, è sorprendente fare due conti: se un etta-ro è composto da 5x106 kg di suolo, se la SAU in Italia corrisponde a 13x106 ha, la diminuzioneo l'incremento di un semplice 0,1% di C nel suolo (corrispondente a 5x103 kg di C, ossia 1,83x104

kg di CO2 emessa o fissata per ettaro) equivale, a livello dei soli suoli agricoli nazionali, a 238Mt CO2 eq, che come ordine di grandezza è circa la metà delle emissioni totali nazionali pre-viste come obiettivo.

5.6

“La terra pastosa che al taglio del vomere risulta quasi nera e di crosta cedevole è adattissima al grano”.

Publio Virgilio Marone, 37-30 a.C. (Le Georgiche, L. II, 203-205)

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2. LE F U N Z I O N I D E L S U O L O

Il suolo svolge una importante funzione pro-tettiva, tramite un’azione di filtro e barriera,che permette di mitigare gli effetti delle

sostanze inquinanti, ostacolandone il passag-gio nelle acque sotterranee o nella catena ali-mentare. Esso è in grado di controllare il tra-sporto in profondità dei soluti e lo scorrimentodelle acque in superficie, di regolare l'assorbi-mento da parte della vegetazione e di crearecondizioni favorevoli alla degradazione dellesostanze inquinanti. Il valore protettivo dellecoperture pedologiche dipende così dalleproprietà fisico-meccaniche del suolo, chedeterminano un'azione di filtro e di barriera almovimento degli inquinanti, dalle loro proprie-tà chimico-fisiche, che ne determinano lacapacità tamponante, e dall'attività biologi-ca, che consente la decomposizione biochimi-ca e microbiologica delle sostanze immessenel suolo. In generale le azioni di filtro e tampo-ne sono meno pronunciate in suoli caratteriz-zati da elevata permeabilità e dalla presenzadi falde poco profonde.La crescita delle attività industriali, l'incrementodei consumi e la diffusione di pratiche agricoleintensive hanno contribuito ad aumentare ilnumero delle potenziali sorgenti di contamina-zione, influenzando direttamente la qualità deisuoli e limitandone molte importanti funzioni,inclusa la capacità di rimuovere i contaminan-ti dall’ambiente attraverso i processi di filtrazio-ne ed assorbimento. Proprio questa capacità,assieme alla resilienza del suolo, cioè alla suacapacità di reagire agli influssi esterni, fanno sìche spesso i danni al suolo vengano evidenziati

solo quando sono in stato molto avanzato, avolte molto vicini alla fase di non reversibilità.Inoltre, la valutazione di eventuali danni al suolorisulta ancor più complicata dal fatto che la suacomposizione e le conoscenze sugli equilibri chi-mico-fisici alla base delle sue interazioni con glialtri agenti naturali restano tuttora limitate, sia intermini qualitativi che quantitativi. Quando lacapacità meccanica di filtrazione, chimico-fisi-ca di tamponamento e quelle microbiologi-che e biochimica di trasformazione sono esau-rite, gli inquinanti organici e inorganici possonoessere trasferiti dalla matrice suolo alle altrematrici ambientali e contaminare corsi d'ac-qua, falde acquifere e catene alimentari attra-verso la loro assimilazione da parte della flora edella fauna. Meno conosciuta, ma altrettantoimportante per gli equilibri ambientali, è la fun-zione di regolazione dei flussi idrologici tramitela quale viene controllato il deflusso delleacque superficiali limitando l’erosione dei suolied il rischio di inondazione.Una precisa valutazione della capacità protet-tiva dei suoli è quindi di rilevante importanzanell’analisi di molte problematiche ambientali(contaminazione, eutrofizzazione, acidificazio-ne, erosione, inondazioni ecc.) anche perchèl’affidamento alla capacità depurativa delsuolo è frequente in molte attività (es. spandi-mento di fanghi di depurazione urbana, smal-timento acque reflue urbane ed industriali). Talivalutazioni sono effettuate tramite vari model-li, generalmente basati sulle proprietà pedolo-giche quali permeabilità, profondità dellafalda superficiale, granulometria e sulle pro-

RESILIENZA E RESISTENZA DEL SUOLO

Il concetto di resilienza è stato introdotto di recente nella scienza del suolo in materia di eco-logia del suolo e uso sostenibile con lo scopo di descrivere le risposte dei suoli ad impatti odisturbi di vario tipo.La resilienza del suolo è comunemente definita come la capacità di recuperare la sua inte-grità funzionale e strutturale dopo un disturbo esterno continuando a svolgere regolarmentele sue funzioni.Per resistenza del suolo si intende, invece, la capacità del suolo di mantenere invariate le pro-prie funzioni a seguito di un disturbo esterno. Se il disturbo è troppo drastico od il suolo ha una elevata fragilità costituzionale si può avereuna degradazione irreversibile in cui viene meno il recupero delle sue capacità funzionali intempi ragionevoli (lo spazio della vita dell'uomo). In questo caso si ha, infatti, il superamentodelle capacità di resilienza del suolo con un danno permanente oppure la necessità di unintervento di ripristino specializzato e costoso.

FILTRO, CAPACITÀ TAMPONE E TRASFORMAZIONE

DI MATERIALI E SOSTANZE DIVERSE

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prietà chimiche (pH e CSC) utilizzate comeindicatori del potere tampone del suolo. Nellevalutazioni si tende, però, a considerare sepa-ratamente le relazioni tra la matrice suolo e ilsistema delle acque profonde e quelle trasuolo ed acque superficiali. Se, pertanto, sipuò ritenere che la "capacità protettiva neiconfronti delle acque sotterranee" corrispondaalla definizione di "capacità di attenuazionedel suolo" prevista dal D.L.vo n.152/99 per lavalutazione della vulnerabilità intrinseca degliacquiferi, non bisogna tuttavia dimenticare,

nel considerare le relazioni tra suoli ed ambien-te nel suo complesso che, spesso, le caratteri-stiche (quali pendenza o bassa permeabilità)che rendono i suoli protettivi nei confronti delleacque sotterranee, favoriscono invece i movi-menti laterali delle acque, determinando unaminore capacità di protezione delle risorse idri-che di superficie. Ad esempio, l’applicazionedi prodotti fitosanitari può provocare la conta-minazione di corpi idrici adiacenti le superficitrattate, qualora si inneschino processi di ero-sione e/o ruscellamento.

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Fig. 2.7 - La struttura del suolo, dovu-ta alla presenza di aggregati stabilitra la sostanza organica e la com-ponente minerale, impartisce alsuolo stesso la capacità di agire dafiltro nei confronti dei contaminanti.In particolare il terreno è in grado di“bloccare” i contaminanti, median-te processi di adsorbimento sia chi-mico (formazione di legami chimicitra la superficie delle particelle disuolo e i contaminanti) che fisico(intrappolamento dei contaminantinei vuoti che caratterizzano la strut-tura del suolo).

LA CAPACITÀ TAMPONE

La capacità tampone di un suolo consiste nella sua attitudine a neutralizzare l’effetto disostanze acidificanti impedendo una variazione del suo pH. Essa è legata, in gran parte, alcontenuto di cationi basici, alla quantità della componente argillosa e al contenuto di sostan-za organica. Il rischio di acidificazione può derivare sia da fenomeni antropici quali pioggeacide in seguito ad inquinamento atmosferico, sversamento di contaminanti ecc., sia dafenomeni naturali quali la crescita delle piante che, a seconda delle specie, può portare aduna acidificazione nel volume di suolo occupato dall’apparato radicale. La capacità tampo-ne è la risposta naturale a tali fenomeni.

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I l suolo è un ambiente molto complesso chefunziona da habitat per un elevatissimonumero di organismi concentrati in preva-

lenza nei primi centimetri dalla superficie (Fig.2.8). Nell'intricata matrice tridimensionale delsuolo, tali organismi interagiscono tra di loro inuna fittissima rete alimentare, dando vita adun complesso sistema di attività biologiche.Alcuni di questi vivono in maniera stabile all'in-terno del suolo, altri vi passano solo alcuni stadidel loro ciclo biologico, o lo utilizzano comeprotezione nei momenti di difficoltà e di stasi(cisti, impupamento, svernamento, estivazio-ne); bisogna comunque sottolineare che,rispetto alla grande maggioranza di quelli chelo popolano, solamente una piccolissima per-centuale è stata finora identificata e classifica-ta.Ad esempio, per quanto riguarda le comunitàmicrobiche, si stima che il 99% sia ancora daidentificare e studiare, costituendo la più

importante riserva di geni tra i vari compartiambientali. Estendendo il discorso ad altrecomunità di viventi, anch'esse ancora da sco-prire, si arriva a parlare di una vasta riservagenetica che, oltre a contribuire alla loro stes-sa stabilità, potrebbe portare alla comprensio-ne di funzioni e processi biologici importantianche per la conservazione della specieumana.

Gli organismi edafici ("edaphon") contribuisco-no attivamente a numerosi servizi critici perl'ecosistema quali:• la formazione del suolo; • la decomposizione della sostanza organica

e di conseguenza la disponibilità di elementinutritivi;

• la fissazione dell'azoto e il sequestro di carbonio;

• la soppressione o l'induzione di parassiti emalattie delle piante;

Fig. 2.8 - Alcuni microartropodi rappresentativi della mesofauna edafica. Da notare gli adattamenti ana-tomici, anche estremi, che coincidono con la perdita di occhi, pigmenti, zampe ed ali. a) Araneide; b)Formicide; c) Coleottero; d) Diplopode; e) Coleottero; f) Collembolo; g) Tisanottero; h) Chilopode; i) Iso-pode; l) Collembolo; m) Larva di dittero; n) Larva di coleottero.

HABITAT BIOLOGICO E RISERVA GENETICA

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• la bonifica, tramite processi biologici ("biore-mediation"), dei suoli contaminati e degra-dati (per mezzo della detossificazione deicontaminanti e il restauro delle proprietà edei processi fisici, chimici e biologici).

Dal punto di vista funzionale, invece, questiorganismi sono riuniti in tre grandi gruppi chesvolgono ognuno un importante ruolo specifi-co nell'ecosistema suolo (Fig. 2.9).

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MICROFAUNA

(più di 6.500 specie) Protoctista, Nematodi, Rotiferi, Tardigradi...

COMUNITA’ INVERTEBRATI

MACROFAUNA

(più di 65.000 specie)Lombrichi, Termiti,

Formiche, altre comunità di macroartropodi (Isopodi,

Chilopodi, Coleotteri,Ditteri, ecc).

MESOFAUNA

(circa 40.000 specie)Collemboli, Acari, Enchitreidi, altra

mesofauna (Proturi, Dipluri, ecc.).

INGEGNERI DELL’ECOSISTEMA

Hanno un ciclo che varia da mesi ad anni e possono influenzare una superficie anche di qualche chilometro quadrato. Sono i maggiori artefici delle modifiche del suolo in quanto:- agiscono sulla porosità e sulla ritenzione idrica del terreno;- regolano in maniera significativa la copertura del suolo.

TRASFORMATORI DELLA LETTIERA

Il loro ciclo può durare da alcuni giorni a qualche mese. L’area di influenza varia da pochi cm a qualche metro. Sminuzzano la sostanza organica facendo aumentare i substrati disponibili per i microrganismi.

MICRO-RETI TROFICHE

Hanno cicli biologici rapidissimi (da minuti a giorni) e un raggio di attività di pochi cm. Legati al velo d’acqua che ricopre la superficie del suolo, sono i decompositori della sostanza organica ed i loro più piccoli predatori. - hanno un ruolo indispensabile nei cicli bio- geochimici (azoto, fosforo e carbonio);- formano associazioni simbionti con le piante superiori; - costituiscono una fondamentale riserva di geni.

COMUNITA’ MICROBICHE

PRINCIPALMENTE

Fig. 2.9 - Gruppi e funzioni dei microrganismi del suolo.

“L’aratro è una delle invenzioni più antiche e più preziose dell’uomo, ma molto prima chefosse introdotta il suolo era in realtà arato regolarmente dai lombrichi e non smetterà mai di

esserlo. È lecito dubitare che esistano molti altri animali il cui ruolo, nella storia del globo,abbia avuto un’importanza pari a quella di queste creature d’organizzazione così inferiore”

Charles Darwin, 1881

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2. LE F U N Z I O N I D E L S U O L O

I l suolo è uno degli elementi chiave dell'ecosistema città in quanto supporta diverse impor-tanti attività che vi avvengono, in questo senso è quindi più giusto parlare di "suolo urbano".Il termine suolo urbano è una generalizzazione che viene usata per intendere un qualsiasi

suolo, naturale, modificato o creato dall'uomo, che esiste in un'area urbana od industriale. Inqueste aree il suolo esplica una serie di funzioni del tutto particolari che si sovrappongono aquelle classiche (Fig. 2.10).

Quello di suolo urbano è quindi un concetto molto vasto e, in accordo con le funzioni specificheche esso svolge, anche le forme con cui si presenta sono diverse (Fig. 2.11, Fig. 2.12, Fig. 2.13).

Le pressioni antropiche, associate ai fattori naturali, hanno un significativo impatto sulla fisica,sulla chimica e sulla biologia di questi suoli, tanto che le loro caratteristiche possono allontanar-si moltissimo da quelle naturali arrivando a costituire un insieme di caratteri tipici e ricorrenti. Diseguito verranno citati solo alcuni esempi.

IL SUOLO E LA CITTA’

Studio e conservazione del

patrimonio culturaleValorizzazione estetica SUOLO URBANO

Ricreativa (giardini, viali

alberati, parchi pubblici, ecc. )

Fig. 2.10 - Specifiche funzioni svolte dai suoli urbani.

Fig. 2.11 - Central Park, New York:esempio di forte contrasto trasuoli a funzione ricreativa e diverde pubblico con quelli cheospitano il tessuto cittadino intutte le sue componenti.

Fig. 2.12 - Filari e alberature ai latidelle strade rappresentano pic-coli lembi spesso in sofferenza disuolo affiorante che sfuggonoall'effetto "sigillante" di strade,marciapiedi ed edifici.

Fig. 2.13 - Recupero di un Brow-nfield. I suoli di questa vecchiaarea industriale sono stati recu-perati e destinati ad accogliereun’area ricreativa che interessala collettività.

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I L S U O L O - L A R A D I C E D E L L A V I T A

Innanzi tutto esiste una forte discontinuità nelprofilo verticale con transizione tra gli orizzonti,spesso rappresentati da riporti, altrettanto mar-cato è anche la discontinuità orizzontale dovu-ta alla natura stessa del tessuto urbano. Comu-ne è la mancanza dell'orizzonte organicosuperiore sostituito da pavimentazioni varie edasfalto. La forte compattazione, la presenza dicroste superficiali o di pavimentazioni altera imovimenti di acqua attraverso il profilo, impe-dendoli, o formando condizioni asfittiche permancato drenaggio.La mancanza dell'orizzonte organico, anchequando il suolo è libero da coperture artificiali,unitamente agli apporti di numerose sostanzenaturali e non (specialmente metalli pesanti)ed in concentrazioni tali da risultare tossiche,porta a modificazioni dell'attività degli organi-smi viventi al suo interno fino alla loro scompar-sa totale. E’ da notare che questo fattore influi-

sce in modo negativo sul vigore della vegeta-zione.Il pH spesso risulta molto alto e ciò dipendedall'uso irriguo di acque dure, dal rilascio dicarbonati da cementi e materiali da costruzio-ne o, molto spesso, dallo spandimento di salecome antigelo per le strade (vedi problemadella salinizzazione).Lo studio della natura e delle dinamiche deisuoli urbani è stato finora abbastanza margina-le. Poco si conosce riguardo alle loro potenzia-lità ed altrettanto carenti sono le conoscenzecirca le implicazioni che certi processi (es.accumulo di inquinanti) possono avere sullasalute umana. Una più approfondita cono-scenza di tali suoli sarebbe fondamentaleanche in tema di pianificazione, in quantopotrebbe guidare le scelte fino al punto di evi-tare di commettere errori con risvolti non solo intermini ecologici ma anche monetari.

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QUANDO L'UOMO È IL FATTORE PRINCI-

PALE DELLA FORMAZIONE DEL SUOLO

Storicamente le aree urbane

sono state ignorate dalla car-

tografia dei suoli e dagli studi

sulla formazione del suolo.

Oggi si riconosce che queste

aree sono di primaria impor-

tanza per la popolazione

umana e come tale è fonda-

mentale una introduzione dei

suoli urbani nella classificazio-

ne ufficiale. Per la WRB (World

Reference Base for Soil

Resources) gli Anthrosol rap-

presentano suoli impostati su

suoli naturali pesantemente

modificati dall'attività umana,

che viene così considerata un

fattore della pedogenesi e

dall'apporto di energia, mate-

riali e sostanze di origine antro-

pica.

“COSTRUIRE SIGNIFICA COLLABORARE

CON LA TERRA, IMPRIMERE IL SEGNO DELL’UOMO SU UN PAESAG-GIO CHE NE RESTERÀ MODIFICATO PER SEMPRE”

MARGHERITE YOURCENAR, 1951

“COSTRUIRE SIGNIFICA COLLABORARE

CON LA TERRA, IMPRIMERE IL SEGNO DELL’UOMO SU UN PAESAG-GIO CHE NE RESTERÀ MODIFICATO PER SEMPRE”

MARGHERITE YOURCENAR, 1951

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2. LE F U N Z I O N I D E L S U O L O

I l suolo, come parte del territorio in cui è inse-rito, è stato da sempre analizzato e studiatoin riferimento al suo interesse economico

rappresentato dalle sue qualità primarie, ricon-ducibili alla sua fertilità e alla sua produttivitàagricola. Tuttavia, negli ultimi anni sono stativalutati anche altri aspetti, prima non adegua-tamente riconosciuti, che considerano il suolo

un importante luogo e mezzo di conservazionedi una serie di valori a tutti gli effetti assimilabili al"bene culturale".Da questo punto di vista, infatti, il suolo rivesteun'importanza ed un interesse culturale notevo-le in quanto può conservare importanti testimo-nianze geo-paleontologiche, archeologichee/o geo-archeologiche. I suoli dei giacimentigeologici e paleontologici possono, ad esem-pio, registrare eventi naturali molto antichi,come le trasformazioni dovute alle eruzioni vul-caniche, le glaciazioni e i cambiamenti climati-ci oppure costituire uno strumento essenziale

per investigare eventi sismici del passato (attra-verso lo studio di “paleoterremoti” e la ricercapaleosismologica, vedi Fig. 2.15). Inoltre, neisuoli antropizzati, la presenza di insediamentiarcheologici può consentire di porre in lucequei tratti paesaggistici indotti dall'uomo (adesempio disboscamenti intensivi o particolaripratiche agricole) utili a stimare l'uso del territo-

rio da parte delle passatecomunità (Fig. 2.16).Questa nuova interpreta-zione rappresenta sicura-mente un valido strumentodi conoscenza del territorioe di tutte le valenze ad essoconnesse, finalizzato aduna gestione consapevole,di tutela e conservazionedei beni culturali/ambien-tali e ad una corretta pro-grammazione territorialeda parte delle Amministra-zioni Pubbliche. La comuni-tà scientifica è impegnataad individuare, inventariaree proporre pedositi; recen-temente sono emersi in let-teratura contributi di pedo-logi italiani volti alla classifi-cazione del suolo secondodifferenti tipologie e gradidi interesse culturale(Fig.2.14). Si tratta di segna-lazioni propositive che, sep-

pur d'importanza, necessiteranno di verifica ediscussione soprattutto perché non sono stateancora raggiunte metodologie standard di stu-dio e di larga diffusione. Bisogna tuttavia evi-denziare che il forte degrado cui sono soggettimolti paleosuoli impone una maggiore attenzio-ne da parte delle Amministrazioni locali affinchévengano tutelati alla pari di altri "monumentinaturali". Fra le molteplici cause che sono allabase di tale incuria vi è sicuramente la mancan-za di un'adeguata legislazione e l'assenza dellepopolazioni locali nei problemi di gestione delterritorio.

LUOGO E MEZZO DI CONSERVAZIONE E TRAMITEDI ACCESSO A GIACIMENTI PALEONTOLOGICIED ARCHEOLOGICI DI FONDAMENTALESIGNIFICATO CULTURALE

Fig. 2.14 - Carta di prima approssimazione dei principali suoli di interesseculturale, sovrapposti alla carta delle Soil Region.