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Dall'assocazione Altroconsumo un'analisi sull'assistenza agli anziani nel nostro paese.

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Inchiesta

N

La noStra InChIESta

L’indagine si è svolta tra maggio e giugno 2010 in quattro paesi dell’unione Europea: Italia, Spagna, portogallo e belgio. abbiamo inviato questionari cartacei a campioni rappresentativi delle rispettive popolazioni in età 55-79, ottenendo un totale di oltre 3.000 risposte, di cui 750 in Italia. Si tratta di un’indagine semplicemente esplorativa, i cui dati possono comunque essere considerati come importanti trend a definizione del fenomeno. tutti i dati riportati nell’articolo fanno riferimento alla situazione italiana.

Anzianichi ci aiuta ad averne curaMigliaia di persone raccontano la loro esperienza con colf, badante, assistenzaa domicilio.Scarsi i servizi in Italia.

ell’edizione da poco pubblicata dall’Istat delle statistiche essenziali sul nostro Paese, emerge che al 1° gennaio 2010 c’erano in

Italia 144 anziani ogni 100 giovani: solo la Germania ha una popolazione con un indice di vecchiaia più alto. Inoltre siamo anche tra i popoli più longevi, dal momento che la nostra vita media è di oltre 84 anni per le donne e quasi 79 per

gli uomini. Questi dati aiutano a capire quanto sia pressante il problema dell’assistenza agli anziani.

a chi si può ricorrereSi va dal semplice aiuto nelle faccende domestiche una o due volte la settimana, alla presenza di una badante che dorma nella stessa casa e possa prestare assistenza per tutte le necessità, passando per un’assistenza di tipo sanitario con

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29,150

Circa il 15% del campione ha usufruito negli ultimi 3 anni o usufruisce dei servizi di una colf. Lo stato di salute o il livello di autosufficienza non incidono particolarmente nella scelta. La soddisfazione è alta: il 57,5% le assegna un giudizio 8 o più.

Il 29% del campione ha avuto o ha una badante. L’età media di chi la ha è intorno agli 84 anni e sono molti coloro che non erano più autosufficienti quando hanno dovuto ricorrere a questo aiuto. Il 50% se ne dichiara molto soddisfatto.

14,7

CoLf

badantE

Si occupa di tenere in ordine la casa e presta in genere il proprio servizio una volta alla settimana. Vi ricorrono persone in tutte le fasce di dipendenza, dagli autosufficienti a chi ha bisogno di molto aiuto. Solo poco più della metà sono assunte regolarmente.

VantaggiI principali motivi di soddisfazione per il lavoro della colf sono innanzitutto la puntualità, poi il tatto, la discrezione, la privacy e il rispetto (parametri raggruppati in un’unica domanda e dei quali il 66% si è detto molto soddisfatto), la sensibilità e il rispetto delle abitudini dell’anziano, l’abilità nello stirare, l’affidabilità.

SvantaggiI parametri che lasciano meno soddisfatti sono l’abilità in cucina (quasi il 20% di chi ha usufruito dell’aiuto di una colf l’ha trovata insufficiente sotto questo aspetto) e la disponibilità ad ascoltare.

CostiIl numero di ore settimanali lavorate si attesta più frequentemente tra 1 e 10. Il costo medio è di 340 euro al mese, anche se il 20% ha speso tra 500 e 1000 euro. In media, circa 10 euro all’ora.

Informazioni praticheSi tratta di lavori spesso poco o per niente strutturati, che funzionano con il passaparola più che attraverso canali ufficiali. Esistono poche agenzie private, quindi di solito il modo per trovare una colf è chiedere a chi già ne ha una.

In genere è una persona che dorme in casa dell’anziano, gli fa compagnia, se ne prende cura. Dall’inchiesta emerge che le badanti assunte in regola sono circa il 70%. Nell’84% dei casi lavorano in casa di persone che non sono del tutto o per niente indipendenti.

VantaggiAnche per la badante è molto apprezzata la puntualità, inoltre le persone sono soddisfatte del numero di ore di aiuto fornite e dell’assistenza nell’igiene personale. Hanno un peso determinante anche l’affidabilità e la sensibilità verso le abitudini dell’assistito.

SvantaggiLa badante non è una colf, anche se è facile che le venga richiesto di occuparsi anche della cura della casa; ma su questo fronte l’insoddisfazione è spesso elevata. La cucina, le pulizie e il bucato a quanto pare non sempre sono il suo forte.

CostiNella stragrande maggioranza dei casi (69%), la paga della badante è compresa tra 500 e 1000 euro. Ma in oltre il 20% dei casi il suo stipendio supera i 1.000 euro. L’anziano o i suoi familiari spendono in media 850 euro al mese per avere questo tipo di assistenza.

Informazioni praticheCome per la colf, è difficile trovarla tramite agenzie o organizzazioni strutturate. A volte sono le parrocchie a fungere da punto di incontro tra domanda e offerta.

% di utilizzatori % di utilizzatori molto soddisfatti

% di utilizzatori % di utilizzatori molto soddisfatti

57,5

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25,5

11,3

61,7

55,9

12,7

5,7

50,5

44,2

aSSIStEnza domICILIarE IntEgrata

traSporto E tELEaSSIStEnza

L’assistenza domiciliare integrata prevede l’intervento di diverse figure professionali: medico, infermiere, fisioterapista, specialisti, personale di assistenza. Il tipo di sostegno fornito può essere di tipo socio-assistenziale (compagnia, spesa...), di tipo sanitario (visite, medicazioni, fornitura di farmaci, fisioterapia) o di entrambi.

VantaggiL’assistenza sanitaria dell’Adi è il servizio di gran lunga più soddisfacente per le persone che ci hanno risposto. Al secondo posto viene il sostegno socio-assistenziale. Tatto, comprensione e in generale le doti umane delle persone che svolgono questo lavoro sono molto apprezzati, così come la loro competenza.

SvantaggiL’aspetto che soddisfa meno è l’accessibilità al personale in caso di emergenza, spicca anche una necessità di più elasticità negli orari.

CostiAl netto di eventuali rimborsi, il costo medio mensile per le prestazioni sanitarie domiciliari è di 120 euro, mentre quello per le prestazioni socio-assistenziali è di 160 euro.

Informazioni praticheLa richiesta va presentata al Servizio Assistenza Sanitaria Territoriale dal medico di medicina generale. Sarà valutata da una commissione di medici, operatori dei Servizi Sociali, infermieri e altre figure professionali.

Rientrano nella definizione di “altri servizi” quelli dedicati alle emergenze domestiche e al trasporto dell’anziano. Tra coloro che hanno risposto ai nostri questionari pochi ne hanno fruito.

VantaggiI servizi di trasporto rendono possibile all’anziano spostarsi sotto la sorveglianza di personale sanitario. La teleassistenza, cioè sistemi di allarme e chiamate attivabili in emergenza, ha una sua validità in termini di aiuto all’anziano, che continua a vivere in casa propria.

SvantaggiIl vero svantaggio è che questi servizi sono ancora poco diffusi. Anche chi li ha usati non se ne dimostra entusiasta: solo la metà se ne dichiara molto soddisfatta, meno per la teleassistenza.

CostiI costi del trasporto speciale variano secondo la zona e la società che fornisce il servizio.

Informazioni praticheIl servizio di teleassistenza (telecontrollo, telesorveglianza e telesoccorso) è presente, spesso in forma sperimentale, in alcune Province e Regioni (per esempio Lombardia, Lazio, Liguria). È fornito gratuitamente o a pagamento, a seconda del reddito di chi ne fa richiesta, alle persone che hanno superato una certa età (in genere 70 o 75 anni) e che vivono sole. Per informazioni sulla disponibilità si può chiedere alla Asl di competenza territoriale.

Assistenza sanitaria

Assistenza socio-assistenziale

Servizio trasporto speciale

Servizio di emergenza domestica

Il 13% degli intervistati ha utilizzato almeno una volta un servizio di trasporto speciale, la metà lo ha trovato molto soddisfacente. meno del 6% ha usato la teleassistenza e solo il 44% di coloro che l’ha usata si dichiara molto soddisfatto.

% di utilizzatori % di utilizzatori molto soddisfatti

Circa un quarto del campione ha fatto ricorso all’assistenza sanitaria dell’adi: il 62% degli utenti gli assegna un voto dall’8 al 10. al servizio socio-assistenziale dell’adi ha fatto ricorso l’11% del campione, il 56% ne è molto soddisfatto.

% di utilizzatori % di utilizzatori molto soddisfatti

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l’intervento di infermieri e medici. Infine possono essere utili servizi di trasporto che consentano alla persona di andare dal medico o a fare controlli ospedalieri.

Il ruolo della famigliaIl primo dato che emerge chiaramente dall’indagine svolta presso un campione della popolazione italiana over 65 è che in Italia l’assistenza è demandata alle famiglie. Si dà per scontato che siano i figli o gli altri parenti più prossimi a doversi prendere cura di anziani e malati: un “dovere sociale” solitamente svolto dalle donne. Questo ruolo delle famiglie non viene però riconosciuto in alcun modo, come invece avviene per esempio in Spagna. Qui alle famiglie che si occupano personalmente dei propri anziani viene corrisposto un contributo economico, utile tra l’altro anche per sopperire agli eventuali minori guadagni collegati.

pochi servizi Nonostante la domanda di servizi di assistenza domiciliare nel nostro Paese non abbia fatto che crescere negli ultimi anni, l’offerta è rimasta limitata. La percentuale di persone di oltre 65 anni che usufruisce di servizi di assistenza domestica è ferma all’1%, contro il 5,5% del Regno Unito, il 6,5% della Germania e il 10% che si tocca nei paesi scandinavi. La distribuzione di questi servizi è poi molto diseguale, soprattutto tra Nord e Sud. Ci sarebbe bisogno di trasporti speciali, per consentire all’anziano di andare in ospedale o dal medico, e di teleassistenza. La loro diffusione è ancora molto limitata.

pubblico batte privatoIn altri Paesi, come per esempio il Belgio, è molto ricca l’offerta di aziende di assistenza private, cui le famiglie si rivolgono per assumere personale che si

Badante in regolaConfrontando il costo medio al mese dei diversi servizi di assistenza domiciliare, risulta evidente che è la badante a costare notevolmente più degli altri. Questo dipende in larga misura dai loro lunghi orari di lavoro, che comprendono spesso anche la notte.

I CoStI dEI SErVIzI aL mESE (Euro)

850

340

160

120

Badante

Colf

Assistenza socio assistenziale

Assistenza sanitaria

Se la lavoratrice è italiana o proviene da un Paese membro dell’Unione europea, per metterla in regola basta l’inscrizione all’Inps. Occorrono un suo documento di identità, eventuali diplomi, la tessera sanitaria, il codice fiscale e lo stato di famiglia. È possibile compilare il “modulo per la comunicazione obbligatoria del rapporto di lavoro domestico” (scaricabile dal sito www.inps.it) e inviarlo online all’Inps. Questa vi spedirà i bollettini postali per il versamento dei contributi. Oppure potete presentare il modulo agli sportelli dell’Inps o spedirlo per posta, allegando i documenti.

Se la persona proviene da un Paese extra-Ue e ha già un permesso di soggiorno per lavoro valido, questo documento va aggiunto agli altri. Occorre sottoscrivere il cosiddetto “contratto di soggiorno” compilando il modello Q, che si può scaricare dal sito www.lavoro.gov.it oppure richiedere allo Sportello unico per l’immigrazione, in Prefettura. Il modello va inviato con raccomandata a.r. a questo stesso sportello della Prefettura di residenza, insieme alla copia di un proprio documento d’identità.

Per assumere una colf o una badante extracomunitaria senza permesso di soggiorno bisogna attendere l’emanazione dell’apposito “decreto flussi”, che stabilisce ogni anno il numero di lavoratori che possono essere assunti dall’estero. La domanda di nullaosta va inviata con la procedura telematica del ministero dell’Interno (www.interno.it). Potete compilarla e inviarla direttamente allo Sportello unico dell’immigrazione della vostra Prefettura entro i termini indicati nel decreto.

42% La badante

ChI prEpara I paStI?durante la settimana ci pensa la badante (42%) oppure la moglie o il marito (12%). nel weekend si fa ricorso principalmente ai figli. I servizi di consegna di cibi pronti nel nostro paese sono ancora decisamente poco diffusi.

1% Servizio di consegna a

domicilio di pasti pronti

29% Io stesso

12% Il mio partner

3% Un altro parente

6% Uno dei figli

7% La colf

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IL SoStEgno anChE aI famILIarI

Aiutare un familiare non autosufficiente è un compito gravoso. Chi lo svolge ha a sua volta bisogno di sentirsi sostenuto.In Italia, in base a dati Istat riferiti al 2005, sono circa 2.600.000 le persone non autosufficienti che vivono in famiglia, pari a quasi il 5% dell’intera popolazione. A prendersene cura c’è un esercito di mogli, mariti, ma soprattutto di figli, più spesso figlie, che si trovano nella difficile situazione di dover conciliare la propria vita familiare e lavorativa con un impegno faticoso e logorante.

Ne abbiamo parlato nell’articolo Un aiuto a chi aiuta, pubblicato su Test

Salute n.90, febbraio 2011.In quell’occasione abbiamo esplorato sia i problemi cui vanno più frequentemente incontro coloro che si occupano di genitori anziani o altri parenti disabili (stress, solitudine, rabbia, logoramento dei rapporti), sia i possibili aiuti che sono disponibili per chi si trova in questa situazione.

La badante, figura molto presente nelle case di persone anziane non più del tutto autosufficienti, non basta a sollevare i familiari dal carico dell’assistenza. Semmai rappresenta una variabile in più da controllare: come si troverà il genitore con questa sconosciuta?

Se ci si trova in difficoltà per problemi fisici (insonnia, mal di schiena) o psicologici (ansia, depressione) è importante cercare subito l’aiuto di un medico o di uno psicologo. Inoltre per limitare la sensazione di isolamento,

può essere di conforto rivolgersi ad associazioni di malati o familiari di malati (per esempio della malattia di Alzheimer), che sono in grado di fornire una forma molto utile di aiuto reciprocoe incoraggiamento.

occupi dell’anziano, se necessario anche sotto il profilo sanitario. La larga diffusione in quel Paese delle polizze assicurative sanitarie, che in molti casi contribuiscono in maniera determinante a coprire i costi di questi servizi, aiuta a capire il fenomeno. In Italia quasi nessuno stipula polizze sulla salute e sono ancora pochissime le aziende private che forniscono questo tipo di servizi a livello nazionale. L’assistenza sanitaria è quindi ancora prevalentemente una questione pubblica, col privato (rappresentato su base nazionale da Medicasa Italia e PrivatAssistenza) attestato a meno del 30% delle richieste. Nel caso del pubblico, l’assistenza viene di norma accordata solo previa valutazione dell’Asl. È su base regionale o comunale che molti di questi servizi vengono erogati, il che implica grandi differenze tra zone del Paese.

Soddisfazione variabileIl 46% del campione della nostra indagine ha fatto ricorso almeno una volta a servizi di assistenza domiciliare. Il servizio più richiesto è stato quello di badante, seguito a ruota dall’Adi, Assistenza domiciliare integrata, che mette insieme assistenza sanitaria e supporto socio-assistenziale non specificamente sanitario. Solo il 3% ha invece usufruito dei day-care centre, strutture diurne di supporto e cura

ricordare che, secondo un’indagine del Censis, tra il 2001 e il 2008 il numero di colf e badanti in Italia ha fatto registrare un incremento del 37%, passando da poco più di un milione a quasi un milione e mezzo di persone, per la maggior parte immigrate. La soddisfazione per i servizi resi dalle badanti è generalmente inferiore a quella espressa per i servizi socio-assistenziali o sanitari dell’Adi, forse anche a causa della mancanza di una preparazione specifica di queste persone.

di tasca propriaL’assistenza a domicilio è talvolta assai impegnativa economicamente: la metà di coloro che hanno una situazione economica sfavorevole si è trovata in grosse difficoltà per sostenere le spese ad essa legate. D’altro canto l’assistenza è spesso essenziale: quasi la metà di chi vi ha fatto ricorso non avrebbe più potuto vivere in casa senza questo aiuto. Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria o socio-assistenziale il costo medio mensile si attesta rispettivamente sui 120 e 160 euro. Solo circa un quarto degli utenti è stato rimborsato della spesa. Nessuno ottiene invece un rimborso per le spese piuttosto alte sostenute per colf e badanti (queste ultime sono detraibili per persone non autosufficienti): in media 340 euro al mese per la colf e 850 per la badante. ¬

alternative al ricovero in ospedale ancora poco diffuse sul nostro territorio. La soddisfazione per le varie forme di assistenza a domicilio su una scala da 1 a 10 si attesta in media tra il 6 e l’8, con punte di alta soddisfazione per la parte prettamente sanitaria dell’Adi, con il 62% di utenti molto soddisfatti dell’assistenza infermieristica e del medico a domicilio. In sostanza, il 56% del campione raccomanderebbe senza dubbio quella infermiera e il 51% quel medico con cui identifica il servizio. D’altro canto, sia per quel che riguarda l’assistenza infermieristica sia per le visite mediche, in caso di mancanza della persona “titolare”, il servizio non è stato sempre assicurato. Non sono quindi rari i casi di reclami: 10% per il medico, 12% per l’infermiera.

un aiuto informaleIl rapporto del 2008 sull’assistenza domiciliare in Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità cita questo dato: degli oltre 2 milioni di persone che lavorano nell’assistenza agli anziani in Italia solo 700.000 sono impiegate formalmente. La scarsità dell’offerta di servizi ha in sostanza aperto la strada a un “mercato grigio”, alimentato da personale non sempre qualificato. Per avere un’idea di come la richiesta di questo tipo di assistenza sia in rapida crescita basta