Antropologia dell'expo 27 settembre
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ANTROPOLOGIA DELL’EXPODOMENICA 27 SETTEMBRE, ORE 16 FUTURE FOOD DISTRICT
Relatori
Claudia Bersani - Novacoop
Luca Ciurleo - Fondazione l’UniversiCà
Ilaria Bonelli - Antropologa culturale
Samuel Piana - Landexplorer
PATRIZIA SPERANZACDA NOVACOOP
LUCA CIURLEOFONDAZIONE L’UNIVERSICÀ ANTROPOLOGO CULTURALE
MANGIARE IERI ED OGGILE NUOVE FRONTIERE CULINARIE ED IL RITORNO ALLA CICLICITÀ STAGIONALE
Le basi teoriche
Puntare su prodotti di stagione
Cercare il biologico
Preferire i prodotti locali
Carlo Cracco: «E’ importante imparare a usare quello che la stagione permette di avere, così si risparmia e si gode davvero dei sapori autenticamente buoni»
Le basi teoricheNascono gli “chef-filosofi”, che assumono e reclamano un ruolo di prim’ordine nel “pantheon” contemporaneo
Massimo Bottura: «La sintesi della nostra cucina è una saggia evoluzione delle tradizioni italiane, precisione tecnica ed un imprescindibile rapporto con gli artigiani italiani»
«Credo che la cucina di domani sarà essenzialmente buona e sana»
Le basi teoricheLa Lettera ai cuochi di domani o Lettera di Lima
Manifesto culturale della nuova cucina, firmato da cuochi di fama internazionale (Adrià, Blumenthal, Bottura, Bras, Hattori...)
Si regolamentano i rapporti tra lo chef e la natura ed i valori
Ruolo centrale del Cuoco e dello Chef, che diventa punto di unione tra le istanze di contadini, produttori e consumatori
CIBO E GLOBALIZZAZIONETRE MODELLI INTERPRETATIVI
IKEACatena nata negli anni ’60 del Novecento dove, a fianco dei rinomati mobili, si “coccola” il cliente fornendogli cibo a prezzi relativamente bassi
Si colloca a metà percorso e si vende la tipicità svedese (Kötbullar, caffè svedese)
“Esoticità” anche take away
Grande successo per via dei sapori non dissimili da quelli di matrice europea a cui siamo abituati
McDonald’s
Forma ristorativa del fast-food nata negli anni ’50 del Novecento
Ora sinonimo di junk-food ed eponimo della globalizzazione e dell’appiattimento culturale e culinario
McDonald’sIn realtà qualità dei cibi eccellente, con tempi di vita della pietanza non superiori ai 15 minuti
In realtà la catena ha assunto carattere estremamente locale attraverso menù nazionali caratteristici
Insalata di pasta, “Piccoli piaceri”, Panino di Marchesi
Target familiare in Europa, non così evidente negli Usa
Il caso indiano con McAloo tikki e Spicy delight
Centri commercialiOggi si è sviluppato un vero e proprio turismo commerciale
Nei supermercati si trova spesso il “prêt a manger”
Assaporare l’esotismo o la tradizione in tempi brevi
L’offerta è variegata, soprattuto caratterizzata da cibi etnici (seppur edulcorati ed occidentalizzati) o veloci piatti della tradizione (fast-food con piadine o tigelle) o piatti che promuovono i prodotti a marchio (Coop café)
Tradizionale = BuonoUso ed abuso del termine tradizionale
Tipicità diventa valore aggiunto che ne legittima un aumento di prezzo
Varie certificazioni: DOP, DOC, IGP, STG, DeCO
STG: Specialità tradizionale garantita. I prodotti devono possedere una “composizione tradizionale”, ma basta anche che siano ottenuti “con metodo tradizionale”
La pizza “Margherita”, in onore della sovrana di casa Savoia, nasce però nel 1889...
La tradizioneAbuso del termine
Fini commerciali e turistici
La “tradizione” diviene valore aggiunto e “surplus”
La tradizione si colloca spesso in una dimensione a-storica e temporalmente vaga
Il termine è diventato sinonimo di genuino, soprattutto in ambito alimentare
Viene collegato alla natura e contrapposto alla modernità
Connotazioni sempre positive
Cibo e… pop!
Cibo e… pop!L’alimentazione è molto importante anche nella cinematografia contemporanea
Importanza della socialità e delle ritualità correlate al cibo: dal pranzo di nozze al banchetto funebre
Il cibo (ed il banchetto) è spesso correlato alla teoria dei riti di passaggio di Van Gennep e coincide con la fase post-liminare e di aggregazione
Cibo e… pop!
Ciò che è “lecito” e non lecito mangiare
Differenti culture hanno diversi approcci con il cibo
Il caso della carne di cavallo
Il maiale e la sua impurità tra categorie e sanità
Cibo e… pop!
Cibo e… pop!
Il tabù del cannibalismo
Non si possono mangiare gli uomini
Concetto di uomo e di umanità molto labile e vario
Le uniche due possibilità per integrare il nemico sono “sposarlo o mangiarlo”
Cibo e… pop!
Cibo e… pop!
Soylent green (2022: i sopravvissuti)
Problema della sovrappopolazione e della scarsità di cibo, sentita già negli anni ’70 del Novecento
Nessuna tanatoprassi per il cadavere, che diventa rifiuto
Riciclo in cibo per gli esseri umani
Cibo e… pop!
Problema della velocità e del ricorso al cibo fast
Nascita dei fast food e delle tavole calde, per sopperire alla velocità della mensa
Idea del futuro dove il pranzo diviene mangiare pillole
Cibo e… pop!
SPUNTI DI RIFLESSIONE SU EXPO 2015PADIGLIONI ED AUTO-RAPPRESENTAZIONE
Expo2015
Tematica molto interessante, che collega Cibo e futuro
Simbolo: Foody, una rielaborazione di un’opera di Arcimboldi (che troviamo proprio in prossimità dell’ingresso Triulza)
Uomo di pane
Expo2015
Interessante in alcuni padiglioni notare le tematiche presentate, ovvero come il Paese si è rappresentato ed autorappresentato
Giappone - Ecologia, quasi in antitesi con il senso comune (Fukushima, predazione selvaggia dei mari, caccia alle balene…)
Brasile - Giocosità, ma pochi contenuti
Expo2015
Angola - Albero e donna, simbologia molto antica
Italia - Il bel paese, tra natura (e disastri) e cultura
Paesi arabi - Problema della desertificazione
Kazakistan - Grande tecnologia (spazioporto)
Expo2015
Svizzera - Ce n’è per tutti?
Prodotti: acqua, mele, sale e caffé
4 torri riempite solo una volta
Expo2015
Corea - Pentola e cucina tradizionale come base per il futuro
Analogie con il Giappone su alcune tematiche, ricorso alla tecnologia dei robot
Expo2015
Spagna - Tradizione ed innovazione (due facce della stessa medaglia?)
Ambito culinario
Rielaborazione di piatti
Expo2015Spettacolarizzazione
Estrema multimedialità e ricorso ad una “museografia esperienziale”
Lo spettatore, in pochissimo tempo deve sorprendersi
Molti padiglioni “fast”
USA Pavillion sull’alimentazione americana, (7’)
Expo2015
Tematica trasversale del Cibo del futuro
NO PILLOLE!
Coop&Go
Insetti e cibi esotici
Agricoltura verticale come conseguenza alla mancanza di spazi (Israele, Coop, Usa…)
Expo2015
La commercializzazione del cibo
Supermercato del futuro di Coop
Attenzione alle origini dei prodotti, al loro impatto ambientale, alle calorie ed agli allergeni
Evoluzione dell’interazione tra consumatore e prodotto, già iniziata con la app Coop Origini
Expo2015
La commercializzazione del cibo
Supermercato del futuro di Coop
Casse fast (già operative in alcuni punti vendita)
Banchi ad altezza uomo, sviluppo della convivialità
Expo2015La commercializzazione del cibo
Supermercato del futuro del padiglione Germania
Attenzione alle origini dei prodotti, alle storie dei prodotti, all’impatto ambientale
A livello teorico/didattico
Expo2015
La commercializzazione del cibo
Supermercato del padiglione Emirati Arabi
Gioco del fare la spesa con un determinato budget
Prezzi “contestualizzati”
Expo2015
Il cibo del futuro tra distopia (allarmismi) ed utopia
Cucina è dappertutto, moda
Accendi un canale tv e trovi gente “spentolare in diretta” (e non cucinare)
Principi ribaditi del “Buono pulito e giusto”
OSTERIA GALLO NEROMONTECRESTESE
ILARIA BONELLIANTROPOCOSMOS ANTROPOLOGA CULTURALE
ANTROPOLOGIA DELL’ALIMENTAZIONEUN’ETNOGRAFIA, IN ITINERE, SULLE VALLI OSSOLANE: ALIMENTAZIONE IN TRASFORMAZIONE
PREMESSA: REGIMI ALIMENTARI, CULTURA ALIMENTARE E TRADIZIONEParlare di alimentazione significa anche parlare
di regimi alimentari e attraverso questi ultimi possiamo riconoscere una cultura alimentare.
I regimi alimentari si sono modificati nel tempo assumendo forme diverse e dando origine a culture alimentari anche inedite.
La cultura alimentare viene riconosciuta tradizionale quando, chi la pratica, la percepisce come storicamente rintracciabile, come antica, dalla quale hanno preso vita e significato le proprie abitudini.
COSA INTENDIAMO PER TRADIZIONE?
Nel linguaggio popolare “tradizionale” è un aggettivo che definisce un patrimonio culturale che ha radici nel passato, e che viene trasferito, immutato, nel presente (probabilmente a questa attribuzione di significato ha influito l’uso che se ne fa in ambito cristiano: Tradizione è infatti la parola rivelata dai padri della Chiesa, una rivelazione vera, in quanto unica e universale).
L’uso che si fa nel linguaggio specialistico è invece più complesso ed anche molto distante da questa versione popolare:
Per tradizione di un territorio o di una comunità, si intende il patrimonio culturale trasmesso, fatto di connessioni e disconnessioni con il passato, e comprende il contributo dei nuovi abitanti. (E’ l’esito anche di processi di Transculturazione (F.Ortiz), di articolazione, rifunzionalizzazione).
Ha la stessa radice del verbo latino tradire come Tradimento del passato, quindi in se’ ha il senso della rottura con il passato.
L’OSSOLA, UNA PENISOLA VERSO NORD
Le caratteristiche geografiche, morfologiche, climatiche, orografiche e geologiche delle valli ossolane sono state spesso protagoniste nella storia sociale ed economica, determinando alcuni interessanti aspetti culturali, nonché alimentari in queste aree. (Ogni Valle ha sue specificità in termini di territorio ed economia, e quindi aspetti sociali e culturali precipue).
I confni del VCO
Esempio/Caso studio 1: i prodotti americani(analisi a partire dai fatti storici per arrivare agli alimenti)
I prodotti impiantati nell’Ossola in epoche diverse. Dopo che l’Europa scopre il Continente americano, adotta prodotti che riconosce adatti ai terreni, ma soprattutto al proprio fabbisogno.
Il mais, la patata, pomodoro, fagioli sono i principali.Dopo che casualità, carestia e necessità portarono
al superamento della diffidenza che questi nuovi prodotti portavano con sé, inizia un uso anche intensivo nella coltivazione e nell’alimentazione, tali da assurgere ad un alimenti tradizionali, utilizzati quindi secondo precise ricette culinarie.
Caso studio 2: le migrazioni in entrata
Il territorio ossolano, proprio per la conformazione che possiede, ha spinto i suoi abitanti a cercare fortuna spesso subito al di là dei propri confini, creando reti di migrazione più o meno costanti.
Spesso gli ossolani hanno vissuto o vivono come frontalieri, una esistenza a metà tra Italia e Svizzera, attraverso il Sempione o le Cento Valli, le due aree geografiche sono entrate in contatto, scambiando di conseguenza le loro abitudini e i loro prodotti.
Altre volte ci sono state migrazioni più consistenti, perfino definitive, come è stato il caso dei Walser in Italia, come per esempio Val Formazza e a Macugnaga;
Alcune volte, dopo periodi di vita medio lunghi, un migrante italiano in Francia, in Germania o in Svizzera, tornava in Italia, portandosi dietro un bagaglio culturale (alimentare) acquisito in queste altre regioni. (esempio dei pittori in Francia, degli scalpellini, degli spazzacamini)
Esempio/Caso studio 3: miniere, centrali idroelettriche, grandi cantieri
C’è stata una grande immigrazione in entrata, lavoratori da tutta Italia hanno partecipato ai lavori nei grandi cantieri ossolani:
A Pestarena, una frazione di Macugnaga, durante gli anni del Secondo Conflitto Mondiale, sono stati assunti quasi mille tra minatori e affini, tanto da rappresentare una metafora del Regno d’Italia (da una intervista ad Angelo Iachini e Vincenzo Nanni ex minatore e figlio di un minatore). Il traforo del Sempione, le centrali idroelettriche, per non parlare della ferrovia Vigezzina, sono stati cantieri che hanno richiamato molte persone da diverse zone.
Ma qual è stato il sostrato culturale di tutte le persone che sono passate di qui? Cosa hanno lasciato oggi? Quanto è diventato tradizionale, e quanto è passato ma non è rimasto?
Ancora oggi a Macugnaga si ricordano di ricette a base di merluzzo, portate dai minatori provenienti dal Triveneto, e si ricordano quanto i minatori sardi hanno contaminato le tradizioni locali con le loro. (es. l’agnello al forno)
Esempio/Caso studio 4: il commercio e il contrabbando
Vino, riso sono stati prodotti commerciati all’estero, prodotti in loco oppure recuperati da territori vicini, spesso venduti di contrabbando in cambio di denaro o in cambio di altri prodotti tra cui il sale:Una contaminazione importante quella del riso, che è comparso, come in sosta durante un lungo viaggio, sulle tavole di abitanti di diverse valli, come alimento per ricette tradizionali.La storia del vino è una storia particolare, antica ma anche molto recente, un tempo prodotto molto coltivato in Ossola, per un periodo ha subito il degrado del disinteresse, poiché considerato soprattutto come merce di scambio, più che di consumo. Oggi si produce un vino di qualità (marchio DOC “valli ossolane”), grazie alla proposta di alcuni produttori consorziati e la nuova percezione attribuita a questo prodotto e ad altri prodotti, divenuti una possibilità per valorizzare un contesto proiettato spesso verso l’esterofilia e la ricerca di nuove possibilità e di innalzare la qualità di vita.
Conclusioni Questi casi studio sono in fase di approfondimento ed analisi, non hanno la pretesa di essere esaustivi.
Sono tutti accomunabili per alcune caratteristiche:
Non esistono tradizioni immutabili, pure, intatte, a cui riferirsi;
La contaminazione è visibile fin dal Medioevo in Ossola e oggi continuano per regalarci nuove interpretazioni della tradizione;
Le variazioni culturali sono il risultato di variazioni individuali (Remotti F., Noi i primitivi, Universale Bollati Boringhieri, 2009);
La tradizione non perde il contatto con il passato, rimane comunque in parte in continuità, nonostante le innovazioni apportino sempre delle modifiche;
La tradizione fa parte del patrimonio culturale immateriale, ovvero un bene vivente, è un bene agito.
SAMUEL PIANALANDEXPLORER AGENZIA DI WEB MARKETING TERRITORIALE
Eventi e Mega eventiDare una spiegazione scientifica di evento non è così semplice poiché se guardiamo all’essenziale definizione da vocabolario perderemmo tutta una serie di elementi caratterizzanti, in particolare:
Gli eventi celebrano
Gli eventi comunicano
Gli eventi mettono in relazione cose e persone
Gli eventi Promettono
l’importanza dei media come discriminante tra evento e mega evento
La materia solo negli ultimi anni (2010 -2014) ha saputo concretizzare i primi studi ed analisi sulla disciplina degli “eventi”. in Italia uno dei massimi esperti è Sergio Cherubini
La parola agli studiosiGetz (uno dei precursori in materia): l’evento come celebrazione pubblica tematizzata dalla durata limitata nel tempo
Douglas (2001): i festival delle comunità e gli eventi da essi originati possono essere visti come un bisogno intrinseco della stessa comunità per celebrare momenti o caratteristiche del proprio modo di intendere la vita o la storia
Cherubini (2009): l’evento come sistema, un mix di prodotti e servizi che devono essere ben miscelati e coordinati per raggiungere gli obiettivi prefissati
Eventi come sistemaOBIETTIVI EVENTO
CO-MARKETING
Per raggiungere gli obiettivi diventa fondamentale saper instaurare e intrattenere relazioni con gli elementi e le risorse che sono necessarie allo svolgimento operativo dell’evento - azioni di marketing collaborativo!
Eventi e marketing territoriale
l’evento come sistema prevede la necessità di saper attrarre investimenti (in particolare gli IDE) e i media
durante l’evento lo sforzo di marketing si concentrerà in particolare modo sui servizi alla persona (ristorazione ed alloggi - marketing turistico)
Nel post-evento, il marketing dovrà essere in grado di mantenere e, se possibile, aumentare l’immagine del territorio divenuto destinazione turistica
Legacy cos’è e perché è importante?Legacy: con questo termine andiamo a definire i legami che si creano tra stakeholders (i portatori di interesse siano essi pubblici o privati)
Più forte è la legacy, maggiore sarà l’impatto e le ricadute economiche dirette ed indirette
Ci vuole, però molto tempo, nell’organizzazione di legacy efficienti ed efficaci
Eventi VS Mega eventiCopertura media nazionale o regionale/locale
minore complessità nell’organizzazione
ricadute economiche circoscritte
legacy minori
investimenti minori
rapporto con la comunità più stretto
Copertura media internazionale e mondiale
grandi investimenti
legacy maggiori e di lungo periodo
ricadute economiche di lungo periodo e di livello nazionale
maggiore complessità nell’organizzazione
più difficile il rapporto con la comunità
Eventi Mega eventi
Eventi e media: una immagine in continuo mutamento
Grande evento
Enorme copertura mediatica su scala nazionale e internazionale
Occasione per dare grande visibilità alla destinazione
Contributo alla costruzione di una nuova immagine della destinazione o al
miglioramento di quella esistente o all’aumento di notorietà
Medio e piccolo evento
Copertura mediatica nazionale o più ristretta
Occasione di promozione e valorizzazione territoriale, spesso di alcuni elementi distintivi e specifici della destinazione
Contributo alla promozione di nuove forme di fruizione della destinazione, sostegno
all’immagine e alla riconoscibilità
Linea temporale
Outcome?
Pre-evento Post-eventoEvento Tempo
Nella fase di pre-evento crescono gli investimenti in infrastrutture Durante l’evento
turismo-ricettività
Nel post-evento la curvacontinua a crescere?oppure va verso il declino? dipende da…
Evento
Prospettiva stakeholders primari (partner, sponsor,
fornitori)
Prospettiva Stakeholders secondari (istituzioni, comunità locale, mass
media, attori economici, ecc.)
DIVERSE TIPOLOGIE DI
IMPATTO
-Economico -Socio-culturale
-Ambientale -Marketing
-Politico
Prospettiva partecipanti /
visitatori
Eventi: la giusta prospettiva
Grandi eventi e territorio: ricadute economiche
• Ogni € investito per ristrutturazioni e costruzione di nuove opere (investimenti “hard”) mobilita circa 1,4 €
di risorse nel sistema economico, in grado di contribuire all’aumento del PIL di alcuni punti
L’effetto moltiplicatore
• Le risorse attivate dall’investimento hard si diffondono in un territorio molto ampio: extraregionale e addirittura nazionale.
• Solo l’effetto derivante dalla spesa dei visitatori rimane più localizzato.
L’effetto di “dispersione”
• L’evento è l’occasione per attrarre investimenti, per realizzare/completare infrastrutture e servizi a favore della collettività (es. rete metropolitana o
ferroviaria, collegamenti stradali, ecc.).
Nuovi servizi a favore della collettività
Piccoli/medi eventi e territorio: ricadute economiche
• La quasi totalità della spesa investita è destinata a interventi “soft”: sviluppo e organizzazione evento, promozione e comunicazione, ecc -> maggiore contributo al settore dei servizi su scala locale e
regionale.
Prevalenza di investimenti
soft
• Le ricadute dell’evento si distribuiscono tra la destinazione e il territorio limitrofo: la spesa dei
visitatori in loco e destinata ai servizi rimane per il 91% nella destinazione, dove genera circa 0,4
€ di valore aggiunto.
Effetto di “dispersione” più localizzato e più
“percepibile”
• L’evento, soprattutto nei casi in cui è fondato su caratteristiche specifiche e distintive del territorio, è un’occasione per coinvolgere i diversi sistemi produttivi
locali (abbigliamento, artigianato, enogastronomia, ecc.).
Coinvolgimento attori e sistemi produttivi locali
Investimento e effetto moltiplicatore
Mega eventi (Olimpiadi, Mondiali di
calcio, Expo, Giubileo, ecc.)
• Investimento per organizzazione (hard + soft) che supera il miliardo di
euro.
• Grande effetto di dispersione: ricadute economiche diffuse non
solo sulla destinazione ma sull’intera nazione.
Grandi eventi (Capitali della Cultura, ecc.)
• Investimento per organizzazione (hard + soft) nell’ordine del milione di
euro. • Discreto effetto di dispersione:
ricadute economiche diffuse sulla destinazione e su tutto il territorio
regionale .
Entità dell’investimento per organizzazione e dell’effetto
moltiplicatore
Fatturato (spesa diretta
dei turisti) nella destinazione
Valore aggiunto nella destinazione
Alberghi e pubblici esercizi 70% 76%
Prodotti tipici, abbigliamento,
artigianato, altro17% 7%
Trasporti e intermediazione 5% 8%
Attività ricreative, culturali 3% 3%
Altro attività commerciali 1% 1%
Altro 4% 5%
Totale 100%
%100%
Eventi e territorio: come spendono i visitatori di un evento?Benefici non solo per l’industria prettamente turistica ma anche per imprese di altri settori economici localizzate nella destinazione, nel territorio limitrofo e eventualmente - nel caso di grandi eventi - in un’area accorra più ampia
Tanto più l’evento è ancorato a elementi caratteristici del territorio (es. enogastronomia, artigianato, espressioni artistiche locali, ecc.) tanto più valorizzato sarà il tessuto produttivo locale e tanto più circoscritte saranno le ricadute
Eventi e ricettività: dinamica dei flussi turistici•Grandi e medi eventi influenzano generalmente la
dinamica dei flussi turistici nella destinazione.
•Alcune eccezioni (ad es. Giochi Olimpici): flessione dei flussi nell’anno dell’evento, dato che i turisti “tradizionali” evitano la destinazione che è percepita come troppo affollata, caotica e più cara a causa dell’evento stesso (“effetto spiazzamento”).
•L’evento contribuisce anche a: un incremento del tasso di occupazione (più o meno elevato a seconda di quanti nuovi posti letto sono stati creati) e, negli anni successivi, un aumento della quota di arrivi/presenze nella destinazione ospitante sul totale regionale e del tasso di internazionalizzazione (quota turisti stranieri).
•Soprattutto negli anni post-evento anche altre variabili influenzano la dinamica dei flussi. L’evento può contribuire positivamente, attraverso l’effetto di immagine e di notorietà creato attorno alla destinazione.
Anni pre-evento
Anno evento
Anno post-evento
Anni post-evento
La dinamica di arrivi e presenze nella destinazione ospitante l’evento
Aumento di arrivi e presenze nell’anno dell’evento
a un tasso superiore a quello pre-evento,
calo fisiologico l’anno successivo, ripresa negli anni successivi a ritmi simili o superiori a quelli pre-evento.
Schema evento incisivo
EVENTO
I cittadini sono i primi
ambasciatori della destinazione
Gestione dell’eredità
dell’evento e delle grandi
opere nel post
Dare “contenuto ai contenitori”
Sinergia pubblico- privato -> sponsor e partner privati
Avviare un piano di promozione e una campagna di comunicazione
alcuni anni prima dell’evento
Offerta turistica integrata e sistema economico locale
strutturato
Evento-leva in una strategia di
sviluppo turistico che copra il pre e il
post
Alcuni esempi
Girolago: piccolo evento, grandi risultati
Riscoperta dei sentieri attorno allago d'Orta
Star up economica offerta dal settore pubblico
Dopo 10 anni, si hanno ricadute concrete sul territorio
Sviluppo di "raggi" più interni ai paesi
Olimpiadi invernali di Torino 2006
82% dei visitatori ai giochi sono intenzionati a tornare a Torino
Torino ha saputo “re-inventare” la sua immagine da città industriale a turistica
Torino ha saputo attrarre nuovi eventi per continuare la sua ascesa nell’immagine del visitatore
ci sono, però, problemi nel post-evento su strutture (difficilmente remunerabili) e problemi nelle zone limitrofe alle aree toccate da finanziamenti per i giochi olimpici…il caso eclatante di Pragelato!
Torino e le Olimpiadi Invernali, 2006 Arrivi regione Piemonte e area Torino e provincia
Var. 04/05 +31%
Var. 05/06 -8,8% Var. medio annuo 08/13
+6,7%
Var. 06/07 -5,8%
• Crescita sostenuta nel 2005 : motivazioni business e di preparazione atletica.
•+14% posti letto a Torino e provincia nel 2006. •+6 punti percentuali il tasso di occupazione a Torino e provincia nel 2006.
Var. 03/04 +4%
E L'EXPO? Sta mantenendo le promesse?
EXPO: volano per l’economia italiana
Valorizzazione degli investimenti immobiliari
maggiore ricettività
riqualificazione post-evento
stima nuovi posti di lavoro
EXPO volano per l'economia italianaL’impatto economico complessivo per l’economia italiana può essere espresso in produzione aggiuntiva, valore aggiunto (incrementale) e occupazione aggiuntiva. La produzione aggiuntiva che l’evento Expo potrà generare tra il 2012 e il 2020 è stimata pari a €23,6 Miliardi. Tale valore corrisponde allo 0,8% della produzione totale nazionale (stimata pari, nel 2012, a circa €3.100 Miliardi).3 Di questi €23,6 Miliardi, €3,2 Miliardi saranno dovuti all’impatto diretto, €14,2 Miliardi all’impatto indiretto e indotto (che comprende tutti gli effetti dei flussi turistici determinati da Expo) ed €6,2 Miliardi saranno determinati dalla legacy dell’evento.
EXPO volano per l'economia italiana
L’occupazione dovrebbe crescere prima nel settore delle costruzioni, poi nei settori di assistenza al turista/visitatore e poi nelle imprese che nasceranno nella fase di post-evento
Oltre al dato dell’occupazione dipendente è interessante la nascita di nuove aziende “start-up” stimate tra le 5 e le 10 ogni anno (2016-2020)
ad ogni lavoro ad alto contenuto tecnologico se ne creeranno altri 5 (confermando la statistica di Google presentata il 16/05)!
220
200Occupazione - unità di lavoro (migliaia)
88,8 191
180
160
140
120
67,4
100
80
60
40
34,8
20
0
2012-14 Evento 2015 2016-2020 TOTALE
EXPO volano per l'economia italiana
Flussi turistici diretti:
Hotel: 96,2% in Italia in base alla disponibilità dei posti letto, la quota estera (3,8%) riguarda il Canton Ticino;
Ristoranti: 99% in Italia, sono state sottratte solo le spese relative alle cene fuori albergo dei visitatori che pernotteranno in Canton Ticino;
Cultura e spettacoli: 100% in Italia, in quanto si tratta degli acquisti di servizi culturali e ricreativi che saranno effettuati nel sito espositivo durante la visita a Expo;
Altre spese: 99,5% in Italia, anche queste riguardano, nella quasi totalità dei casi, acquisti che saranno effettuati a Expo (souvenir, abbigliamento, cuoio e calzature, guide e opuscoli, ecc.).
Conclusioni
A livello economico EXPO sembra rispondereai requisiti del "Mega Evento". Rischia, però di essere poco o nulla
incisivo rispetto al tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita"