Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

8

description

Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze ?

Transcript of Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

Page 1: Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?
Page 2: Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

Chi è il dottor Jekill di Firenze?di Giorgio Antonucci e Savik Shuster1

Dal 1968 una lunga serie di delitti a sfondo sessuale insanguina Firenze. Le vittime non sono dodici, come si credeva, ma diciassette e forse diciannove. Da anni la polizia è alla caccia del "mostro". Ma pochi si sono posta la domanda: cos'è un "mostro"? Dove nascono i "mostri" in una città come Firenze?

"Il mostro di Firenze ha sicuramente già ucciso almeno diciassette persone, se non diciannove; comunque non certo dodici, come sostiene la magistratura": questa affermazione, perentoria quanto preoccupante, la fa uno che di questo tipo di vicende sa tutto. Vuole rigorosamente conservare l'anonimato: lo chiameremo il "giurista"; da tre anni, con altri colleghi, si occupa di questi avvenimenti.

Il suo aiuto ci ha permesso una ricostruzione che va al di là delle pubbliche certezze. Intanto vediamo per date l'escalation dei delitti:

21 agosto 1968. Lastra a Signa, un centro industriale alla periferia di Firenze, Barbara Locci, 31 anni, immigrata sarda, dopo aver preso dei soldi del marito, Stefano Mele (li aveva ricevuti come risarcimento danni per un incidente), usciva in macchina con il suo ultimo amante, Antonio Lo Bianco, 29 anni, muratore siciliano. Portava con sé il figlio Natalino, di 6 anni. I tre, dopo essere stati al cinema, si recavano in automobile nei pressi del cimitero locale. Qui, addormentatosi il bambino, gli amanti potevano fare all'amore. Tra mezzanotte e mezzanotte e mezzo qualcuno si avvicina al finestrino accanto al posto di guida e spara: prima all'uno e poi all'altra. Otto bossoli di proiettili (marca Winchester, serie H) partiti da una pistola Beretta calibro 22, long rifle, vengono trovati accanto ai cadaveri.

L'allarme lo dà Natalino. Svegliatosi, vede madre e amico morti. Fugge; qualcuno lo soccorre e chiama la polizia. Nessun dubbio, all'epoca, sul movente: delitto passionale. Colpevole naturalmente, il marito tradito. Stefano Mele finisce dentro: ammette di aver sparato, ma afferma di aver avuto un complice. Prima lo indica in Salvatore Vinci (secondo di tre fratelli sardi, che si erano tutti accompagnati con la vittima); poi cambia opinione, ed accusa il più giovane dei tre Vinci: Francesco. Francesco, sembra, era stato davvero innamorato di Barbara, e comunque ne era divenuto l'amante ufficiale. È stato lui, dice il marito tradito, a sparare sulla coppia in macchina. Due giorni dopo, il 26 agosto 1968, Stefano Mele cambia opinione di nuovo e accusa Carmelo Cutrona, un altro ex amante della moglie. Il 3 febbraio 1969 Stefano Mele, torna ancora indietro, affermando che il suo complice era stato davvero Francesco Vinci. E questa è restata la sua versione definitiva, non più contraddetta. Ma ormai nessuno più gli dà credito, e i giudici lo condannano a 14 anni di prigione.

Natale Mele, Natalino, è sparito. L'ultimo indirizzo che si conosce è quello di un istituto religioso, in Via del Ghirlandaio n. 40 a Firenze. Solo nel luglio '82 il maresciallo Francesco Fiori, già presente a Lastra a Signa, giunge alla conclusione che quello dell'agosto '68 è stato il primo di una serie di delitti analoghi. Nel frattempo ce ne sono stati molti altri.

1Articolo pubblicato su Frigidaire n. 41, aprile 1984, pp. 73-79.

Page 3: Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

22 maggio 1972 - Firenze, via Bolognese. Viene trovata morta sulle macerie di uno scarico Miriam Ana Escobar, 19 anni, nata a El Salvador, in Italia da tre mesi. La giovane donna, strangolata con un foulard, viene trovata senza scarpe. Nessun segno di violenza sessuale. Non sembra un delitto a scopo di rapina nonostante la mancanza della borsetta. Lavorava a Firenze come baby sitter; abitava nel quartiere di San Jacopino.

14 settembre 1974 - Borgo San Lorenzo, un centro industriale del territorio fiorentino. È sabato notte, non c'è luna. Ad una certa distanza dall'abitato, al riparo di una corta fila di cipressi, vicino ad un filare di viti, vengono uccisi in una 127 Fiat, Pasquale Gentilcore 19 anni, un immigrato residente a Pontassieve, e Stefania Pettini di Borgo San Lorenzo, L'omicidio avviene tra le 23 e 30 e le 24.00. I due sono colpiti con una pistola Beretta long rifle calibro 22, probabilmente mentre facevano all'amore, con il mangianastri acceso. La prima pallottola, ancora una Winchester H, frantuma il vetro accanto al guidatore ed attraversa il cuore dell'uomo. Seguono sette colpi che raggiungono la donna mentre cerca di aprire lo sportello per fuggire. Poi altri tre colpi raggiungono l'uomo. Il corpo della ragazza viene trovato in posizione supina sull'erba. Sul suo corpo 97 ferite da taglio del diametro di mezzo centimetro circa. Sono a forma di cerchio e contornano, metodicamente, il pube, i seni e il ventre, senza mai toccarli. Viene trovato un tralcio di vite introdotto nella vagina della donna. La borsetta è scomparsa. Il corpo del ragazzo porta dieci segni di ferite da taglio.

6 giugno 1981 – Scandicci, comune conurbato con Firenze, su una collina. È sabato notte, non c'è luna. In mezzo ai campi di ulivi e a filari di viti, in una Fiat Ritmo, vengono uccisi Giovanni Foggi, 30 anni di Pontassieve e Carmela De Nuccio, 21 anni, figlia di immigrati a Scandicci. L'omicidio è stato commesso tra le 23.30 e le 24.00 con la stessa Beretta calibro 22 e i soliti undici proiettili Winchester H, probabilmente mentre facevano all'amore, con il mangianastri acceso. Sui corpi degli uccisi si trovano anche ferite da taglio. L'uomo ne ha tre sul collo. il pube di Carmela è stato inciso con tre tagli netti e portato via. La sua borsetta viene trovata rovesciata per terra; ma, a quanto pare, non è stato preso nessun oggetto, né soldi.

Subito dopo l'assassinio di Scandicci, fra i tanti sospettati, viene fuori un personaggio che potrebbe corrispondere all'immagine che l'opinione pubblica si è creata del mostro. È un chirurgo ginecologo, celibe, che vive solo con la vecchia madre nelle vicinanze di Scandicci. Dottor B come lo chiama Mario Spezi, autore del libro "Il mostro di Firenze". Il chirurgo ha precedenti di disturbi nervosi ed è proprietario di una Beretta calibro 22. Però la pistola non è quella del mostro.

Il 13 giugno 1981 viene arrestato Enzo Spalletti, 40 anni, autista della Misericordia a Montelupo Fiorentino. La sua Ford rossa è stata vista nelle vicinanze del luogo del delitto di Scandicci. La moglie di Spalletti ha dichiarato che il marito le aveva parlato del delitto fra le 9 e le 9.30 della mattina di domenica prima che la notizia dell'omicidio fosse diffusa.

22 ottobre 1981 - Calenzano (giovedì, giorno prima di uno sciopero generale) comune industriale al centro della conurbazione Firenze-Prato. In mezzo ad un campo, dal quale si sente il rumore delle auto sull'autostrada che porta a Bologna, in una Golf nera, vengono uccisi Stefano Baldi di 26 anni, di Calenzano, e Susanna Cambi, 24 anni, di Firenze, quartiere di S. Jacopino. La dinamica del delitto è simile a quella di Scandicci. Anche a Susanna viene asportato il pube. Il suo corpo è cosparso di incisioni ad eccezione del seno. Questa volta — ed è la prima volta — anche il corpo dell'uomo viene trovato fuori dalla macchina. Dopo questo delitto, la Magistratura decide di liberare Enzo Spalletti.

12 febbraio 1982 - Firenze, via del Moro 27. Viene uccisa Giuliana Monciatti, 41 anni, prostituta. La donna viene trovata nell'appartamento dove riceveva i clienti colpita da 14 coltellate e con le mani tagliate nel tentativo di difendersi. Viene derubata del borsellino.

Page 4: Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

19 giugno 1982 - Baccaiano, borgata della campagna fiorentina in prossimità di Montespertoli. È sabato notte, non c'è luna. Una 147 Seat (versione spagnola della 127 Fiat) viene trovata con le ruote posteriori nel fossato laterale di via Virginio Nuova, una traversa in prossimità della Volterrana. Un gruppo di giovani accorsi, pensando ad un incidente stradale, raccontano di aver visto Paolo Mainardi, 22 anni, di Montespertoli, seduto al posto di guida, colpito alla testa, col viso insanguinato: respirava ancora. Antonella Migliorini, la sua fidanzata diciannovenne, giace morta, riversa sul sedile posteriore. I barellieri, arrivati dopo, dichiarano invece di aver trovati tutti e due i giovani sul sedile posteriore. Questa contraddizione non è stata risolta; così come non è chiaro il perché delle chiavi trovate per terra fuori della macchina. Tra le 23.30 e le 24.00 i due giovani si trovavano dall'altra parte della strada, in un sentiero riparato da alberi. L'assassino si avvicina alle spalle e per la prima volta fallisce il colpo: ferisce l'uomo alla spalla sinistra e con un secondo colpo uccide la ragazza. Il ferito riesce a mettere in moto la macchina, e, a marcia indietro, ritorna sulla strada: ma perde il controllo della vettura e si incastra nel fossato. Mentre lui tenta di aprire lo sportello bloccato per poter fuggire, l'assassino lo raggiunge: spara sui fari poi lo fulmina con un colpo in mezzo alla fronte. Subito dopo gli spara un altro colpo dietro l'orecchio. Stavolta non c'è il tempo per i soliti macabri rituali.

3 luglio 1982, Valenzatico, in provincia di Pistoia. Si toglie la vita Giuseppe Filippi, gestore del locale il "Cavallino Rosso", perché sospettato dei delitti sulla scorta di un identikit divulgato dalla stampa.

22 agosto 1982, Scicli, in provincia di Ragusa. In un villaggio turistico viene trovata morta la fiorentina Elisabetta Ciabani di 22 anni. È del quartiere di S. Jacopino. Il suo corpo porta tre coltellate, una al petto e due all'addome. L'indagine viene conclusa con la tesi del suicidio.

Nel novembre del 1982 l'opinione pubblica per la prima volta viene a sapere che in seguito alla intuizione, sia pure tardiva, del maresciallo Francesco Fiori, il delitto di Lastra a Signa del 1968 viene ricollegato con le successive uccisioni di coppie e viene incriminato ufficialmente Francesco Vinci per il delitto del 1968. È lui, sospetta la magistratura, il mostro di Firenze.

9 settembre 1983, Scandicci, (venerdì notte). Su una collina in un piccolo prato sulla destra di Via Giogoli, una cinquantina di metri dopo il bivio con la Volterrana, in un camper improvvisato da un furgone Wolkswagen targato Dortmund, vengono uccisi Horst Friedrich Meyer, 24 anni, e Uwe Rüsch Sens, 24 anni, ambedue di Münster. Il delitto è stato commesso fra le 23.00 e le 24.00 mentre i due giovani dormivano con la radio accesa. È stata usata la solita Beretta calibro 22 già adoperata per gli altri duplici omidici. Uno dei primi tre colpi sparati ha raggiunto il cuore di Horst Friedrich Meyer che stava dormendo dalla parte del finestrino di guida. Uwe Rüsch Sens ha tentato di nascondersi nel fondo del furgone ma uno degli altri quattro colpi sparati lo ha raggiunto al cervello attraversando lo zigomo.

Gian Pietro Salvadori, una guardia giurata, ha raccontato di aver incontrato i ragazzi che avevano parcheggiato il furgone in una zona vietata per il pernottamento, in una delle notti antecedenti al delitto. In un primo momento, mentre gli diceva di cambiare posto, la guardia giurata aveva scambiato Rüsch Sens per una donna.

I sospetti su Francesco Vinci, dopo questo delitto, perdono di consistenza.

Dicembre del 1983, Firenze, via Gian Paolo Orsi, 64: una zona residenziale. Viene trovata strangolata con il filo del telefono e colpita da 15 coltellate la prostituta Clelia Cuscito di 37 anni, immigrata da Bari. Prima di fare la prostituta aveva lavorato come infermiera in una casa di cura fiorentina.

21 gennaio 1984, Lucca a 60 Km da Firenze sull'autostrada Firenze mare. È sabato, la notte è buia e piovosa. In località S. Alessio sulla riva destra del Serchio vengono trovati uccisi, nei pressi del muro di cinta di una fabbrica, Graziella Benedetti, 31 anni, operaia di un calzaturificio, e Paolo

Page 5: Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

Riggio, 34 anni, invalido civile, palermitano immigrato a Lucca da 17 anni. Il delitto è stato commesso intorno alla mezzanotte con una pistola calibro 22. L'uomo è stato ucciso con un colpo che gli ha attraversato il collo e la testa e la donna con due colpi che hanno raggiunto lo zigomo sinistro e la fronte sul sopracciglio destro. Il vetro del finestrino accanto al guidatore della Fiat 132 è stato trovato frantumato, la borsetta della donna rovesciata; a differenza delle altre volte il portafoglio dell'uomo scomparso. La pistola e i proiettili non sono gli stessi dei delitti di Firenze.

26 gennaio 1984 - Firenze viene a sapere, attraverso gli organi di stampa, che i mostri sono due e sono stati arrestati. Il giudice istruttore Mario Rotella ha convocato una conferenza stampa per comunicare i fatti e ha dichiarato che i fiorentini "possono tirare un sospiro di sollievo". I due, Giovanni Mele, da pochi mesi pensionato, fratello di Stefano, e Piero Mucciarini, di professione panettiere e cognato di Giovanni. Sono accusati di omicidio premeditato per il delitto di Lastra a Signa del 1968, e hanno ricevuto 5 comunicazioni giudiziarie per tutti i duplici omicidi commessi con la ormai nota Beretta calibro 22, long rifle.

Due giorni dopo, il 29 Gennaio 1984, il procuratore della Repubblica Enzo Fileno Carabba dichiara che tranquilli a Firenze non si può ancora stare e che il caso del mostro non è affatto chiarito.

2 marzo 1984, Firenze, via Bolognese, in un campo ai margini della strada, bocconi sull'erba tra gli ulivi viene trovato il cadavere di Gabriella Caltabellotta, di 18 anni, studentessa presso un Istituto per estetiste e abitante del quartiere di San Jacopino. La ragazza è stata strangolata e colpita ripetutamente alla schiena con un pugnale. Gabriella manca della pelliccia, della borsetta e delle scarpe.

"Se si prendono in considerazione tutti questi delitti, si può pensare a un assassino metodico che studia e sceglie le sue vittime, quindi — prosegue — secondo me, è il criminale più pericoloso in Europa negli ultimi anni. È tanto abile che a volte ho pensato che potrebbe trattarsi anche di un gruppo di persone".

Contrariamente all'ipotesi di lavoro del nostro "giurista" fiorentino e dei suoi colleghi, gli inquirenti incaricati del caso si muovono in un campo di indagine molto più ristretto: definito dalla stessa arma, cioè la Beretta calibro 22 long rifle e i relativi proiettili Winchester H che sono il filo conduttore delle coppie trucidate: da Lastra a Signa fino ai due giovani uccisi nei pressi di Scandicci. "Sei dei delitti sono stati commessi con la stessa arma e, quindi, quello di Lucca non mi interessa", ci ha dichiarato il giudice istruttore Mario Rotella. "È chiaro che c'è chi imita il modello del mostro, ma tutti quelli che ci speculano sopra, secondo la mia opinione, sono 'criminologi da caffè'".

Il professor Werner Maihofer, specialista di diritto penale e di filosofia del diritto, ex ministro della Germania Federale, presidente dell'Istituto Universitario Europeo, parlando con noi della questione, dice: "Non c'è nessuna grande città dove fenomeni del genere non siano esistiti. Londra, per esempio. La storia criminale insegna che dappertutto nelle grandi agglomerazioni, l'anonimità, l'isolamento, la frustrazione e l'aggressività provocano tali atti senza la possibilità di scoprirli. L'esplosione dell'individualismo e la distruzione delle strutture rurali sono il denominatore comune delle grandi città".

Invece secondo Piero Magi, direttore responsabile del maggiore quotidiano fiorentino, "La Nazione": "L'opinione pubblica fiorentina si immagina il mostro come un professionista, un borghese a cui cresce il dente a mezzanotte, e che commette il delitto. Per me, diversamente, è una storia freudiana, un rito tribale primitivo di tipo liberatorio, quasi una punizione. Direi è una cosa cupa, chiusa, non un delitto urbano".

Molti dei fiorentini, specie quelli che vivono nel vecchio centro storico, legati al modo di pensare tradizionale, non si sono accorti della trasformazione rapida della città avvenuta negli ultimi anni e sono stati colti impreparati dai nuovi fenomeni, che vengono interpretati nel modo non adeguato,

Page 6: Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

con una mentalità ancora provinciale. Dice infatti Gino Menicucci, 46 anni, fiorentino, noto arbitro internazionale di calcio: "Il fiorentino è ancora Guelfo e Ghibellino, un carattere istintivo e litigioso che parla apertamente senza peli sulla lingua. Io sono abituato a vivere nel centro storico e non conosco altra realtà. Qui nel centro la gente si dimentica del mostro. Solo le coppiette giovani se ne ricordano, perché hanno paura".

Quanto ci sia, in realtà, al di là della cerchia di quel centro storico in cui vorrebbero barricarsi i fiorentini tradizionalisti, ce lo dice il Professor Piero Innocenti, 47 anni, titolare di Geografia Economica della facoltà di Economia e Commercio dell'università di Firenze, insignito del premio polacco per la scienza e per la tecnica "Miasta Krakowa" per una sua monografia sulla città di Cracovia: "Ci troviamo al centro di una vera e propria conurbazione o fusione di più città che riguarda sia il bacino Firenze-Prato-Pistoia che la città-nastro cresciuta verso Scandicci-Le Signe-Empoli con tendenza di sviluppo in direzione di Pisa dove c'è l'aeroporto regionale e di Livorno con il suo porto marittimo. L'area metropolitana fiorentina può essere un importante tramite industriale tra il nord supersviluppato e il sud ancora in condizioni di sottosviluppo".

Secondo Zito Zani, 53 anni, presidente dell'Associazione Industriali di Firenze, la megaindustria, essendo poco flessibile, ha risentito più delle altre della sfavorevole congiuntura economica, mentre le piccole-medie industrie altamente tecnologiche sono particolarmente diversificate e mobili e perciò più adatte alla situazione attuale, caratterizzata da continui cambiamenti di mercato. "La provincia di Firenze, che è la terza provincia industriale in Italia dopo Milano e Torino per numero di addetti e di aziende, ha avuto un bilancio export-import nel 1983 di 2.135 miliardi di lire in attivo", ci ha detto Zito Zani. "Il problema — ha però aggiunto — è che molti fiorentini non sanno di questa realtà produttiva e Firenze non è né attrezzata né culturalmente preparata a questa situazione".

Questa rapida escalation industriale ha portato a Firenze e nei Comuni della cintura un alto numero di immigrati dalle varie regioni del meridione. Il comune di Scandicci ha triplicato il numero degli abitanti negli ultimi vent'anni pasando da 20.000 a 60.000 circa. Abbiamo parlato con Mila Pieralli, sindaco comunista del comune di Scandicci che ci ha detto che questa città dopo essere divenuta il dormitorio di parte degli immigrati di Firenze sta cercando una sua qualità della vita e una sua identità culturale. "Non vogliamo essere conosciuti solo per le imprese del mostro e per il carcere di Solliciano ma anche per i progetti culturali, come ad esempio del CNR per insediare l'area di ricerca scientifica fiorentina a Scandicci. Culturalmente non cerchiamo di rincorrere Firenze che è il motore, ma tentiamo di crescere per alleggerirne il lavoro".

"Sono 15 anni che ho lasciato Palermo", ci dice un immigrato che abbiamo incontrato nel centro storico di Firenze. "Faccio il muratore come la maggior parte dei miei compaesani a Firenze: vivo, cioè, di un lavoro mal pagato e non assicurato che c'è e non c'è a seconda della stagione. Per dormire spendo 217.000 lire al mese per un posto letto. La mia condizione è quasi sempre di solitudine e di isolamento. Non vedo l'ora di ritornare indietro nella mia città". A proposito delle conseguenze del disagio degli immigrati ci hanno parlato gli avvocati Sergio Schoepflin, 40 anni, e Rolando Romalli, 52 anni, difensori di Giovanni Mele: "La fascia intorno a Firenze non è abitata da fiorentini, ma da immigrati, quindi esiste il problema del disadattamento. Fino a qualche anno fa Firenze era una città provinciale, una vecchia signora tranquilla. Ora le cose sono molto cambiate. Al tribunale dei minorenni, ad esempio, la gran parte dei processi è a carico dei figli di immigrati".

Però non ci sono solo gli immigrati poveri, ma anche quelli di lusso. Tutunci Hamedani Mohsen, un iraniano di 29 anni, che ci ha dichiarato di avere scelto Firenze per la sua bellezza come centro internazionale di tappeti d'Oriente, è un uomo ricchissimo, introdotto in tutti gli ambienti più qualificati della pubblicità e della moda. Ha tappezzato tutta Firenze con immagini di se stesso con un sigaro in bocca. La sua rete internazionale che fa centro a Firenze ha 27-28 negozi nelle principali città del mondo. "Negli ultimi tempi Firenze è diventata lo shopping-center d'Europa, come Singapore nell'Asia", ci ha detto Ennio Gamannossi, 42 anni, alto funzionario dell'Istituto Mobiliare italiano, "quindi — ha concluso — si riversano molti capitali e vi si aprono nuove banche, 8-9 sedi negli ultimi due anni tra cui la City Bank di New York e ne verranno molte altre".

Page 7: Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

È bizzarro che con tutta questa internazionalità una città come Firenze sia priva di un aeroporto che funzioni. "Bisognerebbe mettere gli elicotteri a Peretola, il piccolo aeroporto di Firenze che non ha mai funzionato" dice Ferdinando Albini, 40 anni, consigliere delegato della più grande casa di spedizioni internazionali di Prato. "Però, purtroppo, — aggiunge — gli amministratori politici non hanno la fantasia di noi industriali. Sarebbe bene anche che si progettassero case abitabili a misura d'uomo, e non casermoni per il popolo".

Anche a Prato, il più importante centro tessile italiano, abbiamo parlato con il presidente degli industriali, Antonio Lucchesi, 55 anni. "Firenze — ha dichiarato — è, secondo me, prevalentemente tradizione e cultura, Prato è più che altro iniziativa e produttività, Firenze non si è posta il problema della propria identità, noi pratesi sì. Vogliamo collaborare, ma non mescolarci. A Firenze discutono molto ma non concludono mai: invece a Prato ci piace decidere ed andare avanti", così Lucchesi che, peraltro, abita sulle colline fiorentine.

"La classe politica fiorentina non è al passo con lo sviluppo reale della città — ci ha detto Franco Camarlinghi, 40 anni, ex-assessore comunista alla cultura e all'urbanistica — perché non abbiamo ancora superato lo scontro tra tradizione e modernità. A volte Firenze viene chiamata la capitale del turismo, ma visto che qui ci sono duecento aziende elettroniche di alta qualità, forse sarebbe meglio chiamarla la capitale dell'elettronica. I turisti, poi, vengono pilotati da Botticelli negli Uffizi, e Michelangiolo nelle Cappelle Medicee fino al David nell'Accademia delle Belle Arti, quello che io chiamo 'il triangolo della morte'. Poi vengono portati in Borgo San Lorenzo a mangiare un piatto tipico toscano alla 'fast food' di Detroit. Infine, quando hanno comprato qualche oggetto di pelle falsa del così detto artigianato fiorentino, possono pure ritornarsene".

Il marchese Emilio Pucci, il noto stilista fiorentino che da 39 anni attivamente partecipa alla vita della città, sostiene dal canto suo: "Firenze ha una struttura di 10-20.000 attività artigianali, cosa che non si verifica in nessuna altra città del mondo, con prodotti altamente competitivi sul mercato internazionale. Questa industrializzazione dell'artigianato ha frantumato i vecchi valori della società agricola, la famiglia e la religione, creando un disagio psicologico che determina un aumento della criminalità".

A proposito della criminalità il Procuratore della Repubblica Enzo Fileno Carabba ci ha dichiarato: "Firenze è un punto d'incontro, può essere considerato un crocevia sia per quel che riguarda la droga che per quello che riguarda il terrorismo. C'è stata infatti nel Gennaio 1983 la più grande operazione di sequestro di eroina nel mondo: 80 kg destinati a New York, sono stati trovati in una sola volta in un calzaturificio alla periferia di Firenze".

"Firenze è stata una delle grandi capitali del terrorismo di sinistra — è Gabriele Chelazzi, 40 anni, sostituto procuratore della Repubblica a Firenze che parla — è una città studentesca di grande mobilità giovanile che ha vissuto drammaticamente le tensioni politiche nel periodo 1973-1977 e quindi la lotta armata vi ha trovato ricetto. Infatti il 90% dei 120 imputati del processo a Prima Linea svoltosi a Firenze non erano fiorentini".

Dice Antonino Filastò, 39 anni, avvocato che ha difeso molti sospetti di appartenenza a Prima Linea: "Firenze è stato il luogo dove la lotta armata del sud si concentrò contro l'establishment del nord. Gli studenti meridionali, esclusi dalla società fiorentina per la conseuta xenofobia dell'ambiente, si sono attivamente inseriti nell'organizzazione armata".

"Di diversa natura — sostiene il sostituto procuratore Francesco Fleury, 47 anni — è il problema dei sequestri di persona legati soprattutto all'immigrazione degli specialisti sardi nelle campagne toscane. Tra i circa 18.000 sardi venuti negli ultimi anni in Toscana la maggioranza sono pastori. I sequestri di persona in Toscana sono iniziati nel 1975 e fino ad oggi hanno raggiunto il numero di 23 di cui 20 per mano dei sardi. Noi magistrati di Firenze nella lotta al sequestro abbiamo preferito la linea dura che consiste nel blocco dei beni della famiglia del sequestrato o nell'intervento al momento del pagamento del riscatto"

"È accaduto inoltre — prosegue il giudice Fleury — un singolare fenomeno, le persone vengono sequestrate nelle regioni vicine e vengono portate in Toscana così che non siamo noi ad occuparci del sequestro perché esce dalla nostra competenza, come nei casi di Ludovica Machiavelli e Patrizia Bauer. In questi anni — conclude — i sequestratori da noi, con la loro attività, hanno

Page 8: Antonucci e Shuster - Chi è Il Dottor Jekill Di Firenze?

guadagnato miliardi".La Carlotta, invece, noto travestito fiorentino, ci ha detto che guadagna più di 1.000.000 al

giorno. Nell'agosto 1983, dopo una retata della polizia al parco delle Cascine, l'opinione pubblica rimase sorpresa: erano stati presi 60 travestiti e solo tre prostitute.

"Le donne ci sanno fare di meno ed hanno meno pazienza rispetto ai travestiti — ci ha detto una giovane prostituta di origine messicana da noi intervistata alle Cascine — qui il fenomeno dei travestiti è più diffuso che a Parigi: forse perché gli uomini cercano novità; o forse perché Firenze è una città particolarmente spregiudicata".