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Il vetro: storia e scienza
Antonio LicciulliCorso di scienza e tecnologia dei materiali
Antonio Licciulli Scienza e tecnologia dei materiali
Storia del vetro
Rifioritura dell’industria del vetro in Siria e MesopotamiaScoperta del vetro soffiatoI romani trasferiscono la tecnologia del vetro in Europa (Spagna, Francia, Italia)
~ 900 AC
~ 250AC ~ 70
Primo manuale sulla lavorazione del vetro Biblioteca d Sardanapal (Assiria) caratteri cuneiformi.Produzione di alcali dalle piante, frittaggi, coloranti
~ 630 AC
Prima apparizione del vetro in Egitto colorazione con cromofori (Cu, Fe, Mn, Al), vetro cavo
~ 1480 AC
Il vetro viene utilizzato nel Caucaso per lacolorazione e smaltatura di vasellame
~ 3000 AC
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Storia del vetro
79 Plinio descrive il processo di manifattura del vetro e ne riporta le origini leggendarie
attribuendone l’invenzione ai fenici100 Soffiaggio del vetro in stampi591 Gregorio di Tour menziona l’utilizzo di
finestre di vetro nelle chiese1180 Per la prima volta finestre di vetro trovano
impiego domestico1453 I segreti dell’arte del vetro si trasferiscono
da Bisanzio a Venezia 1500 A Murano viene prodotto vetro per
contenitori trasparente 1590 Prodotte dai vetrai di Murano le prime lenti
molate per occhiali1665 Produzione di spechi di grandi dimensioni in
Francia
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Storia del vetro (continua)
1782 Misura della temperatura tramite pirometri wedgwood
1834 Leng elabora le prime ipotesi sulla vetrificazione e devetrificazione dell’acido silicico
1859 Macchina semiautomatica per la produzione delle bottiglie di vetro
1867 Invenzione del forno di fusione in continua
1925 Processo Pittsburgh per il vetro piano
1967 Processo Float
1970 Produzione dimostrativa delle fibre ottiche
1983 Fibre di mullite estruse con il processo sol-gel
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I vetri silicei
Vetri = Prodotti inorganici di fusione consolidati raffreddandosi senza cristallizzare (ASTM 1972, 13, C242-C272)
Nella silice cristallina, i tetraedri sono disposti ordinatamente nello spazio (ordine a lungo raggio)Nei vetri, non esiste ordine a lungo
raggioSiO2:
CN O2-=2CN Si4+=4I poliedri di ossigeno condividono 4
verticiNB Anche B2O3, GeO2, P2O5 formano
vetri
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I vetri metallici
I metalli liquidi sottoraffreddati non formano generalmente vetri. Tuttavia di recente si è scoperto che alcune leghe possono originare strutture vetrose.
La microstruttura dei vetri metallici può essere vista come unastruttura random molto impacchettata di sfere di dimensioni molto diverse
Solo particolari composizioni possono originare vetri metallici: occorrono almeno due elementi nel fuso, un metallo convenzionale (Fe, Pd) e un elemento sulla linea di confine metallo-isolante, i.e. un semiconduttore (Si, P con concentrazione 15-25% nell’altro elemento).
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Proprietà dei vetri metallici
I vetri metallici sono generalmente più resistenti dei metalli cristallini in quanto non possiedono dislocazioni che possono essere messe facilmente in mobilità
Nello stesso tempo sono molto plastici e possono sopportare shear strain superiori al 50% prima di rompersi per frattura duttile (potrebbero trovare applicazioni come rinforzi fibrosi)
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Resistenza alla corrosione dei metalli amorfi
I vetri metallici sono più resistenti agli attacchi chimici in quanto la corrosione è un fenomeno che procede in maniera preferenziale sui bordi di grano (che nei vetri metallici non esistono)
Hanno interessanti proprietà magnetiche e possono essere facilmente magnetizzati e smagnetizzati
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Produzione dei vetri metallici
I vetri metallici vengono preparati con tecniche di raffreddamento ultrarapide (splat quenching, roller quencing) e velocità di raffreddamento pari a 106-108K/s.La condizione è che i due elementi abbiano un eutettico basso fondente
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Espansione termica
La variazione dell’espansione lineare consente di definire la temperatura di transizione vetrosa
tale temperatura dipende dalla velocità di raffreddamento del vetro dalla sua temperatura di fusione
Volume
TemperaturaTg
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La struttura del vetro: Teorie delle strutture estese
Ipotesi dei microcristalli Franenheim 1835
Studi XRD (1936) di Valenkov, Poray-Koshitz spiegano gli spettri di diffrazione del vetro proponendo che esso sia composto da microcristalli delle dimensioni 0.75-2,5nm connessi da strati amorfi
Ipotesi del “random network”Zachariesen 1933
Il vetro è costituito da un network continuo casuale rigido in cui gli atomi si dispongono come allo stato liquido. Questa teoria riesce a predire con successo i sistemi inclini a formare strutture vetrose tramite 4 regole per la formazione di una struttura vetrosa.
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Ipotesi del “random network”
Zachariesen 1933
Il vetro è costituito da un network continuo casuale rigido in cui gli atomi si dispongono come allo stato liquido.
Zachariesen individua gli atomi inclini a formare strutture di ossidi vetrosi tramite 4 regole:
1) l’ossigeno può legarsi al massimo due atomi formatori di reticolo
2) Il numero di coordinazione dell’atomo formatore di reticolo deve essere piccolo ( ≤4)
3) I poliedri di coordinazione formati dagli atomi di ossigeno devono condividere gli angoli ma non lati o facce
4) I poliedri legati devono formare una struttura tridimensionale
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I criteri di Sun e Rawson
Sun e Rawson svilupparono una teoria per predire la formazione vetrosa a partire dall’energia di legame dei vari ossidi.La tendenza a formare fasi amorfe cresce al crescere del rapporto:
Energia di legame/Temperatura di fusione
L’energia del singolo legame deve essere superiore a 330KJ/mol. I modificatori ionici che non intervengono nella formazione del network hanno energia molto minore di tale valore
La teoria è in grado di spiegare perché in sistemi binari la tendenza a formare ossidi è maggiore vicino all’eutettico (e.g. nel sistema CaO-Al2O3 in cui entrambi gli elementi non possono formare vetri)Nei sistemi binari la tendenza a formare vetri è accentuata quando la
formazione cristallina deve avvenire per diffusione a lungo range delle specie atomiche durante il raffreddamento dalla fase liquida
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Categorie di atomi nella struttura vetrosa
Dalle regole di Zachariesen’s possono derivarsi le seguenti definizioni:
Formatori di reticolo (Network formers) con numero di coordinazione 3 o 4 (Si, B, P, Ge; As .) e intensità di campo tra 1,4 e 2 N/m
Modificatori di reticolo (Network modifiers) (Na, Ca, Ba, K.)con numero di coordinazione ≥6 e intensità di campo tra 0,1 e 0,4 N/m
Ossidi intermedi (Network itermediates) (Al, Li, Zn, Mg, Pb ..) con coordinazione tra 4 e 6 e intensità di campo tra 0,5 e 1 N/m
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Teoria dell’ambiente locale o Q-distribution
L’avvento di moderne tecniche diagnostiche (X-ray Photoelectronspectroscopy XPS, Nuclear Magetic resonanc eNMR, Raman, extended X-ray absorption spectroscopy EXAFS) consente di descrivere il vetro ed i sistemi a base di silice in termimi di local environments
Designazioni della Q-distribution1) Ogni atomo di silicio è coordinato tetraedricamente a 4 atomi di ossigeno2) Se tutti gli atomi di ossigeno nel tetraedro sono coordinati a 2 atomi di silicio l’ambiente locale intorno al silicio viene definito Q4 e tutti i legami Si-O-Si sono legami a ponte (bridging bonds)
3) Se gli atomi di ossigeno legati a 2 atomi di silicio sono 3,2,1 o O, l’ambiente locale viene designato rispettivamente Q3, Q2, Q1 e Q0. I legami Si-O sono chiamati non a ponte (nonbridging bonds)
4) La designazione Q4 ..Q1 coincide con la connettiità del sistema esteso.
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Le reazioni nei silicati alcalini
Le possibili reazioni che possono avvenire nei silicati alcalinin sono facilmente descritte dal formalismo della Q-distribution:
Definiamo M2O l’ossido del metallo alcalino
1) 2Q4 + M2O ↔ 2Q3 (depolimerizzazione)2) 2Q3 ↔ Q2 + Q4
3) Q2 + Q3 ↔ Q1 + Q4 (condensazione a step)4) Q1 + Q3 ↔ Q0 + Q4
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Vetri monocomponente: la silice vetrosa
Struttura Q4
L’angolo formato da Si-O-Si:Silice fusa 122° e 170°Quarzo 143°Cristbalite 146°
Il calcolo delle energie di legame vs angolo di legame Si-O-Si attesta che le forme cristalline sono più stabili ma che una silice vetrosa con angoli >150° risulterebbe più stabileLe impurezze nella silice vetrosa introducono legami nonbridging
(1-2 ppm nel quarzo)
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Modificatori di reticolo
Alcuni ossidi, come Na2O, K2O, CaO, MgO, vengono aggiunti ai vetri di silice per diminuirne la viscosità e permettere la lavorazione a più basse temperatureGli atomi di ossigeno si legano ad un solo atomo di silicio, provocando la interruzione della continuità del reticoloI cationi invece non entrano nel reticolo della siliceOssidi modificatori vengono aggiunti per conferire un certo grado di cristallinità
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Ossidi intermedi
Non formano vetri di per se, ma agiscono da formatori di reticolio se aggiunti ad altri ossidi che formano vetri
Il catione Al3+ soddisfa, nel reticolo di SiO2 le regole di Zachariasen (CN Al3+=4, CN O2-=2)
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Vetri bicomponente: silicati alcalini
L’introduzione di silicati alcalini nella silice vetrosa è tutta destinata a originare nonbridging oxygen e quindi a ridurre la connettività ne consegue:
Diminuzione della viscositàPunto di fusione Diminuzione della trasparenza
agli UVDiminuzione della resistivitàAumento del coefficientedi espansione termica
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Vetro comune o “sodalime”
Vetro Comune o Sodalime (sodico-calcico): 71-73% SiO2, 12-14% Na2O, 10-12% CaO
Gli ossidi diminuiscono il punto di rammollimento, da 1600°C a 730°CSi aggiunge MgO per prevenire la devetrificazioneSi aggiunge Al2O3 per migliorare la durabilità
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Vetri borati, fosfati, germanati
I vetri borati contengono gruppi planari BO3 come unitàstrutturaliI vetri fosfati sono composti da unità tetraedriche PO4 ma la connettività è differetne dai vetri silicati essendo possibile il doppio legami P=O. Sono resistenti all’acido fluoridrico.I vetri all’ossido di Germanio hanno un più basso punto di fusione. Sistemi del tipo GeO2-SiO2 sono utilizzati per la produzione di guide d’onda
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Il vetro borosilicato e il vetro Pyrex
L’aggiunta di boro (15-30 mol%) riduce la viscosità del fuso ma in maniera meno pronunciata che nei silicati alcalini.L’espansione termica è ridotta ed i vetri possiedono buona resistenza agli
shock termici e agli agenti chimici.
Nel vetro Pyrex si parte da Na2O 4%, B2O3 16%, SiO2 80%, per effetto della immiscibilità si forma una fase “matrice” ricca in e una fase a gocce isolate ricca in boro e sodio
ApplicazioniStoviglieria da fornoVetreria da laboratorioBulbi per lampadeTubature
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Il vetro Vycor
Il vetro Vycor contiene SiO2 al 96%Si parte dalla preparazione di un fuso con composizione di un vetro borosilicato: Na2O10%, B2O 30%, SiO2 60%. Durante il processo di manifattura il liquido sottoraffreddatoentra in un dominio di immiscibilità ed il vetro conseguentemente ottenuto si compone di due fasi intimamente interconnesse.La parte ricca in alkali viene attaccata e digerita con acidi e il risultante materiale poroso viene trattato a 1000°C dove i pori collassano per coalescenza e parziale fusione
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Vetri alluminosilicati
PrprietàAggiunte di alluminio (4%)
determinano un aumento della densitàSi abbassa la viscosità del fusoPossono essere rinforzati
chimicamnte per scambio di ioinalcalini o alcalino terrosi
Applicazioni Finiestre in aeroplani e veicoli
spazialiUtensil ida cucina
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Vetri più comuni
MgO, 10-30TiO2, 7-15
MgO, 12
B2O, 2.2
PbO, 1.2
PbO, 58
PbO, 21MgO, 0.2
MgO, 1-4
altri
10-3540-7011 vetro-ceramica
20.545.515710 alluminosilicato
Compositi a fibre di vetro14.58.5220.554.59 bassi alcali (vetro E)
Durabilità chimica5.69.60.90.56.474.78 alluminoborosilicato
1.1280.5707 bassa perdita elettrica
Bassa espansione e buona resistenza shock termici
2.212.90.43.880.56 borosilicato
7.2355 alto piombo
Facile da fondere e fabbricare
0.60.20.367.6634 silicato di piombo
Facile da lavorare0.5-1.510-1212-1471-733 sodico-calcico
0.42.9<0.2<0.296.32 96% silice
Difficile da lavorare, ottime resistenza shock termici
99.5+1 silicico
proprietàAl2O3B2O3CaOK2ONa2OSiO2vetro
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Deformazione viscosa
Il vetro si comporta da liquido viscoso (sottoraffreddato) al di sopra della temperatura di transizione vetrosaSe una forza è applicata, si verifica la deformazione permette del vetroLo scorrimento viscoso aumenta all’aumentare della temperatura al di sopra della transizione vetrosa, seguendo una legge di tipo Arrhenius:
( )RTQ /exp0ηη =
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Proprietà reologiche dei vetri
La viscosità del vetro vs temperatura è la proprietà fondamentale che determina i processi di fusione formatura, tempra etc.Si definiscono le seguenti temperature di riferimento (normativa ASTM):
Working point ⇒ Temperatura in cui la viscosità del vetro è 103Pa*sIl vetro è sufficientemente fluido per la maggior parte dei processi di
formaturaUpper end ⇒ Temperatura alla quale il vetro è pronto per essere lavoratoLower end ⇒Teperatura alla quale la viscosità viscosità è > 103Pa*s
il vetro è suffcientemente viscoso da conservare la formaSoftening point ⇒ Temperatura corrispondente alla viscosità 106,6Pa*s
(densità 2,5g/cm, Tensione sup. 0,3N/m)Annealing point ⇒Temperatura alla quale gli stress interni sono ridotti al
valore di 1,7MPa in 15 minutiStrain point ⇒ Temperatura alla quale gli stress sono rilasciati in 4h
Temperatura di transizione da comportamento viscoelastico a comportamento fragile
Upper use temperature ⇒ Coincidente approx. Con lo strain point
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Punti caratteristici
Punto di lavorabilità η≈103
Pa*s caratterizza il punto in cui si può lavorare il vetroPunto di rammollimento η≈107
Pa*s caratterizza il punto in cui il vetro scorre per effetto del suo pesoPunto di ricottura η≈1012 Pa*scaratterizza il punto in cui si eliminano gli sforzi interniPunto di deformazione η≈1013.5
Pa*s caratterizza il punto al di sotto del quale il vetro è rigido
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Temperatura, viscosità e lavorabilità dei vetri
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Proprietà meccaniche
La resistenza a compressione del vetro in piastra è 1GPa
La sollecitazione a flessione semplice è quella che si riscontra nella quasi totalità delle applicazioni vetrarie. Il valore statistico a rottura:
40MPa per lastre normali120-200Mpa per lastre temprate
Coefficiente di sicurezza (Cs):Rapporto tra carico unitario a rottura σR e carico unitario
ammissibile σamm (di lavoro):Cs = σR /σamm
Il dimensionamento delle lastre di vetro rettangolari fissate ai bordi si effettua con la relazione di Timoshenko:
spessore = (6βqa2/σamm)1/2
β = coefficiente adimensinale, a = lato minore della lastraq = carico sulla lastra
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Stabilità chimica
La resistenza del vetro alla corrosione chimica è una delle ragioni del suo utilizzo. Tuttavia a seconda della composizione del vetro e dalla natura dell’ambiente chimico si ottengono vetri ad alta e bassa(e.g. biovetro) durabilità.
Esposizione all’acqua e agli agenti atmosferici origina fenomeni di scambio con gli ioi alcalini e la formazione di sali sulla superficie
I vetro ceramici presentano stabilità chimiche dipendenti dalle fasi cristalline
Esposizione ad alogenuri metallici LiCl, NaCl, KI, MgCl2 ad alta temperatura determina fenomeni di devetrificazione
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Stabilità chimica: Reazione gli acidi
possono distinguersi due processi:1) Processo di dissoluzione
esempio: HF attacca il vetro dissolvendo la matrice silicea e formando fluoruri del silicio a causa della maggiore elettronegatività del fluoro rispetto all’ossigeno
2) Processo di perdita altri acidi non attaccano il network di silice ma effettuano unaestrazione selettiva degli ioni alcalini per sostituzione protonica
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Stabilità chimica: Reazione alle basi
Esposizione a soluzioni basiche fortemente concentrateproduce la dissoluzione del vetro a causa della rottura dei legami a ponte Si-O-Si
NaOH al 5% a 95°C produce una dissoluzione tra 7,5-30 micron/oraLa velocità di dissoluzione raddoppia ogni 10K o per ogni punto di
pH
Esposizione a soluzioni basiche debolmente concentratepuò innescare meccanismi di dissoluzione o perdita a seconda della composizione chimica
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Andamento dell’attacco chimico ai vetri
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Reazioni chimiche in un forno fusorio
Per arrivare alla fusione bisogna seguire alcuni passaggi standard:
Preparazione del batch: granulazione delle materie prime, macinazione, omogeneizzazione a secco n e in umido
Fusione: la dissoluzione degli elementi più refrattari (SiO2) da parte dei fondenti può essere così schematizzata:
550°C sui grani di SiO2:Na2CO3 + SiO2 → Na2SiO3 + CO3
700°C:Na2SiO3 + SiO2 → Na2Si2O5
780°C:3Na2SiO3 + SiO2 → eutettico fuso
Fining operazione fisico chimica di rimozione delle bolle, l’evoluzione dei gas risulta dalla decomposizione di carbonati solfati, aria e acqua intrappolate, variazione negli stati di ossidazione. Fining agents sono quegli elementi che evolvono bolle con facilità (solfati, nitrati), queste durante la risalita intrappolano le bolle più piccole
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Tempra termica
Il vetro temprato viene ottenuto raffreddando molto rapidamente il vetro dopo che è stato scaldato al di sopra della Tg
La superficie si raffredda per prima e solidificaIl cuore si raffredda dopo, e la sua contrazione è ostacolata dallo scheletro già formatosi (superficie rigida)L’interno dello strato resta quindi sollecitato a trazioneIl processo funziona perché il vetro resiste meglio a compressione che a trazioneIn questo modo, se si applica uno sforzo di trazione, esso deve superare la precompressione e la resistenza a trazione prima che la lastra si rompa