AnticipAzioni QuAndo le vittime sono i cAttivi viA FrAcchiA · di Baldoni e Provvisionato. Ne...

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ANTICIPAZIONI QUANDO LE VITTIME SONO I CATTIVI La lotta tra Stato e terroristi il 28 marzo 1980 ha registrato uno degli episodi più oscuri e meno noti della nostra storia recente: L’irruzione dei carabinieri del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel covo delle Brigate Rosse di Genova. Il bilancio ufficiale fu di quattro brigatisti uccisi e di un carabiniere ferito gravemente. Ma molti misteri rimangono, a cominciare da quello dei documenti sequestrati dalle forze dell’ordine e mai resi noti. Forse carte sul Caso Moro? Così due misteri italiani si collegano tra loro nelle pagine di un libro ricco di notizie, enigmi e domande imbarazzanti: «Anni di Piombo», di Baldoni e Provvisionato. Ne anticipiamo alcuni brani di Adalberto Baldoni e Sandro Provvisionato S e non si trattasse di uno dei capitoli più tragici e per molti versi tra i più cupi della stagione del terrore, si potrebbe cominciare con lo scrivere – nella migliore tradizione dei ro- manzi d’appendice – che a Genova era «una notte buia e tempestosa». Già, perché quella notte del 28 mar- zo 1980 su Genova pioveva a dirotto. Pioveva e tuona- va. Ma il dato meteorologico, in quelle ore tenacemente ostinate a non voler lasciare spazio a un’alba uggiosa e bagnata, non ha molto peso in questa storia di morti am- mazzati, di giovani carabinieri feriti, di terroristi «penti- ti», di generali decisi a tutto e di uomini politici intenti a barcamenarsi fra ragion di Stato, figlioli prodighi (di san- gue?) e interventi legislativi. Quello che si solleva a Geno- va, in quella orribile notte che dà sull’alba, in via Fracchia 12, interno 1, è un sipario che mostra più ambiguità che certezze, che lascia intravedere più che vedere. Un sipario che nessuno ancora oggi, a distanza di quasi trent’anni, ha avuto il coraggio di sollevare del tutto. Poteva essere una data importante, forse fondamentale, nella lotta che si combatteva da otto anni contro il terrorismo e che lo Stato ha mostrato di voler intensificare soltanto dopo la morte di Aldo Moro. Si rivelerà invece un giorno debo- le. Un giorno infame e colmo di vergogna. Forse uno dei giorni più brutti e odiosi degli anni di piombo. Ufficialmente l’operazione scatta alle 4.10. Ma, come vedremo più avanti, perfino sull’ora la versione ufficiale stona con la realtà dei fatti. Gli uomini che circondano la palazzina al 12 di via Fracchia, un edificio un po’ tra- sandato, affacciato su una curva a gomito che in discesa porta dal quartiere di Oregina verso la parte bassa della città, sono in gran parte in borghese. La loro presenza non sfugge ai pochi occhi indiscreti che da dietro le per- VIA FRACCHIA La legge del taglione STORIA IN RETE | 40 Maggio 2009 41 | STORIA IN RETE Maggio 2009 Il corridoio dell’interno 12 di via Fracchia numero 1 a Genova come apparve ai fotografi dopo lo scontro a fuoco del 28 marzo 1980

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AnticipAzioni QuAndo le vittime sono i cAttivi

La lotta tra Stato e terroristi il 28 marzo 1980 ha registrato uno degli episodi più oscuri e meno noti della nostra storia recente: L’irruzione dei carabinieri del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel covo delle Brigate Rosse di Genova. Il bilancio ufficiale fu di quattro brigatisti uccisi e di un carabiniere ferito gravemente. Ma molti misteri rimangono, a cominciare da quello dei documenti sequestrati dalle forze dell’ordine e mai resi noti. Forse carte sul Caso Moro? Così due misteri italiani si collegano tra loro nelle pagine di un libro ricco di notizie, enigmi e domande imbarazzanti: «Anni di Piombo», di Baldoni e Provvisionato. Ne anticipiamo alcuni brani

di Adalberto Baldoni e sandro provvisionato

S e non si trattasse di uno dei capitoli più tragici e per molti versi tra i più cupi della stagione del terrore, si potrebbe cominciare con lo scrivere – nella migliore tradizione dei ro-manzi d’appendice – che a Genova era «una notte buia e tempestosa». Già, perché quella notte del 28 mar-

zo 1980 su Genova pioveva a dirotto. Pioveva e tuona-va. Ma il dato meteorologico, in quelle ore tenacemente ostinate a non voler lasciare spazio a un’alba uggiosa e bagnata, non ha molto peso in questa storia di morti am-mazzati, di giovani carabinieri feriti, di terroristi «penti-ti», di generali decisi a tutto e di uomini politici intenti a barcamenarsi fra ragion di Stato, figlioli prodighi (di san-gue?) e interventi legislativi. Quello che si solleva a Geno-va, in quella orribile notte che dà sull’alba, in via Fracchia 12, interno 1, è un sipario che mostra più ambiguità che

certezze, che lascia intravedere più che vedere. Un sipario che nessuno ancora oggi, a distanza di quasi trent’anni, ha avuto il coraggio di sollevare del tutto. Poteva essere una data importante, forse fondamentale, nella lotta che si combatteva da otto anni contro il terrorismo e che lo Stato ha mostrato di voler intensificare soltanto dopo la morte di Aldo Moro. Si rivelerà invece un giorno debo-le. Un giorno infame e colmo di vergogna. Forse uno dei giorni più brutti e odiosi degli anni di piombo. Ufficialmente l’operazione scatta alle 4.10. Ma, come vedremo più avanti, perfino sull’ora la versione ufficiale stona con la realtà dei fatti. Gli uomini che circondano la palazzina al 12 di via Fracchia, un edificio un po’ tra-sandato, affacciato su una curva a gomito che in discesa porta dal quartiere di Oregina verso la parte bassa della città, sono in gran parte in borghese. La loro presenza non sfugge ai pochi occhi indiscreti che da dietro le per-

viA FrAcchiALa legge del taglione

STORIA IN RETE | 40 Maggio 2009 41 | STORIA IN RETEMaggio 2009

Il corridoio dell’interno 12 di via Fracchia numero 1 a Genova come apparve ai fotografi dopo lo scontro a fuoco del 28 marzo 1980