Ansa Guerra al Fiscal compact: il governo sfida Bruxelles...tico7, spesso citato dal presi-dente...

4
2 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 29 Settembre 2018 LA GIORNATA Al lavoro sulle stime Anche con un deficit al 2,4% il debito puo stabilizzarsi o scendere Il Tesoro studia come evitare la bocciatura. Savona: “S a rà battaglia con la Commissione” Guerra al Fiscal compact: il governo sfida Bruxelles La svolta Dopo anni di sforzi per ridurre l’indebitamento, ora lo lasceremo salire Molti Paesi d’Europa hanno deficit più alti del nostro, ma il problema rimane l’Italia L’ANALISI N el 2017, l’Italia ha regi- strato un deficit del 2,4 per cento. Perché i mercati o- ra reagiscono così male alla prospettiva che abbia il 2,4 an- che nei prossimi tre anni, do- po l’1,7 del 2018? La risposta va cercata nel confronto con gli altri Paesi europei. C’È UN SOLO STATO che, a oggi, si trova sotto procedura di in- frazione per deficit eccessivo, la Spagna, tutti gli altri sono nel “braccio preventivo” del Patto di Stabilità. La maggior parte dei 26 vir- tuosi (dalla Bulgaria a Cipro, alla Svezia) hanno anche rag- giunto il proprio “obiettivo di medio termine”, che varia da Paese a Paese ma riguarda la riduzione del debito. L’Italia, come la Polonia e il Portogallo, fino a due giorni fa era “in deviazione” dal per- corso di aggiustamento, cioè andava nella direzione impo- sta dalle regole ma a un ritmo più lento. Nel 2017 e nel 2018, infatti, l’I ta l i a non ha ridotto il debito quanto previsto e sicu- ramente non lo farà nel 2019 (la richiesta era un taglio minimo, 0,1 per cento del saldo struttura- le, che ora invece peggiorerà). La Com missi one Ue, dopo aver considerato una serie di “fattori rilevanti”, ha comunque giudicato suffi- ciente lo sforzo strutturale del 2018 che avrebbe portato il de- bito nel 2019 al 130,8 per cento del Pil. I nuovi nume- ri annunciati dal governo cambia- no lo scenario. Nel 2019 il deficit nominale medio nei Paesi dell’a- rea euro è stima- to allo 0,4 per cento del Pil, quello dell’Italia sarà sei volte maggiore, 2,4 per cento. Il de- ficit nominale indicato come obiettivo per l’Italia dal gover- no Gentiloni, 0,8 per cento, non era considerato credibile comunque: la mancata cresci- ta già imponeva di adeguare la stima a 1,1 e quel numero non considerava le clausole di sal- vaguardia sull’Iva, 12,5 miliar- di (0,8 per cento del Pil) da tro- vare per evitare l’a um en to dell’imposta sui consumi. I precedenti governi le hanno sempre finanziate in deficit, quindi il deficit atteso plausi- bile dell’Italia era comunque 1,8-1,9. Altri Paesi hanno defi- cit più alti, ma sono tutti impe- gnati in un percorso di ridu- zione rilevanti. La Francia, per esempio, avrà nel 2018 un deficit del 2,8 per cento invece che del 2,6 atteso, ma lo sta ri- ducendo comunque ogni an- no dal picco del 2009 (7,2 per cento). NELLA CONVERGENZA verso finanze pubbliche solide e so- stenibili, l’Italia già arrancava, ora ha scelto di andare in di- rezione opposta. È vero che l’Italia ha un saldo primario (le entrate dello Stato meno le u- scite, prima di considerare gli interessi sul debito) del 2,7 per cento del Pil, il terzo più alto dell’Ue (verrà ridotto a 1,3 il prossimo anno). Ma non basta » CARLO DI FOGGIA P er il governo giallover- de si apre la partita più complicata dal suo in- sediamento. Quella da cui dipenderà la sua sopravvi- venza, ma anche gli scenari fu- turi dell’Unione europea. Al di là della reazione dei mercati, la notizia che l’esecutivo por- terà al 2,4 per cento il deficit pubblico non solo per il 2019, ma anche per il biennio suc- cessivo, è un gesto di sfida alle regole fiscali dell’eurozona che dal 2011 - dopo la crisi dell’euro - disciplinano le po- litiche economiche degli Stati membri, riassumibili nel co- siddetto “Fiscal compact”. È il famoso “pilota automa- tico”, spesso citato dal presi- dente della Bce Mario Draghi per rassicurare i mercati. Un complesso meccanismo che impone ai Paesi, specie quelli ad alto debito come l’Italia, di convergere verso un “obietti- vo di medio termine”, indivi- duato nel cosiddetto “pareg- gio strutturale”, cioè il saldo zero tra entrate e uscite dello Stato al netto del ciclo econo- mico e delle misure tempora- nee. Un principio che l’Italia nel 2012, col governo Monti, ha recepito nella Costituzio- ne (articolo 81) nel momento di massima tensione dello spread. DA GIOVEDÌ l’Italia ha deciso di ripudiare questo meccani- smo. “Abbiamo lanciato il guanto di sfida alla vecchia Eu- ropa, ora dobbiamo vincere la guerra, perché guerra sarà”, ha spiegato ieri - in un messag- gio al think tank Il nodo di Gor- dio - il ministro agli Affari eu- ropei Paolo Savona, che il Qui- rinale non ha voluto come mi- nistro dell’Economia (ruolo per cui l’economista ha poi suggerito Giovanni Tria). I numeri mostrano la porta- ta della sfida (e dei rischi). Nel 2012 la manovra taglia deficit di Monti è costata - secondo u- na simulazione del Tesoro - circa 300 miliardi di Pil in un quinquennio, facendo salire il rapporto debito/Pil. Da Letta in poi, i governi che i sono suc- ceduti hanno sempre tagliato il deficit nominale ma meno di quanto si erano impegnati a fa- re, promettendo di eseguire la stangata fiscale nel biennio successivo e rinviando di un anno il pareggio di bilancio. La “flessibilità” è stata con- trattata di volta in volta a Bru- xelles e la crescita è stata asfit- tica (la più bassa dell’Ue). Ad aprile il governo Gentiloni si e- ra impegnato a portare il de- ficit allo 0,8 per cento nel 2019, un punto meno di quanto do- vrebbe chiudere quest’ anno, per arrivare a zero nel 2020. La nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri porta 27 miliardi di risorse in più ricorrendo al disavanzo. La scommessa de- gli alleati, che Tria dovrà far sua pur avendo lottato fino all’ultimo per evitarla, è che l’espansione fiscale abbia un effetto sulla crescita tale da e- vitare un peggioramento del rapporto tra debito e Pil. Al Te- soro lavorano per affinare le stime dei cosiddetti “moltipli- catori” (l’effetto sul Pil di ogni euro speso), il cui impatto sulla crescita finale dovrà essere va- lidato dall’Ufficio parlamen- tare di bilancio: il testo do- vrebbe arrivare lunedì. Un deficit al 2,4 per cento farà salire il debito? Nelle sue stime il Tesoro dirà che il rap- porto si stabilizzerà mostran- do anche un calo. Come ha sti- mato Francesco Lenzi, colla- boratore del think tank econo- mico Lavoce.info , anche se si realizzassero solo le previsio- ni “tendenziali” - quelle che non inglobano le misure del governo - previste da Gentilo- ni, anche con il nuovo obietti- vo di deficit basterebbe una crescita nominale (compresa l’inflazione) vicina al 2% per e- vitare che il rapporto salga; nel 2017 si è fermata al 2,6%. Que- sto, però, senza contare gli ef- fetti di diverse variabili che in- fluiscono sul debito (come le privatizzazioni) e il fatto che la crescita economica è data in forte rallentamento (senza in- terventi il Pil salirà nel 2019 dell’1% contro l’1,5% previ- sto). Anche applicando i mol- tiplicatori usati dal Tesoro sa- rà possibile fissare un debi- to/Pil al 2019 in calo rispetto al 130,8% stimato per il 2018. IL VERO PROBLEMA sarà la composizione della manovra e quanto Tria riuscirà a spostare le risorse dalle spese per tra- sferimenti (reddito e pensioni di cittadinanza, mini flat tax per le partite Iva, riforma della Fornero, che assommano a 18 miliardi) a quelle per investi- menti, che hanno il maggior impatto sulla crescita. Per ora la manovra 2019 è lievitata a 40 miliardi, di cui 27 in deficit (12 solo per rinviare gli aumenti dell’Iva) e 13 di altre coperture da trovare (dai tagli, che sono recessivi, al condono). L’unica certezza è che l’Ita- lia non mostrerà alcun miglio- ramento del saldo strutturale a cui guarda Bruxelles. “Non ab- biamo interesse a una crisi tra Commissione e Italia”, ha spiegato ieri il commissario Ue agli Affari economici Pier- re Moscovici. “Se l’Ue ci boc- cia la manovra, andiamo avan- ti”, attacca Matteo Salvini. © RIPRODUZIONE RISERVATA 27 mld Il maggior disavanzo È lo spazio fiscale aperto dall’e s e c u t i vo I lati della barricata Il ministro Tria a Palazzo Chi- gi e la festa dei Cinque Stelle dopo il vertice. Sotto, Paolo Savona Ansa La differenza Il disavanzo medio nell’area euro sarà dello 0,4% del Pil nel 2019, il nostro ora sei volte tanto LE DICHIARAZIONI Salvini: “Se ci boccia l’Ue andiamo avanti” Di Maio: “No scontri” q CHI HA PAURA di Bruxelles? Mat- teo Salvini proprio no: “Se l’Europa boccia la manovra noi tiriamo avanti”, ha risposto il ministro dell’Interno e vicepre- mier ai cronisti che gli chiedevano quale fosse la linea nella partita che si apre con l’Ue. “Pensiamo di lavorare bene per la cre- scita del Paese, per ridare fiducia, speranza, energia e lavoro – ha aggiunto il leghista – quindi sono felice di quello che abbiamo fat- to in questi quattro mesi e di quello che fa- remo nei prossimi quattro anni”. Per quanto riguarda poi il ministro dell’Economia Gio- vanni Tria, Salvini ha dichiarato che “non è mai stato in bilico”. Il Def è “un passo verso la civiltà”, ha concluso, e “i mercati se ne faranno una ragione”. Più morbido nei mes- saggi pubblici all’Ue l’altro vicepremier, il 5Stelle Luigi Di Maio: “Ora parte l'interlo- cuzione con l’Unione europea e non abbia- mo intenzione di andare allo scontro. Nei prossimi giorni vogliamo incontrare tutti i soggetti pubblici e privati che rappresen- tano la realtà del mercato e ribadire che nel 2,4% ci sono anche 15 miliardi di euro di in- vestimenti, è il più grande piano di investi- menti mai fatto in Italia”.

Transcript of Ansa Guerra al Fiscal compact: il governo sfida Bruxelles...tico7, spesso citato dal presi-dente...

Page 1: Ansa Guerra al Fiscal compact: il governo sfida Bruxelles...tico7, spesso citato dal presi-dente della Bce Mario Draghi per rassicurare i mercati. Un complesso meccanismo che impone

2 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 29 Settembre 2018

LA GIORNATA

Al lavoro sulle stime Anchecon un deficit al 2,4% il debitopuo stabilizzarsi o scendereIl Tesoro studia come evitarela bocciatura. Savona: “S a ràbattaglia con la Commissione”

Guerra al Fiscal compact:il governo sfida Bruxelles

La svolta Dopo anni di sforzi per ridurre l’indebitamento, ora lo lasceremo salire

Molti Paesi d’Europa hanno deficit più altidel nostro, ma il problema rimane l’It alia

L’A NA L I SI

Nel 2017, l’Italia ha regi-strato un deficit del 2,4

per cento. Perché i mercati o-ra reagiscono così male allaprospettiva che abbia il 2,4 an-che nei prossimi tre anni, do-po l’1,7 del 2018? La risposta vacercata nel confronto con glialtri Paesi europei.

C’È UN SOLO STATO che, a oggi,si trova sotto procedura di in-frazione per deficit eccessivo,la Spagna, tutti gli altri sononel “braccio preventivo” d elPatto di Stabilità.

La maggior parte dei 26 vir-tuosi (dalla Bulgaria a Cipro,alla Svezia) hanno anche rag-giunto il proprio “obiettivo dimedio termine”, che varia daPaese a Paese ma riguarda lariduzione del debito.

L’Italia, come la Polonia e il

Portogallo, fino a due giorni faera “in deviazione” dal per-corso di aggiustamento, cioèandava nella direzione impo-sta dalle regole ma a un ritmopiù lento. Nel2017 e nel 2018,infatti, l’I ta l i anon ha ridotto ildebito quantoprevisto e sicu-ramente non lofarà nel 2019 (larichiesta era untaglio minimo,0,1 per cento delsaldo struttura-le, che ora invecepeggiorerà). LaCom miss i one

Ue, dopo aver considerato unaserie di “fattori rilevanti”, hacomunque giudicato suffi-ciente lo sforzo strutturale del2018 che avrebbe portato il de-

bito nel 2019 al130,8 per centodel Pil.

I nuovi nume-ri annunciati dalgoverno cambia-no lo scenario.Nel 2019 il deficitnominale medionei Paesi dell’a-rea euro è stima-to allo 0,4 perc e n t o d e l P i l ,quello dell’Italias a r à s e i v o l t e

maggiore, 2,4 per cento. Il de-ficit nominale indicato comeobiettivo per l’Italia dal gover-no Gentiloni, 0,8 per cento,non era considerato credibilecomunque: la mancata cresci-ta già imponeva di adeguare lastima a 1,1 e quel numero nonconsiderava le clausole di sal-vaguardia sull’Iva, 12,5 miliar-di (0,8 per cento del Pil) da tro-vare per evitare l’a um en tod el l’imposta sui consumi. Iprecedenti governi le hannosempre finanziate in deficit,quindi il deficit atteso plausi-bile dell’Italia era comunque1,8-1,9. Altri Paesi hanno defi-cit più alti, ma sono tutti impe-gnati in un percorso di ridu-

zione rilevanti. La Francia,per esempio, avrà nel 2018 undeficit del 2,8 per cento inveceche del 2,6 atteso, ma lo sta ri-ducendo comunque ogni an-no dal picco del 2009 (7,2 percento).

NELLA CONVERGENZA v e rs ofinanze pubbliche solide e so-stenibili, l’Italia già arrancava,ora ha scelto di andare in di-rezione opposta. È vero chel’Italia ha un saldo primario (leentrate dello Stato meno le u-scite, prima di considerare gliinteressi sul debito) del 2,7 percento del Pil, il terzo più altod e ll ’Ue (verrà ridotto a 1,3 ilprossimo anno). Ma non basta

» CARLO DI FOGGIA

Per il governo giallover-de si apre la partita piùcomplicata dal suo in-sediamento. Quella da

cui dipenderà la sua sopravvi-venza, ma anche gli scenari fu-turi dell’Unione europea. Al dilà della reazione dei mercati,la notizia che l’esecutivo por-terà al 2,4 per cento il deficitpubblico non solo per il 2019,ma anche per il biennio suc-cessivo, è un gesto di sfida alleregole fiscali dell’e u r o zo n ache dal 2011 - dopo la crisidell’euro - disciplinano le po-litiche economiche degli Statimembri, riassumibili nel co-siddetto “Fiscal compact”.

È il famoso “pilota automa-tico”, spesso citato dal presi-dente della Bce Mario Draghiper rassicurare i mercati. Uncomplesso meccanismo cheimpone ai Paesi, specie quelliad alto debito come l’Italia, diconvergere verso un “o b i e t t i-vo di medio termine”, indivi-duato nel cosiddetto “p a r e g-gio strutturale”, cioè il saldozero tra entrate e uscite delloStato al netto del ciclo econo-mico e delle misure tempora-nee. Un principio che l’Italianel 2012, col governo Monti,ha recepito nella Costituzio-ne (articolo 81) nel momentodi massima tensione dellospread.

DA GIOVEDÌ l’Italia ha decisodi ripudiare questo meccani-smo. “Abbiamo lanciato ilguanto di sfida alla vecchia Eu-ropa, ora dobbiamo vincere laguerra, perché guerra sarà”,ha spiegato ieri - in un messag-gio al think tank Il nodo di Gor-dio - il ministro agli Affari eu-ropei Paolo Savona, che il Qui-rinale non ha voluto come mi-nistro dell’Economia (ruoloper cui l’economista ha poisuggerito Giovanni Tria).

I numeri mostrano la porta-ta della sfida (e dei rischi). Nel2012 la manovra taglia deficitdi Monti è costata - secondo u-na simulazione del Tesoro -circa 300 miliardi di Pil in unquinquennio, facendo salire ilrapporto debito/Pil. Da Lettain poi, i governi che i sono suc-ceduti hanno sempre tagliatoil deficit nominale ma meno diquanto si erano impegnati a fa-re, promettendo di eseguire lastangata fiscale nel bienniosuccessivo e rinviando di unanno il pareggio di bilancio.

La “flessibilità” è stata con-trattata di volta in volta a Bru-xelles e la crescita è stata asfit-tica (la più bassa dell’Ue). Adaprile il governo Gentiloni si e-ra impegnato a portare il de-

ficit allo 0,8 per cento nel 2019,un punto meno di quanto do-vrebbe chiudere quest’ anno,per arrivare a zero nel 2020.

La nota di aggiornamento alDef approvata dal Consigliodei ministri porta 27 miliardidi risorse in più ricorrendo aldisavanzo. La scommessa de-gli alleati, che Tria dovrà farsua pur avendo lottato finoall’ultimo per evitarla, è chel’espansione fiscale abbia uneffetto sulla crescita tale da e-vitare un peggioramento delrapporto tra debito e Pil. Al Te-soro lavorano per affinare lestime dei cosiddetti “moltipli -catori” (l’effetto sul Pil di ognieuro speso), il cui impatto sullacrescita finale dovrà essere va-

lidato dall’Ufficio parlamen-tare di bilancio: il testo do-vrebbe arrivare lunedì.

Un deficit al 2,4 per centofarà salire il debito? Nelle suestime il Tesoro dirà che il rap-porto si stabilizzerà mostran-do anche un calo. Come ha sti-mato Francesco Lenzi, colla-boratore del think tank econo-mico L a v oc e . i nf o , anche se si

realizzassero solo le previsio-ni “t e n de n z ia l i ” - quelle chenon inglobano le misure delgoverno - previste da Gentilo-ni, anche con il nuovo obietti-vo di deficit basterebbe unacrescita nominale (compresal’inflazione) vicina al 2% per e-vitare che il rapporto salga; nel2017 si è fermata al 2,6%. Que-sto, però, senza contare gli ef-

fetti di diverse variabili che in-fluiscono sul debito (come leprivatizzazioni) e il fatto che lacrescita economica è data inforte rallentamento (senza in-terventi il Pil salirà nel 2019d el l ’1% contro l’1,5% previ-sto). Anche applicando i mol-tiplicatori usati dal Tesoro sa-rà possibile fissare un debi-to/Pil al 2019 in calo rispetto al130,8% stimato per il 2018.

IL VERO PROBLEMA sarà lacomposizione della manovra equanto Tria riuscirà a spostarele risorse dalle spese per tra-sferimenti (reddito e pensionidi cittadinanza, mini flat taxper le partite Iva, riforma dellaFornero, che assommano a 18

miliardi) a quelle per investi-menti, che hanno il maggiorimpatto sulla crescita. Per orala manovra 2019 è lievitata a 40miliardi, di cui 27 in deficit (12solo per rinviare gli aumentidell’Iva) e 13 di altre copertureda trovare (dai tagli, che sonorecessivi, al condono).

L’unica certezza è che l’Ita -lia non mostrerà alcun miglio-ramento del saldo strutturale acui guarda Bruxelles. “Non ab-biamo interesse a una crisi traCommissione e Italia”, haspiegato ieri il commissarioUe agli Affari economici Pier-re Moscovici. “Se l’Ue ci boc-cia la manovra, andiamo avan-ti”, attacca Matteo Salvini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

27 mldIl maggior disavanzoÈ lo spazio fiscaleaperto dall’e s e c u t i vo

I lati dellaba r r icat a

Il ministro Triaa Palazzo Chi-

gi e la festa deiCinque Stelle

dopo il vertice.Sotto, PaoloS avon a Ansa

La differenzaIl disavanzomedio nell’a re aeuro sarà dello0,4% del Pil nel2019, il nostroora sei volte tanto

LE DICHIARAZIONI

Salvini: “Se ci boccial’Ue andiamo avanti”Di Maio: “No scontri”

qCHI HA PAURA di Bruxelles? Mat-teo Salvini proprio no: “Se l’E u ro p a

boccia la manovra noi tiriamo avanti”, harisposto il ministro dell’Interno e vicepre-mier ai cronisti che gli chiedevano qualefosse la linea nella partita che si apre conl’Ue. “Pensiamo di lavorare bene per la cre-scita del Paese, per ridare fiducia, speranza,energia e lavoro – ha aggiunto il leghista –

quindi sono felice di quello che abbiamo fat-to in questi quattro mesi e di quello che fa-remo nei prossimi quattro anni”. Per quantoriguarda poi il ministro dell’Economia Gio-vanni Tria, Salvini ha dichiarato che “non èmai stato in bilico”. Il Def è “un passo versola civiltà”, ha concluso, e “i mercati se nefaranno una ragione”. Più morbido nei mes-saggi pubblici all’Ue l’altro vicepremier, il

5Stelle Luigi Di Maio: “Ora parte l'interlo-cuzione con l’Unione europea e non abbia-mo intenzione di andare allo scontro. Neiprossimi giorni vogliamo incontrare tutti isoggetti pubblici e privati che rappresen-tano la realtà del mercato e ribadire che nel2,4% ci sono anche 15 miliardi di euro di in-vestimenti, è il più grande piano di investi-menti mai fatto in Italia”.

Sabato 29 Settembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 3

» STEFANO FELTRI

“Quando i mercati potran-no conoscere nei detta-gli la nostra manovra lospr ead sarà coerente

con i fondamentali della nostra e-conomia”, assicura il premier Giu-seppe Conte. Ma i mercati, sulla ba-se delle informazioni di cui dispon-gono sul deficit al 2,4 per cento delPil per i prossimi tre anni, reagisco-no in modo netto: fuga dall’Italia. Lospread, cioè la differenza di rendi-mento tra i titoli italiani e tedeschi,sale da 236 punti a 281 poi scende afine giornata a 267, il tasso di inte-resse sul debito a 10 anni arriva al3,13 per cento. Uno spread più altodovuto alle attese di un aumentodell’indebitamento ha come effettodi ridurre il valore dei titoli in pan-cia alle banche italiane (il mercatopaga tassi più elevati di quelli sui ti-toli in portafoglio). E infatti in Borsasi registra un tracollo dei titoli ban-cari: Bpm -9,4 per cento, Intesa San-paolo -8,43, Bper -8,34, Unicredit-6,7. Nessun altro listino europeoperde così. Il problema è l’Italia.

ALCUNI INVESTITORI,come Amun-di o Natixis, nei loro report da gior-ni scrivevano che i tassi di mercatogià incorporavano un deficit soprail 2 per cento, anche perché non c’e-rano le condizioni politiche per te-nerlo più basso. Nessuno avevaprevisto però l’asprezza del con-fronto tra il ministro del TesoroGiovanni Tria, completamentesconfitto, e i due partiti di maggio-ranza Lega e M5S.

I problemi che spaventano i mer-cati sono quindi due: le prospettivefuture e la composizione della ma-novra. In assenza di tutte le infor-mazioni su come quel 2,4 per cento

di deficit condiziona il resto dei sal-di di bilancio, in particolare il de-bito, gli investitori si preparano alpeggio. Con il ministro Tria ormainon più credibile come argine allerichieste di Luigi Di Maio e MatteoSalvini. “Si sono disegnati un ber-saglio sulla fronte”, è il commentodi un analista. I mercati, dice un re-port dell’Osservatorio sui contipubblici di Carlo Cottarelli, po-trebbero ora “ritenere che l’a g g i u-stamento del bilancio non avverràné ora né in futuro, il che potrebbemettere in dubbio la sostenibilitàdel nostro debito pubblico”.

“Quello che emerge finora dalladiscussione in Italia non sembra inlinea col Patto di Stabilità”, dice ilvicepresidente della Commissioneeuropea, Valdis Dombrovskis. E anovembre Bruxelles quasi certa-mente boccerà lo schema della leggedi Bilancio perché non mantienel’impegno a ridurre il debito. Ma leconseguenze, che dopo un lungo i-ter possono arrivare alla procedurad’infrazione, alla multa dello 0,2 per

cento del Pil e al blocco di parte deifondi europei, non sono il problemaimmediato. Il 26 ottobre l’agenziaStandard & Poor’s si pronuncerà sulrating dell’Italia, e negli stessi giornianche Moody’s. Un declassamento,a questo punto, pare quasi certo.

NON SOLTANTO per lo sforamentodel deficit. Secondo Prometeia, unasocietà di ricerche, “portare il disa-vanzo al 2,4 per i prossimi tre annirischia di avere un effetto nullo sulladinamica della crescita”. Perché ilmaggiore impatto espansivo di mi-sure come reddito di cittadinanza epensioni anticipate “potrebbe esse-re compensato da maggior incertez-za e spreadpiù elevati, in un contestoin cui il rapporto tra debito e Pil nondiminuisce”.

In molti, sui mercati ma anche alTesoro, pensano che quello che si èvisto ieri sui mercati sia solo l’i n i-zio e che la situazione potrebbepeggiorare quando ci saranno piùdettagli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN MANI ESTERE Il gruppo degli elettrodomestici

Anche Candy va ai cinesi: lo storico marchioitaliano venduto ad Hayer per 475 milioni

qANCHE CANDY vo -la in Cina. La storica

azienda di elettrodomesti-ci, che per prima ha portatola lavatrice nelle case degliitaliani, sarà acquisita daQindao Hayer per 475 mi-lioni di euro. Lo stessogruppo cinese quotato aShanghai ha annunciatoche due soci italiani cure-ranno il trasferimento di proprietà. Glieredi del fondatore Eden Fumagalli,Beppe e Aldo, così come DonatellaVersace poco prima di loro (la reginadella moda italiana è reduce dalla ces-sione dell'azienda di famiglia alla Hol-ding Kors) si sono dichiarati felici del-l'operazione. Hanno dichiarato: “Qin-gdao Haier e Candy Group condivido-no la stessa visione, che è quella di con-tinuare a migliorare la qualità della vita

delle famiglie. Crediamo chela capacità di innovazione,tecnologia e design unite allostile italiano di Candy si inte-greranno perfettamente conil modello operativo di Qin-gdao Haier”. Haier, leadermondiale della produzionedi elettrodomestici, stabiliràil proprio quartier generale aBrugherio (MB). Nel comu-

nicato ufficiale si legge che il colosso ci-nese continuerà a investire nell’aziendaitaliana “per aumentarne la competiti-vità in Europa e a livello globale”. Candynel mondo conta più di 4000 dipen-denti, 1000 dei quali nella sede di Bru-gherio, unica italiana. La Fiom CgilBrianza ha riferito che in azienda “si èdiffuso un clima di grande apprensio-ne”. E ha aggiunto “Siamo in attesa diricevere le informazioni dovute”.

La manovra vale 40 miliardi

Ma ne mancano 13n AT T UA R E le misure promesse da Lega e M5Spotrebbe far lievitare il conto della manovra a 40miliardi. Una cifra che nemmeno il deficit al 2,4%basterebbe a coprire: servono altri 13 miliardi dirisorse aggiuntive.

n NELLE CIFRE finora emerse dal lavoro delleforze di governo rientrano 12,5 miliardi perrinviare l’aumento dell’Iva, 10 per il reddito dicittadinanza, circa 7 per quota 100 per lepensioni, 1,5 miliardi per i risparmiatori, 1,5 per laflat tax sugli autonomi, 1 miliardo per l’Ires. Allespese indifferibili vanno 3,6 miliardi e 3-4 miliardiai maggiori interessi sul debito.

n VISTE le esigue risorse, alcune misure avrannodei paletti. Quello fissato per cambiare la Fornero(quota 100) sarà doppio: età minima a 62 anni econtributi a 38 anni. Allo studio anche lapossibilità di bloccare l’aumento dell’a s p e t t a t i vadi vita di 5 mesi per le pensioni anticipate previstoper il 2019. In pratica quindi nel 2019 si potràcontinuare ad andare in pensioneindipendentemente dall’età avendo 42 anni e 10mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne)invece che 43 anni e 3 mesi. L’obiettivo sarebbequello di consentire l’uscita di 400 persone.

In codaFile di giovaniin cerca di la-voro e anzia-ni in un uffi-cio dell’I np sAnsa

a renderci virtuosi, perché cisono, appunto, gli interessi e lazavorra del debito. Nel 2019 ildebito pubblico medio dell’Uedovrebbe essere 78,5 per cen-to del Pil, quello dell’Italia saràoltre il 130,8. La riduzione at-tesa del debito per l’Italia eradell’1,9 per cento del Pil, supe-riore alla media dei Paesi Uedell’1,6 per cento. Ma ora quel

numero andrà rivisto di molto,alla luce della scelta di tenereun deficit nominale del 2,4 percento e non soltanto per un an-no, ma per tutti i tre anni co-perti dalla legge di Bilancio.

Anche se nella percezionediffusa l’Europa è ancora in u-na fase di austerità, l’Uff ic ioparlamentare di bilancio(l’autorità indipendente sui

conti pubblici), a giugno os-servava che i dati dei program-mi dei vari Paesi Ue “indicanoper il 2018 una politica di bi-lancio leggermente espansi-va”, mentre per il 2019 era at-teso un impulso “leggermentere stri tti vo” che avrebbe peg-giorato gli effetti del rallenta-mento del ciclo economico.

IN TEORIA non è sbagliatospendere di più quando l’e c o-nomia rallenta, ma l’I t al i anon si limita a tenere una po-litica espansiva, bensì smettedi cercare di convergere ver-so gli obiettivi concordati espende in deficit tanto da fardi nuovo aumentare il debitodopo anni in cui, pur con unricorso al disavanzo costante,era riuscita a stabilizzare l’i n-debitamento con anche unapiccola riduzione.

STE. FEL.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuov is ce n a r iUna simula-zione di Gol-dman Sachssu come il de-bito aumente-rà per effettodella manovra

La lavatrice Candy

Mercati spiazzati, crollala Borsa e sale lo spreadLa reazione Precipitano le banche che hanno investito in titoli di StatoIncertezze sulle prospettive di crescita e sull’andamento del debito

I numeri

2 67Il livellodello spreadtra debitoitalianoe tedesco ierialla chiusuradel mercato

-3, 1 3 %Il tassodi interesserichiesto dalmercato peri titoli di Statoa 10 anni

-3,7 %Il tracollo diPiazza Affari,la Borsap e g g i o redi Europa

-9,4 %Il calo delvalore delleazioni di Bpm,la peggioretra le banchea f fo n d a tedall’a u m e n todello spread.Male ancheI n te s a , - 8 ,4

Molto perplessi Gli investitori hanno reagito male alla manovra La Pre ss e

“DEBITO DANNO AI CITTADINI”

Moscovici ora apreal dialogo con Roma:non vogliamo sanzioni

qSUPERATO il timore dei “piccoli Mus-solini” che infestano l’Europa e dell’Ita -

lia che rischia di essere un problema, ieri il com-missario europeo agli Affari economici e finan-ziari, Pierre Moscovici, ha detto alla tv franceseBfm che continuerà “il dialogo” con il governoitaliano sulla manovra economica. Il politicoparigino è stato conciliante, ha detto di non es-sere “nello stato d’a n i m o” di comminare san-

zioni all’Italia. “Non abbiamo interesse a unacrisi tra la Commissione e l’Italia – ha detto –nessuno ha interesse a una cosa del genere,perché l’Italia è un Paese importante della zonaeuro. Ma non abbiamo nemmeno interesse ache l’Italia non rispetti le regole e che non ri-duca il suo debito pubblico, che – rimarca – re -sta esplosivo”. Fare politiche di bilancio espan-sive quando si ha un debito “molto elevato”co -

me quello italiano, sostiene Moscovici, è pe-ricoloso, e finirà per “ritorcersi contro” il gover-no che ha fatto questa scelta politica. E, alla fi-ne, il conto lo pagherà “il popolo”. L’e s e c u t i voUe valuterà i documenti programmatici di bi-lancio per il 2019 di tutti gli Stati membri nellesettimane successive alla loro presentazione,che deve avvenire entro il 15 ottobre, e primadella fine di novembre.

Page 2: Ansa Guerra al Fiscal compact: il governo sfida Bruxelles...tico7, spesso citato dal presi-dente della Bce Mario Draghi per rassicurare i mercati. Un complesso meccanismo che impone

2 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 29 Settembre 2018

LA GIORNATA

Al lavoro sulle stime Anchecon un deficit al 2,4% il debitopuo stabilizzarsi o scendereIl Tesoro studia come evitarela bocciatura. Savona: “S a ràbattaglia con la Commissione”

Guerra al Fiscal compact:il governo sfida Bruxelles

La svolta Dopo anni di sforzi per ridurre l’indebitamento, ora lo lasceremo salire

Molti Paesi d’Europa hanno deficit più altidel nostro, ma il problema rimane l’It alia

L’A NA L I SI

Nel 2017, l’Italia ha regi-strato un deficit del 2,4

per cento. Perché i mercati o-ra reagiscono così male allaprospettiva che abbia il 2,4 an-che nei prossimi tre anni, do-po l’1,7 del 2018? La risposta vacercata nel confronto con glialtri Paesi europei.

C’È UN SOLO STATO che, a oggi,si trova sotto procedura di in-frazione per deficit eccessivo,la Spagna, tutti gli altri sononel “braccio preventivo” d elPatto di Stabilità.

La maggior parte dei 26 vir-tuosi (dalla Bulgaria a Cipro,alla Svezia) hanno anche rag-giunto il proprio “obiettivo dimedio termine”, che varia daPaese a Paese ma riguarda lariduzione del debito.

L’Italia, come la Polonia e il

Portogallo, fino a due giorni faera “in deviazione” dal per-corso di aggiustamento, cioèandava nella direzione impo-sta dalle regole ma a un ritmopiù lento. Nel2017 e nel 2018,infatti, l’I ta l i anon ha ridotto ildebito quantoprevisto e sicu-ramente non lofarà nel 2019 (larichiesta era untaglio minimo,0,1 per cento delsaldo struttura-le, che ora invecepeggiorerà). LaCom miss i one

Ue, dopo aver considerato unaserie di “fattori rilevanti”, hacomunque giudicato suffi-ciente lo sforzo strutturale del2018 che avrebbe portato il de-

bito nel 2019 al130,8 per centodel Pil.

I nuovi nume-ri annunciati dalgoverno cambia-no lo scenario.Nel 2019 il deficitnominale medionei Paesi dell’a-rea euro è stima-to allo 0,4 perc e n t o d e l P i l ,quello dell’Italias a r à s e i v o l t e

maggiore, 2,4 per cento. Il de-ficit nominale indicato comeobiettivo per l’Italia dal gover-no Gentiloni, 0,8 per cento,non era considerato credibilecomunque: la mancata cresci-ta già imponeva di adeguare lastima a 1,1 e quel numero nonconsiderava le clausole di sal-vaguardia sull’Iva, 12,5 miliar-di (0,8 per cento del Pil) da tro-vare per evitare l’a um en tod el l’imposta sui consumi. Iprecedenti governi le hannosempre finanziate in deficit,quindi il deficit atteso plausi-bile dell’Italia era comunque1,8-1,9. Altri Paesi hanno defi-cit più alti, ma sono tutti impe-gnati in un percorso di ridu-

zione rilevanti. La Francia,per esempio, avrà nel 2018 undeficit del 2,8 per cento inveceche del 2,6 atteso, ma lo sta ri-ducendo comunque ogni an-no dal picco del 2009 (7,2 percento).

NELLA CONVERGENZA v e rs ofinanze pubbliche solide e so-stenibili, l’Italia già arrancava,ora ha scelto di andare in di-rezione opposta. È vero chel’Italia ha un saldo primario (leentrate dello Stato meno le u-scite, prima di considerare gliinteressi sul debito) del 2,7 percento del Pil, il terzo più altod e ll ’Ue (verrà ridotto a 1,3 ilprossimo anno). Ma non basta

» CARLO DI FOGGIA

Per il governo giallover-de si apre la partita piùcomplicata dal suo in-sediamento. Quella da

cui dipenderà la sua sopravvi-venza, ma anche gli scenari fu-turi dell’Unione europea. Al dilà della reazione dei mercati,la notizia che l’esecutivo por-terà al 2,4 per cento il deficitpubblico non solo per il 2019,ma anche per il biennio suc-cessivo, è un gesto di sfida alleregole fiscali dell’e u r o zo n ache dal 2011 - dopo la crisidell’euro - disciplinano le po-litiche economiche degli Statimembri, riassumibili nel co-siddetto “Fiscal compact”.

È il famoso “pilota automa-tico”, spesso citato dal presi-dente della Bce Mario Draghiper rassicurare i mercati. Uncomplesso meccanismo cheimpone ai Paesi, specie quelliad alto debito come l’Italia, diconvergere verso un “o b i e t t i-vo di medio termine”, indivi-duato nel cosiddetto “p a r e g-gio strutturale”, cioè il saldozero tra entrate e uscite delloStato al netto del ciclo econo-mico e delle misure tempora-nee. Un principio che l’Italianel 2012, col governo Monti,ha recepito nella Costituzio-ne (articolo 81) nel momentodi massima tensione dellospread.

DA GIOVEDÌ l’Italia ha decisodi ripudiare questo meccani-smo. “Abbiamo lanciato ilguanto di sfida alla vecchia Eu-ropa, ora dobbiamo vincere laguerra, perché guerra sarà”,ha spiegato ieri - in un messag-gio al think tank Il nodo di Gor-dio - il ministro agli Affari eu-ropei Paolo Savona, che il Qui-rinale non ha voluto come mi-nistro dell’Economia (ruoloper cui l’economista ha poisuggerito Giovanni Tria).

I numeri mostrano la porta-ta della sfida (e dei rischi). Nel2012 la manovra taglia deficitdi Monti è costata - secondo u-na simulazione del Tesoro -circa 300 miliardi di Pil in unquinquennio, facendo salire ilrapporto debito/Pil. Da Lettain poi, i governi che i sono suc-ceduti hanno sempre tagliatoil deficit nominale ma meno diquanto si erano impegnati a fa-re, promettendo di eseguire lastangata fiscale nel bienniosuccessivo e rinviando di unanno il pareggio di bilancio.

La “flessibilità” è stata con-trattata di volta in volta a Bru-xelles e la crescita è stata asfit-tica (la più bassa dell’Ue). Adaprile il governo Gentiloni si e-ra impegnato a portare il de-

ficit allo 0,8 per cento nel 2019,un punto meno di quanto do-vrebbe chiudere quest’ anno,per arrivare a zero nel 2020.

La nota di aggiornamento alDef approvata dal Consigliodei ministri porta 27 miliardidi risorse in più ricorrendo aldisavanzo. La scommessa de-gli alleati, che Tria dovrà farsua pur avendo lottato finoall’ultimo per evitarla, è chel’espansione fiscale abbia uneffetto sulla crescita tale da e-vitare un peggioramento delrapporto tra debito e Pil. Al Te-soro lavorano per affinare lestime dei cosiddetti “moltipli -catori” (l’effetto sul Pil di ognieuro speso), il cui impatto sullacrescita finale dovrà essere va-

lidato dall’Ufficio parlamen-tare di bilancio: il testo do-vrebbe arrivare lunedì.

Un deficit al 2,4 per centofarà salire il debito? Nelle suestime il Tesoro dirà che il rap-porto si stabilizzerà mostran-do anche un calo. Come ha sti-mato Francesco Lenzi, colla-boratore del think tank econo-mico L a v oc e . i nf o , anche se si

realizzassero solo le previsio-ni “t e n de n z ia l i ” - quelle chenon inglobano le misure delgoverno - previste da Gentilo-ni, anche con il nuovo obietti-vo di deficit basterebbe unacrescita nominale (compresal’inflazione) vicina al 2% per e-vitare che il rapporto salga; nel2017 si è fermata al 2,6%. Que-sto, però, senza contare gli ef-

fetti di diverse variabili che in-fluiscono sul debito (come leprivatizzazioni) e il fatto che lacrescita economica è data inforte rallentamento (senza in-terventi il Pil salirà nel 2019d el l ’1% contro l’1,5% previ-sto). Anche applicando i mol-tiplicatori usati dal Tesoro sa-rà possibile fissare un debi-to/Pil al 2019 in calo rispetto al130,8% stimato per il 2018.

IL VERO PROBLEMA sarà lacomposizione della manovra equanto Tria riuscirà a spostarele risorse dalle spese per tra-sferimenti (reddito e pensionidi cittadinanza, mini flat taxper le partite Iva, riforma dellaFornero, che assommano a 18

miliardi) a quelle per investi-menti, che hanno il maggiorimpatto sulla crescita. Per orala manovra 2019 è lievitata a 40miliardi, di cui 27 in deficit (12solo per rinviare gli aumentidell’Iva) e 13 di altre copertureda trovare (dai tagli, che sonorecessivi, al condono).

L’unica certezza è che l’Ita -lia non mostrerà alcun miglio-ramento del saldo strutturale acui guarda Bruxelles. “Non ab-biamo interesse a una crisi traCommissione e Italia”, haspiegato ieri il commissarioUe agli Affari economici Pier-re Moscovici. “Se l’Ue ci boc-cia la manovra, andiamo avan-ti”, attacca Matteo Salvini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

27 mldIl maggior disavanzoÈ lo spazio fiscaleaperto dall’e s e c u t i vo

I lati dellaba r r icat a

Il ministro Triaa Palazzo Chi-

gi e la festa deiCinque Stelle

dopo il vertice.Sotto, PaoloS avon a Ansa

La differenzaIl disavanzomedio nell’a re aeuro sarà dello0,4% del Pil nel2019, il nostroora sei volte tanto

LE DICHIARAZIONI

Salvini: “Se ci boccial’Ue andiamo avanti”Di Maio: “No scontri”

qCHI HA PAURA di Bruxelles? Mat-teo Salvini proprio no: “Se l’E u ro p a

boccia la manovra noi tiriamo avanti”, harisposto il ministro dell’Interno e vicepre-mier ai cronisti che gli chiedevano qualefosse la linea nella partita che si apre conl’Ue. “Pensiamo di lavorare bene per la cre-scita del Paese, per ridare fiducia, speranza,energia e lavoro – ha aggiunto il leghista –

quindi sono felice di quello che abbiamo fat-to in questi quattro mesi e di quello che fa-remo nei prossimi quattro anni”. Per quantoriguarda poi il ministro dell’Economia Gio-vanni Tria, Salvini ha dichiarato che “non èmai stato in bilico”. Il Def è “un passo versola civiltà”, ha concluso, e “i mercati se nefaranno una ragione”. Più morbido nei mes-saggi pubblici all’Ue l’altro vicepremier, il

5Stelle Luigi Di Maio: “Ora parte l'interlo-cuzione con l’Unione europea e non abbia-mo intenzione di andare allo scontro. Neiprossimi giorni vogliamo incontrare tutti isoggetti pubblici e privati che rappresen-tano la realtà del mercato e ribadire che nel2,4% ci sono anche 15 miliardi di euro di in-vestimenti, è il più grande piano di investi-menti mai fatto in Italia”.

Sabato 29 Settembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 3

» STEFANO FELTRI

“Quando i mercati potran-no conoscere nei detta-gli la nostra manovra lospr ead sarà coerente

con i fondamentali della nostra e-conomia”, assicura il premier Giu-seppe Conte. Ma i mercati, sulla ba-se delle informazioni di cui dispon-gono sul deficit al 2,4 per cento delPil per i prossimi tre anni, reagisco-no in modo netto: fuga dall’Italia. Lospread, cioè la differenza di rendi-mento tra i titoli italiani e tedeschi,sale da 236 punti a 281 poi scende afine giornata a 267, il tasso di inte-resse sul debito a 10 anni arriva al3,13 per cento. Uno spread più altodovuto alle attese di un aumentodell’indebitamento ha come effettodi ridurre il valore dei titoli in pan-cia alle banche italiane (il mercatopaga tassi più elevati di quelli sui ti-toli in portafoglio). E infatti in Borsasi registra un tracollo dei titoli ban-cari: Bpm -9,4 per cento, Intesa San-paolo -8,43, Bper -8,34, Unicredit-6,7. Nessun altro listino europeoperde così. Il problema è l’Italia.

ALCUNI INVESTITORI,come Amun-di o Natixis, nei loro report da gior-ni scrivevano che i tassi di mercatogià incorporavano un deficit soprail 2 per cento, anche perché non c’e-rano le condizioni politiche per te-nerlo più basso. Nessuno avevaprevisto però l’asprezza del con-fronto tra il ministro del TesoroGiovanni Tria, completamentesconfitto, e i due partiti di maggio-ranza Lega e M5S.

I problemi che spaventano i mer-cati sono quindi due: le prospettivefuture e la composizione della ma-novra. In assenza di tutte le infor-mazioni su come quel 2,4 per cento

di deficit condiziona il resto dei sal-di di bilancio, in particolare il de-bito, gli investitori si preparano alpeggio. Con il ministro Tria ormainon più credibile come argine allerichieste di Luigi Di Maio e MatteoSalvini. “Si sono disegnati un ber-saglio sulla fronte”, è il commentodi un analista. I mercati, dice un re-port dell’Osservatorio sui contipubblici di Carlo Cottarelli, po-trebbero ora “ritenere che l’a g g i u-stamento del bilancio non avverràné ora né in futuro, il che potrebbemettere in dubbio la sostenibilitàdel nostro debito pubblico”.

“Quello che emerge finora dalladiscussione in Italia non sembra inlinea col Patto di Stabilità”, dice ilvicepresidente della Commissioneeuropea, Valdis Dombrovskis. E anovembre Bruxelles quasi certa-mente boccerà lo schema della leggedi Bilancio perché non mantienel’impegno a ridurre il debito. Ma leconseguenze, che dopo un lungo i-ter possono arrivare alla procedurad’infrazione, alla multa dello 0,2 per

cento del Pil e al blocco di parte deifondi europei, non sono il problemaimmediato. Il 26 ottobre l’agenziaStandard & Poor’s si pronuncerà sulrating dell’Italia, e negli stessi giornianche Moody’s. Un declassamento,a questo punto, pare quasi certo.

NON SOLTANTO per lo sforamentodel deficit. Secondo Prometeia, unasocietà di ricerche, “portare il disa-vanzo al 2,4 per i prossimi tre annirischia di avere un effetto nullo sulladinamica della crescita”. Perché ilmaggiore impatto espansivo di mi-sure come reddito di cittadinanza epensioni anticipate “potrebbe esse-re compensato da maggior incertez-za e spreadpiù elevati, in un contestoin cui il rapporto tra debito e Pil nondiminuisce”.

In molti, sui mercati ma anche alTesoro, pensano che quello che si èvisto ieri sui mercati sia solo l’i n i-zio e che la situazione potrebbepeggiorare quando ci saranno piùdettagli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN MANI ESTERE Il gruppo degli elettrodomestici

Anche Candy va ai cinesi: lo storico marchioitaliano venduto ad Hayer per 475 milioni

qANCHE CANDY vo -la in Cina. La storica

azienda di elettrodomesti-ci, che per prima ha portatola lavatrice nelle case degliitaliani, sarà acquisita daQindao Hayer per 475 mi-lioni di euro. Lo stessogruppo cinese quotato aShanghai ha annunciatoche due soci italiani cure-ranno il trasferimento di proprietà. Glieredi del fondatore Eden Fumagalli,Beppe e Aldo, così come DonatellaVersace poco prima di loro (la reginadella moda italiana è reduce dalla ces-sione dell'azienda di famiglia alla Hol-ding Kors) si sono dichiarati felici del-l'operazione. Hanno dichiarato: “Qin-gdao Haier e Candy Group condivido-no la stessa visione, che è quella di con-tinuare a migliorare la qualità della vita

delle famiglie. Crediamo chela capacità di innovazione,tecnologia e design unite allostile italiano di Candy si inte-greranno perfettamente conil modello operativo di Qin-gdao Haier”. Haier, leadermondiale della produzionedi elettrodomestici, stabiliràil proprio quartier generale aBrugherio (MB). Nel comu-

nicato ufficiale si legge che il colosso ci-nese continuerà a investire nell’aziendaitaliana “per aumentarne la competiti-vità in Europa e a livello globale”. Candynel mondo conta più di 4000 dipen-denti, 1000 dei quali nella sede di Bru-gherio, unica italiana. La Fiom CgilBrianza ha riferito che in azienda “si èdiffuso un clima di grande apprensio-ne”. E ha aggiunto “Siamo in attesa diricevere le informazioni dovute”.

La manovra vale 40 miliardi

Ma ne mancano 13n AT T UA R E le misure promesse da Lega e M5Spotrebbe far lievitare il conto della manovra a 40miliardi. Una cifra che nemmeno il deficit al 2,4%basterebbe a coprire: servono altri 13 miliardi dirisorse aggiuntive.

n NELLE CIFRE finora emerse dal lavoro delleforze di governo rientrano 12,5 miliardi perrinviare l’aumento dell’Iva, 10 per il reddito dicittadinanza, circa 7 per quota 100 per lepensioni, 1,5 miliardi per i risparmiatori, 1,5 per laflat tax sugli autonomi, 1 miliardo per l’Ires. Allespese indifferibili vanno 3,6 miliardi e 3-4 miliardiai maggiori interessi sul debito.

n VISTE le esigue risorse, alcune misure avrannodei paletti. Quello fissato per cambiare la Fornero(quota 100) sarà doppio: età minima a 62 anni econtributi a 38 anni. Allo studio anche lapossibilità di bloccare l’aumento dell’a s p e t t a t i vadi vita di 5 mesi per le pensioni anticipate previstoper il 2019. In pratica quindi nel 2019 si potràcontinuare ad andare in pensioneindipendentemente dall’età avendo 42 anni e 10mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne)invece che 43 anni e 3 mesi. L’obiettivo sarebbequello di consentire l’uscita di 400 persone.

In codaFile di giovaniin cerca di la-voro e anzia-ni in un uffi-cio dell’I np sAnsa

a renderci virtuosi, perché cisono, appunto, gli interessi e lazavorra del debito. Nel 2019 ildebito pubblico medio dell’Uedovrebbe essere 78,5 per cen-to del Pil, quello dell’Italia saràoltre il 130,8. La riduzione at-tesa del debito per l’Italia eradell’1,9 per cento del Pil, supe-riore alla media dei Paesi Uedell’1,6 per cento. Ma ora quel

numero andrà rivisto di molto,alla luce della scelta di tenereun deficit nominale del 2,4 percento e non soltanto per un an-no, ma per tutti i tre anni co-perti dalla legge di Bilancio.

Anche se nella percezionediffusa l’Europa è ancora in u-na fase di austerità, l’Uff ic ioparlamentare di bilancio(l’autorità indipendente sui

conti pubblici), a giugno os-servava che i dati dei program-mi dei vari Paesi Ue “indicanoper il 2018 una politica di bi-lancio leggermente espansi-va”, mentre per il 2019 era at-teso un impulso “leggermentere stri tti vo” che avrebbe peg-giorato gli effetti del rallenta-mento del ciclo economico.

IN TEORIA non è sbagliatospendere di più quando l’e c o-nomia rallenta, ma l’I t al i anon si limita a tenere una po-litica espansiva, bensì smettedi cercare di convergere ver-so gli obiettivi concordati espende in deficit tanto da fardi nuovo aumentare il debitodopo anni in cui, pur con unricorso al disavanzo costante,era riuscita a stabilizzare l’i n-debitamento con anche unapiccola riduzione.

STE. FEL.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nuov is ce n a r iUna simula-zione di Gol-dman Sachssu come il de-bito aumente-rà per effettodella manovra

La lavatrice Candy

Mercati spiazzati, crollala Borsa e sale lo spreadLa reazione Precipitano le banche che hanno investito in titoli di StatoIncertezze sulle prospettive di crescita e sull’andamento del debito

I numeri

2 67Il livellodello spreadtra debitoitalianoe tedesco ierialla chiusuradel mercato

-3, 1 3 %Il tassodi interesserichiesto dalmercato peri titoli di Statoa 10 anni

-3,7 %Il tracollo diPiazza Affari,la Borsap e g g i o redi Europa

-9,4 %Il calo delvalore delleazioni di Bpm,la peggioretra le banchea f fo n d a tedall’a u m e n todello spread.Male ancheI n te s a , - 8 ,4

Molto perplessi Gli investitori hanno reagito male alla manovra La Pre ss e

“DEBITO DANNO AI CITTADINI”

Moscovici ora apreal dialogo con Roma:non vogliamo sanzioni

qSUPERATO il timore dei “piccoli Mus-solini” che infestano l’Europa e dell’Ita -

lia che rischia di essere un problema, ieri il com-missario europeo agli Affari economici e finan-ziari, Pierre Moscovici, ha detto alla tv franceseBfm che continuerà “il dialogo” con il governoitaliano sulla manovra economica. Il politicoparigino è stato conciliante, ha detto di non es-sere “nello stato d’a n i m o” di comminare san-

zioni all’Italia. “Non abbiamo interesse a unacrisi tra la Commissione e l’Italia – ha detto –nessuno ha interesse a una cosa del genere,perché l’Italia è un Paese importante della zonaeuro. Ma non abbiamo nemmeno interesse ache l’Italia non rispetti le regole e che non ri-duca il suo debito pubblico, che – rimarca – re -sta esplosivo”. Fare politiche di bilancio espan-sive quando si ha un debito “molto elevato”co -

me quello italiano, sostiene Moscovici, è pe-ricoloso, e finirà per “ritorcersi contro” il gover-no che ha fatto questa scelta politica. E, alla fi-ne, il conto lo pagherà “il popolo”. L’e s e c u t i voUe valuterà i documenti programmatici di bi-lancio per il 2019 di tutti gli Stati membri nellesettimane successive alla loro presentazione,che deve avvenire entro il 15 ottobre, e primadella fine di novembre.

Page 3: Ansa Guerra al Fiscal compact: il governo sfida Bruxelles...tico7, spesso citato dal presi-dente della Bce Mario Draghi per rassicurare i mercati. Un complesso meccanismo che impone

4 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 29 Settembre 2018

Assenti Alcuni eletti hanno disertato la festa sotto Palazzo Chigi: “Sbagliato esultare ora”

I mal di pancia grillini per Di Maio sul balconeIL RETROSCENA

» LUCA DE CAROLIS

L’altro lato del balcone.Ovvero, il malessere di

quei Cinque Stelle che nonhanno gradito il Luigi Di Maio

trionfante di giovedì sera.Il vicepremier e capo po-litico che ha salutato dal-la balconata istituziona-le i parla-m e n t a r i(molti) em i li t a nt i(pochi) ,r a du n a-tisi contanto dib a nd i e-r e d e l

M o v i-mento sotto

Palazzo Chigiper festeggiare

il 2,4 per centonel Def strappa-

to al ministro dell’EconomiaGiovanni Tria.

“Un momento storico” hacelebrato Di Maio. E attorno alui, vari ministri a fargli dagiubilante corona. Ma dietroai sorrisi, c’è chi guarda alla

realtà. Compresi diversiparlamentari del Movi-

glio non esporsi troppo. “Il ca-so del decreto di Genova, contutti quegli annunci, non ha in-segnato niente, eppure c’ègente che minaccia di andaresotto casa di Beppe Grillo” ri -corda un maggiorente del Mo-vimento. Però Di Maio non havoluto sentire ragioni.

Voleva rivendicare la vitto-ria politica, perché il Def e lamanovra nella sua ottica do-vranno essere nel segno delreddito di cittadinanza, così datenere il passo del Matteo Sal-vini che cresce di settimana insettimana nei sondaggi par-lando sempre di migranti. Perquesto, il vicepremier pensava

già da giorni a una manifesta-zione per celebrare il Def. Egiovedì pomeriggio, appenaha visto che Tria stava ceden-do sulla percentuale tra debitoe Pil, ha ordinato la mobilita-zione, “i sp i r a t a” anche dalportavoce di Giuseppe Contenonché supremo capo dellacomunicazione a 5Stelle, Roc-co Casalino. Così staff e parla-mentari hanno recuperato lebandiere nei magazzini, e i re-sponsabili dei social hanno av-viato la propaganda. Ma alcunieletti già storcevano la bocca.E hanno disertato la festa a fa-vore di telecamere. Mentre ie-ri dalla pancia del M5S bolla-

vano come un errore “gram -m a ti c a l e” l’aver fatto uscirecomunicazioni a pioggia sulDef a firma dei due vicepre-mier, Di Maio e Salvini, la-sciando per ore in silenzio ilpremier Giuseppe Conte.

“Al Quirinale non avrannogradito”, è il sospetto. Ecces-sivo, forse. Ma di certo è ano-malo non aver tenuto una con-ferenza stampa dopo il consi-glio dei ministri sul Def. Even-to più unico che raro, visto cheogni governo ha sempre mo-strato tabelle e numeri del Do-cumento nella conferenza do-po la riunione dei ministri.

INV ECE l’esecutivo giallover-de ha interrotto la tradizione,non tenendola neppure ieri.Innanzitutto per il motivo pra-tico già spiegato, ossia perchéil testo definitivo ancora nonc’è. Però è ovvio che l’altra ra-gione sia stata il clima dentro ilgoverno, dopo un giovedì incui si è stati vicinissimi alle di-missioni del titolare del Mef.Quel Tria che, è pensiero dif-fuso nel M5S, difficilmente re-sterà al suo posto dopo il varod e l l a l e g g e d i S t a b i l i t à .

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fe st a nt iLuigi Di Maiosul balconedi PalazzoChigi con al-cuni ministriLa Pre ss e

mento. Convinti che la cele-brazione fosse evitabile in-nanzitutto perché il Def, cioèla sostanza, ancora non c’è.Nonostante andasse pubbli-cato per legge entro il 27 set-tembre. E invece nulla. Per-ché, come ammettevano ieridallo stesso M5S, “il testo vaprofondamente sistemato”.

Tanto che nondovrebbe arriva-re prima di lune-dì.

UN PRIMO, consi-stente fatto che a-vrebbe dovutoconsigliare pru-denza a Di Maio eai suoi. Ma so-prattutto, diversieletti (special-mente in Senato)temono il possi-bile contraccol-

po, “perché dopo una festa delgenere ora in tanti penserannoche la pensione o il reddito dicittadinanza si potranno riti-rare da lunedì, e invece c’è an-cora tanto da fare”. Ossia mesidi lavoro, con norme da appro-vare e conti da tradurre in pra-tica. E allora, sarebbe stato me-

» LUCIANO CERASA

Qual è la soglia oltre la qualeuna “pace fiscale”diventaindiscutibilmente uncondono generalizzato

pro evasori? Per i Cinquestelle lafoglia di fico si tiene con le cartellefino a 100 mila euro, per la Lega sipuò arrivare anche a un milione.

LA VERSIONE della soglia dei 100mila euro oltre la quale il condononon scatta, caldeggiata dai Cin-questelle e che sembrava esserepassata indenne attraverso i do-cumenti in preparazione, è statasuccessivamente contestata dallaLega. Il tetto “sarà 500 mila euro”ha annunciato ieri il viceministrodell’Economia, Massimo Garava-glia. “Personalmente - ha rincara-to l’esponente leghista - un milio-ne ci sta tutto, perché un’aziendi -na ci mette un attimo a cumulareun milione di arretrati, però anche500 mila ci può stare”. “Ho sem-pre detto ai Cinquestelle che il tet-to del milione è trattabile, comeabbiamo detto che evasione ed e-lusione vanno trattati in manieradiversa”, spiega al Fatto il sotto-segretario all’Economia della Le-ga Massimo Bitonci. “L’interven -to è molto più complesso per de-rubricarlo al tetto sulle cartelle –minimizza - non è un tombale evedrete che ci sarà anche una nor-ma a regime con la possibilità diaccedere a un concordato con a-desione che in altri paesi è sempreaperto, fare dichiarazioni aggiun-tive per far emergere imponibili emisure che riguarderanno anchele multe stradali e le liti fiscali”. Ildiverso impatto dei due “te t ti ”

sulla connotazione del governorispetto alla dilagante evasione fi-scale e sui conti della manovranon è da poco. Ogni anno l’Agen -zia delle Entrate emette in media

3 milioni di nuove cartelle esatto-riali. Il 75% sono di importi fino a5 mila euro, quelle tra i 20 mila e i100 mila pesano per il 3,5%. Gli i-scritti “a ruolo” per cifre fino al

milione di euro sono 7-8mila, mada soli assorbono il 20% del caricodegli importi da corrisponderesul totale.

NELLA BOZZAdel Programma na-zionale di riforma circolata neigiorni scorsi che il governo dovràpresentare insieme alla Nota diaggiornamento al Def, si ribadiscel’intenzione di varare un provve-dimento di “pace fiscale” in formadi un condono di vasta portata:dovrebbe coinvolgere non solo icontribuenti che sono statti rag-giunti da una cartel-la esattoriale, ma an-che le liti fiscali pen-denti compreso il se-condo grado di giu-dizio e fino a 100 mi-la euro. Solo perquanto riguarda leliti pendenti il 68%,in termini assoluti, èsotto i 20 mila euro,ma quelle sopra i 100mila valgono oltre lametà dell’ammonta -re. Con un’aliqu otamedia del 15% perstralciare il debito, in linea conquella proposta dalla Lega, si in-casserebbero 3,5-4 miliardi.

Secondo i dati del Tesoro, a fi-ne giugno 2018 le liti pendenti da-

vanti alla giustizia tributaria era-no 406.946, del valore di circa 50miliardi. I ricorsi si sono ridottidel 7,54% rispetto all’anno scor-so confermando un trend che è indiscesa dal 2012. Nel secondo tri-mestre del 2018 sono state defi-nite 65.835 controversie, con unariduzione delle decisioni del6,50%. La quota di giudizi favo-revole all’ente impositore si è at-testata al 46%, mentre per i giu-dizi intermedi è stata di circa il12%. Il valore dei crediti affidatialla riscossione è quantificato in

800 miliardi, di cuisolo 50 sarebbero,secondo il governo,recuperabili. Tutta-via le diverse “rotta -mazioni” delle car-telle, l’ultima ratadeve essere ancorapagata, dovrebberorendere al massimointorno ai 4 miliardied erano rivolte ai 20milioni di contri-buenti che non han-no pagato i loro debi-t i m a t u r a t i t r a i l

2000 al 2016, per un totale di 51miliardi di euro.

Ieri i 5Stelle non hanno smen-tito le indiscrezioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il rilancioAcce r t a me nt idella Gdf.Sotto, il vice-ministro leghi-sta GaravagliaAnsa

Misura continuaBitonci (Lega):“Ci sarà ancheun concordatoin adesioneper chiuderei debiti col fisco”

I ncong r ue n z eSorrisi e bandiere,ma il Def ancoranon c’è. E dopoil Cdm, nemmenola conferenzastampa di rito

Pure il tettoa 1 milioneci sta:u n’aziendaci mette unattimo perrag g i u nge rl o

M A SS I M OG A R AVAG L I A

SA NATOR I E Il condono si allarga ancora“La soglia a 500 mila euro”La Lega alza l’asticella per lo stralcio di cartelle e liti della pace fiscale. Silenzio dai 5Stelle

Lo sberleffo

RENZI E IL DEBITO,UNA TRAGICOMMEDIA» MA. PA.

, PURTROPPO ha avuto la malattia,altrimenti il debito pubblico era già

vicino al 100% del Pil. Ora che, dopo le cri-tiche dem al nuovo Def “e s p a n s i vo”, sui so-cial tutti gli ricordano la sua proposta del2017 (“Back to Maastricht”) di portare il deficit al 2,9%del Pil per cinque anni filati, Matteo Renzi l’ha presamale: “Cari amici grillo-leghisti! Nel libro Ava n t i dico diportare il deficit al 2,9% ma solo se c'è una manovra

choc di riduzione del # d e b i to p u b b l i co di decinedi miliardi. Purtroppo è un libro, un libro senzafigure: Di Maio non lo capisce. Ma voi potetespiegarglielo? Grazie mille”. Tenteremo noi: ilpiano choc per portare il debito al 100% del Pil

in dieci anni si chiamava “C a p r i co r n ”(giurin giurello) econsisteva in un’operazione contabile che coinvolge-va le aziende pubbliche e Cassa depositi e prestiti gra-zie a un complicato modello matematico ispirato al

gioco delle tre carte. Poi si sa come vanno le cose: nien-te deficit al 2,9% e l’operazione Capricorn in campa-gna elettorale diventò un più sobrio “piano di riduzioneg ra d u a l e ” del debito basato sul mantenimento di unalto avanzo primario e (se possibile) un basso costodel debito chiamata “avanti come prima”. La cosa,co m ’è noto, non ha convinto gli elettori, ma questo è ilmeno. Ora ci perseguita una domanda: Renzi ha scrittodi sicuro Ava n t i , ma poi l’ha letto?

Sabato 29 Settembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 5

» VIRGINIA DELLA SALA

Diventerà anche la “m a-novra del popolo”, ma o-ra che è stata approvatala nota di aggiornamen-

to al Documento di economia efinanza bisogna iniziare a conta-re. E i conti della sanità, tolti i nonprevisti successi futuri del mini-stro Giulia Grillo, rischiano dinon tornare.

A FAR SCATTARE l’allarme, primaancora che si raggiungesse l’ac -cordo sul Def, era stato una que -stion time di giovedì del ministrodella Sanità al Senato. Rispon-dendo all’interrogazione di Va-sco Errani (Misto -Leu), Grillo a-veva parlato dei finanziamenti alservizio sanitario nazionale per il2019 e aveva spiegato che era pre-visto un incremento di un miliar-do rispetto al 2018. L’incremen -to, però, non è una novità: il finan-ziamento resta infatti quello pre-visto dalla precedente legge di Bi-lancio, del governo Gentiloni, evale 114,4 miliardi di euro (115 mi-liardi a cui vanno sottratti 600milioni per le Regioni speciali).Un po’ pochi, se si considerano lenecessità urgenti del sistema sa-nitario nazionale e i tagli dell’ul -timo decennio.

Mancano ad esempio i soldiper coprire il rinnovo dei con-tratti del personale del serviziosanitario nazionale, bloccato danove anni. “La legge di Stabilitàper i l 2017 aveva previsto,nell’ambito del Fondo sanitarionazionale (Fsn) il vincolo dellerisorse necessarie – ha detto laGrillo - senza tuttavia prevederea tale scopo un incremento dello

stesso Fondo”. Si tratta di centi-naia di milioni di euro, circa600-700 per la precisione, chead oggi non sono conteggiati. “Ilministro si è impegnata a repe-rire questi fondi nella prossimamanovra – spiega Stefano Cec-

coni, Responsabile Sanità dellaCgil - Ma al momento i fondi perla sanità restano al palo”.

Altro punto critico è la pesanteriduzione dell’incidenza dellaspesa sanitaria sul Pil: nell’ultimoDef del governo Gentiloni si pas-

sa dal 6,7% di quest’anno al 6,3%del 2019. “Di fatto – spiega Cec-coni - si segue la china calante diquesti anni. Rappresenta tecni-camente un definanziamento,soprattutto se si tiene conto solodella crescita nominale del Pil”.Ci sarebbe poi da coprire l’abo -lizione del superticket promessadalla stessa Grillo, che vale tra i350 e i 500 milioni di euro. Insom-ma, servirebbe almeno un altromiliardo. I conti veri, comunque,si faranno nella Legge di Bilancioalla quale, però, le categorie guar-dano con preoccupazione.

Tra il 2010 e il 2014, secondo idati della Corte dei Conti, sono

stati tolti al servizio sanitario na-zionale 14,5 miliardi e altri 10,5miliardi nel triennio 2015-2018per finanziare le diverse misuredi politica economica, dagli 80euro in busta paga agli sgravi alleassunzioni del Jobs act (-11,17 mi-

liardi alla sanità nel 2015-2019).Ogni anno si è fatto crescere dipoco il finanziamento nelle pre-visioni e si è tagliato al momentodella manovra. E senza tenereconto del fatto che anche solo peradeguarsi a prezzi e tecnologie, ilfondo dovrebbe crescere del 2per cento l’anno, cosa che non ac-cade da molti anni.

Nel 2018, per esempio, l’intesacon le Regioni prevedeva che ilFondo di finanziamento del Ssnsarebbe stato di 115 miliardi. Poila manovra lo ridusse a 114 mi-liardi: sono stati tolti per decreto604 milioni di tagli che le Regio-ni speciali non si sono volute ac-collare e che per legge, senza in-tesa, si scaricano su quelle a sta-tuto ordinario; e poi c’è stato untaglio alle Regioni di altri 2,7 mi-liardi, di cui 300 milioni alla sa-nità come “contributo alla finan-za pubblica”.

AL MOMENTO, l’obiettivo dellaGrillo è fare in modo che in ma-novra ci si assicuri quel miliardoper poi recuperare quanto piùpossibile anche considerandol’accordo raggiunto sul deficit al2,4 per cento per il 2019, non an-cora certezza durante il questiont im e (quando l’orizzonte con-templato andava dal minimo di1,6 a un massimo di 1,9 per cento).Resta l’idea di puntare prima ditutto sulla razionalizzazione e lariorganizzazione: dal tavolo sullagovernance ai beni e i servizi, chedovrebbero coprire il taglio delsuperticket. Tutto il resto si ve-drà. Difficilmente però dai ricon-teggi riusciranno a venir fuori isoldi per i medici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» MARCO PALOMBI

La via intellettualmente piùcomplessa per fare opposi-

zione al governo gialloverdesulle politiche economiche èquella che tocca - forse non pa-radossalmente - alla sinistraovunque residuata nel Paeseal netto del tracollante equi-voco noto come Partito demo-cratico. Questa sinistra s’è alungo spesa contro il Fiscalcompact - cioè quell’i n s ie m edi regole che impongono aiPaesi dell’Eurozona il pareg-gio di bilancio a tappe forzate- e il pareggio di bilancio in Co-stituzione (la Cgil provò addi-rittura la via del referendum)e ora non può reagire come unrenziano qualunque (“pa z z iir resp onsa bili ”) alla primamanovra almeno un po’ e-spansiva da molti anni.

IL FILO retorico su cui devecamminare quest’area politi-ca è sottile. Si va dall’autodafé

di Michele Emiliano (“c’è dachiedersi come è possibile chenel passato la sinistra ufficialenon sia riuscita a fare manovredel genere”) alla formula “s ì,ma...” in vigore nella maggiorparte di LeU: “Il problema nonè utilizzare il deficit in sé (...) Ilpunto è cosa ci fai con quel de-ficit”, scrive Nicola Fratoian-ni. “Non saremo certo noi astracciarci le vesti per lo sfo-ramento del deficit in sé (...) Ilproblema è come vengono u-sate le risorse”, fa eco la sena-trice Loredana De Petris. Eche bisognava farci? “Un ro-busto piano di investimentipubblici” (Fratoianni) e, inve-ce, “lo sforamento sarà utiliz-zato per la spesa corrente”(DePetris). Peccato che poi si de-nunci un taglio della spesa cor-rente previsto nel Def (circa 5miliardi) come un taglio alwelfare e sempre lì dentro sia-no previste pure misure defi-nite “condivisibili“: “La quota100 nella Fornero, il reddito di

cittadinanza, l’aumento dellepensioni minime” (De Petris).Insomma, no alla flat tax dellaLega e il resto può andare.

Potere al Popolo, invece, èsu una posizione più aggressi-va: “Siamo contro il governoperché rispetta il 3% di deficitdell’Ue e vuole abolire la po-

vertà ma intanto decreta la pri-gione per i poveri. Contro l’in -giustizia sociale il Def è poco,non troppo”, detta la linea l’exsindacalista Giorgio Crema-schi. Il profilo twitter di PaPrilancia - contro “i tifosi dellospread e quelli del debito” - unarticolo dell’economista Emi-

liano Brancaccio di qualchegiorno fa che bocciava i vari“fronti”elettorali anti-populi-sti proposti in zona Pd: “Ap -pelli sbagliati.L’an ti fa sc is moliberista e defla-zionista di Ma-cron e dei suoi e-pigoni è un ossi-moro, è una con-traddizione intermini. È un’i-pocrisia politicaed è un fallimen-to annunciato”.

SCOMODA a ss a ila posizione dichi stava nel Pd etenta di far valere il propriopercorso senza le necessarieprecauzioni retoriche. L’exdeputato Alfredo D’At t o r r e(LeU) s’è dovuto difendere suTwitter: “Sono stato rimpro-verato per aver parlato di ‘op -posizione anti-italiana’. Macome definire quella parte di

Conti Il finanziamento al Servizio sanitario è scarso, il riordinoin corso non basta. Il ministero: “Spingeremo in Parlamento”

Sulla salute siamoal solito Def:manca un miliardo

VECCHIE ABITUDINI

Tre tipi Emiliano del Pd, Cremaschi di Pap e Fassina di LeU La Pre ss e

Autunno caldo Il ministro della Salute, Giulia Grillo La Pre ss e

opposizione che si ispira a Ma-cron, il quale innalza il deficital 2,8%, ma in Italia chiede cheil deficit venga ridotto sempre

di più? È assurdopolemizzare conil governo perchétrasgredisce il Fi-scal Compact”.

Ancor più net-to il suo amicoStefano Fassina:“Si apre una ine-dita partita. Fi-nalmente, ritor-na il primato del-la politica sull’e-conomia, condi-zione necessaria,ahimé non suffi-

ciente dati i rapporti di forzainterni e esterni, al primatodella sovranità costituzionale.La cosiddetta sinistra da cheparte sta? Continua ad affidar-si al Generale Spread per mio-pi illusioni elettorali?”. Unastrada sottile, forse troppo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I numeri

14 , 5m i l i a rd i :la riduzionedel fondodel Ssntra il 2010e il 2014

10, 5m i l i a rd i :la riduzionedel fondodel Ssntra il 2015e il 2018

350milioni:è il valoreminimodi quantoco s te re b b el’abolizionedelsuper ticket

6, 3%La previsionedella spesasanitariar i s p e t toal Pil nel 2019,quest’annoè al 6,7 %

Niente fondi aggiuntiviServono almeno 600milioni per i contrattidel personale, altrettantiper abolire il superticket

Pos i z ion a me nt iSi va dall’auto d a fédi Emiliano (“nonpotevamo farlono i? ”) al pezzodi LeU la cui lineaè “sì, però...”

L’A PPE L L O

“Vogliamo saperechi ha fatto uccidereDaphne Caruana”

qUN APPELLO per una grandemanifestazione a Malta, il pros-

simo 16 ottobre, per ricordare la gior-nalista Daphne Caruana Galizia, ucci-sa nell’isola un anno fa, e sollecitare laricerca “dei mandanti” del suo omici-dio. È il documento diffuso dall’i nv i a t adel Tg1 Maria Grazia Mazzola, e sot-toscritto da diversi colleghi di varie te-

state, per chiedere la verità sul casodella giornalista maltese, uccisa daun’autobomba nascosta nella sua vet-tura mentre era nel pieno delle inda-gini sul coinvolgimento di politici localinel caso dei Panama Papers, riguar-dante fondi neri nascosti all’estero. “Il16 ottobre - esorta l’appello - andiamotutti a Malta a manifestare schierati

con la famiglia di Daphne e i colleghim i n a cc i a t i “. Una presenza più che mainecessaria, ricorda il testo, perché “lapolizia di Malta non è indipendente,come ha detto la commissaria euro-pea alla Giustizia. Mentre i figli di Da-phne puntano il dito contro il governo,e dicono che i mandanti sono protettidalla politica”.

I m b a ra z z i La difficile sopravvivenza tra la retorica dei tifosi dello spread e quella g i a l l o ve rd e

La sinistra che applaude alla manovra espansivaFILO SOTTILE

Page 4: Ansa Guerra al Fiscal compact: il governo sfida Bruxelles...tico7, spesso citato dal presi-dente della Bce Mario Draghi per rassicurare i mercati. Un complesso meccanismo che impone

4 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 29 Settembre 2018

Assenti Alcuni eletti hanno disertato la festa sotto Palazzo Chigi: “Sbagliato esultare ora”

I mal di pancia grillini per Di Maio sul balconeIL RETROSCENA

» LUCA DE CAROLIS

L’altro lato del balcone.Ovvero, il malessere di

quei Cinque Stelle che nonhanno gradito il Luigi Di Maio

trionfante di giovedì sera.Il vicepremier e capo po-litico che ha salutato dal-la balconata istituziona-le i parla-m e n t a r i(molti) em i li t a nt i(pochi) ,r a du n a-tisi contanto dib a nd i e-r e d e l

M o v i-mento sotto

Palazzo Chigiper festeggiare

il 2,4 per centonel Def strappa-

to al ministro dell’EconomiaGiovanni Tria.

“Un momento storico” hacelebrato Di Maio. E attorno alui, vari ministri a fargli dagiubilante corona. Ma dietroai sorrisi, c’è chi guarda alla

realtà. Compresi diversiparlamentari del Movi-

glio non esporsi troppo. “Il ca-so del decreto di Genova, contutti quegli annunci, non ha in-segnato niente, eppure c’ègente che minaccia di andaresotto casa di Beppe Grillo” ri -corda un maggiorente del Mo-vimento. Però Di Maio non havoluto sentire ragioni.

Voleva rivendicare la vitto-ria politica, perché il Def e lamanovra nella sua ottica do-vranno essere nel segno delreddito di cittadinanza, così datenere il passo del Matteo Sal-vini che cresce di settimana insettimana nei sondaggi par-lando sempre di migranti. Perquesto, il vicepremier pensava

già da giorni a una manifesta-zione per celebrare il Def. Egiovedì pomeriggio, appenaha visto che Tria stava ceden-do sulla percentuale tra debitoe Pil, ha ordinato la mobilita-zione, “i sp i r a t a” anche dalportavoce di Giuseppe Contenonché supremo capo dellacomunicazione a 5Stelle, Roc-co Casalino. Così staff e parla-mentari hanno recuperato lebandiere nei magazzini, e i re-sponsabili dei social hanno av-viato la propaganda. Ma alcunieletti già storcevano la bocca.E hanno disertato la festa a fa-vore di telecamere. Mentre ie-ri dalla pancia del M5S bolla-

vano come un errore “gram -m a ti c a l e” l’aver fatto uscirecomunicazioni a pioggia sulDef a firma dei due vicepre-mier, Di Maio e Salvini, la-sciando per ore in silenzio ilpremier Giuseppe Conte.

“Al Quirinale non avrannogradito”, è il sospetto. Ecces-sivo, forse. Ma di certo è ano-malo non aver tenuto una con-ferenza stampa dopo il consi-glio dei ministri sul Def. Even-to più unico che raro, visto cheogni governo ha sempre mo-strato tabelle e numeri del Do-cumento nella conferenza do-po la riunione dei ministri.

INV ECE l’esecutivo giallover-de ha interrotto la tradizione,non tenendola neppure ieri.Innanzitutto per il motivo pra-tico già spiegato, ossia perchéil testo definitivo ancora nonc’è. Però è ovvio che l’altra ra-gione sia stata il clima dentro ilgoverno, dopo un giovedì incui si è stati vicinissimi alle di-missioni del titolare del Mef.Quel Tria che, è pensiero dif-fuso nel M5S, difficilmente re-sterà al suo posto dopo il varod e l l a l e g g e d i S t a b i l i t à .

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fe st a nt iLuigi Di Maiosul balconedi PalazzoChigi con al-cuni ministriLa Pre ss e

mento. Convinti che la cele-brazione fosse evitabile in-nanzitutto perché il Def, cioèla sostanza, ancora non c’è.Nonostante andasse pubbli-cato per legge entro il 27 set-tembre. E invece nulla. Per-ché, come ammettevano ieridallo stesso M5S, “il testo vaprofondamente sistemato”.

Tanto che nondovrebbe arriva-re prima di lune-dì.

UN PRIMO, consi-stente fatto che a-vrebbe dovutoconsigliare pru-denza a Di Maio eai suoi. Ma so-prattutto, diversieletti (special-mente in Senato)temono il possi-bile contraccol-

po, “perché dopo una festa delgenere ora in tanti penserannoche la pensione o il reddito dicittadinanza si potranno riti-rare da lunedì, e invece c’è an-cora tanto da fare”. Ossia mesidi lavoro, con norme da appro-vare e conti da tradurre in pra-tica. E allora, sarebbe stato me-

» LUCIANO CERASA

Qual è la soglia oltre la qualeuna “pace fiscale”diventaindiscutibilmente uncondono generalizzato

pro evasori? Per i Cinquestelle lafoglia di fico si tiene con le cartellefino a 100 mila euro, per la Lega sipuò arrivare anche a un milione.

LA VERSIONE della soglia dei 100mila euro oltre la quale il condononon scatta, caldeggiata dai Cin-questelle e che sembrava esserepassata indenne attraverso i do-cumenti in preparazione, è statasuccessivamente contestata dallaLega. Il tetto “sarà 500 mila euro”ha annunciato ieri il viceministrodell’Economia, Massimo Garava-glia. “Personalmente - ha rincara-to l’esponente leghista - un milio-ne ci sta tutto, perché un’aziendi -na ci mette un attimo a cumulareun milione di arretrati, però anche500 mila ci può stare”. “Ho sem-pre detto ai Cinquestelle che il tet-to del milione è trattabile, comeabbiamo detto che evasione ed e-lusione vanno trattati in manieradiversa”, spiega al Fatto il sotto-segretario all’Economia della Le-ga Massimo Bitonci. “L’interven -to è molto più complesso per de-rubricarlo al tetto sulle cartelle –minimizza - non è un tombale evedrete che ci sarà anche una nor-ma a regime con la possibilità diaccedere a un concordato con a-desione che in altri paesi è sempreaperto, fare dichiarazioni aggiun-tive per far emergere imponibili emisure che riguarderanno anchele multe stradali e le liti fiscali”. Ildiverso impatto dei due “te t ti ”

sulla connotazione del governorispetto alla dilagante evasione fi-scale e sui conti della manovranon è da poco. Ogni anno l’Agen -zia delle Entrate emette in media

3 milioni di nuove cartelle esatto-riali. Il 75% sono di importi fino a5 mila euro, quelle tra i 20 mila e i100 mila pesano per il 3,5%. Gli i-scritti “a ruolo” per cifre fino al

milione di euro sono 7-8mila, mada soli assorbono il 20% del caricodegli importi da corrisponderesul totale.

NELLA BOZZAdel Programma na-zionale di riforma circolata neigiorni scorsi che il governo dovràpresentare insieme alla Nota diaggiornamento al Def, si ribadiscel’intenzione di varare un provve-dimento di “pace fiscale” in formadi un condono di vasta portata:dovrebbe coinvolgere non solo icontribuenti che sono statti rag-giunti da una cartel-la esattoriale, ma an-che le liti fiscali pen-denti compreso il se-condo grado di giu-dizio e fino a 100 mi-la euro. Solo perquanto riguarda leliti pendenti il 68%,in termini assoluti, èsotto i 20 mila euro,ma quelle sopra i 100mila valgono oltre lametà dell’ammonta -re. Con un’aliqu otamedia del 15% perstralciare il debito, in linea conquella proposta dalla Lega, si in-casserebbero 3,5-4 miliardi.

Secondo i dati del Tesoro, a fi-ne giugno 2018 le liti pendenti da-

vanti alla giustizia tributaria era-no 406.946, del valore di circa 50miliardi. I ricorsi si sono ridottidel 7,54% rispetto all’anno scor-so confermando un trend che è indiscesa dal 2012. Nel secondo tri-mestre del 2018 sono state defi-nite 65.835 controversie, con unariduzione delle decisioni del6,50%. La quota di giudizi favo-revole all’ente impositore si è at-testata al 46%, mentre per i giu-dizi intermedi è stata di circa il12%. Il valore dei crediti affidatialla riscossione è quantificato in

800 miliardi, di cuisolo 50 sarebbero,secondo il governo,recuperabili. Tutta-via le diverse “rotta -mazioni” delle car-telle, l’ultima ratadeve essere ancorapagata, dovrebberorendere al massimointorno ai 4 miliardied erano rivolte ai 20milioni di contri-buenti che non han-no pagato i loro debi-t i m a t u r a t i t r a i l

2000 al 2016, per un totale di 51miliardi di euro.

Ieri i 5Stelle non hanno smen-tito le indiscrezioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il rilancioAcce r t a me nt idella Gdf.Sotto, il vice-ministro leghi-sta GaravagliaAnsa

Misura continuaBitonci (Lega):“Ci sarà ancheun concordatoin adesioneper chiuderei debiti col fisco”

I ncong r ue n z eSorrisi e bandiere,ma il Def ancoranon c’è. E dopoil Cdm, nemmenola conferenzastampa di rito

Pure il tettoa 1 milioneci sta:u n’aziendaci mette unattimo perrag g i u nge rl o

M A SS I M OG A R AVAG L I A

SA NATOR I E Il condono si allarga ancora“La soglia a 500 mila euro”La Lega alza l’asticella per lo stralcio di cartelle e liti della pace fiscale. Silenzio dai 5Stelle

Lo sberleffo

RENZI E IL DEBITO,UNA TRAGICOMMEDIA» MA. PA.

, PURTROPPO ha avuto la malattia,altrimenti il debito pubblico era già

vicino al 100% del Pil. Ora che, dopo le cri-tiche dem al nuovo Def “e s p a n s i vo”, sui so-cial tutti gli ricordano la sua proposta del2017 (“Back to Maastricht”) di portare il deficit al 2,9%del Pil per cinque anni filati, Matteo Renzi l’ha presamale: “Cari amici grillo-leghisti! Nel libro Ava n t i dico diportare il deficit al 2,9% ma solo se c'è una manovra

choc di riduzione del # d e b i to p u b b l i co di decinedi miliardi. Purtroppo è un libro, un libro senzafigure: Di Maio non lo capisce. Ma voi potetespiegarglielo? Grazie mille”. Tenteremo noi: ilpiano choc per portare il debito al 100% del Pil

in dieci anni si chiamava “C a p r i co r n ”(giurin giurello) econsisteva in un’operazione contabile che coinvolge-va le aziende pubbliche e Cassa depositi e prestiti gra-zie a un complicato modello matematico ispirato al

gioco delle tre carte. Poi si sa come vanno le cose: nien-te deficit al 2,9% e l’operazione Capricorn in campa-gna elettorale diventò un più sobrio “piano di riduzioneg ra d u a l e ” del debito basato sul mantenimento di unalto avanzo primario e (se possibile) un basso costodel debito chiamata “avanti come prima”. La cosa,co m ’è noto, non ha convinto gli elettori, ma questo è ilmeno. Ora ci perseguita una domanda: Renzi ha scrittodi sicuro Ava n t i , ma poi l’ha letto?

Sabato 29 Settembre 2018 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 5

» VIRGINIA DELLA SALA

Diventerà anche la “m a-novra del popolo”, ma o-ra che è stata approvatala nota di aggiornamen-

to al Documento di economia efinanza bisogna iniziare a conta-re. E i conti della sanità, tolti i nonprevisti successi futuri del mini-stro Giulia Grillo, rischiano dinon tornare.

A FAR SCATTARE l’allarme, primaancora che si raggiungesse l’ac -cordo sul Def, era stato una que -stion time di giovedì del ministrodella Sanità al Senato. Rispon-dendo all’interrogazione di Va-sco Errani (Misto -Leu), Grillo a-veva parlato dei finanziamenti alservizio sanitario nazionale per il2019 e aveva spiegato che era pre-visto un incremento di un miliar-do rispetto al 2018. L’incremen -to, però, non è una novità: il finan-ziamento resta infatti quello pre-visto dalla precedente legge di Bi-lancio, del governo Gentiloni, evale 114,4 miliardi di euro (115 mi-liardi a cui vanno sottratti 600milioni per le Regioni speciali).Un po’ pochi, se si considerano lenecessità urgenti del sistema sa-nitario nazionale e i tagli dell’ul -timo decennio.

Mancano ad esempio i soldiper coprire il rinnovo dei con-tratti del personale del serviziosanitario nazionale, bloccato danove anni. “La legge di Stabilitàper i l 2017 aveva previsto,nell’ambito del Fondo sanitarionazionale (Fsn) il vincolo dellerisorse necessarie – ha detto laGrillo - senza tuttavia prevederea tale scopo un incremento dello

stesso Fondo”. Si tratta di centi-naia di milioni di euro, circa600-700 per la precisione, chead oggi non sono conteggiati. “Ilministro si è impegnata a repe-rire questi fondi nella prossimamanovra – spiega Stefano Cec-

coni, Responsabile Sanità dellaCgil - Ma al momento i fondi perla sanità restano al palo”.

Altro punto critico è la pesanteriduzione dell’incidenza dellaspesa sanitaria sul Pil: nell’ultimoDef del governo Gentiloni si pas-

sa dal 6,7% di quest’anno al 6,3%del 2019. “Di fatto – spiega Cec-coni - si segue la china calante diquesti anni. Rappresenta tecni-camente un definanziamento,soprattutto se si tiene conto solodella crescita nominale del Pil”.Ci sarebbe poi da coprire l’abo -lizione del superticket promessadalla stessa Grillo, che vale tra i350 e i 500 milioni di euro. Insom-ma, servirebbe almeno un altromiliardo. I conti veri, comunque,si faranno nella Legge di Bilancioalla quale, però, le categorie guar-dano con preoccupazione.

Tra il 2010 e il 2014, secondo idati della Corte dei Conti, sono

stati tolti al servizio sanitario na-zionale 14,5 miliardi e altri 10,5miliardi nel triennio 2015-2018per finanziare le diverse misuredi politica economica, dagli 80euro in busta paga agli sgravi alleassunzioni del Jobs act (-11,17 mi-

liardi alla sanità nel 2015-2019).Ogni anno si è fatto crescere dipoco il finanziamento nelle pre-visioni e si è tagliato al momentodella manovra. E senza tenereconto del fatto che anche solo peradeguarsi a prezzi e tecnologie, ilfondo dovrebbe crescere del 2per cento l’anno, cosa che non ac-cade da molti anni.

Nel 2018, per esempio, l’intesacon le Regioni prevedeva che ilFondo di finanziamento del Ssnsarebbe stato di 115 miliardi. Poila manovra lo ridusse a 114 mi-liardi: sono stati tolti per decreto604 milioni di tagli che le Regio-ni speciali non si sono volute ac-collare e che per legge, senza in-tesa, si scaricano su quelle a sta-tuto ordinario; e poi c’è stato untaglio alle Regioni di altri 2,7 mi-liardi, di cui 300 milioni alla sa-nità come “contributo alla finan-za pubblica”.

AL MOMENTO, l’obiettivo dellaGrillo è fare in modo che in ma-novra ci si assicuri quel miliardoper poi recuperare quanto piùpossibile anche considerandol’accordo raggiunto sul deficit al2,4 per cento per il 2019, non an-cora certezza durante il questiont im e (quando l’orizzonte con-templato andava dal minimo di1,6 a un massimo di 1,9 per cento).Resta l’idea di puntare prima ditutto sulla razionalizzazione e lariorganizzazione: dal tavolo sullagovernance ai beni e i servizi, chedovrebbero coprire il taglio delsuperticket. Tutto il resto si ve-drà. Difficilmente però dai ricon-teggi riusciranno a venir fuori isoldi per i medici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» MARCO PALOMBI

La via intellettualmente piùcomplessa per fare opposi-

zione al governo gialloverdesulle politiche economiche èquella che tocca - forse non pa-radossalmente - alla sinistraovunque residuata nel Paeseal netto del tracollante equi-voco noto come Partito demo-cratico. Questa sinistra s’è alungo spesa contro il Fiscalcompact - cioè quell’i n s ie m edi regole che impongono aiPaesi dell’Eurozona il pareg-gio di bilancio a tappe forzate- e il pareggio di bilancio in Co-stituzione (la Cgil provò addi-rittura la via del referendum)e ora non può reagire come unrenziano qualunque (“pa z z iir resp onsa bili ”) alla primamanovra almeno un po’ e-spansiva da molti anni.

IL FILO retorico su cui devecamminare quest’area politi-ca è sottile. Si va dall’autodafé

di Michele Emiliano (“c’è dachiedersi come è possibile chenel passato la sinistra ufficialenon sia riuscita a fare manovredel genere”) alla formula “s ì,ma...” in vigore nella maggiorparte di LeU: “Il problema nonè utilizzare il deficit in sé (...) Ilpunto è cosa ci fai con quel de-ficit”, scrive Nicola Fratoian-ni. “Non saremo certo noi astracciarci le vesti per lo sfo-ramento del deficit in sé (...) Ilproblema è come vengono u-sate le risorse”, fa eco la sena-trice Loredana De Petris. Eche bisognava farci? “Un ro-busto piano di investimentipubblici” (Fratoianni) e, inve-ce, “lo sforamento sarà utiliz-zato per la spesa corrente”(DePetris). Peccato che poi si de-nunci un taglio della spesa cor-rente previsto nel Def (circa 5miliardi) come un taglio alwelfare e sempre lì dentro sia-no previste pure misure defi-nite “condivisibili“: “La quota100 nella Fornero, il reddito di

cittadinanza, l’aumento dellepensioni minime” (De Petris).Insomma, no alla flat tax dellaLega e il resto può andare.

Potere al Popolo, invece, èsu una posizione più aggressi-va: “Siamo contro il governoperché rispetta il 3% di deficitdell’Ue e vuole abolire la po-

vertà ma intanto decreta la pri-gione per i poveri. Contro l’in -giustizia sociale il Def è poco,non troppo”, detta la linea l’exsindacalista Giorgio Crema-schi. Il profilo twitter di PaPrilancia - contro “i tifosi dellospread e quelli del debito” - unarticolo dell’economista Emi-

liano Brancaccio di qualchegiorno fa che bocciava i vari“fronti”elettorali anti-populi-sti proposti in zona Pd: “Ap -pelli sbagliati.L’an ti fa sc is moliberista e defla-zionista di Ma-cron e dei suoi e-pigoni è un ossi-moro, è una con-traddizione intermini. È un’i-pocrisia politicaed è un fallimen-to annunciato”.

SCOMODA a ss a ila posizione dichi stava nel Pd etenta di far valere il propriopercorso senza le necessarieprecauzioni retoriche. L’exdeputato Alfredo D’At t o r r e(LeU) s’è dovuto difendere suTwitter: “Sono stato rimpro-verato per aver parlato di ‘op -posizione anti-italiana’. Macome definire quella parte di

Conti Il finanziamento al Servizio sanitario è scarso, il riordinoin corso non basta. Il ministero: “Spingeremo in Parlamento”

Sulla salute siamoal solito Def:manca un miliardo

VECCHIE ABITUDINI

Tre tipi Emiliano del Pd, Cremaschi di Pap e Fassina di LeU La Pre ss e

Autunno caldo Il ministro della Salute, Giulia Grillo La Pre ss e

opposizione che si ispira a Ma-cron, il quale innalza il deficital 2,8%, ma in Italia chiede cheil deficit venga ridotto sempre

di più? È assurdopolemizzare conil governo perchétrasgredisce il Fi-scal Compact”.

Ancor più net-to il suo amicoStefano Fassina:“Si apre una ine-dita partita. Fi-nalmente, ritor-na il primato del-la politica sull’e-conomia, condi-zione necessaria,ahimé non suffi-

ciente dati i rapporti di forzainterni e esterni, al primatodella sovranità costituzionale.La cosiddetta sinistra da cheparte sta? Continua ad affidar-si al Generale Spread per mio-pi illusioni elettorali?”. Unastrada sottile, forse troppo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I numeri

14 , 5m i l i a rd i :la riduzionedel fondodel Ssntra il 2010e il 2014

10, 5m i l i a rd i :la riduzionedel fondodel Ssntra il 2015e il 2018

350milioni:è il valoreminimodi quantoco s te re b b el’abolizionedelsuper ticket

6, 3%La previsionedella spesasanitariar i s p e t toal Pil nel 2019,quest’annoè al 6,7 %

Niente fondi aggiuntiviServono almeno 600milioni per i contrattidel personale, altrettantiper abolire il superticket

Pos i z ion a me nt iSi va dall’auto d a fédi Emiliano (“nonpotevamo farlono i? ”) al pezzodi LeU la cui lineaè “sì, però...”

L’A PPE L L O

“Vogliamo saperechi ha fatto uccidereDaphne Caruana”

qUN APPELLO per una grandemanifestazione a Malta, il pros-

simo 16 ottobre, per ricordare la gior-nalista Daphne Caruana Galizia, ucci-sa nell’isola un anno fa, e sollecitare laricerca “dei mandanti” del suo omici-dio. È il documento diffuso dall’i nv i a t adel Tg1 Maria Grazia Mazzola, e sot-toscritto da diversi colleghi di varie te-

state, per chiedere la verità sul casodella giornalista maltese, uccisa daun’autobomba nascosta nella sua vet-tura mentre era nel pieno delle inda-gini sul coinvolgimento di politici localinel caso dei Panama Papers, riguar-dante fondi neri nascosti all’estero. “Il16 ottobre - esorta l’appello - andiamotutti a Malta a manifestare schierati

con la famiglia di Daphne e i colleghim i n a cc i a t i “. Una presenza più che mainecessaria, ricorda il testo, perché “lapolizia di Malta non è indipendente,come ha detto la commissaria euro-pea alla Giustizia. Mentre i figli di Da-phne puntano il dito contro il governo,e dicono che i mandanti sono protettidalla politica”.

I m b a ra z z i La difficile sopravvivenza tra la retorica dei tifosi dello spread e quella g i a l l o ve rd e

La sinistra che applaude alla manovra espansivaFILO SOTTILE