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Hai problemi con il cibo? Cosa ti serve sapere su ANORESSIA e BULIMIA Salvatore Blanco

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Cosa ti serve sapere suAANNOORREESSSSIIAA ee BBUULLIIMMIIAA

Salvatore Blanco

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L’opuscolo è stato redatto a cura

del Servizio Psicosociale della ASL 7 di Carbonia e

dell’Istituto di Psicologia Generale e Clinica

dell’Università di Siena

Per informazioni chiamare il numero 0781 392 2406

Aprile 2004

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I disturbi delc o m p o r t a -mento ali-m e n t a r e(DCA) nonr i g u a r d a n oprincipalmen-te le proble-matiche colcibo, col digiuno o con le abbuf-fate, ma nascondono i sintomidi un sottostante profondo disa-gio emozionale e psicologico.Per alcuni individui diventano ilcaratteristico stile di vita con ilquale affrontano le difficoltàapparentemente irrisolvibili.

L'anoressia è conosciuta alivello scientifico da tre secoli: ilprimo trattato medico è statopubblicato a Londra nel 1694.Tuttavia quasi sempre è stataritenuta come una forma di pro-testa nei confronti dell'ambien-te familiare e sociale.Considerata, in passato, unapatologia prevalente nel sessofemminile, attualmente un sem-pre più crescente numero dimaschi ne è affetto (secondoalcuni studi condotti in USA, siè passati da circa il 10% deicasi totali a percentuali del25%-30% ). In un terzo deipazienti con DCA sono statirilevati sintomi depressivi e, inalcuni soggetti con bulimia,sono stati evidenziati problemisupplementari quali: abuso disostanze stu-pefacenti e dialcool, giocod ’ a z z a r d opa to log i co ,c o m p o r t a -menti autole-sivi e impulsoincontrollabile

COSA SONO I DISTURBI DEL COMPORTA-MENTO ALIMENTARE (DCA)?

COME NASCONO E SI SVILUPPANO?

Anoressia e bulimia sonoentrambi due gravi (e poten-zialmente letali) disturbi delcomportamento alimentare,accompagnati da continuepreoccupazioni riguardanti ilproprio peso e il cibo, nonché

dal terrore di ingrassare.

Di solito l’anoressia inizia a seguito di una dra-stica dieta dimagrante senza controllo medico,oppure con una iniziale perdita della fame lega-ta a un evento doloroso, e si evolve in unaossessione per il controllo della quantità di ciboingerito. Le “vittime”, pur affamate, si impongo-no di digiunare o di mangiare solamente unaquantità minima di cibo nello sforzo di mantene-re il proprio peso il più basso possibile: anche seil proprio corpo è al di sotto del peso normale lopercepiscono "troppo grasso". In questo atteg-giamento, una ragazza può essere influenzatada spot pubblicitari (dove, per essere accettati,bisogna avere un corpo snello), oppure dall'ideadi volere un corpo sottile e asciutto come tantetop model; altre volte teme l'apparire di queisegni corporei che segnalano l'identità femmini-le (seno, curve, ciclo mestruale): in tal senso sipuò dire che nell'anoressia esprime la paura didiventare adulta; di qui l'esigenza di farsi cre-scere i capelli (per coprirsi) o di portarli cortissi-mi (per sembrare un maschio).

I pazienti anoressici non ammettonodi avere un problema grave, si sen-tono fisicamente bene e sono con-vinti di essere di fatto in sovrappe-so: pertanto possono sottoporsi adun eccessivo esercizio fisico perbruciare il “grasso in eccesso“. Icostanti sentimenti di insicurezza, lapervasiva insoddisfazione di sé e

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al furto.

La maggior parte dei disturbi ali-mentari si sviluppano fra i 12 e i24 anni. Mentre sono stati ripor-tati numerosi casi di anoressia insoggetti di 7 anni circa, la bulimianervosa è rara prima dei 13 anni.

Data l’importanza di una dia-gnosi precoce, oltre alla sinto-matologia anche altri compor-tamenti possono essere utiliper il riconoscimento dellapatologia ai suoi stadi iniziali.Taluni soggetti possono avereuna sindrome parziale edavere alcuni, ma non tutti, i cri-teri diagnostici o fluttuare fraanoressia e bulimia.

CRITERI DIAGNOSTICI

Anoressia Nervosa:

Rifiuto di mantenere il peso cor-poreo al di sopra del pesominimo normale per l'età e lastatura (perdita di peso del15% rispetto a quello atteso o,durante il periodo della cresci-ta, incapacità di raggiungere ilpeso previsto in base all’altez-za)

Intensa paura di aumentare dipeso o di diventare grassi, puressendo sottopeso

Alterazioni nella percezione delproprio corpo (peso, dimensio-ni, forme); irragionevole

l’ossessione della magrezza li trasformano dapersone, un tempo, sane e felici in individuipressoché scheletrici, irritabili, ostinati e depres-si.

Dapprima il futuro anoressico non rispetta piùl'orario dei pasti, mangia poche cose a orariinsoliti (spesso da solo) e può imporsi un ritmodi vita frenetico (attività scolastiche, sportive,domestiche), pur di perdere sempre più peso.La malattia compromette, col passare deltempo, tutto l'organismo: diminuzione della tem-peratura corporea, della pressione e dellamassa muscolare, pelle disidratata e tesa, colo-rito giallo, occhi cerchiati e arrossati, fragilitàossea, dentaria e delle unghie, perdita di capelli

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influenza delle forme del pro-prio corpo e del peso sui livellidi autostima o diniego dellagravità del dimagrimento

Nelle femmine assenza di alme-no tre cicli mestruali consecuti-vi.

Eccessivi esercizi fisici

Costipazione, vomiti e abuso dilassativi

Isolamento sociale e perditadelle amicizie

Umore instabile; turbe del sonno

Perfezionismo e altri comporta-menti ritualistici e/o ossessivi

Sensazioni costanti di freddo eproblemi di circolazione

Crescita di una peluria lanugino-sa sul corpo

Bulimia Nervosa:

Ricorrenti episodi di abbuffatecompulsive. Un’abbuffata ècaratterizzata da:

Mangiare in un periodo di tempocircoscritto (p.e., 2h) unaquantità di cibo nettamentemaggiore di quella che lamaggior parte delle personemangerebbe nello stessotempo e in circostanze simili

Sensazione di perdere il control-

e di sali (p.e. calcio epotassio), amenorrea,alterazioni cardiache,ecc. La malattia vieneaccelerata non solo dadrastiche diete, maanche da vomito volonta-rio, abuso di diuretici, dilassativi e di farmacianoressizzanti. Molti

anoressici, infine, diventano bulimici in quanto,desiderando intensamente il cibo, periodica-mente perdono il controllo sulle restrizioni ali-mentari e si abbuffano. La malattia diventa con-clamata quando il/la ragazzo/a perde più del15% del proprio peso corporeo. Si può arrivarea pesare 28/30 kg, che è il limite della sopravvi-venza.

Di frequente anche la bulimia è la diretta conse-guenza di una drastica dieta (al pari di una crisidi astinenza da droghe pesanti). Da una nutri-zione insufficiente, fame e debolezza presto sisviluppa un ciclo compulsivo e incontrollabile diabbuffate con l’ingestione di eccezionali quanti-tà di qualsiasi tipo di cibo disponibile, seguita dacomportamenti di eliminazione (vomito, uso dilassativi, ecc.). Bulimia significa mangiare senzafame, senza uno scopo preciso: l'unica motiva-zione è quella di placare uno stato di ansia(come il latte calma il neonato). Nel corso diquesta drammatica lotta interiore molti bulimicisono disponibili al trattamento e acconsentonoad una qualche alimentazione. Al contrario del-l’anoressico il tipico bulimico non è emaciato,ma di solito conserva un peso corporeo norma-

le e appare essere informa e sano. Tuttavia ilciclo ossessivo di abbuf-fate e di comportamentidi eliminazione generanei pazienti bulimici unaprofonda sofferenza,sentimenti di vergogna,

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lo sul cibo durante gli episodibulimici (p.e., sensazione dinon riuscire a fermarsi o acontrollare cosa e quanto sista mangiando)

Ricorrenti e inappropriati com-portamenti compensatori alfine di prevenire l’aumento delpeso, quali: vomito autoindot-to, abuso di lassativi, clisteri,diuretici o altri farmaci, digiu-no o eccessivi esercizi fisici

Le abbuffate e i comportamenticompensatori si verificanoentrambe in media almenodue volte alla settimana, peralmeno tre mesi

I livelli di autostima sono irragio-nevolmente influenzati dalleforme del corpo e dal peso

L’episodio non deve presentarsiunicamente durante episodi dianoressia

Scomparsa nel bagno dopo ipasti per sbarazzarsi del ciboingerito

Comportamenti reticenti

Sensazioni di perdita del con-trollo, impotenza, tristezza,solitudine e oscillazioni diumore

Alterazioni dei cicli mestrualinelle femmine

Mal di gola e carie dentarie cau-

sensi di colpa, disgusto disé e isolamento sociale.Sviluppano, nel tempo,una grande abilità anascondere il loro “vergo-gnoso segreto” alla fami-glia e agli amici: infattiquando sono in compa-gnia non cadono mai inquesti eccessi e, ancor piùdegli anoressici, nonammettono la propriamalattia. Il bulimico haun'immagine fortemente negativa di sé e nonprende mai delle decisioni, in quanto vive la suacondizione con profondi sensi di colpa.

QUALI SONO LE CAUSE DEI DISTURBI DELCOMPORTAMENTO ALIMENTARE?

Fino ad un recente passato, sono state numero-se e, spesso, in contrasto fra loro le teorie for-mulate per spiegare l’origine, il mantenimento eil trattamento di questi problemi. Oggi il quadroappare più chiaro ed è un’eccessiva semplifica-zione attribuire completamente la responsabilitàai mass media per l’ideale di magrezza cheimpongono, quantunque la crescente importan-za data dalle società occidentali ad un corpo“tubolare” possa influenzare pesantemente moltiindividui. Molteplici sono i fattori che contribui-scono allo sviluppo di queste patologie: unabassa autostima, un’inadeguata immagine cor-porea, l’avversione per la maturazione fisica,sessuale ed emozionale, o la sensazione di nonavere il controllo sulla propria vita. Possonoessere di fondamentale importanza per l’esordiodella sintomatologia e agire da innesco, eventidi vita stressanti quali modificazioni nelle rela-zioni affettive, formazione e rottura di legamisentimentali, traumi, morti, nascite, ecc.

QUALI SPIEGAZIONI?

Talora l'anoressia è il rifiuto di un modello disocietà, dove i rapporti umani vengono percepi-

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sati dal vomi-tare

Disidratazione,problemi der-matologici eapatia

PROGNOSI

Quanto prima il disturbo ali-mentare è diagnosticato e trat-tato, tanto più è favorevole laprognosi.

ANORESSIA NERVOSA. Gli studisul decorso dell’anoressiaindicano che il 50% deipazienti guarisce, il 30% risol-ve parte deisintomi e il20% croni-cizza lapatologia.Tuttavia ipazienti pos-sono guarireanche dopomolti anni:uno studioretrospettivo ha evidenziatoche, dopo 30 anni, il 76% deipazienti aveva avuto unaremissione completa della sin-tomatologia. Gli indicatori diprognosi infausta includonol’età di esordio della malattia,la sua durata, le relazionifamiliari disturbate, le prece-denti psicoterapie e il bassopeso. L’anoressia ha il più altotasso di mortalità fra le patolo-gie psichiatriche (10-15%) ,sia per le conseguenze deldigiuno sia per problemi car-diaci sia per suicidi. Molte diqueste morti potrebbero esse-re evitate da un appropriatotrattamento.

BULIMIA NERVOSA. La maggior

ti come innaturali. Infatti l'anoressico preferisceal rapporto con i coetanei la propria fantasia,che gli permette di viaggiare verso mete irrealiz-zabili (p.e., gli può accadere di essere innamo-rato di una ragazza inesistente). Il ragazzoavverte un forte bisogno di affermare la propriapersonalità, ma lo fa in maniera negativa, auto-distruggendosi: rifiuta il cibo per affermare dipoter fare a meno di tutto (incluso l'affetto).Anoressico e bulimico sono incapaci di soppor-tare intense emozioni o pesanti frustrazioni. Allabase di queste malattie vi è la necessità dicomunicare in modo diverso, senza le parole,cioè digiunando o mangiando. Controllare il pro-prio corpo significa, per questi malati, controlla-re le loro ansie e l'ambiente che li circonda, dicui hanno paura. Ma si tratta di un'illusione (alpari della droga).

ESISTE UN TIPICO AMMALATO

DI ANORESSIA O DI BULIMIA?

Recentemente vari ricercatori hanno osservatoche gli individui affetti da anoressia e da bulimiaprovengono da tutti gli ambienti sociali e dafamiglie differenti per numero di membri e perstili relazionali. È stata riscontrata negli anores-sici la tendenza a porsi delle mete irragionevol-mente elevate e a sforzarsi di essere perfetti intutte le cose che fanno. Generalmente, i pazien-

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parte degli studi mostrano cheil 50%-67% dei pazienti conbulimia riducono marcatamen-te o si libe-rano dai sin-tomi dopoun tratta-mento. Unpiccolo marilevantesottogruppoha ulterioriproblemiquali: abuso di droghe e dialcool, comportamenti autole-sivi, gioco d’azzardo patologi-co e furti compulsivi; questisoggetti hanno una prognosiinfausta e sono trattati più effi-cacemente in un regime diricovero. Sono stati riportatianche dei casi di decesso.

TRATTAMENTI EFFICACI

Le cause dei disturbi alimentarisono molteplici. Vi è universal-mente accordo sul fatto che inogni individuo vi può essere unacombinazione di fattori concor-renti: personali, familiari, socialie culturali. Un tipo di trattamentoefficace per un paziente puòdimostrarsi inadeguato per unaltro.

Anoressia Nervosa. Numerosistudi hanno evidenziato che irisultati più rapidi si ottengonocon una psicoterapia indivi-duale. Èimportantecoinvolgerela famiglianella tera-pia quandoil ragazzoha meno di14 anni, èconsigliabile

ti anoressici appaiono molto remissivi, insicuri,eccessivamente dipendenti, ansiosi e perfezio-nisti. Le loro famiglie vengono spesso descrittecome esigenti, protettive e "fagocitanti", vale adire che genitori e figli tendono ad essere esa-geratamente coinvolti nelle reciproche esisten-ze. Normalmente vi sono problemi in famiglia:per esempio, un padre estraneo alla vita delfiglio e una madre possessiva che induce nelfiglio un forte senso di dipendenza. I pazientibulimici provengono, in genere, da famigliecaratterizzate da un elevato livello di conflittuali-tà tra genitori e figli.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE FISICHEDELL’ANORESSIA E DELLA BULIMIA?

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per gli ado-lescenti epuò essereutile peralcuni adulti.

BulimiaNervosa.La psicote-rapia cogni-tivo-comportamentale è risul-tata particolarmente efficacenel trattamento della bulimia.Tuttavia, buoni risultati siottengono anche con altre psi-coterapie individuali o di grup-po.

Le terapie utilizzate nei distur-bi del comportamento alimen-tare sono:

La consulenza psicologica.Mira a sostenere il pazientenelle problematiche psicologi-che non profonde e nelle diffi-coltà relazionali piuttosto checoncentrarsi sui sintomi ali-mentari e sul peso (o il disa-gio emozionale sottostante).L’attività di consulenza puòdurare poco tempo (alcunicolloqui) o più a lungo, supe-rando l’anno.

La psicoterapia individuale.Aiuta il paziente a risolvere iproblemi emotivi ed affettivisottostanti ai sintomi alimenta-ri. La durata del trattamento,di norma, supera abbondan-temente l'anno. La psicotera-

Pochi sono gli organi rispar-miati dal progressivo dete-rioramento causato dall’a-noressia. La maggior partedelle complicanze medichesono la conseguenza deldigiuno e, spesso, sonosuscettibili di risoluzionecon un programma di riali-mentazione. Le conseguen-ze fisiche dell’anoressia

sono simili a quelle della malnutrizione, conun’eccessiva sensibilità al freddo, scomparsadel ciclo mestruale e crescita di una pelurialanuginosa sul viso e sul corpo. Nella bulimia lamaggior parte delle complicanze deriva daimetodi utilizzati per perdere peso.L’autoinduzione del vomito può avere conse-guenze a livello orale ed esofageo, mentre l’a-buso di diuretici, di lassativi e di pillole “dieteti-che” può causare gravi effetti intestinali e siste-mici; possono svilupparsi carie dentarie e scom-parsa delle mestruazione (o cicli mestruali irre-golari). Entrambe le malattie comportano la pos-sibilità di problemi al rene, alla vescica e all’inte-stino; viene, inoltre, alterato l’equilibrio elettroliti-co e dei liquidi biologici con possibili conseguen-ze cardiache.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE EMOTIVEDELL’ANORESSIA E DELLA BULIMIA?

Queste patologie sottopongono i malati a terribi-li tensioni emotive. La malnutrizione provoca

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pia cogniti-vo-compor-tamentaleguida ilpaziente,attraverso

l’autosservazione, a individua-re le caratteristiche convinzio-ni che sono alla base delcomportamento sintomatico.La messa in discussione diqueste convinzioni innescanel paziente un cambiamentopersonale e una estinzionedel comportamento patologi-co; è di particolare utilità per ipazienti con bulimia e normal-mente dura per 20-30 sedute(per un periodo di 4- 6 mesi).

Le tecniche di autocontrollo.Le tecniche di biofeedback, dirilassamento, di controllo del-l’ansia, di sviluppo delle abilitàcomunicative e di addestra-mento all’assertività possonoessere utili al paziente peraffrontare alcuni problemi sin-tomatici e/o relazionali.

Le terapie creative. Lo psico-dramma e la musicoterapiapossono aiutare il paziente ariconoscere e ad esprimere isentimenti dolorosi che spes-so sono in lui bloccati. Ladanzoterapia può essere utileper lavorare con i problemiconnessi all’alterazione delloschema corporeo.

La terapia e la consulenzafamiliare. Si occupa di valuta-re come i membri della fami-

glia comu-nicano fraloro emaneggia-no i conflittie di indaga-

negli anoressici gravi difficoltà apensare lucidamente e a concen-trarsi. Malgrado la riluttanza dellamaggior parte degli ammalati adammettere che qualche cosavada male, la qualità della vitadegli individui affetti da anoressiao bulimia lascia molto a desidera-re: oltre ad isolarsi socialmente,provano disgusto per se stessi,sensi di colpa e vergogna, paura dei cambia-menti, sentimenti di inadeguatezza e di rifiuto daparte degli altri. Sono soli, disperati, depressi espesso evitano il contatto dei loro amici.

QUALI TIPI DI TRATTAMENTO SONO EFFI-CACI E QUALI SONO LE POSSIBILITÀ DI

GUARIGIONE?

Gli ammalati di anoressia e di bulimia hannobisogno di prendere coscienza di avere unapatologia grave. Hanno bisogno di essere inco-raggiati ad assumersi la personale responsabili-tà di cercare aiuto. Devono imparare ad accetta-re la loro forza, le loro debolezze, i successi e ifallimenti personali come parte dell’equilibrioche porta ad una esistenza normale e felice.Aggrappati ai loro comportamenti autodistruttivi,questi ammalati rifiutano la normale partecipa-zione alla vita; tuttavia possono essere aiutati arendersi conto del vantaggio che potrebbe por-tare un più completo impegno personale. Unavalutazione clinica del problema, nel prendere inesame i vari fattori psicologici e fisici, è alla baseper stabilire il programma di trat-tamento più appropriato. Gli ano-ressici più gravemente malnutritialle volte necessitano di esserericoverati in ospedale, possibil-mente per un periodo prolungatodi tempo, al fine di normalizzareil peso corporeo.Un’alimentazione adeguata liaiuta a ripristinare i processi dipensiero, in modo da essere in

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re su come ciò può influire sulpaziente. Nell’aiutare il siste-ma familiare a fare cambia-menti, facilita nel paziente l’e-voluzione verso la guarigione.

La consulenza nutrizionale.L’intervento sul regime ali-mentare di questi pazienti èindispensabile. Il dietista,all’interno di un interventomultidisciplinare, può fornireinformazioni e concordare colpaziente un programma ali-mentare che tiene conto delsuo fabbisogno nutrizionale.

La terapia farmacologica. Leterapie farmacologiche, pur

efficaci nelmigliorare gliaspetti sintoma-tologici, si rive-lano abitualmen-te poco utili alungo termine.

I gruppi di auto-aiuto. I pro-grammi di auto-aiuto sono unutile sostegno terapeutico,quando condotti e supervisio-nati da un consulente espertodi disturbi del comportamentoalimentare.

grado di prendere parte attiva al programmaterapeutico. La psicoterapia individuale, familia-re o di gruppo e la rieducazione alimentaredevono proseguire dopo l’episodio del ricovero.Per i soggetti bulimici è importante una valuta-zione clinica da parte di uno specialista al fine diaffrontare i problemi fisici ed emozionali. La tera-pia si impegna a modificare i comportamenti ali-mentari disfunzionali del paziente per il controllodel peso attraverso metodi appropriati. Qualoraun tipo di trattamento dovesse fallire, è necessa-rio provarne un altro. Gli interventi terapeuticiutilizzabili possono essere le psicoterapie (indi-viduale, familiare o di gruppo), il councelling, lecure mediche generali, i gruppi di auto-aiuto e gliinterventi finalizzati alla crescita personale. Irisultati in generale sono buoni. Non bisognaarrendersi se il primo trattamento non va a buonfine: occorre tentare qualcos’altro. Esisteresignifica vivere con interesse, non con paura.

IN CHE MODO GLI ANORESSICI E I BULIMI-CI CONDIZIONANO LE FAMIGLIE E GLI

AMICI?

L’anoressia e la bulimia condizio-nano profondamente la vita dellafamiglia e degli amici. Mentre glianoressici abitualmente neganodi avere dei problemi, i bulimicinascondono spudoratamente le

abitudini alimentari patologiche. Le tensionilegate al vivere a contatto con un individuo affet-to da disturbi alimentari possono creare discor-die all’interno dell’ambito familiare. Chiunque siacoinvolto affettivamente sarà colpito dai compor-tamenti alimentari disfunzionali del paziente.Sono frequenti sentimenti di confusione, impo-tenza, angoscia e persino di rabbia. Tutti si chie-dono in che modo essere vicini ai loro problemi,che cosa è giusto fare per il loro bene e quale èil modo migliore per affrontare la situazione.

CONSIGLI PER LA SOPRAVVIVENZA DELLEFAMIGLIE E DEGLI AMICI

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Occorre stimolare gli ammalati a ricercare un aiuto professionale. Non appena lecondizioni fisiche sono sotto controllo e il miglioramento delle capacità intellet-tuali e dello stile di vita rendono possibile l’inizio di un trattamento, allora è benefar in modo che il paziente si assuma le proprie responsabilità: deve essere lui adecidere come seguire i suggerimenti del terapeuta. È necessario che la famigliastimoli gli ammalati a condurre una vita indipendente: i parenti e gli amici nonpossono prendersene il carico. È di vitale importanza offrire amore e sostegno,ma è poco ragionevole controllare il comportamento del paziente, anche quan-do è lui stesso a chiederlo. Bisogna evitare di concentrare l’attenzione sul cibo osulla forma del corpo. Discussioni su quanto cibo assumono o sul peso possonostimolare l’ammalato all’uso strumentale della patologia per manipolare gli altri.Si consiglia di evitare di acquistare cibi esclusivamente per accontentare il fami-liare ammalato e di fare osservare regole, per quanto concerne l’alimentazione,solamente quando è necessario per l’ammalato o per altri seri motivi familiari.L’ora dei pasti non deve diventare un campo di battaglia. Emozioni, quali la rab-bia e la frustrazione, devono essere espresse, ma non all’ora dei pasti. La per-sona con disturbi alimentari non dovrebbe ricevere più attenzioni del dovuto daparte degli altri membri della famiglia o degli amici: l’ammalato è importante, manon più di chiunque altro. Le famiglie si devono informare su queste patologie esul loro trattamento. Vi sono dei buoni libri (di auto-aiuto e di crescita personale)disponibili nelle librerie e, in alcune città, si possono contattare gruppi di soste-gno. I familiari dovrebbero cercare collaborazione all’esterno (gruppi di sostegnofamiliare, amici, un consulente o altri professionisti che hanno esperienza nel-l’aiutare familiari ed amici a fronteggiare le conseguenze del vivere a contattocon i disturbi alimentari). I familiari non devono sprecare tempo ed energie insensi di colpa e trascurare se stessi: bisogna andare avanti nella vita, a qualsia-si costo. Bisogna essere tolleranti e sereni. I disturbi del comportamento alimen-tare sono una patologia complessa: la cura è raramente semplice o rapida.Giova ricordare che un ammalato non gode della propria condizione: è convintodi non poter modificare il proprio stato, ormai parte integrante della propria esi-stenza. È utile assicurarsi che familiari o amici non biasimino gli ammalati e sianoassai collaborativi con chi li aiuta ad affrontare la malattia. È necessario chericordino al loro caro che gli sforzi per guarire saranno proficui per tutti. La cosapiù importante è manifestare amore, attenzione e fiducia all’ammalato.

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COSA FARE?

Il rifiuto sistematico di alcuni alimenti e le bugie su quanto man-giano sono segnali da non sottovalutare. Un genitore nondovrebbe sottolineare troppo spesso l'importanza della linea,per non rischiare d'indurre il/la figlio/a a ricorrere a drastichediete. Verificare se dietro le troppe ore passate in palestra nonvi sia l'ansia di diventare molto magri.

Se un/una ragazzo/a sale sulla bilancia più volte in un giorno, è probabile che siascattato il meccanismo ossessivo del controllo. Ritenere un importante campanel-lo d'allarme il fatto che la ragazza consideri le sue gambe troppo grasse.Osservare se il/la ragazzo/a passa ore davanti allo specchio senza trovare unabito che gli/le piaccia (solo perché disprezza il proprio corpo).

Possono apparire preoccupanti anche lo studio eccessivo e la tendenza a impe-gnarsi in mille attività intellettuali. L'anoressico non è mai rilassato. Analizzare gliatteggiamenti provocatori che il/la ragazzo/a assume: il rifiuto del cibo può diven-tare una forma di protesta contro la dipendenza (avvertita come eccessiva) neiconfronti dei familiari.

È difficile riconoscere i segni precoci dei disturbi alimentari perché:il paziente si vergogna della sua malattia, è restio ad accettare il proble-

ma, cerca di mascherare la sua condizione ed è poco disponibile aparlare dei sintomi più importanti;

il paziente è impaurito dalle conseguenze dell’ammettere di avere undisturbo alimentare.

Altre informazioni sui disturbi del comportamento alimentare:Nel 1988 sono stati trattati, in Italia, circa 55.000 casi di anoressia, mentre i casi di buli-

mia sono stati circa 70.000. Oggi i disturbi del comportamento alimentare (tra formelievi e gravi) colpiscono circa il 10% dei giovani tra i 12 e i 24 anni (il 90% dei qualisono ragazze). Non è stata identificata alcuna causa organica della malattia.

In Sardegna gli individui (di età compresa fra i 12 e i 24 anni) attesi con disturbi alimen-tari sono 19.252, 1735 nel territorio della ASL 7.

L'esordio della malattia avviene, in genere, tra i 12 e i 18 anni. Benché la maggior partedelle adolescenti possa attraversare degli "episodi anoressici", la malattia vera e pro-pria colpisce ragazze che hanno un'età tra i 18 e i 24 anni. La bulimia invece può svi-lupparsi tra i 13 e i 35 anni.

La mortalità per l’anoressia è del 10-15% (per insufficienzacardiaca o renale o per altre patologie correlate al digiuno eper la Sindrome da Rialimentazione).

Il Ministero della Sanità nel 1999 ha riconosciuto anoressia ebulimia come malattie di rilevanza sociale, quindi esenti dalpagamento del ticket.

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L'ALIMENTAZIONE È UNA PARTE IMPORTANTEDELLA VITA DI UNA PERSONA

È buona norma seguire una dieta equilibrata che contenga carboidrati, proteine,grassi, vitamine, sali minerali e fibra per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali;è fondamentale assumere una corretta quantità di liquidi.

Se non coesistono altre malattie, come il diabete che richiede una dieta specifi-ca, si può variare liberamente il menù quotidiano, tenendo conto dei gusti e dellepreferenze della persona.

Una guida alla corretta scelta degli alimenti è rappresentata dalla piramide ali-mentare, simbolo di sana ed equilibrata alimentazione.

La piramide alimentare è suddivisa in sei gruppi corrispondenti ciascuno ad uninsieme di alimenti specifici.

Il primo gruppo comprende gli alimenti che sono alla base della dieta e che nondevono mai mancare nell'apporto giornaliero di una persona. Salendo verso ilvertice della piramide, occorre gradualmente limitare l'assunzione degli alimenticompresi nei gruppi successivi. I grassi di condimento e i dolci presenti al verti-ce devono sicuramente essere ridotti nelle quantità.

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È importante ricordare che nessun alimento da solo è in grado di soddisfa-re tutte le esigenze nutrizionali: nella dieta giornaliera deve essere presentealmeno un alimento di ciascun gruppo nutrizionale al cui interno è opportuno

variare; ad esempio, nel gruppo delle carni, tra le diverse possibilità: coniglio,tacchino, pollo, manzo eccetera.

Gruppo 1:cereali (come riso, orzo, grano, segale, mais, frumento), patate e derivati (come pane,

grissini, pasta, polenta, fecola di patate) che contengono in particolare:carboidrati cioè energia pronta e disponibile per svolgere le principali attività quotidiane

(camminare, pensare, fare i mestieri);fibra insolubile, presente soprattutto nei cereali integrali, che ritarda lo svuotamento

gastrico, facilita nell'intestino il transito del bolo alimentare e l'evacuazione delle feci.Gruppi 2 e 3:verdura e frutta che vanno consumate tutti i giorni e in più porzioni (il consumo ideale

di frutta e verdura è di 2-4 porzioni al giorno). Sono importanti perché forniscono saliminerali, vitamine, acqua e fibra solubile (presente nella frutta), insolubile e mista(nella verdura).

I sali minerali regolano importanti processi vitali (come l'equilibrio idro-salino, la tra-smissione dell'impulso nervoso, la contrazione muscolare).

Le vitamine, o "bioregolatori", svolgono un ruolo di prevenzione dei tumori, rafforzanole strutture nervose, aumentano la resistenza alle infezioni, proteggono dalla degene-razione cellulare. La fibra solubile regola l'assorbimento di zuccheri e grassi contri-buendo al controllo del glucosio e del colesterolo nel sangue; la fibra insolubile rego-larizza il transito intestinale.

Una dieta variata ed equilibrata copre il fabbisogno gior-naliero di vitamine e sali minerali: un'eventuale integra-zione farmacologica deve essere prescritta dal medico.

Gruppo 4:

latte (scremato, parzialmente scremato, intero) e deri-vati (formaggi, yogurt) forniscono soprattutto:

proteine di origine animale ad alto valore biologico (cioè di ottima qualità);

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grassi, energia di deposito che, se introdotta in eccesso, determina aumentodel tessuto adiposo;

calcio, minerale fondamentale per la stabilità delle ossa e necessario per iltessuto nervoso;

vitamine.Gruppo 5:

carne (ovina, bovina, suina, frattaglie, selvaggina),pesce (di mare, di lago, molluschi e crostacei), salu-mi, uova, legumi sono alimenti ricchi di:

proteine importanti per i processi di riparazione e costruzione dei tessuti, sidistinguono in animali (ad alto valore biologico) e vegetali (a basso valorebiologico che però si può compensare associando le diverse proteine vegeta-li tra di loro: ad esempio i legumi ai cereali, come pasta e fagioli, riso e pisel-li);

ferro e zinco (presenti soprattutto nelle carni) importanti nella composizionedel sangue;

vitamine;fibra solubile (presente nei legumi).Nel pesce in particolare sono contenuti:

grassi omega-3 che riducono tra l'altro i trigliceridi, aumentano il colesterolobuono (HDL) e quindi svolgono un'azione protettiva nei confronti delle malat-tie coronariche;

iodio, elemento essenziale per la sintesi degli ormonidella tiroide.

Gruppo 6:

grassi da condimento e zuccheri che forniscono calorie esapore ai cibi e acidi grassi essenziali (presenti negli olivegetali).

Grassi: olio di oliva e di semi (arachide, girasole, soia, mais), burro, lardo,strutto, pancetta, margarina, costituiscono energia di deposito e trasportanole vitamine liposolubili (che si sciolgono nei grassi: D protettiva delle ossa, Ee A contro l'invecchiamento e i tumori, K fondamentale per la coagulazionedel sangue).

Dolci e dolciumi: zucchero (saccarosio), miele, marmellata, torte, caramelleeccetera il cui consumo eccessivo aumenta la glicemia, i trigliceridi e l'accu-mulo di grasso nel fegato.

L'IMPORTANZA DELL'ACQUA

Il corpo umano è costituito soprattutto da acqua (nella misura del 60 per centodel peso di un adulto) essenziale per il mantenimento della vita.

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L'acqua viene assunta soprattutto con le bevande, in minore quantità con ali-menti (frutta e verdura), svolge un ruolo essenziale nella digestione, nell'assor-bimento, nel trasporto e nell'utilizzazione dei nutrienti ed è indispensabile per l'e-liminazione delle scorie e per la regolazione della temperatura corporea.

Gli anziani in genere rischiano di andare incontro a fenomeni di disidratazioneperché con il passare degli anni la sensazione della sete tende a diminuire.

Si consiglia di fare bere almeno un litro e mezzo di liquidi al giorno. L'acqua, spe-cie se minerale, è la migliore bevanda, ma possono essere assunti altri liquidicome tè lungo, caffè d'orzo, succhi di frutta, spremute, brodi.

QUANTE VOLTE A SETTIMANA SI DEVONO MANGIARE I CIBI PRESENTINEI VARI GRUPPI DELLA PIRAMIDE ALIMENTARE?

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AlimentiNumero di volte alla settimana

1 2 3 4 5 6 7

Carne XPesce XUova XFormaggi XLegumi XSalumi XCereali X

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DI QUANTE PORZIONI HAI BISOGNO QUOTIDIANAMENTE?

ESEMPI DI DIMENSIONE DI UNA PORZIONE PER OGNI GRUPPO DI CIBI

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Se sei: una donna sedentariao un uomo anziano

un bambino, una ado-lescente femmina, una

donna dinamica, unuomo sedentario

un adolescentemaschio, un uomo

dinamico, una donnamolto dinamica

1.600 calorie 2.200 calorie 2.800 calorie

Pane, cereali, riso, pasta 6 9 11

Vegetali 3 4 5

Frutta 2 3 4

Latte, yogurt, formaggi 2-3 2-3 2-3

Carne, pesce, uova, legu-mi secchi 57-142 grammi 85-170 grammi 85-198 grammi

Totale grassi 53 grammi 73 grammi 93 grammi

Zucchero supplementare 6 cucchiaini da tè 12 cucchiaini da tè 18 cucchiaini da tè

PANE, CEREALI, RISO, PASTA

1 fetta di pane½ tazza di pasta, riso, cereali cotti3-4 crackers

VEGETALI

1 tazza di verdura fresca½ tazza di verdure cotte o in scatola1 patata media3/4 di tazza di minestra di verdure

FRUTTA

1 frutto intero (una mela, un’arancia, unabanana medi)

½ tazza di frutta cotta o in scatola 3/4 di tazza di succo di frutta½ pompelmo1/4 di tazza di frutta secca

LATTE, YOGURT, FORMAGGI

1 tazza di latte o di yogurt

30 gr. di formaggio intero60 gr. di formaggio magro

CARNE, PESCE, UOVA, LEGUMI SECCHI

60-85 gr. di carni magre, pollame o pesce sono una porzione1 uovo2 cucchiai di burro di arachide½ tazza di fagioli, lenticchie o piselli secchi

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