I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO persone con problemi … · anoressia e bulimia è un disturbo...

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I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Testi e commenti a cura di Dr.ssa Francesca Pavan Sessione grafica a cura di Daiana Ormenese INTRODUZIONE Benchè l'anoressia e la bulimia siano oggi un argomento di grande attualità, non si può dire che sia facile avere informazioni accessibili, corrette e complete su questi disturbi. Le richieste di informazioni non giungono solo dai familiari: spesso amici, insegnanti, conoscenti, di persone con problemi alimentari contattano i medici e gli psicologi che si occupano di questi disturbi per avere suggerimenti ed informazioni. La frequenza con cui si parla di questi problemi nei mass media induce a volte a “sospettare” l'esistenza di un disturbo anche in casi in cui non c'è nessuna necessità di preoccuparsi, rischiando magari di ingigantire un sintomo, proprio attribuendoli troppa attenzione. Al contrario nel caso di un disturbo conclamato, possono essere presi provvedimenti poco opportuni o, peggio, può venire trascurata la necessità di un intervento che, se troppo tardivo, rischia di non essere più efficace. I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un'alterazione del rapporto che una persona ha con il cibo e con il proprio corpo. E' possibile dire che ci si trova di fronte ad una situazione di rischio di disturbo del comportamento alimentare in tutte le situazioni nelle quali sperimentiamo una difficoltà nel nostro rapporto con il cibo e/o con il nostro corpo e con l'immagine che questo ci rimanda.

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I DISTURBI DEL

COMPORTAMENTO

ALIMENTARE

Testi e commenti a curadi Dr.ssa Francesca Pavan

Sessione grafica a cura di Daiana Ormenese

INTRODUZIONE

Benchè l'anoressia e la bulimia siano oggi un

argomento di grande attualità, non si può dire che sia

facile avere informazioni accessibili, corrette e complete

su questi disturbi.

Le richieste di informazioni non giungono solo dai

familiari: spesso amici, insegnanti, conoscenti, di

persone con problemi alimentari contattano i medici e gli

psicologi che si occupano di questi disturbi per avere

suggerimenti ed informazioni.

La frequenza con cui si parla di questi problemi nei mass

media induce a volte a “sospettare” l'esistenza di un

disturbo anche in casi in cui non c'è nessuna necessità di

preoccuparsi, rischiando magari di ingigantire un

sintomo, proprio attribuendoli troppa attenzione. Al

contrario nel caso di un disturbo conclamato, possono

essere presi provvedimenti poco opportuni o, peggio,

può venire trascurata la necessità di un intervento che, se

troppo tardivo, rischia di non essere più efficace.

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono

patologie caratterizzate da un'alterazione del rapporto

che una persona ha con il cibo e con il proprio corpo.

E' possibile dire che ci si trova di fronte ad una

situazione di rischio di disturbo del comportamento

alimentare in tutte le situazioni nelle quali

sperimentiamo una difficoltà nel nostro rapporto con il

cibo e/o con il nostro corpo e con l'immagine che questo

ci rimanda.

' ' ?Cos è l immagine corporea

E' come vediamo o rappresentiamo noi stessi.

E' come sentiamo che gli altri ci percepiscono.

E' quello che noi crediamo del nostro aspetto fisico.

E' quello che noi sentiamo a proposito del nostro corpo.

Il meccanismo che scatena patologie paradossali come

anoressia e bulimia è un disturbo percettivo della propria

immagine corporea e questa distorsione diminuisce

l'autostima che il paziente malato ha di sè.

Vi sono studi che abbracciano maggiormente l'ipotesi

genetica come se esistesse un gene della percezione del

sé che si altera, altri studi invece si concentrano

sull'aspetto biologico che ipotizza l'intervento di alcuni

fattori biochimici che intercorrono durante i primi 2 anni

di vita.

3 milioni di italiani, al 90% donne, sono colpiti da DCA:

nei casi più gravi da anoressia e bulimia: una delle fasi di

età più critiche è l'adolescenza con un picco intorno ai

19–20 anni.

Secondo le più recenti classificazioni i disturbi del

comportamento alimentare sono i seguenti:

– Anoressia nervosa

– Bulimia nervosa

– Disturbo da alimentazione incontrollata

– DCA non altrimenti specificati

' L ANORESSIA NERVOSA

L'anoressia nervosa è una malattia che comprende

problematiche di tipo sociale, psicologico e fisico:

se non curata adeguatamente può produrre

importanti complicanze fisiche (nei casi più gravi

anche morte per arresto cardiaco o per suicidio), e

condizioni psichiche che richiedono un supporto

psicologico adeguato per essere condotte a totale

guarigione.

Spesso inizia con pensieri e preoccupazioni

apparentemente banali (voler perdere qualche Kg,

vedersi un po' troppo “rotondi”, o voler

assomigliare fisicamente a modelli proposti dai

mass media assolutamente distanti dal reale) e

anche i comportamenti iniziali sono, consueti e

socialmente condivisibili (come fare la dieta che fa

già qualche amica o seguire i consigli di qualche

rivista). Tuttavia in persone predisposte, la malattia

lentamente prende il sopravvento: i pensieri

diventano “fissazioni” nei confronti del corpo come

essere sempre più magri o aver paura di riprendere

il peso perduto e nei confronti del cibo come

contare sempre le kcal dei pasti assunti. I

comportamenti diventano sempre più rivolti a

perdere altro peso o ad evitare di riprenderlo; spesso

compaiono atteggiamenti bizzarri ed inconsueti a

tavola come spezzettare il cibo o nasconderlo,

evitare di mangiare di fronte ad altre persone,

controllare ossessivamente la preparazione dei pasti

e di quello che mangiano i familiari.

Le ragazze anoressiche hanno un'alterata percezione

del proprio corpo e attraverso la rinuncia del cibo

ritrovano una sensazione di potenza e mantengono

così elevato (in modo distorto!!) il loro livello di

autostima.

L'individuo per sopportare la distorsione della sua

immagine prova a usare inconsciamente alcune

strategie correttive attraverso il pensiero, tenendo

così al perfezionismo assoluto e per questo anche

rivolto al cibo; l'individuo impara un meccanismo

per lui molto attraente per correggere il suo disturbo

psicologico percettivo: la dieta. Se la persona

predisposta comincia per questo a mangiare meno,

apprende l'euforia del controllo e percepisce una

sensazione di grande potenza come se controllando

il cibo possa controllare anche la stima e

considerazione di se stesso. Si tratta di un

trasferimento di un'errata sensazione dal piano

cognitivo al piano emotivo. Molte ragazze malate di

anoressia risultano incapaci di “vedersi magre”

nonostante il calo di peso sia sostanzioso, come se

lo specchio rimandasse loro un'immagine distorta,

mai abbastanza soddisfacente alle loro aspettative.

Quando non è più possibile tollerare la fame

prolungata possono verificarsi delle abbuffate. La

paura che queste producono, spingono molte

persone ad indursi il vomito, ad assumere farmaci

lassativi e/o diuretici oppure ad effettuare un'intensa

attività fisica per continuare a controllare il proprio

peso. Un terzo delle persone con anoressia diventa

bulimico nel corso della vita. Un Indice di Massa

Corporea inferiore a 17,5 (non legato a malattie

documentabili) è sicuramente un segno di

particolare sospetto sopratutto se si accompagna ad

un modo di alimentarsi “anomalo” o a

comportamenti particolari come quelli citati

precedentemente.

CRITERI DIAGNOSTICI PER LA

ANORESSIA NERVOSA

( )Secondo il DSM IVR

Rifiuto di mantenere il proprio peso ad un

livello minimo di almeno l'85% del peso

previsto sulla base delle proprie

caratteristiche costituzionali.

Forte paura di recuperare il peso perduto

anche in presenza di una evidente

denutrizione.

Estrema preoccupazione per il proprio

aspetto fisico, associata al bisogno ossessivo

di controllare la forma ed il peso del proprio

corpo, anche quando questo può comportare

dei danni organici evidenti.

Amenorrea (assenza del ciclo mestruale) da

almeno 3 mesi.

ATTENZIONE Un DCA (anche grave) può

presentarsi anche con solo alcuni dei criteri precedenti.

LA BULIMIA NERVOSA

La Bulimia Nervosa si presenta in persone che,

spesso, hanno lo stesso desiderio di magrezza di

quelle anoressiche con una maggiore difficoltà a

mantenere il ferreo controllo sul cibo tipico della

Anoressia. Tale difficoltà sfocia in una assunzione

incontrollata di alimenti (abbuffata) in seguito alla

quale la persona tenta di “porre rimedio” alla

quantità di cibo assunto o al timore degli effetti che

questo potrebbe avere sul peso o sulla forma

corporea con dei metodi empirici: questi

meccanismi di compensazione e la tendenza a

nascondersi fanno sì che le bulimiche mantengano

un peso normale e la loro malattia non venga

scoperta per anni. I “rimedi” adottati sono il vomito

auto indotto o apparentemente spontaneo, l'abuso di

lassativi e di diuretici, in tal caso si parla di bulimia

purgativa; in altri casi vengono utilizzati

l'iperattività fisica e le pratiche di digiuno

prolungato, si parla così di bulimia non purgativa.

Le persone che soffrono di bulimia vivono con forte

vergogna e inadeguatezza il fatto di abbuffarsi, di

perdere il controllo, di dover eliminare il cibo che

spesso viene comprato e consumato di nascosto.

Le bulimiche di entrambi i tipi sembrano ancora più

insoddisfatte delle anoressiche del loro peso e della

forma del loro corpo.

Le abbuffate le pongono continuamente di fronte

all'angosciante pericolo di ingrassare dovuto alla

loro incapacità di controllarsi; il vomito, quando

presente, allevia solo temporaneamente quest'ansia,

producendo in genere una sensazione di vuoto che

stimola l'inizio di una nuova abbuffata.

Talvolta le prime perdite di controllo e successive

abbuffate avvengono durante una dieta

particolarmente rigida o in corso di anoressia

nervosa. Anzi, spesso, il tentativo di ridurre la

propria alimentazione aumenta la frequenza e

l'intensità delle abbuffate.

La bulimia nervosa può portare a gravi conseguenze

fisiche specie a seguito delle conseguenze dovute a

vomito e abuso di lassativi e diuretici.

CRITERI DIAGNOSTICI PER LA BULIMIA NERVOSA

( )Secondo il DSM IVR

Abbuffate con frequenza almeno settimanale.

Di solito in questi episodi vengono consumati

alimenti in quantità superiori a quelli che la

maggior parte delle persone riescono a

consumare in singoli pasti. Una abbuffata è

caratterizzata dalla sensazione di perdere il

controllo e dalla sensazione spiacevole di non

riuscire più a fermarsi una volta che si è iniziato

a mangiare.

Presenza di comportamenti rivolti a

compensare le abbuffate e ad impedire il

conseguente aumento di peso: tra queste il

vomito autoindotto, l'abuso di farmaci lassativi e

diuretici, l'attività fisica esagerata.

L'autostima e la fiducia in sé stessi sono

esageratamente legate all'aspetto fisico e al peso

corporeo.

Assenza di una condizione concomitante di

Anoressia Nervosa, e assenza di grave sottopeso

(vedi diagnosi di Anoressia Nervosa).

ATTENZIONE Un DCA (anche grave) può presentarsi anche con solo alcuni dei criteri precedenti.

DISTURBO DA ALIMENTAZIONE

INCONTROLLATA

Il disturbo da alimentazione incontrollata o BED è

caratterizzato dalla presenza di costanti perdite di

controllo alimentare (abbuffate) nel corso delle

quali le persone mangiano grandi quantità di cibo,

spesso ipercalorico. In taluni casi le abbuffate

possono presentarsi anche di notte (NED).

Queste persone diventano frequentemente (anche se

non sempre) obese e possono presentare

caratteristiche fluttuazioni del peso corporeo anche

molto ampie. Si calcola che una percentuale

compresa tra il 30 e il 50 % degli obesi che chiede

aiuto, presenti in realtà un disturbo da alimentazione

incontrollata. In effetti l'obesità non è classificata

dagli psichiatri come un reale disturbo alimentare,

ma è spesso legata a turbe psicologiche come

“l'iperfargia”. Diversamente dalle tante teorie

tuttora in fase di studio riguardanti le ipotesi che

sono alla base dell'obesità, quasi mai l'obeso diventa

tale per problemi ormonali o organici ma

semplicemente perché mangia quantità eccessive di

cibo, rispetto alle sue esigenze, inconsapevolmente:

tende a negare la realtà e ad autoconvincersi di non

introdurre poi così tanto cibo.

Inoltre l'obeso spesso non non si vede come

un'entità complessiva ma come un insieme di entità

separate e spesso

arriva ad eliminare

gli specchi da casa.

I ripetuti tentativi di

gestire la situazione

con diete

ipocaloriche

(sopratutto se molto rigide) anziché essere di aiuto

peggiora l'andamento del disturbo con un aumento

della frequenza e della gravità delle abbuffate e, di

conseguenza, del peso.

CRITERI DIAGNOSTICI PER IL BED

( )Secondo il DSM IVR

1 - Episodi ricorrenti di alimentazione

incontrollata. Un episodio di alimentazione

incontrollata si caratterizza per la presenza di

entrambi:

- mangiare in un periodo di tempo un quantitativo

di cibo chiaramente più abbondante di quello che

la maggior parte delle persone mangerebbe nello

stesso tempo ed in circostanze simili;

- sensazione di perdere il controllo nel mangiare

durante l'episodio;

2 - E' presente marcato disagio a riguardo del

mangiare incontrollato.

3 - Gli episodi di alimentazione incontrollata

sono associati con tre o più dei seguenti sintomi:

- mangiare molto più rapidamente del normale;

- mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;

- mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci

si sente fisicamente affamati;

- mangiare da soli a causa dell'imbarazzo per

quanto si sta mangiando;

- sentirsi disgustato verso se stesso, depresso, o

molto in colpa dopo le abbuffate.

ATTENZIONE Un DCA (anche grave) può presentarsi anche con solo alcuni dei criteri precedenti.

I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

NON ALTRIMENTI SPECIFICATI

Oltre ai “classici” disturbi alimentari (Anoressia

Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da

Alimentazione Incontrollata) esistono molti altri

quadri clinici che non presentano esattamente i

criteri per diagnosticare un disturbo specifico ma

che costituiscono lo stesso un disturbo del

comportamento alimentare, talvolta anche grave. Un

buon criterio per valutare la presenza di un disturbo

del comportamento alimentare (anche se atipico) è

l'atteggiamento che una persona ha nei confronti del

suo peso e del suo aspetto fisico. Quando una

persona passa la maggior parte del suo tempo a

preoccuparsi per la forma ed il peso del suo corpo o

fa dipendere la sua autostima dall'aspetto del suo

corpo, ha, con ogni probabilità, un qualche tipo di

disturbo del comportamento alimentare.

Tali disturbi sono in netto aumento all'interno della

società attuale ed è difficile stabilire le casistiche se

negli anni sono nettamente aumentate o se più

semplicemente sia aumentata la consapevolezza

nella popolazione e tra i medici che questi siano

reali patologie che possono e devono essere curate.

Molti studiosi hanno cercato di stabilire quali siano

i motivi dell'aumento di frequenza di queste

patologie, concludendo che probabilmente gli

aspetti socioculturali giocano un ruolo importante: i

disturbi del comportamento alimentare infatti

sembrano essere molto più frequenti nelle culture

occidentali più sviluppate e industrializzate. Inoltre

quando soggetti provenienti da culture non

occidentali si trovano a vivere, per diversi motivi

(studio, immigrazione), in una società occidentale, il

rischio di sviluppare un disturbo del comportamento

alimentare sembra essere ancora più alto rispetto ai

soggetti che ci hanno sempre vissuto. Questo fatto

porta a pensare che l'adozione di uno stile di vita

tipico di una società sviluppata e industrializzata

abbia una grossa influenza sull'incidenza di questi

disturbi.

Ultimamente si è tanto colpevolizzato il mondo

della moda e la sua idealizzazione della magrezza: è

indubbio che la moda del magro a ogni costo educa

molte ragazze ad abbandonarsi all'uso di diete

incontrollate, aumentando il livello di rischio, ma si

tratta solo di un fattore scatenante in grado di

innescare il disturbo del comportamento alimentare

in chi ha comunque una predisposizione patologica.

Tuttavia vi sono iniziative come il manifesto di

autoregolamentazione della moda italiana

presentato pochi mesi fa

(http://www.politichegiovaniliesport.it/politiche-

giovanili/news-politiche-giovanili/manifesto-

nazionale-di-autoregolazione-della-moda-

italiana-contro-lanoressia.html) che cerca di

tenere lontano da copertine di giornale e riflettori

modelle troppo magre che rappresentano solo un

cattivo esempio: è senza dubbio chiaro che la

cultura e l'educazione influiscano sulle patologie

dell'alimentazione creando però solo le condizioni

utili per la vulnerabilità anoressica.

PER GUARIRE SI DEVE MUOVERE TUTTA LA FAMIGLIA

In tutti i disturbi alimentari una terapia adeguata e

tempestiva può salvare la vita. Una vita che, anche

se il cuore non si ferma, può diventare una tragedia

quotidiana.

Nei mass media prevale l'immagine di una famiglia

in qualche modo responsabile dei disagi dei figli:

una madre troppo possessiva, un padre assente. Si

tratta troppo spesso di analisi superficiali o peggio

di stereotipi secondo i quali le anoressiche, le

bulimiche e le loro famiglie sarebbero tutte uguali.

Alcuni anni fa era dominante il concetto di

“famiglia patogena” (che produce, cioè, una

malattia): una delle classiche prescrizioni nella cura

dell'anoressia era l'allontanamento della paziente

dall'ambiente familiare. Da una decina d'anni si è

affermata l'idea che, indipendentemente dalle

molteplici cause del disturbo, la famiglia, insieme al

paziente, sia la vittima principale della malattia e

delle sue conseguenze e costituisca al tempo stesso

una risorsa indispensabile in qualsiasi programma

terapeutico. In particolar modo per anni si è pensato

che l'origine dell'anoressia derivasse da un rapporto

sbagliato con la madre; oggi la fase di

colpevolizzazione materna è tramontata anche se si

sa che il rapporto emotivo-intellettuale

dell'anoressica con la madre conta molto

nell'evolversi della malattia ma non tutto:

l'anoressica usa il cibo per tenere la madre lontana

da sé, autoescludendosi dal rituale della tavola e

della cucina regno–icona della madre che a sua

volta rappresenta la femminilità; dal punto di vista

psicologico l'anoressia è considerata come rifiuto

del ruolo femminile attuato attraverso il

dimagrimento che nasconde i segni della

femminilità (mestruazione e forma corporea).

Per questo la famiglia in primis, ma anche gli altri

parenti, gli insegnanti, gli amici, i medici di

famiglia hanno un ruolo fondamentale nell'aiutare

queste persone (sopratutto le ragazze più giovani) a

prendere coscienza del problema, a convincerle a

iniziare la cura, e poi a motivarle e incoraggiarle

perché la portino avanti.

(Articolo tratto dalla rivista “OK la Salute prima di tutto” del mese di giugno 2007 RCS periodici).

( Immagine tratta dalla rivista “OK la Salute prima di tutto” del mese di giugno 2007 RCS periodici)

( Immagine tratta dalla rivista “OK la Salute prima di tutto” del mese di giugno 2007 RCS periodici)