I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO persone con problemi … · anoressia e bulimia è un disturbo...
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I DISTURBI DEL
COMPORTAMENTO
ALIMENTARE
Testi e commenti a curadi Dr.ssa Francesca Pavan
Sessione grafica a cura di Daiana Ormenese
INTRODUZIONE
Benchè l'anoressia e la bulimia siano oggi un
argomento di grande attualità, non si può dire che sia
facile avere informazioni accessibili, corrette e complete
su questi disturbi.
Le richieste di informazioni non giungono solo dai
familiari: spesso amici, insegnanti, conoscenti, di
persone con problemi alimentari contattano i medici e gli
psicologi che si occupano di questi disturbi per avere
suggerimenti ed informazioni.
La frequenza con cui si parla di questi problemi nei mass
media induce a volte a “sospettare” l'esistenza di un
disturbo anche in casi in cui non c'è nessuna necessità di
preoccuparsi, rischiando magari di ingigantire un
sintomo, proprio attribuendoli troppa attenzione. Al
contrario nel caso di un disturbo conclamato, possono
essere presi provvedimenti poco opportuni o, peggio,
può venire trascurata la necessità di un intervento che, se
troppo tardivo, rischia di non essere più efficace.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono
patologie caratterizzate da un'alterazione del rapporto
che una persona ha con il cibo e con il proprio corpo.
E' possibile dire che ci si trova di fronte ad una
situazione di rischio di disturbo del comportamento
alimentare in tutte le situazioni nelle quali
sperimentiamo una difficoltà nel nostro rapporto con il
cibo e/o con il nostro corpo e con l'immagine che questo
ci rimanda.
' ' ?Cos è l immagine corporea
E' come vediamo o rappresentiamo noi stessi.
E' come sentiamo che gli altri ci percepiscono.
E' quello che noi crediamo del nostro aspetto fisico.
E' quello che noi sentiamo a proposito del nostro corpo.
Il meccanismo che scatena patologie paradossali come
anoressia e bulimia è un disturbo percettivo della propria
immagine corporea e questa distorsione diminuisce
l'autostima che il paziente malato ha di sè.
Vi sono studi che abbracciano maggiormente l'ipotesi
genetica come se esistesse un gene della percezione del
sé che si altera, altri studi invece si concentrano
sull'aspetto biologico che ipotizza l'intervento di alcuni
fattori biochimici che intercorrono durante i primi 2 anni
di vita.
3 milioni di italiani, al 90% donne, sono colpiti da DCA:
nei casi più gravi da anoressia e bulimia: una delle fasi di
età più critiche è l'adolescenza con un picco intorno ai
19–20 anni.
Secondo le più recenti classificazioni i disturbi del
comportamento alimentare sono i seguenti:
– Anoressia nervosa
– Bulimia nervosa
– Disturbo da alimentazione incontrollata
– DCA non altrimenti specificati
' L ANORESSIA NERVOSA
L'anoressia nervosa è una malattia che comprende
problematiche di tipo sociale, psicologico e fisico:
se non curata adeguatamente può produrre
importanti complicanze fisiche (nei casi più gravi
anche morte per arresto cardiaco o per suicidio), e
condizioni psichiche che richiedono un supporto
psicologico adeguato per essere condotte a totale
guarigione.
Spesso inizia con pensieri e preoccupazioni
apparentemente banali (voler perdere qualche Kg,
vedersi un po' troppo “rotondi”, o voler
assomigliare fisicamente a modelli proposti dai
mass media assolutamente distanti dal reale) e
anche i comportamenti iniziali sono, consueti e
socialmente condivisibili (come fare la dieta che fa
già qualche amica o seguire i consigli di qualche
rivista). Tuttavia in persone predisposte, la malattia
lentamente prende il sopravvento: i pensieri
diventano “fissazioni” nei confronti del corpo come
essere sempre più magri o aver paura di riprendere
il peso perduto e nei confronti del cibo come
contare sempre le kcal dei pasti assunti. I
comportamenti diventano sempre più rivolti a
perdere altro peso o ad evitare di riprenderlo; spesso
compaiono atteggiamenti bizzarri ed inconsueti a
tavola come spezzettare il cibo o nasconderlo,
evitare di mangiare di fronte ad altre persone,
controllare ossessivamente la preparazione dei pasti
e di quello che mangiano i familiari.
Le ragazze anoressiche hanno un'alterata percezione
del proprio corpo e attraverso la rinuncia del cibo
ritrovano una sensazione di potenza e mantengono
così elevato (in modo distorto!!) il loro livello di
autostima.
L'individuo per sopportare la distorsione della sua
immagine prova a usare inconsciamente alcune
strategie correttive attraverso il pensiero, tenendo
così al perfezionismo assoluto e per questo anche
rivolto al cibo; l'individuo impara un meccanismo
per lui molto attraente per correggere il suo disturbo
psicologico percettivo: la dieta. Se la persona
predisposta comincia per questo a mangiare meno,
apprende l'euforia del controllo e percepisce una
sensazione di grande potenza come se controllando
il cibo possa controllare anche la stima e
considerazione di se stesso. Si tratta di un
trasferimento di un'errata sensazione dal piano
cognitivo al piano emotivo. Molte ragazze malate di
anoressia risultano incapaci di “vedersi magre”
nonostante il calo di peso sia sostanzioso, come se
lo specchio rimandasse loro un'immagine distorta,
mai abbastanza soddisfacente alle loro aspettative.
Quando non è più possibile tollerare la fame
prolungata possono verificarsi delle abbuffate. La
paura che queste producono, spingono molte
persone ad indursi il vomito, ad assumere farmaci
lassativi e/o diuretici oppure ad effettuare un'intensa
attività fisica per continuare a controllare il proprio
peso. Un terzo delle persone con anoressia diventa
bulimico nel corso della vita. Un Indice di Massa
Corporea inferiore a 17,5 (non legato a malattie
documentabili) è sicuramente un segno di
particolare sospetto sopratutto se si accompagna ad
un modo di alimentarsi “anomalo” o a
comportamenti particolari come quelli citati
precedentemente.
CRITERI DIAGNOSTICI PER LA
ANORESSIA NERVOSA
( )Secondo il DSM IVR
Rifiuto di mantenere il proprio peso ad un
livello minimo di almeno l'85% del peso
previsto sulla base delle proprie
caratteristiche costituzionali.
Forte paura di recuperare il peso perduto
anche in presenza di una evidente
denutrizione.
Estrema preoccupazione per il proprio
aspetto fisico, associata al bisogno ossessivo
di controllare la forma ed il peso del proprio
corpo, anche quando questo può comportare
dei danni organici evidenti.
Amenorrea (assenza del ciclo mestruale) da
almeno 3 mesi.
ATTENZIONE Un DCA (anche grave) può
presentarsi anche con solo alcuni dei criteri precedenti.
LA BULIMIA NERVOSA
La Bulimia Nervosa si presenta in persone che,
spesso, hanno lo stesso desiderio di magrezza di
quelle anoressiche con una maggiore difficoltà a
mantenere il ferreo controllo sul cibo tipico della
Anoressia. Tale difficoltà sfocia in una assunzione
incontrollata di alimenti (abbuffata) in seguito alla
quale la persona tenta di “porre rimedio” alla
quantità di cibo assunto o al timore degli effetti che
questo potrebbe avere sul peso o sulla forma
corporea con dei metodi empirici: questi
meccanismi di compensazione e la tendenza a
nascondersi fanno sì che le bulimiche mantengano
un peso normale e la loro malattia non venga
scoperta per anni. I “rimedi” adottati sono il vomito
auto indotto o apparentemente spontaneo, l'abuso di
lassativi e di diuretici, in tal caso si parla di bulimia
purgativa; in altri casi vengono utilizzati
l'iperattività fisica e le pratiche di digiuno
prolungato, si parla così di bulimia non purgativa.
Le persone che soffrono di bulimia vivono con forte
vergogna e inadeguatezza il fatto di abbuffarsi, di
perdere il controllo, di dover eliminare il cibo che
spesso viene comprato e consumato di nascosto.
Le bulimiche di entrambi i tipi sembrano ancora più
insoddisfatte delle anoressiche del loro peso e della
forma del loro corpo.
Le abbuffate le pongono continuamente di fronte
all'angosciante pericolo di ingrassare dovuto alla
loro incapacità di controllarsi; il vomito, quando
presente, allevia solo temporaneamente quest'ansia,
producendo in genere una sensazione di vuoto che
stimola l'inizio di una nuova abbuffata.
Talvolta le prime perdite di controllo e successive
abbuffate avvengono durante una dieta
particolarmente rigida o in corso di anoressia
nervosa. Anzi, spesso, il tentativo di ridurre la
propria alimentazione aumenta la frequenza e
l'intensità delle abbuffate.
La bulimia nervosa può portare a gravi conseguenze
fisiche specie a seguito delle conseguenze dovute a
vomito e abuso di lassativi e diuretici.
CRITERI DIAGNOSTICI PER LA BULIMIA NERVOSA
( )Secondo il DSM IVR
Abbuffate con frequenza almeno settimanale.
Di solito in questi episodi vengono consumati
alimenti in quantità superiori a quelli che la
maggior parte delle persone riescono a
consumare in singoli pasti. Una abbuffata è
caratterizzata dalla sensazione di perdere il
controllo e dalla sensazione spiacevole di non
riuscire più a fermarsi una volta che si è iniziato
a mangiare.
Presenza di comportamenti rivolti a
compensare le abbuffate e ad impedire il
conseguente aumento di peso: tra queste il
vomito autoindotto, l'abuso di farmaci lassativi e
diuretici, l'attività fisica esagerata.
L'autostima e la fiducia in sé stessi sono
esageratamente legate all'aspetto fisico e al peso
corporeo.
Assenza di una condizione concomitante di
Anoressia Nervosa, e assenza di grave sottopeso
(vedi diagnosi di Anoressia Nervosa).
ATTENZIONE Un DCA (anche grave) può presentarsi anche con solo alcuni dei criteri precedenti.
DISTURBO DA ALIMENTAZIONE
INCONTROLLATA
Il disturbo da alimentazione incontrollata o BED è
caratterizzato dalla presenza di costanti perdite di
controllo alimentare (abbuffate) nel corso delle
quali le persone mangiano grandi quantità di cibo,
spesso ipercalorico. In taluni casi le abbuffate
possono presentarsi anche di notte (NED).
Queste persone diventano frequentemente (anche se
non sempre) obese e possono presentare
caratteristiche fluttuazioni del peso corporeo anche
molto ampie. Si calcola che una percentuale
compresa tra il 30 e il 50 % degli obesi che chiede
aiuto, presenti in realtà un disturbo da alimentazione
incontrollata. In effetti l'obesità non è classificata
dagli psichiatri come un reale disturbo alimentare,
ma è spesso legata a turbe psicologiche come
“l'iperfargia”. Diversamente dalle tante teorie
tuttora in fase di studio riguardanti le ipotesi che
sono alla base dell'obesità, quasi mai l'obeso diventa
tale per problemi ormonali o organici ma
semplicemente perché mangia quantità eccessive di
cibo, rispetto alle sue esigenze, inconsapevolmente:
tende a negare la realtà e ad autoconvincersi di non
introdurre poi così tanto cibo.
Inoltre l'obeso spesso non non si vede come
un'entità complessiva ma come un insieme di entità
separate e spesso
arriva ad eliminare
gli specchi da casa.
I ripetuti tentativi di
gestire la situazione
con diete
ipocaloriche
(sopratutto se molto rigide) anziché essere di aiuto
peggiora l'andamento del disturbo con un aumento
della frequenza e della gravità delle abbuffate e, di
conseguenza, del peso.
CRITERI DIAGNOSTICI PER IL BED
( )Secondo il DSM IVR
1 - Episodi ricorrenti di alimentazione
incontrollata. Un episodio di alimentazione
incontrollata si caratterizza per la presenza di
entrambi:
- mangiare in un periodo di tempo un quantitativo
di cibo chiaramente più abbondante di quello che
la maggior parte delle persone mangerebbe nello
stesso tempo ed in circostanze simili;
- sensazione di perdere il controllo nel mangiare
durante l'episodio;
2 - E' presente marcato disagio a riguardo del
mangiare incontrollato.
3 - Gli episodi di alimentazione incontrollata
sono associati con tre o più dei seguenti sintomi:
- mangiare molto più rapidamente del normale;
- mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;
- mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci
si sente fisicamente affamati;
- mangiare da soli a causa dell'imbarazzo per
quanto si sta mangiando;
- sentirsi disgustato verso se stesso, depresso, o
molto in colpa dopo le abbuffate.
ATTENZIONE Un DCA (anche grave) può presentarsi anche con solo alcuni dei criteri precedenti.
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
NON ALTRIMENTI SPECIFICATI
Oltre ai “classici” disturbi alimentari (Anoressia
Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da
Alimentazione Incontrollata) esistono molti altri
quadri clinici che non presentano esattamente i
criteri per diagnosticare un disturbo specifico ma
che costituiscono lo stesso un disturbo del
comportamento alimentare, talvolta anche grave. Un
buon criterio per valutare la presenza di un disturbo
del comportamento alimentare (anche se atipico) è
l'atteggiamento che una persona ha nei confronti del
suo peso e del suo aspetto fisico. Quando una
persona passa la maggior parte del suo tempo a
preoccuparsi per la forma ed il peso del suo corpo o
fa dipendere la sua autostima dall'aspetto del suo
corpo, ha, con ogni probabilità, un qualche tipo di
disturbo del comportamento alimentare.
Tali disturbi sono in netto aumento all'interno della
società attuale ed è difficile stabilire le casistiche se
negli anni sono nettamente aumentate o se più
semplicemente sia aumentata la consapevolezza
nella popolazione e tra i medici che questi siano
reali patologie che possono e devono essere curate.
Molti studiosi hanno cercato di stabilire quali siano
i motivi dell'aumento di frequenza di queste
patologie, concludendo che probabilmente gli
aspetti socioculturali giocano un ruolo importante: i
disturbi del comportamento alimentare infatti
sembrano essere molto più frequenti nelle culture
occidentali più sviluppate e industrializzate. Inoltre
quando soggetti provenienti da culture non
occidentali si trovano a vivere, per diversi motivi
(studio, immigrazione), in una società occidentale, il
rischio di sviluppare un disturbo del comportamento
alimentare sembra essere ancora più alto rispetto ai
soggetti che ci hanno sempre vissuto. Questo fatto
porta a pensare che l'adozione di uno stile di vita
tipico di una società sviluppata e industrializzata
abbia una grossa influenza sull'incidenza di questi
disturbi.
Ultimamente si è tanto colpevolizzato il mondo
della moda e la sua idealizzazione della magrezza: è
indubbio che la moda del magro a ogni costo educa
molte ragazze ad abbandonarsi all'uso di diete
incontrollate, aumentando il livello di rischio, ma si
tratta solo di un fattore scatenante in grado di
innescare il disturbo del comportamento alimentare
in chi ha comunque una predisposizione patologica.
Tuttavia vi sono iniziative come il manifesto di
autoregolamentazione della moda italiana
presentato pochi mesi fa
(http://www.politichegiovaniliesport.it/politiche-
giovanili/news-politiche-giovanili/manifesto-
nazionale-di-autoregolazione-della-moda-
italiana-contro-lanoressia.html) che cerca di
tenere lontano da copertine di giornale e riflettori
modelle troppo magre che rappresentano solo un
cattivo esempio: è senza dubbio chiaro che la
cultura e l'educazione influiscano sulle patologie
dell'alimentazione creando però solo le condizioni
utili per la vulnerabilità anoressica.
PER GUARIRE SI DEVE MUOVERE TUTTA LA FAMIGLIA
In tutti i disturbi alimentari una terapia adeguata e
tempestiva può salvare la vita. Una vita che, anche
se il cuore non si ferma, può diventare una tragedia
quotidiana.
Nei mass media prevale l'immagine di una famiglia
in qualche modo responsabile dei disagi dei figli:
una madre troppo possessiva, un padre assente. Si
tratta troppo spesso di analisi superficiali o peggio
di stereotipi secondo i quali le anoressiche, le
bulimiche e le loro famiglie sarebbero tutte uguali.
Alcuni anni fa era dominante il concetto di
“famiglia patogena” (che produce, cioè, una
malattia): una delle classiche prescrizioni nella cura
dell'anoressia era l'allontanamento della paziente
dall'ambiente familiare. Da una decina d'anni si è
affermata l'idea che, indipendentemente dalle
molteplici cause del disturbo, la famiglia, insieme al
paziente, sia la vittima principale della malattia e
delle sue conseguenze e costituisca al tempo stesso
una risorsa indispensabile in qualsiasi programma
terapeutico. In particolar modo per anni si è pensato
che l'origine dell'anoressia derivasse da un rapporto
sbagliato con la madre; oggi la fase di
colpevolizzazione materna è tramontata anche se si
sa che il rapporto emotivo-intellettuale
dell'anoressica con la madre conta molto
nell'evolversi della malattia ma non tutto:
l'anoressica usa il cibo per tenere la madre lontana
da sé, autoescludendosi dal rituale della tavola e
della cucina regno–icona della madre che a sua
volta rappresenta la femminilità; dal punto di vista
psicologico l'anoressia è considerata come rifiuto
del ruolo femminile attuato attraverso il
dimagrimento che nasconde i segni della
femminilità (mestruazione e forma corporea).
Per questo la famiglia in primis, ma anche gli altri
parenti, gli insegnanti, gli amici, i medici di
famiglia hanno un ruolo fondamentale nell'aiutare
queste persone (sopratutto le ragazze più giovani) a
prendere coscienza del problema, a convincerle a
iniziare la cura, e poi a motivarle e incoraggiarle
perché la portino avanti.
(Articolo tratto dalla rivista “OK la Salute prima di tutto” del mese di giugno 2007 RCS periodici).
( Immagine tratta dalla rivista “OK la Salute prima di tutto” del mese di giugno 2007 RCS periodici)
( Immagine tratta dalla rivista “OK la Salute prima di tutto” del mese di giugno 2007 RCS periodici)