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PERCENTUALI SUI DISTURBI ALIMENTARI

DESCRIZIONE ANORESSIA E BULIMIA SECONDO IL DSM-IV

EZIOLOGIA

DISTURBI ALIMENTARI E TEORIA DELL’ATTACCAMENTO

DISTURBI ALIMENTARI E IMMAGINE DI SE’

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L’età d’insorgenza è calcolata in genere tra i 14 e L’età d’insorgenza è calcolata in genere tra i 14 e i 18 anni, con una netta prevalenza femminile i 18 anni, con una netta prevalenza femminile - Dati ABA,2006 (Associzione per lo studio e la ricerca sull’Anoressia e la Bulimia) -

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Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale per l’età e la statura.

Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso.

Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza di questi sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità dell’attuale condizione di sottopeso.

Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea.

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Ricorrenti abbuffate.

Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.

Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano entrambe in media almeno 2 volte alla settimana, per 3 mesi.

I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso corporei.

L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.

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I FATTORI CHE PREDISPONGONO UN INDIVIDUO ALLO SVILUPPO DI UN DISTURBO ALIMENTARE, CHE INDUCONO

L’ESORDIO DELLA MALATTIA E CHE MANTENGONO IL DISTURBO UNA VOLTA STABILITOSI, NON SONO ANCORA

COMPLETAMENTE CHIARI.

L’INTERAZIONE TRA:

FATTORI BIOLOGICI

FATTORI PSICOSOCIALI

FATTORI CULTURALICONTRIBUISCE ALL’ESORDIO E AL MANTENIMENTO DELLA MALATTIA

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DISTINGUERE TRA I FATTORI BIOLOGICI CHE FANNO NASCERE I DISTURBI ALIMENTARI E LE ANOMALIE BIOLOGICHE CHE RISULTANO DALLA MALATTIA.

1) FATTORI GENETICI: studi sulle famiglie e sui gemelli suggeriscono che vi è una diatesi genetica sia per l’anoressia che per la bulimia; nell’anoressia vi è il 50% di concordanza tra i gemelli monozigoti e il 7% nei gemelli dizigoti, mentre nella bulimia nervosa vi è il 23% di concordanza tra i gemelli monozigoti e il 9% nei gemelli dizigoti.

2) FATTORI NEUROENDOCRINI: il sistema neuroendocrino (ipotalamo, ipofisi e ghiandole endocrine) è stato per molti anni considerato una “finestra” per poter osservare il funzionamento cerebrale. Per un certo periodo di tempo si è pensato che anomalie neuroendocrine (quali bassi livelli di estradiolo, ridotta secrezione dell’ormone luteinizzante e follicolo-stimolante, alti livelli di ormone della crescita) fossero cause potenziali della malattia . Ora è stato chiarito che, per la maggior parte, sono delle conseguenze della malnutrizione piuttosto che marcatori di tratto preesistenti.

3) NEUROTRASMETTITORI E NEUROPEPTIDI: i neurotrasmettitori, come noradrenalina e serotonina, regolano l’appetito, il senso di sazietà e il tono dell’umore. I livelli anomali dei neurotrasmettitori e dei loro metaboliti sono stati evidenziati nel SNC e nella circolazione periferica nelle pazienti con disturbi alimentari e in alcune pazienti guarite. I sistemi serotoninergici e noradrenergici nelle pazienti con bulimia e con anoressia sembrano essere ipoattivi.

Sebbene questi studi suggeriscano che certi individui possano essere geneticamente predisposti ai disturbi alimentari, il meccanismo non è ancora compreso.

UNA PREDISPOSIZIONE GENETICA NON SIGNIFICA CHE UNA PERSONA è DESTINATA A SVILUPPARE UN DISTURBO ALIMENTARE, MA PIUTTOSTO CHE HA UN MAGGIOR RISCHIO

SE è PRESENTE L’AMBIENTE CULTURALE E PSICOLOGICO GIUSTO

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I MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA BOMBARDANO IL PUBBLICO CON IMMAGINI DI CORPI PERFETTI, CON L’IMPLICAZIONE CHE è QUESTO, E

SOLTANTO QUESTO, CHE GARANTISCE LA FELICITA’ E LA SODDISFAZIONE.

LE IMMAGINI DELLE DONNE FORNITE DAI MASS MEDIA SUGGERISCONO CHE L’APPARENZA ESTERNA è ASSAI PIU’ IMPORTANTE DELL’IDENTITA’ INTERNA.

UN’IMPORTANZE CARATTERISTICA EPIDEMIOLOGICA DEI DISTURBI ALIMENTARI è CHE SEMBRANO ESSERE LIMITATI A CERTE CULTURE, VERIFICANDOSI IN PRIMO LUOGO NEI PAESI SVILUPPATI DEL NORD AMERICA E DELL’EUROPA, COSI’ COME IN AUSTRALIA ,

NUOVA ZELANDA E GIAPPONE.

IL RISCHIO DI MALATTIA PUO’ ESSERE CORRELATO AL GRADO DI ASSIMILAZIONE DI UNA PERSONA ALLA CULTURA DOMINANTE IN UN PAESE.

SEBBENE I DISTURBI ALIMENTARI SIANO COMUNEMENTE CONSIDERATI COME MALATTIE DELLA CLASSE MEDIA E ALTA DELLE DONNE BIANCHE, GLI STUDI HANNO DOCUMENTATO IN MODO CRESCENTE LA LORO PRESENZA TRA LE DONNE DELLE

MINORANZE E DELLE VARIE CLASSI SOCIALI.

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Nella letteratura, per quanto riguarda l’ANORESSIA NERVOSA, vengono sottolineate:

CARATTERISTICHE FAMILIARI TIPICHE inglobamento, iperintrusione dei familiari, l’iperprotezione dei genitori nei confronti dei figli,

la rigida adesione ai ruoli nella famiglia e l’evitamento di conflitti aperti.

CONFLITTO INCONSCIO TRA DIPENDENZA E SEPARAZIONE O INDIVIDUAZIONE rifiutando il cibo che dovrebbe nutrire il corpo, la paziente blocca le sue capacità di diventare

una donna adulta e indipendente. La malnutrizione causa anche l’interruzione delle mestruazioni, il che può servire ad alleviare l’ansia in un’adolescente che considera minacciosa

la prospettiva della femminilità.

Per quanto riguarda la BULIMIA NERVOSA, i fattori implicati variano da individuo ad individuo.

Le abbuffate sono spesso vissute come fuga transitoria dal rigido controllo sia del contesto alimentare che di altre aree della vita. le condotte di eliminazione assumono il significato di

annullare questo errore e di riacquistare il senso del controllo.

Gli episodi delle abbuffate e delle condotte di eliminazione sono spesso stimolati da situazioni in cui l’autostima del soggetto, che spesso è strettamente legata all’immagine corporea, è stata

minacciata.

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L’ attaccamentoattaccamento è un particolare legame o relazione stabile che si instaura tra il bambino e la persona adulta che si prende cura di lui a partire dalla

nascita, sulla base degli scambi interattivi e comportamentali che si svolgono tra i due. Queste esperienze relazionali precoci si cristallizzano in modelli operativi interni o stati della mente in relazione all’attaccamento, che guideranno il bambino permettendogli di anticipare il comportamento

dell’altro e di pianificare un’adeguata linea di risposta.

Sicuro

Insicuro – evitante

Insicuro - ambivalente

(Ainsworth M.)

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Nello specifico si possono distinguere due tipologie di attaccamento insicuro:

- un attaccamento insicuro del tipo evitante, in cui il bambino per affrontare lo stress da separazione, sposta l’attenzione dall’informazioni collegate all’abbandono della madre, rivolgendola insieme alla rabbia sull’ambiente inanimato.

- un attaccamento insicuro di tipo ambivalente, in cui il bambino al momento della separazione dalla madre piange angosciato mentre ricerca il contatto al momento della riunione; ma poiché l’angoscia è mescolata a rabbia, la ricerca del contatto è accompagnata al rifiuto della consolazione.

- PRESENZA COSTANTE DI UN CAREGIVER SENSIBILE E DISPONIBILE.

- ASPETTATIVE POSITIVE NEI CONFRONTI DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI.

- AL MOMENTO DELLA SEPARAZIONE DALLA MADRE SI AVVICINA A LEI CERCANDO IL CONTATTO FISICO.

- SE ANGOSCIATI SI CONSOLANO VELOCEMENTE. - FIGURE DI ACCUDIMENTO SPAVENTATE, INCERTE, INCOSTANTI O INADEGUATE.

- SFIDUCIA VERSO LE ALTRE PERSONE E AVRA’ ASPETTATIVE NEGATIVE NEI CONFRONTI DELLE RELAZIONI .

L’identificazione della tipologia di attaccamento che il soggetto ha instaurato con le figure di riferimento significative, può essere importante

all’interno di una diagnosi interpretativa con pazienti anoressiche e bulimiche. In questo caso si cercherà di contestualizzare l’anoressia e la bulimia all’interno

di una relazione disturbata con il genitore.

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- Hannah M. Turner, Kathryn S. Rose and Myra J. Cooper -

- EATING BEHAVIOUR VOLUME 6, IUSSUE 2 February 2005, PAG 113-118 -

1) PRESUPPOSTI TEORICI:

2) IPOTESI:

- esplorare i legami tra il funzionamento cognitivo e le prime relazioni genitoriali identificati in un gruppo di ragazze adolescenti che continuano a vivere a casa.

determinare se esiste qualche associazione significativa tra i sintomi dei disturbi alimentari, i legami genitoriali, e credenze principali in un gruppo di ragazze adolescenti di una scuola.

- GLI SCHEMI SI SVILUPPANO NELL’INFANZIA E FUNGONO DA MODELLI PER L’ELABORAZIONE DELLE ESPERIENZE FUTURE. GLI SCHEMI SPESSO INCLUDONO

CREDENZE INCONDIZIONATE SUL PROPRIO SE’. ALL’INTERNO DEL CAMPO DEI DISTURBI ALIMENTARI è

STATO CONSIDERATO CHE LE PRECOCI ESPERIENZE NEGATIVE E TRAUMATICHE INDUCONO ALLA

FORMAZIONE DI SCHEMI NON ADATTIVI CHE SPESSO SONO LEGATI AD UN’ELEVATA SOFFERENZA E

SONORESISTENTI AL CAMBIAMENTO. (Cooper, 2003).

- RELAZIONI FAMILIARI NON

SALUTARI POSSONO GIOCARE UN RUOLO DETERMINANTE

NELL’EZIOLOGIA E NELLO SVILUPPO DEI

DISTURBI ALIMENTARI.

(Minuchin et al.,1978 and Mallinckrodt et al., 1995) .

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3) CAMPIONE

- 365 adolescenti reclutate in una scuola media inferiore di Oxford

4) STRUMENTI

- PBIPBI (Parental Bonding Instrument) per la determinazione degli stili di accudimento genitoriale. Questo strumento è ampiamente utilizzato in letteratura anche nell’ambito delle dipendenze. I risultati danno luogo alla creazione di 4 tipologie di parenting sulla base dei punteggi di accudimento e controllo paterno e materno.

- EATEAT (Eating Attitudes Test) sviluppato da Garner e Garfinkel nel 1979 è il primo e forse più usato strumento di valutazione dei disturbi dell'alimentazione. Nel corso degli anni, l'EAT ha dato risultati controversi. Parte di queste limitazioni è dovuta al fatto che quando fu sviluppato, l'allora DSM-II non contemplava i disturbi dell'alimentazione, inclusi a partire dal DSM-III nel 1980. Gli autori di questo lavoro hanno quindi inteso effettuare uno studio di validazione del criterio (criterion validity) delle due versioni dell’EAT con 26 items (EAT-26) e con 40 items (EAT-40).

- YSQ YSQ (Young Schema Questionnaire) è stato sviluppato per misurare gli schemi che dovrebbero essere modificati nel corso della terapia

- Hannah M. Turner, Kathryn S. Rose and Myra J. Cooper -

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4) RISULTATI

- Dalla prima parte dell’analisi è emerso che le subscale del PBI relative alle cure materne e paterne e all’eccessiva protezione materna sono predittori significativi del EAT.

- La seconda parte dell’analisi è finalizzata per determinare se ogni risultato del YSQ potrebbe essere predittivo dei risultati dell’ EAT. Da quest’analisi è emerso che gli schemi relativi alla vergogna/mancanza e alla dipendenza/incompetenza, sono gli unici predittori significativi.

In accordo con i presupposti teorici di partenza, questi risultati indicano che gli schemi relativi alla vergogna/mancanza e alla dipendenza/incompetenza fungono da perfetti mediatori nella relazione tra le cure genitoriali (cure materne e paterne e eccessiva protezione materna) e i risultati dell’EAT.

- Hannah M. Turner, Kathryn S. Rose and Myra J. Cooper -

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- Yael Latzer, Zipora Hochdorf, Eitan Bachar, Laura Canetti -

- CONTEMPORARY FAMILY THERAPY, VOLUME 24, IUSSUE 4 , 2004 PAG 581-584 -

L’AMBIENTE FAMILIARE IN CUI VIVONO I

SOGGETTI CON DISTURBI ALIMENTARI E’ CARATTERIZZATO

DA UN’ ESPRESSIONE DEI SENTIMENTI LIMITATA, UN BASSO

INCORAGGIAMENTO ALLA CRESCITA PERSONALE E UNO

SCARSO SOSTEGNO ALLO SVILUPPO DELL’INDIVIDUALITA’

LO STILE DI ATTACCAMENTO DEI

SOGGETTI CON DISTURBI ALIMENTARI

E’ EVITANTE O AMBIVALENTE, MENTRE

IL GRUPPO DI CONTROLLO PRESENTA UN ATTACCAMENTO DI

TIPO SICURO

1) PRESUPPOSTI TEORICI:

2) IPOTESI

UN AMBIENTE FAMILIARE INCAPACE DI PROVVEDERE AI BISOGNI DEL BAMBINO E DI TRASMETTERGLI UN

SENSO DI SICUREZZA E FIDUCIA, E’ STATO IDENTIFICATO COME UN FATTORE CHE PUO’ CONTRIBUIRE ALL’INSORGENZA PROBLEMI DI DIPENDENZA E

SEPARAZIONE. QUESTE PROBLEMATICHE SI POSSONO RISCONTRARE IN MOLTE MALATTIE MENTALI E IN PARTICOLARE

NEI DISTURBI ALIMENTARI (Bowlby,1988; Bachar 1998).

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3) CAMPIONE

-GRUPPO SPERIMENTALEGRUPPO SPERIMENTALE:

25 ragazze anoressiche (età media 22.3; ds 6.8)

33 ragazze bulimiche (età media 21.9; ds 3.7)

diagnosticate in base ai criteri del DSM-IV (APA, 1994) e reclutate all’interno della Eating Disorder Clinique del Rambam Medical Center in Hifa, Israel.

- GRUPPO DI CONTROLLOGRUPPO DI CONTROLLO:

23 ragazze che non presentano problemi psichiatrici o fisici (età media 21.9; ds 3.7)

4) STRUMENTI

-The Family Environment ScaleThe Family Environment Scale (FES) (Moos & Moos, 1976) misura la percezione individuale delle caratteristiche del proprio ambiente familiare. È costituito da 90 items divisi in 3 dimensioni: Rapporti, Sviluppo personale e Manutenzione del sistema.

- Adult Attachment ScaleAdult Attachment Scale (AAS) (Hazan & Shaker, 1987) contiene due parti che misurano come le persone vivono le relazioni di vicinanza rispetto alle tre tipologie di attaccamento: sicuro, evitante e ambivalente. Ai soggetti viene richiesto di stimare in una scala a 6 punti quanto ciascuna delle 15 proposizioni presentate, descriva il loro stile di attaccamento. Alla luce del punteggio ottenuto si identificano lo stile di attaccamento dominante per il soggetto.

- Yael Latzer, Zipora Hochdorf, Eitan Bachar, Laura Canetti -

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- Yael Latzer, Zipora Hochdorf, Eitan Bachar, Laura Canetti -

5) RISULTATI• un limitato incoraggiamento genitoriale alla crescita

personale può essere considerato come un fattore discriminante e predittivo nell’insorgenza dei disturbi

alimentari.

• quando aspetti familiari disfunzionali si combinano a problematiche nel legame di attaccamento, aumenta il rischio che si presenti un disturbo alimentare.

• I risultati rivelano una significativa differenza tra lo stile di attaccamento delle pazienti affette da disturbi alimentari rispetto al gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale presenta un attaccamento prevalentemente insicuro, di tipo ambivalente o evitante; mentre il gruppo di controllo presenta prevalentemente un attaccamento sicuro.

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In letteratura sono presenti diversi studi che affrontano la relazione tra la presenza di disturbi nel pattern di comportamento alimentare e il legame con i genitori, in particolare:

Nel 2001 Ramacciotti e colleghi (Ramacciotti, Sorbello, Pazzagli, Vismara, Mancone, Pallanti, 2001) hanno condotto una ricerca partendo dall’ipotesi che i soggetti con un disturbo alimentare hanno un attaccamento insicuro, sentono fortemente la paura dell’abbandono e hanno problemi di autonomia. In questo studio viene utilizzato l’Adult Attachment Interview * (George, Kaplan e Main, 1984) come strumento per indagare la correlazione tra il disturbo alimentare e lo stato della mente per quanto riguarda l’attaccamento. I soggetti che hanno partecipato alla ricerca sono 7 donne e 6 uomini con una diagnosi di anoressia nervosa e disturbo alimentare non altrimenti specificato. Dall’analisi dei risultati si riscontra un’alta frequenza di legami d’attaccamento di tipo evitante e ambivalente. Il gruppo sperimentale è poco numeroso per cui non è stato possibile derivare delle inferenze statistiche circa le differenze nel legame di attaccamento tra maschi e femmine. (Attachment processes in eating disorders, Eating-and-Weight-Disorders, Vol 6 (3): 166-170).

Nello stesso anno Steins, Gisela, Albrecht, Mareike, Stolzenburg e Hilke (2002) hanno condotto una ricerca partendo dall’assunto che uno specifico stile d’attaccamento favorisce lo sviluppo dell’anoressia e della bulimia. Il tipo di attaccamento al quale si fa riferimento è quello di tipo insicuro-ambivalente. Questa ipotesi è stata verificata su un gruppo di 51 donne con un disturbo alimentare e 34 donne che non presentavano questo disturbo, misurando lo stile d’attaccamento con un questionario. I risultati hanno confermato le ipotesi: le donne che soffrivano di un disturbo alimentare, anoressia o bulimia, spesso avevano un legame di tipo insicuro- ambivalente in una proporzione consistentemente più elevata rispetto al gruppo di donne che non avevano questi disturbi.

(Attachment and eating disorders: The importance of internal working models of attachment for the comprehension of anorexia and bulimia, Zeitschrift fur Klinische Psychologie und Psychotherapie: Forschung und Praxis, Vol 31 (4): 266-271).

*Adult Attachment Interview (George, Kaplan e Main, 1984): intervista semi-strutturata che valuta lo stato mentale dell'individuo rispetto all'attaccamento e che prevede un sistema di classificazione costituito da 4 categorie principali, suddivisibili in "sicure" e "insicure", più una codifica U (Unresolved) attribuibile, in base a precisi criteri valutativi, a coloro che hanno sperimentato eventi luttuosi o traumatici di particolare gravità.

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Un’altra importante ricerca è quella condotta da Pakier e Teri (2003) su 146 studenti provenienti da una scuola del Westchester con un’età compresa tra i 13 e i 17 anni. Agli studenti è stato somministrato il Parental Bonding Instrument allo scopo di misurare il grado in cui gli stessi ricordano i loro genitori come protettivi e amorevoli. Il secondo strumento utilizzato è stato l’Eating Disorder Inventory* (Garner, 1996) per analizzare la sintomatologia del disturbo alimentare. L’ipotesi di partenza era che i soggetti con un attaccamento ai genitori di tipo insicuro potessero avere maggiori preoccupazioni per quanto riguarda l’alimentazione, il peso e l’aspetto fisico e potessero mostrare più tratti psicologici che avrebbero potuto metterli a rischio di un comportamento alimentare disturbato, rispetto a coloro che presentavano un attaccamento di tipo sicuro. I risultati di questo studio hanno indicato che esiste una relazione tra il legame con i genitori e i disturbi nel comportamento alimentare. E’ stata riscontrata una correlazione negativa tra le cure materne e paterne e le sottoscale dell’EDI, sia nei maschi che nelle femmine, mentre una correlazione positiva tra la protettività genitoriale e le scale dell’EDI.

(The relationship between parental bonding and disordered eating patterns in a non-clinical adolescent population, Dissertation- Abstracts-International: Section B, The Sciences and Engineering, Vol 64 (3-B):1479).

La ricerca condotta da Hochdorf , Latzer, Canetti e Bachar (2005) confronta un gruppo di 34 pazienti con una diagnosi di anoressia e uno di 34 pazienti con una diagnosi di bulimia, con un gruppo di controllo composto da 37 soggetti. Sono stati sottoposti all’Adult Attachment Scale (Hazan & Shaver, 1987), al Beck Depression Inventory** (BDI; Beck, Ward, Mendelson, Mock & Erbaugh, 1961) e al Multi-Attitude Suicidal Tendency Scale *** (MAST; Osman et al., 1993)***. I risultati dimostrano che i punteggi dei pazienti con un disturbo alimentare sono alti nella scala dell’attaccamento insicuro e che sono meno attratti alla vita rispetto al gruppo di controllo. Non sono state riscontrate invece differenze significative per quanto riguarda le variabili legate alla morte.

(Attachment Styles and Attraction to Death: Diversities Among Eating Disorder Patients, American-Journal-of-Family-Therapy, Vol 33 (3): 237-252).

*L’ Eating Disorde Inventory (Garner 1996) un questionario di autovalutazione costituito da 8 sottoscale, che esplora i tratti psicologici e comportamentali comuni alla Bulimia e all’Anoressia Nervosa. Le sottoscale misurano il desiderio di essere magre (Drive for Thinness), le condotte bulimiche (Bulimia), l’insoddisfazione circa il proprio aspetto fisico (Body Dissatisfaction), i sentimenti di inadeguatezza (Ineffectiveness), il perfezionismo (Perfectionism), la difficoltà nei rapporti interpersonali (Interpersonal

Distrust), la capacità di percepire le sensazioni viscerali (Interoceptive Awareness) e la paura nei riguardi della maturità (Maturity Fears).

**L'inventario di depressione BDI ( BDI; Beck, Ward, Mendelson, Mock & Erbaugh, 1961) si pone l’intento di misurare la presenza ed il grado di depressione del soggetto a partire da 21-items dei BDI che presentano sintomi o atteggiamenti specifici che caratterizzano i pazienti depressi. Ogni categoria pretende di descrivere una manifestazione del comportamento specifica della depressione e consiste di una serie classificata di quattro dichiarazione auto-valutative

***Multi-Attitude Suicidal Tendency Scale (MAST; Osman et al., 1993) strumento costituito da 30 item che esplorano quattro tipi di atteggiamenti: attrazione e repulsione per la vita e attrazione e repulsione per la morte per indagare le tendenze suicidarie dei soggetti presi in esame.

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Il , in quanto forma organizzata del modo di vedersi nel mondo e di rappresentarsi in rapporto ad esso è una dimensione interpsichica anzichè solo intrapsichica e inizia strutturarsi sin dall’infanzia. Il sé si struttura di schemi che si formano con il tempo e in base alle esperienze vissute; questi permettono di

interpretare azioni, organizzare ricordi e giudizi.

CONCETTO DI SE’:

totalità delle convinzioni che la

persona nutre rispetto a se stessa

AUTOSTIMA : insieme dei

giudizi autovalutativi

Dal bisogno di mantenere un’immagine positiva di sé e dalla tensione verso un “Sé Ideale” possono, in base

alle esperienze passate, derivare delle discrepanze tra “Sé Ideale” e “Sé Reale”.

Se questa discrasia è molto forte possono innescarsi dei processi psicopatologici, come i disturbi

alimentari.

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aspetto somatico come carta di credito con cui ci si propone al giudizio degli altri, la cui severità è proporzionale al peso corporeo. Oggi lo sguardo autocritico può dare il via a tentativi estremi di controllo del corpo attraverso le pratiche ossessive in palestra, la chirurgia estetica, il ricorso a farmaci, e prima di tutto, il controllo alimentare. (Faccio E., 2005)

Lottano ogni giorno con il cibo che non riesconon a controllare ma che sono delgii esperti a eliminare; è come se due parti della stessa persona fossero in lotta continua perché una “sana” si permette di desiderare qualcosa, ma nel momento in cui cede, prende il sopravvento l’altra severa e primitiva.

Nel loro controllo estremo sentono e di conseguenza vedono la compiaciuta realizzazione di un’immagine ideale seppur soggettiva

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IL MODO IN CUI LE CHIAMIAMO: PUO’ BASTARE IL CAMBIO DI

SCENA PER TRASFORMARE UNA “PAZIENTE” IN UNA “MODELLA” COMPIACIUTA DI SE’ E DEL SUO RUOLO.

(Faccio E., 2005)

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Ci presentano corpi scultorei ed Eccessivamente magri,ma allo stesso

Tempo,ci bombardanoCon cibi grassi

Confusione

DIVARIO fra corpo Ideale e corpo Normale

ANSIA che viene ridotta con controllo

del cibo

In adolescenza dove l’AUTOSTIMA è

in declino,la propria immagine corporea

è fragile e non definita a causa dei cambiamenti dovuti alla pubertà,in

cui ci si confronta con gli altri

IL RUOLO DEI MASS-MEDIAIl sistema culturale occidentale alimenta i prodromi di una dismorfofobia,di un angoscioso senso di non essere

belli,o di essere disapprovati,già configurabile come situazione pre-clinica .

COME SI FORMANO NELLA MENTE LE IMMAGINI DEL PROPRIO CORPO? IN CHE RAPPORTO STANNO CON IL CORPO REALE DI CUI LA NATURA CI HA DOTATO?Il valore e il significato che attribuiamo all’identità corporea e al suo aspetto esteriore è sempre fluttuante. Lo sguardo di conferma nostro e degli altri

Deanne Jade, National Centre For Eating Disorders

The British Medical Association, Eating Disorders Body Image and The Media, 2002

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-A.Usai , A. Preti, P. Miotto et al.

- PSICHIATRIA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA, VOLUME 71, 2004, PAG 453-465 -

.

2) CAMPIONE2) CAMPIONE

62 soggetti del campione sperimentale

110 soggetti gruppo controllo

Età dei soggetti Tra 16 e 28 anni

PROVENGONO DALLO STESSO CONTESTO SOCIOCULTURALE

1)1) IPOTESIIPOTESI

Maggior rischio di disturbi del comportamento

alimentare tra le modelle.

Significative differenze fra il gruppo di

modelle e quello di controllo nelle misure

considerate per individuare

attitudini,convincimenti e condotte che

indicano lo sviluppo di un disturbo alimentare 

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3) 3) STRUMENTISTRUMENTI

EATEAT Eating Attitude Test

composto da 40 items è stato sviluppato con lo

scopo di misurare attitudine e condotte

alimentari anomale, in particolare tipiche

dell’anoressia nervosa.

BITE BITE Bulimic Investigatory Test EdinburghBulimic Investigatory Test Edinburgh

è una misura delle attitudini e delle condotte alimentari

di tipo bulimico,consta di 30 items volti ad indagare la

frequenza con cui si presentano tali atteggiamenti

BMI: BMI: Body mass index Body mass index

misure relative all’indice di massa

corporea BAT: BAT:

body attitudes test

misura le attitudini riguardo il proprio corpo. Misura 3

aree relative all’immagine corporea: attenzione verso la

taglia, la familiarità con il proprio corpo e il confronto

con gli altri. Pazienti con diagnosi di disturbo

alimentare tendono a riportare punteggi elevati al BAT.

SCOFF:SCOFF:

è un questionario che identifica precocemente i casi a rischio di

disturbo del comportaento alimentare nella popolazione generale. È

costituito da un set di 5 domande con modalità di risposta del tipo “si/no”.

Un punteggio uguale o superiore a 3 è indice di un elevato rischio di

disturbo del comportamento alimentare.

EDE: EDE: Eating Disorder Examination Eating Disorder Examination

è un’intervista semistrutturata che permette di acquisire una descrizione

dettagliata dell’intero spettro sintomatologico dei disturbi del comportamento alimentare.

Indaga la presenza dei sintomi nelle 4 settimane precedenti lo sviluppo dell’intervista,con la possibilità di valutare la situazione clinica.

Valuta se c’è stato un eccesso alimentare e/o la restrizione alimentare,ed il ricorso a metodi

inappropriati per il controllo del peso (vomito auto-indotto, lassativi,

esercizio fisico eccessivo).

-A.Usai , A. Preti, P. Miotto et al.

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BMI: l’indice al di sotto del quale si può parlare di sottopeso è 18. Tra le modelle la media emersa è 17, mentre nel gruppo di controllo il BMI è pari a 20, 3.

Nell’indice del BITE 1 modella e 3 coetanee presentano dei “sintomi” in presenza di un punteggio superiore alla soglia per gravità; un profilo di bulimia nervosa in assenza di cause organiche.

Appare interessante la minore frequenza d’insoddisfazione corporea, derivata dal superamento del punto limite al BAT, nel gruppo delle modelle rispetto a quello delle coetanee: apparentemente, le modelle manifestano un maggiore grado di accettazione del proprio corpo, forse perché il gruppo è selezionato in base a caratteristiche corporee di “bella presenza”.

Nelle risposte alle interviste dello SCOFF e dell’EDE, si rivela una maggiore frequenza di indici del disturbo del comportamento alimentare nel gruppo delle modelle rispetto a quello del gruppo di controllo. Allo SCOFF, in particolare le modelle riferiscono di essersi lasciata andare ad abbuffate e a iperfagia, ma che ricorrono al vomito auto-indotto, all’eccessiva attività fisica, all’utilizzo di lassativi o diuretici per controllare il proprio peso. Il 3% delle modelle dichiara di sentirsi in colpa dopo aver mangiato. Inoltre ben il 21% delle modelle contro il 7% del gruppo di controllo riferisce che la propria autostima è notevolmente dipendente dall’aspetto fisico e dalle forme corporee, e il 9% delle modelle afferma che ha difficoltà mestruali contro il 2% del gruppo di controllo.

Applicando i criteri diagnostici del DSM-IV, un numero comparabile di modelle e del loro gruppo di controllo manifesta una sindrome piena di anoressia o bulimia nervosa,ma un numero significativamente maggiore di modelle manifesta un profilo sintomatologico indicativo di una sindrome parziale. Solo il 3 % delle modelle ha avuto in passato una diagnosi di anoressia nervosa.

-A.Usai , A. Preti, P. Miotto et al.-

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Lo svolgimento dell’attività di modella a livello professionale non costituisce di per sé una condizione di rischio per lo sviluppo di una sindrome piena di disturbo del

comportamento alimentare.

Tuttavia quando si tiene conto della frequenza di risposta a singoli items indicativi della presenza di tendenze alimentari iperfagiche o restrittive o di un problematico

rapporto con la propria immagine corporea, le modelle ammettono più spesso risposte sintomatiche rispetto alle coetanee. Ciò corrisponde ad una significativa maggiore frequenza di sindromi parziali

di anoressia e bulimia nervosa tra le modelle rispetto il gruppo di controllo.

La differenza più significativa tra i due gruppi riguarda il BMI:

il 54% delle modelle contro il 12%delle coetanee riporta valori di BMI inferiori alla soglia della sottonutrizione (BMI INFERIORE A 18). Poiché tali valori possono essere ottenuti solo con diete restrittive o facendo ricorso a pratiche di rigido controllo del peso (attività fisica continuativa, condotte di eliminazione delle calorie introdotte, etc) è verosimile che un numero significativo di

modelle abbia sviluppato pratiche alimentari anomale e potenzialmente rischiose per lo sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare.

-A.Usai , A. Preti, P. Miotto et al.-

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- Erica S. Berman -

- EATING BEHAVIOUR VOLUME 7, IUSSUE 1, Gennaio 2006, PAG 79-90 -

Nel controllo dell’alimentazione può essere rappresentata da 5 diverse dimensioni che riflettono la confidenza nell’abilità di controllarsi nel mangiare quando: - si stanno sperimentano emozioni negative- si subisce la pressione degli altri - quando è disponibile molto cibo- quando si sperimenta malessere fisico - quando si stanno svolgendo attività piacevoli. (Clark, Abrams & Niaura, 1991)

Un cambiamento nel livello del senso di autoefficacia può incidere in maniera significativa sui comportamenti che si vengono ad attuare nei diversi contesti.

1) PRESUPPOSTO TEORICO:

L’auto efficacia è la convinzione della propria capacità di organizzare ed eseguire la sequenza di azioni necessaria per produrre determinati

conseguimenti (Bandura, 1997).

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2) OBIETTIVI

indagare la relazione tra auto efficacia nel controllo dell’alimentazione e le

caratteristiche comportamentali e

psicologiche associate con i disturbi alimentari.

3) IPOTESI

un basso senso di autoefficacia circa il controllo del proprio comportamento alimentare puo’ essere associato a

disturbi alimentari.

- Erica S. Berman -

4) CAMPIONE

219 soggetti (età media= 26.78; ds.=11.36) dell’Ontario, Canada

64 uomini 155 donne

- EATING BEHAVIOUR VOLUME 7, IUSSUE 1, Gennaio 2006, PAG 79-90 -

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- Erica S. Berman -

5) STRUMENTI

Eating Disorder Inventory (EDI) (18): questionario di autovalutazione costituito da 8 sottoscale, che esplora i tratti psicologici e comportamentali comuni alla Bulimia e all’Anoressia Nervosa. Le sottoscale misurano il desiderio di essere magre (Drive for Thinness), le condotte bulimiche (Bulimia), l’insoddisfazione circa il proprio aspetto fisico (Body Dissatisfaction), i sentimenti di inadeguatezza (Ineffectiveness), il perfezionismo (Perfectionism), la difficoltà nei rapporti interpersonali (Interpersonal Distrust), la capacità di percepire le sensazioni viscerali (Interoceptive Awareness) e la paura nei riguardi della maturità (Maturity Fears).

Weight Efficacy Life-Style Questionnaire (WELS) : self report costituito da 20 item da stimare all’interno di una scala da 0 a 9. Consiste inoltre di 5 sottoscale: emozioni negative, disponibilità, pressione sociale, disagio fisico e attività positive. Misura la capacità dei soggetti di controllare il proprio comportamento alimentare nelle diverse situazioni. - EATING BEHAVIOUR VOLUME 7, IUSSUE 1, Gennaio 2006, PAG 79-90 -

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Dall’analisi dei dati emerge una associazione tra le 5 dimensioni dell’autoefficacia e le scale dell’EDI, in particolare solo 2 dimensioni dell’EDI sono dei predittori significativi dei sintomi dei disturbi alimentari:

la convinzione di essere capaci di controllare il proprio comportamento alimentare (auto-efficacia) in situazioni emotive negative è un predittore significativo dei punteggi relativi alle scale (Drive for Thinness) desiderio di essere magre, (bulimia) le condotte bulimiche.

la convinzione di essere capaci di controllare il proprio comportamento alimentare (auto-efficacia) quando c’è a disposizione molto cibo, è inversamente correlata alla scale dell’EDI relativa ai sentimenti di inadeguatezza (Ineffectiveness),

- Erica S. Berman -

6) RISULTATI

IMPORTANZA DI AUMENTARE IL SENSO DI AUTO-EFFICACIA PER PREVENIRE UN POSSIBILE COMPORTAMENTO

ALIMENTARE DISFUNZIONALE E PER CONTENERE LA GRAVITA’ DI UN COMPORTAMENTO GIA’ IN ATTO.

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The relative contributions of subjective and objective measures of body shape and size to body image and disordered eating in women

Jan M.B. Wilson Dean A. Tripp and Fred J. Boland

1. C’è un’interazione tra BMI e WHR nel determinare l’insoddisfazione del corpo,Disordini alimentari e esercizio fisico eccessivo. L’interazione prevista è tale che ad un ALTO WHR sarà solo associata l’insoddisfazione per il corpo,mentre a BASSI livelli di BMI saranno associati disordini alimentari.

2. Queste relazioni saranno influenzati o mediati dal grado in cui una persona ha interiorizzato gli ideali della società per quanto riguarda l’essere “attraenti” e il grado in cui si “sentono” rispetto il loro corpo è importante per determinare come considerano se stessi. Queste variabili sono state considerate dei mediatori perché più una donna accetta gli ideali sociali di bellezza(magrezza),maggiore importanza darà al suo corpo e più potrà essere coinvolta in comportamenti volti a cambiare la sua immagine.

3. I maggiori predittori di disturbi alimentari,insoddisfazione per il corpo ed esercizio fisico eccessivo saranno le PERCEZIONI SOGGETTIVE piuttosto che le misure oggettive.

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• 158 studentesse di psicologia tra 18 e 50 anni. età media dei partecipanti è di

20.1 anni (SD= 3.9)

• I partecipanti rappresentano un ampio raggio di BMI, da sottopeso a sovrappeso (M= 22.4,SD=3.2; BMI min=17

e max 35.5)con valori di WHR sia al di sopra che al di

sotto di quelli di riferimento. (.67-.80 per le donne ) con M= .75 SD=.05 min

= .62 e max = .95…

• La maggioranza dei partecipanti era di razza caucasica.

• I partecipanti hanno preso parte allo studio in cambio di una piccola somma di

denaro(Cdn.$ 5).

The relative contributions of subjective and objective measures of body shape and size to body image and disordered eating in women

Jan M.B. Wilson Dean A. Tripp, , and Fred J. Boland

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BMI = indice di massa corporea

EDE-Q Eating Disorder Examination Questionnaire è un’intervista semistrutturata che permette di acquisire una descrizione dettagliata dell’intero spettro sintomatologico dei disturbi del comportamento alimentare. Indaga la presenza dei sintomi nelle 4 settimane precedenti lo sviluppo dell’intervista,con la possibilità di valutare la situazione clinica. Valuta se c’è stato un eccesso alimentare e/o la restrizione alimentare,ed il ricorso a metodi inappropriati per il controllo del peso(vomito auto-indotto, lassativi,esercizio fisico eccessivo). CES-D Center for Epidemiological Studies Depression scale misura dell’umore depresso;ci sono 20 items ognuno dei quali ha un punteggio da 1 a 4 dove il partecipante deve indicare per quanto tempo all’interno della settimana precedente al test si è sentito come descritto dall’item(1=raramente o mai;4=tutto il tempo e cioè da 5 a 7 giorni della settimana)

SATAQ Sociocultural Attitudes Toward Appareance Questionnaire per misurare quanto gli ideali della società sono stati interiorizzati;ci sono 14 items divisi in due sottoscale:non interiorizzato-interiorizzato.le partecipanti dovevano indicare il loro grado di accordo con ciascun esempio proposto da una scala da 1 (completamente in disaccordo) a 5(completamente d’accordo).

EXERCISE QUESTIONNAIRE per misurare l’ attuale livello di pratica sportiva.il questionario prevedeva una lista di attività sportive e le partecipanti dovevano indicare quali di quelle avevano praticato nell’ultimo mese nonché la durata dell’attività in minuti e l’intensità(bassa,media,elevata)

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EXERCISE QUESTIONNAIRE per misurare l’ attuale livello di pratica sportiva.il questionario prevedeva una lista di attività sportive e le partecipanti dovevano indicare quali di quelle avevano praticato nell’ultimo mese nonché la durata dell’attività in minuti e l’intensità(bassa,media,elevata)

BESAA Body Esteem Scale for Adolescents and Adults misura la stima per il proprio corpo;consiste di 23 items divisi in 3 sottoscale:apparenza(pensieri generali sull’apparenza),peso(soddisfazione per il peso),attribuzione(cioè il giudizio su come gli altri ci vedono).Le partecipanti dovevano esprimere il loro pensiero usando una scala da 0 a 4.

BODY DISSATISFACTION RATINGS alle partecipanti venivano presentate 9 parti del corpo (escluso il viso) ed esse dovevano esprimere la loro soddisfazione o insoddisfazione per ciascuna di esse.

PHOTOGRAPHIC STIMULI per determinare con quali tipi di immagini si identificavano e qual’ era il loro ideale di donna.lo stimolo consisteva di 9 fotografie di una modella manipolate per riflettere tre livelli di WHR(basso=.66, medio=.72 e alto=.78) e tre livelli di BMI (sottopeso=17 ,peso medio=22.6 e sovrappeso=28.2 alle 9 parti del corpo (escluso il viso) ed esse dovevano esprimere la loro soddisfazione o insoddisfazione per ciascuna di esse.

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ALTO BMI determina :• Insoddisfazione per il corpo• Ricerca di un’immagine ideale del corpo• Disordine alimentare• Bassa Autostima

Alti livelli di WHR sono associati con una crescita dei disturbi alimentari solo con bassi livelli di BMI

In generale molte delle ipotesi sono state confermate indicando chiaramente che le percezioni soggettive del peso corporeo e della forma corporea giocano un ruolo importante nei disordini alimentari e nell’immagine corporea rispetto alle misure obiettive del BMI e del WHR.• IL BMI è più predittivo dei disordini alimentari e dell’immagine corporea rispetto il WHR.

• Tuttavia c’è una significativa interazione tra BMI e WHR, cosicché a BASSO WHR era associato con un miglioramento dell’immagine corporea e bassi livelli dei disordini alimentari per donne con valori di BMI medi o sottopeso.

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La percezione dell’immagine corporea e delle proporzioni giocano un ruolo importante nell’insoddisfazione del proprio corpo e in una dieta restrittiva nelle donne.

L’interiorizzazione degli ideali sociali per quanto riguarda lo standard dell’apparenza mediano parzialmente la relazione tra percezioni soggettive del peso e i livelli di disordini alimentari e la stima del corpo.

Il livello di depressione inoltre, è un potenziale moderatore nel WHR e determina l’insoddisfazione del corpo e i disturbi alimentari.

Contrariamente alle ipotesi né BMI né WHR,né percezione soggettive sono predittori per un’eccessiva attività fisica. Ma un esercizio fisico continuo fa si che si percepisca in modo migliore il proprio corpo.

•Tutti i partecipanti sono studenti di psicologia.•Solo le donne sono state incluse in questa ricerca

The relative contributions of subjective and objective measures of body shape and size to body image and disordered eating in women

Jan M.B. Wilson Dean A. Tripp, , and Fred J. Boland

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( Faccio E., 2005)

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Eating Behaviors, Volume 6, Iussue 2, February 2005, Pages 113-118

Body Image, Volume 2, Iussue 2, September 2005, Pages 233-247

Psicologia contemporanea, 188, Marzo Aprile 2005, Pages 38-45Eating Behaviors, Volume 7, Iussue 1, Gennaio 2006, Pages 79-90

Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Volume 71, 2004, Pages 453-465

Contemporary Family Therapy, Volume 24, Iussue 4, 2004 Pages 581-584 American Journal of Family Therapy, Volume 33, Iussue 3, 2005 Pages 237-252.

Zeitschrift fur Klinische Psychologie und Psychotherapie: Forschung und Praxis, Volume 31, Iussue 4, 2002, Pages 266-271

Dissertation- Abstracts-International: Section B, The Sciences and Engineering, Volume 64, Iussue 3-B, 2002, Page 1479

Eating and weight disorders, Volume 6, Iussue 3, 2001, Pages 166-170

Cutler J.L, Marcus E.R, Psichiatria, EdiSES, 1999

Levorato M.C, Lo sviluppo psicologico. Dal neonato all’adolescente, Piccola biblioteca Einaudi, 2002

Fava Viziello G., Psicopatologia dello sviluppo, Il mulino, 2003

www.anoressiabulimia.org

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Corso di psicopatologia psicodinamica dell’infanzia e dell’adolescenza - Prof.ssa

Graziella Fava Vizziello -

Anno accademico 2005 – 2006

Disturbi alimentari: anoressia e bulimia. Approfondimento sulle riviste a cura di:

Arcaro Giorgia 548109

Bressanin Chiara 548214

Buoso Lisa 548019

Farris Valentina 548015