ANNO XXVII Gennaio - Febbraio 2018 · Il mese di febbraio è tutto uno scintillio di luce! ... * A...

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1ANNO XXVII

Gennaio - Febbraio 2018

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Autorizzazione Tribunale di Roman. 7/92 del 10 gennaio 1992.

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Stampato nel mese di Dicembre2017 dalla Tipografia Colombo.Sede: Vicolo della Guardiola, 22 -00186 Roma.

IL CUOREDELLA MADRERivista bimestrale

Anno XXVII - N. 1 - Gennaio-Febbraio 2018

Questo periodico è associatoalla Unione StampaPeriodica Italiana

Nelle nostre Cappellepossono essere celebratesante Messe riparatrici.

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della nostra rivista.

Direzione, Redazione, Amministra-zione: Istituto Suore Oblate delCuore Immacolato di Maria,Via Boccea, n. 1180 - 00166 RomaTel.: 06/61597311Fax: 06/61597311E-mail: [email protected]/c postale n. 249003.

Direttore responsabile:Cosmo G. Sallustio Salvemini

Con approvazione ecclesiastica.

Editoriale, P. Battista Previtali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

Ed ecco che alcuni Saggi dall’oriente, Tratto da: “La grotta al centro del cosmo” di Anna Maria Cànopi . . . . . . . . . . . . . 4

L’appuntamento nel Cuore di Maria, P. Antonio Caruso . . . . . . . . . . . . . 6

«Francesco? Un contemplativo. Giacinta custode dell’umanità.»I due fratelli raccontati dalla postulatrice suor Coelho,Filippo Rizzi da “Avvenire” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Fatima e la Russia: un misterioso e profetico legame, Pier Luigi Bianchi Cagliesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

Il paradiso, Don Giuseppe Tomaselli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

La bellezza che salverà il mondo, Cosmo G. Sallustio Salvemini . . . . . . 15

La fede è bella, † Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro . . . . . . 16

La felicità è alla nostra portata, San Giovanni Maria Vienney . . . . . . . . . 17

È giunto il tempo di parlare, Cardinal Stefan Wyzynsky . . . . . . . . . . . . . . 18

Tredici ragioni per essere o farsi cattolico, Gerlando Lentini . . . . . . . . . . 19

Madre Lodovica del Cuore Immacolato di Maria. Luce Pellegrini, M. Maria Deo gratias, socim. Madre generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

Alla Madre Fondatrice, Liana Botticelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

IN QUESTO NUMERO

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Care LettriCi, Cari Lettori,Buon anno 2018!Questo umile augurio non vuole essere soltanto un suono di parole, ma anche una promessa di preghieraa Dio per voi e per i vostri cari. Se è vero il proverbio che dice: “Aiutati che il Cielo ti aiuta”, ci viene subito in mente la domanda: ‘Chefare per rendere il dono del tempo sempre più proficuo per l’anima e per il corpo’?Ecco l’abbozzo di un eventuale cammino spirituale, utile a tutti, giovani e anziani:– Obblighiamoci ogni giorno ad una pausa, sia pure breve di silenzio! In altre parole, rientriamo nellanostra casa interiore dove abita Dio e ascoltiamolo, parliamogli delle nostre cose. Ci farà del bene.

– Prendiamo poi come punto di riferimento del nostro percorso un simbolo biblico, una frase ascoltatanella Liturgia ella Parola e...riflettiamoci sopra. Ci farà del bene!

La Parola o simbolo biblico di questi due mesi potrebbe essere ‘Luce!’ Infatti:

* Tutto il Creato è come proiettato verso la luce primaverile e, al suo bacio la natura comincia a... muo-versi. Come non richiamare la prima Creazione. “Dio disse: ‘Sia la luce! E la luce fu. Dio vide cheera cosa buona” (Gn 1,3-4).

* La Liturgia della Chiesa poi inizia il nuovo anno nella luce di Maria SSma Madre di Dio e con laManifestazione o Epifania di Gesù- Messia luce del mondo.

Il mese di febbraio è tutto uno scintillio di luce! Esso si apre con la festa della luce, cioè la Presentazionedi Gesù al Tempio.Meditiamo anche noi le stupende parole del profeta Simeone che definisce il bimbo Gesù “salvezza pertutti i popoli, luce per i pagani e gloria d’Israele”. Questo bambino, Figlio di Dio, dirà un giorno: “Iosono la luce del mondo!” E oggi, a noi che crediamo in Lui, ripete: “Voi siete luce del mondo!” (Mt5,14).Anche la così detta ‘Benedizione dei ceri’ ci ricorda il dovere di essere testimoni autentici di Luce.

* Domenica, 15 febbraio, la Chiesa ci presenta la pagina evangelica della Trasfigurazione. Questa ciprepara così a celebrare la Passione di Gesù nella luce della sua Risurrezione. Quale forza spirituale,quanta speranza può donarci la Trasfigurazione del Signore!Ancora, il Tempo di Quaresima ci ricorda che questo periodo liturgico costituiva, per i catecumeni deiprimi secoli, l’intensa e ultima preparazione al Battesimo, cioè all’Illuminazione, così era denominatoquesto Sacramento. Del resto, tutti i battezzati erano detti Illuminati.

* A queste ricorrenze di luce che la Chiesa ci propone, aggiungo, anche per un dovere di riconoscenza,la testimonianza di luce che Madre Lodovica del Cuore Immacolato ci ha lasciato. Basti pensare cheanche il suo nome di Battesimo era Luce!

Grazie, Signore Gesù, perché ella, pur con i limiti della nostra umana natura, è stata una donna, cioè unaconsacrata che ha irradiato luce. Ora la pensiamo nella luce del Signore Risorto dove intercede per noi edove ci attende.

P. B. PrevitaliCongregazione dei Padri della Dottrina Cristiana

Editoriale

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ED ECCO CHE ANCHE ALCUNI SAGGI DALL’ORIENTEVEDONO SPLENDERE NEL CIELO UNA NUOVA STELLA

Ed ecco che anche alcuni saggi dell’Oriente,scrutatori dei segni del cosmo e della sto-ria, ricevono attraverso la contemplazione

degli astri la rivelazione della nascita del Messiaatteso. Essi vedono splendere nel cielo una nuovastella più luminosa delle altre e seguendone ilcorso raggiungono il luogo dove è nato il Messiaannunziato dagli antichi vati, il Re dei re: Coluiche ha la suprema autorevolezza sul mondo esulla storia dell’umanità.Anch’essi come Abramo, partono dalle loro

lontane terre guidati dalla stella della fede; illungo viaggio impone sacrifici, ma la fede illumi-na il loro cammino. Nei tre Magi venuti da lonta-ne regioni si è voluto vedere, sin dai primi secolidel cristianesimo, la chiamata di tutte le genti allasalvezza. Vengono cosi abbattute tutte le frontieredell’esclusivismo nazionalistico: il Dio d’Israele,nato uomo dalla stirpe di David, nato a Betlemmedi Giuda, si manifesta Dio e Salvatore di tutti gliabitanti della terra e diventa il primo cittadino diun popolo nuovo da lui costituito e stabilito – perlegge d’amore – nell’unità.Il Vangelo secondo Matteo narra come i Magi

vengono dalle loro lontane terre portando a Gesù,al Re dei re, i loro doni: oro, incenso e mirra.L’oro indica la divinità, l’incenso il sacerdozio e ilculto, la mirra preannunzia già la Passione.Dobbiamo allora domandarci: che cosa possiamoportare noi al Signore oggi? Ciascuno può portarela fede, l’amore e la partecipazione al misterodella croce, cioè la comunione di vita con Lui. Einoltre può portare ai fratelli il bene spiritualericevuto dal Verbo incarnato.La stella guidava i Magi alla grotta del neonato

Re dei re; ognuno di noi è chiamato a diventareguida per i suoi fratelli verso l’incontro con CristoRedentore. Questo comporta impegnarsi in unavita di autentica santità, splendente come gli astrinel cielo notturno del mondo sempre insidiatodalle tenebre del male.I pastori di Betlemme come i Magi venuti

dall’Oriente si fecero evangelizzatori portando a

tutti la “notizia” della nascita del Salvatore, di«ciò che avevano visto e toccato» (cf. 1Gv 1).Ancora oggi essere cristiani significa fare in

modo che il Signore si manifesti a tutti attraversola nostra testimonianza. Ciascuno ha la responsa-bilità di non tenere nascosta la luce, di non «met-terla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perchéfaccia luce a tutti» - come dice il Vangelo (cf. Mt5,15) – e tutti possano camminare nella luce, nellosplendore della verità e dell’amore.La domanda esistenziale più profonda, quella

riguardante il senso del nostro esistere e il nostroeterno destino, trova nell’evento dell’Epifania unarisposta che dissipa le più fitte tenebre del dubbioe dell’angoscia. La stella della fede brilla per tutti:bisogna guardarla e lasciarsi guidare. Così feceroi Magi, i quali, dopo aver trovato e adorato ilBambino nato a Betlemme, tornarono nei loropaesi e portarono a tutti un messaggio pieno disperanza e di gioia: «È apparso sulla terra Coluiche è la Luce, Dio stesso».Questo evento della storia della salvezza ci

interroga dunque sulla nostra fede, meglio sulnostro “cammino” di fede, sulla nostra adesionevitale alla Persona di Gesù, che si rivela a noi e ciinvita a seguirlo, a camminare alla sua luce. Co mei Magi, anche noi oggi siamo chiamati a una radi-cale “conversione” che inizia con il cambiaredirezione al nostro sguardo interiore per acquisirela capacità di guardare oltre il ristretto orizzontedelle nostre piccole occupazioni e preoccupazionie veder brillare nel cielo la “stella” che dà il giustoorientamento al cammino della vita. Ma comepoterla discernere tra le tante stelle artificiali checon la loro luce abbagliante portano fuori strada?I Magi, pur con tutta la loro sapienza, per nonrischiare di sbagliare su una questione così impor-tante ebbero l’umiltà di chiedere: «Dov’è il re deiGiudei che è nato?».La stella che essi avevano visto nel suo sorgere

e che li aveva spinti a partire, a un certo punto erainfatti scomparsa dalla loro vista. Attraverso laSacra Scrittura giunse la risposta, che permise

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loro di proseguire il viaggio e di giungere allamèta tanto desiderata: vedere Gesù e adorarlo.Anche noi, come i Magi, siamo sempre esposti alrischio dell’oscurità, delle tenebre, del dubbio, mala Parola ci è donata come guida: «Lampada per imiei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino»(Sal 119,105).La storia dei Magi può diventare la nostra storia.Chi riconosce Gesù come luce? Chi ha il cuore

puro: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».È importante, allora, ascoltare la Parola con unimpegno di conversione sempre più profondo, conil desiderio di essere sempre più purificati e sem-plificati, per vedere tutto con lo sguardo dellafede: vedendo, contemplare con stupore e con-templando lodare, amare, annunziare.

Anna Maria CànopiMadre badessa del monastero MaterEcclesiae, Orta San Giulio (Novara)

Tratto da: “La grotta al centro del cosmo”

Bartolo di Fredi, Adorazione dei Magi (Fine del XIV secolo).

«È apparso

sulla terra

Colui che è

la luce,Dio

stesso».O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar. O Dio beato! Ah! Quantoti costòl'avermi amato. Ah! Quantoti costòl'avermi amato.

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Vorrei subito dire che questo studio su Fatima non ha niente di nuovo, si èscritto tanto e si scriverà ancora tanto. Personalmente ho letto molto, ho

pensato allora di fare un lavoro che non consiste nel scrivere cose nuove ma rac-cogliere tanti brani, articoli, documenti, scritti di vari autori e metterli insieme inmodo da comporre un unico discorso su Fatima. Quindi il mio lavoro come sidirebbe oggi con un linguaggio moderno è stato leggere molti libri e fare untaglia e copia e formare un piccolo trattato su alcuni argomenti della spiritualitàdi Fatima, così il lettore se non ha tempo di leggere o studiare almeno avrà l’op-portunità di avere una visione più ampia su Fatima attingendo non da un librosolo, o da un solo autore ma da tanti. Ho voluto fare questo lavoro di studio inquest’anno particolare del 100° delle Apparizioni e metterlo a disposizione deidevoti di Nostra Signora di Fatima.

L’appuntamentonel Cuore di Maria

SESTA PUNTATA – SECONDA PARTE:Il Rosario.

Veramente come dice Qoelet, non c’è nientedi nuovo sotto il sole. Ho letto l’Enciclica diPapa Leone XIII, “Supremi apostolatus

officio” il 1 settembre 1883. Questo testo così anti-co è sempre nuovo e attuale. Il Santo Padre iniziaparlando delle condizioni durissime di quei tempi esollecitava dicendo che ogni giorno più stimolati equasi sospinti siano a provvedere con tanta mag-giore sollecitudine alla tutela e all’incolumità dellaChiesa quanto più essa è travagliata da gravi cala-mità. Perciò, mentre ci sforziamo, per quanto ci èpossibile, di difendere in tutti i modi i diritti dellaChiesa, e di prevenire e respingere i pericoli chesovrastano o ci circondano, non desistiamo dall’implorare i celesti soccorsi, dai quali unicamente cipossiamo attendere che le nostre cure e le nostrefatiche raggiungono il desiderato scopo. Per ottene-re questo, nulla stimiamo più valido ed efficace chedi renderci degni, con devozione e pietà, del favoredella Grande Madre di Dio Maria Vergine, la quale,come mediatrice della nostra pace presso Dio e dis-pensatrice delle grazie celesti, è collocata in cielonel più alto eccelso trono di potere e gloria, perchéconceda il suo patrocinio agli uomini, che fra tantepene e pericoli si sforzano di giungere alla patriaceleste. Fu in ogni tempo lodevolissimo ed inviola-bile costume del popolo cattolico ricorrere nei trepidie dubbiosi eventi a Maria e rifugiarsi nella sua

materna bontà. Ciò dimostra la fermissima speran-za, anzi la piena fiducia, che la Chiesa Cattolica hasempre a buon diritto riposto nella Madre di Dio.Infatti la Vergine Immacolata, prescelta ad essereMadre di Dio, e per ciò stesso fatta corredentrice delgenere umano, gode presso il Figlio di una potenzae una grazia così grande che nessuna creatura néumano, né angelica ha mai potuto raggiungerneuna maggiore. E poiché la gioia per Lei più graditaè quella di aiutare e consolare ogni singolo fedeleche invochi il suo soccorso, non vi può essere dub-bio che Ella voglia molto più volentieri accogliere,anzi esulti nel soddisfare i voti di tutta la Chiesa.Pertanto, poiché risulta che questa preghiera ètanto cara alla Vergine, e tanto efficace per la difesadella Chiesa e del popolo cristiano, nonché perimpetrare da Dio pubblici e privati benefici, non stu-pisce che anche altri Pontefici si siano adoperaticon parole di altissimo encomio per diffonderla (loabbiamo visto in precedenza). Mossi da questeconsiderazioni e dagli esempi dei nostriPredecessori, riteniamo assai opportuno, nelle pre-senti circostanze, ordinare solenni preghiere affin-ché la Vergine augusta, invocata con il santoRosario, ci impetri da Gesù Cristo, Suo Figlio, aiutipari ai bisogni. La vita cristiana, la pubblica moralitàe la stessa fede – il più grande dei beni e fondamen-to di tutte le altre virtù – sono esposte a pericolisempre più gravi. Poi il Papa si rattrista dicendo:“Ma il fatto più doloroso e più triste di tutti è che

Padre Antonio Caruso

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tante anime, redente dal Sangue di Gesù Cristo,come afferrate dal turbine di questa età aberrante,vanno precipitando in un comportamento semprepeggiore, e piombano nell’eterna rovina”. Il bisognodunque del divino aiuto non è certamente minoreoggi di quando il glorioso San Domenico introdussela pratica del Rosario Mariano per guarire le piaghedella società. Egli, illuminato dall’alto, vide chiara-mente che contro il male del suo tempo non esiste-va rimedio più efficace che ricondurre gli uomini aCristo, che è “via, verità e vita”, mediante la fre-quente meditazione della Redenzione, ed interporrepresso Dio l’intercessione della Vergine a cui fuconcesso di “annientare tutte le eresie”. Noi dun-que, che andiamo ricercando un uguale rimedio asimili mali, non dubitiamo che la stessa preghiera,introdotta da San Domenico con così notevole van-taggio per il mondo cattolico, tornerà efficacissimanell’alleviare anche le calamità dei nostri tempi. Poiil Sommo Pontefice conclude con queste belle paro-le: “Per quanto avete a cuore l’onore di Maria e ilbenessere della società, studiatevi di alimentare ladevozione e di accrescere la fiducia dei popoli versola Grande Vergine. Noi pensiamo che sia da attri-buire a divino favore il fatto che, anche in momentitanto burrascosi per la Chiesa come questi, si sianomantenute salde e fiorenti nella maggior parte delpopolo cristiano per antica venerazione e la pietàverso la Santa Vergine. Ma ora noi (tu, io) speriamoche, incitati da queste nostre esortazioni ed infiam-mati dalle nostre parole, i fedeli si metteranno consempre più ardente entusiasmo sotto la protezionee l’assistenza di Maria, e continueranno ad amarecon crescente fervore la pratica del Rosario, che i

nostri padri sollevano considerare non solo comeun potente aiuto nelle calamità, ma anche come unnobile distintivo della cristiana pietà. Siamo fiduciosiche la Celeste Patrona del genere umano accoglie-rà benigna le umili e concordi preghiere, e agevol-mente otterrà che i buoni si rinvigoriscano nella pra-tica delle virtù; che gli erranti ritornino in sé e si rav-vedano; e che Dio, vindice delle colpe, piegata amisericordiosa clemenza, allontani i pericoli e resti-tuisca al popolo cristiano e alla società la tanto desi-derata tranquillità”.San Luigi M. Grignion de Montfort dice: “Per

diventare santi, bisogna dunque sapere trovareMaria, la Mediatrice delle grazie, e ciò per mezzo diuna “vera devozione” alla Santissima Vergine. Sevogliamo aiutare le anime del Purgatorio, recitiamoper loro il Rosario, che arreca loro grande sollievo”.San Bernardo ci racconta di aver convertito più

anime con l’Ave Maria che con tutte le sue prediche.Beato Bartolo Longo dice: “Il Rosario non ricor-

da al colpevole i suoi peccati, ma gli ricorda solo l’a-more di Dio”. “Nunzio di pace, di amore e di miseri-cordia, il trionfante vessillo del Rosario”.Beato Giacomo Alberione dice: “È necessaria

una crociata di Rosari, perché vi sia un risveglio cri-stiano, in particolare adesso”.Servo di Dio Enrico Medi dice: “Diciamo il

Rosario: il Cuore di Maria palpita accanto al nostrocuore, nella sua presenza invisibile ma vera”.

Padre ANTONIO DAMIANO MARIA CARUSO - OFMC2 febbraio 2017, nel giorno della PRESENTAZIONE DEL

SIGNORE GESÙ AL TEMPIO e nella GIORNATAMONDIALE DELLA VITA CONSACRATA

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Dal 2012 grazie al suo delicato ruolo dipostulatrice, la portoghese suor Angelade Fatima Coelho, medico classe 1971,

conosce ogni piega, anche la più remota, dellebiografie dei due pastorelli di Fatima, Francescoe Giacinta Marto, proclamati santi ieri da papaBergoglio. La canonizzazione è stata vissutodalla religiosa appartenente alla Congregazionedell’Alleanza di Santa Maria – che ha comecarisma quello di rendere attuale il messaggiodella Madonna di Fatima – «come un momentodi grazia e di riconoscimento di quella “scuoladi santità” cara a san Giovanni Paolo II» che èstata la vita dei due bambini a cui, con la cuginaLucia, è apparsa la Madonna, E rivela: «Il loroesempio, in particolare del piccolo Francesco,mi ha aiutato ad andare all’essenziale delle cosee a lasciare da parte tutto ciò che è superfluo einutile». Secondo la consacrata, la fama di santità dei

pastorelli è «confermata dalle tante lettere chesono arrivate sulla mia scrivania da ogni partedel mondo, da Brasile a Taiwan, ma è avvalora-to anche da un aspetto singolare; ognuno dei treveggenti ha vissuto in modo diverso e moltopersonale la sua chiamata a servire il Signoredopo la missione affidata dalla Vergine». Lareligiosa che nel 2014 è stata nominata anchevice postulatrice della causa di canonizzazionedella terza veggente di Fatima, la carmelitanasuor Lucia dos Santos – la cui fase diocesanadel processo si è chiusa a Coimbra il 13 febbraioscorso – individua significativi punti di incontrotra i tre piccoli di Fatima. «Quello che mi hasempre impressionato è la forte dimensionecontemplativa vissuta da Francesco definitoproprio da Lucia nelle sue memorie come una

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«Francesco? Un contemplativoGiacinta custode dell’umanità»I due fratelli raccontati dalla postulatrice suor Coelho

Viviamo il

I SantiFrancesco e Giacinta Marto

specie di “direttore spirituale”. Francesco sep-pur così giovane cercherà nell’arco della suabreve esistenza di configurare la sua vita a Gesùe di cercare come i grandi mistici il “Deusabsconditus”». Lo stile di Francesco Marto va letto alla luce

dell’impronta di santità testimoniata della sorel-la Giacinta. «In lei vi è soprattutto la generositànel sacrificio – chiarisce suor Coelho –. Sa diessere custode delle visioni private più impor-tanti e proprio per questo si fa carico delle stessepreoccupazioni che il Signore ha per il destinodi tutta l’umanità». Quindi sottolinea: «I trebambini non solo si aiuteranno nel corso dellaloro esistenza con le parole ma anche pregandol’uno per l’altra». Dal suo osservatorio suorCoelho rimane stupita di un particolare che haportato alla canonizzazione di Francesco e

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Giacinta. «Certamente il miracolo avvenuto perl’intercessione dei due pastorelli ha permesso disalvare da sicura morte un bambino di sei anniin Brasile nel 2013. Si tratta di due bambini chedal cielo vengono in aiuto di un bambino mala-to». Il 20 maggio suor Coelho sarà a Roma nella

Basilica di San Pietro per la Messa di ringrazia-mento presieduta alle 10 dal cardinale AngeloAmato, prefetto della Congregazione dellecause dei santi. «Credo che uno degli aspetti piùinteressanti del messaggio di Fatima – è l’argo-mentazione – sia lo stretto legame intrecciatocon i Pontefici del Novecento. Spesso si pensaalla speciale devozione di Giovanni Paolo IIsoprattutto dopo l’attentato del 1981. Ma anchePaolo VI nel 1967, Benedetto XVI nel 2010 eora Francesco hanno voluto venire pellegriniqui nel santuario mariano. Senza dimenticarel’ammirazione che ha sempre nutrito Pio XIIper Fatima. L’allora don Eugenio Pacelli, nelgiorno della prima apparizione, il 13 maggio1917, fu ordinato vescovo. Non è certo un casoche il santuario di Fatima abbia tra le sue prio-rità quella di esortare ogni giorno i fedeli a pre-gare per le intenzioni del Papa». Suor Coelhotraccia infine un ricordo dell’ultima veggente, lacarmelitana suor Lucia (1907-2005). «La sualunga esistenza rispetto a quella degli altri due

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centenario del Messaggiopastorelli ha testimoniato un’”obbedienza sinoalla fine” alla volontà di Dio, come l’ha definitaBenedetto XVI. Quando nel 2000 i due cuginet-ti furono beatificati da Giovanni Paolo II mi èstato confidato dalle sue sorelle del Carmelo diCoimbra che si sentiva “pronta a partire per ilcielo”. Percepiva già allora conclusa la sua mis-sione di ultima veggente di Fatima».

FiLiPPo rizziDa “Avvenire”, 14 maggio 2017

Se Francesco e GiacintaMarto sono stati appenacanonizzati, per la lorocugina Lucia dos Santos,la terza pastorella delleapparizioni mariane (inquel tempo la più vecchiadei tre, coi suoi 10 anni, ela sola che parlò con laMadonna), è ancora incorso la causa di beatifica-zione, partita nel 2008.

Nulla di strano: suor Luciaha avuto una vita moltolunga e si è spenta nel2005, a 97 anni. Bene-detto XVI, anzi, permise difar partire la causa a solitre anni dalla morte e nona cinque.Suor Lucia ha passatoquasi tutta la vita in clau-sura, prima con le Suoredi Santa Dorotea, poi con

le Monache Carmelitanescalze. Fece questa sceltadopo la morte di Giacinta,avventua nel 1920.In tutti questi anni suorLucia è stata la custodedei tre Segreti di Fatima,cioè il messaggio (divisoin tre parti) affidato dallaVergine Maria ai pastorellidurante le apparizioni.

LA TERZA PASTORELLA POTREBBE DIVENTARE PRESTO BEATA

A colloquio con lareligiosa e medi-co che ha seguitol’iter canonico. «Iveggenti testimo-ni della premuradi Dio per le sortidel mondo attra-verso la Vergine».

Angela de Fatima Coelho

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Nel corso di una intervistaconcessa dal Presule alQuotidiano Online “la

Nuova Bussola Quotidiana”, Mons.Schneider descrive in modo netto epreciso la situazione attuale dellaRussia: “L’Unione Sovietica era loStato ateo per eccellenza, ma anchelo Stato che ha perseguitato più ditutti le Chiese e non permetteva chesi avesse un segno cristiano nellavita pubblica. Oggi si assiste ad unavitalità della fede provvidenziale. Cisono molti segni che ci fanno vederequesta rinascita spirituale del popo-lo e delle istituzioni russe. I dati innostro possesso dicono che a 25anni dal crollo del comunismo in

Russia sono state costruite ex novo 20mila chieseortodosse. Non è mai accaduto nella storia dellaChiesa che in appena un quarto di secolo in un soloPaese si costruissero così tante chiese. L’altro datosignificativo è la ripresa della vita monastico-con-templativa. In pochissimi anni in tutta la Russia sonofioriti oltre 1000 monasteri maschili e femminili dovei monaci hanno ripreso a condurre una vita di ascesie intercessioni. In queste 20mila chiese c’è ilSantissimo Sacramento presente nel tabernacolo, gliortodossi hanno la messa valida e si venera laMadonna come madre di Dio. Tutto questo è unsegno eloquente della presenza di Dio dove fino apochi anni fa Dio era bandito.Credo che questa rinascita si possa interpretare

come una tappa del processo della conversione dellaRussia, la conversione di cui parlava la Ma donna aFatima. Stiamo parlando però di una conversione allaChiesa ortodossa, che non è in comunione con Roma.È un processo lungo, Dio non fa accadere le cose daun giorno all’altro, perché sarebbe contrario allalegge naturale. Sempre Dio agisce attraverso uno svi-luppo organico, ma noi possiamo vedere in questarina scita spirituale la mano di Dio che conduce laChiesa verso il processo della conversione del mondo. Quando Giovanni Paolo II ha consacrato la Russia

il 25 marzo 1984 è iniziato il lungo processo di con-versione del popolo russo. Ma si trattava di una con-sacrazione implicita, che secondo quanto detto daSuor Lucia, è stata gradita al cielo. Però per avere laconversione perfetta della Russia bisognerà fare unaconsacrazione esplicita, solo allora la Chiesa orto-dossa rientrerà nella piena comunione con Roma.

Un fatto è certo: la Madonna hachiesto che il Papa consacri inunione con tutti i vescovi delmondo la Russia in modo esplicito.Lo stesso cardinale Cordes ricordaspesso che Giovanni Paolo II gliconfidò che non era riuscito a fareuna consacrazione pubblica acausa delle resistenze della diplo-mazia vaticana che all’e poca scon-sigliavano questo atto. Ma oggimolte cose sono cambiate. Eccoperché non si può più attendere.Non dimentichiamo che lo stesso

presidente russo Vladimir Putin èstato battezzato in segreto dallamadre quando era ancora in vitaStalin. Nella Chiesa ortodossa inoltre, al Battesimo siaccompagna sempre anche la Cresima. Tutto ciò hacontribuito a tenere viva la luce della fede che era sof-focata e che ora può esprimersi nella libertà. Staavvenendo un processo all’inverso: durante la guerrafredda nei paesi sovietici erano banditi gli atti di vene-razione a Dio, oggi invece questo appare impossibileda parte delle nomenklature europee. Nessun rappre-sentante di governo europeo oggi concepirebbe que-sto e non è un caso che la Massoneria sia sempre piùpresente in quegli apparati di governo. Ci sono alcunisegni del governo che sono positivi e contrastano conl’idea antiumana e degradante che invece si sta dif-fondendo in Europa. In Russia è proibita la pubblicitàomosessuale, ma si stanno portando avanti anche pro-grammi di promozione della famiglia naturale nellescuole e nelle università. Anche in Europa bisognaprocedere con le consacrazioni dei singoli stati. LaMadonna ha scelto il popolo russo come strumento diun futuro rinnovarsi della società cristiana. Ecco per-ché ogni singolo stato deve consacrarsi ed entrarecosì nel processo in itinere del trionfo del CuoreImmacolato di Maria. Dio attira tantissime benedizio-ni su quei Paesi o quelle realtà che si consacrano, sitratta di acquistare atti meritevoli che ci porterannoinnumerevoli grazie. Ma questo vale per ogni uomo:si assisterà ad un rinnovo spirituale, tante piccole luciche si accendono nel buio di questa epoca”. Fatima si concluderà con la Consacrazione della

Russia e la sua totale conversione alla verità cattolica,nel passaggio decisivo e finale verso il Trionfo delCuore Immacolato di Maria.

di Pier Luigi Bianchi Cagliesi

Fatima e la russia:un misterioso e profetico legame

Monsignor AthanasiusSchneider.

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IL PARADISO

Don Giuseppe Tomaselli

- Sei felice?- Godo perfetta felicità.- Non ti manca proprio nulla?- Soltanto la compagnia del babbo e della mamma.- Perché non ti fai loro vedere?- E perché vuol sapere quello che Dio ha riservato a sé?Ci vuole la permissione di Dio. Se io parlassi a loro, lemie parole, non otterrebbero il medesimo effetto.Bisogna che queste passino per lei.- Cosa devo dire ai tuoi genitori? - Che si facciano precedere dalla luce e si procaccinoamici nel Cielo.Dice Don Bosco: Il volto di Luigi era radioso e di unaluminosità che cresceva sino ad abbagliare la vista; i suoilineamenti erano i medesimi che da vivo.- Dimmi, Luigi: Tu sei morto o vivo? - Sono vivo.- Eppure sei morto!- Il mio corpo è sepolto; ma io vivo. - Non è il tuo corpo quello che io vedo?- Non è il mio corpo. - È il tuo spirito?- Non è il mio spirito. - È la tua anima? - No!- Cosa è dunque ciò che io vedo? - È la mia ombra.- Ma un’ombra come può parlare?

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condizione: Se Dio lo permetterà e se sarà di suo gra-dimento. Tale cosa allora si fece come una puerilità,senza conoscerne l’importanza; tuttavia fra di noi siritenne sempre sul serio, quale sacra promessa. Nelcorso della malattia del Comollo si rinnovò più volte lapromessa e, quando egli venne a morire, se ne attende-va l’adempimento, non solo da me, ma anche da alcunicompagni che ne erano informati. Era la notte del 4 aprile 1839, notte che seguiva il gior-no della sua sepoltura, ed io riposavo con i Chierici delCorso Teologico in quel dormitorio, che dà nel cortilea mezzodì. Ero a letto, ma non dormivo. Sullo scoccaredella mezzanotte, si udì un cupo rumore in fondo alcorridoio, rumore che rendevasi più sensibile, più cupoe più acuto mentre si avvicinava. Pareva il rumore di untreno. Non saprei esprimermi, se non col dire che for-mava un complesso di fragori così vibrati e violenti, darecare spavento e togliere la parola. Man mano che siavvicinava, lasciava dietro di sé rumoreggianti le pareti,la volta, il pavimento del corridoio, come se fosserocostruiti di lastre di ferro, scosse da potentissima forza. I seminaristi di quel dormitorio si svegliarono, ma nes-suno parlava. Io ero impietrito dal timore.Intanto il rumore si avanza, ma sempre più spaventoso;è presso al dormitorio; si apre da sé violentemente laporta del medesimo; continua più veemente il fragore

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IL PARADISOA principio della trattazione si espone un fatto storico,narrato e comprovato dall’autorità di un grande lumi-nare della Chiesa, San Giovanni Bosco.Nel 1881 il Conte Colle, di Tolone, pregò Don Boscoche andasse a benedire il figlio diciassettenne, Luigi, gra-vemente infermo. Il Santo si portò dall’ammalato erestò ammirato dell’ingenuità e del candore del giova-ne; sembrava un altro San Luigi Gonzaga. Dopo circa unmese, il Colle ricevette gli ultimi Sacramenti ed il 3 apri-le moriva. Prima di spirare, disse ai genitori: Vado inParadiso; me l’ha detto Don Bosco! – Il Santo Educatore scrisse un opuscolo su Luigi Colle,presentandolo quale modello alla gioventù.Iddio permise che Luigi apparisse una ventina di volte aDon Bosco, facendogli conoscere la felicità che egligodeva in Paradiso. Tutto registrò Don Bosco e tuttooggi è pubblicato. Qui riporto i tratti salienti di qualcheapparizione, lasciando la penna a Don Bosco.«Mi apparve Luigi Colle in un mare di luce, bellissimonell’aspetto, con vesti bianco-rosate e sul petto ricamid’oro, con una collana a vari colori, bianco, nero erosso; ma con questi tre ve n’erano infiniti altri, da nonpotersi descrivere. Gli domandai: Perché vieni, caroLuigi?- Non è necessario che io venga; non ho bisogno dicamminare.

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senza che alcuna cosa si veda, eccetto una languida luce,di vario colore, che pareva regolatrice di quel fracasso.Ad un certo momento si fa improvviso silenzio, splendepiù viva quella luce e si ode distintamente risuonare lavoce del Comollo: Bosco! Bosco! Bosco! Io sono salvo! –In quel momento il dormitorio divenne più luminoso; ilcessato rumore si fece sentire di nuovo e di gran lungapiù violento, quasi tuono che sprofondasse la casa, matosto cessò ed ogni luce disparve.I compagni, balzati da letto, fuggirono senza saperedove; si raccolsero alcuni in qualche angolo del dormi-torio, altri si strinsero attorno al prefetto di camerata,che era Don Giuseppe Fiorito da Rivoli; tutti passammola notte aspettando ansiosamente il sollievo della lucedel giorno.Io soffri assai e fu tale il mio spavento, che in quell’istan-te avrei preferito morire. Da qui incominciò una malat-tia, che mi portò all’orlo della tomba e mi lasciò cosìmale andato in salute, che non ho potuto più riacqui-starla se non molti anni dopo. Avverto che dopo molti anni da questa apparizione,sono ancora vivi alcuni testimoni del fatto.Io mi contento di averlo esposto nella sua integrità, maraccomando a tutti di non fare tali convenzioni, perché,trattandosi di mettere in relazione le cose naturali conle soprannaturali, la povera umanità ne soffre gravemen-te. – Fin qui San Giovanni Bosco.

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appigliandosi ai mezzi lasciati da Dio, giungerà ai gaudieterni. Ma è proprio necessaria la cooperazione umana?Sant’Agostino, Dottore di S. Chiesa, afferma: Chi ti hacreato senza di te, cioè senza la tua cooperazione, nonti salverà senza di te, se non fai cioè la tua parte.La Santa Chiesa presenta ai fedeli una preghiera, chepurtroppo non tutti recitano e che non sempre è abba-stanza approfondita; è l’Atto di Speranza: Mio Dio,spero dalla bontà vostra, per le vostre promesse e peri meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la Vita Eternae le grazie necessarie per meritarla con le buone opere,che io debbo e voglio fare. Signore, che io non resticonfuso in eterno!-

Comollo.Ci si chiede: Qualcuno dei mortali ha visto mai ilParadiso? È venuto alcuno dall’altra vita a dire: IlParadiso c’è! ...? A soddisfazione dei lettori si riportaqualche fatto storico. Il primo lo rilevo dalla vita di SanGiovanni Bosco. Scrive Don Bosco: Nel Seminario diChieri contrassi una santa amicizia col Chierico LuigiComollo, da Cinzano. Nelle nostre amichevoli relazioni,seguendo ciò che avevamo letto in alcuni libri, avevamopattuito fra di noi di pregare l’uno per l’altro e checolui, il quale per primo fosse chiamato all’eternitàavrebbe portato al superstite notizie dall’altro mondo.Più volte noi confermammo la promessa, mettendo la

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- Per permissione di Dio.- E l’anima tua dov’è?- È presso Dio, sta in Dio e lei non può vederla.- E tu in che modo vedi noi?- In Dio si vedono tutte le cose; il passato, il presente el’avvenire vi si vedono come in uno specchio.- Che cosa fai in Cielo?- Dico: “Gloria a Dio!” A Dio si rendono grazie! Graziea Colui che ci ha creati, a Colui dal quale tutto ha prin-cipio! Grazie! Lodi! Alleluia! ...Continua Don Bosco: Luigi prese a magnificare la gran-dezza delle opere di Dio, parlando in latino: Se si andassein treno diretto dalla terra al sole, vi s’impiegherebbe nonmeno di trecentocinquant’anni. Per arrivare poi all’altraparte del sole, vi sarebbe uguale distanza. Ogni nebulosaè cinquanta milioni di volte maggiore del sole, e la sua luceper giungere alla terra impiega dieci milioni di anni. La lucedel sole percorre trecentomila chilometri al secondo ...Basta, basta! - esclamò Don Bosco. La mia mente non tipuò più tener dietro.- Eppure è soltanto il principio della grandezza delleopere di Dio!...- Dimmi ancora: Come va che tu sei in Paradiso edanche qui?- Più presto della luce e con la rapidità del pensiero iovengo qui, nella casa dei miei genitori e altrove.- Dimmi qualche cosa utile ai giovani!

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coloro che rifiutano i conforti religiosi in fine di vita,perché allora, davanti alla morte, si sogliono aprire gliocchi e sfumano certe prevenzioni e spavalderie. Sulletto di morte la grazia di Dio suole essere moltoabbondante, mercé la preghiera ed i sacrifici dei parentie di tante persone pie, che giornalmente pregano per gliagonizzanti. Da tutto ciò appare che, quantunque moltibattano la via del male, non di meno tanti ritornano aDio prima di entrare nell’eternità.

I due peccati. Tra i peccati contro lo Spirito Santo, e quindi tra i piùgravi, ce n’è due che vanno per il caso nostro.La disperazione della salvezza eterna e la presunzionedi salvarsi senza merito. Gravemente resta offeso loSpirito Santo, Spirito di Verità e Santificatore, quandoun’anima dice: Io non mi salverò! ... Non riuscirò adandare in Paradiso! ... È inutile che io faccia operebuone! ... Se sono destinato a dannarmi, invano spero disalvarmi!...È pure peccato dire: Io certamente mi salverò, ancor-ché commetta i peccati!... Non occorre fare operebuone, pregare e resistere alle passioni! ... Dio èPadre di misericordia e non permetterà che io vadaall’inferno! ... –Come appare, è necessario bandire dall’animo sia ladisperazione che la presunzione. Chi fa ciò che può,

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- Bisogna che i fanciulli si comunichino con frequenza.Devi ammetterli presto alla Santa Comunione. Diovuole che si nutrano della Santa Eucaristia.- Ma come si fa a comunicarli, quando sono ancoratroppo piccoli?- Dai quattro ai cinque anni si mostri loro la Santa Ostiae preghino Gesù guardandola. I fanciulli devono essereben compresi di tre cose: amore di Dio, Comunionefrequente e amore al Sacro Cuore di Gesù.- Prima di lasciarmi, dammi un’altra spiegazione! I tuoigenitori ed io pregammo perché tu non morissi. Perchénon fu esaudita la nostra preghiera?- Fu meglio che io non guarissi.- Come mai? Avresti fatto opere buone, avresti datomolte consolazioni ai genitori, ti saresti occupato mag-giormente a far glorificare Iddio ...- Ne è lei ben sicuro? Pronunziò lei stesso la sentenza,amara per me, amara per i miei genitori, ma tuttavia fuper il mio bene. Quando lei domandava il mio ristabili-mento in salute, la Santa Vergine diceva a Gesù: Luigiadesso è mio figlio; lo voglio prendere ora che è mio!- Quando ci dovremo preparare noi per venire inParadiso?- In seguito le darò la spiegazione che desidera ... » -L’apparizione cessò.Quando Don Bosco fece la narrazione di tutto ai ContiColle, osservò: È indicibile la bellezza degli ornamenti che

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Il Giudice Supremo. Gesù afferma esserci ilParadiso, ne insegna la via e proclama essere Lui adassegnare agli uomini il posto dell’eternità: Paradisooppure inferno. Parlando Egli della fine del mondo e della risurrezionedei morti, soggiunge: - Quando verrà il Figlio dell’uomo nella sua maestà, contutti i suoi Angeli, siederà sul trono della sua gloria. E siraduneranno dinnanzi a Lui tutte le genti e separerà gli unidagli altri, come il pastore separa gli agnelli dai capretti; emetterà gli agnelli alla sua destra ed i capretti alla sinistra.Allora il Re dirà a quelli che sono alla sua destra: Venite,benedetti del Padre mio; prendete possesso del Regno,preparato per voi sin dalla costituzione del mondo! ... Edi giusti andranno alla Vita Eterna (S. Matteo, XXV, 1).

Il Tabor.Accennando il Signore spesso al Paradiso, gli Apostoliardevano del desiderio di possederlo. Con bontà più chepaterna Gesù li assicurava che si sarebbero salvati:Rallegratevi che i vostri nomi stanno scritti in Cielo! (S.Luca, X, 20).Volle dare un saggio del Paradiso durante la sua vita ter-rena, però soltanto a tre Apostoli: Pietro, Giacomo eGiovanni. Un giorno Egli li condusse in disparte, sopra un altomonte, sul Tabor, e si trasfigurò alla loro presenza. Lesue vesti divennero sfolgoranti e candidissime come la

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Si fa male a parlare così! Il Cielo è fatto per tutti; se neprivano soltanto coloro che non vogliono andarvi. Diovuole che tutti si salvino, perché Gesù Cristo ha dato lasua vita per tutti.Leggiamo nel Vangelo: La volontà del Padre che mi hamandato è questa: che io non perda nemmeno uno diquelli che mi ha dato, ma che li risusciti nell’ultimo gior-no. E la volontà del Padre che mi ha mandato è chechiunque conosce il Figlio e crede in Lui, abbia la VitaEterna! (S. Giovanni, VI, 39). San Paolo, l’Apostolo delle Genti, ripieno di SpiritoSanto, scriveva al Vescovo Timoteo: Dio vuole che tuttigli uomini si salvino e giungano alla conoscenza dellaverità. Ora, v’è un solo Dio e un solo Mediatore tra Dioe gli uomini, Gesù Cristo, il quale diede se stesso inredenzione per tutti (1° Timoteo, 11, 5).

Ma tutti si salvano? Per rispondere a questo gravequesito, riporto una pagina del mio opuscolo «L’infernoc’è! ». Gli Apostoli chiesero a Gesù: Maestro, sono moltiquelli che si salvano? - Gesù rispose, ma in modo evasi-vo, non volendo che l’uomo penetrasse quest’arcano:Entrate per la porta stretta, perché quella larga e spa-ziosa conduce alla perdizione e molti s’incamminanoper essa. Quanto stretta è invece la porta ed angusta lavia che conduce alla Vita e pochi sono quelli che la tro-vano (S. Matteo, VII, 13).Quale significato dare alle parole del Divin Maestro?

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rivestivano la persona di Luigi. La sola corona che gli cin-geva la fronte, avrebbe richiesto non giorni o mesi, maanni per esaminarla particolarmente, divenendo semprepiù brillante e dilatandosi a misura che la si contemplava.–La Contessa Colle prese appunti sulla narrazione avutaed aggiunse: Don Bosco era commosso quando parlavaed i suoi occhi si bagnavano di lacrime. -Il suddetto episodio farà meglio comprendere certiquesiti che verranno toccati nel corso della trattazione.

Veniamo alla dimostrazione dell’esistenza delParadiso.

Salita faticosa.La via del Paradiso, secondo il pensiero di Gesù, è para-gonabile alla via del Calvario, salita faticosa. Tuttavia,benché siano molte le tribolazioni dei giusti, Dio nonmanca di assisterli con la sua grazia, affinché abbiano aperseverare. Se i seguaci del Celeste Condottiero,Gesù, devono stare vicino alla Croce, con la vigilanza ele rinunzie all’amor proprio ed alla sensualità, non dimeno godono spiritualmente, perché hanno la verapace del cuore, la pace dei figli di Dio, mentre i gaudentidel mondo ed i dissoluti hanno come retaggio su questaterra l’amarezza ed il rimorso.

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La via del bene è aspra, perché si tratta di frenare leinnate passioni. La via del male, che mena all’inferno, è comoda ed è bat-tuta da molti. - Dunque, dirà qualcuno, la massima parte degli uomininon andrà in Paradiso? - Si risponde: Non si sa! I Santi Padri, ed in generale i Moralisti, affermano che ipiù si salvano. Eccone le ragioni:Iddio dà a tutti i mezzi per raggiungere l’eterna felicità;chi si appiglia ad essi, facilmente si salva.La Sacra Scrittura dice: “È abbondante la Redenzionepresso di Lui” (Salmo 129).Possono essere molti coloro che usufruiscono dellaRedenzione del Figlio di Dio.Uno sguardo all’umanità: Un terzo circa degli uominisuole morire prima dell’uso di ragione, cioè quandonon è in grado di commettere il peccato grave. I bam-bini battezzati vanno subito in Paradiso; i non battezzativanno al Limbo.I così detti «irreligiosi ... libertini... perversi» non tuttifiniscono male, perché nella vecchiaia, diminuendo ilfuoco delle passioni, facilmente ritornano a Dio. Molti cattivi si rimettono in grazia durante il dolore ...in un lutto di famiglia ... in un pericolo di vita ... Quantimuoiono bene negli ospedali, sui campi di battaglia, nelleprigioni, in seno alla famiglia! Non sono di certo molti

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Come l’inferno è provato oltre che dall’insegnamentodiretto di Dio anche dalla esistenza dei demoni, così ilParadiso è provato pure dall’esistenza degli Angeli, iquali, dopo Maria Santissima, sono le più eccelse crea-ture uscite dalla mente di Dio. Gli Angeli sono nel gau-dio eterno sin dall’istante della loro creazione.Che gli Angeli esistano e che siano apparsi in sembianzaumana su questa terra, è fuori dubbio. Non mi dilungosull’argomento; solo invito il lettore a leggere un opu-scolo di mia pubblicazione “Gli Angeli”.

Il culto dei Santi.Se il Paradiso non esistesse, non dovrebbe esserci sullaterra il culto della Madonna; cessata la vita terrena dellaMadre di Gesù Cristo, avrebbe dovuto cessare la suapotenza d’intercessione al trono di Dio. Come spiegareallora le innumerevoli apparizioni della Vergine Santissima,i prodigi immensi che ha operato e che continua ad ope-rare? Neppure si dovrebbe ammettere il culto dei Santi;se non ci fosse il Paradiso, essi non dovrebbero più esiste-re. Noi invece sappiamo che i Santi intercedono pressoDio e che i miracoli si perpetuano sulla terra, mercé laloro potenza presso il Creatore.

Dio vuole tutti in Cielo. Da persone poco riflessive,e spesso miopi spiritualmente, si sente dire: Il Paradisoc’è! ... Il Paradiso sarà bello, ma non è fatto per noi! –

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neve, quali nessun tintore della terra sarebbe capace difare. Apparvero Elia e Mosè a discorrere con Gesù. I tre Apostoli, a vedere la bellezza sovrumana delMaestro, furono presi da spavento; rimasero a contem-plare estatici, dimentichi di tutto, disposti a rimaneresempre su quel monte. Pietro esclamò: Maestro, è beneper noi stare qui! Facciamo tre tende: una per te, unaper Mosè ed una per Elia! – Ma non sapeva ciò chedicesse, tanto era sbigottito.La scena si protrasse; poi si levò una nube ad avvolgerlie dalla nube uscì una voce: Questi è il mio Figlio diletto;ascoltatelo! – Ad un tratto gli Apostoli, guardatisi attorno, videroGesù con loro, com’era prima della trasfigurazione.

Credo ... la Vita Eterna Gesù Cristo, Dio-uomo, assicura che dopo questa vitace n’è un’altra, la Vita Eterna.Taluni invece, ignoranti di Religione ed altri dediti alvizio, dicono: Non esiste la Vita Eterna!A chi bisogna credere, a Gesù Cristo ovvero agli uominiperversi? ... Non c’è dubbio su questa grande verità difede, che noi professiamo nel Credo,o Simbolo Apostolico: Credo ... la Vita Eterna.Chi nega il Paradiso o lo mette in dubbio volontaria-mente, commette peccato.

Gli Angeli

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La BeLLezzaCHe SaLVerÀ iL MoNDoFin dai primi passi della Bibbia

viene chiaramente illustrata la tatti-ca seduttrice di Satana finalizzata a

distruggere l’umanità. Ma perché vuoledistruggerla? Soprattutto per invidia. Nonaccetta il fatto che Dio abbia creato gliesseri umani a Sua immagine e somi-glianza. E non accetta nemmeno che unaDonna, eletta a Madre del Redentore, siastata resa capace di annientarlo.Basti un solo esempio. Nel libro di

U.M. Pasquale “Maria nella vita cristia-na” si legge che nel 1952, durante unesorcismo, il sacerdote invoca ripetuta-mente la Madonna per liberare una gio-vane posseduta. Ad un certo punto ildemonio urla e bestemmia contro laVergine.L’esorcista gli ordina di abbassare il

capo in segno di riparazione. Dopo qual-che minuto di esitazione, il demonio ècostretto a obbedire dicendo con rabbia:“Lo so che è potente la vostra Madre dilassù”. Poi, interrogato sul perché dellesue bestemmie, ammette: “Perché haavuto un figlio in modo soprannaturale”. Nuovamente interrogato sul perché di

tanto odio verso di Lei, risponde: “Perchéè Lei che schiaccerà la testa a Lucifero, ilnostro capo!”.Quando Maria ha ricevuto un tale pote-

re? Il momento in cui diventa “piena digrazia” è quello in cui, cinquanta giornidopo la resurrezione di Cristo, si trovanel cenacolo dove gli apostoli si prepara-no ad assumere la loro missione, riceven-do lo Spirito di verità. “È assidua nellapreghiera” (Atti 1, 13-14). Nel giornodella Pentecoste lo Spirito ha riempito diinfinite grazie il Cuore della Madre per

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Cosmo G. Sallustio SalveminiDirettore “Il Cuore della Madre”

consolare gli afflitti. Dobbiamo, pertanto,supplicarLa ogni giorno affinché ci pro-tegga dal male. Le forze umane, da sole,non sono sufficienti nella lotta contro leinsidie del Tentatore. Quando diciamoche la bellezza salverà il mondo dobbia-mo chiederci “chi è la bellezza?”. C’èuna sola risposta esatta. È colei che èstata resa “tota pulchra” per volontàdi Dio.

Cosmo G. Sallustio Salvemini

«Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra latua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiacceràla testa e tu le insidierai il calcagno».

(Gen. 3,15)

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Nella nostra società confusa, frene-tica, multiculturale, multietnica emultireligiosa, molte persone

desidererebbero crescere interiormente. Eperciò ricercano risposte sensate ai veri egrandi interrogativi della vita: Chi sono?Dove vado? Che cosa faccio? Perché ildolore e la morte? Oltre a ciò, il desideriodi comprendere l’umanità e capire cosavogliamo veramente dalla vita e se ancoraesista il coraggio d’interrogarsi sulla fedecristiana.Tra tutti questi “perché”, il XX secolo,

che si era aperto con movimenti accomu-nati dalla divinizzazione dell’uomo (homohomini deus est) e dalla negazione dellafede, si è poi chiuso con la coscienza deilimiti della ragione umana e col maturaredella consapevolezza che solo un Dio cipuò salvare.Ne deriva una constatazione fatta propria

anche da grandi laici dei tempi moderni,che con le loro riflessioni ci invitano a con-siderare che «la fede non è un grande pro-blema, ma il grande problema di fronte alquale tutti gli altri diventano risibili»(Indro Montanelli) e che «la vita senza lafede è un orrore» (Ingmar Bergman).E tuttavia grande parte dell’umanità pen-

sante argomenta che Dio ha abbandonatola cabina di guida del pianeta, smarrendosinell’alto dei cieli, sostenendo ciò con cita-zioni letterarie: siamo come «foglie morteportate dal vento» (Mimnerno), «il sognodi un’ ombra» (Pindaro), «una vana imma-gine o una vuota ombra» (Sofocle).S’afferma che l’uomo è una passione inu-tile, per dirla con Sartre, o un granellino dipolvere sperduto nell’universo, come perBuzzati.Conclusione? «Non esser nato è fra tutte

la sorte migliore; ma, nato, tornare donde16

LA FEDE È BELLA

si venne al più presto è di gran lunga ilmeglio» (Sofocle).Ed allora, verso quale meta s’affanna

l’uomo? Platone aveva intuito che perspiegare l’umana sorte v’è solo la ragione,ma pure che questa «non è che una poverazattera su cui attraversare pericolosamenteil mare della vita». Meglio sarebbe coprireil tragitto, annotava ancora il filosofogreco, «su una più solida barca, affidando-si alla divina rivelazione».È quasi una premonizione: con la venuta

di Cristo, infatti, si ha un radicale muta-mento della condizione umana, che Egliassume e trasfigura. Nulla è più comeprima; più nessuno è un numero tra i tantio un fenomeno insignificante. «Il Verbo siè fatto carne è ha posto la sua tenda tranoi» (Gv 1,14). La nascita di Cristo Gesù

«La fede non è UNgrande problema,

ma IL grande problema...»

† Vincenzo Bertolone

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ribalta le folgoranti ma desolanti definizio-ni prima richiamate.Dio s’inserisce nella storia, cioè nello

spazio e nel tempo; è accanto a ognuno dinoi, ne condivide le ansie, ne ascolta lavoce, fa propria la vicenda umana conquanto essa ha di grande e di umano, pren-de, infatti, un volto come il nostro.Ci ricorda il Santo Padre Benedetto XVI:

«L’uomo moderno, adulto eppure debolenel pensiero e nella volontà, deve lasciarsiprendere per mano dal Cristo e fidarsi diLui». Per dirla con Henry de Lubac, «l’i-dea di Dio è inestirpabile, perché in fondoè la Presenza stessa di Dio nell’uomo.Sbarazzarsi di questa Presenza non è pos-sibile. L’ateo non è colui che vi sarebbe

riuscito. E solamente l’idolatra che,come diceva Origène, riferisce a qualsiasicosa piuttosto che a Dio la sua nozioneindistruttibile di Dio». E san Paolo non hascritto che «si fa trovare persino da quelliche non lo cercano»? (Rm. 10,20) Più lotrovi e più il desiderio di cercarlo si facocente. Solo cercandolo si lascerà trova-re: non lo cercheremmo se non l’avessimotrovato. Trovarlo è cercarlo ancora: veder-lo è non essere mai sazi di desiderarlo, maciò è possibile solo a chi si fa piccolo e silascia umilmente illuminare dalla luce delsuo Volto.

† Vincenzo BertoloneArcivescovo di Catanzaro

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Molti sono i cristiani, figli miei, che non sanno assolutamente perché sono almondo... “Mio Dio, perché mi hai messo al mondo?”. «Per salvarti». “E perché

vuoi salvarmi?”. «Perché ti amo».Com’è bello conoscere, amare e servire Dio! Non abbiamo nient’altro da fare in

questa vita. Tutto ciò che facciamo al di fuori di questo è tempo perso. Bisogna agiresoltanto per Dio, mettere le nostre opere nelle sue mani...Svegliandosi al mattino bisogna dire: “Oggi voglio lavorare per Te, mio Dio!

Accetterò quello che vorrai inviarmi in quanto tuo dono. Offro me stesso in sacrifi-cio. Tuttavia, mio Dio, io non posso nulla senza di Te: aiutami!”...Coloro che vivono secondo il mondo ritengono sia troppo difficile salvarsi. Eppure

non vi è nulla di più facile: basta osservare i comandamenti di Dio e della Chiesa,evitare i sette peccati capitali; oppure, se preferite, fare il bene ed evitare il male;tutto qua!I buoni cristiani che si danno da fare per salvare la loro anima sono sempre felici

e contenti; godono anticipatamente della felicità del cielo e saranno felici per l’eter-nità.Un buon cristiano, un avaro del cielo, tiene in poco conto i beni terreni: egli pensa

soltanto a render bella la propria anima, ad accumulare ciò che lo renderà felice ineterno, ciò che dura in eterno.Guardate i re, gli imperatori, i grandi della terra: sono molto ricchi, ma sono con-

tenti? Se amano il buon Dio, sì; ma se non lo amano, no, non sono contenti.Personalmente trovo che non vi sia nulla di più triste dei ricchi, quando non amanoil buon Dio.

La felicità è alla nostra portataSan Giovanni Maria Vienney – Curato D’ars

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È GIUNTO IL TEMPO DI PARLARE...da una predica del 9 aprile 1974 del cardinale polacco Stefan Wyzynsky

ai giovani in pieno regime comunista

Ègiunto il tempo di parlare senza timore. Poiché l’uomo viene degradato e si abbassa,quando non rispetta se stesso, quando non difende la sua dignità e i suoi diritti.

È giunto il tempo in cui nel disordine della vita intellettuale, morale, sociale e culturaledovete finalmente innalzare la vostra voce e dire ai vostri compagni studenti: Abbiate rispettoper la vostra dignità, poiché voi provenite dalla mano del Padre Celeste ...È venuto il tempo in cui dovete dire ai vostri educatori e professori: «Insegnateci la verità

e non ci distruggete. Non strappateci la fede. Non annientate il nostro modo di vivere cristia-no e morale attraverso uno stolto laicismo del quale nessuno comprende il senso e per il qualeviene speso tanto denaro. Non ci togliete la fede nel Dio vivente. Poiché ci rendete schiavi diidoli, come un tempo l’antico Israele e come Giuda che venne inghiottito dalla notte, quandolasciò la cena per tradire il Signore».È venuto il tempo in cui voi, giovani, nelle università e nelle case degli studenti, dovete

avere l’ardire di esigere: «Rispettateci! Rispettatevi a vicenda! Noi siamo esseri umani. Nonci strappate la fede, perché non ci potete dare nulla di più prezioso in cambio».È venuto il tempo in cui dovete dire persino ai vostri genitori: Se non potete educarci cri-

stianamente, perché non ve ne intendete o ve ne manca il tempo, almeno non insidiate attra-verso i vostri calcoli il nostro coraggio di confessare la fede. Non ci scoraggiate, affinché nonvendiamo la dignità che Dio ci ha dato per un piatto di lenticchie».È venuto il tempo in cui dovete dire, coraggiosamente, anche a noi, sacerdoti e vescovi: «La

vostra indulgenza nei confronti dell’indebolimento della morale non ci piace. Non accettiamoil fatto che vi manchi il coraggio di esigere qualche cosa da noi. Se scoprite degli errori innoi, indicateceli perché questo è il vostro compito. Noi non vogliamo dei pastori che nonosano fare appello alla nostra generosità!».

a bSuperando le tensioni interne, vincendo la tentazione di uniformarsi ai gusti ed ai costumi

del mondo, uniti nell’unico vincolo dell’amore, che informa la vita intima della Chiesa, ifedeli devono essere pronti a testimoniare la loro fede.La Chiesa nello sforzo di responsabilizzazione e di risposta ai problemi lancinanti del

momento, è chiamata a dare al mondo quel «supplemento d’anima» che da tante parti s’invo-ca e che solo può assicurare la salvezza.Il mondo sa che la perfezione cui è pervenuto con le sue scoperte e le sue tecniche, ha rag-

giunto un crinale oltre cui c’è la vertigine dell’abisso. La tentazione di sostituirsi a Dio conl’autonoma decisione che prescinde dalle leggi morali, porta l’uomo moderno al rischio diridurre la terra ad un deserto, la persona ad un automa, la convivenza fraterna ad una collet-tivazione pianificata, introducendo non di rado la morte, là dove invece Dio vuole la vita.La Chiesa, piena di ammirazione e amorevolmente protesa verso le conquiste umane, inten-

de peraltro salvaguardare il mondo, assetato di vita e d’amore, dalle minacce che lo sovrasta-no. II Vangelo chiama tutti i suoi figli a porre le proprie forze, e la stessa vita, al servizio deifratelli, nel nome della carità di Cristo.

Giovanni Paolo I

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TREDICI RAGIONI PER ESSERE O FARSI CATTOLICO

Henry William Wildberforce (1807-1873), prete anglicano nel 1834, abiurò allo scisma nel1850 per entrare nella Chiesa cattolica. Avrebbe voluto essere prete cattolico, ma aveva

nove figli e rimase nello stato laicale, senza rinunziare attraverso i giornali e le sue pubblicazio-ni a condurre un apostolato per avvicinare altri alla Chiesa di Pietro. Nel 1851 spiegò i motividella sua conversione in un saggio «Le ragioni della mia conversione alla Chiesa cattolica» cheebbe sei edizioni in soli cinque anni.

Ma ecco in sintesi le tredici ragioni che convinsero l’ex pastore anglicano a convertirsi allaChiesa di Roma:

1. È la Chiesa fondata da Gesù Cristo e dagliApostoli; le “chiese” protestanti o anglicane sonotutte moderne;

2. È infallibile; è l’antica Chiesa che ha sempre inse-gnato quel che oggi insegna;

3. È fondata su Pietro, primo Papa, su cui Cristoedificò la propria Chiesa;

4. È diffusa universalmente nel mondo e non confi-nata in un Paese;

5. Insegna le medesime cose in tutti i luoghi e in tuttii tempi;

6. Forma un Regno a sé stante, distinto da tutti iregimi del mondo;

7. Rimette i peccati per mano dei sacerdoti e conl’autorità di Gesù Cristo;

8. Conserva le usanze degli Apostoli;

9. Offre quotidianamente, e sacramentalmente, il Sacrificio della Croce;

10. Conserva tutte le parti della Sacra Scrittura, le realizza tutte e non in parte;

11. Onora e pratica i consigli di perfezione: verginità, povertà, obbedienza;

12. Vede compiersi di continuo miracoli nel suo grembo, mentre non ne avvengono tra i prote-stanti e gli altri;

13. È odiata dal mondo: secondo la Scrittura questo è il segno della vera Chiesa.

Gerlando Lentini

Henry William Wildberforce.

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Luce Pellegrini – Suor Lodovica del Cuore Immacolato,nacque il 4 settembre 1923 nel Canton Ticino – Svizzera,da padre svizzero, Piero, e da madre italiana, Maria Subrì,

originaria di Settimo Torinese. Venne battezzata all’età tardiva dicirca quattordici anni. Da quel momento divenne un’anima tuttaorientata a Dio, con una intensa vita sacramentale. Impegnatanell’Azione Cattolica, Dio la predilesse per opere grandi. Adiciannove anni entrò nella grande Famiglia Cottolenghina,precisamente nel ramo della vita contemplativa, nel Monasterodi Cavoretto. Qui visse la vita religiosa in modo irreprensibileper vent’anni.Anima aperta alla grazia e devotissima del Cuore Immacolato

di Maria, sentì l’ispirazione interiore di Dio che la chiamava a dareinizio ad una nuova famiglia religiosa per rispondere al gridodella Madonna a Fatima, che, nell’apparizione del 19 agosto1917, invocava: “Pregate, pregate molto e fate sacrifici, molteanime vanno all’inferno perché non c’è chi prega e si sacrificaper esse”. Dopo un lungo periodo di preghiera e di riflessione,guidata dal suo Direttore spirituale, chiese ed ottenne dai suoiSuperiori il permesso di uscire dal Monastero di Cavoretto perdare inizio a una nuova famiglia religiosa. Dopo una sofferta deci-sione, il 13 luglio 1962 lasciò il Carmelo di Cavoretto. Affrontò con l’animo sereno non poche fatiche per dare inizio

ad una nuova famiglia religiosa, quelle delle Oblate del CuoreImmacolato di Maria, con lo scopo di dedicarsi alla preghiera ealla penitenza per salvare le anime dal pericolo della dannazioneeterna. Il cammino di tale fondazione ebbe inizio il mattino del3 gennaio1963, insieme ad altre due consorelle, uscite ancheesse dalle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, ramodelle Vincenzine. Aiutate dal P. Materni, gesuita, partirono perSan Maurizio D’Opaglio. Il 5 gennaio iniziarono la loro giornata

regolarmente. In un primomomento lavorò con le dueconsorelle, per breve tempo,nell’asilo del paese, masempre con il desiderio diuna vita di stretta clausura.Poco tempo dopo, SuorLodovica venne designataquale sorella maggiore,compito che ella accettò peramor di Dio. La piccola comunità fu

seguita dai Rev. di padriGesuiti. Esse presero prestocontatti con il Vicario genera-

MADRE LODOVICA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIALUCE PELLEGRINI

FONDATRICE DELL’ISTITUTO SUORE OBLATE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIAÈ TORNATA ALLA CASA DEL PADRE

La Madre con Sr. Teresina, Sr. Deo gratias l’al-lora postulante, Sr. Stefania e Sr. Francesca.

Le prime sorelle Sr. Stefania, LaMadre Lodovica e Sr. Lucia

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le e con l’Arcivescovo di Vercellidal quale ottennero il permessodi trasferirsi presso il Santuariodella Madonna di Rado aGattinara, accolte dal Prevosto,che mostrò apprezzamentoverso il loro progetto. Qui inizia-rono la nuova vita fatta soprat-tutto di preghiera e di riparazio-ne, in attesa di conoscere benela volontà del Signore. Nel Santuario di Gattinara

furono iniziati i primi passi perottenere la grazia della vestizio-ne religiosa. Suor Lodovicaandò dall’Arcivescovo Sua Ecc.Rev. ma Mons. FrancescoImberti per esporgli le esigenzeavvertite dalla piccola comunità, soprattutto quelle di poter vestirel’abito religioso e di avere un confessore. L’Arcivescovo dopo averconsultato i loro direttori spirituali (P. Materni e Don Marino) e ilrettore del Santuario, Mons. Francese, si mostrò benevolo verso diloro pur temendo per l’austerità della scelta di vita e chiedendo per-ciò una modifica provvisoria dell’orario. Obbedirono alle indicazionidell’Arcivescovo. Sotto la direzione dei Reverendi Padri Materni eMarino, redassero un nuovo regolamento di vita che, consegnato aSua Ecc. Mons. Francesco Imberti, ottenne loro di avere il confes-sore e l’autorizzazione alla vestizione religiosa.Il 30 ottobre 1963, arrivò la grazia tanto desiderata. Eccone la

narrazione dal loro diario: “Oggi per la grazia specialissima delSignore, una grande consolazione: è giunto il decreto di approva-zione “Ad Experimentum” per vestire il santo abito, adottare ilnome Oblate del Cuore Immacolato di Maria. Ma la loro permanen-za là durò poco ed erano sorti altri problemi. Questa volta, MadreLodovica si rivolse al parroco di Settimo Torinese, essendo origi-naria di Settimo. Il canonico Don Guglielmo Pistone. Col suoappoggio poterono trasferirsi nell’Arcidiocesi di Torino. Una volta sistemata nell’arcidiocesi di Torino, diede prova della

sua fedeltà al Signore, affrontando le mille difficoltà che tale impre-sa comportava senza scoraggiarsi, convinta che Colui che la chia-mava a tale nobile missione l’avrebbe portata al compimento. Il 25 gennaio 1966, la Fondatrice, Suor Lodovica del Cuore

Immacolato fece la domanda per l’emissione dei santi voti allaCuria Metropolitana di Torino. Il 28 dello stesso mese fu concessoil nulla osta all’emissione dei santi voti dal Vicario EpiscopaleMons. Monasterolo della Curia di Torino. Ottenuto il via libera allaprofessione religiosa, l’11 febbraio 1966 fecero le prime professio-ni del nascente Istituto nelle mani del delegato – il CanonicoGuglielmo Pistone, a Settimo Torinese. Così venne alla luce laFamiglia Religiosa delle Suore Oblate del Cuore Immacolato diMaria.Da qui ebbe inizio l’espansione della sua opera nel mondo. Da

animo capace di gioire con chi è nella gioia, visse con grande gioia e

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Vestizione Religiosa al Santuario dellaMadonna di Rado a Gattinara.

Bra (CN). Il canonico Don Guglielmo Pistonecon la Fondatrice nel Santuario Madonna deiFiori.

Filippine. Le sorelle con Madre Lodovicatestimoniano la gioia di essere povere conGesù Cristo durante un trasloco per aprireuna nuova Casa.

Incontro con Giovanni Paolo II.

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soddisfazione l’approvazione diocesana dellaSua opera in Istituto Suore Oblate del Cuore

Immacolato di Maria, dall’Arcivescovo di Torino,Sua Eminenza, Severino Card. Poletto. Questo fuper Lei l’incoronamento delle Sue fatiche. Era di una semplicità incantevole. Pur di ori-

gine da famiglia agiata, predilesse la forma di vitasemplice, povera come si conviene all’animaconsacrata al Signore. Puntava sempre all’essen-ziale senza cercare il lusso. Di fatto, sceglievasempre le cose semplici all’impronta della pover-tà per le sue comunità. Però aveva un vivo sensodi ornare bene la cappella con i suppellettili belli,perché il Signore merita il più bello. Le cappelledelle Sue comunità sono sempre bene ornata perdistinguerle dalle altre parte della casa. Era moltodistaccata dal mondo, dalla famiglia e dai parenti.Per lei, si doveva dare tutto al Signore o niente.Nelle relazioni con gli esterni, laici, era molto cor-diali ma stava sempre nei limiti consentiti. Nonperdeva tempo nelle chiacchiere inutili. Se casomai nel conversare con gli esterni si iniziava undiscorso troppo umano, dirigeva il discorso allecose spirituali, ma lo faceva con garbo. Per il suo forte amore filiale per il Cuore

Immacolato di Maria, non si risparmiava nel lavo-rare per far conoscere la devozione al CuoreImmacolato di Maria – i primi cinque sabati delmese. Al fine di far conoscere ed amare il CuoreImmacolato di Maria, ha profuso tanta energianelle missioni Mariane. Fece tante missioni maria-ne in tante diocesi e parrocchie italiane, specie nelsud. Quando organizzava le missioni Mariane,aveva sempre cura di invitare un sacerdote peressere a disposizione per le confessioni, sapendoche le missioni erano occasione per tante personedi ritornare al Signore. Ed in realtà era così perchéera Lei, la Madonna la vera Pellegrina che chiamavai figli di ritornare alla casa del Padre. Le missioneMariane erano un vero apostolato nella quale sidoveva far conoscere l’amore di Dio e quindi ilritorno ai sacramenti specie della Riconciliazione.Essendo un’anima improntata alla vita contem-

plativa, viveva sempre immersa in Dio. Quandouscivo con Lei a far delle commissioni, le dicevo,Madre guarda questa o quella, e Lei mi risponde-va: “Ma suora come sei distratta, dov’è il racco-glimento?” Negli ultimi anni della sua vita, oltre90 anni e quindi meno impegni, dedicava tantotempo alla preghiera, specialmente la recita quo-tidiana di tutti i venti Misteri del santo Rosarioche era la Sua preghiera preferita.

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“Gesù ti amo. Gesù, Maria vi amo. Gesù con Maria concedetemil’amor di Dio”. (Madre Lodovica 2017).

Durante i diversi viaggi in Sicilia per le Missioni Mariane.

La Madre Lodovica in India.

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ALLA MADRE GENERALEFONDATRICE DELL’ORDINEDELLE SUORE OBLATE DELCUORE IMMACOLATO DI MARIA,“SUOR LODOVICA”

Ho grande Madre dagli occhi di cielobaciata dallo Spirito Santo.Un grande compito, ti fu affidatoFondando l’Ordine delle Suore Oblate delCuore Immacolato di MariaCon i suoi Istituti.La luce dei tuoi azzurri occhi,si è unita alla luce con il Signore,la festa degli Angeli nell’accoglierti,per portarti a DIO, il tuo grande Amore,per LUI e per le suore che tanto hai amato,ti ha reso grande nel suo Creato.Oggi piangiamo, tu! Non sei più qui,ma! L’Amore a DIO premierà il tuo operato.

Liana Botticelli

La Madre nutriva una forte preoccupazione perla sorte dei paesi sotto la dittatura del comunismo,in quanto la Madonna aveva parlato del dilagarsidegli errori e le sofferenza che il regime avrebbeinflitto a loro e alla Chiesa. Per questo ospitò tantiprofughi da paesi sotto la dittatura comunista e sipreoccupava della loro sorte.

Fu esemplare nell’osservanza della regola. Almattino arrivava in cappella quasi sempre primadelle Suore giovani. Partecipò alla vita comunitariafino a quando fu colpita dall’ischemia la mattinadella festa dell’esaltazione della Croce, 14 settem-bre. Venne portata d’urgenza al pronto soccorso alPoliclinico Gemelli, ove venne diagnosticata l’i-schemia della gola che le tolse la parola ma rimaselucida fino alla fine. Visse con spirito di fede esacrificio la malattia con tutte le sue conseguenzeprima in ospedale. Quando era poi chiaro che nonavrebbe superata la malattia, le sue figlie chieserodi poter riportarla in convento, nella comunità diRoma, ove fu assistita giorno e notte fino all’albadel 20 ottobre giorno in cui varcò le soglie dell’e-

ternità, ed entrò alle nozze eterne col Cristo Re eSignore delle vergini fedeli. Il suo ricordo rimarrà indelebile nel cuore delle

Sue figlie e di coloro che l’hanno conosciuta.

Settimo Torinese. La Madre con le sorelle in preghiera.

Incontro con Madre Teresa di Calcutta e il Vescovo PaoloMaria Hnilica. A sinistra i seminaristi Antonio, Giorgio eLino.

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adorazioneriparatrice

Santorosariomeditato

Consacrazioneal Cuoreimmacolatodi Maria

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«in certi giorni, in cui la vita è un peso,in certe strette di cuore, in certe angustiedi spirito, diamo un’occhiata in uno slan-cio di fede a quella Patria, e ripetiamo anoi stessi: quel luogo, quella reggia, quelcielo è per me!».

San Giuseppe Cafasso

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