IL TRIAGE IN RIABILITAZIONE RESPIRATORIA · TRIAGE Primo Soccorso Coma
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Anno XXII n. 90
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Carissimi amici
Il presepe di Teresa
Il Natale di S. Francesco
e S. Chiara
Beati quelli che piangono...
Una icona per la nostra famiglia
Maria tabernacolo eucaristico
Loreto: la conferma di un “si”
Testimonianze
Arte e Poesia
La tua visita, o Mamma,
ci riempie di gioia
Un altare per Teresa
E la storia continua...
Storia in versi
Notizie dalle nostre case
Si affidano a Teresa
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Carissimi amici Abbiamo realizzato la 3° edizione del calendario: il tempo non è solo mero susseguirsi di stagioni. A noi interessa la stagione dell'anima, dello spirito. Il tempo senza Dio è vuoto. Occorre saper svuotare se stessi di cose inutili, riempirsi di “cose celesti”. Dobbiamo nella quotidianità trovare la “misura alta” del tempo per santificarci sulle orme della Serva di Dio Teresa Manganiello e di P. Lodovico Acernese. Il 2007 resta per tutti noi anno altamente significativo: il 26 ottobre il Congresso dei teologi ha riconosciuto le virtù eroiche e quella fama di santità di Teresa, già “proclamata da un intero popolo”.
MM agnificatagnificat
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ggi molti scoprono che il Natale è strappato loro di ma-
no. Vivere il Natale è essere consapevoli del significato
vero della festa: essere testimoni di Speranza. Natale è
occasione per riaccendere la speranza. Gesù: luce ve-
ra, mistero della povertà, autentica e unica ricchezza. Il presepe è luo-
go dove una Donna dà alla vita un figlio. Oggi avvenimento sempre
più raro e spesso appartenente agli ospedali. Ci sono famiglie che in
occasione del Natale mettono in “mostra presepi”, vantano il “pre-
confezionato”con pastori, che elettricamente e meccanicamente si
muovono per stradine sapientemente infarinate e Re magi vestiti
con abiti splendidi e ricamati.
Ci sono presepi con materiali di plastica e angeli svolazzanti di me-
tallo o di terracotta. I pastori del presepe di Teresa erano fatti con le
proprie mani, “con le spoglie di granoturco”, evocavano il vissuto.
Concretamente la Serva di Dio aveva dato “soccorso” ai pastori, che
sostavano dinanzi alla sua casa. Teresa “fa” col permesso dei genitori
la carità “al garzone pecoraio”. La Maestra contadina sa cosa significa
accudire il gregge, sorvegliare e impedire il fenomeno della pecorella
smarrita. Teresa conosce la fatica umana. Sa che il pastore ricerca pa-
scoli, acqua, sa la lontananza di quest'ultimo dalla sua abitazione, sa
dei pastori che si adattano al cibo semplice, a condizioni atmosferi-
che dure. Teresa non evita infatti a offrire loro alloggio e un recinto di
sicurezza. Teresa è carità dinanzi a questa gente, che si protegge con
un pesante mantello, che usa il bastone per controllare il movimento
Fausto Baldassarre
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degli animali e suona flauti di giunco per placare le greggi. Teresa sa
che le pecore senza pastore sono quelle che hanno smarrito la strada
del Signore. E' Dio che protegge il gregge indifeso.
Per Teresa “il presepe continua il suo viaggio sotto le stelle, resta
nei cuori la poesia dell'incanto”.
Oggi che viviamo nel piatto e a volte ostile multiculturalismo, si
tende a cancellare il simbolo e anche il presepe si svuota del divino:
nello scenario moderno si aprono solo sipari di egoismo. Non incon-
MM agnificatagnificat
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triamo più pastori veri con gli agnellini sulle spalle, ma “lupi avidi di
denaro”, gente “per bene” che ha smarrito quell'unico vero bene,
quel sentiero che porta al Mistero dell'Incarnazione.
Per la nostra irpina “fare” il presepe significa esaltare non la pro-
pria opera, ma l'Opera di Dio. Tutto nella rappresentazione della nati-
vità di Gesù doveva essere vero in carne ed ossa. Il cristianesimo per
Teresa non è un fatto di cartapesta. Occorre umiliarsi dinanzi
all'infinita umiltà di Dio. Teresa sull'esempio di S. Francesco e dei su-
oi figli spirituali rivive questa antica e pia usanza, mentre nella sua
epoca ottocentesca le famiglie nobili di Montefusco possedevano nei
loro palazzi il presepe già costruito, sontuoso nelle sue vesti. Spesso
gli aristocratici locali facevano a gara nell'evidenziare l'arte ricercata,
preziosa, dove i particolari venivano curati minuziosamente. Erano
presepi intagliati in legno e dipinti, che avevano per modello quello
napoletano. Ma chi insegnava, con quale spirito ad accostarsi al Mi-
stero del Bambino di Betlemme? Teresa riviveva “quel tepore di una
MM
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notte stellata, nella quale i frutti della terra e gli animali assurgono al
rango di cose intime all'uomo, che accarezza i suoi figli come i cuc-
cioli del cane o gli agnelli delle pecore-madri…
Il presepe è ebbro di antichi silenzi nei deserti orientali, dove mor-
bidi cammelli ricordano l'incedere faticoso di uomini e donne in cer-
ca di una grotta… il presepe , è fioca luce che si anima in una casetta
di cartone dipinta di rosso, quasi il palpito di una umanità ansimante
nel cuore della notte…”. Il presepe è la vita di chi “ha la capacità di
percepire il vagito di un bambino che “scende dalle stelle e viene in
una grotta al freddo e al gelo”. La Serva di Dio ha percepito il “vagi-
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esaIl presepe di Teresa dell’artista Aldo Melillo
MM agnificatagnificat
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to” e vissuta la Buona Novella. Teresa non si lascia inquinare dal mero
estetismo. Teresa vive di quella luce divina scoperta nella grotta di ca-
sa sua, dove era solita fare penitenze. Teresa vive di quella luce che
dura, che illumina e dà senso. A Teresa non interessano le luci
dell'albero artefatto, che inviano rapidi raggi di intermittenze, che
non danno né calore, né colore. La Ispiratrice delle Suore Francesca-
ne Immacolatine, come recita una poesia di P. Lodovico Acernese, sa
afferrare la “novità” del Natale:
“Tutto è silenzio e tenebre;
Tace la terra e dorme,
E in umile Presepio,
A vagheggiar le forme
Un Veglio e una Vergine
Stanno del Redentore.
Quanto se' grande, o Pargolo,
Speme, dolcezza e vita
De le alme inconsolabili;
La Tua Persona addita,
Di nova vita e grazie
Il florido sentier!”
“Il sacro Parto”, versi del
Rev.do P. Lodovico Acernese vol I, p. 46
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Dobbiamo anche noi essere consapevoli di questa nuova segnale-
tica che ha sconvolto le facili e comode corsie del mondo. Non basta
solo la gioia di un raffinato pranzo, né di un regalo. Come Teresa oc-
corre sempre, quotidianamente essere “letizia”, conservare in se stes-
si il brillio di quella luce della notte oscura di Bettlemme e far ri-
splendere quella luce oggi, per far uscire dalle tenebre chi vive nel
non senso.
Occorre come Teresa comprendere che il Dio infinito si fa picco-
lo, il Dio Onnipotente si fa debole per noi. Teresa parla ancora oggi,
sta con noi, ci dice che solo insieme si fa festa. Festa è stare insieme:
“stare con l'altro nella gratuità, stare con chi è ferito nell'anima o ma-
lato nel corpo”.
Teresa sa che Gesù è in mezzo agli uomini, che ci passa accanto e
parla quel semplice linguaggio dei semplici: quello dell'amore.
Con Francesco e Teresa resta così alto il valore pedagogico di quel
presepe tramandato attraverso i secoli: “la novità e originalità
dell'ideazione sanfrancescana fu quella di inventare un presepe euca-
ristico” (Cesario Van Hulst).
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Il Natale è dunque rinascita della luce nel cuore dell'inverno,
graduale affermarsi del sole sulle tenebre.
MM agnificatagnificat
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olto probabilmente è San Francesco d'Assisi ad in-
trodurre nel nostro paese e nella cristianità in gene-
rale, l'uso di rievocare l'evento della Natività del Si-
gnore. Le fonti francescane ci aiutano a compren-
dere come questo avviene e ci fanno capire con quali sentimenti e
per quali motivazioni spirituali il Santo vuole riproporre a se stesso
ed ai fedeli la nascita del Redentore.
Riportiamo di seguito la rievocazione del Natale realizzata da San
Francesco, desideroso di rivivere il Natale del Signore e di riflettere
sulla sua incarnazione, secondo le parole di San Bonaventura, dotto-
re della Chiesa e suo insigne biografo: “Tre anni prima della sua mor-
te, decise di celebrare vicino al paese di Greccio, il ricordo della nati-
vità del bambino Gesù, con la maggior solennità possibile, per rinfo-
colarne la devozione. Ma, perché ciò non venisse ascritto a desiderio
di novità, chiese ed ottenne prima il permesso del sommo Pontefice.
Fece preparare una stalla, vi fece portare del fieno e fece condurre
sul luogo un bove ed un asino. Si adunano i frati, accorre la popola-
zione; il bosco risuona di voci e quella venerabile notte diventa
splendente di innumerevoli luci, solenne e sonora di laudi armonio-
se. L'uomo di Dio stava davanti alla mangiatoia, ricolmo di pietà, co-
sparso di lacrime, traboccante di gioia. Il santo sacrificio viene cele-
brato sopra la mangiatoia e Francesco, levita di Cristo, canta il santo
Vangelo. Predica al popolo e parla della nascita del re povero e nel no-
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Il Natale di San Francesco e Santa Chiara
P. Raffaele Di Muro OFMConv
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minarlo, lo chiama, per tenerezza d'amore, il «bimbo di Bethlehem».
Un cavaliere, virtuoso e sincero, che aveva lasciato la milizia secola-
resca e si era legato di grande familiarità all'uomo di Dio, il signor
Giovanni di Greccio, affermò di aver veduto, dentro la mangiatoia,
un bellissimo fanciullino addormentato, che il beato Francesco,
stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno.
Questa visione del devoto cavaliere è resa credibile dalla santità
del testimone, ma viene comprovata anche dalla verità che essa indi-
ca e confermata dai miracoli da cui fu accompagnata. Infatti
l'esempio di Francesco, riproposto al mondo, ha ottenuto l'effetto di
ridestare la fede di Cristo nei cuori intorpiditi; e il fieno della man-
giatoia, conservato dalla gente, aveva il potere di risanare le bestie
ammalate e di scacciare varie altre malattie.
Così Dio glorifica in tutto il suo servo e mostra l'efficacia della
santa orazione con l'eloquenza probante dei miracoli” (Dalla Leg-
genda Maggiore di San Bonaventura, X, 7; FF 1186).
Dal brano appena citato, a partire dall'esempio di San Francesco,
emergono delle considerazioni importanti che possono illuminare il
MM agnificatagnificat
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nostro vissuto spirituale ai fini di una migliore preparazione al Nata-
le. Anzitutto il Santo intende rievocare la Natività per ravvivare la
sua fede e per approfondire il mistero dell'Incarnazione. La sua gioia
è visibile, addirittura traboccante, perché è colpito dal fatto che
l'Altissimo si è fatto povero ed umile per la salvezza dell'umanità.
Egli desidera, a sua volta, donare la propria vita al Signore ed ai fra-
telli imitando il suo stile ed il suo modo di amare.
E' significativo, inoltre, segnalare la valenza comunitaria del ri-
cordo nella nascita di Gesù: Francesco coinvolge la comunità dei fra-
ti e la gente di Greccio in questo singolare memoriale. Il momento
centrale di questo ricordo è rappresentato dalla celebrazione
dell'Eucarestia: la partecipazione alla liturgia della Chiesa ha un valo-
re importantissimo per l'Assisiate perché in essa, fonte di grazia inso-
stituibile, si ripercorrono e si rivivono i misteri di Cristo. Anche Chia-
ra d'Assisi dimostra di essere molto legata alla liturgia del Natale, al
punto che, il Signore le dona miracolosamente di vivere le celebra-
zioni natalizie della Basilica di San Francesco alle quali non può par-
tecipare perché inferma.
Questo episodio è così raccontato dal suo biografo: “In quell'ora
del Natale, quando il mondo giubila con gli angeli per il Bambino ap-
pena nato, tutte le Donne si avviano per il Mattutino al luogo della
preghiera, lasciando sola la Madre gravata dalle infermità. E, avendo
cominciato a pensare a Gesù piccolino e a dolersi molto di non poter
partecipare al canto delle sue lodi, sospirando gli dice: “Signore
Iddio, eccomi lasciata qui sola per Te!”. Ed ecco, all'improvviso, co-
minciò a risuonare alle sue orecchie il meraviglioso concerto che si fa-
ceva nella chiesa di San Francesco. Udiva i frati salmeggiare nel giu-
bilo, seguiva le armonie dei cantori, percepiva perfino il suono degli
strumenti. Il luogo non era affatto così vicino da consentire umana-
mente la percezione di quei suoni: o quella celebrazione solenne fu
resa divinamente sonora fino a raggiungerla, oppure il suo udito fu
rafforzato oltre ogni umana possibilità. Anzi, cosa che supera questo
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prodigio di udito, ella fu degna di vedere perfino il presepio del Si-
gnore” (Dalla Leggenda di Santa Chiara vergine, 29; FF 3211-3212).
In sostanza i due Santi di Assisi ci invitano a vivere il Natale con il pre-
sepe negli occhi e nel cuore, il che vuol dire che questa ricorrenza
non deve essere solo un mero fatto consumistico, ma un meditare
sul significato dell'Incarnazione e della Natività per rinvigorire il no-
stro vissuto spirituale. E' bello, inoltre, non viverlo in modo intimi-
stico, ma in comunione con tutta la Chiesa: tutti insieme questo è
proprio il significato dell'Avvento - attendiamo la venuta definitiva
di Cristo, nel ricordo della sua prima venuta. E' importante riscopri-
re il valore delle celebrazioni liturgiche: esse sono il memoriale dei
misteri di Gesù e ci aiutano ad approfondirli e contemplarli. Festeg-
giare il Natale deve avere delle ripercussioni pratiche nella nostra spi-
ritualità che partano dall'approfondimento della nostra fede, dalla
preghiera e dallo sguardo contemplativo sul Signore Gesù e sul amo-
re per l'umanità: San Francesco e Santa Chiara ci aiutano a farlo. Ci
lasceremo coinvolgere dal loro esempio ?
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Beati quelli che piangono perché saranno consolati
a beatitudine è premio, e come tale suppone la pro-
va; perciò prima di raggiungerla nel Cielo eterna-
mente, noi subiamo la breve e passeggera angustia
della vita presente; quest'angustia tende ad adde-
strarci alla ricerca di Dio e al compimento della sua volontà: la beati-
tudine in esame rientra a pieno titolo in tale definizione, ed è al tem-
po stesso la verità che al mondo appare più paradossale e la cui forza
sublime è la più difficile da comprendere.
Beati sono quelli che piangono sul cuore di Dio, deponendo
nell'oceano della sua misericordia le proprie colpe. Beati sono quelli
che piangono umiliandosi innanzi a Dio, quando sono avvolti dalla
sua grandezza, e misurano nella sua luce la propria nullità. Quindi, il
semplice fatto di essere privato in terra di gioia e di conforto non
comporta un risarcimento di beatitudine in cielo, se la sofferenza e i
dolori non sono accettati umilmente in piena sottomissione al divino
volere. Beati sono quelli che piangono perché anime immolate nel
dolore ed elette come vittime d'amore per le grandi opere di Dio:
una tale sofferenza eleva l'anima alle supreme consolazioni celesti.
In questa beatitudine sono inclusi anche quelli che per amore del Re-
gno dei cieli si assoggettano a volontarie sofferenze e mortificazioni,
oppure si affliggono sinceramente per la potenza del peccato proprio
e dell'umanità che allontana da Dio e annienta l'ideale di santità, a
LSuor Giuseppina Bozzuto sfi
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MM
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cui si è chiamati.
Tutti costoro sono beati
perché saranno consolati
soprattutto nella vita eter-
na, il cui premio non è para-
gonabile alla brevità del
tempo che viviamo su que-
sta terra per quanto possa
essere lungo. Pensiamo
all'eterna ricompensa e alla
ricchezza di ogni sia pur pic-
colo dolore e riconosciamo
che veramente è beato chi
soffre. Se siamo toccati dal
dolore chiediamo al Signo-
re la grazia di saperlo rin-
graziare per non lasciarci
sfuggire questi tesori di
eterna felicità. Anche Ge-
sù ha pianto: per Lazzaro,
per Gerusalemme, per la
durezza del cuore umano.
La Chiesa celebra la
messa Per chiedere il dono
delle lacrime perché pos-
siamo trarre dalla durezza
del nostro cuore lacrime di
compunzione, piangere i
nostri peccati e meritare di
ricevere, dalla misericor-
dia di Dio, il perdono.
14
MM agnificat
Una iconaper la nostra famiglia
Nicola Mastroserio
elle diverse epoche della nostra storia non sono
mancati ricorrenti attacchi all'istituto familiare da
culture illuministe e liberali attacchi inizialmente
sferrati per trasformare la famiglia da naturale a
contrattuale sempre rescindibile. Inoltre il pensiero socialista di-
screditò la menzionata istituzione come un prodotto della società
borghese voluta per assicurare alla discendenza la proprietà privata.
Ma il colpo di grazia - come giustamente è stato osservato da Maria-
pia Bonanate - le è venuto dal movimento sessantottino della secon-
da metà del secolo scorso, che con radicali ribellioni e contestazioni
è riuscito a trivellare dall'interno la sicurezza e l'equilibrio
dell'istituto familiare, incoraggiando il libero approccio extraconiu-
gale, giustificando la precarietà della fedeltà delle coppie ed orien-
tando verso la libertà di considerare la procreazione un possibile e
semplice incidente.
E' una situazione culturale che ha recentemente costretto gli or-
ganizzatori dell' “INCONTRO MONDIALE DI VALENCIA
SULLA FAMIGLIA” del luglio 2006, a cui partecipò anche Bene-
detto XVI, ad affermare che oggi ”la famiglia soffre uno dei momen-
ti più tristi della sua storia”.
E' una situazione questa senza dubbio favorita anche dalla trascu-
ratezza da parte dei giovani nel formarsi ad una autentica e vissuta
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MM agnificat
mentalità cristiana e dal parallelo dilagare di un pensiero scristianiz-
zato, divenuto cultura dominante.
L'aria mefitica respirata è divenuta così quella di un soggettivismo
e di un relativismo che esasperano e spingono a idolatrare l'effimero,
effimero che diventa parametro di giudizio e incoraggia a svincolarsi
da ogni legame col passato e da ogni impegno definitivo per il futuro.
Viene promosso un agire motivato in modo quasi esclusivo dal pia-
cere e dall'egoismo, con conseguenze di una diffusa banalizzazione
del sesso. Giovanni Paolo II ha denunciato questi fenomeni che ven-
gono ad erodere dalle fondamenta il fedele e perseverante dono di sé
proprio dell'amore autentico. Purtroppo il messaggio del Papa subi-
sce da attacchi il più
delle volte volgari astu-
tamente mascherati
da buonismo o dall'ali-
bi della libertà dovuta
all'arte, attacchi che
vengono sferrati con-
tro la famiglia per mez-
zo dei soliti mass-
media. Vario è poi il lo-
ro modo di manife-
starsi.
Potrà essere come
il 19.10.2002 ebbe a ri-
levare il Pontificio
Consiglio per la fami-
glia - il crescente mi-
sconoscimento della
bellezza anche umana
della coppia autentica
e della ricchezza posi-
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tiva derivante dalle differenze e dalla complementarietà proprie
dell'uomo e della donna.
Oppure lo sminuire la rilevanza dell'istituto familiare e il ridico-
lizzare la fertilità, la reciproca fedeltà degli sposi e la loro perseveran-
te unione fino alla morte, come sottolineò Benedetto XVI nel giugno
del 2006.
Ma c'è anche chi cerca di evidenziare puntigliosamente e con mae-
stria satanica i fatti negativi che si verificano anche in famiglia, per
farla avvertire dalle masse come una sorgente di mali, che spinge a
far considerare il matrimonio una scelta “borghesuccia” e chi con
mordace ironia presenta la vita familiare come monotona, se non pro-
prio repellente.
Questa barbarica invasione culturale contribuisce all'attuale calo
dei matrimoni e delle nascite, al loro procrastinarsi nel tempo, al mol-
tiplicarsi dei divorzi, alla scelta delle unioni libere, nonché il diffon-
dersi del riconoscimento giuridico, da parte degli Stati, di molteplici
forme di famiglia che creano solo confusioni culturali a scapito
dell'autentica famiglia naturale.
18
MM agnificatagnificat
aria, giovane donna della stirpe di Davide, vive i
suoi giorni felice con i genitori Gioacchino ed
Anna nella casa-grotta di Nazareth. E' promessa
sposa a Giuseppe, giovane falegname della stessa
famiglia, che aspetta con ansia il giorno del matrimonio.
Nonostante sia di stirpe regale è povera di beni, possiede appena il ne-
cessario per vivere. La sua fiducia è tutta riposta in Dio che non ab-
bandona il povero ed il misero. E' assidua alla preghiera comune e
non manca agli incontri nella sinagoga dove riceve la consolazione dal-
la Parola di Dio.
E' cresciuta con la certezza nel cuore che Dio mantiene sempre le
sue promesse per cui la confidenza in Lui è totale. Jahwè è nella sua
mente e nel suo cuore ed Ella lo glorifica per le meraviglie operate
nel suo popolo. Aspetta il Messia e forse, come tante altre giovani
donne d'Israele, cova la speranza di essere scelta come sua madre.
I giorni trascorrono sereni nella ordinarietà delle faccende sempre
uguali: andare al pozzo ad attingere l'acqua, preparare il pane, rigo-
vernare la casa, accogliere le persone, visitare i malati, tessere e cuci-
re i vestiti, gioire per le piccole cose, partecipare al dolore, preparare
il corredo ed aiutare gli anziani.
Ma ecco che un giorno dalla finestra della sua grotta, mentre è as-
sorta in Dio, entra una luce splendente che si materializza nell'Ar-
Maria: tabernacolo eucaristico
di P. Domenico Tirone
M
19
MMcangelo Gabriele,
che le si inchina di-
cendo: ”Ti saluto,
o piena di grazia, il
Signore è con te”.
Si turba la Vergine
e cerca di capire,
ma l'Arcangelo di-
ce: “Non temere,
Maria, perché hai
trovato grazia pres-
so Dio. Ecco con-
cepirai un figlio, lo
darai alla luce e lo
chiamerai Gesù”.
“Ma io non cono-
sco uomo”, ri-
sponde Maria, ma Lui assicura: “Lo Spirito Santo scenderà su di te,
su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che na-
scerà sarà santo e chiamato Figlio di Dio”. Dopo queste parole Maria
non ha più dubbi e decide: ”Eccomi sono la serva del Signore, avven-
ga di me quello che hai detto”.
Nel seno di Maria germoglia un Bambino, nasce nella sua carne e
nel suo sangue. E' il Messia: Gesù Cristo figlio di Dio. Nel suo seno si
annida sicuro per crescere come tutti i bambini. Passano i giorni e
sempre più si fa sentire. Attraverso la madre inizia a scoprire il mon-
do e gioisce ai palpiti d'amore e alle parole dolci. Ben presto Maria
scopre che questo Bambino è diverso. La sua presenza dona sicurez-
za, i momenti difficili si appianano, Dio sembra più vicino, la stessa
natura sembra gioire. Maria sente di essere veramente piena di Dio
ed il suo cuore ne è il tabernacolo. Nonostante la santificazione di
Giovanni Battista nell'incontro con S. Elisabetta, Maria però non co-
Mar
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MM agnificatagnificat
glie ancora pienamente il mistero che sta avvenendo in Lei.
Poi un giorno quel suo Bambino, divenuto adulto, dice: “Io sono il
pane di vita disceso dal cielo… Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue… vivrà in me ed io in lui”.
Nel Cenacolo Maria ascolta le parole: “Questo è il mio corpo…
Questo è il mio sangue”. Mangia e beve di quel pane e di quel vino e
si accorge che è ritornato in Lei quel suo Figlio come quando era Bam-
bino e ne riassapora tutta la presenza. Neanche la passione e la morte
la separano più da Lui, perché, dopo la comunione del Cenacolo, con-
tinua spiritualmente a vivere in Lei.
Maria è il primo ed il più vero tabernacolo del corpo e del sangue
di Cristo, ma è donato ai credenti che Lo ricevono alla comunione.
2121
MM
La notte
di Betlemme
insegna che
solo l’Amore
che si fa dono
può trasformare
la faccia
del nostro pianeta,
volgendo
menti e cuori
a pensieri di pace.
La notte
di Betlemme
insegna che
solo l’Amore
che si fa dono
può trasformare
la faccia
del nostro pianeta,
volgendo
menti e cuori
a pensieri di pace.
MM agnificat
22
uando senti in cuore qualcosa di bello, di grande,
aspetti con ansia e con gioia, inviti, incontri e poi se
arriva un sms ancora meglio. E' quanto è successo a
me: un invito via sms : Agorà dei giovani a Loreto . Ho
subito detto il mio no perché inizialmente avevo un al-
tro impegno ma poi il Signore cambia e trasforma tutti i tuoi progetti
e infatti mi ha dato la gioia di salire su quel pullman diretto proprio a
Loreto. Eravamo un gruppo vario.
Ad accompagnare noi giovani c'erano i frati cappuccini ,suor Per-
severancia e suor M.Teresa, due suore francescane immacolatine che
si occupano della pastorale giovanile e vocazionale .Prima
dell'incontro con il Papa , nei giorni di preparazione, abbiamo avuto
la gioia di incontrare il ministro generale dei Cappuccini P. Mauro
Johri, che per noi ha presieduto la celebrazione eucaristica.
Avevo già partecipato a diverse GMG ma a Loreto ho respirato al-
tra aria. E' stata la Madonna ad accoglierci nella sua casa .Ci siamo ri-
trovati tutti lì in quella spianata a contemplare il cielo stellato e pen-
savo a quanto erano preziosi tutti quei fratelli che stavo incontrando.
In realtà non abbiamo avuto il tempo di dirci troppe cose, ma dallo
sguardo, dalla preghiera di ognuno scorgevo l'amore per Gesù e per
Maria e questo mi bastava. Mi sono stupita tanto. C’erano momenti
che calava silenzio, pace nel cuore... il cuore era in ascolto. Quando il
Santo Padre è arrivato ci ha incoraggiato chiedendo per noi il dono
Loreto:
la conferma di un “si”
Chiara Pagano
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di una vita piena , una vita vera . “Niente è impossibile per chi si fida
di Dio e si affida a Dio. Guardate alla giovane Maria”.
Così ha esordito il papa: in quell'istante è partito il nostro applau-
so interminabile. Ci siamo sentiti una vera grande famiglia e in quei
giorni abbiamo imparato ad amare, soffrire, pregare e... Abbiamo
pensato alla giovinezza , all'essere giovani “dal cuore grande” che si la-
sciano interpellare dalla novità di Gesù e trasformare dall' umiltà di
Maria. A me sembrava di sognare ad occhi aperti .Ho trascorso qual-
che ora in adorazione all'aperto dopo la veglia e ho chiesto al Signo-
re la forza e il coraggio di vivere in pienezza. Son tornata a casa carica
di meraviglie. L'Agorà era terminata ma io continuavo a sognare.
Dopo Loreto mi son messa alla scuola di Maria per dire il si della
mia vita. Dall'Agorà alla realizzazione del progetto di vita . Ho inizia-
to a sognare “cose grandi”.
Da un mese circa condivido la gioia di vivere in comunità tra le su-
ore francescane immacolatine. Posso dire che l'incontro di Loreto ha
confermato la mia decisione di sequela del Cristo povero ,obbedien-
te e casto.
MM agnificat
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Posso dire che ho capito ed ho trovato quello che cercavo: Dio.
L'aver ritrovato Dio ha colmato tutte le mie carenze di solitudine che ho
sempre avuto e ora posso dire che non sono più sola. Non ho più bisogno di
stare necessariamente in compagnia di qualcuno. Non ne sento più la ne-
cessità. Non vado più in cerca di qualcuno. Con tanto di presunzione posso
dire di sentirmi quasi autosufficiente. Razionalmente lo so che non è pos-
sibile, l'uomo è un essere che deve necessariamente vivere in società. Ma
Dio è riuscito a colmare le lacune della solitudine, mi basta semplicemente
affidarmi nelle sue mani, che io dica Signore sia fatta la Tua volontà.
Affidarmi a Dio mi rende tranquilla e sicura; anche di fronte al pericolo
non ho paura. La presenza di Dio la sento sempre vicino a me. Sto riuscen-
do a fare cose che in vita mia non avevo mai fatto e che non avevo neanche
idea di come si facessero. C'è una sicurezza ed una tranquillità in me che
mai avevo avuto e tutte le cose che faccio e dico non sono forza mia. Sono
forza di Dio. Io vivo insieme a Dio e tutte le mie buone azioni sono compiu-
te insieme a lui.
Quante volte capisco che dico delle cose agli altri che sono state formu-
late dalle mie labbra, ma che non possono essere mio frutto. Sento proprio
che é Dio a farmele dire, soprattutto a miscredenti che sono lontani da Lui
e che lo calunniano, lo disprezzano, lo maledicono. Sono cose che io riesco
a dire con tanta tranquillità-calma, sicurezza anche di fronte ad ostacoli e
perplessità che mi vengono poste proprio per stuzzicarmi. Come è possibi-
le che io, che sono così aggressiva ed irruenta, possa mantenermi calma e
tranquilla di fronte a persone che contestano il mio Dio? In quei momenti
Dio è in me e parla attraverso le mie labbra. Questa cosa Signore io la sento
proprio in me, se così non fosse fammelo capire non voglio peccare di pre-
sunzione, tanto meno di eresia lo sento proprio che stiamo vivendo insieme
in un rapporto estremamente intimo Signore ti amo sempre di un amore in-
finito e non mi stancherò mai di dirtelo.
Testimonianze
Rita Mariani
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MM
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Accogliere l'invito delle Suore Francescane Immaco-
latine a raccontare la mia esperienza è stata, per me, occa-
sione per ripercorrere a ritroso il cammino compiuto fin
qui e, riflettendo, una considerazione mi colpiva in parti-
colare: il fatto, cioè, che Gesù ci è così vicino da manife-
starsi nella banalità del quotidiano che, per questo stesso
fatto, diventa straordinario.
Nel mio caso, Gesù si è rivelato nel volto di una suora
immobilizzata in un letto d'ospedale, incapace di parlare:
nulla di insolito per chi, come me, facendo la fisiote-
rapista, è abituato a trattare certo tipo di malato.
Ma capita che quel volto, all'improvviso, si animi e
che quegli occhi, attraverso i tuoi, ti raggiungano il cuore;
e che quella mano che ti accarezza teneramente il viso, ti
tocchi profondamente l'anima; e che quello stupore e
quel sorriso luminoso ti raccontino, in un istante, la
grandezza del tuo cuore e lo splendore della tua anima,
quanto è immenso l'uno e quanto infinita è l'altra, tanto
che Gesù li ha eletti quale luogo per incontrarti.
Pochi minuti o forse un attimo e tu non hai più pace:
ti dici che quella non sei tu e, come in sequenza ,rivedi
tutto quello che in passato hai combinato per svilire
questa tua anima ed inaridire questo tuo cuore. Eppure ti
devi convincere che Gesù sta bussando alla porta del tuo
cuore proprio attraverso l'impotenza di questa suora,
assieme a Lui, “inchiodata alla croce!*”
Naturalmente non ho ancora trovato pace: tuttavia
ho guadagnato in Madre Mariagiovanna un'amica, una
sorella, una “madre spirituale” e, grazie alle sue conso-
relle, alla loro preziosa amicizia e al loro generoso
esempio, ho ritrovato il gusto, la consolazione e la forza
della preghiera; ho scoperto la protezione e il conforto
dell'abbraccio materno della Santa Vergine e intrapreso
un lento e faticoso cammino di conversione.
Giudicate voi se è poco!Rita
*Cfr. Magnificat delle SFI n.84, Agosto 2006, Relazione della Vicaria Generale
MM agnificatagnificat
Arte e PoesiaNella pienezza dei tempi,Nella pienezza dei tempi,sulle ali del vento,sulle ali del vento,la Parola di Dio venne del mondo,la Parola di Dio venne del mondo,per sradicare il Male,per sradicare il Male,e piantare l'Amore.e piantare l'Amore.
Ma l'uomo non volle,Ma l'uomo non volle,rifiutò il dono!rifiutò il dono!E il suo cuore divenneE il suo cuore divenneIl trono del male!Il trono del male!
Giovanni Volpe in “Poesie inedite”Giovanni Volpe in “Poesie inedite”
2626
Art
e e
Poe
sia
Art
e e
Poe
sia
Nel mondo c'è tripudio, c'è chiasso e baccanale, si spende senza limiti dicendo che è Natale.
C'è aria consumistica e voglia di piacere,non c'è nessuna remora al libero volere.
In chiesa c'è l'annunzio che è nato il Salvatoree nelle strade brillano le luci di colore.
Ma ancora nella Vergine il Bimbo non soggiornae come un dì a rinascere davvero non ritorna.
In una data storica Il Verbo si è incarnato, avvolto in panni poveri la Madre ce l'ha dato.
Nel mondo c'è tripudio, c'è chiasso e baccanale, si spende senza limiti dicendo che è Natale.
C'è aria consumistica e voglia di piacere,non c'è nessuna remora al libero volere.
In chiesa c'è l'annunzio che è nato il Salvatoree nelle strade brillano le luci di colore.
Ma ancora nella Vergine il Bimbo non soggiornae come un dì a rinascere davvero non ritorna.
In una data storica Il Verbo si è incarnato, avvolto in panni poveri la Madre ce l'ha dato.
Allor convien cercarlo col senno e con la mano, cercarlo in ogni angolo qui nel tessuto umano.
E' pellegrino incognito: ha fame, è sitibondoe visto come estraneo sulle strade del mondo.
Ma a chi !'accoglie in animo produce un gaudio veroe in questo umano intimo rinasce per davvero.
Come ognun avvedesi Natale è novità,sarà Natal se germina la nuova umanità.
Allor convien cercarlo col senno e con la mano, cercarlo in ogni angolo qui nel tessuto umano.
E' pellegrino incognito: ha fame, è sitibondoe visto come estraneo sulle strade del mondo.
Ma a chi !'accoglie in animo produce un gaudio veroe in questo umano intimo rinasce per davvero.
Come ognun avvedesi Natale è novità,sarà Natal se germina la nuova umanità.
P. Romualdo GambaleP. Romualdo Gambale
2727
MM agnificat
La tua visita,o Mamma,
ci riempie di gioia.
el mese di ottobre con grande esultanza spiritua-
le le Suore Francescane Immacolatine, insieme
alla comunità parrocchiale di Pietradefusi, han-
no accolto la bellissima immagine della Ver-
gine Maria di Fatima che, pellegrina e missionaria instanca-
bile, percorre tutto il mondo: il suo sguardo materno è un
forte appello alla conversione. La possibilità di godere del-
la dolce presenza di Maria è stata data dall'As-
sociazione Luci sull'Est, nata per aiutare spiritual-
mente le nazioni dell'Est europeo, mediante una va-
sta diffusione gratuita di libri religiosi utili per
diffondere il messaggio della Madonna a Fati-
ma. E' stato troppo breve il tempo della
permanenza della cara Madre Celeste.
Suggestiva l'accoglienza della Ma-
donnina, che aveva già visitato la Co-
munità di Montefusco. Il sindaco di
NSuor M. Matilde Napoletano sfi
MM
5
Pietradefusi, Giulio Bel-
monte, ha consegnato alla
Vergine la chiave del Paese co-
me simbolo di affidamento.
La veglia è stata piena di fede e di
alta meditazione, si è conclusa
con una solenne S. Messa di ripa-
razione. Il giorno successivo la
venerata immagine della Vergi-
ne ha sostato nella parrocchia
dove sono accorsi i fedeli a visi-
tarla. Nel pomeriggio i bambini
del paese si sono radunati attor-
no a Maria e hannno avuto modo
di assistere ad una proiezione di
cartoni animati della Storia di Fati-
ma. In serata, la preghiera del S.
Rosario, animata dalle suore, la ce-
lebrazione dei vespri e la S. Mes-
sa. Dopo la Celebrazione Eucari-
stica si accompagna la Madon-
nina con una fiaccolata alla Ca-
sa Madre delle Suore Fran-
cescane Immacolatine. Ve-
glia Mariana. Nella Cap-
pella, di buon matti-
no, le lodi con la
comunità par-
rocchiale e la
celebrazione
Eucaristica.
Una matti-
MM agnificat
nata dedicata alle visite individuali. Mezzogiorno: la preghiera del-
l'Angelus e il S. Rosario. Nel pomeriggio alcuni bambini del catechi-
smo fanno compagnia a Maria e, sull'esempio
dei tre pastorelli di Fatima, si rivolgono a lei con
la preghiera delle Ave Maria. Prima di lasciare la
casa Madre si celebra la liturgia dei vespri e la S.
Messa. Si procede poi, con una fiaccolata, verso
la Casa S. Giuseppe, infermeria della Congrega-
zione. Qui La visita di Maria ha strappato molte
lacrime alle suore ammalate e anziane e anche al-
le suore “infermiere”, che alla Vergine santa han-
no offerto la silenziosa e preziosa sofferenza,
con simboli suggestivi quale l'incenso, la rego-
la... Anche a Casa S. Giuseppe, animata dalle su-
ore, si è svolta una veglia di preghiera, che si è
protratta per tutta la notte. Il mattino seguente,
dopo gli incontri la visita delle anime candide
dei bambini della scuola dell'infanzia P. Lodovi-
co Acernese, che festosamente hanno fatto coro-
Accoglienza della Madonnina
Saluto del Sindaco econsegna della chiave
I bimbi della Scuola Materna accolgono con canti e fiori la “Mamma Celeste”
na alla Mamma Celeste
circondandola di fiori,
canti e di affetto. Nel po-
meriggio la partenza: mo-
mento sempre nostalgi-
co e triste. Tutti i fedeli
accorsi, i bambini, i ra-
gazzi hanno salutato la
Vergine con le lacrime al
canto dell'Ave Maria, spe-
rando in un suo ritorno a
breve termine. Alcuni de-
voti e le suore hanno ac-
compagnato la Santa Ver-
gine, facendole scorta, fi-
no a Benevento nella Par-
rocchia “S. Gennaro” do-
ve sosterà per i prossimi
giorni.
MM
... come i tre pastorelli Fiaccolata
Visita alle Suore di “Casa San Giuseppe”
Partenza al canto dell’Ave Maria
MM agnificatagnificat
l 3 e il 4 Novembre: giorni particolarmente significativi
per le Suore Francescane Immacolatine, soprattutto do-
po l'approvazione della Positio Super Virtutibus riguar-
dante la vita, le virtù e la santità della serva di Dio Teresa
Manganiello. Infatti il 26 ottobre 2007 la commissione dei Censori
teologici, nominata dalla Congregazione per la causa dei santi, ha pro-
vato particolare simpatia per la figura semplice e umile della Serva di
Dio, quale “contadina Maestra di vita”.
Il postulatore della causa, Mons. Luigi Porsi, che dal 3 al 6 novem-
Suor Doriana Biasiotti sfi
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bre ha tenuto delle meditazioni alle suore riflettendo sull'esempio
di Teresa nel mondo odierno. Mons. Porsi ha presentato Teresa co-
me modello attuale di santità, che può affascinare ancora oggi per
quel suo grande amore a Dio, che si traduceva in preghiera, peniten-
za, riparazione, apostolato, carità, servizio, santità.
Teresa è Pietra Angolare per la Congregazione delle Suore Fran-
cescane Immacolatine, è Matrice Spirituale. Ma la sua santità, la sua
dinamicità spirituale, la sua concretezza apostolica, coinvolge e inte-
ressa anche i laici, i sacerdoti, i giovani, la società, la Chiesa, la cultu-
ra. Per tutti Teresa traccia orme di speranza nel cammino di una vi-
ta che vuole essere piena , compiuta e migliore insieme a Gesù e alla
Vergine Immacolata. Le suore intervenute agli incontri hanno parte-
cipato commosse ed entusiaste per i risultati raggiunti, grate al Si-
gnore per i benefici spirituali ricevuti per intercessione di Teresa.
Il 4 novembre: momento di preghiera al Sagrato Teresa Manga-
niello, la Superiora Generale, Madre Pasqualina Di Donato Savino,
33
MM agnificatagnificat
Fino a cinque palmi la neve,ed ella scalza la percorreva
come se fosse volata,fino alla Chiesa
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Il coro di Monteaperto (Av) diretto da don Lorenzo De Chiara
MM
ha acceso una lampada dinanzi all'icona della Serva di Dio, come sim-
bolo di fede e di preghiera.
Ci si è diretti poi alla chiesa di S. Egidio, Montefusco, dove si è ce-
lebrato in modo solenne il transito di Teresa. La chiesa gremita di gen-
te. A nome del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale il sig. Raf-
faele Nardone ha fatto un omaggio floreale a Teresa. Il Postulatore ha
presieduto la S. Messa ed hanno concelebrato il rev.do P. Aldo Paren-
te ofm capp. e il rev.do don P. Giovanni Noto.
Il coro di Monteaperto, guidato dal rev.do don Lorenzo De Chia-
ra, ha animato con solennità la celebrazione.
Al termine del rito religioso Mons. Luigi Porsi ha reso pubblico il
parere favorevole espresso dalla commissione dei Teologi. Ciò fa ben
sperare per il prosieguo della causa di Canonizzazione di Teresa Man-
ganiello. A questo annuncio ha fatto seguito un caloroso applauso.
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MM agnificat
11 novembre scorso la comunità! “Pace e Bene” ha
celebrato il 50° anno di presenza a S. Giovanni Ro-
tondo. Era il 7 novembre 1957 quando le Suore
Francescane Immacolatine, su insistenza di S. Pio
da Pietrencina, approdarono in questa cittadina che oggi è in pieno
sviluppo. Il Santo stimmatizzato al vederle esclamò: “finalmente!...
Rimanete e consolidatevi”. La prima casa presa in affitto si rivelò
ben presto insufficiente per le suore e per l'attività che andavano a
svolgere. Si cambiò casa a dicembre ma, racconta la cronaca: “casa
fredda… senza luce, senza gas, e anche senza denaro. Non abbiamo
cosa mangiare e le lagrime scendono… P. Pio senza sapere nulla ha
detto al P. Guardiano: portate questo panettone alle suore Immaco-
latine perché hanno fame e freddo e piangono” (Cronaca S. Giovan-
ni). A gennaio del 1958 si inaugura il laboratorio e l'asilo “Pace e Be-
Carmela Penna
L ’E la storia continua ...
36
MMne” e già dal primo giorno l'afflusso
fu enorme. Dopo molti sacrifici e
grazie all'aiuto finanziario del Mini-
stero si costruisce la casa e la scuola
per le Suore Francescane Immaco-
latine e dal 1966 funziona anche
l'orfanatrofio maschile, che accoglie
bambini provenienti da famiglie in
difficoltà. Le suore fanno da madri e sorelle a questi bimbi cercando
di creare un'atmosfera di famiglia.
Col passare degli anni l'orfanotrofio si chiude e la casa si usa per
l'accoglienza dei pellegrini. Le Suore hanno voluto ringraziare pub-
blicamente il Signore per questa casa, per le attività apostoliche svol-
te in questi 50 anni organizzando solenni celebrazioni. Dal 1° al 10
novembre si sono succeduti vari sacerdoti e frati cappuccini per la ce-
lebrazione dei Vespri e la S. Messa. Notevole la partecipazione dei
fedeli. L'11 novembre si sono concluse le celebrazioni. In mattinata
preziosa e graditissima la presenza di sua ecc. mons. Domenico
Umberto D'Ambrosio, vescovo di Manfredonia-Vieste-S. Giovanni
Rotondo. Questi nell'Omelia ha ringraziato il Signore per la presenza
delle suore a S. Giovanni Rotondo e le ha incoraggiate a realizzare al
più presto il progetto della riapertura della Scuola dell'Infanzia per
continuare l'opera educativa per cui erano state invitate da S. Pio.
Hanno concelebrato l'Eucarestia il rev. P. Leonardo Izzo, Provin-
ciale dei Cappuccini di Napoli, P. Francesco Di Leo, P. Cosimo Vice-
domini, P. Pietro Santedicola e il viceparroco don Fabio Clemente.
Indimenticabili e significativi due momenti: la inaugurazione della
mostra fotografica, che in breve narra la storia della comunità, e la be-
nedizione della statua di San Pio donata dal sig. Nicola Cipriano e po-
sta all'ingresso della scuola dell'infanzia. Nel pomeriggio altro mo-
mento significativo. P. Carlo Laborde, Guardiano del Convento S.
E l
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37
MM agnificat
Maria delle Grazie, ha
presieduto l'Eucare-
stia a cui hanno preso
parte molti fedeli e
amici delle suore.
P. Carlo ha ringraziato
il Signore ricordando
alle suore che devono
essere nel mondo te-
stimoni credibili dell'Amore del Padre ed ha sottolineato la sintonia
spirituale che esiste tra i Frati Cappuccini e le Suore Francescane
Immacolatine fondate proprio da un Cappuccino.
I giovani della GIFRA hanno animato la liturgia con bravura. Al
termine le suore hanno donato ai presenti, in ricordo di questa gior-
nata, “le compresse santificanti”, un modo simpatico, questo, per re-
galare la coroncina del S. Rosario: medicina che non ha effetti colla-
terali, anzi più se ne fa uso e più si sta bene.
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MM
San Padre Pio, ripieno d'amore travolgente
Voleva portare a Dio tutta la gente;
risanare l'uomo nel cuore
e trascinare l'umanità al Signore.
La sua cura prediletta era l'ammalato
Perciò l'ospedale al mondo ha dato
Per ridare all'uomo la speranza
Ed allietarlo nel dolore e nell'esultanza.
I bambini, poi, lo toccavano il cuore
E voleva che crescessero senza alcun dolore
L'amore a Gesù e all'educazione erano il suo pallino,
perciò chiamava suore e dottori nel suo paesino.
Fra le molte persone vocate,
anche le Suore Francescane Immacolatine furono chiamate
perché del fanciullo curassero l'educazione
e del corpo e dell'anima la formazione.
Madre Teresa Gnerre (Generale del tempo) accettò con paura
Perché non aveva né personale né cultura
Ma alle parole del Santo: “la Madonna ci pensa”,
Andò avanti senza sosta e con perseveranza. (…)
Padre Pio, gratificato dall'intenzione
Benedisse la prima pietra per la costruzione.
L'opera visse assistendo orfanelli e bambini
E dal 2000 divenne accoglienza dei pellegrini.
Nel 50° di questa bella fondazione,
ricca di esperienze, sacrifici e gratificazioni,
rendiamo lode al S. Fondatore che, per la Congregazione,
ha scelto il carisma dell'educazione.
Suor Liliana De MaioS. Giovanni Rotondo, 7 novembre 2007
Storia in versiStoria in versi
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nel 50° di fondazionenel 50° di fondazione
MM agnificatagnificat
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Casa Madre - 04 ottobre Solennità di S. Francesco.
Per la solennità del serafico padre S. Francesco, le suore, insieme
alla comunità parrocchiale, hanno vissuto la preparazione con un no-
venario di preghiera nella Cappella di “Casa Madre”. Le celebrazioni
sono state animate dal parroco rev.do don Gerardo De Corso e da al-
tri sacerdoti di parrocchie vicine, tra i quali, rev.do don Gaetano Nar-
done, parroco di Montemiletto(Av) e rev.do don Maurizio Speran-
deo, parroco di S. Giorgio del Sannio(Bn).
Notizie dalle nostre case
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Il mattino del 4 ottobre, in onore del Santo nella cappella di casa
madre, il rev.do P. Francesco Poli scim ha presieduto la celebrazione
Eucaristica per gli alunni della scuola primaria di Pietradefusi e di
Montefalcione intessendo con essi un dialogo e aiutandoli a riflette-
re sulla povertà francescana che ben distinse il poverello di Assisi;
La Processione sarebbe dovuta svolgersi domenica 6 ottobre ma,
a causa del mal tempo, è stata sostituita con un momento di Adora-
zione Eucaristica alla quale è seguita la celebrazione della S. Messa re-
sieduta del rev.do p. Davide Panella ofm.
La consorella Suor Daniela Giuseppina Del Gaudio, il 14 no-
vembre 2007, ha discusso brillantemente la tesi di Dottorato in
Teologia: “Il metodo in Ecclesiologia” conseguendo la votazione
summa cum laude. Le nostre fervide congratulazioni.
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MM agnificatagnificat
Roma
La Scuola dell'Infanzia “Maria SS. Mediatrice”, in Roma si esibi-
sce in occasione della “festa dei nonni”.
Attività didattiche.
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MMAvellino
I Bimbi della Scuola dell'Infanzia “S. Chiara d'Assisi” intenti alla
vendemmia.
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MM agnificatagnificat
Dal Brasile
Gli alunni dell'Istituto “Nostra Signora dell'Assunzione” nella
rappresentazione del Natale.
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Gli alunni della Scuola Assistenziale “Frei Lodovico”.
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Essere segno dell'Amore
Dalle Filippine
La consacrazione è l’esperienza più felice
della mia vita! Mi sono lanciata nelle braccia
del mio Sposo Gesù e mi sono abbandonata to-
talmente al progetto divino. E' un' esperienza
meravigliosa essere segno dell'amore di Dio
nel mondo: la vita consacrata è realmente una
vita di grazia e nessuna vita può essere parago-
nata a essa. L'esperienza come consacrata mi
fa percepire che ho una grande responsabilità
nei confronti della Congregazione e della Chie-
sa. E' avvincente vivere quotidianamente l'”Omaggio” sempre nuovo
alla Vergine Immacolata. Insieme a tanta bellezza si presentano an-
che difficoltà e prove che aiutano a maturare nella via dello spirito e
rendono degne di vivere in pienezza la vocazione ricevuta come dono
sublime della grazia di Dio.
Dal 26 al 28 ottobre 2007 suor Delia e suor Ruby Rita con 130
giovani delegati dalla Diocesi di Balanga, Bataan hanno partecipato al
Sr. Alda Cristina Costa de Mello
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V pellegrinaggio dei giovani dell'isola di Luzon. Le consorelle hanno
animato i gruppi con preghiere, conferenze e pellegrinaggi in varie
chiese.
C'è un momento nella vita in cui senti in cuore che Dio vuole di più ...
E allora nascono le domande: dove? Quando? Come?
Abbiamo pensato a te Vieni e vedi... è davvero Lui che ti invita!!!
Per informazioni e prenotazioni: Suor Perseveranza e suor Maria Teresa
Via S. Egidio, 48 bis - 83030 Montefusco (Av) Tel. 0825 962103 / 3402402905
Troverai ulteriori informazioni sul sito www.suorefrancescaneimmacolatine.it Pagina Pastorale giovanile.
Incontri di
formazione cristiana
16 dicembre
10 febbraio
2 marzo
13 aprile
4 maggio
19 giugno
Incontri di
discernimento vocazionale
12 - 13 gennaio 2008
2 febbraio
8 9 marzo
24 25 aprile
17 - 18 maggio
1 - 2 giugno
Si affidano a TeresaSi affidano a Teresa
Sneha oyRSneha oyRI dianI dian
m. i l oFa M g i re
USA
M ci aelM ci ael
icolasNicolasN
iana Bona i U aG v ta s
iana Bona i U aG v ta s
Sa a th m n aSa a th m n a
oAnt nio PennaaItali
oAnt nio PennaaItali
Sofia Carpentieri UsaSofia Carpentieri Usa
E a Casazzav
Usa
Cristogiace in unamangiatoia,ma contieneil mondointero.
Cristogiace in unamangiatoia,ma contieneil mondointero.
Sant’AgostinoSant’Agostino
tSan o
taNa le
Suore Francescane ImmacolatineSuore Francescane Immacolatine