Anno XVI - n.164 Luglio/Agosto 2009 Il Sappe incontra il ... · mento. Nessuno lo sapeva ma il...

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Anno XVI - n.164 Luglio/Agosto 2009 Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 Il Sappe incontra il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini

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Anno XVI - n.164 Luglio/Agosto 2009

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Il Sappe incontra il Presidentedella Camera dei Deputati Gianfranco Fini

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La Copertina

Il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini riceve il crest del Sappe dal Segretario Generale Donato Capece

il Sommario

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

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L’EDITORIALEIl Sappe incontra l’On. Gianfranco Finidi Donato Capece

IL PULPITONessuno è profeta in Patriadi Giovanni Battista De Blasis

IL COMMENTOOltre 600.000 detenuti in Europadi Roberto Martinelli

L’OSSERVATORIO POLITICOSindacati: continuano le protestedi Giovanni Battista Durante

LO SPORTGiochi del Mediterraneodi Lara Liotta

LE FIAMME AZZURREPensioni: risolvere il problema fiscalea cura di Lionello Pascone

OPINIONITonache e Toghedi Aldo Maturo

Organo Ufficiale Nazionaledel S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XVINumero 164Luglio/Agosto 2009Direttore ResponsabileDonato [email protected]

Direttore EditorialeGiovanni Battista De Blasis [email protected]

Direttore OrganizzativoMoraldo Adolini

Capo RedattoreRoberto Martinelli

Comitato di RedazioneNicola Caserta Umberto Vitale

Redazione PoliticaGiovanni Battista Durante

Redazione SportivaLara Liotta

Progetto Grafico e impaginazione © Mario Caputi (art director)

Direzione e Redazione CentraleVia Trionfale, 79/A 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. fax 06.39733669

E-mail: [email protected] Sito Web: www.sappe.it

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionalidi: “Polizia Penitenziaria - Società Giustizia & Sicurezza”

RegistrazioneTribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994

StampaRomana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 3700030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare:Luglio 2009

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

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Donato CapeceSegretario Generale Sappe

[email protected]

Direttore Responsabile

Il Sappe incontra il Presidente della

Camera dei deputati Gianfranco Fini

ei mesi di giugno e luglio abbiamo programmato unaserie d’incontri istituzionali fra la Segreteria Generaledel Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria e imembri politici attuali per parlare delle problemati-

che del Corpo e del sistema carcere, in particolare in questiultimi giorni, quando siamo arrivati alle soglie dello ‘stato dicalamità’ con 64mila detenuti presenti, a fronte di 42mila postiletto, e 5mila agenti in meno in organico.Il 14 luglio abbiamo incontrato il Presidente della Camera deiDeputati Gianfranco FINI, nel suo ufficio a Montecitorio.Nel corso dell’incontro sono stati affrontati e portati all’atten-zione del Presidente Fini, come sempre cordiale ed attento allenostre rivendicazioni e sollecitazioni, alcune priorità di inter-vento per il Corpo di Polizia Penitenziaria e per il sistema car-cere. Abbiamo chiesto al presidente FINI di individuare e porreall’attenzione del Parlamento ogni utile soluzione legislativa

che possa decongestionare concretamente le carceri. Abbiamochiesto il suo autorevole intervento perché si individuino conragionevole urgenza adeguati stanziamenti di denaro a favoredella Polizia penitenziaria e per fare in modo che i circa 200agenti che stanno attualmente frequentando il corso annualedi formazione nelle Scuole del Corpo possano fruire di un

corso ridotto di sei mesi per averli presto in servizio nelle car-ceri. Gli abbiamo anche chiesto di intervenire presso il Ministrodella Difesa Ignazio La Russa perché, almeno fino a quando nonsi arriverà ad una assunzione straordinaria di 1.500 agenti, lavigilanza esterna dei muri di cinta dei principali penitenziaridel Paese possa essere affidata alle Forze Armate. Il PresidenteFini ci ha assicurato che adotterà ogni provvedimento di suocompetenza per risolvere le criticità rappresentate, anche invi-tando il Presidente della Commissione Giustizia della CameraGiulia Bongiorno a calendarizzare una nostra audizione pressola Commissione. Nei prossimi giorni sono in calendario altri incontri e sottopor-remo le nostre problematiche ad altri organi istituzioni di altoprofilo, nella speranza di veder al più presto aumentare la do-tazione organica del personale per affrontare la drammatica si-tuazione delle carceri italiane.

L’Editoriale

N

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

4

Donato Ca-pece nel-

l’ufficiodel.’on.

GianfrancoFini

a destra. ilPresidente,

sfoglia la nostra

rivista

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Giovanni Battista De BlasisSegretario Generale Aggiunto [email protected]

Direttore Editoriale

Nessuno è profeta in Patria

e al DAP non è neppure chierichetto

Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro aWashington ed iniziò a suonare il violino; era un freddomattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45minuti. Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta,

era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passateper la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al la-voro. Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò chec'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettòper non essere in ritardo sulla tabella di marcia.Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro dimancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza ne-anche fermarsi continuò a camminare.Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascol-tarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare.Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3anni. Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardareil violinista. Finalmente la madre lo tirò con decisione ed ilbambino continuò a camminare girando la testa tutto iltempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altribambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muo-versi. Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 personesi fermarono e rimasero un momento. Circa 20 gli diedero deisoldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessunose ne accorse. Nessuno applaudì, ne' ci fu alcun riconosci-mento. Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, unodei più grandi musicisti al mondo. Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violinodel valore di 3,5 milioni di dollari.Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece iltutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano unamedia di 100 dollari.Questa è una storia vera. L'esecuzione diJoshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organiz-zata dal quotidiano Washington Post come parte di un espe-rimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità dellepersone.”Questa vicenda mi induce a riflettere sulla situazione della nostrapovera amministrazione penitenziaria, laddove continuano ad es-sere disprezzate le eccellenti professionalità interne a vantaggiodi presunti taumaturghi provenienti da chissàddove.E non mi limito soltanto ai Capi dipartimento, ma parlo anche diUfficiali e Ammiragli, di dirigenti di altre amministrazioni (tesoro,corte conti) e di magistrati in genere.Si pensi, ad esempio, per rimanere al vertice dell’amministra-zione, che negli ultimi sedici anni si sono avvicendati ben 9 capidipartimento (Amato, Capriotti, Cianci, Coiro, Margara, Caselli,

Tinebra, Ferrara e Ionta) più tre provvisori (Falcone, Vecchionee Mancuso).In buona sostanza abbiamo avuto, mediamente, un Capo diparti-mento ogni sedici mesi (nemmeno un anno e mezzo).Questi stessi Capi dipartimento, poi, nonostante una inevitabileiniziale incompetenza (che per qualcuno, poi, non è stata soltantoiniziale), si sono guardati bene dal valorizzare le professionalitàinterne, portandosi dietro pletore di collaboratori (altrettanto in-competenti) provenienti perlopiù dalla magistratura ma, in pa-recchi casi, anche da Carabinieri, Polizia di Stato, OrganizzazioneGiudiziaria, Corte dei Conti, Tar, Consiglio di Stato e chi più neha, più ne metta.Ad onor del vero, in alcuni casi (qualcuno anche attuale) si è ri-piegato su qualche professionalità interna (magari non propriodi eccellenza) costretti dal fatto di aver ricevuto un rifiuto alla ri-chiesta di distacco delle collaborazioni richieste.Anche qui, purtroppo però, la scelta dei collaboratori non è statadeterminata dal possesso di particolari qualità professionali ma,piuttosto, dall’esibizione di (veri o presunti) curriculum con ilpedegree. In altre parole, qualche Capo Dap (e l’ultimo in particolare) si èavvalso di collaboratori di nobile lignaggio con un passato pro-fessionale di quel livello ma senza avere contezza e conoscenzadegli esiti di quelle esperienze.Probabilmente, qualche volta è anche accaduto di avere a capodell’amministrazione penitenziaria qualcuno che non aveva mailetto Beccaria, che non sapeva cosa fosse un sistema panottico...Mi domando se il Pres. Ionta, o qualche suo stretto collaboratore,ha avuto modo di leggere i risultati dello studio di un gruppo diricercatori dell’Università di Torino, coordinati dal Prof. GiovanniTorrente, sugli effetti del provvedimento d’indulto varato dal Par-lamento nel luglio del 2006.E mi domando, ancora, se il Pres. Ionta, attuale capo del DAP, hamai sentito parlare dell’esperimento di Standford del Prof. PhilipZimbardo.Secondo una indagine di qualche tempo fa del Sole 24 Ore, prin-cipale quotidiano economico-finanziario italiano, il Capo del-l’amministrazione penitenziaria (in quanto comandante di unadelle cinque forze di polizia) percepisce complessivamente unaretribuzione di 500000 (cinquecentomila) euro l’anno.(L’indennità di capo del corpo viene mantenuta anche dopo averlasciato l’incarico ed è interamente pensionabile. N.d.A.).Forse questo potrebbe essere un motivo sufficiente per giusti-ficare la pretesa di avere un Capo competente e preparato am-piamente oltre la media....e Joshua Bell, nella metro di Washington, suonando uno stradivarida 4 milioni dollari, ha guadagnato la miseria di 32 dollari.

il Pulpito

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

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Roberto MartinelliSegretario Generale Aggiunto Sappe

[email protected]

Capo Redattore

Oltre 600.000 detenuti

nelle carceri dell’Unione

Europeara il 2005 e il 2007 si è registratauna media di 607.000 detenutinelle carceri dei 27 Stati membridell’UE, il che equivale a 123 de-

tenuti per 100.000 abitanti, cioè un tassoestremamente più basso ad esempio ri-spetto ai 758 detenuti per 100.000 abi-tanti degli USA nello stesso periodo.È quanto emerge da un’indagine con-dotta da Eurostat in collaborazione conle autorità statistiche nazionali e la Dire-zione generale Libertà, Sicurezza e Giu-stizia della Commissione Europea.Nonostante sia migliorata la comparabi-lità dei dati relativi ai sistemi del criminee della giustizia criminale dei Paesi eu-ropei, Eurostat segnala come persistanoancora varie difficoltà derivanti dalle dif-ferenze tra le fonti utilizzate per i rileva-menti statistici.Notevoli poi le differenze tra gli Statimembri nel tasso di carcerazione, con iPaesi baltici e la Polonia nettamente aiprimi posti: in Estonia si registrano 302detenuti per 100.000 abitanti, 293 in Let-tonia, 232 in Lituania e 228 in Polonia,ma molto al di sopra della media UE sitrovano anche Repubblica Ceca (185),Slovacchia (162), Romania (154) e Lus-semburgo (152). Sull’altro fronte, in-vece, il tassi più bassi riguardanoSlovenia (60), Finlandia (68), Dani-marca (71), Irlanda (75) e Svezia (77).

In valori assoluti, la Polonia è il Paesedell’UE con il maggior numero di dete-nuti (90.200 nel 2007), seguita da RegnoUnito (oltre 88.000 considerando ancheScozia e Irlanda del Nord), Germania(73.320), Spagna (67.100), Francia(60.400) e Italia (meno di 49.000 nel2007 secondo Eurostat, ma aumentati aoltre 58.000 secondo i dati più recentiforniti dal ministero della Giustizia).E’ però necessario evidenziare che l’in-dagine condotta da Eurostat in collabo-razione con le autorità statistichenazionali e la Direzione generale Libertà,Sicurezza e Giustizia della Commissione

Europea è, almeno per quanto riguardala situazione penitenziaria del nostroPaese, alterata da un dato oggettivomolto significativo: l’approvazione delprovvedimento di indulto del luglio 2006,che fece uscire dalle carceri italiane circa30mila detenuti in “un colpo solo”. Questo ha ovviamente modificato statisti-camente i numeri, tanto che in pochis-simo tempo siamo tornati non al puntodi prima ma peggio di prima! Colpa, in primis, di una classe politicaitaliana che non ha approvato riformestrutturali e sostanziali per il sistema pe-nitenziario nazionale, chieste autorevol-

Il Commento

L’Europadelle

carceri

T

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mente e in più occasioni dal Presidentedella Repubblica Giorgio Napolitano. Classe politica che dall’approvazione del-l’indulto ad oggi non ha fatto nulla per ilcarcere.Lo dimostrano gli attuali quasi 64miladetenuti (altro che oltre 58.000 secondoi dati più recenti forniti dal ministerodella Giustizia!), cifra emblematica diuna allarmante situazione delle carceriitaliane che sta determinando in moltiistituti penitenziari tensioni tra i detenutie inevitabili problemi di sicurezza in-terna che ricadono sulle donne e gli uo-mini della Polizia penitenziaria. Da più istituti di pena ci sono pervenutie pervengono ogni giorno segnali preoc-cupanti di manifestazioni di protesta didetenuti. E la situazione rischia di degenerare.Non si può perdere ulteriore tempo. Al 17 giugno scorso c’erano nei 206 pe-nitenziari italiani 63.460 detenuti, di cui39.930 italiani e 23.530 stranieri.31.306 sono imputati, mentre i condan-nati sono 30.186. Condannati a pene in-feriori ad un anno sono 9.786; 19.604 icondannati che hanno pene inferiori a 3anni (potrebbero essere affidati ai servizisociali) mentre sono 3.186 quanti hannopene superiori a 10 anni, o l’ergastolo(condannati per reati di maggiore gra-vità). Considerato che la capienza regolamen-tare dei penitenziari italiani è pari a43.177 posti di capienza regolamentare,i detenuti in eccesso sono 20.283(47%). Si pensi che il Corpo di Poliziapenitenziaria è carente di più di 5milaunita. Servono dunque provvedimenti ur-genti e concreti. Non c’è dunque più tempo di attendereil fantomatico e sconosciuto Piano Car-ceri del Commissario straordinarioFranco Ionta (non del Governo Berlu-sconi!), per altro inspiegabilmente oc-cultato alle Organizzazioni sindacali dellaPolizia penitenziaria .Parlamento e Governo abbiano allora ilcoraggio di far scontare in affidamentoai servizi sociali - che è detenzione a tuttigli effetti - il residuo pena agli oltre19mila detenuti con pene inferiori ai 3anni.

Avremmo così anche un risparmio dicirca 4 milioni di euro al giorno, co-stando un detenuto in media circa 200euro al giorno, soldi che potrebbero es-sere molto utili allo Stato in questo pe-riodo di crisi economica e chepotrebbero essere destinati, ad esempio,alla riorganizzazione del sistema carceredel Paese.Non ci stanchiamo di ripetere che l’ap-provazione dell’indulto era l’occasioneper dare corso ad una nuova politicadella pena, necessaria e indifferibile. Eraed è necessario un ripensamento orga-nico del carcere e dell’Istituzione peni-tenziaria, che preveda un maggiorericorso alla misure alternative alla deten-zione con contestuale impiego in lavorisocialmente utili (fermo restando che idetenuti dovrebbero tutti lavorare!) avva-lendosi anche di procedure di controllo

mediante strumenti elettronici o altri di-spositivi tecnici (come il braccialettoelettronico) che hanno finora fornito inmolti Paesi europei una prova indubbia-mente positiva.

Sopra,il logo Eurostat

al centro,protestein carcere

sotto,il Consigliod’Europa

7

Con una pena che evolve verso soluzionidiverse da quella detentiva, anche la Po-lizia Penitenziaria – i cui organici do-vranno essere incrementati fino aripianare le attuali carenze stimate in ben5mila unità! - dovrà spostare le sue com-petenze al di là delle mura del carcere,parallelamente all’affermarsi del suoruolo quale quello di vera e propria po-lizia dell’esecuzione penale. Il controllo sulle pene eseguite al-l’esterno e sull’adozione del braccialettoelettronico, oltre che qualificare il ruolodella Polizia Penitenziaria, potrà averequale conseguenza il recupero di effica-cia dei controlli sulle misure alternativealla detenzione. Efficienza delle misure esterne e garanziadella funzione di recupero fuori dal car-cere potranno far sì che cresca la consi-derazione della pubblica opinione suqueste misure, che nella considerazionepubblica, non vengono attualmente rico-nosciute come vere e proprie pene.Io confesso che continuo ad avere fortidubbi che la nostra classe politica, al dilà delle dichiarazioni di intenti, sappiaraccogliere questi fondamentali impegniper ricostruire il sistema penitenziarionazionale... ✦

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Giovanni Battista DuranteSegretario Generale Aggiunto Sappe

[email protected]

Responsabile redazione politica

Sindacati della Polizia Penitenziaria:

Continuano le protesteome preannunciato i sindacatidella Polizia Penitenziaria hannoiniziato le manifestazioni sul ter-ritorio nazionale.

La prima manifestazione si è tenuta a Mi-lano il 30 giugno, davanti al carcere diSan Vittore e al Provveditorato.Ha partecipato, come preannunciato, ilpersonale proveniente dalle regioni delNord, tra le quali il Piemonte, il Trivenetoe, ovviamente, la Lombardia.Erano presenti circa trecento agenti e,soprattutto, c’era gran parte della stampadi Milano e della Lombardia in generale.La manifestazione ha quindi avuto unagrande risonanza, tant’è che un ampioservizio è stato trasmesso anche dal TG3nazionale.L’8 luglio, invece, il personale prove-niente dalle regioni Marche, Toscana,Abruzzo e Emilia Romagna si è riunito aBologna, davanti al carcere della Dozza.Anche in questa occasione c’erano più diduecento persone a manifestare tutto ildisagio che gli stessi agenti vivono quo-tidianamente negli istituti e l’insoddisfa-zione per la mancanza di iniziativeconcrete da parte del governo e dell’am-

ministrazione, iniziative che, finora - aldi là del Piano Carceri, un progetto che,

come sappiamo,se sarà realizzato,produrrà i suoi ef-fetti tra quattro ocinque anni – sonomancate sotto tutti ipunti di vista.Anche a Bologna c’èstata una grande ri-sonanza mediatica.Ormai l’opinionepubblica è consape-vole della grave situa-zione in cui versano le carceri italiane edel forte disagio lavorativo in cui opera ilpersonale di polizia penitenziaria. Sonostate tante le attestazioni di solidarietà deicittadini che transitavano davanti al car-cere di San Vittore.Purtroppo, per quanto attiene la situa-zione delle carceri, non possiamo piùdire di essere un Paese civile, visto chesiamo costretti a far dormire per terra,sui materassi di gomma piuma, le per-sone che vengono arrestate.Le manifestazioni di protesta prosegui-ranno, ma nel frattempo il SAPPe sta in-contrando i più autorevoli esponenti

politici, a cominciare dal Presidente dellaCamera Gianfranco Fini che, come sem-pre, ha dimostrato grande disponibilità esensibilità verso i problemi della PoliziaPenitenziaria.

l’Osservatorio

In alto a destra

e sottomanife-

stanti davanti al

San Vittoredi Milano

In fondo,striscioni

delle Segreterie

Sappe della

Toscana e ilSegretario

GeneraleCapece

con i mani-festanti

C

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

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Il Presidente Fini si è impegnato a far ap-provare in breve tempo un disegno dilegge per la riduzione, da un anno a seio quattro mesi, dei corsi di formazionedegli allievi agenti, in modo da averliprima in servizio effettivo; inoltre, ha ga-rantito il suo intervento per sostenere laproposta di impiegare i militari nella sor-veglianza esterna degli istituti peniten-ziari, in modo da recuperare il personaleimpiegato in servizio di sentinella.Nel corso della presentazione del Docu-mento di programmazione economica efinanziaria, alla presenza del Sottosegre-tario alla Presidenza del Consiglio dei mi-nistri Gianni Letta e dei ministridell’Interno Maroni, della Difesa LaRussa, della Pubblica Amministrazione edell’innovazione Brunetta ed altri auto-revoli sottosegretari, abbiamo avutomodo di esporre i nostri problemi, pe-raltro a tutti già noti. Abbiamo molto apprezzato le parole

dell’onorevole Letta sulla capacità pro-fessionale ed organizzativa del Corpo diPolizia Penitenziaria, qualità che lo

Sopra, ilsegretarioGeneraleAggiuntoDurantevieneintervi-stato daiMedia

a sinistraun’altrafase dellaprotesta aMilano

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

9

stesso Sottosegretario ha evidenziato diaver apprezzato in occasione della nostrafesta del Corpo. Adesso, bisogna passaredalle parole ai fatti. Attendiamo risposte concrete in breve

tempo, altrimenti il nostro unico interlo-cutore autorevole continuerà ad esserela piazza. ✦

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Lara Liotta

[email protected]

Redazione sportiva

al 26 giugno al 5 luglio 2009,una folta rappresentativa dellaPolizia Penitenziaria si è misu-rata nelle competizioni della

XVI° edizione dei Giochi del Mediterra-neo, onorata da oltre 4000 atleti. Eranoben 19 i nostri per una partecipazionerecord rispetto alle precedenti rassegnedell’evento. In una delle più numerose presenze deinostri alla manifestazione eravamo fermia quota 11, ed era il 1997, sempre in Ita-lia, a Bari. Da allora le Fiamme Azzurresono cresciute in numeri e qualità, e le17 medaglie totali conquistate a Pescara,seppure ci fosse stato bisogno di con-ferme, ne sono la prova più lampante. Emblema di pace in momenti storici ca-ratterizzati da tensioni politiche e cultu-rali, i Giochi nascono per l’iniziativa diun medico egiziano, Taher Pasha conl’intenzione di unire paesi vicinigeograficamente ma anche ca-paci di essere assai distanti peraltri versi. Diventò un’impor-tante personalità nel campodello sport del suo paese. Lau-reato anche in scienze politiche,

aveva capito quanto gli sport fossero utiliper ottenere pace , fratellanza e quel-l’unione da lui auspicata. La prima edi-zione dei Giochi del Mediterraneo non acaso si svolse dal 15 al 20 ottobre 1951presso Alessandria d’Egitto.

gnola Karima Sanchez Ramis. Legger-mente delusa Valentina Minguzzi neldopo gara: «Sono soddisfatta delbronzo – ha precisato – ma ho persocontro un’atleta che avevo già battutodue volte su due».Altro sport da combattimento, altra piog-gia di medaglie. Nel Judo, i nostri convocati Lorenzo Ba-gnoli (90kg), Francesco Faraldo (66kg),Elena Moretti (48kg), hanno portato acasa rispettivamente, un bronzo e dueori, con viva partecipazione del pubblicolocale capace di acclamarli e sostenerlicome effettivamente hanno meritato. Nel Tiro a Volo, Trap (fossa olimpica),argento per Giovanni Pellielo che perdeagli shoot-off contro il tiratore di San Ma-rino Francesco Amici.Lo sloveno Bostjan Macek sarà oro nellaclassifica definitiva.Per la Repubblica di San Marino è statala seconda medaglia della sua storia,conquistata insieme a quella guadagnata,nella stessa edizione e quasi per ironiadella sorte, sempre da una tiratrice deltrap che ha sconfitto in finale l’italianaDeborah Gelisio.

lo Sport

D

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

Giochi del Mediterraneo26 giugno - 5 luglio

Nelle foto: in alto, il

logo dellaManifesta-

zione

sotto, Taher

Pasha e i paesiparteci-panti ai

Giochi del Merdi-

terraneo

in fondo, a destra,

il logo delCIJM

Da allora sono stati ospitati in 13 città.Tunisi è l’unica che si è concessa il bis.Il simbolo dei Giochi del Mediterraneo èformato da tre anelli che rappresentanoAsia, Africa ed Europa. Questi i tre conti-nenti coinvolti. Gli anelli sono sfumatidall’onda nella loro parte inferiore comese fossero immersi nel Mar Mediterra-neo. Questo simbolo è anche sulla ban-diera Mediterranea a base celeste conanelli bianchi. Durante la cerimonia dichiusura, la bandiera sarà trasferita nelpaese scelto per ospitare i prossimi Gio-chi del Mediterraneo. Il Provveditorato dell’AmministrazionePenitenziaria di Pescara ha contribuito afornire mezzi per l’accompagnamentodegli atleti presenti all’evento con unitàdi personale fattivamente impiegate inoccasione degli eventi di gara. Possiamo dire di essere stati “due volte”

a Pescara. Grandi soddisfa-zioni sono arrivatedalla lotta. Due lemedaglie arrivatedalla specialitàstile libero, cate-gorie 55 kg, ma-schile efemminile conFederico Manea

e Valentina Minguzzi. Federico Manea haottenuto un prezioso bronzo insieme alfrancese Hamza Fatah. L’oro è andato alturco Sezar Akgul, l’argento al sirianoFiras Alalli Alrifai. Valentina Minguzzi haconquistato la medaglia di bronzo in-sieme alla greca Panagiota Antonopou-lou. La lottatrice italiana, sorella delcampione olimpico Andrea, ha sconfittonell’incontro valido per la terza piazza lafrancese Fatima Benfouzari, mentre haperso nei quarti di finale con la tunisinaMarwa Amri, poi argento finale. La medaglia d’oro è stata vinta dalla spa-10

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Nell’atletica un bronzo ci arriva da partedi Vincenza Calì, che conquista il gradinopiù basso del podio con il crono di23”49 sui 200 m, dopo aver fatto siglarepoche ore prima, in batteria, 23”75.La gara è andata alla cipriota Eleni Arty-mata, che è andata a siglare il suo pri-mato personale coprendo la distanza in23”16.Il peso femminile regala all’Italia duemedaglie ma nessuna è d’oro, infatti As-sunta Legnante e la nostra Chiara Rosa,vengono precedute dalla francese Cerivalche vince con la modesta misura di17,77m. Chiara fà registrare un 17,24 mche è di molto al di sotto delle sue mi-sure e di un personale che ha raggiuntoi 19,15 metri.Doppietta italiana nella mezza maratonafemminile, vince l’oro la nostra Anna In-certi con il tempo di 1.12.25, nove se-condi dopo c’è un’altra azzurra, RosalbaConsole. Di buon livello la gara di alto maschiledove si è imposto il cipriota Ioannou con2,30 m precedendo il greco Baniotis con2,28 m. Quinto posto per il nostro GiulioCiotti che si è fermato a 2,24 m . Zahra Bani nel giavellotto ha conquistatoun prezioso argento con 60,65 metri. Nel giro di pista, la Fiamma Azzurra Da-

vittoria con il crono di 38”82 davanti aicugini francesi con il team composto daEmmanuel Ngom Priso, Ydrissa M’-Barke, Pierre Alexis Pessonneaux e Chri-stophe Bonnet ed un tempo di 39”49. Nel k1 1000 metri oro per Josefa Idemnel K1000 davanti alla nostra bravissimaStefania Cicali sicura erede, anagrafe allamano, dell’altoatesina argento di Pe-chino.Nel nuoto, due specialisti due meda-glie: Federico Colbertaldo negli 800 enei 1500 stile libero ha portato due ar-genti a casa con 7’53” 02 e 15’.03”.90;Giulia Fabbri ha conquistato il bronzonei 100 rana con 1’08”47, staccata dipoco più di mezzo secondo dalla vinci-trice.

Nelle foto:in alto, ilmedagliere

sotto, lasquadraitaliananella Cerimoniadi chiusuradei Giochi

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

niela Reina ha conquistato l’argento die-tro all’altra nazionale in gara, la colou-red naturalizzata italiana Libania Grenot. Le staffette sono state appannaggio deitricolori, italiano per quella maschile, efrancese per quella femminile.La vittoria arride ad entrambe le forma-zioni rovesciando come in uno specchioil podio a favore prima della Francia,con 43.79 nella prova femminile com-posta da Myriam Soumare, Ayodele Ikue-san, Nelly Banco, Emilie Gaydu chebattono la formazione italiana compostada Anita Pistone, Maria Aurora Salvano,Giulia Arcioni e Vincenza Calì 43.86.Mentre la staffetta maschile italiana, vi-ceversa, domina con Maurizio Chec-cucci, Simone Collio, Emanuele DiGregorio e Fabio Cerutti, strappando la

11✒

Inizialmente non inquadrata in via ufficiale negli organici delleFiamme Azzurre, la Sezione vela aveva partecipato con buonsuccesso alle regate nazionali della classe J24 già alla fine deglianni ’90. La creazione del gruppo ha avuto origineda un invito che la Marina Militare fece a tutte le forzedi polizia per la partecipazione ad un importante tor-neo internazionale. Il torneo era quello denominatoAccademia Navale e città di Livorno (oggi Tan).Non esistendo ancora un vero e proprio gruppo isti-tuzionalizzato all’interno del Corpo, l’attuale responsa-bile del servizio navale, Bartolino Bisceglie, cercò direclutare tra gli appartenenti, degli appassionati idonei edesperti nella pratica velica, abbastanza ardimentosi da cimen-tarsi nell’attività agonistica del settore. Ci riuscì coi pionieriUgo Ciccotti, Paolo Astore, Claudio Tuveri e Giovanni Scialò. Apartire da loro, le prime esperienze importanti, i primi con-fronti, la prima crescita verso la creazione di un team compe-titivo e professionale.

Dal 2002 l’attività è passata sotto la diretta gestione dell’UfficioV del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dire-zione Generale Beni e Servizi). Oltre a questo passaggio, un

altro evento fondamentale: l’acquisto della barca. Af-fidabile ed esteticamente gradevole, la J24 in dotazioneai nostri atleti è lunga 24 piedi (circa sette metri emezzo per intenderci).Fu varata nell’isola d’Elba nel maggio 2002, e, conte-stualmente, nel campionato italiano dello stesso anno,

la nostra imbarcazione conquistò il 16° posto.Prima della J24 , con buone prestazioni, la barca utilizzata

era Il Grifo, utilizzato in comodato d’uso.Dal 2002 al 2007, tutte le gare sono state disputate impiegandoi velisti con un trattamento lavorativo di tipo ibrido: gare e ser-vizio attivo nell’Amministrazione Penitenziaria.Nel 2007, finalmente il grande salto verso un regime di tipoprofessionale, che li ha equiparati a tanti altri campioni del G.S. Fiamme Azzurre. Per decisione del Consiglio Direttivo del

Il G

ru

ppo

Vel

ico

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lo Sport

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

Nelle fotoalcune im-

maginidelle

attività del Gruppo

Velico

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Gruppo Sportivo è stata formalmente istituita la sezione veli-stica Fiamme Azzurre impegnata nella classe J24.Attualmente l’equipaggio è composto da: Fabio Delicati (timo-niere), Marco Vincenti (tattica), Giuseppe Incatasciato (tai-ler), Francesco Maloccola (uomo d’albero) e Roberto ComodiBallanti (prodiere).Tra i risultati recenti più rilevanti è bene ricordare la qualifi-cazione ottenuta a S. Margherita Ligure per la finale del Cam-pionato Mondiale 2008 a Canniggione in Sardegna. La classifica finale ha visto i nostri al 52° posto sulle 75 squa-dre presenti.Sempre nel 2008 è arrivata la vittoria al Trofeo Coppa Italia enel Campionato invernale.Quest’ultimo successo è stato bissato anche nell’anno in corso. Un ottimo piazzamento, l’ultimo in ordine di tempo, è arrivatodal campionato italiano di minialtura che si è svolto nel Golfodi Nisida (Na), dal 19 al 21 giugno scorso.La particolarità di questo genere di gara è che è aperta a im-barcazioni di tipologia diversa.A seconda della caratteristiche specifiche dei mezzi sono as-segnati dei coefficienti diversi da sommare o diminuire sultempo finale delle performances.A Nisida, le imbarcazioni presenti erano 24 ed i nostri sonogiunti a sfiorare il podio con una prova più che discreta so-prattutto perché condotta in condizioni ambientali non facilis-sime.Il vento era molto debole, e, coefficienti o no, le barche piùrapide in tali condizioni si sono trovate al traguardo dando alledirette inseguitrici dei gap temporali pressoché incolmabili.I nostri alla fine sono giunti quarti, a un solo punto dai terziclassificati.La base navale della Polizia Penitenziaria ha collaborato al-l’evento fornendo una motovedetta che ha avuto la funzionedi barca comitato trasportando la giuria.I nostri gommoni inoltre hanno agito da barche appoggio, so-vrintendendo alla sicurezza e al controllo di un’area gara abi-tualmente molto frequentata da barche a motore che visitanoil meraviglioso il golfo. ✦

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prile 2008, Capo del DAP:«Da un primo sommarioesame dei dati così espo-sti sembrerebbe dunque

potersi concludere che i suicidi dipersonale della Polizia Peniten-ziaria sono espressione di una si-tuazione di disagio, che però, purpresentando connotazioni certa-mente particolari in varia misuradipendenti dalla specificità deicompiti d’istituto assegnati aquesto Corpo, è comune alle altreForze di Polizia; un disagio peral-tro di origine prevalentementepersonale, sociale, più che con-nesso a problematiche organizza-tive o comunque in strettorapporto con il servizio.»Con queste parole il Capo della Po-lizia Penitenziaria arrivava alla con-clusione (come si possaconcludere da un primo somma-rio esame dei dati non è facile dacapire) che sì, effettivamente c’erano stati 13 casi di suicidiotra gli appartenenti al Corpo negli ultimi mesi, ma era un malecomune (mezzo gaudio?) alle altre Forze di Polizia e siccomesolo uno su tredici aveva compiuto il gesto estremo all’internodi un Istituto, allora le cause dovevano essere ricercate nellasfera personale.A queste conclusioni si era frettolosamente arrivati dopo chetredici famiglie, in poche settimane, erano state colpite da unevento tragico determinato dal suicidio di un loro caro e nostrocollega.Il Sappe invece, da subito, aveva lanciato l’allarme che le estremecondizioni di lavoro dei nostri colleghi costituivano una largaparte delle motivazioni di quei gesti e che dovevano essere im-mediatamente attivate delle contromisure di ascolto e sostegnopsicologico per tutto il personale che ne avesse fatta richiesta.Per i primi tragici eventi siamo stati inascoltati, poi il DAP e altriSindacati hanno timidamente iniziato a considerare l’eventualitàche forse le condizioni di lavoro potevano influire sulle cause.In fretta e furia allora il DAP si è profuso in pagine e pagine di

Opinioni

A Il disagioin un dipinto diEduardMunch

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Il bluff del benessere del personale

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

Circolari e comunicati sull’impor-tanza della comunicazione e parte-cipazione tra i Ruoli del Corpo,sulla valorizzazione della comuni-cazione esterna per abbattere lascarsa valorizzazione sociale delproprio lavoro, favorire la parteci-pazione, l’ascolto e il dialogo.Tutte parole facilmente copiabili dasvariati manuali universitari e pun-tualmente proposte ogni anno dalPiano per la Formazione e altre lo-devoli P.E.A. (Piano Esecutivod’Azione).In fretta e furia si erano trovateanche le soluzioni:• Gruppo di lavoro presso il DAPper un’approfondita analisi del pro-blema (e ti pareva... ovviamentemissing in action);• Call Center di ascolto presso ilDAP da istituirsi a breve (mai isti-tuito);• Forum sulla rete Intranet per co-

municazioni tra centro e periferia (mai realizzato);• Piano della Comunicazione (se ne era iniziato a parlare nel2004 ed ancora manca);• Archiviazione e gestione informatica delle informazioni dimaggiore importanza (le Circolari erano già in linea e non si èaggiunto nulla);• Portale della Formazione G.O.L.F. (era già stato pagato fior diquattrini anni prima e non è ancora mai stato utilizzato);• Istituzione del “Gestore della Comunicazione” per la diffu-sione delle comunicazioni al Personale (forse istituito, ma disicuro non operante);• Diffusione delle risposte ai quesiti sollevati dalla periferia (maidivulgati);• Condivisione delle Best Practices relative al trattamento deidetenuti, vivibilità negli Istituti (mai condivise, ammesso che cene siano).Giugno 2009: il Capo del DAP intanto è cambiato, i suicidi sonodiminuiti, un altro bluff è stato portato a termine. Grazie DAP! Enzima✦

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Lionello PasconeCoordinatore Nazionale

Anppe

Associazione NazionalePolizia Penitenziaria

pensioni privilegiate:risolvere il

problema fiscaleli ordini del giorno presentati ri-spettivamente dagli onorevoliMaurizio Bianconi (il 23 luglio2008) e Paola Pelino (13 no-

vembre 2008) per “impegnare il Go-verno a valutare tempestivamentel’opportunità di conferire carattere ri-sarcitorio alle pensioni privilegiate or-dinarie (integrate dall’aumento deldecimo) e far si che, ai fini dell’impo-nibile IRPEF, concorrano nella misuradel 90% annuo” e quello dellasenatrice Magda Negri (26 no-vembre 2008) per “impe-gnare il Governo a adottareogni possibile iniziativa persancire il carattere risarcito-rio dell’incremento del de-cimo per invalidità concessocon le pensioni privilegiateordinarie, stabilendone la de-fiscalizzazione ai fini del-l’imponibile IRPEF in misurasignificativa, tutti regolar-mente approvati dall’Esecu-tivo, pur con le dovute, ovvie,cautele facevano ritenere chela problematica, confortatadall’impegno e dalla profes-sionalità dei citati parlamen-tari poteva essere affrontatanella giusta considerazionedurante l’esame della leggeFinanziaria 2009 o del successivo de-creto legge 185/2008 in tema di ‘Mi-sure urgenti a sostegno delle famiglie,lavoro, occupazione...”Purtroppo, dopo il loro accoglimento, isuccessivi, collegati emendamenti pre-sentati in Parlamento sono stati tutti di-chiarati inammissibili o perché ritenutiestranei al contenuto del provvedimentoo perché comportanti aumenti di spesao riduzioni d’entrata.

Evidentemente è prevalso il concettoespresso dal Sottosegretario alle FinanzeVegas che, nel luglio dello scorso anno,in occasione della conversione in leggedel decreto 112/2008, nell’accoglieretutti i vari ordini del giorno presentati,anche quelli che comportavano aumentidi stanziamento, precisò: “in fondo unasperanza per il futuro non si nega anessuno, perché negarla ad un ordinedel giorno?”.

Posizione anche condivisibile se nonfosse per il fatto che il nostro problemaattende una soluzione da oltre 30 anni!Anche questa volta la manovra finanziariavarata dal Governo, in modo blindato,con lo strumento della fiducia ha esclusoogni possibile discussione parlamentare,dove gli unici emendamenti accolti sonostati quelli che finanziariamente non an-davano a modificare i provvedimenti giàapprovati nella manovra estiva.

Le Fiamme Azzurre

G

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Proteste, critiche, egoismi non servi-ranno a risolvere le nostre battaglie maprogrammi, iniziative e campagne d’in-formazione.Certo, oggi il mondo dell’Associazioni-smo vive un momento difficile e delicato,specchio di una società fragile e demoti-vata dove è sempre più rara la volontà diimpegnarsi, al servizio degli altri e doveil fuoco dei giovani si spegne rapida-mente così come si è acceso, tuttavia non

possiamo desistere: ce lo im-pone il nostro modo di essere,il nostro stile. Per ora non ci resta che pren-dere atto che in quest’inizio di16ª legislatura la battaglia sulprobIema fiscale, è stata accantonata da una po-litica miope per scelta o perimposizione dei partiti di mag-gioranza rappresentati in Par-lamento, ma che tuttavianumerose proposte di leggesono state presentate su tutte lenostre maggiori rivendicazioni.La categoria, anche sotto uni-formi diverse, è abituata a lot-tare, abbiamo difeso leIstituzioni e combattuto per unPaese democratico e giusto,con il convincimento di nonarrenderci neppure di fronte

alla violenza, di fronte al diniego dei no-stri diritti.Lotteremo con tenacia e spirito democra-tico, affinché giustizia venga fatta. L’AN-PPe continuerà, quindi, la sua battagliaalla Camera, al Senato, presso la Presi-denza del Consiglio e, in ogni caso, intutte le competenti sedi Istituzionali per-ché crediamo che rimandare nel tempoo, peggio, desistere in questa battaglia sa-rebbe un errore grossolano. ✦

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Luglio/Agosto 2009

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Per opportuna informativa, si rammenta che accanto alle normeche prevedono il diritto all’equo indennizzo e alla pensione pri-vilegiata, la Legge n. 308/81, come modificata ed integrata dallaLegge 1 agosto 1991, n. 280, ha stabilito particolari benefici infavore dei militari in servizio di leva o richiamati nelle Forze ar-mate, nei Corpi armati e nei Corpi militarmente ordinati, degliallievi carabinieri, degli allievi della Guardia di finanza, degliallievi agenti di polizia, degli allievi del Corpo degli agenti dicustodia e del Corpo forestale dello Stato, volontari o trattenutied ai loro congiunti, che subiscono, per causa di servizio o du-rante il servizio, un evento dannoso che ne provochi la morte.In particolare l’art. 3 ha previsto che la pensione spettante allevedove e agli orfani degli ufficiali e dei sottufficiali delle Forzearmate, dei Corpi di polizia e del Corpo Forestale dello Stato,caduti vittime del dovere in servizio d’ordine pubblico o di vi-gilanza ad infrastrutture civili o militari, ovvero in operazionidi soccorso è stabilita in misura pari al trattamento complessivod’attività percepito dal congiunto all’epoca del decesso o, qua-lora più favorevole, in misura pari al trattamento complessivod’attività del grado immediatamente superiore a quello rivestitodal congiunto all’epoca del decesso, ivi compresi gli emolu-menti pensionabili, con esclusione dell’indennità integrativaspeciale, che è corrisposta nella misura prevista per i pensio-nati. Successivamente, in applicazione dell’art. 1, commi562/565 della legge 266/2005, che ha stabilito il principio dellaprogressiva estensione dei benefici già previsti in favore dellevittime della criminalità organizzata e dei terrorismo alle vittimedel dovere ovvero ai famigliari superstiti, con il DPR 7 luglio2006, n. 243 è stato emanato il regolamento contenente i ter-mini e le modalità d’attuazione delle provvidenze.In particolare, è stato chiarito che per vittime del dovere devonointendersi: a) i magistrati ordinari;b) i militari dell’Arma dei carabinieri, del Corpo della guardiadi finanza, della pubblica sicurezza, della polizia penitenziaria,del Corpo forestale dello Stato;c) i vigili del fuoco;d) gli appartenenti alle Forze armate in servizio d’ordine pub-blico o di soccorso, i quali per ferite o lesioni, abbiano riportatoun’invalidità permanente non inferiore all’80% della capacitàlavorativa o,in ogni caso, la cessazione del rapporto di lavoro.Sono, altresì, equiparati tutti i dipendenti pubblici deceduti oche hanno subito un’invalidità permanente in servizio per effettodiretto di lesioni riportate in conseguenza d’eventi verificatesi:• nel contrasto ad ogni tipo di criminalità;• nello svolgimento di servizi d’ordine pubblico;• nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari;• in operazioni di soccorso;• in attività di tutela della pubblica incolumità;• a causa d’azioni in situazioni d’impiego internazionale. non

necessariamente ostili;• in occasione di missioni di qualunque natura, in Italia o al-l’estero, implicanti circostanze straordinarie e fatti di servizioche hanno esposto il dipendente a maggiori rischi o fatiche, inrapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compitid‘istituto.I benefici concessi su domanda degli interessati, da presentarealle rispettive amministrazioni d’appartenenza. per gli eventiverificatisi in Italia ed all’estero dal 1° gennaio 1961 (art. 2,comma 106, lett, d) legge 244/07) sono:• liquidazione di una “speciale elargizione” in favore degli in-validi nella misura d’euro 2000 per punto percentuale d’inva-lidità, fino ad un massimo d’euro 200.000, soggetta arivalutazione ISTAT. Ai beneficiari vanno compensate le sommegià percepite (art. 34, comma 1 legge 222/07);• attribuzione di assegno vitalizio;a decorrere dal 1° gennaio 2008, sono erogati alle vittime deldovere ed ai loro familiari superstiti oltre allaspeciale elargizione uno speciale assegno vitalizio, non rever-sibile d’euro 1033 mensili soggetto a perequazione automatica.Ai figli maggiorenni superstiti, ancorché conviventi con la vit-tima alla data dell’evento, è altresì attribuito, a decorrere dal26 agosto 2004, l’assegno vitalizio non reversibile (euro 500soggetto a perequazione) di cui all’art. 2 della legge 407/98(art. 2,comma 106, lett. b) legge 244107). In caso di decesso,ai superstiti aventi diritto alla pensione di reversibilità ( co-niuge, figli minori o maggiorenni, genitori, fratelli e sorelle seconviventi e a carico) sono attribuite due annualità del tratta-mento, comprensive della 13A mensilità, prendendo a riferi-mento l’importo pensionistico in pagamento alla data didecorrenza degli effetti economici della legge 206/2004 (art.2 comma 105 legge 244/07);• esenzione dal pagamento dei ticket per ogni tipo di presta-zione sanitaria;• assunzione diretta (del coniuge e dei figli superstiti ovverodei fratelli conviventi e a carico qualora unici superstiti), conprecedenza rispetto ad ogni altra categoria e, con preferenza,a parità di titoli;• accesso a borse di studio per i vari anni scolastici ed acca-demici universitari;• assistenza psicologica a carico dello Stato;• esenzione dall’imposta di bollo, sui documenti e gli atti delleprocedure di liquidazione dei benefici ed esenzione delle pre-dette indennità da ogni tipo d’imposta.Dopo il controllo delle varie Amministrazioni secondo l’ordinecronologico degli eventi, dal più remoto, le posizioni sono tra-smesse al Ministero dell’Interno - Dipartimento della pubblicasicurezza - che provvede a formare ed aggiornare, ogni 6 mesi,una graduatoria unica nazionale secondo l’ordine cronologicodegli eventi, quindi lo stesso Dicastero, dopo aver verificato la

Vittime del dovere: le provvidenze in suo favore

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Le Fiamme Azzurre

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La fruizione di cure ad altissima specializzazione

all’estero

disponibilità finanziaria annuale, tra-smette alle amministrazioni d’apparte-nenza delle vittime l’elenco nominativodei destinatari delle provvidenze in fa-vore dei quali può farsi luogo alla con-cessione.Per quanto attiene alle eventuali contro-versie sul diritto alla “speciale elargi-zione”, la giurisdizione spetta al giudiceamministrativo (TAR) quando sono im-pugnati provvedimenti di diniego, inquanto anche il denaro costituisce unbene, sicché il provvedimento d’eroga-zione ha natura di concessione (Consi-glio di Stato - Sez. IV - sentenza n.727/93). mentre non sussiste quelladella Corte dei Conti in quanto le sommeerogate non presuppongono necessaria-mente il collocamento a riposo, nonhanno natura pensionistica c/o di conti-nuità (Corte dei Conti).

Come ben noto, il sistema sanitario na-zionale è organizzato in modo da assicu-rare a tutti i cittadini residenti leprestazioni in forma gratuita, con esclu-sione dell’eventuale ticket, erogate dallestrutture pubbliche o private accreditate.Conseguentemente, l’assistenza sanitariaall’estero è consentita eccezionalmentee, preventivamente autorizzata, solo perle prestazioni di altissima specializza-zione che non siano tempestivamente ot-tenibili in Italia o non in forma adeguatarispetto alla particolarità del caso clinico.Per avere l’autorizzazione al trasferi-mento, l’interessato deve presentare al-l’Asl di appartenenza apposita domandainsieme alla proposta di un medico spe-cialista (sia pubblico che privato) ade-guatamente motivata e contenentel’indicazione della struttura estera pre-scelta per la presta zione, nonché l’ulte-riore documentazione prescritta dalledisposizioni regionali.L’Asl provvede, quindi, secondo modalitàstabilite dalla regione, alla trasmissionedella documentazione al Centro di riferi-mento regionale, che valuta la presenzadei requisiti richiesti (impossibilità di ri-cevere le cure necessarie tempestiva-mente in Italia o in forma adeguata allaparticolarità del caso clinico) e l’effi-cienza della struttura estera. Comunica poi all’Asl competente il pro-prio parere.L’Azienda sanitaria locale, acquisito il pa-rere del Centro, provvede o meno al ri-lascio dell’autorizzazione, dandonecomunicazione all’interessato. In caso di accoglimento, se la strutturaestera è privata, la Asl concede il pre-scritto nulla osta all’interessato che dovràanticipare le somme autorizzate per lequali potrà chiedere il rimborso al rien-tro in Italia, documentando tutte le speseoccorse con fatture ed equivalenti in ori-ginale. Le spese di carattere strettamente sanita-

rio (compresi gli onorari dei medici), ilviaggio (2ª classe ferroviario o aereo au-torizzato), la degenza, la diagnostica, ifarmaci, le protesi etc. sono rimborsatenella misura dell’80% delle tariffe appli-cate nelle strutture pubbliche.Anche le spese di trasporto o di viaggiodell’accompagnatore sono rimborsabilinella stessa misura, nel caso di mino-renni, di persone non autosufficienti o disoggetti per i quali il Centro regionale diriferimento abbia autorizzato l’accompa-gnatore. Più in particolare, con Decreto del Pre-sidente del Consiglio dei Ministri del 1°dicembre 2001, è stato previsto che lespese di soggiorno dell’assistito con han-dicap grave e del suo accompagnatore inalberghi o strutture collegate con centridi altissima specializzazione siano equi-parate, a tutti gli effetti, alla degenzaospedaliera, qualora non sia previstal’ospedalizzazione in costanza di rico-vero per tutta la durata degli interventiautorizzati.Nella misura del 40% sono invece rim-borsate le spese per prestazioni erogateda liberi professionisti, mentre non sonorimborsabili quelle di soggiorno ed al-berghiere nella località estera (ad ecce-zione, come sopra evidenziato, di quelleriferite a soggetti con handicap grave).Se la struttura è pubblica o privata con-venzionata, la Asl provvedere a rilasciareun formulario denominato E 112 (per gliStati della Comunità europea) o formu-lario analogo se si tratta di Stato conven-zionato, e l’assistenza viene erogata informa gratuita.Ove ricorrano elementi di gravità ed ur-genza, la Regione può autorizzare diret-tamente, in deroga alla procedura,prestazioni all’estero, dandone comuni-cazione all’Asl competente, così come,a seconda del reddito, possono essereconcessi acconti (fino ad un massimodel 70%).

Conguaglio: la pensione minima deve essere garantita

In caso di conguaglio fiscale a debito delpensionato e qualunque sia la somma datrattenere, la pensione erogata non potràessere mai inferiore ad € 458,20, cheequivale alla pensione minima.Lo ha comunicato l’Inpdap, con notaoperativa n. 4 del 5 febbraio 2009, pre-cisando che la procedura si è resa ne-cessaria perché finora, in sede diconguaglio fiscale, è accaduto che amolti pensionati è stata decurtata l’interapensione per una o anche più mensilità,lasciando letteralmente a terra personeanziane e bisognose di cure.Con questa nuova procedura, invece, incaso di conguaglio fiscale a carico delpensionato, l’Inpdap potrà trattenere so-lamente le somme che eccedono la pen-sione minima di € 458,20 finoall’estinzione del debito fiscale, con unarateizzazione che, partendo da marzo2009, dovrà completarsi a dicembre diquesto stesso anno, con la maggiora-zione degli interessi calcolati nella mi-sura dello 0,50% al mese. ✦✦

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Luglio/Agosto 2009

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

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Il giorno 30 maggio 2009, si è svoltanelle sede del Polo Interforze del-l’Anagnina a Roma, la cerimonia diinaugurazione di un Monumento de-dicato ai Caduti delle Forze di Polizia.Come è noto, detto Polo ospita la Di-rezione Centrale della Polizia Crimi-nale, la Direzione InvestigativaAntimafia e la Direzione Centrale peri Servizi Antidroga. Per la circostanza,il Capo della Polizia Direttore Gene-rale della Pubblica Sicurezza haespresso il desiderio che fossero pre-

senti alla manifestazione i Pre-sidenti delle Associazioni diCategoria e i Gonfaloni dellamedesima. E’, pertanto, interve-nuto anche il delegato dell’AN-PPe, unitamente al PresidenteDott. Donato Capece e al Coor-dinatore Nazionale Dott. Lio-nello Pascone. Molto suggestival’intera cerimonia con la parte-cipazione dei vertici delle Forzedi Polizia, della Fanfara dellaPolizia di Roma e dei parentidei caduti.

Roma: Monumentoai caduti

Padova: Festa del Corpo

Nella giornata del 27 giugno 2009, si èsvolta presso la Casa di Reclusione di Pa-dova la consueta annualità della Festadel Corpo di Polizia Penitenziaria. Nel-l’occasione, ha partecipato una ricca de-legazione dell’ANPPe Sezione Padovacon in testa il Segretario Tommaso Bo-chicchio e molti altri iscritti. Grazie al la-voro che sta svolgendo il Segretariodell’ANPPe della Sezione di Rovigo, Re-ferente per il Nord Est , Roberto Trama-cere le presenza dell’Associazione èsempre più consolidata e ramificata nelterritorio.

Rovigo: Festa sociale

Domenica 28 giugno 2009 presso il RistoranteLa Calabria di Rovigo, si è tenuto il 1° PranzoSociale A.N.P.Pe. Sezione di Rovigo. Alla cerimo-nia hanno partecipato oltre 50 persone tra pen-sionati, soci e simpatizzanti. Era presente, inoltre,una delegazione della neonata Sezione di Padova.Tutto si è svolto in un clima di giovialità e goliar-dia; sono stati consegnati al Referente della Sezione di Padova Sig. Tommaso Bo-chicchio le 8 tessere di iscrizione insieme a solini e bustine. La Segreteria Rovigovuole ringraziare il Vice Comandante Ispettore Superiore Sig. Umberto Zannarini ilVice Presidente Giovanni Meloni, l’avvocato Paolo Mercuri dello Studio LegaleMercuri-Sergi, tutti gli invitati e, in particolare, il Sig. Antonino Foti che, dalla pro-vincia di Messina, è venuto appositamente per partecipare alla cerimonia ritro-vandosi con vecchi e nuovi amici della Casa Circondariale di Rovigo.

Robert Tramacere

Alessandria:Incontro con l’On.Ignazio La RussaIl 23 maggio 2009, in occasione di unavisita alla città di Alessandria, una dele-gazione dell’ANPPe guidata dal Segreta-rio Provinciale Antonio Aloia haincontrato il Ministro della Difesa On.Ignazio La Russa facendogli dono delCrest dell’Associazione.

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abato 27 giugno 2009, presso il sa-crario della Campana dei CadutiMaria Dolens di Rovereto si èsvolta la rituale Festa del Corpo di

Polizia Penitenziaria 2009 per gli istitutidi Rovereto e Trento.La cerimonia, nonostante la decisione diridurre il badget rispetto all’anno pas-sato, è riuscita perfettamente, grazie allacollaborazione del personale di PoliziaPenitenziaria, del Cappellano della CasaCircondariale di Rovereto e di alcune so-cietà che lavorano all’interno dell’isti-tuto, che hanno contribuito per la buonarealizzazione della Festa.La cerimonia ha visto la partecipazionedel personale dell’istituto e di alcune au-torità civili e religiose. L’auspicio è cheil prossimo anno si ritorni a destinaremaggiori risorse economiche al giornodedicato alla Polizia Penitenziaria, in

dalle Segreterie

S

20Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

Vibo Valentia: Festa del 2 giugno

Rovereto: Festa del Corpo

Nel corso della celebrazione del 2 giugno, svoltasi a Vibo Va-lentia, alla presenza di autorità civili e militari, è stata conferital’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repub-blica Italiana all’ispettore Giuseppe Ramondino. L’onorificenzaè stata consegnata dal Direttore dell’istituto Dott. Mario AntonioGalati. Alla cerimonia hanno assistito numerosi cittadini dellacittà calabra.

modo da restituire la giusta consi-derazione alla nostra festa.

Fabio Massimo Alviani

Roma: Benemerenza al dott. Donato capece

l 23 maggio 2009, presso l’Hotel Hilton di Roma Fiumicino laLega Nazionale Dilettanti della FIGC ha consegnato una targa dibenemerenza al Dott. Donato Capece per il suo lungo impegnonel calcio dilettantistico. La cerimonia si è svolta alla presenzadel Commissario straordinario Giancarlo Abete, del Presidentedella LND Dott. Carlo Tavecchio e di altre personalità sportive.

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4° Trofeo Fair PlaySi è svolta, nella splendida cornice del Centro Sportivo West Coastdi Roma, la finale del 4° Trofeo Fair Play di calcio a cinque a cuihanno partecipato 10 squadre, tra cui la compagine della SFAPPedi Via di Brava e quella formata da personale del GOM, sempredella Scuola capitolina. Dopo aver sbaragliato tutti gli avversari,è arrivata in fondo alla competizione la formazione della PoliziaPenitenziaria del GOM, la quale ha dato vita ad una finale pienadi emozioni e di grandi giocate. La rappresentativa del GOM haalzato la coppa al cielo dopo aver battuto con il punteggio di 5 a3 la compagine del Ministero delle Poste. Entrambe la squadrepartecipavano al torneo con il patrocinio della Segreteria Regio-nale del Lazio. Anche questa volta, come in passato, la rappresen-tativa della Polizia Penitenziaria ha avuto la meglio sulle numerose altre formazioni partecipanti al Trofeo. Un ringraziamentoanche al Segretario locale della SFAPPe di Via di Brava, Isp. Sup. Claudio Iacobelli, che ha arbitrato magistralmente la finale.Un plauso ai nostri ragazzi che hanno saputo, ancora una volta, tenere alto il nome del Corpo. Maurizio Somma

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Il Sappe di Frosinone, in concomitanza con la Festa del Corpo della PoliziaPenitenziaria, ha messo in atto una protesta con una manifestazione a cuihanno partecipato molti poliziotti, denunciando la gravosa situazione lavo-rativa in cui versa il personale di polizia penitenziaria. La cronica carenzad’organico mette a rischio l’incolumità stessa dei Poliziotti penitenziari che,oltre a svolgere turni massacranti e a ricoprire contemporaneamente piùposti di servizio, lavora ai livelli minimi di sicurezza. A nulla sono servite lerassicurazioni da parte del Provveditore Dott. Angelo Zaccagnino dei giorniprecedenti per scongiurare la protesta che invece si è svolta il 24 giugno2009 innanzi al carcere di Frosinone.

Il 18 giugno 2009, si è te-nuta una manifestazione diprotesta innanzi la Prefet-tura di Siracusa, da partedel Sappe e di altre siglesindacali per evidenziarele problematiche degli isti-tuti di Noto, Augusta e Si-racusa. il Prefetto ascoltatele ragione del personaleha inviato una nota al Mi-nistro della Giustizia On.leAlfano richiedendo un ur-gente intervento sulla que-stione.✦

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 164 - luglio/agosto ‘09

Frosinone: Sit-in di protesta durante laFesta del Corpo di Polizia Penitenziaria

Siracusa : Manifestazione delSappe di Noto, Augusta e Siracusa

MASSA:lutto in segreteria

Martedì 30 giugno 2009, a Massa,presso la Chiesa dei Quercioli, sisono svolte le esequie di un Pioniereindiscusso del SAPPe e dell’ANPPe,qual’era Salvatore Di Bernardi.Alla famiglia vanno le nostre piùsentite condoglianze. La SegreteriaGenerale è stata rappresentata, nellacircostanza, dal Segretario GeneraleAggiunto Roberto Martinelli.

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Fino a provacontraria

l giovane di colore Frank Beachum (interpretato da IsaiahWashington) è rinchiuso da sei anni nella cella della mortedel carcere di San Quintino (California), in attesa di esseregiustiziato con una triplice iniezione letale un minuto dopo

la mezzanotte per l'omicidio di una donna bianca.Clint Eastwood (sessantotto anni all’epoca) è al suo 21° film da re-gista-produttore (tratto dal romanzo di Andrew Klavan Prima dimezzanotte) dove interpreta un giornalista specializzato nel settoreinvestigativo, Steve Everett, che ha sempre avuto molti problemi conl'alcool da cui sta tentando di disintossicarsi.Nonostante l’alcolismo Steve è anche un ostinato donnaiolo, e la mo-glie Barbara e la piccola figlia vivono una situazione molto difficile. Everett lavora all'Oakland Tribune, dove il direttore Alan deve con-tinuamente difenderlo dai colleghi, soprattutto dal capocronacaBob, con la cui moglie Everett ha una relazione.Malgrado tutto ciò, Steve è l'unico ancora abbastanza intelligente,intuitivo e umano per accorgersi, quando gli viene affidato il serviziosull'esecuzione del giovane Frank, che il condannato è innocente.Ed è anche l'unico che sente il dovere di salvargli la vita, di opporsialla giustizia ufficiale e di ripristinare la verità. Purtroppo, però, Steve ha soltanto dodici ore di tempo per trovarele prove della sua innocenza. E da qui il film prosegue una corsaparallela contro il tempo: da una parte, in prigione, il condannatosi prepara alla morte rivelando quanto anche l'esecuzione di Stato,ritmata da regole e riti, sia soltanto una rappresentazione spettaco-lare e dall’altro lato, per le vie della città, il giornalista compie lasua inchiesta-lampo, scopre le prove dell'innocenza e le presentaal Governatore.La conclusione di Fino a prova contraria è un colpo di scena;quando allo spettatore sembra che la verità e la grazia del Governa-tore siano arrivate troppo tardi e l'innocente è già stato giustiziato,arriva un secondo lieto fine alla Frank Capra che mostra il condan-nato a casa con la famiglia dopo gli ultimi acquisti natalizi.Il film si conclude, insomma, col contrasto dei due caratteri: il con-dannato nero è legatissimo alla moglie e alla figlia piccola che loamano, il giornalista bianco è giudicato dalla moglie con amara con-siderazione e delude costantemente la figlia piccola. L’ultima scena mostra Everett che gira per la città, cacciato di casadalla moglie, che incrocia un Frank felice con la famiglia che lo sa-luta da lontano.

Cinema dietro le sbarre

Sopra, lalocandina

sotto, alcunescene

del film

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La scheda del FilmRegia: Clint EastwoodTitolo originale: True CrimeTratto dal romanzo: Prima di mezzanotte di Andrew KlavanSoggetto: Andrew Klavan (romanzo)Sceneggiatura: Paul Brickman, Larry Gross, Stephen SchiffFotografia: Jack N. GreenMusiche: Lennie NiehausMontaggio: Joel Cox

Produzione: Richard Zanuck & Lili Fini Zanuck Distribuzione: Warner BrosItalia (1999)Warner Home Video

Personaggi ed Interpreti:Steve Everett: Clint EastwoodFrank Beachum: Isaiah WashingtonBonnie Beechum: Lisa Gay HamiltonAlan Mann: James WoodsBob Findley: Denis LearyLuther Plunkitt: Bernard HillBarbara Everett: Diane VenoraPadre Shillerman: Michael McKeanDale Porterhouse: Michael JeterMichelle Ziegler: Mary McCormackla piccola Kate Everett: Francesca Fisher-Eastwood(Sydney Poitier) Jane March: Sydney Tamiia Poitier

Genere: Drammatico Durata: 127 minuti Origine: USA, 1998

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a cura diG. B. De Blasis

L’angolo rosso

ack Moore (interpretato da Richard Geere) è un avvocato disuccesso che svolge anche l’incarico di consulente e media-tore d'affari per un grande gruppo che opera nel settore dellospettacolo. In questa veste arriva a Pechino, in Cina, per ne-

goziare la vendita di programmi TV via satellite.Dopo la prima giornata di lavoro Jack, in un locale notturno, avvicinauna ragazza locale e passa la notte con lei. La mattina dopo viene sve-gliato dalla polizia, che ha scoperto il corpo della ragazza privo divita accanto a lui. Abbandonato dalle autorità del suo paese che si di-sinteressano del caso, seviziato in carcere, rischia la pena di morte,ma trova in una giovane legale, nominata suo difensore di ufficio ( lagiovane attrice cinese Bai Ling interpreta l'avvocato), qualcuno checrede nella sua innocenza e strenuamente si batterà per dimostrarla.C'è, infatti, un complotto misterioso e piuttosto macchinoso. Sotto lamaschera del film di denuncia civile sul sistema giudiziario della Re-pubblica Popolare Cinese, è un thriller d'azione, scritto da RobertKing, con tutti gli ingredienti e gli stereotipi del genere, compreso unepilogo alla Casablanca. Jack si trova ad affrontare un sistema giu-diziario in cui all’accusa di omicidio corrisponde sempre la condannaa morte. Egli può fare affidamento solo sull'avvocato che gli è statoassegnato d'ufficio, la giovane Shen Yuelin, che inizialmente, però,gli consiglia di dichiararsi colpevole. Jack, però, non ha alcuna in-tenzione di accettare la dichiarazione di colpevolezza ed è capace,attraverso molti colloqui, a convincere Shen della propria innocenza,costringendola a ricorrere ad ogni cavillo legale per guadagnaretempo. Jack riesce a fuggire dalla prigione per indagare da solo sul-l’omicidio cercando di fare luce sull'accaduto. Fortunatamente,quando viene catturato di nuovo, Jack è in grado di provare l'esi-stenza di un complotto ai suoi danni nel quale sono coinvolti alti rap-presentanti del governo cinese. Finalmente liberato, Jack riesce araggiungere velocemente l’aeroporto , accompagnato da Shen, conla quale si erano create un'amicizia e un'intesa profonda, e a ripartireper gli Stati Uniti. Le location del film sono state costruite a Los An-geles con estrema accuratezza, così come è stato altrettanto accuratoil resoconto dell'iter giudiziario.

J

A fianco la locandina

sottoalcunescene delfilm

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La scheda del FilmRegia: Jon AvnetTitolo originale: Red CornerSoggetto e sceneggiatura: Robert KingFotografia: Karl Walter LindenlaubMusiche: Thomas NewmanMontaggio: Peter E. Berger

Produzione: Jon Avnet, Jordan Kerner, Charles B. Mulvehill,Rosalie SwedlinDistribuzione: United International Pictures - Warner HomeVideo

Personaggi ed Interpreti:Jack: Richard GereShen: Bai LingBob: Bradley WhitfordLin Dan: Byron MannDavid: Peter DonatEd: Robert Stanton

Xu: Tsai ChinLin: James HongMing Lu: Roger YuanTzi Ma

Genere: Thriller Durata: 119 minuti Origine: USA 1997

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Dr. Paolo Meo [email protected]

Medico Infettivologo e tropicalista

n un mondo ormai globalizzatocome quello nel quale viviamosembrerebbe quasi superfluo sot-tolineare alcuni aspetti legati al

mondo dei viaggi, ma la nostra più cheventennale esperienza ci suggerisce cheritornare sui “concetti” può essere sem-pre utile.E’ in questa prima puntata della rubricamedica vogliamo sottolineare l’impor-tanza di una informazione aggiornata ecorretta per affrontare sereni e tran-quilli un viaggio che ci deve lasciare solobei ricordi.Rifuggiamo quindi da quegli atteggia-menti di superiorità - «tanto io me lacavo sempre!» dei quali abbiamo pur-troppo constatato amari risultati; nédiamo credito a suggerimenti o consiglispacciati per sicuri ed incontrovertibili,di fantomatici esperti tuttologi.Con la salute non si scherza!La Medicina dei Viaggi, branca della me-dicina di recente interesse, nasce pro-prio con lo scopo di mettere al serviziodi chi viaggia l’esperienza di personalemedico formato ad hoc: il pazienteviaggiatore diventa così un’entità speci-fica, considerata nella sua globalità ed inrelazione all’evento viaggio e quindi aduna situazione temporanea sì, ma che a

volte può alterare l’equilibrio dell’orga-nismo. Informarsi consente a tutti , quindi anchea chi soffre di patologie croniche, di af-frontare serenamente un viaggio, perchépuò confidare sull’esperienza di chi puòconsiderare la sua patologia sotto unaspetto diverso. Nella nostra lunga esperienza abbiamopuntato molto sull’informazione al viag-giatore, mettendo a disposizione dei no-stri clienti un’équipe di specialisti aiquali rivolgersi per consulenze, un sitoweb: www.cesmet.com- [email protected] destinato ai viaggiatori diretti inqualsiasi parte del mondo.• contiene più di 130 schede/paese; • dà informazioni sanitarie utili in qual-

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Dott. Paolo Meo

METtiamoci in salute

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Consigli sulla farmacia da viaggio:

• porta pochi farmaci utili e adeguati alle zone dove ti rechi;

• se utilizzi abitualmente medicine, preparane unascorta adeguata per coprire il periodo di sog-giorno; cerca di essere autosufficiente e di noncontare sull’acquisto all’estero dei farmaci;

• controlla le date di scadenza;

• mantieni il kit protetto dagli agenti atmosferici(acqua, sbalzi di temperatura, luce forte, umidità);

• chiedi al tuo medico o alla Travel Clinic di fiducia di prepa-

rare una dichiarazione firmata riguardante farmaci che porti altuo seguito per le autorità doganali, in particolare di alcuni

paesi tropicali, per evitare difficoltà all’entrata del paese;

• discuti con il tuo medico quando e come utiliz-zare le medicine che porti con te;

• fai molta attenzione: ogni medicamento è utile,se bene utilizzato, ma può essere anche perico-loso. Non ne assumere inutilmente;

• Fai attenzione ai bambini, sono molto incuriositida questo tipo di caramelle. Le conseguenze si scoprono

quando tutto è successo!!

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Opinioni

Toghe diMagistrati

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a sentenza n. 12 del 2.1.2009della sesta sezione penale dellaCorte di Cassazione sul lavorodel cappellano delle carceri

non può passare inosservata e deve rap-presentare un momento di riflessionesoprattutto per gli operatori penitenziari. La sentenza prende spunto da un fatto dicronaca svoltosi tra il 1988 ed il 1994 inun istituto penitenziario del nord Italiache aveva portato sul banco degli impu-tati l’ex cappellano di quel carcere ac-cusato di una serie di reati tra cui laconcussione. Secondo l’art.317 del codice penale, ri-sponde di tale reato “il pubblico uffi-ciale o l’incaricato di un pubblicoservizio che, abusando della sua qua-lità o dei suoi poteri, costringe o in-duce taluno a dare o a promettereindebitamente, a lui o un terzo, de-naro o altra utilità”.Il reato è perseguibile d’ufficio e prevedeuna condanna alla pena della reclusioneda 4 a 12 anni.Nel caso specifico, l’ex cappellano erastato accusato di “concussione neiconfronti di alcuni detenuti indotti,con la prospettiva di potere incideresulla loro posizione, a prestazioni dinatura sessuale”.Condannato in Appello a 3 anni e 10mesi, aveva presentato ricorso in cassa-zione contro i vari capi di imputazionee, per il reato quivi in esame, era stataeccepita la “mancanza di motivazionecirca la ritenuta sussistenza del reatodi concussione”.

L

Si diceva che non essendo un pubblicoufficiale non avrebbe potuto essere con-dannato per concussione, figura previstasoltanto per chi ricopre incarichi pub-blici. La Cassazione ha ritenuto il ricorso nonfondato e lo ha rigettato dopo aver ana-lizzato punto per punto i vari gravamiproposti dai difensori dell’imputato.Relativamente alla concussione ha spe-cificato che “il delitto di concussione èun reato proprio e come tale può es-sere commesso soltanto da soggettoche rivesta la qualità di pubblico uffi-ciale o di incaricato di un pubblico

servizio, sicché assume preliminare ri-levanza, nel caso in esame, stabilire setale qualità, indiscussa nella vigenzadel regolamento penitenziario del1931, possa ritenersi ancora possedutadal cappellano del carcere dopo la ri-forma del 1975, che ha profondamenteinciso sulla posizione e sulle preroga-tive del medesimo.È pur vero che la riforma carcerariadel 1975, tradendo in parte i propositidi laicizzazione della vita pubblica,continua a prevedere che il tratta-mento del condannato e dell’internatosia svolto avvalendosi anche “della re-

Tonache e Togheil ruolo del Cappellano delle

carceri dopo la sentenza dellaCassazione Penale

Aldo Maturo*[email protected]

w

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ligione” (art. 15) e, a tal fine, mantiene - in particolare - il serviziodi assistenza cattolica come servizio stabile e interno alla strutturapenitenziaria, ma non può sottacersi che, nella prospettiva di af-francarsi - con una qualche timidezza - da tendenze confessionali,ha comunque rimosso il cappellano dal Consiglio di disciplina edalla quasi totalità delle funzioni amministrative che il regola-mento precedente gli conferiva. Il cappellano, infatti, è stato pri-vato anche del potere di controllo sulla corrispondenza, delgoverno della biblioteca, del potere di redigere i rapporti per l’os-servazione del detenuto. I suoi compiti - di norma - sono essen-zialmente di natura religiosa e consistono nell’organizzare epresiedere alle pratiche di culto e nell’istruire e assistere i dete-nuti.”A questo punto la Cassazione è passata ad esaminare l’attività oggettivasvolta da un cappellano giungendo alla conclusione che di certo eglinon riveste la qualità di pubblico ufficiale perché “non svolge unafunzione pubblica legislativa o giudiziaria né, dopo il ridimensio-namento dei compiti originariamente attribuitigli, una funzioneamministrativa, intesa come attività caratterizzata dalla forma-zione e dalla manifestazione della volontà della pubblica ammi-nistrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi ocertificativi”.Di certo, però, secondo la Corte, valutati “ i compiti che la legge at-tualmente gli assegna e che sono funzionali all’interesse pubblicoperseguito dallo Stato nel trattamento delle persone condannateo internate, il cappellano sicuramente svolge un servizio pubblico,la cui natura è conclamata dalla normativa pubblicistica che logoverna, dall’assenza dei poteri tipici della funzione pubblica (po-teri decisori, autoritativi o certificativi), dall’attività intellettiva,e non meramente applicativa o esecutiva, che lo caratterizza.”Nell’enunciare tale principio la Corte è partita dal presupposto chenon si poteva non contestualizzare il comportamento del cappellanovalutando la posizione da lui rivestita e il rapporto intercorrente coni detenuti, che versavano in una condizione di oggettiva soggezione.Analizzando l’art.317 del codice penale hanno evidenziato che lostesso prende in considerazione l’abuso di poteri e l’abuso di qualità.Il primo fa riferimento a condotte e manifestazioni di potere funzio-nale o di servizio per scopo diverso da quello per il quale si è stati in-vestiti. L’abuso di qualità si riferisce a condotte che consentono unastrumentalizzazione della posizione di preminenza ricoperta dal sog-getto rispetto al comune cittadino. Nella fattispecie l’ex cappellano avrebbe sfruttato indebitamente la suaposizione di preminenza nei confronti dei detenuti, ridotti in unostato di soggezione per paura del “pubblico potere” da lui rivestito,paura determinante ai fini della successiva prestazione indebita (anchesessuale) fatta al fine di mitigare gli effetti della segregazione.Da qui la condanna e l’enunciazione del nuovo principio secondo cuiil cappellano di un carcere svolge un servizio pubblico e quindi benpuò rendersi colpevole del reato di concussione. * Avvocato, già Dirigente dell’Amministrazione Penitenziaria 227

La coper-tina dellibro diGiuseppeRomano

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Nuvola [email protected]

Giuseppe Romano

Da: Santa Caterinaalla Colombaia

Breve storia delle

carceri della provincia

di Trapani

ari amici oggi vi presento un libro par-ticolare. Anche questo, come altri, faparte della nostra storia.Un libro realizzato da Giuseppe Ro-

mano.Un libro inedito, nel senso che non è mai statostampato.

In questo libro troverete una attenta descrizionedi tutti i carceri della provincia di Trapani conqualche breve nota su episodi che rivestono par-ticolare interesse. Come altri questo libro lo de-finisco libro aperto, poichè la ricerca del caroamico Peppe non si ferma quì ma prosegue perintegrare queste già interessanti pagine che vipropongo di leggere.

C

Il libro è disponibile liberamente nel sito:www.trapaninostra.it

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RAPPORTO UE SUI MALTRATTAMENTI AIDETENUTI IN MOLDAVIA«Le violazioni del divieto di maltratta-mento, emerse in proporzioni inquietantia seguito delle manifestazioni post-elet-torali del 6 e 7 aprile, devono essere af-frontate con determinazione al fine diristabilire un clima di fiducia» e «garantiretolleranza zero in materia di maltratta-menti in tutto il sistema di giustizia pe-nale». E’ quanto ha dichiarato a Strasburgo ilcommissario per i diritti umani del Consigliod’Europa, Thomas Hammarberg, in occasionedella pubblicazione del rapporto sulla visitaeffettuata nella Repubblica di Moldavia. E’necessario, secondo Hammarberg, «esam-inare non solo il comportamento dei singoliagenti di polizia ma anche la responsabi-lità» dei loro superiori. L’auspicio è che «ladeterminazione espressa dalle autoritàmoldave nel fare in modo che ognunorisponda dei propri atti», si traduca «inazioni concrete, risolute e durature». Nonsolo «procuratori, giudici, ufficiali dipolizia e avvocati dovrebbero prestare at-tenzione alle accuse e agli indizi di maltrat-tamento; nei luoghi di detenzione le lesionidovrebbero essere debitamente accertate,registrate e segnalate». Sono inaccettabili,conclude il commissario le cui parole sonostate riprese dal Sir, «le pressioni esercitatesui media e sulle Ong che denuncianooltraggi ai diritti umani. La libertà diespressione e di informazione deve esseretutelata, a maggior ragione in periodi dicrisi».

NELLE CARCERI ARRIVANO I DISTRIBUTORI DI METADONEPer i detenuti eroinomani arrivano nelle pri-gioni inglesi i distributori automatici di meta-done. Il governo del Regno Unito ha investito4 mln di sterline per questo progetto. Installatiper ora in 57 penitenziari, i distributori iden-tificano il detenuto tramite le sue improntedigitali e la scansione dell’iride e gli for-niscono una dose personalizzata del farmaco.

TROPPO SEXY PER ESSERE UN AGENTE DEL CARCERETroppo sexy per fare la guardia in carcere eper questo costretta a lasciare il proprio postodi lavoro. La denuncia arriva dalla diretta in-teressata, la 22enne Amitjo Kajla, che ha de-

ciso di portare in tribunale il servizio peniten-ziario inglese e il ministro della Giu-stizia, JackStraw per quello che considera un vero e pro-prio caso di mobbing che, nell’aprile scorso,ha portato al suo ingiusto allontanamento dalcarcere dove prestava servizio.Stando al racconto fatto dalla donna durantela prima udienza al tribunale di Birmingham, icolleghi anziani non le avrebbero mairisparmiato frecciatine e battute a causa deltrucco eccessivo e dei vestiti troppo attillati (leavevano dovuto sistemare l’uniforme a causadella sua taglia mignon e, quindi, la sua divisaera più stretta rispetto a quella classica), manon piacevano nemmeno la borsetta che sfog-giava in prigione e i suoi rapporti esagerata-mente cordiali con i detenuti. Soprusi verbali continui, spesso fatti davantiagli stessi carcerati e al resto dello staff, cheavrebbero fatto sentire la Kajla «umiliata ebersagliata», costringendola così a lasciare ilBrinsford Young Offenders Institution di Feath-erstone, nello Staffordshire. «Non riuscivo più a dormire la notte a causadelle prepotenze che subivo – ha raccontatola giovane agente – e ho cominciato a perderepeso. A quel punto, ho capito che non potevoandare avanti così e mi sono dimessa».Durante l’udienza, però, sono emersi numerosiparticolari relativi al comportamento tenuto incarcere dalla ragazza e dai detenuti: pare cheuna volta un detenuto le abbia urlato «quantosei sexy» dopo averla vista con la divisa ader-ente e un altro le avrebbe addirittura propostodi fermarsi nella sua cella. Da qui, la decisionedei colleghi di fare rapporto al direttore del-l’istituto, sottolineando come il look troppogla-mour di Amitjo potesse metterla nei guai euno di loro, Lee Hastings, l’avrebbe puredefinita «una stupida ragazzina» per avermesso a repentaglio la propria incolumità,sedendosi in mezzo ai detenuti durante l’orad’aria e venendo meno alle elementari normedi sicurezza. Un’insinuazione che l’avvocato della Kajla,Stephen Roberts, ha respinto al mittente, accu-sando, invece, il funzionario «di aver intimid-ito e di aver fatto il prepotente» con la suacliente solo perché lei «era giovane e carina».«Ho sempre avuto un atteggiamentoamichevole con i carcerati – si è poi difesala stessa Amitjo – ma non sono certo mieiamici».Ma a quanto pare la Kajla avrebbe avuto vitadifficile a Brinsford fin dal suo primo giorno,visto che si beccò subito i rimbrotti di AdamFarrer, uno dei capi della prigione, per iltrucco pesante, i braccialetti e il piercing alnaso. Decise, così, di cambiare tonalità di ros-setto, scegliendone uno più chiaro - malgradosul suo diario avesse scritto che «il mio trucco

è parte di me e non voglio cambiarlo» - purdi farsi accettare dagli altri. Ma la rinuncia sisarebbe rivelata del tutto inutile, perché gliepisodi di bullismo nei suoi confronti sareb-bero continuati lo stesso, fino all’inevitabileepilogo.

IN CARCERE PER UNA CENA SPECIALE!Altro che pane e acqua, in carcere arriva l’altacucina. The Clink (La Gattabuia) è il ri-storanteaperto da maggio all’interno del High DownPrison, nella contea inglese del Surrey. Se vo-lete provare questa esperienza preparatevi adaffrontare tutti i controlli di sicurezza che unaprigione inglese prevede - dal metal detectoral permesso del Ministero- a mangiare conposate di plastica e a bere poco vino. In com-penso vi consoleranno un’atmosfera elegantee insolita (tutti i mobili sono stati progettati erealizzati dai detenuti) e un conto da far invidiaad un fast food.Con 4 sterline e mezzo potrete godere di unpasto completo e genuino; infatti molti degliingredienti utilizzati in questa insolita cucinasono biologici, direttamente coltivati nell’ortodel penitenziario. L’anima di questo ristorante è lo chef AlbertoCrisci, responsabile del servizio Catering delcarcere. Ogni giorno Crisci organizza in cucinae in sala il lavoro dei detenuti, che servono piùdi 1000 pasti al giorno per lo staff e per i clien-ti. Un nuovo modo, dunque, per la riabili-tazione sociale dei detenuti: trasmettere lorovalori di ordine e rigore attraverso la cucinamigliorando così anche il loro benessere psi-cologico.

E IL POLIZIOTTO PENITENZIARIO ISRAELIANO SCRIVE IL “MANUALE DI SOPRAVVIVENZA IN CELLA”«Primo: portarsi dentro il minimo indi-spensabile. Secondo: non cercare l’amiciziadelle guardie, che tanto amiche non sono.Terzo: conoscere i diritti, sapere i doveri,non chiedere favori. Quarto: avere sempreun credito di soldi al bar interno. Quinto:occhio ai furti, specie le prime notti. Sesto:appena si può, dare una mano all’organiz-zazione del carcere. Settimo: l’ultimo en-trato è quello che ha meno diritti. Ottavo:non lamentarsi mai. Nono: non accettaredroghe. Decimo: volare basso, ma senzafarsi calpestare...». Dieci comandamenti nonbastano, a trovare in prigione la retta via percavarsela. Yitzakh Nir, agente penitenziario israeliano dilunga esperienza, ne ha elencati almeno altricinquanta. Di più: li ha messi per iscritto in un

dal Mondo...

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EUROPA

ISRAELE

GRAN BRETAGNA

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«Manuale di sopravvivenza alla cella per chinon ci è mai stato», ha organizzato fulminei(e costosi) corsi di dieci ore e s’è inventato unaffare – educare i ricchi e famosi finiti al fresco– che prima non esisteva. «Funziona - assi-cura lui - i miei clienti imparano subito enon dimenticano più, perché non hannoaltra scelta. Devono capire soprattutto unacosa: una volta dentro, chi si è stati nonconta più nulla. E bisogna ripartire dazero».Le guardie che inseguono i ladri? Aggiornatevi:ora insegnano, ai ladri. Perché una volta c’eraOmri Sharon, il figlio del primo ministro, reoconfesso di finanziamenti illeciti al partito dipapà. Oppure Aryeh Dery, il fondatore del par-tito religioso Shas, ammanettato per bustarelleprese quand’era ministro dell’Interno. Manegli ultimi anni Israele ha finito per somigliaresempre più al resto del mondo e a processare,ormai senza troppo scandalo, vip della politica,dello spettacolo, dell’economia. Fra un MosheKatzav (unico capo di Stato al mondo costrettoalle dimissioni per un sexy-gate) in attesa disentenza e un Dudu Topaz (showman accusatod’aver fatto picchiare i manager tv che non gliaffidavano un programma) arrestato con granclamore, e le porte della prigione si potreb-bero aprire anche a due ex ministri del gov-erno Olmert, Shlomo Ben-Izri e AvrahamHirshzon, alla sbarra in questi giorni per cor-ruzione.Proprio a loro due si sono rivolti gli organiz-zatori del corso, offrendo una full immersione preparandoli a un destino che pare segnato:«Nonostante i numerosi casi illustri - spiegaNir - ancora non esiste un carcere a cinquestelle. E la condanna supplementare, perqualcuno, è passare i mesi con gente chenon ha proprio il colletto bianco. Noi lavo-riamo su tutti: anche studenti, padri difamiglia, piccoli imprenditori finiti nei pas-ticci. E incapaci di stare in un ambiente cosìdiverso». Adattarsi non è da tutti. E così gli in-segnanti – che hanno smesso la divisa e strettoun accordo con l’amministrazione peniten-ziaria, per seguire gli allievi anche nelle primesettimane di detenzione – cercano di lavoraresu esempi, buonsenso, piccoli trucchi. «Nellecelle può capitare che ci siano dieci brandee dodici detenuti. La regola è che l’ultimo ar-rivato dorma sul materasso per terra. Maspesso accade che il vip chiami il medico,accampi motivi di salute, chieda ai com-pagni di prigione di lasciargli il posto-letto,magari offrendo favori una volta fuori...Ecco, questo è il modo peggiore d’entrare: lalegge della galera non consente certe scor-ciatoie ed è lì che cominciano i guai».Lo choc del sole a scacchi non può diventareun alibi, dice Nir, e allora per qualche migliaio

di euro vale la pena d’«imparare a nuotare,per non affogare». Sapendo subito che: nonpiace chi si fa troppa toilette; agli altricarcerati è meglio non dare immediata confi-denza; non si deve raccontare troppo sul per-ché si è dentro; non è bello rievocare i fastiperduti; si è soli con se stessi... «Una volta,un cliente voleva cambiare cella. Contattòun capetto, gli offrì dei soldi. Riuscì atraslocare. Ma da quel giorno, il capettocominciò a ricattarlo. Voleva sempre piùdenaro, altrimenti l’avrebbe rimesso dadov’era scappato: in mezzo a detenuti chel’aspettavano per fargli la festa». Il colmo, per un ricco e famoso: pagare unapigione per restare in prigione.

TRAFFICANTE ITALIANO TENTA EVASIONE COL DIRIGIBILEStava pianificando una rocambolesca fuga dalcarcere. Un piccolo dirigibile telecomandatogli avrebbe portato attrezzi e occhiali a in-frarossi per scalare le mura del carcere dinotte e fuggire all’estero, ma i suoi compliciall’esterno sono stati arrestati prima del colpo:lo ha riferito oggi la polizia spagnola. E’ andatamale al narcotraffiante italiano Giulio B. (nonè stata resa nota l’identità completa del-l’uomo), 51 anni, arrestato nelle Canarie peraver cercato di introdurre in territorio spag-nolo dalla Mauritania 200 chili di cocaina. Icomplici del narcotrafficante sono stati notatidalla polizia e arrestati mentre osservavanocon un teleobiettivo la struttura penitenziariada una collina a 600 metri di distanza.

FEBBRE SUINA: 70 DETENUTI COLPITI,CARCERE CHIUSO Prigione chiusa per influenza. Accade in Aus-tralia, nel Qeensland, dove il virus H1N1avrebbe colpito 70 detenuti del carcere diLotus Glen. Un portavoce dell’istituto peniten-ziario ha riferito infatti che un’ospite di 34anni è risultato positivo all’influenza A, e chealtri 69 detenuti mostrano sintomi potenzial-mente riconducibili all’infezione pandemica.La prigione è stata quindi chiusa ai visitatori,spiegano le autorità locali. I detenuti potrannoallontanarsi dal carcere soltanto per compari-re in tribunale, dopo essere stati visitati e au-torizzati da personale sanitario.In Australia i morti per la nuova influenza sono10, la maggior parte dei quali aveva graviproblemi di salute anche prima di contrarreil virus H1N1.

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OLANDA: PROTESTA PERCHÉ IN CELLASERVONO SOLO CIBO ISLAMVorrebbe gustare carne di maiale, ma ècostretto a un menù a base di carne halal,ovvero preparata secondo i dettami alimentaridella religione islamica. Per questo un de-tenuto olandese del carcere di Sittard, inOlanda, ha chiesto una compensazione dalloStato di 25 euro al giorno. «Il mio cliente - ha spiegato il legale - nonvuole che una religione gli sia imposta,vuole solo poter mangiare polpette di ma-iale». Per tagliare sulle spese il ministero dellaGiustizia ha sottoscritto un accordo coi forni-tori perché consegnino solo alimenti halal,racconta il quotidiano Telegraaf. Negli istituti di reclusione, infatti, degli oltre14mila detenuti, uno su due sono di originestraniera (55%) e i gruppi etnici più rappre-sentati sono quelli delle persone che proven-gono dal Marocco e dai territori della exJugoslavia. Fornire un doppio menù, per imusulmani e i non è troppo costoso. E alloravia il maiale, animale più che rappresentatonella cucina tradizionale olandese, e sullatavola solo manzo e pecora. «La libertà di religione è una gran cosa - hacommentato l’’avvocato del detenuto - ma ilmio cliente non vuole che una religione glisia imposta».

IL TOGO ABOLISCE LA PENA DI MORTEIl parlamento del Togo ha votato all’unanimitàl’abolizione della pena di morte alla presenzadel Primo Ministro spagnolo, Jose Luis Ro-driguez Zapatero. Il Togo è così diventato il 15° Membro dell’U-nione africana ed il 94esimo paese al mondoad abolire la pena di morte per tutti i crimini.Zapatero si è fatto portavoce di una campagnaper la moratoria mondiale sulla pena dimorte, primo passo per la sua abolizione. Il Primo Ministro Spagnolo ha affermato conorgoglio che il Togo, oggi, ha fatto sentire altala sua voce per la giustizia e la dignità umana.Solo nella Capitale del Togo, Lomè, si contano6 detenuti nel braccio della morte. Kokou Tozoun, Ministro della Giustizia, hadichiarato: «Penso che sia la migliore deci-sione che abbiamo preso in questo anno ...non abbiamo il diritto di dare la morte aqualcuno».Sembra comunque che il paese non abbia ese-guito condanne a morte dal 1978.

SPAGNA

OLANDA

AUSTRALIA

TOGO

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L’istituzione dei Ruolitecnici nel Corpo

ell’ambito del dibattito pro-mosso con la pubblicazionedell’intervento della dott.ssaEmanuela Merluzzi riceviamo e

volentieri pubblichiamo una nota delcollega Daniele Papi sul tema dei ruolitenici. Ovviamente restiamo in attesa di ul-teriori contributi per poter trarre pro-ficue conclusioni.

C iao Gianni, ho letto con interesse il tuoarticolo titolato Ruoli Tecnici dellaPolizia Penitenziaria, raccolgo iltuo invito ed approfitto per interveniresulla questione ringraziandoti sin da oraper lo spazio che avrai la possibilità diconcedere al mio intervento.La realizzazione di ruoli tecnici sarebbeauspicabile per una lunga serie di mo-tivi.Provo ad elencare quelli (secondo il miomodesto parere), che se valutati con unacritica propositiva e costruttiva dovreb-bero indurre ad una accelerazione in talsenso.Partiamo dalla riforma del 1990, laquale, nata come riforma del Corpo degli

Agenti di Custodia, si trasformò in una ri-forma di tutta l’Amministrazione.Un progetto così grande, purtroppo hainevitabilmente comportato delle imper-fezioni. Partendo ora da quella base edall’esperienza maturata si potrebbe au-spicare ora una riforma vera della PoliziaPenitenziaria, riconoscendo all’organi-smo la propria specificità, non trala-sciando però gli aspetti generali cheinvestono il Corpo in quanto Forza di Po-lizia a tutti gli effetti.Per giungere al risultato finale, che do-vremmo trattare nello specifico, ovverogli auspicati Ruoli Tecnici, dovremmo in-nanzi tutto pretendere che il Corpo siadotato di un suo vertice ben identificatodalla legge, e non presunto o auto-inve-stito del titolo come ora, come lo era nelperiodo anteriforma con un suo Coman-dante del Corpo, i suoi dirigenti ed i suoifunzionari, la sua articolazione periferica,Regionale (i vecchi Comandi Regionali)locale (I reparti incardinati negli IstitutiPenitenziari ed i relativi Comandanti diReparto, i quali usufruivano di una pro-pria autonomia, principalmente sulla ge-stione della SICUREZZA).Questo passo dovrebbe, poi, svincolare ilvertice del Corpo dal Dipartimento del-

l’Amministrazione Penitenziaria, ovverofare si che il vertice del Corpo rispondadella gestione dell’organismo e dei risul-tati direttamente alla parte politica, ov-vero al Ministro competente, ossiaprevedere una Direzione Generale delCorpo, alle dirette dipendenze del Mini-stro della Giustizia.Una riforma in tal senso, restituirebbe di-gnità ed identità alla Polizia Penitenziaria,consentirebbe il giusto riconoscimentodi molte professionalità del mondo Peni-tenziario dimenticate (forse volutamentedal DAP), il travaso di tali professionalitànei ruoli del Corpo, i benedetti auspicatiRuoli Tecnici, cioè tutte quelle figure di-menticate dalla legge Meduri, che conti-nuano a fornire un contributo silenziosoma fondamentale che consente al mondopenitenziario di non implodere.Per motivi di spazio che comprendo,evito di dilungarmi, sperando di aver lan-ciato un idea sulla quale si possa aprireun dibattito costruttivo che porti ad unariforma reale, cioè restituire alla PoliziaPenitenziaria una sua organizzazioneCentrale e periferica, che ha dimostratodi funzionare in altri organismi militar-mente organizzati.

Daniele Papi

Dibattito

A destrauna Sala

operativasotto l’elica

del DNA

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on è semplice descrivere ilcarcere, perché tutti già pen-sano di conoscerlo. Poi av-viene a volte un’occasione -

anche indiretta - per venire a contattocon questa realtà a noi contempora-neamente vicinissima e lontanissima.Un mondo a sé, separato da alte mura,

che ripropone anchea r c h i t e t t o n i c a-mente la distanzadalla vita normale.Spariscono gli ste-reotipi e la realtàcarceraria, quelladi un mondo do-lente, diventa vi-sibile. Alla letturaobiettiva di que-sto mondo le pa-gine del librovogliono gui-dare.

L’associazione Antigone ha curato questopiccolo volume, pubblicato dalla casaeditrice Sinnòs, cooperativa sociale di exdetenuti, e distribuito dalla Regione Lazioai ragazzi delle scuole superiori. Il libro è composto da brevi capitoli contesti curati da Antigone, ognuno dei qualidedicato a un aspetto della vita carcera-ria e illustrato da una singola tavola. Letavole sono state disegnate da: FedericoAppel, José Angel Arias, Mauro Biani,Stefano Casini, Paola Cassiano, Chito,Francesco Cipriani, Dido, Ellekappa,Francesco Feola, Milo Manara, MarioMarietti, Leo Ortolani, Nico Pillinini,Marco Pinti, Dariush Radpour, AndreaRivola, Vincenzo Sparagna, SergioStaino, Vauro e Allegra Via. Una pubblicazione certamente necessa-ria e utile, se non fosse che in certe de-scrizioni è caratterizzata troppo daglischematismi ideologici dell’associazioneAntigone, che tendono a vedere nel de-

tenuto sempre e comunque unavittima.

Questo romanzo comincia nel di-cembre 782 in un’abbazia sull’isoladi Vectis (Inghilterra), quando il pic-colo Octavus, accolto dai monaci perpietà, prende una pergamena e inizia ascrivere un’interminabile serie di nomiaffiancati da numeri. Un elenco enigma-tico e inquietante. Questo romanzo comincia il 12 feb-braio 1947, a Londra, quando WinstonChurchill prende una decisione che pe-serà sulla sua coscienza sino alla fine deisuoi giorni. Una decisione atroce ma ne-cessaria. Questo romanzo comincia il10 luglio 1947, a Washington, quandoHarry Truman, il presidente della primabomba atomica, scopre un segreto che,se divulgato, scatenerebbe il panico nelmondo intero. Un segreto lontano e vici-nissimo. Questo romanzo comincia il21 maggio 2009, a New York, quando ilgiovane banchiere David Swisher riceveuna cartolina su cui ci sono una bara ela data di quel giorno. Poco dopo,muore. E la stessa cosa succede ad altrecinque persone. Un destino crudele e im-prevedibile. Questo romanzo è comin-ciato e forse tutti noi ci siamo dentro,anche se non lo sappiamo. Per-ché non esiste nulla di casuale.Perché la nostra strada è segnata.Perché il destino è scritto. NellaBiblioteca dei Morti.

Il cadavere di una giovane donna

viene ritrovatolungo la riva delfiume che attra-versa Philadel-phia. È pieno in-verno e ilfreddo hasteso un velodi ghiacciosul corpo,quasi avessevoluto con-

servare, per gli agentigiunti sul posto, tutto l’orrore di quel de-litto. Infatti alla ragazza, vestita con unbizzarro abito di epoca vittoriana, sonostati amputati i piedi, come se il killeravesse voluto celebrare una sorta di ri-tuale. E quando, pochi giorni dopo, viene sco-perto un altro cadavere, seguito a brevedistanza da un terzo, ai detective KevinByrne e Jessica Balzano appare chiaroche l’intera città è tenuta sotto scacco daun assassino tanto spietato quanto per-verso: le vittime sono state tutte «messein posa» con vestiti antiquati, da bambolaottocentesca, e hanno subito varie muti-lazioni, in qualche modo legate al loropassato. Le indagini si presentano subito difficili,dato che alcuni elementi rimandano a uncaso di oltre dieci anni prima e rimastoinsoluto, ma poi assumono addiritturacontorni da incubo perché gli indiziativengono uccisi, a uno a uno, con siste-matica determinazione. Avanzando a fa-tica in un territorio oscuro, disseminato

di dubbi e d’in-certezze, Byrne eBalzano si ritro-veranno a cam-minare sulconfine che se-para vittime ecarnefici, poli-zia e criminali.E scoprirannocon sgomentoche qualcunosta facendodi tutto percancellarlo...

le Recensioni

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S. Marietti - P. Gonnella

Il carcere spiegatoai ragazziSINNOS Editrice

pagg. 48 - s.p.

Richard Montanari

Il sudariodi ghiaccioNORD Edizioni

pagg. 404 - euro 18,60

Glenn Cooper

La biblioteca dei mortiNORD Edizioni

pagg. 450 - euro 18,60

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Madrid, 1878. Il quieto Natale di VictorRos, ispettore di polizia, viene turbato dauna visita inattesa: a chiedergli dispera-tamente aiuto è il becchino del cimitero,che ha appena perso il posto a causa diun avvenimento a dir poco bizzarro. Unasettimana prima, qualcuno si è infatti in-trodotto nell’obitorio e ha infierito sulcadavere di un colonnello, mutilandoloe rubandogli un prezioso anello. Eppurel’unica entrata all’obitorio era sorvegliatada due guardie armate: come avrebbedunque fatto il criminale a entrare senzaessere visto? Mosso a compassione, Vic-tor comincia a indagare e s’imbatte su-bito in un segreto scabroso: il criminalecoinvolto nella morte del colonnelloaveva una relazione con la consorte delmarchese di la Entrada, da poco defuntoin circostanze piuttosto oscure. Peròquella donna fedifraga e dal fascino irre-sistibile è altresì una cara amica di Giara,la moglie dell’ispettore. Possibile chedietro quel volto angelico si celi una “ve-dova nera” che ha avvelenato il marito?Diffidando come sempre dei capricci delcaso, Victor ricorre alle sue armi prefe-rite - la logica e la deduzione - per farluce sul mistero. Un mistero che però èsepolto all’ombra della mezquita di Cor-dova e rappresenta un autentico azzardo,un pericolo per il coraggioso ispettore eper la sua famiglia.

Obiettivo: contattare urgentemente JackReacher. Problema: Reacher non ha fissadimora. Molto controvoglia, dopo l’11 settembreè stato costretto ad ancorarsi alla civiltàper lo meno con un documento d’iden-

tità e un conto in banca, ma lui continuala sua esistenza nomade in difesa dellaverità e della giustizia. Soluzione: un versamento di 1.030 dol-lari sul suo conto corrente. Una cifra che è anche un codice che soloReacher può decifrare. È così che Frances Neagley, ex collega diJack nella squadra speciale, lo contattadopo anni di silenzio, e c’è una buona ra-gione per compiere questo tuffo nel pas-sato: la vendetta.Frances vuole riunire lasquadra di un tempo perché qualcuno haucciso barbaramente uno di loro, CalvinFranz. Ed è così che la vecchia squadrasi ritrova, solo per scoprire che Franznon è l’unico che manca all’appello. Chista uccidendo i vecchi compagni di Rea-cher, e perché? Per Jack, Frances e altri due ex commili-toni l’indagine si rivelerà davvero com-plessa, anche perché c’è qualcuno moltovicino a loro pronto a tradire... Ma la squadra aveva un motto: «Guai apestare i piedi agli investigatori spe-ciali». E guai, soprattutto, a pestare ipiedi a Jack Reacher...

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a cura diErremme

Quello tra Coppi e Bartali non è stato soloun duello sportivo. È il ritratto di un’epoca, di un’Italia chevoleva rivali due campionissimi in realtàamici nella vita. Il bianco Gino contro il laico Fausto. Il pio cattolico e il bigamo. Don Camillo e Peppone su due ruote. Ma il duello dei duelli, il duello padre ditutti i duelli dello sport, non è mai esistito,così come non è mai esistito il castello diintrighi, congiure, agguati, polemiche, dif-ferenze costruito sulle fondamenta dellaloro grandezza sportiva concomitante. Èun grande mistero dello sport e anche del-l’Italia tutta: dal tentativo di chiarirlo al-meno un poco nasce - allo scoccare delmezzo secolo da che non c’è più uno, deldecennio da che se ne è andato anche l’al-tro - questo libro, scritto con l’aiuto di An-drea Bartali, classe 1941, e di MarinaCoppi, classe 1947, primogenito e primo-genita di Gino e Fausto, e spartenti rispet-tivamente 59 e 13 anni di vita col padre, asentirlo parlare di quello là.«Ognuno dei due campioni era, perAndrea e per Marina, l’amico di papà.Casomai quello là lo diceva Gino diFausto, lo diceva Fausto di Gino. Micacon convinzione. E mica sempre, ma-gari soltanto quando c’era qualcuno,specie giornalista, a sentire.»

Lee Child

Vendetta a freddoLONGANESI Edizioni

pagg. 488 - euro 18,60

Gian paolo Ormezzano

Coppi & BartaliSAN PAOLO Edizioni

pagg. 176 - euro 14,00

Jeronimo Tristante

Il caso della vedova neraNORD Edizioni

pagg. 373 - euro 18,60

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la Letteraarissimo Gianni,leggo sempre con grande interessela Vostra bella rivista e con moltasoddisfazione registro i profondi po-

sitivi mutamenti che dal mio congedo sisono realizzati. Ricordo quando, pur essendo stato il nostroCorpo artefice non secondario della sconfittadelle brigate rosse, avendo versato peraltroil maggior contributo di sangue , non si ve-niva affatto considerati nè sul piano umano(eravamo sempre i secondini), nè su quelloistituzionale: la festa del Corpo veniva igno-rata dalle istituzioni e dalla stampa, i turni diservizio avevano di certo solamente l’orariodi inizio, i riposi e le ferie erano privilegio dipochi, un decreto prevedeva il pagamentodelle ferie e delle giornate di riposo non go-dute con importi assolutamente offensivi egli ufficiali venivano utilizzati come semplicecoreografia di una triste ed isolata realtà.Significativo è stato un episodio in cui l’al-

lora Ministro di Grazia e Giustizia, OronzoReale, si complimentò con Gabrielli, Caso eme per l’ottimo atterraggio, scambiandociper Ufficiali dell’Areonautica Militare, noi

che lo avevamo accompagnato con l’aereopresidenziale a Cairo Montenotte in occa-sione di un giuramento di allievi e gli ren-devamo il saluto al termine del viaggio diritorno a Ciampino.Oggi c’è un’altra realtà: la Polizia Penitenzia-ria non è più la cenerentola tra le Forze diPolizia, opera all’esterno con pari dignitàdelle altre ed è molto stimata dai Cittadiniche finalmente, conoscendola, ne stanno ap-prezzando il sacrificio e la specifica profes-sionalità.Anche il tuo ironico articolo sul megagalat-tico direttore evidenzia la profonda trasfor-mazione del Corpo dai tempi che ci videroinsieme, trasformazione che si è resa possi-bile anche attraverso le nostre timide battaglieiniziali, la presenza di un grande Direttore Ge-nerale come Nicolò Amato che ne ha gettatole basi e di uomini come Giuseppe Falconeed Edoardo Fazzioli, punti di sicuro riferi-mento dell’intera Amministrazione Peniten-ziaria di quei tempi difficili, nonchè lasuccessiva attività di Sindacati onesti e de-terminati come quello, primo fra tutti, cheTu , insieme a Capece ed ad altri Amici com-preso Caputi, rappresenti con molta dignitàed autorevolezza. E quindi con la stima e l’af-fetto che sempre ci ha uniti, che mi permetto

di farti notare che un articolo, apparso nelperiodico di maggio 2009, avente per titoloproprio Il dovere della memoria forse unsemplice accenno avrebbe dovuto dedi-carlo alla memoria del Magg. GiuseppeRaffa, importante protagonista, anche Lui in-signito della medaglia d’argento al V.M. nellarivolta avvenuta nel 1974 ad Alessandria. Peraltro, ho apprezzato e condiviso per interoil contenuto dell’articolo di Martinelli e ilsuo importante messaggio.Un forte abbraccio e ...ad majora.

Nicola Alessi

Rigraziamo l’indimendicato Generale Ni-cola Alessi per le belle parole che ha volutoscrivere e per l’attenzione che riserva allanostra pubblicazione. Sulla tragica rivolta di Alessandria del1974, non abbiamo parlato del Magg. Raffae dell’Appuntato Tula (entrambi insignitidi Medaglia d’Argento al Valor Militare peril lodevole e meritorio comportamentoposto in essere in quei tragici momenti)perchè l’iniziativa della locale sezionedell’ANPPe e del Consiglio Comunale ales-sandrino era rivolta al ricordo dei Cadutidi quella pagina della storia del Corpo.

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IL MONDO DELL’APPUNTATO CAPUTO

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Sappe: la forza nelle radici.

radici salde e profondesostengono

gli alberi piu’ grandi.

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