Anno VIII - Numero 19-20 - Grande Oriente d'Italia · Giovanni Reale al Vascello Manifestazioni...

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Anno VIII - Numero 19-20 15-30 novembre 2007 DIREZIONE, REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06 5818096 www.grandeoriente.it E-MAIL: [email protected] prima pagina Il Grande Oriente a Freemason’s Hall “Special Meeting” della Gran Loggia Unita d’Inghilterra in primo piano Cronaca Chiesa e Massoneria: quando c’è disinformazione Celebrazioni Garibaldi SANSEPOLCRO / Festeggiamenti della loggia “Alberto Mario” Altri appuntamenti Servizio Biblioteca Giovanni Reale al Vascello Manifestazioni CROTONE / Inaugurazione dell’anno massonico in Calabria UDINE / I 50 anni della “Nuova Vedetta” MILANO / Il convegno della loggia “Giosuè Carducci” PINEROLO / Dei, sciamani, antichi culti TRINO VERCELLESE / Alla ricerca di simboli muratori IN BREVE NOTIZIE D’ARCHIVIO Attività Internazionali AUSTRIA / A Villach il tradizionale appuntamento “Fraternitas sine limitibus” PORTOGALLO / Sulle tracce dei Templari NEW YORK / Columbus Day 2 41 12 8 10 18 sommario I Gran Maestri dello Special Meeting di Londra nel Grand Temple di Freemasons’ Hall, sede della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Al centro il Pro Gran Maestro, il Marchese di Northampton. A destra, è riconoscibile il Gran Maestro Raffi attività Grande Oriente d’Italia Notizie dalla Comunione rassegna stampa storia e cultura attualità anniversari 5 22 20

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Anno VIII - Numero 19-2015-30 novembre 2007

DIREZIONE, REDAZIONEAMMINISTRAZIONE:

Via di San Pancrazio, 800152 Roma

Tel. 06 5899344Fax 06 5818096

www.grandeoriente.it

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prima paginaIl Grande Orientea Freemason’s Hall “Special Meeting” della GranLoggia Unita d’Inghilterra

in primo pianoCronaca Chiesa e Massoneria: quandoc’è disinformazione

Celebrazioni GaribaldiSANSEPOLCRO / Festeggiamentidella loggia “Alberto Mario”

Altri appuntamenti

Servizio BibliotecaGiovanni Reale al Vascello

Manifestazioni CROTONE / Inaugurazionedell’anno massonico in Calabria

UDINE / I 50 anni della “NuovaVedetta”

MILANO / Il convegno dellaloggia “Giosuè Carducci”

PINEROLO / Dei, sciamani,antichi culti

TRINO VERCELLESE / Allaricerca di simboli muratori

IN BREVE

NOTIZIE D’ARCHIVIO

Attività Internazionali AUSTRIA / A Villach iltradizionale appuntamento“Fraternitas sine limitibus”PORTOGALLO / Sulle traccedei TemplariNEW YORK / Columbus Day

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sommario

I Gran Maestri dello Special Meeting di Londra nel Grand Temple di Freemasons’ Hall, sede della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Al centro il Pro Gran Maestro, il Marchese di Northampton.

A destra, è riconoscibile il Gran Maestro Raffi

attività Grande Oriente d’ItaliaNotizie dallaComunione

rassegna stampa

storia e culturaattualità

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Per la prima volta dal 1993,un Gran Maestro del GrandeOriente d’Italia di Palazzo

Giustiniani ha varcato la soglia del Tem-pio della Gran Loggia Unita d’Inghilterraa Freemasons’ Hall, in occasione del mee-ting speciale sui principi della regolaritàmassonica e sui riconoscimenti interna-zionali (Special Meeeting on Regularityand Recognition) tra le Gran Logge, chesi è svolto a Londra il 5 e il 6 novembre.Il meeting, al quale hanno partecipatotutte le Massonerie regolari europee, ac-colte dal Duca di Kent, Gran Maestro del-la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, è statointrodotto dal Pro Gran Maestro, SpencerDouglas David Compton, VII marchese diNorthampton.Al Gran Maestro del Grande Oriente d’I-talia Gustavo Raffi, invitato quale relato-re ufficiale, insieme ai Gran Maestri diAustria, Francia, Estonia, Svezia, Repub-blica Ceca, il compito di illustrare l’origi-nalità delle linee guida dell’azione segui-ta in questi anni dal Grande Oriente perattualizzare i principi della Libera Mura-toria e parteciparli alla società e alle nuo-ve generazioni, nel rispetto della tradi-zione e della regolarità massonica.“In questi anni – ha detto il Gran Maestronel suo intervento – stiamo proponendo laMassoneria come esempio civile di impe-gno, di rigore etico e di confronto: oggi loscenario è globalizzato e quindi il dialogocon le minoranze, con altre culture, trovaanche nella Massoneria uno strumento diequilibrio, di assimilazione ed educazioneai valori della tolleranza, del rispetto e del-la costruzione di una società più giusta. Inpresenza di una serie drammatica di nuovifondamentalismi, è determinante il ruolostorico della Massoneria come punto d’u-nione universale di uomini desiderosi dipace e di conoscenza, capaci di contribui-re alla costruzione di un nuovo tessuto neirapporti umani e sociali”.

E’ disgelo tra il Grande Oriente d’Italia, lapiù importante obbedienza massonica delPaese, e la Gran Loggia d’Inghilterra. Do-po 14 anni il Goi è infatti tornato a Londra:una svolta storica che segna l’avvio di unprocesso per ristabilire, dopo gli stessianni di interruzione, le relazioni tra le dueobbedienze. Soddisfatto Raffi, che al-l’Adnkronos ha riferito: “Nel mio interven-to ho ricordato il ruolo storico che il Goisvolge da 200 anni e sottolineato come ilGrande Oriente, che in questo momento èin piena fase di espansione, abbia ricon-quistato a pieno il suo prestigio, rivolgen-dosi soprattutto ai giovani e facendo levasui valori della tradizione”.“E per quanto riguarda, poi, la questionedei riconoscimenti internazionali, tengo adire – ha sottolineato il Gran Maestro –

che a Londra non sono andato a svolge-re una difesa. Nel mio intervento ho riba-dito che noi ci opponiamo a ogni opera-zione che voglia violare il principio del-l’unicità delle Gran Logge sul suolo na-zionale (Giurisdizione esclusiva). Una ta-le modificazione aprirebbe uno scenariodi anarchia imprevedibile, le cui conse-guenze sarebbero esiziali. Se alcuni Pae-si hanno dei problemi, bisogna trovare lesoluzioni di mediazione e di discussionecaso per caso, ma non è possibile stra-volgere la tradizione e i principi della re-golarità massonica. Il Grande Oriente d’I-talia si è già tempo adoperato e con suc-cesso – ha aggiunto Raffi – in un pro-cesso di normalizzazione della situazio-ne, riaccogliendo molti fratelli che si era-no perduti in una diaspora apertasi alcu-ni anni or sono, mediante processi di re-golarizzazione di singoli e con essi di in-tere logge, purché regolari”.I rapporti tra il Goi, la cui storia è stret-tamente intrecciata con il Risorgimentoitaliano, e la Gran Loggia d’Inghilterra,considerata la Loggia Madre della Masso-neria, sono stati spesso tormentati. Que-stione di primato. Ma anche di sposta-mento di alleanze. L’ultima frattura risalealla primavera del 1993, quando da unacostola del Goi nacque la Gran Loggia Re-golare Italia. A crearla l’allora Gran Mae-stro del Grande Oriente d’Italia GiulianoDi Bernardo. Un duro colpo per la piùprestigiosa obbedienza italiana, che siera appena risollevata dallo scandalo del-la P2. Un duro colpo del quale oggi nonc’è più quasi memoria. Prova ne è il prestigio e l’appeal di cuigode il Grande Oriente.E’ in aumento infatti il numero degli iscrit-ti, che hanno superato il tetto dei 19 milain tutt’Italia, e di quanti, per dirla in gergo,bussano alle porte del tempio. Con l’etàmedia degli iscritti che è in continua disce-sa. “Indice – tiene a dire Gustavo Raffi –

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LONDRA / Lo “Special Meeting” della Gran Loggia Unita d’Inghilterra sullaregolarità e il riconoscimento

Il Grande Oriente a Freemasons’ HallGustavo Raffi nel tempio inglese. E’ la prima volta di un GranMaestro del Grande Oriente d’Italia dopo 14 anni

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Freemasons’ Hall

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di una palese sintonia con le nuove generazioni, che ritrovanonelle logge un ambiente di armonia e di crescita spirituale”.Un vero e proprio esercito che comincia a fare invidia alle altreobbedienze europee. Di qui il ramoscello d’ulivo teso da Londra?“Oggi noi ci siamo guadagnati stima e rispetto – ha spiegato ilGran Maestro – e gli attacchi gratuiti, peraltro inevitabili, sonosempre meno efficaci, poiché trovano ampie e circostanziate ri-sposte, non solo da parte nostra ma dalle stesse istituzioni del-lo Stato. Non si dimentichi, inoltre, il ruolo che noi abbiamo avu-

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Perché questo meetingè così specialedi Antonio Panaino

C ome molti fratelli già hanno avuto modo di sape-re attraverso il nostro sito web, lunedì 5 e martedì6 novembre si è svolto a Londra, presso la Gran

Loggia Unita d’Inghilterra, un “Meeting speciale”, negli splen-didi locali della Freemasons Hall di Great Queen Street. Ta-le incontro era ufficialmente dedicato al tema, come sap-piamo, fondamentale della regolarità massonica. In modoparticolare, si voleva trattare soprattutto della questione,per diversi aspetti strategica, concernente i mutui ricono-scimenti internazionali tra le Gran Logge regolari d’Europa.L’evento in se stesso non sarebbe stato così eccezionale(giacché esso fa seguito ad altri simili), se la Gran Loggiaospitante non fosse stata proprio quella inglese e, inoltre,se tra gli ospiti ufficiali non fosse stata espressamente ri-chiesta la partecipazione al più alto livello di rappresentan-za del Grande Oriente d’Italia. Ben 44 Gran Logge di antica e recente nascita erano pre-senti e tra queste ovviamente anche la c.d. Gran Loggia Re-golare d’Italia, nata da una micro-secessione avvenuta nel1993 ad opera dell’allora Gran Maestro Giuliano Di Bernar-do. Questo atto, del tutto nuovo, da parte della Gran Log-gia d’Inghilterra appare di estrema importanza. Esso, infat-ti, segue ad altri eventi ed attestati nei quali i fratelli inglesihanno da tempo riconosciuto la regolarità della nostra Ob-bedienza, sebbene i rapporti ufficiali non siano stati anco-ra ripristinati; ciò soprattutto causa della situazione che siè venuta a creare nel nostro paese con la formazione diun’altra “Craft” riconosciuta da Londra, ma non dal GrandeOriente d’Italia. È chiaro, quindi, che la compresenza delledue Obbedienze italiane, voluta dalla Gran Loggia d’Inghil-terra, costituisce una svolta diplomatica di particolare de-licatezza.A conferma della singolare importanza dell’evento dobbiamoperaltro notare il fatto che, tra i pochissimi speakers ufficiali(6), era stato incluso proprio il nostro Gran Maestro Gusta-vo Raffi che, insieme al Gran Segretario Giuseppe Abramo eal fratello Antonio Panaino, ha partecipato a tutti i lavori. Perla prima volta dal 1993, finalmente è stato inviato un segna-le di notevole interesse, che crediamo sia stato colto in tuttala sua rilevanza, dopo la sequenza di successi nazionali e in-ternazionali conseguiti dal Grande Oriente d’Italia.Per dovere di cronaca dobbiamo informare i nostri lettoriche il Duca di Kent, Gran Maestro della Gran Loggia Unitad’Inghilterra, ha di persona accolto tutte le delegazioni del-le Massonerie regolari europee presenti, nella serata del 5novembre, invitandole a un dinner, che si è tenuto, dopo unbreve party di benvenuto, non lontano dalla Freemasons’Hall, nella splendida cornice della Lincoln’s Hall. Durante lacena, la delegazione italiana del Grande Oriente d’Italia èstata collocata al tavolo del Pro Grand Master, il Marchese

Caro Fratello Raffi,Sono molto contento di sapere che parteciperai al no-stro Meeting Speciale sulla Regolarità che avrà luogo aLondra il 5 e il 6 novembre.Spero che accetterai il mio invito ad essere uno deglispeaker principali. Ciò che sembra dividerci al momentoè una differenza di opinioni su quali siano i temi giustiper i Massoni nel loro essere Massoni, sui quali com-mentare pubblicamente. Penso che coloro che sarannopresenti potrebbero essere interessati ad ascoltare il tuopunto di vista sul tema e sul perché il Grande Oriented’Italia differisca in questo dalle altre Grandi Logged’Europa.Dato che vogliamo che rimanga quanto più tempo possibi-le per la discussione, chiedo a tutti i relatori-chiave di limi-tare il loro intervento ad un massimo di quindici minuti.

Sinceramente e fraternamenteSpencer Northampton

Pro Gran Maestro

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to presso la Corte di Strasburgo nel far sanzionare, con senten-ze, leggi illiberali che miravano a perseguitare gli appartenenti al-le istituzioni liberomuratorie del nostro Paese. Si rammenti – haconcluso – che se noi avessimo perso queste cause, le conse-guenze di tale rovescio si sarebbero sentite anche presso altre

Obbedienze, visto che di tanto in tanto altre nazioni sono a lorovolta attraversate da sentimenti ostili alla Libera Muratoria”.UUnnaa eeddiizziioonnee ssppeecciiaallee ddeell TTeelleeggiioorrnnaallee ddeell GGrraannddee OOrriieennttee dd''IIttaa--lliiaa ssii èè ooccccuuppaattaa ddeelllloo ""SSppeecciiaall MMeeeeeettiinngg"" ddii LLoonnddrraa.. VVaaii ssuu wwwwww..ggrraannddeeoorriieennttee..iitt

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di Northampton, di fatto la più attiva au-torità della Gran Loggia Unita d’Inghilter-ra. La cena si è svolta in un contesto dinotevole cordialità, in cui il nostro GranMaestro ha potuto rimarcare le qualità ele caratteristiche della nostra Obbedienzain risposta alle diverse domande posteproprio dal nostro ospite. Allo stesso ta-volo i Gran Maestri della Gran Loggia Na-zionale di Francia, della Gran Loggia delLussemburgo e della Lituania.La mattina seguente si sono aperti i la-vori veri e propri con un’introduzione te-nuta dallo stesso Lord Northampton, se-guiti dagli interventi dei Gran Maestri diScozia e Irlanda. Il nostro Gran Maestroha avuto la parola subito dopo. Nel suointervento (di circa 15 minuti come ri-chiesto dal protocollo per tutti i relato-ri), che sarà pubblicato per esteso sulprossimo numero della rivista Hiram (sianelle versione italiana che inglese), egliha ripercorso il complesso cammino conil quale la nostra Obbedienza ha supera-to la crisi generale in cui è caduta la Mas-soneria universale e ha sottolineato l’im-portanza delle molteplici iniziative, tutteall’insegna della più rigorosa trasparen-za, volte a rimuovere quell’alone di am-biguità che si era diffuso presso l’opinio-ne pubblica nei riguardi di tutto il mon-do della Libera Muratoria. Il Gran Mae-stro ha evidenziato come una modernaMassoneria debba esaltare la tradizione,soprattutto a partire dal suo patrimonioesoterico, facendosi altresì partecipe del-la riflessione riguardante i temi essenzia-li che agitano la società civile. D’altro can-to, egli ha sottolineato in più passaggicome tale azione non si debba maiconfondere con la prassi politica. Infatti,ogni eventuale interferenza non sarebbepertinente, né appare compito propriodella Massoneria l’entrare nel merito del-l’eventuale soluzione di problemi o diquerelles di tipo ideologico, giuridico oteologico. Il fatto che la nostra Obbe-dienza abbia creato degli spazi pubblici(convegni, conferenze, seminari, dibatti-ti, etc.) per permettere a filosofi, teologie scienziati (massoni e non) di discuteresu argomenti anche scottanti, deve esse-

re inteso non come una presa di posizio-ne univoca da parte del Grande Orientesu tali problemi, bensì come una manife-stazione dell’apertura critica propria del-la nostra Obbedienza, che si proponecome palestra del dialogo e come luogodi formazione del cittadino, con partico-lare attenzione per i più giovani. Il temadel dialogo è quindi stato evidenziato intutta la sua complessità ed efficacia. A conferma del clima di sereno dialogoapertosi, nel corso della pausa pranzo,Lord Northampton ha voluto tutta la de-legazione del Grande Oriente d’Italia al suotavolo, dove una bella chiacchierata infor-male ha preso corpo, in un clima di sin-cera chiarezza e franchezza sui mille temiche, al di là della situazione italiana, ri-guardano strettamente il mondo massoni-co e il suo futuro. Molto piacevole il rico-noscimento del fatto che il Grande Orien-te ha percorso una strada di successo, incui l’amicizia e la stima conseguite anchee soprattutto sul piano internazionale daparte delle altre Gran Logge erano a tuttii presenti visibili. Ci auguriamo che taleevento sia solo un “arrivederci” e che ilmessaggio di pacificazione portato dal no-stro Gran Maestro anche verso i fratellidella “diaspora” possa essere colto. A co-storo è stato pubblicamente detto, comeda relazione, che, pur dovendosi esclude-re l’ipotesi di un mutuo riconoscimento tra

il Grande Oriente d’Italia ed altre Obbe-dienze regolari nel nostro Paese e di re-cente costituzione (meno di 15 anni), “noinon possiamo che prevedere o auspicarela loro incorporazione nel seno del Gran-de Oriente d’Italia, senza discriminazionealcuna, in quanto siamo pronti ad acco-gliere fraternamente i loro membri: que-sta ci appare come la soluzione più ra-gionevole e quella tecnicamente più pra-ticabile”. E ciò in quanto la nostra Istitu-zione, in tema di riconoscimenti interna-zionali, si oppone a qualsivoglia opera-zione mirata a violare il principio e la re-gola, internazionalmente riconosciuti, del-la unicità delle Gran Logge (Giurisdizioneesclusiva), ma anche in ragione del fattoincontestabile che la storia e il peso delleObbedienze regolari da noi non ricono-sciute, operanti sul territorio Italiano, nonsono affatto comparabili a quelli del Gran-de Oriente d’Italia, giunto a superare duesecoli di esistenza. Un’unica nota stonata: mentre il nostroGran Maestro concludeva il suo interven-to, illustrando questa significativa apertu-ra, peraltro in una sede così autorevole esolenne, il massimo responsabile dellaG.L.R.I. abbandonava platealmente la sala,suscitando la glaciale reazione dei presenti.

Antonio Panainodirettore scientifico di Hiram

Da sinistra, il fratello Panaino, il Gran Maestro Raffi, il Gran Segretario Abramo e il Gran Maestro di Andorra

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“La condanna del-la modernità e il ri-

ferimento alla segretezza in un’era in cuile nostre attività sono pubbliche è indicedi disinformazione. Riscontro gli estremidell’ossessione e direi che le posizioni delvescovo di San Marino sono fuori dal tem-po dalla storia. Risentono ancora di LeoTaxil: un personaggio che si presentò co-me massone pentito e scrisse di satanismoe di altri sproloqui menzionando addirit-tura la sacerdotessa. Poi un bel giorno co-stui fece una conferenza stampa e disse‘tutto quello che io ho scritto non è vero’”Lo ha dichiarato – Gustavo Raffi, GranMaestro del Grande Oriente d’Italia di Pa-lazzo Giustiniani commentando la letteradi monsignor Luigi Negri. “Evidentementeci sono alcuni, come il vescovo Negri, cheancora seguono il verbo di Leo Taxil – haaggiunto -, quello che è grave è che si po-ne in controtendenza contro la stessa chie-sa che ha intrapreso le vie del dialogo.Tanto più che sul tema Massoneria in que-sti ultimi anni sono stati pubblicati volumidi autori seri. Resta comunque il fatto cheil progresso e la modernità non possonofermarsi. Sono disponibile a un pubblicodibattito con l’alto prelato, cui lascio lascelta del luogo: chiesa, piazza o loggia”.“La Massoneria è un nemico della Chiesa;nasce con questa inimicizia e persegue larealizzazione di questa inimicizia con ladistruzione della Chiesa e della civiltà cri-stiana e con la sostituzione a esse di unacultura e di una società sostanzialmenteateistiche, anche quando si fa riferimentoall’architetto dell’universo. Ma è fuori di-scussione che si tratta di un riferimento aun valore pensato e concepito all’internodi una mentalità razionalistica e illumini-stica”. Aveva scritto monsignor Luigi Ne-gri – vescovo di San Marino-Montefeltro,presidente della Fondazione internaziona-le Giovanni Paolo II per il Magistero so-ciale della Chiesa – in una lettera pubbli-cata nel volume “I Papi e la Massoneria”

della storica Angela Pellicciari, pubblicatodalle Edizioni Ares, casa editrice vicina al-l’Opus Dei, a cui ha ora replicato GustavoRaffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’I-talia.Monsignor Negri, che proviene dall’espe-rienza di Cl, aveva dichiarato che il libro‘“I Papi e la Massoneria” ha confermato lasua tesi fondamentale che “non è la Chie-sa a essere antimoderna, ma che è la mo-dernità a essere antiecclesiale”. “La mo-dernità è antiecclesiale, e il punto di at-tacco massimo all’ecclesialità è propriorappresentato dalla Massoneria che, inquanto elemento segretamente connotatoe dinamicamente lanciato alla creazione diuna civiltà alternativa a quella che nascedalla fede, rappresenta, a mio modo di ve-dere, l’elemento radicale della modernità”,ha scritto il vescovo di San Marino-Mon-tefeltro.“Nella Massoneria la modernità esprime ilmassimo di chiarezza e d’identità e se-condo me, raccoglie anche il massimo diimpatto culturale e so-ciale”, ha sostenutomonsignor Luigi Negri.“La Massoneria ha tro-vato la sua forza nellasegretezza, nella capa-cità di individuare e as-similare a sé leadershipdi uomini obbedienti al-le sue direttive, nonchénell’abilità che ha avutodi influire su strati sem-pre più larghi della cul-tura e dei vertici della vi-ta civile e istituzionale.Cioè, la Massoneria –dichiarava il vescovo –ha rappresentato unpunto di attacco, nonsoltanto ai principi, maanche alla mentalità dicolor che astrattamenteavrebbero dovuto erger-

si a baluardo di questi principi tradiziona-li e che invece, sono diventati funzionalial fenomeno erosivo della tradizione e ri-voluzionario nei confronti di essa. E anchequesta è una intuizione che sostiene il ma-gistero dei Papi sulla Massoneria: i Papisono concordi nell’indicare che la Masso-neria sta conquistando, lentamente ma ine-sorabilmente, anche coloro che avrebbe-ro dovuto difendere tutta la ricchezza, laverità e la bellezza della posizione tradi-zionale. E’ indubbio che, non solo la Mas-soneria ha conquistato le avanguardie ri-voluzionarie in Europa e nel mondo mache, soprattutto, ha condizionato i regimii quali, scaturiti da queste rivoluzioni dicarattere massonico-liberali, sarebbero sfo-ciati nei grandi sistemi totalitari. Esiste unapresenza molto grave e inquietante, ormaidocumentata, di tanti affiliati massoni al-l’interno dei grandi sistemi totalitari e conresponsabilità di primo piano”. Il vescovoha ringraziato la Pellicciari poiché col suosaggio “fa giustizia di tutta una vulgata dif-

CHIESA E MASSONERIA / Il nuovo libro di Angela Pellicciari apre una polemica

Quando c’è disinformazione“Vescovo fuori dal tempo e dalla storia”, il Gran Maestro Raffirisponde a monsignor Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro,autore di una lettera nel volume “I Papi e la Massoneria". Il capo del Grande Oriente si dice pronto a un dibattito pubblico

Il richiamo in prima pagina della Voce di Romagna

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Sansepolcro, che ha dato i natali a Pierodella Francesca e Fra Luca Pacioli, è unadelle poche città italiane che, fino ad og-gi, non aveva un monumento dedicato aGiuseppe Garibaldi. La piazza dove si af-faccia il Palazzo Comunale e dove appareil Cristo della Resurrezione di Piero dellaFrancesca, è tuttavia dedicata da tempo al-l’eroe dei Due Mondi e sulla facciata delPalazzo Pretorio sono collocate due lapi-di: una di modeste dimensioni, posta nel1883, e un’altra più grande che ricorda inomi dei concittadini che parteciparono al-l’epopea garibaldina. Quest’ultima fu po-sta nel 1936 dal regime fascista per scopipropagandistici, secondo l’uso dell’epoca.Eppure a Sansepolcro la colonia dei re-pubblicani mazziniani è sempre stata atti-va e numerosa: basti ricordare il farmaci-sta Antonio Gigli che nel 1849, alla bellaetà di 61 anni, fu sul Gianicolo con Gari-baldi, così come il poeta e letterato DonCarlo Fantoni e il medico Ferdinando Zan-chi. A questi garibaldini, nel 1907, la So-cietà Operaia volle dedicare un piccolomonumento nel cimitero locale. Al nucleoaltotiberino dei patrioti repubblicani ap-partenevano anche i massoni che nel 1886costituirono ad Anghiari la loggia dedica-ta ad Alberto Mario; l’officina fu poi tra-sferita e ricostituita a Sansepolcro nel 1896.Memori e depositari di questa tradizione, ifratelli biturgensi da sempre hanno mal di-gerito che a Sansepolcro non esistesse unmonumento a ricordo di Garibaldi, come seil filo della storia si fosse interrotto e conesso la trasmissione di quegli ideali e di queivalori fondativi della nostra società. Così laloggia “Alberto Mario”, nella programma-zione delle sue attività per il corrente annomassonico, ha deliberato di colmare talevuoto. Quale modo migliore per celebrareil bicentenario della nascita di Garibaldi?Il 6 ottobre la “Alberto Mario” ha tenuto ilsuo dodicesimo convegno annuale, alla

presenza di un foltopubblico di massoni enon, con il patrocinio delComune che ha ospitatol’incontro nella sua salaconsiliare al cui esternoè stata allestita una pic-cola esposizione di ci-meli e ritratti dell’eroecurata da Paolo Mercati,membro della loggia. Ol-tre al sindaco Franco Pol-cri, erano presenti: ilGran Maestro GustavoRaffi, il Gran Maestro Ag-giunto Massimo Bianchi,il presidente del Collegiocircoscrizionale della Toscana Stefano Bisie il Grande Archivista Vittorio Gnocchini. Il maestro venerabile Francesco Simonettiha aperto i lavori specificando che i conte-nuti di questa edizione hanno evitato l’u-suale taglio scientifico e culturale per espri-mersi in un gesto simbolico della loggia ver-so la cittadinanza e riannodare i fili dellastoria. Il dono a Sansepolcro di un busto inbronzo del Gran Maestro Giuseppe Gari-baldi è una di queste manifestazioni. L’o-pera, a grandezza naturale, è stata apposi-tamente realizzata dallo scultore FrancoAlessandrini, della “Alberto Mario”, da mol-to tempo residente negli Stati Uniti ma chenelle sue frequenti visite alla città d’originepartecipa con entusiasmo alle tornate del-la sua loggia.Il venerabile Simonetti ha espresso al sin-daco il desiderio dei fratelli di Sansepol-cro di vedere il busto collocato in PiazzaGaribaldi, vicino alla grande lapide che ri-corda i numerosissimi borghesi (così sichiamano confidenzialmente tra loro i cit-tadini di Sansepolcro) che parteciparonocome volontari alle campagne garibaldine.Il sindaco Polcri, ringraziando per la signi-ficativa donazione, ha rievocato la figura

di Garibaldi come simbolo dell’unità dellanazione e di tutti gli Italiani. Ha ricordatocome il 26 luglio 1849, in ritirata dopo lacaduta della Repubblica Romana, il gene-rale non poté sostare a Sansepolcro, no-nostante una larga maggioranza di borghesifosse pronta a sostenerlo, perché una co-lonna di circa duemila austriaci era in ra-pida marcia da Monterchi verso Sansepol-cro e quindi la città non era sicura. Quelgiorno, però, Ciceruacchio e Don Ugo Bas-si furono ospitati in casa Lazzerini, a Por-ta Romana, e incitarono la folla festosa ra-dunata sotto le finestre del palazzo sullaVia Maestra (oggi via XX Settembre), algrido di: “Viva Cristo repubblicano!”. Il Gran Maestro Gustavo Raffi, nel chiude-re la manifestazione, ha ricordato gli idea-li e i valori che ispirarono Garibaldi e tut-ti coloro che parteciparono al Risorgimentoin nome di una unità nazionale laica e re-pubblicana. All’epoca di Garibaldi tali va-lori potevano assomigliare a un’utopia, maerano il fine concreto a cui tendere. Anco-ra oggi, più che mai attuali, hanno mante-nuto intatto il loro ruolo guida: la Masso-neria del Grande Oriente d’Italia ne è cu-stode e promotrice per una società libera.

fusa ad arte, anche da certe personalitàecclesiastiche, sul cambiamento della po-sizione della Chiesa nei confronti dellaMassoneria e di quanti sostengono, addi-rittura, che sarebbe auspicabile una colla-

borazione fra la Chiesa e la Massoneriapoiché, in fondo, hanno un campo comu-ne, quello della beneficenza, delle inizia-tive solidaristiche che sono perseguite conconnotazioni diverse per confluire in uni-

co progetto: il benessere dell’Umanità. Af-fermazioni che non hanno nessun fonda-mento”, aveva concluso il vescovo, mon-signor Negri.

La Voce di Romagna, 29 ottobre 2007

celebrazioni garibaldicelebrazioni garibaldi

Il convegno

SANSEPOLCRO / Festeggiamenti della loggia “Alberto Mario” per il bicentenariodel grande patriota

La città ha ora il suo Garibaldi

cronacacronaca

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AANNCCOONNAA – E’ in libreria il nuo-vo libro dello storico marchigia-no Pietro Rinaldo Fanesi. Edito daGangemi s’intitola “Garibaldi nel-le Americhe. L’uso politico del mi-to e gli italoamericani” e ha l’o-biettivo di comprendere quantoil mito garibaldino abbia contri-buito alla costruzione di un’iden-tità nazionale tra le comunità ita-liane nelle Americhe, oppure sia

stato l’elemento caratterizzante di un’identità “divisa”. L’opera è stata presentata nella Sala del Rettorato di An-cona su iniziativa del Comune, in particolare dell’Asses-sorato alla Pubblica Istruzione, in collaborazione con laloggia cittadina “Guido Mo-nina” (1238). Sono interve-nuti il sindaco di AnconaFabio Sturani, l’Assessorecomunale alla PubblicaIstruzione Stefania Ra-gnetti, il giornalista Clau-dio Desideri, il direttoredell’Istituto di Storia del-le Marche Massimo Pa-pini, lo storico dell’uni-versità di Macerata Mar-co Severini, il GranMaestro Gustavo Raffi,che ha partecipato an-che in veste di compo-nente del Comitato Nazionale per le ce-lebrazioni del bicentenario della nascita di Garibaldi.

MMIILLAANNOO – Grande Oriente d’Italia e Società Umanitariainsieme per celebrare Garibaldi. Il Collegio circoscrizio-nale dei maestri venerabili della Lombardia e la presti-giosa istituzione storica milanese hanno organizzato unconvegno internazionale di studi dal titolo “Libertà e so-lidarietà: la lezione di Garibaldi” con il patrocinio delComitato Nazionale del Bicentenario della nascita di Giu-seppe Garibaldi. L’incontro si è svolto il 25 novembrenella sede della Società Umanitaria alla presenza del GranMaestro Gustavo Raffi.Ricco il programma di lavori presieduti dal presidentedell’Umanitaria Piero Amos Nannini. Sono intervenuti glistorici: Cosimo Ceccuti, Zeffiro Ciuffoletti, Annita Gari-baldi Jallet, Marco Novarino, Paolo V. Gastaldi, (presi-dente della circoscrizione lombarda). Tra i relatori an-che il Gran Maestro Raffi.Dopo il convegno è stato proiettato il documentario “Ga-ribaldi oltre il mito” di Angelo Bonfadini con la consu-lenza storica di Arturo Colombo.La Società Umanitaria ha ospitato anche una mostra divignette e caricature di artisti contemporanei dal titolo“Alla garibaldina”.

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Bicentenario contestato

La Lega se la prende con Garibaldi

“Era un truffatore”ROMA – Garibaldi da Eroe dei due Mondi della prima Repubblica de-classato bruscamente a traditore del popolo, criminale, perfino ladrodi cavalli, oltre che bieco massone. Dalla Lega, ma non solo da lei.Succede nella solenne Sala della Lupa di Montecitorio dove, nel bi-centenario della nascita, si tiene un convegno sulla figura del condot-tiero che fu anche otto volte deputato. Un incontro di studio, apertodal presidente della Camera, in platea poche decine di persone. Fraquesti, una dozzina di leghisti che, silenziosi, ascoltano Bertinotti par-lare del “messaggio di libertà, giustizia e solidarietà iscritto nell’iden-tità nazionale da uomini come Garibaldi”, ma anche delle ombre evi-denziate dagli storici, “le tentazioni autoritarie, l’anticlericalismo dimaniera, la tendenza a personalizzare i contrasti politici”. Nessun trion-falismo alla Bettino Craxi, insomma.E però, quando lo storico Monsagrati sta per esordire, ecco il blitzdei leghisti. Tutti si alzano, due in fondo alla sala inalberano uno stri-scione con scritto “Padania libera” mentre gli altri distribuiscono unvolantino con foto e didascalia: “Ma quale eroe. Via le statue dallenostre piazze”. Un minuto, e i leghisti se ne vanno lasciando i con-venuti interdetti, e Bertinotti furioso: “A una giornata di studio si puòpartecipare o meno. Farlo con un linguaggio provocatorio mi paresgradevole”. Ma poi la Lega insiste. “A spese del contribuente vienecelebrato un criminale che seminava morte e distruzione”, sostieneGibelli. “Una storia a senso unico”, fa eco Cota. Il Carroccio chiedeun controconvegno per spiegare che il presunto eroe “fu un tradito-re del popolo, un mercenario, un nemico della Chiesa, un truffatoreche organizzò il plebiscito-truffa che segnò l’annessione dell’Italia aiSavoia, un Gran Maestro del Grande Oriente”.“Revisionismo becero fatto di schiamazzi e urla” lo definisce Severi-no Galante (Pdci), secondo Silvana Mura (Idv) la Lega “non distingueun convegno da una sagra del capriolo”. Ma per l’autonomista Giu-seppe Reina “la Lega ha fatto bene, perché quella di Garibaldi è unamistificazione”. E perfino Luca Volonté (Udc) giustifica l’interruzione“meno sgradevole della falsità storica”. [MG.BR.]

ROMA – Tra le attività del Comitato nazionale per lecelebrazioni del Bicentenario della nascita di Giusep-pe Garibaldi, promosso dal Ministero per i Beni e leAttività Culturali, il Gran Maestro Aggiunto MassimoBianchi ha partecipato a due iniziative in sostituzio-ne del Gran Maestro Gustavo Raffi, impossibilato apartecipare per impegni istituzionali. Entrambe si so-no svolte ad ottobre a Roma: si tratta del convegno “Giuseppe Ga-ribaldi, l’uomo, il condottiero, il generale” e dell’inaugurazione delcorso di studi “Garibaldi e l’indipendenza delle Nazioni” della mo-stra “Artististi rivoluzionari: Silvestro Lega e Giovanni Fattori, pit-tori garibaldini” e della rassegna storico-iconografica “I giornali delPlata”.

7 novembre 2007

celebrazioni garibaldicelebrazioni garibaldi

ALTRI APPUNTAMENTI

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Giovanni Reale, Silvia Ronchey, GiuseppeGirgenti e Moreno Neri sono stati i prota-gonisti del primo incontro di stagione delServizio Biblioteca del Grande Oriente d’Ita-lia realizzato a Villa ‘Il Va-scello’ il 26 ottobre alla pre-senza del Gran Maestro Gu-stavo Raffi. Hanno presentatoil libro Macrobio. Commentoal sogno di Scipione, curatoda Neri, inserito da maggio diquest’anno nella collana diBompiani “Il pensiero occi-dentale” diretta da Reale. Macrobio è stato uno deimaggiori filosofi neoplatoni-ci di lingua latina vissuto du-rante il V secolo. Oltre alCommento, le sue opere piùnote sono i Saturnalia e ilcommentario al SomniumScipionis ciceroniano, nelquale emerge la sua impo-stazione neoplatonica sul-l’immortalità dell’anima,spiegata nel corso dell’in-contro da Giovanni Reale, ilmassimo studioso e divulga-tore in Italia del pensiero fi-losofico greco, in particola-re platonico. Già ordinario diStoria della Filosofia Anticaall’Università Cattolica di Milano, dal 2005insegna alla facoltà di Filosofia del San Raf-faele di Milano ed è in procinto di istitui-re un Centro Internazionale di Ricerche suPlatone e sulle radici platoniche del pen-siero e della civiltà occidentale.Nel suo intervento, Reale ha ricordato co-me Platone sia oggi il filosofo più vendu-to al mondo e il Simposio la sua opera più

diffusa. La ragione di tale successo sta nelfatto che i greci e Platone in particolare“scrissero per l’eterno”, e non per un’e-poca specifica o per esigenze tipiche del

proprio tempo. Platone stesso diceva chela filosofia è “guardare in faccia all’eter-no”, al contrario di ciò che fa e pensa l’uo-mo contemporaneo, limitato al “qui edora” trascurando lo spirito senza tempo.Scorrendo il volume, Giovanni Reale ha de-scritto Macrobio come un filosofo di gran-de valore, interprete fondamentale dellatradizione neoplatonica nella quale l’uomo

è in essenza la propria anima e tale animaè un Dio, immortale. L’uomo quindi non habisogno di curarsi del corpo o dei beni ter-reni poiché attraverso la propria ricerca e

l’elevazione sul piano ani-mico può raggiungere lavera fonte di ricchezza elongevità. L’anima non è un concettocristiano – ha chiarito il fi-losofo – ma è forse la piùgrande creazione intellet-tuale del mondo greco, peril quale la resurrezione nonè quella della carne ma del-l’anima stessa dalla carne.L’anima, ci dice Macrobio,non riceve movimento e vi-ta dall’esterno e da null’al-tro che da se medesima,perché è vera essenza delmovimento e tale concettonon è spiegabile con le ca-tegorie di pensiero tipichedel piano sensibile, ma conquelle dello spirituale, cosache fuorviò addirittura Ari-stotele nelle sue riflessioni.L’intervento di GiovanniReale è stato precedutodalla presentazione delGran Bibliotecario Bernar-

dino Fioravanti, responsabile del ServizioBiblioteca, che ha introdotto l’argomentoevidenziando l’importanza del pensieroplatonico nella dottrina massonica, con ri-ferimenti ai viaggi rituali nella cerimoniad’iniziazione al grado di compagno d’ar-te. Ha parlato, inoltre, del rapporto tra gliinsegnamenti orali (esoterici) e gli scrittidi Platone e di come, su queste basi, sia

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La presentazione di Macrobio – Commento al so-gno di Scipione è anche in internet, in una edi-zione speciale del Telegiornale del GrandeOriente d’Italia. All’interno, il responsabile delServizio Biblioteca Bernardino Fioravanti illustrale iniziative culturali di questa stagione, mentreMoreno Neri, curatore del volume, si soffermasulle connessioni tra il Commento e la spiritua-lità massonica. Chiude lo speciale GiovanniReale e la sua spiegazione sull’attualità del pen-siero classico.

www.grandeoriente.it

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ROMA / Il primo incontro di stagione

Al Vascello il filosofo Giovanni Reale

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possibile contribuire all’edificazione del-l’uomo nuovo nell’epoca contemporanea.Al volume ha collaborato attivamente Giu-seppe Girgenti, soprattutto sull’aspetto gra-fico che ha contribuito ad aumentarne ilpregio.Girgenti, ricercatore di Storia di filosofiaantica sempre all’ateneo del San Raffaele,ha sottolineato l’importanza di Macrobionella filosofia neoplatonica di lingua latinaaccanto a Calcidio, commentatore prezio-so del Timeo di Platone e a Marziano Ca-pella, autore di Le nozze di Mercurio e Fi-lologia. La filosofia latina, ha spiegato, nonha avuto solo nello stoicismo o nello scet-ticismo le proprie matrice concettuali, inquanto il neoplatonismo ha inciso sullo svi-luppo del pensiero dell’epoca, fortementeinfluenzato dagli insegnamenti di Plotino edi Porfirio, suo discepolo e diffusore. Por-firio tradusse le Enneadi di Plotino e le in-trodusse nel mondo latino; rielaborò inol-tre la Repubblica di Platone mettendo in lu-ce le quattro virtù fondamentali nell’uomoe cioè prudenza, giustizia, moderazione ecoraggio, accanto ai quattro livelli dellevirtù civili: il negotium o moderazione dal-le passioni, l’otium come distacco dalle pas-sioni stesse, le virtù contemplative e quel-le paradigmatiche, modelli di quelle pre-senti nel Nous o intelletto divino.Per Silvia Ronchey, docente di storia tar-do-antica e bizantina all’università di Sie-na, il concetto del sogno va inteso, non insenso metaforico, ma come vero e propriostrumento di crescita e purificazione, di

conoscenza verso profonde verità spiri-tuali. Spesso ci si è chiesti se Macrobio siastato pagano o cristiano, ma secondo Ron-chey la questione è irrilevante, in quantoaspetto superficiale rispetto alla religionee alla sapienza latina; una saggezzaprofonda non terminata con la caduta diRoma, ma trasferitasi ad Oriente con l’im-pero bizantino: da Platone giunse a Porfi-rio, per passare ai metropoliti e ai vesco-vi cristiani che ripresero la luce del mon-do greco e pagano in un viaggio sincreti-sta. Secondo la studiosa, il concetto delpassaggio compare con forza in Macrobioe si compie anche attraverso il sogno, col

quale l’anima realizza un percorso di pu-rificazione, simboleggiato dal viaggio ini-ziatico che si perpetuò nei secoli, in epo-ca bizantina e ancora nel Rinascimento, al-l’interno delle Accademie neoplatoniche.Il percorso iniziatico è stato oggetto di di-scorso di Moreno Neri, curatore del libro,come uno dei modi con i quali i filosofi dasecoli parlano dell’anima, ricorrendo al mi-to perché “alla natura non piace esseresvelata e rimanere nuda di fronte a occhiprofani” e affinché neanche agli iniziati siaspiegata per intero.Neri, che è studioso della tradizione clas-sica e umanistica dalla tarda antichità alRinascimento, ha spiegato che è giunto al-lo studio di Macrobio dopo avere a lungoanalizzato a Rimini, sua città natale, il Tem-pio Malatestiano, un vero e proprio mo-numento platonico in pietra, dove moltibassorilievi traggono ispirazione dai testisapienziali di Macrobio.Il volume, ha spiegato, contiene 150 im-magini che rappresentano nel tempo la fi-gura storica e mitica di Scipione nelle ar-ti visive e nella letteratura: dai codici mi-niati alla pittura rinascimentale e barocca,dalla quasi sconosciuta opera di Mozart,il Sogno di Scipione, ai film, come quellodi Luigi Magni incentrato sul grande ge-nerale romano apparso in sogno.Per Neri, Scipione rappresenta la saggez-za nel pensiero e nell’azione, non solo peril successo nella conquista di Cartagine, maanche per il comportamento e l’umanità.Al Gran Maestro Gustavo Raffi è stata af-

APPUNTAMENTO A DICEMBRE

“La Massoneria a Livorno. Dal Settecento alla Repubblica” e“La Massoneria a Firenze. Dall’età dei Lumi al secondo No-vecento” sono due libri curati da Fulvio Conti per Il Mulino,frutto del lavoro di ricostruzione storica di studiosi di di-versa formazione.Il Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia ne pre-senta i contenuti a Roma, nella Sala Ungari di Villa “IlVascello”, il 14 dicembre (ore 18,30), alla presenza delGran Maestro Gustavo Raffi.Dopo un’introduzione del Gran Maestro AggiuntoMassimo Bianchi, intervengono gli storici: Gabriel-la Ciampi, dell’università della Tuscia di Viterbo,Fulvio Conti e Marcello Verga dell’università diFirenze, Ferdinando Cordova dell’università “LaSapienza” di Roma, il Gran Maestro GustavoRaffi.

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Il filosofo Giovanni Reale e il Gran Maestro Gustavo Raffi

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fidata la chiusura dei lavori. Si è compli-mentato con il Servizio Biblioteca per laqualità delle sue iniziative e ha espressoapprezzamento a Moreno Neri, suo ami-co e fratello massone che nella vita quo-tidiana e nel lavoro di ricerca, ha detto,“edifica templi alla Virtù”. Il suo discorsosi è quindi rivolto all’attualità: “viviamo inun Paese alla deriva, in cui c’è una classepolitica priva di cultura e conoscenza –

ha affermato – nella quale non esistonodifferenze sostanziali tra i due schiera-menti, quanto un mero gioco di interessidi parte”. Ha poi ricordato Mazzini, chenon parlava della politica come lotta trapartiti, ma come cura della cosa pubblica,un lavoro pedagogico per tramandare lasapienza ai posteri.“La Massoneria è l’Istituzione che apre leporte alla cultura, che educa – ha con-

cluso il Gran Maestro – e oggi sentiamola necessità di una scuola di formazionedei cittadini e delle classi dirigenti che de-ve volgere all’educazione civica. Per que-sto i massoni non devono limitarsi al la-voro all’interno delle logge, ma adoperar-si per elevare il Paese verso la costruzio-ne europea e l’integrazione sociale e po-litica”.

Giuseppe Girgenti Silvia Ronchey e Moreno Neri

CROTONE / Inaugurazione dell’anno massonico in Calabria il 27 e il 28 ottobre, conun convegno pubblico e una tornata rituale organizzati dalle tre logge della cittàIl Gran Maestro Raffi al convegno: “il Grande Oriente non tollererà deviazioni”

Muratori in piena luceRibadita la centralità di Crotone per irradiare i principi massonici

manifestazionimanifestazioni

I liberi muratoridella Massoneria di

Crotone e di Palazzo Giustiniani rimettonomano a calcina e mattoni, ma non per edi-ficare oscure logge in cui compilare listeeccellenti funzionali a disegni più o menoleciti, quanto per ripartire dai propri prin-cipi etici d’ispirazione illuministica finaliz-zati alla lotta all’ignoranza, alla liberazio-ne da ogni pregiudizio e fanatismo reli-gioso, alla fratellanza universale. In que-sto é stato molto chiaro Gustavo Raffi,Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia,nel suo intervento conclusivo di domenicamattina scorsa al Teatro Apollo, dove, fa-cendo riferimento alle ultime inchieste giu-diziarie calabresi, ha sottolineato con vo-ce stentorea: “Io sento parlare di nuovo inquesti giorni di massoneria deviata quan-

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Il convegno

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do si parla di ‘Compagnia delleopere’. Ma quest’ultima è unacreatura di Comunione e Libera-zione, non della Massoneria, echi ci prova, fa un torto alla no-stra intelligenza. E per essere piùesplicito, ha continuato: “Questamaestranza non tollererà al suointerno nessuna forma di devia-zione dalle leggi dello Stato; per-ché chi lo facesse, sarebbe subi-to espulso!”.Il convegno del 28 ottobre, “volu-to fortemente dall’Oriente di Cro-tone, ma soprattutto dal GrandeOriente d’Italia (come si è espres-so il maestro venerabile della log-gia ‘Mediterraneo’ di Crotone. En-rico Bertonotti, che ha introdottoi lavori), ha avuto per tema: “Cro-tone: porta del Mediterraneo-Cul-ture a confronto”, ed è stato pa-trocinato dalla Regione Calabria,

dalla Provincia e dal Comu-ne di Crotone. Vi hanno in-fatti partecipato il presiden-te dell’ente intermedio, Ser-gio Iritale, e il sindaco Pep-pino Vallone. Il presidenteAgazio Loiero e la parlamen-tare Dorina Bianchi, anch’es-si invitati per i saluti delleautorità, erano invece assen-ti per “improrogabili impe-gni politici”.Ma perché proprio a Croto-ne e non – come per il pas-sato, quando fu ricostruitauna misconosciuta “Asso-ciazione pitagorica” – aReggio Calabria o a Messi-na? Probabilmente perché siè voluto ribadire la centra-lità dell’insegnamento sa-pienziale di Pitagora e, conquesto, date le recenti dia-

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La tornata ritualeCROTONE – Il complesso turistico “Convivio di Hera”,vicino al Tempio di Hera Lacinia, sul promontorio di Ca-po Lacinio (oggi Capocolonna), che richiama i fasti delperiodo magno-greco e della scuola Pitagorica, haospitato la tornata rituale musicale del 27 ottobre. Lamanifestazione, sempre organizzata dalle tre logge diCrotone (“Mediterraneo”, “I Pitagorici”, “Lacinia”) havisto l’esibizione dei fratelli della “Mediterraneo”, An-tonio Santoro, al flauto, e Francesco Desiena, al pia-noforte, che hanno eseguito musiche di Mozart,Beethoven, Rossini e Bizet.Numerosi i fratelli tra le colonne e le autorità massoni-che sedute all’oriente.

Il presidente del Collegio circoscrizionale della Calabria Filippo Bagnato è intervenuto dopo l’esibizione musicale ringraziando i pre-senti, soprattutto quelli di altre sedi venuti a testimo-niare il loro affetto per la Massoneria crotonese.Ha chiuso i lavori l’allocuzione del Gran MaestroGustavo Raffi che ha risvegliato nei fratelli l’orgo-glio di appartenenza all’Istituzione; quell’orgoglioche permette di affermare, senza presunzione, –ha detto – di essere gli autentici baluardi della li-bertà e di quei valori, propri della Libera Murato-ria, necessari per rinnovare una società in continuoe inesorabile disfacimento. “Nessun timore perciòquando bisogna allontanare i mercanti dal Tempio– ha aggiunto il massimo esponente del GrandeOriente d’Italia –. La Massoneria non può e nondeve permettere che al suo interno possano anni-darsi arrampicatori sociali e collezionisti di meda-glie e di effimeri orpelli che in qualche modo bi-lancino il loro insuccesso sociale”.

manifestazioni manifestazioni

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Il 20 ottobre di quest’anno sarà ricordatoper lungo tempo dai massoni di Udine: la

loggia cittadina “La Nuova Vedetta” (568)ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni di

vita e lo ha fatto in grande stile con ospi-ti d’eccezione. Primo tra tutti il Gran Mae-stro Gustavo Raffi.L’ottocentesco Palazzo Kechler, al centrodi Udine, ha ospitato le celebrazioni rea-lizzate con un duplice programma, pub-blico e riservato ai soli fratelli.La tornata rituale si è svolta nella matti-nata ed è stata condotta dal maestro ve-nerabile della loggia, Umberto Busolini.Oltre al Gran Maestro erano presenti altecariche massoniche nazionali e della cir-coscrizione: i Gran Maestri Aggiunti Giu-

UDINE / Celebrazioni a Palazzo Kechler

I 50 anni della “Nuova Vedetta”

tribe tra Crotone e Metaponto, la centra-lità di Crotone come punto d’irradiazionedella Scuola italiana. Cosa su cui ElefteriosDiamantaras uno dei relatori, ha messo unpunto fermo sostenendo nel suo excursusstorico che a Crotone “Pitagora fondò lafamosa e unica scuola della conoscenza”.E tutto ciò nella più ampia cornice del Me-diterraneo, di quel mare nostrum che è“Africa e Oriente, Europa e Asia, Nord eSud”. Ed è “un laboratorio politico. socia-le e culturale che può rappresentare pernoi tutti un futuro di pace e sviluppo oltreche la speranza di una casa comune, co-me accade da millenni, ricca di contami-nazioni e aperture che, nell’epoca globale,deve liberarsi, al contempo. di pregiudizie strumentalizzazioni”.Un elemento non polemico, ma benigna-mente provocatorio se si vuole, lo ha in-trodotto il presidente Sergio Iritale, ilquale, prima di affrontare un tema tanto“fascinoso”, si è chiesto se non sia “op-portuno sapere di quale Mediterraneo vo-gliamo parlare” perché con la conferenzadi Lisbona “sappiamo tutti come sono an-date a finire le cose”. In pratica, il riferi-mento del presidente era “a una partedell’Europa che guarda a un’altra Euro-pa”. Il rischio di una marginalizzazionedel Sud dell’Italia è reale e possibile soloche non si ponga mano a “un grande svi-luppo del Mediterraneo”. Il mito, la tradi-zione e l’identità culturale coniugati allaricerca scientifica e all’innovazione, vatutto bene. Ma nessun accenno, nemmenodi striscio, all’opera dei venerabili di que-sto o quell’Oriente.Più diretto è stato invece il saluto di Pep-pino Vallone, il quale ha parlato di un

“contributo della Massoneria trasparentee legalitaria alla rinascita culturale, socia-le e politica del territorio”. Per il sindacodella città capoluogo la vera sfida è quel-la di “fare di Crotone il centro del Medi-terraneo da cui si possa irradiare un nuo-vo umanesimo”. Con quali mezzi e qualipolitiche, non è dato ancora di sapere.Porta, soglia, ingresso, ponte, identità esicurezza, diversità e omogeneità, tradi-zione e innovazione, cultura della pace edella tolleranza: questo il lessico declina-to dai relatori: Claudio Bonvecchio (do-cente dell’Università dell’Insubria, che harelazionalo su “Europa, Mediterraneo:identità”); Elefterios Diamantaras (lectorAlpina University di Atene, che ha svoltoil tema “Mar Ionio: un ponte tra due cul-ture”); Morris Ghezzi (dell’Università diMilano, che ha trattato “Diversità e omo-geneità delle culture del Mediterraneo”).Tutti lavori interessanti cui ha fatto dacontrappunto il moderatore GiuseppeLombardo (dell’Università di Messina).Mancava purtroppo Alessandro Meluzzi(psichiatra, psicoterapeuta, psicanalista),il cui lavoro (“Oriente e Occidente nellascienza e nella fede”) sarà tuttavia pub-blicato con gli atti del convegno.Insomma, una Massoneria che ha “gli oc-chi aperti sul mondo” e al quale guarda“con grande intelligenza e passione”, co-me ha precisato Filippo Bagnato, presi-dente del Collegio circoscrizionale dellaCalabria dei maestri venerabili. Intelligen-za e passione che non mancano di tesi ar-rischiate, come quelle di Diamantaras chevorrebbe spostare il domicilio storico del-l’Homo Sapiens dall’Africa all’Egeo, e lafondazione di Roma dai Teucri agli Arcadi

del Peloponneso. Ma la pietanza più pic-cante ce l’ha ammannita con la sua pro-posta di una collaborazione “delle auto-rità regionale, provinciale e comunale conla Massoneria”. che non conterrebbe in séniente di eclatante se non fosse che anco-ra molti crotoniati provino un certo imba-razzo al solo accennarne; e l’istituzionedella “libera Università pitagorica”. lad-dove il Gran Maestro Raffi gli ha fatto no-tare che senza la “vile pecunia” non se necantano messe.Alla domanda su “cosa significhi esseremassone a Crotone, nella casa di Pitago-ra”, Enrico Bertonotti ha così commenta-to: “Non significa niente. Noi siamo citta-dini del mondo. Solo quella di Crotone èuna realtà viva e vitale, con tre logge(‘Mediterraneo’, ‘Lacinia’ e ‘I Pitagorici’),e il passato ci serve per rinvigorire la tra-dizione, ma guardando al futuro”. E a ungiornalista che gli ha fatto notare come la‘porta di Crotone’ sia stata finora solo unaporta d’uscita, ha risposto: “Crotone è giàuna porta sul Mediterraneo. Si trattaadesso di lavorarci per far entrare l’Euro-pa e il mondo in casa nostra”.L’emergenza Calabria: ecco un altro moti-vo della discesa del Grande Oriente d’lta-lia. “Un momento brutto”. ha detto il GranMaestro Gustavo Raffi, cui “la Massoneriarisponde con i suoi uomini, con la sua in-telligenza”.

Pino PantisanoIl Crotonese, 30 ottobre-1 novembre 2007

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Nella rubrica “Rassegna Stampa” ab-biamo pubblicato le altre cronache del-la Gazzetta del Sud e del Quotidianodella Calabria

Fondata nel 1957, “La NuovaVedetta” raccoglie il testi-mone della storica log-gia “La Vedetta” di Udi-ne che, con alterne vi-cende, ha operato dal1913 al 1945. Fu costituitada personaggi di rilievodella storia locale: Azzo Va-

risco, Antonio Celotti, MarcoCesselli, Giuseppe Delmis-sier, Enrico Fontanelli, Al-cide Labignan, Tito Miot-ti, Francesco Moschetti,Giuseppe Puicher, GiorgioPucci, Giacomo Ricci, Gio-

batta Rizzani, Mario Vec-chiet, Carlo Ricci.

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seppe Anania e Massimo Bianchi, il Gran Segretario GiuseppeAbramo, il Grande Oratore Aggiunto Bent Parodi, il rappresen-tante del Consiglio dell’Ordine in Giunta Pierluigi Tenti, il Se-gretario Generale della Corte Centrale Giovanni Cecconi, il Con-sigliere dell’Ordine Maurizio Benzo, il Grande Ufficiale Domeni-

co Macrì, il presidente del Collegio del Friuli VeneziaGiulia Renzo Sagues e il suo predecessore Pasquale Ti-gani Sava. Hanno partecipato anche rappresentanze este-re con Goran Ante Cialan, delegato del Gran Maestrosloveno, e il Grande Oratore della Gran Loggia di Croa-zia accompagnato da un dignitario.“Questa giornata, sia di sprone a tutti i membri dell’of-ficina per proseguire con rinnovata forza e vigore nel-la costruzione di un solido ponte verso un avvenire ra-dioso e prosperoso”, ha detto il Venerabile Busolini nelsuo breve discorso iniziale seguito dalla tavola del fra-tello Carlo Ricci sulla storia della “Nuova Vedetta. Ric-ci, tra i fondatori dell’officina, ora vive negli Stati Unitie non ha voluto mancare le celebrazioni. Di seguito, èintervenuto Giovanni Cecconi con una tavola sul signi-ficato simbolico del termine “Vedetta”.Nel corso dei lavori rituali il Gran Maestro Gustavo Raf-fi ha conferito all’ex presidente Pasquale Tigani Sava lacarica onorifica di Garante di Amicizia ad honorem peril prezioso compito svolto nel suo mandato, e ai fratel-li Vittorio Zanier e Alfonso Vasile, le onorificenze di “Gior-dano Bruno”, Classe Ercole, per il loro continuo impe-gno nella “Nuova Vedetta” e nella Comunione in oltretrent’anni di appartenenza al Grande Oriente d’Italia.Una targa in argento con il “logo” del cinquantenario, rea-lizzata per l’occasione da un fratello della loggia “AzzoVarisco” (791) di Udine, è stato il dono dell’officina fe-steggiata al Gran Maestro Raffi, ai Gran Maestri AggiuntiAnania e Bianchi, al Gran Segretario Abramo, al delegatodel Gran Maestro di Slovenia, al Gran Oratore della GranLoggia croata e ai fratelli Tigani Sava e Cecconi. L’omag-gio è stato consegnato dal maestro venerabile Busolini.In chiusura il Gran Maestro ha tenuto la sua allocuzio-ne ricordando l’importanza del ruolo del Grande Orien-te d’Italia nella società civile nel pieno rispetto delle leg-gi dello Stato: “la Massoneria ha il compito di essere

vedetta della società – ha espresso con enfasi – ma mai ar-roccata nel proprio fortino”.Il pomeriggio del 20 ottobre è stato invece dedicato a un con-vegno pubblico – sempre realizzato a Palazzo Kechler – dal ti-

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I lavori rituali

Il conferimento dell'onorificenza al fratello Tigani Sava

L’agape

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tolo “Per il Bene ed il Progresso dellaUmanità”. E’ stato frutto della collabora-zione del Collegio circoscrizionale del Friu-li Venezia Giulia, della “Nuova Vedetta” edell’altra loggia udinese, la “Azzo Varisco”.Dopo il saluto del presidente circoscrizio-nale Renzo Sagues e la presentazione delpresidente delle logge di Udine, SergioParmegiani, sono intervenuti: Giovanni Cec-coni con la relazione “Pensiero e Azione”;

Lucia Giurissa, della scuola superiore de-gli studi di Udine, su “L’identità dell’uomonell’età della tecnica”; Santi Fedele, del-l’università di Messina, che ha affrontatoil tema “Internazionalismo, pacifismo e tu-tela dei diritti umani nell’esperienza stori-ca della Massoneria italiana”; Fulvio Sa-limbeni, dell’università di Udine con “Lacultura della pace in un’epoca di nuovebarbarie”. “I diritti dell’uomo, la costru-

zione massonica del Tempio Massonico” e“Il futuro dell’uomo” sono gli argomentidiscussi dal Gran Maestro Onorario EnzioVolli, dell’università di Trieste, e dall’expresidente del Collegio del Friuli VeneziaGiulia Antonio Picotti. I quotidiani locali hanno dato grande ri-salto alla manifestazione. Sono pubblicatinella rubrica Rassegna Stampa di questonumero.

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Il centenario della morte di Giosué Car-ducci è stato celebrato a Milano il 13 ot-tobre dalla loggia cittadina che porta ilsuo nome. L’anniversario è stato ricorda-to con il convegno “Carducci poeta civi-le” realizzato nel Salone degli Affreschidella Società Umanitaria.Coordinati dal presidente del Collegio cir-coscrizionale della Lombardia, lo storicoPaolo Gastaldi, i relatori hanno tratteggia-to un chiaro profilo del poeta, mettendo-ne in luce il ruolo storico, civile e politico.Carducci fu un intellettuale a tutto tondo.Chiamato in cattedra giovanissimo, appe-

na venticinquenne, intese sempre il pro-prio magistero culturale come una mis-sione infaticabile e inflessibile per dareagli italiani una piena coscienza di séquale nazione da poco riscattatasi a li-bertà. Cosi, l’italianista Francesco Speradell’università di Milano ha sottolineatol’importanza del poeta di Valdicastellonon solo acceso polemista, ma anche stu-dioso erudito e appassionato dei grandidella tradizione letteraria italiana, capacedi esprimere, in maniera struggente, i piùprofondi sentimenti umani. Angelo Stella,altro italianista, dell’università di Pavia,

ha di volta in volta presentato i branipoetici recitati da Anna Nogara, intercala-ti alle relazioni, ricostruendo il percorsobiografico e morale carducciano.Sul significato del duplice impegno poli-tico e massonico di Carducci è intervenu-to lo storico Aldo Mola che ha insistitosui due aspetti “congiunti nel fine di uni-re” e fare del nostro Paese la patria del-la giustizia e del diritto. Partendo, invece, dal pathos morale del-l’Inno a Satana, Felice Israel ha spiegatoquanto fosse necessaria la proposta car-ducciana di un laicismo schietto, a volte

MILANO / Alla Società Umanitaria il convegno della loggia “Giosuè Carducci”

Il ricordo di un grande poeta: Carducci massone e premio nobel

FFIIRREENNZZEE – Nuova edizione della “Festadella Luce” che quest’anno si svolge il1° dicembre (ore 17,30) al Grand HotelFirenze (piazza Ognissanti 1). La manifestazione, organizzata dal Col-legio circoscrizionale dei maestri vene-rabili della Toscana, prevede una parteaperta a familiari e amici. Nel corso deilavori sarà consegnato un riconosci-mento ai fratelli con oltre quaranta an-ni di anzianità massonica e si esibirà ilvioloncellista Marco Severi. Un’agapebianca chiuderà la serata.

RROOMMAA – Quarant’anni fa nasceva laloggia capitolina “Acacia” (669) e l’an-niversario sarà celebrato il 3 dicembrecon il convegno “La funzione socialedella Massoneria”. L’incontro è previsto

all’Hotel Rouge et Noir (via di Pietrala-ta, 162) alle 17. Intervengono: la storicaAnna Maria Isastia (Il Grande Oriented’Italia nella società italiana tra la finedell’Ottocento e il primo Novecento), ilgiornalista Aldo Chiarle, Gran MaestroOnorario, (Eppur la nostra idea è soloidea d’Amor), il giornalista e saggistaBent Parodi, Grande Oratore Aggiuntodel Grande Oriente d’Italia (Lavorareper il bene e il progresso dell’Umanità)e l’assirologo Claudio Saporetti (Il mioapproccio alla Massoneria). Il GranMaestro Gustavo Raffi chiuderà i lavori,presieduti dal presidente circoscriziona-le del Lazio Bruno Battisti D’Amario emoderati dal maestro venerabile dellaloggia, Giuseppe Seganti.Nel corso della manifestazione saranno

consegnati gli attestati di membro ono-rario della “Acacia” ai Gran MaestriOnorari Luigi Sessa e Aldo Chiarle, alGrande Oratore Aggiunto Bent Parodi eal Grande Ufficiale Domenico Macrì.Info: Giuseppe Seganti([email protected])

SSAANNRREEMMOO – Ventesimo anniversariodella loggia sanremese “Lando Conti”(1058) che per l’occasione ha realizza-to, dal 22 al 24 novembre, una mostrainternazionale di filatelia massonica.L’esposizione, curata dall’AssociazioneItaliana di Filatelia Massonica del Gran-de Oriente d’Italia (Aifm-Goi), è stataallestita a Villa Ormond con le collezio-ni di Renato Boeri e Sergio Giannini de-dicate a massoni illustri, e di Gabriele

IINN BBRREEVVEE

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Ventuno logge – piemontesi, liguri, lom-barde e valdostane – rappresentate daun centinaio di fratelli hanno partecipatoil 13 ottobre a una particolare iniziativapromossa e organizzata dalle logge “LaFiaccola” (874) di Torino e “Athena”(1295) di Imperia.La manifestazione è stata presieduta daMarco Jacobbi, presidente del Collegiocircoscrizionale del Piemonte-Valle d’Ao-sta, organo patrocinatore, che è statocoadiuvato dalla Commissione Culturadella circoscrizione guidata dal fratelloMassimo Brighenti.Area d’azione il pinerolese in un piacevo-le alternarsi di spunti culturali e di sorti-te eno-gastronomiche. La giornata haavuto inizio alle 11,45 con la visita all’Ab-bazia di Cavour.Fondata nel 1037 dal Vescovo Landolfo ederetta, probabilmente, su una strutturapreesistente (tempio pagano, pieve, prio-

rato, non si sa con precisione), l’abbaziaconserva una suggestiva cripta con l’alta-re più antico del Piemonte. All’ora di pranzo il folto gruppo ha fattotappa allo storico ristorante “La Posta”,sempre di Cavour, che ha proposto piat-ti tipici della regione.Il pomeriggio è stato invece dedicato allamostra “Dei e Sciamani, miti e meraviglieall’origine del pensiero simbolico mediter-raneo; primi segni verso il divino”. L’e-sposizione, a carattere internazionale, èstata allestita nella chiesa di Sant’Agosti-no di Pinerolo, grazie alla collaborazionedi importanti istituti europei, proponendoun panorama completo dello sviluppo delpensiero simbolico umano: dagli alboridell’arte preistorica paleolitica, passandoattraverso le testimonianze delle divinitàsenza nome del proto-pantheon mediter-raneo e medio orientale, fino all’avventodelle prime forme di scrittura.

Al termine della visita, gli ospiti sono sta-ti accolti nel vicino atelier dell’artista Te-re Grindatto, progettista della mostra,per un break d’arte contemporanea.“Dolce” conclusione dell’intensa giornataè stata la degustazione, allestita presso lostabilimento Galup, del tradizionale pa-nettone “basso” pinerolese nelle diverseversioni elaborate dalla prestigiosa azien-da dolciaria.Inutile dire il grande successo dell’inizia-tiva che, secondo gli organizzatori, è sta-to possibile grazie anche all’apporto delfratello Dario Seglie, direttore del MuseoCivico di Antropologia e Archeologia diPinerolo, e della piena e competente di-sponibilità dello staff del Ristorante “Lo-canda La Posta”, eccellentemente guidatodalla Famiglia Genovesio.Ma ciò che è emerso, dicono ancora gliorganizzatori, è il grande spirito di fra-ternità dell’incontro, in un clima di “Mas-

rude, per educare gli italiani a una de-mocrazia fondata sulla lucida persuasionerazionale e sugli imperativi della verità edel progresso civile.In rappresentanza del Gran Maestro Gu-stavo Raffi ha partecipato il Gran Tesorie-re Antonio Catanese che ha chiuso i lavo-ri ricordando quanto pretestuosa sia lapolemica giornalistica attuale che crede

di poter sminuire il valore del premio No-bel conferito a Carducci nel 1906, pochesettimane prima della morte, contrappo-nendogli un presunto maggior merito diAntonio Fogazzaro. Secondo Catanese, ilvalore artistico e civile del leonino “pro-fessore” bolognese resta più che mai at-tuale, a dispetto della crescente trascu-rattezza dei programmi scolastici e della

sottovalutazione ideologica che negli ul-timi decenni lo hanno penalizzato.In chisura di manifestazione, il maestrovenerabile della loggia “Giosuè Carducci”(25), Giuseppe Straneo, ha ringraziato irelatori e i venerabili delle altre logge“Carducci” presenti, facendo dono dellamedaglia celebrativa, opera dell’artistaAntonio Purpurra, coniata per l’occasione.

PINEROLO / Iniziativa delle logge “La Fiaccola” di Torino e “Athena” di Imperia

Dei, sciamani, antichi culti

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Laurenzi sugli aspetti simbolici nella fi-latelia.

Sono stati emessi due annulli postalispeciali: uno, venerdì 23, per celebrarel’anniversario della loggia e la figura diLando Conti, il sindaco di Firenze truci-dato dalle Brigate Rosse, e un altro, il

giorno successivo, dedicato alla mostra.Sabato 24 novembre si sono svolti altrieventi, con una tornata rituale nella ca-sa massonica di Sanremo e a Villa Or-mond con un aperitivo e, di seguito, lapresentazione del libro “XX anniversa-rio della loggia “Lando Conti” (1058) al-l’Oriente di Sanremo”. Un’agape hachiuso la serata.

SSAANN SSEEPPOOLLCCRROO – La loggia “Armonia”(1153) di Città di Castello ha festeggiatoil 23 novembre nove anni di nascita conuna serata piena di eventi. L’appunta-mento è stato al Borgo Palace Hotel diSansepolcro. Il programma si è aperto con un con-vegno pubblico sul tema “Cellule Sta-minali: stato dell’arte, prospettive e

bioetica” che è stato discusso dall’e-matologo Adolfo Puxeddu, dal geneti-sta Massimo Biondi, dal ginecologoSandro Giardina e dal sociologo del di-ritto Morris Ghezzi, Gran MaestroOnorario del Grande Oriente d’Italia.Ha moderato i lavori il maestro vene-rabile della “Armonia”, Fausto Casta-gnoli. Sono seguiti la presentazione del pri-mo volume della loggia che raccogliei lavori di questi anni e un intermez-zo musicale del pianista Bruno Man-goni.La manifestazione è terminata con uncena di gala, sempre al Borgo PalaceHotel, animata da una esibizione delDuncan Ballet, gruppo umbro di danzacontemporanea.

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soneria ritrovata”. In realtà, tutto ciò, nonha sorpreso, poiché quest’obiettivo cen-trato rientra nelle prerogative delle duelogge promotrici, al punto che GaetanoFiorentino, per anni figura eminente del-la “Fiaccola” e della Massoneria piemon-tese, lasciò un motto: “Alla Gloria DelGrande Architetto Dell’Universo si puòanche sorridere”. Il detto non è mai sta-to tradito, tant’è che la loggia si riunisceda alcuni anni, ogni primo sabato del me-se (escluso agosto), in una tradizionaleagape bianca in locali riservati del Risto-rante “Locanda La Posta”. E l’incontro èaperto a tutti i fratelli, familiari e amici.Del resto, l’altra officina organizzatrice,la “Athena”, non è da meno: ha incluso

il diritto alla ricerca della felicità nel suoatto costitutivo e una delle sue convin-zioni è che la vera ricchezza di un rap-porto fraterno passa anche attraverso la

condivisione di momenti ludici e cultura-li in grado di favorire lo sviluppo dellasocialità per mezzo di emozioni e con-tatti.

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Le logge rappresentate“Athena” (1295), “Garibaldi” (97), “Voltaire” 1050, tutte di Imperia; “Lando Conti”(1058) di Sanremo; “Propaganda” (14), “Cavour” (16), “Mazzini” (19), “Ipotenusa”(682), “Risorgimento” (697), “Subalpina” (861), “Tao” (862), “Adriano Lemmi”(864), “La Fiaccola” (874), “Costantino Nigra” (877), “La Fenice” (1037), tutte diTorino; “Mario Savorgnan d’Osoppo” (587) e (“Acaja”) 691, di Pinerolo; “Maren-go” (1061) di Alessandria; “Missori Risorgimento” (640) di Milano; “Mont Blanc”(1197) di St. Vincent; “Camelot” (1262) di Venaria Reale.Ha partecipato anche il Capitolo “Armonia” delle Stelle d’Oriente di Imperia.

Giornata dedicata alla cultura il 15 settembre da tanti fratelli, ac-compagnati da parenti e amici a una visita guidata nei luoghisuggestivi di Trino, cittadina a 15 chilometri da Vercelli. L’inizia-tiva, promossa dalla loggia vercellese “Pitagora” (870) e daMassimo Brighenti della “Mario Savorgnan d’Osoppo (587) diPinerolo, ha attirato fratelli anche dalla Liguria.Prima tappa il suggestivo complesso abbaziale di Lucedio, ri-conosciuto come Principato, fondato nel 1123 dai monaci cister-censi di La Fertée nei terreni ricevuti dal Marchese Ranieri diMonferrato, destinati alla coltivazione del riso intorno al XIIIsecolo. Nel 1784 l’abbazia fu secolarizzata da Papa Pio VI e ce-duta a Vittorio Emanuele Duca D’Aosta. Napoleone la acquisìcon l’occupazione francese del Piemonte ma la concesse nel1807 al cognato Principe Camillo Borghese, allora GovernatoreGenerale del Piemonte. Passò poi sotto il controllo del Marche-se Giovanni Gozani di San Giorgio, antenato dell’attuale pro-prietaria che, a sua volta, nel 1861, la cedette al Marchese Raf-faele de Ferrari, Duca di Galliera, al quale i Savoia conferironoil diritto di fregiarsi del titolo di Principe. Nacque così il Prin-

cipato di Lucedio, denominazione che appare tuttora sul porta-le d’ingresso della tenuta. Nel 1937, l’intero possedimento fu ac-quistato dal Conte Paolo Cavalli d’Olivola, padre dell’attualeproprietaria, la Contessa Rosetta Clara Cavalli d’Olivola Salva-dori di Wiesenhoff.Fratelli e amici, oltre a visitare le sale principali e la suggestivasala del Capitolo del complesso, hanno potuto ammirare laChiesa settecentesca, straordinario esempio di barocco lombar-do e ora in fase di restauro conservativo a cura della Soprin-tendeza locale ai Beni Artistici e Monumentali.Il gruppo si è quindi diretto a Isana, altra frazione di Trino Ver-cellese, per la visita alla Chiesa Templare di S. Maria, situata inuna proprietà privata. Guida d’eccezione è stato il professorGiovanni Franco Giuliano, autore di un libro sulla chiesa. Inte-ressante testimonianza romanica, il sito non dispone di docu-menti storici, eccetto alcuni degli inizi del 1200 che citano la ca-sa templare di Santa Maria di Isana.Di tutto il complesso agricolo e monastico è sopravvissuta solola chiesetta, sebbene piuttosto modificata nella facciata, all’in-

TRINO VERCELLESE/ Visita guidata: iniziativa della Massoneria piemontese

Alla ricerca di simboli muratori

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Se, dopo oltre cinque secoli, una comunità ebraica tornerà ainsediarsi in Sicilia, il Grande Oriente d’Italia sarà al suo fian-co e ne sosterrà l’iniziativa. Questo è il messaggio espressodal Secondo Sorvegliante Ugo Bellantoni, in rappresentanzadel Gran Maestro Gustavo Raffi, al primo convegno interna-zionale sulla presenza ebraica in Sicilia organizzato il 24 e il25 luglio scorsi a Capo d’Orlando dall’associazione “Mediato-ri di Pace del Mediterraneo”. Un altro esponente del GrandeOriente ha partecipato all’incontro: il Grande Oratore Aggiun-to Bent Parodi che ha moderato i lavori e partecipato anchein qualità di presidente della Fondazione Famiglia Piccolo diCalanovella.La presenza dei nuovi ebrei in Sicilia, in particolare a San Mar-co d’Alunzio, è stata presentata non solo in termini di riconci-liazione dopo la cacciata del 1492, ma anche come risorsa perla Sicilia, per riaffermare la centralità della regione nel pano-rama mediterraneo e considerarla terra di incontro, di valoricondivisi, di conoscenza e di rispetto.E così, una quindicina di famiglie ebraiche si trasferirà in que-sto antico borgo siciliano. Il progetto è stato elaborato e av-viato – seguendo la storia – da imprenditori siciliani in ac-cordo con la gerarchia ebraica più qualificata, tra i quali i rab-bini di Gerusalemme, Avraham Goldstein e quello di Miami,Stefano di Mauro, siciliano originario di Siracusa. Le linee diazione spaziano dal recupero dei siti della loro tradizione al-l’attività imprenditoriale, iniziando dal settore agro-alimenta-re, dall’olio al vino ai formaggi.

Dal convegno è emerso un aspetto importante, evidenziato pro-prio dal Secondo Sorvegliante Bellantoni (membro della Com-missione Europea di arte, cultura e folklore dei Paesi UE del Me-diterraneo), e cioè: “la possibilità di aprire le porte, attraversola creazione di un insediamento stabile di ebrei, a una collabo-razione fondata su tematiche di formazione, soprattutto di tipouniversitario, che diano vita a una Università Mediterranea incollaborazione con altri atenei dei paesi rivieraschi del Mediter-raneo. Si potrà così dare forza e consistenza all’opera di rilan-cio della storia, della cultura, della tradizione e del folklore deiPaesi del Mediterraneo incentivandone anche lo sviluppo eco-nomico e la valorizzazione delle produzioni tipiche locali”.Questa idea è rappresentata dai “Touro Collages” che sono isti-tuti di formazione già presenti a Gerusalemme, Mosca, Berlinoe, in Italia, a Roma e rappresentano scuole a livello universita-rio di Economia e Commercio, Business Administration, Psico-logia e Studi Ebraici.“Il modello che prende vita a San Marco d’Alunzio – ha ag-giunto Ugo Bellantoni – può rappresentare un’opportunità dicrescita e di sviluppo per l’intero Mezzogiorno, Sicilia e Cala-bria innanzitutto, con l’obiettivo di creare una “città globale”e di ricercare comuni interessi economici, civili e sociali che intempi di globalizzazione sono quanto mai opportuni ed attua-li e possono favorire la riscoperta delle proprie radici proiet-tandosi, senza mai perdere di vista la propria identità, versoi nuovi orizzonti che il progresso scientifico e tecnologico og-gi consente”.

terno e nella parte absidale (del tutto estranea all’originale, co-me pure il campanile).A pochi metri dalla chiesa, sull’asse longitudinale, sorge unMénhir che pare sia dotato di poteri taumaturgici e anticamen-te oggetto di pellegrinaggio per trarne i benefici influssi. Se-condo la tradizione, i Templari costruivano le loro residenzepresso monumenti megalitici, in luoghi di antica sacralità, dove

si dice confluiscano correnti telluriche e cosmiche benefiche:non a caso sotto il pavimento della chiesetta scorre – per tuttala lunghezza dell’edificio – il rivolo di una sorgente. Le originie la funzione dei Menhir sono state illustrate, con dovizia diparticolari, dal fratello archeoastronomo Giuseppe Brunod.La giornata si è conclusa nella Cascina Smeralda con una cenaa base di specialità gastronomiche locali.

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CAPO D’ORLANDO / L’impegno del Grande Oriente nelrecupero di storia e tradizioni e nello sviluppo dell’educazione

Gli ebrei in Sicilia

NOTIZIE D’ARCHIVIO

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La necessità di approfondire l’esoterismotemplare ha condotto questo autunno laloggia napoletana “Losanna” (205) in Por-togallo, dove i Cavalieri del Tempio ave-vano, nel Convento di Tomar, una delleloro più importanti dimore.L’interesse era nato a giugno con una ta-vola del fratello VittorioEsposito che aveva richiama-to l’attenzione dell’officinasugli stretti legami tra l’Ordi-ne templare e la Massoneria.In più occasioni il maestrovenerabile Rudi Napoli ha in-dirizzato i lavori di loggia adapprofondirne i contenuti fi-no a decidere di continuare illavoro speculativo con l’e-sperienza diretta, alla ricercadelle orme lasciate dai Tem-plari nei luoghi delle loro ge-sta. L’iniziativa e la metascelta ha subito richiamatol’attenzione del Collegio cir-coscrizionale di Campania-Lucania e hanno aderito algruppo fratelli di altre logge.Primo atto del viaggio in Por-togallo è stato l’incontro con

il fratello Felix Lopez, garante d'amiciziadella Gran Legale del Portogallo/GLRP,programmato grazie alla regia del presi-dente circoscrizionale Geppino Troise,che, sebbene impossibilitato a partecipa-re, ha curato l’iter istituzionale e l’accre-ditamento dei fratelli.

Uno scambio di doni e un’agape biancaha suggellato i rapporti tra le due Comu-nioni: le due delegazioni hanno immedia-tamente fraternizzato e i fratelli italianinon hanno mancato di invitare i porto-ghesi ad ammirare presto le bellezze par-tenopee.

Il 20 ottobre è stato per il Gran MaestroGustavo Raffi un giorno denso di appun-tamenti. Dopo le celebrazioni di Udine,della loggia “La Nuova Vedetta”, si è tra-sferito a Villach, nella vicina Austria, perpartecipare al tradizionale “Fraternitas si-ne limitibus”, incontro annuale tra ilGrande Oriente d’Italia e le Gran Logge diAustria e di Slovenia che lo organizzanoa rotazione. Nel 2007 è spettato alla Mas-soneria austriaca con un duplice pro-gramma: una conferenza pubblica dal ti-tolo “Il Rituale e la Musica” e una ceri-monia massonica.L’incontro aperto ai non massoni si è svol-to in una sala delle Terme di Warmbadcon gli interventi di tre relatori, ognuno

per le Comunioni rappresentate: MarcoMaria Tosolini, della loggia “11 Settembre”(1191) di Campoformido, ha partecipatoper il Grande Oriente con una relazionesulla storia, l’evoluzione e il significatodella musica nel rituale massonico.I lavori di loggia si sono invece svolti nel-la vicina casa massonica di Warmbad conil rituale in uso nel paese ospitante, lettonelle tre lingue dall’austriaco Hans Kum-merer, nel ruolo di maestro venerabile edallo sloveno Boris Krassovec con l’italia-no Tullio Giachin nelle vesti di primo esecondo sorvegliante.Nel corso della tornata il pianista Alek-sander Rojc, della loggia “Nazario Sauro”(527) di Trieste, ha eseguito brani di mu-

sica rituale del compositore Erik Satie.Folta la partecipazione, con i Gran Maestriaustriaco e sloveno e rappresentanze dialtri paesi, per un totale di 100 persone.La delegazione italiana era composta da 25fratelli di varie sedi massoniche del FriuliVenezia Giulia e di altre regioni. Il Gran Maestro Raffi, nella sua allocuzione,ha apprezzato il valore dell’iniziativa, natasei anni fa con il primo incontro a Trieste,e il tema di questa edizione. “La musica èun linguaggio universale comprensibile atutti – ha dichiarato – e supera barriere diogni tipo. Ecco perché ha così valore nellelogge, dove crea armonia e unione”. “Fraternitas sine limitibus” sarà il prossi-mo anno in Slovenia.

AUSTRIA / A Villach il tradizionale appuntamento delle Massonerie di Italia, Austriae Slovenia

Fraternitas sine limitibus

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PORTOGALLO / Viaggio di studio della “Losanna” di Napoli

Sulle tracce dei Templari

Il castello templare di Tomar

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Columbus Day 8 ottobre 2007La tradizionale parata di New York nella Fifth Avenue

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Massoni in sfilata

attività internazionali attività internazionali

Il Columbus Day (Giorno di Colombo) è una festa celebratain molti paesi delle Americhe, per commemorare il giornodell’arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo il 12 ot-

tobre 1492. Feste simili, celebrate come Día de las Culturas(Giorno delle culture) in Costa Rica, Discovery Day (Giorno del-la scoperta) nelle Bahamas, Hispanic Day (Giorno Spagnolo) inSpagna, e rinominato da poco (nel 2002) Día de la ResistenciaIndígena (Giorno della resistenza indiana) in Venezuela, comme-morano lo stesso evento.Gli Americani di origine Italiana sentono il Columbus Day comeuna occasione per celebrare le loro doppie radici.Fu festeggiato per la prima volta a New York nel1792 a 300 anni dalla scoperta del NuovoMondo e un secolo dopo il presidenteBenjamin Harrison richiamò tutta la po-polazione degli Stati Uniti a celebrarela ricorrenza. Ma il primo Stato a ri-conoscerla ufficialmente fu il Colora-do nel 1905 e nel 1937, su impulsodei Knights of Columbus (l’associa-zione cattolica con il nome del gran-

de viaggiatore), il presidente Franklin Delano Roosevelt stabilì cheil Columbus Day fosse festa nazionale in tutti gli Stati Uniti. Dal1971 le celebrazioni si svolgono il secondo lunedì di ottobre, lostesso giorno in cui nel vicino Canada si festeggia il Giorno delRingraziamento.Negli Stati Uniti, per il Columbus Day, le banche, uffici postali euffici federali sono chiusi, così come gli uffici dell’ambasciata ita-liana a Washington D.C. e tutti i consolati italiani nel paese. L’Em-pire State Building di New York City da vari anni usa accendere lesue luci, riproducendo il tricolore italiano.

La “Grand Line” della Gran Loggiadello Stato di New York con ilGran Maestro Neal I. Bidnick alcentro. Alle spalle due labari dilogge del Grande Oriente d’Italia

L’incontro con ilMetropolita Edward

Michael Egan e lemassime cariche

dell’arcidiocesi di New York ➥

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notizie dalla comunionenotizie dalla comunione

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COSENZA – Il castello federiciano di Roseto Capo Spu-lico, a cento chilometri da Cosenza, ha ospitato il 30 settembreuna tornata congiunta delle logge “Prometeo” di Taranto e Co-senza, gemellate dal 31 ottobre 2004. Ai lavori, condotti in di-verse fasi, dai rispettivi maestri venerabili Michele Ladiana e An-tonio Fortunato Gaudio, hanno partecipato il Consigliere del-l’Ordine in Giunta Carlo Petrone, il presidente della Corte Cen-trale Tonino Perfetti, il garante d’amicizia Stefano Sperti, il pre-sidente del Collegio circoscrizionale della Puglia Mauro Leone,gli ispettori di loggia Giovanni Palumbo e Vincenzo Zanfini. il fratello Sperti ha tenuto una tavola su “Il Fuoco di Prometeo”che, oltre ad argomenti squisitamente esoterici, ha affrontato laquestione del dovere dell’Istituzione massonica di comprenderee affrontare le grandi problematiche della società odierna. E’ se-guito un dibattito in cui i fratelli hanno espresso l’importanza disimili incontri, valido metodo di lavoro muratorio.Un’agape bianca nel castello ha chiuso la serata.

LIVORNO – Nella casa massonica di piazza dei Dome-nicani, sede storica della “ Fratellanza Artigiana” si è svolta il 14ottobre la cerimonia di innalzamento delle colonne di una nuo-va loggia labronica. E’ dedicata ad Alessandro Tedeschi, ebreolivornese che fu Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia in esi-lio nel periodo 1931-1940 e guidò l’Alleanza delle Massonerieperseguitate dal nazifascismo.La cerimonia è stata officiata dal presidente del Collegio circo-scrizionale della Toscana Stefano Bisi con i maestri venerabili del-le altre sei logge livornesi nelle cariche operative. Erano presen-ti il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi, il Gran MaestroOnorario Mauro Lastraioli, il Gran Tesoriere Aggiunto EugenioCavallucci, i garanti d’amicizia Fabio Reale e Alessandro Antonel-li, il vicepresidente del Collegio e presidente delle logge fioren-tine Moreno Milighetti, il presidente dell’Oriente di Livorno Ma-rino Bonifazio. Centoventotto i fratelli nel tempio, con rappre-sentanze di logge di Pisa, Massa, Firenze, Siena, Prato, Cecina,Rosignano Marittimo, Lucca, Portoferraio, Viareggio, La Spezia.Maestro Venerabile della “Alessandro Tedeschi” (1303) è Ferruc-cio Antoni che, nella sua tavola di insediamento, ha tracciato ilprofilo dell’officina, prima in Italia con questo nome, costituitaper volontà del Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi, impe-gnato a riportare a otto il numero delle logge di Livorno dei pri-mi anni ‘90. Ha ringraziato Antonio Gafforio, presidente dell’As-semblea Costitutiva, ricordando che i 15 fratelli fondatori pro-vengono dalle logge “Adriano Lemmi” di Livorno, “GiovanniMarradi” di Rosignano Marittimo e, per una unità, dalla “MonteSion” di Roma.

Numerosi e significativi gli interventi successivi, tra cui quellodel maestro venerabile della “Scienza e Lavoro” e tesoriere delCollegio toscano, Stefano Lami, che ha annunciato il propositodella sua loggia, da sempre definita “loggia madre” di gran par-te delle officine livornesi, di promuovere in tempi brevi la costi-tuzione di una nuova loggia.In chiusura è intervenuto il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bian-chi, esprimendo apprezzamento per la qualità dei lavori, soprat-tutto per l’ingresso, in apertura, delle bandiere europea e italiana,accompagnate dai rispettivi inni, con quello nazionale cantato a vi-va voce dall’intera Assemblea. Ha ricordato poi due futuri eventidedicati ad Alessandro Tedeschi: la collocazione nel parco di VillaFabbricotti a Livorno di un busto in bronzo, dono del GrandeOriente alla città, e la pubblicazione, per i tipi del Mulino, di unabiografia opera dello storico Santi Fedele, autore di saggi sullaMassoneria nel periodo dell’esilio, che sarà presentata per la pri-ma volta a Livorno. Prima di concludere, il Gran Maestro Aggiunto Bianchi haespresso il desiderio di poter vedere l’ottava loggia, di prossi-ma costituzione, fregiata del titolo distintivo di una delle due of-ficine livornesi non più operative: la “Giuseppe Garibaldi” e la“Nuova Rivoluzione”.

ORISTANO – Il 27 settembre la loggia “Libertà e La-voro" (1148) di Oristano ha riaperto i lavori, dopo la pausa esti-va, con una suggestiva tornata rituale alla quale hanno presoparte il Garante d’Amicizia Vincenzo Tuveri e gli ispettori circo-scrizionali della Sardegna, Renzo Carta e Paolo Spissu. L’occa-sione è stata l’iniziazione del nipote del Gran Maestro OnorarioVincenzo Racugno, Piero Bianco."Ricorderai questo giorno – ha detto il Fratello Tuveri al neo-iniziato – lo ricorderai ripetutamente e ripetutamente arricchiraiil tuo ricordo con tutto quanto imparerai a osservare qui dentrosenza la pressione del coinvolgimento individuale emotivo"."Se saprai intendere correttamente l’Arte – ha aggiunto – la Mas-soneria ti condurrà nei più intricati meandri della vita fornendoti iriferimenti della sua tradizione e dei suoi simboli; starà unicamentea te saperli scorgere, saperli leggere, saperli interpretare".Lo stesso Garante d'Amicizia, nel corso del suo intervento, haportato al nuovo entrato l'abbraccio fraterno e l'augurio di Vin-cenzo Racugno, costretto a casa da motivi di salute.

PALMI – Tornata speciale il 26 ottobre per la loggia pal-mese "Pitagora-Ventinove Agosto" (1168) che nella serata dedi-cata alla propria rassegna di studi “Per colloquia aedificare”, ha

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celebrato due importanti eventi: il gemellaggio con la loggia "IFiladelfi" (1270) di CasteIl'Arquato di Piacenza e la nomina a ga-rante d’amicizia per l’Ucraina del proprio oratore (e già maestrovenerabile) Cosimo Petrolino.Significativa l’affluenza ai lavori nella casa massonica di Palminonostante altre manifestazioni di quel fine settimana, a Cosen-za e a Crotone, abbiano richiamato la partecipazione di fratelli.Erano presenti: il Gran Maestro Onorario Morris Ghezzi, il pre-sidente della Corte Centrale Tonino Perfetti e il giudice ArturoOcchiuto, il grande ufficiale Antonino Criseo, i garanti d’amiciziaPippo Cacopardi. Giuseppe Caparello, Giuseppe Giannetto, ilpresidente del Collegio circoscrizionale della Calabria FilippoBagnato. Numerosi i venerabili.Il maestro venerabile della "Pitagora-Ventinove Agosto", Enzo LaValva, ha accolto con affetto i protagonisti della tornata: il GranSegretario Aggiunto Antonio Calderisi, relatore del “Per collo-quia aedificare”, e la delegazione della loggia “I Filadelfi” gui-data dal maestro venerabile Franco Rasi, Gran Maestro Onorariodel Grande Oriente d’Italia, giunto in Calabria con i fratelli Ma-rio Onorato, Giuliano Manfredi, Franco Trabacchi, Carlo Pastori,Giorgio Campana e Vittorio Segalini. Le due officine hanno defi-nito il loro legame “forte e sostanziale” e il fratello Rasi lo haconfermato consegnando i diplomi di membro onorario della sualoggia ai fratelli La Valva, Terranova, Petrolino e Martino.Oratore della serata è stato il Gran Segretario Aggiunto Calderi-si con la relazione "Etica del limite o limite dell'etica? Per unariflessione su nuovi ed antichi confini” che ha trattato temi at-tuali e ricchi di significato: l'uomo, il destino, il bene comune,giustizia e bellezza, scienza ed etica, emozioni reali ed emozio-ni virtuali, la loggia come comunità.In chiusura, il Gran Maestro Onorario Franco Rasi ha espressoapprezzamento per la serata, in particolare ad Antonio Calderi-si per il suo intervento e alla "Pitagora-Ventinove Agosto" per laqualità dei suoi lavori e l’iniziativa del “Per colloquia aedifica-re”, realizzato da anni con successo e che lo ha visto relatore.Ha manifestato grande gioia per il gemellaggio con la sua log-gia, inteso come “atto di rispetto e di amicizia verso tutta la cir-coscrizione calabrese e su quanto di positivo essa propone atutta la Comunione”. Lo scambio di doni e dei maglietti tra i ve-nerabili, seguito da un lungo abbraccio, ha sancito l’intesa, ce-lebrata a fine serata con un’agape al ristorante “La Collina” delfratello Franco Matina.

PALMI (2) – Il 28 settembre la loggia “Pitagora-Venti-nove Agosto” (1168) ha tenuto nella casa massonica cittadina unatornata celebrativa in onore del fratello Benito Zaccaro insigni-to dal Gran Maestro Gustavo Raffi dell’onorificenza “GiordanoBruno”, Classe Eracles. Ha consegnato le insegne il presidentedella Corte Centrale Tonino Perfetti esprimendo le ragioni del ri-conoscimento: il modus vivendi del fratello Zaccaro, fatto dioperosità e altruismo. Durante i lavori il maestro venerabile En-zo La Valva ha detto che per lui vale il detto di Emerson: “La ri-compensa per una cosa ben fatta è averla fatta”.La cerimonia è stata semplice ma emozionante per tutti, tra ipresenti: il grande ufficiale Antonino Criseo, i garanti d’amiciziaPippo Cacopardi e Giuseppe Giannetto, il presidente del Colle-gio circoscrizionale della Calabria Filippo Bagnato e rappresen-tanze di logge di varie sedi della regione.Hanno inviato messaggi di augurio il maestro venerabile della“Ettore Ferrari” (272) di Palmi, Antonino Barone, i consiglieridell’Ordine Pino Lombardo e Gianfranco Fragomeni, il giudice

della Corte Centrale Arturo Occhiuto e il garante d’amicizia At-tilio Russo.

RENDE – In Calabria è nata una loggia “Quatuor Coro-nati”: la sua sede è a Rende e ha il numero distintivo di 1304. Lacerimonia d’installazione è stata officiata il 24 settembre dal pre-sidente del Collegio circoscrizionale della Calabria Filippo Ba-gnato che ha insediato maestro venerabile il fratello PasqualePingitore.I dignitari di loggia sono: Costantino Ponti, primo sorvegliante;Nicola Giuseppe Gallo, secondo sorvegliante; Luigi FrancescoBruzio, oratore; Alberto Ferraro, segretario; Vincenzo JamesGreco, tesoriere. Gli altri fondatori: Sabato Carlo Paduano, LuigiDe Ferrariis, Franco Serra, Francesco Verre, Corrado Egitto, Car-lo Belsito.Prolungati sino a notte tarda, i lavori hanno avuto carattere al-tamente iniziatico, promuovendo una lunga discussione.Erano presenti alte cariche nazionali e della regione: il secondoGran Sorvegliante Ugo Bellantoni, il Gran Maestro Onorario Er-nesto d’Ippolito, il presidente della Corte Centrale Tonino Per-fetti, il grande ufficiale Antonio Criseo, i consiglieri dell’OrdineGiuseppe Sposato e Luigi Vilardo, i garanti d’amicizia VincenzoFerrari, Giuseppe Giannetto e Alfonso Pileggi, il giudice dellaCorte Centrale Arturo Occhiuto, e tanti esponenti del Collegiocircoscrizionale. Ha partecipato anche il fratello Fiorenzo Corbo,maestro della “Garibaldi Lodge” di New York.

ROMANO CANAVESE – Per il quarto annoconsecutivo, i fratelli delle quattro logge del Grande Oriented’Italia intitolate a Costantino Nigra, del quale quest’anno ri-corre il centenario della morte, si sono riuniti in tornata ritua-le congiunta. Ha organizzato l’incontro il 6 ottobre la “Costan-tino Nigra” di Ivrea il cui maestro venerabile Danilo Rosson hacondotto i lavori realizzati, per ospitare i numerosi presenti, inun salone adibito a tempio dell’Hotel Gardenia di Romano Ca-navese.Le delegazioni delle “Costantino Nigra” di Firenze e di Torinoerano guidate dai rispettivi maestri venerabili Salvatore Assenzae Aldo Lamanna, mentre quella della loggia di Castelforte, inprovincia di Latina, era guidata dal consigliere dell’Ordine Gian-carlo Ronci, in assenza del venerabile Angelo Tazza impedito damotivi di salute,Sedevanno all’Oriente i consiglieri dell’Ordine del Piemonte,Franco Sannia e Angelo Laurella, il presidente del Collegio cir-

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coscrizionale di Piemonte-Valle d’Aosta Marco Jacobbi, il suopredecessore Piero Lojacono, gli ispettori circoscrizionali Gior-gio Carfagna ed Egardo Campane, i maestri venerabili delle“Stella d’Italia-Vita Nova” di Torino, Savino Bracco, e della “En-zo Villani” di Ivrea, Silvio De Giacomi.Il venerabile Rosson ha letto in apertura un caloroso messaggiodel Gran Segretario Giuseppe Abramo, in cui, oltre agli auguri dibuon lavoro, è stato espresso il rammarico del Gran MaestroGustavo Raffi di non poter partecipare perché impegnato all’e-stero.I lavori sono stati caratterizzati da una tavola (“Una vera lectiomagistralis”, l’ha definita il fratello Sannia) su Costantino Nigradel quale sono emersi gli aspetti di uomo, poeta, diplomatico e,soprattutto, massone. “Nigra – ha detto l’Oratore – sia pure perbreve tempo fu anche Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.La sua abnegazione per la causa dell’unità d’Italia e il suo im-pegno per il bene della Massoneria, grandi quanto il suo since-ro disinteresse per le cariche, ci devono essere di esempio co-stante”.Prima della tornata i fratelli avevano visitato il cimitero di Ca-stelnuovo Nigra, comune canavesano un tempo chiamato VillaCastelnuovo, che ospita le spoglie dell’uomo politico. Accolti dalsindaco Matteo Sergio Bracco, hanno reso omaggio alla tombadi Costantino Nigra con la deposizione di una corona d’alloro.Significativa la presenza del sindaco alla cena di gala che hachiuso il convegno delle logge “Nigra” nel ristorante dell’HotelGardenia. I fratelli si sono impegnati di incontrarsi l’anno pros-simo a Firenze.

SOMMA LOMBARDO – Iniziata la tornata estaccati squadra e compasso, “Sufismo e Massoneria” è stato iltema affrontato il 18 ottobre dalla loggia “La Fenice” (1280) diCastiglione Olona in una tornata ricca di suggestioni per la pre-senza di un relatore di altissimo profilo, il Khalyfa della Confra-ternita Sufi Jerrahi-Halveti in Italia, Gabriele Mandel.

I lavori, tenutisi nel Castello Visconteo di Somma Lombardo, so-no stati condotti dal maestro venerabile Shahrokh Farhanghi.Hanno partecipato: i garanti d’amicizia Alfonso Fusco e FaustinChiragarula, il consigliere dell’Ordine Bruno Sirigu, il presidentee il vicepresidente del Collegio circoscrizionale della LombardiaPaolo Gastaldi e Andrea Del Re e i maestri venerabili Ugo Ma-spero, Mauro Borgini, Carlo Cenerelli e Marcello Rossi, dellelogge “Carlo Cattaneo” (700) di Varese, “Rosa Commacina”(1201) di Cernobbio, “G. Bruno-P. Martini” (1017) di Milano e “DeAmicis-Toscano” (444) di Novara. Era presente anche l’IspettoreRegionale per il Piemonte e la Valle d’Aosta, Edgardo Campane.Il relatore ha descritto con profondità e arguzia lo scambio con-tinuo di influssi tra Sufismo e Massoneria sottolineando come ledue Istituzioni hanno sempre costituito, nei loro ambiti, un “ri-fugio degli spiriti liberi contro il fanatismo devastante dei dog-matici”.Di grande fascino è stata l’esecuzione al tar di musiche sufi daparte del Maestro Fakhraddin Gafarov, rifugiato politico per lesue posizioni in difesa del libero pensiero in Azerbaijan. Ac-compagnati gli ospiti all’uscita, la tornata si è chiusa ritualmen-te. La serata è proseguita con un’agape bianca.

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In Calabria overdose di Massoneria per 48 ore

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Iniziative delle logge “I Pitagorici” (387),“Lacinia” (1088), Mediterraneo (1195)

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CROTONEAll’appuntamento promosso dal Grande Oriente d’Italia univoco il parere degliesperti che sono intervenuti sulla necessità di instaurare un dialogo tra le civiltà

Il confine come luogo di incontrotra cultureIl gran maestro Gustavo Raffi ha ricordato la tragedia di Sarajevoprovocata dalla follia degli uomini

Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italiadi Palazzo Giustiniani, Gustavo Raffi, ha pro-mosso il convegno di studi, che si è svolto,ieri, al Teatro Apollo sul tema: “Crotone, Por-ta sul mediterraneo. Culture a confronto”. Il presidente della Provincia Sergio Iritale,porgendo i suoi saluti, ha auspicato la ri-presa del dialogo tra i popoli che si af-facciano sul Mediterraneo. “Questo è untema fascinoso una scommessa da affron-tare e da vincere”, ha sostenuto Iritale, po-nendo e ponendosi innumerevoli interro-gativi: “Di quale Mediterraneo vogliamoparlare? Del Mediterraneo dei miti? Delmediterraneo, Sud dell’Europa? Di un ma-re unico su cui si affacciano tre fedi di-verse? Del Mediterraneo degli scontri? DelMediterraneo dei migranti?”.

Sergio Iritale ha affermato che i problemivanno affrontati in un’ottica di pace, ri-scoprendo l’arma del dialogo e passandoattraverso una dimensione valoriale ed eti-ca. Ha poi detto che tutti noi abbiamo ildovere di ricordare la malattia, la povertà,i bisogni dei paesi che stanno peggio dinoi e dobbiamo dare una mano.Anche il sindaco della città, Peppino Vallo-ne ha dato il suo benvenuto e ha ribaditoche Crotone può diventare un punto di in-contro tra Oriente e Occidente, riappro-priandosi del ruolo di centralità che il me-diterraneo le offre. Ha poi aggiunto: “Si pos-sono rispettare gli altri, rispettando il prin-cipio pitagorico, secondo cui tutto è armo-nia, musica, cosmo”. Anche l’intervento diFilippo Bagnato, presidente circoscriziona-

le della Calabria, ha posto l’attenzione suconcetti quali la tolleranza, la libertà, la so-lidarietà tra popoli differenti. “Bisogna ave-re gli occhi aperti al mondo”, ha concluso. Il moderatore Giuseppe Lombardo dell’U-niversità di Messina ha fatto notare che gliscontri attuali si svolgono sulle linee di fa-glia che idealmente limitano le civiltà di-verse. “Ma – ha sottolineato – che non esi-stono civiltà superiori o inferiori, bensì co-munità che detengono il potere e comunitàche ne sono prive”. Claudio Bonvecchio,dell’Università dell’Insubria, ha ricordatoquello che c’era scritto sulle porte di alcu-ni bar del Nord (“Ingresso vietato ai cani eai meridionali”) e ha poi fatto notare comeanche il trend che ha portato a considera-re l’asse di sviluppo portante quello del

numero 19-20 / 2007 23Il Quotidiano della Calabria del 29 ottobre

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nord Europa e dell’America stia cambiando: Il problema – ha osservato – del-l’approvvigionamento energetico, con le risorse sia materiali che immateriali de-tenute dall’est asiatico e dall’africa, stanno di fatto già modificando quest’asse”. Elefterios Diamantaros, dell’Università di Atene, ha proposto alle istituzioni po-litiche e culturali, la creazione della Libera Università Pitagorica di Crotone. È in-tervenuto Morris Ghezzi dell’Università di Milano, soffermandosi a lungo sui con-cetti di omogeneità e di diversità, facendo notare come ci sia una continua osmo-si tra le due cose. Ghezzi ha detto: “Come affermava il grande filosofo Pitago-ra, tutto è numero, e attraverso esso la realtà può essere scomposta, ricompo-sta e nuovamente scomposta, fino al raggiungimento dell’armonia universale”. IlGran Maestro Gustavo Raffi ha concluso l’incontro ringraziando la città di Cro-tone. Ha ricordato i valori su cui si fonda la Massoneria e la vigilanza che luiopera, in maniera ferma, perché siano rispettati questi valori da tutti gli aderenti.“Il confine – ha sostenuto – per me e per la Massoneria, è solo il luogo di in-contro delle culture diverse, e tutte le civiltà devono operare, in accordo, per ilbene dell’umanità”. Ha poi ricordato che, quando si parla di Islam o di Cristia-nesimo, o di altri concetti aggreganti, come può esserlo anche quello della Mas-soneria, non ci si trova mai di fronte a blocchi monolitici. “In essi – ha aggiun-to – convergono molte facce differenti, di cui gli integralismi e gli aspetti de-vianti, non rappresentano che un’esigua minoranza”. Raffi ha anche sostenutoche il cammino verso l’integrazione è un cammino lungo. Il Gran Maestro ha in-vitato i presenti ad andare a Sarajevo, città che prima rappresentava un vero eproprio laboratorio di integrazione tra fedi diverse, e in cui convivevano, unoaccanto all’altro, cristiani, ortodossi, musulmani, ebrei. Ha infatti esortato tuttiad andare in quei paesi devastati dalle guerre di civiltà, “per vedere cosa ha pro-dotto la follia dell’uomo”. “Andiamo a vedere cosa si può ancora fare”, ha con-cluso il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Marina Vincelli

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la Provincia crotonese del 26 ottobre

“Il dramma dell’Italia di oggi è che mancail cittadino, non c’è quel senso di appar-tenenza che ti fa stare insieme”. E’ lapi-dario Gustavo Raffi, avvocato ravennatealla guida del Grande Oriente d’Italia, ieriin città per partecipare ad un convegno suGiordano Bruno.E a proposito del filosofo campano, il GranMaestro del Goi dice: “Giordano Brunopuò essere assunto quale simbolo dellevittime dell’intolleranza. Ogni giorno, nelmondo, ci sono tanti Giordano Bruno chepagano: guardi quello che sta accadendoin Birmania o quello che è successo negliultimi anni in Bosnia. Di fronte a queste si-tuazioni scatta la rabbia: ecco, riscopria-mo l’umanità e noi stessi”. Ritornando sulparticolare momento che la società italia-

COSENZAIntervista a Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

“Perché parlare di logge deviatese nel mirino ci sono un politicoe la Compagnia delle Opere?”

IL CONVEGNO“Il pensiero di Giordano Bruno tra scienza e magia: eresia della scelta o scelta del-l’eresia?” è il titolo del convegno pubblico realizzato il 27 ottobre dalla loggia co-sentina “Giordano Bruno” (1145) per il suo decimo anniversario di nascita. Il GranMaestro Gustavo Raffi ha partecipato alla manifestazione che si è svolta – nel po-meriggio - nel Salone di Rappresentanza del Comune di Cosenza, rivelatosi del tut-to idoneo ad accogliere il folto pubblico, che ha occupato anche i locali adiacenti.In apertura, hanno portato saluti le autorità massoniche, con il maestro venerabiledella loggia Carlo Cannataro e il presidente del Collegio circoscrizionale della Cala-bria Filippo Bagnato, e le amministrazioni locali, rappresentate dal sindaco di Co-senza Salvatore Perugini e dal presidente della Provincia Mario Oliverio. Sono intervenuti, coordinati dal giornalista di “Calabria Ora” Luigi Guido, il GranMaestro Onorario Morris Ghezzi, Ordinario di Filosofia e Sociologia del Diritto al-l’università di Milano e il presidente della Corte Centrale del Grande Oriente d’Ita-lia, l’avvocato Antonio Perfetti. Tra i relatori anche il Gran Maestro Raffi.

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rassegna stampa Udine, 21 ottobre 2007

na sta vivendo, Raffi si dice convinto che:“La crisi della politica rappresenta, per ilnostro Paese, un fatto molto grave. In unasocietà che non sa dialogare, una scuoladi pensiero come la Massoneria dove si èeducati al dialogo, quello con le sue re-gole, dove l’uomo cerca molto modesta-mente di elaborare dei valori condivisi, èun fatto importante”. Il Grande Oriente d’I-talia che, sotto la guida di Raffi, si è aper-to alla società cercando e trovando, conessa, un costante e fattivo dialogo: “Ho in-teso - continua Raffi - riportare il GrandeOriente al centro delle tematiche dell’uo-

mo. Nel dopoguerra non c’era nessuna ra-gione per mantenere quei canoni di se-gretezza sicuramente indispensabili nel-l’epoca del fascismo”. L’incontro con ilGran Maestro del Goi crea l’occasione perparlare della Calabria e di quanto succes-so negli ultimi mesi: “Questa è una terrasplendida, ma martoriata. Nell’ultimo pe-riodo era necessario, forse, che nell’occhiodei ciclone finisse il Gran Maestro e nonmi riferisco alla polemica con monsignorBregantini ma a ciò che i media repisco-no. Vorrei capire come si fa a parlare diMassoneria deviata quando l’obiettivo del-

la magistratura è politico, con un segreta-rio di un partito nel mirino così come lo èun uomo chiave che è stato o è il rappre-sentante della Compagnia delle Opere, leg-gi Comunione e Liberazione nel sud. SeComunione e Liberazione è una Massone-ria che me lo si dica e vorrà dire che, diMassoneria, non ho capito e non capisconulla. C’è un uso improprio del termineMassoneria perché, dopo un tale Gelli, tut-to quello che è male, in Italia, è identifi-cato con la Massoneria”.

Roberto Barbarossa

UDINEA Palazzo Kechler il convegno sul “Bene e il progresso dell’Umanità” con il GranMaestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi

I massoni: nomi secretati per tutelare gli iscrittiL’avvocato Appiotti: sono affiliato da 37 anni, ma a volte l’opinionepubblica non capisce

Negano d’essere potenti, rifiutano l’etichetta di “cupola”, ma si trin-cerano dietro la riservatezza e di fornire elenchi con nomi e co-gnomi degli iscritti non ci pensano proprio. I massoni udinesi radu-nati ieri (20 ottobre) attorno al convegno “Per il bene e il progres-so dell’Umanità” organizzato dalla loggia “La Nuova Vedetta”, con-cedono quest’unica uscita pubblica ritenendola sufficiente a dimo-strare la loro volontà di trasparenza e apertura. La strada per sve-lare l’identità degli aderenti, insomma, resta sbarrata. “Quando unalegge obbligherà qualunque partito e associazione a pubblicare l’e-lenco dei suoi iscritti, anche noi lo faremo. Solo allora”, taglia cor-to il leader nazionale della loggia Gran Oriente d’Italia, Gustavo Raf-fi, in gergo massonico, il “gran maestro”. E il suo rinnovato no a fa-re nomi o anche solo a indicare i personaggi più illustri che si so-no affacciati ieri nel salone di palazzo Kechler, non contribuisce cer-to a togliere dalla Massoneria l’alone di potere, aiuto e protezionereciproca che sembra regnare tra i “fratelli”. “Solo una leggendacreata ad arte – attacca Raffi – perché dopo Tangentopoli pensareche siano i massoni a manovrare il potere, è un pensiero che mi faridere. Il diritto all’anonimato è ancora un diritto sacrosanto, diver-samente scadiamo nella morbosità. Gli unici che nel nostro grupponon possono averlo sono coloro che hanno funzioni dirigenziali equesti sono noti. Per il resto le regole sulla privacy valgono per tut-ti”. Raffi dunque non vuole sentir parlare di richieste di elenchi enemmeno di privilegi assicurati dall’appartenenza a una loggia mas-sonica. E come lui la pensano quelli che, standogli attorno, annui-scono ascoltando le sue parole. Persone di età diverse, anche gio-vani, soprattutto liberi professionisti. Già, perché l’unica cosa che almomento è data sapere per tracciare un identikit dei massoni udi-

Il presidente Sergio Parmegiani: non rivelo chi sono i “fratelli”,

ma solo per ragioni di riservatezza

Massoneria, blindati i nomi

degli iscritti udinesiUna settantina di iscritti per la maggior parte esponenti del-la “libera professione”, raccolti in tre logge. Questo il ritrat-to della massoneria che in città e provincia opera sotto l’e-gida del “Grande Oriente d’Italia” con tre gruppi: “La Nuo-va Vedetta”, “Azzo Varisco” e, a Campoformido, “L’11 set-tembre 2001”. E mentre oggi “La nuova vedetta” si apprestaa festeggiare i cinquant’anni dalla fondazione, assicurandodi voler perseguire una linea di trasparenza e apertura, i no-mi degli aderenti restano ancora top secret. Il suo primoesponente, il commercialista udinese Sergio Parmegiani, pre-sidente del consiglio dei maestri venerabili di Udine (orga-nismo che coordina i gruppi “La Nuova Vedetta” e “AzzoVarisco”), la chiama dunque “riservatezza” volendo subitorimarcare la differenza con il termine “segretezza”. “Sonoiscritto alla loggia da 36 anni – racconta Parmegiani – e il

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Udine, 20 ottobre 2007

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Manifestazione a Palazzo Kechler

“Massoneria in Friuli, stiamo crescendo”C’erano numerosi giovani fra il pubblico che ha riempito il sa-lone di Palazzo Kechler a Udine per assistere al convegno “Peril bene e il progresso dell’Umanità” organizzato per festeggia-re i cinquant’anni della loggia massonica udinese “Nuova Ve-detta d’Italia”. A salutare ai “fratelli” friulani era presente an-che il Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia (Goi),l’ex vicesindaco di Livorno, Massimo Bianchi. IInn uunnaa nnoottaa ddiiffffuussaa rreecceenntteemmeennttee ssoosstteenneettee cchhee ppeerr vvooii iill FFrriiuu--llii èè uunnaa rreeggiioonnee mmoollttoo iimmppoorrttaannttee,, mmaa,, aa ddiirree iill vveerroo,, sseettttaannttaaaaddeerreennttii ee ttrree ssoollee llooggggee iinn uunnaa pprroovviinncciiaa ddii cciirrccaa 880000 mmiillaa aabbii--ttaannttii nnoonn sseemmbbrraannoo nnuummeerrii mmoollttoo ssiiggnniiffiiccaattiivvii?? “La Massoneria non è e non aspira ad essere un organismo dimassa. Ciò nonostante, dopo il minimo storico toccato quan-do Gustavo Raffi arrivò alla gran maestranza nel 1999 in cui ilGoi contava 9600 fratelli, oggi grazie a un grande sforzo diapertura alla società civile, abbiamo raggiunto il nostro mas-simo storico con 18600 fratelli. Con un forte abbassamento del-l’età media degli aderenti, ma anche di quella di coloro chechiedono di iscriversi, che noi chiamiamo bussanti, che hanno,generalmente, meno di 30 anni. Certo ci sono regioni, come laToscana, la Calabria, il Piemonte, l’Umbria dove siamo tradi-zionalmente più presenti e altre, come la vostra, dove, per di-verse ragioni storiche, siamo più deboli. Il Friuli Venezia Giulia,comunque, è per noi è molto interessante perché, seppur lenta-mente, stiamo crescendo e perché i nostri fratelli locali fungonoda ponte con le tante nuove Gran Logge nate in tutti i Paesi del-l’ex Jugoslavia, dalla Slovenia alla Macedonia”. SSii ddiiccee cchhee ssiiaattee aannccoorraattii aall ppaassssaattoo,, aall rriissoorrggiimmeennttoo,, aallll’’iirrrree--ddeennttiissmmoo ee cchhee uuttiilliizzzziiaattee tteerrmmiinnoollooggiiee aannttiiqquuaattee ccoommee ggrraannmmaaeessttrroo,, vveenneerraabbiilliissssiimmoo,, eecccc.. VVooii,, ppeerròò,, ssoosstteenneettee ddii aavveerree mmooll--

ttaa pprreessaa ssuuii ggiioovvaannii.. CCoomm’’èè ppoossssiibbiillee?? “Perché stiamo raccogliendo i frutti del grande lavoro di aper-tura di cui dicevo e perché diamo una prospettiva di impegno“per il bene e il progresso dell’Umanità” in un periodo storicofortemente carente di valori etici elevati. Bisogna, infatti, parla-re con i giovani d’oggi per capire quanto siano di desiderosi diimpegnarsi per mutare il mondo in positivo. Noi diamo ai gio-vani quella speranza”. VVii ssiieettee ppoossttii oobbiieettttiivvii ddii ccrreesscciittaa?? EE qquuaannttoo ccoossttaa ddiivveennttaarree mmaass--ssoonnii??

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più grande cambiamento cui ho assistito nel tempo è certamen-te quello dell’apertura verso la comunità in cui si vive, aperturavoluta soprattutto dal nostro Gran Maestro Gustavo Raffi. Unascelta che condivido e che mi piace moltissimo, perché contri-buisce a sfatare la leggenda di segretezza che invece è solo de-siderio di riservatezza”. Eppure, anche a insistere, il maestro nonrivela nemmeno un nome di quelli che all’interno del gruppo sichiamano i “fratelli”. “Nomi non se ne fanno, mai – prosegue Par-megiani – ma, ripeto, è solo per una questione di riservatezza.I tempi sono cambiati, decenni fa ci si nascondeva dietro il se-greto perché per anni durante il fascismo siamo stati perseguita-ti, considerati fuori legge, alcuni mandati al confino altri incarce-rati, mentre le nostre sedi venivano distrutte. Poi pian piano lecose sono cambiate”. Ma a lasciare sbarrata la porta del “tem-pio” (così come viene definito il luogo in cui due volte al mesesi incontrano i massoni) dove si svolgono riti veri e propri e do-ve durante ogni riunione ufficiale vanno indossati grembiuli se-condo uno dei tre gradi che si ricopre all’interno della loggia (ap-prendista, compagno e maestro) e guanti bianchi, hanno contri-buito anche scandali come quello legato a Licio Gelli e alla P2,sciolta su iniziativa del governo nel 1981. E pure un pensiero co-mune che spesso equipara l’appartenenza a una loggia massoni-ca come l’acquisizione di un potere non concesso a chiunque, conannessi vantaggi. “Quello legato a Gelli è stato decisamente unbrutto periodo – ricorda Parmegiani – perché per mancanza dicontrollo e supervisione da parte dell’allora Gran Maestro, Gellicreò una specie di conventicola in cui si facevano gli affari loro,affidandosi posti e incarichi. E fu brutto proprio perché si fece diogni erba un fascio, confondendo tutto. Posso garantire però chein 36 anni di appartenenza alla loggia non ho avuto né vantagginé svantaggi da questa scelta e tutte le volte che ho dovuto af-fidare un incarico professionale a qualcuno ho deciso secondo lafiducia che riponevo in una persona, senza pensare se fosse o noun massone”. Nemmeno un “aiutino”? “Sì, certo, è capitato maper fiducia – continua il maestro –, mai per appartenenza allaloggia. Anche perché sono convinto che vada bene,che sia giusto aiutarci tra noi, ma mai adanno degli altri”.Anna Buttazzoni

Le anticipazioni delMessaggero di Udine

del 19 ottobre

<<<<<< segue da pag. 25 >>>>>>nesi è che la maggior parte appartiene alla categoria dei libe-ri professionisti, soprattutto avvocati, ma anche medici, inge-gneri, commercialisti, imprenditori. E che i nuovi ingressi inuna loggia massonica di solito avvengono verso i trent’anni.Tra quanti invocano il diritto alla riservatezza c’è anche l’av-vocato Carlo Appiotti, presidente di Friulcassa, iscritto allaMassoneria da 37 anni. “A causa di alcune situazioni oscuredove non c’è alcun controllo e che possono anche essere ge-stite da malfattori – spiega Appiotti – dire di far parte di unaloggia massonica è ancora vista dall’opinione pubblica comeuna difficoltà e questo può danneggiarti. Per tutela, quindi, lariservatezza è una buona prassi”. Tra i massoni insomma spo-pola ancora la sacra riservatezza, ieri come cinquant’anni fa.

Anna Buttazzoni

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“No abbiamo obiettivi predefiniti,ma le 670 logge italiane rispondo-no a circa 1400 nuove domande diammissione all’anno. Quella a cuimiriamo, comunque, è di rappre-sentare nella società italiana uncentro di pensiero, capace di par-lare apertamente alla società deivalori di libertà, laicità e a favoredell’ampliamento dei diritti uni-versali. Come fece egregiamenteun grande friulano, non massone,ma mio caro amico, come LorisFortuna dimostrando che nella so-cietà civile c’è spesso chi condivi-de i nostri valori anche se scegliedi non entrare in Massoneria .Quanto al costo, l’iscrizione a unaloggia è più che abbordabile. Siaggira sui tre-quattrocento euroannui”. (c.t.p.)

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20 ottobre 2007

Festeggia oggi i cinquant’anni, con ilconvegno pubblico “Per il bene e il pro-gresso dell’umanità” a Palazzo Kechler,la “Nuova Vedetta d’Italia”, la più an-ziana loggia massonica udinese, primaerede postbellica della liberomuratoriafriulana interrotta dalla dittatura fasci-sta. QQuuaannttii ssoonnoo ii mmaassssoonnii uuddiinneessii?? “Per quanto riguarda la nostra comunio-ne, ovvero il Grande Oriente d’Italia, cheè la più antica e numerosa d’Italia (circa18mila aderenti) – risponde MaurizioBenzo di Verdura, esponente della NuovaVedetta e consigliere nazionale del Gran-de Oriente d’Italia – a Udine operano duelogge, la “Nuova Vedetta” e la “Azzo Va-risco”, sorta circa trent’anni fa. In tutto vilavorano 60 fratelli. Un’altra loggia, la “11settembre”, opera a Campoformido. Cisono, poi, altre sette “officine” a Trieste,una a Gorizia e una a San Vito al Taglia-mento. Ad Aviano, inoltre, lavora unaloggia di fratelli americani che è affiliataal Goi”.

CChhii ssoonnoo ii mmaassssoonnii iinn cciittttàà?? “Nelle nostre logge ci sono persone diogni ceto ed età. Si tratta per lo più di di-plomati e laureati della media borghesia,con un età media intorno ai 50-55 anni,animati da un profondo desiderio di co-noscere sé stessi e il mondo che li cir-conda”. LLee aaddeessiioonnii ssoonnoo ssttaabbiillii?? “Direi che sono in lieve, ma costante au-mento. Soprattutto fra i giovani, quellisotto i quarant’anni”. CChhee rruuoolloo iinntteennddeettee ssvvoollggeerree iinn cciittttàà?? “Un ruolo puramente intellettuale, perchèci teniamo volutamente lontanti da ruolipolitici, economici o religiosi”. CC’’èè cchhii ppeennssaa cchhee llee llooggggee ssiiaannoo ccoovvii ddiiaaffffaarriissttii.. “È una visione assolutamente sbagliata,dovuta all’ignoranza. Anche per sfatarequesti falsi miti da dieci anni a questaparte, grazie all’azione del Gran MaestroGustavo Raffi, ci stiamo aprendo semprepiù verso la società civile. La solidarietàche esiste fra fratelli di loggia non va ol-

tre quella che dovrebbe esistere fra tuttele persone civili”. QQuuaallii ggllii oobbiieettttiivvii ddeell ccoonnvveeggnnoo uuddiinneessee?? “L’incontro, al quale partecipano come re-latori sia massoni che intellettuali esternidi alto livello, ha lo scopo di farci cono-scere dalla comunità e capire come grup-pi e associazioni simili alla nostra possa-no agire per il miglioramento del mondoin cui viviamo”. CCoossaa bbiissooggnnaa ffaarree ppeerr eennttrraarree iinn MMaassssoo--nneerriiaa ?? “Si può visitare il sito www.grandeorien-te.it, dove si trovano tutte le informazio-ni necessarie e gli indirizzi cui rivolgersi”. CCii ssoonnoo lliimmiittaazziioonnii ddii sseessssoo,, rreelliiggiioonnee,,ooppiinniioonnii ppoolliittiicchhee?? “Solo di sesso, perché il Grande Oriented’Italia è una comunione esclusivamentemaschile. Per il resto, in loggia lasciamoche ognuno professi il credo religioso opolitico che preferisce. Inoltre pretendia-mo che i nostri aderenti abbiano una fe-dina penaleintonsa”.

Carlo Tomaso Parmegiani

“Sempre più giovani entranoin massoneria” Parla il maestro udinese Maurizio Benzo

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rassegna stampa Taranto, 14 ottobre 2007

GROSSETO – Per la seconda volta inpochi anni, nella sala consiliare delComune di Grosseto, si è parlato diMassoneria. Questa volta la ragioneera quella di presentare il volumettodel nostro collaboratore Paolo Pisanidal titolo “Stradario massonico grosse-tano”. Nonostante la concomitanza conaltre iniziative, venerdì pomeriggio scor-so la sala si è gremita di pubblico. Uncentinaio di persone (cosa insolita perGrosseto) che hanno ascoltato con inte-resse I’intervento introduttivo di Paolo Pi-sani, con cui l’autore ha motivato il per-ché di questo Stradario.“Le ragioni sono quelle di mantenere il ri-cordo di quegli uomini liberi e di buonicostumi – ha dichiarato – dimostrandoal mondo profano che molti massoni so-no stati meritori nel campo delle scienze,dell’arte, della cultura oltreché della sto-ria nazionale, sino al punto di poter ave-re strade e piazze a loro intitolate”.Il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, cheunitamente al professor Vinicio Serino del-l’Università di Siena è stato uno dei relato-ri, ha come primo cittadino evidenziato labontà e la particolarita del lavoro, che me-riterebbe di essere da tutti conosciuto, af-fermando come, al di là delle individualiopinioni, quando esistono presupposti emeriti, non c’è nessuna preclusione versoquesta istituzione e chi ne fa parte. Ampiae dotta disamina quella di Serino che ha,per vari personaggi presenti nello Strada-

rio, sviluppatoun’analisi ancheesoterica e sim-bolica, inserendocon la sua abitua-le arguzia simpa-tici aneddoti.Presenti e parte-cipi all’evento, ilgiornalista Stefano Bisi, presidente per il

Grande Oriente d’Italia del Collegio circo-scrizionale dei maestri venerabili dellaToscana e il serenissimo presidente delRito simbolico italiano, Mario Gallorini.Nei loro saluti, il primo ha testimoniatola soddisfazione e l’orgoglio per il la-voro di Pisani, mentre il secondo, havoluto ricordare come il Rito simboli-co, come uno dei patrocinatori, abbiasin dall’inizio creduto nella bontàdell’iniziativa. “Un libricino – haconcluso Paolo Pisani nel suo inter-vento – che vorrei fosse di stimo-lo ai massoni di oggi, per emularei meriti ed i pregi di quelli di ieri”.

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La presentazione al Comune di Grosseto. In piedi, il sindaco Bonifazi

Presentato nella sala del consiglio l’ultimo libro di Paolo Pisani

Quante strade dal sapore massonico

TARANTOL’evento è stato ricordato con una tre giorni di iniziative culturali e un convegno

Massoneria, trasparenza e regolaritàLa loggia del Grande Oriente d’Italia de-dicata a Giulio Cesare Vanini quest’annocelebra un secolo di vita. L’evento è sta-to ricordato anche a Taranto con una tregiorni di iniziative culminate ieri nell’or-ganizzazione di un convegno di studi conil patrocinio del Grande Oriente d’Italia diPalazzo Giustiniani.A Taranto è giunto per l’occasione il Gran

Maestro Aggiunto, Massimo Bianchi, inrappresentanza del Gran Maestro Gusta-vo Raffi, il quale ha presentato l’appunta-mento in mattinata insieme al presidentedel Collegio della Campania, GiuseppeTroise, al consigliere dell’Ordine CarloPetrone, al maestro venerabile GiovanniAmmirati e al venerabile della loggia diRavenna Elio Martini.

Bianchi si è volentieri sottoposto alle do-mande dei giornalisti presenti in confe-renza stampa, alcune delle quali di facileprevisione, come quella riguardante glistrascichi della vicenda “P2” e l’ammis-sione all’interno della Massoneria delledonne. Domande alle quali è stata fornitauna garbata risposta sottolineando la di-stanza enorme esistente dalla realtà che

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infangò non poco il nome della Massone-ria in Italia, esponendola a dubbi di ge-nuinità di intenti. Oggi, dopo un faticosolavoro di epurazioni e ritorno ai canonidella “regolarità”, quei dubbi possonodirsi fugati dal nuovo corso impresso dalGoi, improntato alla trasparenza e allacomunicazione verso l’esterno, versoquello che viene chiamato il “mondo pro-fano”, al quale ogni singolo “fratello” di-ce di volgere lo sguardo, assolvendo aduna funzione morale e sociale tipica an-che di altre cellule organizzate, ma daqueste distinte per una serie di rituali an-tichi e sempre uguali a se stessi. Regoleche non si discutono, come quella cheimpone l’estromissione della donna, re-gola non contestata, accettata in via uni-

versale e preservata da qualsiasi tentati-vo esterno di rottura.Fondamentale è ritenuto il ruolo educati-vo della Massoneria, la sua funzione distrumento di formazione del cittadino lai-co nella moderna società civile. “La gran-dezza storica della Massoneria – ha af-fermato Bianchi – risiede proprio nellasua capacità di attrarre gli spiriti più li-beri e critici che non si accontentano dirisposte scontate o di una facile ortodos-sia, ma sentono emergere dentro di séun’ansia di incontro e di dialogo”.“L’organizzazione di convegni comequello di Taranto dimostrerebbero – haaggiunto – la partecipazione attiva delGrande Oriente d’Italia alla vita culturalee sociale della città dove il Goi raccoglie

un cospicuo numero di fratelli, tutti indi-viduabili semplicemente cliccando sul si-to internet della loggia. Il convegno distudi è stato caratterizzato dalle relazio-ni degli storici Fulvio Conti su “La Mas-soneria nel Mezzogiorno d’Italia dall’U-nità al Fascismo” e di Francesco PaoloRaimondi su “Giulio Cesare Vanini nel-l’Europa del Seicento”; di Carlo Parrini edi Francesco Guida (rispettivamente dellelogge “Vanini” e “Giuseppe Mazzini”) su“La Massoneria e la loggia Vannini nellacitta di Taranto”.Oggi, a conclusione delle celebrazioni siterrà alle 11, sempre nel Salone della Pro-vincia un concerto dell’Orchestra Ico del-la Magna Grecia.

Sabrina Esposito

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rassegna stampa14 ottobre 2007

La Massoneria festeggia un secolo di atti-vità. Tre giorni di manifestazioni per ono-rare una longevità che ha attraversato di-verse e concitate fasi storiche. Un momen-to importante per la loggia dedicata a“Giulio Cesare Vanini” e per l’in-tero mondo massonico che havoluto condividere l’evento conla cittadinanza attraverso unconvegno di studi, organizzatodalla omologa officina con il pa-trocinio del Grande Oriente d’I-talia di Palazzo Giustiniani, daltitolo “1907-2007 Centenario del-la loggia Giulio Cesare Vanini”.Ieri sera, nel salone della Provin-cia di Taranto, nel cuore dellacittà, si è svolto un dibattito cheha visto la partecipazione di au-torevoli personalità come glistorici Fulvio Conti, che è inter-venuto su “La Massoneria nelMezzogiorno d’Italia dall’Unitàal Fascismo”, e Francesco PaoloRaimondi che ha discusso di“Giulio Cesare Vanini nell’Europadel Seicento”; sono seguiti gliinterventi di Carlo Parrini e diFrancesco Guida su “La Masso-neria e la loggia Vanini nellacittà di Taranto” rispettivamente

delle logge “Vanini” e “Giuseppe Mazzini”.Archiviato il periodo burrascosi della P2 eil terribile ventennio mussoliniano dalquale la Massoneria ne è uscita forte-mente lacerata a causa delle persecuzio-

ni del regime, il Grande Oriente d’Italiaconosce oggi una nuova fase storica. Pre-sente sul territorio nazionale con 687 log-ge riconosciute e ufficiali, la Massoneriaconta ben 18mila fratelli sparsi in tutta

Tre giorni di manifestazioni. Ieri sera si è svolto un interessante dibattito

La Massoneria festeggia il primo secolo di attività

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Gazzetta del Mezzogiorno, 6 ottobre 2007

nuovo Quotidiano di Puglia, 11 ottobre 2007

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Italia. Un’associazione che non sembraconoscere crisi ma che, al contrario, rap-presenta una risposta al disfacimento deivalori. “Noi rappresentiamo una speranzain questo mondo che sta perdendo ognipunto di riferimento” ha esordito il GranMaestro Aggiunto Massimo Bianchi arri-vato a Taranto in rappresentanza delGran Maestro, Gustavo Raffi “per noi nonè importante né l’appartenenza politica,né quella religiosa. L’unica cosa che chie-diamo è quello di essere credenti: nonimporta quale sia il Dio di riferimento”.In questi anni il Grande Oriente si è aper-to alla società civile e si è fatto portavo-

ce di valori come l’uguaglianza e il rico-noscimento supremo delle idee altrui.Nonostante gli sforzi, un alone di sospet-to interessa ancora il mondo massonico.“Purtroppo noi paghiamo un prezzo anco-ra troppo alto per colpe che devono esse-re imputate a qualche mela marcia. “Unmassone – spiega Bianchi, intervenuto inconferenza stampa, tra gli altri, insieme alpresidente del Collegio pugliese MauroLeone e al consigliere dell’Ordine, CarloPetrone – “dovrebbe essere identificatonella società per il suo comportamento enon in base a schemi precostituiti”.L’unico modo per scrollarsi un passato

che a volte si dimostra ingombrante è“far conoscere alla società la nostra atti-vità. Per questo oggi, avvalendoci deimoderni sistemi, disponiamo di un sitoInternet (www. grandeoriente.it) dove sipossono reperire tutte le sedi delle loggemassoniche presenti sul territorio”.Un rapporto con il presente all’insegnadella modernità e dell’innovazione. Atteg-giamento che, tuttavia, conserva ancoraun tabù: la chiusura dell’associazione al-le donne. “E’ un cambiamento che nonpuò avvenire dall’oggi al domani e since-ramente” confessa il Gran Maestro Ag-giunto “non è nemmeno argomento di di-scussione. D’altronde la ritualità è parteintegrante della Massoneria”. Recente-mente, invece, si è cercato di fare spazioai giovani. “E’ una generazione bistratta-ta ma che andrebbe valorizzata. Non di-mentichiamo che il terzo settore, quellodel volontariato è costituito prevalente-mente da giovani. Per questo abbiamo in-trodotto delle agevolazioni per chi deci-de, fin da giovanissimo, di accostarsi a unpercorso massonico: dai 22 ai 28 c’è l’e-senzione del pagamento della retta”.

Fabiana Di Cuia

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nuovo Quotidiano di Puglia, 13 ottobre 2007

ULTIME NOTIZIE

FRIULI VENEZIA GIULIA E LA SUA LEGGE ANTIMASSONICA

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ROMA – Non si tratta di unascoperta. Così il prefetto del-l’Archivio segreto del Vatica-no, monsignor Sergio Pagano,ha esordito presentando ilvolume “Processus contraTemplarios”, sgomberandoil campo da alcune impreci-sioni apparse sulla stampadegli ultimi giorni. ‘’È il ter-zo numero di una collanache si chiama ‘ExemplariaPraetiosa’ – ha precisato –inaugurata nel 2000’’ e cheprosegue oggi con unapubblicazione che non ha‘’alcuna volontà celebrativae tantomeno riabilitativa’’dell’Ordine del Tempio. È inoltre “del tutto acciden-tale” il fatto che, proprioquest’anno, ricorra il setti-mo centenario dall’iniziodel processo ai templari. Lapubblicazione racchiude alsuo interno la riproduzionefedelissima di quattro per-gamene, la cui lunghezzacomplessiva somma 5 metrie mezzo e in cui sono statiannotati 38 verbali di interro-gatori. I primi tre documenti si riferi-scono all’inchiesta pontificiasull’Ordine dei templari tenu-tasi a Poitiers e costituisconogli esemplari superstiti di uncorpus originario di cinque ro-toli membranacei. La quartapergamena rappresenta il do-cumento più importante e in-torno al quale si concentral’interesse degli studiosi e de-gli appassionati della vicenda.Essa è stata rinvenuta solo nel2001 ed è l’atto originale di as-

soluzione concessa dai cardi-nali plenipotenziari del PapaClemente V al Gran Maestrodel Tempio Jacques de Molay

e agli alti dignitari templaririnchiusi nel castello di Chi-non, da cui prende nome lapergamena. Il documento in questione,in realtà, era già stato cen-sito nei cataloghi una primavolta nel 1628 e successiva-mente nel 1912. Tuttavia so-lo sei anni fa è riapparso fi-sicamente, grazie alle ricer-che di Barbara Frale, offi-ciale dell’Archivio segretoVaticano. “La grande cosa– ha detto l’archeologo escrittore Valerio MassimoManfredi – è la pubblica-zione definitiva di questidocumenti, sarebbe un filmstupendo, ne ho anche par-lato con De Laurentis cheha manifestato un interessedi massima. E’ un drammadi proporzioni epocali,quasi apocalittiche, con unaconclusione di una dram-

maticità smisurata e un duelloall’ultimo colpo e all’ultimo in-ganno tra un re e un ponteficefrancesi”. Il processo ai Templari si svol-se infatti per la quasi totalitànel periodo della “cattività avi-gnonese” che vide, dopo gliscontri tra il papato e la mo-narchia francese, l’arcivescovodi Bordeaux, Bertrand De Got,salire al soglio pontificio con ilnome di Clemente V e sposta-re la sede papale da Roma adAvignone: era il 1309. Cinqueanni dopo, il 18 marzo 1314,

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Vaticano, pubblicata la pergamenadi Chinon sull’assoluzione ai TemplariIl ‘Processus contra Templarios’ è la riproduzione fedelissima diquattro pergamene dove sono annotati 38 verbali di interrogatori aimonaci-guerrieri. Monsignor Pagano: ‘’Non ha alcuna volontàcelebrativa e tantomeno riabilitativa’’ dell’Ordine del Tempio

PERGAMENA DI CHINONChinon, diocesi di Tours, 1308 agosto 17-20

Originale formato da un unico foglio membranaceodi grandi dimensioni (mm. 700x580), in origine muni-to dei sigilli pendenti dei tre legati apostolici cheformavano la speciale Commissione apostolica adinquirendum nominata da Clemente V: Bérenger Fré-dol, cardinale prete del titolo dei SS. Nereo ed Achil-leo e nipote del papa, Étienne de Suisy, cardinaleprete di S. Ciriaco in Therminis, Landolfo Brancacci,cardinale diacono di S. Angelo. Stato di conserva-zione discreto, anche se sono presenti vistose mac-chie violacee dovute ad attacco batterico. L’origina-le era corredato da una copia autentica, tuttora con-servata presso l’Archivio Segreto Vaticano con se-gnatura “Archivum Arcis, Armarium D 218”.

ASV, Archivum Arcis, Arm. D 217 www.vatican.va

rassegna stampastoria e cultura

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“moriva sul rogo Jacques de Molay, l’ultimo Grande Maestrodell’Ordine del Tempio – ha ricordato Barbara Frale – con unacondanna per eresia, benché fosse stato precedentemente as-solto dall’autorità pontifica. Un cronista dell’epoca riportò laversione secondo la quale prima di morire avrebbe chiamato ilre di Francia e il papa Clemente V davanti al tribunale di Dio”. Proprio da questo episodio sarebbe nata “l‘infinità di leggen-de” sulla vicenda dei templari, favorite anche dalla “grandeperdita di documenti di un processo durato sette anni – ha os-servato la Frale – che è stato inoltre un enorme intrigo inter-nazionale in cui si scontrarono l’autorità della Chiesa e quelladel sovrano di Francia e di altri sovrani laici desiderosi dismantellare l’Ordine del Tempio, oramai una specie di fossiledel tempo delle crociate”. Contrariamente agli scrittori di fan-tasia “gli storici hanno giocato al ribasso, negando le colpe deitemplari”. La verità, come sempre, sta nel mezzo e proprio l’ammissionedelle proprie responsabilità di fronte al papa e il contestualepentimento degli alti dignitari dell’ordine determinò la loro as-soluzione, documentata nella Pergamena di Chinon. “E’ questoil contenuto della pergamena ed è veramente sorprendente chesia stata sempre custodita fin dai tempi di Clemente V nell’ar-chivio pontificio e censita già nel 1628 e più tardi in un detta-gliato catalogo del 1912”, pur passando inosservata agli stu-diosi. Forse essi sono stati “depistati” da una serie di eventi,tra i quali la Frale cita gli autorevoli studi di Scottmuller, “chenon riconobbero la reale importanza di quell’inchiesta, scam-

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CCLLAAUUDDIIOO BBOONNVVEECCCCHHIIOOTra i maggiori filosofi del-la politica in Italia, è auto-re di numerosi saggi sullasimbologia e la mitologia.E’ consigliere dell’Ordinedel Grande Oriente d’Italia.

24 ottobre 2007

13 ottobre

Alcuni titoliI massoni ribattono, ora più gravi le colpedel PapaRROOMMAA –– TTrrooppppoo ttaarrddii ppeerr rroovveesscciiaarree iill ggiiuuddiizziioo ssttoorriiccoo,,llaa nnuuoovvaa ppeerrggaammeennaa nnoonn ccaammbbiiaa nnuullllaa:: ii tteemmppllaarrii ffuurroonnoossaaccrriiffiiccaattii ssuullll’’aallttaarree ddeellll’’iinntteerreessssee eeccoonnoommiiccoo ddeell RRee ddiiFFrraanncciiaa,, ee iill PPaappaa nnoonn rriiuussccìì aa ddiiffeennddeerree ““ii ssuuooii ffiiggllii””,, ppeerrddeebboolleezzzzaa mmaa aanncchhee pprroobbaabbiillmmeennttee ““ppeerrcchhéé ddaavvaannoo ffaa--ssttiiddiioo aanncchhee aa lluuii””.. IIll ggiiuuddiizziioo ddii CCllaauuddiioo BBoonnvveecccchhiioo,, oorr--ddiinnaarriioo ddii FFiilloossooffiiaa PPoolliittiiccaa aallll’’UUnniivveerrssiittàà ddii TTrriieessttee ee nnoo--ttoo ssttuuddiioossoo mmaassssoonnee,, ssuull ccoommppoorrttaammeennttoo ddii CClleemmeennttee VV èèsseevveerroo:: ii ddooccuummeennttii iinneeddiittii ssuull pprroocceessssoo aaii tteemmppllaarrii ““nnoonnssccaaggiioonnaannoo ll’’ooppeerraattoo ddeell PPaappaa,, aannzzii lloo aaggggrraavvaannoo.. EE’’cchhiiaarroo cchhee CClleemmeennttee èè ssttaattoo ccoossttrreettttoo ddaallllaa ssiittuuaazziioonnee,, ddaaiirraappppoorrttii ccoonn llaa FFrraanncciiaa,, ddaallllaa ddeebboolleezzzzaa ddeellllaa CChhiieessaa ddeell‘‘330000.. SSeennzzaa dduubbbbiioo hhaa aavvuuttoo uunnaa ppoossiizziioonnee ddii aaccqquuiiee--sscceennzzaa vveerrssoo iill RRee FFiilliippppoo IIVV,, ee ssee hhaa aavvuuttoo ddeeii rriippeennssaa--mmeennttii ((ppeerrssiinnoo ll’’aassssoolluuzziioonnee aaii TTeemmppllaarrii)) nnoonn èè rriiuusscciittoo aaffaarr vvaalleerree llaa ssuuaa aauuttoorriittàà””..II TTeemmppllaarrii vveennggoonnoo iinnssoommmmaa sscchhiiaacccciiaattii sseennzzaa ppiieettàà ddaaFFiilliippppoo iill BBeelllloo,, ccoonn aaccccuussee ““nnoonn vveerriiffiiccaabbiillii,, ee cchhee ttrraa ll’’aall--ttrroo eerraannoo ttrraannqquuiillllaammeennttee aaddddeebbiittaabbiillii aanncchhee aadd aallttrrii:: ssiippaarrllaavvaa ddii iiddoollaattrriiaa,, mmaa aanncchhee ppaappaa SSiillvveessttrroo IIII pprreeggaavvaaddaavvaannttii aa uunn iiddoolloo aa ffoorrmmaa ddii tteessttaa””..MMaa llaa CChhiieessaa,, sseeccoonnddoo lloo ssttuuddiioossoo mmaassssoonnee,, nnoonn nnee eesscceebbeennee iinn ooggnnii ccaassoo:: ““CChhiieeddeerree ssccuussaa 770000 aannnnii ddooppoo mmii ppaa--rree uunn ppoo’’ ttaarrddii,, ee nnoonn ccaammbbiiaa nnuullllaa ssuull ggiiuuddiizziioo ssttoorriiccoo ddiiqquueellllaa ttrraaggiiccaa vviicceennddaa ddeell ‘‘330000””.. SSee èè vveerroo cchhee llaa ffiinnee ddeeiitteemmppllaarrii hhaa ffaattttoo nnaasscceerree ddiivveerrssii ffiilloonnii lleeggggeennddaarrii,, ttrraa ccuuiiqquueelllloo ddii uunnaa ddiisscceennddeennzzaa ddiirreettttaa ddaallll’’OOrrddiinnee pprroopprriioo ddeell--llaa MMaassssoonneerriiaa,, ““nnoonn cc’’èè nneessssuunnaa pprroovvaa –– ttiieennee aa ssoottttoollii--nneeaarree BBoonnvveecccchhiioo –– ssuu rraappppoorrttii ddiirreettttii.. CCeerrttoo aallccuunniiaassppeettttii ssppiirriittuuaallii,, ccoommee ggllii iiddeeaallii ddeellllaa ccaavvaalllleerriiaa,, ssoonnoo rrii--ssccoonnttrraabbiillii aanncchhee nneellllaa MMaassssoonneerriiaa.. EE ssee ii TTeemmppllaarrii,, ccoommeesseemmbbrraa,, aavveevvaannoo uunn ffoonnddoo ggnnoossttiiccoo,, qquueessttoo cceerrttoo llii rreenn--ddee aaffffiinnii aallllaa LLiibbeerraa MMuurraattoorriiaa,, cchhee aattttiinnggee nneellllaa ffiilloossooffiiaaggnnoossttiiccaa ppaarrttee ddeellllaa pprroopprriiaa iiddeennttiittàà.. EE ppooii cc’’èè uunn’’iiddeeaa ddiiuunniivveerrssaalliissmmoo,, cchhee mmuuoovveevvaa ii CCaavvaalliieerrii,, cchhee hhaannnnoo aanncchheeii mmaassssoonnii.. MMaa llaa CChhiieessaa hhaa sscchhiiaacccciiaattoo,, oo llaasscciiaattoo cchhee vvee--nniisssseerroo sscchhiiaacccciiaattee,, qquueessttee iissttaannzzee,, ccoommee hhaa ffaattttoo ttaanntteevvoollttee pprriimmaa ee ddooppoo””..

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biandola per un’inchiesta diocesana tra letante celebrate in Francia”. La Frale inve-ce, è stata insospettita dalla presenza trai giudici di Berenger Fredol, nipote ebraccio destro del papa e “l’uomo più im-portante del collegio dei Cardinali”. L’intervento di una tale autorità non po-teva essere che giustificato dall’importan-za della circostanza, che coinvolgeva iCapi dell’Ordine e sarebbe terminata con

la loro assoluzione. Dalla vicenda emergeanche una nuova figura di Clemente V,solitamente visto come il “cappellano diFilippo il Bello”. “L’Ordine del Tempio èun pezzo della Chiesa di Roma. Il papanon poteva acconsentire che venisse di-strutto per sottrargli beni da utilizzare inuna guerra contro un altro sovrano catto-lico re di Inghilterra era impossibile. Cle-mente V ha subito il processo contro l’Or-

dine dei templari, che che in realtà fu sa-crificato per evitare l’apertura di uno sci-sma che avrebbe portato alla formazionedella Chiesa di Francia”.

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Templari: non facciamone dei proto-massoniDomani presso la Biblioteca Apostolica vaticana si tiene un evento di straordi-naria importanza. Sarà presentata l’edizione critica dei documenti relativi alprocesso all’Ordine Templare, tenutosi fra 1307 e 1312. Fin qui la cronaca di unevento che senza dubbio interesserà gli studiosi; ma che, dato il suo oggetto,non mancherà di incuriosire anche un pubblico molto più vasto. È noto che,quando si parla dei Templari, le passioni e gli interessi, le cacce ai tesori na-scosti e agli imperscrutabili segreti si scatenano violentemente.In effetti, un’avvisaglia è venuta da un’interessante ma anche discutibile di-chiarazione di Claudio Bonvecchio, ordinario di Filosofia Politica all’Universitàdi Trieste e studioso che non ha mai fatto mistero della sua militanza masso-nica. Bonvecchio si schiera con molta chiarezza, ma non senza qualche con-traddizione, dalla parte dell’innocenza dei Templari; il loro scioglimento fu ineffetti voluto dal re di Francia Filippo IV desideroso di appropriarsi dei loro te-sori (se e nella misura in cui c’erano). In realtà, il sovrano intendeva liberarsidello scomodo peso dell’Ordine, che gli aveva in passato prestato molto de-naro; e vendicarsi forse di più recenti prestiti non accordati. Perché è noto chel’Ordine Templare, perdute ormai gran parte delle sue funzioni militari in se-guito alla caduta della Terra Santa crociata, era in gran parte rifluito in Euro-pa dove esercitava le funzioni di grande proprietario terrieri e di prestatore didenaro. Il che non mancava di addensare sulla sua testa molte inimicizie. In unaparola, i Templari erano ormai, alla fine del Duecento, una presenza militar-mente abbastanza inutile per il mondo cristiano e moralmente piuttosto scomoda.La contraddizione latente nell’assunto di Bonvecchio sta nel militare da un lato per l’innocenza riguardo agli addebiti mossiall’Ordine Templare, ma nell’insinuare dall’altro lato che esso avesse “un fondo gnostico ” che lo “rende affine alla Libera Mu-ratoria”. In effetti, insieme alla corretta osservazione che la filosofia massonica, elaborata a partire dal XVIII secolo, attingelargamente a un substrato di tipo gnostico-ermetico-esoterico, si lascia intendere che tra le associazioni massoniche e l’Ordi-ne religioso-militare del Tempio esista qualche affinità concettuale e filosofica, nonché forse una forma di filiazione.Ma tale idea è un mito culturale elaborato a partire dal ‘700 tra Inghilterra, Francia e Germania e sono ben noti i responsabi-li: personaggi come lo scozzese naturalizzato francese Ramsey e il nobile tedesco von Hund. Queste cose sono studiatissimee solo una letteratura occultistica di quint’ordine le prende sul serio. Stupisce che uno studioso di valore dia l’impressione diavvalorarle.Ma non è tutto. Bonvecchio osserva correttamente che Clemente II non fece nulla per difendere i Templari anche se (e i do-cumenti presentati in Vaticano lo dimostrano) era convinto della loro innocenza e ortodossia. Però sbaglia nel sostenere chefu la Chiesa nel suo complesso a condannare un Ordine innocente. Chiariamo le cose: la Chiesa non ha niente da farsi per-donare. Resta vero che l’abolizione dell’Ordine e addirittura il rogo del suo ultimo Maestro è una pessima pagina della storiadella cristianità. Ma si era in un tempo in cui la Chiesa non coincideva semplicemente con la comunità dei fedeli, bensì con lasocietà civile tutta, con l’Europa cristiana nel suo complesso. E il Re di Francia falsò le carte in tavola e impose un processotruccato. Non è lecito pertanto mettere in campo un gioco di bussolotti che relegherebbe agli uomini di Chiesa tutta la re-sponsabilità di quell’orribile evento.

Franco Cardini

FFRRAANNCCOO CCAARRDDIINNIIStorico e saggista fiorentino, specia-lizzato nello studio del medioevo.

I documenti relativi al Processo controi Templari sono pubblicati in una edi-zione lussuosa e limitata (799 esempla-ri al costo di 5mila 900 euro ciascuno)

AANNTTIICCIIPPAAZZIIOONNII

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Venerabilissimo Gran Mae-stro, venerabilissimi GranMaestri Aggiunti, venerabi-lissimo Gran Maestro Ono-rario, venerabilissimi fratelliDignitari del Grande Oriented’Italia che questa sera ono-rate con la vostra presenzal’Oriente della nostra loggia“Italia” all’Oriente di Trieste.Prima di ogni altra cosa de-sidero esprimere a tutti voioltre che il più calorosobenvenuto, il più vivo ap-prezzamento dei fratellidella loggia “Italia”, dellacircoscrizione e mio perso-nale per la vostra presenzaqui questa sera. In tutti noivi è grande consapevolezzadi quanto la vostra presen-za sia richiesta un po’ ovun-que e in quanti luoghi viconducano i vostri impegniconnessi al vostro ruolo: ilvedervi quindi qui questasera ci rende felici per iltempo che avete voluto ri-servare agli eventi che ca-ratterizzano queste duegiornate nella nostra regione, e questanostra tornata straordinaria di loggia inparticolare.Ho definito la nostra tornata odierna co-me “straordinaria”, ma questo suo carat-tere di eccezionalità non le deriva certodal tenersi in un giorno e una settimanafuori dal consueto o al di là dell’usualecalendario dei nostri incontri.La cosa importante, la cosa speciale diessere qui riuniti questa sera è costituitadal fatto che lo siamo per festeggiare,per rendere onore, a un fratello della no-stra Loggia a cui il Gran Maestro, la GranLoggia, hanno ritenuto di dover conferireil titolo di Gran Maestro Onorario. E dipoter fare ciò alla presenza dello stessovenerabilissimo Gran Maestro Raffi e conla partecipazione di tanti altri prestigiosiRappresentanti del vertice del GrandeOriente d’Italia.

Quanto ciò per noi sia importante, quan-to lo spirito di questa tornata sia sentitonon solo dai fratelli della loggia “Italia”,ma da quelli di tutte le logge di Trieste edella circoscrizione è testimoniato dalgran numero di fratelli di ogni grado cheaffolla questa sera le colonne del nostrotempio. L’entusiasmo che ho percepitonelle adesioni all’invito che avevo inviatoai confratelli maestri venerabili mi ha, atratti, preoccupato nel timore di non po-ter forse dare ospitalità a tutti quanti de-sideravano essere qui questa sera. Un simile entusiasmo trova comprensibilespiegazione nell’eccezionalità dell’eventodi veder conferire ad uno di noi, con cuisi discorre in loggia, con cui si condivi-dono tornate rituali così come piacevoliagapi non rituali, il più alto riconosci-mento previsto dal Grande Oriente d’Ita-lia: il titolo di Gran Maestro Onorario. Al-cuni fratelli avevano già avuto occasione

di vivere questa emozione,di condividere questa gioia,all’epoca del conferimentodella Gran MaestranzaOnoraria al fratello ManlioCecovini, che questa serami piace ricordare e checertamente avrebbe volutoessere qui se la sua saluteglielo avesse concesso; maper la gran parte di noi tut-to ciò è un’esperienza deltutto nuova.Ma il desiderio di esserequi così numerosi è statoancora di più espressionedella volontà di circondarematerialmente, oltre chespiritualmente, con un “ab-braccio di fratelli” il nostrofratello Enzio in un momen-to così pregnante della sualunga vita: certamente rico-noscimenti, attestazioni edonorificenze a un uomoquale lui si è dimostrato es-sere non sono mancati nel-l’arco della sua vita di uo-mo e di professionista, maquella per cui lo festeggia-

mo questa sera ha un significato e deicontenuti veramente straordinari.In ciascuno di noi della loggia “Italia”,non meno che in tutti gli altri fratelli del-la regione, vi è la consapevolezza chel’avere tra le colonne e nella circoscrizio-ne un Gran Maestro Onorario non è unfatto banale, è una ricchezza e anche unonore che, proprio del fratello, coinvolgeindirettamente ognuno di noi. Certamente anche altri fratelli della no-stra loggia, giunti a cariche anche assaielevate nell’Ordine e nel Rito, calcano ilpavimento a scacchi di questa officina; elo fanno con grande modestia, quasi inpunta di piedi, ma con grande contributodi idee e saggezza. Il poter beneficiareora ed in futuro anche del contributo delGran Maestro Onorario Enzio Volli nonpuò essere che considerato uno stimolo eun arricchimento ulteriori.

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Trieste è la città dov’è nato evive Enzio Volli, nominato GranMaestro Onorario dall’ultima

Gran Loggia di Rimini.I fratelli della sua officina, la

triestina “Italia” (525), guidatada Bruno Gambardella, lo hafesteggiato il 19 ottobre con

una tornata speciale alla qualehanno partecipato il GranMaestro Gustavo Raffi e i

massimi esponenti del GrandeOriente d’Italia.

Pubblichiamo il discorso tenutoin suo onore dal venerabile

Gambardella che rendeomaggio a un grande uomo e

a un grande massone.

Al Gran Maestro OnorarioEnzio Vollidi Bruno Gambardella

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Parlare in brevi parole per sintetizzare lafigura del fratello Enzio non è cosa dapoco. Uomo ben lungi dal dimostraresotto ogni aspetto ciò a cui la data di na-scita vorrebbe costringerlo, è personacon cui basta colloquiare anche solo per

pochi minuti per apprezzarne le grandiqualità intellettuali, la vivacità del pen-siero, il suo orientamento al futuro, an-corché il suo passato sia stato ricco e in-tenso. Laureatosi in chimica all’Università di Zu-

rigo, esule durante la persecuzione fasci-sta, ebbe l’onore di essere inserito nelgruppo di ricerca del Premio Nobel Ru-zika ove collaborò allo studio di moleco-le all’epoca estremamente avanzate. Maciò evidentemente non bastava a soddi-sfare la sua eclettica ansia di sapere, mo-tivo per cui intraprese lo studio della giu-risprudenza, disciplina a cui, dopo la lau-rea, si dedicò completamente divenendo-ne docente universitario nell’ambito deldiritto marittimo, oltre che uno dei mas-simi esperti mondiali del ramo.Ma parallelamente a questo suo impegnodidattico, scientifico e professionale, nonmeno ebbe a svilupparsi un suo impegnocivile, sociale e culturale, che peraltro hasempre scelto di tenere disgiunto dallechimere della politica. Questo suo tipo diimpegno, peraltro, non poteva che avvi-cinarlo negli anni dell’immediato dopo-guerra e del costituirsi della Gran Loggiadel Territorio Libero di Trieste, alla Libe-ra Muratoria in generale e a quella trie-stina in particolare. Iniziato alla Massone-ria alla fine degli anni ‘40 dall’allora GranMaestro Marino Lapenna, ha seguito ilsuo cammino iniziatico nelle logge“Oberdan” e “Italia” divenendo fratellomaestro nel 1953: anni politicamente assaidifficili per la città di Trieste e di grandeimpegno civile anche per la Massoneriatriestina. Le qualità intellettuali, culturalie umane del fratello Enzio fecero sì, inseguito, che gli fosse proposto anche difare parte del Rito Scozzese Antico e Ac-cettato, Rito in cui progredì fino al 30esi-mo grado, conferitogli nel 1961.Più tardi, negli anni ‘80, i percorsi del fra-tello Enzio e della Massoneria sembraro-no separarsi. E sottolineo sembraronoperché è oggi palese che la nostra Obbe-dienza è sempre rimasta nel cuore delnostro fratello. D’altronde, per chi come me entrò a fa-re parte della loggia “Italia” dopo chelui se ne era allontanato, e che lo in-contrava talora per le scale della prece-dente casa massonica ove tutt’oggi ha ilsuo studio professionale, l’immagine e ilricordo di lui che i fratelli ne trasmette-vano era quella di una persona di ele-vate qualità umane e professionali, sem-pre cortese e disponibile, pronto a of-frire la propria competenza ed espe-rienza ai fratelli che ne avessero avutobisogno e all’Obbedienza stessa. Palese-mente un “fil rouge” che non si era maispezzato.

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Il Gran Maestro Raffi e il Gran Maestro Onorario Volli alle celebrazioni dello loggia “Italia”

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Fu quindi solo in parte una sorpresa al-lorché nelle mani del nostro ex maestrovenerabile Tullio Verona e nelle mie, allo-ra oratore, pervenne una tra le più sin-golari richieste di risveglio mai giunte:portava infatti, tra le firme dei referentinecessarie per la riammissione del fratel-lo Enzio, quella di un certo altro fratello,tale Gustavo Raffi, Gran Maestro delGrande Oriente d’Italia. Ma al di là di parole che possono per un

attimo indurre un sorriso, sta proprio inciò la spiegazione del riaccostarsi allanostra Obbedienza dell’oggi Gran Mae-stro Onorario Enzio Volli. La sintonia dipensiero tra questi due uomini, amici ecolleghi nella vita profana, la condivi-sione del fratello Enzio con l’azione delGran Maestro Raffi e il suo modo di in-tendere il ruolo e la funzione attualedella Massoneria lo hanno evidentemen-te convinto che era giunto il momento

di riprendere il proprio posto tra le co-lonne. E ad offrire ancora alla LiberaMuratoria il contributo del proprio pen-siero, dei propri valori, ora arricchitoanche dell’esperienza, unico regalo chel’avanzare degli anni fa a ciascuno dinoi.Il resto, l’elevazione del fratello Enzioal prestigio della Gran MaestranzaOnoraria, è storia recente e nota a tut-ti noi.

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Udine, 11 ottobre 2007

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Tra i tanti film che passano per le “Giornate”, ce ne sono statidue italiani molto vecchi (intorno agli anni Dieci), entrambi diargomento “garibaldino” e appena restaurati in coincidenza conil bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. In uno di es-si – “Il piccolo garibaldino” (1909) – appariva la scritta che ilrestauro era avvenuto con il sostegno del “Grande Oriente d’I-talia”, ovvero della Massoneria italiana. Che c’entra la Masso-neria con il cinema? La risposta l’abbiamo avuta in uno degli in-contri di FilmFair dedicati alla presentazione di libri di argo-mento, ovviamente, cinematografico. Mario Musumeci del Cen-tro Sperimentale di Cinematografia e Bernardino Fioravanti, di-rettore della Biblioteca del Grande Oriente d’Italia, hanno pre-sentato il libro “Da‘La presa di Roma’a ‘Il piccolo gari-baldino’. Risorgi-mento, Massoneriae Istituzioni”. Il li-bro – in italiano einglese, con impor-tanti saggi di stu-diosi e storici e conallegato il dvd con idue film – fa partedi un progetto piùampio volto a stu-diare e approfondi-re i rapporti tra laMassoneria e il ci-nema. I risultati,grazie anche ai do-cumenti conservatinella Biblioteca delGrande Oriente, sono interessanti e vanno al di là dell’Italia. Il disegno che emerge (siamo a nemmeno 50 anni dalla nasci-ta dello stato unitario italiano) era quello di “utilizzare” il ci-nema (del quale evidentemente gli ambienti più illuminati ave-vano percepito l’importanza) come strumento per creare unacultura nazionale e popolare basata sui valori del Risorgimen-to. Il ruolo della Massoneria in questo disegno sarebbe reso

evidente dall’uso di certe sim-bologie che appaiono nei duefilm. Insomma, si trattava di ri-vendicare, attraverso il cinema,quei valori laici che furono allabase della “nascita della nazio-ne”. In questo senso appare evi-dente, secondo gli autori, cheanche il film di David W. Griffith“Nascita di una nazione” rientra in tale ottica e guarda casoGriffith era affiliato alla loggia massonica statunitense “SantaCecilia”. Ma dai documenti massonici emergerebbero contatti,

se non proprio unavera e propria affi-liazione, anche daparte dei FratelliLumière, gli “inven-tori” del cinema. LaMassoneria inter-nazionale si accre-diterebbe, allora,come luogo di fer-mento culturale,capace di cogliereil nuovo che all’e-poca avanzava enon c’è dubbio chea fine Ottocento ilcinema apparissecome il massimodella novità. (...)

AAlle proiezioni dell’8 ottobre hanno partecipato rappresen-tanze della Massoneria del Friuli Venezia Giulia: il presi-dente del Collegio circoscrizionale Renzo Sagues, il segre-tario Luciano Sbisà e il maestro venerabile della loggia“Paolo Sarpi” (925) di San Vito al Tagliamento, GiampaoloBrusadin.

Giornate di cinema muto

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6-13 ottobre 2007

David W. Griffith

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Quindici anni fa Gilles Kepel pubblicò Larivincita di Dio, un libro considerato al-l’epoca polemico e quasi provocatorio,che lanciava un allarme sul ritorno deiradicalismi religiosi nella lizza delle tra-sformazioni politiche e sociali in tutto ilmondo. Oggi, dopo l’appello alla guerrasanta (jihad) da parte di alcuni leadermusulmani, l’ascesa dei teocon nell’am-ministrazione americana, il terrorismo dial-Qaida, la guerra in Afghanistan, l’inva-sione dell’Iraq, l’inasprirsi dello scontrotra i monoteismi in Medio Oriente.E poi, il revival dell’ortodossia cattolicadovuto all’influenza mediatica di Giovan-ni Paolo II, le manifestazioni di dogmati-smo contro la legge sul matrimonio traomosessuali e la scuola laica in Spagna,le crisi internazionali provocate dalle ca-ricature di Maometto apparse su un gior-nale danese eccetera, possiamo esserecerti che i pronostici di Kepel hannotrionfato su tutta la linea e in parecchi ca-si si sono rivelati persino ottimistici. Peraverne conferma basta dare uno sguardoal numero 16 dell’edizione spagnola dellarivista Foreign Policy (agosto-settembre2006), che in copertina titola Dio tornaalla politica, e pubblica nelle pagine in-terne un servizio significativamente inti-tolato Perché Dio sta vincendo. Può darsiche sia esagerato vaticinare una tale vit-toria, ma naturalmente Dio – vale a diregli dèi e soprattutto i credenti – continua(o continuano) a tenere banco rispettoall’Illuminismo razionalista in tutte le sueforme. La religione continua a essere pre-sente e a volte in maniera aggressiva,forse non più di un tempo, ma senzadubbio non meno di quanto lo sia quasisempre stata. La domanda è: perché?È possibile che la mia sia un’inquietudineingenua, adolescenziale. A quanto pare,di solito, è la prima a catturare chi si av-vicina alle credenze religiose, diciamocosì, dall”’esterno”. Perché tanti credonovigorosamente all’invisibile e all’improba-bile? Un primo tentativo di risposta, se-condo me poco convincente, è quello cheoffrono alcuni pensatori cosiddetti “post-moderni”. A loro parere, quel che è cam-biato in modo decisivo è proprio la qua-

lità della fede. La stessa nozione di “ve-rità” è divenuta relativa, ha perso forzadecisionale e assoluta: attualmente, la ve-rità dipende dall’interpretazione o dallatradizione culturale a partire dalla qualevengono giudicati gli avvenimenti diquella che un tempo si definiva con uneccesso di enfasi la “realtà”. Ormai sap-piamo che, in una certa rilevante manie-ra, ciascuno “crea ciò in cui crede” (co-me all’epoca aveva notato, naturalmenteda un’altra sponda, Miguel de Unamuno).Perciò provare a verificare i contenutidella fede è tanto antiquato quanto pre-tendere di rifiutarli categoricamente...Una cosa è “credere” nell’elettricità o nel-l’energia nucleare, e un’altra, assai diver-sa, è “credere” nella Vergine Maria. Ledue credenze appartengono a sfere di-verse del campo della fede e richiedonodifferenti sostegni per tenersi in piedi: iprimi attinti dall’esperienza e dall’analisirazionale, gli altri dalle emozioni o da ra-gioni sentimentali. La spiegazione non miconvince. Voglio credere che quando Gio-vanni Paolo II nel suo letto di morte di-ceva ai medici che lo circondavano: “La-sciatemi andare alla casa del Padre”, nonchiedesse semplicemente che lo facesse-ro morire in pace, bensì che esprimessela propria fede nel fatto che – al di làdella morte – avrebbe recuperato unaqualche forma di coscienza di se stesso inuna dimensione diversa, ma anche reale,e probabilmente più piacevole del suostrazio di agonizzante. Allo stesso modo,coloro che credono in Dio e nel sopran-naturale sostengono visioni del mondoche accettano come veritiere, nel sensoforte del termine: pensano che Dio siaQualcuno e che faccia delle cose, non chesi tratti solo di un modo tradizionale disospirare e di lamentarsi umanamente per

le sofferenze di questo mondo.Perciò dobbiamo accettare la fede deglialtri in Dio e nell’aldilà, nonostante non lasi condivida, e prenderla sul serio: noncome un residuo del passato, ma comequalcosa di stabile e affidabile che dallenostre origini culturali (qualunque sia lanostra cultura) giunge fino a oggi. Le ra-gioni antropologiche, psicologiche e per-sino ontologiche di questa fede costitui-ranno la nostra prima domanda. Dovremoanche farci delle domande sulla strutturaintellettuale delle fedi religiose e dei suoimeccanismi (sociologici, psicologici) difabbricazione. Quali garanzie di veridicitàoffrono le religioni e come possono giu-stificarsi? Alcuni cinici saranno d’accordonel sostenere che l’unico segreto che ser-ve da peana alle fedi sovrannaturali è laloro utilità sociale come deterrente allecollere e alle inquietudini popolari. Com’ènoto, Marx disse che “la religione è l’op-pio dei popoli”, e questa opinione è sta-ta ripetuta con affollata indignazione damolti rivoluzionari; ma neppure sonomancati illuministi di ieri e conservatori dioggi (Voltaire può in alcuni casi costitui-re un esempio dei primi, e numerosi teo-con attuali dei secondi), che condividonol’opinione di Marx con sollievo, e sebbe-ne non la diffondano per prudente ri-guardo, ritengono senza dubbio la reli-gione socialmente utile per i suoi effettidi stupefacente insostituibile. Senza ab-bandonare il registro dell’utilità sociolo-gica, famosi teorici continuano a conside-rare le religioni come il miglior fonda-mento dei valori morali (sebbene le Chie-se che li organizzano talvolta concedanopiù importanza a questioni rituali che al-la giustizia o alla libertà) e anche come ilmiglior “supplemento di anima”, come uncollante in grado di unire i membri di una

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pa31 ottobre 2007

A che cosa credere nell’epoca del disincanto

FFEERRNNAANNDDOO SSAAVVAATTEERRNato a San Sebastian nel 1947, è uno dei più notiintellettuali spagnoli di oggi. Insegna Filosofiapresso l’Universidad Complutense di Madrid. Fa-moso in tutto il mondo per il suo libro “Etica perun figlio” (“Ética para Amador”), è conosciuto peril suo pensiero libertario e anticonformista.

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collettività (anche se nelle attuali nazionidemocratiche, pluraliste e multietniche,talvolta le religioni fomentino piuttostogli scontri e le contrapposizioni). In ognicaso, ora assistiamo con frequenza a rac-comandazioni discrete – mi verrebbequasi da dire tongue in cheek – di ver-sioni moderate delle fedi tradizionali edella pietà istituzionalizzata come pallia-tivi alla destrutturazione sociale e allacosiddetta “crisi dei valori”.C’è però un altro aspetto della vicendache m’interessa in modo particolare. Al-cune delle questioni di cui si occupano ledottrine religiose – l’universo, il sensodella vita, la morte, la libertà, i valorimorali eccetera – sono anche i temi tra-dizionali della riflessione filosofica. Peresempio, il filosofo francese Lue Ferry so-stiene: “Alla domanda rituale “che cos’èla filosofia?”, vorrei rispondere semplice-mente cosi: “il tentativo di assumere le

questioni religiose in modo non religioso,e finanche antireligioso”. E più avanticoncretizzala sua posizione: “La filosofiasi concepisce sempre come una rotturacon l’atteggiamento religioso, per il mo-do di affrontare e trattare le questioni chesi pone; però, allo stesso tempo, conser-va una continuità meno visibile, sebbenecruciale, con la religione, nel senso cheda essa riceve gli interrogativi che assu-me solo quando sono già stati forgiatinello spazio religioso”. Qualcosa di nontroppo diverso sostiene Massimo Caccia-ri quando, in un’intervista a un quotidia-no, pur ammettendo di non essere cre-dente, afferma che la figura che più dete-sta è quella dell’ateo, perché vive comese Dio non esistesse: “Lo detesto perchéritengo che in questo esercizio mentalenon posso smettere di pensare alle coseultime, alla cosa ultima che il credente, ela nostra tradizione metafisica, filosofica,

teologica, ha chiamato Dio. Come dicevaHeidegger: “Ateo è colui che non pensa.Chi fa qualcosa, e basta, finisce il suo la-voro senza interrogarsi sulle cose ultime.Si può essere molto intelligenti, ma pen-sare è in fin dei conti pensare alle coseultime”.Naturalmente, il modesto filosofo ateoche firma queste righe non vorrebbe inalcun modo e, soprattutto, a priori, smet-tere di pensare alle “cose ultime”, quan-tunque ritenga che cercare di circoscrive-re intellettualmente cosa siano le cose ul-time e perché le definiamo così sia un im-pegno enorme, che si raggiunge liberan-dosi dalle protesi teologiche. Questo sarà– con l’aiuto di Dio – un altro dei nostriobiettivi...

Fernando SavaterQuesto testo è parte dell’introduzione del li-bro “La vita eterna” (pagg. 252, euro 16) inuscita da Laterza

La responsabilità, ed intendo la responsabilità nel senso piùampio e più profondo della parola, quindi “la responsabilitàper il mondo”, è una delle caratteristiche umane più interes-santi e al contempo più misteriose. Tutti sappiamo cosa signi-fica questa parola e nessuno sa da dove proviene. La respon-sabilità non è una caratteristica qualunque tra le caratteristicheumane. La psicologia o le altre scienze non sono sufficienti inquesto campo. Essa infatti li eccede, non si riferisce solo al no-stro ambiente circostante, non è quindi un mero riguardo a co-sa penserà la gente.Ma è fatalmente legata a ciò che è “oltre” ogni “oltre”: all’as-soluto, all’intera memoria dell’esistenza, all’ultimo e supremogiudizio, al senso di tutto ciò che esiste. La sola cosa impor-tante per la nostra responsabilità è quale traccia lasceremo.Tutto il resto è superfluo.Quando ero in carcere e molti mi chiedevano perché mi ci tro-vavo, quando bastava così poco per non esserci, ho riflettutomolto sulla responsabilità e le ho dedicato molta attenzionenelle mie lettere a casa. Finalmente di ritorno, ho scritto unsaggio intitolato Responsabilità come destino. Si tratta di unariflessione sul Dizionario dei sogni di Vaculik, che a quei tem-pi era un bestseller ufficioso e che mi sembrava in primo luo-go un libro su un uomo infastidito, annoiato e enormementefrenato dalla propria responsabilità (da dissidente) dalla qualenon riusciva a liberarsi, probabilmente proprio perché lo vin-colava, come un suo destino, nelle sfere più profonde del mon-do profano che ci diverte, che ci incomoda, che ci sorprende,che ci irrita, che ci frena o che ci disturba.

Oggi, dopo ventiquattro anni, ho letto nuovamente quel saggioe ho constatato 1) che ci sono alcune divagazioni 2) che forseparlavo più di me che di Vaculik 3) che riguarda una questio-ne che sorprendentemente mi pongo tuttora, vivendo in un pe-riodo totalmente diverso, e che mi pongo quasi con la stessaurgenza di allora.Cosa posso aggiungere oggi all’idea che la responsabilità peril mondo è semplicemente un pezzo del destino umano, indif-ferentemente da come ognuno di noi la percepisce o la assu-me?Mi sento tuttavia di aggiungere o sottolineare altre due cose.

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I Don Chisciotte del XXI secolo

Il monumento a Don Chisciotte e Sancho Panza a Madrid

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In primo luogo: esiste un confine molto labile tra forzata re-sponsabilità per il mondo e ossessione. E talvolta, molte voltetroppo tardi, l’ammirazione per l’immensa volontà altruistica diaiutare il mondo si trasforma nell’orrore di uno strano baglio-

re che spunta dagli occhi dell’ammirato. È l’orrore delle cata-strofi, ove il bisogno dell’ossessionato di compiere il bene puòfar precipitare l’Umanità alla luce di ciò che lui stesso intrave-de in questa parola, “modellare” il mondo.In secondo luogo: come evitare che un ammirabile altruista di-venti uno spaventoso maniaco? C’è un solo modo: la legge-rezza. Quanto più gli obiettivi che persegue l’uomo sono im-pegnativi, tanto più dovrebbero essere visti da una prospetti-va più alta. L’uomo dovrebbe essere in grado di percepire ledimensioni grottesche delle proprie azioni, saperci riflettere evalutarle con distacco, ironia, scetticismo, con la consapevo-lezza di fondo, che comunque tutto è assurdo. Il mondo deri-de sempre gli eroi, gli idealisti, i sognatori, gli operatori uma-nitari o gli attivisti sindacali (termine orribile). L’importante èche sotto tale pressione essi stessi non diventino troppo seri,non comincino a commuoversi per l’ingratitudine del mondo,per la loro difficile sorte e, di conseguenza, a rinchiudersi in sestessi, tra se stessi, ad imprigionarsi nella sensazione di un’ec-cezionalità incompresa e a scivolare così dal mondo degli al-truisti al pericoloso mondo dei maniaci.Credo semplicemente che gli altruisti, avvertendo la responsa-bilità per tutto il mondo e gettandosi ripetutamente, accompa-gnati dalle beffe, nelle proprie avventure donchisciottesche,nell’interesse proprio e in quello generale, dovrebbero saperridere di se stessi. D’altronde, quando l’ironia del deridenteviene confrontata con quella del deriso, spesso dal volto sispegne il sorriso per lasciar posto alla smorfia.

Václav HavelCopyright Hospodarske noviny

-la RepubblicaTraduzione a cura di Mtc srl

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rassegna stampa 4 novembre 2007

VVÁÁCCLLAAVV HHAAVVEELLScrittore, dramma-turgo e politico ce-coslovacco, è statol’ultimo presidentedella Cecoslovacchiae il primo presidentedella Repubblica Ce-ca. Impegnato in po-litica dalla fine deglianni ’60, fu incarce-rato per 5 anni per-ché dissidente. Inuna delle opere che lo hanno reso celebre, Il potere deisenza-potere (conosciuto in Italia grazie all’opera del Cen-tro Studi Europa Orientale – CSEO – di Forlì), Havel habrillantemente teorizzato il cosiddetto Post-totalitarismo,termine usato per descrivere il moderno ordine socio-po-litico che ha fatto sì che la gente potesse, per usare le sueparole, “vivere all’interno una menzogna”. Sostenitore ap-passionato della non-violenza, è stato uno dei leader del-la cosiddetta “Rivoluzione di Velluto” del 1989.Nel 2003 ha ricevuto il premio “Ambassador of Conscien-ce”, dedicato a coloro che promuovono il lavoro di Am-nesty International.

La risposta delle autorità pubbliche al mas-sacro di Giovanna Reggiani è stata ferma,netta: non c’è spazio in Italia per chi vivederubando, violando, uccidendo. C’è qual-cosa di sacro nel bisogno di sicurezzasempre più acutamente sentito dagli ita-liani, così come c’è qualcosa di sacro nel-l’ospitalità, nell’apertura al diverso, nellacircolazione libera dentro l’Unione. Quest’antinomia permane ma comincia aesser vissuta come un ostacolo, anzichécome una convivenza di norme contrastanti(di nòmos) che vivifica l’Europa pur es-sendo ardua. È un’antinomia che educa avivere con due imperativi: l’apertura del-le porte ma anche la loro chiusura se ne-cessario. Molti chiedono negli ultimi gior-ni di “interrompere i flussi migratori”: lacollera suscitata dal crimine di Tor di Quin-to ha rotto un argine, anche nel nuovo Par-tito democratico, e d’un tratto sembra che

solo un imperativo conti: le porte chiuse. Su un quotidiano di sinistra, l’Unità, sonoapparse parole strane. Si è parlato, a pro-posito del quartiere del delitto, di “tuttaun’umanità brutta sporca e cattiva”; si èparlato di “città italiane che funzionano co-me miele per le mosche di uno sciame in-controllato che viene dall’Est Europa”. L’u-manità sporca, lo sciame di mosche: è ve-ro, un tabù cade a sinistra e tanti se ne fe-licitano, constatando che finalmente il buo-nismo è stato smesso e che la sinistra nonva più alla ricerca dei motivi sociali delladelinquenza ma si concentra sulla repres-sione e le vittime. Gli imperativi dell’apertura s’appannano,la tensione vivificante fra norme diversesvanisce, entriamo in un mondo che pro-mette certezze monolitiche: basta inter-rompere i flussi, e il male scompare. Spes-so il capro espiatorio nasce così, con que-

sta riduzione a uno del molteplice, delcomplesso. Spesso nascono così i pogrom,come quello scatenato venerdì sera con-tro i romeni nel quartiere romano di TorBella Monaca: dall’Ottocento hanno que-sto nome, in Europa, le spedizioni puniti-ve contro i diversi. Anche le ideologie nascono così, fantasti-cando scorciatoie che risolvono tutto su-bito. Oggi è la destra a sognare utopie si-mili, e la sinistra riformatrice s’accoda spe-rando di ricavare guadagni elettorali. Ladistruzione dei campi rom è parte di que-st’ideologia. Un’ideologia irrealistica per-ché l’immigrazione non sarà fermata e l’Eu-ropa ne ha bisogno. La Spagna sembra es-serne consapevole e non a caso è diven-tata il Paese con il più alto numero di im-migrati e progetti d’integrazione. La ripresadella natalità iberica è dovuta a questo.Chi parla dell’immigrazione come di male

L’Europa e il tabù dei Rom

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evitabile sbaglia due volte: perché non èevitabile, e perché in sé non è un male. Se non si vuole che sia un male occorregovernarlo bene, il che vuol dire: non so-lo reprimendo, ma reinventando politichein Italia e nell’Unione. Perché europei so-no i dilemmi ed europeo sarà l’inizio del-la soluzione. Perché il tabù di cui tanto sidiscute non è quello indicato (buonismo,tolleranza). Il vero tabù, che impedisce coni suoi interdetti di vedere e dire la realtà,è un altro: è la questione Rom ed è l’iner-zia con cui la si affronta nel dialogo conl’Est da dove vengono i cosiddetti noma-di. Fuggiti dall’India nell’anno 1000, giuntiin Europa nel Trecento, i Rom assieme aiSinti sono chiamati spregiativamente zin-gari, parlano una lingua derivata dal san-scrito, in genere sono cristiani (la parolaRom, come Adamo, significa “persona”. Ipiù vivono in Romania). Siamo in emer-genza, è vero. Ma non è solo emergenzasicurezza. C’è emergenza europea sui di-ritti dell’uomo e delle minoranze. C’è unadoppia inerzia: nelle strategie d’integra-zione e nei rapporti tra Stati europei. Quest’emergenza è acuta a Est, da quandoè finito il comunismo: in Romania è spe-cialmente vistosa ma la malattia s’estendea Slovacchia, Ungheria, Repubblica ceca,Kosovo. Al concetto unificatore di classe èsucceduto dopo l’89 il senso d’appartenenzaalle etnie, e vecchie passioni come xenofo-bia e razzismo, non superate ma addor-mentate durante il comunismo, sono riap-parse: i più invisi sono i Rom – oltre agliungheresi che non vivono in Ungheria – eil loro migrare a Ovest è intrecciato a que-sta ostilità dentro i Paesi dell’Est e fra di-versi emigrati dell’Est. È quello che i rappresentanti Rom in Eu-ropa denunciano ultimamente con forza(sono circa 8 milioni, su 15 nel mondo). La

Romania, in particolare, è accusata di at-tuare un politica sistematica di espulsionedi Rom, da quando è entrata nell’Unioneall’inizio del 2007. Il ministro dell’Interno,Amato ha evocato a settembre un “vero eproprio esodo di nomadi dalla Romania”,e di esodo in effetti si tratta: ma esodo for-zato, nell’indifferenza europea. Dicono irappresentanti Rom che i membri della co-munità in Romania son cacciati dagli al-loggi, dai lavori, dalle scuole, e per que-sto preferiscono le topaie italiane. Il mini-stro Ferrero, responsabile della Solidarietàsociale, dice il vero quando nega che l’e-sodo sia essenzialmente economico: la Ro-mania non è più così povera, sono xe-nofobia e razzismo a colpire oggi i Rom. Queste cose andrebbero ricordate a Buca-rest, cosa che hanno tentato di fare Ama-to e Ferrero in un recente incontro con ilministro romeno dell’Interno, David. Ferre-ro ha cercato lumi presso il Forum euro-peo dei Rom e tentato di mettere alle stret-te David. Dall’incontro è nata la convoca-zione di un tavolo permanente di negozia-

to: presto si riu-nirà a Bucarest.Proprio perché ènell’Unione, la Ro-mania deve ri-spondere di quelche fa con i pro-pri Rom (2 milio-ni, secondo stimeufficiose). Discutere di que-ste cose con Bu-carest e altri go-verni dell’Est èurgente. Un pattoè stato infatti rot-

to, che pure era assai chiaro. Ai tempi deinegoziati d’adesione, i candidati si eranoimpegnati a rispettare i criteri di Co-penhagen, che non riguardano solo l’eco-nomia ma le “istituzioni capaci di garanti-re democrazia, primato del diritto, dirittidell’uomo, rispetto delle minoranze e lo-ro protezione”. Ingenti fondi son devolutida anni a tale scopo (il programma euro-peo Phare, cui si aggiungono finanziamentidella Fondazione Soros, della Banca Mon-diale) intesi a frenare la “discriminazionefondata sulla razza e l’origine etnica”. È accaduto tuttavia che una volta entrati,numerosi governi dell’Est hanno fatto mar-cia indietro (il regime Kaczynski in Polo-nia è stato un esempio). Ed è così che siè riaccesa l’ostilità verso i Rom: questa et-nia perseguitata da un millennio e deci-mata nei campi nazisti. Paragonarli a unosciame di mosche non è anodino. Signifi-ca che l’Italia (per come parla o chiedeazioni) comincia ad assomigliare a queglieuropei dell’Est che stanno arretrando eriproponendo, ancora una volta nel conti-nente, il dramma Rom. Certo urge con-trollare meglio i flussi migratori: ma nonsi può farlo accusando intere etnie (Rom,Romeni, Albanesi) per il delitto di alcuni.Non si può governare alcunché se non siprende distanza dalla strategia di cui Bu-carest è oggi sospettata. La caduta dei tabù comporta anche il for-marsi di idee completamente false. Con di-sinvoltura i Rom son descritti come non in-tegrabili, nomadi, dediti al furto. I datismentiscono queste nozioni. In Italia la co-munità Rom è composta in stragrande mag-gioranza di sedentari, non di nomadi. E ten-tativi molto validi di integrazione hanno di-mostrato che quest’ultima può riuscire.

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BBAARRBBAARRAA SSPPIINNEELLLLIIScrittrice e giornalista di successo, è nata aRoma nel 1946 da Altiero e Ursula Hirschmann,lui antifascista e lei ebrea antinazista (cono-sciutisi a Ventotene durante il confino di Spi-nelli e del marito Eugenio Colorni). Ha inizia-to la carriera scrivendo articoli per il “Globo”ed è stata tra i fondatori del quotidiano “Re-pubblica” per passare, negli anni 1984-1985, al“Corriere della Sera” e infine alla “Stampa”,prima come corrispondente da Parigi, dove

tuttora lavora e vive, poi come editorialista.Per la sua battaglia in difesa dei diritti civili le è stato assegnato l’8 marzo 2005il premio “È giornalismo” quale vincitrice per l’anno 2004.Ha vinto il Premio Ischia come giornalista dell’anno 2006 per l’informazionescritta.

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Ci sono iniziative della Chiesa: le ha spiegate sul Corriere donVirginio Colmegna, presidente della Casa della Carità a Milano.E ci sono iniziative pubbliche preziose: a Pisa, Napoli, Venezia.

Pisa è esemplare perché i risultati sono eccezionali: nei campi vi-vevano 700 Rom, dieci-dodici anni fa. Solo due bambini eranoscolarizzati. Il Comune si è incaricato di trovar loro lavoro e al-loggi, scegliendo un mediatore per negoziare con i vicini. Appe-na emancipati, i Rom uscivano dal programma d’assistenza e ifondi servivano a integrare altri loro connazionali. Nel frattem-po, si spingevano le famiglie a scolarizzare i figli. In dieci anni,670 Rom su 700 sono stati inseriti, e tutti i bambini vanno a scuo-la. Certo la comunità in Italia è divisa: alcuni chiedono più cam-pi, mentre i più vogliono superarli proprio perché il nomadismoè meno diffuso di quel che si dice: il 90 per cento dei Rom (140mila nel 2005, in parte italiani) non sono camminanti bensì – dadecenni – sedentari. Per riuscire in simili operazioni bisogna abbandonare l’utopia,privilegiando fatti ed esperienze. Ambedue confermano che l’in-tegrazione resta indispensabile, che chiuder le porte non basta,che è necessario far luce sui pericoli che corre non solo la sicu-rezza ma la democrazia. Dice Franz Kafka: “Bisognerà pure chenel campo dei dormienti qualcuno attizzi il fuoco nella notte”.Questo invito a far luce sui veri tabù vale per i dormienti dell’E-st e per l’Europa. Vale per i Rom (il loro faro non dovrebbe es-ser la figura della vittima ma la donna Rom che s’è sdraiata sul-l’asfalto davanti a un autobus per denunciare il Rom assassino diGiovanna Reggiani) e vale per la destra come per la sinistra ita-liana.

Barbara Spinelli

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anniversari anniversari

N acque a Treviso il 1° aprile 1887.Laureatosi giovanissimo in giuri-

sprudenza all’Università di Padova, sidette prima al giornalismo e diresse unquotidiano nell sua città natale. In poli-tica, sempre giovanissimo, si distinse nel-le file del partito radicale. Sicuramenteiniziato Massone in epoca precedente,venne regolarizzato Maestro nella Log-gia “Fraternitas” di Roma il 20 ottobre1914, della quale nell’anno massonico1919-20 fu eletto Maestro Venerabile. Suc-cessivamente fece parte della Loggia“Propaganda Massonica” di Roma. Alloscoppio della guerra italo-austriaca si ar-ruolò volontario, combatté valorosamentee meritò la promozione a capitano di ar-tiglieria per merito di guerra. Avvocatoa Roma, su proposta di Gino Bandini, nel

1924, fu nominato presidente dell’Agen-zia Tranviaria Municipale di Roma. Pre-se parte attivissima alla Resistenza comemembro della Giunta Militare del Comi-tato di Liberazione Nazionale. Democra-tico sociale, eletto deputato all’Assem-blea Costituente, si battè per l’afferma-zione delle idealità democratiche e perl’istituzione di uno Stato laico. Nomina-to ministro delle Poste e Telecomunica-zioni con il gabinetto Bonomi nel 1944,fu ministro dell’Aeronautica nel governoParri e nel successivo governo De Ga-speri. Si spense il 6 aprile 1953.

Dal libro di Vittorio Gnocchini, “L’Italia dei Liberi Muratori.

Piccole biografie di massoni famosi”, Mimesis-Erasmo

L’Italia dei Liberi MuratoriPiccole biografie di massoni famosi

MARIO CEVOLOTTOa v v o c a t o , m i n i s t r o

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Firma ora la petizione Aci-Fia

Perché?OOggnnii ggiioorrnnoo mmuuooiioonnoo ttrreemmiillaa ppeerrssoonnee ppeerr iinncciiddeenn--ttee ssttrraaddaallee.. TTrraa qquueessttee,, cciinnqquueecceennttoo ssoonnoo bbaammbbiinnii..CCii ssoonnoo qquuaarraannttaa iinncciiddeennttii iinn IIttaalliiaa ooggnnii oorraa ccoonn uunnmmoorrttoo ee ttrreennttaacciinnqquuee ffeerriittii.. IIll ccoossttoo ssoocciiaallee ssffiioorraa ii66 mmiilliioonnii ddii eeuurroo..

IIll bbiillaanncciioo mmoorraallee eedd eeccoonnoommiiccoo èè iinnaacccceettttaabbiilleeppeerrcchhéé llaa mmaaggggiioorr ppaarrttee ddeeggllii iinncciiddeennttii ppuuòò eessssee--rree eevviittaattaa..

Ecco perché è giunto il momento di introdurre unnuovo sistema di valori, una vera e propria “Eticadella Mobilità”, che ponga al centro l’uomo e il ri-spetto per la vita.

Il Grande Oriente d’Italia può offrire il suo contri-buto e aderisce alla realizzazione di “Progetto 2010,un traguardo per la vita”, il programma promossodall’Automobile Club d’Italia (Aci) per migliorare lasicurezza stradale riducendo del 50% le vittime diincidenti stradali nel periodo 2001-2010, secondo ledirettive dell’Unione Europea.

L’Aci, d’intesa con la Fia (Federazione Internaziona-le Automobilistica), si è fatto primo promotore ita-liano della Settimana Mondiale della Sicurezza Stra-dale, indetta dalle Nazioni Unite e dalla Oms (Or-ganizzazione Mondiale della Sanità), e si proponedi raccogliere un milione di firme, per impegnare ilGoverno italiano ad adottare misure urgenti ed effi-caci contro il devastante fenomeno dell’incidentalitàstradale e, allo stesso tempo, per esercitare una for-te pressione su Onu e G8, affinché spingano Gover-ni e Organismi internazionali a un maggiore impe-gno per la sicurezza stradale. Vuole inoltre dar vitaa un piano quadriennale di iniziative ed interventi dicomunicazione mirati affinché il nostro Paese possacentrare l’obiettivo europeo del 2010.

Vuoi aderire?RRiittaagglliiaa ee ssppeeddiissccii llaa ppeettiizziioonnee ccoommppiillaattaa aallGGRRAANNDDEE OORRIIEENNTTEE DD’’IITTAALLIIAA vviiaa ddii SSaann PPaannccrraazziioo 88,, 0000115522 RRoommaaffaaxx 0066 55881188009966 –– ggrraann..sseeggrreetteerriiaa@@ggrraannddeeoorriieennttee..iittcchhee ccoonnsseeggnneerràà llaa ttuuaa ee llee aallttrree aaddeessiioonnii ddiirreett--ttaammeennttee aall pprreessiiddeennttee ddeellll’’AAccii..

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La sicurezza stradale è ormai un’emergenza mondiale: ogni

anno, sulle strade del nostro pianeta, muoiono un milio-

ne e 200 mila persone ed i feriti sono più di 50 milioni. Solo

in Italia, nel 2005, i morti sono stati 5.426. Non è una fatalità. La maggior parte degli inci-

denti può essere evitata con azioni adeguate. Chiediamo perciò al Governo italiano:

■ il varo di un piano finalizzato al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Euro-

pea di riduzione della mortalità sulle strade del 50%, rispetto al 2001, entro il 2010■ la destinazione alla sicurezza stradale di risorse pari al 10% del totale degli stanziamenti

destinati ogni anno in Italia per lo sviluppo delle infrastrutture.

Sosteniamo poi, a livello internazionale, la petizione STRADE SICURE (MAKE ROADS SA-FE) promossa dalla FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) e dall’ACI, rivolta al-

l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, perché, durante la sua 62ª sessione del 2007,

adotti una Risoluzione volta a sostenere le seguenti azioni:

■ supportare un piano d’azione globale decennale del valore di 300 milioni di dollari per

migliorare la sicurezza stradale nei Paesi in via di sviluppo

■ chiedere alla Banca Mondiale e agli altri principali enti erogatori di garantire che almeno

il 10% degli stanziamenti per lo sviluppo delle infrastrutture stradali sia destinato alla si-

curezza

■ appoggiare l’idea di organizzare un Summit interministeriale mondiale, patrocinato dalle

Nazioni Unite, al fine di concordare azioni politiche ad alto livello, volte a contrastare le

morti sulle strade nei Paesi in via di sviluppo.

Nome e Cognome ________________________________________________________________

Indirizzo __________________________________________________________________________

e-mail ___________________________________________________________________

Firma ___________________________________________________________________

Data ____________________________________________________________________

Informativa ai sensi dell’art. 13 D. LGS. 196/03: ACI, in qualità di Titolare del trattamento dei dati personali, garantisce che i dati forniti saranno esclusiva-mente utilizzati nell’ambito della petizione “Obiettivo 2010 un traguardo per la vita”. I dati verranno trattati con strumenti elettronici e/o manuali, comunicati agli Organi-smi Internazionali e Nazionali preposti istituzionalmente alla salvaguardia della sicurezza stradale e cancellati una volta perseguite le finalità del trattamento enunciate nella petizione.Qualsiasi diritto previsto dall’articolo 7 del d.lgs n. 196/03 può essere esercitato inviando richiesta all’Ufficio Comunicazione Integrata, ACI, via Marsala n. 8, 00185 Roma, ovvero via e-mail presso [email protected]

P E T I Z I O N E

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Periodico informativo culturale Anno VIII • Numero 19-20 • 15-30 novembre 2007

EEddiittoorreeErasmo s.r.l.

PPrreessiiddeennttee

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Iscrizione Tribunale Registro Imprese n. 1959/62

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