Anno VIII n - icboscoporticodicaserta.gov.it · di guerra e,anche se i servizi segreti israeliani...
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IILL GGRRIILLLLOO SSPPAARRLLAANNTTEE
Periodico della Scuola Secondaria di Primo Grado
Portico di Caserta
DICEMBRE 2009
Anno VIII n. 1
SSOOMMMMAARRIIOO:
1997: avevamo* un
anno quando
pag. 3
Viva le donne pag . 8
Accade nel mondo
pag. 13
Vita scolastica
pag. 16
Aspettando il Natale pag. 19
Caro Grillo pag. 21
*Noi ragazzi di III
L’ 11 novembre 2009 alle ore
16:00 si è svolta l’inaugurazione
del progetto “SCUOLE APERTE”
finanziato dalla Regione Campania
dal titolo “Tutti insieme … si può
fare di più”.
Presenti il Sindaco di Portico di Caserta, Arch. Carlo Piccirillo, il nostro Dirigente Scolastico, Prof.
Salvatore Falco, i rappresentanti del W.W.F., dell’Associazione
Volontari Ospedalieri. della Pro Loco. dell’Università di Napoli, delle Associazioni Sportive, le
professoresse Maria Rosaria Clemente e Maddalena Lunato, i
docenti collaboratori del progetto stesso e la tutor della Regione, Giusi Conte. Non poteva mancare il
mitico “Coro Arcobaleno”, che ha accompagnato la serata, diretto
dalla Professoressa Anna Tescione, che in ogni occasione mette tutto il
suo impegno per la buona riuscita degli eventi. Gli scatti dell’alunna Alessandra Pepe e della
professoressa Tecla Gravino hanno immortalato i momenti più
significativi. Il discorso del dirigente ha colpito, come sempre, nel profondo i cuori delle persone
presenti. Tali fondi, ha sottolineato, servono per realizzare dei percorsi
formativi non realizzabili con l’esiguo fondo di Istituto. C’è n’è per tutti, grandi e piccoli, giovani e
meno giovani: Teatro. Ambiente, Tecnologia. E non è finita perchè,
per chi ama il giornalismo, come
noi, c’è quello multietnico, il giornale di scuole aperte che
realizzeremo in rete con la Scuola Media di Macerata Campania. Il sindaco, come del resto tutti gli
intervenuti, sono rimasti meravigliati dalla bravura dei
coristi e dei solisti, che hanno animato l’incontro e si sono complimentati per le tematiche
scelte nell’ambito dei vari progetti. Un ringraziamento speciale va a
tutte le personalità che ci hanno onorato con la loro presenza, ai genitori, ai docenti e a tutte le
persone che collaborano con noi come partner. E’ indubbio che
questi incontri accrescono il nostro bagaglio culturale e la nostra sensibilità nei confronti dei
problemi ambientali e sociali ma ci fanno capire che di certo “Tutti
insieme … si può fare di più”
Donato Squillante - Francesco Iannotta
Francesco Marcellinaro - Raffaele Di lauro
Raffaele Angelino - Gianluca Marcello
Carmela Monteforte - Giulia Guarino,
Marianna Ragozzino - Eleonora Gravina
Lucia Bediaf – Di Michele Dalila
. IL Grillo Sparlante
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Alla “S. Giovanni Bosco” di Portico di Caserta luci sempre accese con il
Il 7 Gennaio a Reggio Emilia venne celebrato il bicentenario della bandiera tricolore
Il tricolore italiano, come bandiera nazionale, nasce
a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il
Parlamento della Repubblica Cispadana, decreta
"che si renda universale lo Stendardo o Bandiera
Cispadana di Tre Colori: Verde, Bianco, e Rosso, e
che questi tre colori si usino anche nella Coccarda
Cispadana, la quale debba portarsi da tutti".
La bandiera caratterizzata da tre fasce di uguali
dimensioni, nell'Italia del 1796 in cui le numerose
repubbliche di ispirazione giacobina avevano
soppiantato gli antichi Stati assoluti, era chiaramente
ispirata al modello francese del 1790
E anche i reparti militari "italiani", costituiti
all'epoca per affiancare l'esercito di Bonaparte,
avevano stendardi che riproponevano la medesima
foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della
Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori
bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel
patrimonio collettivo di quella regione: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nello stemma comunale di Milano
(croce rossa su campo bianco), mentre verde era il colore delle uniformi della Guardia civica milanese.
Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre
dell'Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli
nella propria bandiera.
Il tricolore fu soffocato dalla Restaurazione, ma continuò ad
essere innalzato, quale emblema di libertà, nei moti del 1831, nelle
rivolte mazziniane, nella disperata impresa dei fratelli Bandiera,
nelle sollevazioni negli Stati della Chiesa.
Durante i moti del 1848 la bandiera divenne il simbolo di una
riscossa ormai nazionale, da Milano a Venezia, da Roma a
Palermo.
Il 14 marzo 1861 venne proclamato il Regno d'Italia e la sua
bandiera continuò ad essere, per consuetudine, quella della prima
guerra d'indipendenza. Ma soltanto nel 1925 si definirono, per
legge, i modelli della bandiera nazionale e della bandiera di Stato.
Quest'ultima (da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi
parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche)
avrebbe aggiunto allo stemma la corona reale.
Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo
presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della
nuova bandiera, confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all'articolo 12 della
nostra Carta Costituzionale.
(Coppola Mario III B)
* noi ragazzi di III
Il Grillo Sparlante
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Il 12 Gennaio il pendolino Milano - Roma deraglia nei pressi della stazione di
Piacenza,ci furono 8 morti e 30 feriti,illeso l’ex presidente della Repubblica
Francesco Cossiga che viaggiava sul treno. La nascita del pendolino Già negli ani sessanta, presso varie amministrazioni ferroviarie europee, si era diffusa l’esigenza di
aumentare la velocità di servizio dei treni per tener testa allo sviluppo della motorizzazione su strada ,che
beneficiava della costruzione di autostrade,e
dell’aviazione civile .La realizzazione di nuove linee
ferroviarie attrezzate per velocità più elevate ovvero la
rettifica di lunghe tratte in territori spesso intensamente
abitati richiedeva notevoli investimenti pubblici
.Principalmente per questo motivo si pensò di elevare le
prestazioni dei convogli intervenendo sugli stessi, per cui
si fece strada l’idea di realizzare veicoli più veloci in
grado di pareggiare l’accelerazione traversale in curva .
Nacque cosi il principio della cassa oscillante, che
consisteva nell’ottimizzare le forze in gioco sul veicolo
nelle curve strette delle linee tradizionali. Fra i numerosi
esperimenti primeggiò la proposta italiana ,scaturita
dall’esperienza acquistata con un sistema di sedili
oscillanti. Il primo veicolo a cassa oscillante funzionante , fu l’ETRY0160 il prototipo. Fu questo prototipo
ad aver attribuito per primo il soprannome “Pendolino” e questo rimase a caratterizzare questi treni. Il
progetto fu sviluppato e si arrivò alla costruzione dell’ ETRL01 il primo vero pendolino, il quale fu costruito
in due esemplari nel 1975. Dall’ ’85 all’ ’87 vennero costruiti quindici treni completi e con otto casse, per
un totale di centotrentacinque veicoli.
(Antonio D’Amico III B )
15 APRILE SCATTA L’OPERAZIONE ALBA PER TENERE SOTTO CONTROLLO I
DISORDINI IN ALBANIA
L’operazione alba avvenuta nel 1997 su richiesta della Nazioni Unite, è nata dopo un’insurrezione
civile in Albania in seguito al fallimento di diverse operazioni finanziarie del governo locale,il
quale ha abbandonato il paese in un oblio totale. La popolazione
è scesa in piazza e sono state svaligiate le caserme in tutto il
paese . Le bande della mafia locale hanno preso il sopravvento
sulla polizia e sull’esercito albanese,ormai senza guide e
comandanti. La popolazione terrorizzata scappa dall’Albania a
bordo delle “carrette del mare” verso l’Italia, per sfuggire alla
fame e alle bande armate. In seguito a questa crisi l’Onu fa
intervenire un supporto militare internazionale fmp (forza
multinazionale di pace) e umanitaria per fare in modo da creare
un ambiente di sicurezza a favore dell’osce (organizzazione per
la sicurezza e la cooperazione in Europa) per poter effettuare il
prima possibile delle elezioni regolari. Il comando delle operazioni
militari viene affidato all’Italia, che invia in brevissimo tempo i
propri militari in diverse città albanesi,seguiti poi dagli operatori osce.
Il lavoro dei militari non si limita alla scorta degli operatori osce, ma
anche alla distribuzione di svariate tonnellate di generi di prima
necessità alla popolazione
(Pasquale Nacca - Pasquale Latino e Valerio Valletta IIIB)
Il Grillo Sparlante
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22 luglio il tribunale militare condanna Erich Priebke a 15 anni di prigione per
l’eccidio alle Fosse Ardeatine
Erich Priebke è un militare tedesco,capitano delle SS durante la seconda guerra mondiale in
Italia,dove partecipò alla pianificazione e alla realizzazione della strage delle Fosse Ardeatine.
nelle SS Priebke raggiunse il grado di capitano. Nel corso della seconda guerra mondiale
soggiornò in Italia. Il 14 giugno 1944 divenne ufficiale di collegamento con lo Stato Maggiore della
Guardia nazionale repubblicana,con sede a Brescia e diede un forte impulso alle perquisizioni ed
alle azioni di rastrellamento, allo scopo di individuare le cellule
cittadine di supporto ai partigiani che presidiavano le montagne
bresciane.
Dopo la sconfitta della Germania, Priebke fuggì in Argentina,ai piedi
delle Ande. Qui riuscì a sfuggire alla cattura per i processi per crimini
di guerra e,anche se i servizi segreti israeliani per molto tempo gli
diedero la caccia,non fu mai scoperto.
Nel maggio 1994 il giornalista statunitense,Sam Donaldson intervistò
Priebke in Argentina. Le autorità italiane, allora, inoltrarono la richiesta
di estradizione a quelle argentine. E stradato in Italia,nel novembre
1995,venne rinchiuso nel carcere militare di Roma. Priebke fu quindi
imputato di concorso in violenza con omicidio continuato a danno dei
cittadini italiani per i fatti accaduti presso le fosse ardeatine il 24 marzo 1944. il primo agosto
1996. Nel marzo 1998,la corte d’appello militare lo condannò all’ergastolo.
Il 12 giugno 2007 il giudice militare concede a Priebke novantatreenne il permesso per uscire di
casa “per recarsi a lavoro” presso lo studio del suo avvocato.
( Veronica Iodice, Maria Clemente IIIB )
31 Agosto muore la principessa Diana
Diana era figlia di Edward John Spencer,Visconte Althorp, naque a
Park House, e venne battezzata nella Chiesa di Santa Maria
Maddalena. La madre Lady Frances lascia la famiglia quando Diana
ha solo sei anni e va a vivere con un facoltoso proprietario terriero..
Il padre discendeva dal Re Carlo II d’Inghilterra. A sedici anni
frequenta per tre mesi un istituto privato in Svizzera a Rougemont,
per la preparazione in attività sociali. Rientrata a Londra,va a vivere
in un appartamento con tre amiche;s’iscrive all’Accademia di
Madame Vacani per la sua grande passione, la danza ,ma un brutto
incidente sugli sci,la fa abbandonare. Iniziò a lavorare part-time
presso un asilo d’infanzia . Nel 1977, giovanissima, ad una battuta
di caccia conosce Carlo,che allora frequentava la sorella Sarah. A
gennaio del 1979 la regina invita le due sorelle a una settimana di
caccia a Sandringham. Nel mese di luglio vengono invitate in
Scozia e a febbraio del1980 per la prima volta, Diana trascorre un
fine settimana a Sandringhan senza la compagnia delle sorelle.
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Si susseguono una serie di incontri fino a che il 24 febbraio 1981 Buckingham Palace annuncia ufficialmente
il loro fidanzamento. Il matrimonio avviene nella cattedrale di Saint Paul a Londra,mercoledì 29 luglio
1981,trasmesso in mondovisione. Diana veste un abito con un velo lungo ben sette metri. Alla cerimonia
nella cattedrale partecipano 2 mila e cinquecento invitati. Il viaggio di nozze di Carlo e Diana è una crociera
a bordo del panfilo reale Britannia,il più antico della marina inglese. Carlo e Diana hanno avuto due
figli:William,erede diretto al trono,nato il 21 giugno 1982 e Harry,nato il 15 settembre 1984. Ma il
matrimonio non è felice e dopo varie vicissitudini la coppia si separa il 9 dicembre 1992. Dopo il
divorzio,Diana ritorna al suo appartamento in Kensington Palace.. Si adopera nel mondo per aiutare i meno
fortunati si batte nella lotta contro l’AIDS. Decisivo è il suo contributo alla campagna per la messa al bando
delle mine antiuomo. Aiuta soprattutto i bambini poveri dell’Africa ed è accanto a personalità come Nelson
Mandela, il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso,e Madre Teresa di Calcutta. Il 31 agosto 1997 rimane
vittima di un incidente automobilistico sotto il Tunnel de l’Alma a Parigi,insieme al suo compagno Dodi Al-
Fayed. I funerali della principessa del Galles furono celebrati nell’Abbazia di Westminster e durante la
cerimonia Elton John cantò una versione modificata per l’occasione di Candle in the Wind.
(Cicala Nunzia e Borrelli Francesca III B)-
5 SETTEMBRE MADRE TERESA LASCIA IL MONDO TERRENO
Madre Teresa di Calcutta , il cui vero nome era Agnès
Gonxha Bojaxhiu, nasce a Skopie da una benestante
famiglia di origine albanese, il 27 agosto del 1910. Cresce
nella parrocchia di Cristo Re dove frequenta il Sodalizio, un
gruppo di preghiera e aiuto per le missioni. Lì incontra dei
padri gesuiti che lavorano nella lontana Calcutta.
L'esperienza dei missionari la colpisce profondamente, tanto
che a 18 anni decide di entrare nella Congregazione delle
Suore missionarie di Nostra Signora di Loreto, presente
anche in India. Il 24 maggio 1931 pronuncia i primi voti
assumendo il nuovo nome di suor Teresa. Inizia la sua
attività di religiosa, per volere dei superiori, come
insegnante di storia e geografia alla Saint Mary of Loreto High School di Calcutta, un collegio
per ragazze cattoliche. Più tardi viene anche nominata direttrice. Al di là dell'alto muro del convento
c'è il misero quartiere Moti Jheel. Si rende sempre più conto che Calcutta non è solo la metropoli
dei mercanti, degli uomini degli affari e della politica, ma che accanto ai grandi palazzi ci sono i
tuguri dove troppi esseri umani ogni giorno muoiono di fame. Inoltre dal 1939 tutto diventa più
difficile: scoppia la guerra che dall'Europa si estende in tutto il mondo. Anche l'India è coinvolta: e i
poveri diventano sempre più poveri. Suor Teresa sale su un treno che la riporta a Darjeeling per gli
esercizi spirituali. Tante scene che l'avevano sconvolta non può dimenticarle, e continuamente
ripete: - Devo fare qualcosa ... Su quel treno ha una seconda chiamata o, come Madre Teresa in
seguito l'ha definita "una vocazione nella vocazione". Ritornata a Calcutta e dopo vari tentavi
ottiene l’autorizzazione a lasciare il convento, il 16 agosto 1948 .
Prende un treno per Patna, dove trascorre tre mesi presso le Medical Sisters per apprendere
rudimentali nozioni di medicina, poi rientra a Calcutta alla ricerca dei più miseri..Dopo tre giorni
apre una scuola, all'aria aperta, sotto un albero. Ogni giorno la fragile suora dal sari bianco continua
la sua opera per le vie di Calcutta e il suo corpo per gli stenti è tutto dolorante. Quando è sopraffatta
dalla fatica ripensa al convento di Loreto, alla vita regolare, alla sicurezza. Ma la sua scelta è decisa,
suor Teresa è convinta che la sua vita sia assieme a coloro che cascano per la strada, consapevoli di
morire e accanto ai quali i "vivi" passano volgendo il capo. Nel febbraio 1949 Michele Gomez,
funzionario dell'amministrazione statale, mette a disposizione di suor Teresa un locale all'ultimo
piano di una casa di Creek Lane e lì giunge la prima consorella.,che prende il nome di Agnese.
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Presto le suore diventano 12 e la comunità si va formando.Il 7 ottobre 1950 nasce ufficialmente, con
decreto della Santa Sede, la Congregazione delle Missionarie della carità e suor Teresa diventa
Madre Teresa La Casa per il moribondo abbandonato, Nirmal Hriday, viene inaugurata il 1954.
Madre Teresa parte con il suo carrettino, ormai famoso nella città, per la "raccolta" dei moribondi di
ogni età. E' il 1964, a Bombay si celebra il Congresso eucaristico alla presenza del Papa PaoloVI.
Madre Teresa chiede un incontro col Papa che, dopo aver constatato il suo enorme lavoro, le lascia
un ricordo: una stupenda, lunga auto americana, con una dedica: "A Madre Teresa per la sua
universale missione d'amore". Appena la Madre vede la lussuosa vettura scuote il capo dicendo: -
Chissà quanta benzina consuma! Meglio il mio carrettino tirato a mano. La metterò all'asta. Questa
è la macchina dei lebbrosi .La minuta figura di Madre Teresa, il suo fragile fisico piegato dalla
fatica, il suo scarno viso solcato da innumerevoli rughe sono ormai conosciuti in tutto il mondo. Nel
1979 le venne attribuito il premio Nobel per la pace. Le suore di Madre Teresa sono ormai sparse
in tutto, lei continua il suo lavoro nonostante la salute malferma fino al 5 settembre, giorno della sua
morte avvenuta a Nuova Dheli. (Rita Pascarella e Cristiana Rauccio III B )
Il 26 ottobre entra in vigore il Trattato di Schengen Con gli accordi di Schengen si fa riferimento a un trattato che coinvolge sia alcuni Stati membri
dell’Unione Europea sia Stati terzi. Gli accordi, inizialmente nati al di fuori della normativa UE, ne
divennero parte con il Trattato di
Amsterdam, e vennero integrati nel
Trattato sull’Unione Europea (meglio
noto come Trattato di Maastricht)..
Si può definire Schengen come una
cooperazione rafforzata all’interno
dell’Unione Europea. Gli obiettivi che si propone:
Abolizione dei controlli
sistematici delle persone alle
frontiere interne dello spazio
Schengen
Rafforzamento dei controlli alle
frontiere esterne dello spazio
Schengen
Collaborazione delle forze di polizia e possibilità di queste di intervenire in alcuni casi anche
oltre i proprio confini (per esempio durante gli inseguimenti di malavitosi)
Coordinamento degli stati nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale
(per esempio mafia,traffico d’armi,droga,immigrazione clandestina)
Integrazione delle banche dati delle forze di polizia (il Sistema di informazione Schengen,detto
anche SIS).Gli accordi vennero firmati il 14 giugno 1985 a Schengen,cittadina del
Lussemburgo,inizialmente da solo cinque stati membri della allora CEE,vista l’impossibilità di
giungere ad un accordo sulla libera circolazione delle persone in sede
CEE:Belgio,Francia,Lussemburgo,Germania e Paesi Bassi. Dopo il primo accordo tra i cinque
paesi fondatori,è stata elaborata una convenzione firmata il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore nel
1995.
(Romano Giusy e Cicala Nunzia IIIB)
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Khadija: donna colta e raffinata
Khadija (556- 619), secondo la tradizione musulmana, era
una ricca vedova non giovanissima, di un mercante. Khadija
discendeva da un’ antica famiglia di capotribù, era una donna
colta e raffinata. Nel salotto di Khadija si discuteva con
molto interesse come risolvere il problema di abbattere i corei
scoti e tornare all’uguaglianza delle origini e l’urgenza di
riunire tutte le tribù e la fede nella credenza di un solo Dio.
Fra tanti pensatori che frequentano la casa di Khadija c’era
anche un giovane bello e affascinante: Maometto. Lui da
prima lavorava come servitore ma in seguito Khadija colpita
dalla sua onestà e bellezza si innamorò e lo sposò. Questa
unione non era solo un amore pagano, ma soprattutto
spirituale, in quando tutti i momenti bui che Maometto
dovette attraversare il sostegno principale fu Khadija, che lo
seppe confortare e consigliare. Da questa unione così sublime
ed elevata nacque Fatima. Dopo la morte di Khadija, Maometto pensò che per lui non ci fosse più
amore così supremo e decise di non risposarsi.
(Grimaldi Emma IB)
Isabella d‘Este apre la corte di Mantova alla cultura
Isabella d’Este nacque a Ferrara il 18 Maggio del 1474 e morì a
Mantova il 13 Febbraio del 1539. Fu una delle donne più
importanti del Rinascimento e del mondo culturale del suo tempo.
Figlia di Ercole I d’Este e di Eleonora d’Aragona fu marchesa di
Mantova ed ebbe come sorella un personaggio storico ugualmente
famoso: Beatrice d’Este, duchessa di Milano e moglie di Ludovico
Sforza. Isabella d’Este all’età di sedici anni sposò Francesco
Gonzaga ,marchese di Mantova. Sotto gli auspici di Isabella la
corte di Mantova divenne una delle più acculturate d’Europa. Tra i più importanti artisti vi giunsero
Raffaello Sanzio e Andrea Mantenga, Tiziano e Leonardo da Vinci che la ritrassero e i cui dipinti
sono esposti al Louvre. A Isabella piaceva molto giocare a scacchi e un grande matematico del
Rinascimento, Luca Paciali, nel 1499 le dedicò uno scritto “Schifanoia”. Quest’opera per secoli
venne ritenuta persa, solo nel 2006 fu ritrovata in una biblioteca di Gorizia. Si dedicò anche alla
vicenda del matrimonio del figlio, un’operazione molto ingarbugliata, che si concluse alla fine con
il matrimonio con Margherita Paleolga.
( Giovanni Coppola II B) Il Grillo Sparlante
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CATERINA DEI MEDICI
Caterina Maria
Romula dei
Medici, meglio
conosciuta come
Caterina de’ Medici, nacque a
Firenze il 13
Aprile 1519.
Qualche giorno
dopo la sua
nascita, la
bambina rimase
orfana di entrambe i genitori. Ancora in fasce
venne portata a Roma e affidata inizialmente
alla nonna paterna, Alfonsina Orsini, alla
morte di quest’ultima subentrarono le zie
Lucrezia Salvati e Clarice Strozzi.
Nel 1523 suo zio venne eletto papa col nome
di Clemente VII, per il nuovo pontefice la
bambina rappresentava un’importante pedina
politica. A sei anni la bimba venne riportata a
Firenze assieme a due cugini illegittimi:
Alessandro e Ippolito: Nel 1529 dopo la
discesa dei Lanzichenecchi e il saccheggio di
Roma, Caterina venne presa in osteggio dai
Fiorentini, che si erano ribellati alla famiglia
Medici. La città venne, però, presa d’assedio
dalle truppe pontificie.
Caterina lasciò nuovamente Firenze e ripartì
per Roma, sotto stretto ordine dello zio ed in
città riscosse un grande successo in società; la
sua attrazione per le cose belle e raffinate, e la
sua accurata educazione la resero assai
piacevole ai nobili romani. Pure il papa
sinceramente affezionato a lei la teneva in
grande considerazione. In questo periodo
Caterina apprese che c’erano in corso delle
trattative per il suo matrimonio. Nel 1533,
dopo aver ponderato a lungo la sua decisione,
il pontefice scelse Enrico di Valois,
secondogenito di Francesco I, re di Francia,
come sposo di Caterina. Nel 1560 divenne
reggente per il figlio Carlo IX, morì a Blois
nel 1589.
(Salegna Maddalena, Massaro Michela II B)
Suor Rita Casa RUT : il coraggio di una comunità
Questa è la storia di suor Rita, nata a Quinto Vincentino nel 1956, e delle sue consorelle Lorenza Dal
Santo,Albina Bolcato e Silvana Mutti.” Senza la loro energia non so come andrebbero avanti le cose” dice
Dacia Maraini nella prefazione del libro “Non più schiave” scritto da Suor Rita in cui racconta la sua
esperienza per la nascita di casa RUT. Questa comunità è nata, il 2 ottobre 1995 per opera dell’agguerrito
gruppo di suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria. Esse vanno in giro nel territorio casertano, per scoprire
la sofferenza di ragazze straniere, sole e indifese,ed accoglierle in casa RUT, luogo di speranza per una vita
migliore. Con il suo spirito collaborativo e democratico Suor Rita riesce a evitare quell’aria da luogo di
reclusione che alle volte si portano dietro le case di accoglienza. Le parole delle donne moldave, polacche,
albanesi, nigeriane sono indici puntati contro la falsità di una società,la nostra, che tratta il fenomeno della
prostituzione come un problema di ordine pubblico.. Recentemente suor Rita è stata insignita del titolo di
Ufficiale della Repubblica dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Grazie all’operosità di
Suor Rita e delle sue consorelle,è nata una cooperativa,”New Hope” ovvero “ nuova speranza”, che ha dato
la possibilità alle ragazze di casa RUT di lavorare, fabbricando borse,borsellini,zainetti ecc.
Suor Rita è una grande donna ,che ci insegna che ogni tanto dobbiamo provare a pensare a chi ci è vicino e
non solo alle nostre preoccupazioni e non lamentarci in continuazione per cose sciocche. Proviamo a pensare
alle sofferenze che ci sono in altri paesi, che coinvolgono giovani ragazze, costrette a venire qui in Italia
credendo di trovare lavoro e invece trovano altro. Suor Rita è una donna con un’energi e con un coraggio
immenso che solo Dio conosce,ed è proprio la fede in Dio che l’aiuta ad andare avanti e continuare a donare
se stessa agli altri. Io mi ritengo fortunatissima ad averla conosciuta di persona e ho capito davvero che
dietro quel suo dolce sorriso nasconde una tenacia incredibile.
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Il logo riprende il tema della casa, con le linee rosse che tracciano un
simbolico tetto, sotto il quale capeggiano i colori dell’arcobaleno della
pace.
( Cristiana Rauccio IIIB)
Armida Barelli sostenitrice della nascita dell’università Cattolica del S.Cuore
nata laica e morta francescana
Armida Barelli fu una protagonista di un
movimento chiamato “Apostolato dei laici”
che raggiunse la
sua importanza
con Pio XI e XII.
Questo movimento
intendeva mettere
in primo piano:la
famiglia, la
cultura,tenendo
presente
l’insegnamento del
Vangelo.La Barelli
fu impegnata su
quattro fronti: la
Gioventù Femminile dell’ Azione
Cattolica, l’Università Cattolica, il Pio
Sodalizio delle missionarie della Regalità e
l’opera delle Regalità di nostro Signore Gesù Cristo. Il Pio Sodalizio delle
missionarie della legalità fu quello che poi
diventò un istituto secolare, mentre l’opera
della regalità diventò una casa editrice. Questi
quattro fronti impegnarono Armida per tutta
la sua vita, sia dal punto di vista fisico che
morale. Armida nacque nel 1882 da una
famiglia unita e ricca ma che di religione le
insegnava ben poco, infatti lei ebbe i primi
contatti con la spiritualità francescana in un
istituto delle suore in Svizzera, dove si reca a
studiare. Nel 1910 incontra Padre Agostino
Gemelli e gli parla di suo fratello minore
studente di medicina, anche lui lontano da
ogni conoscenza religiosa, e fu in questo
periodo che Armida finisce per entrare nel
terz’ ordine francescano. Successivamente fu
nominata Capo dell’ Azione cattolica, dal
professore Gianni Toniolo. Fu una
sostenitrice dell’Università Cattolica che
volle fosse del dedicato al Sacro Cuore. Lei
fu bravissima tanto che formò un esercito di
giovani preparati a una religiosità matura. Di
questo esercito Armida fu la Presidente fino
al 1946, quando l’Italia era al bivio tra
monarchia e repubblica e fu allora che Pio
XII le diede l’incarico di girare il paese per
sostenere un voto ispirato Cristianamente.
Dopo 40 anni di dedizione al suo lavoro, la
Barelli fu colpita da una terribile malattia che
le tolse l’uso della parola e delle mani e morì
nel 1952. Ora riposa nell’Università Cattolica
a Milano sotto l’altare del Sacro Cuore.
(Clemente Maria IIIB)
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Pasquarosa: “la pittrice fauve”
La si potrebbe definire una pittrice fauve. Pasquarosa
Marcelli,figlia di contadini modesti,a soli sedici anni
lascia il paese natio ,e si trasferisce a Roma per lavorare
come modella e incontra il pittore Nino Bertoletti. Tra i
due nasce un’amore ed è grazie a lui che Pasquarosa
scopre il suo talento di pittrice. Nel 1915 partecipano
insieme alla Terza Esposizione Internazionale d’Arte
della Secessione romana. Si dedica alla sua carriera di
artista,partecipando all’Arlington Gallery di Londra
nel 1929. Circondata dall’affetto e dalla stima di
artisti,critici e letterari continua ad inseguire il suo
sogno,cioè a dipingere. La sua vita al fianco del marito e
dei suoi tre figli si svolge serena. (Rauccio Cristiana III B)
Elena Barbara Giuranna: la più importante compositrice di musica del ‘900. Elena Barbara nacque a Palermo il 18 Novembre 1899. Frequentò il collegio Maria Adelaide di
Palermo per studiare musica che a quei tempi era
frequentata solo dai maschi. Si diplomò nel 1923
al Conservatorio di Napoli e qui conobbe un
ragazzo:Mario Giuranna e nel 1924 decisero di
sposarsi. Negli anni venti compose,insieme alla
sua piccola orchestra “Apina rapita dai nani
della montagna”. Poi fu invitata nel 1936 al
Festival Internazionale di Bruxelles con
“Toccata per Orchestra”. Dopo la morte del
marito,per poter mantenere i suoi figli divenne
insegnante al Conservatorio di Santa Cecilia,dal
1937 al 1970. Nel 1948,entrò alla Rai come
collaboratrice per i programmi sinfonici. Morì
nel 1998 all’età di novantanove anni.
( Nacca Pasquale IIIB)
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Piera Gatteschi Fondelli: il primo generale di brigata donna Piera Gatteschi Fondelli, nasce in Toscana all’inizio del Novecento, e fu l’unica generale di
Brigata donna. Si trasferisce a Roma con la mamma, con la quale aveva un ottimo rapporto e nel
1921 si inscrive al Fascio di combattimento di Roma. Il 28 Ottobre 1922 è a capo di un gruppo di
donne che formano la “squadra d’onore di scorta al Gagliardetto”. Siccome era un’ottima
organizzatrice, Piera diventa ispettrice della “fondazione
dell’Urbe” e si occupò dell’Opera Nazionale Maternità
e Infanzia,della Croce Rossa e delle colonie estive. Però
nel 1936 lascia tutto, e segue l’ingegner Mario Gatteschi
diretto in Africa e che poi diventa suo marito. Tre anni
dopo rientra in Italia e caduto il Fascismo, si rifugia dai
suoceri nel Casentino, mentre il marito si trova in Kenya
perc
hé
tenut
o
prigioniero. Quando viene informato che
Mussolini è stato liberato,Piera si trasferisce a
Brescia,dove avvia una nuova collaborazione
con Alessandro Pavolini. E nel
1943,manifesta al Duce di voler dare alle
donne un ruolo più importante nella difesa del
paese. Questa richiesta viene approvata e il 18
Aprile del 1944 nasce il “Servizio Ausiliare
Femminile”. Il suo regolamento è molto
rigido:niente pantaloni,né trucco né fumo.
Tutte le donne assistono negli ospedali
,lavorano negli uffici. Il 25 Aprile del 1945 il
“Servizio Ausiliare Femminile”, si dissolve, e
Piera si ritrova a vivere,prima in un convento,
poi in un manicomio. Piera Gatteschi Fondelli
muore nel 1985 e Mia Pavolini scrive: “Se la
vita è
movimento,lotta,delusioni,entusiasmo,fede,te
nerezza, rabbia o dolore,interessarsi a tutto, sapersi meravigliare,estasiare,commuovere e saper
capire ed aiutare con amore, saper ridere e piangere, se tutto ciò è vita,tu eri la vita”.
(Cicala Nunzia 3B)
Il Grillo Sparlante
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Sono trascorsi vent’anni dalla caduta del muro di Berlino: Il
muro venne eretto dal governo comunista della Germania dell’Est
e divise in due la città di Berlino. La caduta del muro avvenuta il
9 novembre 1989 aprì la strada alla riunificazione tedesca che fu
formalmente conclusa il 3 ottobre 1990. Grande manifestazione quest’anno a Berlino per la ricorrenza a
cui hanno partecipato tutti i Grandi della Terra,i quali tra l’altro
hanno assistito allo spettacolo del domino, che ha simulato il
crollo del muro. Il Parlamento italiano, ha dichiarato il 9 novembre “Giorno della
libertà", quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino,
evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di
democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo
il domino che ha simulato il crollo del muro di Berlino
CORSIA DI SORPASSO PER I PEDONI VELOCI
Londra – Siccome la loro via, Oxford Street, è sempre molto
affollata per gli acquisti, e sui marciapiedi si creano veri e propri
ingorghi, i commercianti della prestigiosa via Londinese hanno
presentato un insolito progetto alle autorità comunali: i
marciapiedi a due corsie. Una per pedoni lenti, l’altra a
scorrimento veloce, non potrà scendere sotto le 3 miglia orari, e
dei vigili, coadiuvati da autovelox controlleranno il traffico.
Lungo la celebre via circolano, infatti, ogni anno oltre 200
milioni di pedoni. Il comune ha dichiarato di tenere in seria
considerazione il progetto.
ANCHE LE API SI UBRIACANO
Per questo,sono sotto osservazione da parte di un gruppo di
scienziati inglesi e statunitensi che sta pensando di sfruttare questa
loro “caratteristica” per combattere l’alcolismo umano. Alcuni
scienziati hanno sottoposto un gruppo di api ad un singolare
esperimento. Le hanno messe di fronte a due soluzioni:una ad
altissima concentrazione di zucchero,l’altra ad elevata gradazione
alcolica. Tutte le api si sono precipitate sull’alcool. La
conseguenza è che le api ubriache una volta tornate nell’alveare vengono emarginate dalla comunità
e tenute letteralmente separate dal resto dello sciame. Su queste api gli scienziati hanno già
sperimentato con successo alcuni ritrovati contro l’alcolismo.
(Rauccio Filippo IIB) Il Grillo Sparlante
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IL BULLISMO
Negli ultimi anni sono sempre più numerosi gli atti di violenza
nelle scuole soprattutto nel periodo adolescenziale e
preadolescenziale. Tali atti vengono indicati col termine: bullismo,
il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei
confronti dei loro coetanei. I ragazzi che li subiscono vengono
derisi,umiliati,minacciati, ricevono lesioni e vengono assaliti da una
paura che sfocia in notti insonni, per cui non riescono a trovare il
coraggio di reagire e denunciare le molestie subite. I ragazzi che li
provocano sono detti: bulli e provano piacere nel prevalere
prepotentemente sugli altri con violenza fisica e verbale e quasi
sempre sono destinati a diventare dei veri e propri delinquenti. Le
cause che determinano questo fenomeno sono molte,alcune
dipendono dall’ambiente familiare da cui provengono e dalla
società di oggi che non è abbastanza attenta all’importanza delle
relazioni sociali. Bisogna denunciare le violenze subite, in modo da
evitare che il bullismo manifestato a scuola e in altri ambienti possa
provocare seri danni per altre persone. Si deve lottare contro
questo fenomeno tanto diffuso tra i banchi di scuola confidando
nel pieno aiuto delle istituzioni scolastiche. Va prevenuto e debellato. Molte sono le vittime
innocenti. Ormai questo fenomeno è diventato una vera e propria piaga sociale! Solo riuscendo a
sconfiggerlo si potrà sperare in un mondo migliore senza sopraffazione, nel quale prevalga la
tolleranza e il rispetto per ogni essere umano.
(Antonio Madonna IIIC)
LE BATTUGLIE DI PASTELLESSA
La festa più amata dalla popolazione di
Macerata Campania (Caserta) è quella
dedicata a Sat’Antuono, meglio noto come
Sant’Antonio Abate, che si tiene ogni anno il
17 gennaio. A rendere ineguagliabile i
festeggiamenti è la tipica sfilata delle
“Battuglie di Pastellessa”,le quali
ripropongono l’antica sonorità maceratese dal
nome , la “Pastellessa con strumenti di uso
contadino: botti,tini e falci assumono una
nuova veste di natura musicale.Col tempo
la Pastellessa e la festa di Sant’Antuono ha
“invaso” le comunità limitrofe. Prime fra
tutte Portico di Caserta che conserva da
decenni la stessa tradizione. Per capire come è nata l’antica tradizione dei Bottari bisogna fare un
passo indietro fino al XIII. Al tempo il paese si presentava come una comunità prevalentemente
agricola e artigianale,dove il lavoro dei campi richiedeva l’uso di una ricca gamma di attrezzi e
strumenti che venivano fabbricati dagli artigiani locali. Costoro, per mettere in evidenza la
robustezza dei loro prodotti, percuotevano con magli le botti, con mazze di legno i tini e con ferri le
falci creando una commistione di suoni che scoordinati ad asincronici apparivano persino
assordanti, ma che con i voluti o forse fortuiti miglioramenti ritmici, portarono alla creazione di
quelle peculiarità sonore che ancora oggi caratterizza la Pastellessa. Il Grillo Sparlante
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Nata come rituale pagano, questa tradizione è confluita nella festa religiosa di S . Antonio
Abate,patrono degli animali e Santo protettore dalle avversità del fuoco.Per la sfilata delle
“Battuglie di Pastellessa” vengono allestiti dei carri, ovvero le “battuglie”di una lunghezza media di
20 metri e lunghezza e altezza di 4 metri, su cui vi trovano alloggiod dalle 40 alle 50 persone se
non di più.La capacità espressiva e l’impegno profuso nell’ esecuzione hanno consentito al Gruppo
di proporsi per interventi in svariate manifestazioni delle più diverse località con entusiasmanti
riscontri di pubblico e critica. ( Tufaro Pietro Piccirillo M. Domenico III C)
LA FESTA DEL RINGRAZIAMENTO
(THANKSGIVING DAY )
Negli Stati Uniti d’America, lo
scorso 26 novembre, c’e’ stata
come ogni anno la festa del
ringraziamento. In questo occasione
è usanza pranzare col tacchino.
Questa festa immobilizza mezza
America perché è molto importante
e sentita dalla gente; i negozi sono
chiusi e le strade sono addobbate.
Noi abbiamo conosciuto questa
festività attraverso lo studio della
civiltà inglese. Siamo venuti a
conoscenza che essa risale al 1620
quando una nave chiamata “the
Mayflover” sbarcò sulle coste degli
Stati Uniti portando più di cento
Inglish men. Essi erano puritani
scappati dall’Inghilterra per sfuggire alla persecuzione religiosa e alla povertà. Il primo inverno fu
per loro molto freddo e i pellegrini non avevano niente da mangiare. La primavera successiva i
nativi anche americani li aiutarono dando loro del granturco, lo piantarono ed il raccolto fu
rigoglioso per cui decisero di istituire una festa per ringraziare Dio di questo raccolto. Visto che il
granturco è il cibo preferito dei tacchini, ecco che i tacchini sono diventati il piatto del
ringraziamento. Il Thaksgiving Day di quest’ anno è stato ancora più importante perchè in questo
giorno è caduta la borsa di Dubai e gli statunitensi non ne hanno risentito in quanto le banche erano
chiuse. Inoltre come gesto simbolico in difesa degli animali, il presidente B. Obama non ha ucciso
il tacchino portato alla Casa Bianca per il pranzo del Thanksgiving, ma lo ha donato ad uno zoo.
( Monaco Angelo, Squillante Donato IIIA )
Il Grillo Sparlante
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Una lezione speciale di artistica!
Nell’approssimarsi del Natale noi ragazzi della IIIB insieme
alla professoressa di Arte e Immagine Rossano Alfonsina
abbiamo preparato delle simpatiche composizioni di fiori e vari
oggetti natalizi! Li abbiamo creati con il das e poi dipinti con
tanti colori vivaci delle tempere. E’stato un lungo e faticoso
lavoro ma,con tanta fantasia e anche divertimento, siamo
riusciti a creare tante belle cose che secondo noi faranno una
bella figura!!! Questi oggetti saranno venduti al mercatino che
si terrà in occasione del concerto natalizio e il ricavato verrà
speso per aiutare un bambino adottato a distanza dalla scuola. Siamo fieri di aver fatto un lavoro che
servirà a far trascorrere un Natale più sereno a un bimbo più sfortunato di noi.
Il giorno 4 novembre in occasione della festa delle forze armate, tutti gli alunni delle classi terze
della scuola secondaria di primo grado “San Giovanni Bosco” di Portico di Caserta, sono andati a
visitare la prestigiosa Accademia Aeronautica di Pozzuoli, una delle più antiche e importanti del
mondo. Si tratta di un istituto dove possono accedere maschi e femmine dai 17 ai 22 anni, che
hanno frequentato o il liceo classico o lo scientifico. Qui i ragazzi studiano, si allenano, per poi
uscire da essa con un alto grado di qualificazione e con una brillante carriera davanti. Sono partiti in
orario scolastico e si sono imbarcati nel pullman per andare a visitare l’Accademia. Il Grillo Sparlante
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Durante il viaggio i ragazzi hanno scherzato,
giocato, parlato e la professoressa Buonpane,
docente della sezione B, ha fatto loro da guida,
raccontando alcune cose importanti sia sulla città
di Pozzuoli, che sull’ Aeronautica. Una volta
arrivati, sono stati accolti da due gentili
sottotenenti che dividendosi le classi hanno fatto
loro da guida. Inizialmente gli studenti sono stati
portati in un teatro dove hanno assistito a dei
filmati che hanno riassunto un po’ la vita militare
aeronautica: le varie costruzioni di aerei, i
soccorsi, il giuramento…Poi hanno visitato alcune
sale l’Accademia, i vari simboli dell’aeronautica,
i diversi spadini, che vengono usati il giorno del
giuramento, i tipi di aerei.I ragazzi sono stati
condotti anche nella Chiesa dell’ Accademia,
dedicata alla Madonna di Loreto, che è la
protettrice degli avieri, dove tutti i militari si
riuniscono in preghiera, o celebrano momenti
particolari della loro vita. Alla destra e alla
sinistra dell’ altare due grandi lapidi ricordano
tutti gli avieri morti. Questa accademia prepara
giovani ufficiali ed è strettamente legata
all’Università degli Studi di Napoli Federico II,
che rilascia agli aspiranti ufficiali vari tipi di
lauree: per il ruolo dei piloti è previsto una laurea
in scienze aeronautiche, per gli allievi del campo
aeronautico è prevista una laurea in ingegneria,
mentre per i commissari spetta la laurea in
giurisprudenza. Da quest’anno è stata introdotta
anche la facoltà di medicina per gli ufficiali. I
ragazzi hanno percorso un lungo corridoio alle cui
pareti sono attaccate tutte le immagini dei
personaggi più importanti dell’Accademia dal
primo anno in cui è nata fino al 2009, i bellissimi
e antichissimi stemmi dei vari corsi frequentati
che portano come simbolo una lettera del-
l’alfabeto con il nome di un animale ad esempio la
lettera A stava per Aquila, B per Borea, C per
Centauro e così via fino alla lettera Z, poi si
riparte da capo. Sempre nel corridoio ci sono gli
stemmi e le fotografie, gli studenti hanno,poi,
ammirato dei piccoli modellini di aerei riprodotti
in scala che servivano, per modificare quelli reali,
su un modellino un po’ più grande è salita una
ragazza che ha avuto il privilegio di diventare
pilota professionista per quale minuto. In un’altra
sala, invece, gli alunni sono rimasti colpiti da un
seggiolino molto particolare, anche se sembrava
una comoda poltrona da salotto, infatti quel grosso
seggiolino era capace di catapultare il pilota
dall’aereo come un razzo nel caso non
funzionassero i motori. A proposito di motori i
ragazzi poco dopo sono andati a visitare una
stanza piena di vecchi e moderni motori d’aerei.
Peccato, però, che da questa sala cosi affascinante
sono dovuti andar via prestissimo, perché i
cadetti dovevano iniziare la lezione con il
professore, già in aula. Così si sono spostati in una
stanza in cui la guida ha spiegato loro, attraverso
un modellino di legno, i vari movimenti dell’aereo
e la diversa dinamicità che essi possono avere e la
stanza dove i cadetti incontravano i loro familiari.
Gli studenti sono stati, poi, condotti nella sala del
vento, dove c’è una macchina stretta e lunga che
serve per provare se gli aerei sono in grado di
prendere il volo oppure no. Come prima cosa si
deve creare un modello di un aereo rimpicciolito,
poi si devono attaccare dei fili di lana dietro la
coda dell’aereo, in seguito mettere il modello
dell’ aero nella macchina. Se i fili di lana
diventano tesi l’aereo può volare, se si muovono
appena l’aereo non può volare. Gli alunni, al
termine della visita guidata, sono rimasti molto
colpiti, la visita infatti oltre ad essere interessante
è stata anche divertente: i ragazzi hanno potuto
visitare qualcosa di diverso, di molto bello e
anche molto interessante.
(Veronica,Maria,Giusy,Cristiana,Pasquale e Rita IIIB)
Il Grillo Sparlante
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What is it?
Great Britain, United Kingdom or England?
(eterno dilemma…!!!) Si, è proprio un dilemma! Quando dobbiamo parlare di questo
stato, non sappiamo mai se usare “Great Britain”, “United
Kingdom” oppure “England”. Ora però abbiamo finalmente capito
la differenza….(Quante volte la prof. Ragozzino ci ha ripetuto
queste cose fino a farla anche arrabbiare..per la nostra
testardaggine!!! L’Inghilterra infatti non è altro che la regione più
vasta della Gran Bretagna che comprende anche il Galles (Wales)
e la Scozia (Scotland). Invece quando si dice Regno Unito (United
Kingdom) ci riferiamo a tutto ciò che rientra nella stato inglese e
quindi anche l’Irlanda del nord. La denominazione “Regno Unito”
cominciò dopo l’unione dei vari regni con re Giacomo I. Questo
re oltre a unire i due regni, unì anche le bandiere. Sovrapponendo
i simboli di ciascuna di esse venne fuori una nuova bandiera formata da 3 croci e venne chiamata
“Union Jack” (l’unione di Giacomo)
Cross San Patrizio Cross San Giorgio Cross Sant’ Andrea
“United Jack” ( Rauso Arianna, Vetrella Assunta, III D )
Il Grillo Sparlante
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E’ giunto come ogni anno Dicembre, il mese per me più bello, perché arriva Natale. A
Natale la natura, che sembra ormai morta dopo l’arrivo
dell’autunno, si veste “a festa” con un manto di luci che
illumina e rallegra ogni casa e via. Il periodo che precede Il
Natale è pieno d'agitazione, le persone accorrono nei negozi a
fare acquisti ed hanno un gran da fare per addobbare le
proprie case con luci, con l’albero ed il presepe. Spesso
curiosando tra le vetrine o tra le riviste, in cerca di novità,
possiamo trovare la rinomata figura di Babbo Natale. Noi
sappiamo che, come vuole la tradizione, ogni anno nella notte
tra la Vigilia e il 25 egli sovrasta i cieli con una slitta trainata
da renne, e distribuisce i regali a tutti i bambini. La figura del
vecchietto più amato e atteso dai bambini, ha una storia che si
perde nella notte dei tempi. Già nell’antichità il dio nordico
Odino cavalcava il suo cavallo per distribuire sul suo
passaggio dei doni per i bambini buoni. Il Babbo Natale che
conosciamo noi è, infatti, l’evoluzione di un personaggio
realmente esistito San Nicola. Nicola, nato in Turchia e diventato vescovo di Myra,
nell’Asia Minore, attorno al 350 d. C., divenne popolare per la
sua bontà e carità. Intorno a lui, negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerose leggende. Una tra le più famose, confermata anche da Dante nel Purgatorio, è quella che racconta come Nicola,
addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie,
perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra, tre
sacchi di monete per le ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito, ma la terza
notte San Nicola trovò la finestra chiusa e decise di arrampicarsi sul tetto per gettare il sacchetto di monete
attraverso il camino. Quando morì, le spoglie del santo, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al
1087. In quell’anno furono trafugate da un gruppo di cavalieri italiani e portate a Bari, dove fu eretto un
santuario e tuttora sono conservate. Il Babbo Natale d'oggi riunisce le rappresentazioni del portatore di doni,
di ispirazione religiosa o popolare, con un personaggio britannico preesistente. Quest'ultimo risale almeno al
XVII secolo, e ne sono rimaste delle illustrazioni d'epoca in cui è rappresentato come un signore barbuto e
corpulento, vestito di un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia, Santa Claus.
Nel 1809, lo scrittore Washington Irvin parlò per la prima volta dei suoi spostamenti nel cielo per la
distribuzione dei regali. In seguito, nel 1821, il pastore Americano, Clément Clarke Moore scrisse una favola
su Natale, per i bambini, nella quale il personaggio di Babbo Natale appariva su una slitta tirata da otto
renne. ali renne vengono nominate con i nomi: Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido,
Salterello e Donato. Per ricordare tali nomi, in italiano esiste una nota filastrocca:
Il Grillo Sparlante
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“Non solo fanno la slitta volare
e in ciel galoppano senza cadere
Ogni renna ha il suo compito speciale
per saper dove i doni portare
Cometa chiede a ciascuna stella
Dov’è questa casa o dov’è quella.
Fulmine guarda di qui e di là
Per sapere se la neve verrà.
Donnola segue del vento la scia
Schivando le nubi che sbarran la via.
Freccia controlla il tempo scrupoloso
Ogni secondo che fugge è prezioso.
Ballerina tiene il passo cadenzato
Per far che ogni ritardo sia recuperato.
Saltarello deve scalpitare
Per dare il segnale di ripartire.
Donato è poi la renna postino
Porta le lettere d’ogni bambino.
Cupido, quello dal cuore d’oro
Sorveglia ogni dono come un tesoro.
Quando vedete le renne volare
Babbo Natale sta per arrivare.”
L'abitudine di scrivere una lettera a Babbo Natale è una tradizione natalizia che risale a molto tempo fa. In
molti paesi, le Poste accettano le lettere che i bambini scrivono a Babbo Natale per spiegare che sono stati
buoni e desiderano ricevere dei doni; in Europa è più diffusa la versione finlandese che lo fa abitare nel
villaggio di Rovaniemi, in Lapponia. Sono anche disponibili alcuni siti Web che seguono Babbo
Natale tutto l'anno, mostrando le attività che si svolgono presso la sua fabbrica di giocattoli. In
molti casi sono pubblicati anche indirizzi e-mail a cui inviare una versione più moderna delle
letterine cartacee a Babbo Natale. La figura di Babbo Natale rimane una tra le più belle e amate,
soprattutto dai bambini, che lo aspettano con ansia ogni anno,nella notte della vigilia di Natale.
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(Squillante Donato III A)
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Caro Grillo,
siamo due ragazze della 3B. Questo è l’ultimo anno della carissima scuola media e quindi l’ultima volta che
ti scriviamo. Siamo molto tristi al solo pensiero di lasciare i nostri amici e professori ma soprattutto il
Dirigente prof. Salvatore Falco,che in questi tre anni,mediante molte manifestazioni e diverse visite guidate
ha arricchito il nostro bagaglio culturale, insegnandoci i valori importantissimi della vita,ma non solo. Non
vogliamo pensare al fatto che l’anno prossimo dobbiamo
conoscere nuovi amici,ma soprattutto nuovi insegnanti
forse più severi. In questi tre anni siamo stati molti
fortunati ad aver conosciuto amici come i nostri, ma
soprattutto degli insegnanti comprensivi, che ci hanno
formato sia culturalmente che socialmente e ci hanno
preparato ad affrontare la lunga vita, che si apre davanti a
noi. Sono stati tre anni indimenticabili ,nei quali ci sono
stati momenti belli ma anche incomprensioni ,litigi ,rivalità
ma grazie ai professori e maggiormente alla prof.
Buonpane sempre presente ci ha aiutato ad affrontare
tutto con il dialogo e la serenità. Non possiamo dimenticare
quei momenti in cui tutti insieme prepariamo il giornalino oppure dei cartelloni,come sono belli quei
momenti quando ognuno esprime la sua opinione ma ,soprattutto, quando parliamo di tutti di temi profondi
come la libertà, l’amicizia. Lasciare tutto ci rattrista molto è davvero difficile accettare ciò. Ad aggravare la
situazione ci si mette poi la tensione per l’esame di terza media che ci aspetta alla fine dell’anno scolastico.
Abbiamo paura,speriamo vada tutto bene visto che il primo esame che sosteniamo e soprattutto perché non è
difficile esprimersi davanti a tutti gli insegnanti,visto che la maggior parte delle volte si rimane bloccati
come pezzi di ghiaccio e non si riesce ad andare più avanti Siamo sicuri che gli insegnanti ci aiuteranno,
incoraggiandoci come hanno fatto sempre. Caro Grillo noi dobbiamo ringraziare anche te sempre presente,su
di te,ognuno di noi ha potuto esprimere le sue emozioni ,oppure i suoi problemi,sei stato un caro amico. (Romano Giusy e Rauccio Cristiana III B)
Caro Grillo,sento tanta nostalgia di mio fratello maggiore e tramite TE volevo
inviargli un pensiero,
Caro Mauro, ricordo l’ultima volta che ci siamo visti e da allora sono passati
quasi due anni!
Sono tante le cose che avrei voluto dirti e forse faccia a faccia non avrei mai
avuto il coraggio di farlo, perché molto spesso è più facile scrivere che parlare.
Tu sei il mio fratello maggiore e per me sei stato sempre il mio punto di
riferimento e la persona su cui potevo sempre contare, visto che i nostri genitori
non si occupavano molto dei loro figli.
Tu ti preoccupavi sempre di me quando mi trovavo in difficoltà e questo mi
faceva sentire protetto e sicuro. Per questo motivo avrei voluto dirti “grazie”e
abbracciarti ogni volta, ma non avevo il coraggio perché mi vergognavo. Avrei
voluto dirti “ti voglio bene” ma soprattutto avrei voluto aiutarti anch’io, perché
tu eri il più grande e nessuno si occupava di te.
Quando penso a te ho difficoltà a ricordare il tuo volto e poi penso che sarai anche cresciuto e cambiato in
due anni, ma il mio affetto per te rimarrà sempre lo stesso e spero che un giorno non troppo lontano tutte
queste cose potrò dirtele di persona.
Un bacio da tuo fratello Gennaro…
Ti voglio bene
Il Grillo Sparlante
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Caro Grillo,
sono contenta di potervi raccontare una meravigliosa
esperienza visitando una delle accademie più belle. E
poichè ho provato tante emozioni, voglio
trasmetterle anche a voi, anche se in modo un po’
diverso! Allora tutto cominciò il 4 Novembre che
come sapete è il giorno delle forze armate e per
festeggiare quel giorno tutte le classi di terza media
andarono a Pozzuoli per visitare appunto
quest’accademia militare. Il tempo non era
meraviglioso ma l’emozione e la grande curiosità di
vedere l’accademia, non ci rovinò la giornata!
Appena entrammo, c’erano due tenenti molto gentili che, con la loro sapienza e voglia di insegnarci
cose nuove, ci resero la giornata particolarmente interessante. E’ stato veramente bello : ho appreso
tante nuove cose che prima non conoscevo minimamente,poi, ci hanno fatto visitare un po’
l’Accademia:un’oasi di pace, fuori dal chiasso cittadino. E’ stata una bellissima giornata passata in
modo costruttivo e interessante, ma soprattutto in compagnia di quei bei ragazzi! Ci siamo istruiti
ancora di più e abbiamo sperimentato che nella vita non si finisce mai di imparare cose sempre più
belle! E’ stato un giorno che non dimenticherò mai più! ( Borrelli Francesca III B)
Caro Grillo,
che emozione la sera del venerdì 06 Novembre 2009!!!
Stavo cercando qualcosa di interessante da vedere in TV. Ed ecco chi
appare sullo schermo?
La fotografia di Peppino Impastato! Si proprio lui! Un brivido mi ha
attraversato tutto il corpo: stavano facendo un servizio su di lui. E’
apparsa anche la mamma sig.ra Felicia in una intervista di qualche anno
addietro , prima della sua morte, poi c’è stata l’intervista a Giovanni
Impastato. Allora io sono andata con la mente al giorno (o meglio ai
giorni, perché furono tre) in cui la scuola secondaria di I grado, grazie al
nostro amatissimo Dirigente prof. Salvatore Falco, organizzò una “tre
giorni” sulla legalità e tra i tanti ospiti c’era proprio lui Giovanni
Impastato, a cui un mio compagno fece un intervista, che ,poi,
leggemmo proprio sul “Grillo”. Che emozione !!! E grazie ancora al
mio ex Preside che mi fa avere questi stupendi ricordi.
Un’ex alunna
Il Grillo Sparlante
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