Israeliani e Palestinesi - le fasi del conflitto
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DALLA CADUTA DELL’IMPERO OTTOMANOALLA NASCITA DI ISRAELE
© Patrizia Fabbri - 2010
Impero Ottomano
Struttura piramidale della società: sultano piccolo gruppo di dirigenti al vertice massa di sudditi di differenti razze, etnie e religioni
organizzati sulla base di comunità religiose (millet) Caratterizzata da:
capillare organizzazione burocratica per la riscossione delle tasse
forte istituzione militare autonomia organizzativa delle diverse millet dal
punto di vista sociale, economico e religioso, purché “fedeli” al sultano
Dal 1453 si definisce e consolida una struttura statuale e un’organizzazione della società che rimangono il fondamento dell’Impero fino agli inizi del XIX secolo
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La Palestina sotto l’Impero Ottomano
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Nazionalismo arabo
Il Movimento dei Giovani Turchi inizialmente favorevole alla decentralizzazione dell’impero alimenta le aspirazioni nazionaliste arabe, dopo la presa del potere nel 1908 ha una svolta autoritaria e “turchizzante” dello Stato
Il nazionalismo arabo, seppur movimento complesso e articolato che coinvolge le popolazioni colte arabe e musulmane dall’Afghanistan al Marocco, nell’Impero Ottomano si manifesta sostanzialmente in chiave anti turca
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“Nazionalismo” ebraico 70 d.C. diaspora ebraica; il Cristianesimo accusa gli ebrei di
“deicidio” (fino al 1962)
Per secoli gli ebrei rappresentano, in occasione di epidemie, carestie ecc., il capro espiatorio ideale
Gli ebrei si riuniscono in microcosmi: fortissimo legame tra attività della comunità e religione
1800: intensificarsi di persecuzioni contro gli ebrei in tutta Europa
Seconda metà 1800: nasce il Sionismo, movimento articolato con differenti elaborazioni (politico, socialista, spirituale ecc.)
A partire dalla fine del 1800 ha inizio il processo migratorio di ebrei verso la Palestina (caratteristiche molto diverse delle differenti aliot)
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Promesse e spartizione tra le potenze Esigenza di aprire un terzo fronte di guerra per
contrastare il rischio di armistizio tra Russia e Imperi Centrali in seguito alla Rivoluzione Russa:l’Inghilterra sostiene la rivolta araba di Feisal Hussein contro l’Impero Ottomano promettendo l’autonomia agli arabi (1916)
Per cercare il sostegno dei capitalisti ebrei d’Europa e indurre i rivoluzionari russi, tra i quali ci sono numerosi ebrei, a continuare la guerra, l’Inghilterra promette la costituzione di un “focolare ebraico” in Palestina (Dichiarazione Balfour - 1917)
Francia e Inghilterra siglano un accordo segreto per la spartizione dell’area al termine del conflitto mondiale (accordi Sykes-Picot - 1916)
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Il Vicino Oriente dopo la I guerra mondiale
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Ebrei e palestinesi sotto mandato britannico: come cambia la società La società araba in Palestina: grandi latifondisti che si
disinteressano delle terre lavorate dai contadini (fellah)
A seguito delle persecuzioni in Europa e del diffondersi del sionismo si intensificano i movimenti migratori di ebrei verso la Palestina (diversificazione delle “aliot”).
Acquisto di terre dai latifondisti arabi da parte degli ebrei ed estromissione dei fellah: progressivo impoverimento della popolazione araba
La comunità ebraica in Palestina (Yishuv) dà vita a quelle istituzioni che rappresenteranno l’embrione del futuro stato di Israele
Histadrut – sindacato a base etnica (infrastruttura economica) Haganà – forza di difesa ebraica (esercito) Agenzia ebraica – organizzazione politica
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Ebrei e palestinesi sotto mandato britannico: come cambia la società
Arabi Ebrei TOTALE1856 480.000 96% 20.000 4% 500.0001914 604.000 87% 85.000 13% 689.0001929 836.000 84% 156.000 16% 992.0001939 1.055.000 70% 445.000 30% 1.500.0001947 1.237.000 67% 608.000 33% 1.845.000
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Ebrei e palestinesi sotto mandato britannico: i primi scontri L’Inghilterra è continuamente in bilico, a seconda degli
interessi tattici, tra appoggio e freno al progetto sionista
L’estromissione dei contadini arabi dalle terre acquistate dagli ebrei aumenta l’impoverimento dei primi e iniziano i primi attacchi alle colonie ebraiche (1920-1921)
Rivolta in tutta la Palestina della popolazione araba contro gli ebrei che viene duramente repressa dall’Inghilterra e la leadership araba decapitata; quella che rimane cerca l’alleanza con i nazisti (1936-1939)
Gruppi ebraici compiono attentati terroristici (bombe nei mercati, negli hotel ecc.) contro la popolazione araba, ma soprattutto contro la potenza mandataria (fino al 1939)
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Nascita dello Stato di Israelee Nakba palestinese
20 novembre 1947 La Risoluzione 181 dell’ONU spartisce l’area in due stati, uno arabo e uno ebraico, con l’internazionalizzazione della zona di Gerusalemme
Territorio Popolazione araba % Arabi Popolazione
ebraica % Ebrei Popolazione Totale
Stato Arabo 725.000 99% 10.000 1% 735.000
Stato Ebraico 407.000 45% 498.000 55% 905.000
Zona Internazionale 105.000 51% 100.000 49% 205.000
Totale 1.237.000 67% 608.000 33% 1.845.000
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Nascita dello Stato di Israelee Nakba palestinese
La Risoluzione viene accettata dalle organizzazioni ebraiche e respinta dagli arabi
Le tre fasi del conflitto tra arabi ed ebrei: dic 47-mar 48: primi attacchi alle colonie ebraiche:
l’Haganà risponde limitatamente; Irgun e Lehi compiono raid contro arabi
apr-mag 48: adozione del piano Dalet da parte dei dirigenti sionisti; attacco e sistematica distruzione dei villaggi arabi; immediata occupazione da parte degli ebrei delle case e dei terreni arabi
mag 48-gen 49: entrano in conflitto ufficialmente i paesi arabi con l’ingresso di truppe regolari in Israele; sconfitta degli arabi e firma degli armistizi
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Nascita dello Stato di Israelee Nakba palestinese
Situazione al termine del conflitto: Israele occupa il 50% in più di quanto era
stato assegnato allo stato ebraico:711.000 arabi-palestinesi sono definitivamente estromessi dal territorio del nuovo stato; 156.000 arabi rimangono e diventeranno cittadini israeliani
La Cisgiordania passa sotto il controllo della Transgiordania che in seguito la annetterà: Regno di Giordania
La striscia di Gaza viene occupata dall’Egitto
Differenti aspettative e prospettive di arabi ed ebrei:
Gli ebrei sanno che si stanno giocando il tutto per tutto
Gli arabi di Palestina confidano nel sostegno dei “fratelli” arani
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I PRIMI 20 ANNI DI ISRAELE
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Società israeliana Fase di normalizzazione interna e
consolidamento delle istituzioni; crescita economica
Consistente immigrazione alimentata anche dai 758.000/866.000 ebrei che lasciarono o furono cacciati dai paesi arabi nei primi 10 anni dopo il conflitto
Legge del ritorno (1950) e Legge della nazionalità (1952): caratterizzazione etnica dello Stato di Israele
Contraddizioni: diritto pubblico basato su principi moderni; diritto privato largamente basato su principi religiosi
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Ruolo di Israele nel contesto internazionale
Fino alla II guerra mondiale la Palestina è strategica per Inghilterra e Francia (controllo rotte verso Oriente)
Dopo la II guerra mondiale entrano in gioco gli USA: determinante per contrastare l’influenza sovietica nell’area
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Società palestinese
711.000 palestinesi vivono nei campi profughi di Siria, Libano, Giordania, Gaza (consapevolezza di una nazionalità palestinese distinta da quella araba)
Questione palestinese diventa la carta da giocare dai diversi paesi arabi a fini interni e di leadership nel mondo arabo
Leadership palestinese fortemente succube dei paesi arabi anche dopo la nascita dell’OLP (1964)
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1967: la guerra dei 6 giorni
Contesto di continuo attrito da Israele e paesi confinanti
Progetto israeliano di deviazione delle acque del Giordano (1958)
Contro-progetto arabo (1964)
Nasce al Fatah: sabotaggi a infrastrutture israeliane
Nasser chiude il golfo di Aqaba alle navi israeliane 22.5.67)
Israele attacca Egitto, Siria e Giordania (5.6.67)
Dopo 6 giorni la geografia politica dell’area cambia radicalmente
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DALLA GUERRA DEI 6 GIORNI ALLA PRIMA INTIFADA
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La nascita di un “non stato” Palestinesi e israeliani iniziano a
“relazionarsi”: migliaia di palestinesi dei Territori Occupati vanno a lavorare in Israele
Totale dipendenza dell’economia dei TO da Israele
Nascita delle prime università palestinesi: formazione di una leadership culturale e politica all’interno dei TO
Al controllo militare israeliano nei TO si affiancano gli insediamenti dei coloni
Insediamento delle prime associazioni islamiche di sostegno alla popolazione palestinese, appoggiate da Israele in chiave anti OLP (meglio la religione della politica)© Patrizia Fabbri - 2010
Emancipazione dell’Olp dalla tutela araba L’OLP si affranca dalla “tutela” araba: leadership
di Yasser Arafat (1967) e successiva scelta della via terroristica alla lotta di liberazione (dirottamenti aerei e attentati all’esterno di Israele)
La consistente presenza di palestinesi in Giordania mette in pericolo il regime di Hussein: Settembre Nero (1970)
Guerra dello Yom Kippur e conseguente pace tra Israele ed Egitto (1973 – 1979)
L’OLP è ammessa all’ONU in qualità di osservatore (1974): riconoscimento del ruolo di rappresentante del popolo palestinese
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Emarginazione dell’OLP I palestinesi superstiti del Settembre Nero giordano si
rifugiano in Libano che si uniscono a quelli già presenti e assumono un ruolo determinante nella guerra civile che sconvolge il Libano dal 1975 al 1977
Attacchi palestinesi dal Libano verso Israele
Invasione del Libano da parte di Israele (giugno 1982)
Evacuazione dei guerriglieri dell’OLP dal Libano con destinazione Tunisi
Massacri di Sabra e Shatila (settembre 1982)
L’OLP è totalmente emarginato dal confronto internazionale
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La prima intifada Indifferenza dei regimi arabi, che in gran parte
hanno normalizzato le loro relazioni con Israele, per la causa palestinese
Intensificarsi del processo di colonizzazione dei TO con pesanti impatti sulla popolazione
Aumentato livello di scolarizzazione e di “autocoscienza” dei palestinesi “interni”
Dicembre 1987: scoppia l’Intifada. Movimento spontaneo e non coordinato che coinvolge gran parte della popolazione palestinese. Violenta repressione israeliana che solleva le proteste della comunità internazionale.
La questione palestinese torna ad assumere un ruolo primario nello scacchiere medio-orientale
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DAGLI ACCORDI DI OSLOALLA SECONDA INTIFADA
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Verso gli accordi di Oslo Dissoluzione Unione Sovietica:
Cambiamento equilibri politici mondiali Grande afflusso di ebrei russi in Israele (circa 1,1 milioni)
1° guerra del Golfo Quasi tutti i paesi arabi si alleano con gli Usa (nonostante
l’OLP appoggi Saddam, gli Usa non possono giustificare il disinteresse per la questione palestinese)
Vasto movimento di opinione in Israele che reclama la fine delle ostilità con i palestinesi (Peace Now, refusnik)
1991 Conferenza di Madrid con delegazioni israeliana e palestinese (personalità dei TO, no OLP)
Con la mediazione norvegese iniziano incontri segreti tra israeliani e palestinesi (anche dell’OLP) che porteranno, nel 1993 alla firma degli Accordi di Oslo
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Accordi di Oslo: cosa dicono Ritiro di Israele da parti della Cisgiordania e della strisci di Gaza
Diritto di autogoverno dei palestinesi in tali aree: creazione dell’Autorità Nazionale Palestinese
Governo ad interim dell’ANP per 5 anni durante il quale doveva essere negoziato l’accordo permanente
Fino a tale accordo, i TO sarebbero stati suddivisi in 3 zone: Zona A (grandi città): pieno controllo ANP Zona B (maggioranza dei villaggi palestinesi): controllo civile
palestinese e controllo israeliano per la sicurezza Zona C (insediamenti dei coloni e altre “zone di sicurezza”) sotto il
pieno controllo israeliano
Israele si impegna a sospendere la costruzione di nuovi insediamenti nei TO
Israele riconosce l’OLP quale rappresentante del popolo palestinese; l’OLP riconosce il diritto a esistere dello stato di Israele e rinuncia al terrorismo
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Accordi di Oslo: cosa non diconoLe questioni più critiche vengono deliberatamente escluse
dagli accordi e lasciate in sospeso (diversamente non si sarebbe giunti ad alcun accordo):
Status di Gerusalemme
Destino dei rifugiati palestinesi
Smantellamento degli insediamenti israeliani nell’area
Azioni da intraprendere per garantire la sicurezza
Definizione precisa dei confini
Gestione delle risorse idriche
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Dopo gli accordi di Oslo Ritorno nei TO di 100mila palestinesi: contrapposizione tra
“esterni” (esuli di Tunisi) e “interni” (la classe politica che nel frattempo si è formata nei TO)
Gli ebrei russi vanno a sostituire i lavoratori palestinesi “giornalieri” all’interno di Israele: brusco abbassamento del livello di vita nei TO (dal 1992 al 1996 la disoccupazione passa dal 3% al 28% e il reddito pro-capite è sceso del 37%)
Gli insediamenti dei coloni crescono a un ritmo mai raggiunto negli anni precedenti (281.000 nel 1993; 387.000 nel 2000)
Hamas e Jihad inaugurano la stagione degli attentati suicidi in Israele (dal 1994 al 2000, 242 uccisi)
Chiusura dei TO con ulteriore impatto sull’economia dei palestinesi
L’opinione pubblica israeliana inizia a mettere in discussione il processo di pace
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Verso il fallimento degli accordi Crescente appoggio della popolazione palestinese,
soprattutto a Gaza, ad Hamas per le politiche sociali intraprese
Costante perdita di fiducia della popolazione palestinese nell’ANP impastoiata nel consolidamento del potere
1995 incontro di Taba (Oslo II): estensione del controllo dell’ANP sulle principali città Cisgiordane (problema di Hebron, assassinio di Rabin)
1996 vittoria del Likud di Netanyahu; interruzione del processo di pace
1999 tornano al governo i laburisti di Barak, ripresa del
processo in un clima di reciproca sfiducia (mentre il livello di vita nei TO continua a peggiorare e proseguono gli attentati suicidi in Israele)© Patrizia Fabbri - 2010
Verso il fallimento degli accordi Maggio 2000 – Israele si ritira definitivamente dal
Libano: il ritiro viene interpretato come una vittoria di Hezbollah (e quindi della lotta armata)
Luglio 2000 – vertice di Camp David Israele:
accetta di mettere in discussione la propria sovranità totale su Gerusalemme (ma non capitale dei due stati
Propone la restituzione dell’88% dei TO Accetta il rimpatrio di 10.000 profughi palestinesi Rifiuta il ritiro ai confini antecedenti la guerra del 1967 Rifiuta lo smantellamento di parte degli insediamenti Rifiuta il rientro di tutti i rifugiati palestinesi Pretende il mantenimento del controllo di alcune aree a garanzia
della propria sicurezza Arafat:
Non accetta che Gerusalemme sia capitale di Israele e non dello stato palestinese
Pretende il riconoscimento dei diritto al ritorno di tutti i profughi palestinesi
Pretende l’applicazione delle risoluzioni ONU che chiedono il ritorno ai confini precedenti il conflitto del 1967© Patrizia Fabbri - 2010
La seconda Intifada Settembre 2000 – Ariel Sharon compie la famosa “passeggiata”
sulla Spianata delle Moschee: è la miccia che fa scoppiare la seconda Intifada
La rivolta popolare viene subito coordinata dalle forze di sicurezza dell’ANP, alleate per l’occasione con Hamas
Febbraio 2001 in Israele Sharon vince le elezioni
Prosegue la strategia degli attentati suicidi di Hamas e delle Brigate dei Martiri al Aqsa (al Fatah)
Marzo-aprile 2002: operazione “scudo difensivo”. Barriera da Gerusalemme a Jenin e occupazione delle principali città cisgiordane (assedio Moqada, chiesa Natività)
2003 nuovo piano di pace. “Road map” (Usa, Russia, UE, Onu) che ha la stessa debolezza di Oslo e non sortisce nulla
© Patrizia Fabbri - 2010
La seconda Intifada
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Palestinesi e israeliani uccisi dal 29 settembre 2000 al 26 dicembre 2008 totale *
Palestinesi uccisi nei Territori Occupati dalle forze armate israeliane 4.792 952
Palestinesi uccisi nei Territori Occupati dai "coloni" israeliani 45
Palestinesi uccisi dall'esercito israeliano all'interno di Israele 69 3
Palestinesi uccisi da civili israeliani all'interno di Israele 2
TOTALE PALESTINESI UCCISI 4.908 955
Civili israeliani uccisi nei Territori Occupati dai palestinesi (inclusa Gerusalemme Est) 237 39
Soldati israeliani uccisi nei Territori Occupati dai palestinesi 245
Civili israeliani uccisi in Israele dai palestinesi 490 84
Soldati israeliani uccisi in Israele dai palestinesi 90
TOTALE ISRAELIANI UCCISI 1.062 123
* di cui minori sotto i 17 anni
DALLA SECONDA INTIFADAALL’ATTACCO A GAZA
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La società israeliana
Marzo 2006: nelle elezioni anticipate vince il partito Kadima
Luglio - settembre 2006: disastrosa guerra in Libano
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La “guerra civile” palestinese 2005 nelle elezioni municipali Hamas ottiene la maggioranza nelle
principali città palestinesi “piano di disimpegno” di Sharon. Gaza diventa la roccaforte di
Hamas
2006 Elezioni del Consiglio Nazionale Palestinese
Hamas ottiene la maggioranza assoluta dei seggi presidenza ANP al Fatah; governo Hamas Usa, UE e paesi arabi: sanzioni e sospensione aiuti finché Hamas non
riconosce Israele e rinuncia lotta armata Hamas riceve aiuti dall’Iran
Stallo e costanze frizione tra Hamas e al Fatah. Abu Mazen convoca elezioni anticipate: scontro aperto tra Hamas e al Fatah
2007 Hamas conquista tutte le postazioni di al Fatah a Gaza Al Fatah attacca Hamas in Cisgiordania ANP “governa sulla Cisgiordania e Hamas su Gaza
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Operazione “Piombo fuso” La striscia di Gaza viene “sigillata”. 1,5 milioni di persone
rinchiuse in 360 km2: grave emergenza umanitaria
Hamas continua il lancio di missili sulle cittadine israeliane di frontiera
19.6.2008: concordata “tregua” di 6 mesi per: alleggerire l’assedio di Gaza, interrompere il lancio di missili
27.12.2008: inizia l’operazione “piombo fuso” Bombardamento di Gaza e attacco via terra Utilizzo armi non convenzionali (bombe al fosforo bianco) Caduti palestinesi: 1.438, di cui 304 sotto i 15 anni; 580,
secondo Israele, erano membri attivi di Hamas Caduti israeliani: 13, di cui civili 3 Al termine del conflitto (17 gennaio) sono 80.000 i
palestinesi rimasti senza casa
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Vittime dicembre 1987 – gennaio 2009Palestinesi Israeliani
totale * totale *
Dal 9 dicembre 1987 al 31 dicembre 1993
1.204 254 179 5
Dal 1° gennaio 1994 al 28 dicembre 2000
345 60 242 13
Dal 29 settembre 2000 al 26 dicembre 2008
4.908 955 1.062 123
Dal 27 dicembre 2008 al 17 gennaio 2009
1.438 304 13
TOTALE7.895 1.573 1.496 141
* di cui minori sotto i 17 anni
Palestinesi uccisi nel conflitto tra Hamas e al Fatah 594
Cittadini stranieri uccisi dai palestinesi (in Israele e nei TO) 54
Cittadini stranieri uccisi dagli israeliani (nei TO) 10
Approfondimenti www.ochaopt.org (Office for the Coordination of the
Humanitarian Affairs dell’Onu)
www.un.org/unrwa/ (UN Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near Est)
http://icrc.org/web/eng/siteeng0.nsf/html/Palestine!Open (Croce Rossa Internazionale in Palestina)
www.btselem.org (Israeli Information Centrer for Human Rights in the Occupied Territories)
www.fmep.org (Foundation fot Middle East Peace)
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