Anno scolastico 2011/2012 Questanno ho piantato un viale di tigli lungo la stradina che conduce al...

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Anno scolastico 2011/2012 Quest’anno ho piantato un viale di tigli lungo la stradina che conduce al mio eremo: mi son chiesto se riuscirò a godere della loro ombra e soprattutto delle ventate di profumo dei loro fiori nel mese di maggio. Ma li ho piantati per rendere più bella la terra che lascerò, li ho piantati perché altri si sentano inebriati dal loro profumo, come lo sono stato io da quello degli alberi piantati da chi mi ha preceduto. E. Bianchi, Ogni cosa alla sua stagione, EINAUDI 2010

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Anno scolastico 2011/2012

Quest’anno ho piantato un viale di tigli lungo la stradina che conduce al mio eremo: mi son chiesto se riuscirò a godere della loro ombra e soprattutto delle ventate di profumo dei loro fiori nel mese di maggio.Ma li ho piantati per rendere più bella la terra che lascerò, li ho piantati perché altri si sentano inebriati dal loro profumo, come lo sono stato io da quello degli alberi piantati da chi mi ha preceduto.

E. Bianchi, Ogni cosa alla sua stagione, EINAUDI 2010

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Classi coinvolte:Classi coinvolte: 1^ A 2^ A

Docenti:Docenti: Prof.ssa Patrizia Gobbato Prof.ssa Stefania Marchetti Prof.ssa Valeria Vallieri

con il coordinamento del CIDIEP

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INDICEINDICEINDICEINDICE

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UN PO DI SOSTENIBILITA’ PRESENTAZIONE

La partecipazione ad un progetto permette all’insegnante di approfondire alcune tematiche, normalmente, già previste dalla programmazione annuale o strettamente correlate ad essa. La novità del lavoro di progetto, rispetto alle attività tradizionali, consiste nell’utilizzo di metodiche non convenzionali e soprattutto nell’interazione insegnante-studenti che avviene in modo da permettere loro di essere sempre più protagonisti attivi sia nel progettare sia nel raggiungere gli obiettivi previsti. La presentazione degli elaborati alle altre scuole che hanno aderito al progetto completa il valore di crescita culturale dell’attività per gli alunni e per gli insegnanti. In questo anno scolastico, partendo dalle conoscenze pregresse degli alunni inerenti al loro territorio, i ragazzi sono stati guidati verso una riflessione e un’analisi intorno al concetto “sviluppo e fruizione sostenibile del proprio paese”.Le due classi coinvolte hanno effettuato un percorso parallelo ed una attività in comune.Sono stati impegnati tre insegnanti delle classi, utilizzando le risorse della scuola ma anche coinvolgendo le famiglie che hanno risposto positivamente.

L’attività si è svolta seguendo alcune fasi:1. la conoscenza del concetto di sviluppo sostenibile 2.la discussione in classe3. la progettazione dell’attività da svolgere4. alcune attività di ricerca5. Il lavoro di gruppo6. l’acquisizione di nuove tecniche di lavoro manuale7. l’utilizzo di nuovi programmi informatici 8.la collaborazione scuola-famiglia9.la realizzazione di elaborati

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ATTIVITA’ COMUNE SVOLTA DALLE DUE

CLASSI

La costruzione di una mangiatoia per uccelli selvatici consente di offrire cibo agli animali, specialmente nelle stagioni più fredde, conoscerli e osservarli da vicino senza disturbarli.Sono stati proposti due modelli di mangiatoie: uno con la possibilità di essere appeso, l’altro appoggiato sopra un sostegno. Gli insegnanti hanno preparato dapprima le singole parti in cartoncino bristol e poi un modello in cartone spesso circa un centimetro. In questo modo i ragazzi hanno visto le due mangiatoie concluse e potuto scegliere quella di loro gradimento da riprodurre. In classe hanno realizzato, in gruppo e singolarmente, il proprio modello in cartoncino, sfruttando le abilità acquisite mediante il disegno tecnico, che è una disciplina curricolare.Per la loro realizzazione in legno si è chiesta la collaborazione delle famiglie: nonni e papà si sono attivati ed insieme ai loro ragazzi hanno portato a termine il lavoro, con successive personalizzazioni del modello.

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Questa è una forma di sviluppo che vuole promuovere la crescita socio-economica di un paese, purché sia compatibile con la disponibilità limitata delle risorse dell’ambiente. Una volta compreso il significato di sviluppo sostenibile, i ragazzi sono stati sollecitati a pensare come potrebbe applicarsi nel loro paese questo concetto e di come in passato un ben altro tipo di sviluppo sia stato scelto, o costretti a scegliere, pensiamo alla centrale di Polesine Camerini. Dalle discussioni si è riusciti a mettere in evidenza il valore del territorio del Delta del Po e quanto meriti essere protetto, ma anche conosciuto, senza deturparlo. Ecco che il concetto di sviluppo e fruizione ecosostenibile del proprio territorio ha cominciato a prendere forma. Abbiamo allora cominciato ad ipotizzare il recupero di un’area del paese.Come lavoro di gruppo si è pensato che l’area industriale, presente in pieno paese, ma dismessa dal 1990, circa e rimasta d’allora in stato di completo abbandono potrebbe diventare un parco, e oggetto di una riforestazione adeguata. E’ stata fatta allora una ricerca, facendo riferimento alle piante arboree ed arbustive del Bosco della Mesola e scelte come vegetazione tipica da introdurre.La forma del parco potrebbe essere quella del delta del Po, in cui i corsi d’acqua diventano i sentieri da percorrere e le isole le aree da riforestare.Singolarmente i ragazzi hanno lavorato su un’area di loro interesse e provato a modificarla secondo un loro progetto.Con le tecniche informatiche abbiamo provato a visualizzare l’effetto finale.

PROGETTAZIONE DI UN RECUPERO AMBIENTALE

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TECNOLOGIE INFORMATICHE

Considerato che attraverso questo progetto si pensava anche al modo per proporre una modifica di alcune aree del territorio, secondo la logica dello sviluppo ecosostenibile, i ragazzi hanno provveduto a scattare diverse fotografie che riprendevano varie zone del comune di Porto Tolle e dei comuni limitrofi. Quindi ciascuno di loro ha cercato di valorizzare queste aree aggiungendo ciò che poteva risultare utile allo scopo. A questo punto occorreva impartire loro le istruzioni per utilizzare i software necessari a raggiungere gli obiettivi prefissati utilizzando gli strumenti informatici messi a disposizione dall’istituzione scolastica.I software utilizzati sono stati i seguenti:• PAINT per modificare le fotografie;• WORD per documentare i passaggi effettuati partendo da una situazione iniziale e spiegando quali miglioramenti si intendeva apportare al paesaggio preso in considerazione;• POWER POINT per realizzare una presentazione che riassumesse il lavoro svolto dalle due classi.

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CLASSE PRIMA

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Alla fine del 1800 furono costruite le prime piste ciclabili in Europa: in Olanda, nel XIX secolo è stata costruita la prima pista ciclabile, lunga 1,4 kilometri. In Germania la prima fu costruita nel 1897 a Brema, larga 2,5 metri, al centro della strada. Quest’ultima fu costruita per agevolare i ciclisti, dato che le strade erano lastricate in pietra e percorse da carri trainati da animali. Nel 1910 le piste ciclabili tedesche si spostarono al bordo della strada.Le prime piste ciclabili furono soprattutto costruite nel Nord Europa perché la politica urbanistica di questi paesi è stata influenzata da quella della Svezia che mirava a diminuire il traffico attraverso la costruzione di aree ciclo-pedonali. Nel 1972 ci fu una crisi petrolifera che portò ad un’intensificazione dell’uso delle biciclette in questi Paese settentrionali. Negli ultimi decenni gli ambientalisti hanno richiesto un aumento consistente delle piste ciclabili in Europa..Un progetto interessante è “ Euro Velo “: si tratta di una rete di 12 piste ciclabili, lunga 66000 km, che permetterà di visitare l’Europa in bicicletta.In Italia sono presenti ormai numerose piste ciclabili: la pista ciclabile dell’ Umbria (Assisi-Spoleto), delle Dolomiti, quella del Mincio, della Riviera Ligure, delle Città Murate, il Corridoio Verde Adriatico, le piste del Trentino Alto Adige, la rete ciclopedonale della Provincia di Brescia, i percorsi cicloturistici della provincia di Ferrara, le ciclovie della Val Seriana e della Val Brembana (BG).

Alessia MarangonSara LaurentiLorenzo GianniniPregnolato Morgan

ORIGINE NEL TEMPO DELLE PISTE CICLABILI,

PROGETTO “EURO VELO ”E PISTE CICLABILI IN ITALIA

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MOTIVAZIONI CHE HANNO FAVORITO LO SVILUPPO

DELLE PISTE CICLABILI IN ITALIA E IN EUROPA

Le piste ciclabili sono state regolate per la prima volta in Italia in seguito al Decreto Ministrale nel 30 novembre 1999, n. 225.Tra il 2000 e il 2007 l’estensione delle piste ciclabili è più che raddoppiata, passando da circa 1000 km a oltre 2400 km. Le piste ciclabili sono normalmente collocate al margine della strada e costituiscono un percorso vietato agli altri mezzi di trasporto.Sarebbe utile realizzare un maggior numero di piste ciclabili per sostenere l’ambiente, cioè per inquinare di meno e per praticare più attività fisica.Le piste ciclabili sono molto importanti nella società odierna in quanto riducono il traffico nei centri urbani e quindi l’inquinamento dell’aria.Tra le città con il maggior numero di piste ciclabili vi sono Copenaghen, Helsinki, Goteborg… Il 50% dei loro abitanti si sposta in bicicletta. Ricordiamo invece che i cittadini italiani preferiscono ancora spostarsi in automobile.Per molto tempo il noleggio della bici è stato limitato alle attività per il tempo libero: oggi in Europa il noleggio delle bici avviene invece anche per facilitare lo spostamento dei residenti.La Germania, dal 2002, ha investito milioni di euro per la manutenzione delle piste ciclabili: questo purtroppo in Italia non accade.

Vittoria BertaggiaNicola CattinAlessia FarinelliThomas AzzalinNicholas Cavallari

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REALIZZAZIONE DELLA PISTA CICLABILE CHE COLLEGA LA

FRAZIONE DA CA’VENIER ALLA SPIAGGIA DI BOCCASETTE

Noi alunni della I A, riflettendo sul concetto di sviluppo sostenibile nel nostro territorio deltizio, abbiamo pensato di formulare un progetto finalizzato alla realizzazione di una pista ciclabile che collega la frazione di Ca’ Venier alla spiaggia di Boccasette. Questa pista ciclabile potrebbe essere un aiuto per mantenersi in forma, per il turismo, per ridurre l’inquinamento… Lungo la pista si potrebbero collocare dei cestini per i rifiuti, delle panchine per la sosta, delle fontanelle e degli alberi (fig.2). Nelle chiome degli alberi si potrebbero collocare delle mangiatoie per gli uccelli. Durante un’attività laboratoriale abbiamo noi stessi costruito tali mangiatoie utilizzando dei sottili pannelli di legno.Scendendo nelle golene si potrebbero collocare delle postazioni per i traghetti in modo che, a bordo di queste imbarcazioni, delle guide specializzate possano illustrare ai turisti la conformazione del nostro territorio, la sua flora e la sua fauna. Lungo gli argini si potrebbero costruire dei noleggi di biciclette (fig.2). Nella campagna che costeggia l’ argine si potrebbero creare ulteriori aree di sosta dotate di tavoli, giochi per i bambini, qualche fontanella ( fig.1.) Lungo tutta l’isola, in appositi punti di fermata, i ciclisti potrebbero depositare le biciclette e tornare indietro con un traghetto.Sarebbe interessante realizzare aree dove poter pescare guidati da istruttori specializzati. Si dovrebbero infine incaricare degli operatori addetti alla pulizia degli argini, combattendo così l’inquinamento.

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Fig. 1. Area di sosta nella campagna che costeggia l’argine

Fig.2 Area di sosta lungo la sommità arginale

Andrea FattoriniLaura FranzosoDaniel Bellan Riccardo Bertaggia

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REALIZZAZIONE DELLA PISTA CICLABILE CHE PERCORRE LA SOMMITÀ ARGINALE DALLA FRAZIONE

DI TOLLE ALLA SPIAGGIA DI BARRICATA

E’ bene precisare che questo tratto arginale attualmente non è percorribile in bicicletta in quanto occupato da piante erbacee autoctone che raggiungono anche 0,5m di altezza. Come è noto, la pista ciclabile è un percorso protetto riservato al transito di biciclette e pedoni: il traffico motorizzato è escluso.Queste piste vengono costruite per diminuire l’inquinamento, per migliorare la sicurezza sulle strade, per separare il traffico pedonale da quello motorizzato. Quando una pista viene condivisa da ciclisti e pedoni si chiama “ciclo-pedonale”. Generalmente le piste ciclabili sono collocate al margine delle carreggiate.Esistono diversi tipi di piste ciclabili: quelle urbane, per far visitare le città, quelle extraurbane che collegano un paese all’altro, quelle naturalistiche per far visitare ai turisti paesaggi incontaminati…Il fondo stradale può essere costituito da un sentiero, può essere asfaltato, colorato, sterrato e può essere anche costituito da mattonelle autobloccanti.A Porto Tolle, un paesino alla foce del Po, la popolazione si sposta prevalentemente utilizzando veicoli a motore, data la notevole estensione del territorio. Riflettendo sul concetto di sviluppo sostenibile nel nostro territorio, noi alunni della I A abbiamo formulato un piccolo progetto per concretizzare questo tema: la realizzazione di piste ciclabili per diminuire l’inquinamento e per favorire il turismo. Abbiamo pensato che a Porto Tolle si potrebbero realizzare delle piste ciclabili lungo gli argini che costeggiano il fiume Po in modo che i turisti e gli stessi abitanti possano divertirsi in bicicletta. Si potrebbe rivestire la sommità arginale, che collega la frazione di Tolle alla spiaggia di Barricata ed è attualmente ricoperta di vegetazione, mediante mattonelle autobloccanti.

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Le strisce, ai margini e al centro della pista, potrebbero essere fluorescenti; si potrebbero collocare dei lampioni in modo che la pista possa essere percorsa anche nelle ore serali.Si potrebbero realizzare delle aree di sosta ombreggiate, dove potersi riposare e ristorare, dotate di alberi, panchine, qualche fontanella, dei giochi per bambini e qualche cestino per i rifiuti (fig.1).Sarebbe utile costruire una postazione bird watching per osservare gli uccelli tipici del Delta del Po: gabbiani, aironi cenerini, cormorani, garzette…Sarebbe meraviglioso se le Istituzioni provvedessero a realizzare questo nostro progetto in questo sperduto e bellissimo comune deltizio tanto amato anche dai turisti.

Fig.1. Area di sostaGiulia RossettiFilippo FusettiNicolò BoscoloMattia Berto